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intanto sale la tensione - Gazzetta del Sulcis Iglesiente
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione A.P. D.L. 24/12/2003, n. 353, conv. in L. 27/02/2004 n. 46 - Cagliari
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Carbonia Anno XXIII numero 599 del 4 Ottobre 2012 Euro 1,00
SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DELLA PROVINCIA SULCIS-IGLESIENTE
www.gazzettadelsulcis.it · e-mail: [email protected]
ROMA MATRIGNA DEI SARDI
Massimo Carta
CRONISTORIA DELLA TRATTATIVA
RICOSTRUITA DA CARLO LOLLIRI RAPPRESENTANTE GLENCORE
Alcoa
O
rmai il quadro è chiaro: i
Ministri Corrado Passera
e il Vicesegretario Claudio De Vincenti, complice anche il Presidente della Regione
sarda Ugo Cappellacci, intendono creare ponti d’oro ad Alcoa
che fugge. Lo stanno facendo
mettendo in piedi la sceneggiata
dell’impossibilità di accedere
alle richieste delle tariffe energetiche proposte da Glencore
International, unico soggetto seriamente impegnato per l’acquisizione dello smelter alluminio
di Portovesme. I due uomini di
Governo hanno, in forma scandalosa, comunicato che Glencore International ha rinunciato a
proseguire qualsiasi trattativa in
merito, in quanto la richiesta
della multinazionale svizzera
(Glencore) “implica una tipologia differente di intervento governativo che non sarebbe compatibile con la normativa europea. In merito a ciò, il Governo,
ha dichiarato con chiarezza che
non può né ha intenzione di derogare alla disposizioni stabilite
dall’Unione Europea”. Il vero
problema, invece è che PasseraDe Vincenti, al servizio di Alcoa, non vogliono che altro soggetto subentri nell’impianto di
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Portovesme per evitare concorrenti sulle produzioni di alluminio. “Gazzetta del Sulcis Iglesiente” è riuscito ad entrare in
possesso dell’originale documento Glencore, a firma di Dear Mr Goldberg, il quale nella
sua comunicazione al Mise del
29 settembre scorso afferma:
“Con una volontà meramente
propositiva, desideriamo semplicemente sottolineare che con
l’applicazione dei meccanismi
illustrati arriviamo ad un costo
finale dell’energia pari a 35 euro Mwh, prezzo che si è rivelato insufficiente a garantire anche la continuità produttiva di
Alcoa. Siamo certi che capirete
che l’operazione di acquisizione dello stabilimento Alcoa di
Portovesme si possa definire
solo ed esclusivamente a condizioni economicamente sostenibili e ci spiace dovere rilevare
che il costo dell’energia a 35
euro Mwh evidenzia una diseconomia non sostenibile. Non
intendiamo, e non intendevamo,
richiedere al Governo violazioni alla legislazione europea esistente, ma semplicemente “suggerire” percorsi alternativi certi
che, ove praticabili, avrebbero
potuto portare a riequilibrare
quei fattori produttivi non sostenibili economicamente.
Prendiamo atto del fatto che le
strade proposte non incontrerebbero i favori della Comunità
Europea e, pertanto, vi confermiamo che allo stato attuale e
in queste situazioni non siamo
interessati a proseguire il discorso anche in ragione del fatto che l’attuale gestore dell’impianto, alle stesse condizioni,
accumula perdite rilevanti che
hanno portato alla decisione di
chiudere lo stabilimento.
Qualora fossero possibili soluzioni alternative atte a creare
condizioni economiche sostenibili e certe, la Glencore International è a vostra disposizione
per un confronto”. Pertanto
Glencore Internationale non solo ha proposto un piano serio,
ma ha anche affermato che è
sempre pronto, ove emergessero presupposti seri, a riprendere
Noi siamo stati richiamati dal Ministero, dopo il fallimento della trattativa Aurelius, il 6 agosto 2012 ed abbiamo fatto l’incontro il 31 agosto al Ministero, dove abbiamo nuovamente chiesto con forza un tavolo tecnico
per capire i costi energetici e l’applicazione delle tariffe.
Il 18 e 19 settembre c’è stato il nuovo incontro e il Ministero ci ha dato le linee per poter valutare le condizioni.
Le linee erano le seguenti: per il triennio 2013-2015 la
superinterrompibilità sulla quale tuttavia è chiamata a
pronunciarsi la U.E. e solo dopo il Governo potrà autoil confronto. Ma vi è di più.
rizzare con decreto; dopo il 2015 “si spera” che la supePerché finora nella trattativa
rinterrompibilità diventi strutturale. E questo sarebbe
non è emerso, malgrado richiequanto di più auspicabile. Però non si è sicuri e allora
sto, il prezzo dell’energia eletper gli altri sei anni, dal 2016 al 2022, è stato proposto
trica pagata da Alcoa? Se è vel’interconnector più l’interrompibilità semplice. Ma,
Carlo Lolliri
ro, come si dice, che esso sia tra
niente impegni scritti.
26 e 28 euro a Mwh, perché ad
Questi elementi servivano per fare una valutazione noaltri Passera-De Vincenti vostra e poter poi decidere se fare o meno la lettera d’impegno ad Alcoa. Ci siamo lasciati il giorgliono imporre 35 euro a Mwh?
no 19, dicendo che è stata una riunione positiva in quanto avevamo acquisito gli elementi per
Altra domanda: “Se Alcoa col
valutare, riservandoci di dare una risposta.
prezzo 26-28 euro vuole chiuIl giorno 25 settembre abbiamo scritto al Ministro Passera e al Sottosegretario De Vincenti fadere per presunte diseconomie,
cendo un excursus della situazione e abbiamo supposto, poiché nessuno ci ha mai detto quanto
perché altri dovrebbero assupaga Alcoa l’energia attualmente e quanto l’abbia pagata fino al 31 dicembre 2011, che Alcoa
mersi impegni a costi più graabbia pagato l’energia a euro 34,96 a Mwh. Abbiamo inoltre chiesto se 34,96 sia comprensivo
vosi?”.
degli oneri bilaterali. Il Ministero, a riguardo, ci ha risposto che si tratta di un problema tra
E’ evidente che il quadro non è
aziende. Al che abbiamo richiamato l’accordo sottoscritto il 27 marzo 2012 tra Governo, Alcoa,
chiaro. “Se ci sono altri pretenRegione, Provincia, Confindustria e Sindacati nel quale è esplicitamente evidenziato l’impegno
denti, perché non si va avanti
del Ministero a fare in modo che queste cose avvengano e se ci sono degli ostacolo di toglierli.
con essi? Dei due uno: o sta
Tuttavia noi siamo partiti per le valutazioni dal presupposto che Alcoa chiude la fabbrica perbluffando il duo governativo
ché ha un’energia a euro 34,96, supponendo che il prezzo di mercato dell’energia sia di euro
(con il resto delle istituzioni che
74. Se ci aggiungiamo i vantaggi degli accordi bilaterali che noi potremmo stimare in qualche
euro in meno, dovremmo arrivare a 32-33 euro a Mwh.
finora hanno retto il bandolo),
Dopo il 2015 c’è l’interconnector, sei anni di interconnector con l’interrompibilità semplice.
oppure è la Glencore che vuole
Chiaramente interconnector signfica che noi dobbiamo fare investimenti, perché dobbiamo acspecularci. Però, per dimostrare
quistare energia dall’estero e dobbiamo partecipare a dei bandi.
quest’ultima ipotesi occorre
Nell’accordo sottoscritto al Ministero, con Regione, Provincia, Confindustria e sindacato è staportare allo scoperto il prezzo
to riportato che “Alcoa chiude per ragioni di ordine economico e di mercato”; e ancora “in
energetico pagato fino all’anno
ogni caso lo smelter potrà continuare ad operare a condizioni economicamente sostenibili anscorso da Alcoa. Su questi inche in altri contesti societari”. Economicamente sostenibili vuol dire che ci devono essere costi
terrogativi dovranno dare rispoenergetici praticabili, se no siamo punto e capo.
ste, visto l’atteggiamento silenNoi in quest’analisi fatta e riportata nelle lettera del 25 settembre scorso abbiamo detto al Gozioso delle istituzioni locali, i
verno “stanti quelle condizioni non si capisce perché si chiude un impianto e perché io lo debba
sindacati che hanno firmato lo
prendere alle stesse condizioni”.
scandaloso documento di chiuAllora, per dare a quell’impianto continuità, poiché nello smelter alluminio occorre molta enersura Alcoa il 27 marzo 2012.
gia, abbiamo stimato di poterci inserire nel discorso con l’energia 25 euro per dieci anni, un peSulla loro coscienza ci saranno
riodo, dunque, ben stabilito, che consente di fare un piano industriale serio per dare rilancio e
1200 famiglie legate, direttasviluppo a quell’impianto.
mente o indirettamente ad AlNon è pensabile che venga proposto un piano della durata di tre anni e “poi vedremo”. Quindi
coa, in procinto di perdere la
dobbiamo avere certezza sul costo dell’energia, mentre possiamo soprassedere sulle infrastrutbusta paga.
ture e gli organici sui quali
con Regione e Provincia e
sindacati potremo trovare un
terreno comune.
Noi abbiamo detto al Gover“E’ bene che il governo ne sia consapevole: se non arriveranno segnali concreti e positivi nella verno che dagli studi fatti, noi
tenza Alcoa, i lavoratori manifesteranno davanti a Palazzo Chigi, il luogo naturale dove deve risolnon possiamo assolutamente
versi questa vicenda”. Lo ha dichiarato Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm, che polemizza
proporre una lettera ad Alcoa
col ministro Corrado Passera.”Il responsabile del dicastero dello Sviluppo economico - sottolinea
se l’energia rimane a 35 euGhini - ha parlato delle fortune dei lavoratori Alcoa e dell’indotto collegato rispetto alle diverse mulro, in quanto, non perché lo
tinazionali che sarebbero interessate all’acquisto del sito sardo. Invece tutte quelle persone che vivodiciamo noi, ma è l’Alcoa che
no della produzione di alluminio soffrono disagi.70 di loro dall’altro giorno sono rimasti senza stiha detto al Ministero che
pendio, senza ammortizzatori sociali, senza prospettive, solo perché titolari di un contratto di lavoro
chiude la fabbrica col prezzo
somministrato”. “Venga il ministro di persona a dire che sono soggetti fortunati. Si rendono conto i
energetico a circa 35 euro.
componenti dell’esecutivo che rispetto al caso in questione non è il caso di parlare di fortuna? BisoIl Ministero, con la lettera del
gnerebbe, invece, indicare concrete linee di politica industriale utili al rilancio della politica mani28 settembre, in risposta ci
fatturiera nazionale”, chiede il sindacalista.
dice che “non c’è alcuna pos“Nel caso di Alcoa questa lacuna è evidente e non bastano delle ventilate manifestazioni di interesse
sibilità di scendere sotto il
a sopperirla. Se non giungeranno concreti segnali per la salvaguardia dei livelli produttivi ed occuprezzo di 35 euro a Mwh”.
pazionali per lo stabilimento di Portovesme, i lavoratori sardi ritorneranno a Roma per manifestare
Queste parole si commentano
davanti al portone di Palazzo Chigi. Se le cose continuano così, è in quelle stanze che si dovrà risolda sole.
vere la vertenza Alcoa”, conclude Ghini.
INTANTO SALE LA TENSIONE
2
Regione
numero 599 del 4 Ottobre 2012
IL TURISMO NON PUO’ PRESCINDERE
DA UN SINERGICO PIANO TRASPORTI
Bosa
‘Bene il Piano di rilancio, ma non c’è turismo senza trasporti’. La Regione Sardegna ha posto con forza all’attenzione del ministro del Turismo Piero Gnudi il problema del trasporto da e verso l’Isola nel
corso della presentazione, nei giorni scorsi a Roma, del Piano strategico di rilancio del Turismo, portato all’attenzione degli assessori competenti di ciascuna Regione. L’assessore Luigi Crisponi, durante
la presentazione, ha chiesto che all’interno degli oltre quaranta punti, che compongono il documento,
sia inserito un chiaro riferimento alla risoluzione delle problematiche legate ai collegamenti, che stanno fortemente danneggiando l’intera Isola non solo sotto il profilo turistico. ITER PIANO STRATEGICO. La fondamentale osservazione della Regione Sardegna, decisiva nelle strategie di sviluppo turistico dell’Isola, e quelle delle altre Regioni saranno sottoposte entro fine mese all’attenzione del ministro
Gnudi, in modo che il Piano, una volta ‘emendato’, possa giungere sul tavolo del premier Mario Monti nei primi dieci giorni di ottobre. METODO DI CONDIVISIONE. I vari assessori regionali hanno
apprezzato il metodo di condivisione attuato dal governo e la qualità del lavoro di analisi e ricerca
delle condizioni e criticità del settore svolto, lo stesso ministro del Turismo ha messo in chiaro che “il
Piano strategico si trasformerà in azioni efficaci solamente se sarà riconosciuto dal sistema delle Regioni come uno strumento comune e condiviso”. PIANO TRASPORTI PER LA SARDEGNA. “Apprezziamo il clima di collaborazione instaurato dal governo - ha sottolineato l’assessore Luigi Crisponi - e
la possibilità di un concreto apporto al Piano da parte di ciascuna Regione, proprio per questo riteniamo irrinunciabile che la nostra istanza sia presa nella dovuta considerazione. Non è concepibile –
ha aggiunto Crisponi - parlare di Piano del turismo senza un piano trasporti, risulterebbe ‘monco’, si
tratta di una componente esiziale per tutta l’attività nazionale di settore e, in particolare, per le isole.
Chiediamo al ministro Gnudi di farsi carico di portare all’attenzione del governo una possibile soluzione del nodo trasporti, da inserire nel novero dei punti che compongono il Piano”.
Approvato dalla Giunta, su proposta dell’assessore dei Lavori
pubblici, Angela Nonnis, il programma di spesa per le opere di
interesse degli enti locali regolato dalla legge numero 6 del 15
marzo 2012. Con uno stanziamento di 3 milioni di euro saranno soddisfatte le istanze di
finanziamento di 44 comuni,
soprattutto per quanto riguarda
lavori urgenti di ampliamento e
messa in sicurezza dei cimiteri
e di consolidamento degli edifici di culto. “Il provvedimento
varato oggi dall’esecutivo fa
fronte a esigenze improcrastinabili dei Comuni, al fine di garantire un adeguato livello di
servizi - dice l’assessore Nonnis
- sarà possibile intervenire per
migliorare le precarie condizioni igienico sanitarie in cui spesso versano i cimiteri e la grave
situazione delle chiese, talvolta
strutture di pregio con seri problemi di staticità”. Riguardo alle risorse per gli anni 20142017 pari a 17 milioni, inoltre,
la Giunta ha approvato un avvi-
FINANZIAMENTO PER LAVORI
CIMITERI E EDIFICI DI CULTO
so che sarà pubblicato sul portale web della Regione attraverso
il quale gli enti locali potranno
avanzare le proprie richieste di
finanziamento per tutte le opere
pubbliche prioritarie già inserite
nel programma triennale dei
Direttore Responsabile: MASSIMO CARTA
e-mail: [email protected] www.gazzettadelsulcis.it
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dei Lavori pubblici entro il termine di 30 giorni dalla pubblicazione e potranno riguardare
un solo intervento di importo
non superiore a 500mila euro.
GASOLIO AGRICOLO PORTA AUMENTO DI SPESA
PER 18 MILIONI DI EURO AGLI OPERATORI SARDI
La Regione chieda alla SARAS un’azione calmierante
sul prezzo del gasolio agricolo
per le imprese Sarde. E’ quanto richiesto dai vertici della
Coldiretti Sardegna, Marco
Scalas e Luca Saba, in una
nota indirizzata al Presidente
della Giunta Cappellacci ed
all’Assessore dell’Agricoltura
Oscar Cherchi. La richiesta
nasce dalla forte preoccupazione per i rincari senza precedenti registrati per il gasolio
agricolo. Nell’ultimo anno infatti, il carburante, indispensabile per la gestione delle pratiche colturali, ha subito aumenti dell’ordine di 18 centesimi al litro, passando dai
0.85 euro del 2011 ai 1.03 euro del 2012. Un aumento che
pesa sui conti dell’agricoltura
Sarda per oltre 18.000.000 di
euro. Si tratta di un aumento
insostenibile – spiega Marco
Scalas, Presidente di Coldiretti Sardegna – che porterà le
nostre aziende all’impossibilità di svolgere anche le semplici arature. Gli effetti si allargheranno a diversi comparti:
dalla serricoltura alla viticoltura infatti, il caro gasolio si
innesta in un contesto di continua crescita dei costi di produzione e di riduzione dei
prezzi di vendita.
Il dato assume connotati ancora più gravi – prosegue Luca
Saba, Direttore di Coldiretti
Sardegna – se analizzato su
un piano prospettico di 10 anni: dal 2002 al 2012 il prezzo
del gasolio è salito di ben 59
centesimi, con un maggior costo per sistema agricolo Sardo
di oltre 60.000.000 di euro. Si
tratta di una progressiva erosione di risorse che, unita all’aumento generalizzato dei
costi, espone al rischio default
l’intera agricoltura isolana. In
un momento in cui la Sardegna perde pezzi importanti
della propria economia – concludono Scalas e Saba – con i
poli chimici avviati verso un
difficile percorso di riconversione, diventa ancora più attuale la necessità di un piano
di rinascita che punti su un sistema produttivo sostenibile.
