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Se dio ti sente - Università degli studi di Pavia

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Se dio ti sente - Università degli studi di Pavia
k ronstadt 076
© Massimo Ghimmy
Se dio ti sente
periodico mensile ­ Numero 76 ­ Novembre 2013 ­ ISSN 1972­9669
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el piccolo ambito locale, il 2014 sarà un anno
di esami e bilanci; il
voto per le comunali offre
l’opportunità di tirare le
somme riguardo all’azione dei
“politici” pavesi negli ultimi
cinque anni. Di politica non ci
si arricchisce, almeno non a
Pavia. Fare il consigliere comunale, o anche l’assessore,
non è garanzia di redditi mirabolanti e opportunità negate
ai comuni mortali; abbiamo
verificato. Esiste però un
sottobosco, un habitat fertile
che sulle spalle della politica
vive e prospera, dove la trasparenza vacilla e potenziali
abusi e privilegi possono
annidarsi: il mondo delle
partecipate e controllate. Le
controllate sono tutte quelle
aziende che sovrintendono ai
servizi al cittadino (la galassia
asm, che spazia dai lavori
stradali alla raccolta rifiuti al
trasporto urbano) il cui management è nominato dal sindaco su proposta di vari
esponenti politici. Le nomine
politiche si estendono anche
in altri ambiti fondamentali
per la città: il cda del San
Matteo, innumerevoli fondazioni che partecipano alla vita
culturale pavese, il teatro Fraschini… Kronstadt si chiede
con quali criteri siano stati
scelti gli attuali componenti
dei consigli di amministrazione di tutti questi enti. Quegli
stessi amministratori che si
distribuiscono premi di produzione, che gestiscono gare
d’appalto, incarichi, potenziali
favori. Avranno le qualità
tecniche per ricoprire questi
ruoli? Sapranno leggere un bilancio, padroneggiare le materie di volta in volta sottoposte
alla loro azione? Nel caso non
lo fossero, chi e perché li ha
proposti? Che responsabilità
ha? Quanto di inciuci e giochi
di potere, di correnti e di voti
ci possono raccontare queste
nomine? Intendiamo affrontare la questione, enorme, dalla
base, dal processo di selezione: Kronstadt raccoglierà tutti
i curricula degli amministratori in questione e li sottoporrà al vaglio di personalità
affermate nei campi di cui di
volta in volta ci troveremo a
interessarci.
Professionisti,
managers, docenti universitari. Una volta conclusa l’analisi
pubblicheremo tutti i dati e le
valutazioni,
lasciando
il
compito a voi lettori, cittadini
ed elettori, di riflettere su
quanto queste nomine siano
state nell’interesse generale.
Quis custodiet ipsos custodies?
Riccardo Catenacci
2
locale
4 chiacchere su
4 anni di centrodestra
Niccolò Fraschini, 27 anni, oltre a essere il più giovane a sedere in Consiglio Comunale è ultimamente
balzato agli onori della cronaca locale per aver dato il via a furibondi
scazzi su face book tanto con esponenti dell’opposizione quanto con
colleghi di maggioranza. Mentre la
legislatura arriva nervosamente al
termine sentiamo il parere di Niccolò su vari temi, non omettendo di
inserire tra parentesi i nostri
commenti qua e là.
Fraschini, prima legislatura in
maggioranza al termine. Un bilancio dei risultati?
I risultati variano molto a seconda
dell'ambito. Il centrodestra merita
voti più alti là dove ha saputo dare
una forte discontinuità rispetto alle
giunte rosse ( Rosse? Esistono ancora
dei rossi? E hanno recentemente governato? Ndr) del quindicennio precedente: penso, in particolare, ai
settori della cultura e dei lavori
pubblici.
Nel
primo
campo,
Gianmarco Centinaio (e dopo di lui
Mognaschi) ha impostato un ottimo
lavoro, che ha portato a una rinascita
della città, divenuta ora un discreto
polo di attrazione turistica. Il Castello, grazie anche a iniziative come
il Pavia Music Festival da me promosso, è un monumento che è
tornato a vivere dopo anni di semi
abbandono. (Sulla gestione della
cultura e dello spazio del Castello Visconteo in particolare potrete leggere
diffusamente sul prossimo numero
Medioevo Giuridico
L
unedì 30 settembre, presso il collegio universitario Santa Caterina
di Pavia, si è tenuta una conferenza dal titolo: “La legge sull’omofobia: fattispecie e conseguenze pratiche” con il patrocinio della Provincia e del Comune di Pavia. Ad organizzarla è stata l’Unione Giuristi
Cattolici: un’associazione che ha raccolto firme per fermare la legge
contro l'omo e transfobia (http://www.ugcpavia.it/2013/07/18/alleanzaeucaristica-contro-la-legge-sullomofobia-e-per-la-liberta-di-pensiero/)
e
fondato l’“Alleanza eucaristica contro la legge sull’omotransfobia” (“lo
strumento più potente per fermare le perversioni del diritto”
http://www.ugcpavia.it/2013/09/17/convegno-accreditato-la-legge-sullomofobia/), nonché promotrice di una conferenza sulle c.d. “teorie riparative”, in cui si è affermato che l’omosessualità è una malattia dalla
quale si può guarire frequentando gruppi di conversione, condannando
quanto sostenuto dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi
(http://www.ugcpavia.it/2013/09/22/omosessualismo-parla-lassociazione-gruppo-lot/).
Il Presidente, Marco Ferraresi, ricercatore presso l’Università degli Studi
di Pavia, è stato segnalato da Universigay e Arcigay Pavia al Rettore per
alcuni post sul proprio blog (leggenaturale.blogspot.it) in cui sosteneva
che i gay devono andare all’inferno.
Da quanto emerso anche nel corso della conferenza, che non aveva
nulla di giuridico come ha dichiarato la stessa Cristina Niutta Assessore
alle Pari Opportunità del Comune di Pavia, e dagli scritti di carattere
discriminatorio e omofobico dell'Unione Giuristi Cattolici pavese è del
tutto evidente un accanimento sul tema dell'omosessualità da parte
dell’U.G.C. pavese e del loro presidente.
Il relatore, il prof. avv. Mauro Ronco, già noto per le sue esternazioni
omofobe, si è riempito la bocca di "verità su vita e famiglia", "i gay sono
persone deboli, marginali, non gradite", "tradizione", "omofobia=marchingegno", "dignità della procreazione messa a rischio dall'inseminazione artificiale", e in conclusione "se fosse approvata una legge
contro l'omofobia, sarebbero punibili come omofobi tutti gli etero che
credono nella verità della famiglia basata sull'unione genitale maschio/femmina". In presenza della Forza Pubblica, ha inoltre dichiarato
di essere un evasore fiscale. Il dispiegamento di forze dell'ordine, infatti,
era degno del G8: una ventina di agenti fuori e dentro il collegio, alcuni
in borghese. Si temeva per l'incolumità del relatore e del presidente
dell'UGC pavese? Arcigay Pavia "Coming-Aut" non aveva indetto nessuna
forma di manifestazione nè palesato forme di contestazione durante il
convegno e da sempre l'associazione è contraria a qualsiasi forma di violenza verbale o fisica. Laddove non si cerca il confronto evidentemente si
fa strada la paura! Non sono certo gli omofobi quelli che devono essere
protetti!
