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riforme dell`imperatore Diocleziano

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riforme dell`imperatore Diocleziano
LEZIONE
^
Lezione attiva
riforme dell'imperatore Diocleziano
Diocleziano diventa imperatore
Nelfe84)iivenne imperatore D i o c l e z i a n o , u n
energico^enerale nato nella provincia deirUTTrico (l'attuale Croazia). Prima d i essere
n o m i n a t o imperatore dai suoi legionari, Diocleziano era capo della guardia imperiale.
A differenza dei m o l t i suoi pari del periodo dell'anarchia m i l i t a r e , che regnavano solo
Chi era Diocleziano?
u n o 0 due a n n i , Diocleziano riuscì a g o v e r n a r e p e r 21 a n n i e a realizzare una serie d i
r i f o r m e che miravano a risolvere la grave crisi dell'Impero.
Rafforzare il potere dell'imperatore
Diocleziano puntò p r i m a di t u t t o a r a f f o r -
zare l a c a p a c i t à d i g o v e r n o d e l l ' i m p e r a t o r e . Perciò, tolse al senato quasi ogni potere
e costituì a t t o r n o a sé una corte d i f u n z i o n a r i che lo aiutassero e che rispondevano
d i r e t t a m e n t e a l u i . I n f i n e , proclamò che ogni sua decisione aveva valore d i legge, causando una profonda f r a t t u r a con la tradizione romana, che sempre aveva rispettato i l
senato e le sue n o b i l i f a m i g l i e .
Peraumentare i l suo prestigio, proclamò che i l suo potere derivava dagli dèi e che egli
Sottolinea il motivo della
persecuzione dei cristiani.
stesso doveva esserevgnerato come u n dio. Per questo, come abbiamo imparato, D i o cleziano avviò una dura p e r s e c u z i o n e contro i cristiani, che n o n veneravano l'imperatore: proibì le loro r i u n i o n i , l i incarcerò, l i uccise.
La riforma politica e militare
La principale r i f o r m a d i Diocleziano f u quella a m -
m i n i s t r a t i v a . Poiché l ' I m p e r o era t r o p p o vasto per essere controllato da u n unico cent r o (Roma), lo divise i n due p a r t i : l'Occidente e l'Oriente. Ciascuna parte sarebbe stata
governata da u n «Augusto»: luì stesso si proclamò «Augusto dell'Oriente» e n o m i n ò
Che scopo aveva dividere
l'Impero?
il fedele Massimiano «Augusto dell'Occidente». Ogni Augusto avrebbe affidato i l
governo d i una parte dei p r o p r i t e r r i t o r i a
u n «Cesare», u n collaboratore destinato a
succedergli, secondo u n meccanismo che
avrebbe evitato, secondo Diocleziano, le
l o t t e per la successione e avrebbe reso i l
governo più stabijeed efficace. Questo
Disegna uno schema che
rappresenti la tetrarchia.
sistema, che vedeva al vertice d e l l ' I m pero q u a t t r o persone, f u chiamato t e t r a r c h i a ("governo d e ì q u a t t r o " ) .
Anche l'esercito, f o n t e d i grandi spese, f u r i f o r m a t o : Diocleziano divise
Le t r u p p e d i f r o n t i e r a , f o r m a t e da
soldati-contadini che vivevano sul
posto, dalle t r u p p e d i " p r o n t o interv e n t o " , meglio gagate e addestrate.
1 r i s u l t a t i f u r o n o p o s i t i v i : le incursioni dei barbari f u r o n o bloccate con
successo •
LABORA TORIA
Uniti due a due
In questa celebre scultura del IV secolo viene raffigurata in modo simbolico
la tetrarchia. In primo piano i due Augusti, in secondo piano i due Cesari. Le
figure sono rappresentate in modo non realistico, tutte uguali, tutte nello stesso
atteggiamento: corona, mantello militare, una mano sulla spalla dell'altro
per indicare solidarietà, la mano sull'impugnatura della spada per raffigurare
prontezza al combattimento.
La riforma dell'economìa
L'altro settore su c u i l'imperatore i n t e r v e n n e f u l'eco-
n o m ì a . Diocleziano cercò conjeggi severissime d i bloccare (senza successo) l'aumen^o^ei_prezzi delle m e r c i . M a i l problema principale era assicurare allo Stato entrate
stabili, sotto f o r m a d i tasse. Fece q u i n d i registrare t u t t e le terre coltivabili dell'Impero
e j l n u m e r o dei c o n t a d i n i x h e le lavoravano, e t u t t e le attività economiche delle città.
assegnando a ciascuna, per ogni zona, una certa quota d i tasse che n o n poteva cambia^
re n e l corso del t è m p o T " " ' "
Questo sistema costringeva i c o n t a d i n i liberi a n o n abbandonare la terra che lavoravano e g l i a l t r i lavoratori, per esempio g l i artigiani e i c o m m e r c i a n t i , a n o n cambiare
mestiere. I mestieri divennero ereditari. Come i n u n sistema d i
caste, i
figli dei con-
tadini restavano contadini, g l i artigiani, artigiani e così via.
Le tasse arrivavano, perché i f u n z i o n a r i che dovevano raccoglierle usavano m e t o d i
brutali, m a si creò una società bloccata e priva d i libertà. I n m o l t e p a r t i dell'Impero
scoppiarono v i o l e n t e rivolte d i c o n t a d i n i . Nonostante i d i v i e t i , m o l t i a b i t a n t i c o n t i nuarono a passare al servizio dei grandi proprietari. Essi preferivano diventare c o l o n i
dei grandi proprietari, che assicuravano u n m i n i m o d i protezione c o n t r o g l i esattori,
piuttosto che restare liberi sotto u n sistema che li opprimeva e toglieva loro gran parte
del guadagno.
Limperatore diventa divino e regna con potere assoluto
LImpero viene diviso fra
«Augusti» e «Cesari»
[tetra rcliia]
La riorganizzazione
dell'Impero sotto Diocleziano
Con il sistema della tetrachia di
Diocleziano, l'Impero fu diviso in
quattro aree, ciascuna con una
propria capitale, posta non troppo
lontano dai confini, per poter
seguire più da vicino la difesa
dalle invasioni. Per l'Oriente le
capitali erano NIcomedia (sede
dell'Augusto Diocleziano) e
Sirmio (sede del Cesare Galeno];
per l'Occidente Milano [sede
dell'Augusto Massimiano] e Treviri
[sede del Cesare Costanzo Cloro).
Roma non aveva più funzione
di centro politico, anche perché
Diocleziano non voleva che le
antiche famiglie dei senatori
riacquistassero potere.
P
J
/-p
^
Parole nella storia
Caste In alcune società ant
la collettività era organizzata
un sistema rigido per cui chi ap
teneva a un certo gruppo so
[per esempio i sacerdoti, i guer
i contadini] non poteva uscirn
particolare non poteva passar
un gruppo più umile a uno più
portante. Questi gruppi sociali e
si chiamano "caste". Era organiz
così l'antica società indiana [•
sguardo sul mondo, p. 44].
La parola casta viene ancora
usata in senso generico, per indi
un "gruppo sociale privilegiato".
Per esporre la lezione
Esponi le riforma di Dioclezian
seguendo questa scaletta:
- Diocleziano rafforza il potere
imperiale: come?
- Le riforme politiche: quali?
- Le riforme economiche: qua
effetti?
