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Il 25 aprile tradito

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Il 25 aprile tradito
cent
50
DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO
Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
W la Dal Lago, presidente
della Serenissima. O no?
di Giovanni Coviello
"La vicentina Manuela Dal Lago, presidente uscente della
Provincia, è il nuovo presidente della Serenissima, la società controllata dagli enti locali che gestisce l'A4 Brescia Padova e anche l'A31 Valdastico. L'hanno votata il sindaco
Enrico Hüllweck e i capi di Comuni e Province di Brescia,
Verona e Padova, oltre alla nuova 'squadra', i quattro consiglieri guidati dal socio privato bresciano Rino Gambari, che
ha portano con sé in consiglio anche il presidente della
Provincia milanese, Filippo Penati". Questa è la chiarissima
sintesi della notizia sul primo presidente vicentino della
grande spa delle infrastrutture di gran parte del Nord Est,
ricca anche di partecipazioni strategiche nel sistema aeroportuale dell'area, apparsa mercoledì a firma Piero Erle su Il
Giornale di Vicenza. A contorno c'erano poi le difficoltà
politiche che hanno preceduto la nomina e che accompagneranno il suo espletamento, reso già a dir poco complesso a livello gestionale dalla necessità di estendere a dopo il
2013 la concessione. Concessione che è contestata da
Bruxelles, che vuole una regolare gara; che il Governo
Prodi non sa se (e come) allungare fino al 2036 per dare fiato
ai piani di investimento; e che è osteggiata dal Governatore
del Veneto, Giancarlo Galan, che preferisce una società
mista Anas - Regione per finalizzare i fondi alle opere viarie
del Veneto.
"E proprio Galan - ha evidenziato Erle - a quanto si sa d'intesa anche con l'europarlamentare vicentina Lia Sartori
(prossima candidata sindaco di Vicenza o almeno tessitrice
importante delle relative tele, n.d.r.), ha cercato fino all'ultimo di bloccare l'elezione della Dal Lago ... nientemeno che
ad Arcore, alla presenza del leader Silvio Berlusconi...
L'obiettivo era rinviare tutto di una settimana come ha chiesto ufficialmente in Cda il rappresentante del Comune di
Milano ...". Il rappresentate della giunta Moratti alla fine è
rimasto solo (ma con tutta Arcore alle spalle), non facendo
parte del patto di sindacato che governa la Serenissima e
che è composto da tutti gli enti pubblici, meno, appunto,
Milano; mentre il socio privato Gambari è in attesa di essere nominato Ad (ben più di un vice presidente) in forza
delle sue quote di partecipazione e in rappresentanza degli
interessi imprenditoriali privati che esprime.
(continua a pagina 7)
Anno 2 nr. 55 - Sabat0 21 aprile 2007
Il 25 aprile tradito
Ogni anno la stessa storia: la destra svicola e mugugna, la
sinistra si autoesalta e s'imbroda. E' il festival dell'ipocrisia.
Perché i valori della Resistenza sono stati traditi. Da tutti
a pagina 24
Ritalin,
la droga
dei bambini.
Spacciata
per farmaco
a pagina 4
Scalabrin
(Montecchio):
un sindaco
di sinistra.
Quasi di destra
a pagina 9
Urbanistica,
Provincia
per lo sviluppo
"sostenibile".
A parole
da pagina 6
Allarme
pompieri:
"Siamo
all'ultima
goccia"
a pagina 11
3
opinioni
21 APRILE 2007
L'intervento. Il diessino Ubaldo Alifuoco analizza il disastro della società di San Biagio, che ha portato il presidente aennista alle dimissioni
Aim, tutte le colpe di Rossi & Co.
Da alcuni anni, insieme all'amico e collega Marino
Quaresimin, ho lanciato l'allarme sulla situazione di AIM.
Abbiamo lavorato non in
un'ottica politica ma con l'esperienza professionale maturata in anni di lavoro e di analisi dell'impresa. Ci siamo
basati sui bilanci ufficiali, sui
documenti della rete societaria, sulla documentazione
prodotta in AIM e su nostre
indagini e contatti con prota-
www.vicenzapiu.com
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Direttore Editoriale
GIOVANNI COVIELLO
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Direttore Responsabile
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Redattori
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Collaborano:
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REDAZIONE DI VERONA
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Fax 0458041460
gonisti del settore. Gli "indizi"
mi hanno convinto da tempo
che AIM si fosse collocata su
un binario morto per varie
ragioni. Prima di tutto la crescita aziendale, l'andamento
dei ricavi, la tipologia degli
investimenti, ecc. non sono
all'altezza delle sfide proposte
dal nuovo quadro del mercato
nazionale ed internazionale.
Simo in presenza di uno sconvolgimento epocale, e le centinaia di aziende comunali che
sono cresciute in una logica
monopolistica devono ora
confrontarsi con tutti i problemi del mercato. Ciò vuol
dire una battaglia giornaliera per competere e per
razionalizzare i costi al fine
di poter proporre prezzi
migliori. Da questa fase
emergeranno poche decine
di aziende in Italia e noi vorremmo che AIM fosse tra
queste. Se essa continua
sulla strada degli ultimi
anni sarà destinata all'emarginazione.
Rilevo prima di tutto che
l'indebitamento è cresciuto
in modo rapidissimo, fuori
di misura e in modo spropositato rispetto agli investimenti fatti. Siamo passati da
una fase in cui l'AIM non
aveva bisogno di chiedere
soldi alle banche, ed anzi li
depositava, ad una in cui il
debito bancario ha sfondato
i cento milioni di euro e, lo
verificheremo nel bilancio
ultimo che ora non è ancora
disponibile, si parla ora di
oltre 130 milioni. La cifra fa
paura, non tanto per il livello comparato al fatturato e
al patrimonio, ma soprattutto per la qualità degli investimenti finanziati e per il
loro ritorno in termini economico-finanziari. In prati-
ca, se mi indebito per cento,
pagando un tasso di sette, il
mio investimento finanziato
con quell'importo dovrà rendermi una cifra superiore a
sette. Oggi noi siamo preoccupati perché gli investimenti
effettuati da AIM non sono
stati sempre e tutti utili. Ad
esempio, a Marghera è stata
acquistata una società pensando di poter sfruttare l'area
per una operazione sui rifiuti.
Tale progetto è fermo e oggi
pare che si stia cercando di
vendere tutto. Tipico investimento inutile e dannoso per le
finanze pubbliche di Vicenza.
La rete societaria di AIM
Vicenza SpA, dilatata oltre
misura, è stata utile a moltiplicare le poltrone e i compensi di amministratori che riteniamo abbiano spesso solo
curriculum partitici. Questa
circostanza è stata da me
documentata sia con tabelle
chiare sull'intreccio societario
e sui dati di gestione delle
stesse società sia con tabelle
sui compensi che appaiono
del
tutto
sproporzionati
rispetto al ruolo e ai dati
aziendali. Ma oggi anche gli
stessi amministratori scrivono
al presidente del cda per criticare la politica di acquisizione
societaria soprattutto nel settore dei rifiuti e ambientale in
genere.
Essi pare sostengano che tali
acquisizioni sono state dirette
alla moltiplicazione delle cariche e non al bene di Vicenza.
Inoltre, con un linguaggio
criptico che andrebbe chiarito
davanti
al
Consiglio
Comunale, se non ad altre
autorità, si accusa Giuseppe
Rossi di aver scelto una strada
che, alla fine, fa sì che gli utili
vadano nei bilanci delle società private e non nella holding
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Autorizz.Tribunale C.P. di Verona
nr. 736/03 del 29/09/2003
Supplemento della Cronaca di Trento
del 3 febbraio 2007
Associato all’USPI
Unione Stampa Periodica Italiana
Iscrizione al Registro Nazionale
della stampa n.8857 del 15-12-2000
Giuseppe Rossi, alla guida di Aim negli ultimi anni
Il consigliere comunale Ubaldo Alifuoco (Ds)
pubblica. Qui si inserisce l'esempio SIT-TE (lo scambio di
azioni tra la Sit di Aim e la Te,
società controllata da Stabila,
ndr) dove vi sarebbe stato uno
scambio azionario sconveniente per il pubblico. Su tutto
questo abbiamo chiesto lo
svolgimento di una seduta del
Consiglio comunale dove ci
aspettiamo primi chiarimenti
che, temo, non potranno arrivare. Come sempre, dovremo
sviluppare la nostra capacità
di indagine per capire cosa è
accaduto e quali danni vi sono
stati per Vicenza.
La politica deve mantenere il
controllo con un potere di
indirizzo ma la gestione va
fatta da persone che abbiano
un curriculum professionale,
che capiscano cosa significa
stare in un cda di
una azienda pubblica. Ci vuole un patto
trasversale per ridare dignità alla politica, alla "Grande
Politica che cura la
città" e che seleziona
le persone incaricate
di svolgere funzioni
pubbliche secondo
un criterio di capacità, di motivazione
ideale. I compensi
elevatissimi sono del
tutto fuori da questa
logica ed hanno prodotto un deterioramento della politica
che oggi, lungi dall'essere uno stimolo
allo sviluppo, è un freno indecente. Ovviamente, questo
processo non nasce da solo
per volontà dei dirigenti di
partito. Ci vuole un impegno
di tutta la comunità che oggi
deve rendersi conto che stimo
scivolando verso ilo declino
se non emarginiamo i politici
incapaci.
La lettera degli amministratori al dimissionario Rossi apre
numerosi interrogativi. Come
mai oggi e non quando fu
fatta la proposta. Perché le
denunce numerose fatte dallo
scrivente e da Marino
Quaresimin, e da altri, sono
sempre state respinte e liquidate come posizioni pregiudiziali di avversari politici. In
questi anni le occasioni per
riflettere e cambiare sono
state offerte ma siamo in un
sistema politico bloccato in
cui molti recitano una parte
rigida: tutto ciò che viene da
chi non sta con noi è da
respingere. Mi pare che questo sistema vada completamente cambiato. Questa della
discussione da noi richiesta
potrebbe essere l'occasione
giusta per abbandonare le
posizioni volte all'occupazione partitica e per sottoscrivere
un patto traversale su regole
diverse per il bene della
nostra città.
Ubaldo Alifuoco
consigliere comunale Ds
presidente Associazione
Partito Democratico - Vicenza
4
21 APRILE 2007
fatti&notizie
Anche a Vicenza al via la sperimentazione con alcuni bambini iperattivi.
E subito si accende il dibattito
Psicofarmaci per bambini:
le pillole dell'obbedienza
DI
TOMMASO QUAGGIO
"Mamma, mamma,
oggi non riesco proprio a concentrarmi,
penso solo a giocare
e a guadare la Tv,
dammi la mia medicina così riesco a fare
i
compiti
per
domani".
Estremizzazione del dialogo tra
madre e figlio. Forse. Ma questo è
quello che potrebbe succedere con
la commercializzazione anche da
noi di un derivato dell'anfetamina,
il metilfenidato, meglio noto come
"Ritalin", prescritto ai bambini e ai
ragazzi vittime della sindrome da
iperattività chiamata anche Adhd. Il
potente psicofarmaco approderà
infatti anche nella città del Palladio,
dopo che l'Aifa (Agenzia italiana
del farmaco ndr) ha dato il suo via
libera per la messa in commercio
del medicinale, previa, e ci mancherebbe, una rigida procedura per
l'uso corretto del medesimo; ma già
c'è chi in città ne decanta le lodi.
Prima però di addentrarci sul tema,
un po' di storia della sostanza dalla
formula chimica C14H19NO2.
Anche i Simpson ironizzano
sulla pillola: in una puntata il
monello Bart prende il Ritalin.
Con risultati stupefacenti
Il Ritalin è stato introdotto nel 1956,
brevettato
dalla
Ciba
Pharmaceutical Company (oggi
Novartis). Commercializzato in
Italia due anni dopo l'introduzione,
venne ritirato dalla casa farmaceutica nell'89 anche a causa delle tante
proteste. Nel marzo del 2003 il
Ministro della Salute aveva approvato un decreto che riportava il
metilfenidato, e quindi il Ritalin, in
Tabella 4, declassandolo così dalle
sostanze stupefacenti elencate nella
tabella 1 e 2 dove si trovano cocaina,
eroina, morfina, anfetamine, oppiacei, LSD, mescalina, e altre sostanze.
Il 26 aprile 2006 il Ministro della
che ne bastano semplicemente sei per essere indicati
come possibili soggetti affetti dall'Adhd. È anche vero
che il passaggio alla pratica
del farmaco non è così
immediato. "I questionari
che vengono utilizzati per
diagnosticare questi disagi
dell'infanzia - spiega il prof.
William Carey, primario e
professore di Pediatria
Sono tre i bambini berici in cura
Clinica dell'Università della
sperimentale con atomoxetina
Pensylvania, primario del
Salute e il Ministro della Giustizia reparto
di
Pediatria
(Castelli) pubblicano un Decreto Comportamentale dell'Ospedale di
che riporta il metilfenidato nella Philadelphia - sono altamente sogtabella 1 e 2 facendolo (ri)diventare gettivi ed impressionistici".
una sostanza stupefacente. Poi con L'aspetto più inquietante è comununa rapida discesa il farmaco è que quello che riguarda gli effetti
ritornato in Tabella 4, diventando collaterali del farmaco, metilfenidacommercializzabile.
to o atomoxetina che siano.
Già con un balletto di questo genere Partendo dal presupposto che il
un po' di credibilità si perde per primo è una meta anfetamina, si
strada, ma tant'è: l'Aifa, che ha come porta con se tutte le problematiche
capo
un'ex
dirigente
di legate alla assunzione di sostanze
Farmindustria rappresenta gli stupefacenti, a cominciare dalla
esperti, e noi ci dobbiamo fidare. In dipendenza, nel caso dei bambini
aggiunta a questa sostanza l'agen- già nell'adolescenza, dato che il farzia italiana del farmaco ha autoriz- maco si presceiverbbe già dai 6 ani
zato
anche
la
vendita di età. Tra gli altri effetti collaterali
dell'Atomoxetina (Strattera), un spiccano poi disturbi cardiaci, proaltro medicinale in grado di "placa- blemi intestinali, cefalee, deficit visire" i bambini iperattivi, e a Vicenza vo e disfunzioni al metabolismo del
come in altre città del Veneto è atti- colesterolo.
va la sua sperimentazione. Nella Per quanto riguarda l'Atomoxetina
nostra regione sono circa 250 i bam- un documento scritto dalla Agenzia
bini attualmente sottoposti a tratta- Britannica di Controllo sulle
mento farmacologico per la sindro- Medicine e la Salute (British
me di Adhd; a Vicenza esattamente Medicines
and
Healthcare
3 ragazzi sono sotto osservazione Regulatory Agency) rivela che lo
per valutare gli effetti della moleco- scorso autunno sono stati segnalati
la Atomoxetina e per constatare se 130 rapporti di tentativi di suicidio
davvero si recupera quel deficit che in un solo mese da pazienti trattati
sta alla base della sindrome, e a con lo psicofarmaco in questione. In
quanto valutato fino ad ora la rispo- aggiunta, il documento rivela che ci
sta sembra essere affermativa. Ma sono stati anche più di 760 rapporti
c'è sempre un ma: la pericolosità di per disordini cardiaci, 172 rapporti
questo farmaco solleva molti dubbi, per danni al sistema epatico e circa
come numerosi dubbi solleva la 20 rapporti per suicidi effettivi.
valutazione sulla positività alla sin- Curare quindi una sindrome che
drome. Quest'ultima è apparsa in nel bel paese potremmo definire "la
scena negli anni '80 dopo che alcuni patologia di Pierino"con anfetamine o
psichiatri avevano individuato una farmaci rischiosi per la salute non
malattia che colpiva i bambini ren- sembra la soluzione più azzeccata.
dendoli "troppo vivaci e iperattivi", Forse la risposta a questa sindrome
come se i bambini vista l'età non lo dovrebbe essere ricercata in quello
fossero semplicemente per "natura", che la nostra società offre ai nostri
e l'avevano inserita nella bibbia psi- figli, soprattutto quelli più piccoli:
chiatrica chiamata DSM (Manuale una quantità gigantesca di immagidiagnostico e statistico dei disturbi men- ni, colori, notizie, dati, veicolati da
tali ndr). Nell'ultima versione del televisione, radio, videogiochi,
manuale, il numero IV, si può vede- internet, cellulari. In fondo il nostro
re come riconoscere se un bambino cervello è una spugna, assorbe
soffre di questa patologia. Il tutto tutto, anche l'immondizia e quello
grazie ad un test, che vi invitiamo a dei più piccoli è privo di quei "filtri"
provare, e che riportiamo qui sotto. che gli adulti, anche se non tutti,
Difficile non azzeccare qualche riescono a costruire nell'arco di una
risposta positiva, e va considerato vita.
Il test per bambini iperattivi
Ecco le nove domande del test
che offre una prima indicazione sulla sindrome da iperattività. Con sei risposte positive si è già a rischio Adhd.
a) spesso non riesce a prestare
attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei
compiti scolastici. b) spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione
sui compiti e sul gioco. c) spesso
non sembra ascoltare quando gli
si parla direttamente. d) spesso
non segue le istruzioni e non
porta a termine i compiti scolastici. e) spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività. f) spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in
compiti che richiedono sforzo
mentale protratto. g) spesso perde
gli oggetti necessari per i compiti
o le attività. h) spesso è facilmente
distratto da stimoli estranei. i)
spesso è sbadato nelle attività quotidiane.
