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La società italiana, luoghi comuni e stereotipi Allora.no

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La società italiana, luoghi comuni e stereotipi Allora.no
La società italiana, luoghi comuni e stereotipi
Allora.no
Traccia 1 – IL GUSTO E LA BELLA FIGURA
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata)
i. Per gli italiani, l´aspetto esteriore (utseende) è molto importante. Pensate a come si vestono
gli italiani (l´eleganza, il gusto, la moda) ma anche il design e l´architettura.
ii. Per alcuni l´aspetto esteriore è anche più importante del contenuto (innholdet). Questo è
«il trionfo dello stile sul contenuto» (stilens seier overfor innholdet). Un po’ come l´opera
lirica (trama molto semplice contro la bellezza della musica, della scenografia e dei vestiti).
iii. Gli italiani vivono in un´opera, sono gli attori di se stessi e per loro è molto importante
recitare la propria parte. Per questo motivo tutto sembra più esagerato (overdrevet), basta
pensare all´uso delle mani quando si parla. Gli italiani pensano di essere privilegiati, di
vivere nel paese più bello del monto, di parlare la lingua più bella del mondo e di avere la
cucina e lo stile di vita migliore al mondo. La loro vita è tutta una grande recitazione!
iv. Un italiano può riconoscere (å gjenkjenne) un turista da lontano, non solo per il modo di
vestire (mote man kler på seg). Non basta vestirsi “all´italiana” . Bisogna saper “portare” i
propri vestiti (å bære sine kær). Da qui il termine italiano “il portamento”, ovvero avere
“gusto” (smaken) nella scelta dei vestiti per le diverse occasioni. (ok sandaler og
kortbukser, men ikke for å gå å spise i en bra restaurant, og aldri sandaler med sokker).
v. Fare una bella figura significa “å gi et godt inntrykk” e anche “å ta seg godt ut av en
uventet situasjon/hendelse”.
vi. “Fare una bella figura è molto importante in un colloquio di lavoro (jobbintervju) e in una
riunione di lavoro (møte på jobb). Se andate in Italia per lavoro, ad esempio per firmare un
accordo di collaborazione o un accordo con un fornitore (leverandør), allora è importante:
1) vestirsi bene, 2) contattare la segretaria dell´ufficio in Italia per farsi dare dei consigli su
come comportarsi. Ad esempio: “chi paga la cena in un ristorante?”, “Dove andare a
mangiare?”, “ A che ora mangiare/ fare la pausa”, “scambio di gadget, che cosa è
preferito?”, 3) Parlare della propria famiglia (famiglia + carriera = successo).
LAVORO DI GRUPPO
a) Che cosa significa «fare una bella figura» per un norvegese?
b) Esiste qualcosa di simile al «gusto» in Norvegia?
c) Per i norvegesi, il contenuto è più importante dell´aspetto esteriore?
Traccia 2 – IL MAMMONE ANCHE DETTO «IL BAMBOCCIONE»
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata)
i. Questo è lo stereotipo forse più conosciuto sugli italiani. Essere “mammoni” (mammas
gutt) significa essere molto attaccati (tilknyttet) alla mamma, vivere con i genitori fino al
matrimonio, fare partecipare la propria madre nelle decisioni importanti della vita. Per gli
italiani è molto difficile da capire perché i giovani norvegesi vengono buttati fuori (blir
kastet ut) da casa già a 18 anni!
ii. Le donne lasciano (forlater) la casa dei genitori prima degli uomini. Vogliono liberarsi
(frigjøre seg) dal controllo dei genitori! La femminilità è una virtù coltivata anche dalle
femministe in Italia. Il make-up (il trucco), le gonne e i tacchi alti non sono mai andati fuori
moda in Italia. Le donne amano lasciar credere agli uomini di essere forti e «macho», ma in
realtà sono le donne (che poi diventeranno «mamme») a essere i veri capi-famiglia, quelle
che alla fine prendono le decisioni più importanti in casa.
iii. Anche quando l´uomo va a” vivere da solo”, mantiene sempre un contatto molto stretto con
la mamma. Se abita vicino, è normale portarle i vestiti a lavare e stirare. La mamma poi ha
sempre delle lasagne -fatte in casa- in congelatore. Dopo che si sposa, il pranzo della
domenica a casa della mamma diventa un obbligo.