Il sistema economico
è bloccato e le tasse
aumentano
L'esercito viene
riorganizzato
garantire l'afflusso delle tas*
®
Le riforme di Diocleziano
1
Spiega come Diocleziano cer
Territorio d'Oriente
^
Parigi
GALLIA
Treviri
• H
Territorio d'Occiden
Parte governata
da Diocleziano
(Augusto)
Parte governa
da Massimian
(Augusto)
Parte governata
da Galerio
(Cesare)
Parte governa
da Costanzo C
(Cesare)
O
(-apitali dell'Imperò^
M a r
N e r
PONTO
M e d i t e r r a n e o
Gerusalemrti^
Alessandrig
'^yyORIENTE
4
Lezione attiva
Costantino e l'alleanza con i cristiani
Costantino diventa imperatore Ne2^05t>iocleziano, Augusto d'Oriente, ab|
dico e si ritirò nello splendido palazzo cne-si^ra f a t t o costruire a Spalato, nella sua
lUiria. Lo stesso fece l'Augusto d'Occidente Massimiano. A loro dovevano subentrare i
J
r i s p e t t i v i Cesari, m a i l meccanismo previsto dalla tetrarchìa n o n funzionò. Invece dei
due Cesari, l o t t a r o n o per i l potere u o m i n i che n o n avevano nessun d i r i t t o al t r o n o :
Sottolinea la parte In cui si spiega
Massenzio, figlio d i Massimiano e Costantino, figlio d i Costanzo. La guerra fra i due
perché la terarchia non funzionò.
durò a lungo, fino a quando, ne|[^3^Costantino sconfisse i l rivale nella battaglia d i
Ponte M i l v i o , presso Roma.
D o p o aver sgommato anche l'Augusto d'Oriente nella battaglia d i A d r i a n o p o l i del
C o s t a n t i n o riunifìcò l'Impero, che tornò ad avere u n unico sovrano dopo la divisione operata da Diocle"ziano • LABORA TORIA
La leggenda e la realtà
La leggenda racconta che p r i m a della battaglia decisiva
con Massenzio, a Costantino sarebbe apparso i n sogno Gesù. Indicando una croce d i p i n t a su u n vessillo. Gesù g l i avrebbe d e t t o : «Sotto questo segno vincerai». Costantino
avrebbe così f a t t o porre la croce sulle sue bandiere e v i n t o i l nemico.
La leggenda spiega la realtà storica: Costantino comprese che avrebbe p o t u t o rafforzare i l potere imperiale appoggiandosi ai cristiani, o r m a i numerosissimi n o n solo fra i l
popolo, ma anche tra le classi colte e l'aristocrazia delle città.
L'editto di Milano e l'alleanza con i cristiani
N e l | ^ i 3 ^ o s t a n t i n o emanò a M i -
lano u n editto, cioè una legge valida i n t u t t o l ' I m p e r o , con c u i concedeva ai cristiani
Scrivi che cosa stabilì l'editto
^
di Milano del 313
lajito^^diprofessareiajor
era una svolta storica. D o p o questo atto di
tolleranza n o n solo t e r m i n a r o n o le persecuzioni, m a alla C h i e s a v e n n e r o concessi
d i s i s i privilegi: vescovi e p r e t i erano esentati dalle tasse; i t r i b u n a l i composti da sacerdoti potevano giudicare anche cause d i carattere non^religioso; ai vescovi vennero
concessi sulle città p o t e r i s i m i l i a q u e l l i dei f u n z i o n a r i s t a t a l i .
I cristiani cominciarono a sentirsi parte i m p o r t a n t e dello Stato r o m a n o : n o n più estranei e osteggiati, ma, i n u n certo senso, privilegiati. Comincia con Costantino un'alleanza stretta fra Chiesa e potere p o l i t i c o che durerà per t u t t i i secoli del Medioevo.
Il verbo indica la rinuncia
al regno da parte di un sovrano.
Abdicare
[ZI^^^^E^SS
Costantino e il cristianesimo
Tutti
coloro che hanno incarichi
nell'amministrazione pubblica
(come gli impiegati dei vari uffici,
ìaeistrati, i docenti delle scuole
Costantino
^
1
Assicurò libertà di culto
Favorì la Chiesa e le diede
un ruolo nello Stato
1
Si pose come arbitro
nelle questioni religiose
Quadro i L'Alto Medioevo
Costantino protettore della Chiesa
Capitolo i L'Impero romano entra in crisi
Costantino si convertì probabilmente al
cristianesimo (di certo f u battezzato) e assunse i l r u o l o d i protettore dei c r i s t i a n i
e d i arbitro nelle q u e s t i o n i religiose. L'imperatore volle cioè, i n u n certo qual m o d o ,
governare anche sulla Chiesa.
Fra I I e I V secolo la d o t t r i n a cristiana n o n era ancora ben definita. Circolavano n o n
solo i q u a t t r o Vangeli (Marco, Luca, M a t t e o e G i o v a n n i ) , m a m o l t i altri che oggi la
Chiesa r i t i e n e n o n validi. Circolavano i n o l t r e , fra i cristiani delle varie p a r t i dell'Impero, o p i n i o n i diverse su aspetti i m p o r t a n t i della fede. Una d i queste era quella del prete
egiziano Ario. Per costui Gesù n o n era anche D i o , ma solo u o m o , pur se ispirato da Dio.;
A r i o f u dichiarato i n errore dal suo vescovo, ma la sua d o t t r i n a si diffuse, specialmente
fra i Germani, che si convertirono alla fede cristiana " a r i a n a " .
Che cosa sosteneva la dottrina
di Ario?
Per porre fine a questa d o t t r i n a considerata errata, cioè eresia, che creava scontri pol i t i c i fra i rristiani^ Cns^ranrinn prp<;ipflptte n e l U l g a Nicea un'assemblea, detta_!!coacilio", che stabilì la giusta d o t t r i n a (ortorfos5ia)rGesù era figlio d i D i o ma anche della
"stessa sostanza d i D i o , e della stessa sostanza di_Èio è anche Io Spirito Santo. D i o pa-
Sottolinea nel testo le definizioni
di eresia e ortodossia.
dre, il Figlio e lo Spirito Santo f o r m a n o così la^dnità?)
Altre decisioni di Costantino
L'imperatore continuò la politica d i Diocleziano.
Cercò, senza grandi r i s u l t a t i , d i migliorare l'economia; lottò c o n u n certo successo
contro le invasioni, arruolando nell'esercito m o l t i barbari. M a , s o p r a t t u t t o , fondò
u n a n u o v a capitale dell'Impero, una Nuova R o m a sulle sponde del Bosforo, sui resti
della città greca d i Bisanzio. Fu una capitale splendida a cui diede il suo n o m e : C o s t a n tinopoli, la "città d i Costantino". Oggi è la capitale della Turchia, col n o m e d i Istanbul.
Individua la posizione
di Costantinopoli su una carta
geografica.
t crìstlani nell'Impero
/
Anno
100 •
150
Numero stimato
?.500
40.000
200
21?.000
250
I.IPO.OOO
300
6.200.000
350
33.800,000
Il sogno di Costantino
M pittore quattrocentesco Piero
della Francesca ha ritratto in questo
affresco il sogno di Costantino
alla vigilia della battaglia contro
Massenzio. Il futuro imperatore è
immerso nel sonno dentro la sua
tenda militare mentre dall'alto un
angelo, raffigurato con il braccio
proteso, gli preannuncia la vittoria se
combatterà nel segno della Croce.
®
Per esporre la lezione
• Spiega quale fu la più importante
decisione presa da Costantino a
proposito dei cristiani.
Esponi come Costantino
intervenne nelle questioni
religiose.
Il primo imperatore (forse) cristiano
Quella di Costantino è una figura storica piena di contrasti e
sta è storia), in quanto la seconda moglie, l'imperatrice Fau-
anche misteriosa. Per la Chiesa ortodossa è un santo, la Chie-
sta, lo aveva accusato di averla insidiata [ q u é s t a " l e g g e n d a ) .
sa cattolica venera invece come santa sua madre Elena. Pose
Quando Costantino capì che Fausta aveva mentito per sbaraz-
la croce sulle sue bandiere, difese e f a v o r ì i cristiani in tutti i
zarsi di un congiunto pericoloso per le sue ambizioni - si dice
modi, ma molti storici non sono certi che fosse convintamente
- l'avrebbe fatta bollire viva in una vasca da bagno. Di certo
cristiano, anche se in punto di morte ricevette il battesimo.
fece uccidere anche Liciniano, che era sì figlio del rivale Lici-
Era figlio di uno dei primi Cesari della tetrarchia, Costanzo Clo-
nio, ma anche suo nipote, in quanto Licinio aveva sposato la
ro. La sua data di nascita non è certa. È noto però il suo aspet-
sorella di Costantino,i!:pstanza^
to: gigantesco, fortissimo, incuteva paura ai suoi nemici.