A favore: Urbano Bonato,
Preside del comprensivo 8
di Vicenza
"Ci sono stati degli incontri tra le
insegnati e gli esperti per affrontare il tema dell'Adhd, e per vedere
come riuscire a risolverlo.
Di fronte a certe situazioni abbiamo il dovere di valutare anche l'eventualità della somministrazione
del farmaco che interviene su questa patologia. Ovviamente la decisone ultima viene prese dalle
famiglie che affrontano degli
incontri con le insegnanti, ma ci
sono dei casi in cui si deve a mio
avviso intervenire. Per molti insegnati si tratta di una nuova frontiera dell'handicap. Noi abbiamo
il dovere di "salvare" questi ragazzi, anche con l'ausilio di questi far-
maci, ragazzi che alla fine sono
esclusi dal gruppo e dalla vista
scolastica. È un rischio che come
educatori dobbiamo correre, non
è la panacea di tutti i mali ma non
possiamo perdere nessuno dei
nostri alunni. Il fenomeno, da
quello che possiamo riscontrare,
riguarda molte fasce d'età, anche
se le soglie si stanno abbassando.
Di certo questi bambini non sono
felici, anzi sono in perenne conflitto con se stessi. Vorrei invitare
qualcuno ad assistere ad alcune
lezioni per capire quello che vivono certe insegnati, che alle volte
hanno perfino timore ad affrontare il lavoro quotidiano".
Contro: Luca Poma,
Portavoce nazionale campagna
“GiuleManidaiBambini”
"È davvero sconcertante che dei
presidi si prendano la libertà di
dettagliare loro il profilo clinico di
un disturbo dell'infanzia: in molte
regioni d'Italia la scuola e diventata l'anticamera dell'ASL, e di
questo informeremo in una nota
il Ministro Fioroni. Ne mi stupisce che alcuni specialisti siano
"favorevolissimi" a somministrare derivati dell'anfetamina a bambini di 8 o 10 anni: sono proprio
loro che quotidianamente contribuiscono a far lievitare il business
delle "somministrazioni facili",
che è triplicato su base mondiale
in meno di 10 anni. La pastiglia di
per sé non è mai una soluzione:
pone sotto controllo i sintomi, ma
a che prezzo sul medio-lungo termine? La scienza ha altre soluzio-
ni, altrettanto serie, senza necessità alcuna di arrivare a "cronicizzare" un intervento - quello farmacologico - che dovrebbe servire al
massimo per intervenire sulle
crisi acute, aprendo la strada ad
altre terapie, in grado di affrontare il disagio profondo del bambino, che non si risolve certamente
con uno psicofarmaco. Chiaro
che il farmaco fa comodo e rasserena tutti: "sistema" il problema.
Ma il vero problema siamo noi
adulti: come noi percepiamo il
bimbo, cosa noi riteniamo sia giusto per lui. Nella nostra società
del "tutto e subito", ogni cosa che
esula dal nostro concetto di normalità è considerata patologica:
questo è un crimine contro l'infanzia".
5
21 APRILE 2007
fatti&notizie
Un pdl regionale vuole centralizzare i crediti edilizi. Il no dei costruttori. Ecco perchè
Edilizia, "Bomba 161"
sganciata sul mercato
DI
ALESSIO MANNINO
Welcome to Veneto:
benvenuti nel bazar
delle
concessioni
edilizie. La Regione
rinomata in tutta la
penisola per essere
un'ininterrotta
distesa di zone industriali sorte in
barba a qualsiasi programmazione
sta vagliando l'ipotesi di dare l'ennesima spinta all'edificazione selvaggia. E' il senso che si ricava dal
progetto di legge 161 presentato in
commissione urbanistica dal suo
presidente Tiziano Ziggiotto
(Forza Italia). Una vera e propria
bomba: la proposta punta a modificare la legge 11 del 2004 nella parte
che riguarda i crediti edilizi, cioè i
diritti di costruzione che un privato acquisisce quando decide di
abbattere un edificio in disuso o
inagibile, oppure quando rinuncia
a una cubatura su un proprio terreno, o vi è costretto da un piano del
Comune. In soldoni, si vorrebbe
istituire un registro comunale a cui
un comune cittadino così come l'affermato immobiliarista si iscrive
inviando una richiesta di credito
che viene automaticamente accettata se dopo quindici giorni non
ottiene alcuna risposta. Un meccanismo di silenzio-assenso che eliminerebbe alla fonte il controllo preventivo delle pratiche da parte dell'autorità municipale.
Ma la vera rivoluzione sta nella
conversione di quel credito da edilizio a finanziario: il suo valore verrebbe stabilito da un'apposita commissione nominata dalla giunta,
cioè dal governo regionale (ovvero
da Galan), al cui prezzario dovrà
attenersi la Società Sistema Scambi
(SSS), la 'banca' titolare di questo
nuovo mercato delle cedole cementizie. Uno "sportello del mattone"
che, giusto per centralizzare il neonato filone d'oro e affidarlo in sicure mani, verrebbe gestito da Veneto
Sviluppo Spa, finanziaria di
Palazzo Ferro Fini diretta dalla
signora degli impianti elettrici
Irene Gemmo e partecipata dai
principali istituti bancari presenti
nella regione. Si creerebbe in questo modo un enorme centro di potere sul crocevia fra pubblico e privato, e l'agenzia Gemmo-Galan ne
sarebbe ancora una volta il deus ex
machina.
Fin qui, direbbe il profano, nessuna
novità sotto il sole: di carrozzoni
congegnati ad hoc per mettere sotto
la propria ala interi comparti dell'economia, la politica veneta - e
Secondo il progetto voluto da Galan la gestione dei crediti sarà affidata alla Veneto Sviluppo Spa
di Irene Gemmo
italiana tout court - ne ha sempre
prodotti a iosa.
Ma quello che il profano forse sottovaluta sono le ripercussioni devastanti che una legge simile, se
dovesse passare, provocherebbe nel
già drogato mercato del cemento.
Per l'esattezza, lo tsunami che si
rovescerebbe sull'edilizia locale
consisterebbe nel trasferire la
'droga' dal livello del singolo
Comune a quello, molto più difficile da controllare, dell'intera
Regione. Il 'dopante' in questione
ha un nome preciso: 'clientelismo'.
Il fatto che la categoria di imprenditori investita dalla 'bomba 161',
cioè i piccoli costruttori, abbia
immediatamente fatto muro contro
di essa, non deve trarre in inganno
sulle reali motivazioni nascoste fra
le righe delle loro dichiarazioni
ufficiali: le imprese del mattone
hanno scelto la linea del Piave perché per loro sarebbe una autentica
iattura vedersi stravolgere i consolidati legami con i politici locali per
fare i conti con una 'banca centra-
le' che smercia titoli e non favori.
Per capire meglio proviamo a
ragionare con un esempio.
Poniamo che un costruttore sia
proprietario di un immobile oggetto di un piano particolareggiato o
di riqualificazione, e che il piano da
cui attende di sapere se poter innalzare un edificio residenziale o commerciale gli neghi la licenza.
Secondo la normativa vigente ha il
diritto di batter cassa, chiedendo in
cambio un credito con volumetrie
equivalenti da spendere in un'altra
Con la nuova gestione dei crediti si teme uno "tsunami di cemento" su tutto il Veneto
area della superficie del Comune.
E' prassi comune che la trattativa
che intavola con l'assessore e gli
uffici competenti passi attraverso
la gestione di rapporti diretti con
politici e funzionari, col tempo
sempre più stretti e assidui. E' normale sia così, anche se questo comporta un innegabile deficit di trasparenza. Sta poi alla politica locale fissare le priorità da dare a un
affare edilizio piuttosto che a un
altro. Ed è qui che si gioca la vera
posta: se infatti il privato, al posto
dei suoi soliti referenti, deve bussare alla porta di una finanziaria sul
cui tavolo ci sono le richieste di
tutti gli altri costruttori e immobiliaristi dell'intero Veneto, quel
'diritto di clientela' maturato componendo pazientemente l'ecosistema immobiliare locale va a farsi
benedire. In più, monetizzando i
valori dei terreni, il nostro costruttore rischia pure di perderci, perché
obbligato a vendere e comprare a
un prezzo prefissato - e non dal suo
Comune, ma da un regolatore pubblico collegato al sistema bancario
attraverso Veneto Sviluppo. La
partita degli scambi edilizi si trasferisce a Venezia, oltretutto con la
probabile ascesa dei pesci grossi - le
grandi aziende di dimensioni
nazionali - a scapito di quelli piccoli, che infatti stanno facendo il diavolo a quattro. Per non parlare dell'esproprio di fatto che subiranno le
agenzie locali di una parte succulenta dell'intermediazione immobiliare, qual è appunto quella dei crediti.
Non sarà un caso, perciò, se il pdl
Ziggiotto è stato stoppato subito
dopo la sua presentazione, fra le
perplessità della stessa maggioranza di centrodestra e la strenua
opposizione della minoranza di
centrosinistra, Variati in testa.
Perché scontenta tutti (tutti tranne
i fidi di Galan, si capisce).
Scontenta i piccoli padroni del
cemento, terrorizzati dall'eventualità di veder messi in crisi i loro
feudi. Mette sul chi vive i loro protettori democraticamente eletti,
allarmati dalla possibilità di essere
privati di un notevole potere di
contrattazione.
E infine indigna anche quelle sparute anime ecologiche e legalitarie
che un registro pubblico dei crediti
lo vedrebbero pure bene, ma che
invece vedono come fumo negli
occhi lo spostamento puro e semplice dei crediti edilizi dagli opachi
municipi di provincia ai damascati
studi dei dogi della finanza galaniana.
6
21 APRILE 2007
inchiesta
Stop allo sfruttamento del territorio, coordinamento tra enti e risparmio energetico
Ptcp, il piano
delle buone intenzioni
LUCA MATTEAZZI
È un lavoro imponente, su questo non
c'è dubbio. E non
poteva essere diversamente, visto che il
ptcp, il piano territoriale di coordinamento provinciale votato in via definitiva dal consiglio provinciale alla
metà di aprile fissa i paletti per lo sviluppo del vicentino nei prossimi anni.
Un centinaio di pagine di relazione
con i principi generali e le linee guida,
altre 140 di norme tecniche suddivise
in 42 articoli, una lunga serie di allegati con decine e decine di tavole e cartografie, in cui si prendono in considerazione tutti gli aspetti di una provincia complessa come quella di Vicenza:
dalle dinamiche demografiche (tra le
altre cose si stima che i residenti, nel
2020, potrebbero oscillare tra un mini-
L'area industriale di Vicenza
mo di 900mila e un massimo di oltre
un milione; oggi sono 831 mila), ai
nuovi piani urbanistici, dallo sviluppo delle zone industriali all'apertura
di nuovi centri commerciali, dai grandi problemi della mobilità (Alta velocità, Valdastico, Pedemontana) al
potenziamento delle piste ciclabili,
per arrivare alla tutela del patrimonio
naturalistico e ambientale e alle prospettive di sviluppo turistico.
Di tutto di più, verrebbe da dire, e
infatti non è semplice rintracciare, tra
grafici, commi e tabelle i cardini del
provvedimento, al di là delle dichiarazioni d'intenti in cui si parla di "tutela
delle risorse del territorio", "valorizzazione delle qualità ambientali e paesaggistiche", "sviluppo sostenibile" e
"recupero delle situazioni di degrado"
(quando mai si è visto un piano con
obiettivi diversi?). Alcuni punti fermi,
però sono chiari, e ce ne sono tre, in
particolare, che meritano qualche
parola in più.
Capannone selvaggio
addio (forse)
Il primo è il risparmio
del territorio. Il piano lo
dice senza giri di parole:
"non saranno più necessarie nuove aree produttive", meglio puntare su
un uso migliore di quanto c'è già e sulla riconversione delle aree abbandonate. In una provincia
che, come tutto il
Con le nuove disposizione si riduce l'area di riguardo per i monumenti
storici. Un rischio per il paesaggio delle ville palladiane
Veneto, ha sofferto per il proliferare
spesso incontrollato di capannoni e
prefabbricati, è senza dubbio un
segnale di svolta. Peccato che poi, leggendo le norme tecniche, si scopra che
le aree produttive possono ampliarsi,
e neanche di pochissimo. Ma sarebbe
stato obiettivamente difficile, e probabilmente anche irrealistico, immaginare un blocco totale; e al di là di tutto
resta lo sforzo di introdurre dei vincoli ed una disciplina in un settore che
finora è sempre stato refrattario a
qualsiasi pianificazione. L'epoca in
cui ogni paese, e magari anche ogni
frazione, aveva la propria zona artigianale - industriale, sembra definitivamente tramontata.
Il secondo punto è l'invito a programmare con un'ottica che vada al di là
dei confini del singolo comune e del
proprio campanile. Riprendendo le
direttive della nuova legge urbanistica regionale, in tutto il ptcp si rincorrono i riferimenti alla necessità di raccordo e coordinamento tra comuni
confinanti, e tra questi e la provincia.
Per le aree produttive, per i nuovi
complessi residenziali, per lo sviluppo commerciale, per lo studio di strade e altre vie di comunicazione, le
parole d'ordine sono coordinare e
concertare. E su questo, almeno in
teoria, non si può non essere d'accordo.
Infine, il terzo punto riguarda l'attenzione per lo sviluppo sostenibile. Nel
piano trovano ampio spazio i problemi relativi alla gestione delle risorse
Buoni intenzioni sulle piste
ciclabili... ma poi scompaiono
le zone di cortesia, necessarie
per la loro costruzione
naturali (aria, acqua, suolo), all'uso di
energie rinnovabili, all'incentivazione
della mobilità sostenibile, alla crescita
del biologico e di altre attività ecocompatibili, alla salvaguardia delle
specie animali e vegetali (ci sono
anche i disegni di come progettare
strade e infrastrutture consentendo
l'attraversamento sicuro da parte
degli animali). Bisognerà vedere
quanto di tutto ciò rimarrà sulla carta,
ma si tratta comunque di indicazioni
di cui non si potrà non tenere conto.
Fabbrica con villetta annessa.
Palladiana
Il rovescio della medaglia è che molte
delle indicazioni del ptcp - che, va
ricordato, è un piano di indirizzo strategico - restano volutamente indeterminate, oppure rimandano ad una
programmazione successiva. In molti
casi ci si ferma alla dichiarazione di
principio, o poco più, lasciando poi ai
comuni il compito di trasformare
queste direttive in norme vincolanti.
In fase di discussione delle osservazioni, inoltre, alcuni dei pochi vincoli
specificati in modo chiaro sono stati
ridotti o cancellati, ad esempio l'area
di tutela di 500 metri attorno alle ville
monumentali. Il rischio, come ha già
denunciato qualcuno (vedi l'intervista
a Rosanna Rosata in queste pagine), è
che il piano resti un elenco di buone
intenzioni, che poi faticheranno ad
essere attuate nella gestione concreta
del territorio. Il vero ptcp, insomma, è
ancora tutto da scrivere.
Analisi delle sei modifiche finali al testo del piano. Un'infornata di leggine controverse. Soprattutto una
Quelle varianti con la sorpresa dentro: più aree industriali
Farsi venire gli occhi piccoli e lucidi a
spulciare i testi sfornati dai nostri rappresentanti sarà esercizio noioso ma
certamente molto utile per capire
dov'è la sostanza di schermaglie e veti
della politica di palazzo. Come quelli
con cui Forza Italia e Udc il 4 aprile
scorso hanno bloccato per ventiquattro ore il Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale (Ptcp),
costringendo la presidente uscente
Manuela Dal Lago a ritirarlo e cercare
l'accordo in extremis nel chiuso delle
stanze di Palazzo Nievo.
Una sceneggiata premeditata, arguirebbe un osservatore malizioso.
Solitamente, infatti, i provvedimenti
da far passare in sordina vengono
approvati negli ultimi giorni utili della
legislatura, esattamente com'è successo in questo caso.
Con la campagna elettorale alle porte
e coi termini di legge sul collo, i consiglieri provinciali hanno dovuto sotto-
stare al diktat della Dal Lago, evidentemente pronta ad accogliere le 6
varianti di modifica ad un piano su cui
ha investito tanta parte della sua credibilità di amministratrice. E questo
probabilmente perché trattasi di correzioni che tanto schifo non le fanno.
Anzi. Vediamole in dettaglio.
Art 16 ter: licenza di industrializzare. La norma approvata prevede la
possibilità di ampliare le attività produttive "eccezionali" (e in quanto tali
non trasferibili altrove in virtù della
loro particolarità). In pratica si dà
licenza a certe zone industriali di
espandersi. Il problema è che tale
"eccezionalità" non è specificata, perciò i Comuni possono certificarla con
criteri che di volta in volta possono
cambiare. Un criterio scriteriato
insomma, un'indicazione vaga che dà
carta bianca alla politica dello "spazio
vitale" degli onnivori stabilimenti
industriali.