iv. Le cause economiche sono: disoccupazione (arbeidsledighet) e assenza di studielån (in
Italia abbiamo un sistema di borse di studio/stipend solo per i più bravi). Il mutuo (huslån)
si può ottenere solo con un lavoro fisso. In Italia si costruiscono poche case! Al contrario
della (i motsentning til) Norvegia, non c´è stata speculazione nel mercato delle case. Inoltre
le famiglie con i figli «a carico» (forsørget) pagano meno tasse (skatt).
v. Gli italiani sono ai primi posti in Europa per il risparmio (sparing). Gli italiani non
amano affittare (å leie) la casa (sono soldi buttati dalla finestra/ pengene som blir kastet ut
av vinduet). In Italia esiste la percentuale europea più alta di proprietari di case (huseiere).
Più del 60% degli italiani sono proprietari della casa dove vivono. (nota bene: finito di
pagare il mutuo - nedbetalt huslån).
vi. Lo stato italiano è povero e ha un elevato debito pubblico (statsgjeld). Sono gli italiani
stessi, con i loro risparmi investiti in obbligazioni/ (statsobligasjoner), a essere i creditori
dello stato e non la finanza internazionale come nel caso della Spagna e della Grecia. In
Norvegia è il contrario. Qui in Norvegia, lo stato è ricchissimo, mentre i cittadini sono pieni
di debiti (huslån, lån for å kjøpe seg hytte, båt, bil, ferie, studielån, kredittlån). Questo
perché il sistema fiscale norvegese (skattesystem) premia chi ha un debito elevato (fradrag
på gjeld).
vii. Un terzo dei matrimoni in Italia finisce con la separazione. Questo succede quando le
mogli non riescono a competere con le «mamme» con uomini che rimangono «bambocci».
LAVORO DI GRUPPO
a) Secondo te, i giovani norvegesi sono mammoni?
b) Esiste una differenza tra i giovani che vivono nelle città e quelli che vivono nei distretti?
Traccia 3 – LA TOLLERANZA
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata)
i. La chiesa cattolica divide i credenti (troende) in due gruppi: i praticanti (praktiserende) e i
non praticanti. Solo circa il 30% degli italiani sono praticanti, vanno a messa tutte le
domeniche e seguono (å følge) le regole del Papa su aborto, profilattico e divorzio.
ii. Con la confessione (skriftemål) il prete può “perdonare” (å tilgi) il credente, che può
peccare liberandosi la coscienza (samvittighet) con un “Padre Nostro” e qualche“Ave
Maria”. L´infedeltà (utroskap) e l´imbroglio (svindel) non sono considerati come “peccati”
(sinn), ma come “debolezze umane” (menneskelig svakhet). Gli italiani dimenticano che
per essere perdonati, bisogna anche pentirsi e fare il possibile per non ripetere lo stesso
peccato.
iii. Il lato positivo è la “tolleranza” che nasce dalla possibilità di essere perdonati. Non esiste
in Italia il “pietismo” che si trova qua in Norvegia, specialmente nelle comunità delle
«bedehus» dove chi fa un errore viene allontanato dalla famiglia e dalla comunità, come è
successo, ad esempio, nel caso di Arnfinn Nordbø (Betre død enn homofil - Samlaget). Gli
italiani bevono un bicchiere di vino durante la settimana e non hanno un giorno fisso per
mangiare caramelle e cioccolatini (godteri - man skal ikke skamme seg for å kose seg i dette
livet). In Italia non esiste «La legge di Jante».
iv. In Italia la chiesa è separata dallo stato (laicità come in Francia). I preti non sono pagati
dallo stato come in Norvegia. Gli italiani, quando pagano le tasse, decidono a chi dare l
´5x1000. Nonostante questo la chiesa influenza (influenzare= å påvirke) molto la vita
politica italiana. La via a Palazzo Chigi (regjeringskontor) passa sempre da Piazza San
Pietro.
v. La legge per la legalizzazione dell´aborto (abortloven – selvbestemt abort) esiste, come in
Norvegia, dal 1978 (in Italia alcuni mesi prima!).
vi. La chiesa cattolica è tollerante rispetto a separazione e divorzio (skilsmisse) e ha un
proprio tribunale (egen domstol), la Sacra Rota, per annullare il matrimonio cattolico
(generalmente quando non si possono avere bambini o quando il matrimonio non viene
«consumato»).
vii. Il numero degli stranieri in Italia è aumentato tantissimo nel giro di 25 anni (1% della
popolazione nel 1990, quasi il 10% nel 2015). Gli italiani sono in generale tolleranti nei
confronti degli stranieri e in Italia non sono mai stati registrati gli stessi problemi di
integrazione che sono stati registrati in Francia o in nord europa.