Questo imperatore non proprio amabile fu il primo che con-
Seppe destreggiarsi bene nei sette anni di lotte ingaggiate
cesse l i b e r t à ai cristiani e d o n ò al papa il palazzo del Late-
contro i suoi rivali per il potere: dal 305, anno in cui Dioclezia-
rano, consegnandogli, simbolicamente, ta c i t t à di Roma, che
no abdicò, al 312, quando Costantino sconfisse Massenzio e
avrebbe abbandonato per fondare un'altra capitale all'estremo
regnò in coppia con Licinio. Se non che, dopo averlo sconfitto,
orientale dell'Impero.
nel 325 Costantino si liberò anche diJ_icjnio e regnò da solo
Gli storici hanno a lungo discusso se fosse davvero cristiano,
j i n o alla morte, nel 33?.
oppure solo interessato a diventare amico e capo dei cristia-
Lassassinio di Licinio fu il primo di una lunga serie. Nel 326
ni per rafforzare il suo governo. È possibile che in quei tempi,
fece uccidere il figlio Crispo. avuto da una prima moglie fque-.
quando nell'Impero si diffondevano nuove religioni, Costantino avesse al tempo stesso curiosità per II cristianesimo e per
il culto del dio Sole, e comunque cercasse di non scontentare
neppure i pagani. Conservò infatti fino alla morte la carica di
gran sacerdote degli antichi culti: quella di "pontefice massimo", che dai tempi di Augusto spettava agli imperatori.
Di certo Costantino volle affermare l'idea che l'imperatore non
fosse un uomo come gli altri, ma una figura quasi divina. Al
suo arrivo in una città [adventus],
coperto di gioielli, con la
corona e lo scettro, i personaggi importanti dovevano seguire
il rito dell'adorazione dell'abito dì porpora dell'imperatore. Limperatore non apriva bocca: qualcuno leggeva le sue parole e
impassibile ascoltava le acclamazioni delle folle.
L'inventore della domenica
tantino introdusse, nella settimana
_di sette giorni [nell'antica Roma il mese era in-
Un ritratto ->
grandioso
Testa colossale
di Costantino
(2.60 m), oggi
conservata nei
Musei Capitolini
di Roma.
in
O
vece scandito In periodi di nove giorni, le_mmd/noe], ii giorno di riposo festivo che chiamò dies
sotis,"giorno
del sole". La paroladgmeni'cousa-
ta in italiano, spagnolo, francese significa "giorno del Signore", ma "giorno del sole" resta nelle
lingue germaniche: Sunday in inglese e Sontag
in tedgsco—
Quadro 1 L*Alto Medioevo
Capitolo 1 L'Impero romano entra in crisi
Leggere le immagini
L'esaltazione deirimperatore
Dopo la vittoria su Massenzio, Costantino fu celebrato a Roma
con un arco trionfale decorato da rilievi che esaltavano le sua
doti militari e politiche.
Il fregio mostra l'imperatore fra la corte e il popolo (purtroppo
manca proprio la sua testa]. Le due figure che guardano in
avanti, ai due lati della pedana, sono statue di precedenti imperatori.
Dove è collocata la figura dell'imperatore?
• I suoi abiti sono diversi da quelli di tutti gli altri?
• In che direzione guardano le figure della scena e
perché?
LEZIONE
Lezione attiva
Teodosio e la divisione dell'Impero
Il caos dopo Costantino
D o p o la m o r t e di C o s t a n t i n o , n e l 337, l ' I m p e r o r i -
mase senza una guida p o l i t i c a f o r t e e ricadde i n u n periodo d i anaxcliia e d i caos
p o l i t i c o . Verso i l 3 6 0 d i v e n n e i m p e r a t o r e G i u l i a n o . Q u e s t i riunificò ancora per u n
breve periodo l ' I m p e r o , abbandonò i l cristianesimo (e f u perciò d e t t o « apostata »)
Ripercorri le vicende successive a
Costantino aiutandoti con le date:
33?, 360, 3?8.
e volle che i l p a g a n e s i m o ridiventasse l'unica religione dello Stato. I n t a n t o le i n vasioni c o n t i n u a v a n o . G i u l i a n o morì c o m b a t t e n d o c o n t r o i Sasanidi, m a u n n u o v o
e più serio pericolo era i n vista. Alla m e t à d e l I V secolo, u n popolo nomade della
steppa asiatica, g l i U n n i , c o m i n c i ò a spostarsi verso Occidente, facendo fuggire
dalle l o r o terre i G e r m a n i , che si p r e c i p i t a r o n o i n massa d e n t r o i c o n f i n i i m p e r i a l i .
A p p r o f o n d i r e m o nel prossimo C a p i t o l o la vicenda delle i n v a s i o n i . Per ora basti dire
che n e l 378, presso Adrianopoli, le tribù germaniche degli Ostrogoti e dei Visigoti
sconfissero sanguinosamente i n una grande battaglia l'esercito i m p e r i a l e uccidendo
a d d i r i t t u r a l ' i m p e r a t o r e d ' O r i e n t e Valente. L'impressione e la paura f u r o n o e n o r m i .
La fine sembrava v i c i n a .
Il governo di Teodosio
Nel 379 divenne imperatore d'Oriente Teodosio. I I suo
governo fii i m p o r t a n t e per due ragioni.
I n p r i m o luogo, Teodosio riuscì a bloccare, 0 almeno a rendere m e n o catastrofiche, le
Sottolinea i due elementi
più importanti del governo
di Teodosio.
invasioni nella parte orientale dell'Impero. C i riuscì n o n t a n t o con la forza delle a r m i ,
m a perché stipulò c o n le tribù g e r m a n i c h e accordi politici. Accettò cioè d i pagare
loro dei t r i b u t i e consentì che si installassero i n alcune r e g i o n i dell'Impero, come la
Tracia o i Balcani, a condizione che le difendessero da altre invasioni.
I n secondo luogo, con l'editto di Tessalonica del 380, reso operativo nel 391 dai Decreti Teodosiani, proclamò i l cristianesimo unica religione dell'Impero e la proibizione
dei c u l t i pagani.
C o n Teodosio e i suoi successori, n e l l ' I m p e r o d ' O r i e n t e l ' i m p e r a t o r e diventò i l p r o t e t t o r e della Chiesa e la sua autorità f u , i n u n certo senso, superiore a quella d e i
vescovi.
Nel 3 9 4 Teodosio riunifìcò ancora e per l ' u l t i m a volta t u t t o l'Impero sotto d i sé. M a
dalla sua m o r t e (395) l ' I m p e r o f u definitivamente diviso come egli aveva disposto:'
una parte occidentale, affidata al figlio O n o r i o , e una parte orientale, affidata al figlio Arcadio. Questa parte f u chiamata anche I m p e r o b i z a n t i n o perché ebbe come
capitale Costantinopoli, l'antica Bisanzio \B
A p o s t a t a È "colui che si allontana",
cioè che rinnega la propria religione.
Il rinnegamento della fede si chiama
opostos/o.
^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ I fedeli dei culti romani
tradizionali furono definiti pagani
("abitanti dei villaggi", in latino
pagi] dai cristiani, poiché tali culti
avevano conservato pochi fedeli
nelle città e molti nelle campagne.