Art 22: fretta cattiva consigliera.
La riscrittura di questo articolo evidenzia una certa goffaggine degli
estensori del piano, i quali, messi alle
strette dall'inesorabile scadere del
consiglio, hanno fatto un papocchio.
Semplicemente, hanno confuso la
normativa già esistente sulle industrie
a rischio di grossi incidenti (quelli
mortali, per intenderci) sovrapponendovi un articolato ridondante. E' calata la mannaia riparatrice.
Art 27: il rispetto indietreggia.
La prima stesura prevedeva l'aumento della fascia di rispetto ai lati delle
strade, che può servire per esempio
alle piste ciclabili.
Se giunta in porto, la misura avrebbe
aperto contenziosi per opere urbanistiche già avviate in ossequio alla legge
statale. Un bel guaio, non c'è che dire.
Ma anche un'occasione persa per
ampliare i percorsi stradali e dotarli di
marciapiedi più spaziosi e zone fran-
che per i ciclisti.
Art 36: laterizi delocalizzati. La
nuova versione porta una novità positiva, almeno per le orecchie di chi lavora nei centri industriali-direzionali. I
cosiddetti "rifiuti inerti", cioè ad esempio i calcinacci di edifici demoliti, verranno d'ora in poi triturati per il riutilizzo nella cave dismesse, e non più
nelle zone industriali, assordando chi
ci lavora. C'è però il rovescio della
medaglia: così facendo, la cave in disuso non verranno riqualificate, giacendo indisturbate nelle campagne beriche come i buchi di una groviera.
Art 40: animali (un po' meno) a
spasso. Poveri animali, avrete la
strada sbarrata. I "corridoi ecologici",
ovvero sia le zone di campagna o
montagna dove non è lecito costruire
per consentire il passaggio di animali,
da vincolanti che erano sono diventati, diciamo così, "consigliati". L'articolo
è stato infatti trasformato in direttiva,
ovvero un'indicazione di massima,
una bonaria raccomandazione.
Art 42: ville, una specie meno
protetta. Le amate ville antiche
hanno il loro contorno di terra agricola che sono parte integrante della loro
storia. Il vincolo che era stato proposto
obbligava a non edificare in un raggio
di 500 metri. I Comuni si sono ribellati: era una follia imporre un divieto che
avrebbe portato un residente che
putacaso abita a 100 metri, a dover
chiedere alla Soprintendenza ai Beni
Culturali l'autorizzazione per rifare il
vialetto in giardino. Così la "fascia protetta" verrà stabilita dal singolo
Comune tenendo conto dell'urbanizzazione circostante. C'è però un
rischio non da poco: che in sede
comunale si sanino abusi piccoli e
grandi, in forza di un mancato piano
apposito per le ville, così belle e così
fragili.
A.M.
7
21 APRILE 2007
inchiesta
La candidata dei Verdi Rosanna Rosato critica il testo urbanistico. E tira una frecciata alla Dal Lago
Ptcp ambientalista? "Macchè, è aria fritta"
DI
ALESSIO MANNINO
V a g a m e n t e
ambientalista,
pieno di buone
intenzioni che lei
sospetta rimarranno tali, scritto e
bollato in fretta
per chiudere in bellezza il finale
di una partita decennale, quella
del mandato Dal Lago. E' così
che giudica il Ptcp, ossia il piano
regolatore della Provincia, la
giovane portavoce dei Verdi a
Palazzo Nievo Rosanna Rosato.
Perché le prime impressioni 'a
caldo' avevano portato a definire il piano quasi 'verde'? - le
chiediamo. "Effettivamente l'impronta data al testo sembrava
quella, con quegli impegni alla
sostenibilità ambientale, alla
riduzione del consumo di territorio, alla qualità della vita. Ma
si tratta di indicazioni generiche, che oltretutto non vanno al
di là di quello che chiede la
Regione con la legge che ha
introdotto i Ptcp". Insomma, le
solite formule vuote, secondo la
consigliere provinciale Rosato.
In concreto, non c'è nulla dal
salvare? "La relazione fa grandi
promesse, ma i provvedimenti
non corrispondono. Si dà un
riordino di massima della materia urbanistica, questo sì, ma più
di questo non si fa". Esempi, per
favore. "Prendiamo gli emendamenti che avevo proposto io: me
li hanno bocciati tutti. Avevo
chiesto l'aumento della raccolta
differenziata dei rifiuti al 65%,
mentre ora siamo sopra il 50 (e a
Vicenza sotto la soglia di legge,
che è del 45). Avevo proposto di
ridurre lo spreco d'acqua favorendo la permeabilità dei terreni, l'utilizzo di acqua piovana e
il riciclo delle acque grigie, cioè
quelle dei lavandini; mentre per
la tutela dell'aria volevo aggiungere nell'elenco degli inquinanti
il benzene. Niente da fare".
Diciamo pure che per un
ambientalista doc la vita è piuttosto grama in consiglio provin-
Rosanna Rosato (Verdi)
ciale: per le grandi opere non
solo deve vedersela con il centrodestra, ma anche col centrosinistra più moderato, quello
composto da Ds e Margherita.
Tav, Valdastico Sud, autostrada
Pirubi: non ce n'è una in cui la
coalizione
Verdi-Comunisti
Italiani-Rifondazione sia d'accordo
con
gli
ex-alleati
dell'Unione. "E' vero, e invece ce
le troviamo tutte le Ptcp. La
Valdastico Nord, la "Pirubi", ha
un progetto vecchio di trent'anni, e a Trento non l'hanno inserita nel loro piano: almeno si mettano d'accordo. In più, non è
nemmeno
nella
Legge
Obbiettivo, cioè non è prioritaria. La Valdastico Sud è stata
approvata solo perché il governo Berlusconi ha detto sì sconfessando apertamente il parere
di impatto ambientale (Via). Ma
senza un collegamento con altre
arterie, non vedo una grande
utilità in un tratto autostradale
per collegare Vicenza a Rovigo".
Il Consiglio di Stato ha bocciato
il ricorso al Tar del fronte antiValdastico. Ma al di là dell'iter,
dietro l'autostrada si intravedono forti interessi, specie di cavatori e immobiliaristi, gli uni ben
contenti di scavare, e gli altri di
lucrare sui cambi di destinazione d'uso delle aree circostanti al
tracciato. "Certo, questi aspetti
ci sono, anche se la Dal Lago ha
sempre detto di aver bloccato i
cambi di destinazione. Ma io
non ci metterei la mano sul
obbliga gli amministratori a
confrontarsi con un modo
diverso di ragionare, in cui
bisogna tenere presente un'ottica più ampia. È uno strumento in più a disposizione,
toccherà a quanti si troveranno a governare il territorio nei
prossimi anni utilizzarlo al
meglio".
Insomma, nel progettare i
nuovi interventi urbanistici,
edilizi o produttivi, sarà
necessario allargare un po' la
propria visuale. Anche perché
il confronto con la Provincia
non potrà essere evitato, e
questo dovrebbe allontanare
il rischio che i comuni, sfruttando i margini di autonomia
concessi dal ptcp, continuino
a decidere con grande discrezionalità. "La novità vera è
che la programmazione del
territorio deve essere concertata con la Provincia - conclude Dissegna -. Il piano c'è e
non si può ignorare: sono dei
riferimenti di cui non si può
non tener conto".
L. M.
Giovanni Coviello
"Un'opportunità per superare
campanilismi e sviluppo selvaggio"
no.
Qualche esempio concreto?
"Possiamo parlare delle aree
produttive
continua
Dissegna -. Programmare le
aree artigianali in accordo con
la provincia rende attuabile
una razionalizzazione del territorio esistente, e una programmazione più sostenibile
dello sviluppo futuro. Non
sarà più possibile immaginare
una nuova area artigianale
senza l'accordo con un livello
più generale. Questa è una
cosa concreta, perché sappiamo tutti quanto incidano le
aree industriali sul territorio e
sulla viabilità". Altro esempio, la viabilità: anche qui il
ptcp si sforza di collegare le
specificità locali alle esigenze
complessive del territorio,
individuando con chiarezza le
priorità da affrontare: "Oltre
alla Valdastico Sud, la statale
46 che porta all'alto vicentino,
e la Pedemontana, fondamentale per la zona del bassanese.
Questi sono i nodi da affrontare assolutamente", sottolinea Dissegna.
Giuseppe Dissegna (Ppe)
Non c'è però una contraddizione tra alcune dichiarazioni
d'intenti, ad esempio il fatto
di voler limitare lo sviluppo
di nuove aree industriali, e le
norme attuative, che invece
permettono
l'ampliamento
delle zone produttive? "Certe
cose possono apparire come
una contraddizione, ma il
piano non mira a risolvere
direttamente i problemi replica il consigliere del Ppe . Lo sforzo maggiore è nel cercare di proporre un salto di
qualità a livello culturale:
La Dal Lago e
le insidie della
Serenissima
segue dalla prima
In poche parole, se Manuela
Dal Lago è arrivata sulla
importante
plancia
di
comando della Serenissima
grazie alle sue grandi capacità di tessitrice di strategie,
passando
anche
dalla
'minaccia' di un'aggregazione politica nuova e trasversale agli schieramenti destra
- sinistra per la corsa alla
Provincia, è anche vero che
dovrà ora superarsi per
gestire e sviluppare una spa
fondamentale per lo sviluppo dell'area. Facendo sì le
cose giuste, ma dovendo
costantemente trovare l'assenso di chi oggi l'ha eletta
(enti pubblici, destri e sinistri) ma domani potrà
'dismetterla'. Con sul collo
la spada di Damocle che il
Governatore Galan non ha
rinfoderato e che il futuro
Sindaco di Vicenza (comunque sartoriano) non farà fatica a imbracciare. Vedremo
se Manuela - donna sicuramente forte, in tutti i sensi, a
cui dobbiamo augurare sinceramente le migliori fortune, se non altro per il bene di
una Vicenza sempre più
morente, fuori com'è dalle
vie di comunicazione - sarà
capace di smentire il detto
"promoveatur ut amoveatur" lavorando al meglio per
trovare costantemente tutti
gli equilibri necessari tra
pubblico e privato e tra le
varie e mutevoli anime del
pubblico, prima e dopo le
varie tornate elettorali.
Senza rimanerne bloccata. In
bocca al lupo.
Per il consigliere del Ppe Giuseppe Dissegna, il Ptcp aiuta a programmare la crescita in modo più razionale
"Un
salto
di
qualità".
Giuseppe Dissegna, esponente del gruppo di consiglieri
del Ppe a Palazzo Nievo, non
ha dubbi nel definire il Piano
territoriale di coordinamento
provinciale "un'opportunità:
un'occasione per cambiare
marcia nella programmazione
del territorio". E spiega. "Con
il ptcp la pianificazione è più
aderente alle esigenze locali:
il fatto che lo elabori la provincia, sentendo i comuni
interessati, favorisce da un
lato maggior contatto con le
realtà locali, dall'altro un
occhio di riguardo per l'interesse generale. E questo vale
per tutto, dalla viabilità, che è
sempre un argomento problematico, alla tutela del paesaggio, alla gestione delle aree
produttive". In altre parole,
con il nuovo piano, ogni
comune sarà obbligato a confrontarsi con la provincia e
con i paesi confinanti, e si
dovrebbe evitare che ognuno
decida per conto proprio,
magari facendo esattamente il
contrario di quanto fa il vici-
fuoco". A proposito: che ne
pensa della Manuela neo-presidente della Serenissima BresciaPadova? "Che vuole, siamo abituati ad avere una presidente di
Provincia che decide sulla viabilità autostradale essendo stata
anche consigliere d'amministrazione dell'autostrada…". Beh,
almeno questo conflitto d'interessi si chiuderà con le provinciali di fine maggio. In cui la
Rosato correrà per la riconferma.
8
fatti&notizie
21 APRILE 2007
Elezioni Provincia. Il candidato dell'Ulivo-Pd attacca la Dal Lago: "Si è preparata il posto in Autostrade Bs-Pd con soldi pubblici"
Collareda alla ricerca del Centro perduto
DI
ALESSIO MANNINO
Il baffuto uomo che
vedete qui a fianco è
il presidente della
Comunità Montana
Leogra-Timonchio
Pietro
Maria
Collareda, capogruppo della Margherita in Provincia e
neo-incoronato candidato dell'Ulivo
alle elezioni provinciali del 27-28 maggio prossimi. Sindaco dal '95 al 2005 di
Torrebelvicino, 51 anni, titolare di
un'agenzia di catering e di un'enoteca
all'ombra del duomo di Schio, da sommelier di mestiere ci somministra la
sua versione dell'"amaro calice" (parole sue) che ha dovuto bere mettendo la
faccia al disperato tentativo di dare
almeno un po' di filo da torcere al
favorito Attilio Schneck, il candidato
leghista scelto dalle segreterie del centrodestra.
E' stato issato sul podio più alto delle
primarie battendo di un soffio il collega capogruppo Diego Bardelli (Ds)
e distanziando il laico Matteo Quero
(Repubblicani Europei più Sdi), conquistando 1678 preferenze su un
totale di meno di 4 mila votanti ulivisti. Decisamente pochi, non crede?
Effettivamente a una prima considerazione potrebbe sembrare così. Ma
bisogna tenere conto del fatto che ci
sono stati appena quattro giorni per
lanciare le primarie, e ci ha giocato
contro anche una giornata stupenda,
soleggiata. Il dato diventa importante,
inoltre, se consideriamo che dall'altra
parte, nel centrodestra, c'è il buio, con
le solite manovre per individuare il
candidato. E poi è la prima volta che
succede di appellarsi ai cittadini per il
candidato alla Provincia.
Pietro Maria Collareda, capogruppo provinciale della Margherita
Il fattore tempo è stato certamente un
problema. Ma perché farle in fretta e
furia, queste primarie? E' sembrata
una cosa pro forma.
Il ritardo è stato dovuto al fatto che
solo nelle ultime ore si è chiusa la trattativa col Centro per un'alleanza in cui
loro volevano garantito un proprio
candidato per la presidenza. E' saltata
perché volevano escludere i Ds, ma
per noi della Margherita la strada è
tracciata, ed è quella dell'Ulivo per il
Partito Democratico.
Trattativa che conferma l'idea di una
preminenza ancora una volta data
agli accordi partitici rispetto alla consultazione della base.
Ma alle primarie ci doveva essere
anche un nome del Centro, perché le
primarie si sarebbero fatte in ogni
caso, come è avvenuto.
Un uomo di Carollo o dell'Udeur alle
primarie dell'Ulivo, di cui non fanno
parte?
Infatti la 'ruota di scorta' sarebbe potuta essere fare le primarie fra noi, ma
con un accordo preventivo per andare
insieme al ballottaggio, sempre che ci
si vada, chiaramente. E il ragionare sul
dopo, cioè sul secondo turno, è una
prospettiva che continuiamo a coltivare.
Il programma elettorale dell'Ulivo
terrà conto di questo sguardo verso il
Centro? Quando potremmo leggerlo,
visto che ancora non c'è?
Una prima bozza è già pronta, ci
vogliono ancora piccoli ritocchi, ma
sostanzialmente è quello. La prossima
settimana lo presenteremo agli elettori.
Quanti voti ruberà il Centro
all'Ulivo?
Certamente ne ruberà qualcuno, ma
saranno molti di più quelli che ruberà
al centrodestra. Noi avremo un travaso che cercheremo di stagnare, ma dall'altra parte avranno più problemi.
E la sinistra radicale, quanti ne prenderà dai Ds?
Avrà un buon risultato soprattutto per
l'effetto Dal Molin, senz'altro.
Realisticamente, come riuscirete ad
andare al ballottaggio, stretti in questa morsa?
Con una campagna elettorale capillare
che riduca l'astensionismo (non
dimentichiamo che la Provincia non è
molto conosciuta dagli elettori) e con
un programma con molti più sì che
no, avendo come cardine l'ambiente e
uno sviluppo equilibrato e dialogante
Manuela Dal Lago, presidente
uscente della Provincia
Stefano Stefani, il Che Guevara padano
Il senatore Stefano Stefani come Fidel
Castro? Stando al governatore del
Veneto Giancarlo Galan, sembrerebbe
proprio di sì. La sorpresa viene da un
involontario botta e risposta a distanza
fra il politico della Lega Nord e il presidente regionale di Forza Italia a cavallo
Il senatore Stefano Stefani (Lega)
fra il 3 e il 4 aprile, quando il primo si
scopre improvvisamente fautore del No
al Dal Molin americano, e il secondo gli
rende la pariglia iscrivendolo al club dei
dittatori rossi: "Quelli del No sono degni
di schierarsi solo dalla parte dei Pol Pot
e dei Fidel Castro, celebri campioni di
democrazia, libertà e tolleranza". Da un
campione dei toni misurati come Galan
ci si poteva aspettare questo e altro. A
nessuno sarebbe mai venuto in mente di
assistere alla giravolta anti-americana di
uno come Stefani, che fra rutti tedeschi e
casi diplomatici a mezzo stampa offre
sempre grandi scoop all'amato quotidiano del partito, La Padania: "Che vadano
a fare la nuova base in America. Gli
americani non possono non tenere in
conto i desiderata della gente, non sono
mica padroni a casa nostra. L'indotto?