Il caro gasolio, allora, rappresenta uno dei nodi da sciogliere per evitare il default del nostro settore primario, senza il
quale è difficile immaginare
un futuro per l’intera Sardegna. Per questo chiediamo al
Presidente Cappellacci, ed all’Assessore Cherchi, un impegno concreto per creare un accordo con la SARAS per calmierare il prezzo del gasolio
agricolo.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA SICUREZZA
LA SEGRETERIA REGIONALE SARDEGNA
Da qualche mese a questa parte, sugli organi di stampa e telecomunicazione si leggono e si sentono
delle notizie che per la gran parte non rispecchiano la realtà del sistema penitenziario isolano, e
questo possiamo affermarlo con certezza noi della FNS Cisl che giornalmente viviamo, realmente, il
carcere e tutto ciò che ne consegue a 360°. Ultime le notizie mandate in onda dall’emittente Videolina in data 27 c.m. e sul quotidiano La Nuova Sardegna in data di oggi dove addirittura si vuole gettare il terrore nel territorio oristanese, come tempo fa è stato fatto in Gallura in vista dell’apertura
del nuovo complesso penitenziario di Nuchis a Tempio Pausania. Tutto questo non lo condividiamo
spiegandone i motivi. Fino a ieri il sistema penitenziario isolano viveva una situazione veramente
critica che per certi versi ha sfiorato il punto di non ritorno, una situazione che col passare dei giorni sta migliorando, vedasi l’apertura di nuovi Istituti penitenziari all’avanguardia con moderni impianti di sicurezza, quindi istituti pronti ad accogliere detenuti di alta sicurezza, e negli istituti di
Massama e di Nuchis siamo certi non saranno assegnati detenuti a regime del 41 bis O.P. ma solo
detenuti di alta sicurezza e noi che siamo del mestiere conosciamo la differenza al contrario di qualche politico che da mesi non fa altro che mandare avanti una campagna che non rispecchia certo la
realtà. Forse bisogna recuperare voti ma di certo non è questo il modo corretto, ognuno lo fa con
quello che ha e noi lo facciamo con cognizione di causa perché siamo responsabili e consapevoli del
nostro mestiere. Le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria sono professionalmente preparati
alla custodia di qualsiasi tipo di utenza ma forse questo non rientra nel pensiero del politico di turno. Dove era la politica quando protestavamo per avere Personale in più, dove era la politica quando chiedevamo mezzi adeguati, dove era la politica quando chiedevamo di lavorare con un pizzico
di sicurezza in più. Oggi che stiamo vivendo l’apertura di nuove strutture penitenziarie, ribadiamo
modernissime, oggi che abbiamo avuto un incremento di Personale per Massama e per Nuchis di
circa 160 agenti ci si scandalizza perché stanno arrivando i detenuti di alta sicurezza? ma invece di
creare allarmismi inutili che non portano a nulla, visto che a Massama andranno a essere custoditi
125 detenuti di media sicurezza e altri 125 di alta sicurezza, e comunque non nel breve periodo, in
un Istituto che ha a disposizione circa 140 agenti. Perché non si sostengono con forza le giuste rivendicazione delle OO.SS. e cioè, lo sblocco del turnover, il riordino delle carriere, i giusti stanziamenti economici contrattuali, la previdenza complementare e il riconoscimento della specificità dei
Corpi di Polizia e del Soccorso Pubblico ma tutto questo a quanto pare non interessa, forse perché
non fa notizia ! l’importante, come al solito, per il politico è apparire, ancora meglio se al fianco di
qualche organizzazione Sindacale... di certo non la nostra, noi portiamo avanti cose concrete, reali
e pensiamo ogni giorno ai sacrifici dei colleghi che giornalmente e per moltissimi anni hanno lavorato in modo non dignitoso all’interno di carceri che dire fatiscenti è riduttivo. Il sistema penitenziario isolano sta cambiando in meglio e questo è dovuto all’impegno dell’Amministrazione Penitenziaria Regionale e tutte le OO.SS., come la FNS Cisl, serie e costruttive e che sempre mettono in primo piano le donne e gli uomini in divisa. E ora di dire basta, e lo diciamo a gran voce specialmente
dopo aver letto che è una scelta non gradita dalla Sardegna e dai sardi, bene anche noi siamo sardi
e non abbiamo nessuna remora a lavorare con l’utenza che l’Amministrazione Penitenziaria destinerà nei nuovi Penitenziari. Pensiamo che se la scelta è quella di inviare detenuti di media e alta sicurezza o 41bis O.P. aumenterà la sicurezza e questo significa più Personale, più sardi che rientreranno, dopo anni e anni di penisola, nella loro amata terra la Sardegna, significa più famiglie oneste, significa più entrate per i territori, e significa anche aumento degli altri Corpi di Polizia. Condividiamo quanto detto dal Sindaco di Oristano: bisogna avere piena fiducia nelle Forze dell’Ordine!!!
NOI AGGIUNGIAMO CHE I SARDI E LA SARDEGNA DEVONO AVERE PIENA FIDUCIA NELLA POLIZIA PENITENZIARIA
Il Segretario Generale Aggiunto Regionale
Giovanni Villa
GRANDE LIBRO SUI COMUNI DEL SULCIS IGLESIENTE
CHIEDI AL TUO EDICOLANTE LA COPIA DI
OGNI GIOVEDI A CASA TUA
Provincia Carbonia Iglesias
AI CONTROLLI PRIVATI SUI FUMI D’ACCIAIERIA
SI UNIRANNO QUELLI PUBBLICI DELLA PROVINCIA
Portale Radiometrico PV
La delicatezza delle problematiche relative al controllo
di radioattività sui fumi di acciaieria destinati alla società
Portovesme S.r.L., ha indotto
la Provincia di Carbonia Iglesias a programmare una serie
di interventi destinati ad un
controllo pubblico dei livelli
di radioattività.
La Giunta, infatti, pur valutando validi e approfonditi i
controlli svolti dal soggetto
privato, ritiene doveroso, al
fine della tutela del territorio
e della salute dei lavoratori e
dei cittadini, creare un sistema autonomo gestito da parte
pubblica.
Per tali ragioni, la Giunta provinciale ha così deliberato:
In accordo con la società, verrà immediatamente predisposto un collegamento da remo-
to col portale radiometrico
della Portovesme S.r.L., in
modo tale che gli uffici provinciali abbiano piena cognizione della movimentazione,
in termini numerici e qualitativi, del materiale in ingresso
alla Portovesme S.r.L.
Saranno ulteriormente specificate, in sede di AIA (Autorizzazione integrata ambientale), prescrizioni relative ai limiti di radioattività tollerati
sui carichi in ingresso, che
dovranno sempre e comunque
rispettare la legislazione italiana, se pure più restrittiva rispetto a quella dei Paesi di
provenienza. Tale limitazione,
continuerà ad essere indicata
anche nei documenti autorizzativi al trasporto transfrontaliero e quindi all’ingresso
nel nostro paese (anche questi
ultimi emessi dagli uffici provinciali).
Verrà svolta, in collaborazione con altri soggetti, una valutazione sulla necessità di
svolgere ulteriori indagini
analitiche e controlli su diversi vettori (acqua ed emissioni
convogliate), in fasi intermedie di produzione e per il materiale in uscita dallo stabilimento.
Saranno immediatamente attivate le procedure amministrative necessarie all’installazione di un portale radiometrico
a totale gestione pubblica.
PIU’ EFFICIENZA NELLA DEPURAZIONE
LA PROVINCIA SOLLECITA ABBANOA
Impianto Depurazione Abbanoa - Bau Pressiu
Nella sede dell’Assessorato
provinciale all’Ambiente, ad
Iglesias, si è tenuta una nuova
riunione, indetta dall’assessore, Carla Cicilloni, con i sindaci del territorio interessati
alle problematiche inerenti il
malfunzionamento degli impianti di depurazione gestiti
da Abbanoa.
“L’incontro – spiega l’assessore Cicilloni - è stato convocato per individuare, in modo
univoco, possibili soluzioni
con il gestore Abbanoa, presente alla riunione, e gli altri
soggetti principalmente interessati, Regione e Autorità
AL VIA IL PROGETTO PROVINCIALE “SULCIRCUS”
PER SVILUPPARE LA CULTURA DELLA “STREET ART”
L’iniziativa si svolge in collaborazione con i Comuni di
Carbonia, Gonnesa, Masainas,
Narcao e San Giovanni Suergiu che vi hanno aderito anche
formalmente incentivando
l’esercizio dell’ Arte di Strada
tramite un’ordinanza comunale che ha liberalizzato le aree
nelle quali gli artisti si potranno esibire liberamente.
Il Progetto propone laboratori
dedicati a diverse discipline
del teatro di strada, trampoli,
funambulismo, giocoleria,
clownerie, acrobatica elementare, equilibrismo, mimo/statua. La frequenza dei laboratori è gratuita e libera si può
quindi partecipare a più laboratori e anche ai corsi che si
svolgono negli altri Comuni
anche diversi da quello di appartenenza. I laboratori si pongono come ulteriore finalità
anche quella di realizzare una
parata conclusiva che verrà
rappresentata in tutti i comuni
coinvolti. Il numero di partecipanti massimo per ogni laboratorio è di 20allievi. Il proget-
to è nato grazie alla sensibilità
e all’attenzione dell’ Assessore
alle Politiche sociali, giovanili
e della salute della Provincia
di Carbonia Iglesias, Luca Pizzuto, che ne ha reso possibile
la realizzazione con la finalità
di incentivare la pratica delle
arti di strada e riconoscere i
diritti degli artisti.
“L’obiettivo, è stato spiegato,
è quello di valorizzare
l’espressione artistica in tutte
le sue forme anche attraverso
la creazione di un albo da cui
attingere per eventuali manifestazioni ed eventi nel territorio
del Sulcis Iglesiente creando
così anche un’opportunità lavorativa futura per i giovani
del territorio che, anche a partire da questi laboratori, intenderanno approfondire e sviluppare le pratiche delle Arti di
Strada , oltre a rappresentare
una forma di intrattenimento,
interessante, gradevole e coinvolgente”. Il valore del Teatro
di strada come mezzo d’intervento sociale è qualcosa di
molto utilizzato e ormai com-
3
numero 599 del 4 Ottobre 2012
provato, più recentemente va
diffondendosi anche l’esperienza del Circo Sociale, che
mette in relazione l’arte di
strada con le abilità circensi e
con queste esperienze il progetto SULCIRCUS si propone in continuità.
Il Teatro del Sottosuolo, impegnato da tempo nella diffusione del linguaggio teatrale contemporaneo nel territorio del
Sulcis Iglesiente, ha sempre
dato ampio spazio anche al
teatro di strada nelle sue programmazioni, valorizzandolo
sia nelle attività sociali, laboratoriali e di formazione che in
quelle di produzione e distribuzione di spettacoli. Le iscrizioni sono ancora aperte in
tutti i Comuni che aderiscono
al progetto – per informazioni
e iscrizioni 339 4067169 –
[email protected] , www.teatrodelsottosuolo.com
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA CHERCHI
AI LAVORI DI GIUNTA A VILLAMASSARGIA
Nel corso della riunione si è
dato atto:
1) che è stato completato il
lavoro di ampliamento e potenziamento dei servizi della
Scuola Agraria;
2) che i lavori di manutenzione della Strada provinciale 2 Pedemontana, saranno
rapidamente completati con
ulteriori interventi di messa
in sicurezza
3) che nel corso della settimana iniziano i lavori di manutenzione degli alvei dei
corsi d’acqua;
4) che la rotatoria sostitutiva
del semaforo all’ingresso del
Paese sarà inviata in appalto
non appena l’ufficio paesaggistico regionale rilascerà il
nulla osta;
5) che si studierà la fattibilità
di una rotatoria al servizio
dell’ingresso ovest del cen-
d’Ambito, che, tuttavia, non
hanno partecipato, dimostrando, così, un loro disinteresse
alla risoluzione del problema”.
A conclusione della riunione,
l’assessore Cicilloni e i sinda-
ci intervenuti hanno convenuto di intraprendere tutte le
azioni possibili nei confronti
del gestore degli impianti, a
salvaguardia della salute dei
cittadini e dell’ambiente.
IL CONSIGLIO PROVINCIALE
SULLA VERTENZA LAVORO
Il Consiglio provinciale ha condiviso la relazione del Presidente, Salvatore Cherchi, che ha fatto il punto sulla vertenza per il settore industriale, per l’energia e per il Piano Sulcis. Il Consiglio provinciale, preoccupato per gli effetti fortemente negativi sul piano sociale, provocati dalla chiusura
in atto della fabbrica Alcoa, chiede che il Governo e la Regione agiscano, finalmente, con la decisione necessaria.
Al Governo è reiterato l’invito perché una delegazione di
Ministri venga nel territorio, per rendersi direttamente conto della situazione.
Il Consiglio ha condiviso la proposta sostenuta dall’assemblea di Portovesme, dello scorso 20 settembre, di organizzare una manifestazione a Roma di protesta popolare.
PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS
SEDE DI CARBONIA
09013 Via Mazzini, 40 - Tel. 0781.6726 telefax 0781.6726
SEDE DI IGLESIAS
09016 Via Argentaria, 14 - Tel. 0781.6726
e-mail: [email protected]
Presidente: Salvatore Cherchi
ASSESSORI:
ALBERTO PILI: Politiche del lavoro-Attività Produttive-Form.Profes.
GUIDO VACCA: Pianificazione territoriale e settoriale
CARLA CICILLONI: Ambiente e Protezione civile
MARCO SIMEONE: Lavori Pubblici-Viabilità- Manutenzioni
MARINELLA GROSSO: Turismo-Eventi-Sport
LUCA PIZZUTO: Politiche sociali e giovanili
ALESSANDRA PINTUS: Istruzione-Alta Formazione-Università
Salvatore Cherchi
tro abitato;
6) che la Provincia trasferirà
al Comune le risorse stanziate per il miglioramento dell’accesso a Orbai e alle
aziende agricole vicine.
Posta elettronica certificata:
ANNA MARIA CONGIU (Dir. Servizi amministrativi)
[email protected]
SPERANZA SCHIRRU (Dir. Servizi per il lavoro, cultura e socialità)
[email protected]
FULVIO BORDIGNON (Dir. Servizio tecnico)
[email protected]
PALMIRO PUTZULU (Dir. Servizi ambientali)
[email protected]
MAURO MANCA (Resp. Servizi finanziari)
[email protected]
ALBERTO SECHI (Resp. Servizio gestione personale)
[email protected]
La Sede legale della Provincia è in Via Mazzini, 39 – 09013 Carbonia (CI)
4
Lavoro
numero 599 del 4 Ottobre 2012
2004-11 PERSI NELL’INDUSTRIA SARDA
OLTRE 30 MILA POSTI DI LAVORO
Il crollo del sistema produttivo
della Sardegna, in questi anni, è
confermato da alcuni dati sui
posti di lavoro persi dal 2004 al
2011. “Una crisi dell’economia
isolana, scrive il Segretario regionale Cisl Mario Medde, sintetizzata da alcuni indicatori, e
che richiamano l’urgenza di una
profonda e diffusa strategia di
cambiamento nelle politiche
dello sviluppo e per il rilancio
delle attività produttive e industriali. Si tratta, infatti, di difendere il tessuto produttivo esistente dentro una strategia che
individui un nuovo modello di
sviluppo nei settori e nei territori. Alla Regione Sardegna compete, dunque, l’onore e la responsabilità di promuovere questa fase di cambiamento e di
predisporre nuove politiche di
settore. È questa la sollecitazione che la Giunta regionale deve
accogliere se vuole evitare una
lunga fase di recessione e di costante riduzione degli occupati.
La difesa dell’esistente, pur indispensabile, deve tenere conto
però di una realtà isolana drammatica, soprattutto sul versante
occupazionale.
Un’inversione di rotta va messa
in campo garantendo una soluzione tempestiva ai problemi
strutturali che limitano la competitività del sistema Sardegna
(insularità, trasporti, energia e
infrastrutture) e l’individuazione dei comparti e dei settori da
sostenere”. I numeri consistenti
della caduta occupazionale dan-
Mario Medde
no l’idea dell’entità della crisi in
Sardegna, ma anche della necessità di non attestarsi solo nella trincea, promuovendo al contrario misure e interventi utili a
favorire un nuovo periodo di
crescita economico e sociale. In
sette anni, dal 2004 al 2011,
l’industria sarda ha perso
30.496 occupati, di cui 14.266
nell’industria in senso stretto e
16.230 nelle costruzioni. In
agricoltura, sempre nello stesso
periodo, il numero degli occupati è sceso di 5.266 unità. A
questi dati è necessario aggiungere 20.000 lavoratori circa in
cassa integrazione, ancora con
un rapporto di lavoro dipendente, ma in organico presso aziende in crisi.
“Solo questi numeri attestano
un dramma personale, economico e collettivo, che deve essere
affrontato e risolto sia sul versante assistenziale, rafforzando
il sistema di sicurezza sociale
regionale, sia con una politica
che valuti la dimensione e la
portata regionale del dramma”.