LAVORO DI GRUPPO
a) I norvegesi sono tolleranti?
b) In Norvegia esiste il perdono per chi sbaglia, soprattutto per i politici?
c) Spiega a un italiano che cosa è la legge di Jante.
Traccia 4 – IL FURBO, IL FESSO E L´ESIBIZIONISTA
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata)
i. Le regole in Italia sono considerate come (betraktet som) un attentato terrorista (terrorangrep) all´intelligenza. Questo si vede nel traffico. 1) Perché fermarsi al semaforo
(traffikklys) per fare passare i pedoni (fotgjengere) quando non ci sono persone? 2) Perché
fare la fila alle Poste quando si deve solo chiedere un modulo da compilare (et skjema som
skal fylles ut)? Per gli italiani le regole sono fatte per essere interpretate (for å være tolket).
Non seguire le regole alla perfezione significa «essere furbo» (“å være smart” ma anche “å
være sleip”). Il contrario è «essere fesso» (den som sitte igjen med den svarte Per). Una
persona che segue le regole alla lettera è un fesso.
ii. In Italia ci sono ca. 60 milioni di abitanti e 55 milioni di “V.I.P. -> persone molto
importanti” che voglio sempre ricevere (å få) un trattamento particolare (spesiell
behandling). Il resto, 5 milioni, sono gli immigrati.
iii. La femminilità. Per le donne è importante esprimere la propria femminilità. La gonna e il
trucco a lavoro sono molto più diffusi che in Norvegia.
iv. Molti italiani sono esibizionisti, e non solo quando parlano a voce alta al telefono cellulare.
(Lei non sa chi sono io!). Molti credono di poter avere un trattamento speciale se
conoscono qualcuno che lavora in un ufficio pubblico (offentlig kontor). Questo era valido
negli anni passati. Adesso le regole sono uguali per tutti, e questo è un po´difficile da
capire, specialmente per le persone anziane.
v. L´esibizionismo degli italiani si mostra spesso quando parlano a voce alta al telefono, con
tutta l´intenzione di far capire agli altri cosa diciamo, come per dire “ascolta chi sono io”.
vi. Agli italiani non piace fare la coda (kø). Ad esempio, chi lavora in un bar in Italia, ha la
grandissima capacità di capire chi viene prima e va servito per primo. Per questo motivo è
importante farsi avanti (å fremme seg) e cercare di incrociare lo sguardo (å krysse blikket)
del barman.
vii. Agli italiani non piace comprare le cose su Internet. L´italiano vuole sempre vedere negli
occhi la persona che deve vendergli (å selge til ham) qualcosa. È tipico (è da furbi) fare
sempre una telefonata dopo aver spedito una mail, non solo per essere sicuri che questa
arrivi, ma anche per garantirsi un trattamento speciale (l´esibizionista). Per questo motivo
gli italiani odiano le macchinette automatiche (selvbetjening / automater), preferiscono
fare una lunga fila (kø) per comprare un biglietto del treno, invece di (isteden for) usare una
macchinetta. Tutti sono furbi e tutti hanno paura di essere imbrogliati (å bli lurt).
LAVORO DI GRUPPO
a) Si dice che gli svedesi sono i «tedeschi» d´Europa. Anche i norvegesi amano le regole, ma non
sono severi come gli svedesi e i tedeschi, mentre i danesi hanno un rapporto più rilassato nei
confronti delle regole. Sei d´accordo?
b) Secondo te, i norvegesi - nel loro piccolo - sono furbi? Descrivi alcune furbizie dei norvegesi.
Traccia 5 – IL GARBO E LA VITA PRIVATA
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata)
i. Fare le cose con «garbo» significa fare le cose con eleganza, con gentilezza, con
delicatezza.
ii. Agli occhi degli italiani, gli scandinavi sono:
1) BRUTALI E TROPPO DIRETTI. ad esempio, in Italia, a lavoro non potete mai dire “skulle du ikke sende
meg en mail?” bensì: “beklag, men jeg hadde forstått at du kanskje skulle sende meg en mail.” (dire le cose
con garbo = med omtanke).