Certi progetti non possono passare sopra
le nostre teste". La soluzione? "Siamo
sempre stati a favore del referendum, la
Lega è espressione di democrazia". Olè:
anni di adamantina coerenza filo-americana di una Lega tutta concretezza e
schei liquidati in poche striminzite righe.
Per carità, saranno pure parole a uso
interno, dirette a quietare lo scontento di
quei leghisti che ai colonnelli come
Stefani imputano la deriva berlusconiana e affaristica del Carroccio. Sarà anche
che Stefani avrà voluto cogliere l'ennesima occasione per smarcarsi dall'acerrima nemica Manuela Dal Lago, da sempre schierata per il sì alla Ederle 2 senz'altre remore che quelle sul suo posizionamento. Però, che diamine: Stefani
dovrebbe aver cura di scegliere meglio la
tempistica delle sue incursioni . Almeno
per non farsi dare del comunista da
Galan. Hasta la victoria siempre, compagno Stefani!
A.M.
verso enti e categorie economiche. E
poi contiamo sul caos dall'altra parte,
soprattutto in casa Udc. Un fatto che
potrebbe indurre qualche vicentino
della parte moderata del centrodestra
a votare per noi.
Quanto prende un presidente di
comunità montana, ente della
Provincia?
250 euro netti al mese, non contando
cioè i contributi pagati dall'ente.
In sede di bilancio 2007 aveva proposto un emendamento per dare 500
mila euro in più all'ente di cui lei è
presidente, e gliel'hanno bocciato. A
pochi giorni dalle primarie l'ha definito un ente superfluo e ne ha chiesto
l'abolizione. Una mossa elettoralistica?
Avevo chiesto che del 'tesoretto' di 1
milione e 700 mila euro di aiuti alle
imprese, tuttora inutilizzato, ne fossero girati 500 mila per cofinanziare progetti europei per la montagna, che
copre il 40% del territorio provinciale.
L'hanno bocciato esclusivamente per
una lettura partitica, perché a proporlo ero io e non, che so, uno della Lega.
Non è vero che è stata una mossa elettoralistica, è da mesi che pongo il problema di avere coraggio e di mandare
un segnale a Roma, cioè ai miei, al mio
governo.
Un caso simile, in quest'ottica, a quello della base Dal Molin. Nella
Margherita ci sono state le autosospensioni, Variati si è fatto latore
televisivo della protesta, altri sono
apertamente per il sì. Qual è la soglia
per uscire da un partito che appoggia
un governo che delude i vostri elettori?
Io ero contro il Dal Molin, così come lo
è il mio partito in consiglio comunale a
Vicenza, ma la pluralità ha fatto sì che
ognuno esprimesse il suo parere. E'
stato un clamoroso errore da parte del
governo, ma io ne farei un altro se
dicessi: lavorerò perché Prodi cambi
idea. Niente lusinghe. La soglia? Che
faccio, vado nel centrodestra? L'unica
via d'uscita è rivedere i trattati, dovremo diventare pure un giorno padroni
del nostro futuro, dopo sessant'anni.
Prima diceva dell'ambiente come
cardine del vostro programma. Ma
voi avete votato con la maggioranza
una variante al Ptcp, l'articolo 16 ter,
che dà licenza di ampliare le zone
industriali grazie a un non meglio
precisato criterio della "eccezionalità".
Allora, il Ptcp fotografa una situazione
di grande tensione sul territorio:
abbiamo costruito il costruibile. Ma
mentre la relazione è condivisa, le
norme tecniche sono fonte di confusione. Il blocco a nuove costruzioni c'è,
ma l'economia deve andare avanti,
per questo abbiamo votato in particolare quell'articolo. L'eccezionalità sta
nel fatto che se un'azienda è costretta a
spostarsi perché ha bisogno di più
spazio, deve accollarsi spese e lungaggini. Il sindaco allora fa una proposta
precisa sulla base di un piano industriale trasparente. E' un modo per
riconoscere all'ente locale la facoltà di
decidere.
Che ne pensa della Dal Lago presidente della Serenissima Autostrade?
Le ho mandato un biglietto con scritto
"Auguri Presidente". E' un fattore
positivo per la nostra provincia, e mi
aspetto un occhio di riguardo al nostro
territorio. Registro però che il suo interesse, per esempio acquistando più
quote nell'azionariato della società, era
finalizzato a questa presidenza.
Insomma, una cosa pro domo sua. Il
suo conflitto d'interessi è stato un fatto
che abbiamo sottolineato più volte, ma
io critico l'interesse personale, non che
ora sia lì.
9
fatti&notizie
21 APRILE 2007
Il sindaco Scalabrin: “Non mi chiedo mai se una decisione è di destra o di sinistra”
Traffico, stranieri e cemento:
tutte le sfide di Montecchio
LUCA MATTEAZZI
Ventitremila residenti, un migliaio
in più di Thiene e
quasi
duemila
meno
di
Arzignano, un'impresa ogni 10 abitanti, equamente distribuite tra
agricoltura, industria, commercio
e servizi, volumi di traffico da
grande città e una percentuale di
immigrati che arriva ormai a sfiorare il 15 per cento della popolazione. Montecchio Maggiore, il
paese dei castelli di Romeo e
Giulietta, è oggi uno dei centri più
dinamici della provincia. Un
paese cresciuto in modo frenetico
e spesso disordinato a ridosso di
un crocevia strategico per tutto
l'Ovest vicentino, con tutti i vantaggi e i problemi che questo comporta. Ne sa qualcosa Maurizio
Scalabrin, da quasi tre anni sindaco di centrosinistra del paese di
Villa Cordellina, che si è subito
trovato tre grosse gatte da pelare.
La prima, il fiume di oltre 100
mila veicoli al giorno causato
dalle 3 strade statali e dalle 4 provinciali, "che tagliano il paese a
fettine, e lo rendono poco tranquillo e poco ordinato"; la seconda, il proliferare di cantieri ereditati dalla precedente amministrazione: "nel settembre del 2004 ce
n'erano una trentina di aperti"; la
terza, il boom di stranieri conosciuto tra il 2000 e il 2005, "con
tutte le difficoltà che questo comporta, perché i percorsi di inserimento non sono immediati,
Maurizio Scalabrin,
sindaco di Montecchio
soprattutto quando lingua, tradizioni e religione sono diversi".
Già gli immigrati. Qualcuno ha
paragonato il centro di Alte alla
padovana via Anelli.
Questo è esagerato, siamo agli
antipodi, come situazione.
Però c'è un problema di concentrazione in alcune zone del
paese.
Questo è vero. Del resto ad Alte
c'erano le case costruite per gli
operai delle fabbriche, case vecchie che i proprietari hanno preferito vendere piuttosto che ristrutturare. E hanno venduto prima di
tutto agli stranieri, disposti a vivere in condizioni che gli italiani
non avrebbero accettato. Quindi
la concentrazione c'è, ma le persone che abbiamo in paese sono
molto tranquille, e infatti non ci
sono stati episodi clamorosi di
risse o altro, forse anche perché
l'etnia prevalente è quella bangla, che non crea particolari
problemi. Se, metti caso, ci fossero 500 indiani e 500 pakistani invece di mille bengalesi, le
cose sarebbero diverse. Anche
per la prostituzione, le ragazze
vengono tutte da fuori.
Voi però avete messo i divieti di transito notturni in alcune vie per limitare il fenomeno delle lucciole. Funziona?
Funziona. Ovviamente nelle
vie dove c'è il divieto.
Come dire che il problema si
sposta da un'altra parte.
È inevitabile. Del resto neanche Nostro Signore è riuscito
ad eliminare la prostituzione,
se non in un caso. Cosa può
fare il sindaco di Montecchio?
Ritornando agli extracomunitari,
c'è chi vi accusa di avere una
politica troppo favorevole nei
loro confronti.
Facciamo tanti errori, ma non
questo. Al contrario, stiamo cercando di limitare la presenza straniera, tanto che nel 2006, per la
prima volta, il saldo migratorio è
stato negativo. Nel senso che la
crescita è dovuta alle nascite, non
agli arrivi da fuori. E vorrei ricordare che il boom maggiore c'è
stato quando i sindaci erano di
Lega e Udc, così come sono stati
loro a consentire che la moschea
di Alte prendesse vita di fianco
alla chiesa.
Altro tema caldo, la viabilità. Lo
snodo di Alte è considerato uno
dei punti neri della viabilità provinciale. Come risolverlo?
Sono contento che sia considerato
di carattere provinciale, perché
deve essere la Provincia a darmi
una mano per risolverlo. Con l'apertura della nuova tangenziale si
sono risolti molti problemi, e
adesso bastano 5, massimo 10
minuti per fare un tratto che
prima ne richiedeva anche 30 o
40. Restano gli 800 metri dalla statale 11 al casello: anche stamattina
mi è arrivata una lettera di una
signora che mi chiede di fare qualcosa perché ci ha messo mezz'ora
per fare quel tratto di strada. Lì
noi
chiediamo
che
sia
l'Autostrada a fare la bretella
necessaria. C'è già il progetto esecutivo, servono le risorse e la
volontà. Ma questo è tutto in
mano alla Dal Lago, a Chisso e a
Di Pietro.
In che senso?
Perché per fare la bretellina
l'Autostrada vorrebbe il rinnovo
della concessione, mente Di Pietro
è contrario e vorrebbe fare la gara. ragioni, la prima è una frase fatta.
Io credo che la Dal Lago, se non si Mentre alla Ceccato oggi c'è solo
fa prendere da logiche partitiche, cemento, alla fine ci saranno spazi
possa dare un grosso contributo.
verdi e parcheggi: è un intervento
A proposito, come è la vita di un migliorativo. Ripeto, era un'opesindaco di centrosinistra in una razione già decisa 15 anni fa: noi
Provincia e in una Regione di siamo riusciti a far ridurre di 50
centrodestra?
mila metri cubi l'edificazione, e
Io amministro un comune dove abbiamo ottenuto la bonifica delalmeno la metà dei residenti non l'area, e opere pubbliche per 12
ha votato per il centrosinistra. milioni di euro. È utopico pensare
Come io non chiedo a chi mi sot- che lì si possa buttare giù tutto e
topone un problema se è di destra ripulire.
o di sinistra, lo stesso dovrebbero Alla Faeda e all'ex Boom, invece,
fare Provincia e Regione, se non cosa si farà?
altro per quella metà di paese che Per la Faeda c'è un indirizzo comvota centrodestra.
merciale e direzionale, ma i tempi
Non c'è una contraddizione nel sono lunghi. Al Boom i lavori
portare avanti un programma di potrebbero partire nel giro di
centrosinistra e al tempo stesso qualche mese. Faranno 4 negozi
cercare accordi con istituzioni da mille metri quadrati l'uno.
governate dalla destra?
Vale lo stesso discorso fatto per la
A volte scattano di questi mecca- Ceccato: non ha senso pensare
nismi. Personalmente, io cerco di che quelle aree rimangano come
avere buoni rapporti con tutti: con sono ora. Il paese si rinnova, e si
il consigliere regionale di Forza Italia
Giuliana Fontanella,
ad esempio, abbiamo fatto molte iniziative comuni. Con
Finozzi e Franco,
della Lega, c'è un
rapporto corretto.
Con la stessa Dal
Lago, quando possibile, abbiamo collaborato, anche se ci I castelli del comune vicentino
sono questioni, come
villa Cordellina, dove abbiamo cerca di migliorare.
posizioni diametralmente oppo- Resta il fatto che, sempre guarste. Io cerco di mantenere gli dando al caso Ceccato, il privato
impegni del programma: qualcu- inquina e poi il pubblico si
no mi giudica uno di destra pre- accolla i costi di bonifica, contegstato alle sinistre, altri mi conside- giati come opera pubblica.
rano succube dei comunisti. Ma Questo discorso ha senso se fin
per me se una misura sia di destra dall'inizio fai un accordo per cui
o di sinistra è davvero l'ultimo dei l'area è da riconsegnare vergine,
problemi.
come avviene per le cave. Ma se si
Cambiando argomento, il riuso deve fare i conti con inquinamendelle aree dismesse è una delle ti partiti 50 o 60 anni fa, con legissfide
del
vicentino:
a lazioni completamente diverse, la
Montecchio ce ne sono di enor- cosa è complessa. Sarebbe come
mi, come la ex Ceccato, di cui è chiedere ad un ragazzo di saldare
appena stato approvato il piruea, i debiti del nonno.
l'area Faeda, quella dell'ex disco- Ultima questione. La centrale:
teca Boom. Che se ne farà?
un argomento chiuso?
Precisiamo subito che sono tutte Purtroppo no, è ancora apertissiaree che avevano già un indirizzo mo. Siamo in attesa di una delibeurbanistico, e su cui noi non pote- ra regionale che recepisca le indivamo agire con risultati eclatanti, cazioni della commissione di
perché c'erano già diritti acquisiti. valutazione dell'impatto ambienNel caso della Ceccato, oltre 200 tale. Senza quella delibera la quemila metri cubi di edificazione. stione non può considerarsi forPer qualcuno una colata di malmente chiusa, e rimane una
cemento, per altri un progetto situazione pericolosa.
che aveva senso 15 anni fa, ma Perché la delibera non arriva?
che non lo ha adesso.
Forse perché Scalabrin non fa
La seconda obiezione ha delle rima con Galan.
10
alto vicentino
21 APRILE 2007
Dopo anni di abbandono, potrebbe sbloccarsi presto lo stallo del palazzo ex Volare nel centro di Thiene. Ma le incognite sono ancora tante
Volare, il ritorno della sede fantasma
DI
LUCA MATTEAZZI
Ogni volta che
passano per il
centro i thienesi
se lo ritrovano
sotto gli occhi,
nascosto solo da
un grande cartellone pubblicitario di una compagnia aerea che non c'è più.
Un grande scheletro di cemento, un palazzone incompiuto
nel cuore della città, a due
passi, letteralmente, dal castello che fu dei Colleoni, dalla
sede del Municipio e dalle
piazze più frequentate. Quella
che doveva essere la nuova
sede della compagnia low-cost
Volare, è lì dal 2004 a ricordare
il tracollo del sogno targato
Zoccai& Soddu. Abbandonata
ancora prima della tempesta
giudiziaria, la sede è rimasta al
grezzo, senza vetri, senza
porte, e ovviamente senza
quelle finiture di grande pregio che avrebbero dovuto essere il fiore all'occhiello della
società che voleva fare concorrenza ad Alitalia. Qualcosa,
però, potrebbe sbloccarsi presto, dopo che in questi anni le
voci attorno al futuro dell'edificio si sono rincorse più volte.
La storia comincia nel 2001,
quando il comune concede
una concessione edilizia intestata alla ditta thienese Le
Piazze srl. Il progetto prevede
una palazzina di 4 piani, tutta
destinata ad uffici, con al centro un "torre" leggermente più
alta, e due piani di parcheggi
interrati sotto il livello del
suolo. I lavori partono regolarmente, ma nel frattempo la
concessione viene girata alla
"Locat", società di leasing del
gruppo Unicredit a cui è legata
anche la compagnia aerea che
in quegli anni si sta conquistando spazi importanti sul
mercato dei voli low cost. E
infatti il cantiere è gestito proprio da Volare, anche se la concessione rimane sempre nelle
mani della "Locat". "Tutti i permessi sono intestati alla Locat,
il referente è sempre stato
quello",
confermano
dal
Comune.
Per un paio d'anni o poco più
tutto procede per il verso giusto. Poi, tra il 2003 e il 2004, le
voci sul pesante indebitamento della società, il trasferimento della sede operativa in
Lombardia e, ultimo ma non
ultimo, l'esplosione della
L'edifico che apparteneva a Volare. Molti i segnali per un suo
prossimo completamento
vicenda giudiziaria, bloccano
Volare e fanno arenare anche il
progetto della nuova palazzina nel cuore di Thiene. La concessione decade nel luglio
2004, e da allora, nel cantiere
tutto è rimasto fermo.
Qualcosa, invece, si è mosso
nei corridoi della politica e nei
salotti dell'economia. L'ex
palazzo di Volare, grande,
spazioso e in una posizione
strategica, può infatti far gola a
molti, e le voci su un suo possibile riutilizzo spuntano ad
intervalli più o meno regolari.
Ad un certo punto è il Comune
stesso ad interessarsi all'acquisto della sede, con l'obiettivo
di trasferirvi tutti quegli uffici
oggi sparsi ai quattro angoli
della città. "Poteva essere la
soluzione ottimale: riunire in
due sedi vicine la sede municipale e gli uffici poteva avere
notevoli vantaggi - conferma il
vicesindaco e assessore ai
lavori pubblici Roberto Frau -,
ma non a quei prezzi. Ci
hanno chiesto il doppio rispetto
alla
valutazione
dell'Agenzia del territorio".
Dopo un iniziale momento di
ottimismo, la trattativa si
impantana proprio sulle questioni economiche. Le richieste
della Locat - si parla di circa 7
milioni di euro -, alla fine vengono giudicate decisamente
eccessive, e il progetto viene
lasciato cadere. Di nuovo tutto
fermo, dunque, complice
anche l'avvicinarsi della scadenza del mandato amministrativo (a Thiene tra un mese
si voterà per il nuovo sindaco).