DIBATTITO APERTO
IL MISE RIESCE A FARE SCAPPARE GLI ACQUIRENTI
NELLA COMPLICATA TRATTATIVA IMPIANTI ALCOA
PARERE DI STEFANO LAI RSU ALCOA PORTOVESME
«Alcoa non vuole cedere lo
Smelter di Portovesme a un
diretto concorrente, ma ha come unico scopo quello di ridurre la capacità produttiva
globale dello stabilimento. Di
contro il MiSE sta dimostrando tutta la sua incapacità di
gestire con autorevolezza questa vertenza e di imporre una
strategia in grado di salvare la
filiera dell’alluminio in Sardegna: anzi, pare si sia specializzato nel far scappare i possibi-
li nuovi acquirenti». Così il
responsabile Lavoro dell’Idv
Sardegna, Stefano Lai, rsu Alcoa, commenta l’abbandono
della trattativa per l’acquisizione dello stabilimento sulcitano da parte di Glencore, che
ha annunciato al MiSE la sua
uscita di scena per via della
poca chiarezza nella definizione delle tariffe energetiche legate allo strumento dell’interconnector. «Si tratta dell’ennesimo fallimento del dicaste-
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ro gestito dal ministro Passera
e dal sottosegretario De Vincenti - attacca Lai -. Nella
lettera inviata al Mise, Glencore, la più accreditata tra i
soggetti in gara, rappresenta
problematiche legate alle infrastrutture portuali, agli organici e agli investimenti necessari per rendere competitivo
l’impianto al riavvio. Il problema maggiore - precisa Lai
- sembra però essere quello legato alla tariffa energetica che
si vorrebbe intorno ai 25? a
Mwh per la durata minima di
15 anni e che il MiSE non è
in grado di garantire. Persino
la proposta del ministero di
una tariffa intorno ai 35/37 ?
a Mwh parrebbe non essere
una certezza. In un simile
contesto di incertezze è ovvio
che la soluzione si allontana aggiunge l’esponente dipietrista -. E’ evidente cheretario
De Vincenti non riescono a
imporre la giusta spinta, autorevolezza e determinazione
nei confronti di Alcoa ed Enel
e non sono in grado di tessere
strategie di medio e lungo termine finalizzate alla fornitura
di energia elettrica a tariffa
concorrenziale in modo da
attrarre nuovi e seri soggetti,
alternativi ad Alcoa. Purtroppo – aggiunge - il MiSE è incapace di proporre una strategia industriale tale da poter
salvare una produzione strategica per il paese qual e’ quella
dell’alluminio. Ormai – conclude Lai - anziché attrarre
nuovi soggetti industriali il
Dicastero dello Sviluppo Economico pare si sia specializzato nel far scappare i probabili acquirenti. I lavoratori di
Alcoa, quelli degli appalti e i
numerosi lavoratori interinali
faranno sentire il loro disappunto con iniziative forti, decise ed eclatanti».
UN SERIO PIANO ENERGETICO CON FONTI ALTERNATIVE
DAREBBE UNA MANO ALLE INDUSTRIE ENERGIVORE
Il nostro Paese stenta a programmare e ad intraprendere politiche di avanguardia, nel settore
delle energie, ma anche in quelle di riconversione industriale. I recenti casi di Carbosulcis ed Alcoa sono esempi di mancata programmazione.
“Negli ultimi anni in Italia si è registrato un aumento esponenziale di richieste (oltre 100 negli
ultimi due anni) per nuovi permessi di ricerca di
risorse geotermiche per la produzione di energia
elettrica, stimata in alcune centinaia di MW di
nuova potenza, da parte di imprese italiane e
straniere, per l’installazione.
Il potenziale produttivo legato a queste iniziative
potrebbe addirittura superare nell’arco di soli 10
anni le previsioni del Piano di Azione italiano
per le fonti rinnovabili (PAN)”. Lo ha affermato
Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio
Nazionale dei Geologi.
“Gli sviluppi in termini di capacità installata
vanno oltre quanto previsto dal PAN – ha proseguito Graziano - che pure individua un aumento
della capacità di circa 170 MW, dal 2010 al
2020, e della produzione annua di circa 1100
GWh, quali obiettivi per lo sviluppo dell’uso
della risorsa geotermica nel settore elettrico.
Dunque un quadro assolutamente positivo sotto
questo profilo, che testimoniano un grande interesse del mercato verso la geotermia.
Le stime, anche quelle più prudenti, rilevano che
nel settore geotermoelettrico potrebbero essere
attivati investimenti per circa un miliardo di euro
nell’arco del prossimo decennio. A differenza di
quelle fonti rinnovabili per le quali abbiamo necessità di reperire all’estero le relative tecnologie, l’investimento nel settore della geotermia,
con il coinvolgimento di professionisti, dell’impresa del settore delle perforazioni e della realizzazione di impianti di generazione, potrebbe attrarre investimenti sia interni che esteri, con ricadute evidenti sull’economia nazionale”.
Attenzione però perché “non si potrà conseguire
il potenziale legato a queste risorse senza un
quadro chiaro e definito di regole – ha continuato Graziano - e senza superare le attuali criticità,
rappresentate dalla definizione dei regimi di incentivazione, dalla semplificazione delle procedure autorizzative, dall’accettabilità sociale degli
impianti connessa con la riduzione del rischio
minerario.
Sono necessari dunque sistemi di incentivazione
adeguati, regimi autorizzativi chiari, insomma
una nuova politica di valorizzazione delle risorse
geominerarie (la geotermia è una risorsa geomineraria).
Nel recente passato i comparti dell’eolico prima
e del fotovoltaico dopo si sono fortemente avvantaggiati in virtù degli incentivi loro concessi.
E’ ora che anche al geotermico si concedano i
giusti incentivi, anche in funzione del mutato
quadro di interesse.
“Purtroppo il nostro Paese stenta a programmare
e ad intraprendere politiche di avanguardia, nel
settore delle energie – ha concluso Graziano anche in quelle di riconversione industriale (i recenti casi di Carbosulcis ed Alcoa sono esempi
di mancata programmazione), di recupero ambientale, di valorizzazione delle materie prime
ed anche delle materie prime seconde, che consentirebbero di non inviare più a discarica una
enorme quantità di materie prime.
Insomma mentre il mondo si avvia da tutt’altra
parte, l’Italia sembra ingranare la retromarcia.
Mentre il rapporto sulle energie rinnovabili e sui
cambiamenti climatici prodotto, su mandato dell’ONU, dagli scienziati dell’IPCC (Intergovernmental Panel of Clinate Change) segnala che
l’80% dell’approvvigionamento energetico mondiale potrebbe essere soddisfatto entro il 2050 da
fonti rinnovabili, a condizione che esse vengano
sostenute da “politiche pubbliche corrette”, l’ Italia punta ancora prevalentemente sul petrolio,
continuando ad offrire il nostro mare e royalties
non da poco alle compagni petrolifere”.
TUTTA LA VERITA’ SU MISE-ALCOA-GLENCORE
Gianni Podda
Mise e Alcoa gestiscono la farsa della vendita degli impianti di cui la multinazionale americana
Alcoa dice di volersi disfare. In pratica però entrambi questi soggetti vogliono impedire che alcun altro soggetto si impossessi degli impianti, preferendo che 1000-1200 capifamiglia vadano ad
ingrossare l’esercito di cassintegrati.
Com’è noto Glencore ha manifestato interesse ad acquisire lo smelter alluminio di Portovesme a
condizioni, però, che sia chiaro il quadro dei costi energetici. Il Mise ha proposto per soli tre anni 35-37 euro a Mwh, nascondendosi dietro il fumoso impegno di 6 anni più 6 anni di superinterrompibilità, ma senza nulla di scritto. Il che non può costituire impegno di alcun genere in quanto
la partita si deve giocare in sede UE.
Ora Glencore, pur di stanare i veri nemici dell’auspicato accordo sulla compravendita, ha proposto, provocatoriamente, la corrente al costo di 25 euro al Mwh per almeno 10 anni. La reazione è
stata di risentimento: conati di vomito al Mise e in casa Alcoa dove si è gridato persino allo
scandalo, arrivando a rilanciare la notizia che Glencore si è dissociata dal proseguire gli incontri. La verità invece è un’altra. Alcoa, come sottolineato anche da qualche sindacalista, non vuole che sia Glencore ad acquistare lo smelter di Portovesme in quanto diretto concorrente sui mercati internazionali. Di contra il Mise non vuole cedere la corrente a prezzo concordato e pari a
quello praticato nel resto d’Europa, perché d’accordo con i potenti americani. Non solo: tutto
questo avviene malgrado il Governo italiano sia ancora (al 31%) il maggiore azionista di Enel
(quindi potrebbe ancora decidere) e nonostante la fonte produttrice di corrente viaggi su linee gestite dalla controllata Terna che vorrebbe far pagare il Mwh , prodotto a circa 400 metri di distanza, come per gli utenti che distano dalla fonte decine di chilometri, e per i quali sostiene pesanti impegni manutentivi lungo rete.
Invece, un contratto bilaterale tra Glencore e Enel-Terna taglierebbe la testa al toro e gli impianti dell’alluminio continuerebbero a produrre come hanno sempre fatto, mantenendo in piedi la
base occupativa che oggi è fortemente preoccupata.
In questa vicenda appare alquanto strano anche l’atteggiamento dei sindacati che finora hanno
capeggiato la protesta, ma non hanno studiato alcuna strategia da discutere con Governo e Alcoa. L’unica novità, seria, è la provocazione di Glencore che ha chiesto per almeno dieci anni la
corrente a 25 euro il Mwh, contro le evanescenti “interrompibilità” di dubbio valore politico. E
senza alcun impegno scritto.
Lavoro
ALLARME IMPRESE D’APPALTO ALCOA
LANCIATO DA CONFAPI A CARBONIA
Lavoratori appalti e presidente Provincia Cherchi
“Il problema che si sta generando con le imprese dell’indotto
Alcoa sono un’emergenza esattamente quanto Alcoa: queste
aziende, che contano oltre cinquecento lavoratori, vedono seriamente compromesso il proseguo della loro attività, in particolare questo vale per le ditte
che lavorano in regime di monocommittenza. “Le imprese
rappresentate dalla Confapi - dice il presidente Francesco Lippi,
nel corso di un incontro con le
aziende associate che si è svolto
oggi a Carbonia - , valgono
l’80 per cento degli appalti Alcoa, con professionalità interne
che in tutti questi anni, hanno
garantito efficienza e continuità
alle lavorazioni dello stabilimento. Stiamo parlando dunque
di una seconda Alcoa, con una
differenza sostanziale: non si
tratta di una multinazionale che
sceglie di chiudere uno stabilimento, ma di un tessuto di piccole e medie imprese sarde che
operano in un territorio già martoriato e penalizzato e alla luce
di quanto sta avvenendo rischiano di scomparire”. Sulla base di
questi presupposti, prosegue
Lippi, “chiediamo alla Regione
di assumere, anche nei confronti
di queste aziende, impegni precisi riguardo alla continuità dei
contratti che dovranno legare
queste imprese a qualunque
nuovo acquirente, ma allo stesso
tempo ad un loro diretto coinvolgimento in tutte le azioni di
sviluppo nel territorio programmate dalla Giunta regionale. Sia
chiaro, prosegue Lippi, “per le
aziende associate di Confapi
Sardegna, la soluzione a questa
emergenza non può passare solo
dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali, che in ogni caso dovranno essere assicurati a tutte
quelle aziende che riterranno di
utilizzarli”.
“Le imprese - ha concluso Lippi
- vogliono continuare a lavorare
e stare sul mercato con i loro dipendenti. Occorre creare le condizioni perché questo avvenga.
A livello regionale i piani ci sono, i denari pure. É arrivato il
momento di passare all’azione”.
DISEGNO DI LEGGE SUL COMMERCIO
PER EVITARE DISPOSIZIONI DI DIVIETI
Adeguare le norme regionali
sul commercio al mutato quadro legislativo nazionale e comunitario, istituire i Distretti
economici territoriali per dare
nuovo impulso a un comparto
in sofferenza e, soprattutto, evitare una ‘deregulation’ commerciale. Sono questi i provvedimenti salienti del disegno di
legge ‘Interventi urgenti in materia di commercio’ approvato
dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore Luigi Crisponi. Il ddl abroga la legge regionale 5 del 2005; modifica e
integra la legge regionale 5 del
2006 (eliminando i riferimenti
alla tipologia di esercizio basata
sul rapporto tra metri quadri di
superficie di vendita e popolazione comunale), conformando-
si così alle disposizioni contenute nell’articolo 31 del decreto
legge n. 201 del 6 dicembre
scorso (poi convertito nella legge n. 214 del 22 dicembre
2011); istituisce, inoltre, nuovi
organismi in grado di valorizzare, animare e riqualificare i centri urbani, cioè i Distretti economici territoriali.
DISTRETTI ECONOMICI
TERRITORIALI. “Si tratta di
poli commerciali - spiega l’assessore Crisponi - localizzati in
ambito urbano e prevalentemente composti da piccole entità commerciali, turistiche, artigianali e di servizi, distinte fra
loro o anche riunite in centri
commerciali naturali, che svolgono attività integrate di ‘rivitalizzazione’ dei centri urbani, di
rigenerazione del tessuto cittadino e di supporto allo sviluppo
delle imprese localizzate al proprio interno, valorizzando le
produzioni identitarie del territorio attraverso l’integrazione
delle risorse pubbliche e di
quelle private”.
ADEGUAMENTO NORME
IN ATTESA GIUDIZIO
CONSULTA. La Giunta ha
adottato il disegno di legge sul
commercio, dopo che, con delibera n.7/11 del 16 febbraio
scorso, aveva predisposto il ricorso per la dichiarazione di illegittimità di alcuni articoli del
decreto 201, tra i quali proprio
l’articolo 31, per violazione
dello Statuto della Regione Sardegna, della Costituzione e del
principio di leale collaborazio-
ISTITUITA LA FLOTTA SARDA
“L’approvazione della nuova legge per la flotta sarda è la prosecuzione di un’autentica battaglia di liberazione dei Sardi dalla soggezione al sistema Tirrenia, che ancora oggi continua a violare i diritti dei cittadini e a calpestare le regole del libero mercato”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, dopo l’approvazione del testo normativo.
“É la legge - ha aggiunto il governatore - di un popolo che non risponde con l’inchino ai soprusi degli armatori, ma si ribella e rende attiva, forte e determinata la propria rivendicazione. Quella che difendiamo anche con le navi-quattro mori é un’istanza che stiamo sostenendo - ha proseguito il presidente - sia in sede politica che giurisdizionale, a livello nazionale e
comunitario. Andremo avanti con tutti i mezzi a nostra disposizione fino a quando non sarà
garantito il pieno ed effettivo diritto alla mobilità dei sardi, l’assoluta libertà di accesso ai
mercati extra-regionali per le nostre imprese ed il diritto della Sardegna a decidere in materia di collegamenti marittimi”.
Saremar
5
numero 599 del 4 Ottobre 2012
ROBERTO FORRESU ELETTO SEGRETARIO
DELLA FIOM CGIL SULCIS IGLESIENTE
Il 27 settembre 2012 il Direttivo della FIOM CGIL, alla presenza della Segreteria Nazionale e Regionale della FIOM,
della Segreteria della Camera
del Lavoro del Sulcis Iglesiente, ha eletto, all’unanimità,
Roberto Forresu, nuovo Segretario Generale della Categoria. Il nuovo segretario, dipendente del Gruppo Di Bartolo di Portoscuso, succede
nell’incarico a Franco Bardi
che ha guidato la Fiom CGIL
dal 2004. “Un passaggio di
consegne alla Guida della Federazione, ha spiegato Roberto Puddu segretario generale
CGIL Sulcis Iglesiente, che da
una parte consegna una fortissima responsabilità al complesso della FIOM e della
CGIL ad ogni livello, ma che
va anche a riconfermare la caratteristica e la storia della nostra Organizzazione che la vede operare il rinnovamento del
suo quadro dirigente, nel rispetto delle regole che definiscono i limiti di mandato negli
incarichi esecutivi ad ogni livello organizzativo”. Per Roberto Forresu il massimo incane, di ragionevolezza e di uguaglianza. La Corte costituzionale
si pronuncerà a novembre: “In
attesa del pronunciamento – afferma l’assessore Crisponi –
abbiamo agito in misura strettamente necessaria e sufficiente a
evitare eventuali interventi sostitutivi da parte del governo e
prevenire gli effetti distorsivi di
una disciplina di totale deregolamentazione commerciale.
Perciò abbiamo adottato interventi abrogativi e innovativi per
tutte quelle disposizioni che
pongono divieti e restrizioni alle attività economiche in osservanza delle norme nazionali e
comunitarie in materia di concorrenza, libertà di stabilimento
e libera prestazione di servizi”.
GARANZIA DI CONCORRENZA ED EQUILIBRIO
DI MERCATO. “Tuttavia –
aggiunge l’esponente della
Giunta - appare opportuno evidenziare che la tutela della concorrenza come principio costituzionale e del diritto dell’Unione Europea non può essere identificato con l’assenza
di regole, ma anzi proprio le regole e le prescrizioni hanno
l’effetto di promuovere un mercato concorrenziale, equilibrato
e capace di svolgere la sua ‘funzione sociale’”. A seguito del
pronunciamento della Corte si
procederà a un nuovo intervento più puntuale e generalizzato
sul commercio. Ora il disegno
di legge proseguirà il suo iter in
Aula consiliare.
rico nella Federazione dei Metalmeccanici del Sulcis Iglesiente, arriva a seguito della
sua pluriennale esperienza
nella Segreteria della Categoria e la lunga militanza nell’organizzazione nei vari ruoli
di delegato di base, di Rappresentante Sindacale Unitario e
componente negli organismi
direttivi della Categoria e della Confederazione.
La Segreteria della Camera
del Lavoro, la Segreteria nazionale e regionale della
FIOM a nome di tutto il gruppo dirigente del territorio,
hanno espresso il più grande
ringraziamento a Franco Bardi, al quale è stato riconosciuto l’impegno profuso in anni
di sacrifici per la sua totale disponibilità verso l’Organizzazione e verso le lavoratrici e i
lavoratori. A Franco Bardi,
che non termina la sua esperienza nella CGIL, è stato riconosciuto: la grande capacità
di analisi, di contrattazione, di
proposta; di aver contribuito
alla crescita della Fiom e della
CGIL attraverso un’azione attenta ai temi della confederali-
tà con l’interazione con le altre categorie; la sua proverbiale generosità nella tutela dei
lavoratori come nella mobilitazione e nel confronto con le
controparti; infine, e non per
ultimo, il lasciare l’Organizzazione in salute ed in crescita di
consensi. “Roberto Forresu,
ha aggiunto Roberto Puddu,
ha assunto l’incarico in questo
momento di epocale emergenza economica ed occupazionale che vede a rischio l’intero
apparato produttivo del territorio. Avrà un impegno gravoso per le tante vertenze aperte
di importanza vitale per la nostra terra; sia in quelle in cui è
direttamente coinvolta la categoria, che in quelle più generali che interessano tutti gli altri settori quotidianamente minati dall’azione del Governo,
dall’inazione della Regione e
dalla mancanza di investimenti da parte delle Imprese.