Rimane la rabbia e lo sconcerto: entrambe le amministrazioni locali
hanno votato la mozione contro l'omo e transfobia e hanno siglato un
protocollo con l'UNAR ma in modo del tutto schizofrenico e fuori da
qualsiasi buon senso hanno concesso e, nonostante i numerosi appelli,
mai revocato, il patrocinio ad un evento del genere. Quanto avvenuto è
gravissimo ed indegno per una realtà locale civile, non discriminatoria ed
inclusiva, pertanto si è provveduto a segnalarlo all’UNAR.
Niccolò Angelini
Presidente Arcigay Pavia “Coming-aut”
come la pensiamo. Ndr) Nel secondo
campo, Luigi Greco (capo di gabinetto del sindaco ed ex assessore ai
lavori pubblici) ha saputo utilizzare
tutto il suo peso politico per destinare adeguate risorse alla manutenzione delle strade, interrompendo la
pessima tradizione delle giunte precedenti. Molto bene anche la Niutta,
che ha dato un'impostazione laica al
suo assessorato (pari opportunità),
arrivando alla realizzazione dello
sportello anti discriminazione. Purtroppo è sempre
stata una mosca bianca in
giunta e qualcuno ha
sempre cercato di tarparle
le ali. Infine, una nota positiva va ad Assanelli, che
ha saputo difendere il
budget del suo assessorato,
garantendo servizi sociali
all'altezza (All’altezza? Vi
rimandiamo, cari lettori,
all’articolo su K75 e ai
prossimi
numeri
per
approfondimenti.
Ndr).
Molto male invece Fabrizio Fracassi,
sotto il cui assessorato all'urbanistica
sono successi scandali di ogni genere (anche se alcuni di essi avevano
le loro radici negli anni della sinistra) e Bobbio Pallavicini (assessore
ai trasporti, co-proprietario del
Nirvana), che non ha realizzato il
nuovo piano del traffico, lasciando la
città nel caos durante le ore di
punta.
Il tuo animo da radicale ti porta
a interessarti particolarmente di
diritti civili; anche qui, un bilancio?
A parte la già citata pregevole eccezione della Niutta, questa giunta è
stata una delle più clericali che la
città ricordi. Soldi agli oratori, soldi
alle scuole private cattoliche (a cui
peraltro io non sono contrario), cittadinanza onoraria alla famiglia Tresoldi, nessun punto in graduatoria
alle coppie di fatto nella vicenda
delle case popolari. Quando ho presentato la mia delibera sul registro
delle coppie di fatto, si respirava
un'aria di aperta ostilità, ma vedremo in Consiglio: se la giunta dovesse
dare indicazioni di voto contrarie, la
mia reazione politica sarebbe immediata.
La cosiddetta “parentopoli” in
asm ti ha donato una certa popolarità. A parte epici e comici
scazzi online e esposti in procura
assortiti, qual è il significato
politico di questa vicenda ancora
da delineare?
il vero punctum dolens dell'amministrazione è stata la gestione delle
municipalizzate:
Cattaneo
ha
consentito che in Consiglio si
formasse un vero e proprio 'Partito
trasversale di Asm', che poi gli si è
rivoltato contro. Di fatto Asm, tra assunzioni di figli di politici e premi
abnormi per i suoi amministratori,
ha creato solo fonti di imbarazzo al
Sindaco. C'è molto da fare (e da dire)
su questo fronte. Poi ricordo che
Asm Lavori (o meglio sarebbe chiamarla Asm Favori) continua a non
fornire i documenti da me richiesti:
prossimamente sarò costretto ad
andare in Procura.
Diamo un nome al futuro: a me piace Amanda
Periodico
Numero 76
Novembre 2013
Non è certo questo l’unico
scandalo della storia recente…
Sugli scandali andrebbe steso un velo pietoso: in questi oltre 4 anni ce
ne sono stati un numero elevatissimo (da Green Campus, alla Green
Way, passando per il Campus
Aquae). È chiaro che nel rapporto
università-Comune-imprenditori
a
Pavia c'è qualcosa che non va.
Anche l'ufficio urbanistica andrebbe
azzerato. Sulla trasparenza siamo
all'incredibile: 2 anni e mezzo fa il
Consiglio ha approvato la mia mozione che istituiva l'Anagrafe Pubblica
degli Eletti e dei Nominati, ma ancora è rimasta in larga parte inapplicata. Avremmo potuto essere la città
capofila in ambito di trasparenza, e
invece si è persa una grande occasione.
Ho
già
presentato
un'interpellanza in merito.
Consigliere
comunale
con
rapporti tutt’altro che idilliaci
con i colleghi, anche con quelli
di maggioranza.
Sono stato accusato di gettare fango
sui miei colleghi, ma non è colpa
mia se alcuni colleghi commettono
atti a dir poco inopportuni. Sono
convinto di aver fatto bene a denunciare le assunzioni di parenti e
forse ho scoperto nuovi elementi in
questo ambito. Insisto nel dire che in
maggioranza ci sono troppi elementi
impresentabili (in primis la famiglia
Filippi, ma non solo): spero che
l'anno venturo Cattaneo non voglia
più candidare certa gente che più
che problemi non gli ha dato. (Consigli comunali saltati, “bande dei
quattro”, richieste di dimissioni
incrociate… Ndr).
Non si capisce se il tuo giudizio
verso Cattaneo, che hai sostenuto, sia positivo o negativo in
conclusione.
Il Sindaco ha amministrato sostanzialmente bene e, di regola, si è
saputo guadagnare il mio voto in
Consiglio. Tuttavia da un sindaco
giovane mi sarei aspettato di più, soprattutto in tema di discontinuità: ha
continuato con il vecchio metodo del
'tassa e spendi' e non ha avuto il coraggio di disfarsi di certi personaggi
della vecchia politica. Inoltre, ha palesemente privilegiato il suo ruolo
nazionale in Anci, lasciando di fatto
a Greco le sue deleghe. Ma non è
forse stato un male: Greco ha dimostrato di meritare ampiamente la sua
fiducia, svolgendo con dinamismo le
funzioni di prosindaco
Riccardo Catenacci
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Beppe Grillo e la
democrazia del sondaggio
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on era nel programma”. Così
Beppe Grillo e Roberto Casaleggio stroncano l'emendamento per l’eliminazione del reato di
immigrazione clandestina, proposto
dai senatori del Movimento Cinque
stelle Andrea Buccarella e Maurizio
Cioffi ed approvato in Commissione
Giustizia.
L'emendamento arriva dopo un
ennesimo naufragio di un barcone
che ha portato via con sé 363 persone. Naufragio che non è il primo e
non sarà l'ultimo.
Dalla pubblicazione del post di scomunica, gli stessi frequentatori del
blog hanno criticato sia nel metodo
che nel contenuto la presa di posizione dei due fondatori del Movimento
Cinque stelle. Con il continuo trincerasi dietro al programma e al metodo, c'è sicuramente un'insofferenza
da parte sia di Grillo che di Casaleggio verso temi riguardanti l'immigrazione e l'accoglienza, che nel
tempo si è manifestata anche con le
prese di posizione contro lo ius soli.