Qualche mese fa, però, è la interrogativi sono molti. A
Locat, a farsi avanti, chieden- chi? Per farne che? A che prezdo al Comune di sanare alcune zo? Finché i privati mantengosituazioni che nel palazzo no, come hanno fatto finora, il
costruito non coincidono con il riserbo, difficile dare risposte.
progetto originario, in partico- Di certo c'è che, una volta comlare per quanto riguarda le pletata la sanatoria, chi acquidimensioni dei parcheggi sterà l'area potrebbe finalmeninterrati (ne sono stati realizza- te portare avanti il progetto
ti più di quanto consentito).
originario. Se invece si volesse
Anche senza conferme ufficia- cambiare destinazione, e ad
li, una mossa di questo tipo esempio trasformare il comrivela chiaramente che la pro- plesso da direzionale a resiprietà si sta muovendo per denziale, la strada obbligata è
mettere sul mercato lo stabile. quella della variante. E qui si
La "sanatoria", tuttavia, si rive- riaprono anche i margini di
la alquanto laboriosa: per contrattazione con il Comune.
avere le carte in regola ci La grande incompiuta ha le
sarebbe da pagare una sanzio- ore contate?
ne di mezzo milione
di euro, e alla fine la
Locat decide di
sanare le incongruenze minori (e
per questo sta ottenendo il necessario
titolo edilizio) e di
cedere invece gratuitamente al comune i parcheggi in
eccesso,
cessione
approvata la settimana scorsa dal
consiglio comunale.
Adesso rimangono
solo una serie di
passaggi burocratici
da completare. Poi
la Locat potrebbe,
teoricamente ven- La sede del comune a Thiene.
dere l'area. E qui gli A due passi dall'edifico incompiuto
11
alto vicentino
21 APRILE 2007
Mancano risorse e personale: in tutta la provincia la situazione è critica. E a rischio ci sono velocità e sicurezza degli interventi
Pompieri spompati, 115 a corto di fondi
ANDREA ALBA
Qui Vicenza: liquidità agli
sgoccioli
Unità operative sott'organico
almeno del trenta percento,
bollette di Aim e di Telecom
che, data la carenza di liquidità, non si pagano da un anno
e mezzo a questa parte e che
ad oggi hanno raggiunto l'importo di 200mila euro, e per di
più gasolio e benzina che, formulando una previsione ottimistica, basteranno a muovere i mezzi di servizio appena
fino a fine maggio, primi di
giugno. Per non parlare poi
delle autofficine da saldare.
"E' una situazione drammatica quella che registrano, da
qualche anno a questa parte, i
vigili del fuoco che operano
sul territorio provinciale ammette Daniele Nodari,
delegato sindacale della Cisl lacune, quelle economiche ed
organiche,
determinate
soprattutto dalla classificazione in cui ci troviamo, ferma
ad una trentina di anni fa:
siamo paragonati ai comandi
di Asti o Alessandria, quando
invece siamo più vicini a realtà quali Padova e Verona registrando addirittura più interventi rispetto a quest'ultime.
Il fatto di essere la prima provincia per densità industriale,
la terza dopo Torino e Milano,
porta ad un ulteriore incremento di lavoro senza però
poter contare su uomini e
finanze: ormai è emergenza"
continua il referente sindacale
che traccia un eloquente quadro della situazione snocciolando anche delle cifre. "Se
nel 2003 ci erano stati assegnati, per il capitolo di spesa
che riguarda automezzi, relative manutenzioni, acquisto
di gasolio e benzina, 320mila
Fondi insufficienti: di questo passo i vigili del fuoco vicentini
rimarranno pure senza scarpe
euro, nel 2007 la cifra complessiva che verrà destinata a
Vicenza è pari a 120mila euro.
L'anno scorso abbiamo speso
132mila euro solo per gasolio
e benzina. Facendo i calcoli a
giugno avremo già difficoltà a
muoverci, non avendo la
liquidità per pagare appunto
gasolio e benzina ma anche la
riparazione dei mezzi".
La conferma arriva anche dal
comandante
provinciale
Paolo Maurizi: "Sì è vero,
siamo in arretrato coi pagamenti delle bollette di circa
sette-otto mesi: l'importo
attualmente è inferiore ai
200mila in quanto una decina
di giorni fa il Ministero ha
provveduto ad accreditarci
50mila euro, importo col
quale abbiamo saldato solo
una parte delle fatture cadute
in morosità. Ora contiamo di
ottenere un nuovo accreditamento, entro maggio, col
quale salderemo ulteriori
importi ad Aim e Telecom continua -; purtroppo i capitoli di spesa hanno subito dei
tagli del 30 percento rispetto
al 2006 mettendoci così in dif-
I Vigili di Schio durante una manifestazione.
Per eventi ed emergenze non ci sono abbastanza uomini
ficoltà: il problema riguarda il
prossimo futuro, probabilmente già a settembre la
situazione, che non è esclusiva di Vicenza, peggiorerà in
modo determinante sull'impegno quotidiano delle squadre impegnate sul territorio
locale". Ecco che allora con
210 unità operative, contro le
527 previste sulla carta, con
una squadra per turno con 4 e
non 6 uomini, risulta difficile
far fronte a tutte le chiamate
di intervento. "Deve essere
anche il cittadino ad interessarsi di questa emergenza - fa
sapere Nodari, caposquadra
esperto - gli interventi al privato infatti, anche minimi,
vengono dirottati altrove. Un
esempio tra tutti: non siamo
più noi ad occuparci delle
aperture porte".
Qui Alto Vicentino: la manichetta è corta
La situazione nel Comando di
Vicenza è stata descritta, a più
riprese pure sui giornali,
come grave. Ma come si suol
dire, "se Atene piange Sparta
non ride": anche nei 5 distaccamenti della provincia la
situazione non è rosea.
Uomini, uomini, uomini.
Questa è la vera necessità, l'emergenza nei distaccamenti
dell'Alto Vicentino. Schio e
Asiago, ma volendo anche
Bassano, Arzignano e giù fino
a Lonigo: dappertutto ti fanno
notare come nei turni in cui
normalmente
dovrebbero
esserci 7 vigili del fuoco poi di
fatto ce ne siano 5, a volte 4. E
si arriva al paradosso di
dover chiamare altre squadre
da distaccamenti lontani, con
difficoltà e tempi allungati
all'infinito, per interventi che
una sola squadra, se a pieno
regime, potrebbe affrontare
da sola e in tranquillità. Come
è accaduto nei giorni scorsi
per un incendio in un sottotetto in Valsugana: in quel
momento nel distaccamento
di Bassano c'erano solo 4
uomini, che si sono precipitati sul posto con un mezzo. Ma
non era sufficiente, ci voleva
più personale per operare in
sicurezza: i vigili del fuoco
hanno quindi dovuto richiamare 1 (uno) pompiere volontario da Feltre, giunto con
un'autobotte, e altri 4 da
Vicenza con l'autoscala. Il
distaccamento di Schio, per
parte sua, ha la fortuna di
avere una struttura moderna.
E grazie, l'ha pagata il
Comune di tasca propria 13
anni fa, e l'amministrazione
provvede tuttora a coprire
parte delle spese: ad aspettare
lo Stato probabilmente anche
i pompieri scledensi sarebbero stati ben freschi. Peraltro i
problemi non mancano lo
stesso. Il distaccamento scledense copre 35 comuni, da
Isola ai confini col Trentino, e
da Breganze fino a Cornedo e
Recoaro, via traforo. Sono
previsti 4 turni giornalieri con
7 uomini per turno, ma essendocene troppo pochi i vigili
presenti superano costantemente le 36 ore settimanali
previste. E siccome lo Stato
non paga gli straordinari, i
pompieri scledensi se li fanno
restituire con ore di recupero.
Poi c'è costantemente qualcuno in ferie (quelle dovute,
maturate per diritto): succede
allora che su sette effettivi di
fatto ce ne siano 5, o 4. Come
si fa a coprire questi buchi?
Semplice, si ricorre ai volontari. Su cui ritorneremo poi,
intanto vediamo come vanno
le cose ad Asiago: lì la sede di
via Dell'Aeroporto è statale,
ma non sembra registrare particolari inconvenienti. Il problema è sempre quello, non
c'è gente. Di fatto per ogni
turno c'è sempre un pompiere
che viene su da Vicenza, per
arrivare al numero minimo
per formare una squadra di 6.
E ad Asiago c'è, sempre,
anche un pompiere volontario. Come funziona per loro?
E' una categoria che, secondo
gli stessi vigili del fuoco,
potrebbe essere valorizzata
molto di più. Il volontario
viene richiamato di 20 giorni
in 20 giorni, e ha degli orari di
reperibilità. Ma, pur essendo
reperibile, viene pagato solo
se effettivamente chiamato.
Nell'Alto Vicentino c'è una
sede con 30 ausiliari a Thiene,
con una prima partenza e
un'autobotte di rinforzo, e ne
verrà creata presto un'altra a
Recoaro. Ovviamente, più
partecipano in azioni e vengono formati, più queste figure di ausiliari sviluppano
competenza. E' intuibile però
come sia una carriera malata
di precariato, soprattutto in
una provincia in cui dalla fine
degli anni '70 non viene più
assunto nessun permanente. I
buchi nel sistema stanno
diventando voragini, e ormai
passione e buona volontà non
sono più sufficienti a coprirle.
12
altopiano
21 APRILE 2007
Storia dell'associazione che si batte per gli ospedali dei Sette Comuni. E che ha fatto cambiare idea a Galan & Co.
Dalla "Calata dei cimbri" al referendum,
il Comitato delle mille battaglie
BEPPA RIGONI
Dopo dieci anni in trincea a difesa degli ospedali e della salute
dei cittadini, adesso, forse, il
Comitato tutela Altopiano può
concedersi il lusso di brindare.
Ma partiamo dall'inizio. Già nel
'95, in Altopiano correva voce
di un possibile declassamento
delle strutture sanitarie sul territorio: l'Ospedale Civile e
l'Istituto di Mezzaselva. Il senso
diffuso di precarietà portò un
gruppo di cittadini a confrontarsi sulla questione e poiché, se
non le si dà veste legale, la "vox
populi" resta inascoltata, nel '96
il gruppo decise di costituirsi in
Associazione col nome di
"Comitato Tutela Altopiano". Lo
statuto
recita
così:
"L'Associazione no-profit e apolitica, con sede ad Asiago, presso la Comunità Montana, ha
come obiettivo la difesa e il
potenziamento dei servizi sociosanitari presenti sul territorio, lo
sviluppo delle professionalità
sanitarie, la tutela della qualità
della vita di anziani e fasce
deboli, la salvaguardia degli
antichi Usi Civici a favore dei
cittadini."
Il primo direttivo, in carica per 2
anni, ebbe come presidente
Lorenzo Pinaroli, ex-Sindaco di
Asiago e come vice, l'attuale
Presidente, Eugenia Barbierato
(nota a Vicenza in quanto infermiera professionale specializzata, caposala e responsabile della
sterilizzazione dell'Ospedale S.
Bortolo, oltre che per le attività
nel Volontariato e nel Consiglio
Comunale di Vicenza, anche
come Assessore). Nel direttivo
del comitato entrano rappresentanti di tutti i Comuni: quattro
La presidente del "Comitato tutela altopiano" Eugenia Barbierato e
l'assessore ai servizi sociali di Asiago, Diego Rigoni
per Asiago, tre per Roana, due
per Gallio, uno a testa per
Rotzo, Foza, Conco, Enego e
Lusiana; più uno in rappresentanza dei non residenti, per un
totale di 15 membri.
Appena costituito, il Comitato
iniziò a relazionarsi con i vertici
della sanità regionale (in particolare con la V Commissione),
esprimendo la volontà di mantenere lo "status quo" e portando
puntualmente a sostegno delle
proprie rivendicazioni la peculiarità del territorio, una zona
disagiata di montagna. La gente
dell'Altopiano venne invece
definita dalla Regione "popolazione sparsa", visto che c'è una
densità di meno di 70 abitanti
per chilometro quadrato; motivo per cui si arrivò al paradosso
che le nostre strutture sanitarie,
poste oltre i 1000 metri, non
potevano essere considerate "di
montagna" e godere di privilegi
e tutela, mentre gli ospedali di
Feltre e Belluno, situati a bassa
quota, sì!.
Un'Asiago più a misura d'uomo, grazie ai dieci anni di attività
del gruppo
Ebbe così inizio una sistematica
spoliazione delle cosiddette apicalità, cioè di quei servizi di alta
qualità guidati dai primari: l'operazione interessa Pediatria,
Ostetricia,
Ortopedia,
Radiologia,
Psichiatria,
il
Laboratorio
analisi
e
Neuroriabilitazione dell'Istituto
di Mezzaselva. Secondo l'allora
dirigente della dell'Ulss 3
(Asiago e Bassano), Ermanno
Angonese, per garantire il più
alto standard di cura andavano
premiati i centri di eccellenza
della pianura, a scapito dei piccoli ospedali sparsi sul territorio.
La cosa può anche essere plausibile, visto il
continuo taglio di fondi
destinati alla Sanità,
finanziaria dopo finanziaria, ma bisognava e
bisogna fare dei distinguo: l'Altopiano è morfologicamente isolato e
sprovvisto di un'adeguata rete di servizi
pubblici, oltre che soggetto per molti mesi a
condizioni
meteo
rischiose per il trasporto
in ambulanza.
L'Ospedale
doveva
rimanere, ma qui ce n'erano due! L'Istituto di
Mezzaselva divenne
così la vittima sacrificale, ma solo dopo aver
speso oltre 12 milioni di
euro per ristrutturarlo,
prima che i tecnici si
accorgessero che era
fuori
mano!
(Depauperato
nel
2001/2002 del reparto
di Neuroriabilitazione,
che forniva il 70% del
fatturato, tenerlo aperto
non aveva più senso). Ma andiamo con ordine: siamo nel '99,
l'anno caldo del Comitato e questa scelta non è ancora in atto. Il
Comitato decise di informare e
coinvolgere la popolazione a
recarsi in Piazza San Marco a
Venezia per manifestare contro
le decisioni regionali. Partirono
in 3.000, su 32 pullman, evento
noto come"la calata dei cimbri":
sindaci con fascia tricolore in
testa, rappresentanti di categoria, gente comune. Le Autorità,
vennero ricevute a Palazzo
Ferro-Fini in quinta commissione dal presidente regionale
Galan, dove molti furono i
discorsi in politichese. È di
dopo, infatti, la modifica di alcuni primariati articolandoli su
due sedi (primario in sede a
Bassano e una tantum presente
ad Asiago). Venne invece bocciata più volte con voto palese,
la richiesta in Regione di salvaguardia degli ospedali di montagna. Nel 2000 il comitato, speranzoso, parlò della questione
anche con Massimo Cacciari,
all'epoca candidato alla presidenza della Regione.
Successivamente, a forza di
lotte, proteste, lettere, incontri, il
vento iniziò a cambiare anche in
Regione (c'entra per caso il
Referendum?), anche grazie alla
sensibilità del nuovo Direttore
Generale dell'Ulss Giuseppe
Simini, che volle il nuovo Pronto
Soccorso e l'eliporto, terminati
per l'Adunata degli Alpini del
maggio scorso. Traspare oggi,
dai vertici della azienda sanitaria locale, la precisa volontà di
costruire una nuova ala ospedaliera, invece di ristrutturare il
fatiscente edificio anni '50, a
parità di costo: circa 25 milioni
di euro. L'Ulss. 3, una delle
poche in Italia col bilancio in
attivo, si impegnerà a coprire la
spesa per il 50% con un mutuo
trentennale, se la Regione si sobbarcherà l'altro 50. La risposta
positiva è appena giunta da
parte dell'Assessore Regionale
alla Sanità, Flavio Tosi, che ha
finalmente definito l'Altopiano
"area di montagna"!
Ma la combattiva Presidente del
Comitato, durante l'ultima
assemblea del 15 aprile, ha chiesto di "vedere le carte" prima di
brindare e ha richiesto anche,
maggior sostegno per il
Comitato da parte di tutti gli
attori sul territorio. Altrimenti
lascia. L'auditorio, preoccupato,
l'ha invece pregata di rimanere
fino a settembre e molti dei presenti, han subito posto la loro
candidatura per l'elezione del
prossimo direttivo.
SUPPLEMENTO
DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
Minetti allo sprint finale,
una settimana di fuoco
a pagina 15
Baseball, i ragazzi
del "batti e corri"
a pagina 17
Un vicentino negli Usa,
al via i playoff Nba
a pagina 18
I fiori della Primavera
sbocciano in prima squadra
a pagina 19
Anno 2 nr. 13 - Sabat0 21 aprile 2007 Supplemento al numero 55 del settimanale VicenzaPiù
Derby di lusso tra le vicentine dell'hockey in line. Caoduro Diavoli Vicenza,
alla terza stagione nella massima serie, ritrova nella semifinale i "cugini"
dell'Asiago Vipers. Come nel 2005
Scontro al vertice
DI SABRINA NICOLI
Il verdetto di
gara 2 dei
quarti
di
finale per i
play off scudetto ha confermato
i
pronostici con il passaggio
in semifinale di Caoduro
Diavoli Vicenza e Asiago
Vipers Tegola Canadese,
per un derby che si preannuncia emozionante.
