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Battista Guarini L`età dell`oro T85 ON LINE

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Battista Guarini L`età dell`oro T85 ON LINE
PARTE SESTA
CAPITOLO VI
L’età della Controriforma: il Manierismo e la letteratura tardo-rinascimentale (1545-1610)
Il teatro. La commedia dell’arte
1
T85 ON LINE
Battista Guarini
L’età dell’oro
[Pastor fido, atto IV,
vv. 1394-1461]
È il coro dell’atto IV, ricalcato per il tema su quello che chiude l’atto I dell’Aminta di Tasso (cfr. cap. III,
T3, p. 522). Vi viene esaltata la primitiva, mitica età dell’oro, quando amore e onore erano strettamente
congiunti. L’intento moralistico dell’autore vi appare scoperto, così come è evidente l’opposizione ideologica a Tasso, che invece aveva esaltato l’età antica perché in essa l’amore non aveva bisogno dell’onore.
CORO
da B. Guarini, Il pastor fido, a
cura di L. Fassò, Einaudi, Torino
1976.
1395
1400
1405
1410
1415
1420
metrica Canzone di cinque stanze (lo schema è il medesimo
del coro conclusivo dell’atto I dell’Aminta di Tasso,
che riprendeva a sua volta quello della petrarchesca
«Chiare, fresche et dolci acque»): endecasillabi e settenari alternati, con rime, secondo lo schema abC
abC cdeeDfF. Congedo zZXyY.
1394-1406 CORO: Oh bella età dell’oro, quando il latte era
il cibo e il bosco [era] la culla del mondo appena
nato (pargoletto); e le greggi integre (intatte) godevano i loro cuccioli (i...parti) amati (cari), e il mondo non
aveva ancora paura (né temea) di armi (ferro =
spada) né di veleno (tòsco)! Allora pensieri torbidi e foschi [: *dittologia sinonimica] non facevano velo [: non
ostacolavano] al sole della luce eterna [: Dio]. Ora [invece] la ragione, che è prigioniera (verna = passa l’inverno) tra le nubi dei sensi, ha chiuso il cielo [: impedisce qualsiasi rapporto con Dio], per cui accade (ond’è)
che lo straniero (il peregrino) va turbando la terra al-
Oh bella età de l’oro,
quand’era cibo il latte
del pargoletto mondo e culla il bosco;
e i cari parti loro,
godean le gregge intatte,
né temea il mondo ancor ferro né tòsco!
Pensier torbido e fosco
allor non facea velo
al sol di luce eterna.
Or la ragion, che verna
tra le nubi del senso, ha chiuso il cielo,
ond’è che il peregrino
va l’altrui terra e ’l mar turbando il pino.
Quel suon fastoso e vano,
quell’inutil soggetto
di lusinghe, di titoli e d’inganno,
ch’ «onor» dal volgo insano
indegnamente è detto,
non era ancor degli animi tiranno.
Ma sostener affanno
per le vere dolcezze,
tra i boschi e tra le gregge
la fede aver per legge,
fu di quell’alme, al ben oprar avvezze,
cura d’onor felice,
cui dettava Onestà: «Piaccia, se lice».
Allor tra prati e linfe
gli scherzi e le carole
di legittimo amor furon le faci.
trui [: porta guerra] e le navi (il pino; con *metonimia)
[vanno turbando] il mare [: con riferimento alle esplorazioni geografiche]. E i cari parti...intatte: perché gli
uomini non uccidevano gli animali per cibarsene, così
che le greggi erano «intatte» e non temevano di veder
morire i loro piccoli. Pensier torbido...pino: è sottintesa in questi versi una prolungata *metafora. Se Dio è il
sole, le nuvole sono gli ostacoli alla vista di esso da parte dell’uomo, e pertanto rappresentano la presunzione
intellettuale e l’aggressività dell’uomo, nonché la sua
debolezza davanti alle attrattive dei sensi.
