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Juana Bignozzi PER UN FANTASMA INTIMO E SEGRETO
Juana Bignozzi PER UN FANTASMA INTIMO E SEGRETO Poesie scelte 1967 – 2014 traduzione di Stefano Bernardinelli LietoColle Libriccini da collezione Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~7~ Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~8~ Opera pubblicata nell’ambito del Programma “Sur” di supporto alle traduzioni del Ministero degli Affari Esteri, del Commercio Internazionale e del Culto della Repubblica Argentina Obra editada en el marco del Programa “Sur” de Apoyo a las Traducciones del Ministerio de Relaciones Exteriores, Comercio Internacional y Culto de la República Argentina Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~9~ Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 10 ~ Prefazione Quelli che giunsero alla terra promessa vedranno solo giardini per noi che nascemmo nell’idea di quella luce non c’è monte o terra di storia che possa cancellare le parole del desco familiare Questa breve poesia, intitolata Delfini di militanti e appartenente alla raccolta Regreso a la patria, è costruita su due contrapposizioni. La prima è nel titolo: per “delfino” s’intende il successore di un re, o comunque di un potente; la figlia di un oscuro militante che si fregia di questo titolo lo fa evidentemente con orgoglio (non disgiunto da un pizzico di ironia); un sentimento confermato dalla seconda contrapposizione, che vede da una parte coloro che sono giunti alla terra promessa, che vedranno “solo” giardini, e dall’altra i figli dei militanti, che si tengono stretti ai valori e ai principi che vigevano presso il desco familiare, all’“idea di quella luce”. Il tema delle origini, delle figure dei genitori e dei “miti” e degli ideali da essi trasmessi all’unica figlia, è presente in tutta la traiettoria poetica di Juana Bignozzi, e dialoga di continuo con quello della lontananza dalla terra natale e dall’amata Buenos Aires. Ma mentre esibisce, o finge di esibire, le vicende biografiche dell’autrice, questa poesia si appropria di diverse esistenze, di diversi destini, riuscendo a delineare il ritratto di una generazione, delle sue sconfitte, della problematica sopravvivenza delle sue idee. «Mio papà era operaio panificatore; mia mamma, operaia di fabbrica. La vita che ho fatto non ha niente a che vedere con la vita per la quale nacqui. I miei genitori mi aiutarono perché fosse così; mi fecero studiare invece di mandarmi a lavorare»1. Nata nel 1937 nel quartiere di Saavedra, alla periferia della capitale argentina, da una famiglia con una precisa identità politica di sinistra e con valori (come l’amore per la cultura, o una concezione della donna decisamente progressista per i tempi) che resteranno impressi per sempre nella sua coscienza, Juana compie la sua formazione negli anni che vedono la nascita e l’ascesa del primo peronismo, ed entra poco più che ventenne nel gruppo “El pan duro”, che propugna una poesia militante. Vi conosce tra gli altri Juan Gelman, Héctor Negro, Juan Carlos Portantiero. È l’unica donna presente nel gruppo. Nel 1960 pubblica la sua prima raccolta di poesie, Los límites, seguita da Tierra de nadie (1962) e da Mujer de cierto orden (1967); è già evidente in queste prime prove il lavorìo sulla lingua, Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 11 ~ l’ampliarsi degli orizzonti culturali di riferimento, la distanza da una poesia, praticata da molti in quegli anni, che sia mero veicolo di contenuti politicosociali. Come per altri membri di “El pan duro”, anche per Juana all’inizio degli anni ’60 si produce un allontanamento dal partito comunista. S’iscrive all’Università, ma non termina gli studi. Lavora, per periodi più o meno lunghi, come giornalista, assistente sociale, contabile. Nel 1970 sposa Hugo Mariani, e nel 1974 la coppia lascia l’Argentina per l’Europa. Vivranno a Barcellona per un trentennio. Non si tratta di un esilio imposto, bensì di un allontanamento volontario (ma quanto doloroso!) dettato soprattutto da ragioni ideologiche, alle quali ben presto si sommano quelle economiche, impedendo