Situazioni che impongono la
prosecuzione dello straordinario impegno nella mobilitazione, che saranno garantiti dal
Nuovo Segretario unitamente
a tutto il gruppo dirigente”.
OGNI GIOVEDÌ IN EDICOLA
6
Politica
numero 599 del 4 Ottobre 2012
STA PER APRIRE I CANCELLI LA PORT.AL.
LADDOVE C’ERANO CENERI DELLA EX ILA
Sergio Rombi
Entro il corrente anno i tecnici
dell’ex Ila di Portovesme, con
indosso la tuta “Port.Al.”, rivarcheranno i cancelli dell’impianto per seguire la messa a
punto e preavviare i macchinari
dell’arrugginito stabilimento
dei laminati sottili d’alluminio.
Allo stato attuale squadre esterne stanno mettendo in sicurezza i capannoni, mentre altri
stanno procedendo alla ristrutturazione degli ambienti così
da essere pronti nel momento
in cui gli ex Ila verranno chiamati al lavoro.
Nei giorni scorsi l’imprenditore
Ninetto Deriu, che ha rilevato
lo stabilimento, si è incontrato
Ninetto Deriu
con i sindacalisti territoriali e
confederali ai quali sono stati
illustrati i programmi che s’intendono mettere in cantiere per
ridare a questo stabilimento
una sua dignità e operatività
produttiva.
“E’ stato un incontro assai sereno ed abbiamo illustrato i nostri programmi, ha detto l’imprenditore Ninetto Deriu a
“Gazzetta”. Le squadre esterne
stanno per concludere la fase di
messa in sicurezza e di ristrutturazione degli ambienti, dopodiché procederemo, con una
certa gradualità, a far rientrare
le maestranze che già facevano
parte degli organici di questo
stabilimento. A riavviare i macchinari saranno i tecnici che già
conoscono questa realtà”.
Nessuno nasconde l’emozione
che potrà viversi nel momento
in cui le maestranze ex Ila metteranno piede dentro questo
stabilimento ormai chiuso da
quattro-cinque anni. “Se la burocrazia non ci ostacolerà, ha
aggiunto Ninetto Deriu, verso
febbraio-marzo 2013 contiamo
di rimetterci in produzione. Nel
frattempo speriamo di entrare
in possesso delle autorizzazioni
per il nostro parco eolico
(tre+tre aerogeneratori) che ha
come esclusiva finalità l’autoproduzione per abbattere i costi
dell’energia elettrica”.
Dalle parole del più qualificato
imprenditore privato locale,
che da oltre quarant’anni si trova sulla scena industriale supportandosi con soldi propri,
dall’inizio della prossima primavera Portovesme dovrebbe
poter contare sui rigenerati laminati sottili d’alluminio, cui si
aggiungeranno anche altri tipi
di produzione.
“Come già annunciato in altre
occasioni, ha detto Deriu, le
produzioni dei laminati andranno in due direzioni: laminati
sottili e laminati pesanti destinati alla nautica. Questi ultimi,
con la dotazione di particolari
macchinari, potranno essere
presagomati per le industrie
nautiche, senza escludere che
anche noi si possa arrivare a
costruire imbarcazioni di varia
stazza se avremo la disponibilità di spazi adeguati e di accesso
al porto”.
Quello di accesso al porto è un
capitolo che merita attenzione,
perché rasenta l’assurdo. La
Re.No., sempre di proprietà Ninetto Deriu, è impedita di portare a terra i natanti che hanno
necessità di manutenzioni, perché il Consorzio Industriale,
pur disponendo dei fondi necessari, dall’inizio dell’anno
non ha proceduto a realizzare
un ponticello, d’una decina di
metri, la cui mancanza impedisce ai mezzi pesanti di accedere alle banchine per caricare e
trainare i natanti da portare nei
cantieri di manutenzione.
“Il problema sarà ancora più
evidente, ha aggiunto Deriu,
quando entreremo in produzione di pezzi presagomati per la
cantieristica navale e che necessariamente dovremo imbarcare nello scalo di Portovesme.
Certamente la grande industria và salvata, sia per mantenere le produzioni e sia per
garantire una basa occupativa
che porta reddito nel territorio. “Port.Al.” (Portovesme
Alluminio) è una realtà che
intende verticalizzare il prodotto alluminio di base, finora
in mano ad Alcoa e del quale
intende servirsi acquistando
metallo allo stato liquido.
“Per le nostre produzioni, ha
spiegato l’imprenditore Ninetto Deriu, il metallo allo stato
liquido costituisce un valore
aggiunto che ci consente di attivare subito le produzioni dei
laminati sottili, in attesa di
poter avviare anche i laminati
più pesanti destinati a parti di
sagome per cantieri nautici.
Tuttavia, anche nell’eventualità che il mercato non ci consenta l’utilizzo del metallo allo stato liquido, i nostri programmi andranno avanti, sia
pure con metallo acquistato
all’estero, ma che dovrà essere rifuso per dar seguito alle
nostre esigenze. Appare chiaro che in questa seconda ipotesi i costi produttivi saliranno
Port. Al.
Le imprese non possono perdere tempo rincorrendo e sollecitando le istituzioni perché rimuovano le fasi burocratiche
che sono il nemico numero uno
di qualsiasi imprenditore. Ci
auguriamo che i nostri progetti
vengano guardati con attenzione, perché il territorio ha bisogno di lavoro”.
NON TUTTO IL SULCIS
E’ MURO DEL PIANTO
Portovesme
per cui saremo costretti a trovare elementi di economia aggiuntiva. Ma vogliamo andare
avanti”.
Le dichiarazioni di Ninetto
Deriu testimoniano che non
tutto il Sulcis è un muro del
pianto. C’è anche chi vuole,
pur di fronte ad oggettive difficoltà, continuare ad operare,
portando il contributo alla
causa del territorio. “Mi rifiuto di credere che il Sulcis
Iglesiente sia la Provincia più
povera d’Italia”.
Certamente il periodo delle
vacche grasse è terminato e le
istituzioni, ma anche gli imprenditori, dovranno capire
che occorre snellire le fasi burocratiche, adottando il sistema della Conferenza di Servizi per abbattere i tempi concessori. Anche gli incentivi
non possono essere dati a
pioggia e a occhi chiusi, magari perché amico di partito,
ma solo dietro fidejussioni. Il
“Piano Sulcis” deve partire
con questi presupposti.
CON L’AVVIO DELLA BONIFICA RIO SAN GIORGIO
TROVERANNO IMPIEGO PARTE DEGLI EX ROCKWOOL
Port. Al.
Con il via libera del cantiere
per le bonifiche della zona
del Rio San Giorgio, una parte dei lavoratori della Rockwool sarà ricollocata presso
l’Igea, società partecipata della Regione, per la realizzazione del progetto di recupero
ambientale. E’ quanto emerso
dal vertice tra Regione, Igea e
sindacati, svoltosi nel pomeriggio in viale Trento, per fare
il punto della situazione sull’applicazione del contratto di
programma stipulato lo scorso dicembre. “La Giunta conferma la volontà di ottemperare agli accordi sottoscritti ha spiegato il presidente, Ugo
Cappellacci - e questo rimane
un punto fermo, ma non vogliamo mettere sul tavolo ipotesi di potenziali percorsi finchè non saranno definiti”. Accogliendo la richiesta dei sindacati, il Governatore ha fissato il prossimo incontro per
il 15 ottobre. Il mantenimento
degli impegni è stato anche
ribadito (‘’abbiamo apposto
la nostra firma ad un documento e non verremo meno ai
patti sottoscritti”) dal presidente di Igea, Giovanni Battista Zurru. “La Regione - ha
aggiunto l’assessore regionale
dell’industria, Alessandra
Zedda - sta lavorando ad una
soluzione che coinvolga altre
società private che operano
nel territorio”.
COMUNE DI CARBONIA
BANDO DI GARA
“FORNITURA ED INSTALLAZIONE DI POSTAZIONI PER
SISTEMA DI BIKE SHARING” – PROGETTO CARBONIA
CITTA’ SOSTENIBILE –II LOTTO FUNZIONALE
L’appalto prevede la fornitura, il trasporto e l’installazione dei seguenti elementi nonché i servizi ad essi correlati: n. 32 cicloposteggi automatizzati singoli, da distribuirsi in n. 8 stazioni di distribuzione; n. 8 cicloposteggi automatizzati singoli per la ricarica
elettrica delle biciclette a pedalata assistita, da distribuirsi in n. 8
stazioni di distribuzione; n. 8 stele di indicazione e segnalazione
delle stazioni; n. 3 biciclette a pedalata assistita personalizzate; n.
14 biciclette tradizionali personalizzate; n. 29 tessere elettroniche
personalizzate; n. 5 cavi antifurto codificati; n. 2 copertura fotovoltaica; n. 1 copertura con cristallo di sicurezza; piano di comunicazione e marketing; software di gestione per il primo anno di
gestione; progetto costruttivo e di dettaglio delle singole stazioni;
formazione del personale; servizi di avvio, gestione e manutenzione del sistema per il primo anno. Importo a base d’asta: Euro 168.000,00 - oltre ad Euro 800,00 per oneri per l’attuazione
dei piani di sicurezza non soggetti a ribasso d’asta - oltre IVA di
legge. Termine di ricezione delle offerte: ENTRO E NON
OLTRE LE ORE 12 DEL GIORNO 11/10/2012. Indirizzo a
cui inviare le offerte: Comune P.zza Roma, 1 – 09013 Carbonia.
Il Dirigente del IV Servizio
(Dott. Livio Sanna)
Politica
Sul pied-a-terre della vecchia
industria un nuovo progetto
economico che tenda a valorizzare le risorse locali. Tutto ciò,
però, presuppone anche una
differente mentalità politica,
soprattutto nel rimuovere i pesi
morti della burocrazia, sollecitando la promozione e stimolando i giovani a saper individuare nuovi percorsi economici
ed occupativi. Su queste linee
sembra orientata la seconda
edizione del mandato amministrativo del Sindaco Mario Corongiu a Sant’Antioco, forte
dell’immenso patrimonio archeo-ambientale e turistico.
La più antica realtà demografica del Sulcis Iglesiente, quella
che conobbe tutte le dominazioni antiche e che ivi lasciarono tracce della loro civiltà, oggi
guarda alle sue potenzialità, riproponendo persino il recupero
dell’agricoltura viticola, che fu
un tempo florida e ripagante.
D) Sindaco Corongiu, servizi,
cultura e turismo: sembra
questo l’orientamento del
nuovo percorso economico e
sociale del comune di Sant’Antioco. Fino adesso la programmazione in che misura è
stata impostata in questa direzione?
R) Abbiamo impostato di entrare nelle nuove direttrici economiche quali i turismi, anche
perché sappiamo bene che la
monocultura, in termini di economia, non paga. Basterebbe
vedere cosa sta succedendo nel
territorio. Se si punta in una sola direzione e questa va male,
per qualunque motivo, poi tutto
il territorio ne risente. Allora
bisogna trovare diverse direttrici in modo tale che se va male
una, ci siano le altre che tengono. A noi pare che una buona
risposta di miglioramento scaturisca dai turismi, soprattutto
il turismo culturale. E’ un turismo che guarda anche al territorio, perché il territorio oggi è
stato abbandonato. Sembra
quasi che stiamo vivendo l’ennesima rivoluzione industriale,
perché tutte le persone hanno
abbandonato le campagne e invece bisogna recuperarle. Tra
Mario Corongiu
7
numero 599 del 4 Ottobre 2012
SANT’ANTIOCO
SERVIZI CULTURA E TURISMO NELLA NUOVA ECONOMIA
DEL COMUNE CON PIU’ LARGHE POTENZIALITA’ DI CRESCITA
Massimo Carta
l’altro noi andavamo abbastanza bene con l’indirizzo economico qual era la viticultura che
è stata abbandonata per diverse
motivazioni. Non certo riguardanti i viticoltori, ma riguardanti, per esempio in questo
caso, la cantina sociale. Per risollevare questo settore bisogna fare un discorso nuovo che
tenda a rifidelizzare i viticoltori, perché sono sfiduciati, e fare
un discorso nuovo per la cantina che forse oggi non è più neanche adatta ai tempi. Bisogna
fare qualcosa di più piccolo che
però possa dare le stesse risposte che dava diversi anni fa.
Noi siamo passati forse dai
mille ettari di terreno vitato ai
circa centocinquanta ettari attuali. Quindi sono state abbandonate proprio le campagne:
molto dovuto alle normative
della Comunità Europea che ha
incentivato l’espianto della vite. Noi, tuttavia, continuiamo a
dare i servizi perché con il bilancio comunale non si possono fare più investimenti. Bisogna trovare soldi altrove. Continuiamo a puntare sui servizi
in particolare con i turismi: il
turismo culturale; il turismo
che guarda il territorio. Ma anche in questo ci sono grossi
problemi. Soprattutto quest’anno abbiamo avuto dei tagli, intorno al milione di euro. Allora
bisogna vedere dove tagliare i
servizi o se il caso di fare altri
ragionamenti. Non quello di
aumentare le tasse che sono già
abbastanza gravose e il territorio oggi non si può permettere
l’aumento di tasse, per carità!
Però bisogna eventualmente
guardare dove ci sono fasce di
evasione. Pensi che per l’Imu
noi avevamo uno storico di
cento, invece entrerà duecento.
Però la fregatura c’è: perché
l’eccesso a cento lo prende lo
Stato togliendocelo dai trasferi-
Sant’Antioco
menti. Quindi ci sono grosse
problematiche. Ai Comuni si
tende a dare delle competenze
scarica barile: c’è aumento delle competenze, ma senza le risorse. Anzi le risorse diminuiscono sempre di più e quindi ci
sono grosse difficoltà di bilancio.
D) Due capitoli: uno è la valorizzazione delle aree ex
Sardamag, e l’altro Porto Turistico e Porto Commerciale.
R) Per quanto riguarda le aree
ex Sardamag, ho dovuto fare
un’ordinanza per imporre alla
Regione di far togliere quei cumuli di ghiaia che sono li. Però
è un argomento che è stato
troppo trascurato. Secondo me
la Giunta Regionale, Presidente
in testa, potevano dare delle alternative con le aree Sardamag:
bastava fare i bandi, e li possono fare anche oggi, bandi internazionali che tendano a portare
gli imprenditori. Io spesso ho
detto non servono tanti soldi,
servono autorizzazioni in questo territorio, perché si rischia
di avere un sacco di soldi e non
poterli spendere. Adesso c’è il
“Piano Sulcis” che destinerà
molti soldi soprattutto a Sant’Antioco. Però se non ci si pone oggi il problema di come
spendere in fretta questi soldi,
ma solo di destinarli, non serve
a niente. Secondo me ci sono le
leggi, ci sono le possibilità, bisogna tener conto che nel territorio questo periodo è successo
il terremoto a non usare quelle
leggi. Leggi che prescindano
dal patto di stabilità per una
volta. Usare per esempio le
conferenze dei servizi che diano le autorizzazioni in un’unica
soluzione e solo così si possono spendere i soldi. Per quanto
riguarda il porto c’è lo studio
di fattibilità. Io diversi anni fa
parlando con Salvatore Cherchi
dissi: ” Secondo me non si può
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pensare solo all’industria, bisogna tamponarla certamente, però bisogna trovare altre direttrici”. Da lì penso sia nato il Piano Strategico della Provincia,
lo studio di fattibilità fatto dall’università di Cagliari. Adesso
siamo arrivati al punto: questo
studio di fattibilità ha dato luogo al “Piano Sulcis”. Ci sono i
finanziamenti, il Ministero dello Sviluppo Economico ne darà
altri, bisogna metterli in atto,
con leggi che già esistono. Occorre trovare una soluzione che
permetta di spendere immediatamente i soldi. In queste situazioni spesso si tende a suddividere queste cifre spezzettandole in tante parti. Occorre invece
istituire una cabina di regia
unica in modo tale che possa
gestire tutta la partita del piano.
D) Altri problemi per Sant’Antioco? Tipo depurazione
acque?
R) Diciamo che sul depuratore
finanziato stiamo valutando per
linee politiche altre soluzioni.
Il progetto oggi direbbe di fare
un depuratore a fianco a quello
che esiste. Ma noi stiamo tentando, come prima soluzione,
di utilizzare il depuratore consortile di San Giovanni Suergiu, così com’è avvenuto per le
discariche. Non esistono più le
discariche comunali, sono cose
che si fanno a livello consortile. Semmai si possono usare i
finanziamenti per ingrandire il
depuratore di San Giovanni
Suergiu, oppure fare il depuratore unico dell’isola. Queste
sono soluzioni che secondo noi
si devono adottare anche per
dare respiro alla spiaggia di Is
Pruinis che era una spiaggia di
Sant’Antioco. Se non si dovesse riuscire in quest’intento, ci
accontenteremo di fare un depuratore nuovo nello stesso sito, ben dimensionato e che comunque funzioni bene.
D) Si è sempre sostenuto che
Sant’Antioco è l’unico centro
del territorio Sulcis Iglesiente, in grado di vivere del turismo culturale 365 giorni l’anno, perché ha tutte le peculiarità per tale finalità.