Inoltre, è evidente che negli anni i
fondatori hanno di fatto ignorato la
questione sia nel momento in cui è
stata richiesta dagli attivisti una più
chiara presa di posizione sia durante
la stesura del programma.
Non basta, però. C'è qualcosa in più
in quel post. Ci sono indicazioni che
entrano in contraddizione con l'intera visione del M5S proposta durante
la campagna elettorale. Non solo
l'idea che “uno vale uno” viene
smentita dalla potenza e l'influenza
mediatica del fondatore del M5S che
impone la via da seguire. Ma anche
la posizione che le idee e le scelte
giuste non sono né di sinistra né di
destra in quanto facilmente intuibili,
senza i paraocchi delle ideologie, svanisce sotto la spinta della democrazia
del sondaggio. I valori dell'autenticità
e della coerenza resi stelle polari dal
M5S cadono a pezzi con poche righe
3
nazionale
Periodico
Numero 76
Novembre 2013
«se durante le elezioni politiche
avessimo proposto l'abolizione del
reato di clandestinità […] il M5S
avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico». Beppe Grillo era
stato nell'immaginario colui che
rompeva con la politica dei calcoli,
che sembrava ribellarsi alla politica
del chiacchiericcio basata sulle indicazione dei sondaggi, che si opponeva alla politica di puro marketing e
della strumentalizzazione per proporre qualcosa di più alto, che
stracciava gli avversari ritornando
nelle piazze criticando l'egoismo
politico e il perseguimento dell'interesse immediato dando sfogo ai più
bassi istinti dell'elettorato, ecco che
rilancia un partito cosiddetto market
oriented party (MOP) così come fu la
prima Forza Italia. In tale contesto la
cosa fondamentale non è la comunicazione, non è il consenso intorno ad
alcune idee o posizioni ritenute giuste, bensì il modellamento del proprio prodotto elettorale sulla base
delle indicazioni, dei desideri e degli
impulsi dell'elettorato, elementi che
che vengono forniti dai vari strumenti
demoscopici.
Tuttavia,
l'attento esame delle indicazioni che
sono mutevoli perfino nel breve periodo determinano il continuo ridisegnamento della proposta politica,
del prodotto elettorale e del proprio
messaggio. Che fine fa la coerenza
tanto celebrata? E l'autenticità dove
va a finire se le idee promosse sono
frutto di un semplice calcolo? Chiaro
a questo punto diventa un secondo
passaggio: «sostituirsi all'opinione
pubblica, alla volontà popolare è la
pratica comune dei partiti che vogliono "educare" i cittadini, ma non è
la nostra» che capovolgendolo diventa: l'opinione pubblica è tutto e
noi ci adeguiamo.
Leopolda: una pornostar per Renzi
P
er chi non è fiorentino o goloso di politica “Leopolda” può
evocare diverse immagini:
dalla pornostar brasiliana caduta in
disgrazia alla cugina di Clarabella,
notoria mucca disneyana; non so se
questa abbia mai avuto una cugina,
ma nel caso si sarebbe probabilmente chiamata Leopolda.
Come è oramai per molti noto però
la Leopolda è un'ex stazione di Firenze adibita a sala congressi che da
quattro anni ospita l'omonima rassegna messa in piedi dal sindaco
Matteo Renzi.
Lo slogan dell'appuntamento di quest'anno, "Dare un nome al futuro
tutti insieme", rimanda allo stile
della manifestazione che per tre
giorni vede esponenti della politica,
del mondo della cultura e comuni
cittadini mettersi a confronto per
tentare di instaurare un dialogo che
sia produttivo e porti a soluzioni
concrete per il paese. L'idea, messa
giù così, è anche carina; la pratica è
tutto un altro paio di maniche.
Parecchi sono le questioni trattate
nel corso della manifestazione, temi
che ritornano poi nel lungo
intervento del sindaco di Firenze il
quale, va detto, non ha voluto nessuna bandiera del PD all'interno della
kermesse (mica scemo, due possibilità di vincere ancora le vuole).
Necessità di una nuova legge elettorale ispirata al sistema dell'elezione
dei sindaci (che secondo Renzi, sarebbe efficace a livello nazionale),
cessazione immediata delle "larghe
intese", l'ormai sempre presente tema della giustizia e infine la legge di
stabilità: un bel pot-pourrì di contenuti insomma.
L'impressione finale che ne viene è
che Renzi parli già da leader conclamato, che abbia già fatto i conti con
l’oste. E dato che l’oste è il PD
esperto nel perdere l'imperdibile, a
Matteo conviene non filarselo di striscio.
Intanto aspettiamo tutti una legge
elettorale decente, senza un nome
suinamente latineggiante; aspettiamo che in galera ci vadano i colpevoli a prescindere dal conto in banca e
che il termine "stabilità" abbia un
senso, non solo sotto il profilo economico.
Vedremo se alle parole seguiranno
dei fatti che ci auguriamo positivi,
così giusto per cambiare un po' e
sconvolgerci.
Nel
dubbio,
rimpiangiamo Leopolda la pornostar
brasiliana; che ormai fuori dal business tira a campare setacciando farina da vendere in pacchi di farina già
setacciata.
Lucia Ninivaggi
Kunta Kinte
Informazione che disinforma
19 ottobre&media. Prima allarmismo, dopo disinteresse
U
na donna che piange, addirittura una donna in carriera
che piange: un gesto triste,
disarmante ma allo stesso tempo liberatorio E' stata questa la reazione
che una giornalista di RaiNews, domenica 19 ottobre, ha avuto di fronte
alle critiche rivoltele da alcuni degli
occupanti a Porta Pia, a Roma, dopo
la notte passata all'addiaccio. A motivare le critiche e a provocare la reazione inusuale della giornalista sono
stati i titoli e la ricostruzione
tendenziosa, offerta dai giornali italiani, della manifestazione tenutasi il
giorno prima in città. A parte rare
eccezioni, sulle prime pagine e sui
servizi d'apertura dei tg risaltavano
esclusivamente le immagini dei brevi scontri di fronte al Ministero
dell'Economia e degli altri-rari- attimi di tensione: a fronte del
martellante allarmismo, che fino al
giorno prima aveva intasato le testate nazionali, sicuramente ben po-
ca cosa. Dalla notizia di cinque
francesi, fermati nei pressi del
percorso
della
manifestazione,
infatti, passando per i numerosi reparti mobilitati per l'occasione, fino
alla campagna di perquisizioni e
controlli a tappeto prima del corteo,
tutto lasciava presagire il peggio.
