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cristiana compagno - Confindustria Udine
www.confindustria.ud.it
Mensile - n.10, anno I
DICEMBRE 2009
Spedizione in abbonamento
postale D.L. 27/02/2004 n° 46,
art. 1, comma 1, DCB UDINE
- Filiale di Udine Ferrovia
Tariffa R.O.C. (iscritti al registo
operatori comunicazione) ex
Tabella B
contiente inserto
FOCUS
DIECI ANNI DI
FABBRICHE
APERTE
INSERTO
foto Alessio Buldrin
LE MISURE
ANTICRISI
DELLA REGIONE
CRISTIANA COMPAGNO
L’IMPEGNO DEL MAGNIFICO RETTORE PER
UN’UNIVERSITA’ A SERVIZIO DEL TERRITORIO
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Editoriale
UNIVERSITA’:
IL CORAGGIO DEL SAPERE
“Il malcontento è il primo passo verso il progresso”. Chissà cosa ne pensa dell’aforisma
di Oscar Wilde il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Udine, Cristiana
Compagno, alle prese, come tanti suoi colleghi, con la politica di tagli, razionalizzazioni e
accorpamenti, imposta, a torto o a ragione, dal Governo centrale
Di fatto, gli atenei italiani si trovano a dover affrontare in questi
anni un’autentica battaglia per la loro sopravvivenza. Udine, in
questo quadro d’insieme, parte per lo meno avvantaggiata in
quanto i (pochi) fondi statali da lei ricevuti sono stati sempre
inversamente proporzionali alla qualità (tanta) della sua offerta
didattica e formativa.
La professoressa Cristiana Compagno - intervistata da Realtà
Industriale alla vigilia dell’apertura dell’anno accademico - è persona che non si tira indietro dinanzi alle sfide e proprio per questo
piace al mondo imprenditoriale: sarà per la sua determinazione
a cogliere gli obiettivi, sarà per la sua capacità di parlare la lingua
dell’impresa o sarà per la sua attenzione costante a tutto ciò che è
innovazione e futuro.
E’ grazie a rettori come lei se l’obsoleta ma ancora non risolta contrapposizione tra teoria e pratica, tra mondo accademico e mondo
produttivo, si è evoluta in un
connubio vincente almeno
a Udine, come dimostrano
le tante iniziative congiunte
realizzate dalla professoressa
Compagno in collaborazione con gli Industriali su diversi temi, tra cui il passaggio
generazionale e l’aggregazione tra imprese.
Del resto, un anno e mezzo fa, un sano pragmatismo
fece da sfondo all’incontro
ufficiale con il presidente di
Confindustria Udine, Adriano
Luci, a seguito della sua nomina al vertice di palazzo Florio. In quella occasione, la professoressa Compagno ribadì
come lo Statuto dell’ateneo udinese, a
differenza di altri, nasca espressamenRenata Polano, nella rubrica
‘Botta e Risposta’ pubblicata
te al servizio del territorio. Traduzione:
nel dicembre 2007 su Realtà
le porte dell’Università sono aperte alle
Industriale, aveva parlato
esigenze del mondo dell’impresa che,
della sua scelta di diventare
da parte sua, si augura una maggiore
donna imprenditrice. “Bisogna
attenzione governativa nei confronti
lavorare – diceva – con la
consapevolezza che l’azienda
delle istituzioni che dimostrano di sadeve essere un bene sociale.
per funzionare bene.
Occorre dare sempre il cento per
Nel nostro piccolo, anche Realtà
cento e operare in coerenza con
Industriale spezza una lancia per
il proprio progetto senza mai
rafforzare il dialogo tra ateneo friulano
distrarsi”.
La notizia della morte della
e sistema produttivo. Dallo scorso nusignora Renata Polano ha
mero la nostra rivista viene distribuita
suscitato viva commozione in
agli studenti della Facoltà di Economia.
Confindustria Udine, alla cui
L’iniziativa è ora estesa anche a quelli
attività non aveva mai fatto
di Ingegneria.
mancare il suo acuto contributo
di proposte e di stimolo. Con la
Come diceva il poeta Orazio: “Sapere
sua scomparsa, il Friuli industriale
aude!” “Abbi il coraggio di sapere”...
perde una figura imprenditoriale
che cosa fa l’Università e che cosa fa
di riferimento, ricordandola
l’industria.
come donna coraggiosa ed
imprenditrice forte e determinata.
Alfredo Longo
La scomparsa di RENATA POLANO
L
unedì 2 novembre si è spenta
a San Daniele, dove era nata
nel 1941, l’imprenditrice Renata
Polano. Dopo il diploma in
ragioneria conseguito all’Istituto
Zanon di Udine nel 1959 fondò,
con la madre, la Amb Srl di San
Daniele, azienda attiva nel settore
del packaging per alimenti.
Nata dalla sua caparbia volontà,
con dimensioni piccolissime,
l’azienda nel 2009 compie 40
anni, occupa oltre 145 persone,
fattura 45 milioni di euro che
esporta per una quota pari
al 70% in tutto il mondo.
Imprenditrice determinata, ha
dedicato al suo progetto costanti
energie riuscendo a trasmetterle
ai tre figli, Anita, Bruno e
Alessandro, ai collaboratori ed
alle numerose persone con le
quali ha condiviso il suo sogno
cui lascia il ricordo di tenacia,
dedizione, curiosità e forza
instancabile. Con la stessa forza
ha combattuto per vent’anni
con la sua malattia senza mai
smettere di credere in un domani
ricco di progetti e di sogni da
realizzare.
“Essere imprenditori vuol dire?
Realizzare un sogno”. Così
Renata Polano
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n. 10
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Foto archivio Università degli Studi di Udine
CRISTIANA COMPAGNO:
Università di qualità a
servizio del territorio
“L’offerta formativa del nostro
ateneo porta trasferimenti di
conoscenze importanti e forma
classe dirigente per il nostro
territorio”
Realtà Industriale
Registrazione Tribunale di Udine
n. 24/99
Redazione
Direttore Responsabile
Alfredo Longo
e-mail: [email protected]
Società Editrice
Confindustria Udine
Largo Carlo Melzi, 2
33100 Udine, tel. 0432 2761
A questo numero
hanno collaborato
Carlo Tomaso Parmegiani
(caporedattore),
Arianna Arizzi, Carla Ciampalini,
Paola Del Degan, Massimo De
Liva, Marco Di Blas, Barbara
Franceschelli, Gino Grillo, Mauro
Filippo Grillone, Alessandro
Montello, Franco Rosso, Paolo
Tarabocchia, Eleonora Zoratto
per Gruppo Giovani Imprenditori:
Enrico Accettola (presidente),
08 Intervista
Cristiana Compagno: università
di qualità a servizio del territorio
12 Focus
Fabbriche Aperte
42 Giovani Imprenditori
46 Obiettivo Montagna
SAIE, l’unione fa la forza
48 Obiettivo Austria
La ripresa ancora non c’è
18 Aziende Flash
22 Aziende
Modulblok
Villaggio Friuli in Abruzzo
Le Oru
50 Obiettivo Iraq
Visita della delegazione del Kurdistan
51 Obiettivo Internazionalizzazione
Organizzazione per vincere la crisi
28 Botta & Risposta
Raffaella Codutti (Codutti Spa)
52 Camera di Commercio
Premiato il Friuli che lavora
30 Analisi
Ripresa pallida
54 Regione
Rimpinguata la Legge Bertossi
31 In primo piano
Missione in Brasile e in Cile
56 Storia
Brindisi per il primo mobile (M. Fantoni)
34 Eventi
Confindustria Udine tiene
a battesimo Greenfvg
58 Riconoscimenti
Realtà Industriale si laurea in Economia
Progetto grafico ed impaginazione
AA Media
Mednarodni Prehod 6, Vrtojba,
5290 Sempeter (Slo)
presso Parco Tecnologico
e-mail: [email protected]
36 Edilizia
I costruttori incontrano De Anna
Ricostruzione in Kossovo
Honsell: Udine riaprirà i cantieri
59 Università
Start Cup Fvg, Udine sugli scudi
38 Alimentari e bevande
Viaggio nel gusto (2° parte)
61 Friuli Nel Mondo
La libertà ha i colori di S. Domingo
Fotoservizi
Foto copertina: Alessio Buldrin
([email protected])
Altre foto: Alessio Buldrin,
Anteprima. Archivio Immagini Fvg,
Roberto Del Fabro, Diego Gasperi
39 Web
62 Approfondimenti
Inglese vs Friulano
Concessionaria per la pubblicità
Scripta Manent srl
v.le della Vittoria 13
33100 Udine - tel. 0432 505900
e-mail: [email protected]
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DICEM BRE 09
CONTENUTI
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40 Assindustria formazione
Programma corsi dicembre 2009
41 CSC News
Andrea Moltrasio: come reinventare
la propria impresa
60 Libri
64 Agrodolce
66 A proposito di...
... Made in Italy
A cura della Direzione Centrale Attività Produttive della Regione Autonoma Friuli Venezia
Giulia, in collaborazione con Confindustria Udine, REALTÀ INDUSTRIALE dedica l’inserto
all’attuazione delle misure regionali anticrisi
www.confindustria.ud.it
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Economia
Intervista
CRISTIANA COMPAGNO
L’UNIVERSITÀ DEL FRIULI: IMPEGNO PER
LA QUALITÀ A SERVIZIO DEL TERRITORIO
C
ristiana Compagno, eletta Magnifico Rettore dell’Università
di Udine il 27 maggio del 2008, fin dall’inizio del suo mandato
si è impegnata con determinazione e tenacia per portare l’ateneo
udinese ai vertici qualitativi del sistema universitario nazionale
di Carlo Tomaso Parmegiani
Professoressa Compagno, qual è il
bilancio dei primi diciotto mesi da
Rettore?
E’ stato un anno molto intenso da tutti i
punti di vista. Ho imparato molto. Credo
di aver iniziato a introdurre, insieme agli
organi di governo dell’ateneo, importanti
processi di cambiamento, anticipando
molti punti del disegno di legge di riforma
dell’università approvato dal Consiglio dei
Ministri il 28 ottobre scorso. Abbiamo lavorato a ritmi molto sostenuti, ma c’è una
grande soddisfazione perché siamo riusciti
a iniziare un processo di cambiamenti
strutturali sia grazie all’impegno di tutti gli
organi di governo dell’ateneo, sia grazie al
fatto che la comunità accademica ne ha
capito l’importanza e li sta portando avanti
con determinazione.
una struttura demografica dei docenti fra
le più giovani d’Italia e, quindi, con una
potenziale rapidità d’azione che ci è stata
riconosciuta anche dal Ministero. Vediamo, dunque, i cambiamenti introdotti dal
ddl (che pur presenta alcune criticità che
vanno aggiustate in sede di emendamenti
tecnici) come un’opportunità di evoluzione
per finalmente valutare gli atenei sulla base
del merito e della qualità, il che consentirà
ai nostri giovani ricercatori di far vedere la
loro bravura: cosa che, fino a oggi, con la
ripartizione dei fondi su base storica non
era possibile.
Quali sono gli obiettivi di quei cambiamenti?
Vanno nella direzione di una qualificazione ulteriore dell’offerta formativa e della
ricerca di ateneo, di una valutazione della
stessa ricerca e della didattica, il tutto per
indirizzare le risorse sulla base di logiche di
merito e a criteri qualitativi.
La sede universitaria di Palazzo Antonini
Ci ha appena sottolineato che quei
cambiamenti sono stati ben accettati
dal corpo accademico udinese. Crede
che in altri atenei, più vecchi e dove
determinati modi di operare sono più
“incancreniti” ci sarà la stessa accettazione delle novità?
Udine ha certamente il vantaggio di essere
un’università relativamente giovane, con
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dicembre09
Più in generale qual è il suo giudizio
sulla riforma universitaria?
Intanto, come dicevo, ritengo che ci do-
vranno essere doverosi emendamenti
tecnici nel passaggio parlamentare. Nel
complesso, tuttavia, l’impianto è molto
ampio e interviene su due aspetti fondamentali dell’università: la governance, ridefinendo le composizioni e i ruoli di senato
accademico e consiglio di amministrazione
e, a livello interno, il rapporto fra facoltà e
dipartimenti con uno spostamento del baricentro di “potere accademico” dalle facoltà ai dipartimenti come centri produttori
della ricerca e della didattica (da questo
punto di vista noi abbiamo anticipato il ddl,
lavorando sui processi di riaggregazione dipartimentale con l’obbiettivo di dimezzarne
il numero che oggi è di ventotto); i meccanismi di funzionamento, reclutamento
e gestione per i quali, soprattutto da quest’ultimo punto di vista, noi abbiamo già
ampiamente anticipato il ddl, creando un
nucleo di valutazione di grande prestigio
e con 5 componenti su 9 esterni al nostro
ateneo, fra i quali anche Salvatore Settis,
rettore della Normale di Pisa e membro
dell’European Research Council, che è l’organismo che definisce le linee strategiche
della ricerca e distribuisce tutte le risorse a
livello europeo. Il giudizio è, dunque, positivo sugli obiettivi, mentre una grossa criticità è data dalla mancanza di risorse per
attuare la riforma, non solo perché non ci
sono risorse aggiunte, ma perché abbiamo
risorse calanti da qui al 2012.
La riforma, però, non ha anche
l’obiettivo di far risparmiare lo Stato?
Questa è una riforma che punta primariamente a innalzare i livelli di qualità del
Economia
Intervista
Noi, ad esempio, abbiamo già fatto l’intera
riforma didattica e non la toccheremo più
per i prossimi anni e questo ha richiesto
un grande sforzo di razionalizzazione (con
una diminuzione del 16% della stessa),
ma anche di capacità di immaginare cosa
servirà nei prossimi anni, guardando avanti,
per ottenere anche un importante risultato
di riqualificazione, perseguendo obiettivi
di qualità. In questo senso, ad esempio,
abbiamo introdotto il numero chiuso ad
economia, per riuscire a garantire una qualità elevata, lasciando fuori 140 studenti
che avevano fatto domanda, ma puntando
a fornire al territorio una classe dirigente
futura di elevata, elevatissima qualità. Certamente il risultato dipenderà anche dai
singoli contesti ambientali, è, infatti, scontato, che in contesti ambientali e territoriali
più virtuosi certi processi ottengono perfomances migliori.
Cristiana Compagno (foto Buldrin)
sistema e una riforma di questo tipo non
si può realizzare a risorse calanti. Aspettiamo adesso i risultati dello scudo fiscale
per capire di quanto dovremo ridurre le
risorse, ma per un ateneo già fortemente
sotto finanziato come il nostro realizzare
compiutamente riforme a risorse calanti
è assai difficile. Non possono solo ridenominare le risorse, dicendo che oggi una
parte di quelle che riceviamo derivano dai
nostri meriti, ma in realtà i trasferimenti a
un’università considerata virtuosa come la
nostra si riducono invece di aumentare.
La premialità dovrebbe basarsi su risorse
aggiuntive, rispetto alla funzionalità di base
del sistema.
Superate le criticità e se si riuscirà
a implementare la riforma, potremo
leggere meno libri di critica ai concorsi pilotati e alle altre manchevolezze delle nostre università?
Ritengo che questi siano processi destinati
all’estinzione. Credo che, anche per effetto
di ampi rinnovi generazionali, si vada verso
una nuova “ecologia” del sistema universitario nazionale che avrà i suoi tempi di realizzazione, ma che va nella direzione giusta.
L’Università di Udine ha qualificato
il suo ruolo integrando le funzioni
istituzionali di ricerca, didattica e
formazione con quella di supporto
al territorio per contribuire al suo
sviluppo. Qual è il consuntivo dello
svolgimento di queste funzioni? Quali
i programmi?
L’università ha istituzionalmente tre funzioni che sono la didattica, la ricerca e
la promozione dello sviluppo territoriale.
Credo che l’università di Udine abbia nel
suo dna la capacità di integrare queste tre
funzioni, seguendo lo sviluppo del territorio
nelle sue esigenze. Si pensi a Pordenone
dove sono collocate tutte le materie di management, di ingegneria dell’innovazione
o della tecnologia dell’informazione, molto
richieste dal settore manifatturiero di quella
provincia. Più in generale l’offerta formativa del nostro ateneo porta trasferimenti
di conoscenze importanti e forma classe
dirigente per il nostro territorio. La nostra
università ha ottimi indicatori di ricerca
scientifica, ma, ciò che più conta per l’industria del territorio, ha i migliori indicatori
nazionali di trasferimento tecnologico,
cioè di trasferimento e di cogenerazione
di innovazione con il sistema produttivo.
Attualmente abbiamo 60 brevetti che, fatto
tutt’altro che automatico, per oltre il 50%
sono o venduti direttamente ad aziende o
sfruttati nelle imprese spin off universitari,
il che consente di portare innovazione nel
sistema. Abbiamo inoltre 28 spin off, molti
dei quali hanno dimostrato di essere economicamente sostenibili. In questo modo
come università abbiamo avuto anche un
ruolo di sviluppo di alcuni settori innovativi
dicembre09
9
Economia
Intervista
come le biomedicine, le biotecnologie vegetali e l’Ict, il che ci rende uno strumento
anticiclico che può essere utile al sistema
industriale regionale rispetto alla crisi che
sta colpendo strutturalmente alcuni settori
del manifatturiero. Sul lato della formazione della classe dirigente, va, infine, detto
che tre delle nostre dieci facoltà sono
state giudicate le migliori d’Italia e le altre
sette si collocano tutte nei primi dieci posti, mentre per quanto riguarda la qualità
globale del nostro ateneo siamo al nono
posto in Italia su oltre ottanta università.
In questo contesto come giudica
il rapporto con l’industria? C’è bivalenza, cioè una commistione di
interesse/indifferenza, oppure, dopo
l’incomunicabilità dei primi anni dell’Università, il rapporto si è stabilizzato sino a preludere ad una più stretta
integrazione?
I rapporti tra università e industria sono
indubbiamente positivi, tant’è che spesso
siamo stati presi a modello a livello nazionale. Sicuramente anche questo rapporto,
come tutti i rapporti, ha bisogno di essere
alimentato e migliorato nel tempo, per
evitare fasi di obsolescenza. Dobbiamo,
quindi, ricercare continui contatti fra università e industria, dove l’ateneo deve essere
visto come la più importante infrastruttura
immateriale al servizio del territorio.
In questo senso, cosa chiede all’industria?
Di credere e investire nell’università, perché proprio in questi momenti può aiutare
a guardare oltre la crisi con processi di
innovazione e cognitivi diversi. Chiedo agli
imprenditori di guardare con fiducia all’università che ha sempre una mano tesa in
tutte le aree disciplinari delle quali un’industria può avere bisogno.
In passato anche l’ateneo udinese ha
visto uno sviluppo diffuso con proliferazione di corsi e sedi in località
diverse, espansione immobiliare. Il
processo di razionalizzazione, riduzione dei costi, miglioramento della
qualità, riconoscimento del merito,
sta rendendo necessari provvedimenti di ridimensionamento. Qual è la
situazione adesso? Il processo è finito
o deve proseguire?
Al riguardo distinguerei fra quello che è un
immaginario collettivo di università sprecona e dissipativa sul territorio, e quello
che è il caso specifico dell’Università del
Friuli. Senz’altro negli ultimi quindici anni
il sistema universitario nazionale ha visto
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dicembre09
un’esplosione dell’offerta formativa e anche una polverizzazione territoriale che
oggi non vanno più d’accordo con la strutturale scarsità di risorse e con l’esigenza
fare massa critica e di fare qualità. Tuttavia
mi preme sottolineare che entrambi i fenomeni non possono essere imputati unicamente all’università. L’esplosione dell’offerta formativa deriva, infatti, in larga parte
dalle riforme ministeriali che si sono succedute. Per fare un esempio chiarificatore:
dopo l’introduzione del famoso “3+2”, io,
che con il vecchio modello avevo un solo
insegnamento di “strategie di impresa”, mi
sono ritrovata con tre insegnamenti (strategia 1, 2 e 3) uno dei quali per la triennale
e due per la specialistica. Quindi spesso
l’offerta didattica è esplosa portando gli
stessi contenuti di prima, su diversi insegnamenti nei vari anni. Anche per quanto
riguarda la dissipazione sul territorio c’è
stata, invece, spesso una mancata capacità
degli atenei di dire di no ad assessori e
sindaci che hanno investito in immobili
per portare nei propri territori l’università.
Oggi, quindi, gli stessi politici (e gli stessi
industriali) che hanno voluto l’università
nei loro comuni e nelle loro provincie,
sono quelli che accusano gli atenei di dissipazione territoriale. I rettori che come me
si trovano al governo degli atenei in questa
fase, sono costretti a dire sempre di no e
a bloccare le espansioni territoriali.
E, quindi, cosa farà l’ateneo udinese?
Per quanto riguarda l’Università del Friuli va
detto che ha cercato negli anni di espandersi territorialmente in maniera razionale,
proponendo un’offerta formativa fortemente ancorata alle necessità e alle culture dei
diversi territori nei quali è presente. Di Pordenone abbiamo detto, mentre per Gorizia
si è puntato sull’anima umanistica, della
mediazione culturale, di comunicazione e
scambio fra i popoli e territori. Ovviamente,
oggi, scelte di ulteriori espansioni non sono
più sostenibili perché si sono drammaticamente ridotte le risorse. Dobbiamo, quindi,
concentraci su scelte di consolidamento.
Sempre più le scelte di permanenza territoriale sono scelte di sistema e non solo
della sola università.
In che senso?
Perché l’università nella sua autonomia
strategica è fortemente limitata da due fattori: il primo sono i requisiti ministeriali posti sull’offerta qualitativa e quantitativa che,
ad esempio, ci impone requisiti minimi di
docenza, cioè un numero minimo di docenti per ogni corso di laurea. Se l’ateneo
Palazzo Florio (Rettorato)
non ha il numero richiesto dal ministero il
corso deve essere disattivato; il secondo è
la crescente scarsità di risorse, che da un
lato rendono complesso il mantenimento
dei requisiti e dall’altro impediscono la
sostenibilità dei costi aggiuntivi spesso presenti nelle sedi decentrate. Le decisioni di
mantenimento territoriale di un dato corso
di laurea, di una sede universitaria devono,
quindi, essere decisioni di sistema.
Tradotto vuol dire che se una città, o
gli imprenditori della zona, vogliono
mantenere un dato corso di laurea
devono contribuire a pagarlo?
Esatto. In questo momento diventa importante il sistema. Un sistema che adesso è
fortemente in crisi e ciò ci fa vivere momenti di grande difficoltà. Anche perché
la solidarietà del sistema va nei punti più
deboli e l’università non è ancora percepita
come tale o meglio non è percepita come
istituzione in emergenza finanziaria. Ciò,
però, in prospettiva futura è molto pericoloso. Il sistema economico non può evolvere senza la conoscenza e l’innovazione.
Questa vostra impostazione trova
condivisione nel territorio o “Università del Friuli” è più uno slogan che
altro?
Penso che su questo si debba ancora lavorare per far sentire l’Università del Friuli
Economia
Intervista
come un patrimonio di tutto il territorio.
Non solo perché come ogni ateneo è un
indispensabile luogo di produzione di ricerca e di conoscenza, ma anche perché
da un punto di vista economico la nostra
università muove annualmente, e fa permanere sul territorio in termini di ricchezza,
circa 160 milioni di euro all’anno. Ha 2000
dipendenti e muove 20.000 persone fra le
varie sedi.
A proposito del movimento di persone, visto che l’ateneo udinese è relativamente recente, non avrebbe avuto più senso concentrarlo in un’unica
sede costruita ex novo, un campus,
invece di sparpagliarla in tanti palazzi storici con i relativi costi di recupero e creazione di “traffico” per gli
spostamenti fra le varie sedi?
La nostra è nata come modello di università molto inserita nella città, fra la gente, e
questo impianto genetico rispecchia la sua
struttura edilizia. Forse dal punto di vista
di un’analisi dei costi-benefici immobiliari
sarebbe stato meglio procedere come da
lei suggerito, ma in termini di vitalità, di
internazionalità, di cultura portata alla città,
di “valori intangibili” trasmessi al territorio,
credo sia stato meglio così.
L’ipotesi di una fondazione unica per
le due Università di Udine e di Trieste
sembra tramontata. Bisogna, comunque, trovare quale forma di maggiore
integrazione tra l’Università di Udine,
quella di Trieste e la Sissa?
Direi che su questo stiamo facendo abbastanza. Sarebbe irresponsabile non
introdurre processi di razionalizzazione
integrativa dell’offerta didattica e di riqualificazione della spesa. Il modello è quello
della coopetizione, cooperare e competere
insieme, sperimentato da tante industrie,
che dobbiamo fare proprio dell’università.
Dobbiamo, quindi, introdurre integrazioni
funzionali a un miglioramento dell’offerta
didattica e a un minor costo della stessa.
Un modello che possiamo attuare non
solo con l’Università di Trieste, ma anche
con quelle dell’intero Nord-Est e, perché
no, dell’Euroregione. Alcuni processi con
Trieste per due lauree magistrali (gli ultimi
due anni, ndr) umanistiche (Italianistica e
Antichistica) e altrettante scientifiche (Fisica
computazionale e Ambiente e territorio)
partiranno già dal 2010-2011, mettendo
insieme docenti e studenti dei due atenei,
un anno a Trieste e uno a Udine. Si tratta
di corsi che erano “deboli” sia a Trieste, sia
Udine e che unificati potranno rispondere
ai requisiti richiesti dal ministero e garantire
un’offerta formativa molto qualificata al
territorio. Sono discipline con ancora piccoli
numeri, ma con importanti prospettive
future. Allo stesso modo stiamo lavorando
con scuole di dottorato interateneo e internazionali nel campo delle nano e delle
biotecnologie con Trieste e la Sissa. Stiamo
anche aprendo molti contatti con altri
atenei dell’Euroregione. Il tutto nel pieno
rispetto e affermazione della nostra autonomia e della nostra identità.
Il Parco scientifico e tecnologico di
Udine gestito da Friuli Innovazione è
un esempio concreto di rapporto con
il territorio. E’ soddisfatta dell’attività
del Parco? Quali le prospettive anche
in relazione all’incubatore di imprese
innovative?
Penso che si debba puntare sempre a migliorare le cose. Il Parco è uno strumento
molto importante nella catena del trasferimento tecnologico ed è fortemente legato
alle caratteristiche del sistema economico
friulano. Credo che sia l’industria, sia l’università debbano valorizzarlo maggiormente,
perché il parco è l’anello intermedio di
una catena dove a monte c’è l’ateneo e a
valle l’industria e se queste non gli danno
il giusto valore, esso di conseguenza ne
risente. In un’ottica sistemica, dunque, tutti
gli anelli della catena possono avere valore
se gli altri glielo riconoscono.
L’Università “produce” la nuova classe dirigente. Sotto questo profilo
quanti laureati trovano occupazione
o lavorano in Friuli? Quanti invece
trovano opportunità fuori Regione?
Laureiamo circa tremila giovani all’anno.
E in generale la caratteristica riscontrata
è quella della mobilità delle esperienze
lavorative anche a livello internazionale.
