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Il comportamento problema
AUTISMO E
COMPORTAMENTI - PROBLEMA
…… OVVERO ….. I PROBLEMI
sono COMPORTAMENTO
Vicenza 15.01.2012
D.ssa M.Grazia Chilò
psicologa, psicoterapeuta
responsabile U.O. NPI – Thiene
ULSS n° 4 – ALTO VICENTINO
COMPORTAMENTI PROBLEMA
1
I PRESUPPOSTI ETICI
2
LE CONOSCENZE SCIENTIFICHE
SULLO SVILUPPO
3
GLI STRUMENTI
PRIMA CHE AUTISTICI….. PERSONE
• La persona disabile, autistica, è prima di tutto una
PERSONA . Deve essere allora considerata per la sua
umanità e quindi per la sua DIGNITÀ
• La persona disabile (bambino/adulto) viene considerata
non tanto per le differenze rispetto alla “normalità” e il suo
discostarsene, quanto per una PARI DIGNITÀ DI :
esprimere e comunicare
bisogni
sofferenza
umanità
• Ogni individuo ha dei
bisogni primari che devono
essere soddisfatti:
affetto, attenzione ,
riconoscimento
“cure”, ottenere quello che
si desidera….
o evitati :
dolore, disagio
noia, fallimento
La funzione del
comportamento è
quella di raggiungere alcuni
obiettivi umani universali
ciò che è diversa è la forma
del comportamento utilizzato
LA NATURA FINALISTICA DEL COMPORTAMENTO
• Nelle persone disabili la
comunicazione di bisogni,
sentimenti, richieste,
risulta più difficoltosa per
l’inadeguatezza dei
mezzi, per problematiche
cognitive, linguistiche…..
non per questo
non hanno la necessità di
esprimere ed
esprimersi…..
ed è il comportamento problema che spesso
raggiunge questo scopo
IL COMPORTAMENTO COME COMUNICAZIONE
• Il comportamento e’ il
linguaggio del bambino e
dell’adulto soprattutto se
con disabilita’ è “la sua
voce alta”…ha quindi uno
scopo
• Il bambino/adulto puo’
essere confuso, non
comprendere appieno il
discorso e le situazioni,
non prevedere le situazioni
ed incontrare frustrazioni e
fallimenti
Spesso bambino o
adulti con
disabilita’ non
riescono a parlare
con la fluidita’ che
abbiamo noi
Attraverso il
comportamento il
bambino/adulto puo’
dire cose che non
potrebbe
comunicare in altro
modo
IL COMPORTAMENTO - PROBLEMA
NEL NORMALE SVILUPPO INFANTILE
• I comportamenti problematici hanno stessi scopi,
stesse motivazioni, stessi schemi, nel bambino piccolo
normale
PLATONE: “l’essere appena nato ha fin dall’inizio un
modo di piangere … 348 a.C. (…..) così quando la
nutrice vuole scoprire i suoi desideri, indovina da
queste indicazioni che cosa offrirgli. Se il bimbo si
acquieta quando gli viene offerto qualcosa, essa
ritiene di aver trovato la cosa giusta, o quella sbagliata
se il pianto continua.”
Platone lo vede come un
comportamento che ha uno scopo
= atto comunicativo
ROUSSEAU “ quando i bambini iniziano a
parlare piangono meno… un linguaggio
viene sostituito da un altro. Quando
possono dirlo con le parole (……) perché
dovrebbero dire con il pianto?
( 1762 –
Emile )
COMUNICARE E’ UN
…..
BISOGNO
PRIMARIO
Comunicare … è un bisogno primario
Nelle ricerche più recenti:
• I bambini comunicano ben
prima di parlare
• Espressioni facciali, gesti e
vocalizzi, pianto: sono
considerate procedure
primitive di comunicazione
• Vengono progressivamente
sostituite da procedure più
complesse e raffinate fino al
linguaggio
• I bambini che sviluppano per
primi forme più avanzate di
comunicazione sono i primi ad
abbandonare il pianto come
forma primaria di
comunicazione
AGGRESSIVITA’ E COMUNICAZIONE
• Aggressione come comportamento pre - verbale di
comunicazione
• Alcuni atti aggressivi influenzano
l’altro in maniera prevedibile
se un b. colpisce un altro con la
mano aperta, questo smette
rapidamente di interagire
l’aggressore
….colpire un altro con “peluche”
con
Questo avviene solo fino
ai 2 anni
a 3 il bambino utilizza il
linguaggio per influenzare
i compagni e adulti
Di converso i bambini che
hanno uno sviluppo
comunicativo limitato o
compromesso risultano
più aggressivi,
disobbedienti od ostili
IN CONCLUSIONE ….
nella letteratura sullo
sviluppo normale:
il comportamento
problema ha
uno scopo
per l’individuo che lo
esprime
mano a mano che
gli individui raggiungono
nuove mete
abbandonano le
vecchie modalità
ALLORA COME
DEFINIRE IL
COMPORTAMENTO –
PROBLEMA ?