R) Io non so se può vivere 365
giorni l’anno, di sicuro è una
valvola di sfogo in un periodo
di crisi economica.
D) Manca la promozione però.
R) Effettivamente la promozione è debole, anche perché non
entra nella mentalità delle persone. Io credo che la cultura
per noi sia una voce che riguarda l’investimento, non è una
spesa corrente.
C’è la letteratura tecnica che
dice come vanno fatte le promozioni e in che misura. Se
non si capisce questo e non si
da ai paesi costieri con tanta
cultura, la possibilità di considerare la promozione turistica
un investimento, vuol dire che
stiamo perdendo quello che intendiamo perseguire.
D) E il coinvolgimento con i
privati in questo settore.
R) Con i privati ci abbiamo
provato, ma è un territorio in
ginocchio e quindi non sono
molti i privati disposti a spendere, o comunque non capiscono ancora il valore della cultura. Noi ci abbiamo puntato in
modo importante e abbiamo
anche i risultati.
Credo che in un momento di
crisi italiana, della Sardegna e
addirittura di questa Provincia,
Sant’Antioco possa, nonostante
tutto, giocare le sue carte che,
se sapute giocare, possono essere tutte vincenti.
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Politica
numero 599 del 4 Ottobre 2012
I SARDISTI RIATTUALIZZANO LE ZONE FRANCHE
PROGETTO COLPEVOLMENTE ABBANDONATO
Giovanni Angelo Colli
La gravissima crisi che oggi più
che mai attraversa tutti i settori
dell’economia, rende ormai indifferibile l’adozione di scelte di
politica fiscale ed economica
che superino la logica dell’emergenza e consentano di intervenire alla radice delle vere
cause del mancato
sviluppo della Sardegna.
Per questo il Psd’az sostiene da
sempre l’istituzione della Zona
Franca Fiscale su tutto il territorio sardo. Essa darebbe, con la
riduzione o eliminazione di imposte e gravami soffocanti, nuovo impulso alle produzioni, all’industria, al commercio, ai servizi, alle esportazioni, mitigando gli effetti nefasti di una fiscalità ormai non più sostenibile
dal nostro tessuto economico.
Perché ciò sia possibile è tuttavia necessario che la Sardegna,
senza tentennamento alcuno,
porti avanti una duro confronto
politico con il governo italiano
affinché si legiferi in tal senso,
sulla scia di quanto già avviene
in Europa per altre realtà insulari. Sotto questo profilo, l’azione
della Regione Sarda è stata però, sino a questo momento, debole, inadeguata, se non del tutto inesistente, nonostante già dal
1999 sia stata sottoscritta con il
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Governo italiano una intesa di
programma che prevedeva l’istituzione di una commissione paritetica al fine di realizzare,
compatibilmente con la normativa comunitaria adottata per altre regioni europee, la Zona
Franca Fiscale sul territorio della Sardegna. L’inerzia alla quale
assistiamo è dunque inaccettabile ed è in contraddizione con le
stesse dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione che pure, sul punto, aveva recepito l’impostazione sardista.
Ancora più inaccettabile ed incomprensibile è che, al di là del
confronto con il Governo centrale e nell’attesa della Zona
Franca integrale, si ometta di
dare concreta attuazione alle
norme che già oggi consentono
in alcune aree la creazione di
zone franche. Mi riferisco al
Decreto Legislativo n. 75 del
1998 che, in attuazione dell’art.
12 del nostro Statuto di Autonomia, ha istituito le zone franche
nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme,
Arbatax, ed in altri porti ed aree
industriali ad essi funzionalmente collegati o collegabili. La
loro delimitazione territoriale
(ad eccezione di Cagliari) e “la
determinazione di ogni altra disposizione necessaria per la loro operatività” doveva infatti
essere effettuata su proposta della Regione Sarda ma, da allora
ad oggi, e nonostante il succedersi di maggioranze di diverso
colore politico, il Governo regionale è rimasto colpevolmente
inerte, privando il nostro sistema portuale dei vantaggi fiscali
ai quali avrebbe avuto diritto.
Ecco perché è indispensabile
dare impulso a una grande mobilitazione dal basso capace di
creare un ampio e diffuso dibattito su questi temi.
LE GIORNATE EUROPEE CELEBRATE A CARBONIA
OCCASIONE PER CONOSCERE MEGLIO LA CITTA’
In occasione dell’edizione 2012 delle Giornate Europee del
Patrimonio, previste per il 29 e 30 settembre, l’Amministrazione Comunale di Carbonia, in collaborazione con il Museo Archeologico Villa Sulcis, con la cooperativa Mediterranea, con la soprintendenza Archeologica e con il Centro Italiano della Cultura del Carbone, ha promosso l’accesso all’offerta culturale della Città. Sabato 29 settembre, presso il
museo Archeologico di Villa Sulcis, è stato inaugurato
Carbonia
Foto Rossi
l’evento “La lunga storia di Cannas di Sotto”. Presso l’area
deposito sono stati esposti reperti inediti della necropoli urbana di Cannas di Sotto e della tomba n. 3 di Monte Crobu, arricchiti da documenti fotografici d’archivio. E’ stato possibile apprezzare le trasformazioni della necropoli e del “Medau Sa grutta”. “La lunga
storia di Cannas di Sotto” resterà visitabile sino 14 ottobre 2012 (orari: dalle ore 10.00 alle ore 15.00).
Inoltre, sia Sabato 29 che domenica 30 settembre, attraversando il ponte sul Rio Cannas, che collega il
Museo Archeologico con il Parco Archeologico di Cannas di Sotto, è stata promossa una Passeggiata
Guidata dal titolo “il Paesaggio Storico della città di Fondazione”. Sono state raccontate le fasi edificatorie della moderna Carbonia osservando dall’alto i quartieri e le strade dell’area attorno al Rio Cannas. E’ stato inquadrato il progetto del sistema urbano della Città, all’interno di un più vasto progetto di
modifica del territorio sulcitano e dei suoi paesaggi, in funzione dell’estrazione del carbone. Durante il
percorso è stata evidenziata la continuità di vita del territorio in cui è nata Carbonia, dal VI millennio
a.C. fino all’età contemporanea. La passeggiata sul ponte si è conclusa nel Parco urbano di Cannas di
Sotto “Medau sa Grutta”, dove negli spazi espositivi, attraverso le immagini di archivio, è stata ripercorsa la vita più recente del Medau. Nei due giorni di programma, inoltre, presso la Grande Miniera di
Serbariu, si è tenuta la terza edizione della mostra temporanea “Strumenti e Ricordi” dedicata alla ricostruzione dei luoghi riservati al riposo e alla famiglia. Anche in questa occasione, l’esposizione prevedeva la ricostruzione di diversi ambienti: la casa (con la cucina, il soggiorno, la camera da letto e l’orto);
l’albergo operaio (con le semplici brande e gli armadietti). Per tutti c’è stata la possibilità di visitare le
galleria sotterranea che costituisce un unicum del suo genere in Sardegna.
TORNA TRA I BANCHI
FISCO & SCUOLA
Parte la nona edizione di “Fisco
& Scuola”, il progetto portato
avanti dall’Agenzia delle Entrate
per diffondere tra le giovani generazioni i valori della legalità fi-
scale e della solidarietà civile e
sociale. Il programma. Il progetto si articola in due momenti
principali: l’incontro in classe
con i funzionari dell’Agenzia e
la visita delle scolaresche presso
gli uffici finanziari. Il concorso.
La Direzione Regionale della
Sardegna propone, anche per
questa edizione, l’iniziativa facoltativa del concorso che premierà le classi – una per ogni ordine e grado - che meglio avranno saputo illustrare il messaggio
di “Fisco e Scuola” con la realizzazione di un elaborato inedito.
Come partecipare. Per aderire
al progetto le scuole dovranno
presentare il modulo d’iscrizione
(scaricabile dal sito Internet della
Direzione regionale dell’Agenzia
http://sardegna.agenziaentrate.it) entro il 10 novembre 2012. Sempre sul sito sono
reperibili notizie e informazioni
ulteriori sulle modalità di invio
delle domande. I dati. Fisco &
Scuola è un progetto nato nel
2004 dall’Intesa fra l’Agenzia
delle Entrate e il Ministero dell’Istruzione integrato, in Sardegna, da un accordo con l’Ufficio
Scolastico Regionale rinnovato
nello scorso mese di luglio. Il
progetto educativo costituisce in
Sardegna una presenza familiare
nella programmazione scolastica: l’ultima edizione ha registrato la partecipazione di 94 e scuole e 4.500 studenti, portando così
a 13.600 il numero degli studenti
delle 252 scuole dell’isola coinvolte nell’ultimo triennio. Le iniziative, fra incontri e visite, hanno raggiunto quota 428. Per saperne di più. Sul sito Internet regionale http://sardegna.agenziaentrate.it, nel box Comunicazione - “Fisco e Scuola”, si trovano
i resoconti delle iniziative e la
galleria fotografica delle precedenti edizioni, i lavori premiati,
la rassegna stampa, i contributi
multimediali e gli eventi collaterali.
SINDACO
0781.887811
(Prov. Carbonia Iglesias)
0781.887828
UFFICIO TURISMO
SERVIZI SOCIALI
SPORT SPETTACOLO
0781.887813
UFFICIO ASSESSORI
0781.887827
CALASETTA - Piazza Belly - Centralino - 0781.88780 www.comune.calasetta.ca.it
GCS srl - Sa Stoia - 09016 Iglesias (CI) - Tel. 0039.0781.260031 - 260074 Fax 0039.0781.260765
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Realtà Locale
Con le miniere ormai morte e
sepolte e l’industria sempre più
in crisi, il turismo, insieme alla
piccola impresa, all’artigianato
e all’agricoltura potrebbe essere un reale sbocco occupazionale per lo sviluppo del Sulcis
Iglesiente ed in particolare di
Iglesias. Tutti da tempo ne parlano, sono anni che la città è
stata dichiarata, solo a parole,
città turistica, ma nella realtà
non si vedono che briciole.
L’impressione è che non ci si
renda conto delle incredibili potenzialità che Iglesias ed il suo
territorio hanno in questo senso. La Sardegna è molto ambita
in tutta Europa e nonostante i
problemi legati alla crisi economica globale e ai costi dei traghetti lievitati a dismisura,
l’isola attrae sempre molto per
le sue peculiarità culturali, per
le sue bellezze paesaggistiche e
per le sue splendide spiagge. La
nostra zona in aggiunta possiede una carta in più da giocare
che è quella delle sua storia mineraria, così affascinante, così
unica nel suo genere da non
trovare riscontri se non in pochissime altre aree europee. I
siti minerari attraggono notevolmente i pochi, aimè visitatori
che raggiungono la nostra città; così come attirano le nostre
belle chiese, di cui andiamo
tanto fieri, e che danno il nome
alla nostra città; così come attira il nostro bel mare per un turismo all’aria aperta che ha
fatto il bene di tante zone della
Sardegna tramite i numerosi
campeggi; così come attira il
nostro vento per un turismo
giovane e sportivo; così come
attirano i nostri sentieri immersi nel verde per un turismo attivo fatto di trekking e di mountain bike. E’ perfettamente inutile che si continui a parlare di
turismo, quando non abbiamo
la benchè minima coscienza
Cattedrale
numero 599 del 4 Ottobre 2012
DIBATTITO
CURIA IGEA E COMUNE GROSSO FRENO
ALLO SVILUPPO TURISTICO DI IGLESIAS
Iglesias - Panorama
delle nostre enormi potenzialità. Ci sono veramente tantissime cose che possono essere fatte subito.
Partiamo dalle chiese.
La chiesa locale, fa molto per
tamponare la povertà sempre
più dilagante in città, bisogna
dargliene atto, si prodiga per
fornire cibo e vestiario ai bisognosi, è sempre vicino a chiunque chieda aiuto, ma quando
potrebbe incidere concretamente nello sviluppo economico
della città, si tira indietro. E’
quindi inutile fare le fiaccolate
e le maratone di preghiera,
quando non si agisce concretamente per favorire il turismo
che, ripetiamo, deve essere uno
degli sbocchi economici naturali per Iglesias. Le chiese, che
consideriamo uno dei nostri fio-
ri all’occhiello, sono quasi sempre chiuse. Il museo della Curia, di cui si parla da anni e del
quale sono arrivate anticipazioni di magnificenza per la presenza di stupendi pezzi antichi,
non solo è ancora chiuso, ma
neanche si intravvede una possibile data di apertura. Per non
parlare dello “scandalo” della
Cattedrale, ripetiamo stiamo
parlando di una “Cattedrale”,
chiusa da dodici anni per un restauro che sembra non avere
mai fine. Con un piccolo sforzo,
facendosi aiutare dai tanti bravi
volontari che frequentano le
parrocchie, si potrebbero tenere
le chiese aperte un pò di più, e
pensare seriamente al museo
che tanto potrebbe portare ad
Iglesias ed in particolare al suo
centro storico.
I siti minerari.
Se le chiese sono il nostro orgoglio, le miniere sono la nostra
peculiarità, il nostro asso nella
manica. Se è vero che in Sardegna si viene soprattutto per il
mare, i nostri siti minerari sono
il nostro valore aggiunto. E’ incredibile come in una città che
continua ad autocelebrarsi per
il suo glorioso passato minerario, non abbia neanche un sito
o un museo permanentemente
aperto al pubblico, che ne possa celebrarne l’epopea. Bisogna dare atto all’Igea di aver
fatto un egregio lavoro quando
sono stati messi in sicurezza,
rendendoli fruibili al pubblico,
siti come Porto Flavia, la Galleria Villamarina e la grotta di
S.Giovanni, ma bisogna anche
che si renda conto non può occuparsi anche della loro apertura al pubblico. Siti così importanti devono essere aperti
tutto l’anno compresi i giorni di
festa, così come succede in tutto
il mondo. Gli orari devono essere certi ed essere gli stessi per
sempre, per poter essere inseriti
nelle guide turistiche di tutta
Europa, e non soggetti a variazioni continue a seconda delle
varie disponibilità dell’azienda
se non addirittura della buona
volontà dei dipendenti. Le guide
devono parlare le lingue straniere od almeno l’inglese in genere conosciuto da tutti. Un valore aggiunto dovrebbero essere
i servizi esterni per il ristoro e
l’acquisto di souvenir che, oltre
che creare un ulteriore reddito
indotto, renderebbero più confortevole la permanenza dei visitatori. Sappiamo di turisti che
non sono potuti entrare a Porto
Flavia, perchè gli impiegati non
avevano il resto da dare per il
pagamento del biglietto di ingresso. Una qualunque gestione
privata, sempre supportata da
Igea, risolverebbe in un attimo
questi problemi gestionali per il
bene di tutto lo sviluppo turistico di Iglesias.
E il Museo Mineralogico, da
chi dipende? Dalla scuola?
Dalla Provincia? Dal Comune?
E’ incredibile che una “perla”
come quella, continui a rimanere tristemente chiusa.
Il Comune
E che dire del Comune. Sembra
che sia più occupato a tappare
le falle dovute alla crisi economica, che a creare reale sviluppo. Il Caso Cala Domestica è
emblematico. Ci si scanna con
Buggerru per la proprietà della
meravigliosa cala, quando nel
nostro territorio non siamo stati
in grado di creare proprio nulla. Speriamo fortemente che il
tutto non sia solo per avere la
gestione dei parcheggi, come se
la ricaduta economica del turismo in questa zona dipendesse
da quattro posti stagionali di
9
stri del museo archeologico della città, ma quanti anni servono
perchè un’amministrazione
pubblica possa realizzare qualcosa di concreto?
In Sardegna poi i turisti vengono soprattutto per la sua bellezza e per la natura incontaminata, e molti di questi appassionati viaggiano con camper, tende
e roulotte. Ma ci vuole così tanto a fare un campeggio che non
necessita di altro se non di acqua, corrente elettrica e servizi
igienici? Possibile che non si
sia ancora pensato a creare una
area di sosta per i sempre più
numerosi camper che arrivano
nel periodo estivo? Possibile
che non si riesca a tenere aperto l’ufficio turistico tutto l’anno,
magari spostandolo in un posto
un pò meglio raggiungibile da
chi arriva in città per la prima
volta?
Questo documento vuole essere
una denuncia di immobilismo
perchè siamo convinti che tante
di queste cose si potrebbero fare con poche risorse economi-
Porto Flavia
parcheggiatore. Non riusciamo
a volare alto? Non possiamo
pensare che investire nell’apertura permanente dei siti di interesse culturale potrebbe davvero aiutare la nostra città ad
uscire dal baratro? Abbiamo visto all’estero come si sfruttano
quattro ruderi medioevali per
attirare la gente con giostre
equestri, spettacoli e rivisitazioni del medioevo. E’ così difficile, anche con l’aiuto delle tante
associazioni, pensare ad una
cosa del genere nel nostro castello? Sentiamo parlare da lu-
che ma con tanta buona volontà
delle varie parti. Ma vuole anche essere uno stimolo perchè si
ragioni in tempi brevissimi del
tempo che la città sta perdendo.
Vorremmo che Comune, Igea e
Curia, che riteniamo siano le
parti responsabili dei ritardi rispetto allo sviluppo turistico
della città, si incontrino e trovino delle soluzioni per risolvere
questi problemi.
Gruppo di Cittadin
ed Operatori commercial
di Iglesias
10
Sul versante Nord-Est del rio
Corongiu, in località “Serra
Abis” nel territorio comunale di
Iglesias, in una collina inserita
nella valle carsica di Corongiu
de Mari, si apre la “Grotta del
Cancello”. La cavità è inserita
in un’area nella quale sono presenti una cinquantina di ipogei
carsici, molti dei quali di grande
interesse biologico, archeologico e idrogeologico.