Spesso i nostri giovani tornano in regione
più maturi e capaci di offrire intelligenza e
innovazione al sistema. Tuttavia va rilevato
che la capacità di assorbimento di nostri
laureati da parte del sistema produttivo regionale è ancora relativamente bassa, date
le caratteristiche strutturali di un’economia
articolata sulle piccole e piccolissime imprese. Anche per il nostro territorio valgono
i trend nazionali: le lauree tecnico scientifiche sono le più richieste. Più in generale
i laureati dell’università di Udine, in base
alle classifiche nazionali, trovano lavoro
mediamente prima rispetto ai laureati di
altre università: il 71% dei nostri laureati
magistrali trova infatti lavoro entro un anno
dalla laurea mentre la media nazionale è
ferma al 62%.
Cristiana Compagno (Foto archivio Università degli Studi di Udine)
dicembre09
11
Economia
Focus
DIECI ANNI DI
FABBRICHE APERTE
S
ono passati dieci anni da quando, su iniziativa del compianto ingegner Adalberto Valduga, nacque “Fabbriche aperte”. L’obiettivo, allora come oggi, era
quello di mettere a contatto i ragazzi delle scuole medie con le realtà produttive del territorio, attraverso la visita diretta agli stabilimenti di alcune classi scolastiche
(prevalentemente terze, quarte e quinte superiori), accompagnate dagli insegnanti
e guidate dai titolari e dai responsabili delle diverse aziende. In dieci anni sono centinaia le aziende e oltre diecimila gli studenti che hanno preso parte a Fabbriche
Aperte e ciò ha certamente contribuito a modificare, almeno in parte, il giudizio negativo che, in modo spesso preconcetto, nella società civile si ha della fabbrica come
luogo “sporco e pericoloso”. Molti giovani hanno potuto constatare come le aziende
manifatturiere del Friuli negli anni duemila siano, invece, spesso, luoghi di lavoro
accoglienti, dove l’impegno per la ricerca e il miglioramento qualitativo di processi
e prodotto sono costanti. Un’iniziativa utile, quindi, a superare antichi pregiudizi, ma
anche a permettere agli studenti di orientare meglio le proprie scelte lavorative future,
che, come si capisce dalle interviste che seguono, riceve l’apprezzamento degli imprenditori, dei docenti e degli studenti. Un impegno organizzativo indubbio per Confindustria Udine e le aziende partecipanti, ma che merita, dunque, di essere portata
avanti anche negli anni a venire.
GLI IMPRENDITORI
SERGIO BURATO,
BCF Italia di Rivignano
Secondo noi “Fabbriche Aperte” è
un’iniziativa molto utile a far conoscere la
nostra realtà agli studenti, con la speranza
che, una volta terminati gli studi, possano
prendere in considerazione anche la nostra
azienda come luogo nel quale lavorare.
La nostra è un’impresa non molto grande,
ma ben organizzata, ordinata e pulita, e
questo, generalmente, suscita una reazione positiva nei ragazzi che arrivano a farci
visita. Purtroppo per noi non è facile, in
un’ora o due di visita, riuscire a entrare in
contatto, a capire la mentalità, di questi
giovani, ma, proprio perché sono ragazzi
giovani, sono convinto che la semina fatta
con “Fabbriche Aperte” potrà dare i suoi
frutti. Quest’anno da noi sono arrivate una
quarta e una quinta dell’Ipsia Ceconi di
Udine con specializzazione termoidraulica
e si sono dimostrate interessate, facendo
domande pertinenti al nostro settore. Per
12
dicembre09
erano un po’ meno coinvolti.
FRANCO DI FONZO
e DENIS MONAI,
Frag di Pradamano
Di Fonzo: Ritengo che “Fabbriche
aperte” sia un’iniziativa importantissima
sebbene comporti per le aziende un certo
dispendio di tempo e di personale. Consente, infatti, di dare agli studenti un’immagine concreta e reale del mondo del lavoro
che spesso è diversa da quella che uno
studente si immagina. Credo che sia molto
importante per gli studenti delle superiori,
mentre, forse, è meno adatta agli studenti
delle medie inferiori che a quell’età sono
troppo lontani dal mondo del lavoro. La
visita di quest’anno lo ha dimostrato. Gli
studenti dell’Itc Marchetti si sono rivelati
molto più interessati agli aspetti gestionali
di un’azienda che non al semplice modo di
operare delle macchine, come capita con i
ragazzini delle medie.
Monai: All’inizio gli studenti erano un po’
intimiditi come è comprensibile per chi si
trova in un ambiente nuovo. Devo, però,
dire che poi la giornata è volata e, forse, ci
sarebbe voluto più tempo per rispondere
noi è la seconda partecipazione all’iniziativa
e ne siamo complessivamente soddisfatti.
Lo scorso anno da noi era venuta una
scuola di Cividale e il modo con cui si era
svolta la visita era stato diverso. Mentre
quest’anno,
infatti, abbiamo
avuto un dialogo molto diretto
con gli studenti
senza un’intermediazione dei
professori, ma
con ragazzi molto interessati,
lo scorso anno
i professori
avevano svolto
forse maggiormente il ruolo
di intermediari
e ciò aveva
semplificato il
dialogo, anche
se forse gli stuGli studenti dell’Ipsia Ceconi di Udine alla BCF Italia Srl
denti del 2008
Economia
Focus
dato prodotto, i
ragazzi possano
trarne una conoscenza maggiore
che potrà tornar
loro utile quando
si avvieranno al
lavoro. Quest’anno abbiamo accolto gli studenti
del Marinoni e
devo dire che li
ho visti particolarmente attenti
e penso che ciò
dipenda dal fatto
che vedere in
Gli studenti dell’Itc Marchetti di Gemona alla Frag Srl
concreto come
si realizza un
prodotto che è
a tutte le curiosità dei ragazzi. Durante il
oggetto
del
proprio
corso
di
studi sia sempercorso in fabbrica, infatti, gli studenti ci
pre particolarmente interessante.
hanno posto domande che erano già state
in qualche modo preparate e calibrate sulla
realtà aziendale, mentre al termine si sono
lasciati andare facendo domande su temi
più generali del tipo “come avete affrontato la crisi” o “come affrontate i mercati
internazionali” che avrebbero avuto bisogno di più tempo per ricevere una risposta
completa. Nel complesso, comunque, ho
visto ragazzi molto attenti e interessati e
spero che questa esperienza sia stata loro
utile per percepire meglio la realtà lavorativa. Sono convinto che iniziative come queste andrebbero ripetute anche più spesso,
perché quello che continua a mancare in
Italia è un adeguato collegamento fra scuola e mondo del lavoro.
STEFANO MIDOLINI,
Fornaci di Manzano
Già da tempo apriamo la nostra fabbrica alle scuole per
diverse visite durante l’anno,
in particolare con l’istituto geometri Marinoni e con il Malignani, e, quindi, partecipiamo
e continueremo a partecipare
volentieri a “Fabbriche Aperte”. L’obiettivo in generale
è quello di far conoscere ai
ragazzi la realtà del mondo
del lavoro, mentre per quanto
riguarda la nostra azienda,
nello specifico, cerchiamo di
dimostrare agli studenti come
si realizzi un prodotto tradizionale come i laterizi. Pensiamo,
infatti, che rendendosi conto
di persona di come nasce un
I PROFESSORI
ROBERTO D’AGOSTINI,
Iti Malignani di Udine
Iniziative come “Fabbriche aperte” sono
molto importanti per far approcciare gli studenti con le realtà con le quali andranno a
confrontarsi una volta usciti da scuola. Servono, inoltre, a far comprendere ai ragazzi
come lo studio non sia solo ciò che si fa in
classe, ma anche, come previsto dalla riforma che si sta preparando, orientamento
continuo grazie all’alternanza scuola-lavoro. Per quanto riguarda le visite, sarebbe
auspicabile che un numero ancora più
ampio di aziende si rendessero disponibili
a partecipare a “Fabbriche Aperte”, che
possono essere un buon prodromo alla
realizzazione dell’alternanza scuola-lavoro,
magari per iniziativa degli stessi studenti
che conosciuta una data azienda potrebbero proporsi per sviluppare insieme ad essa
progetti di alternanza. In effetti, molti degli
studenti che in passato hanno partecipato
alle visite si sono successivamente proposti
alle aziende visitate per fare stage, project
working, ecc. Tutto ciò è molto utile perché circa il 70% di coloro che hanno frequentato in passato stage o progetti di alternanza scuola lavoro in una data azienda,
sono stati, poi, richiamati da quell’azienda
per continuare o addirittura per essere
inseriti in organico. “Fabbriche aperte”,
insomma offre ai nostri studenti un’utile
carrellata per capire quali sono le aziende,
cosa si produce in Friuli e cominciare a
prendere contatto con il mondo produttivo.
I ragazzi, generalmente, reagiscono molto
bene a questa iniziativa e, anzi, vorrebbero poter visitare un numero maggiore di
aziende durante l’anno scolastico. Devo
dire che negli anni ho visto migliorare il
rapporto fra scuola e mondo del lavoro,
ma anche, onestamente, che le aziende
potrebbero fare ancora qualcosa in più
per cercare di dare una mano alla scuola,
consentendo una maggiore frequenza
dei ragazzi nelle aziende, da un lato, e
avendo una maggior attenzione, dall’altro,
al percorso di orientamento degli studenti
quando si trovano all’interno delle imprese.
Voglio dire che il percorso didattico di uno
studente in un’azienda non può servire,
come talvolta è successo, a sostituire un
operaio, né, come è accaduto in altri casi, a
“fare fotocopie”, ma deve essere concretamente utile al ragazzo per crescere e formarsi e all’azienda
per valutare adeguatamente se
nel singolo studente intravede
le qualità per una possibile
assunzione futura. Per questo
serve che la valutazione sia
fatta con attenzione, seguendo
alcune regole prefissate.
AMEDEO
VENTURINI,
Itc Marchetti di
Gemona
Gli studenti dell’Itg Marinoni di Udine
alla Fornaci di Manzano Spa
Il nostro istituto aderisce con
entusiasmo al progetto “Fabbriche Aperte” in quanto si
inquadra perfettamente nel
più ampio progetto di alternanza scuola lavoro che noi
dicembre09
13
Economia
Focus
abbiamo assunto come importante strumento di didattica
formativa. “Fabbriche Aperte”
è importante perché dà ai
nostri studenti la possibilità di
conoscere il territorio e le sue
più significative realtà produttive. Negli ultimi quattro anni
abbiamo visitato aziende grandi
e piccole, ma tutte molto interessanti come “casi aziendali”
da studiare. Per consuetudine,
infatti, nel nostro istituto non
ci limitiamo alla semplice visita
nella fabbrica, ma successivamente approfondiamo gli
aspetti più significativi emersi
durante la giornata dedicata a
“Fabbriche Aperte”. Il ruolo
dei docenti accompagnatori è,
dunque, anche quello di riferire
ai colleghi gli argomenti toccati
affinché, ciascuno per la propria
materia, possano svilupparli in
classe. Noi cerchiamo, inoltre,
di preparare i nostri studenti
alla visita in fabbrica dando più
informazioni possibili sull’azienda, facendo loro visitare il sito
web della stessa e cercando
di suggerire loro cosa e come
guardare. Proprio perché sanno che la visita fa parte di un
progetto più ampio, i nostri
ragazzi vivono la giornata di
“Fabbriche Aperte” con molta attenzione e partecipazione.
Quest’anno la visita alla Frag
è stata particolarmente interessante perché è stata condotta
tutta in lingua inglese il che ha
colpito molto i nostri studenti,
particolarmente per quelli che
si stanno specializzando come
periti commerciali in lingue
estere. I nostri studenti, inoltre,
nonostante si stiano specializzando come amministrativi,
sono stati molto interessati a
vedere tutto il ciclo produttivo
e a capire come dalla materia
prima si arrivi al prodotto finito.
Frag ci ha, infine, generosamente fornito molto materiale
sul quale continuare a lavorare
in classe nei prossimi tempi.
In conclusione, mi lasci dire
che anche se molti parlano di
scarso collegamento tra scuola
e mondo del lavoro, personalmente credo che ciò sia
meno vero di quanto appare.
I ragazzi, infatti, dopo queste
visite si accorgono che c’è una
buona corrispondenza fra il sapere teorico che apprendono a
Dall’alto, gli studenti dell’Ipsia Mattioni (Cividale) alla DL
Radiators Spa di Moimacco, e quelli dell’Iti Malignani
all’Eurotech Spa di Amaro
LE AZIENDE E LE SCUOLE CHE HANNO PARTECIPATO
ALLA DECIMA EDIZIONE DI “FABBRICHE APERTE”
Sono 25 le aziende, appartenenti alle diverse tipologie produttive, e due i Centri di ricerca che hanno accolto dal
9 al 17 novembre, oltre 1.100 studenti di 17 scuole medie superiori per “Fabbriche aperte”.
Qui di seguito l’elenco delle aziende partecipanti e delle scuole che hanno fatto visita a ciascuna di esse:
1. I.CO.P Spa di Basiliano - Isis Solari
di Tolmezzo.
2. Union Beton Spa di Castions
di Strada (Gruppo Logic Pa Spa) - Iti
Malignani di Udine.
3. BCF Italia Srl di Rivignano - Ipsia
Ceconi di Udine.
4. Botto Giuseppe & Figli Spa
Divisione Cascami Seta di Tarcento Ipsia Ceconi di Udine.
5. Gervasoni Spa di Pavia di Udine
- Isis Manzini di San Daniele del Friuli.
6. Serrametal Srl di Mortegliano Ipsia Ceconi di Udine.
7. Pinatto Jr Srl di Moimacco - Iti
Malignani di Udine.
14
dicembre09
8. Potocco Spa di Manzano - Ipsia
Mattioni di San Giovanni al Natisone
9. Coats Thread Italy Srl di Codroipo - Isis Linussio di Codroipo
10. Frag Srl di Pradamano - Itc Marchetti di Gemona del Friuli.
11. Metalinox Srl di Fiumicello – Iti
Malignani 2000 di Cervignano del
Friuli.
12. Self Srl di Rivignano - Iti Malignani 2000 di Cervignano del Friuli e
di San Giorgio di Nogaro.
13. Dl Radiators Spa di Moimacco
– Ipsia Mattioni di Cividale del Friuli.
14. Gesteco Spa di Povoletto - Iti Malignani 2000 di Cervignano del Friuli.
15. Geo.Coil Srl di Artegna - Ipsia
D’Aronco di Gemona del Friuli.
16. Calligaris Spa di Manzano - Itc
Zanon di Udine.
17. Fornaci di Manzano Spa di
Manzano - Itg Marinoni di Udine.
18. Autoservizi FVG Spa- Saf di
Udine – Ipsia Ceconi di Udine.
19. Biofarma Spa di Mereto di Tomba – Ipsia Ceconi di Udine.
20. AWM Spa Automatic Wire
Machines di Magnano in Riviera – Iti
Malignani di Udine.
21. Faber Industrie Spa di Cividale
del Friuli – Iti Malignani di Udine.
22. Tonutti Spa Industria Mac-
chine Agricole di Remanzacco – Iti
Malignani di Udine
23. Eurotech Spa di Amaro – Iti Malignani di Udine.
24. Quality Food Group Spa di
Martignacco – Isis Solari di Tolmezzo.
25. S.M.I. Sistemi Meccanici Industriali Srl di Varmo - Ipsia Ceconi
di Udine.
26. Agemont di Amaro - Liceo Bertoni di Udine.
27. Parco Scientifico e Tecnologico
Luigi Danieli di Udine - Liceo Scientifico Einstein di Cervignano del Friuli e
Liceo Scientifico Marinelli di Udine.
dicembre09
15
Economia
Focus
scuola e il sapere operativo che è necessario nelle aziende. Ciò a mio avviso è molto
importante per far scaturire nei ragazzi la
giusta motivazione, dalla quale dipendono
in gran parte gli esiti scolastici.
GRAZIELLA MOCELLIN,
Liceo Scientifico Einstein di
Cervignano
La nostra scuola ha sempre partecipato a
“Fabbriche aperte” e noi la valutiamo
molto positivamente perché offre un’occasione unica agli studenti per approcciare il
mondo del lavoro, soprattutto per i ragazzi
dei licei scientifici. Normalmente, infatti,
sono gli istituti tecnici e professionali ad
avere un maggior contatto con il mondo
delle aziende, mentre gli studenti dei licei
spesso ne rimangono lontani. Quest’anno
i ragazzi dello scientifico e dello scientifico tecnologico hanno visitato il Parco
scientifico e tecnologico “Luigi Danieli”
e abbiamo constatato come siano rimasti
entusiasti della visita. Hanno, infatti, avuto l’opportunità di capire come non sia
necessario andare all’estero per trovare
importanti realtà di ricerca o che danno la
possibilità a un giovane che voglia intraprendere un’attività in proprio di avviarla e
svilupparla. Io spero che queste visite possano anche contribuire a spingere i ragazzi
verso scelte di corsi di laurea “opportuni”. I
ragazzi del liceo scientifico tendono, infatti,
a indirizzarsi prevalentemente verso facoltà
umanistiche, mentre tutti sappiamo come
ci siano maggiori opportunità lavorative per
coloro che escono da facoltà scientifiche.
LA SFIDA E’ NELLE COMPETENZE
Intervento di Fabio Feruglio, Direttore di Friuli Innovazione
– Parco Scientifico e Tecnologico “Luigi Danieli”
L
’incontro con gli studenti è sempre un’occasione per confrontarsi con chi costruirà il
futuro e con coloro ai quali lasciamo l’eredità del
passato. Un’occasione per trasmettere qualche
spunto, anche qualche provocazione, per poi
sorprendersi piacevolmente quando succede
qualcosa. Lo scorso anno ad esempio, sempre
nell’ambito delle visite organizzate con Fabbriche Aperte furono proprio gli studenti che visitarono il Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli di Udine a scrivere il miglior articolo,
comprendendone profondamente le finalità, le
aspirazioni, gli intenti. Sul futuro sappiamo moltissimo, sappiamo che l’India produce già oggi
300.000 ingegneri informatici all’anno, mentre
gli Stati Uniti 50.000, sappiamo che la quantità
di nuove conoscenze tecniche raddoppia ogni
due anni, sappiamo che le professionalità più
richieste tra 10 o anche 5 anni oggi non esistono,
che questi studenti utilizzeranno tecnologie non
ancora inventate per risolvere problemi che non
sappiamo neanche essere problemi. Per essere
protagonisti nel loro futuro sono condannati
all’eccellenza e per aspirare all’eccellenza devono
avere motivazione, convinzione, capacità di
mettersi in gioco, di confrontarsi, di rispettare e
trasgredire, ma sarà un futuro ricco di possibilità e
di opportunità, un futuro entusiasmante.
Loro se lo devono meritare ma noi li dobbiamo
preparare: le competenze faranno la differenza.
E’ questo che abbiamo voluto far capire ai ragazzi
accogliendoli al Parco.
Questi ragazzi dovranno imparare a conoscere e
Forse, dunque, è bene che gli studenti, pur
nel necessario rispetto per le inclinazioni di
ciascuno, abbiano la possibilità, con iniziative come “Fabbriche aperte”, di essere
orientati verso i corsi di studi che offrono
loro maggiori garanzie per il futuro.
LO STUDENTE
GIANCARLO CINCOTTI,
classe quarta elettronica
Iti Malignani di Udine
Lo studente Giancarlo Cincotti
16
dicembre09
La visita all’Awm di Magnano in Riviera
è stata molto interessante. I dirigenti dell’azienda ci hanno, infatti, fatto vedere tutte
le fasi di progettazione e lavorazione dei
Gli studenti del liceo Einstein di
Cervignano al Parco Scientifico
e Tecnologico “Danieli”
a gestire i processi di cambiamento del mondo in
cui vivranno e dovranno farlo senza averne timore, consapevoli delle proprie capacità e dei propri
limiti, sempre alla ricerca di un nuovo traguardo.
Mostrare loro che cosa si fa ogni giorno qui al
Parco e degli spicchi del mondo è stato il nostro
modo per renderli consapevoli che potranno
essere loro i protagonisti di domani nella ricerca,
nell’impresa, nella società.
macchinari che producono. Certamente
iniziative come “Fabbriche Aperte” sono
molto utili perché ci permettono di vedere
il mondo del lavoro in concreto e da una
prospettiva diversa da quella della scuola.
In particolare ci ha stupito come la gestione di un’azienda sia decisamente più
articolata di come potevamo immaginarla.
Nel complesso la visita ha avuto un effetto
positivo, perché ci ha fatto capire come il
lavoro in fabbrica oggi sia lontano dagli stereotipi comuni di “fatica, stress e rigidità di
orari”, consentendoci di capire come spesso si tratti, invece, di ambienti stimolanti e
dove esiste la possibilità di realizzarsi.
c.t.p.
dicembre09
17
Economia
Aziende Flash
Gli impianti RHOSS
in Austria e Gran Bretagna
INTERNA
L
UN NUOVO SHOWROOM
a Rhoss di Codroipo, azienda del gruppo
veneto Irsap, si è aggiudicata tre importanti
commesse all’estero del valore totale di 1,5 milioni di euro. In particolare, per il sito della Ikea
a Klagenfurt, l’azienda friulana ha sviluppato un
sistema completo di controllo e gestione dell’impianto di riscaldamento e condizionamento
che prevede l’uso anche di pompe di calore
geotermiche Rhoss. “Si tratta di una soluzione
impiantistica innovativa – affermano i tecnici
della Rhoss - che potrà servire come esempio
per la costruzione di tutti i futuri negozi Ikea in
Europa”. A Londra, invece, Rhoss ha vinto la
gara per la fornitura degli impianti di refrigerazione del nuovo edificio progettato nella City
dagli architetti dello studio Rolfe Judd. La struttura ospita importanti uffici di società specializzate in consulenza legale, finanziaria, amministrativa e fiscale. Rhoss ha studiato un sistema
di macchine che prevede il miglior comfort per
gli occupanti in tutti i 16.500 metri quadrati,
attraverso la scelta di un impianto a quattro
tubi con unità terminali in ogni locale, centrali
di trattamento aria per tutta la volumetria interessata e gruppi frigoriferi appositamente realizzati. La particolare esigenza architettonica ha
richiesto una soluzione molto complessa con i
gruppi frigoriferi collocati sul tetto e non visibili
perché costruiti con un altezza inferiore ai due
metri. La grande potenza richiesta, oltre 2300
kw, l’esigenza di in basso impatto acustico e la
necessità di avere il vano pompe incorporato,
ha portato alla realizzazione di due refrigeratori
con compressori a vite lunghi quasi 14 metri
ciascuno. Sempre a Londra, l’azienda friulana
ha fornito gruppi frigoriferi per il dipartimento
di ricerca genetica dell’Università di Oxford.
Anche in questa installazione, per esigenze di
spazi ridotti e fattori di basso impatto visivo ed
acustico, i tre refrigeratori sono stati realizzati
con compressori a vite con incapsulamento per
l’insonorizzazione ad alta efficienza.
La linea produttiva della Rhoss
FORMAZIONE
LA SICUREZZA SI FA INTERNAZIONALE
Nel programma dei corsi organizzati da Confindustria
Udinenell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro,
spicca per originalità l’iniziativa promossa con tre imprese di nazionalità ungherese (Danubbio) e serba
(Maxo e Maxmont) che operano in appalto nel
territorio friulano.
un ulteriore corso di specializzazione con approfondimenti su prevenzione e protezione dei rischi, anche
di natura ergonomica e psico-sociale, su tecniche di
comunicazione e sulle relazioni sindacali.
Infine, nel mese di maggio, avrà luogo il corso per i
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.
I corsi, in svolgimento a palazzo Torriani, interessano I responsabili delle tre imprese hanno espresso
circa dieci persone per ciascuno dei due gruppi iscritti soddisfazione sia per essere stati tra i primi ad aver
(gruppo ungherese, da una parte, e gruppo serbo/
organizzato un corso di formazione di questo genere
croato dall’altro). Si è
in Italia che per aver
partiti con il Modulo A di
già ottenuto dei buoni
base (28 ore complessirisultati. “Un plauso
ve) per poi passare, dal
particolare” affermano
27 ottobre e fino a metà
“va attribuito a Confinmarzo, al Modulo B di
dustria Udine che, con
specializzazione (48 ore)
la fattiva collaborazione
che tratta la natura dei
di docenti e traduttori,
rischi presenti sul luogo
ha saputo costruire un
di lavoro, correlati alle
corso tagliato su misura
specifiche attività lavodelle esigenze delle
rative. Quindi, da metà
nostre imprese”.
marzo a fine aprile, sarà
la volta del Modulo C,
(foto Gasperi)
18
dicembre09
IMPORTANTI COMMESSE E
AD AMSTERDAM
I
nterna Contract si è aggiudicata nuove
commesse per un valore complessivo di
circa 4 milioni di euro e ha aperto il suo
secondo show room a Amsterdam dopo
quello inaugurato alcuni mesi fa a Mosca a
pochi passi dalla piazza Rossa. In Francia,
Interna realizzerà per il Grand Hotel
de Bordeaux un progetto integrale di
arredi per la spa e il centro benessere su
disegno esclusivo del decoratore parigino
Jacques Garcia. Buona parte degli arredi
deriveranno dalla collezione che Garcia
ha creato in esclusiva per Interna. Interna
allestirà, inoltre per Fincantieri, l’area
pubblica cabaret lounge di 750 metri
quadrati relativamente della nave Azura
6166 in costruzione a Monfalcone. Il
contratto ha un valore complessivo di un
milione e 300 mila euro e prevede progettazione esecutiva, fornitura di pavimenti,
pareti, soffittature, arredi, montaggio e
collaudo finale. L’azienda di Tavagnacco
fornirà anche i mobili per gli spazi comuni
dello Hyatt Regency Mainz in Germania.
Gli arredi sono tutti a firma dello studio FG
stijl di Amsterdam e derivano per la maggior parte dalla collezione che i designer
hanno creato in esclusiva per Interna nel
2008. Infine, l’azienda ha inaugurato ad
Amsterdam il secondo show room Interna. L’impresa guidata da Diego Travan
e Derna Del Stabile ha scelto un intero
edificio con una superficie espositiva di 10
mila metri quadrati poco lontano dall’aeroporto internazionale di Schipol. L’edificio è la sede della società olandese DK
Home, produttrice di oggetti d’arte e di
design, che ha scelto Interna come partner
d’arredo esclusivo.
Il Grand Hotel de Bordeaux
dicembre09
19
Economia
Aziende Flash
g
LA CIVIDINA
arreda le sale vip
di SAUDI ARABIAN
AIRLINES
U
n pezzo di Friuli nelle aree vip degli
scali internazionali di Saudi Arabian
Airlines. La Cividina di Martignacco,
attiva nella progettazione e nella realizzazione di sedute imbottite per il settore contract, si è di recente aggiudicata l’appalto
per la fornitura di oltre sessanta divani per
arredare lounge e vip lounge della compagnia saudita negli aeroporti di Jeddah,
Riyadh, Dubai e Abu Dhabi per un valore
economico che ammonta a circa 200 mila
euro. I prodotti oggetto della fornitura
fanno parte delle collezioni Tango e della
serie Fly entrambe progettate dal designer
Gianni Rossetti. Le sedute de La Cividina
sono state selezionate in quanto perfettamente in linea con l’idea creativa per gli
spazi di Saudi Arabian Airlines progettati
da Crea International, studio di design
milanese, particolarmente presente nell’Area del Golfo. “Ci impegnamo – spiega
Fulvio Bulfoni, amministratore unico dell’azienda - per esprimere quotidianamente
i valori del made in Italy, ovvero massima
qualità della fase di progettazione, sensibilità e gusto estetico. Grazie a questa
impostazione siamo stati apprezzati da
importanti catene internazionali come
nella fattispecie Saudi Arabian Airlines”.