I comportamenti problematici sono tutti
quelli che, per una ragione o per l’altra,
creano problemi e difficoltà alla persona
stessa o nella relazione tra lui e il suo
ambiente.
Il comportamento problema funziona spesso
come forma primitiva di comunicazione per
gli individui che non possiedono ancora o
non usano, forme più sofisticate di
comunicazione tali da porli in grado di
influenzare gli altri per ottenere una vasta
gamma di effetti desiderabili, chiamati in
letteratura, “rinforzi” (E. CARR )
E’ LA PUNTA DI UN ICEBERG
•
•
•
•
•
Dipendenza
Stereotipie
Ossessività
Comportamenti problema
Auto/eteroaggressività
ALTERAZIONI:
Linguaggio
Funzioni esecutive
Teoria della mente
Motivazione e interessi
NELLA QUOTIDIANITA’…..
• I comportamenti problema:
frenano l’educazione, lo sviluppo,
esasperano, sfidano, stressano
trasmettono impotenza
fanno pensare che siano il risultato di
una causa biologica
e che non si possano modificare
• È facile allora affidarsi :
farmacologica
alla punizione
alla pseudo – risoluzione
o alla gestione assistenzialistica
alla contenzione
………..
QUANDO SI PUO’ DEFINIRE UN
COMPORTAMENTO COME “PROBLEMA”
• Un comportamento
che provoca
disturbo, danni o e’
pericoloso per la
persona
• Un comportamento
che interferisce con
l’apprendimento
• Un comportamento
che interferisce con
abilita’ gia’ acquisite
Scala di priorità e gravità (
Janney – Snell ):
1) comportamento
nocivo
2) comportamento
distruttivo
3) comportamento
distraente
Immagini tratte da Behavior Problems (B.L.
Baker, A.J. Brightman, L.J. Heifetz, D.M.
Murphy)
QUANDO UN COMPORTAMENTO E’ PROBLEMATICO …
Chiedersi:
Il comportamento è
una minaccia per la
vita della persona?
Il comportamento è
una minaccia per
l’incolumità fisica
della persona?
Il comportamento è
una minaccia per
l’incolumità fisica di
altre persone ?
Il comportamento
interferisce con la
possibilità di
apprendere ?
Il comportamento
disturba il processo
di apprendimento di
altri ?
Il comportamento
danneggia o
distrugge oggetti ?
Se non si interviene
si ritiene che il
comportamento
peggiorerà?
Il comportamento
interferisce con
l’accettazione della
persona? Produce
stigma?
(2005) M. Demchak,
K.W. Bossert
S
C
A
L
A
DI
PRIORITA’
PROPRIA
INCOLUMITA’
FISICA
ALTRUI
X
INCOLUMITA’
FISICA
DANNI A COSE
OGGETTI …
X
X
DANNI A COSE
OGGETTI …
INTERFERISCE
CON
L’APPRENDIM.
X
X
INTERFERISCE
CON
L’APPRENDIM.
PROVOCA
X
STIGMA
SOCIALE
VARIABILI CHE INFLUENZANO il
comportamento…..
LE FUNZIONI PREVALENTI DEI
COMPORTAMENTI PROBLEMA
funzione comunicativa
funzione
autostimolatoria
più frequente in soggetti molto carenti nelle
abilità comunicative; pensiamo ad esempio a
comportamenti gravi come l’autolesionismo e
le stereotipie, che sono quasi esclusivamente
presenti in soggetti che non hanno l’uso del
linguaggio
LA FUNZIONE COMUNICATIVA
• La natura finalistica è stata evidenziata in
numerose ricerche; fondamentali il ruolo:
dell’attenzione
della fuga o evitamento
dei risultati tangibili
Lorna Wing
si è espressa in proposito in
modo simile: “Spesso le
esplosioni di rabbia dei
bambini autistici sono dovute
al fatto che non riescono a
chiedere ciò che desiderano
usando la parola [...];
sfortunatamente imparano
che il modo più rapido di
ottenere ciò che vogliono, o
anche solo la presenza, è
quello di avere una bella
esplosione di collera
DEMCHAK- BOSSERT (2005)
PRESUPPOSTI DELL’ASSESMENT FUNZIONALE
Del comportamento problema
• Svolge una funzione specifica o molteplici
funzioni (ottenere - evitare …qualcosa)
• Ha un preciso intento comunicativo che va
rispettato (capito nella funzione e cambiato
nella topografia … non voglio farlo, ho
paura..)