Attualmente dopo la grotta di
Santa Barbara è indubbiamente
l’ambiente carsico sotterraneo
più bello del territorio comunale
di Iglesias, essendo ricco di colonne, stalattiti ed eccentriche di
aragonite di eccezionale bellezza.
Pur essendo in passato stata oggetto di attenzione da parte di
tanti commercianti di minerali
che hanno asportato dalle pareti
svariate concrezioni, mantiene
sempre il suo fascino, grazie alla presenza di colonne, colate di
alabastro e altre concrezioni
massive che mai potranno essere asportate.
In periodi molto piovosi si viene a formare all’interno della
grotta, proveniente dal rio Gutturu Xeu, un corso d’acqua
temporaneo le cui acque fuoriuscendo con forza nella piana di
Corongiu de Mari, e attraversando un grosso solco fluviale
NELL’AREA DI CORONGIU DE MARI AD IGLESIAS
SPETTACOLARE BENE NATURALE-LA GROTTA DEL CANCELLO
Roberto Curreli
Foto Nicola Tocco
Foto Walter Simeone
si congiungono ad un’altro corso d’acqua originatosi dal troppo pieno delle grotta di Cuccuru
Tiria; in questa seconda cavità è
presente un impianto di pompaggio per alimentare parzialmente l’acquedotto di Iglesias.
Il cancello, che è posizionato attualmente all’ingresso della
grotta, ha dato appunto il nome
alla cavità. Tale manufatto è
stato sistemato dai proprietari
dell’area in cui è sito l’ipogeo,
per proteggerlo ed impedire il
continuo flusso di persone che
per accedere alla grotta attraversavano la proprietà privata in
genere coltivata. Una volta
giunti all’ingresso ed averlo superato ci si immette in un ambiente stretto e lo si percorre sino ad arrivare ad una parete inclinata che viene risalita con
qualche difficoltà; oltrepassatala ci si immette in un ambiente
abbastanza largo, seguendo il
greto del fiume sotterraneo che
prosegue da questo punto circa
centosettanta metri e che termina in una zona impraticabile.
Sul lato sinistro del restringimento a circa centoventi metri
di distanza, è presente un vasto
ambiente molto apprezzato per
Realtà Locale
numero 599 del 4 Ottobre 2012
la presenza di spettacolari eccentriche di bianca aragonite. Il
luogo più affascinante della cavità si raggiunge in un ramo alto, costituito da un salone della
lunghezza di circa cento metri,
la cui bellezza lascia stupiti i visitatori. Questo è caratterizzato
da un’eccezionale concentrazione di bianche colonne, stalattiti
e colate d’alabastro combinate a
formazioni di eccentriche di
aragonite, che determinano un
incredibile ambiente fiabesco.
La cavità si sviluppa per circa
seicento metri e presenta un dislivello verso l’alto di circa
quaranta metri.
Il primo rilievo della grotta fu
realizzato dal CISSA nel 1980,
in occasione di una ricerca idrogeologica effettuata per individuare eventuali fonti di approvvigionamento idrico per il comune di Iglesias. Ad esso è stato attribuito il numero 1423 del
Catasto Regionale delle Grotte
della Sardegna. Sono stati inoltre effettuati studi sulla fauna
cavernicola, da quali si è evinta
la presenza di pseudoscorpioni
della famiglia Neobisiidae, di
Diplopodi “Polydesmidi”,Callipodi, Chilopodi e vari altri in-
setti, tra i quali Collemboli,
Campodeidi, Psocopteri e Stafilinidi, pubblicati da Graffiti e
Merella negli Atti del XX Congresso Nazionale di Speleologia
nel 2008.
La cavità non può essere visitata in periodi di pioggia perché
l’ingresso è praticamente occluso dall’acqua che fuoriesce creando il torrente esterno.
La grotta, situata lungo la sinistra idrografica del rio Corongiu
è inserita in un sito d’interesse
comunitario (SIC), per la presenza di particolari endemismi,
tra i quali i geotritoni “Atylodes
genei” e il pipistrello “Rinolofo
euriale”, presenti, solo in questa
parte della Sardegna. Ultimamente è in corso l’allargamento
del S.I.C. anche alla zona compresa sulla destra idrografica
del rio Corongiu, per via delle
numerose cavità ubicate in quest’area. Nelle vicinanze sono
presenti valenze archeologiche
quali, una capanna nuragica, un
tempio a pozzo ed un muro
sempre dello stesso periodo,che
sicuramente aveva funzione di
difesa del territorio, poiché permetteva il controllo della gola
di Gutturu Xeu.
Non lontana dalla Grotta del
Cancello è presente un altro
gioiello speleologico, rappresento dalla grotta di Pitzu è
Crobis, che risulta costituito da
una depressione di circa cinquanta metri, caratterizzato da
un laghetto la cui acqua scorre
verso la grotta di Cuccuru Tiria,
e va ad alimentare il bacino
idrogeologico dal quale il Comune di Iglesias attinge l’acqua. La maestosità delle altissime colate di alabastro e le maestose colonne, rendono quest’altra cavità unica nel suo genere. Grazie alla sensibilità dei
proprietari del fondo che hanno
chiuso l’ingresso della grotta
con un cancello, la si è potuta
salvare dalla devastazione da
parte dei tagliatori di concrezioni che negli anni passati hanno
deturpato quasi tutte le grotte
del Sulcis-Iglesiente.
“La grotta del Cancello”, per la
presenza al suo interno di alte
valenze non solo paesaggistiche
ma soprattutto scientifiche, meriterebbe più attenzione da parte degli studiosi che si occupano di questi argomenti” afferma
Luciano Cuccu, Presidente del
Centro Studi Speleo Archeologici (CISSA), “ e gli speleologi
con la loro passione, cercano di
fornire il maggior numero di
elementi che possano essere utili ad una più profonda conoscenza di questi ambienti”, conclude Cuccu.
Anche la grotta del Cancello,
così come tutta l’area di Corongiu de Mari, merita indubbiamente più attenzione da parte
degli Enti preposti alla valorizzazione e lo studio del territorio
Sulcitano-Iglesiente.
Foto Nicola Tocco
Foto Walter Simeone
Realtà Locale
numero 599 del 4 Ottobre 2012
RIUSCITA SERATA DI CULTURA PROMOSSA
DALL’ASSOCIAZIONE AUSER DI CALASETTA
Cirronis - Biggio - Busonera - Scopelliti
1 Euro per la Poesia: Banscigu “noi e Mariatina navigando tra le righe”. Circa una settantina di persone, nonostante
la giornata lavorativa e le operazioni della vendemmia in
corso, hanno potuto gustare
giovedì 20 settembre, il ritorno in pubblico della poetessa
calasettana Mariatina Biggio
nella sua cittadina natale.
E’ stata una serata in crescendo. Dopo una presentazione
sia della nascita dell’evento,
che del rapporto che lega Mariatina all’Auser, ma soprattutto a Calasetta, il presidente
Toni Cirronis ha spiegato come proprio da una proposta di
Mariatina sia nata questa serie
di serate dedicate alla Poesia,
oramai giunta alla 2^ edizione. Lo stesso Toni Cirronis col
professor Attilio Busonera, si
sono alternati nella lettura delle traduzioni delle poesie; il
primo con commenti di pancia
e di cuore, visto anche il legame che da decenni lo lega alla
poetessa, mentre il secondo ha
offerto dei commenti tecnici
che hanno contribuito a scoprire dei lati di Mariatina nascosti a molti.
Ma la regina incontrastata è
stata proprio Mariatina; ogni
qualvolta leggeva un testo in
lingua tabarchina, si potevano
sentire autentiche vibrazioni
nella sala, tanto da restarne
tutti emotivamente coinvolti.
Il presidente ha voluto sottolineare come dalla prima raccolta “Sulle ali del gabbiano”
a “Banscigu”, con l’intermezzo di “ ‘Na fia d’aiga”, da
uno stile quasi fanciullesco, la
poetessa ha man mano maturato linguaggio ed espressività, coinvolgendo sempre più il
lettore nelle sue emozioni.
Oramai Maria Tina Biggio è
conosciuta in tutta la Sardegna per la sua caparbietà nel-
l’imporre la lingua tabarchina
nei concorsi letterari in lingua
sarda, e anche per averne
vinti diversi.L’Auser di Calasetta si onora di annoverarla
tra gli iscritti e vuole renderle
un gradito omaggio con questa serata a lei dedicata, auspicando un “volo” oltre i lidi
sardi, ai quali può certamente
mirare.
La serata è terminata davanti
ad un aperitivo, mentre Mariatina autografava dediche nelle
ultime copie di Banscigu che
il vicesindaco e assessore alla
Cultura Remigio Scopelliti,
amico ed estimatore della poetessa, ha voluto offrire ai presenti che ancora non l’avevano. La raccolta è stata pubblicata per volontà dell’Amministrazione Comunale di Calasetta, nell’ambito delle iniziative intraprese per la tutela, la
valorizzazione e la divulgazione della lingua tabarchina.
11
ALCOOL CORRELATI E COMPLESSI
NASCE AD IGLESIAS UN CENTRO D’ASCOLTO
E’ partito ufficialmente il 3
settembre il Centro d’ascolto
a disposizione di famiglie
con problemi alcool correlati
e complessi, al servizio di
tutta la comunità. Sito in via
A.M. Melis Devilla n°3 di
Iglesias, l’associazione senza
scopo di lucro, denominata
ARCAT SARDEGNA (associazione regionale club alcoologici territoriali) si pone
come obiettivi: l’aiuto e la
solidarietà tra le famiglie; la
sensibilizzazione della popolazione al problema, sviluppando il concetto ecologico
sociale che si basa sul lavoro
del Club e la promozione dei
servizi messi a disposizione
dagli operatori. Il centro
d’ascolto, inoltre, diventerà
sede operativa per un anno
di sei giovani sulcitani inseriti in un progetto finanziato
esclusivamente dalla regione
Sardegna. All’interno del
gruppo la formazione professionale è varia ma valida per
sviluppare al loro interno
una cultura diversa rispetto
ai problemi della vita, tutti
uniti nello stesso intento:
quello di mettersi a disposizione. Si rammenta che territorialmente è presente
l’ACAT SULCISIGLESIENTE (associazione club alcoologici territoriali) ai seguenti
numeri telefonici:
0781/872567,
fax 0781/872565.
Il settimanale
di casa tua
TUTELA MINORANZE LINGUISTICHE
durre direttamente od autorizzare, con norme di attuazione dello statuto, il legislatore regionale ad introdurre norme derogatorie rispetto al contenuto della Legge
n. 482/1999. Al comma 2, si attribuisce la potestà legislativa ripartita in materia
di istruzione, ex articoli 117, terzo comma, della Costituzione e 10 della Legge
costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, nella disciplina dell’esercizio delle funzioni
di coordinamento dei compiti attribuiti alle istituzioni scolastiche autonome ai
sensi dell’articolo 4 della Legge n. 482/1999, in materia di uso della lingua della
minoranza nella scuola materna e in materia di insegnamento della lingua della
minoranza nelle scuole elementari e secondarie di primo grado, nel rispetto dei
principi stabiliti in materia dalla legislazione statale. Infine, l’articolo 5 prevede il
trasferimento delle risorse relative all’esercizio delle funzioni amministrative trasferite, disponendo la riserva annuale a favore della Regione di una speciale assegnazione finanziaria a valere sugli stanziamenti autorizzati dal bilancio statale a
norma degli articoli 9 e 15 della Legge n. 482/1999. Di seguito, si richiama il procedimento con cui viene effettuata la ripartizione dei fondi, ai sensi dell’articolo 8
del decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2001, n. 345.
Schema di decreto legislativo recante norme di attuazione dello Statuto speciale
della Regione Autonoma della Sardegna in materia di tutela delle minoranze linguistiche. Relazione Il presente Decreto, nel prevedere l’applicazione delle disposizioni più favorevoli della Legge 15 dicembre 1999, n. 482 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”, ai sensi dell’articolo 18 della
medesima, disciplina il trasferimento delle funzioni amministrative in materia di
tutela della lingua e della cultura delle minoranze sarda e catalana nella Regione,
nonché l’attribuzione di specifiche competenze legislative. Il Decreto si compone
di 5 articoli che di seguito si illustrano nel dettaglio.ì L’articolo 1 individua l’oggetto delle presenti norme nella tutela, promozione e valorizzazione della lingua e
della cultura sarda e catalana e precisa, al secondo comma, che il Decreto consente l’applicazione delle disposizioni più favorevoli previste dalla Legge 15 dicembre 1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche). L’articolo 2 individua l’ambito territoriale di applicazione delle disposizioni in esame, in ossequio a quanto previsto dall’articolo 3 della predetta Legge
e secondo il procedimento di delimitazione ivi disciplinato. L’articolo 3 prevede il trasferimento delle funzioni amministrative connesse all’attuazione delle disposizioni previste dagli articoli 9 e
15 della Legge n. 482/1999, in considerazione del progressivo assottigliamento
del fondo stanziato a carico del bilancio
statale ai fini del finanziamento delle
predette funzioni, che ha indotto, peraltro, la Regione a prevedere, negli articoli
2, comma 13 e 4, comma 40, della Legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale della Regione.
Legge finanziaria 2012), stanziamenti
integrativi delle ridotte assegnazioni statali destinate alla realizzazione e gestione dei progetti degli enti locali per la tutela delle minoranze linguistiche, con la
conseguente difficoltà di coordinare la
gestione statale e regionale dei rispettivi
stanziamenti per il raggiungimento delle
medesime finalità. L’articolo 4 prevede,
al comma 1, la competenza del legislatore regionale a disciplinare, anche in
deroga alla normativa statale, l’esercizio
La prenotazione potrà
delle suddette funzioni amministrative
trasferite ai sensi dell’articolo 3. Al riessere fatta esclusivamente
guardo, la Corte Costituzionale, con la
via mail:
sentenza n. 159 del 2009, ha riconosciuto che le Regioni a statuto speciale [email protected]
sono, in attuazione dell’art. 6 della Costituzione, che pone in capo alla “Repubblica”, da intendersi come comprenÈ UN INIZIATIVA EDITORIALE
siva, nelle sue varie componenti ex art.
DI
“GAZZETTA
DEL SULCIS IGLESIENTE”
114 della Costituzione, anche delle regioni, l’obbligo di tutelare con apposite
COL PATROCINIO
norme le minoranze linguistiche, intro-
PRENOTA LA COPERTINA
LA STORIA
DEI COMUNI
SULCIS
IGLESIENTE
OPERA
ESCLUSIVA
DI EDIZIONI
SULCIS SAS
ASSESSORATO CULTURA PROVINCIA CARBONIA IGLESIAS
12
Realtà Locale
numero 599 del 4 Ottobre 2012
“L’OTTAVA NOTA” DI GIANCARLO DALMONTE
USCITO IN LIBRERIA IN TUTT’ITALIA
SPAZIO AGLI EMIGRATI
SVILUPPO SOCIO ECONOMICO DELLA SARDEGNA
IN UNA CONFERENZA DI FEDERICO FRANCIONI
TENUTA AL CIRCOLO “LOGUDORO” DI PAVIA
Giacomo Ganzu
Dai primi di Settembre sta giungendo nelle librerie italiane il saggio di teoria musicale L’ottava
nota, di Giancarlo Dalmonte. Lo ha pubblicato la casa editrice Pendragon di Bologna, che lo ha
incluso nella collana “Studi e Ricerche” del proprio catalogo di saggistica.
Il libro si avvale della presentazione scritta dal musicista sardo Paolo Fresu. Il jazzista di fama
internazionale ha scritto, tra l’altro, che il libro è “talmente lucido e profondo da diventare un
saggio a 360° nella storia della musica e della fisica acustica, senza mai tralasciare l’aspetto
emozionale dell’arte dei suoni che Giancarlo Dalmonte, da musicista appassionato, affronta con
trasporto”. Il musicista Giancarlo Dalmonte, 71 anni, di Iglesias, pensionato, ex insegnante ed
ex giornalista, propone una nuova scala musicale a 8 note e 24 quarti di tono. Propone che l’ottava nota si chiami NU (come le prime due lettere della parola “nuova”) e che sia collocata tra
il SOL e il LA. Ottiene i 24 quarti di tono con l’ausilio delle alterazioni musicali ^ (su) e v (giù).
Detto in “musicalese”, si tratta di una scala 24tet (toni equamente temperati), che incorpora al
suo interno tutti i suoni dell’attuale sistema, per cui è garantita la salvaguardia dell’inestimabile
patrimonio musicale composto fin qui. La proposta di una nuova scala si regge sul presupposto
secondo cui:l’attuale sistema musicale è in piena fase di saturazione, per esaurimento delle combinazioni sonore ancora possibili tra quelle artisticamente significative. Insomma: il sistema tonale (o temperato che dir si voglia), per dirla grossolanamente, sta finendo.
L’autore del libro, inoltre, colloca la sua innovativa proposta nell’attuale contesto di cultura musicale del mondo occidentale, per consentire al lettore un confronto con altri sistemi musicali, al
fine di dimostrare che la sua scala ha una propria unicità e utilità, tale da garantirle il diritto di
esistere. Tant’è che è già inclusa in due elenchi internazionali, sia delle scale esistenti in tutto il
mondo (ormai più di duemila) e sia delle scale ventiquattresimali (un centinaio).
Ecco infine quel che l’editore ha scritto nel retro di copertina del libro L’OTTAVA NOTA.
“E’ possibile ipotizzare un nuovo sistema tonale o contribuire perlomeno alla ricerca di nuove
ed eventuali note non ancora esplorate? […] Se musica è da sempre sinonimo di geografie e caleidoscopiche declinazioni sonore, L’ottava nota non è solo una bizzarra teoria ma uno strumento di crescita e di approfondimento all’interno del vasto – e forse non ancora sufficientemente
esplorato – mondo della musica”.