il rimpatrio della coppia. Juana si mantiene con quello che sarà il suo lavoro per tutta una vita: la traduttrice. Tradurrà più di quattrocento libri, soprattutto di scrittori francesi: tra essi Marguerite Duras e Jean Marie Gustave Le Clézio. E tradurre diverrà la metafora di una condizione esistenziale, quella dell’esule: «tradurre da un lato dell’oceano all’altro / dai poeti giovani ai poeti della sua generazione / dalle sue vecchie amiche alle sue nuove amiche / tradusse qui la sua vita che deve ritradurre nel suo Paese» (da Interior con poeta I). Sono anni di viaggi per l’Europa e di studio appassionato della grande poesia europea. Tra i nomi degli autori più amati, che ritroviamo anche in epigrafi e dediche, alcuni italiani: Montale, Caproni, Bertolucci, Pavese. Ma numerosi nell’opera di Bignozzi sono anche i riferimenti alle arti figurative (soprattutto alla pittura), alla musica, all’opera lirica. Il trentennio trascorso nel Vecchio Continente si configura in questa poesia da una parte come sradicamento, dall’altra come recupero e conferma dei miti culturali, in gran parte di ascendenza europea, nei quali la poetessa era stata educata: «ora camminando per lontane e mitiche città / sono il tuo trionfo / tu hai fatto questa figura che percorre luoghi che mai conoscerai / ma che per sempre sono solo tuoi / tu li hai sognati io li conosco» (Supiste quién era...). Nel 1989 le edizioni Libros de Tierra Firme, dirette da José Luis Mangieri, pubblicano la raccolta Regreso a la patria (Ritorno in patria); dal 1990 Juana ritorna ogni anno in Argentina, ma si stabilirà definitivamente a Buenos Aires soltanto nel 2004. Nel 1993 esce Interior con poeta, e nel 1997 Partida de las grandes líneas. La pubblicazione di questi libri, e di un dossier del prestigioso Diario de poesía dedicato alla sua opera (1998), contribuiscono a farla riconoscere come una delle voci più alte della poesia argentina del secondo Novecento. Nel 2000 l’editrice Adriana Hidalgo di Buenos Aires ha pubblicato la “obra reunida” La ley tu ley, che comprende Mujer de cierto orden, Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 12 ~ Regreso a la patria, Interior con poeta e Partida de las grandes líneas, nonché il gruppo di poesie inedite che dà il titolo al libro. Adriana Hidalgo ha pubblicato anche la raccolta si alguien tiene que ser después (se qualcuno dev’essere dopo, 2010), nella quale sembra accentuarsi il senso della poesia come sfida all’idea di sconfitta, sia individuale (si vedano le molte poesie sulla vecchiaia), sia storico-politica. Vi ritroviamo tutto l’amore per la propria città finalmente riconquistata, ma anche un rapporto tormentato, quando non una decisa contrapposizione, con la sua società letteraria. Un rapporto espresso in modi ora ironici («Mentre le mie colleghe scrivono i grandi versi della poesia argentina / io metto a bollire i fagiolini / signora mi disse il verduriere né grossi né fini puro burro»), ora più risentiti: ormai nessuno sa di cosa parli è tutta una storia ignorata e indecifrabile che innamora per sempre solo quel fantasma si scrive sempre per un fantasma per un conto pendente e occulto per un fantasma intimo e segreto la sua presenza fa i poeti (en medio de mi furia y mi tristeza...) Se non fosse per quei fantasmi, per quelle voci amate, chi la circonda le farebbe credere «che il senso comune / la via di mezzo la lindura l’equanimità / abbiano vinto la guerra» (da Por ustedes queridas voces..., in Regreso a la patria). Fantasmi che attraverso le prove di una vita intera hanno visto cambiare la materia di cui sono fatti «dalla fragilità alla durezza / altri dicono / dalla qualità comune alla preziosa» (Giro 1937). «Il pathos di Juana Bignozzi deriva dalla sua resistenza a seppellire ciò che ha amato» (D.G. Helder2). La nostalgia, che pure percepiamo nei versi di Bignozzi e che può essere nostalgia di un’epoca, di una città, di rapporti amicali, è un sentimento che non concede nulla al patetismo né tantomeno alla rassegnazione, temperato com’è dall’ironia e sorretto da uno spirito combattivo che si proietta spesso verso il