• Si correla con gli eventi che lo precedono e
che seguono, non si manifesta casualmente
ma in un ambiente
NON E’ CASUALE
Gli studi evidenziano che:
aumenta la quantità di attenzione fornita
si ottiene maggior contatto sociale con gli
adulti
si evitano situazioni spiacevoli per il
soggetto
si accede più velocemente a situazioni
gratificanti
Lo stesso comportamento problema può
permettere di raggiungere mete diverse
Affermare che un
comportamento problema:
• ha un valore comunicativo
• assolve una funzione per
l’individuo
• si costruisce attraverso
una storia di
apprendimenti
non vuol dire che questo
comportamento sia
intenzionale o
necessariamente
consapevole
La quasi totalità dei comportamenti
problema è controllata da variabili
contestuali
I comportamenti problema NON sono
infatti un sintomo “biologico” dell'autismo
Quali strumenti per
intervenire?
IN GENERALE UTILIZZARE UN
APPROCCIO COMPORTAMENTALE:
E’ un approccio basato sui processi di rinforzo e sul
cambiamento del comportamento, attraverso tecniche
specifiche come ad esempio:
•
•
•
•
•
Identificazione del comportamento target
Analisi funzionale: determinazione degli
eventi del setting e degli stimoli
antecedenti e conseguenti che controllano
quel comportamento
Sistema di rinforzi: shaping
(modellamento) prompting (aiuti aggiuntivi)
fading (attenuazione dell’aiuto )
Time out (interruzione breve di attività
piacevoli)
Contratti comportamentali
…………..
APPROCCIO
COGNITIVO –
COMPORTAMENTALE
e
Analisi comportamentale
applicata (ABA)
Fare una analisi operazionale
No
È oppositivo
•È agitato
•È ribelle
•
……..
SI
•Grida
•Batte i
pugni
•Butta il
cibo per
terra ….
COME DESCRIVERE UN COMPORTAMENTO
OPERAZIONALI
• Descrizioni di azioni
•
GENERALI
• Definizioni
osservabili
raccolta dati su
frequenza, intensita’ e
durata
Es, Carla tira il cibo
Andrea urla al
supermercato
Luigi dà calci al
gatto
•
•
descrittive
generiche che
lasciano libera
l’interpretazione
soggettiva
Il comportamento
cosi’ descritto non e’
facilmente
misurabile,
quantificabile
Es Carla è viziata
Andrea pigro,egoista
INDICARE:
FREQUENZA
INTENSITA’
DURATA
La frequenza indica il numero di volte
che un comportamento viene emesso in
una determinata situazione.
è in riferimento ad essa che può essere
individuata la probabilità di comparsa di certe
risposte.
Skinner (1953), "le espressioni quotidiane che
rispecchiano il concetto di probabilità,
tendenza o predisposizione …
descrivono le frequenze con le quali le parti di
comportamento si presentano. Non osserviamo
mai una probabilità come tale; diciamo che [...]
un individuo è molto interessato alla musica
quando suona, ascolta e parla molto spesso di
musica"
La durata indica la
lunghezza del periodo di
tempo nel quale il
comportamento oggetto di
osservazione si manifesta.
si riferisce ai comportamenti
che si caratterizzano
soprattutto per gli aspetti
temporali (anziché per gli
aspetti legati alla frequenza di
emissione).
l'intensità
con cui si
presenta un comportamento
COME OSSERVARE, MISURARE E
MODIFICARE UN COMPORTAMENTO alcune
considerazioni generali
SVILUPPARE UN ASSESSMENT FUNZIONALE
ATTRAVERSO:
1)L’INTERVISTA ( AI GENITORI,EDUCATORI…)
2)OSSERVAZIONE DIRETTA
3)SPERIMENTAZIONE
OVVERO
DESCRIVERE…
CATEGORIZZARE….