2) POCO EDUCATI (dårlig oppdraget). Queste quattro parole sono importantissime: permesso, scusa, per
favore, grazie. Non è importante imparare ad usare il “LEI” (lezione 25) se si impara a utilizzare queste tre
parole.
3) NON AMANO L´IGIENE. I turisti italiani che visitano la Norvegia si lamentano sempre del fatto che nelle
camere d´albergo non si trova il “bidet”. Per gli italiani, soprattutto per le donne, è normale fare la doccia la
mattina e il bidet prima di andare a letto. In Norvegia ci si lava solo i denti prima di andare a dormire! Nei
supermercati italiani poi, gli scandinavi prendono il pane e la frutta senza usare i guanti (hansker) e al bar
poggiano la pasta/il panino sul tavolo/bancone senza usare il piattino/fazzoletto di carta.
4) NON SI SANNO CONTROLLARE QUANDO BEVONO. In Italia far vedere di essere ubriachi non è
positivo e dimostra che non si sa reggere l´alcol (ikke tåle alkohol). Per contro gli italiani possono urlare,
scherzare e divertirsi (quasi come se fossero ubriachi) senza bere una goccia di vino!
5) NON SI SANNO PRENDERE CURA DEI FIGLI. Gli italiani, soprattutto le donne, guardano sempre con
un po´di preoccupazione (bekymring) i genitori scandinavi che lasciano correre i loro bambini seminudi per
strada o che raccolgono un ciuccio (smukk) caduto per terra e lo mettono direttamente nella bocca del
bambino. I genitori italiani sono iperprotettivi nei confronti dei bambini.
iii. Per gli italiani la privacy è sacra (hellig):
1) Hanno sempre le persiane e le tende chiuse alle finestre;
2) Hanno dei muri alti per delimitare (begrense) la proprietà (house is a bunker);
3) La privacy scompare però quando fanno gli esibizionisti.
4) La legge che vieta il fumo nei locali pubblici è una delle leggi più rispettate dagli italiani proprio perché il
fumo invade la privacy.
LAVORO DI GRUPPO
a) Esistono degli stereotipi simili per noi italiani? Fai una lista.
b) Perché i norvegesi non usano le tende la sera, perché le loro case sono delle vetrine dove
chiunque può osservare cosa succede dentro casa?
c) Perché i norvegesi non delimitano la proprietà con staccionate e cancelli?
Traccia 6 – IL VOLONTARIATO E LA FAMIGLIA
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata)
i. I Norvegesi hanno una parola che è difficile da tradurre in italiano: “il dugnad”. In Italia
invece abbiamo qualcosa di simile (noe som ligner): il volontariato. Molti giovani, ma
anche anziani, si iscrivono in diverse associazioni per prendersi cura di (for å ta vare på):
animali domestici abbandonati, persone malate, portatori di handicap, persone sole... Le
associazioni che fanno volontariato sono tantissime in Italia. Possiamo dire che il dugnad in
Italia non si ferma al candominio (borettslag, sameie) ma va oltre. Alcune di queste
associazioni sono cattoliche, altre sono laiche (non religiose).
ii. il 5X1000 alle ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale). Queste sono più
di 500.000 e senza di loro, il welfare state italiano non funzionerebbe. Il personale delle
ambulanze e i pompieri sono spesso volontari.
iii. La famiglia è anche questa una forma di volontariato. I genitori finanziano gli studi dei
figli (quando non è possibile prendere una borsa di studio/stipend perché il reddito dei
genitori non è basso o perché si è indietro con gli esami). Inoltre i genitori aiutano i figli
dando loro (ved å gi dem) la possibilità di vivere in casa fino a quando non si sposano. In
molti casi danno loro i soldi per comprare casa. Quando i genitori diventano vecchi,
cambiano i ruoli (skifter roller). I figli aiutano i genitori anziani e spesso li prendono a casa
con loro. In italiano diciamo che i figli sono il bastone (stokke) della vecchiaia.
iv. In Italia abbiamo poi la “pensione per l´accompagnamento” (pensjon for å følge/ være
med -> omsorgslønn) ovvero la possibilità di stare a casa e ricevere un aiuto economico per
stare insieme a un parente malato o diversamente abile (con handicap).