I biancorossi si sono confermati squadra compatta
e
competitiva
contro
Milano 24, formazione
ostica e mai doma, vincendo prima in trasferta per 82, su una pista che ha
messo in difficoltà tutti gli
avversari, e poi conquistando bottino pieno
domenica scorsa in casa
con il risultato di 9-3, al termine di una gara combattuta da entrambe le formazioni nel primo tempo, ma
a senso unico nella seconda frazione di gioco. Gli
asiaghesi hanno liquidato
la pratica Draghi Torino
senza troppe difficoltà con
il risultato di 9-1, permettendosi anche di lasciare a
riposo alcune pedine
importanti della squadra e
praticando il turn over,
vista
l'abbondanza
a
disposizione del tecnico
Cristian
Rela.
Soddisfazione per i Diavoli
che hanno così centrato l'obiettivo stagionale, ma che
vogliono continuare a
sognare e non hanno nessuna intenzione di rendere
la vita facile agli avversari.
Facciamo il punto della
situazione con il coach
Alessandro Corso, al suo
secondo anno sulla panchina del Vicenza.
"I ragazzi stanno bene, li
vedo bene e in forma, dal
punto di vista atletico, dichiara il mister bianco-
rosso -. In settimana
abbiamo lavorato di
più per arrivare
pronti all'impegno e
penso che potremo
dire la nostra, soprattutto non dobbiamo
assolutamente partire già sconfitti". Ma
trovarsi in semifinale
contro i Vipers, che
negli ultimi anni si
sono
aggiudicata
tanti titoli e trofei,
può
demotivare?
"Dobbiamo lavorare
e prepararci anche
del punto di vista
delle motivazioni spiega Corso -. Il
rischio di sentirsi già
sconfitti in partenza,
soprattutto per i più
giovani o i meno
esperti, esiste, però
dobbiamo superarlo
e pensare solo a giocare. Secondo me
possiamo giocarcela
fino alla fine, basta
che diamo il massimo e stiamo concentrati
sulla
gara.L'Asiago è sicuramente forte, non
sappiamo di preciso Mirko Ceschini della squadra dell'Altopiano. Si attende uno
quale sarà la forma- scontro di classe con la squadra del capoluogo
zione che affronteremo, dal momento che
hanno una rosa molta
ampia e mister Rela ha a
disposizione varie soluzioni, ma noi dobbiamo solo
pensare a giocare come
sappiamo, iniziare bene e
crederci fino in fondo. Poi,
come si dice, …vinca il
migliore". L'appuntamento
per il primo atto della
semifinale dei play off scudetto fra Caoduro Diavoli
Vicenza e Asiago Vipers
Tegola Canadese, è per
domenica 22 aprile alle ore
19.00, al pattinodromo di
Viale Ferrarin (Vicenza).
L'altra semifinale in programma è fra Lions Arezzo
ed Edera Trieste
21 APRILE 2007
14
Basket c1 maschile. L'allenatore Fedrigo: "È fondamentale arrivare in forma ai playout"
Vbg, campionato all'ultimo atto
lone di quest'ultima, forti anche di
una 30ma giornaUltima di camta semplice in casa
pionato
per
i
con il retrocesso
ragazzi di Cristin
Arzignano. I bianFedrigo
sabato
corossi si sono
alle
21.00
a
battuti con coragVerona contro il
gio e per alcuni
S. Zeno. Partita
tratti hanno conimportante per i biancorossi
dotto l'incontro,
che cercheranno di recuperare
senza però riuscidue punti e di puntare al decire mai a distanziamo posto, una buona posiziore gli avversari,
ne per i prossimi playout.
complici
troppi
Intanto i vicentini devono
errori in attacco e
registrare un'altra sconfitta
dalla lunetta. Ora
nel penultimo turno contro
il Vbg è atteso,
Forgiatura Marcora Legnano,
sabato alle 21, a
seconda forza del campionato,
San Zeno per l'ulche non ha certo reso la vita
timo
incontro
facile a capitan Campiello e
della regular seacompagni. Una battuta d'arreson contro la terza
sto che però si ferma sul parin classifica. A
ziale di 74 a 78. Lo scontro ha
complicare la vita
comunque prodotto una delle
ai
biancorossi
più belle partite viste quearriva anche la
st'anno al PalaLaghetto tra
vittoria
di
due squadre che non dimoContro il Legnano una delle più belle
Calolziocorte, che
stravano affatto la marcata
partite viste al PalaLaghetto
affianca i biancodifferenza
in
classifica.
All'andata i vicentini erano Dicevamo di una sconfitta rossi a 22 punti e vincendo a
tornati a casa con un netto 88- amara dal Vbg, che ha fatto Cernusco potrebbe scavalcarli
66, ma il Vbg del girone di soffrire la vicecapolista ma se il Vbg cedesse contro i forti
ritorno è un'altra cosa rispetto non è riuscito riesce a farle lo veronesi.
a quello della prima metà del sgambetto. I lombardi, infatti, "Devo dire che siamo riusciti a
campionato, e ora dovrà tirare dopo la sconfitta di Cremona, giocare una partita punto a
fuori tutta la grinta in vista devono vincere per cercare di punto sempre inseguendo il
della prossima, cruciale, sfida agguantare la testa della clas- nostro avversario - racconta il
sifica in caso di un altro scivo- tecnico vicentino Fedrigo con Verona.
per poi arrivare nelle
battute finali pronti a
giocarci punto a punto
la partita. Tecnicamente
erano più preparati, il
nostro obiettivo comunque lo abbiamo raggiun-Quinto Basket - A.DIL. Summano
Promozione maschile
to. Devo comunque sotBasket, 25/04/2007
21:00,
-Montebello Basket - Zurlo S.R.L.,
tolineare
una
cosa:
26/04/2007 21:00, Palesta Piazza Del Palazzetto Via Degli Eroi - Quinto
durante l'incontro non
Donatore - Montebello Vicentino Vicentino (VI)
mi è piaciuto il nostro
(VI)
gioco difensivo, abbia-Basket Malo - Grissin Bon Prima divisione maschile, girone A
mo peccato in questa
-Basket S.Nazario- New Basket
Concordia, 27/04/2007 21:00,
zona con qualche errore
25/04/2007 21:00,
Palestra Comunale Via Deledda - Povolaro,
di troppo e che tra l'alPalestra Via Papa Giovanni Malo (VI)
tro si è ripetuto. Queste
-Asd Basket San Giuseppe - Solagna (VI)
incertezze vanno assoPrimultini Basket,
27/04/2007 -Trissinooro - Pall. Asiago,
lutamente migliorate.
21:00, Palestra S.E.'C.Colombo' Via 24/04/2007 21:15, Palestra Scuole
Per la prossima partita
Medie Via N. Sauro - Trissino (VI)
Colombo,42vill.sole - Vicenza (VI)
contro il San Zeno non
Basket
-U.S. Angarano - Pol. Aurora 76, -Pol. Jonathan posso che immaginare
11/04/2007 21:00,
27/04/2007 21:15, Palazzetto Viale Arzignano,
una partita come quella
Asiago-quartiere Xxv Apr - Bassano palestra centro giovanile Piazzale
di domenica scorsa. I
Cadorna - Bassano Del Grappa (VI)
Del Grappa (VI)
Veronesi però sono
-Basket Thiene - Pall. Araceli -Albergo Giulieta - Romeo
molto tecnici e questo ci
Pol. Fulgor Thiene, 23/04/2007
Vicenza, 26/04/2007 21:15,
dovrebbe permettere di
Palestra Vianelle Via Campania, 18 - 21:15, Palestra Comunale - Montorso
fare il nostro gioco. Di
(VI)
Thiene (VI)
sicuro
andremo
a
-Nuovo L'argine 2001 - Pall. -G.S. Isola 91 Basket- Gobbo Impresa
Verona per vincere.
Breganze,
23/04/2007
21:00, Edile, 26/04/2007 21:30, Palestra
Anch'io sto facendo i
Palestra Scuole M. Ferrovieri Via F. Scuole Medie Via A. Moro, Isola
miei calcoli per i plaVicentina (VI)
Baracca - Vicenza (VI)
yout, e sarà fondamen-Pall. Bolzano Vicentino - Pall. -Pol. Carmignano - Pol. Sovizzo,
tale come si arriverà agli
Altavilla, 27/04/2007 21:00, Palestra 26/04/2007 21:30, Palestra Via
impegni che prenderanBoschi - Carmignano Di Brenta (PD)
Via Albereria - Lisiera (VI)
no il via domenica 29
aprile".
DI
TOMMASO QUAGGIO
Calendari provinciali,
le partite della settimana
Basket A2 donne.
Discesa senza
paracadute,
As Vicenza precipita in B
Serie A2 addio. Sarà
brutto da scrivere, ma
questa è l'amara realtà
che la società biancorossa si trova ad affrontare.
Facendo i conti, infatti,
anche se le ragazze di
Corà riuscissero ad
agganciare la Valtarese
al penultimo posto, le
emiliane risulterebbero
in vantaggio per differenza canestri negli
scontri diretti. E dire che
Cervia ricordava alle
vicentine un'ottima prestazione. Aggiungiamo
che le motivazioni, per
la compagine guidata da
Ilaria Chemello erano
altissime. Adesso rimane solo un'esile speranza: facendo i debiti scongiuri, in caso di retrocessione infatti potrebbe
essere presa in considerazione l'ipotesi ripescaggio dalla serie B
eccellenza.
Comunque vada a finire,
il sogno di rimanere in
serie A1 era già appeso
ad un filo ad inizio stagione. La squadra ha
infatti puntato fin dal
primo momento prevalentemente su giocatrici
giovani, con una campagna acquisti modesta.
Come ammesso dallo
stesso
presidente
Claudio Corà, "la prio-
rità era salvare finanziariamente la società.
Certo dispiace a tutti
l'attuale situazione sportiva. Abbiamo accettato
l'A2 compiendo un
azzardo a 360 gradi: a
volte nella vita è giusto
rischiare; adesso è giunto il tempo della ragionevolezza ed attuare
una programmazione a
lunga scadenza". Intanto
nel panorama del basket
femminile
vicentino
rispunta una proposta
che gli addetti ai lavori
sentono circolare già da
un pezzo. Sarebbe infatti
imminente la creazione
di una nuova entità
sportiva tinta di rosa.
Alle spalle di questa iniziativa il presidente onorario dell'As Vicenza
Antonio Concato. L'idea
potrebbe essere quella di
ripartire già dalla prossima stagione, sia con il
settore giovanile, che
con una prima squadra
in
serie
C.
L'organigramma della
società è tutto da decifrare ma Loris Gorlin
potrebbe essere un nome
già fissato in compagnia
altri volti noti del
mondo del basket femminile.
T.Q.
Sconforto in casa As Vicenza per la retrocessione
21 APRILE 2007
15
Volley. Quattro gare alla fine della regular season: ecco i possibili scenari
Settimana di fuoco
Minetti allo sprint finale
DI
PAOLO MUTTERLE
La Findomestic
Volley
Cup
2006/07 si avvia
alla conclusione
della stagione
regolare; mancano ancora quattro giornate, di cui tre saranno disputate tra il 22 e il 29
aprile. Otto giorni di fuoco,
probabilmente decisivi per
stabilire chi potrà guadagnarsi il paradiso dei play off, chi
sarà condannato all'inferno
dell'A2, e chi resterà nel
limbo del nono o decimo
posto, buoni solo per la
Coppa di Lega, che a quanto
pare quest'anno non qualificherà alla coppa Cev.
I primi verdetti sono già arrivati: Novara, Jesi, Bergamo,
Pesaro e Perugia sono le
prime cinque qualificate alla
post season, e resta solo da
deciderne l'ordine. Per Forlì,
invece, ferma a quota cinque
punti, la salvezza pare ormai
un miraggio e presto potrebbe arrivare la condanna definitiva.
Le altre sei squadre si giocano i tre posti rimanenti per il
tabellone che vale lo scudetto, e tra queste Vicenza parte
in pole position. Il tris di vittorie conquistate tra marzo e
aprile consente alle biancorosse di guidare il gruppo
delle formazioni di media
fascia, in un torneo che fin
dall'inizio ha dimostrato di
essere spaccato nettamente in
due tronconi. Sei le lunghezze di vantaggio su Altamura,
attualmente la prima delle
escluse; un bottino prezioso
che non deve però essere dissipato in questo finale. In
Minetti Infoplus
Vicenza p.24
BigMat Sanpaolo
Chieri p.22
Megius Volley
Padova p.20
Lines Altamura
p.18
Tena Volley
Santeramo p.15
Rebecchi
Cariparma
Piacenza p. 12
La squadra di Manu Benelli verso le ultime partite. Buone le prospettive
caso di arrivo a pari punti
resta avanti la squadra con il
maggior numero di incontri
vinti, un meccanismo che per
ora favorisce la formazione di
Manù Benelli. Fatti i conti,
con due successi le biancorosse sarebbero al 100% tra le
top eight. Del resto, da quando le vittorie assegnano tre
punti, raggiungere quota 30 è
sempre stata garanzia di
accesso ai play off; spesso ne
sono bastati molti meno, 23
nella passata stagione e 22 in
quella prima ancora, un
numero
che
quest'anno
dovrebbe alzarsi di qualche
unità.
Calendario alla mano, i due
impegni interni della Minetti
Infoplus non si presentano
certo agevoli; tra questa
domenica e la prossima arriveranno al PalaCia due delle
più serie pretendenti allo scudetto, la Monte Schiavo Jesi
delle ex Zilio e Togut e la
Despar Perugia di coach
Barbolini. Visto il buon
momento di Paccagnella e
compagne, fare punti non
sembra impossibile; ma serviranno delle prestazioni buone
a dir poco, contro delle avversarie che a livello di organico
(e di budget) hanno qualcosa
in più, e la classifica è lì a
testimoniarlo. Più abbordabili, sempre sulla carta, gli
incontri esterni; se mercoledì
sera con la Tecnomec biso-
8ª Giornata
Ritorno 22/04
Jesi
9ª Giornata
Ritorno 25/04
FORLI’
10ª Giornata
Ritorno 29/04
Perugia
11ª Giornata
Ritorno 06/05
ALTAMURA
NOVARA
Bergamo
Jesi
PADOVA
Piacenza
Perugia
NOVARA
Chieri
Santeramo
PIACENZA
BERGAMO
Vicenza
ALTAMURA
Pesaro
Piacenza
FORLI’
PADOVA
Altamura
SANTERAMO
Pesaro
In maiuscolo le gare in trasferta
gnerà stare attenti a non sottovalutare l'ostacolo, anche
perché è probabile che le
ragazze di Berselli venderanno cara la pelle, ancora più
ostica appare la trasferta di
Altamura all'ultima di campionato. Andare a giocarsi i
play off nella bolgia del
palazzetto barese è un'ipotesi
che nessuno si augura; arrivarci con una posizione già
acquisita, per scendere in
campo "a cuor leggero",
sarebbe l'opzione preferita
dalle minettine. Tutto dipenderà dalla prossima fatidica
settimana e non solo dal cammino delle biancorosse.
Al di sotto della Minetti
Infoplus troviamo attualmente Chieri, che però come
calendario appare decisamente la più sfigata; Novara,
Bergamo e Jesi sono le prossime tre avversarie delle piemontesi, prima della trasferta
a Padova all'undicesima di
ritorno.
Basterà
Mammadova? La schiacciatrice azera ha mostrato in più
occasioni di saper far la differenza, ma contro gli squadroni che Chieri troverà sul suo
cammino a contare saranno
più le motivazioni che una
singola giocatrice.
Se Chieri piange, Padova non
ride. Dopo Piacenza in casa,
le cugine del Megius affronteranno Perugia e Novara nel-
l'ordine, prima di ricevere
Chieri al PalArcella. Meglio
non pensare a un risultato
diverso da una vittoria piena
contro la Rebecchi, altrimenti
le ambizioni della società del
presidente Borgo potrebbero
essere seriamente compromesse. Al momento la squadra di Micelli è comunque fra
le prime otto, e nei quarti di
finale non sarebbe un avversario comodo neppure per le
Big 5.
Il campionato di Altamura è
giunto invece a un crocevia;
al di là di ogni retorica, il
posticipo di domenica sera
con Santeramo è di quelli che
veramente vale una stagione.
Dopo lo 0-3 dell'andata,
un'altra scoppola sarebbe
dura da digerire per le altamurane, che in caso di sconfitta potrebbero essere risucchiate verso scenari spaventosi; il calendario apparentemente le favorisce anche in
ottica play off, ma più di ogni
calcolo vale il risultato del
derby.
Lo
stesso
dicasi
per
Santeramo, che in caso di vittoria domenica aggancerebbe
le acerrime rivali; ma le
ragazze di Tommy Ferrari
devono anche guardarsi alle
spalle, perché Rivergaro non
è certo rassegnata all'A2. Il
vantaggio delle biancoazzurre sta nell'ultimo turno, teoricamente comodo, contro Forlì
che al 6 maggio dovrebbe
aver già dato l'addio alla
massima serie.