L'informazione si era mobilitata in
grande stile per presentare la manifestazione di sabato 19 ottobre come
una semplice riedizione di quella del
15 ottobre di due anni prima quando
Piazza S. Giovanni era stata messa a
ferro e fuoco. I grandi giornali e le tv
avevano attinto a man bassa dalle
parole d'ordine “bellicistiche”(assedio, sollevazione), che contraddistinguevano
l'appello,
per
presentarlo come l'ennesimo corteo
destinato a terminare con scontri e
devastazioni. Da parte loro non vi
era stato alcun interesse, prima,
nell'approfondire le tematiche e le
rivendicazioni- su tutte il blocco de-
gli sfratti, piaga sociale vissuta da
sempre più persone- contenute nella
piattaforma del 19 e, poi, nel descrivere la molteplice, variegata e inusuale
composizione
della
manifestazione: nutrita presenza dei
migranti, molte famiglie con i figli e
una costellazione di realtà impegnate, localmente, nelle lotte territoriali e nella difesa del diritto alla
casa. Dopo la notte passata
all'addiaccio nelle tende a Porta Pia,
a tanti la ricostruzione dei mezzi di
informazione sembrava, quindi, una
favola, non il racconto del corteo e
delle rivendicazioni che il giorno prima erano state espresse da tanti
attraverso la città. Come prima del
19 ottobre l'attenzione dei media si
era focalizzata solo sui preparativi
della fantomatica orda black bloc così, il giorno dopo, il bilancio politico
complessivo della giornata veniva ridotto ai momenti di tensione di
fronte al Ministero. Dai titoli e dalle
Se fossimo in Germania la Cancelliera vorrebbe cancellare la Cancellieri
immagini dei mezzi d'informazione
totalmente oscurati erano i dati politici rilevanti della giornata: le migliaia di persone presenti, la capacità
aggregativa di questo movimento
nuovo e autonomo da sigle e partiti
e i numerosi migranti che solo in
queste occasioni sembrano godere di
una piena cittadinanza. Oltre che la
continuità di un movimento, legato
alle questioni materiali della vita
delle persone, che non ha visto nel
corteo del 19 un punto di arrivo ma
un'occasione per far emergere
percorsi da tempo vivi a livello cittadino e territoriale.
Alessandro Pirovano
4
pavia
Periodico
Numero 76
Novembre 2013
Cose che dovete fare a Pavia
(1) Andare a vedere il Bronx –
locale citato nella celebre
canzone degli 883 Hanno
ucciso l'uomo ragno, ricordate
il pezzo in cui dice "solita notte
da lupi nel Bronx"? Il Bronx cui
Pezzali si riferisce non è il
quartiere di New York, ma un
bar di Pavia! –
in via
Bernardino da Feltre.
(2) Andare a vedere il Bronx,
scoprire che è chiuso e andare
a
vedere
l'ossario
della
chiesetta di S.Giorgio, che è lì
vicino, da qualche parte…
(3) Andare a prendere il gelato
– o cioccolata calda, se è
inverno – da Cesare, in corso
Garibaldi, e questionare sul
resto con la commessa.
(4) Andare a bere una birra a
Radio Aut, in via Porta Salara.
(5) Bere uno Sporco al
Sottovento e attaccare bottone
con
un
personaggio
improbabile, in via Siro Comi
(6) Fare conoscenza con l'uomo
bradipo (scoprirete da voi
perché è soprannominato così)
della
yogurteria di piazza della
"
vittoria
(7) Suonare la chitarra al Vül,
in zona Ponte vecchio
(8) Andare dal lurido che si
trova
nell'angolo
opposto
all'incrocio tra corso Garibaldi e
viale Gorizia
(9) Prendere una birra dal
kebabbaro
e
berla
sulle
scalinate del Duomo
(10) Andare lunedì sera a
Spazio Musica (ma date un
occhio
anche
alla
programmazione settimanale,
troverete una vasta scelta di
concerti), in via Faruffini
(11) Fare una grigliata alla Sora
(munitevi di scorte industriali
di antizanzare, però, o non ne
uscirete vivi)
Fare
una
passeggiata
in
bicicletta sul lungo Ticino
Trovare convegni in cui
imbucarsi per mangiare gratis
al buffet
Imbucarsi
ad
una
festa
Erasmus
Andare a vedere l'alba sul
Ticino
Farsi invitare da qualcuno ad
una festa in collina e perdersi
lungo la strada
Andare a vedere, nella zona del
centro, certe case private
bellissime di gusto seicentesco
(4) Venire ad una riunione di
Kronstadt
Cose che si possono vedere a
Pavia
(12) Porta Calcinara – indovinate un
po’? – in via Porta Calcinara
(13) Libreria antiquaria con libraio
archetipico, in via Cardano
(14) Chiesetta vicino al liceo
Foscolo, in via Defendente Sacchi,
continuo di Corso Cairoli
(15) Casa che fu di Foscolo e poi
Einstein, in via Foscolo
(16) Chiesa sconsacrata in vicolo San
Colombano
(17) Idroscalo, retaggio dell’epoca
fascista, sul Lungo Ticino Sforza
(18) San Teodoro, nella piazza
omonima
(19) Mura spagnole, in viale Gorizia
(20) La lavandera dal burg, in
piazzale Ghinaglia
(21) Cimitero monumentale, in viale
San Giovannino
Cose da mangiare a Pavia
Kebab: i più acclamati sono
Eurokebab (22), in corso Garibaldi –
fa anche consegne a domicilio
gratuite – e Istanbul Kebap vicino a
Piazza Duomo (9), Mecca dei giovani
affamati nelle serate estive.
Il Diablo Saloon, in piazzale Ponte
Ticino (23): oltre ad una vasta scelta
di piatti messicani è possibile
aggiudicarsi un hamburger con
patate fritte per il modico prezzo di 5
euro circa. È inoltre presente una
convenzione con il circolo ARCI
Radio Aut: se mostrerete la tessera
avrete diritto ad uno sconto del 15%.
Il Boccio, in via dei Mille (24): se
volete un panino e lo volete il più
La costituzione è troppo pacifista per le forze armate. Accorinti l'ha dimostrato.
Periodico
Numero 76
Novembre 2013
pavia
5
Il
Brigantino,
in
via
Teodolinda (28): volete far
colpo su di una donna
invitandola fuori a cena senza
spendere troppo? Atmosfera
calda e accogliente e piatti con
un buon rapporto qualitàprezzo, se vi giocherete bene
le vostre carte sarà facile
ottenere
un
secondo
appuntamento.
Quelli Brilli, corso Garibaldi
(29): siete appena tornati
dall’Erasmus o d una vacanza
all’estero e avete dimenticato
cosa
significhi
mangiare
prosciutti e insaccati? Quelli
Brilli
vi
rinfrescherà
la
memoria. Ordinate un tagliere
di salumi e formaggi e iniziate
pure a sciogliervi.
Mai pagüra, Strada Nuova
(32): stanchi della mensa
dell’università? Al Maipagüra
potrete trovare una valida
alternativa
grazie
alla
vastissima scelta di panini uno
più
buono
dell’altro.
Consigliamo anche di provare
la bevanda allo zenzero.
Sottovento, via Siro Comi (5):
il Sottovento meriterebbe un
numero di Kronstadt a sé
stante, ma andateci da soli a
scoprirlo, che è più divertente.
Intanto sappiate che, tra le
varie cose, offre un’ottima
selezione di piatti bio e
vegetariani
a
prezzi
abbordabilissimi. Altra ottima
alternativa alla mensa.
Rosticceria
Cinese,
corso
Cairoli (33): non volevamo
parlare dei ristoranti cinesi
perché più o meno sono tutti
uguali, ma la rosticceria cinese
Ryu
merita
di
essere
menzionata.