v. In Italia vivono molti anziani e pochissimi bambini. Ci sono molti anziani perché Mussolini
premiava le famiglie con molti figli (un figlio = un soldato). Prima era normale avere
almeno 10 tra fratelli e sorelle. Oggi tutti questi “figli di Mussolini” sono anziani, mentre
adesso si fa al massimo 1,2 bambino/i per famiglia! Le ragioni sono molte. In Italia si
finisce di studiare tardi, in media a 24/25 anni, e poi è difficile trovare un lavoro subito
dopo gli studi. Trovato il lavoro è importante fare carriera e per comprare casa è necessario
un lavoro fisso. In Italia esistono gli asili (le scuole Montessori e il modello di Reggio
Emilia nascono in Italia), esistono gli assegni famigliari, e i bonus bebè (kontantstøtte). Le
donne hanno diritto a 5 mesi di maternità obbligatori = 2 mesi prima della nascita/ 3 dopo
(gli ultimi tre possono essere presi dal padre) con 80% dello stipendio + sei mesi facoltativi.
vi. I genitori italiani sono iperprotettivi nei confronti dei propri figli.
LAVORO DI GRUPPO
a) Descrivete a un italiano, che non conosce la Norvegia, che cosa è il dugnad.
b) Il dugnad è volontario o può anche essere obbligatorio?
Traccia 7 – LA CREATIVITA´ E LE “COSE ALL´ITALIANA”
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata)
i. La creatività si dimostra (viser seg) nella moda (Gucci, Armani, Valentino, Dolce e
Gabbana, Bulgari), nel design (Pininfarina, Giugiaro) e nell´architettura (Lorenzo Piano,
Nervi), nella scienza: Leonardo da Vinci, Volta (batteriet), Marconi (Radioen) e Fermi
(kjernekraft). In Italia studiano ingegneri e architetti che sono ricercati in tutto il mondo.
ii. La creatività si concretizza nella produzione di automobili (Ferrari, Maserati, Lamborghini,
Alfa Romeo), motociclette (Moto Guzzi, Vespa, Ducati) e motoscafi di lusso (Riva).
iii. Gli italiani hanno creato il movimento Slow Food e sono stati pionieri nell´agricoltura
biologica e nell’agricoltura a chilometri zero (kortreist mat). L´Italia è il più grande
produttore europeo di alimentazione biologica (økologisk mat), oltre a produrre formaggi
(parmigiano) e insaccati (spekemat), come il prosciutto di Parma, esportati in tutto il
mondo.
iv. La forza economica dell´Italia sono le piccole aziende (bedrift), spesso collegate fra loro (i
distretti industriali). Queste piccole aziende, super specializzate, collaborano per arrivare
alla realizzazione del prodotto finale. Nei periodi di crisi economica sono molto più
flessibili delle grandi aziende. Gli operai più bravi e più creativi lasciano poi l´azienda
“madre” per mettere su (å reise opp) una propria piccola azienda fornitrice di un prodotto
utilizzato nel ciclo produttivo dell´azienda madre.
v. Gli italiani preferiscono prendere le loro decisioni sulla base della loro intuizione (på basis
av intuisjon) e non sulla base di ragionamenti analitici (analytisk resonnement). Questo
spesso comporta (medfører) che le cose vengono fatte “all´italiana”. Per questo motivo può
essere difficile collaborare con aziende italiane. In ogni caso abbiate fiducia del vostro
partner commerciale in Italia, questo conosce meglio il mercato italiano rispetto a voi.
vi. Quando gli italiani dicono “fare le cose all´italiana” intendono: “fare l´opposto di quello
che gli altri fanno”, oppure “arrivare allo stesso risultato seguendo altre strade”. Non
sempre questo modo di dire (uttrykk) ha un significato positivo, anzi (tvert imot), il
significato è spesso ironico. Non c´è dubbio però che alcune volte questo porta a risultati
positivi.
vii. Si dice che gli italiani siano maestri nell’arte dell’arrangiarsi, ovvero di trovare soluzioni
anche ingegnose e geniali ai problemi.