Nata nel 1976, La Cividina è oggi una
delle principali realtà nel settore degli
imbottiti per il mercato contract sia in
Italia che all’estero. Grazie all’attenzione
alle tendenze del design e a una rete commerciale operante prevalentemente sul
mercato internazionale che genera l’85%
del fatturato, l’azienda nell’ultimo triennio
ha acquisito importanti forniture nei più
svariati settori del mondo contract come
hotel, ditte private, studi di progettazione e
aziende armatrici.
20
dicembre09
ZIU: NUOVI INTERVENTI
SULLA VIABILITÀ
E UN PARCHEGGIO
È
stata approvata la variante n.3 al Piano territoriale infraregionale Pti della Zona industriale
udinese, frutto di un lavoro svolto interamente dal
Consorzio. “Il documento è stato studiato – ha
spiegato il presidente Ziu, Renzo Marinig – per favorire la completa utilizzazione della Ziu salvaguardando, al contempo, le risorse naturali esistenti”.
La variante rivede la morfologia dei lotti produttivi,
in conseguenza del rinnovato assetto proprietario
e dello stato delle assegnazioni. Gli interventi
punteranno a rendere più funzionali la viabilità e
i percorsi ciclabili. Si prevedono anche un nuovo
parcheggio attrezzato funzionale alle aziende e una
riorganizzazione della zona “Servizi tecnologici”,
a sud ovest lungo la ferrovia Udine-Cervignano. Dal
punto di vista ambientale, la variante conferma la
L’area Ziu di Udine
tutela dei prati stabili ed estende quella delle alberature esistenti mentre, per quanto riguarda le zone
produttive, punta a valorizzare due poli: la zona a
sud, in connessione con la strada regionale 352, e
quella in prossimità dell’accesso nordest della Ziu.
“L’iter per l’approvazione – ha chiarito Marinig
– è stato molto rapido. Gli uffici del Servizio pianificazione della Regione hanno, infatti, completato
le verifiche in soli quattro mesi. L’aver elaborato
la variante avvalendosi delle risorse interne del
Consorzio - ha concluso - ha consentito un risparmio nei costi di progettazione e ha permesso di
utilizzare la conoscenza diretta del territorio dei
tecnici della Ziu”.
Ergonomia delle sedie per ufficio:
è nata al CATAS la norma ISO
S
i è concluso al Catas di San Giovanni al
Natisone il meeting internazionale per la
definizione della norma Iso, che unificherà a
livello mondiale il metodo di determinazione delle
dimensioni delle sedie da lavoro per ufficio. Il
gruppo di lavoro che ha preso parte al progetto
è formato da tecnici provenienti da Canada, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia,
Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Usa. Il direttore
del Catas, Andrea Giavon, e il responsabile del
reparto mobili, Paolo Balutto, hanno rappresentato la voce dei tecnici italiani, dimostrando il
ruolo chiave giocato dal Catas. Dopo un lavoro
iniziato otto anni fa, il testo normativo sarà ora
inviato al comitato tecnico internazionale “Mobi-
li” che richiederà l’approvazione di tutti gli Stati
facenti parte dell’Organizzazione internazionale
per la standardizzazione (Iso). Il documento stabilirà i parametri dimensionali più importanti per
la corretta progettazione di una sedia girevole da
lavoro per ufficio, nonché metodi e strumentazione per la loro determinazione. L’obiettivo è far sì
che una sedia da lavoro risulti comoda non solo al
lavoratore “medio”, ma anche a chi ha dimensioni
eccezionali. I limiti entro cui le dimensioni dovranno essere comprese per poter definire una sedia
“ergonomica” saranno poi specificati in modo
da preservare le differenze antropometriche tra
popolazioni.
Il gruppo LUCI alla tredicesima edizione di
Ecomondo
F
orte di un consistente consolidamento del suo
fatturato, il Gruppo Luci di Povoletto è sempre
presente alle maggiori fiere del comparto ambientale. Il gruppo ha preso parte a Rimini alla tredicesima
edizione di Ecomondo il più grande appuntamento
annuale per l’industria dell’ambiente e della sostenibilità che vuole cogliere la sfida globale di coniugare
con profitto sviluppo e sostenibilità, globalizzazione e cura
del territorio. “Noi – racconta il
presidente Adriano Luci – eravamo presenti con Labiotest,
Lif, Lod e Gesteco e abbiamo
approfittato di Ecomondo per
far toccare con mano agli operatori del settore la competenza
raggiunta dalle nostre aziende.
La nostra specializzazione in campo ambientale è
riconosciuta da oltre vent’anni in Italia, ma si sta
facendo sempre più spazio in gran parte dei Paesi
europei, con una forte espansione nell’area dei
Balcani, e in altri del Medio ed Estremo Oriente”. In
particolare, lo stand del Gruppo Luci ha presentato
in anteprima i dettagli della sua presenza all’Esposizione Universale di Shanghai
del 2010 per la quale ha ricevuto
l’incarico dal Commissariato
Generale del Governo per trattare la qualità dell’aria “indoor”
del padiglione italiano. “Nel
pieno rispetto dei tempi fissati
– ha assicurato Luci – saremo
pronti per consegnare il nostro
impianto per l’Expo”.
dicembre09
21
Economia
Aziende
MODULBLOK:
la crisi, questa
sconosciuta
“E’ la dimostrazione che, laddove gli imprenditori credono nella propria azienda,
nel proprio lavoro e nei propri lavoratori
la crisi economica può fare un po’ meno
paura. In un momento di difficoltà come
questo, vedere realtà produttive che, percependo una prospettiva di mercato, hanno investito e che continuano ad investire
puntando sulla ricerca, sull’innovazione
e sul coinvolgimento del personale per
elevare la qualità tecnico-produttiva aziendale è un segnale positivo di cui abbiamo
bisogno”.
E’ il commento del presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, al termine
della visita aziendale che il Comitato di Presidenza dell’Associazione ha effettuato alla
Modulblok spa di Amaro, impresa meccanica leader nella scaffalatura industriale
e dei sistemi di magazzinaggio, un settore
in costante crescita per la forte spinta alla
razionalizzazione dei sistemi logistici e di
magazzinaggio (robotizzazione e automazione del magazzino).
Ospiti del presidente Giordano Bruno
Petrei e del vice-presidente Maurizio
Santon, la delegazione confindustriale,
composta, tra gli altri, oltre che dal presidente Luci, dal vice-presidente vicario
Cristina Papparotto, dal presidente del
Gruppo Giovani Enrico Accettola, dal
capo della Delegazione di Tolmezzo Federico Gollino e dal direttore Ezio Lugnani
ha infatti avuto modo di toccare con mano
una realtà produttiva di eccellenza del tessuto produttivo friulano.
Con due stabilimenti, uno produttivo ad
Amaro di quasi 15mila metri quadrati di
coperto ed un altro amministrativo-produttivo a Pagnacco di oltre 3mila metri quadri,
150 dipendenti (più 250 unità di indotto),
un fatturato 2008 di oltre 34 milioni di
euro, commesse prestigiose in Europa
– non ultima quella ricevuta dall’Agenzia
delle Entrate a Roma per 5 milioni di euro
22
dicembre09
– e neppure un’ora
di cassa integrazione, Modulblok è
quella che si dice,
in onore ad una
sua storica sponsorizzazione rugbistica, un’impresa lanciata con decisione
verso la meta della
crescita.
“Siamo un’azienda con una buona struttura organizzativa – spiega il presidente
Petrei - che sta riuscendo a rispondere
al mercato internazionale facendo leva
su una invidiabile posizione di costo, vero
fattore critico di successo. Siamo cioè in
grado di offrire un prodotto artigianale a
prezzi industriali (oltre 5.000 le commesse
processate ogni anno per oltre 25mila
tonnellate di acciaio trasformato) e ciò
è dovuto all’innovazione tecnologica di
processo-prodotto supportata da massicci
investimenti ma, soprattutto grazie all’applicazione di una filosofia più che di un
metodo – quella della ‘lean production’
introdotta dalla Toyota alla quale abbiamo
prontamente aderito anche grazie alle
iniziative del Gruppo Meccaniche di Confindustria Udine – Lean si traduce come
pensiero semplice, attivo e snello; è un
processo faticoso e difficile (ma di grande
soddisfazione) che coinvolge trasversalmente tutte le risorse umane dell’Impresa;
è il recupero e il rafforzamento di una
forte e concreta cultura aziendale che
patrimonializza la vera forza dell’impresa
e valorizza potentemente la componente
umana e che ci aiuta a ridurre gli sprechi
al minimo, migliorando la sicurezza nel
posto di lavoro e innestando un circolo
virtuoso di sempre maggiore competitività”.
Fondata nel settembre del 1976 da Petrei
in proseguimento dell’attività paterna, Modulblok, oggi, è una realtà dinamica che
propone un prodotto integrato da un avanzato servizio di progettazione e consulenza
logistica.
“Il nostro modo di affrontare la crisi - spiega Petrei - si potrebbe definire ‘continuità
nel cambiamento’; null’altro che una
vocazione che sentiamo nel nostro dna a
dare, con sobrietà, testimonianza concreta, dentro e fuori l’azienda, riempiendo di
valore parole semplici ma che - di questi
tempi - sembrano svuotate di contenuto:
‘serietà’ è una di queste e trascina sorelle
che le somigliano: ‘qualità, affidabilità,
sicurezza’. Può apparire un paradosso ed
è certamente un investimento sul mediolungo periodo, ma noi della Modulblok
siamo sempre più convinti che ‘convenga’
essere etici. Cosa ci ha insegnato veramente questa crisi? Sull’argomento si è
detto tanto e troppo: evidentemente i
modelli (in specie quelli della finanza ma
anche quelli di un modo ‘killer’ di fare impresa: stressata e sradicata dal territorio e
alla ricerca spasmodica della delocalizzazione in Paesi low cost, con un ricorso imperativo all’outsourcing) appartengono ad
un paradigma che nell’avidità e nel ‘tutto
subito’ ha le sue ragioni fondanti. C’è la
necessità impellente di nuovi modelli e di
un recupero di un ‘umanesimo d’impresa’
che valorizzi il fattore umano. Conviene
guardare bene dentro casa propria; non
sono i tempi della crescita dimensionale
ad ogni costo (ciò non significa trascurare
le opportunità). Sotto la cenere, tra i nostri dipendenti, covano delle potenzialità di
idee e di miglioramento che sono la vera
Economia
Aziende
Stertta di mano tra il presidente
di Modulblok Giordano
Bruno Petrei e il presidente di
Confindustria Udine Adriano Luci
possibilità di avere un futuro.
Il vero valore del nostro marchio si
identifica con l’affidabilità percepita e
riconosciuta dai nostri Clienti; è la nostra
migliore assicurazione per rimanere sul
mercato e non intendiamo rinunciarvi,
neanche a favore del profitto, meno che
mai abbassando i nostri elevati standard
sulla qualità e sicurezza della progettazione e dei materiali certificati da noi
impiegati”.
Non solo. Come sottolinea il vice-presidente Maurizio Santon “la ricetta vincente di Modulblok è stata pure quella
di investire fortemente nell’area tecnico
commerciale con un significativo implemento dell’organigramma In un mercato
mondializzato con dealers multinazionali
la sfida è alta ma non ci troverà impreparati”.
Attualmente Mobulblok occupa le prime posizioni in Italia nel comparto scaffalature industriali con i prodotti cantilever
e portapallet. “La strategia aziendale per
i prossimi 3-5 anni – conclude il presidente Petrei - è fortemente orientata ad
un consolidamento della presenza nell’area magazzini automatici-autoportanti
in ragione della competenza acquisita
e della capacità di gestione espressa
recentemente sul mercato. Significativo
- ed è proprio di questi giorni - il raggiunto controllo della mbt Engineering di
Treviso, un network dei leader di settore
(nostro socio è, attraverso BT Cesab, la
Toyota) Questa società costituisce per
noi un innovativo strumento operativo integratore di diversi know how e
competenze specifiche e ci consente di
qualificarci sempre più come il risolutore
esperto delle complesse problematiche
del magazzino”.
Alfredo Longo
Nasce il primo monomarca
CALLIGARIS in Cina
É
Shanghai la città che Calligaris ha scelto
per il suo primo punto vendita monomarca
in Cina. Una “presenza strategica” come l’ha
definita il Presidente del Gruppo Alessandro
Calligaris “per presidiare un mercato molto
importante e attento al made in Italy, che ha
grandi potenzialità di crescita”.
Lo stile e il design italiano, che da sempre
contraddistinguono i prodotti Calligaris, sono
l’anima del nuovo Calligaris Shop: 200 metri
quadrati di show room con i pezzi più rappresentativi della gamma di prodotti dell’azienda,
tra sedie, tavoli, divani, letti e altri complementi
d’arredo.
L’azienda friulana, leader nel settore arredocasa, ha sviluppato una strategia commerciale
e di penetrazione internazionale che la vedono
oggi presente con propri negozi in Italia, Francia, Russia, Stati Uniti, Canada e ora anche in
Cina. I suoi prodotti sono distribuiti in 12.000
punti vendita in 90 Paesi del mondo.
Un’azienda che dal 1923 di strada ne ha fatta
tanta, puntando alla qualità e all’innovazione,
sempre attenta alla ricerca e all’etica del lavoro.
LO SPAZIO DELLE IDEE
La SEDIA WIEN nuova ospite
de “Lo Spazio delle Idee”
Anche questo mese “Lo Spazio delle
Idee” prende la parola su Realtà Industriale
per presentare un prodotto di eccellenza
di un’azienda associata: la Sedia Wien di
Calligaris.
L’iniziativa è nata con l’obiettivo di fornire
una vetrina privilegiata per prodotti
innovativi e brevettati, uno spazio
di esposizione temporanea che
l’Associazione mette a disposizione
delle aziende nell’ambito delle
attività di supporto alla promozione
delle stesse. Sotto la ormai
famosa lampadina rossa nell’atrio
di ingresso di Palazzo Torriani da
marzo sono stati ospitati già sette
prodotti nuovi, originali e coperti da
brevetto.
Questo mese la lampadina rossa
ospita la nuova Sedia Wien di
Calligaris. Disegnata da Lucidi
& Pevere, essenziale ed elegante,
Wien reinterpreta le linee classiche
con materiali e tecnologie moderne.
Il fusto è una pressofusione di
alluminio verniciato o lucidato
e sedile e schienale sono in
policarbonato.
Un
elemento
d’arredo dal design ricercato ed
estremamente versatile: Wien è
realizzabile in differenti versioni,
in plastica trasparente o coprente
lucida, in otto varianti di colore.
Tante soluzioni e accostamenti possibili
che la rendono adatta ad ambiti e ambienti
molto diversi tra loro.
Un grande esempio di ricerca e qualità,
frutto di un esperienza fondata su 85
anni di storia e di forte passione.
dicembre09
23
Economia
Aziende
I
l presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi,
ha inaugurato mercoledì 4 novembre a Fossa,
in Abruzzo, a pochi chilometri da L’Aquila, il Villaggio Friuli, costituito da 16 casette prefabbricate
e realizzato, di concerto con la Protezione Civile
regionale, dalle imprese Stratex di Sutrio ed Euroholz di Villa Santina (oltre che dalla Riccesi Spa
di Trieste) ed illuminato dai dispositivi prodotti dalla
società di filiera Athena cui fanno capo sette aziende friulane, di cui cinque carniche (B.Eng, DVM
System, Car Audio System, Elettrica e Arte
Edile), una udinese (Studio Marangone) e una
pordenonese di Pravisdomini (Gielle Plast).
INAUGURATO IN ABRUZZO
IL VILLAGGIO FRIULI
Le unità abitative godono di un impegno finanziario
congiunto di Regione, Confindustria e Legacoop
Fvg e implementato da cospicue donazioni, per 1,8
milioni di euro.
Alla inaugurazione hanno preso parte il presidente
della Regione Friuli, Renzo Tondo, il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso e Luigi
Calvisi, sindaco di Fossa, del paese devastato dal
terremoto del 6 aprile scorso.
Nel suo intervento, Berlusconi ha ricordato come
il Friuli Venezia Giulia, “toccato” dal terremoto nel
1976, ha saputo portare in Abruzzo “la sua grande
esperienza e le sue grandi capacità, dando in
tempi ristretti una risposta in termini di alta solidarietà”, creando immobili che in qualche caso “sono
ancora più belli di quelli che la popolazione sfollata di Fossa è stata costretta a lasciare”. Dunque,
“grazie al Friuli Venezia Giulia ed alla generosità
dei suoi cittadini, uomini forti”.
“Da un lato - ha affermato a sua volta Tondo - con
orgoglio restituiamo, con il nostro operato in
Abruzzo, quella solidarietà che avevamo ricevuto
33 anni fa, dall’altro siamo in grado di offrire alla
comunità di Fossa ‘case vere e proprie’, realizzate
in pochissimo tempo grazie al collettivo contributo
di tutto il Friuli Venezia Giulia, del suo sistema
bancario e dei privati cittadini, delle istituzioni,
Regioni ed Enti locali, e del mondo dell’impresa.
Confermiamo, con la realizzazione di questo nostro Villaggio, il modello di una comunità in grado
di reagire alle avversità”.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il presidente della
Regione Renzo Tondo alla cerimonia inaugurale del “Villaggio Friuli”
a Fossa in Abruzzo (foto Archivio Immagini Fvg)
Secondo molti il Villaggio Friuli è il più bello
dell’Abruzzo terremotato, o almeno così è il parere
del sindaco Calvisi.
“Effettivamente – conferma l’ingegner Andrea
Macorig, della Euroholz – non abbiamo voluto
fare le tradizionali case prefabbricate, ma qualcosa
di più, dei villini dall’aspetto gradevole. Uno sforzo
che ci è stato riconosciuto da chi ha già visto le
nostre realizzazioni”.
= La testimonianza del presidente LUCI
All’inaugurazione del Villaggio Friuli ha partecipato anche Adriano Luci, presidente di Confindustria Udine.
“Siamo lieti – è il commento del presidente – di aver contribuito tangibilmente a questa
donazione che dimostra l’attenzione delle imprese a 360 gradi; un importante segnale di
solidarietà in quanto tutti noi ricordiamo cosa significhi il termine ‘solidarietà’ in occasioni
così difficili”.
“Siamo altresì convinti – aggiunge Luci – che le nostre aziende possano mettere in campo
competenze, esperienze ed organizzazione di primo ordine per affrontare qualsiasi progetto
di ricostruzione, ma anche quella giusta dose di umanità che consente di condividere qualsiasi iniziativa o progetto di prospettiva. Concludo, ringraziando per la competenza e per la
serietà la Protezione Civile regionale che, anche in questo frangente, ha dato dimostrazione
di grande efficienza”.
24
dicembre09
“Le nostre case – aggiunge Nicola Plazzotta, della
Stratex - sono a tutti gli effetti definitive, rispettando pienamente i parametri acustici e termici
imposti dalla legge. E’ stato un buon lavoro di
squadra, considerando che la Riccesi si è occupata
dell’urbanizzazione del villaggio. In altre parole,
siamo riusciti a dare alla popolazione un ‘prodotto’
chiavi in mano”.
Dal canto suo, la società di filiera Athena ha montato i lampioni esterni. “In tutto – racconta Giovannino Bearzi, presidente di Athena e di B.Eng di
Amaro – sono sette dispositivi di illuminazione a
led, una tecnologia a basso consumo che produce
una luce più intensa, versatile e conveniente. Ho
provveduto personalmente, con l’impresa elettrica,
ad effettuare la messa in opera”.
“C’è molta Carnia nella ricostruzione dell’Abruzzo
terremotato – evidenzia il capo della Delegazione
di Tolmezzo di Confindustria Udine, Federico Gollino -. Un bell’esempio di squadra vincente che,
attraverso l’aggregazione e la collaborazione tra
imprese, sa unire le forze per centrare i traguardi
prefissati”.
a.l.
dicembre09
25
Economia
Aziende
Lo stabilimento de Le Officine Riunite e il presidente Paolo Salvadori
I CINQUANT’ANNI
DE
LE ORU
I
l passaporto per l’internazionalizzazione
passa attraverso i cancelli de Le Officine Riunite – Udine, oggi parte di IMER
Group. Lo sostiene Paolo Salvadori,
presidente di quella Divisione Concrete di
IMER Group che si identifica con ORU,
facendo un bilancio dei cinquant’anni di attività dell’azienda nel momento in cui inizia
una nuova espansione verso la Cina. «La
nostra strategia di internazionalizzazione
– dichiara il dottor Salvadori, ricordando il
50esimo anniversario di fondazione della
ORU – si fonda su di un trasferimento
globale dell’idea imprenditoriale. Non si
tratta quindi di una semplice espansione
commerciale. La nostra filiale cinese ha
l’obiettivo di accrescere la nostra presenza
e il nostro ruolo su quel mercato, rafforzando, contemporaneamente, la struttura
produttiva in Italia». E in questo senso lo
stabilimento di Basaldella è un elemento
fondamentale di questa strategia.
L’impianto friulano della IMER Group
ha un ruolo fondamentale nella strategia
di internazionalizzazione del gruppo, e
rappresenta un cardine nel panorama
industriale del Friuli Venezia Giulia. “Questa è una società prestigiosa – continua
Paolo Salvadori – che è stata il punto di
riferimento del settore della produzione di
26
dicembre09
calcestruzzo a livello nazionale e internazionale”. Le Officine Riunite sono state
acquisite da IMER Group dieci anni fa:
“Da allora abbiamo riorganizzato lo stabilimento, sfruttando le sinergie commerciali
e le conoscenze tecnologiche portando
a regime le potenzialità degli impianti”.
Il tutto senza dimenticare l’identità dell’azienda: «Il marchio “ORU è rimasto nella
denominazione dei prodotti – conferma
Salvadori – perché IMER Group ha
voluto tener conto della storia di questa
azienda, pur mirando al completo ammodernamento dei mezzi esistenti con
particolare attenzione alla qualità”. Sul
mercato i prodotti realizzati a Basaldella
di Campoformido sono riconosciuti come
affidabili e innovativi, e questo sia a livello
nazionale che internazionale. Da ricordare
che dopo ORU, IMER Group nel 2002 ha
anche acquisito L&T SpA di San Giorgio di
Nogaro, un’azienda produttrice di autobetoniere e pompe per calcestruzzo.
Nello stabilimento della ORU vengono
oggi realizzate nuove tecniche per l’ottimizzazione della produzione e vengono effettuati investimenti concreti in risorse umane
e marketing, come ricorda il presidente
Salvadori. “In questo momento – dichiara – stiamo implementando tecniche in
grado di rendere più omogeneo il flusso
produttivo, garantendo la massima affidabilità e sicurezza”.
Ricordiamo che la sede di Basaldella si
sviluppa su una superficie di 150 mila
metri quadrati (35 mila coperti) e dà occupazione a 250 dipendenti. La Divisione
Concrete di IMER Group produce oltre
300 impiani l’anno (tra mobili, fissi e a
raggio raschiante) e più di mille macchine
per il trasporto e la posa in opera del calcestruzzo.
Per quanto riguarda i dati di bilancio occorre riferirsi a quelli aggregati del gruppo che
hanno raggiunto, nel 2008, i 149 milioni
di euro di fatturato consolidato. A questo
risultato ha contribuito un aumento delle
esportazioni (+1,33%) che rappresentano
oltre il 71% del totale fatturato. Qualche
sofferenza si è registrata sul mercato interno che ha visto una flessione del 12%.
Comunque i prodotti “Made in Basaldella”
restano il prodotto di punta della strategia
di internazionalizzazione di IMER Group:
lo conferma la decisione della società di
realizzare la filiale commerciale a Shanghai
(in Cina) proprio per la commercializzazione delle soluzioni della Divisione Concrete.
“La nuova filiale di Shanghai – conferma il
presidente Salvadori – commercializzerà
i prodotti realizzati dalla Divisione Concrete. Prodotti che rappresentano le soluzioni
tecnologiche di punta nel settore e che ci
hanno permesso di presidiare fruttuosamente il mercato”. Se anche gli altri prodotti del Gruppo entreranno a far parte del
pacchetto di offerta sul mercato cinese, per
ora IMER Group punta proprio su ORU
per aggredire una realtà in grande sviluppo.
Alessandro Montello
dicembre09
27
Economia
Botta & Risposta
RAFFAELLA CODUTTI
Codutti Spa
= Che cosa vuol dire essere un’imprenditrice?
Vuol dire anche essere madre e avere una famiglia. Riuscire a coordinare le due attività non è
sempre facile. Io sono stata fortunata perché mi
ha aiutato mia madre quando avevo i bambini
piccoli e perché oggi sono i miei stessi figli ad
aiutarmi. Dal punto di vista lavorativo, quando
arrivai in azienda una donna che andasse oltre il
livello di segretaria era una rarità e, quindi, dovetti affrontare diverse difficoltà e resistenze. Per
fortuna il sostegno di mio padre, dei miei zii e dei
miei cugini mi permise di crescere. In generale
credo che per essere imprenditore si debba avere
un grande amore per l'impresa.
Quelle con un'adeguata patrimonializzazione che
siano capaci di abbassare il punto di pareggio.
Noi abbiamo un patrimonio costruito negli anni
e stiamo ridefinendo i budget per abbassare il
nostro punto di pareggio. Per fortuna il nostro è
un mercato molto frazionato senza leader capaci
di imporsi a tutti gli altri. Quindi, facendo scelte
positive dal punto di vista competitivo si possono
recuperare quote di mercato.
= Come si combatte la concorrenza dei produttori dei Paesi emergenti, come la Cina?
Credo che il segreto sia quello di puntare alla
qualità che loro ancora non riescono a copiare e
sulla capacità di saperla vendere. Nel mobile per
ufficio la competizione con i cinesi c'è più sulla
fascia bassa, operativa, non certo su quella alta,
direzionale. Inoltre chi compra il mobile per ufficio è un esperto che sa valutare i dettagli tecnicoproduttivi e, quindi, mediamente, sa apprezzare
la qualità superiore dei prodotti italiani.
= Le aziende in Italia fanno abbastanza per
agevolare il lavoro femminile?
Nella nostra realtà abbiamo dato ascolto alle
esigenze delle donne cercando di venire loro
incontro. Purtroppo, mi è capitato di sentire di
alcune aziende dove i rapporti umani sono difficili, mentre io credo che curare i rapporti umani sia = Quanto conta nel vostro settore una rete
di vendita adeguata?
fondamentale per gestire bene un'impresa.
