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Pietà - GAMeC

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Pietà - GAMeC
Pietà – Artista del Centro Italia, 1550 circa
Derivata dalla Pietà di Michelangelo, la piccola ma preziosa opera coglie con sensibilità acuminata i
punti di forza della celebre scultura, dal drammatico scorcio del volto della Vergine nei confronti
del Figlio. Ambientata in esterno, la vivacità dei colori della veste della Madonna e il tessuto rigato
del drappo di Cristo caricano l'immagine di una verve manierista. La classicità dell'icona
michelangiolesca si trasforma in questo piccolo dipinto in un'interpretazione libera e ricca di
fascino.
La Pietà è un tema artistico biblico, che raffigura Maria che tiene sulle ginocchia il corpo morto di
Gesù Cristo, dopo la sua passione e deposizione. È stato un soggetto molto popolare nelle arti
figurative, soprattutto nella pittura e nella scultura, in particolar modo durante il Rinascimento.
Secondo la teologia, la Pietà è un concetto che descrive l'affetto, il rispetto e l'obbedienza che il
credente ha per Dio e per le cose sacre. Secondo la teologia cattolica questi sentimenti non sono
dovuti alla paura del credente per la potenza della divinità ma quale esigenza interiore dovuta alla
gratitudine per l'amore che il fedele sente di ricevere dal suo Dio. E’ uno dei sette doni dello Spirito
Santo, cioè ciò che qualifica il rapporto del credente con Dio, rendendolo capace di desiderare
quello che Dio desidera e raggiungere quella confidenza che gli permette di rivolgersi alla divinità
chiamandola Padre; dispone anche ad un atteggiamento di delicatezza e di rispetto verso il
prossimo, come un riflesso del sentirsi figli dello stesso Padre.
In questo caso, il significato di Pietà è molto più complesso di quanto sia nell’accezione generale
del termine, perché si aggiungono il dolore per la perdita del proprio figlio e la volontà di perdono
verso chi ha ucciso e bestemmiato il Figlio di Dio. La pietà verso l’amato vuole qui sottolineare
anche l'atto di compassione verso gli uomini che si sono macchiati di una così grande colpa. Un
doppio sentimento quindi lega la Vergine a Gesù Cristo, quello della irrimediabile perdita di un
figlio e quello dell’offesa a Dio. La Vergine prova quindi sì pietà verso Gesù, ma soprattutto prova
pietà verso i suoi carnefici e le sue lacrime sono rivolte a Dio perché allontani l’odio dai cuori delle
genti e prega per esse, perché riescano a trovare, nell’avvicinamento al Padre, pentimento per ciò
che hanno commesso.
Il dipinto, diversamente dalla scultura che venne creata come opera di devozione pubblica, fu
pensato come un quadro che potesse essere venerato in maniera privata grazie soprattutto alla
sua dimensione ridotta. Il potere di devozione verso il Sacro, comunque, non diminuisce: le
preghiere verso Dio non si modificano in base al tipo di opera che ci si trova davanti.
Quest'opera venne dipinta nel 1550, quindi durante il periodo della Controriforma, durante la
quale la Chiesa dettò alcune linee che gli artisti del tempo dovevano seguire durante la produzione
di opere sacre: non più immagini che inneggiassero alla gioia e alla felicità, ma immagini che
suscitavano necessità di pentimento e di sacrificio. La Chiesa, quindi, esercitò il suo potere non
solo sulla liturgia e sui dogmi, ma perfino sull'arte del tempo.
Giada Bonardi
Anno Accademico 2013/2014
Università degli Studi di Bergamo
Corso: Sociologia dell'organizzazione (Prof. Marco Marzano)
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