Il cristianesimo nell'Impero romano
Dalla morte di
Cristo (33 d.C.)
al 313: diffusione
dei cristianesimo
e persecuzione
anticristiane
Dall'Editto di
Costantino (313] al
391: libertà di culto per
i cittadini dell'Impero
e cristianesimo
consentito
Dai Decreti Teodosiani
(391) in poi: il
cristianesimo diviene
religione ufficiale
dell'Impero
Quadro 1 L'Alto Medioevo
Due storie diverse per Oriente e Occidente
Dalla fine del
iv
secolo, ovvero
dalla m o r t e d i Teodosio, le due p a r t i d e l l ' I m p e r o presero strade m o l t o diverse.
I n Oriente, l ' I m p e r o romano resistette, tra p e r i o d i d i rinascita e periodi d i decadenza,
Capitolo i L'Impero romano entra in crisi
Annota le differenze:
in Oriente
ancora m i l l e a n n i , cioè fino al 1453, quando C o s t a n t i n o p o l i fij conquistata dai Turchi. A l riparo dalle invasioni, l'Oriente conservò diverse caratteristiche della civiltà
dell'Impero romano: una economia abbastanza solida, basata n o n solo sull'agricoltura
ma anche sui c o m m e r c i e la m a n i f a t t u r a ; grandi città i n c u i si svolgeva una v i t a sociale
e culturale ricca e raffinata. Q u i g l i imperatori si posero a capo della Chiesa con un'autorità anche superiore a quella dei vescovi. La lingua dell'Impero d'Oriente f u i l greco.
in Occidente
I n Occidente, invece, come vedremo [•L 7], nel giro d i alcuni decenni nuove ondate
di invasioni posero fine all'autorità dell'imperatore. Sui t e r r i t o r i occidentali d e l l ' I m pero nacquero n u o v i regni con a capo i G e r m a n i . M a l'intera v i t a dell'Occidente, economica, sociale, culturale, cambiò: essa divenne più p r i m i t i v a e dura; la popolazione
diminuì, colpita da carestie e epidemie; le città decaddero, i c o m m e r c i si ridussero.
L'agricoltura divenne quasi l'unica fonte d i ricchezza. I l latino rimase la lingua della
cultura, ma coloro capaci d i leggere e scrivere si ridussero a una piccola minoranza. I n
Occidente, nella Chiesa acquistò una particolare autorità i l vescovo di R o m a .
Le strade diverse dì Oriente e Occidente
Teodosio ferma i barbari in Oriente
In Oriente: l'Impero
continua per mille
anni
In Occidente: nuove
invasioni e fine
dell'Impero
L'imperatore e il vescovo
Teodosio fece del cristianesimo la religione ufficiale dell'Impero.
In questo quadro del pittore Camillo Procaccini (XVI secolo), però,
l'Incontro fra l'imperatore cristiano e uno dei più celebri padri della
Chiesa, jl vescovo di Milano Ambrogio, non è pacifico. Teodosio,
che aveva punito con una strage il popolo di Tessalonica colpevole
di aver ucciso un suo generale, giunse a Milano, ma Ambrogio gli
impedì di entrare in chiesa finché non si fosse pentito.
®
Per esporre la lezione
Spiega che cosa accadde dopo
la morte di Costantino e perché
l'Impero conobbe un periodo
drammatico.
Spiega perché, a causa dei
provvedimenti di Teodosio, l'Oriente
e l'Occidente presero strade
diverse.
LABORA
Leggerei documenti
Editti a confronto
Proponiamo di leggere e confrontare i due editti del IV secolo, quello di Milano, emesso da Costantino, di cui abbiamo parlato
nella L 4 e quello di Tessalonica, promulgato da Teodosio, spiegato in questa Lezione. Abbiamo evidenziato in colore le frasi più
importanti.
E d i t t o d i M i l a n o (313)
Editto di Tessalonica (380)
« Q u a n d o noi, Costantino Augusto e Licinio Augusto, felicemente
« Vogliamo c h e t u t t e le n a z i o n i c h e s o n o sot-
ci incontrammo nei pressi di Milano e discutemmo di t u t t o c i ò che
to n o s t r o d o m i n i o , grazie alla n o s t r a carità, ri-
attiene al bene pubblico e alla pubblica sicurezza, questo era quello
m a n g a n o fedeli a questa r e l i g i o n e , che è stata
che ci sembrava di maggior giovamento alla popolazione, soprattutto
trasmessa da Dio a Pietro apostolo, e che egli ha
che si dovessero regolare le cose concernenti il culto della d i v i n i t à , e
trasmesso personalmente ai Romani [...1; c i o è
di concedere a n c h e a i cristiani, c o m e a t u t t i , la libertà di seguire la
dobbiamo credere conformemente con l'inse-
religione p r e f e r i t a , a f f i n c h é qualsivoglia sia la d i v i n i t à celeste possa
gnamento apostolico e del Vangelo nell'unità
esser benevola e propizia nei nostri confronti e i n quelli di t u t t i i no-
della natura divina di Padre, Figlio e Spirito San-
stri sudditi.
to, che sono uguali nella m a e s t à e nella Santa Tri-
Ritenemmo pertanto con questa salutare decisione e corretto giudi-
n i t à . Ordiniamo che i l nome di Cristiani Cattolici
zio, che n o n si debba v i e t a r e a c h i c c h e s s i a l a libera facoltà di aderi-
avranno coloro Ì quali non violino le affermazio-
re, v u o i alla fede dei cristiani, v u o i a quella religione che ciaschedu-
ni di questa legge. G l i a l t r i l i c o n s i d e r i a m o c o m e
no r e p u t i la più adatta a se s t e s s o . C o s ì che la somma d i v i n i t à , il cui
persone s e n z a i n t e l l e t t o e o r d i n i a m o d i c o n -
culto osserviamo i n piena l i b e r t à , possa darci completamente i l suo
d a n n a r l i alla p e n a d e l l ' i n f a m i a c o m e e r e t i c i .
favore e la sua benevolenza.
e alle loro riunioni non attribuiremo il nome di
Perciò è opportuno che si sappia fchel, abolite del tutto l e ' ^ W P
chiesa; costoro devono e s s e r e c o n d a n n a t i dalla
d e n t i disposizioni i m p e r i a l i c o n c e m e n t i i c r i s t i a n i , oia, invece, in
assoluta t r a n q u i l l i t à , t u t t i coloro che vogliano osservare la religione
cristiana possano farlo senza alcun timore 0 pericolo di m o l e s t i e » .
v e n d e t t a d i v i n a p r i m a , e p o i dalle n o s t r e p e n e ,
alle quali siamo stati autorizzati dal Giudice Celeste».
Che cosa concede ai cristiani l'editto di Milano?
Secondo l'editto di Milano, i non cristiani potrebbero professare la loro religione?
• Nell'editto di Tessalonica, che cosa dice di volere l'imperatore?
• Chi sono «gli altri» di cui si parla nell'editto del 380, e come vengono definiti?
• Ouale dei due editti "concede" e quale "impone" qualcosa?
• Rileggi nella L 2 la definizione di tolleranza e spiega quali dei due testi si può definire "tollerante" e perché.
Quadro 1 L'Alto Medioevo
Capitolo i L'Impero romano entra in crisi
C i v i l t à e vita quotidiana
•'-
Palazzo dell'imperatore
La Nuova Roma
Il centro dell'Impero d'Oriente era Costantinopoli, la città che Costantino fece
edificare a partire dal 330 ampliando il porto di una città greca esistente, Bisanzio, rasa al suolo nel III secolo dall'imperatore Gallieno nel corso di una guerra.
Per la sua capitale, Costantino scelse un luogo strategico: all'incrocio di buone
vie terrestri che la collegavano all'Adriatico, e in una posizione che le permetteva di dominare gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Posta alla fine di una
penisola, aveva tre lati affacciati sul mare, difesi da una forte flotta, e solo un
lato terrestre, che fu cinto da poderose mura.
La superficie iniziale della città era di ?00 ettari e contava poco meno di
100.000 abitanti, ma nel giro di un secolo la superficie raddoppiò e nel momento della sua massima espansione, nel VI secolo, la città contava forse 5 o
600.000 abitanti.