E che dire infine di Piacenza?
Altro che play off, il loro scudetto si chiama salvezza.
Secondo la matematica tutto
ancora è possibile, anche
superare le tre squadre che
stanno avanti, ma conquistare la permanenza in A1 sarebbe già un grande successo per
la matricola di Leo Barbieri.
Un obiettivo ancora alla portata; ma servirà fare più di
quanto mostrato domenica
scorsa con la nostra Minetti
Infoplus.
Insomma, a quattro giornate
dalla fine, corazzate a parte,
la regata verso le prime otto
posizioni è ancora incerta;
molto dipende da come soffierà il vento nei prossimi
otto giorni. A giudicare da
quanto visto di recente, l'imbarcazione biancorossa sembra avere il vento in poppa. E
allora, fin che la barca va…
21 APRILE 2007
16
La società. Attenzione solo per il settore giovanile, che conta ben 220 atleti
Sport, giovani e solidarietà
In una parola: Gs San Paolo
ANNA MOLON
(UFFICIO STAMPA FIPAV)
DI
Si dice sempre che lo sport fa bene.
Nel caso della Pallavolo San Paolo
di Vicenza, lo sport non solo fa
bene alle atlete, ma fa del bene
anche agli altri, perché s'impegna
a promuovere la solidarietà tramite l'iniziativa "Regalati Un Jeans"
che ad oggi ha già contribuito con
oltre duemila euro alla causa dell'associazione "Filo di Seta Onlus"
di Fara Vicentino.
"L'idea è semplice e al tempo stesso grandiosa - spiega il presidente
del gruppo sportivo Roberto Pizzo
-: si tratta di un progetto nato per
sensibilizzare concretamente chi
ha il privilegio di praticare un'attività sportiva nei confronti di chi
vive una situazione di difficoltà".
L'associazione "Filo di Seta", nata
nel 2005 per volontà dei signori
Osvaldo e Luisa Tonello, ha fra le
sue proposte anche quella di
finanziare la propria attività commercializzando un marchio di
jeans i cui proventi vanno interamente a favore dei ragazzi disabili
di cui l'associazione si occupa tra-
mite il Centro Educativo
Occupazionale Diurno "Casa
Enrico". "Ecco quindi l'invito a
tutte le nostre ragazze ed alle loro
famiglie ad acquistare dei jeans
della Fara - spiega il presidente
Pizzo - per fare un regalo a se stesse ed uno ancora più grande a
questi ragazzi disabili".
Altra proficua forma di collaborazione che vede protagonista questa società, è quella sperimentata
nel corso dell'anno con le scuole
medie ed elementari della zona.
Qui i tecnici sportivi della San
Paolo sono impegnati per una
ventina di ore a trimestre nell'insegnamento dei principi della pallavolo agli alunni di alcuni istituti
scolastici del territorio. "I risultati
raggiunti in queste iniziative di
solidarietà e di sport -ci tiene a sottolineare il direttore sportivo
Stefano Marton -, sono stati conseguiti anche e soprattutto per merito del nostro fantastico Staff
Tecnico magistralmente diretto da
Marco Zaffonato".
"Le nostra società di
pallavolo- prosegue
- è formata da squadre del minivolley,
Under 12, 13, 14 e
16, perché, per scelta, vogliamo indirizzare risorse ed
energie esclusivamente al settore giovanile".
Questo
gruppo
sportivo ha avviato
da tempo una proficua collaborazione
con
le
società
Premiazione del campionato provinciale U14
Argine e Grifone che hanno accolto numerose atlete del San Paolo
giunte alla conclusione del loro
percorso nel settore giovanile. Un
settore giovanile che attualmente
può vantare ben 220 atleti, di cui
130 impegnati nel minivolley.
"Siamo in costante crescita - spiega
il direttore sportivo - e purtroppo
ci dobbiamo scontrare con spiacevoli problemi di tipo logistico e
organizzativo nell'utilizzo delle
palestre disponibili".
"Ovviamente non pretendiamo
una palestra solo per noi - prose-
gue Marton -, perché nel quartiere
esistono altre realtà sportive oltre
alla nostra, ma il gruppo della pallavolo San Paolo è molto consistente in termini numerici e spesso
ci sentiamo penalizzati nell'assegnazione degli spazi e degli orari
per gli allenamenti".
Nella speranza che questi problemi trovino presto una soluzione,
la pallavolo San Paolo intanto
guarda avanti, e incrocia le dita
per le ragazze dell'Under 14 che il
22 aprile, a Venezia, andranno a
disputare la finale regionale.
Calendari Fipav, le partite della settimana
Prima divisione Femminile girone 1
-21/04/07 20.30, Riviera Volley - Flanet,
Palasport Barbarano Vicentino Vi
-21/04/07 19.30, Volley Cartigliano - Pallavolo
Longare, S.M. "Antonibon" Cartigliano Vi
-21/04/07 17.00, Banca C.C. Campiglia - U.S.
Angarano Azzurra, Comunale Campiglia Dei
Berici Vi
-20/04/07 21.00, Asd Pol. Brendola - Laserjet
Orgiano, S.E. S.M. Bertilla Brendola Vi
-21/04/07 18.30, Carmet Schio Volley Marzotto Sporting, Liceo Tron
Schio Vi
Classifica: Riviera Volley 52; Marzotto
Sporting 48; Fado' 46; As Pallavolo Caldogno
37; Banca C.C. Campiglia 35; Laserjet Orgiano
32; Angarano azzurra 28; Asd Pol. Brendola 28;
u.s. Carmet Schio Volley 18; Volley Cartigliano
10; Flanet 10; Pallavolo Longare 7.
Prima divisione Femminile girone 2
-21/04/07 20.30, Ecoaria - U.S. Costabissara,
S.M. "De Gasperi" Mason Vicentino Vi
-19/04/07 21.00, Mobilfer Noventa - Fulgor
Thiene, Palasport Noventa Vicentina Vi
-21/04/07 18.00, Pgs Novale - U.S. Summano,
S.M. "G.Lora" Novale - Valdagno Vi
-21/04/07 18.00, Pall. Bassano Asd - Pall.
Arzignano, Palestra "Einaudi" campo 1
Bassano Del Grappa Vi
-21/04/07 21.00, Camec - Rollmac Pall.
Trissino, Comunale Rossano Veneto Vi
-21/04/07 21.00, Asd Grumolo - Sporting Alto
Vicentino, S.M. Giovanni XXII Grumolo Delle
Abbadesse Vi
Classifica: U.S. Costabissara 49; Pgs Novale
41; Pall. Arzignano 40; Mobilfer Noventa 37;
Fulgor Thiene 35; U.S. Sommano 34; Pall.
Bassano asd 31; Rollmac Pall. Trissino 25;
Camec 23; Sporting Alto Vicentino 14; Asd
Grumolo 13; Ecoaria 9.
Prima Divisione Maschile
girone Unico
-21/04/07 20.30, Fulgor Thiene - Volley
Solagna, Patronato "S. Gaetano" Thiene Vi
-21/04/07 20.30, Pallavolo Longare - Finplast,
Palasport Longare Vi
-21/04/07 20.30, Torrebelvolley - Bioton P.G.S.
SCHIO, S.M.. "Carducci" Torrebelvicino Vi
-21/04/07 21.00, Psf Volley - Volley
Cartigliano, I.S.P. "Montagna" Vicenza Vi
-21/04/07 20.00, Arreda In Legno - Zaitex
Povolaro, S.E. "Ghirotti" Creazzo Vi
-21/04/07 20.30,R & C Scientifica Castellana Volleyoung, S.E. "Don Milani" San Pietro Montecchio Maggiore Vi
Classifica: R & C Scientifica Castel 57;
Torrebelvolley 42; Pallavolo Longare 42; Fulgor
Thiene 39; Volley Cartigliano 32; Zaitex
Povolaro 32; Bioton P.G.S. Schio 29; Arreda in
legno 27; Volleyoung 26; PSF Volley 17;
Finplast 9; Volley Solagna 5.
Seconda Divisione Femminile
Girone 1
-21/04/07 19.00, Pol. Cogollo - Volley
Sottoriva, Comunale Cogollo Del Cengio Vi
-22/04/07 11.00, Fulgor Thiene - Marzotto
Sporting, Patronato "S. Gaetano" Thiene Vi
-21/04/07 19.00, Castelgomberto - Pgs Novale,
Palasport Castelgomberto Vi
-21/04/07 17.00, San Vito Volley - Pallavolo
Malo, Palasport San Vito Di Leguzzano Vi
-21/04/07 20.00, Yellow Wolley - Villaverla Santo, Comunale Brogliano Vi
Classifica: Yellow Wolley 46; Castelgomberto
42; Pol. Cogollo 42; Volley Sottoriva 40;
Villaverla-Santo 32; San Vito Volley 24;
Marzotto Sporting 21; Pallavolo Malo 20; Pgs
Novale 18; Fulgor Thiene 11; Pall. Arzignano 1.
Seconda Divisione Femminile Girone 2
-21/04/07 20.30,
Us Astico - Marchioro
Sovizzo, Palasport Lugo di Vicenza Vi
-21/04/07 20.30, Fides Pallavolo - Il Grifone
Volley, Scuole Medie San Pietro In Gu Pd
-21/04/07 20.30, Riva Pallavolo - Romec San
Vitale, Palasport Monticello Conte Otto Vi
-21/04/07 18.30, Uv Montecchio Maggiore Asd Grumolo, S.M. Giovanni XXII
Grumolo Delle Abbadesse Vi
-21/04/07 21.00, Volley Sandrigo - Chimica
Ecologica Vicenza, S.M. "Zanella"
Sandrigo Vi
Classifica: Riva Pallavolo 50; Il Grifone Volley
44; Marchioro Sovizzo 43; Chimica Ecologica
Vicenza 39; Romec San Vitale 28; U.S. Astico
27; Asd Grumolo 23; Pallavolo Longare 17;
Volley Sandrigo 16; Fides Pallavolo 6; Uv
Montecchio Maggiore 4.
Seconda Divisione Femminile Girone 3
-21/04/07 19.00, Gs Pall. S. Nazario - Volley
Towers, S.M. "Bombieri" Valstagna Vi
-19/04/07 20.30, A.S.D. Santa Croce - Volley
Cassola, Comunale Cassola Cassola Vi
-21/04/07 20.30, Usd Altair - Acs Monticello,
Palaltair Vicenza Vi
-21/04/07 19.00, Pall. Belvedere - Menotti
Specchia, Comunale Belvedere di Tezze S/B
Belvedere - Tezze Sul Brenta Vi
-21/04/07 16.30, Prix Volley Cesuna - Volley
Cartigliano, Comunale Mezzaselva
Mezzaselva - Roana Vi
Classifica: Off. Mecc. Zoppelletto 55; A.s.d.
Santa croce 44; Volley Towers 39; Volley
Cassola 36; Menotti Specchia 32; Prix Volley
Cesuna 25; Usd Altair 22; Pall. Belvedere 18;
Nazario 11; Gs pall. S. Acs Monticello 8; Volley
Cartigliano 7.
Seconda divisione Maschile
-21/04/07 18.00, U.S. Castello - Volley Ardens,
S.M. Zanella Arzignano Vi
-19/04/07 21.00, Samia Schio Sport - A.S.D.
Santa Croce, Palasport - Campo 2
Zane' Vi
-21/04/07 18.00, Nanto Volley - Volley
Bassano, Comunale Casoni Casoni Mussolente Vi
-21/04/07 18.30, Torrebelvolley - Fulgor
Thiene, S.M.. "Carducci" Torrebelvicino Vi
Classifica: A.S.D. Santa Croce 46; Nanto
Volley 41; Volley Bassano 41; Volley Ardens 33;
Volley Sottoriva 32; Usd Altair 27; Samia Schio
Sport 25; Torrebelvolley 18; Volley San Marco
13; Fulgor Thiene 13; U.S. Castello 2.
Terza Divisione Femminile Girone
Unico
-21/04/07 18.00, Gnr San Vitale - Alimentas
Lonigo,
Patr. "S.Antonio" San Vitale Montecchio Maggiore Vi
-21/04/07 20.30, Robur Thiene - Castellana S.
Pietro, Com. "M.Ausiliatrice" conca - Thiene Vi
-21/04/07 19.00, Volley Nove - Riviera Volley,
Comunale Nove via Brenta Nove - Nove Vi
-21/04/07 20.00, Sartorello - A.S.D. Santa
Croce, S.E. "Colombo" Vicenza Vi
-21/04/07 18.00, Sportland Creazzo - G.S.D.
Pozzo, S.M. "Manzoni" Creazzo Vi
Classifica: Castellana S. Pietro 56; Volley
Ardens 43; Sartorello 42; Sportland Creazzo 34;
Volley Nove 33; Robur Thiene 33; A.S.D. Santa
Croce 30; Gnr San Vitale 29; Riviera Volley 23;
Alimentas Lonigo 21; Villaverla - Santo 18;
G.S.D. Pozzo 20; Volley San Marco 0.
Terza Divisione Maschile Unico
-21/04/07 16.00, Artifer Zane' - Usd Altair,
Palasport - Campo 2 Zane' Vi
-21/04/07 20.30, Pgs Cesuna C. Pennar Dueville Volley, Comunale Mezzaselva
Mezzaselva - Roana Vi
-22/04/07 11.00, Pgs Novale - A.D.POL.
Cornedo, S.M. "G.Lora" Novale - Valdagno Vi
Classifica: A.D.Pol. Cornedo 40; Pgs Novale
40; Arreda In Legno srl 33; Crespadoro Volley
29; Pgs Cesuna C. Pennar 25; Volley Rosa' 17;
Dueville Volley 16; Volley Ardens 12; Usd Altair
12; Artifer Zane' 1.
21 APRILE 2007
17
Con una rosa quasi tutta under 21, la squadra scommette sui giovani
Palladio Baseball, un diamante
a misura di ragazzo
DI
FRANCESCO CAVALLARO
Sappiamo benissimo come va la
faccenda:
in
Italia il baseball
non tira manco
per niente. Tutto
il contrario di ciò
che accade negli Stai Uniti,
dove il baseball - insieme al
basket e al football - è lo sport
nazionale per eccellenza. Il
massimo della vita è guardare la partita in televisione in
compagnia di amici, sgranocchiando pop-corn; un po'
come succede qui per il calcio: d'altronde "paese che vai
sport che trovi". Ci vuole davvero un bel coraggio (e tanta
passione) per investire sul
baseball qui da noi. A
Vicenza c'è chi lo fa ininterrottamente dal 1983, da quando un gruppo di genitori
pensò bene di dare ai propri
figli una valida alternativa al
calcio.
Nacque, è il caso di dirlo, per
gioco l'Associazione Sportiva
Palladio Baseball Vicenza.
Fino al 1996, anno di costruzione del nuovo stadio, fu
serie C2. Da dieci anni a questa parte invece la prima
squadra milita in serie C1. La
speranza è che la formazione
La squadra vicentina punta sui più piccoli per formare un ricco vivaio
ci rimanga anche al termine dell'attuale stagione (i
campionati sono iniziati
ad aprile e si concluderanno ad ottobre); non
sarà facile perché nella
rosa sono presenti molti
ragazzi under 21, al loro
primo appuntamento con
la serie C1. Le prime due
partite
sono
andate
maluccio - due sconfitte ma era già tutto preventivato. Il vicepresidente
Luigi Casarotto fa il
punto della situazione:
"Quest'anno
abbiamo
Il campo da gioco di Vicenza
deciso di puntare tutto sui
giovani, spiega; intendiamo non gioca solo per sé stesso.
valorizzarli e intanto svec- Magari è bravo e si fa notare,
chiare la formazione base. I ma è l'intera squadra che ne
ragazzi parteciperanno con- trae beneficio. Pensiamo al
temporaneamente al campio- ruolo del lanciatore. È fondanato under 21 e alla serie C1; mentale per vincere una parsarà l'occasione per farsi le tita; in Italia ce ne sono pochi
ossa. E comunque il baseball di buoni. E quei pochi spesso
non richiede chissà che sforzo sono oriundi o giocatori profisico, è più lo stress mentale fessionisti che finiscono la
che può farti fare brutti scher- loro carriera nel Belpaese.
zi. Il nuovo allenatore Leo Bisognerebbe puntare di più
Martin Ortega ha abbracciato sulle promesse di casa nostra:
in pieno il progetto della se fosse così avremmo finalsocietà: lavorare sodo adesso mente una nazionale di baseper raccogliere i frutti fra ball tutta italiana e oltretutto
due, massimo tre anni".
competitiva. Purtroppo a
Casarotto continua la sua casa nostra il baseball non
analisi sul baseball: "E' uno viene considerato dai masssport che esalta la prestazione media. E se non si è presenti
del singolo; tuttavia, l'atleta sui giornali è come non esi-
stere. Mi auguro che le cose
cambino. Da parte nostra,
siamo
molto
soddisfatti
quanto a numeri. Fra minibaseball e cadetti siamo riusciti
a coinvolgere più di 45 ragazzi. Un buon numero. Le partite? È giusto far giocare tutti; i
nostri campionati si svolgono
per lo più d'estate, alla domenica pomeriggio. Non sarebbe corretto tenere in panchina
il giovane di 16 anni che al
posto della partita opterebbe
più volentieri per la morosa".