Ancora
più
economica di un normale
cinese – non c’è coperto da
pagare, ma verrete serviti con
piatti di plastica – permette
inoltre di acquistare bottiglie
di vino a prezzi quasi da
supermercato anche di sera.
Da Giulio, via le Matteotti (35):
avete folleggiato tutta la notte
e state morendo di fame? Da
Giulio potrete mangiare una
bella pizza anche alle quattro
del mattino. Non è molto
economico, ma la scelta degli
ingredienti è molto vasta e vi
permetterà combo davvero
assassine.
pieno, il più grande e il più dannoso
per la vostra salute fisica e mentale
il Boccio è il posto che fa per voi. Per
la gioia delle signore che ci leggono,
vengono anche proiettate le partite
di calcio. Bier Haus, in via San Giovannino
(25): afete foglia di Cermania?
Wurstel divini e birra a volontà
dimorano nel Bier Haus, un po’
scomodo da raggiungere ma fonte di
grandi soddisfazioni.
Sangria, tapas y alegria, spagnolo, in
corso Garibaldi (34)
Ristoranti etnici: la casa offre – oltre
ad una miriade di ristoranti cinesi
che non staremo qui a citare:
Biblos, libanese, in via Volturno (26)
Taverna Santorini, greco, in via del
Carmine (27)
Aperitivi: i migliori buffet si trovano
al Manà, via Beccaria (30) e al bar
Minerva, nell’omonima piazza (31).
Con meno di dieci euro potete
sbronzarvi e fare una cena da re.
Caldamente consigliati per i giorni
in cui si hanno pochi soldi.
Il Venezuela apre al Capitalismo: Babbo Maduro arriverà in anticipo.
Cooperativa, via Ponte Vecchio (36):
se siete in tanti e volete organizzare
un mega pranzo o una mega cena
bevendo tanto e spendendo poco – e
non avendo troppe pretese sul menù
– andate in cooperativa. Preparate
anche una scorta di aspirina per il
mal di testa del giorno dopo.
6
esteri
Periodico
Numero 76
Novembre 2013
"Balzi in avanti" della politica cinese: il presidente Xi Jingping
A
metà novembre 2012 in Cina
è avvenuto l'atteso passaggio
di consegne tra leader:
all'(apparentemente) austero tecnocrate manciuriano Hu Jintao - al timone della politica del gigante
asiatico durante la prima decade del
XXI secolo - è succeduto l'enigmatico pechinese Xi Jingping, già vicepresidente, culminando il suo lungo
cursus honorum con la nomina a segretario generale del Partito Comunista, a cui ha fatto seguito (come
prevede la tradizione costituzionale
della Cina contemporanea) l'elezione a presidente della Repubblica Popolare.
Xi, da buon populista, ha subito dimostrato di amare massimalismi e le
dichiarazioni di principio, come ad
esempio in occasione di alcune
entusiastiche dichiarazioni d'inizio
mandato, in cui declamava l'imminente inizio di una lotta senza
quartiere contro la dilagante corruzione e di voler abolire il sistema del
Laogai (cioè la versione locale
dell'arcipelago Gulag, ancora pienamente operante).
Sostanzialmente il neo-presidente
prefigurava un futuro di maggiore
giustizia sociale, dove il Partito Comunista sarebbe stato più vicino alle
esigenze del popolo attraverso nuove
e necessarie riforme, peraltro senza
cesure o soluzioni di continuità rispetto alle dottrine di Deng e di
Mao.
A meno di un anno dall'insedia-
mento al potere è però difficile prevedere quali di questi programmi
saranno effettivamente realizzati e
attuabili,
un
po'
perché
le
(frammentarie) notizie che giungono
dalla Cina sono spesso filtrate e manipolate dalle potentissime agenzie
di stampa statali, un po' perché è
oggettivamente difficile intuire in un
così breve lasso di tempo quali siano
le prospettive politiche – anche a
breve termine - di un Paese così
complesso e distante dalle realtà istituzionali europee.
Nonostante tutto però qualche
certezza sembra comunque delinearsi nella nebulosa politica cinese,
che nel prossimo futuro sarà chiamata ad affrontare sfide cruciali per
la stessa sopravvivenza del sistemapaese (ad esempio: rallentamento
della crescita economica, invecchiamento della popolazione, risorse
energetiche, diritti delle minoranze,
rinnovamento istituzionale ecc.); sul
piano interno Xi Jingping ha difatti
già inaugurato la sua personale crociata contro i corrotti, recentemente
culminata con l'arresto di influenti
personaggi politici come ad esempio
Bo Xilai, segretario del Partito nella
megalopoli Chongching, o Ji Jianye,
ex sindaco di Nanchino - entrambi
accusati di avere creato un elaborato
sistema di scambi di favori tra politici e uomini d'affari. Una versione locale di Tangentopoli, insomma.
Anche negli affari esteri poi si è
fatta sentire una lieve brezza di novi-
tà; continuando la prasseologia di revisione della politica attendista di
Mao e Deng Xiaoping - già iniziata
da Hu Jintao - il presidente Xi ha
infatti manifestato un vivo interesse
in diverse cruciali tematiche riguardanti la sicurezza globale come,
ad esempio, la crisi diplomatica
nordcoreana o - soprattutto negli
ultimi tempi - la guerra civile siriana, ribadendo più volte la sua disponibilità a cercare assieme agli altri
leader soluzioni diplomatiche che
evitino l'uso della forza bellica; un
moderato oppositore della politica
guerrafondaia made in USA, per
certi versi.
Sostanzialmente Xi Jingping dà
l'impressione di porsi in linea con
un tipo di policy spesso praticata dagli attuali leader eurasiatici, cioè la
“rivoluzione conservatrice” (per usare un termine caro al celebre duo
presidenziale russo Putin-Medvedev), dove una figura con poteri quasi assoluti - ma non necessariamente
carismatica, almeno secondo i nostri
criteri – dà un'impronta decisionista
alla politica del paese in una
pragmatica (e quasi nostalgica)
continuità con le autocrazie totalizzanti dei decenni passati, dimostrando ai propri concittadini grande
impegno e fiducia nel futuro, a volte
con fatti concreti, a volte con proclami apocalittici e sfacciati sfoggi di
potere (Putin et Lukashenka docent).