E’ un'esigenza molto sentita per avere una presenza capillare sui mercati. Servono venditori
= Cos’è l’etica per un imprenditore?
preparati dall'impresa che, pur essendo pluriEssere sempre chiari e corretti.
mandatari, si sentano parte dell'azienda e che la
= Quali sono le principali difficoltà nell’esse- vivano come fosse una famiglia. Per questo noi
stiamo investendo molto nella formazione e nella
re imprenditore oggi in Italia e Fvg?
fidelizzazione della rete di vendita.
Riuscire a tenersi sempre aggiornati di fronte a
cambiamenti sempre più veloci. Dover combatte= Avete difficoltà a reperire il personale?
re con una burocrazia eccessiva e con una mancanza di modernizzazione dell'apparato pubblico Se parliamo di personale qualificato, sicuramente
che si traducono in un extracosto per le imprese. si.
= Come state vivendo la crisi del settore
mobile arredo?
Nati come produttori di banconi da bar e arredi
per negozi, siamo prima passati a produrre
scaffalature e mobili per ufficio e dagli anni '90 ci
dedichiamo esclusivamente ai mobili per ufficio,
abbinando essenze di legni pregiati, tecnologie
avanzate per la lavorazione dei metalli e lavorazione del cuoio con precisione sartoriale. E'
una scelta di nicchia e specializzazione che ci sta
premiando sui mercati di fascia alta.
= Qualcuno sostiene che dipende dalla poca
voglia di lavorare dei giovani d'oggi. E' d'accordo?
No. Non direi che i giovani d'oggi abbiano poca
voglia di fare, piuttosto che spesso hanno una
idea della realtà lavorativa molto teorica e distorta. Scuole e Università dovrebbero prevedere un
periodo durante il quale gli studenti abbiano la
possibilità di entrare direttamente in contatto con
il mondo del lavoro. Ciò li aiuterebbe a essere
meno spaesati una volta terminati gli studi.
= In generale come sta andando il settore in
questo periodo di crisi?
Fino a maggio 2009 il mercato ha tenuto, dopo le
ferie estive c'è stato un netto calo dei fatturati. So
che molte aziende, come noi, stanno combattendo cercando di rafforzarsi o recuperare i mercati
dove erano già presenti e di trovare nuovi mercati. Noi, ad esempio, stiamo approcciando con
qualche successo il mercato indiano e quello di
alcuni Paesi africani.
= L'ultimo numero di Realtà Industriale ha
dedicato un focus al tema Friulano vs Inglese.
Cosa ne pensa?
Che il friulano vada tutelato, ma ciò non si deve
trasformare in un eccesso di localismo. E', poi,
ovvio che per lavorare lo studio dell'inglese è
oramai assolutamente necessario.
= Quali aziende potranno superare la crisi?
28
dicembre09
= Cosa pensa degli imprenditori che si dedicano alla politica?
Che farebbero meglio a continuare a fare gli
imprenditori.
= Come giudica l'approccio della politica
italiana alla crisi?
Mi pare che siano state fatte tante chiacchiere.
Mentre un'azienda ha bisogno di fatti concreti.
Come, ad esempio, la puntualità nei pagamenti
da parte della pubblica amministrazione...
= Cosa pensa dello scudo fiscale?
Mi lascia molto perplessa.
= L’evasione fiscale è un reato da punire o
una forma di difesa da una tassazione eccessiva?
La tassazione è eccessiva, ma le leggi vanno rispettate. L'evasione non è corretta, anche perché
se tutti pagassero le tasse potremmo contare su
servizi migliori.
= Un personaggio del passato del quale
l’Italia avrebbe bisogno oggi?
Indro Montanelli
= Un personaggio del presente del quale
potremmo fare a meno?
Tanti.
c.t.p.
Codutti Spa
i dati
Anno di fondazione: 1954
Sedi operative: via Bonavilla - 33037
Passons di Pasian di Prato - via Maù 2/1
- 10 - 33035 Martignacco
Fatturato 2008: 10.545.300 euro
Dipendenti: 79
Prodotto: arredi direzionali e operativi
per ufficio; sistemi di pareti modulari
Export: 66%
dicembre09
29
Economia
Analisi
RIPRESA PALLIDA
O
ccorre prendere consapevolezza
che il mondo è cambiato e che
molte convinzioni vanno riviste: la
crescita non è illimitata, la fiducia acritica
nei confronti del mercato si è rivelata sbagliata, il valore non si crea con la moltiplicazione esponenziale del rischio ma sulla
capacità di sviluppo dell’economia reale
fondata sul lavoro e sull’impresa.
Il punto di minima della caduta produttiva
pare superato ma la ripresa si preannuncia
fragile ed incerta, ancora dipendente dal
sostegno della politica economica. Quando la crisi dell’economia reale
è stata determinata, come in
quest’ultimo anno ma con una
dimensione sistemica ed ampiezza globale mai manifestatasi, dalla crisi finanziaria, i tempi
di ripresa della produzione e del
lavoro sono risultati più lunghi
di quelli di una normale recessione.
Il recupero che si è registrato
nel terzo trimestre di quest’anno dalla produzione industriale
ha beneficiato del processo di
ricostituzione delle scorte. L’andamento positivo della produzione industriale ha “trascinato”
l’inversione di tendenza del
prodotto. Dopo 15 mesi, infatti,
si è interrotta la caduta del PIL,
la più lunga e la più costosa dal
secondo dopoguerra. Ma la crescita è risultata inferiore ai livelli
che erano attesi dall’andamento
della produzione industriale.
Tensioni sul mercato del lavoro,
razionamento/selezione del
credito, tasso di cambio euro/
dollaro possono esserne state le
determinanti.
Le prospettive di consolidamento della ripresa, ora incerta,
sono legate sia alla tenuta del
processo di rafforzamento della
domanda estera, ma soprattutto
alla possibilità di rilancio della
30
dicembre09
domanda interna. Ma, sotto questo profilo,
consumi ed investimenti costituiscono un
aspetto critico.
I consumi sono condizionati dalla capacità delle spesa delle famiglie sulla quale
andranno a scaricarsi gli effetti del ridimensionamento dell’occupazione e del
conseguente contenimento del reddito
disponibile.
Gli investimenti verrebbero limitati dalla
selezione del merito di credito e dalla
capacità produttiva in eccesso (l’indagine
congiunturale interna di Confindustria Udi-
Permangono interrogativi
sulla robustezza del recupero ciclico
ne segnala che il grado di utilizzo degli impianti è sceso in un anno dall’88 al 58%).
A questo si aggiungono i rischi di tensioni
valutarie con la sopravvalutazione dell’euro
che viene a penalizzare la nostre esportazioni proprio quando si profila il recupero
della domanda internazionale.
Quindi permangono interrogativi sulla robustezza del recupero ciclico.
Dopo il rimbalzo del terzo trimestre l’attività produttiva si assesterebbe mantenendo
comunque una dinamica leggermente
positiva per stabilizzarsi nella prima parte
del 2010 ed assumere una maggiore consistenza nella seconda metà. La gradualità
del ciclo rifletterebbe la lentezza della
ripresa in particolare nell’area dei paesi
avanzati.
Quindi la ripresa è prevista ma sarà “pallida”.
Per le imprese la “ripresa” è il futuro che
ciascun imprenditore saprà
costruire.
Le imprese, da quelle piccole e
medie a quelle grandi, hanno
reagito alle spinte recessive
puntando sulla riduzione dei costi nel segno dell’efficientamento, sull’innovazione di prodotto,
sull’ampliamento e sulla diversificazione dei mercati, sulla personalizzazione del servizio.
Chi più ha “investito” in queste
strategie meglio si è attrezzato
per la fuoriuscita dagli effetti
della recessione che non sarà
neutrale.
La selezione imposta dal mercato con la recessione si è acuita.
L’importante e non subirla ma
gestirla. Quindi serve una politica economica attenta a favorire
la competitività di sistema ed
una politica industriale che
promuova i processi di crescita
delle imprese.
La legge finanziaria regionale,
pur vincolata dal calo delle entrate e dalla rigidità della spesa,
non può disattendere questa
esigenza complessiva puntando
sulla priorità della difesa del
lavoro e della salvaguardia delle
potenzialità di sviluppo del sistema delle imprese.
Ezio Lugnani
Associazione
In primo piano
MISSIONE IN
BRASILE E CILE
“Il Cile e soprattutto il Brasile sono destinati a recitare un ruolo
di protagonisti nello scacchiere dell’economia internazionale. La
nostra fortuna è che sono due Paesi già nostri amici grazie alla
forte presenza di italiani o di persone di origine italiane. Solo
nello Stato di San Paolo sono cinque milioni. Quindi, ci sono tante
affinità legate alle origini, alla storia, alla cultura ed in questo
momento alle relazioni governative. Le opportunità sono diverse
e vanno colte. il nostro Governo, con gli incisivi interventi dei
vice-ministri Scotti ed Urso, e Confindustria si sono positivamente
adoperati per aprire la strada alle nostre imprese, sottolineando
però, nel contempo, l’importanza dell’abbassamento dei dazi che
in questo momento sono elevati e limitano le importazioni”.
E’ il bilancio consuntivo del presidente di Confindustria
Udine, Adriano Luci, al rientro, assieme al vice-presidente
dell’Associazione Matteo Tonon, dalla missione in Brasile e
Cile promossa dal 9 al 13 novembre da Confindustria, Abi, Ice,
assieme ai Ministeri dello sviluppo economico e degli Affari esteri.
Prima tappa a San Paolo dove intenso è stato il ruolino di marcia
per i 400 imprenditori in rappresentanza di 216 imprese italiane:
il programma si è sostanziato infatti in seminari sulle opportunità
di investimento, in un forum istituzionale con la partecipazione tra
gli altri del presidente brasiliano Luis Inacio Lula, del ministro
italiano per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola e del
presidente nazionale di Confindustria Emma Marcegaglia, e in
1.485 incontri BtoB tra aziende.
Sia Luci che Tonon sono rimasti piacevolmente stupiti delle
potenzialità della nazione carioca: la nona economia mondiale per
il potere d’acquisto, una crescita tra il 4,2 e il 5% prevista per il
2010, un piano di investimenti in infrastrutture da 190 miliardi di
euro, cui vanno aggiunti gli ingenti investimenti da stanziare – altri
70-75 miliardi – per la Coppa del Mondo di calcio del 2014 e per
le Olimpiadi del 2016.
“Il Brasile dimostra, con i fatti, di volere e di sapere crescere – ha
dichiarato Luci -. La politica di Lula, sostanziatasi nella riduzione
delle tasse per le imprese e lavoratori, unita alla modernizzazione
del sistema Paese, ha permesso a questa nazione di uscire dalla
crisi prima di molti altri. E’ evidente che, già da ora, il Brasile è un
competitor con cui ci dovremo inevitabilmente confrontarci”.
La speranza è che l’interesse espresso dal presidente brasiliano
Lula per le PMI italiane non sia solo di facciata. “Specie sulle
infrastrutture da realizzare per i Mondiali di calcio e le Olimpiadi
– aggiunge Luci - l’Italia vorrebbe giocare la sua partita. Restano
tuttavia da superare alcuni nodi, primo fra tutti, il problema dei
dazi troppo alti, fino all’80%, che non permettono ai beni di
consumo made in Italy di penetrare nel mercato carioca”.
Dall’alto, i relatori del forum di San Paolo del Brasile e un
momento del meeting tenutosi a Santiago del Cile
Dopo San Paolo la missione si è spostata a Santiago del Cile
con la partecipazione ad un seminario plenario dedicato alla
presentazione delle opportunità di cooperazione con il Cile
organizzato in collaborazione con le autorità di Governo cilene
– presente il vice-presidente della Repubblica Edmundo Perez
Yoma - e le locali agenzie di promozione degli investimenti.
“Il Cile – evidenzia Luci - non si è ancora affermato come il
Brasile quale uno dei protagonisti dell’economia mondiale,
ma offre comunque allettanti opportunità di collaborazione
industriale e di investimento alle imprese italiane, non fosse
altro per la sua invidiabile posizione geografica. Di fatti, grazie
anche ad una lungimirante strategia di apertura multilaterale
sul versante degli scambi commerciali, rappresenta una porta
d’accesso privilegiata per penetrare nei mercati dell’America
Latina o in aree mature quali Giappone o Stati Uniti”.
A.L.
dicembre09
31
Associazione
Palazzo Torriani News
WELCOME DAY
CONFINDUSTRIA
LA STORIA ACCOGLIE IL FUTURO
O
ltre duemila imprenditori del Nord
hanno partecipato giovedì 12 novembre ad Assago al 3° Welcome Day di
Confindustria. Tra questi era presente anche
una delegazione di Confindustria Udine
composta da una trentina di imprenditori,
tra neoassociati ed associati di lungo corso.
In questa Giornata di Benvenuto alle imprese neoassociate che - come ha annunciato il vice presidente Edoardo Garrone hanno raggiunto quota 141.599 (+8,9% di
iscrizioni rispetto al 2008) sono state inoltre
premiate le venti imprese che vantavano il
rapporto associativo più antico.
L’incontro a porte chiuse, fortemente voluto dalla presidente Emma Marcegaglia,
si è caratterizzato come un momento di
confronto per condividere le strategie e i
disegni futuri dell’organizzazione attraverso
l’ascolto dei pareri e delle esigenze direttamente espressi dalla base associativa che
ha risposto alla chiamata con una lunga
serie di interventi.
Tra gli associati “over 50”, la nostra Associazione si è onorata di schierare gli imprenditori di due aziende iscritte fin dall’anno
della sua fondazione, nel 1945: Giacomo
Chiarandini, delle Officine Chiarandini
Srl di Udine e Enrico Rosina della Folicaldi di Cividale del Friuli, e di due aziende
di poco più “giovani”: Antonio Tarussio
dell’omonima azienda di Paularo e Carlo
Tonutti, della Tonutti Macchine Agricole
di Remanzacco.
A ricordo dell’evento, la signora Solidea
Tarussio ha desiderato omaggiare con
una gerla ricolma di scarpets carniche,
accompagnata da un fiammante biglietto
rosso, l’intrepida “donna di ferro” della Confindustria!
Barbara Franceschelli
Area Organizzazione, Marketing e Sviluppo
Confindustria Udine
Welcome Day Confindustria: la
relazione della presidente Emma
Marcegaglia, poi con alcuni delegati e,
sotto, con Giacomo Chiarandini
g
Rinnovato il sostegno
alle start up del Parco
te di Confindustria Udine e di Friuli Innovazione – possono trarre molti vantaggi dal collegamento con il sistema industriale locale, dal capire meglio
come funziona un’impresa avviata a farsi un’idea più precisa del mercato
di riferimento e delle opportunità di sviluppo commerciale”.
Siglate per la prima volta nell’ottobre 2007 le convenzioni sono state rinnoAlberto Toffolutti (foto Gasperi) vate per tutte le aziende Techno Seed, ed estese anche alle ultime nate:
Dermap Srl, e-laser Srl e The Business Game Srl.
Soddisfatti gli imprenditori che hanno già usufruito dei servizi: “Ho parteciono state firmate le nuove convenzioni tra Confindustria Udine e le start
pato ad alcuni seminari e alle riunioni di categoria con i referenti del mio
up incubate al Parco scientifico e tecnologico Luigi Danieli di Udine, in
settore – racconta Mauro Majeroni, della Gestiware Srl specializzata in
base alle quali le giovani imprese possono accedere a tutti i servizi proposti
agli associati e ricevere consulenza e assistenza specifica sulla ricerca di per- sistemi gestionali innovativi per le aziende – ed stato utile sia per approfondire aspetti economici, finanziari e tecnologici, sia soprattutto per rafforzare
sonale e sull’internazionalizzazione.
le relazioni con il territorio e con le altre imprese. Ci si sente parte di un
sistema che sostiene e tutela”.
Confindustria Udine rinnova così il sostegno alle start up nate dal progetto
La reciproca conoscenza e la condivisione sono un valore aggiunto anche
Techno Seed, gestito da Friuli Innovazione, Università di Udine e Ires
FVG. Un progetto che si è concluso alcuni mesi fa e che, in poco più di due per Andrea Bertoni della Fill in the blanks Srl, che sviluppa architetture
informatiche e servizi di business continuity. “Ho conosciuto altri imprendianni, ha accompagnato 15 nuove idee imprenditoriali dalla fase di sviluppo
alla creazione di vere e proprie imprese nel settore informatico, con quasi 80 tori, con le loro idee ed esperienze. E’ stato utile per sapere come si evolve
il sistema produttivo locale e su quali aspetti puntare per far crescere la mia
addetti e un fatturato di oltre 1 milione di euro (dati 2008).
“I giovani imprenditori – ha commentato Alberto Toffolutti, vice presiden- azienda”.
S
32
dicembre09
dicembre09
33
Associazione
Eventi
S
otto i migliori auspici è nato giovedì 5
novembre www.greenfvg.it, il primo
portale dedicato alla sostenibilità ambientale e al “buon essere” in Friuli Venezia
Giulia. Presentato alla stampa a palazzo
Torriani, nella sede di Confindustria Udine,
la nuova “creazione” on line dell’Agenzia
Friulimmagine, si è data il compito di
muoversi in una nuova direzione, quella
della eco sostenibilità a
servizio della
comunicazione
dell’impresa e
delle Istituzioni
del territorio.
Numerose le
personalità
intervenute
per portare
il loro saluto.
Hanno aperto i
lavori Alberto
Toffolutti,
presidente del
Comitato per
la Piccola Industria di Confindustria Udine,
e Claudio
Magon, capogruppo del
Terziario Avanzato di Confindustria Udine.
Sono seguiti i saluti del professor Paolo
Pascolo, rappresentante Governativo nell’EEVC e Direttore del Consorzio Interuniversitario di FORmazione e COMunicazione
e Università di Udine, e gli interventi di
Enrica Gallo, editore di GREEN FVG, e
Adriano Del Fabro, direttore editoriale
del portale.
Un’iniziativa nuova per la nostra regione
che, come si è potuto cogliere dalle parole
del direttore Del Fabro, è nata dalla sensibilità per le tematiche ambientali. Uno
strumento indipendente, punto di contatto
tra la semplice intenzione e l’attuazione
della buona pratica. Green FVG, desidera
raccontare attraverso la qualità dei suoi
contenuti, la filosofia quotidiana del “buon
essere” e la prassi dell’economia della
felicità. “La green economy è già tra noi
ma deve ancora esprimersi a 360°. Green
FVG, per ora, può essere visto come un
seme da cui potranno originare molte altre piante a servizio dell’economia e della
collettività”.
34
dicembre09
Da sinistra: Adriano Del Fabro, Alberto Toffolutti, Claudio Magon,
Paolo Pascolo ed Enrica Gallo (foto Gasperi)
CONFINDUSTRIA UDINE TIENE
A BATTESIMO GREENFVG
Nasce il primo portale
a impatto zero per il buon essere
in Friuli Venezia Giulia
Un pensiero condiviso da Enrica Gallo
che ha sottolineato come Green FVG sia
una piattaforma sulla quale l’utente finale
può trovare la qualità dell’informazione eco
sostenibile, sia essa relativa a un prodotto
o a un servizio che un’azienda o un’istituzione desidera offrire e comunicare. La costituzione di un comitato scientifico è infatti
uno degli obbiettivi prossimi per far sì che
all’indipendenza della redazione si unisca il
prezioso e necessario contributo scientifico.
Una scienza che ha affascinato la platea attraverso l’intervento del professor Pascolo
che ha portato la sua esperienza di divulgatore scientifico per caratterizzare il nuovo
portale creato da Friulimmagine. Nell’immenso mare di internet, la dispersione
dell’informazione è inevitabile. Creare un
portale riconoscibile per le sue qualità
contenutistiche rappresenta un’opportunità
prima di tutto per il tessuto economico della nostra regione che, attraverso il suo utilizzo, può ritagliarsi una vetrina riconosciuta
come qualitativamente superiore.
L’interattività è una risposta alla condivisione delle informazioni e in uno scenario di
crisi ancora incerto come quello attuale, ha
ricordato nel suo intervento Alberto Toffolutti, la ricerca di risposte nello sviluppo
dell’ambito eco sostenibile può essere un
impulso per l’economia.
“Un’iniziativa che dimostra il valore del
settore dei servizi - ha affermato Claudio
Magon, - che attraverso l’Agenzia Friulimmagine e il suo nuovo progetto evidenzia
in modo più tangibile il valore spesso
fluttuante del settore che per la sua scarsa
materialità diventa difficilmente rappresentabile”.
Una sostenibilità concreta si delinea quindi
all’orizzonte della comunicazione del Friuli
Venezia Giulia: indipendente, di qualità, a
impatto zero e al servizio dello sviluppo
economico verde. Dal 5 novembre on line
su www.greenfvg.it.
dicembre09
35
Associazione
Edilizia
I COSTRUTTORI
INCONTRANO DE ANNA
Chiesta la semplificazione degli adempimenti e una
normativa uniforme su tutto il territorio regionale.
Denunciato il fenomeno della corsa al massimo ribasso
che non può garantire una ottimale qualità edificatoria
I
l castello di Rive d’Arcano, di proprietà
dell’ingegner Domenico Taverna che
lo ha gentilmente concesso, è stato il
luogo d’incontro del vertice dei costruttori
edili dell’ANCE del Friuli Venezia Giulia
con l’assessore regionale ai Lavori Pubblici
Elio De Anna. Presenti i componenti del
Direttivo regionale e quelli dei quattro
Direttivi provinciali dell’ANCE, e con la
partecipazione anche del Sindaco di Rive
d’Arcano e del Presidente di Confindustria
Udine, Adriano Luci, la riunione ha preso
atto che la realtà del mondo delle costruzioni non è ancora uscita dall’emergenza;
che l’amministrazione pubblica non ha
ancora sbloccato la macchina burocratica
e che i provvedimenti assunti, purtroppo,
si sono rivelati insufficienti. Bastano due
dati per fotografare la situazione: gli operai
edili in Friuli Venezia Giulia sono passati da
15.029 (2007) a 13.535 (2009), mentre
le imprese operanti sono scese da 3.319
(2007) a 2.978 (2009). L’allarme è stato
lanciato dal presidente regionale ANCE,
Donato Riccesi, che ha evidenziato come
la pur apprezzabile attenzione dimostrata
dalla politica al comparto delle costruzioni
non si è tradotta in efficaci iniziative di in-
versione del ciclo economico. Soprattutto,
secondo Riccesi, la complessità della normativa che disciplina i lavori pubblici impone alle Amministrazioni e alle imprese una
permanente e controversa interpretazione,
provocando incertezza e il paradosso è
che le aziende hanno ormai più bisogno
di avvocati che di ingegneri. “E’ ora che il
Governo regionale – ha affermato Riccesi
– avvii una radicale semplificazione degli
adempimenti, puntando sull’univocità della disciplina su tutto il territorio regionale,
chiudendo ogni protagonismo di singoli
comuni o di singoli funzionari”. Al centro
della discussione anche la recente Legge
regionale del febbraio 2009 che permette
alle stazioni appaltanti di poter assegnare
lavori pubblici fino a un massimo di cinquecentomila euro attraverso una procedura negoziata: un provvedimento che avrebbe dovuto superare la suicida corsa al massimo ribasso e che invece viene sistematicamente ignorato dalle Amministrazioni
locali, che probabilmente rifuggono da un
maggiore profilo di responsabilità. La conseguenza è che solo il 30-35% degli appalti viene aggiudicato a imprese regionali,
mentre il ribasso medio tocca ormai punte
del 50-60%, ponendo un preoccupante
interrogativo sul livello di qualità che si può
realizzare con una spesa inferiore alla metà
di quella preventivata. Donato Riccesi ha
sollecitato ancora una volta l’urgenza di un
processo di responsabilizzazione di tutto
il percorso che porta alla realizzazione di
un’opera, attraverso una disciplina capace di valorizzare il merito e la capacità di
impresa, con norme per la partecipazione
alle gare fondate su requisiti meno formali
e più sostanziali, affinché le persone, le attrezzature, i tecnici possano rappresentare
il fattore discriminante tra le vere imprese
industriali e quelle fasulle. L’assessore Elio
De Anna non si è sottratto a un serrato
confronto, sottolineando l’impegno assunto
dall’Amministrazione regionale per affiancare le imprese delle costruzioni in una
fase estremamente complessa della realtà
socio-economica, ricordando anche la legge regionale predisposta per accelerare le
procedure per la progettazione degli appalti. Nel corso del summit sono intervenuti
anche i presidenti provinciali dell’ANCE:
Pontarolo (Pordenone) sottolineando
l’importanza del protocollo di valutazione
energetica quale strumento cruciale per
migliorare la qualità edificatoria; Cividin
(Trieste) che ha evidenziato la necessità
di un monitoraggio delle opere realizzate;
Hoffman (Gorizia) che ha richiamato la
necessità dell’adeguamento dei prezziari
da parte della Regione; Frata (Udine) che
ha evidenziato il potenziale effetto volano
che le opere viabilistiche di intervento strategico affidate al Commissario straordinario
potrebbero determinare a beneficio del
settore delle imprese edili industriali.
Franco Rosso
Al castello di Rive d’Arcano il vertice dei dirigenti dell’ANCE FVG, alla presenza dell’assessore regionale Elio De Anna
36
dicembre09
Associazione
Edilizia
RICOSTRUZIONE KOSOVO
STRATEGICA PER LE AZIENDE FVG
Al centro, Giuliano Vidoni (foto Gasperi)
G
uardare ad Est è un’opportunità importante per l’economia del Friuli Venezia Giulia, che grazie al supporto di Informest può trovare nuovo spazio nei mercati
dell’Europa orientale. Il caso specifico del
Kosovo, e delle sue infrastrutture, è stato
giovedì 5 novembre al centro di una giornata di lavori tra Gorizia e Udine, a palazzo
Torriani, nella sede dell’Ance, cui hanno
partecipato aziende della regione, rappre-
sentanti delle istituzioni e delle associazioni
del settore del Kosovo. Particolarmente
significativa, in questa occasione, la partecipazione del mondo accademico, con il
coinvolgimento delle Facoltà di Architettura
e Ingegneria dell’Università di Trieste e di
Pristina.
Il Kosovo ha infatti in programma investimenti importanti nella costruzione o nel
UDINE RASSICURA:
AVVIEREMO I CANTIERI
rande impegno dell’Amministrazione comunale elettorale dell’Amministrazione
G
di Udine nell’avviare il maggior numero di
e con le attese dei cittadini.
cantieri edili per il rinnovamento e lo sviluppo della
città e per la salvaguardia dell’imprenditoria edile
e delle relative maestranze. Tali assicurazioni sono
state fornite dal sindaco di Udine prof. Furio Honsell al termine dell’incontro con una delegazione di
costruttori edili di Confindustria Udine guidata dal
capogruppo Ugo Frata.
All’incontro erano anche presenti il vice sindaco
Vincenzo Martines, l’assessore alla Gestione
Urbana Gianna Malisani, l’assessore alla Mobilità
Enrico Pizza ed il dirigente ing. Luigi Fantini.