Nella città, tutto doveva ricordare Roma: vi fu portato il Palladio, la statua che
secondo la tradizione Enea aveva sottratto a Troia; c'erano sette alture che dovevano richiamare alla memoria i sette colli; vi furono edificati palazzi modellati su quelli di Roma e uno stadio simile al Circo Massimo.
Il nome dato ufficialmente alla città che l'imperatore aveva scelto come sua
sede e simbolo dell'Impero era appunto Novo Roma, ma fin dall'inizio tutti la
chiamarono Costantinopoli, la c i t t à [in grecopó//s] di Costantino.
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la mappa
L'Occidente e la
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del capitolo
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Parola chiave
Il capitolo per punti
BARBARI
Q
Gii invasori
Nel nostro linguaggio, barbaro vuol dire
Fra illV e il V secolo d.C, le
"incivile, rozzo, violento". La storia di questa
popolazioni germaniche che
parola è interessante perché ci fa capire che
vivevano al di là del limes
ogni cultura imnnagina di essere la migliore. Gli
entrarono in massa nell'Impero,
antichi Greci chiamavano faarbor/tutti i popoli
in fuga dagli attacchi degli Unni,
non greci. Poiché questi non conoscevano la
provenienti dell'Asia.
loro lingua, i Greci li definivano "balbuzienti"
Le infiltrazioni di cui abbiamo
[che parlavano facendo "bar-bar"]. Nella lingua
parlato nel precedente capitolo
dei Romani, il latino, barbaro si usava con molti
diventarono l'invasione di
significati: semplicemente "straniero", che non
massa di interi popoli che si
faceva parte della civiltà romana, ma anche
spostavano in cerca di rifugio,
"incivile", appunto perché la civiltà romana era,
di terre e di ricchezza.
peri Romani, la sola vera. Ci ricorda qualcosa?
In particolare, i Romani chiamavano barbare le
popolazioni germaniche che vivevano al di là
del times e che non avevano raggiunto il livello
di civilizzazione dell'Impero. Nei confronti dei
barbari i Romani avevano un atteggiamento
non costante: a volte li disprezzavano, ma
anche ne ammiravano i costumi semplici,
il coraggio, il fatto che non fossero ancora
"rammolliti" dal lusso e dalle comodità, simili
a come erano loro quando erano partiti alla
conquista del mondo. Nei secoli dell'Impero con
i barbari si commerciava e molti di loro erano
Q
La caduta dell'Impero d'Occidente
LImpero non riuscì ad
arrestare le loro incursioni.
Limperatore d'Oriente fece
in modo che gli invasori si
dirigessero verso l'Impero
d'Occidente. Nel 4 P 6 u n
capo barbaro depose dal
trono l'ultimo imperatore
d'Occidente.
entrati nei territori di Roma, diventando anche
soldati e ufficiali dell'esercito [oggi diremmo
che si "integravano"). In questo capitolo
studieremo come i barbari, a seguito di una
serie complessa di eventi, fecero irruzione nei
territori occidentali dell'Impero in crisi e vi si
stabilirono non più come sudditi in cerca di
ospitalità, ma come nuovi padroni.
568 Inizio dell'invasione dei Longobardi
Da questa "invasione" nasce una nuova civiltà,
che non è più né tutta romana, né tutta barbara.
I
535-553 Guerre di Giustiniano in Italia
52?-5G5 Giustiniano imperatore d'Oriente
476 Fine dell'Impero d'Occidente
451-452 Invasione e sconfitta degli Unni
410 Saccheggio di Roma ad opera dei Visigoti
3?8 Battaglia di Adrianopoli
La linea del tempo
492-526
Regno di Teodorico
fine dell'Impero
\
0
I nuovi regni dell'Occidente
CONTENUTI
INTEGRATIVI DIGITALI
In tutto l'Occidente
l'Impero non esisteva
più. Sorsero al suo
Perla LIM e non solo
posto nuovi regni, detti
carta attiva
"romano-barbarici",
nei quali gli invasori e
^ o j immagine attiva
1 Romani costruirono
mappa
nuove forme di società
e di convivenza.
zoom
video
Per approfondire
testi e documenti
||l I percorso iconografico
Per esercitarsi
Q
^
L'impero continua a Oriente
A Oriente l'Impero, più solido economicamente e
politicamente, proseguì la sua storia, destinata
a durare ancora mille anni. Era però una storia
diversa. Di "romano", l'Impero di Costantinopoli
aveva solo il nome: la sua lingua era il greco e la
esercìzi attivi
competenze digitali
(D
verifiche con tutor
Accessibilità
audio
sua civiltà si separò nettamente da quella che
si costruì nell'Europa occidentale.
LABORA TORIA
fadlet
^[
774
Firìe del regno longobardo
nell'Italia centro-settentrionale
643
Editto di Rotari
728
Donazione di Sutri
alta leggibilità
LEZIONE
Lezione attiva
I Germani
Chi erano i Germani
N e l capitolo precedente abbiamo spesso parlato delle popo-
lazioni germaniche che si spingevano all'interno dell'Impero per saccheggiare, oppure
per insediarsi su certi t e r r i t o r i con l'accordo delle autorità romane. Cerchiamo d i capirne caratteristiche e civiltà •igJMiityj^nirTH.
Leggi il testo e segui sulla carta
la posizione dei Germani.
I G e r m a n i (l'origine del n o m e è poco chiara, forse viene da Wher-mann: " u o m o d i
guerra", " g u e r r i e r o " ) erano u n insieme d i tribù che parlavano lìngue i n d o e u r o p e e ,
stanziate i n una vasta area geografica che andava dall'attuale Scandinavia e dalla Germania settentrionale - probabilmente le loro zone d i origine - fino all'Europa centrale
e orientale, a est dei fiumi Reno, D a n u b i o e Vistola. Erano tribù germaniche i G o t i (Vi-
L i n g u e i n d o e u r o p e e Gruppo a cui
appartengono molte delle lingue
parlate sul continente eurasiatico
da! Il millennio a.C: quelle
germaniche, quelle celtiche, il greco,
il latino, molte lingue dell'India e
della Persia.
sigoti e Ostrogoti), i Vandali, g l i Svevi, gli Angli e i Sassoni, i F r a n c h i e i Burgundi,
g l i A l a m a n n i e i Longobardi.
I R o m a n i , n e l corso della loro lunga storia, l i avevano conosciuti bene. F i n dal I I secolo a.C. c'erano stati c o n t a t t i e scambi, m a più spesso scontri m i l i t a r i . Augusto aveva
t e n t a t o d i conquistare i loro t e r r i t o r i o l t r e i l Reno, senza successo. Grandi c o n d o t t i e r i ,
come Cesare, e storici l a t i n i , come Tacito, ne descrissero le caratteristiche e ne a m m i rarono i l valore.
L'economia
Sottolinea le principali attività
economiche dei Germani.
I p o p o l i germanici n o n avevano t u t t i lo stesso livello d i civilizzazio-
ne. M o l t i d i essi erano prevalentemente stanziali, ossia occupavano u n t e r r i t o r i o ben
d e f i n i t o ; altre tribù erano semi-nomadi, ossia si spostavano n e l corso dell'anno per
accompagnare le m a n d r i e . I G e r m a n i praticavano i n f a t t i l'allevamento, la pastorizia e
un'agricoltura abbastanza p r i m i t i v a : sfruttavano u n terreno fino a quando n o n si esauriva p o i lo abbandonavano i n cerca d i terre ancora f e r t i l i .
La guerra e la razzia a danno dei p o p o l i v i c i n i era una caratteristica tipica dei German i . Essi n o n avevano c o s t i t u i t o I m p e r i o Stati organizzati, n é conobbero la scrittura,
almeno fino al I I o I I I secolo d.C.