1407-1419 Quel nome (suon) presuntuoso (fastoso) e vuoto (vano), quell’occasione (soggetto) inutile di lusinghe,
di attribuzioni (di titoli) e di inganno, che è detto erroneamente (indegnamente) “onore” dal volgo sciocco
(insano), non era ancora padrone (tiranno) degli animi
[umani]. Ma sopportare (sostener) l’ansia (affanno) per
[provare] le vere dolcezze [: i veri piaceri], avere per
legge la lealtà (la fede) [vivendo] tra i boschi e tra le
greggi, fu per (di) quelle anime (alme), abituate (avvezze) ad agire bene (al ben oprar), la felice preoccupazione (cura) dell’onore, al quale (cui) l’Onestà suggeriva (dettava): «Se è lecito (se lice), piaccia [pure]». Viene qui distinto il significato della parola “onore” quale
essa è usata comunemente, ma in modo improprio, e
quale essa valeva invece durante i tempi puri e felici
dell’età dell’oro. Il senso corrotto è ‘ambizione, merito,
vanto, prestigio’; mentre il senso originario implicava un
sereno rispetto delle leggi di una morale naturale e divina. «Piaccia, se lice»: significa che i piaceri e i desideri devono essere sottoposti alle leggi morali; ma la
frase è strutturata in modo da sottolineare la libera scelta del bene piuttosto che la obbedienza coatta a esso.
In ogni caso vi è qui il rovesciamento della formula tassiana «S’ei piace, ei lice» (Aminta, atto I, v. 681).
1420-1432 Allora [: durante l’età dell’oro] i giochi (gli scherzi) e
i balli (le carole) tra prati e fonti (linfe) furono le fiamme
(le faci) di legittimo amore [: di rapporti coniugali].
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]
PARTE SESTA
CAPITOLO VI
L’età della Controriforma: il Manierismo e la letteratura tardo-rinascimentale (1545-1610)
Il teatro. La commedia dell’arte
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Battista Guarini ~ L’età dell’oro
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1460
Pastori e ninfe avevano i sentimenti (il cor = il cuore)
corrispondenti alle (ne le) parole; Imeneo [: il matrimonio] dava loro le gioie e i baci più dolci e più insistenti
(tenaci). Un unico (un sol) [amante; cioè il marito] godeva le vive nude rose [: bellezze] d’Amore; [ogni] amante furtivo [: illegittimo] le trovò [invece] sempre nascoste (ascose), e [trovò sempre] secchi rifiuti (aspre voglie e crude = desideri avversi e crudeli) sia (o) nelle
caverne (in antro) sia nei boschi (in selva) sia nei laghi; e marito e amante (vago) erano un unico (sol) nome. È l’esaltazione dell’amore coniugale come condizione di sincerità e di pieno godimento reciproco. Imeneo: la divinità classica delle nozze.
1433-1445 Epoca peccaminosa (secol rio) [: quella presente], che con i tuoi piaceri (diletti) sudici (sozzi) hai
nascosto (velasti) le bellezze (il bel) dell’anima, e hai
insegnato ad alimentare (a nudrir = a nutrire) l’attrat-
Avean pastori e ninfe
il cor ne le parole;
dava lor Imeneo le gioie e i baci
più dolci e più tenaci.
Un sol godeva ignude
d’Amor le vive rose;
furtivo amante ascose
le trovò sempre, e aspre voglie e crude
o in antro o in selva o in lago;
ed era un nome sol marito e vago.
Secol rio, che velasti
co’ tuoi sozzi diletti
il bel de l’alma, e a nudrir la sete
dei desiri insegnasti
co’ sembianti ristretti,
sfrenando poi l’impurità segrete!
Così, qual tesa rete
tra fiori e fronde sparte,
celi pensier lascivi
con atti santi e schivi;
bontà stimi il parer, la vita un’arte;
né curi, e parti onore
che furto sia, pur che s’asconda, amore.
Ma tu, deh, spirti egregi
forma ne’ petti nostri,
verace Onor, de le grand’alme donno!
O regnator de’ regi,
deh! torna in questi chiostri,
che senza te beati esser non ponno.