Il sindaco Honsell ha ricordato che già nel corso
del 2009 i cantieri attivati in città sono risultati numerosi per un impegno finanziario notevole e che i
progetti in corso risultano in linea con il programma
rinnovamento dell’infrastruttura stradale
(108 milioni di euro nel 2008, 230 nel
prossimo biennio). Gli appalti possono
dunque diventare un’opportunità da non
perdere per i costruttori del Friuli Venezia
Giulia. Per questo, Informest è presente
sul territorio, a fianco delle nostre imprese,
con il Desk Kosovo (iniziativa co-finananziata dalla Legge regionale 19/00).
Nel mese di dicembre (dal 15 al 18), in
occasione della missione per le imprese
organizzata da Informest in Kosovo, un
secondo workshop, a Pristina, approfondirà
ulteriormente le tematiche trattate oggi, per
arrivare alla partecipazione ai bandi e per
stabilire sinergie anche tra le università.
“Questi bandi possono essere importanti
per l’economia del Friuli Venezia Giulia ha spiegato la vicepresidente di Informest
Silvia Acerbi -. E’ importante essere presenti sul territorio, con i nostri corrispondenti, e avere una maggiore presenza
istituzionale, d’accordo con la Regione. E’
la nostra ‘politica estera’, che porta risultati
alla nostra economia”.
“In questo momento di stallo nazionale
- ha spiegato Giuliano Vidoni, componente dell’Ance regionale - l’imprenditoria
che ha coraggio deve prendere la valigia. Per crescere e consolidarsi bisogna
guardare all’estero. Il Kosovo è una realtà
interessante e accessibile. L’iniziativa di
oggi serve proprio per capire i programmi,
i finanziamenti futuri di questo paese”.
te anno che consentirà l’accensione
dei mutui già nel 2009 senza gravare sul bilancio del prossimo anno.
L’assessore Pizza ha illustrato i programmi riguardanti le infrastutture
e la viabilità, sottolineando come
nel corso del 2010 verranno ulteriormente incrementate le disponibilità
finanziarie sulle manutenzioni stradali e la costruzione o sistemazione
dei marciapiedi.
L’assessore Malisani ha quindi
elencato alcune opere riguardanti l’edilizia scolastica per
circa 6 milioni e mezzo di euro
Il presidente dei costruttori edili
e tra questi l’ampliamento e
friulani, Ugo Frata, ha sottolineato
la ristrutturazione della scuola
che “le crescenti difficoltà del settore
primaria “Ippolito Nievo” con
delle costruzioni che, dopo un lungo
un progetto preliminare di 3
Il sindaco Furio Honsell periodo di espansione, subisce oggi
milioni e 300 mila euro, l’amuna crisi di dimensioni impreviste.
pliamento e la ristrutturazione
Tale crisi potrebbe determinare a
della scuola primaria Mazzini e la costruzione della
breve
per
le
imprese
locali una riduzione degli
nuova scuola per l’infanzia di Via Baldasseria Media,
organici, aggravando la situazione occupazione
con un progetto preliminare di 1 milione e 200
provinciale e disperdendo parte delle proprie capamila euro. Nell’elencare tali iniziative l’assessore
Malisani ha anche espresso viva soddisfazione per cità produttive faticosamente raccolte in tanti anni
di attività”.
l’approvazione dei progetti entro la fine del correndicembre09
37
Associazione
Alimentari e Bevande
VIAGGIO NEL GUSTO
SECONDA PUNTATA
Lattiero caseario: valutazioni e
prospettive. La parola alle aziende
Nella foto Marco Pezzetta e Franco Panciera (foto Gasperi)
L
e aziende industriali della lavorazione del latte affrontano le sfide della
globalizzazione e rilanciano puntando
su efficienza, ricerca, cultura della qualità
e delle tradizioni. Franco Panciera (D.G.
delle Latterie Friulane) e Marco Pezzetta (titolare dell’omonima azienda fagagnese di specialità friulane) concordano sui
numeri: il 2009 si chiuderà per il settore
con una flessione dell’ordine del 4 – 5%
per i volumi e del 3% per i fatturatati. E
concordano anche sul fatto che se il 2010
confermasse il trend del 2009 non ci si
dovrebbe lamentare, alla luce di due principali fattori condizionanti: la politica agricola
comunitaria che passando dal sostegno dei
prezzi alla politica di redditualità agricola
ha di fatto abolito tutti gli ammortizzatori di
mercato aprendo lo stesso a repentine e
ampie oscillazioni speculative; l’evoluzione
degli stili di vita dei consumatori che si
intersecano con una crescente diffusione
della grande distribuzione, rivoluzionando
38
dicembre09
le tradizionali collocazioni dei prodotti sul
mercato. Due fattori che, ovviamente, si assommano ad una inequivocabile maggiore
accortezza dei consumatori che si esplicita
anche in una accentuata parsimonia nell’acquisto dei prodotti di base, pur restando
questi sostanzialmente anelastici (anche
per i redditi più contenuti) all’oscillazione
dei prezzi. Prezzi, che secondo Pezzetta,
per molti prodotti sono rimasti praticamente immutati dal 1993 (ad esempio il
formaggio Montasio) e che per Panciera
influiscono comunque limitatamente come
stimolo all’aumento del consumo del latte.
Ma i venti della globalizzazione soffiano da
est proponendo competitive forniture di
latte e da ovest allargando anche nel Friuli
Venezia Giulia la grande distribuzione, attraverso i cui punti vendita viene commercializzato più del 55% dei prodotti caseari.
Ma gli industriali friulani del settore hanno
le idee chiare: per Panciera (alla guida di
un colosso che fattura 75 milioni di Euro
all’anno e quotidianamente fornisce 5000
punti vendita) in una regione ad incremento demografico nullo prima di tutto bisogna
equilibrare l’offerta con la domanda e poi
– dando la qualità come prerequisito di
base – bisogna dare costanza al prodotto
e puntualità nel servizio. Per Pezzetta
(da tre generazioni specializzati nella stagionatura di formaggi) diventa strategico
captare il ruolo positivo della grande distribuzione, sul piano della valorizzazione
dell’immagine dei prodotti, e realizzare una
distribuzione che sappia modernamente
proporre stagionature specifiche per un
consumatore sempre più attento e raffinato. Pezzetta cita l’impegno della sua
azienda sul fronte della ricerca enogastronomica, che oggi declina il formaggio in
grotta come quello ubriacato o il cosiddetto
blu al ramandolo. Due strategie aziendali
che riflettono una virtù imprenditoriale
diffusa nel settore, attento ad intercettare i
nuovi gusti dei consumatori e a cogliere le
opportunità dei nuovi sistemi distributivi. La
grande distribuzione porta in Friuli anche
prodotti che vengono da lontano, ma allo
stesso tempo permette di proporre sugli
scaffali di Palermo o di Genova la tipicità
dei prodotti friulani. Certamente la sfida sta
nel tener alta l’immagine della produzione
del settore (e Regione e Consorzi stanno
facendo la loro parte) e nello stesso tempo
nell’affinare continuamente la qualità e la
genuinità dei prodotti, che sul fronte della
produzione casearia concretamente può
vantare una genuinità che nasce da veri
“chilometri zero” e una tipicità realmente
insuperabile. E poi anche la crisi, in qualche modo, sta dando una mano: magari
ci sono meno tavoli serviti nei grandi ristoranti, ma le famiglie controbilanciano
acquistando prodotti di qualità per raffinati
incontri conviviali nell’intimità domestica.
Ma se questo è l’aspetto per qualche
verso positivo, il risvolto della medaglia è
rappresentato dalla progressiva sparizione
sul territorio dei piccoli negozi di quartiere,
insuperabili medium tra produttori locali e
gusti popolari, legati alla tradizione e alla
genuinità. Questo è un fenomeno che,
purtroppo, accomuna più settori in una
evoluzione della società in forma più moderna ma sicuramente più standardizzata e
anonima.
f.r.
Associazione
Web
g
News da Internet su
www.confindustria.ud.it
FISCALE
= Programma delle revisioni degli studi di
settore applicabili a partire dal periodo di
imposta 2010
= Servizi telematici: c’è tempo fino al 31 ottobre
per comunicare i gestori incaricati senza perdere
l’abilitazione
= Appalto di opere ultrannuali e Sal: regime
fiscale delle ritenute a garanzia
= Tremonti-ter: le istruzioni applicative dell’Agenzia delle Entrate
= Rimborso Irpef/Ires per mancata deduzione
dell’Irap: nuova procedura
= Il secondo acconto Irpef, Ires, Irap in
scadenza il 30 novembre 2009
= Dichiarazione riservata attività emerse (scudo
fiscale): modificato il modello
= Deducibilità costi da Paesi black list: le istruzioni per gestire le controversie pendenti
= Novità sulle dichiarazioni INTRA per il
2010
COMMERCIO ESTERO
= Fiere – Steel Fab 2010 – Sharjah 11-14 gennaio
2010
= Thailandia – Incontri d’affari per le pmi – Bangkok 30 novembre-1° dicembre 2009
= Fiere – CeBIT 2010 – Hannover 2-6 marzo 2010
= Fiere – Kievbuild 2010 – Kiev 23-26 febbraio
2010
= Fiere – Internazionale di Hannover – 19-23
aprile 2010
= Russia – Showroom progetto Olimpiadi – Sochi
1° dicembre 2009-31 dicembre 2010
= Siria – Missione economica – Damasco 23-27
novembre 2009
= Kazakhstan – Business Forum – Roma 4
novembre 2009
= Fiere – Wetex 2010 – Dubai 9-11 marzo 2010
= Normativa doganale – Indicazione origine
dei prodotti italiani di cui al DL n. 135/09
– Nota informativa
= Normativa doganale – Rimpatrio denaro
dall’estero (scudo fiscale) – Nota Agenzia delle
Dogane del 16 ottobre 2009
= Grecia – Country presentation – Roma 3
dicembre 2009
AMBIENTE
= REACH - Pubblicato in GU il decreto sulla
disciplina sanzionatoria
= REACH – Termini per le comunicazioni ai fornitori degli usi delle sostanze chimiche da parte
degli “utilizzatori a valle”
INNOVAZIONE
= Notizie da sportello APRE FVG di Friuli
Innovazione - Newsletter n° 29, ottobre 2009
ECONOMIA E FINANZA
= Novità fiscali sul mercato Cinese
= Ufficio Studi - Indice dei prezzi al consumo
ai fini delle locazioni di immobili urbani.
Mese di settembre 2009
= Ricerca collaborazioni per lavori in conto
terzi
= “Provvista mista”, art. 6 legge regionale
23/2001: rifinanziamento
LAVORO E
RAPPORTI SINDACALI
= Coefficiente di rivalutazione del TFR
Settembre 2009
TECNOLOGIE
= Seconda indagine sullo stato della connettività delle aziende associate
INTERNAZIONALIZZAZIONE
= Opportunità in Canada per le aziende.
Vancouver 2010
= Azienda meccanica italiana presente in
Serbia ricerca partnership italiane
g
EDILIZIA
= Riduzione contributiva per l’edilizia per
l’anno 2009
= Protocollo Regionale VEA per la valutazione energetico-ambientale degli edifici e
relativo Regolamento
Avviso di acquisto alloggi per edilizia
=
residenziale pubblica
Subappalto - Chiarimenti sull’uso degli stru=
menti di produzione - Ministero del Lavoro
- Interpello n. 77/2009
Cessione del credito - Pagamenti delle p.a.
= - Circolare Ministeriale n. 29 dell’8 ottobre
2009
ORGANIZZAZIONE,
MARKETING E SVILUPPO
= Prenota la tua esposizione ne “lo spazio
delle idee”
= La Sedia Wien di Calligaris protagonista
de “Lo spazio delle idee”
RISORSE UMANE
= La Vetrina di Unimpiego - I profili della
settimana 26-30 ottobre 2009
= La Vetrina di Unimpiego - I profili della
settimana 2-6 novembre 2009
TRASPORTI
= Sicurezza stradale – Lombardia – Limitazioni
alla circolazione veicoli Euro 0/1/2 dal 15
ottobre 2009
= Trasporti internazionali – Austria – Modifiche dal 1° novembre 2009 delle regole di
transito autocarri in Tirolo
= Autotrasporto merci in conto terzi – Indici
di costo carburante ai fini dei contratti stipulati
in forma verbale – Aggiornamento settembre
2009
= Sicurezza stradale – Slovenia – Dal 15
novembre obbligo equipaggiamento invernale
per tutti i veicoli
= Trasporti internazionali – Austria – Ulteriore
modifica dal 1° novembre 2009 delle regole di
transito autocarri in Tirolo
= Sicurezza stradale. Lombardia. Limitazioni
circolazione veicoli Euro 0/1/2 – Parziale
deroga per diesel Euro 2
= Autotrasporto merci – Carta di qualificazione del conducente – Fino al 31 dicembre
2009 vale la ricevuta di avvenuta richiesta
= Trasporti eccezionali – Ulteriore rinvio
dell’entrata in vigore dei nuovi importi oneri
istruttoria Anas
NORMATIVA TECNICA
= Alimentari - Alimenti destinati ad un’alimentazione particolare - Aggiornato l’elenco delle sostanze che possono essere aggiunte
per scopi nutrizionali specifici (Regolamento
CE n. 953/09)
= Alimentari - Materiali ed oggetti di materia
plastica destinati a venire in contatto con i
prodotti alimentari - Modificata la Direttiva CE
n. 2002/72 (Regolamento CE n. 975/09)
= Alimentari - Succhi di frutta: nuove disposizioni per i prodotti concentrati (Direttiva CE n.
106/09)
= Alimentari - Etichettatura alimenti: modificato l’elenco degli allergeni alimentari (art. 6
Decreto-Legge n. 135/09)
QUALITA’
= Uninotizie n° 18 del 15/10/2009
= Uninotizie n° 19 del 31/10/2009
Istruzioni per l’uso...
Per consultare le notizie riportate in questa
pagina
= Collegarsi al sito Internet dell’Associazione
www.confindustria.ud.it
= Selezionare alla voce “Ricerca“ nell’archivio
della sezione “News”
= Inserire la password riservata alle imprese
associate
= Inserire le informazioni richieste (in par= ticolare titolo e servizio di emissione) per
attivare il motore di ricerca
=
= Cliccare “cerca”
dicembre09
39
Associazione
Formazione
Corsi di Formazione
programma di dicembre
Acquisti
10 e 11 dicembre
Il marketing ed il budget d’acquisto:
un diverso modo di approccio al mercato
e l’operare per obiettivi al fine di ridurre e
controllare i costi
Management
3 e 4 dicembre
Competere con l’approccio “Drastica Riduzione dei Costi”
Economica
Qualità
9 dicembre
Controllo dei costi per attività ABC (Activity Based Costring)
2 dicembre
Misure ed indicatori secondo le ISO
9000:2005
10 dicembre
L’organizzazione del magazzino dal punto di vista contabile
14, 15 e 16 dicembre
Valutatori interni di sistema di gestione
integrato per la qualità, l’ambiente e la sicurezza
Fiscale
3 dicembre
La gestione del personale inviato all’estero – Aspetti civilistici, fiscali, contributivi ed amministrativi
Risorse Umane
14, 15 e 16 dicembre
Team Building (base e avanzato)
Vendite
Informatica
3 e 4 dicembre
Microsoft Excel 2007 Avanzato
1 dicembre
Migliorare le vendite con il supporto della
psicologia
g
Da non perdere
TEAM
BUILDING
I
n una situazione di crisi come
quella attuale, riuscire a creare
buoni gruppi di lavoro non è impresa
facile; ancora più complesso risulta
mantenere in vita team che lavorano
insieme da anni e che mai come ora
rischiano di sfaldarsi a seguito delle
difficoltà organizzative. Diventa quindi
necessario utilizzare strumenti mirati
a far mantenere ai gruppi vitalità e capacità di affrontare la complessità dei
tempi. Come? Attraverso la consapevolezza del proprio potenziale e dei
valori centrali che lo caratterizzano.
Il percorso formativo consentirà di
vivere situazioni sperimentali di gestione dei gruppi di lavoro a partire
dall’applicazione dei modelli di team
building più avanzati vissuti in aziende di livello internazionale. Alla fine
del percorso verrà realizzato un piano
di sviluppo personalizzato e specificato in un report per ciascuno dei
partecipanti.
Il corso è rivolto alle figure aziendali
che rivestono ruoli di leadership e
sono interessate a migliorare la propria capacità di costruzione e gestione dei gruppi di lavoro.
Istruzioni per l’uso...
Momento d’aula del corso
“Parlare in pubblico in riunioni, convegni e meeting” (foto Gasperi)
40
dicembre09
I programmi didattici dei
corsi, i profili dei relatori
e dei formatori, le date di
svolgimento e le modalità
operative di partecipazione
sono disponibili sul sito
www.confindustria.ud.it,
nella sezione “Formazione”
“Corsi a calendario”.
Associazione
Confindustria
ANDREA MOLTRASIO:
“COME RE-INVENTARE LA PROPRIA IMPRESA”
Nostra intervista al vice-presidente per l’Europa di Confindustria, che propone
alcune ricette per affrontare la crisi nei distretti industriali
Dall’inviato a Bruxelles
Gli Open days 2009, “Settimana europea delle
Regioni e delle città”, la più grande piattaforma
di comunicazione sulla politica regionale dell’Unione Europea si sono tenuti a Bruxelles in
ottobre per discutere soprattutto di innovazione,
cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e
cooperazione territoriale.
Oltre 7.000 partecipanti hanno avuto la possibilità di partecipare a circa 122 convegni organizzati
dagli Uffici Regionali che si trovano nella capitale
belga in collaborazione con il Comitato delle Regioni e con la Commissione europea.
La Regione Friuli Venezia Giulia, tramite
l’Ufficio di Collegamento di Bruxelles, ha
partecipato all’iniziativa come partner del
conglomerato “Creative action for innovation”. Al seminario intitolato “Unite
and innovate! European clusters for
recovery”, era presente come relatore il
vice-Presidente per l’Europa di Confindustria, Andrea Moltrasio.
L’intervento di Moltrasio si è incentrato
sia sul ruolo che i distretti industriali
possono avere nell’economia italiana,
europea e mondiale ma soprattutto sulle
potenzialità e le criticità che i “cluster”
stanno affrontando. A margine del convegno gli abbiamo rivolto alcune domande.
Vice-presidente Moltrasio, quali sono le
potenzialità e le caratteristiche dei distretti
industriali in Europa?
Sono mediamente di dimensioni più piccole
rispetto a quelli statunitensi e cinesi. Inoltre nel
Continente europeo dobbiamo fare uno sforzo
affinché i distretti industriali che producono gli
stessi output, ma che sono distanti geograficamente, si mettano in rete e sviluppino sinergie
per essere più competitivi nei confronti dei concorrenti americani e cinesi. Tuttavia nei cluster
le piccole e medie imprese hanno più forza per
farsi sentire perché fanno più massa critica.
A livello europeo bisogna aumentare la diffusione di buone pratiche per la gestione dei distretti
e, inoltre, intensificare la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese che operano
nei distretti dove si fabbricano prodotti maturi
dal punto di vista tecnologico.
Quali possono essere le azioni di sostegno
da parte dell’Unione Europea e dei vari Stati
nazionali a favore dei distretti?
La creazione di infrastrutture materiali ed im-
materiali che rendono più conveniente produrre
in Europa. Un’ottima idea, promossa dall’UE, è
stata quella di mappare i distretti industriali nel
Continente in modo da realizzare il profilo di
ognuno. In generale, però, bisogna evitare dirigismi da parte della politica e soprattutto rendersi
conto che un distretto funziona quando produce
ricchezza, posti di lavoro qualificati, profitti e
nuove imprese; in questo senso occorre creare
nuovi parametri ed indicatori per misurare la
bontà economica di ciascun distretto.
Sopra: Andrea Moltrasio; a
sinistra, il Parlamento Europeo
a Bruxelles
In Italia si riscontra una tendenza negativa
in termini di occupazione e di unità produttive, certamente acuita dall’attuale crisi, dei
distretti industriali dove si producono beni a
basso contenuto tecnologico. Quali sono le
azioni concrete per contrastare questo preoccupante andamento?
Le aziende manifatturiere devono avere valenti
imprenditori capaci di riposizionare la propria
organizzazione nella catena del valore puntando
verso nuovi prodotti, capitale umano qualificato
e materie prime diverse. In aggiunta, le imprese
manifatturiere dei distretti industriali devono
spingersi il più possibile verso manufatti a più
alto contenuto tecnologico e scientifico.
Esistono dei distretti industriali in Italia
che operano in settori maturi e che stanno
adottando politiche nuove per far fronte alla
chiusura delle aziende o alla cassa integrazione?
In Val Seriana, in provincia di Bergamo, esiste
un distretto tessile che sta subendo sia una forte
concorrenza globale che le conseguenze della
crisi. Oltre all’impiego degli ammortizzatori so-
ciali si stanno sperimentando corsi di formazione
che spingano gli imprenditori di questo distretto
a cambiare la propria area d’affari indirizzandosi verso quei settori che in questo momento
hanno un buon andamento economico: scienza
della vita, nuovi materiali da costruzione, fonti
energetiche, turismo. Sempre in Val Seriana si
sta cercando di utilizzare i fondi comunitari per
mettere in contatto gli imprenditori con i cluster
europei più avanzati nei settori di cui detto sopra
in modo che trovino i collegamenti per sviluppare un mercato di sbocco e le collaborazioni per
affrontare le sfide del nuovo business. Insomma,
vogliamo che gli imprenditori non chiudano definitivamente le imprese ma riescano a re-inventarle, si tratta di un modello adottato e perseguito da molte aziende in Finlandia che sta dando
buoni frutti. Altrimenti, agli imprenditori della Val
Seriana che intendono mantenere il proprio business nel settore tessile abbiamo consigliato di
fare progetti europei per costituire laboratori di
ricerca e sviluppo comuni in modo da innovare i
prodotti e/o i processi di produzione.
Massimo De Liva
dicembre09
41
Associazione
Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Udine
L’ambasciatrice MUCAVI
ospite del GRUPPO
GIOVANI IMPRENDITORI
L’Ambasciatrice della Repubblica
del Mozambico in visita in Friuli per
conoscere il sistema produttivo friulano e
per sviluppare interscambi commerciali
D
opo che in mattinata aveva visitato gli stabilimenti
della Linea Fabbrica srl di Manzano (produzione e
commercializzazione di sedie) e della Tonutti Macchine
Agricole spa di Remanzacco (produzione macchine agricole)
e in attesa di vedere anche quelli della Besser Vacuum srl
di Dignano (produzione e distribuzione macchine sottovuoto),
l’Ambasciatrice è stata ricevuta giovedì 5 novembre a palazzo
Torriani dai vice-presidenti di Confindustria Udine, Enrico
Accettola, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, e Marco
Bruseschi, delegato all’Internazionalizzazione.
Bruseschi ha evidenziato come “il rafforzamento dell’internazionalizzazione delle imprese rientri tra le priorità strategiche di
Confindustria. Peraltro il Mozambico sarà anche una delle mete
prescelte nel 2010 dal sistema delle Camere di Commercio italiane per intensificare l’interscambio economico con l’Africa”.
Dal canto suo, Enrico Accettola si è detto orgoglioso di ospitare,
grazie al fattivo contributo dell’imprenditrice Flavia Ballico, della
Pert srl di Tavagnacco, un’Ambasciatrice di un Paese emergente
del terzo mondo. Sono convinto che ci siano tutte le condizioni
per far decollare i rapporti di import/export”.
L’Ambasciatrice Mucavi ha confermato: “Il Mozambico è un Paese in forte crescita, che gode di stabilità politica e che ha una
collocazione geografica invidiabile nel cono sud del continente
africano. Considero questa visita una grande opportunità per
noi anche perchè l’Italia è da sempre considerata una nazione
apprezzata e un partner privilegiato. Sono però dell’avviso che lo
sviluppo di un Paese come il nostro non passi solo attraverso gli
aiuti pubblici, ma anche dando spinta all’imprenditoria privata”.
Marco Bruseschi, Enrico Accettola e l’ambasciatore Carla
Elisa Luis Mucavi; sotto, un momento del meeting
(foto Gasperi)
Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche Fabio Santoni,
della Proras srl, che ha fatto una breve presentazione del Consorzio Africa, e Luigi D’Agata direttore di Assafrica, che ha
illustrato obiettivi e funzionamento della propria associazione.
Ex colonia portoghese, indipendente dal 25 giugno 1975, dopo
16 anni di guerra civile (1977-92), il Mozambico ha aperto un
periodo di relativa stabilità e sviluppo economico. Il Mozambico,
oltre 21 milioni di abitanti di cui il 10% residente nella capitale
Maputo, ha presentato infatti nel 2008 un tasso di crescita del PIL
del 6,8% a fronte di un tasso d’inflazione del +10,3%. Il suo Pil
costituito per il 28% da attività di agricoltura e pesca, per il 30%
dalle industrie e per il 42% dai servizi (turismo, in particolare).
Principali clienti sono i Paesi Bassi, Africa del Nord, Zimbabwe,
Svizzera, Portogallo. Occorre tuttavia notare che l’economia del
Mozambico resta inscindibilmente legata alla cooperazione economica internazionale, che copre oltre il 50% dell’economia
nazionale.
Il Mozambico, dunque, piuttosto che da un punto di vista commerciale, dati i bassi livelli di reddito (e, quindi, di consumo) e di
sviluppo, va più opportunamente inquadrato in un’ottica di proiezione imprenditoriale di medio-lungo periodo, rappresentando un
potenziale destinatario di investimenti produttivi forieri di elevati
ritorni, grazie alla stabilità politica e al processo di stabilizzazione
macroeconomica e di riforma strutturale di mercato, intrapreso dal
paese negli ultimi anni.
A tale riguardo, esistono opportunità da esplorare nel campo della
produzione agroalimentare, nella produzione di beni di consumo
e nell’industria leggera, nell’industria tessile e dell’abbigliamento
(il paese beneficia del trattamento preferenziale di accesso al
mercato USA associato al programma AGOA), nella produzione di
legname e pietre ornamentali, nel campo delle energie alternative
e nel turismo.
Dati IMPORT-EXPORT
tra Mozambico e Friuli Venezia Giulia
L
e importazioni si sostanziano sopratutto sul settore delle materie prime (pietra, sabbia
ed argille); la recente crisi ha tuttavia portato ad una notevolissima diminuzione di queste importazioni, quantificabile in circa – 84% per l’interscambio FVG-Mozambico (dato
che in questo caso coincide con quello della Provincia di Udine), passando da un valore
quasi 360mila euro nel 2007 a soli 55mila euro nel 2009. Il secondo settore rilevante di
scambio (FVG-Mozambico), quello dei metalli di base, ha visto anch’esso una contrazione
del suo valore, passando da 72 milioni di euro nel 2007 ai 13 milioni nel 2009.
Assai scarna appare anche la situazione delle esportazioni dalla regione e dalla provincia
verso il paese africano, che si sostanziano esclusivamente in prodotti siderurgici, per un
valore di oltre 2500 euro e nei prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio,
per un valore pari a 1400 euro.
42
dicembre09
Enrico Accettola
Associazione
Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Udine
CONVEGNO NAZIONALE GRUPPI GIOVANI IMPRENDITORI
IL MARE
NOSTRUM
PER UN FUTURO DI CRESCITA
di svolgimento hanno fatto riscontrare un risultato
straordinario in termini di coinvolgimento.