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Da sn - Gesuino Piga - Federico Framncioni - Paolo Pulina
Nel pomeriggio di sabato 22
settembre, presso la sala conferenze del Circolo culturale
sardo “Logudoro” di Pavia, lo
storico Federico Francioni ha
svolto una brillante relazione
su “Economia e società nella
Sardegna dell’Ottocento fra
centralismo e istanze federaliste”.
Il relatore è uno dei maggiori
conoscitori e divulgatori della
storia della Sardegna moderna
e contemporanea; è coordinatore di due importanti riviste
sassaresi (dal 2002 “Camineras”, periodicu de politica e
de cultura; dal 2003 “Mathesis. Dialogo tra saperi”, che si
occupa di filosofia e scienza);
è promotore di diversi gruppi
di studio sui temi del Federalismo e dell’Autonomia; dal
1997 fa parte del comitato organizzatore delle manifestazioni regionali per “Sa Die
de sa Sardigna”.
Dopo i saluti di Gesuino Piga,
presidente del “Logudoro”, il
relatore ha fatto chiarezza su
alcuni termini quali Confederazione, Federazione di Stati,
Stato federale, Stato decentrato su base regionale ecc. Tali
differenziazioni sono fondamentali se si vuole affrontare
un argomento così spinoso
come quello delle origini e
dello sviluppo del pensiero
autonomistico in Sardegna.
Francioni si è soffermato in
particolare sulla mancanza di
risorse in Sardegna a causa
delle spoliazioni perpetrate attraverso i secoli - nei confronti della popolazione prima
dai feudatari locali, poi dai
printzipales, poi dai colonizzatori continentali. Usiamo
pure le dovute cautele – ha
precisato il relatore – ma la
Sardegna nel periodo post assolutistico può essere considerata una sorta di “colonia”.
Il relatore ha ben evidenziato
come i problemi attuali che
affliggono l’economia e la società dell’isola di Sardegna
hanno le loro radici nel passato, anche in secoli molto lontani. Sfruttamento delle miniere, espropriazione dei terreni: in questi ambiti un numero limitato di “colonizzatori” esterni, appoggiati da
gruppi dirigenti locali, si è arricchito a man bassa. Questo
non vuol dire che in Sardegna
si sia sempre vissuti solo ed
esclusivamente di pastorizia.
In realtà nell’isola ha operato
anche una classe autonoma di
imprenditori, non venduti allo “straniero” e decisi a far
valere le loro capacità di suscitatori d’impresa. Un Dizionario biografico di questi imprenditori, di prossima pubblicazione, darà conto del loro
importante ruolo per quanto
riguarda l’ampliamento delle
opportunità di impiego e
quindi di miglioramento socio- economico delle mae-
stranze locali.
Nell’ ultima parte della sua relazione Francioni ha evidenziato l’assenza oggi in Sardegna di personalità politiche
dello spessore di Antonio
Gramsci e di Emilio Lussu,
valorizzatori delle proposte
federalistiche – teoriche e pratiche – di un altro grande filosofo, scrittore e politico:
Giovanni Battista Tuveri
(Collinas, 1815 –1887), di
idee repubblicane, che difese
a spada tratta dagli attacchi
degli intellettuali monarchici
e conservatori. Questi uomini
politici sardi dell’OttocentoNovecento facevano politica
non mossi dal tornaconto personale ma da passione disinteressata per la risoluzione dei
problemi cronici della Sardegna. La stessa che animò i
tanti sardi emigrati nell’Italia
continentale che si diedero
appuntamento nel maggio
1914 a Castel Sant’Angelo in
Roma nel Primo Congresso
Nazionale dei Sardi operanti
fuori dell’isola per proporre
soluzioni tecniche ai mali secolari della Sardegna. “Purtroppo nessuna di quelle indicazioni progettuali provenienti da oltre Tirreno fu particolarmente valorizzata nell’isola”, ha commentato amaramente, nel corso del dibattito,
Paolo Pulina, vicepresidente
vicario del “Logudoro” e
componente dell’Esecutivo
Nazionale della FASI, confermando quanto anticipato da
Francioni (da tempo in contatto sull’argomento con la presidente FASI Serafina Mascia) e cioè l’impegno della
Federazione delle 70 Associazioni Sarde in Italia a organizzare a Roma, nel 2014, a cent’anni di distanza, un similare
Congresso delle intelligenze
sarde fuori dell’isola.
Sullo stesso tema Gesuino
Piga ha ricordato l’importante
contributo dato dai sardi-pavesi a quelle assise romane di
un secolo fa.
Nel vivace dibattito che ha
fatto seguito alla relazione di
Francioni (ricchissima di informazioni storiche e di contenuti di riflessioni politicoculturali) sono intervenuti diversi soci, anziani e giovani.
Si è avuta una ulteriore conferma che iniziative culturali
di questo tipo servono ai soci
dei circoli ma soprattutto ai
giovani di seconda e di terza
generazione (senza l’impegno
motivato dei quali le storiche
associazioni degli emigrati
non resisterebbero a lungo)
per recuperare le idee che
hanno spinto i loro antenati ad
essere tanto legati alla terra di
origine.
Storia e Personaggi
numero 599 del 4 Ottobre 2012
13
TRIBUTO DI RICONOSCENZA A CESARE VECELLI
IDEATORE E PROGETTISTA DI PORTO FLAVIA
Marco Massa
Iglesias - Presentazione libro su Cesare Vecelli
Nel diadema dei siti dell’epopea mineraria, certamente il
carato di maggior valore è rappresentato da Porto Flavia,
scalo portuale interamente scavato nella roccia a picco sul
mare di Masua, davanti allo
scenario mozzafiato di Pandizucchero. Stando agli esperti
quest’opera di alta ingegneria
mineraria, è unica del suo genere al mondo ed è stata la
preziosità più corteggiata dai
Commissari Unesco, alla vigilia del loro riconoscimento del
Parco Geominerario Storico
Ambientale della Sardegna
“Patrimonio dell’Umanità”.
La bellezza e l’unicità di Porto
Flavia, inaugurato nel 1926, si
devono all’ingegnere Cesare
Vecelli il quale, da tecnico della società mineraria belga
Vieille Montagne che aveva
cantieri a Masua, Montecani e
Acquaresi, progettò una galle-
ria nel cuore della roccia per
trasportare il minerale nel punto di raccolta in ampi silos, anch’essi scavati nella roccia. Il
tutto per “alleviare, con inconsueto rispetto e con innovazioni tecnologiche appositamente
concepite, le penose condizioni di lavoro in cui erano costretti ad operare le maestranze della miniera”. Quel porto
La scomparsa del cardinal
Martini ha evidenziato una
coscienza collettiva di aver
perso un grande, pari ai grandi
che la Chiesa di S. Ambrogio
ha avuto nella sua storia. E
questo per molte ragioni. Una
delle principali è la temperie
di problemi sconosciuti e impensabili in cui egli ha dovuto
tenere il timone della sua
chiesa durante i venti anni di
arcivescovo di Milano.
Una caldera dalla quale andavano emergendo di volta in
volta tanti interrogativi e dubbi dell’uomo odierno, che addirittura coinvolgono la Chiesa intera. La risposta della sua
vita è da profeti. I profeti, si
sa, sono sempre avanti agli altri e non sempre sono riconosciuti immediatamente da tutti. Il card. Martini ha avuto la
potenza dei profeti: ha saputo
viaggiare in paesaggi umani
inesplorati per aprire nuove
vie, mostrando con mano sicura come si può bonificare
efficacemente l’uomo nella
visione cristiana. Il materiale
umano riportato da quelle
esplorazioni continuerà, per
lungo tempo ancora, ad essere
oggetto di riflessione per la
Chiesa intera. Perché anche la
Chiesa impiega tempo per riflettere e approfondire la Verità. Nella sua ultima famosa
intervista alla BBC, Martini
ebbe a dire che “The Church
is 200 years behind”, ma in
realtà non è la Chiesa indietro,
è lui in avanti di 200 anni. Le
sue sono davvero pagine scritte domani, da profeta. La sua
intensa vita pastorale, ma specialmente la sua scomparsa,
hanno innescato una batracomiomachía sterile e rissosa tra
chi lo voleva fare bandiera di
questo o simbolo di quello.
Ma, su tutti, vale l’imprimatur
testificato dal Papa, che di
certe cose se ne intende: è sta-
TESTIMONIANZA
LE PAGINE SCRITTE DOMANI
interno nella montagna venne
intitolato a Flavia, la figlia
dell’ingegnere Cesare Vecelli
che, nativo di Venezia ma residente con la famiglia per un
certo periodo a Cimadolmo
(TV), visse più in Sardegna
(oltre 40 anni) che nella sua
terra d’origine.
Ebbene, grazie alla sensibilità
del rotariano iglesiente Giorgio Coghe, di questo grande
tecnico sono state recuperate
le memorie storiche, riordinate, per quanto sia stato possibile rintracciarle, e realizzato un
libro (“Cesare Vecelli ingegnere minerario-Una storia che attraversa l’Italia”), cui ha dedicato grande impegno Amalia
Donatella Basso che ha curato
la pubblicazione, con il patrocinio del Comune di Cimadolmo. Al libro hanno portato il
loro contributo anche Claudio
Spagnol, Leopoldo Sorrentino,
Vitale Scanu
Carlo Maria Martini
to un “instancabile servitore
del Vangelo e della Chiesa”.
S’e fatto un gran parlare, ad
esempio, del suo rifiuto di un
accanimento terapeutico, che
sarebbe in contrasto con l’insegnamento della Chiesa. Ma
è proprio così? Bisogna chiarire i termini prima di discutere, come ci insegnavano i nostri prof ai bei tempi. Per accanimento terapeutico s’intende la somministrazione di cure mediche di documentata
inefficacia per la salute del
paziente, alla quale si aggiunge un rischio elevato e ulteriore sofferenza. Il risultato è solo un penoso prolungamento
della vita vegetativa del malato terminale. La somministrazione di nutrimento e di acqua
non
rientra nell’accanimento terapeutico. La Chiesa, nonostante la sua riconosciuta difesa
assoluta della vita e del valore
della persona umana, mai ha
asseverato un dovere morale
di accanimento terapeutico,
ma unicamente quello del
semplice sostegno del malato
con l’essenzialità dei mezzi
naturali. Come papa Giovanni
Paolo II, una delle cui ultime
parole furono: “Lasciatemi
tornare alla casa del Padre”,
così pensava anche il card.
Martini (con altri uomini illustri della Chiesa)
rifiutando un accanimento terapeutico. L’altissimo livello
di gradimento che ha circondato in vita e in morte la persona del card. Martini - in
questo nostro tempo di fortissima domanda, ma non di altrettanta offerta, di guide sicure - è indice di grande apprezzamento e condivisione della
sua forma moderna di porgere
il messaggio del Vangelo all’uomo d’oggi: non calando
automaticamente sull’esistenza umana forme e regole di
comportamento già codificate,
ma partendo dalla
condizione esistenziale per
trovare la risposta evangelica
adeguata; un evangelizzare,
sempre perfettibile, che egli
fondava sulla sua eccezionale
conoscenza delle Sacre Scritture, delle scienze umane, sull’aderenza all’esempio di Gesù, e che osava chiamare “relativismo cristiano”. Parlava
la stessa lingua dell’uomo
d’oggi, per questo lo capivano. “Cattedra dei non credenti”, l’originale iniziativa di
dialogo con i non credenti
(ispirata dall’allora card. Ratzinger), iniziata nel 1987
dal card. Martini nella sua
diocesi di Milano, ne dà viva
testimonianza. L’impressione
collettiva è che “il profeta”
Martini sia stato un maestro di
una qualità misteriosa: la capacità di “parlare col cuore”
all’uomo.
Manuela Cattarin, Giampaolo
Atzeni, Valentina Grimaldi e
Luciano Ottelli.
Nelle scorse settimane, facendo seguito a quanto già fatto a
Cimadolmo qualche mese fa e
di cui “Gazzetta” trattò in ampio servizio, il libro è stato
presentato ad Iglesias, grazie
alla Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario della Sardegna, all’Amministrazione comunale, alla locale sezione del Rotary Club, all’Associazione Mineraria Sarda di
cui lo stesso Cesare Vecelli, a
suo tempo, era stato Presidente. Presenti alla cerimonia anche i Sindaci di Cimadolmo
Giancarlo Cadamuro e di Iglesias Ginetto Perseu.
Il libro è stato illustrato dagli
estensori, cui si è aggiunto il
contributo di coloro che hanno
mostrato largo interesse alla
figura, di tecnico e di uomo, di
Cesare Vecelli.
L’aspetto più evidenziato, nel
corso della cerimonia, è stata
proprio la “scoperta” di Cesare
Vecelli che a molti risultava
quasi “un illustre sconosciuto”. Tutti, infatti, conoscono
Porto Flavia, ma molti di me-
Cesare Vecelli
no chi sia stato l’ideatore e il
progettista di quest’opera che
rimane ancora oggi unica al
mondo.
“Capolavoro d’ingegneria, ha
evidenziato Amalia Donatella
Basso, con cui si risolse le difficoltà connesse al trasferimento dei minerali dall’entroterra al mare, e quindi quelle
relative al carico delle navi
che li avrebbero trasportati ai
luoghi di destinazione. Ma anche raggiunse lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro
degli uomini addetti al trasporto e quindi salvaguardare la loro salute. Nessun’altra costruzione legata all’industria mineraria eguagliò mai quel risultato potente ed efficace”.
14
Cultura
numero 599 del 4 Ottobre 2012
A SALVATORE SILVANO NIGRO IL PREMIO
“GIUSEPPE DESSI’” PER LA NARRATIVA
PER LA POESIA PREMIO A GILBERTO ISELLA
Chiunque riguardasse dal promontorio dell’oggi l’importante carriera di Salvatore Silvano Nigro, critico letterario e
storico della letteratura, saggista e filologo, professore universitario di fama internazionale, non rimarrebbe sorpreso
solo dalla smisurata apertura
di compasso dello studioso e
filologo. Da Masuccio Salernitano a Torquato Accetto, da
Manzoni a Giorgio Manganelli e Mario Soldati, ma anche
dalla qualità stilistica e immaginativa della sua scrittura
che, a partire almeno da un libro sorprendente come L’orologio di Pontormo (1998) ha
assunto un passo sempre più
narrativo. Il suo saggismo,
inoltre, affonda nella tradizione più elegante e più inventiva
(quello di Longhi, Praz, Macchia, Garboli) della prosa nostrana e che si accende di febbre intellettuale soprattutto in
presenza delle patologie e delle infezioni della vita. Ulteriore e bellissima conferma di
questa sua vocazione è Il Principe fulvo. Si poteva sperare di
dire qualcosa di più e di nuovo
d’un libro così tanto studiato e
tra i più amati del Novecento
italiano?
Che si poteva - eccome se si
poteva -, Nigro l’ha dimostrato con quel suo specialissimo
modo di inventare il vero e ciò
che già c’è, ma che prima di
lui, però, nessuno aveva visto.
E ha fatto capire che il celebrato anti-Risorgimento del
romanzo è soltanto nel mastice isolante dentro cui brucia il
fuoco bianco di un romanzo
«fantastico e allegorico», gremito di simboli. Forte d’una
conoscenza di primissima mano di tutta l’opera di Tomasi di
Lampedusa, Nigro ci restitui-
sce ora il racconto avvincente
d’una vicenda umana (si pensi
solo al tutt’altro che lineare
rapporto dello scrittore col fascismo e Mussolini) e letteraria assolutamente eccezionale,
che abbisognava, in effetti,
d’una strumentazione e una
sensibilità altrettanto eccezionali. Dickens e Il Circolo
Pickwick. Il rapporto tra un romanzo disperso di Tomasi, e
del suo noto racconto La Sirena col suo capolavoro postumo. I segreti, in ordine allo
statuario don Fabrizio del romanzo, dell’Ercole Farnese
della Favorita di Palermo o
degli affreschi della Sala d’Ercole nel Palazzo dei Normanni. E persino un film mancato
di Soldati sul Gattopardo.
Scrive Nigro: «Conviene,
qualche volta, mettersi alle
spalle di uno scrittore». E proprio in questa capacità di mettersi alle spalle - per spiare
inosservati ogni decenza, ogni
indecenza - sta, di sicuro, uno
dei segreti della grand’arte di
Nigro. E per quest’arte eminentemente romanzesca gli è
stato assegnato quest’anno il
Premio Dessì per la narrativa.
La giuria, inoltre, ha assegnato
il premio per la poesia dell’anno 2012 alle Mappe in controluce di Gilberto Isella. L’autore, il cui esordio molto sperimentale e audace, risale ai tardissimi anni Ottanta con la
raccolta Vigilie incustodite
(1989), si è ormai da tempo
distinto come una delle voci
più interessanti della poesia in
lingua italiana ed ha anche
avuto modo di mostrare una
finissima coscienza autocritica
compilando un’Autoantologia
(Tellus, 2006).
Il libro, articolato in quattro
sezioni, si apre con una signi-
GIULIO RAPETTI MOGOL
VINCITORE PREMIO SPECIALE
Oggi, 29 settembre…; Se stasera sono
qui; La prima cosa bella; Che colpa
abbiamo noi; Una lacrima sul viso;
Stessa spiaggia stesso mare…; La
senti questa voce…, e si potrebbe continuare con sintagmi, con titoli legati
a tanti momenti della nostra vita, con
parole che hanno segnato stagioni,
sentimenti, combinandoli ai ritmi e alle voci di cantanti diventati lo specchio di un’epoca. Ma al di là dei volti
visibili (Battisti, Bella, Bobby Solo,
Mogol e Paola Saluzzi
Celentano, Lauzi, Mina, Morandi,
Tenco, Vanoni, l’Equipe 84…) un nome, quello di Giulio Rapetti trasformato ad arte in Mogol, è diventato familiare, ad accompagnare, per i più in modo quasi misterioso, quegli altri posti subito alla ribalta. Ché tutte quelle canzoni di successo (bisogna ricordare che ne ha scritte oltre un migliaio, per non dire delle traduzioni dall’inglese dei traditionals di
Bob Dylan, di David Bowie…) in effetti dovevano gran parte della
loro fortuna alle parole che Mogol aveva saputo trarre, con attento ascolto, dalla musica: lui, ‘nato’, si potrebbe dire, in una casa
editrice musicale, rispettoso da sempre dell’autonomia e dell’importanza degli spartiti.