Attenzione, sono invenzioni italiane: i blue jeans (blu di Genova), l´autostrada, la jacuzi, il PC
(Olivetti), il microprocessore, il pianoforte, la banca, la contabilità (partita doppia), il taxi…
LAVORO DI GRUPPO
a) Che cosa hanno inventato i norvegesi? Attenzione: osthøvel è norvegese, ma non binders.
b) Esiste un modo di fare le cose «alla norvegese», ad esempio che cosa è lo «skipper tak»?
Traccia 8 – IL CAMPANILISMO
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata )
i. Lo sport più diffuso in Italia è la «critica». Tutti gli italiani sono «primi ministri» e
«allenatori della nazionale». Gli italiani parlano spesso molto male dell´Italia e degli
italiani, ma elogiano (elogiare = å rose) spesso la loro città o il proprio borgo di origine.
ii. In Italia non esiste un forte sentimento nazionale. Gli italiani portano fuori (å ta med ut) la
bandiera (flagget) solo quando gioca la nazionale (landslaget) o quando vince un italiano
al Giro d’Italia, o quando vince la Ferrari al Gran Premio.
iii. Il sentimento nazionale si dimostra (viser seg) solo a livello (nivå) della propria città o
paese d´origine (campanilismo = klokketårn nasjonalisme).
iv. Se avete un amico italiano, ricordate di elogiare sempre il suo paese/città (=il campanile).
Il proprio campanile é come la mamma per un italiano.
v. In Italia esistono molte differenze fra i vari paesi/città, diversi dialetti e tradizioni culinarie.
In alcuni casi, come a Siena, l´appartenenza è legata al quartiere di appartenenza e non all
´intera città.
vi. La festa del santo di paese o di quartiere (il santo patrono = skytshelgen) è sentita come il
17 maggio in Norvegia.
LAVORO DI GRUPPO
a) Prova a raccontare a un italiano che non conosce la Norvegia, che cosa è il 17 maggio?
b) Parlate del regionalismo norvegese (Vest-Nord-Østlandet).
Traccia 9 – L´AMICIZIA
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata )
i. In Italia è molto facile parlare con persone che non si conoscono, ad esempio su un treno o
in un ascensore (heis).
ii. Quando si conosce un italiano bisogna aspettarsi (å forvente seg) che questo faccia
domande molto personali del tipo: dove hai studiato? Che cosa fanno i tuoi genitori? E
altre domande molto personali che servono per creare fiducia.
iii. In Italia è però molto difficile stringere un´amicizia stretta. Gli italiani sono molto
diffidenti e si muovono sempre in gruppo. Per uno straniero, o anche per un italiano, può
essere difficile entrare in un gruppo di amici e sentirsi bene accettato da tutti.
iv. Il gruppo di amici è formato spesso da persone che si conoscono da molti anni, spesso dal
periodo della scuola elementare!
v. Dopo che uno straniero riesce (klarer) a fare amicizia, deve essere pronto a fare amicizia
anche con il resto del gruppo e deve ricordare che l´amicizia va coltivata (dyrket). Non
basta chiamare solo quando non si sa cosa fare un venerdì sera.
vi. Attenti a dire di “sì”. Se vi invitano a una cena, anche senza fissare la data, e dite “sì”,
allora l´amico/ il gruppo si aspetta che voi facciate il possibile e anche l´impossibile per
andare.
LAVORO DI GRUPPO
a) Spiega a un italiano come funziona l´amicizia in Norvegia (sygrupper, jente- og gutteturer).
b) Esiste una marcata distinzione tra «amici» e «conoscenti» anche in Norvegia?
Traccia 10 – PARLARE CON LE MANI
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata )
i. La mimica (il gesticolare) è una caratteristica tipica degli italiani . Gli italiani non riescono
a parlare senza muovere le braccia e senza fare segni con le mani. Puoi riconosce un
italiano in televisione anche senza ascoltare l´audio!
ii. I gesti vengono utilizzati per chiarire o enfatizzare un concetto (forklare et begrep), per
suggerire parole che non si vogliono pronunciare (for å foreslå ord som man ikke vil si).