futuro, nel quale immagina «figli che non ho avuto che torneranno a scegliere i loro nemici / gli renderanno di nuovo difficile la vittoria finale» (comprémosle unos jazmines). E ancora, nei versi iniziali di Poema para el recuerdo de una ideología (in si alguien tiene que ser después): «la gente per bene seppellisce i suoi morti / io non ho morti da Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 13 ~ seppellire / ciò che sembra fantasma / discorso superato anacronismo / è una voce che parla vive la città». La coscienza di un fallimento storico, quello della sinistra argentina, si unisce alla rivendicazione della validità e dell’attualità di molte di quelle battaglie e di quei valori, e allo sguardo lucido e disincantato – ma non pessimistico – sulla società contemporanea. Come afferma Beatriz Sarlo presentando si alguien tiene que ser después, il lettore che si accosta per la prima volta a questa poesia resterà colpito da «la perfezione del verso, la musicalità discreta, che sorge dal non contrariare il tono della lingua orale colta, dall’evocarla senza copiarla. Ammirerà inoltre la nitidezza delle idee e non soltanto la bellezza delle immagini, l’intelligenza sostenuta dalla distanza ironica, ma non così ironica da trasformarsi in sarcasmo, e sempre orientata da una dimensione morale che esclude il cinismo. [...] Si tratta di una poesia che coordina con apparente facilità la densità culturale e la densità dell’esperienza, la cui prima persona parla da un sapere che si appoggia su una miscela originale di sensibilità e storia»3. Come già Quién hubiera sido pintada, libro del 2001, anche Las poetas visitan a Andrea del Sarto (Adriana Hidalgo, 2014), la raccolta più recente di Juana Bignozzi, è dedicata a una delle sue grandi passioni: la pittura. La poetessa ha ricordato nelle interviste come durante il trentennio trascorso in Europa fosse solita recarsi a Firenze ogni anno, e la sua ammirazione per gli affreschi di Andrea del Sarto nella Basilica dell’Annunziata. Attraverso la “maschera” del pittore rinascimentale fiorentino, la prima parte del libro riflette sul potere e sul rapporto degli artisti con il potere. La seconda parte ospita poesie dedicate a quadri antichi e contemporanei. In uno degli ultimi testi della raccolta la poetessa argentina assume la voce dell’angelo di un’annunciazione gotica: continuerò ad annunciare perché fui mandato in questo mondo per inquietare e nessuno mi potrà zittire quella che stava davanti a me è scomparsa il giglio lo stupore o il terrore della giovane che mi ascoltava i segni divini che dovettero accompagnarmi (Ángel de la Anunciación. Museo del Petit Palais de Avignon) Abbiamo iniziato questa presentazione della figura e dell’opera di Juana Bignozzi citando una poesia che allude all’arrivo del popolo ebraico nella terra promessa; e la chiudiamo con un’immagine evangelica, quella Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 14 ~ dell’annunciazione, oggetto di innumerevoli rappresentazioni nell’arte occidentale. Delfini di militanti sembra alludere, per contrasto con chi potè vedere la terra promessa, al destino di una generazione, alla realizzazione continuamente posposta dei suoi ideali («no viviré en la revolución», dice Bignozzi in una breve poesia di Regreso a la patria); il secondo e più recente testo ci avvicina, attraverso la figura dell’angelo annunciante, all’impegno dell’intellettuale, alla sua irriducibile volontà di testimoniare. L’accento è posto, qui come in tanta parte dell’opera di Bignozzi, sulla coerenza delle proprie idee e delle proprie posizioni. E su un messaggio di emancipazione attraverso la sofferenza. Stefano Bernardinelli Note 1. La luz de la edad, intervista di Roxana Artal a Juana Bignozzi per “Evaristo Cultural. Revista virtual de arte y literatura”, número 12, 2011 2. Bignozzi, Juana: La ley tu ley, Notas sobre Juana Bignozzi por Jorge Lafforgue, Prólogo por D.G. Helder, Adriana Hidalgo editora, Buenos Aires, 2000 3. Bignozzi, Juana: si alguien tiene que ser después, Adriana Hidalgo editora, Buenos Aires, 2010 Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 