Dèstin dal mortal sonno
tuoi stimoli potenti
chi, per indegna e bassa
voglia, seguir te lassa,
e lassa il pregio de l’antiche genti.
Speriam, ché ’l mal fa tregua
talor, se speme in noi non si dilegua.
Speriam, ché ’l sol cadente anco rinasce,
e ’l ciel, quando men luce,
l’aspettato seren spesso n’adduce.
tiva dei desideri (la sete dei desiri) con gli atteggiamenti (co’ sembianti) [falsamente] pudichi (ristretti), per
sfrenare (sfrenando) poi di nascosto ogni perversione
(le impurità segrete)! Come (qual) una rete tesa tra
fiori e foglie (fronde) separate (sparte), così nascondi
(celi) con atteggiamenti (atti) santi e ritrosi (schivi)
pensieri lascivi; stimi [che] la bontà [sia] un’apparenza (parer), [e che] la vita [sia] un artificio (un’arte); e
non ti preoccupi (né curi), e [anzi] ti sembra (parti =
ti par) un onore, che l’amore sia una colpa (furto), purché sia [una colpa] nascosta.
1446-1456 Deh, ma tu, vero (verace) Onore, signore (donno) delle grandi anime, forma dei nostri animi (petti)
sentimenti (spirti) nobili (egregi)! O re (regnator) dei
re, deh!, torna in queste valli (chiostri = luoghi chiusi),
che non possono (non ponno) essere beate senza di te.
I tuoi stimoli potenti svéglino (dèstin) dal sonno morta-
le [: peccaminoso] chi, a causa di (per) desideri (voglia) indegni e bassi, smette (lassa = lascia) di seguire te, e abbandona (lassa) le virtù (il pregio = ciò che
veniva apprezzato) dei popoli (genti) antichi. Onor: la
maiuscola e l’agg. verace servono a differenziare questo onore del quale parla qui il poeta da quello che è
comunemente chiamato “onore”, e contro cui si sono
già scagliati i vv. 1407-1412.
1457-1461 Speriamo [: conserviamo le speranze di un ritorno al rispetto dell’Onore], poiché (ché) talora il male concede (fa) tregua, se la speranza non viene meno
(non si dilegua) in noi. Speriamo, poiché il sole che tramonta (cadente) rinasce di nuovo (anco = ancora), e
spesso il cielo ci porta (n’adduce) l’aspettato sereno
[proprio] quando è meno luminoso (men luce; luce è la
3ª pers. sing. del vb. “lùcere”).
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]
PARTE SESTA
CAPITOLO VI
L’età della Controriforma: il Manierismo e la letteratura tardo-rinascimentale (1545-1610)
Il teatro. La commedia dell’arte
T85 ON LINE
Battista Guarini ~ L’età dell’oro
guida alla lettura
Il confronto con il coro dell’Aminta
Guarini riprende da Tasso anzitutto il tema, a partire dal primo verso ripetuto parola per parola (anche Tasso inizia: «O bella età dell’oro»). Ma
anche la struttura della canzonetta in cinque strofe è identica, così
come identiche sono le parole poste in rima. Mentre però Tasso sosteneva la tesi che «S’ei piace, ei lice» (se una cosa piace, è lecita), Gua-
rini capovolge l’assunto: «Piaccia, se lice» (v. 1419): una cosa deve piacere solo se è lecita. L’età dell’oro è esaltata da Tasso, perché non ancora corrotta dall’onore, e da Guarini, invece, perché in essa onore e
amore vanno congiunti nel matrimonio. È evidente la natura moralistica e controriformistica del messaggio guariniano.
esercizi
Analizzare e interpretare
1
Il poeta distingue l’“onore”, quale è volgarmente inteso dall’età contemporanea, dal “verace Onor”, l’Onestà, tipica dell’età dell’oro: sapresti spiegare la differenza?
2
L’età dell’oro non indica solo uno stato di felicità naturale,
ma è caratterizzata anche in senso morale. Cerca di dimostrarlo.
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]
3
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