Oppure, anche più semplicemente, per dare un messaggio a una persona che si trova
lontano, o quando non si ha voglia di parlare.
iii. Perché gli italiani hanno bisogno di enfatizzare (å understreke) quello che dicono? Andrea
De Jorio (nel 1700) ha studiato gli affreschi appena ritrovati di Pompei ed Ercolano e ha
scritto un libro sulla mimica degli antichi napoletani. È probabile che la mimica abbia
avuto origini nell´antica Roma, quando potevano diventare cittadini romani tutti gli
abitanti delle provincie dell´impero. Per questo motivo abitavano in Italia molte persone ( e
non solo schiavi) che non conoscevano bene il latino. La mimica aiutava a farsi capire,
come un linguaggio universale.
iv. Anche nel parlare gli italiani amano enfatizzare (overdrive). In norvegese, ad esempio, si
dice: “Jeg gjorde det hundre (mange) ganger”, in italiano invece “l´ho fatto un milione di
volte” (alcuni dicono anche “un miliardo di volte”).
v. Anche nell´uso della grammatica si enfatizza tantissimo. In italiano parlato abbiamo un
´inflazione nell´uso dei pronomi (a Marco, gli telefono domani / mangiala la mela), la
doppia negazione (non è mai a casa), l´uso non necessario dei riflessivi (mi mangio una
mela), i numerosi modi di dire (in bocca al lupo), la moltiplicazione dei sinonimi e delle
forme scritte (i giornali sono scritti in un modo diverso da quello usato quando si parla).
LAVORO DI GRUPPO
a) Prova a tradurre in norvegese queste espressioni:
- Mettere le mani in avanti (å selge seg ut);
- Lavarsene le mani (å ikke ta ansvaret);
- Stare con le mani in mano (å være lat).
Traccia 11 – LA DOLCE VITA
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata )
In latino si diceva “mens sana in corpore sano” (mente sana in corpo sano -> en sunn sjel i et sunt
legeme). Questo è ancora valido per gli italiani. La dolce vita è il risultato della somma di questi
quattro elementi: famiglia + amici + buona cucina + sport e vita all´area aperta + allegria.
i. Andare a mangiare fuori spesso con gli amici o con la famiglia (riunioni familiari per
festeggiare anniversari e compleanni, feste con gli amici, aperitivi con i colleghi). La parola
«compagnia = selskap = company» deriva dal latino «cum pani = med brød», ovvero lo
stare in compagnia è collegato allo stare insieme per mangiare.
ii. Stare all´aria aperta: la passeggiata serale (andare avanti ed indietro nella via principale
del paese per chiacchierare), la passeggiata della domenica (compresa la sosta al bar per
fare colazione con le paste), la gita fuori porta (con o senza picnic).
iii. La ricerca delle radici: la casa in campagna o nel paese d´origine. Molti italiani si
trasferiscono dalla città al paese d´origine quando vanno in pensione. Questo succede
ristrutturando la casa dei genitori, oppure acquistando una seconda casa.
iv. La vigna (vingård) del pensionato. Il sogno di molti italiani che vanno in pensione è
comprare un terreno, impiantare una vigna e produrre il proprio vino (vino di proprietà). In
alternativa dedicarsi alla coltivazione dell’olivo o dell’orto (kjøkkenhage).
v. L´interesse per la buona cucina. In Italia si parla di cosa mangiare a pranzo o a cena,
come in Norvegia si parla del tempo. La TV italiana è piena di programmi con corsi e
competizioni di cucina. In Italia è molto importante mangiare le verdure di stagione e avere
un´alimentazione equilibrata. Gli italiani odiano il fast food e i prodotti congelati. Il
movimento Slow Food, non a caso, è nato proprio in Italia.
vi. Gli hobby. Avere il tempo per dedicarsi a un hobby o a uno sport è molto importante per gli
italiani e spesso è un´ottima scusa per prendere una pausa dalla moglie o dal marito. Le
partite a calcetto sono un esempio. Le donne preferiscono invece le cure di bellezza (la
periodica visita dall´estetista e dalla parrucchiera) e gli sport aerobici (piscina, stepping,
acquagym…). Lo sport è spesso una scusa (unnskylding) per stare insieme con gli amici o
con le amiche. Gli italiano entrano nel ruolo di sportivi professionali e spendono tanti soldi
in abbigliamento e in attrezzatura. Lo «show off» ovvero (det vil si) «fare la bella figura» è
sempre molto importante. Solo il «fesso» va in bicicletta senza il lycra.
vii. L´allegria. Questa è una parola difficile da tradurre in norvegese. È uno stato mentale di
ottimismo e di gioia collettiva che si ottiene quando si sta insieme (in compagnia) con gli
amici e la famiglia. Per spiegarlo nel modo più semplice è come essere ubriachi ma senza
avere bevuto! Questo è un sentimento tipico della società italiana.