Gli insediamenti del Germani prima
delle invasioni
Mare
del
Come si vede dalla carta, le tribù germaniche
Nord
occupavano aree territoriali dalla Scandinavia (
dall'attuale Olanda fino alle coste del Mar Nero.j
Loimm
M ar
M ES1 A
TRACIA \/
o
MACEDONM
BITINIA
EPIRO
ASIA
SARDEGNA
SICILIA
NUMIDIA
ACAIA
PONTÓ>^
LICIA E
PANFILIA
CRETA
Mediterraneo
CIPRO
Quadro 1 L'Alto Medioevo
Uorganizzazìone sociale
La s o c i e t à dei Gerinani era organizzata i n m o d o sem-
plice e aveva t r a t t i c o m u n i ai vari popoli. All'interno d i ciascun popolo (gau) o tribù, la
s t r u r t u r a p i ù i m p o r t a n t e era i l clan, o sippe, che raccoglieva diverse famiglie patriar-
cali . La p r o p r i e t à
Capitolo 2 L'Occidente e la fine dell'Impero
Che cosa era il clan?
della terra era i n comune fra i vari m e m b r i del clan.
Le decisioni i m p o r t a n t i venivano prese dall'assemblea di t u t t i gli u o m i n i liberi d i una
t r i b ù , formata da adalingi (guerrieri p i ù i m p o r t a n t i ; oggi d i r e m m o "nobili") e arimanni (guerrieri liberi d i livello p i ù basso). Nella s o c i e t à dei Germani i l guerriero era la
figura p i ù i m p o r t a n t e e rispettata. Talvolta l'assemblea eleggeva u n capo, una sorta d i
re, s o p r a t t u t t o durante i l periodo delle guerre. M a i l re rispondeva sempre d i c i ò che
Oual era la figura più importante
della società?
faceva all'assemblea: n o n decideva da solo.
A l d i sotto dei guerrieri c'erano g l i u o m i n i obbligati a lavorare la terra, gli aldii (sem i l i b e r i : qualcosa d i simile ai servi o ai coloni delle p r o p r i e t à romane). A l p u n t o p i ù
basso della gerarchia sociale c'erano gli schiavi, i p r i g i o n i e r i c a t t u r a t i i n guerra.
I Germani avevano una religione politeista, come era stata quella dei Greci e dei Romani. G l i d è i impersonavano spesso forze naturali. N o n c'erano sacerdoti d i professione,
ma sciamani, persone r i t e n u t e i n grado di comunicare con gli d è i e i l m o n d o dei m o r t i .
11ega mi dì sa ngue e Ia f edeIt à pers0n a Ie
Nella s o c i e t à dei Germani erano m o l -
F a m i g l i a p a t r i a r c a l e Una famiglia
composta da coppie imparentate e
di più generazioni - nonni, genitori,
figli, nipoti - che vivono insieme.
La famiglia patriarcale riconosce
la s u p e r i o r i t à di un capostipite
maschio anziano ed è tipica di molte
civiltà primitive e contadine.
to i m p o r t a n t i i legami di sangue (all'interno del clan) e i r a p p o r t i d i fedeltà personale che legavano i guerrieri al capo. I l capo riceveva dai suoi guerrieri aiuto i n guerra e
in cambio l i ricompensava col b o t t i n o .
C'era i n o l t r e l'uso, per i giovani delle famiglie m e n o alrolocate, d i diventare "com-
Spiega che cosa si intende per
«legami di sangue».
pagni" (comites) dei guerrieri p i ù i m p o r t a n t i . Anche i n questo caso la f e d e l t à veniva
premiata con parte dei b o t t i n i . È i m p o r t a n t e tenere a m e n t e questo genere di legami
tra guerrieri, p e r c h é essi diventeranno u n elemento i m p o r t a n t e dell'organizzazione
sociale del Medioevo, nei regni sorti dopo l'arrivo dei Germani i n Occidente.
Qualcosa in piìj
r
Sempre meno "barbari"
Fra il I secolo e il IV secolo Romani e Germani si fronteggiarono sul limes. Ma
questo non vuol dire che si combattessero e basta. Attorno al limes si scambiavano
usi, oggetti, abitudini. I Romani acquistavano pelli, legname, schiavi; i Germani
impararono l'uso dell'aratro e della moneta, conobbero il vino (oltre alla loro
bevanda tipica, la birra), la metallurgia e, dal III secolo, elaborarono una scrittura
detta "runica". Anche le tecniche di guerra dei Germani cambiarono con il tempo:
dai nomadi delle steppe impararono a usare di piij i cavalli: dai Romani, p o i c h é
molti Germani erano arruolati nelle legioni, una migliore organizzazione in battaglia.
L'alfabeto runico
Detto anche futhark.
dal nome delle prime 6
rune, consiste di 24 segni
tramandati in un ordine
abbastanza preciso e
completamente diverso
da quello alfabetico.
ni^hKxmti^
F U T A R K
G W H N I G
E P A S T B E M L Z O O
Per esporre la lezione
Riordina le idee ed esponi le
caratteristiche dei popoli germanio^
seguendo questa scaletta:
- da dove provenivano;
- come si procuravano da vivere;
- qual era la loro organizzazione
sociale.
LABOR
Due caratteristiche germaniche ben presto passate
al resto dell'Europa medievale: le "brache", cioè i
pantaloni che fasciavano le gambe, che i Romani non
avevano, e i calzari chiusi.
I
C i v i l t à e vita quotidiana
Vita e cultura dei popoli germanici
Che aspetto avevano
Lo storico romano Tacito nel 98 d.C. li descriveva così: «Il tipo fisico [...
è uguale in tutti: occhi azzurri, chiome rossicce, corporature gigantesche adatte soltanto all'assalto». I Germani erano più alti dei Romani,
ma non immaginiamoci dei giganti: le ossa ritrovate indicano una statura media di 1,70 cm. Quella media dei Romani era di 10-15 cm. più bassa.
Che armi avevano
La loro arma principale era ìaframea, una lunga asta da urto, non da
lancio, ma era usata anche la spada o, presso i Franchi, l'ascia o la
mazza ferrata. I Germani non avevano invece molta familiarità con
l'arco. Nel combattimento i soldati appiedati si mescolavano ai cavalieri, che spesso scendevano a terra per combattere. I Romani erano colpiti dalla furia di cui i Germani davano prova in combattimento.
Dove abitavano
I villaggi e gli insediamenti dei Germani, spesso ai margini della
foresta, erano composti da case di legno. Per le normali abitazioni non usavano pietra né tegole o metallo. Gli archeologi
però hanno scoperto che nelle zone di confine queste popolazioni erano capaci di erigere insediamenti fortificati
detti, in lingua germanica, burg. La parola, da cui deriva i
termine italiano "borgo", resta in molti nomi di città tedesche [Magdeburgo, Amburgo] e, un po' modificata, inglesi
[Canterbury, Salisòury)
I
II
I
II
1
à
Quadro 1 L'Alto Medioevo
Capitolo 2 L'Occidente e la fine dell'Impero
Come facevano giustizia
I Germani non avevano un codice di leggi scritte sempre valido
per tutti. La giustizia era piuttosto un affare privato fra chi
subiva il torto e chi lo provocava. Lonore del clan obbligava a
punire l'offesa con la vendetta [faida], le faide potevano durare anni e colpire anche membri non colpevoli del clan di chi
aveva offeso. Se c'era un caso controverso e non era chiaro chi
fosse colpevole, si ricorreva al "giudizio di Dio", l'ordalia, poteva trattarsi di un duello, oppure di prove fisiche estreme, come
infilare un braccio nell'acqua bollente o attraversare il fuoco
senza bruciarsi. Chi le superava era considerato innocente.
La religione: gli dèi mortali
I Germani seguivano una religione politeista. I loro dèi impersonavano forze naturali, come Thor, il dio del tuono, o aspetti
essenziale della vita, come Odino-Wotan, dio della guerra, della
magia e della sapienza. Anche molti elementi della natura erano considerati sacri, per esempio alberi, boschi e fonti.