VERIFICARE
SCHEDA PER LA RACCOLTA DATI
COMPORTAMENTO:PICCHIARE E GRAFFIARE
Atti Ora
vità rio
/
/
gior
ni
1
2
3
4
5
88.30
99.30
II
10 10.3
0
1111.3
0
……
……
I
III
IIII
IIIII
IIIII
6
7
……
FARE L’ANALISI
COMPORTAMENTALE APPLICATA
antecedente
comportamento
conseguente
Mamma e papa al
supermercato
Il b. urla piange e si butta
per terra
Papà compra un
gioco
Insegnante parla con chi
entra in classe
Il b. butta il quaderno dalla
finestra
Insegnante
smette di
parlare e lo
sgrida
SCHEDA PER L’ANALISI ABA
(analisi comportamentale applicata -
antecedente comportamento conseguente)
ALUNNO
ANTECEDENTE
DATA
COMPORTAMENTO
A. È IN UNA CLASSE E A. PICCHIA IL SUO
OSSERVA I
COMPAGNO DI BANCO
COMPAGNI.
L’INSEGN. STA
LAVORANDO
SINGOLARMENTE
CON OGNI B.
CONSEGUENTE
IL B. PIANGE;
L’INSEGNANTE VA DA A.
E SI SIEDE ACCANTO A
LUI PER SPIEGARGLI
perché NON DEVE
PICCHIARE
Il bambino capisce meglio:
linguaggio parlato
linguaggio scritto
gesti –segni
foto –immagini –disegni
oggetti
comunicazione motoria
FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE
Da Watson L.R., Lord C., Schaffer B., Schopler E., La comunicazione
spontanea nell'autismo (secondo il metodo Teacch), Erickson, Trento, 1997.
1.CHIEDERE QUALCOSA:il bambino fa capire che
vuole che gli si dia qualcosa (oggetto), che si faccia
qualcosa per lui (azione), o chiede l’autorizzazione
per fare qualcosa.
2.ATTIRARE L’ATTENZIONE:il bambino fa capire che
vuole che una certa persona lo guardi, gli presti
attenzione
3.RIFIUTARE/OPPORSI:il bambino esprime il rifiuto
di un oggetto o un’attività che gli viene proposto.
4.FARE DEI COMMENTI/OSSERVAZIONI: il bambino
segnala dei commenti su se stesso, su oggetti, su
altri, che fanno parte dell’ambiente circostante.
5.DARE INFORMAZIONI: il bambino da informazioni
su qualcosa che è successo o che deve succedere,
fa capire qualcosa che l’altro non sa, lo “informa”
rispondendo ad una domanda di cui l’altro non
conosce la risposta.
6.RICERCARE/CHIEDERE INFORMAZIONI Il
bambino fa capire che vuole sapere qualcosa o
che vuole informazioni su qualcosa che sta
cercando.
7.ESPRIMERE EMOZIONI: il bambino fa capire
come si sente, fisicamente e psichicamente,
manifesta il suo piacere o malessere
8.COMPORTAMENTI SOCIALI: il bambino si
esprime utilizzando routine sociali (per es. i saluti)
COME INTERVENIRE
quale strategia?
INTERVENTO PSICOEDUCATIVO
E COMPORTAMENTI - PROBLEMA
• L’obiettivo degli interventi nell’ottica
psicoeducativa è complesso: non significa soltanto
eliminare i comportamenti disturbanti, ma :
creare le condizioni per una
realizzazione umana più soddisfacente possibile,
prendersi “cura” dell’altro
creare modalità più evolute di comunicazione
Quindi :
non solo estinzione del comportamento problema ma sostituzione con abilità più
evolute
INTERVENTO PSICOEDUCATIVO
“SPECIAL EDUCATION”
=
• Conoscenze scientifiche aggiornate sull’autismo
• Approccio comportamentale : Analisi
•
•
comportamentale applicata
Integrazione tra competenze pedagogiche e
psicologiche avanzate
Costruzione e condivisione di contesti significativi
anche da un punto di vista valoriale ( libera scelta,
benessere, autodeterminazione, progetto di vita….)
Attività speciali … + efficaci … per chi ha maggiori
bisogni educativi = migliore qualità di vita
Se il comportamento problema è
comunicazione il suo trattamento non può
limitarsi al tentativo di ridurre o eliminare il
comportamento in questione, ma deve puntare
insegnare
forme alternative e più efficaci di
comunicazione.