Personalmente, ho partecipato al workshop: “Mediterraneo per Conoscere. Il ruolo dei fondi
sovrani nello sviluppo dei Paesi del Golfo”
tenuto da Alberto Quadrio Curzio, docente di
Economia politica e Preside della Facoltà di Scienze
politiche dell’Università Cattolica di Milano, nonché
ex Presidente della Società Italiana degli Economisti.
Il seminario è stato molto istruttivo, in quanto non
solo ha fornito importanti nozioni sulla storia e sugli
impieghi di questi fondi di investimento, ma è stato
anche di grande stimolo per comprendere quali
sfide e quali opportunità potrebbero nascere per le
aziende italiane dalla crescita e dallo sviluppo dei
fondi sovrani appartenenti ai Paesi che si affacciano
sul bacino del Mediterraneo.
Toccando anche il delicato tema delle conseguenze
geopolitiche ed economiche, Alberto Quadro
Curzio ha esposto in maniera chiara ed esaustiva
le strategie e le interrelazioni nei mercati finanziari,
nonché l’approccio della Commissione Europea e i
principi guida del Fondo monetario e dell’Ocse.
A workshop concluso, posso affermare che questi
momenti partecipativi, pensati per declinare in
chiave operativa i temi dibattuti nel Convegno,
sono davvero l’anello di congiunzione tra contenuti
e pratiche, idee e applicazioni vincenti.
Per un arricchimento personale, culturale e professionale sono appuntamenti di qualità, davvero
immancabili.
Fare Gruppo
A Capri, per riflettere sul
Mediterraneo e sul futuro
Per il nostro Paese di santi, poeti e navigatori,
un’opportunità storica: quella di dare la rotta nel
Mediterraneo, un bacino con molte potenzialità di
sviluppo. È questo lo spunto da cui è nata l’idea del
Convegno di Capri: “Mediterraneo. Dall’Europa al Golfo, la rotta verso nuovi orizzonti”,
un’edizione che ha voluto invitare alla riflessione
circa il ruolo da protagonista e da mediatrice che
l’Italia potrebbe e dovrebbe assumere nei confronti
dei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, al
fine di cogliere opportunità di miglioramento nel
quadro economico internazionale.
Nella prospettiva di creare nel Mare Nostrum
un’area di libero scambio, con pronostici favorevoli
di crescita comune, è necessario agire per superare
le criticità che si presentano in questo momento,
come la necessità di regolare strategicamente i
flussi migratori, di abbattere i pregiudizi, di rivedere
dazi e agevolazioni fiscali, di spingere l’acceleratore
sui commerci.
Ma perché ci sia crescita - come ha ben affermato
Federica Guidi – “occorre che le persone si sentano forti abbastanza per assumersi dei rischi, e
libere di poterlo fare”. Il nostro Paese è pronto? E
l’Europa? E i Paesi del bacino? A questa e ad altre
cruciali domande hanno cercato di rispondere
nelle due giornate di Convegno a Capri figure di
spicco della politica e dell’economia nazionale e
internazionale: da Giulio Tremonti, Ministro del-
l’Economia e delle Finanze, a Ahmed Reda Chami, Ministro dell’Industria, del Commercio e delle
Nuove Tecnologie del Marocco, da Gianfranco
Fini, Presidente della Camera dei Deputati a Samia
Nkrumah, Deputato del Parlamento Ghanese.
Tutti – parrebbe – si dicono determinati a uscire
dall’attuale empasse. Tutti – naturalmente – sono
chiamati all’appello da Confindustria, sempre in
prima linea per promuovere e tutelare gli interessi
del Bel Paese, con una richiesta precisa e concreta:
un tavolo governativo attorno a cui riunirsi per
trovare soluzioni. Il dado è tratto. Appoggiando la
nostra Presidente Emma Marcegaglia, attendiamo
fiduciosi risposte in tempi brevi: queste risposte si
chiamano riforme.
Mediterraneo per
conoscere... i fondi sovrani
I workshop di Capri, divenuti parte integrante del
Convegno dalla scorsa edizione, sono stati ideati e
sviluppati partendo dai contenuti della due giorni
dei Giovani di Confindustria: “Mediterraneo.
Dall’Europa al Golfo, la rotta verso nuovi
orizzonti”.
I seminari formativi, che in linea con il programma
del Convegno vertevano sulle dinamiche dei Paesi
che si affacciano sul Mare Nostrum, hanno trattato
di internazionalizzazione, di reti commerciali e di
fondi sovrani, partendo da tre parole chiave: Crescere, Unire e Conoscere.
L’alto profilo dei relatori e la modalità interattiva
Oltre all’aspetto formativo-culturale e di presa di
coscienza della situazione geopolitica ed economica
a livello internazionale, il Convegno di Capri è stato
un momento significativo in termini di affiatamento
e di coinvolgimento personale: il Gruppo dei Giovani Imprenditori Confindustria Udine ha aderito all’iniziativa con 16 membri che si sono trovati a condividere spazi, tempi e modi in una full immersion
di contenuti. Due giornate di spessore che hanno
tuttavia lasciato il giusto spazio all’aggregazione e
al confronto con le altre realtà presenti: in questa
specifica occasione, coordinati dalla territoriale di
Napoli, abbiamo trascorso ore speciali: motivati
dagli interventi del convegno, abbiamo potuto conversare delle difficoltà e delle gioie di fare e di saper
fare impresa. Ci siamo scambiati opinioni, consigli
e strategie. Abbiamo assaporato i cibi di una tradizione comune scoprendone un diverso sapore.
All’insegna dell’esplorazione e dell’arricchimento
reciproco, gli appuntamenti annuali di Confindustria
(Capri, Santa Margherita, Cortina) sono esperienze
di vita, di cui non possiamo che andare fieri. Sono
capisaldi della crescita, che avviene sempre attraverso uno scambio, per riprendere ancora una volta
le parole della nostra Giovane Presidente Federica
Guidi. E dunque continuiamo a partecipare a queste occasioni con grande entusiasmo: si allargano
le vedute, lo spirito si fa più leggero, si riparte con
entusiasmo. Ma sempre in attesa del prossimo
momento da trascorrere insieme.
e.a.
dicembre09
43
Associazione
Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Udine
DIVENTARE GIOVANI
IMPRENDITORI
AGENDA
gli appuntamenti dei
Giovani Imprenditori
= Consiglio Centrale
G.I.
Data: 19 novembre 2009
Luogo: Roma
= Assemblea annuale
GGI
Data: 24 novembre 2009
Ore: 18.00
Luogo: Palazzo Torriani
= Conviviale invernale
Data: 27 novembre 2009
Ore: 20.30
Luogo: Ikon srl (Povoletto)
= Seminario:
La penetrazione
commerciale e gli
investimenti produttivi
all’estero
Data: 28 gennaio 2009 (da confermare)
Ore: 17.30
Luogo: Palazzo Torriani
= Tavola rotonda : criticità e prospettive delle
imprese manifatturiere
in Friuli
Data: gennaio/febbraio 2009
Luogo: Palazzo Torriani
Info: www.ggiudine.it
44
dicembre09
Una tavola rotonda fra i rappresentanti dei gruppi giovani
delle diverse associazioni imprenditoriali
H
a suscitato grande interesse la tavola rotonda
coordinata e moderata dall’imprenditrice
Michela Mugherli “Professione giovane imprenditore: opportunità, esperienze, idee” che
è stata organizzata dal Associazione dei laureati in
economia dell’università di Udine e alla quale hanno
partecipato rappresentanti dei gruppi giovanili delle
principali organizzazioni datoriali della provincia di
Udine. Nell’aula magna della facoltà di economia,
davanti a un pubblico di studenti molto partecipe
sono intervenuti Denis Andrian di Confcommercio,
Ivan Baiutti di Confartigianato, Michele Bressan
dell’Api, Lorenzo Cargnelutti di Legacoop, Matteo Di Giusto di Confindustria, Denys Novello di
Coldiretti e Gabriele Rosso di Cna.
della famiglia; una classe politica autoreferenziale e
distante dal mondo del lavoro; un mondo formativo
spesso lontano dalle esigenze delle imprese e per
certi versi arretrato (si pensi al poco tempo dedicato
nelle scuole allo studio delle lingue o al fatto che
negli atenei italiani si studia quasi solo su testi in
italiano, mentre altrove l’uso di testi inglesi è prassi
normale); e, infine, una cultura generale avversa agli
imprenditori visti come “evasori, sfruttatori e inquinatori”. Tutti i relatori, però, hanno descritto il Friuli
come una terra unica che ha notevoli potenzialità e
che può essere valorizzata anche attraverso l’attività
imprenditoriale.
Dapprima i diversi partecipanti hanno illustrato le
attività, i limiti d’età, le modalità organizzative e i
numeri delle rispettive associazioni. Successivamente,
stimolati dalle azzeccate domande della Mugherli,
hanno affrontato molti diversi temi legati all’essere,
oggi, giovani imprenditori: dal perché si decide di
diventare giovani imprenditori a quali sono le principali difficoltà da affrontare nel contesto italiano e
friulano, dalla creazione di reti e collaborazioni fra i
diversi imprenditori e le diverse associazioni al ruolo
della famiglia, dall’imprenditoria femminile alla difesa
del made in Italy.
Nel complesso, nonostante le difficoltà dell’attuale
momento economico del contesto italiano, sottolineate da tutti i relatori, dal dibattito è emerso un quadro incoraggiante per i giovani che terminati gli studi
vogliano diventare imprenditori. I rappresentanti dei
diversi gruppi giovani hanno, infatti, spiegato come
sia possibile avviare e far crescere un’azienda.
Servono, hanno chiarito, passione e determinazione,
capacità di mettersi sempre in discussione e di saper
imparare dai propri errori, lealtà, voglia di migliorarsi
continuamente, forte senso di responsabilità, propensione all’innovazione, il tutto unito a competenze
adeguate e a una grande curiosità per girare il mondo e imparare da quello che fanno gli altri. I relatori
non hanno, però, mancato di sottolineare come in
l’Italia esistano una serie di problemi che rendono
difficile l’emergere di nuovi imprenditori. Fra questi:
il fatto che in tutti i settori ci sia una classe dirigente
con un’età media più avanzata che in gran parte del
resto del mondo e tendenzialmente poco aperta
al nuovo; la difficoltà a reperire i capitali nella fase
iniziale dell’attività se non si può contare sul sostegno
Nei suoi interventi il vicepresidente del gruppo giovani di Confindustria Udine, Matteo Di Giusto, dopo
aver illustrato l’attività del gruppo, ha sottolineato
come che a fronte di un mondo imprenditoriale
che rischia ogni giorno in proprio, esistano una
classe politica e un sistema pubblico dove c’è scarso
ricambio e dove chi sbaglia non è sanzionato e ha
affermato come in politica sarebbe necessario introdurre un limite di mandato per garantire il ricambio
generazionale. Nel giro finale dedicato ai suggerimenti per i giovani che terminati gli studi intendano
intraprendere un’attività imprenditoriale, Di Giusto
ha evidenziato in particolare l’importanza di sfruttare
già durante il corso gli stage aziendali e di utilizzare
lo strumento delle work esperience per poter approcciare il mondo dell’imprenditoria,. Infine ha anche
ricordato l’importanza di visitare e conoscere le
aziende del tessuto locale che in alcuni casi sono veri
e propri esempi di eccellenza.
c.t.p.
dicembre09
45
Orizzonti
Obiettivo Montagna
SAIE: l’unione fa
la forza
F
are squadra sui mercati nazionali ed
internazionali e proporre una filiera
foresta-legno regionale: questi gli
obiettivi che si sono dati la Regione FVG,
della Cooperativa Legno Servizi e della
Delegazione di Tolmezzo di Confindustria
Udine, nel partecipare dal 28 al 31 ottobre
a Bologna al SAIE, il Salone Internazionale dell’Industrializzazione Edilizia.
A livello visivo questo impegno si è tradotto nell’allestimento di un padiglione
di 260 metri quadrati con al centro lo
stand della Legno Servizi attorniato da una
ventina di aziende attive nell’edilizia in
legno. Fra queste la Stratex di Sutrio, la
Diemme Legno di Pontebba, la Patt del
gruppo Fantoni, la De Infanti di Ravascetto e la Legnolandia di Forni di Sopra.
Questa iniziativa è stata un tangibile esempio di come, dall’unione delle forze in
campo, si possa, da un lato, accompagnare
la crescita tecnico-professionale degli associati e il miglioramento delle loro capacità
gestionali attraverso una capillare azione
di informazione e, dall’altro, valorizzare le
loro produzioni garantendo loro migliori
condizioni economiche, favorendo la commercializzazione consorziata del legname,
coordinando e gestendo i differenti interventi di partecipazione alla Fiera di tutti i
segmenti della filiera legno.
Soddisfazione per la riuscita dello stand
collettivo è stata espressa da Daniele Peresson di Legno Servizi che ha notato
a Bologna un leggero rilancio del settore
nonostante il momento di crisi che investe ancora l’economia mondiale. “Siamo
soddisfatti di questa partecipazione - ha
commentato Peresson – sia come coordinatori di questa fiera, una delle più importanti del settore, dove ruotano oltre 180
mila operatori con 1.700 aziende espositrici, sia per il successo che ha avuto la
presentazione delle piccole aziende da noi
proposta in un depliant distribuito in oltre
duemila copie”. Mentre le grosse imprese
del settore hanno attivato contatti personali, le piccole aziende, quelle con pochi addetti e che non possono sostenere i grossi
sforzi economici che una fiera comporta,
sono state rappresentate in maniera collettiva dalla stessa Legno Servizi.
Contenta per l’esito della fiera è anche Lorenza Di Marco della Diemme Legno di
Pontebba: “Ritengo positiva la presentazione in gruppo del settore del legno friulano.
Abbiamo avuto diversi contatti interessati
specialmente a due aspetti della nostra
produzione che tratta case in legno sia da
parte dei progettisti che dei costruttori e
dei privati”. Il primo è stato quello dell’utilizzo del pannello strutturale diemmeTria
di propria realizzazione e produzione,
oggetto di una specifica attività di ricerca
svolta in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli
Studi di Udine, mentre con stupore è stato
accolta l’idea che questo tipo di materiale
venga prodotto in Italia e non importato
come solitamente accadeva prima. “Molto
interesse - prosegue Lorenza Di Marco
- ha avuto la nostra produzione che prevede la costruzione fatta non a base standard ma su misura. Ora occorre verificare
- conclude la titolare della Diemme Legnoquanti contatti si trasformeranno effettivamente in contratti, considerato che la crisi
rallenta ancora il mercato: mancano soldi
e c’è lo spettro della disoccupazione che
non facilita l’economia”.
“Abbiamo sviluppato un concept perché
facciamo una certa cosa e per il modo in
cui la facciamo - ha commentato Marino
De Santa di Legnolandia –, lavorando
il legno di casa nostra, all’ombra delle
Dolomiti, ora patrimonio dell’umanità
riconosciuta dall’Unesco. Abbiamo legato
un materiale, l’abete bianco, unico nel suo
genere di cui solo Legnolandia in Italia ne
fa uso, ad una area geografica precisa,
di cui non si può prescindere”. Il SAIE si
è rivelato un successo per i boschi della
montagna friulana e per la collegialità dello
stand friulano che potrebbe far cambiare
il trend attuale che vede sfruttato solo un
quarto della massa legnosa prodotta in
regione, oltre un milione di metri cubi all’anno, mentre il rimanente viene esportato
in tronchi.
Lo stand della Legno Servizi al SAIE di Bologna
46
dicembre09
Gino Grillo
dicembre09
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Orizzonti
Obiettivo Austria
LA RIPRESA ANCORA
NON C’E’
Qui sopra, lo stabilimento Infineon a Villaco; in alto, Otmar Petschnig
T
utti gli indicatori economici in Austria sono
ancora di segno negativo. Lo sono soprattutto
in Carinzia, fanalino di coda della vicina Repubblica. I dati più recenti (ottobre) sulla disoccupazione indicano in 19.700 il numero delle persone
che hanno perso il lavoro, di cui 6.673 nei settori
produttivi (industria e artigianato) e 5.980 nei servizi. Ne deriva un tasso di disoccupazione dell’8,8%,
calcolato secondo il sistema austriaco, che rapporta
i disoccupati al totale dei lavoratori dipendenti (in
Carinzia erano 205.245 in ottobre) e non raffrontabile, quindi, con quello italiano calcolato in base
ai criteri UE. Non è il valore più alto raggiunto nel
Land – in Carinzia i livelli occupazionali risentono
dell’andamento stagionale e in estate sono generalmente più elevati – ma è il più alto in Austria, due
punti sopra la media nazionale che è del 6,8%.
“Chi sperava in una rapida ripresa – commenta
Otmar Petschnig, presidente dell’Industrielle Vereinigung (l’Associazione industriali) della Carinzia
– deve dare un’occhiata ai dati congiunturali. Tutti
gli indicatori - commesse, produzione, fatturato
- sono ancora di segno negativo, anche se appaiono stabilizzati, sia pure a un livello molto basso.
Insomma, siamo ancora in piena crisi”.
Come venirne fuori? La risposta del presidente degli
industriali carinziani è inequivocabile e si riassume
in due parole: ricerca e sviluppo. Soltanto le aziende che investono in questo campo potranno avere
un futuro. E sono proprio le aziende carinziane che
48
dicembre09
più si sono esposte verso l’innovazione che preoccupano Petschnig. Le definisce “aziende-gazzella”.
L’immagine richiama alla mente le antilopi che vivono nella savana africana. Sono dunque le aziende
snelle, flessibili, rapide come gazzelle nell’adattarsi
alla domanda del mercato su cui si deve puntare
per risollevare l’economia della regione.
Le “aziende-gazzella” sono quelle che hanno avuto
una crescita più rapida in tempi normali, ma che
proprio perciò hanno anche risentito di più della
crisi e ora vanno aiutate, perché sono quelle che
hanno il maggiore indotto nei servizi e nelle forniture, ma anche perché altrimenti si corre il pericolo
di una loro delocalizzazione. Per aiuto Petschnig
intende, a breve termine, un intervento dello
Stato o del Land a garanzia del credito, ma anche
un’adeguata politica per l’innovazione, che faciliti il
compito delle imprese su tutti i fronti, non ultimo
quello della ricerca di manodopera.
Può sembrare un paradosso, ma mentre la Carinzia
ha il più alto tasso di disoccupazione, in luglio
– cioè nel bel mezzo della crisi – le aziende carinziane erano alla ricerca di 509 lavoratori specializzati, che in zona non si trovavano. “Dove andremo a
finire – si chiede il presidente degli industriali – se
le previsioni ci dicono che entro il 2050 il numero
degli uomini in età lavorativa si ridurrà in Carinzia
cinque volte di più che nel resto dell’Austria?”. La
considerazione conclusiva del ragionamento di Otmar Petschnig è quella già altre volte espressa a
proposito delle politiche dell’immigrazione: occorre
giocare la carta dell’immigrazione qualificata, per
rendere disponibili quelle forze lavoro che oggi ci
mancano, e non praticare un blocco indiscriminato
all’ingresso degli stranieri nel Paese.
Pendolari tra la Carinzia e la Slovenia. In maggio del
prossimo anno il mercato del lavoro tra l’Austria e
la Slovenia sarà completamente liberalizzato. Ciò
significa che i lavoratori dei due Paesi potranno
muoversi senza più alcuna limitazione al di qua e
al di là delle Caravanche. Ciononostante, secondo
Josef Sibitz, responsabile dell’Arbeitsmarktservice
(una sorta di ufficio di collocamento) della Carinzia,
non si assisterà a fughe di lavoratori dalla Slovenia
all’Austria, come sarebbe potuto accadere qualche
anno fa. Il reddito medio in Slovenia corrisponde
ormai al 70% di quello austriaco, per cui non vi
sono più le motivazioni di un tempo per cercare
lavoro lontano da casa, sopportando i relativi disagi.
Potrebbe esserci, tuttavia, uno scambio di forze lavoro specializzate in entrambi i sensi, per soddisfare
le diverse, specifiche esigenze dei settori produttivi
esistenti in Slovenia e in Austria. Per la Carinzia
Sibitz stima un pendolarismo nel 2011 di circa 500
unità. In questa prospettiva, i ministri del lavoro
dei due Paesi – Josef Hundstorfer per l’Austria e
Ivan Svetlik per la Slovenia – hanno sottoscritto
un accordo di cooperazione, volto ad agevolare le
persone che in futuro si troveranno a svolgere la
loro attività nella regione confinante.
Anche la Slovenia risente della crisi economica
mondiale. Nel primo semestre dell’anno la disoccupazione è salita dal 6 al 9 per cento circa, raggiungendo cioè sui livelli della Carinzia.
Marco Di Blas
dicembre09
49
Orizzonti
Obiettivo Iraq
La visita della delegazione
del KURDISTAN
“Come sistema industriale non possiamo
lasciare nulla di intentato. Pur consapevoli
delle difficoltà che si possono incontrare
in Paesi come l’Iraq che stanno cercando
una nuova identità, c’è la volontà, da parte nostra, di cogliere qualsiasi opportunità
di mercato. Quest’area può aprire infatti
prospettive interessanti per le produzioni
delle nostre imprese. In tal senso abbiamo
deciso di dare un taglio pratico e operativo alla visita della delegazione in Friuli”.
di visitare alcune importanti realtà industriali friulane quali il Consorzio Latterie
Friulane di Campoformido, la Snaidero
di Majano, la Tonon di Manzano, la M.E.P.
di Reana del Rojale e la Qualità Food
Group di Martignacco nonchè di avere a
palazzo Torriani incontri d’affari con T.P.S.
Hydro e Vetroresina Enginia.
Con queste parole il presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, ha accolto
lunedì 2 novembre a palazzo Torriani la delegazione ministeriale del Kurdistan iracheno, guidata dai responsabili dei dicasteri
dell’Industria e dell’Agricoltura. Presente, tra
gli altri, anche Marco Bruseschi, vice-presidente di Confindustria Udine con delega
all’internazionalizzazione.
Per il vicepresidente di Informest Silvia
Acerbi “questa iniziativa è la testimonianza
di come la collaborazione tra l’Agenzia per
lo sviluppo internazionale e le imprese friulane funzioni con risultati di reciproca soddisfazione. “Il Kurdistan - ha evidenziato la
dottoressa Acerbi - è un’area che va ricostruita e che offre interessanti opportunità
per le nostre aziende. La visita operativa
della delegazione in Friuli Venezia Giulia è
solo il primo passo di un percorso, auspicabilmente, lungo”.
Con lo scopo di approfondire le relazioni
con istituzioni e aziende specializzate in
forniture di know-how, sistemi tecnologicamente avanzati e macchinari, la
delegazione, nel corso della visita in Friuli
organizzata da Informest, in collaborazione
con Confindustria Udine, ha avuto modo
Il Kurdistan iracheno si estende per circa
40mila km quadrati e con una popolazione di 4milioni di abitanti, sul quadrante
settentrionale dell’Iraq, al confine con Iran,
Turchia e Siria. Questa sua caratteristica
ha reso il Kurdistan e la sua capitale Erbil
(chiamata Hawler in lingua curda) un
crocevia di popoli e di tradizioni, dove gli
incontri e gli scontri tra la popolazione curda e le altre etnie locali (arabi, turcomanni,
turchi, armeni, persiani) si sono protratti
per secoli, fino ai tristi e noti eventi della
guerra e dei massacri del 1991.
Da allora però, grazie anche al sostegno
politico ed economico dell’occidente, il
Kurdistan iracheno ha intrapreso la strada
dell’autonomia politica regionale, dando
anche vita ad una serie di misure di ricostruzione economica ed infrastrutturale. La
regione gode ora infatti di una forte stabilità politica ed istituzionale, che ha permesso lo sviluppo di un sistema produttivo i
cui punti di forza sono il settore petrolifero,
le costruzioni e il comparto agro alimentare. La sua ricchezza di risorse naturali, assieme alla posizione geografica di fulcro tra
il Medio Oriente e l’Asia Centrale, aprono
nel Kurdistan iracheno uno scenario interessante per le prospettive d’investimento.
Tutto questo è poi favorito dalla attività di
promozione del governo regionale, che ha
firmato numerosi accordi di collaborazione
economica riguardanti tutti i più importanti
ambiti dello sviluppo industriale.
Va ricordato, tra l’altro, che nel giugno di
quest’anno, ad Erbil, si è tenuta la terza
edizione di ItalianExpo Iraq 2009, fiera
B2B dedicata al Made in Italy e patrocinata
dal Ministero dello Sviluppo economico
italiano.
A sinistra: la cittadella della città antica di Erbil (Hawler);
a destra, l’incontro con la delegazione del Kurdistan: da sinistra, Silvia Acerbi, Adriano Luci e Naufal Sahil (foto Gasperi)
50
dicembre09
A.L.
Orizzonti
Obiettivo Internazionalizzazione
IMPRESE ITALIANE, AGGREGAZIONE
PER VINCERE LA CRISI
Un convegno sulle opportunità offerte dai Paesi del
centro ed est Europa a 20 anni di distanza dalla
caduta del muro di Berlino. Occasione anche per
celebrare i 10 anni di attività di IC&Partners Group
Nella foto: Roberto Corciulo
L
e imprese che vogliono internazionalizzarsi devono fare sistema, ma devono anche confrontarsi con un sistema
ancora complesso per le dinamiche politiche, sociali e culturali che contraddistinguono l’Europa a vent’anni dalla caduta del
muro di Berlino. Lo hanno sostenuto sabato 7 novembre al castello di Udine i relatori intervenuti al convegno “IC&Partners
Group, 10 anni ad est” organizzato da
IC&Partners - società con sede a Udine
che opera nell’ambito della consulenza per
l’internazionalizzazione delle aziende verso
il centro ed est Europa - con il supporto di
Unicredit Group - Comitati Territoriali
e con il patrocinio delle principali istituzioni
locali e di enti nazionali
All’appuntamento sono arrivati oltre trecento imprenditori e professionisti del nord
Italia insieme a un qualificato parterre di
invitati e rappresentanti delle istituzioni: il
giornalista del Sole 24 Ore Enrico Brivio,
moderatore dell’evento; Carlo Pelanda,
docente di politica ed economia internazionale all’Università della Georgia negli Stati
Uniti; Gabrio Vitali, docente di storia e
letteratura a Bratislava; il Console Onorario
della Repubblica Ceca Paolo Petiziol;
l’analista di relazioni internazionali Paolo
Quercia; Agnieszka Tourek dell’Ambasciata polacca e presidente del club consiglieri economici ambasciate estere in Italia;
Boyko Kadrinov dell’ambasciata bulgara.