15 ~ Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 16 ~ PER UN FANTASMA INTIMO E SEGRETO Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 17 ~ Soy una mujer sin problemas Todos lo saben y entonces buscan mi compañía para charlar por las noches. Sin embargo yo conozco a alguien que quiere morir en paz consigo mismo y me produce estremecimientos, insomnio, soledad, porque la paz conmigo misma sería una guerra sin fin, dos o tres asesinatos inevitables y alguna entrega desmedida que no entra en mis planes. Sin embargo yo sueño por las noches con un jardín inmenso donde los muertos se levantan para saludarme; yo sueño con un hombre que me inquieta y como lo ignora me habla amigablemente del resto del mundo y de mis múltiples amores, tan simpáticos, tan apropiados como tema de conversación. Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 18 ~ Sono una donna senza problemi Tutti lo sanno e quindi cercano la mia compagnia per chiacchierare le notti. Però io conosco qualcuno che vuol morire in pace con se stesso e che mi provoca sussulti, insonnia, solitudine, perché la pace con me stessa sarebbe una guerra senza fine, due o tre assassinii inevitabili e qualche resa smisurata che non rientra nei miei piani. Però io di notte sogno un giardino immenso dove i morti si alzano per salutarmi; io sogno un uomo che mi inquieta e siccome lo ignora mi parla amichevolmente del resto del mondo e dei miei molteplici amori, così simpatici, così appropriati come argomento di conversazione. Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 19 ~ El país mitológico Desde sus cuatro clavos las fotos de la pared me dicen del otro lado del mar nuestros huesos se deshacen, del otro lado del mar hay flores rojas sobre ciertas tumbas y silencio, rabioso silencio sobre otras de este lado del mar, en este hermoso mitológico país y casi nuestro los rebeldes oficiales contemplan sus balazos en la espalda, sus fotos autorizadas; las mejores vidas que me rodean pierden la forma, a los rebeldes oficiales no les gustan ni las rabias ni las tristezas, los muertos que no olvidamos los irritan en particular, pero qué se le va a hacer, dando pruebas de falta de respeto nuestros huesos se mueven amparados por su furia, suelen decirse no estamos muertos. Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 20 ~ Il paese mitologico Dai loro quattro chiodi le foto sul muro mi dicono dall’altra parte del mare le nostre ossa si sfanno, dall’altra parte del mare ci sono fiori rossi sopra certe tombe e silenzio, rabbioso silenzio su altre da questa parte del mare, in questo bel paese mitologico e quasi nostro i ribelli ufficiali contemplano le loro ferite d’arma da fuoco nella schiena, le loro foto autorizzate; le migliori vite che mi circondano perdono la forma, ai ribelli ufficiali non piacciono né la rabbia né la tristezza, i morti che non dimentichiamo li irritano in particolare, ma che possiamo farci, dando prova di mancanza di rispetto le nostre ossa si muovono protette dalla loro furia, usano dirsi non siamo morti. Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 21 ~ Domingo a la tarde Cuando se sientan frente a frente amores imposibles, quincallería amistosa, tipos que se atrevieron y esa mujer intensa que lleva augurios a felicidades que nunca entenderá, la buena gente desecha las malas palabras, la buena gente dice todos tienen posibilidades en la vida, sienten crecer su amor por esa mujer intensa, tan sola, que vivirá siempre detrás de una ventana y todo lo que le ofrecen está demasiado azucarado. Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 22 ~ Domenica sera Quando si siedono faccia a faccia amori impossibili, chincaglieria affettuosa, tipi che osarono e quella donna intensa che porta auguri a felicità che non capirà mai, la brava gente smette le parole cattive, la brava gente dice tutti hanno possibilità nella vita, sentono crescere il loro amore per quella donna intensa, così sola, che vivrà sempre dietro a una finestra e tutto ciò che le offrono è troppo zuccherato. Juana Bignozzi, Per un fantasma intimo e segreto, AltreTerre – LietoColle ~ 23 ~