Detto questo sembra perciò difficile
Il lento intervento in Siria
D
isarmo o meno, in Siria la
guerra continua. Le sinistre
mondiali sono appiattite
sulla posizione del neofascista Presidente russo, contrario a ogni
intervento armato. Dimenticati i liberal-moniti e le papali preghiere di
massa che certo non fermavano le
bare. Tanti si crogiolano nelle pure
posizioni non contaminate dai cosiddetti ribelli, orde di chedisti
sunniti che massacrano cristiani e
lealisti una volta liberate le aree dai
soldati di Assad. Ci sono anche molti
bravi curdi che cercano la libertà dopo anni di oppressione o dei buoni
compagni che lottano per l’internazionale giustizia, ma sono sparute
minoranze. Sul fronte opposto pure
Assad è sostenuto da una minoranza,
gli esoterici alauiti che sono meno
del dieci per cento della popolazione. La maggioranza, silente e spaventata, scappa. Il nuovo Iran di
Rohani ha sempre meno forza
(e voglia) di appoggiare il leader
siriano. I sauditi, per mano del
geniale capo dell’intelligence
Bandar bin Sultan, continueranno a finanziare i ribelli fino
all’ineluttabile vittoria. Nella regione le dittature “laiche”
vengono rimpiazzate con “democrazie” religiose e ciò, presto
o tardi, americani o meno,
avverrà anche a Damasco. Per
questo Obama non è intervenuto nottetempo con una pioggia
di missili scemi, ma ha cercato
il
normalmente
bistrattato
consenso internazionale. Nonostante
sembri il contrario, per gli Usa un
intervento in Siria sarebbe da evitare, è ciò che vorrebbe Tel Aviv e la
sua potente lobby, che pure con la
Siria è ufficialmente in guerra; ma
Israele ha paura di un degenerare
del conflitto tra musulmani, in cui la
legittimità si conquista con attentati
nel territorio ebraico. Al contrario la
sunnita Arabia è determinata ad
approfittare dell’occasione di rifarsi
contro la sciita Teheran. Tel Aviv e
Riad, i due più ascoltati alleati a Washington, stringono quindi Obama in
una strettissima pressa, proprio
quando il pentagono stava smobilitando l’heartland medio orientale
per concentrarsi sul fronte del pacifico (in ottica anti cinese). Sembrava
quindi sincero il terrore del Presidente americano di essere accusato
di immobilismo dalla Storia, dati
anche i recenti tagli al budget della
Difesa. Il gasdotto che dovrebbe passare da quelle parti è invece meno
influente di quello che sembri, il
saudita bin Sultan è ben disposto a
corrompere Mosca con una commessa in armi da decine di miliardi e garantendo non venga costruito; Putin
potrebbe aver accettato. Cinesi,
inglesi e francesi sarebbero stati attori non protagonisti, non fosse per il
loro potere di veto nel Consiglio di
sicurezza dell’Onu; conta certo di più
il potente esercito turco, che preme
sulla frontiera a nord pronto ad annichilire ogni resistenza. Questo lo scenario, mentre il dramma continua.
Ci sono gli agenti stranieri, i mercenari dell’una e dell’altra parte, le
stragi di civili, i bombardamenti più
o meno “convenzionali”, le esecuzioni sommarie e tutto l’orrore che i
conflitti violenti comportano. La
guerra ha fatto più di
centomila morti e alcuni
milioni di sfollati, intere
generazioni senza un futuro. Era giusto opporsi a un
tipico attacco americano o
della Nato, che (come al
solito) avrebbe moltiplicato le vittime; ma vi sono
alternative? La risposta è
sì, dovrebbero intervenire
tutti gli attori, congiuntamente,
quindi
l’Onu.
L’unica maniera in cui le
Nazioni Unite potrebbero
destituire il regime e arginare i chedisti è manu mi-
La cartina è funzionale alla domanda (tipica): "Ma dov'è la siria?"
che Xi possa veramente cambiare le
carte in tavola nel complesso
intreccio della politica cinese. Certo,
magari la nuova inteligencja attuerà
qualche riforma che nel complesso
darà al socialismo cinese un volto un
po' meno disumano (ultimamente
ad es. si parla di abolire la discussa
legge del figlio unico e di restituire
importanza agli invisibili sindacati
dei lavoratori), ma sembra lontana la
prospettiva in cui - sempre se poi un
percorso di rinnovamento istituzionale verrà effettivamente iniziato tutto ciò possa portare, anche solo
nel lungo termine, ad un radicale
miglioramento nella tutela dei diritti
di un miliardo e mezzo di sudditi
ideologizzati.
Daniele Bianco
Venti di pace a Teheran
E
all’improvviso l’Asse del
Male perse il suo principale cattivone. Ve lo ricordate Ahmadinejad? Ecco,
l’Iran è diventato improvvisamente buono. E’ bastata una
tornata elettorale, la vittoria di
un conservatore sano di mente,
per scoprire che seppur islamica
quella persiana è una democrazia. Con Rohani, il nuovo Presidente,
niente
più
guerra
nucleare; che per quasi un decennio a leggere la carta
stampata o ad ascoltare l’illuminatissimo Bush sembrava fossimo alla vigilia di una sagra di
funghi atomici. Stiano ora
attenti all’eccesso opposto i
giornalisti che non sono mai
stati a Teheran: non è l’alba liberale della teocrazia, su youtube
non verranno caricati i matrimoni di lesbiche senza foulard
in cui l’alcol scorre a fiumi.
DDC
litari; con gli eserciti nell’area.
Un’invasione “terza”, coordinata ad
esempio da norvegesi, cileni e angoliani, che disarmi ogni combattente e
tuteli ogni minoranza (e maggioranza) siriana. Soluzioni alla questione curda e argini ai fondamentalismi
intolleranti e fascisti. Forse questo
“disarmo” sarà l’occasione, per ora
no. Intanto Putin e le brave sinistre
non sono gli unici a sostenere il regime di Damasco: le destre peggiori di
Casapound, complottisti filo-Assad
travestiti da grillini, neolib in salsa
italiota e altri curiosi personaggi
marciano di fianco loro. Per le destre
il pacifismo è una foglia di fico, per
le sinistre è “senza se e senza ma”;
questo in Siria significa status quo,
significa guerra. Stavolta i grandi
cattivi storici che tirano i fili di questo mondo potrebbero star trovando
una soluzione migliore; ma è già
troppo tardi.
Daniele De Chiara
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Periodico
Numero 76
Novembre 2013
7
cultura
Fantastic Mr. Wes Anderson
A
vederlo così, Wes Anderson
sembrerebbe
il
prototipo
dell’hipster moderno o un tizio stralunato, stravagante e fuori dal
tempo. Lo è, in realtà, oltre ad essere
una delle personalità più interessanti
del panorama cinematografico degli
ultimi vent’anni. E i suoi film sono
esattamente come lui. Dal 1996 ad
oggi ha sfornato 7 pellicole, imponendosi sulla scena con il suo stile
personalissimo e inconfondibile. Lui
scrive, dirige e produce accompagnato più o meno sempre dallo stesso team di attori, collaboratori e
amici.
Bottle Rocket, Rushmore, I Tenenbaum, Le Avventure Acquatiche
di Steve Zissou, Il Treno per Darjeeling, Fantastic Mr. Fox (in stop-motion, tratto dal racconto di Roald
Dahl) e infine l’acclamato Moonrise
Kingdom: una rapina, la scuola, la
famiglia, un marinaio, il viaggio di
tre fratelli, i problemi dell’essere una
volpe e la fuga amorosa di due ragazzini. Tutto è narrato con un certo
incanto, in modo quasi surreale, onirico, amaramente ironico. Fin dalle
prime sequenze si è catapultati
nell’atmosfera teatrale e fantastica
della poetica andersoniana, fatta di
accostamenti e armonie di colori, di
un caos di dettagli organizzati, di una
semplicità quasi infantile, ma estremamente complessa.