Dopo i saluti di Roberto Corciulo, presidente di IC&Partners, del sindaco di
Udine Furio Honsell, del presidente di
Confindustria Udine Adriano Luci, dell’assessore regionale al personale Andrea
Garlatti, del presidente dell’Ordine dei
commercialisti di Udine Marco Pezzetta,
l’incontro ha toccato nel dettaglio tutte le
tematiche che un’azienda italiana deve
conoscere prima di affrontare la sua esperienza oltre confine. Subito è emersa in
maniera marcata la straordinaria importanza del concetto del “fare sistema”. E’ stato
l’assessore Garlatti a spiegare come l’attività di IC&Partners sia un caso concreto
di come l’aggregazione possa essere elemento decisivo per accrescere la compe-
titività. Concetto, questo, ripreso anche dal
presidente di Confindustria Udine Adriano
Luci che ha sottolineato come la stessa attività di Confindustria sia focalizzata su due
aree di intervento: la prima, quella relativa
all’internazionalizzazione, in cui la risposta
degli imprenditori del Friuli Venezia Giulia è
positiva; l’altra, invece, è quella della creazione di un network di imprese pronte
ad affrontare la sfide della competizione
globale, su cui, a detta del presidente Luci,
“c’è ancora molta strada da fare”. Roberto Corciulo, presidente di IC&Partners
Group, ha letto la lettera di saluti del viceministro allo sviluppo economico Adolfo
Urso, il quale ha ribadito il ruolo centrale
delle strutture di professionisti e consulenti
come IC&Partners per guidare le aziende
italiane all’attività sui mercati esteri.
Non esiste più il concetto di politica internazionale di sopravvivenza e l’internazionalizzazione è già entrata in una seconda
fase, quella della qualità: le imprese si
rivolgono ai mercati esteri non più per
trovare manodopera a basso costo bensì
per individuare luoghi e personale specializzato. Spazio anche per un’interpretazione
della crisi che ha investito il mondo da un
anno a questa parte. Trattasi non di crisi
ma di cambiamento epocale che segna la
fine di un ciclo storico. Più interessante, anziché incolpare una crisi senza “paternità”,
trovare una spiegazione a quanto accaduto
e domandarsi soprattutto perché ciò non è
stato previsto dagli analisti dell’economia e
della storia. Se esiste una ricetta per affrontarla questa crisi, al castello di Udine si è
citato Francis Bacon che nel 1623 scriveva
che “il tempo è il più grande innovatore”.
Un messaggio che la platea non ha mancato di raccogliere. Non solo celebrazione
ma anche problematizzazione: la “rivoluzione di velluto” dal 1989 a oggi ha dato
buoni risultati nell’evoluzione del problema
costituzionale ma non è stato ancora fatta
la rivoluzione culturale verso la grande
popolazione civile, interlocutore fondamentale affinché un processo si possa considerare completo.
Nella seconda parte del convegno è stato presentato il Bilancio Sociale di dieci
anni di attività di IC&Partners, diretto ad
esaminare l’impatto sul tessuto socio-economico con cui si interfacciano le aziende
assistite da IC&Partners Group, soprattutto quelle con insediamenti produttivi
nell’Europa Centro Orientale, nei Balcani e
in Federazione Russa.
dicembre09
51
Orizzonti
Camera di Commercio
PREMIATO IL FRIULI
CHE LAVORA
= I premiati delle
imprese associate di
Confindustria Udine
Targhe dell’eccellenza:
= Umberto Midolini (economia)
Imprenditori:
= Primo Degano (Degano Primo di
Adegliacco)
= Vespasiano Lazzari (Evr Media di
Udine)
= Vinicio Mauro – (Comfer di Pradamano)
= Raffella Codutti – (Codutti di Pasian di Prato)
Aziende
Categoria industria
= Cantiere Serigi di Aquileia
= Icop di Basiliano
= Lavanderia Adriatica di Torviscosa
Categoria Commercio
= Zanutta di Muzzana del Turgnano
Artigianato
I premiati nella serata al teatro Giovanni da Udine
per la Premiazione del Lavoro e Progresso Economico
Internazionalizzazione
= Psm di Premariacco
L
a 56esima edizione della Premiazione del
Lavoro e Progresso Economico organizzata dalla Camera di Commercio al Teatro
Giovanni da Udine ha, come sempre, tributato il
giusto riconoscimento a lavoratori, imprenditori e
personalità di ogni settore che con il loro impegno
hanno dato lustro al Friuli, contribuendo a farlo
crescere e progredire. Quarantanove gli attestati
assegnati. Di questi, 27 ad aziende operanti nei diversi settori produttivi e distribuite uniformemente
su tutto il territorio provinciale che si sono contraddistinte per l’intraprendenza commerciale, l’innovazione e la qualità della produzione; 10 i premi per i
lavoratori, 9 quelli per gli imprenditori. Due, poi, i
riconoscimenti riservati ad altrettanti studenti, iscritti al 4° o al 5° anno di istituti secondari superiori
della provincia, che si sono distinti per eccezionale
merito negli studi conseguendo risultati significativi
nelle materie scientifiche o tecnico-aziendali. Premiata, infine anche una tesi universitaria dedicata
all’approfondimento di aspetti e tematiche collegate
all’economia locale.
“Se siamo un'economia reale – ha detto nel suo intervento il presidente della Cciaa di Udine, Giovanni Da Pozzo - lo dobbiamo a questi imprenditori,
a questi lavoratori, donne e uomini che fanno il
proprio dovere mantenendo vivi i valori del lavoro,
della famiglia, del rispetto e delle responsabilità”.
La Premiazione stata anche l'occasione per fare il
punto sulla crisi e su come uscirne. A parlare del
tema “Oltre il tempo della crisi: come e quando”
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= Serrametal di Mortegliano
dicembre09
sono stati, infatti, oltre a Da Pozzo, il sindaco di
Udine Furio Honsell, il presidente della provincia
Pietro Fontanini, il giornalista economico Enrico
Cisnetto, il presidente nazionale di Unioncamere
Ferruccio Dardanello e il presidente della giunta
regionale Renzo Tondo. In un teatro “Giovanni
da Udine” gremito Honsell ha detto che si vincerà
la sfida della crisi “se si punterà al risparmio,
all'efficienza e all'eccellenza”. Fontanini ha, poi,
ricordato come “i premiati rappresentino un popolo che ancora crede nel lavoro e nell'impegno,
portando avanti i valori della nostra identità e della
nostra cultura”. Nel suo intervento, Da Pozzo, ha
dapprima ripercorso la nascita e lo sviluppo della
crisi e ha, quindi, ricordato l'impegno della Cciaa di
Udine per combatterla con l'impiego di 2,8 milioni
di euro nell'ultimo anno. Successivamente il presidente della Camera di Commercio ha sottolineato
la necessità “di un cambiamento nel modo di fare
impresa, con il recupero di valori fondamentali
nella vita e nel lavoro”. Cisnetto ha spiegato come
l'Italia nella crisi stia pagando i ritardi accumulati in
passato e come siano necessarie le riforme strutturali del sistema pensionistico, della sanità e del sistema istituzionale con l'abolizione delle provincie,
la riduzione dei comuni e l'eliminazione dei troppi
enti di secondo e terzo grado come le Comunità
montane. In seguito Dardanello ha ricordato
l'importanza per l'economia italiana delle piccole
e medie imprese “fatte dell'impegno di donne, di
uomini e di famiglie che hanno portato il nostro
Paese a diventare quello che è oggi¨”. Traendo le
Cooperative
= Società Cooperativa Idroelettrica di
Forni Di Sopra
Premio Ambiente
= Diemme Legno di Pontebba
Premio Innovazione
= B.Eng di Amaro
Premio Comunicazione
d’Impresa
= Moroso di Tavagnacco
conclusioni il governatore Tondo, non ha nascosto
le difficoltà della Regione “costretta per la prima
volta a fare i conti con un decremento delle proprie
risorse”, ma ha ricordato che la specialità vera del
Fvg sta proprio nella capacità di «affrontare i problemi con responsabilità. Il presidente della Giunta
regionale ha, quindi, ammesso che il Friuli Venezia
Giulia è in ritardo nello sviluppo delle infrastrutture
aeroportuali e ferroviarie e ha annunciato che le
entrate ricavate dalla preannunciata cessione delle
quote del Mediocredito Fvg detenute dalla Regione,
saranno investite proprio nel miglioramento della
funzionalità dell'aeroporto e delle ferrovie.
c.t.p.
Orizzonti
Regione
La Giunta vara la
FINANZIARIA
L’assessore Riccardo RIccardi ed il presidente Renzo Tondo
(foto Archivio Immagini FVG)
U
na finanziaria di responsabilità, ma
in grado di dare fiducia ai nostri
cittadini. Così il presidente della
Regione, Renzo Tondo, definisce la legge
finanziaria ed il bilancio di previsione per
il prossimo anno, approvati in Giunta a
metà novembre e pronti ad iniziare il loro
percorso in Consiglio regionale. Il bilancio
2010, che pareggia a 4,3 miliardi di euro,
risente del pesante calo di entrate che la
Regione ha dovuto registrare in seguito
alla crisi economica internazionale che
ha coinvolto settori produttivi e famiglie
anche nel nostro territorio. Con questo
scenario, la Giunta ha scelto di mettere in
sicurezza i settori della sanità, della protezione sociale e del lavoro. Se salute ed
occupazione sono al primo posto delle
priorità d’intervento 2010 del governo
Tondo, il “terzo pilastro” della manovra
regionale si concentra sulla politica delle
infrastrutture e in quest’ottica va letta la
decisione dell’esecutivo legge di sottoscrivere l’aumento di capitale deliberato dalla
società Aeroporto Friuli Venezia Giulia,
esercitando il diritto di opzione per la quota di propria spettanza pari a un importo
di oltre 606 mila euro. “In campo portuale
– spiega l’assessore regionale ai trasporti
Riccardo Riccardi - contiamo di chiudere
al più presto la partita legata alle risorse
di fonte Cipe necessarie per la Piattaforma
logistica di Trieste, e nel contempo cercheremo di approfondire con Ferrovie dello
Stato il tema delle connessioni ferroviarie
dello scalo giuliano”. Per quanto riguarda,
invece, Monfalcone e Porto Nogaro, è già
emersa chiaramente la volontà della Regione di un modello di governance unico
per i due scali. Va avanti poi, il complesso
piano per la realizzazione della terza corsia
sulla Venezia-Trieste con il prossimo obiettivo del bando di gara, entro fine 2009, per
il lotto Gonars-Villesse. Sempre in campo
stradale, ma nei programmi di FVG Strade,
il 2010 sarà l’anno dell’apertura dei cantieri
della cosiddetta “variante di Mariano” e
della bretella tra la statale 14 e l’interporto
di Cervignano.
Il nuovo Codice regionale dell’Edilizia,
il Testo unico che recepisce anche il Piano
Casa nazionale, introduce norme per lo
snellimento della burocrazia a beneficio
del risparmio di tempo e costi, incentiva le
famiglie ad investire sul bene durevole del
mattone e a sfruttare la capienza abitativa
del costruito senza erodere nuove porzioni
di territorio.
Sul fronte del lavoro cresce in autunno
la cassa integrazione, ma “la Regione
- conferma l’assessore regionale al Lavoro
Alessia Rosolen - sta già lavorando su
nuove ipotesi di sostegno all’occupazione
allo scopo di ampliare e rafforzare l’attuale quadro d’intervento”. In ottobre le ore
erogate sono state 2.607.416 e, di queste, 1.396.674 ore di CIGO nell’industria
(54%), 107.136 ore di CIGO in edilizia
(4%) e 1.103.606 ore di CIG straordinaria
(42%).
La Giunta ha approvato il nuovo piano sociosanitario che si articola in una riorganizzazione dell’offerta della rete ospedaliera,
l’istituzione di un’unica centrale operativa
dell’emergenza, la presa in carico integrata
delle persone con malattie croniche e
disabilità e la ricerca di una maggiore efficienza complessiva del sistema sanitario
e sociale attraverso l’adozione di criteri di
gestione che consentano di eliminare inutili sovrapposizioni e favoriscano sinergie
operative tra le aziende. L’obiettivo consiste
nel voler garantire maggiore qualità e integrazione tra sanità e sociale a fronte di
un migliore impiego delle risorse e non di
una politica dei tagli, in virtù del governo
del buon senso, del rispetto dei valori che
costituiscono il tessuto sociale, di un approccio verso l’utenza che mette sempre al
centro la persona e mai è disumanizzato.
Con l’obiettivo di migliorare la situazione
delle nuove generazioni, l’esecutivo ha presentato in novembre un disegno di legge
che, in nome dell’effettiva autonomia dei
giovani, restituisce loro un ruolo attivo nell’ambito della comunità regionale. Il testo
punta alla creazione di istituti che diano
strumenti adatti a sostenerne l’autonomia
e contribuiscano ad indirizzare le loro scelte verso soluzioni che li aiutino a diventare
cittadini attivi.
Carla CiampalinI
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dicembre09
55
Orizzonti
Storia
PER NON DIMENTICARE
“Invito ad un brindisi
per il primo mobile”
C
Marco Fantoni
5 luglio 1976
Invito ad un brindisi
per il primo mobile
Oggi alle 17 assieme brinderemo al primo
mobile prodotto dopo il terremoto.
Stamane abbiamo iniziato a lavorare a
doppio turno per cui non tutti avranno la
possibilità di essere presenti e poichè non
farò discorsi come non ne ho mai fatti
voglio scrivervi affinchè a tutti voi giungano
il mio sentimento ed il mio pensiero.
In dodici anni qui ad Osoppo avevamo
costruito insieme uno stabilimento
ammirato da visitatori di tutto il mondo,
tutti noi sappiamo come era, come era
stato costruito e quanto ci tenevamo
all’ordine e alla precisione in ogni
particolare.
Non voglio intrattenervi nel ricordo poichè
già tutti pensiamo solo al futuro, al futuro
che dobbiamo vedere con ottimismo
poichè sappiamo delle nostre esperienze
del passato.
Tutti abbiamo fretta di ricostruire poichè
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dicembre09
e ne siamo già occupati nello scorso numero di REALTÀ
INDUSTRIALE, eppure non potevamo considerare esaurita la
nostra visita al “museo del terremoto” di Venzone, senza pubblicare
integralmente il contenuto di una lettera esposta in una teca di questa
interessante mostra permanente: quella che il cavaliere del lavoro
Marco Fantoni, presidente della Fantoni spa di Osoppo, scrisse ai
suoi dipendenti il 5 luglio 1976, invitandoli a brindare al primo mobile
prodotto dall’azienda dopo il terribile sisma di due mesi prima. Uno
spaccato di quei febbrili momenti che racconta dei sentimenti e delle
attese dell’epoca. Un documento storico, per non dimenticare, ma anche
per sottolineare come in tempi difficili non ci sia miglior ricetta che quella
di rimboccarsi le maniche guardando al futuro. (A.L.)
vogliamo rifarci il nostro ambiente di lavoro
e la prima linea di produzione provvisoria
che oggi si è avviata è l’esempio di come
dal nulla, in meno di due mesi, noi
insieme si abbia organizzato e realizzato
questo primo passo.
Già nei giorni scorsi girando tra voi ho letto
negli sguardi la vostra soddisfazione poichè
vedevate concretizzarsi questa prima
tappa. E’ una prima tappa importante
per quel traguardo che abbiamo già
progettato e che prevede, in una seconda
fase tra ulteriori due mesi, l’avvio della
produzione dei mobili americani.
Contemporaneamente realizzeremo lo
stabilimento definitivo.
Tutti noi sappiamo, senza ambizioni, di
poter ricostruire quanto è andato distrutto,
ma importante è rimanere insieme.
Per questo e per le nostre famiglie
sono indispensabili urgentemente tante
abitazioni che non possono essere
realizzate miracolisticamente; ma tutti
vogliamo sapere presto i precisi programmi
e soprattutto i tempi necessari.
Ognuno di noi si saprà sacrificare se è
indispensabile sapere, ripeto, dove è la
meta e quando sarà raggiungibile.
I nostri politici devono saper richiedere
un giusto sacrificio al resto del Paese,
non dovremo mai sentirci dire che non ci
sono sufficienti mezzi, non vogliamo nè
sappiamo sprecare ma rifiutiamo mezzi
insufficienti.
Per la nostra nuova Industria che ripeto
abbiamo già progettato, contiamo su
prestiti sufficienti ed erogati rapidamente,
queste assicurazioni ci sono indispensabili
per poter appaltare i lavori già prima
dell’inverno.
Ripeto che l’unione tra noi è prioritaria e
per questo io vi prometto di cercare con
tutti i mezzi di creare le migliori condizioni.
Vi sarò grato se mi farete parte dei vostri
eventuali problemi nell’ambito del lavoro e
familiare e vi invito a volermi riferire i vostri
suggerimenti e i vostri consigli.
Un grazie a tutti per quanto è stato fatto e
per quanto, con sacrifici, so che siete pronti
a fare.
Vi stringo la mano.
Marco Fantoni
INFORMAZIONE COMMERCIALE
Nelle immagini è illustrato come può essere ottimizzata la geometria di una pompa d’iniezione
(simulazione in 3 fasi, da sinistra): 1) disegno di costruzione; 2) generazione della griglia,
3) visualizzazione della miscelazione e distribuzione dell’acqua e del cemento
MINIMIZZARE IL RISCHIO
CON LA SIMULAZIONE
Computer basati su tecniche di simulazione che
rappresentano virtualmente la realtà di partenza e ne
accelerano il processo di sviluppo. Ciò è non solo più
veloce, ma anche molto più conveniente. Alcuni esempi.
I
tempi di sviluppo si minimizzano, al contrario invece del rischio di sviluppo che
aumenta sempre di più. Con la simulazione quindi è possibile , in tempi ridotti,
costruire, testare ed ottimizare i prototipi .
Quanto prima viene fatta la simulazione
in fase di sviluppo , tanto maggiore è il
beneficio per l’intero processo di sviluppo.
Gli errori che vengono scoperti in fase di
simulazione, hanno un costo irrisorio rispetto ai difetti che verranno scoperti solo
più tardi.
Uno sguardo alle correnti
In molti processi di produzione , il monitoraggio di aria e di flussi di gas è particolarmente importante. Così, gli esperti fella
CTR hanno esaminato la spartizione delle
correnti e la formazione di tubinii in un
ambiente asettico. Sulla base di questi risultati, è stata sviluppata una nuova gener-
azione di ugelli-iniettori per ambienti sterili.
La simulazione ha aiutato anche nella
produzione di tubi di plastica : durante la
produzione si formano miscele di gas ed
aria che devono essere aspirate; attraverso
la simulazione il sistema di aspirazione può
essere ottimizzato senza dover effettuare
costosi esperimenti pratici.
Stabilità & geometria
ottimizzate
Anche quando si tratta di sollecitazioni
elastiche, la stabilità, inerente al
comportamento di oscillazione o di
deformazioni, può aiutare la simulazione.
Per un’azienda di ingegneria meccanica è
stata simulata la stabilità ed il peso di una
costruzione di lamiera.
Dopo aver fatto la valutazione delle emergenti tensioni e deformazioni, la geometria
è stata ottimizzata.
La simulazione è davvero
più veloce?
Il vantaggio della simulazione è che qualsiasi parametro in ogni area viene calcolato automaticamente. Se per esempio in
esperimento vengono misurate, la velocità,
la temperatura e la concentrazione,si può
determinre, durante la simulazione senza
ulteriori costi, anche la direzione del flusso, il grado di turbolenza, e la generazione
di calore.
A breve ulteriori essenziali informazioni.
CARINTHIAN TECH
RESEARCH - CTR AG
Centro di competenza per sensori
intelligenti orientato alle industrie
Servizi di ricerca e sviluppo
Progettazione, studi di fattibilità, design,
sviluppo, prototipazione, studi, simulazioni,
trasferimento di tecnologia, consulenze
Clienti di riferimento
AVL-List, Infineon Microtec, Siemens, TiTech
VisionSort, Carl-Zeiss Meditec
Contatto:
CTR AG, Technologiepark Villach,
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e-mail: [email protected], www.ctr.at
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Orizzonti
Università
I
l mensile “Realtà industriale” viene
distribuito dal numero di Ottobre 2009
in 100 copie agli studenti della Facoltà di
Economia dell’Università degli studi di Udine. Ne parliamo con il preside della Facoltà, professor Nereo Mazzocco..
REALTA’ INDUSTRIALE
si laurea in Economia a Udine
Cosa pensa, preside Mazzocco, di questa iniziativa?
Ritengo sia un’iniziativa estremamente utile per gli studenti che
hanno la possibilità di conoscere
le problematiche e i diversi
aspetti economici che riguardano le aziende manifatturiere e dei servizi
friulane. Potranno così rendersi conto che
le tematiche discusse in aula sono solo
apparentemente lontane dalla realtà, ma al
contrario sono fondamentali per comprenderla, analizzarla e trovare possibili soluzioni ai problemi che si presentano.
In che rapporti sono, a suo avviso, il
mondo dell’impresa e quello dell’università?
L’idea di Aldo Moro delle “convergenze
parallele” rende bene la situazione dei
rapporti impresa-università. Credo che le
imprese e gli atenei lavorino uno accanto
all’altro convergendo, ma senza mai sovrapporsi, in quanto i compiti di entrambi
sono diversi: le prime devono produrre
beni e servizi, i secondi devono formare
persone e figure professionali anche, ma
non solo, per le imprese e fare ricerca.
Vedo soprattutto tre convergenze possibili.
La prima, l’università per le sue esigenze di
ricerca si rivolge, non a una, ma a un campione significativo di aziende per analizzarle nei loro aspetti produttivi e gestionali,
cercando di evidenziare eventuali problemi
generali e offrendo, se possibile, utili suggerimenti risolutivi.
La seconda casistica riguarda il fatto che
un’associazione di categoria (ad esempio
Confindustria), o un gruppo di imprese, si
rivolge a un ateneo affinché cerchi di risolvere una criticità comune.
L’ultimo aspetto concerne la consulenza
scientifica che una singola azienda richiede
ad un dipartimento per essere aiutata a
risolvere un particolare problema o a sviluppare una ricerca applicativa.
Vede all’orizzonte altri punti di convergenza?
Un altro avvicinamento tra mondo accademico ed imprenditoriale si ha negli spin-off
universitari, quando un ateneo promuove
la creazione di aziende nate da scoperte
scientifiche frutto del lavoro e dello studio
dei suoi ricercatori.
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Nella foto, la facoltà di Economia e Commercio di Udine;
nel bollo, il professor Nereo Mazzocco
Un avvicinamento ulteriore tra imprese ed università è possibile?
E’ possibile che imparino a conoscersi meglio: le imprese a utilizzare compiutamente
le possibilità che le competenze di ricerca
degli atenei offrono e le università a coniugare con maggiore frequenza la ricerca di
base con quella applicata, senza ritenere,
come forse accadeva in passato, che questa contaminazione significhi diminuzione
del suo ruolo. Il tutto, però, senza far venir
meno le specificità dei due interlocutori.
Secondo lei, quali benefici si sono
avuto per il mondo imprenditoriale
da quando esiste la Facoltà di Economia presso l’Università degli studi di
Udine?
I corsi di economia vennero attivati nel
1985, ma effettivamente è dal 1987 che
la Facoltà di Economia è diventata autonoma. In questi venti anni abbondanti di alta
formazione molti nostri laureati si sono inseriti nel mondo del lavoro sia in Friuli, sia
in altre realtà italiane, europee ed extraeuropee. Penso che queste persone con le
loro idee e con i loro suggerimenti abbiano
contribuito a rendere più competitivo il
tessuto imprenditoriale di questo territorio.
La linea guida che abbiamo seguito nel formare le figure professionali, che caratterizzano i laureati di una facoltà di Economia,
è stata quella di fornire loro un metodo per
risolvere problemi e per affrontare le sfide
che via via possono presentarsi. Laureati,
quindi, capaci di autoapprendimento e di
inserimento con successo in ogni contesto
operativo, magari dopo un breve periodo
di ambientamento.
Lei è uno dei professori che ha contribuito alla fondazione della Facoltà di
Economia a Udine, cosa la rende più
orgoglioso di questo Suo impegno
ultra-ventennale?
Sono molte le cose delle quali sono orgoglioso, ma dovendone scegliere una cito il
corso di laurea in “Banca e Finanza”, che
è stato fin dall’origine della facoltà, inizialmente di Scienze economiche e bancarie, quello sul quale si è costituito un
nucleo di docenti e di ricercatori che, per
la qualità della loro ricerca e dei contenuti
veicolati agli studenti, lo ha fatto diventare
un punto di riferimento con capacità di
attrazione non solo regionale.
m.d.l.
Orizzonti
Università
Nelle foto, due momenti delle
premiazioni di Start Cup Fvg, e
sotto il logo dell’iniziativa
START CUP FVG
L’UNIVERSITÀ DI UDINE
SUGLI SCUDI
S
ono PharmaDIAGEN, Specchi Lineari,
DrugSteps, QFAB e Ironscan, nell’ordine,
i nomi dei cinque progetti vincitori di Start
Cup Fvg, la business plan competition tra idee imprenditoriali innovative che, quest’anno, coinvolge
per la prima volta le tre università regionali, ovvero
l’Università degli Studi di Udine, quella di Trieste e
la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati
SISSA di Trieste.
I cinque gruppi vincitori sono stati proclamati nel
corso della serata finale della manifestazione, svoltasi nella Sala De Banfield Tripcovich di Trieste e
presentata dall’attrice e conduttrice televisiva Giorgia Surina. L’evento è stato anche accompagnato
dalla musica jazz del
Glauco Venier Quartet con la partecipazione straordinaria della
cantante Diana Torto.
A conquistare il primo
posto e un premio in
denaro del valore di
15mila euro è stato
PharmaDIAGEN,
dell’Università di Udine,
che si propone di produrre kit diagnostici di farmacogenetica per ricavare da un semplice esame del
sangue preziose informazioni sull’attività dei farmaci antitumorali somministrati ai singoli pazienti, in
modo da definire profili di rischio individualizzati. Il
secondo posto è stato assegnato, insieme a 10mila
euro, a Specchi Lineari, sempre dell’ateneo
udinese, che ha ideato un sistema per lo sfruttamento dell’energia solare consistente in un
sistema di assi inclinati e di leve, mentre sul terzo
gradino del podio è salito, aggiudicandosi seimila
euro, il team DrugSteps, della SISSA, che intende
sperimentare nuovi trattamenti contro alcune delle
principali malattie neurodegenerative. Al quarto posto, con un premio di quattromila euro, si è classificato QFAB, dell’Università degli Studi di Trieste, che
propone, nel settore nanotech, la realizzazione e
commercializzazione su larga scala di quantum dot,
ovvero nanocristalli di semiconduttori con peculiari
proprietà optoelettroniche che ne fanno il materiale
del futuro per la realizzazione di dispositivi ottici ad
alta efficienza, mentre la
quinta posizione, con un
premio di tremila euro,
è stata assegnata a Ironscan, dell’Università di
Udine, che ha creato un
dispositivo in grado sia
di visualizzare in “realtime” la forma dell’armatura in acciaio all’interno
del calcestruzzo armato,
sia di identificare con
accuratezza i principali parametri geometrici.
Oltre ad aggiudicarsi il premio in denaro, i cinque
vincitori parteciperanno al Premio nazionale
innovazione (Pni), in programma il 4 dicembre a
Perugia.
Sono stati inoltre assegnati i “Premi Start Cup
Fvg” ai tre migliori progetti fra i non classificati per
ciascun ateneo partecipante (2mila euro ciascuno):
Warm Motion per l’Università di Udine, Marks
per l’Università di Trieste e Furbo per la SISSA.