a identificare la funzione e
Indicatori su cui fare riferimento:
PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE
PRIVILEGIARE GLI INTERVENTI
PROATTIVI
PRIVILEGIARE L’ESTINZIONE
RISPETTO ALLA PUNIZIONE, PERCHÉ
PIÙ EFFICACE
PROPORRE UN COMPORTAMENTO
ALTERNATIVO
PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE
• Diventa evidente
l’importanza di
prevenire
l’instaurarsi dei
comportamenti
più problematici:
1 ) precocità
dell’intervento
( prendersi
“cura” da subito)
2)
Sviluppare
competenze
“antagoniste” e
cioè
comunicazione e
linguaggio ( Ianes)
3)
affrontare i deficit
di comunicazione
ricettiva (Sigafoos)
AUMENTO DEI
COMPORTAMENTI
ADATTIVI:
•
•
•
•
•
•
Comunicazione
Interazioni sociali
Abilita’ scolastiche
Interessi personali
Autonomie
Tempo libero
PRIVILEGIARE GLI INTERVENTI PROATTIVI
ATTENZIONE
PARTICOLARE
ALL’AMBIENTE
• poco caos
• uso di supporti visivi
per definire le
attività da svolgere
• chiarezza nella
struttura delle
attività
Es: pecs, calendario giornata,
striscia scelta
Le persone autistiche vanno
facilitate
CON LE STRATEGIE VISIVE:
Vedere è capire
4)
Costruire
routines
prevedibili
5)
strutturare
l’ambiente
Comprensione immediata
del compito







COSA DEVO FARE ?
COME ?
DOVE ?
QUANDO ?
PER QUANTO TEMPO ?
CON CHI ?
E DOPO ?
ATTENZIONE ALLA PERSONA
MANTENERE ALTA LA
MOTIVAZIONE
ATTIVITA’ E RICHIESTE
MONITORATE
METODOLOGIE
CORRETTE
Prompting
Rinforzo
Apprendimento
senza errori
Variare la
difficoltà
Materiale e
procedure
…Attenzione alla persona
Fornire un rapporto fondato sulla
condivisione, patto di collaborazione ,
reciproco dare e avere.
Aumentare la tolleranza alla dilazione
della gratificazione e consegna r +
(
Fornire alternative di scelta
(empowerment)
J. Reichle; C. Davis; R. Corner Carr;
Durand; Bijou)
6)
Sviluppare
abilità
interpersonali e
sociali
Non esistono ricette ….
o protocolli precostituiti standard….
Ma :
• Coerenza delle strategie di tutte
le componenti
• Attivo coinvolgimento della
famiglia
• Condivisione / alleanza tra tutte le
parti implicate
•Avere la costanza di cogliere anche i
più piccoli cambiamenti , essere
sensibili ai progressi anche se piccoli
•Lavorare in equipe multidisciplinare;
la pluralità di sguardi permette
angolature diverse ed
integrazioni
La diminuzione di un
comportamento problema
avviene se si forniscono
nuovi mezzi comunicativi
alla persona e quindi
attraverso l’insegnamento
di nuove abilita’
( Micheli )
Per essere efficace, il
comportamento
alternativo ad un
comportamento
problema, deve
essere funzionalmente
equivalente al
comportamento
problema che si
vorrebbe sostituire.
(Carr e Durand, 1985)
Angel Rivière
……. Aiutami a capire, organizza per
me un mondo Strutturato e
Prevedibile
Non mi parlare troppo, nè troppo
velocemente.
Usa segnali chiari e semplici
Quando non faccio ciò che mi
chiedi, non interpretare che " io
non voglio", ma che
"non posso“
Accettami così come sono, sii
ottimista , ma senza credere alle
favole o ai miracoli: la mia
situazione normalmente migliora
col tempo, anche se per ora non
esiste guarigione ….
….. letture consigliate
• Immagini tratte da Behavior Problems (B.L.
•
•
•
•
Baker, A.J. Brightman, L.J. Heifetz, D.M. Murphy)
Il problema di comportamento è un messaggio
(Carr) Ed. Erikson
L’assesment dei comportamenti problemavalutare le condizioni specifiche e impostare il
trattamento (M.Demchak, K.W. Bossert) Ed.
Vannini
Il comportamento adattivo e la sua misurazione
(R.L. Schalock) Ed. Vannini
Comportamenti problema ed alleanze
psicoeducative (Janes,Cramerotti) Ed. Erikson
Tecniche base del metodo comportamentale
(R Foxx) Ed. Erickson
Carr E.G. (a cura di) (1998), Il problema di
comportamento è un messaggio. Interventi
basati sulla comunicazione per l’handicap grave
e l’autismo, Trento, Erickson
Ianes D. (a cura di) (1992), Autolesionismo,
stereotipie, aggressività, Trento, Erickson
Ianes D. e Celi F. (2001), Il Piano educativo
individualizzato. Guida 2001-2003, Trento,
Erickson
Fly UP