In un’intervista, il regista dichiara
che non saprebbe nemmeno descrivere il processo di costruzione dei
suoi lavori; di questo si tratta: costruire il film, incollare insieme gli
elementi. Tutto parte da un’idea, da
un desiderio, da un’ispirazione, e poi
si trasforma. Questa indefinitezza si
trova in ogni aspetto, a partire dal
genere: non si tratta mai di una
commedia o di un dramma, ma
sempre un po’ di entrambi; tra i
personaggi non vi sono mai protagonisti e antagonisti, piuttosto ognuno
è anche il cattivo di se stesso, ognuno è bellissimo e pieno di difetti,
idiosincratico, disfunzionale. Alla
pomposità minimalista delle immagini si contrappone l’intimità delle
scene e delle ambientazioni. I dialoghi sono eccentrici, lunatici come i
loro personaggi, assurdi. Le musiche,
solitamente dagli anni 60/70,
accompagnano alla perfezione il
tutto, e costituiscono uno dei punti
di forza dei film. La cosa più bella è
proprio
questo
equilibrio
tra
grandiosità e piccolezza, ricchezza e
semplicità, dinamismo e staticità,
incanto e cinismo.
Probabilmente da questi film non si
ricavano grandi insegnamenti, ma si
tratta di opere esteticamente meravigliose e affascinanti. E’ qualcosa
che piace o non piace, sicuramente
non adatto a tutti, soprattutto a chi
cerca l’azione o i colpi di scena. E’
un cinema delicato, dolce-amaro,
che fa sorridere più che ridere. Non
è qualcosa che entra nello spettatore,
è lo spettatore ad entrare nel film
piuttosto.
Le uniche cose sicure in un film di
Wes Anderson sono lo stile, riconoscibilissimo, ormai familiare, come i
volti che ritornano, e il fatto che,
nonstante questo, vi siano così tanti
dettagli e sfumature in ogni cosa,
che solo guardando e riguardando
possono essere colti. Queste caratteristiche rappresentano anche il difetto più grande del regista: il suo
non rinnovarsi, che per qualcuno è
rassicurante, ma che alla lunga può
stufare. Fortunatamente non bisognerà aspettare troppo per avere
nuove conferme: proprio nei giorni
scorsi è apparso il trailer del nuovo
film, in uscita a marzo 2014: The
Grand Budapest Hotel. E sembra
proprio un film di Wes Anderson.
Marta Novaresi
Piccole Grandi Rivoluzioni: Red Plastic Label
Stop being a fan, become a supporter!
P
aul Gaugin disse che l'arte è o
plagio o rivoluzione.
E parliamo proprio di rivoluzione
quando guardiamo al progetto
dell'etichetta Red Plastic Label. Se il
cambiamento tecnologico rappresenta l'indomabile bestia nera
di case editrici e critici d'arte,
questa neo-etichetta affronta
coraggiosamente non solo
l'inadeguatezza ai mezzi dei
nostri tempi, ma anche la
massificazione artistica che ci
offrono i mecenate dell'arte,
sia essa musicale, cinematografica, letteraria o pittorica. I
prodotti dei "gran signori
dell'arte" sono spesso asserviti a rigidi meccanismi di
mercato che schiacciano il
più debole e annichiliscono
l'invisibile, preferendo le
tendenze mondane alla qualità e all'impatto sociale e/o
che può offrire soltanto
un'opera di qualità. La libera
circolazione della cultura viene guardata da lontano con
molta diffidenza, temendo
l'introduzione, insieme ad essa, di una devalorizzazione
della cultura passata, presente e futura.
Le risposte di Red Plastic La-
bel? Eccole qui!
“ALLES WIEDER OFFEN”, "Tutto
Sempre Aperto": è il principio coniato dal gruppo di avanguardia musicale Einstürzende Neubauten e
concretizzato dai protagonisti di quest'iniziativa sia nella produzione in
Copyleft che nella diffusione ai fruitori; questa soluzione non ha come
obbiettivo la mera libera circolazione dei prodotti, ma mira ben più
lontano: l'etichetta si propone di rivoluzionare il rapporto artista-fruitore, trasformado quest'ultimo da fan a
"Mecenate Virtuale"
che possa promuovere e supportare l'artista dagli albori della
sua carriera (aderendo, per esempio,
all'iniziativa Be a Red
Plastic Talent Scout,
che permette agli
utenti di proporre degli artisti da selezionare) fino alla loro
completa immersione
nel mondo artistico.
Red Plastic Label copre tutti i campi delle
arti (musica, cinema,
letteratura, pittura),
percorrendo
il
cammino
dell'Arte
Totale; una prima realizzazione di quest'esperienza
totalizzante è nata dal
connubio pittura e
musica: il 5 ottobre
presso il circolo ARCI
pavese Radio Aut si è
"Naturalmente dio minuscolo, non si sa mai" - "E Obama maiuscolo"
svolto l'evento-lancio A Progressive
Acoustic Night, con Andrea Cocci
alla chitarra acustica e Giulia
Zacchetti ai pennelli. Il risultato?
Una splendida serata di live painting,
una forma di improvvisazione artistica relativamente recente ma assolutamente entusiasmante.
L'idea dell' "esperienza artistica totalizzante" si incarna anche nel logo:
un alieno antropomorfo dotato di tre
occhi -in grado dunque di "percepire"
aldilà delle comuni percezioni- e di
tentacoli che partono da ogni sua
parte verso ogni parte del mondo
artistico, pur remota e recondita che
sia. Ed effettivamente questo progetto non si limita alla piccola realtà
locale del pavese: i tentacoli di questo bizzarro alieno percorrono l'Europa e il mondo, dall'Italia alla
Francia, passando per la Germania
fino al Regno Unito e da lì ancora
più lontano, nel tentativo di costruire una fitta rete artistica e sociale.
Non vi sembra abbastanza rivoluzionario?
"Stop being a fan, become a
supporter!". Non potrete più negarlo.
Maria Rosa Lauria Pantano
Reg. Trib. Pv n° 594 ­ ISSN 1972­9669 ­ Stampa: Industria Grafica Pavese SAS, Pavia ­ Chiuso in redazione 5­11­2013 ­ Tiratura 2000 copie ­ 2013, Alcuni diritti riservati (Rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.5 Ita by­nc­sa)
8
relax
Periodico
Numero 76
Novembre 2013
Guida Interpavese per studenti
privi di asciugamano
SNS
Short News Service
Mostra introspettiva della moka a Milano:
dal 27/11 al 8/12 l'evento festeggerà gli
80 anni della nostra amante mattutina
Due cameriere affermano che nella catena di ristoranti francesi dove lavorano la
disposizione ai tavoli dei clienti vada fatta
secondo canoni estetici: i belli davanti e
dietro tutti quanti
Tiger Woods divide l'Europa dall'Asia.
Letteralmente. Per pubblicizzare meglio
una iniziativa sportiva le autorità chiudono il ponte sul Bosforo (Istambul) e lo
mette a disposizione del campione di
Golf.
Bimba virtuale intrappola pedofili: una
realizzazione a computer lanciata in rete
dalla ONG "Terre des hommes" riesce ad
ingannare un migliaio di possibili pedofili
che sono finiti denunciati all'interpol
Piove Governo ladro! E se siete a Shangai
ne avrete delle belle di cui lamentarvi:
nei pressi dell'aeroporto piovono feci,
escrementi volanti fuoriusciti, probabilmente, dai compartimenti settici degli
aerei.