I miti religiosi germanici sono affascinanti ma rispecchiano una società guerriera e violenta. Odino accoglie i guerrieri
morti in battaglia nel banchetto eterno del Valhalla. Alla fine dei
tempi Odino guiderà dèi e uomini nella battaglia finale contro
il lupo Fenrir. Fenrir inghiottirà, uccidendoli, Odino e gli altri dèi
[che non sono immortali) ma sarà a sua volta ucciso e gli dèi
vendicati.
Nel IV secolo il vescovo ariano Ulfila convertì molti Goti al cristianesimo e tradusse per loro in gotico la Bibbia.
ora lavora tu
Nel testo si dice che i Germani abitavano in villaggi. Rileggi la lezione e, con l'aiuto del dizionario, spiega il significato
di questi termini:
nomade
semi-nomade
stanziale
Che cosa vuol dire "codice di leggi"? Pensa a qualche
esempio attuale in cui la parola "codice" è collegata all'idea
di legge 0 regola.
f?/' spazi delle invasioni^
^
Il dio Thor
Il dio Thor è associato, nei
miti nordici, a molteplici
elementi: al tuono, alla
tempesta, alle querce,
alla forza, alla distruzione,
ma anche alla guarigione,
alla fertilità e alla
protezione degli uomini.
LEZIONE
Lezione attiva
Gli Unni e la fine dell'Impero d'Occidente
7
]
Il popolo delle steppe
L'altro i m p o r t a n t e protagonista dell'epoca delle invasioni
f u i l popolo degli U n n i . G l i U n n i erano una popolazione nomade originaria delle
steppe asiatiche ai c o n f i n i s e t t e n t r i o n a l i della Cina. A l c u n i ritengono che fossero
di etnìa mongolica, ma n o n è certo. Secondo alcuni storici (ma m o l t i n o n sono d'accordo) erano tribù d i U n n i anche i cosiddetti ydongnu che già nel I I I secolo a.C. m i nacciavano la Cina e c o n t r o i quali l'imperatore [• C i , " L o sguardo sul m o n d o " , p. 4 4 ]
aveva cominciato a erigere f o r t i f i c a z i o n i .
A differenza dei Germani, che praticavano anche l'agricoltura, g l i U n n i erano n o m a d i :
Descrivi le differenze
e le analogie tra Unni e Gernnani.
n o n agricoltori, m a pastori e guerrieri. Si spostavano a cavallo lungo le grandi distese
erbose della steppa, trasportando le famiglie su carri coperti che fungevano da abitazione e praticavano la razzìa ai danni delle popolazioni più deboli. Come i Germani, e
come m o l t e popolazioni p r i m i t i v e , anche g l i U n n i erano organizzati i n clan.
E t n i a I Gruppo umano fondato su
comuni caratteri fisici e somatici,
culturali, linguistici e storico-sociali.
Dal p u n t o d i vista m i l i t a r e , la forza degli U n n i stava nell'abilità di combattere a c a vallo senza smontare, scagliando frecce da u n arco piccolo, leggero m a particolarm e n t e potente, con una gittata più lunga degli archi usati dai loro n e m i c i .
Gli Unni in marcia verso ovest
Nel
l
secolo d.C. g l i U n n i subirono una grave
sconfitta m i l i t a r e da parte d e l l ' I m p e r o cinese. M o l t e tribù dovettero s o t t o m e t t e r s i ai
v i n c i t o r i , altre tribù decisero d i migrare verso Occidente. G l i U n n i minacciarono i
Individua sulla carta della pagina
a fronte il percorso degli Unni.
regni dell'India, della Persia, fino a che, verso i l I V secolo d . C , n o n vennero a contatto
con i G e r m a n i . Nelle regioni poste a n o r d del M a r Nero, l'attuale C r i m e a , colpirono i
p o p o l i degli A l a n i e dei G o t i . A quell'epoca, g l i U n n i avevano c o s t i t u i t o una specie d i
vastissimo d o m i n i o che si estendeva dal Caucaso all'Europa centrale, s o t t o m e t t e n do m o l t e tribù germaniche.
L'inizio delle invasioni: r"effetto domino"
Che cosa vuol dire "effetto
domino"?
Un popolo guerriero
Grandi guerrieri e abilissimi cavalieri,
gli Unni usavano un micidiale piccolo
arco, arma ideale per gli assalti sui
veloci cavalli delle steppe.
Fu la migrazione, niente affatto
pacifica, degli U n n i a creare un vero e p r o p r i o " e f f e t t o d o m i n o " : così come i l m o v i m e n t o d i una p r i m a tessera fa cadere i n successione le altre, si verificò una serie d i
e v e n t i ognuno causato dal precedente. Le tribù u n n e s i abbatterono sulle pianure
dell'Europa c e n t r o - o r i e n t a l e abitate dalle tribù germaniche che, anche se composte da guerrieri valorosi, n o n riuscirono a fronteggiare i t e m i b i l i arcieri a cavallo. Per i
G e r m a n i c'erano solo due possibilità: assoggettarsi ai n u o v i padroni 0 spostarsi verso
ovest. Fra la fine del I V secolo e i p r i m i anni del V secolo, le tribù germaniche, terrorizzate dagli U n n i , s i riversarono i n massa dentro i confini dell'Impero d'Occidente. Stavolta n o n si trattava, come nei due secoli precedenti, d i
scorrerie isolate 0 d i i n i z i a t i v e d i questo 0 quel popolo, ma d i
una migrazione di massa d i intere popolazioni: guerrieri,
vecchi, donne, b a m b i n i . Iniziava la grande invasione che
avrebbe posto t e r m i n e al potere d i Roma •!
Alarico e il sacco di Roma
LABORA TORIA
Dalla Crimea, spinte da-
g l i U n n i , tribù visigote - come abbiamo anticipato nella
L5 - si erano mosse verso l ' I m p e r o . I Visigoti avevano
sconfitto nel 378 ad Adrianopoli l'esercito romano i n una battaglia campale e i Romani, le cui
difese erano sempre più deboli, avevano accettato che si insediassero i n Tracia e nei Balcani
purché ne difendessero i c o n f i n i . I l loro capo
Alarico divenne comandante delle t r u p p e d i
quelle r e g i o n i .
Quadro 1 L*Alto Medioevo
Capitolo 2 L'Occidente e la fine dell'Impero
Le vicende degli Unni
GII Unni, abitatori delle steppe asiatiche, cercarono a più riprese di
conquistare i territori civilizzati dei grandi Stati organizzati eurasiatici:
quello cinese, quello indiano, quello persiano e quello romano.
M0
0
M a Alarico cercava nuove conquiste e si spinse c o n i suoi soldati verso Occidente.
R o m a n o n trovò la forza d i opporsi e nel 410 i Visigoti la cinsero d'assedio e la saccheggiarono. Era dal I V secolo a . C , cioè dall'invasione dei Galli d i Brenno che Roma
n o n veniva colpita. Da qualche anno, essa n o n era più capitale, perché la corte imperiale si era spostata a Ravenna, ma era pur sempre u n simbolo e i l suo saccheggio creò
Chi saccheggiò Roma,
e quando?
u n ' e n o r m e impressione: Roma n o n era più i n v i n c i b i l e .
Guidati dal successore d i Alarico, Ataulfo, i Visigoti si spostarono nella Gallia m e r i dionale e i n Spagna, dove fondarono u n proprio regno.
I Vandali
Per t u t t a la p r i m a m e t à del V secolo nuove invasioni si abbatterono
sull'Occidente, o r m a i del t u t t o indifeso. G l i Svevi giunsero fino i n Spagna, così come
i Vandali, che passarono p o i i n Africa settentrionale, u n a regione che fino a quel
m o m e n t o n o n aveva conosciuto invasioni. La l o t t a i n Africa f u durissima, ma i Vandali
ebbero la meglio. Con una loro flotta (fu r o n o g l i u n i c i G e r m a n i a usare una
Dove si insediarono i Vandali?
Controlla con la carta di pagina
seguente.
flotta)
controllarono i l Mediterraneo orientale occupando anche Sardegna e Corsica.