LAVORO DI GRUPPO
- Che cosa è la dolce vita per un norvegese, fai una lista.
Traccia 12 – LA CUCINA
(introduzione e spunti per la discussione/ chiacchierata )
i. La cucina italiana è una sintesi di diverse culture culinarie. Gli italiani hanno sempre
viaggiato e al ritorno dai loro viaggi hanno portato in Italia ingredienti nuovi che sono stati
inseriti nella cucina italiana. Caterina De Medici ha nel 1500 esportato l´arte della cucina
in Francia. Lei ha portato con sé da Firenze i suoi cuochi e un suo ricettario. In quel tempo
i francesi non conoscevano l´uso della forchetta!
ii. Di originale italiano non esiste quasi nulla: i pomodori vengono dall´America e sono stati
usati nelle cucine degli italiani solo alla fine del 1800; la pizza (=pita-brød) viene dalla
Turchia, la cultura del caffè viene dai paesi arabi; la pasticceria è anche questa un´arte
araba, portata in Sicilia dai musulmani; i panettieri dell´Antica Roma (durante l´impero,
abitavano a Roma circa un milione di abitanti e tutti avevano diritto al pane gratis!) erano
tutti greci; sono poi i greci che hanno insegnato agli italiani a coltivare l´ulivo; gli spaghetti
fatti con il grano duro sono arrivati in Italia con Marco Polo che li aveva visti in Cina e li
chiamava “vermicelli” (prima esisteva solo la pasta fresca con uova).
iii. La cucina italiana non è elaborata come la Nouvelle Cousine francese. Non esistono dosi
giuste e ricette, la cucina italiana è un modo di preparare i cibi. La mamma non usa mai la
bilancia (vekt) e tanto meno il ricettario (oppskriftsbok) quando prepara il pranzo. La
mamma apre il frigorifero, guarda cosa c´è dentro e decide poi come combinare insieme (å
sette sammen) gli ingredienti. Il soffritto è la base di molti piatti.
iv. La cucina italiana non è elaborata come la cucina francese. La cucina italiana è una
cucina di tutti i giorni, paesana (folkelig) e povera, fatta di ingredienti sani e semplici,
senza salse (saus) troppo elaborate. Gli italiani sono molto attenti all´uso dei prodotti di
stagione. Si cucina sulla base di cosa produce l´orto (kjøkkenhage).
v. In Italia esiste un rigido controllo per tutti quelli che producono e vendono prodotti
alimentari. La sicurezza alimentare (matsikkerhet) è molto importante per un popolo così
interessato alla buona cucina. Mattilsynet in Norvegia è stata creata nel 2004 sul modello
dell’ EFSA (European Food Safety Authority con sede a Parma) creata nel 2002 sul modello
del Nucleo Antisofisticazioni creato in Italia già nel 1962.
vi. In Italia non diciamo “takk for maten”, ma è molto importante elogiare (å rose) la cuoca e
apprezzare (å sette pris på) i piatti (retter) che si mangiano. Ricorda, se sei invitato a
mangiare a casa di qualcuno, non portare il vino o il dolce. Facendo così potresti mettere in
difficoltà la cuoca che forse ha preparato un buon tiramisù o che forse ha pensato di farvi
assaggiare il suo “vino di proprietà”. Un mazzo di fiori o al massimo una confezione di
paste (pasticcini) o cioccolatini è preferibile.
vii. Ricorda che - se l´appuntamento è per le 7, non arrivare mai alle 7:00 - 15 minuti di ritardo
sono la norma. Nota bene: per un italiano «kl.19» è qualsiasi orario dalle 19:00 alle 19:59.
LAVORO DI GRUPPO
- Descrivi la cucina norvegese.
FONTI - BIBLIOGRAFIA
(de første tre bøkene kan også kjøpes fra vår nettbutikk)
- Beppe Severgnini, La Bella Figura, Hodder & Stoughton.
- Kulturnøklene! Italia, Kunnskapsforlaget.
- Xenophobe’s guide - The Italians.
- Luigi Barzini, The Italians, Touchstone
Italienskkurs - www.allora.no
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