Né i suoi meriti, e quanto si è detto sarebbe già largamente sufficiente - e non a caso gli è valso, proprio in questo 2012, il premio
Una vita per l’italiano (assegnato prima di lui da Ca’ Foscari a
due storici della lingua dell’importanza di Tullio De Mauro e
Francesco Sabatini) - sono di tipo solamente artistico. Anche a lui
si deve la creazione della Nazionale italiana cantanti (ove ha continuato a segnare, come nella sua attività di autore di canzoni, indimenticabili gool); a lui si deve soprattutto la creazione (nel quadro di un’attività no profit finanziata dai suoi diritti d’autore) del
Centro Europeo di Toscolano che da anni si occupa di cultura e di
musica, diplomando giovani musicisti (2.000 ormai gli allievi
usciti da corsi che hanno ottenuto il riconoscimento, con specifici
crediti, anche dalle università statali).
Se dal 2008 il premio Mogol da lui voluto segnala miglior testo
musicale in lingua italiana dell’anno, è parso giusto e doveroso
alla Giuria del Premio Dessì segnalare chi per la musica, sua e
degli altri, tanto ha fatto, con la capacità, l’impegno, la serietà del
grande professionista. Per questo il premio speciale 2012 viene
assegnato all’unanimità, il 23 di settembre - con anticipo di quasi
una settimana rispetto a un suo testo famoso - a Giulio Rapetti
Mogol.
ficativa epigrafe tratta dalla
Teogonia di Esiodo che ci pone immediatamente dinanzi
una grande questione antropologica, quella del trionfo della
‘modernità’ sul corpo resistente del passato: «Sapeva … di
essere destinato a soccombere
un giorno davanti al proprio
figlio, per quanto potente egli
fosse». E la declinazione esiodea del mito di Saturno, rispetto alla più complessa tradizione che giunge fino a noi
– evocando un Dio che prevale sul padre togliendogli la
possibilità di generare e che
soccombe dinanzi a uno dei figli – serve proprio a enfatizzare la necessità di una transizione intergenerazionale e a ricondurre tutta la nostra attenzione su una realtà contemporanea segnata dall’incapacità
di riconoscere un momento di
fondazione condiviso, di pro-
Villacidro momento premiazione
nunciare un racconto ‘mitopoietico’ coraggioso ed efficace.
Resterebbe, tuttavia, ai malinconici eredi del tempo lungo,
la possibilità o la condanna di
un’osservazione in controluce:
cioè di una rilettura della fitta
stratigrafia delle proposte di
senso depositate nei secoli attraverso occhi che appartengono a un presente irreversibile.
Per questa tensione del poeta
che si fa interprete del suo
tempo in un cortocircuito vertiginoso con la Storia, per lo
spessore dell’escursione stori-
co-letteraria messa in gioco
nelle varie sezioni, per il raffinato controllo del verso, la
giuria ha ritenuto le fitte ed
enigmatiche Mappe di Isella
un libro importante e perciò
meritevole del Premio per la
poesia della XXVII edizione.
Cultura
SARDEGNA IN LIBRERIA
“ASIA NON ESISTE” DI EMANUELE CIOGLIA
UN ROMANZO TRA NOIR E NEO VERISMO
Valentina Usala
Il libro è stato pubblicato da Arkadia Editore, nell’aprile 2012,
inserito nella collana narrativa
Eclypse. E’ Libero Solinas a tornare in scena, per mezzo della
tenace biro e sfrenata fantasia di
Emanuele Cioglia. Per quanti
ancora non sanno chi è nello
specifico, vi invito a perlustrare i
sotterranei di tutto ciò, per mezzo della seguente testimonianza.
Calatevi nelle fondamenta buie e
misteriose, seguite i passi del
commissario sardo più bizzarro
e fuori dal comune che possa
esistere. Così come la sua recente investigazione. Scopriamo
prima chi è colui che lo ha plasmato. Chi è Emanuele Cioglia?
“Emanuele Cioglia non esiste” e
lì per lì strizzo gli occhi, ovvero
capisco il chiaro rimando alla
sua ultima opera, il cui titolo è
“Asia non esiste”, ma non comprendo nell’immediato. “Questo
significa?” Prosegue: “Nel senso
che preferisco che la gente si
concentri più su quello che ho
scritto che su aspetti biografici.
Comunque sono stato, mio malgrado, una persona che ha dovuto nuotare controcorrente. Ho
avuto un’adolescenza critica, sono rimasto orfano di madre a 15
anni, e alcuni tra i miei parenti,
tra il serio e il faceto, ancora si
15
numero 599 del 4 Ottobre 2012
meravigliano di come, io e mio
fratello, abbiamo potuto evitare
di essere degli sbandati cronici.
Dopo aver bellamente
evaso qualche anno di scuola
media, randagio e spesso solitario, ho deciso di salvarmi in curva, sono rientrato a scuola, ho
fatto l’anno di leva, e mi sono
diplomato. Siccome volevo sposarmi, e l’ho fatto a 24 anni, mi
sono messo in testa di lavorare,
provandone di tutti i colori:
commesso, facchino, cronista
free lance de La Nuova Sardegna, pony express quando non
esistevano le mail, vigile urbano
a tempo determinato, fino all’estate, 1998, in cui per quattro
mesi mi sono inventato (anche
se avevo qualche esperienza maturata presso mio zio) fotografo
presso il Forte Village Resort di
Pula.
L’anno successivo ho aperto una
partita iva, mi sono concentrato
nei servizi per le lauree, poi ho
messo su uno studio fotografico
etc etc … Nel frattempo mi sono
iscritto in Lettere e ho sostenuto
esami sino a quando gli impegni
di lavoro, e di padre di famiglia,
mi hanno impedito di continuare. Comunque la mia passione
per la scrittura è stata, ed è, qualcosa di innato: nei temi prendevo sempre 8 … perché la mia
professoressa affermava che di
più lo dava soltanto agli scrittori
delle antologie. Da ragazzo, enfant prodige, L’Unione Sarda di
allora, che aveva una pagina culturale seria, mi pubblicò una serie di racconti che anticipavano
le alienazioni tipiche del precariato. Il primo romanzo “Un rivoluzionario al bar” (penso
2005), lo pubblicai con un editore che scoprii essere a pagamento dietro vari sotterfugi, non lo
pagai, quindi penso che ritirò le
copie dal mercato. Nel 2006 uscì
per Aipsa “Il mozza teste”, il debutto del commissario Solinas, il
cui antagonista era un ex seminarista serial killer, si aggiudicò
nel 2008 Il Premio Grazia Deledda, nella sezione narrativa
giovani. Si trattava di un premio
forse un po’ bistrattato, comunque molto affollato (visti i 6000
euro in palio per ciascuna categoria), e debbo dire che aggiudicarmelo, tra l’altro unico sardo e
in concorso contro alcuni editori
big come Mondadori, Einaudi, e
Sellerio, mi diede una bella iniezione di fiducia. Del 2009 è
Tranquillo come una salma,
sempre Aipsa, sempre Solinas,
questa volta perseguitato da un
avvelenatore soprannominato
Crotalo, altro noir, forse esistenzialista, a detta di molti più maturo de “Il mozza teste”, a detta
di altri di linguaggio e tematiche
troppo raffinate, a mio parere il
miglior romanzo fino allora da
me concepito. “Asia non esiste”
(Arkadia Editore, 2012) è l’attualità … I romanzi comunque
vennero accolti bene anche tra
gli addetti ai lavori, a livello di
mondo accademico, tanto che
feci alcuni incontri in collaborazione con la Facoltà di Lettere e
Filosofia di Cagliari, di recente,
Cagliari e Sassari, mi stanno in-
serendo in un progetto di raccolta e studio degli scritti preparatori dei principali scrittori sardi,
denominato FAAC (Fondo Archivistico Autori Sardi). “ Emanuele oltre ad essere scrittore sei
anche fotografo. Gli pongo un
quesito. L’immortalare una scena e il descriverla: fotografia e
scrittura. Quale fusione trovano
nelle tue opere? Alla mia domanda, non del tutto fuori luogo,
intona la seguente risposta:
“L’arte fotografica e quella di
narrare sono molto affini, anche
se la fotografia mi sembra più
affine alla poesia. Elencare tutte
le suggestioni e gli incroci possibili richiederebbe un trattato,
proverò a darvi alcuni spunti di
riflessione. Intanto entrambe sono modalità espressive, entrambe possono svelare e nascondere, raccontare, descrivere, ed inventare. Essere adottate in modo
didascalico o creare arte. Io uso
in letteratura la mia visione fotografica certamente in vari modi,
quando mi concentro sui tratti fisici dei miei personaggi, ad
esempio, faccio un primo piano.
Quando ne rappresento gli aspetti psichici e caratteriali si potrebbe ire che uso la macrofotografia. Qualche volta la mia umanità inventata, specie quella dei
soggetti principali, scivola nella
fotografia surrealista, nella pittura impressionista, altre volte spazia nel campo di un realismo
brutale e crudo. Tenete conto che
i miei personaggi letterari più
riusciti sono come un’emulsione
stratificata, Solinas, ad esempio,
è insieme un depresso cronico,
un uomo allo sbando, un eroe,
un giullare, un capitano coraggioso, un surrealista, un filosofo,
un confusionario,
un padre mancato, un misogino,
un misantropo e il suo esatto
contrario. Ma di lui vi parlo meglio dopo … Benissimo, ma di
“Asia non esiste”, ce ne parli subito? “Asia non
esiste” tecnicamente, mi dicono,
sia un noir. Però è anche un libro sull’enorme forza distruttrice e rigeneratrice della ribellione. Potrebbe, se vogliamo, riprendere certe tematiche care al
romanticismo, al verismo, a Victor Hugo, per esempio. Solo
che, se alla fine ne I miserabili,
ne L’uomo che ride gli oppressi
soccombono, in Asia gli oppressi si riscattano. Ho cercato di costruire un romanzo accattivante,
dai contenuti e la scrittura non
banali, a tratti inquieto, a tratti
poetico, a tratti comico, a tratti
bruciante, a tratti leggero, in dati
momenti con un ritmo incalzante, quasi ossessivo, in altri disteso, riflessivo, quasi contemplativo. Si parte da un ossimoro Suicidi Felici. Ci si può levare la
vita per la felicità? Ovviamente
no. Però nel romanzo succede,
in continuazione. Muoiono gli
spensierati, i realizzati, coloro
che toccano il cielo con un dito.
Perché? A Libero Solinas il
compito di inoltrarsi in un caso
davvero privo di soluzioni, inchiodato a una mancanza di indizi che provocherebbe l’emicrania a Sherlock Holmes, figuriamoci l’effetto per un commissario alcolizzato ormai proiettato verso la pensione. Ho letto il
romanzo. La scelta dell’ambientazione nella città di Cagliari, ha
un basamento preciso? Cagliari
secondo me è una città molto
letteraria. Intanto ricca di storia,
dove convivono echi fenici, romani, medievali, barocchi, e anche tutte le oscenità, urbanistiche e non, della modernità. Una
città di alti e bassi, di lussuose
terrazze, ricchi palazzi secenteschi, e bassi eternamente infe-
stati da urine di gatto e odore di
Baygon, palazzoni periferici dove perfino i piccioni sono tossici
o cirrotici, e salotti con poltrone
in pelle su piattaforme galleggianti ormeggiate tra gli yacht.
Una città dove l’afa può generare mostri, le folate di vento germinare follie, la crisi economica
incattivire gli sguardi, una città
che negli inverni tiepidi e uggiosi si confonde coi suoi stagni, le
sue paludi, e può diventare deprimente ...
Mi hai detto che avremmo parlato più tardi di Libero Solinas, il
tuo personaggio, il commissario
che indaga su questi “strani” suicidi. Che mi dici a riguardo? E’
semplicemente una testa dura o
la personificazione della ribellione di una società? Il commissario rossigno, dalla testa gattesca,
è innanzitutto un’anima in pena.
A tratti la sua massima aspirazione consiste nell’essere lasciato in pace. Burbero, fragile, incasinato, in uno stato di decadenza
fisica e morale, d’anarchia esistenziale, sempre sull’orlo del
precipizio di un alcolismo cronico e della perdita delle più elementari
norme che segnano il convivere
e vivere civile, Solinas ha però
un suo codice etico, un suo particolare modo di concepire il rispetto umano, un modo d’agire e
comportarsi che paradossalmente sembra l’unica giustizia possibile. Della giustizia dei tribunali
se ne infischia, anche perché, come De Andrè, ritiene che la giustizia sia un’invenzione al servizio dei più forti, e lui sta dall’altra parte. A volte il nostro Solinas è troppo riflessivo, vaneggiante, addirittura allucinato
–parla a consessi di dotti fantasmi che fanno processi a gatti filosofali, scambia fiori di cappero
per vescovi salmodianti-, altre
volte diventa impulsivo, istintivo, rischia tutto in cambio di
niente, e difende una figlia che
non ha mai avuto con spirito materno.
Emanuele, tra i giallisti, chi è il
tuo preferito? Forse sono un
giallista atipico perché non sono
mai stato un lettore di genere.
Però, da ragazzo, ho letto i più
grandi della letteratura gialla e
del brivido. Da Guy dei Maupassant a Edgar Allan Poe, da Sherlock Holmes a Nero Wolfe, passando per Agatha Christie e Simenon. Mi è molto piaciuto il
primo Montalbano, il medico legale Arquazzi è un omaggio a
Camilleri, e somiglia al suo Pasquano essendo però molto più
cagliaritano e caustico. Ho praticato anche giallisti inconsueti
come Carlo Emilio Gadda (Quer
pasticciaccio brutto de via Merulana), il Pepe Carvalho di Manuel Montalban, mi ha fatto sorridere anche Sepulveda (Diario
di un killer sentimentale), e, di
recente, ho letto qualcosa di Fred
Vargas. Giallista preferito? Non
ce l’ho, però, considerato che è
diversissimo dal mio stile, ma
sfiora Solinas su due versanti,
non disdegna l’eroina mentre il
mio si sbronza, l’uno afferma:
“Una volta eliminato l’impossibile, quello che resta, per improbabile che sia, dev’essere la verità” L’altro non fa che incocciare
su casi impossibili, beh, ditemi
voi di chi si tratta …
Afferma abbozzando una mezza
risata. Un ultima domanda. Come si presenterebbe Libero Solinas agli emigrati sardi? E a chi
sardo non è? Libero Solinas si
presenterebbe agli emigrati sardi
certamente con un’Ichnusa in
mano. E non disdegnerebbe affatto di sedersi a tavola per una
scorpacciata di pesce, burrida,
orziadas, e frutti di mare vari,
annaffiata da vermentino, Torbato, o Nuragus. Ma starebbe perfettamente a suo agio anche tra
sizzigorrusu, porchetto, pecorino
stagionato o semi, casizzolu, salsiccia, e una bella bottiglia di
Nepente. Ai continentali dico
che Solinas è un sardo, mantiene
alcune connotazioni tipiche, per
esempio è cocciuto, indolente,
agisce secondo un codice etico
in qualche modo “balente”, ma è
un sardo distante dagli stereotipi
di genere, niente a che vedere
con Niffoi e neanche coi sardi de
S’Accabadora. Non dimenticatevi che Solinas è un cagliaritano,
Cagliari è una città quasi creola,
misto sangue, terra di scontri e
d’incontri millenari, dove è impossibile trovare il prototipo del
sardo, perché il sardo qui è stato
fenicio, punico, cartaginese, pisano, giudicale, aragonese, piemontese, seuese, napoletano
(commercianti), tedesco (La Nato). Cioè un osmosi, felice o infelice che sia.
Emanuele Cioglia
SULCIS - IGLESIENTE:TURNI DEL 6 & 7 OTTOBRE 2012
a cura di Franco Airi
FARMACIE:
IGLESIAS: SANNA, via Vivaldi, tel. 0781.24621
CARBONIA: SOTGIU, viale Trento, tel. 0781.61228
CARLOFORTE: LODDO, via Garibaldi, tel. 0781.854006
SANT’ANTIOCO: BASCIU, piazza Italia, tel. 0781.83003
MUSEI: DIANA, via Enrico Fermi, tel. 0781.71822
MASAINAS: LEDDA, via Roma, tel. 0781.964053
TEULADA: DANERO, via Umberto, tel. 070.9270014
BENZINAI:
IGLESIAS: SOLO SERVIZIO 24ORE
CARBONIA:
Q8-PINNA, via Dalmazia
ESSO-MELIS, via Nazionale
IP-MAGGI, via della Vittoria
VILLAMASSARGIA: Q8-PAU, provinciale per Carbonia
GONNESA: ESSO-DEMURO, via Iglesias
SANT’ANTIOCO: AGIP-MARONGIU, lungomare Caduti di Nassiriya
CARLOFORTE: Q8-LUXORO, corso Cavour
PORTOSCUSO: TAMOIL-MARONGIU, via Giulio Cesare
S. GIOVANNI SUERGIU: AGIP-SECHI, via Portobotte
SANTADI: TAMOIL-PORCINA, strada statale 293
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