Alla serata hanno preso parte, fra gli altri, il rettore
dell’Università degli Studi di Trieste Francesco
Peroni, quello dell’Università degli Studi di Udine
Cristiana Compagno, il direttore della SISSA Stefano Fantoni, il direttore di Start Cup Fvg-Trieste
Maurizio Fanni, quello di Start Cup Fvg-Udine
Andrea Tabarroni e quello di Start Cup Fvg-SISSA
Antonio De Simone. Sono intervenuti anche la
responsabile del Progetto Start Cup Udine Manuela Croatto, la presidente della Provincia di Trieste
Maria Teresa Bassa Poropat, l’assessore regionale al Lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen e
il consigliere della Fondazione Crup Marco Maria
Tosolini.
L’iniziativa è sostenuta, oltre che dalla Fondazione
Cassa di risparmio di Udine e Pordenone, che ha
legato il suo nome a Start Cup Udine fin dalla prima
edizione, anche dalla Fondazione Cassa di risparmio di Trieste, dalla Fondazione Cassa di risparmio
di Gorizia, dalla Camera di commercio di Trieste e
da Friulia. La serata è stata organizzata in collaborazione con il Conservatorio “Giuseppe Tartini” di
Trieste, Vodafone e con PniCube.
dicembre09
59
Orizzonti
Libri
a cura di C.T.P.
IL LIBRO DEL MESE
David B. Audretsch
= LA SOCIETA’ IMPRENDITORIALE
Presentazione di Riccardo Illy
Marsilio
pagg.: 258
euro 20,00
In occidente le generazioni passate hanno
goduto della sicurezza di un lavoro a vita,
rafforzata dalle politiche pubbliche adottate
per garantire che lo stesso posto di lavoro
potesse essere garantito fino alla pensione.
Da qualche anno, alla faccia del valore del
“posto fisso” invocato da Tremonti, ci siamo
abituati a pensare che il “precariato” non sia
più una condizione episodica, ma il futuro
nel mondo del lavoro. In questo volume
David B. Audretsch, il direttore del Max
Planck Institut of Economics di Jena in
Germania, individua la risposta positiva alla
globalizzazione nella società imprenditoriale
che ha per leit-motiv il cambiamento, poiché
proprio la capacità di adattamento e cambiamento danno un importante vantaggio competitivo in un mondo dove oramai i lavori e
addirittura le aziende possono essere spostati
con estrema celerità. Analizzando i recenti
sviluppi dell’economia statunitense Audretsch spiega come da un passato nel quale le
politiche pubbliche erano a sostegno delle
grandi aziende, si è giunti a un presente nel
quale una miriade di piccole aziende (come
nel Nord-Est italiano), sostenute anche da
investimenti pubblici, sono diventate la forza
guida dell’innovazione, della competitività
e, quindi, della crescita economica degli
Usa. Uno volume di indubbio interesse che,
sebbene pubblicato in Italia pochi mesi fa, è
stato scritto da Audretsch nel 2007. Viene
solo da chiedersi se l’entusiasmo di Audretsch per il nuovo modello americano, sia lo
stesso oggi, dopo la crisi globale nata proprio
negli Usa.
g
Altre letture consigliate...
Peter Molloy
= LA VITA
AI TEMPI DEL
COMUNISMO
Bruno
Mondadori
pagg.: 264
euro 20,00
Il giornalista
della Bcc,
Peter Molloy
ha raccolto in questo volume
una parte delle molte interviste
effettuate a personalità e gente
comune dell’allora Germania Est,
dell’ex Cecoslovacchia e della
Romania, per un fortunato programma televisivo (purtroppo
mai trasmesso in Italia). Attraverso i racconti degli intervistati,
Molloy ricostruisce quale fosse
“la vita ai tempi del comunismo”. Ne esce un quadro assai
interessante, con giudizi in gran
parte estremamente severi,
ma in alcuni casi anche venati
di nostalgia. A vent’anni dalla
caduta del muro di Berlino, un
volume intelligente e molto utile
per chi, per ragioni anagrafiche
o per altri motivi, non ha avuto
l’occasione di visitare quei Paesi
quando erano sottoposti ai
regimi comunisti. Anche quanti
conobbero quei Paesi quando
ancora il mondo era diviso in
due blocchi ritroveranno nel
libro di Molloy le atmosfere
grige e oppressive che dominavano allora l’Est Europa. Leggendolo si comprenderà bene come
e perché i cittadini di quei Paesi
appena potereno si liberarono
dei regimi che li governavano
dalla fine della seconda guerra
mondiale.
Maurizio Crema
= SULLE ALI DEL LEONE
A vela da Venezia a Corfù
navigando lungo le rotte
della
Serenissima
Ediciclo
Editore
pagg.: 174
euro 15,00
Il giornalista de “Il
Gazzettino”,
Maurizio
Crema rac-
60
dicembre09
conta in questo volume
il viaggio in barca a vela
intrapreso nel 2006
insieme a un composito
gruppo di “avventurieri”
lungo le rotte adriatiche
percorse dalle galee della
Repubblica di Venezia.
1300 miglia e cinque
settimane a bordo di una
vecchia barca battezzata
“Brancaleon”, raccontate con
maestria, nelle quali Crema e
i suoi compagni hanno toccato
l’Italia, Corfù (Grecia), l’Albania,
il Montenegro e la Croazia
cercando ciò che univa (e forse
unisce ancora) popoli e terre
che si affacciano su quello che
una volta era il Golfo di Venezia
e che la Serenissima considerava
cosa propria. Un viaggio alla
riscoperta della storia, ma anche
attraverso il recente passato e
il complesso presente dei Balcani sul quale Crema induce a
riflettere con descrizioni attente
e osservazioni acute. Una lettura
piacevole e interessante che ci
aiuta a capire meglio quelle terre
bellissime e affascinati a noi così
vicine e a superare i pregiudizi
con i quali troppo spesso continuiamo a guardarle.
suoi valori, aveva
dominato
fino ad
allora
l’impero
del sol
levante.
Proprio
pensando
a quel sole al tramonto Dazai
racconta con delicatezza, semplicità e accuratezza la vicenda
di una famiglia dell’aristocrazia
(classe alla quale egli stesso apparteneva) persa fra l’arrivo della
modernità e l’incomunicabilità
dei rapporti familiari e amorosi
nel Giappone di allora. Una
lettura che ancora oggi aiuta a
capire la mentalità e la vita giapponese. Peccato solo che, come
troppo spesso capita per le letterature “esotiche” in Italia, anche
questa sia una traduzione della
traduzione inglese (americano)
e non del testo originale.
Davide Nonino
= CHI HA VISTO
CENERONTOLA? MANUALE
PRATICO PER GIOVANI
SCRITTORI
Edizioni Il
Ciliegio
Osamu Dazai
pagg.: 133
= IL SOLE SI SPEGNE
euro 13,00
Feltrinelli
Divertente e
pagg.: 139
interessante
euro 7,50
questo “MaFeltrinelli ripubblica, a 25 anni
nuale pratico”,
dall’ultima pubblicazione e a
ultima fatica
50 dalla prima edizione italiana, editoriale dello
questo capolavoro della lettera- scrittore friulano Davide Nontura giapponese. Osamu Dazai, no, che accompagna i giovani
affascinato dalla bohême parigi- scrittori nel lungo e avventuroso
na condusse una vita sregolata e percorso che parte dalla ricerca
ribelle. Alcolista e morfinomane, delle idee e termina nella stesura
morì suicida (al quarto tentativo) di una storia. Il metodo è quello
nel 1948, a trentanove anni,
della scrittura creativa, con
dopo aver pubblicato il suo
esercizi e giochi che aiutano a
secondo capolavoro
stimolare e sviluppare la capacità
““Lo squalificato”. Fu espressiva, e lezioni che permetforse, proprio la vita
tono di acquisire i fondamenti
inquieta e anticonfordella narrazione. Il volume
mista, che gli permise ha anche una finalità benefica
di intuire nel Giappone supporta, infatti, la Fondazione
uscito sconfitto dalla
Francesca Rava N.P.H. Italia
seconda guerra monOnlus devolvendo il 10% dei
diale, i primi segni del proventi per aiutare i bimbi di
declino di quella classe Haiti grazie al progetto Franciaristocratica che, con i sville.
Orizzonti
Ente Friuli nel Mondo
Tracciamo l’iter professionale che l’ha
portata nei Caraibi.
Mi sono diplomato Perito Edile al Malignani nel
1975, poi ho lavorato come tecnico comunale
ma, il mio spirito imprenditoriale era troppo
forte così ho costituito una società con cui ho
realizzato i primi centri commerciali in Friuli. Alla
fine degli anni 80, il ‘sistema Italia’ e la libertà
imprenditoriale imbrigliata dalla burocrazia
e le innumerevoli tasse, mi hanno spinto a
intraprendere un’avventura professionale fuori
dai confini regionali. Dal 1991 ho girato tra
Thailandia, Canarie, Cuba, Costa Rica, Venezuela
in cerca del contesto più adatto a me dove
vivere e lavorare. Poi ho scoperto la Repubblica
Domenicana, che mi ha ‘adottato’ nel 1997. Qui
ho sviluppato le mie idee, le mie aspettative e
anche la mia persona.
LA LIBERTÀ IMPRENDITORIALE
HA I COLORI DI SANTO DOMINGO
Lo sguardo è quello vivace di un imprenditore che ha realizzato
i suoi sogni professionali. Pronuncia, come un vessillo, la parola
“libertà” e aggiunge “nella Repubblica Domenicana fioccano le
opportunità di lavoro, basta saperle cogliere”. Mauro Tonasso,
originario di Variano, è a capo dell’Avirex di Santo Domingo,
azienda specializzata in forniture di materiali edili
Come si ricomincia in un altro Paese?
Il presupposto è quello di avere la
consapevolezza e l’umiltà di partire da zero.
Ci sono altri soci friulani con lei?
Nel 1997 ho portato con me due ragazzi, uno
di Nespoledo e Giorgio Tosolini di Colloredo
di Monte Albano che è divenuto il mio braccio
destro. Da poco, nello staff, c’è anche Sandy
Gobet che risiede da tempo a Santo
Domingo e ci dà una mano.
Di cosa vi occupate?
Inizialmente di costruzioni, un settore
dove ritengo che i friulani siano dei
maestri, per cultura e per bravura. Poi
ho scelto di specializzarmi in forniture di
impermeabilizzazioni, guaine e materiali edili.
Quanti dipendenti ha e qual è il suo
fatturato?
L’Avirex S.A. Impermeabilizantes conta
15 dipendenti: 3 friulani, 1 piemontese e 11
collaboratori domenicani. Il fatturato annuo si
aggira sui 2 milioni e mezzo di euro.
Cosa c’è nel futuro dell’Avirex?
Da poco ci siamo trasferiti in un nuovo
Avirex S.A.
Impermeabilizantes
indirizzo: Calle “J” no. 14 – zona
industrial de herrera – Santo Domingo
Oeste R.D.
Tel. 001 – 809-251-5018
E-mail: [email protected]
Lo stabilimento Avirex a
Santo Domingo e, nel bollo,
Mauro Tonasso
capannone, l’obiettivo è quello di guardare
sempre avanti e ampliare l’attività.
Con quali nazioni ha rapporti d’affari?
Principalmente con quelle che hanno interessi
turistici nell’isola, ma anche privati e ditte locali.
I settori turistico e alberghiero sono in continua
espansione e rimangono i più dinamici.
La situazione politica aiuta l’imprenditoria?
Il presidente, al terzo mandato, è uno statista
giovane e qualificato. La sua intelligenza è una
garanzia per la stabilità e lo sviluppo della
Repubblica Domenicana.
Come sono le aliquote d’imposta?
Si paga il 25%, qualunque sia l’ammontare dei
guadagni. Qui chi fa girare l’economia crea
“Il ‘sistema Italia’ rimarrà in piedi
fino a quando reggerà l’economia.
C’è troppa gente che vive alle
spalle dei pochi che producono
ricchezza. Bisogna ancora toccare
il fondo, solo successivamente
sarà possibile una risalita”.
reddito e non vede sfumare metà dei guadagni
in tasse.
Lei è presidente del locale Fogolâr Furlan,
com’è il legame col Friuli?
Il legame è più forte da quando sono a Santo
Domingo. Può sembrare paradossale ma è
così. Il venerdì ci troviamo a cena tutti assieme,
scegliamo un locale, piazziamo la bandiera della
piccola patria fuori dalla porta e facciamo il
punto su ciò che succede in Friuli. Discutiamo, ci
confrontiamo, analizziamo con occhio obiettivo.
Questo ci fa sentire più vicini alla nostra terra
d’origine.
Paola Del Degan
dicembre09
61
Orizzonti
Approfondimenti
= L'intervento di
ROBERTA MICHIELI
Ho letto le interviste pubblicate a pagina 12 - 13
-14 del Vostro mensile "Realtà Industriale" n. 9,
novembre 2009. Organizzato dalla Provincia di
Udine, a Udine, l' 8 e 9 novembre 2002, si svolse
il Convegno internazionale "Lingue minoritarie
e identità locali - come risorse economiche e
fattori di sviluppo". A pagina 201 della publicazione degli Atti, si può leggere quanto allora
affermò Tarcisio Mizzau Responsabile Cultura
dell'Associazione Industriali di Udine: “Mi pare
giunto il momento di discutere un'obiezione che
è circolata, messa in giro da quanti non gradiscono specialmente l'insegamento del friulano a
scuola. Eccola: ‘Perchè studiare il friulano? Meglio l'inglese’. Si noti che lo studio del friulano a
scuola viene presentato come generatore di un
costo di opportunità, quello della rinuncia all'inglese. Quest'alternativa è un falso, da qualcuno
usato in buona fede, per superficialità; da altri
in cattiva fede. Nessuno, nè la direttiva europea,
nè la legge italiana di tutela delle lingue parlate
da comunità ristrette, nè atti a livello regionale
e amministrativo hanno mai prospettato un'alternativa del genere, peraltro stupida. I nostri
ragazzi studiano l'inglese, o altra lingua scelta,
assieme al friulano e all'italiano; e probabilmente meglio, conoscendo il funzionamento grammaticale della propria lingua madre”.
Consiglio la ristampa degli Atti di questo importante Convegno internazionale e in particolare la
relazione dell'allora vostro "Responsabile Cultura dell'Associazione Industriali di Udine", dr.
Tarcisio Mizzau, e la consegna della ristampa a
tutti i vostri iscritti, Presidente Calligaris incluso.
Cordialità.
Roberta Michieli
= L'intervento di
CHRISTIAN ROMANINI
Preseâts President Calligaris e President Luci,
o ai let cun interès lis pagjinis dedicadis a la
cuintriposizion "furlan vs inglês" sul mensîl
"Realtâ industriale".
O rispieti dutis lis posizions e mi plasarès che cul
stes spirt si frontàs simpri lis cuistions: par chest
mi à fat mâl lei che i "pretestuôs" a saressin chei
che a àn esprimût cualchi proteste tai confronts
des peraulis dal president Calligaris.
No jentri tal mert des ideis dal President Calligaris ancje se o soi une vore deludût des sôs
declarazions: aio di condiserâmi ancje jo un
"pretestuôs"? O lassi che a rispuindi al sedi
un sienziât espert di linguistiche (prof. Franco
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FRIULANO vs INGLESE?
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Il Focus pubblicato il mese scorso su realtà industriale dal titolo “Friulano Vs Inglese” ha suscitato notevole attenzione anche al di fuori del mondo industriale. In
particolare abbiamo ricevuto due interventi via e-mail , l'uno in friulano del vicedirettore della Patrie dal Friuli Christian Romanini, l'altro in italiano da Roberta
Michieli, curatrice (insieme a Giuliano Zelco) del volume “Venezia Giulia – la
regione inventata” edito da Kappa Vu, che in modo garbato criticano i contenuti
di alcune interviste di quell'articolo. Pubblichiamo volentieri entrambi i contenuti,
così come quello inviatoci da Tarcisio Mizzau, già responsabile culturale di Confindustria Udine (tutti i commenti hanno subito alcuni tagli per ragioni di spazio, che
tuttavia non ne alterano il contenuto)
Finco: “Se tu sâs il furlan tu imparis l’inglês”): o
soi convint che ancje voaltris o sês dacuardi che
su lis cuistions sientifichis al è impuartant scoltâ
il parê dai esperts che a fevelin su dâts cierts e
no su semplicis opinions (che la riviste "Realtâ
Industriale" e à definît "pretestuosis").
Par chest, sigûr che la pluralitât di espression e
sedi a la fonde de linie editoriâl ancje de vuestre
riviste, us domandi se al è pussibil dâ acet ancje
a chest intervent su lis vuestris pagjinis.
Ringraziant pe atenzion, us saludi.
Christian Romanini
= L'intervento di
TARCISIO MIZZAU
Di fronte alla provocatoria alternativa posta da
Realtà Industriale – “meglio il friulano o l’inglese?” – gli imprenditori friulani hanno dato risposte di un’esemplare maturità, apprezzando la
lingua friulana come valore culturale e l’inglese
come strumento per entrare in rapporto con le
popolazioni di tutto il mondo.
La risposta più chiara è venuta da Marco Calzavara: “Credo che il tema dell’alternativa fra
il friulano e l’inglese non si ponga nemmeno.
Sono convinto che la lingua friulana sia un patrimonio da preservare e difendere”.
Il paragone diretto fra friulano ed inglese non ha
senso: la lingua friulana incorpora per noi storia,
tradizione, cultura, identità. E’ un marchio di
fabbrica i cui valori hanno sede nel profondo,
si giudica prima di tutto con il cuore. L’inglese è
uno strumento indispensabile per il lavoro, alla
pari del personal computer. Qualcosa di freddo,
ma che ci serve, da giudicare con la ragione.
Non ci si poteva aspettare che le risposte degli
imprenditori fossero diverse. O qualcuno pensa
che sia compito di chi fa impresa raccogliere
la lacera bandiera di coloro che per un secolo,
fra immense sofferenze, hanno proclamato che
l’economia è il solo metro per misurare la bontà
delle scelte? In questo quadro orribile, sacrificare
una lingua che non serve direttamente l’economia, come quella friulana, sarebbe stato un
dovere.
Ma l’industria d’oggi è basata sulla conoscenza e
sui valori. Per questo, accanto al potenziamento
dell’Università, gli imprenditori considerano il
riconoscimento dei valori identitari un bene da
promuovere. E’ con l’umile lingua dei nostri
vecchi che vengono trasmessi la serietà dell’impegno lavorativo, il rispetto per gli altri, il piacere
per l’opera ben fatta: tutte qualità che assorbiamo nell’ambiente in cui ci formiamo e che ci
vengono riconosciute come elemento distintivo
nel mondo.
I cinesi sono portatori di una lingua di grande
importanza negli affari. Nella mia ultraventennale frequentazione di quel grande Paese, li ho
sempre trovati fieri di appartenere alla grande
Cina, ma anche orgogliosi di parlare della loro
Provincia, della famiglia e della lingua che parlano con i loro cari. Chi vuole rapportarsi non
superficialmente con loro, racconti – in inglese
– dei propri familiari, della storia della nostra
terra, dell’Udinese (i giovani la conoscono,
perché vedono le partite importanti del nostro
campionato di calcio). L’amore per la terra nativa, nella grande diversità delle culture, è fra noi
e loro un punto in comune, un ponte per aprire
un dialogo vero. Gli affari seguono.
Tarcisio Mizzau
INFORMAZIONE COMMERCIALE
CAFC SPA, nella Carta
dei Servizi un nuovo
“patto” con gli utenti
Il documento definisce tra l’altro i tempi
massimi entro i quali l’azienda è tenuta a
dare risposta alle richieste della clientela
In alto a destra: Eddi Gomboso, presidente di Cafc spa; qui sopra, la sede della società
V
enti giorni per un allacciamento,
cinque per l’attivazione della fornitura idrica, venti minuti di attesa allo
sportello. Sono questi alcuni degli standard
garantiti da Cafc spa sulla base della
nuova Carta dei Servizi recentemente
approvata dal Cda. Un vero e proprio
“patto” con gli utenti: per la precisione, un
patto rivisto e rinnovato, considerato che il
documento – contenuto in un opuscolo in
distribuzione a domicilio a tutti coloro che
fruiscono del servizio e che chiunque può
inoltre visionare sul sito internet www.
cafcspa.com - contiene diverse novità
rispetto alla “vecchia” Carta in vigore fino a
oggi. A richiederne l’adeguamento è stata
l’Autorità di ambito territoriale ottimale,
fissando gli standard minimi ai quali Cafc
spa, così come gli altri gestori, è chiamato
a uniformarsi.
L’obiettivo dell’azienda è quello di garantire
un servizio migliore e più qualificato, nel
rispetto di una serie di principi fondamentali che sono l’eguaglianza e l’imparzialità
di trattamento, la continuità del servizio,
la partecipazione, la cortesia, l’efficacia e
l’efficienza, la chiarezza e comprensibilità
dei messaggi e il rispetto delle condizioni
principali di fornitura.
La Carta risponde dunque a esigenze di
trasparenza e di corretta informazione,
fissando principi e regole nel rapporto tra
l’azienda che eroga i servizi e gli utenti che
ne fruiscono. In questo modo, assicura la
partecipazione dei cittadini, riconoscendo
loro il diritto di accesso alle informazioni e
di giudizio sull’operato del gestore. Tutto
questo secondo modalità ben precise, che
hanno lo scopo di favorire il dialogo tra
gli uni e l’altro. Il documento può dunque
essere considerato anche una sorta di
“mappa” per orientarsi tra i servizi offerti, i
tempi e le modalità di comunicazione con
il gestore. Più concretamente, tra le pagine
si possono trovare definiti in maniera precisa i tempi massimi entro i quali l’azienda
è tenuta a dare risposta alle esigenze della
clientela: dai dieci giorni per la cessazione
della fornitura ai sessanta per il rilascio
dell’autorizzazione all’allaccio alla pubblica
fognatura.
Ma la guida fornita dalla Carta va oltre, e
indica anche la strada da seguire qualora
tali tempistiche non fossero rispettate.
Per ciascuna inadempienza è previsto un
rimborso forfettario e, inoltre, qualsiasi violazione dei principi contenuti nella Carta
può essere segnalata attraverso un reclamo in forma orale o scritta e deve ottenere
risposta entro trenta giorni. in alternativa,
l’utente avrà da ora anche la possibilità di
rivolgersi alla Commissione di conciliazione
istituita presso Cafc spa e composta da
Cafc stesso e dalle associazioni dei consumatori accreditate. Inoltre, si stabiliscono le
facilitazioni per utenti particolari, continuando sulla strada da tempo intrapresa con
l’attivazione di un servizio a domicilio su
richiesta per utenti diversamente abili.
Vengono infine stabiliti i criteri con i quali
l’azienda valuterà la percezione da parte
degli utenti del servizio atteso e ricevuto e,
nella ricerca di un continuo miglioramento,
verranno concentrati gli sforzi per ridurre
decisamente le tempistiche di intervento
sulle rotture di tubazioni e il rilascio dei documenti su procedimenti autorizzativi.
dicembre09
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AGRODOLCE
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di Paolo Tarabocchia
dicembre09
65
L’Opinione
A PROPOSITO DI...
MADE IN ITALY
U
n aiuto in più contro la crisi globale, un’opportunità da saper cogliere. Il decreto legge che contiene le nuove misure a favore della tutela del “Made in Italy” sembra
finalmente accontentare tutti e mettere un freno a speculatori e “furbi” che, giocando sul
fascino dell’italianità hanno costruito fortune, ma attuando una concorrenza sleale che
ha pesantemente penalizzato negli ultimi anni l’intero sistema produttivo nazionale.
Ben venga, allora, questa sacrosanta tutela del “Made in Italy”, di
quei prodotti per la cui promozione su nuovi interessanti mercati
in prospettiva (dal Sud America ai Paesi del Golfo, tanto per citare) si sono realizzate di recente importanti missioni commerciali
che hanno coinvolto l’intero sistema Italia. Ben venga
l’applicazione delle sanzioni previste per chi
continuerà a ciurlare nel manico. Ma la
normativa rappresenta solo un piccolo
passo verso una maggiore trasparenza
del mercato ed è tuttavia legittimo non
aspettarsi che diventi una panacea universale, considerando gli enormi interessi
che ruotano attorno alle contraffazioni e
che coinvolgono migliaia di persone nella
stessa Italia... Insomma, uno strumento utile
ma che ha bisogno di essere accompagnato
da un insieme di altri comportamenti virtuosi. Da parte degli imprenditori, in primis
(poiché, se è lecito confidare nei miracoli, è
meglio comunque premunirsi camminando,
per quanto possibile, con le proprie gambe…),
perché il “Made in Italy” potrà trovare una crescente affermazione solo se sarà in grado di offrire
stile, originalità, accompagnata da qualità e da innovazione:
il che presuppone aziende di dimensioni tali da poter attuare i necessari e continui investimenti in ricerca e sviluppo e nella ricerca
di nuovi mercati. Tuttavia l’impegno degli imprenditori non è e non
sarà di per sé sufficiente. Ma qui, vista la situazione, si entra davvero nel campo del miracoloso. Perché sarà necessario che anche
da parte dello Stato ci sia un impegno forte e deciso per rendere
competitivo il sistema industriale. Impresa che, allo stato attuale
– considerando anche il richiamo della Commissione europea ad
un rientro dei conti pubblici entro i limiti previsti entro il 2012 e le
risorse sempre più ingenti richieste dal welfare (non solo pensioni,
ma soprattutto, in questa fase difficile e delicata dell’economia
reale, il sostegno per gli ammortizzatori sociali) – sembra quanto
mai improba. Tagli alle imposte e alle tasse, al di là di qualche
leggero “aggiustamento” paiono davvero opera ardua e
la razionalizzazione della spesa pubblica, ancorché indispensabile, non si annuncia comunque taumaturgica. Le
imprese potrebbero quindi sperare in qualche minor costo legato alla sburocratizzazione e in qualche risorsa per
ricerca e sviluppo, possibilmente messa a disposizione
con criteri un po’ meno peregrini dei colpi di mouse
dei recenti “click day”. La prosecuzione sulla strada
delle riforme e dell’emersione del sommerso
(altro elemento di concorrenza sleale – tutto
interno al nostro Paese – ma che mette
a rischio l’intero sistema quanto le contraffazioni) potranno aiutare a difendere
– assieme ad investimenti in formazione
e ricerca - il patrimonio di conoscenze e
di capacità del nostro sistema industriale.
Perché molte imprese italiane, per idee e capacità, meritano di potersi far conoscere sempre
più nel mondo – in un contesto di regole certe e
comportamenti legalmente corretti – al pari di quelli
che sono ormai status symbol come la Ferrari o i grandi stilisti.
Sperando che i primi ad affossare questa opportunità non siano gli
stessi italiani con i soliti comportamenti, quelli sì, proverbialmente
e spiacevolmente… Made in Italy.
Mauro Filippo Grillone
Molte imprese italiane, per idee e capacità, meritano di potersi far conoscere sempre
più nel mondo – in un contesto di regole certe e comportamenti legalmente corretti
– al pari di quelli che sono ormai status symbol come la Ferrari o i grandi stilisti.
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Fly UP