Attila e gli Unni
Verso i l 451 g l i U n n i , guidati dal p o t e n t e re Attila, si mossero
anch'essi verso le ricche terre dell'Occidente e arrivarono i n Gallia, seminando t e r r o re e devastazione, t a n t o che egli f u soprannominato «flagello d i Dio». A t t i l a guidava
u n esercito d i c u i facevano parte anche m o l t i guerrieri germanici che, come abbiamo
visto, aveva sottomesso.
GÌ U n n i f u r o n o però s c o n f i t t i n e l 4 5 2 presso i C a m p i C a t a l a u n i c i (oggi Chalon) nella
Gallia del n o r d , da u n esercito d i R o m a n i e di Visigoti comandato da Ezio. Secondo alc u n i storici, sarebbe stata u n a battaglia fra le più decisive della storia: se A t t i l a avesse v i n t o , dicono, l'Occidente europeo sarebbe stato d o m i n a t o dagli U n n i e avrebbe
imboccato una strada diversa da quella che conosciamo. M a è solo un'ipotesi. Sempre
nel 452, co mun que , riorganizzate le forze, g l i U n n i scesero i n Italia saccheggiando
la Pianura padana e i l Veneto. Le popolazioni i n fuga dalla terraferma si rifugiarono
sulle isole fondando i l p r i m o nucleo d i quella che sarebbe diventata Venezia.
L'invasione unna: associa date ed
eventi.
451
452
453
• LEZIONE
^
?
Gli Unni e la fine dell'Impero d'Occidente
Alle spalle dei due schieramenti,
paesaggi simbolici: sereno
e luminoso quello a sinistra;
tempestoso e pieno di incendi
quello a destra.
Nella parte sinistra, il papa quasi
immobile in atto di ammonire,
circondato dal suo seguito.
Nella parte destra, lo schieramento
degli Unni, in movimento concitato,
con i cavalli che si impennano. Attila,
sul cavallo nero, sembra spaventato
dall'apparizione nel cielo dei santi
Pietro e Paolo, con le spade sguainate.
^ Il barbaro e il Leone
Gli U n n i n o n giunsero però a Roma. La leggenda dice che papa Leone I , i n c o n t r a n d o
In un suo celebre affresco delle Stanze
Vaticane, Raffaello {secolo XVI) dipinge
la scena in cui Papa Leone Magno
ferma Attila.
A t t i l a presso M a n t o v a , riuscisse a f e r m a r l o con la forza della sua parola ispirata da D i o .
Più p r o b a b i l m e n t e , gli U n n i si trovavano i n difficoltà: temevano l'arrivo d i nuove t r u p pe i m p e r i a l i ed erano stati c o l p i t i da una pestilenza che l i aveva d e c i m a t i . L'anno dopo
( 4 5 3 ) , A t t i l a m o r i v a e la minaccia unna sull'Occidente t e r m i n a v a .
La fine dell'Impero d'Occidente
N e l 4 5 5 l'imperatore d'Occidente, V a l e n t i n i a -
no I I I , f u assassinato. Lo stesso anno i Vandali guidati da Genserico sbarcarono alle
foci del Tevere e saccheggiarono n u o v a m e n t e R o m a . Stavolta papa Leone n o n riuscì
a f e r m a r l i , m a si adoperò u g u a l m e n t e per proteggere, nei l i m i t i del possibile, g l i abiL'Impero e leinvasiorìi
i
Le invasioni
fra IV e V secolo
Come si vede, nel IV secolo
gli Unni attaccarono le
tribù germaniche e queste
penetrarono massicciamente
all'interno dell'Impero
d'Occidente. LOriente, dopo
il grande assalto visigoto e
la battaglia di Adrianopoli, fu
risparmiato dalle invasioni.
In Occidente invece non ci
fu nessun territorio che non
conobbe il passaggio dei
Germani e poi degli Unni.
t a n t i i n e r m i . I n u n a città priva d i autorità p o l i t i c h e , i l vescovo d i Roma restava una
delle poche figure a u t o r e v o l i su c u i la popolazione poteva fare affidamento.
Impero romano d'Oriente
SCOTI
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Impero romano d'Occidenle
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M e d i t e r r a ne
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Cipro
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Quadro 1 L'Alto Medioevo
Capitolo 2 L'Occidente e la fine dell'Impero
Nei v e n t i a n n i successivi si alternarono sul t r o n o d'Occidente diversi imperatori deboli, p r i v i d i esercito e d i potere.
Nel 475, i l p a t r i z i o romano Oreste fece acclamare imperatore i l figlio Romolo Augustolo (che v u o l dire "piccolo A u g u s t o " ) . Questo imperatore che, ironia della storia, si
chiamava come i l p r i m o re d i Roma, f u anche l'ultimo. Nel 476 f u deposto dal coman-
Chi fu l'ultimo imperatore
e quando venne deposto?
dante barbaro delle m i l i z i e i m p e r i a l i , l'erulo Odoacre, e mandato i n esilio. Odoacre
rinviò all'imperatore Zenone, a C o s t a n t i n o p o l i , le insegne i m p e r i a l i e chiese, e o t t e n ne, d i governare l'Italia i n n o m e dell'Impero d'Oriente.
Qualcuno lo sostituì?
L'ultimo imperatore d'Occidente fia dunque Romolo Augustolo e all'anno della sua deposizione, il 476, si fa risalire la fine dell'Impero d'Occidente. I n una parte dell'Europa t e r m i nava un'epoca iniziata oltre quattrocento anni prima e se ne apriva una nuova.
meccanismo delle invasioni
In Oriente vengono fermati
Gli Unni premono sui Germani
Germani si spostano in massa verso l'Impero
Dilagano in Occidente
r
Qualcosa in piìJ
Il pìccolo padre terrìbile
Non ci sono immagini attendibili di Attila, il re unno nato
intorno al 406 e morto nel 4 5 3 . Una moneta lo raffigura
con tratti inquietanti: occhi obliqui, zigomi pronunciati, naso
camuso, barba caprina. La stessa descrizione tramandata
dallo storico Pnsco di Panion: « B a s s o di statura, con un
largo torace e una testa
grande; i suoi occhi erano piccoli, la sua barba sottile e
brizzolata e aveva un naso piatto e una carnagione scura
che metteva in risalto la sua o n g i n e » .
La sua fama di ferocia è diventata proverbiale, anche nei
modi di dire, per esempio "Attila, flagello di DiO", ovvero
la frusta con cui Dio avrebbe punito gli uomini per i loro
peccati. Eppure lo stesso Prisco di Panion racconta di un
Attila sobrio e morigerato, e di un pngioniero romano che
si era trovato così bene presso gli Unni da non voler più
tornare fra i suoi. Nell'antico poema dei Nibelunghi (XII
secolo) Attila, chiamato in
tedesco EtzeI, è raffigurato
come nobile e generoso
alleato dei Germani. Di
certo, oltre ad essere un
valoroso guerriero, era
un politico abile, sempre
capace di intuire quando era
momento di fermarsi e trattare,
come testimonia il leggendario
incontro con papa Leone Magno; abile
anche nel far pagare letteralmente a peso d'oro la rinuncia
a guerreggiare 0 le sue alleanze.
Infine, il suo nome. Secondo alcuni, attila in lingua gota
significherebbe "piccolo atta", cioè piccolo padre. "Padre"
si dice atta anche in turco e atya in ungherese. E in
Ungheria ancora oggi il nome Attila è molto frequente.
Unni e Germani a confronto
Compieta la mappa concettuale.
Germani
Prevalentemente stanziali 0 seminomadi
Praticavano l'agricoltura
Combattevano per lo più appiedati
Unni
Per esporre la lezione
• Riassumi a voce quanto detto In
questa lunga lezione. Questi i punti
da seguire:
- le caratteristiche degli Unni;
- i movimenti degli Unni e i loro
effetti a catena;
- le tappe delle invasioni e la fine
dell'Impero d'Occidente.
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