Internet non salverà il mondo e se lo dice Bill Gates in una intervista al Financial Time la notizia fa il giro del
mondo. Noi aggiungiamo che probabilmente neanche Windows salverà
alcunché.
Per i 10 anni di riapertura della Fenice, lo
storico teatro di Venezia, il ministero
dello sviluppo economico ha deciso di far
produrre un francobollo commemorativo.
0,70 cent di storia.
Ritrovato il tesoretto artistico di Hitler,
un miliarduccio di opere d'arte trafugate
che erano state riposte (si spera con cura) in un appartamento tedesco.
I fascisti attaccano da Marte: dalla rossa
(bruna?) colonia di Guzzantiana fantasia
aumenta la minaccia dei meteoriti. Citazioni a parte, pare che la minaccia dei
meteoriti sia maggiore del previsto; a
confermarlo tre studi.
Scoperto antenato carnivoro dell'ornitorinco. La notizia è il nome: Obdurodon
tharalkooschild .
Gli esperti consigliano due modi per diminuire l'aggressività. Uno è lo zucchero
(giusto per avere le energie), l'altra è usare la mano non dominante (ossia, niente
schiaffi con la destra ma usa un bel
gancio sinistro).
Il cane comunista è tuo amico. Pare che
la direzione prevalente (rispetto a chi lo
osserva) dello scodizolamento possa dare
indicazioni sulla disposizione dell'animale a farsi coccolare: a sinistra è buono
a destra cattivo.
Facebook studia i movimenti del mouse.
Non dovrai più vergognarti di cliccare.
Drinking Pavia
P
arliamo di Alcool e parliamo di dove berlo senza dover ricorrere a un mutuo o a continui prelievi al bancomat. A seconda di dove vogliate passare
la serata e qualunque sia la vostra estrazione sociale vi capiterà di ritrovarvi ad affondare le mani nel frigo di un kebabbaro per prendere un birrone da
66cl a un prezzo tutto sommato contenuto. Però la brutta notizia che è arrivata
con l’inizio del nuovo ann accademico è solo una per i bevitori: Zam-Zam e
Instanbul Kebap hanno aumentato i prezzi delle birre al punto di non essere più
così convenienti. Niente paura, il nuovo kebabbaro Aladino situato proprio davanti all’Università Centrale ha mantenuto i prezzi a livello umano, per la felicità di tutti gli assetati e con una monetina da 2€ ci si può assicurare una “buona”
birra da gustare sugli scalini del Duomo come da tradizione. Comunque sempre
notevole l’offerta di Zam-Zam per quanto riguarda i cocktails, da 2,50€ a 3€, e gli
shots a solo 1€. Immancabilmente, quando tra poco farà veramente freddo, non
si potrà snobbare il Black Bull Pub in Via dei Liguri, appena sotto Piazza del
Duomo. Tutti i mercoledì sera le birre medie scendono a 3,50€(eccetto la
Gordon Platinum) per la gioia del palato di chi cerca una buona birra con un
grado alcoolemico sopra la media e a un prezzo contenuto. Molto consigliato
quindi come rifugio notturno dalla movida molesta ed ignorante di Strada Nuova, anche per rifocillarsi con qualche panino o qualche stuzzicheria fritta che
non siano le solite patatine d’asporto. Se siete possessori di tessera ARCI(e se
non lo siete il consiglio è di farla) non potete non farvi un giro a Radio Aut, vicinissimo al Ponte Coperto nascosto in Via Ponte Salara. E’ un circolo culturale
no-profit che oltre ad offrire vari eventi è un ottimo luogo di aggregazione e
senza dubbio luogo di grandi bevute. Se cercate cocktail enormi fatti con la
benzina non potete sbagliarvi se volete salutare le vostre capacità cognitive.
Meno convenienti le birre alla spina ma pur sempre meno costosa una bionda
media a 3€ che in un qualunque locale del centro. Da segnalare per il martedì
sera, anche se un po’ lontanto dal centro, il Bierhaus vicino al cimitero, locale
sempre affollato e birre medie a 2,50€. Con 10 sacchi e 4 bockbier vi ritroverete
a parlare in altre lingue come gli apostoli a Pentecoste.
Eating Pavia
D
opo una serata passata a bere bisognerà pur mangiare qualcosa tra un
bicchiere e l’altro, o per asciugare un po’ o semplicemente per cambiare
quello che c’è nello stomaco da liquido a semi-liquido per poi continuare la serata con ancora più energie. Purtroppo la scelta non è molto ampia dopo
una certa ora e oltre ai classici kebabbari le opzioni convenienti si riducono drasticamente. Per esempio Very Fast...Troppo Food! aperto al posto del defunto
Poldo (R.I.P.) davanti all’Università dalle 22.00 all’1.00 offre cornetti caldi, crepes alla nutella e cannoli siciliani per sedare ogni voglia di dolce. In alternativa
la panetteria Pancacao in fondo a Strada Nuova dalle 23.00 in poi sforna cornetti
nonstop, se si passa davanti è impossibile non essere conquistati dall’effluvio;
tempi d’attesa un po’ dilatati a volte ma nulla di trascendentale. In alternativa le
scelte più serie e sostanziose per un pasto possono essere solo due: Il Diablo Saloon, localizzato vicino al ponte coperto e aperto fino alle 2.30 per il servizio
d’asporto. Offre hamburger+patatine a partire da 5€ con possibilità di sconto
del 15% se possessori di tessera ARCI; Il Boccio Pub, storico pub di Pavia dal
1979 situato alla fine di
Borgo Ticino e aperto fino alle 3 di notte.
L’offerta qui è veramente esagerata per
quanto riguarda i panini,
si parla di 3 facciate di
menù da cui scegliere
.Il costo però non strizza
l’occhio al portafogli con
prezzi un po’ gonfiati
nonostante la lontananza dal centro. In
ogni caso una tappa
impossibile da mancare
almeno una volta nella
La KRedazione:
Direttore editoriale
Riccardo Catenacci
Direttore responsabile
Salvatore Gulino
Caporedattori
Andrea Michielon
Maria Rosa Lauria
Pantano
Impaginatore
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Revisore testi
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Daniele Bianco, Salvio
Calamera, Riccardo
Catenacci, Daniele De
Chiara, Alberto
Guglielmino, Maria Rosa
Lauria Pantano, Andrea
Michielon, Marta
Novaresi, Juan Carlos
Oliva, Alessandro
Pirovano, Valentina
Sacchetti
Kronstadt
periodico mensile
Numero 76
La redazione di
Kronstadt è aperta
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purtroppo, recuperate dal web. Inutile ricordarvi che Kronstadt cerca collaboratori e redattori. La mappa è
gentilmente concessa dalla ex dittatrice: emmanuela pioli.
KRONSTADT: iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla Commissione Permanente Studenti
dell'Università di Pavia nell'ambito del programma per la promozione delle attività culturali ricreative degli
studenti. Altre entrate sono rappresentate da eventi.
Renzi inaugura il cimitera dei feti: finalmente un posto per il PD
Fly UP