Spazio a tutti dunque. Chi
volesse
contattare
l'Associazione
Sportiva
Palladio Baseball Vicenza
può telefonare al numero
0444.500909.
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21 APRILE 2007
Un vicentino negli States (3). Chiuso il campionato universitario, spazio allo show della National Basket Association
Bryant, Iverson & Co. Che spettacolo i playoff Nba
DI
GIAN MARIA GASPARRI
Cari lettori, non posso che iniziare questo mio nuovo articolo con
la celebrazione di Florida
University che per il secondo
anno consecutivo ha vinto il titolo
Ncaa, polverizzando tutte le mie
previsioni della vigilia. I ragazzi
di coach Donovan entrano così
nella storia del basket universitario. Noah e compagni l'anno scorso decisero di restare uniti rinunciando alle sirene dell'Nba per
tentare il "back to back", così
viene chiamata in gergo la possibilità di vincere due titoli consecutivi, e ci sono riusciti nel modo
più convincente. Emozioni a ripetizione nelle tre giornate delle
Final Four che hanno letteralmente paralizzato l'America
sportiva. Pensate che per la finale
anche i mostri sacri dell'Nba si
sono fermati per ammirare e tifare gli "universitari". Chiusa la
parentesi Ncaa l'attenzione si
sposta sulla National Basket
Association visto che nel mese di
aprile si decidono le posizioni per
la griglia dei Play Off.
Al momento in cui vi sto scrivendo avvincente è la lotta per le tre
ultime posizioni disponibili nella
Western Division dove sono
coinvolte ben cinque formazioni:
i due team di Los Angeles
Clippers e Lakers, Denver
Nuggets, Golden State Warrios e
New Orleans. Questa settimana,
dopo aver visto il derby di Los
Angeles alla tv, vinto in volata dai
Clippers sui Lakers di "Mister 50
punti" Kobe Bryant (questo il suo
nuovo soprannome visto che ha
scritto a referto una media di 50
punti in quattro partite consecutive!), mi sono recato allo Staple
Center per assistere dal vivo alla
importante sfida in chiave Play
Off tra Clippers e Denver
Nuggets.
Arena gremita in ogni ordine di
posto con circa ventimila spettatori. Sugli spalti è festa pura tra
hot dog, patatine e CocaCola da
litro, gli americani si godono così
la gara. Durante i Time Out si
possono assistere a vere e proprie
esibizioni delle cheerleadears o
giochi dove i fans partecipano in
prima persona! Penso che su questo aspetto l'Nba non abbia rivali.
Ma tornando alla partita dal
punto di vista tecnico ho potuto
godermi dal vivo due All Star del
calibro di Allen Iverson "The
Answer" (il suo soprannome
spiega tutto) e Carmelo Antony. I
maligni dicevano che questi due
giocatori, essendo entrambi grandi attaccanti, avrebbero faticato a giocare assieme. Beh, vi
posso assicurare che è divertentissimo assistere ad una
gara di Denver grazie anche
al grande lavoro svolto da
coach Karl. Impressionante
vedere la velocità di esecuzione di palleggio, passaggio e
Cifre da capogiro: ben 25mila spettiro di questi campioni.
tatori allo Staple Center
Persino uno come Nenè, centro
Nba: è impressionante la velocità di questi "armadi" alti due
metri e più
brasiliano di 2 metri e 10 per 120
kg corre in transizione come un
"piccolo" dimenticandosi di essere un armadio! Per diritto di cronaca Denver ha "sbancato" Los
Angeles vincendo di un punto
con Allen Iverson che prima ha
rubato palla a Corrie Maggette (il
migliore tra le fila dei Clippers) e
poi a quattro secondi dalla fine a
realizzato i due tiri liberi che
hanno chiuso l'incontro.
Differente la situazione nella
Eastern Division dove sono
ormai sicuri nelle prime "otto" i
Toronto Raptors del nostro connazionale Andrea Bargnani.
L'attenzione si sposta così alla
lotta per l'ottava posizione dove
sono coinvolte tre squadre,
Orlando,
New
York
e
Philadelphia. Giocando ogni
notte la classifica cambia continuamente e perdere due o tre
partite consecutivamente potrebbe costare caro per i club qui menzionati. Ma la Nba è anche spettacolo: potete immaginare la mia
curiosità nel vedere i Chicago
Bulls (quelli del grande Michael
Jordan), noti in tutto il mondo per
i colori della maglia rosso e bianco, giocare un paio di partite con
un'inusuale completo verde così
come i New Jersey Nets, abitualmente con i colori bianco e blu. La
spiegazione sta nel fatto che in
Usa il 17 di marzo si celebra il
Saint Patrick Day in onore di San
Patrizio,
santo
protettore
dell'Irlanda. Per questo motivo le
città con la più consistente comunità d'irlandesi giocano con il
completo verde in loro onore.
Dalla calda e soleggiata spiaggia
di L.A. è tutto. Arrivederci alla
prossima settimana.
Per curiosità, suggerimenti o commenti scrivete pure a [email protected]
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Calcio. Il campionato giovanile è l'occasione giusta per mettersi in mostra. E sperare in una chiamata in prima squadra
Primavera, l'ultima chance per il professionismo
DI FRANCESCO CAVALLARO
A Vicenza è
sbocciata la primavera. I baby
di Bruno Russo,
la
Primavera
appunto, hanno
appena terminato la stagione 2006/2007 e ora
sono pronti al grande salto.
Classifica alla mano, per i
biancorossi sono stati più
dolori che gioie: il Vicenza si
è classificato al penultimo
posto con 15 punti, davanti
alla sola Triestina. C'è da dire
che la squadra era inserita in
un girone di ferro con compagini quali Inter (campione
con 53 punti) e Milan (secondo a 51). Va bene comunque.
Intanto, a giorni la società di
via Schio renderà ufficiali le
decisioni, ovvero chi passerà
tra i professionisti in prima
squadra e chi dovrà accontentarsi di altre sistemazioni,
magari fra i dilettanti. Ogni
anno funziona così: alla fine
della stagione la dirigenza
screma e si tiene i giocatori
migliori. Non che gli altri non
siano all'altezza; solo che arriva il momento delle scelte. E
non è che tutti i ragazzi della
primavera possono passare
direttamente in prima squadra. Solitamente l'ordine di
grandezza è tre, massimo
quattro giocatori.
L'allenatore Bruno Russo ci
spiega come funziona il meccanismo: "I miei ragazzi
hanno avuto l'opportunità di
esprimersi e dimostrare tutto
il loro valore durante l'anno.
Ora la palla passa alla società.
Al di là del risultato numerico, deludente se guardiamo
la classifica finale, sono rimasto molto soddisfatto per
come l'intera rosa ha risposto
alle mie sollecitazioni e a
quelle dello staff. La primavera è così: il ragazzo ha l'ultima buona opportunità per
fare il salto di qualità e diventare calciatore professionista
a tutti gli effetti. O adesso o
mai più. Il mio compito è
dunque spronarli da un
punto di vista tecnico e,
soprattutto, caratteriale. A 17,
18 anni il talento non basta
più: occorre quel qualcosa
che o hai o non hai. Ci sono
tanti ragazzi che sono capacissimi di giocare a calcio;
eppure i fenomeni si contano
sulle dita di una mano. Chi
non verrà scelto dalla società
per passare in prima squadra
non dovrà pensare ad una
bocciatura; avrà sicuramente
altre possibilità di mettersi in
mostra, magari con qualche
importante società dilettante.
Nel calcio non si può mai
sapere. Dobbiamo pensare
alla primavera come alla
punta dell'iceberg del settore
giovanile; è il momento in cui i ragazzi possono o meno superare
la linea d'ombra. E a
volte è anche questione di fortuna".
Quando si può capire
che un giocatore
potrà diventare un
campione?
"Dai 16 anni in su ogni
momento è buono per
capire se il ragazzo ce
la può fare o meno.
Prima assolutamente
no. Lasciamo che i
ragazzini giochino a
calcio divertendosi.
Mi rivolgo in modo
particolare ai genitori:
non illudete i vostri
figli, non fatevi belli e
non vantatevi se giocano in una società
prestigiosa. Nel calcio
ce la fa solo uno su
mille; non è per niente
educativo infondere ai Bruno Russo, l'allenatore del Primavera
bambini delle false
speranze. A 10 anni è bene nella loro città d'origine; solo
che gli stessi prendano il pal- quando saranno più grandilone come un divertimento. celli si può discutere su un
Poi, se son rose fioriranno. eventuale
trasferimento.
Sono del tutto contrario alla Prima no, è controproducente
politica che mettono in atto le e basta. Proprio per questo
società più blasonate: fanno motivo sarà quasi impossibile
crescere nel loro vivaio ragaz- veder crescere un altro
zini di 12 anni, li tengono lon- Roberto
Baggio
qui
a
tani dal loro contesto di amici Vicenza; se anche ci fosse un
e affetti. Che si formino, spor- ragazzino con simili caratteritivamente e culturalmente, stiche, subito la società dal
grande nome se lo
porterebbe via. È cambiato tanto rispetto a
qualche anno fa: ora è
la logica del business
che la fa da padrone".
Bruno Russo e il
"suo" Vicenza. Quali
i progetti futuri dell'allenatore?
"Ringrazio la società
per la fiducia che ha
riposto su di me. Ci
sto pensano molto a
cosa farò da grande.
Ho il patentino e
potrei già allenare in
prima squadra. Una
decisione ufficiale non
l'ho ancora presa in
questo senso; diciamo
che sono attratto dall'idea di cambiare e
lavorare con i ragazzi
più grandi, una prima
squadra per intenderci. Adesso il discorso è
ancora
prematuro.
Intanto darò la mia
disponibilità per formare la
primavera
edizione
2007/2008. Poi, a bocce
ferme, parlerò con la dirigenza".
Ai tifosi biancorossi non
rimane che attendere le decisioni della società: chi passerà
in prima squadra per diventare il nuovo Foti? Probabile
che a salvezza sicura si sappia qualcosa in più.
Pallanuoto. Settebello sempre più convincente, le Geoplast ad un passo dalla salvezza
La Caoduro punta al vertice della classifica
Doppia soddisfazione per la
pallanuoto vicentina. La
Caoduro ha centrato il primo
dei tre incontri che la vedono
impegnata per la conquista
del secondo posto, con una
gran bella partita contro la
quarta forza in campionato. E
dire che l'avvio di gara non
era stato dei migliori con il
settebello come stordito che
va sotto di quattro reti prima
che Falcone accorci nel primo
tempo. Poi la gara comincia a
scaldarsi. Proprio come era
successo a Trieste, con i risultati capovolti la Caoduro inizia a macinare, e nel terzo
tempo i vicentini pareggiano
con Falcone e Spaziano. Nel
quarto tempo la Caoduro si
mette avanti di una rete per
tre volte con i fratelli Pisani, e
dopo l'ultima bellissima reti
di Paolo il Trieste non riesce a
sfruittare gli ultimi 39 secondi di possesso palla, lasciando il gioco in mano ai vicentini. "I ragazzi hanno espresso
un gioco forse meno bello di
altre volte - ha spiegato il tecnico Matteo Greco -, ma con
un cuore così possiamo ben
sperare". Sabato 21 aprile
scontro diretto con la capolista Torino81.
Altra soddisfazione per il setterosa vicentino che si è
imposto per 9 a 8 contro
Etruria. "Non so se sul 2 a 6
per loro qualcuno avrebbe
scommesso sulla vittoria commenta il tecnico Sergio
Peri -. Il black out del secondo tempo aveva tramortito
tutta la squadra. Giocando il
tutto per tutto a pressing
abbiamo preso fiducia ed è
venuta fuori la migliore
forma. Le toscane hanno via
via perso fiducia e come sono
andate sotto per la prima
volta non avevano più la
forza di ribaltare il risultato.
La cosa che mi fa più piacere
è la rete della vittoria realiz-
La Caoduro: un gioco meno bello del solito ma d'effetto. Il tecnico Matteo Greco: "Possiamo arrivare in vetta"
zata da Elisabetta Peruffo.
Una rete scaccia paure che
spero le dia sicurezza".
"Questa vittoria ci ha fatto
scavalcare il Bentegodi e probabilmente, anche se non
matematicamente, ci da la
salvezza al 90%. Non bisogna
comunque mollare e dobbiamo continuare a lavorare,
sperando prima della fine di
campionato di poterci presentare almeno una volta al
completo". Nell'ultimo impegno mancavano infatti la
Peruzzi e la Faggionato, inutilizzabili rispettivamente per
una tonsillite e un infortunio.
Domenica 22 aprile le ragazze di Peri saranno impegnate
nel big match contro la prima
della classe: il Livorno.
T.Q.
APPUNTAMENTI
Rugby.
Ultime partite per i Rangers
I biancorossi ospiteranno sul
campo di via S. Antonino prima
il Montebelluna Rugby (domenica 22 aprile, ore 15:30) e poi il
Rugby Casale (domenica 29
aprile, ore 15:30). Oltre al
Campionato di Serie C, domenica 22 maggio giocheranno
anche Under 15 e 17 maschili,
rispettivamente a Feltre e a
Paese. Mercoledì 25 aprile, invece, la Scuola di Minirugby
festeggerà S. Marco partecipando al prestigioso Torneo Città di
Padova.
Formula 3000.
Rigon al via
Primo appuntamento stagionale
per il pilota del Team Mianrdi.
Davide Rigon farà il suo esordio
con sul circuito di Vallelunga a
Roma. Il ventenne vicentino è
vicecampione
2006
della
Formula 3 italiana.
Basket A2 donne.
Le vicentine saranno impegnate
sabato 21 alle 20.30 contro
Synthesis3 Ivrea. L'incontro non
si prospetta facile entrambe le
formazioni vorranno vincere
visto che le ragazze di Corà possono ancora riagganciare la
penultima in classifica.
Volley.
Semifinali provinciali.
Domenica 22 aprile si giocheranno le semifinali provinciali
del torneo Under 13. Alle ore 16
alla palestra Einaudi, Via
Rosmini di Bassano del Grappa:
ASD Santa Croce - Volley Union
Creazzo, mentre al Liceo
Baronio di viale Trento, sempre
alle 16: Nicolato Vicenza Castellana S. Pietro. Per il campionato U13 Maschile si affronteranno alla palestra SM
"Crosara" di Via Trissino a
Cornedo Vicentino alle ore 16:
AD Pol Cornedo - Schio Sport,
mentre nella palestra Comunale
di Casoni, via Dante Alighieri Casoni di Mussolente si giocherà alle ore 17.30: Pallavolo
Mussolente
Airsystem
Castellana.
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21 APRILE 2007
viaggi
OltreIlGiardino - 8: i misteriosi moai dell'Isola di Pasqua ed il freddo della Patagonia mi accolgono nell'America del Sud
Tra statue misteriose e ghiacci perenni
DI DANIELE BINAGHI
A voler fare i precisini, il SudAmerica
non esiste. Geograficamente parlando, intendo: come mi ha spiegato l'amico portoghese Gonçalo, il continente americano è uno solo, dall'Alaska
alla Terra del Fuoco. La quale si chiama così perché Magellano ed i suoi vi
videro ardere grandi fuochi, quando
vi giunsero tanti secoli fa… oddio, sto
perdendo il filo, torniamo indietro a
dove vi avevo lasciati!
Partito dalla Polinesia, raggiungo una
delle isole che sicuramente esercitano
più fascino al mondo: l'Isola di
Pasqua. Si tratta di un triangolino di
terra circondato da migliaia di chilometri di oceano, annesso dai cileni
poiché non interessava ad alcun altro.
Ora "gli altri" si mangiano le mani,
perché torme di turisti arrivano per
vedere i grandi moai, statue antropomorfe sparse un po' ovunque e che le
tribù locali pare realizzassero affinché
lo spirito dei loro antenati continuasse
a vegliare su di loro. Se l'abbiano fatto
veramente non si sa, dato che gli originali Rapanui son quasi arrivati
all'orlo dell'estinzione; ma sono
sopravvissuti, ed al giorno d'oggi rivivono fieri le loro tradizioni, specialmente durante il festival che si celebra
ogni anno agli inizi di febbraio tra
danze, canti e prove fisiche spesso
bizzarre (come lo scivolare lungo le
pendici di un vulcano su slittini fatti
di foglie di banano!). Io riabituo le
corde vocali allo spagnolo, che avevo
appreso anni fa ma che non avevo poi
potuto praticare molto, e noleggio
bicicletta e tenda per girare l'isola
seguendo i miei ritmi circadiani e non
i cavalli vapore delle jeep turistiche:
esploro tutti i siti in cui i moai, abbattuti durante le lotte tribali, sono stati
rialzati, e visito il cantiere in cui venivano scavati dalla roccia per poi essere portati fino alla destinazione finale;
dormire ai suoi bordi, solo, col vento
A volte, il peso della cultura e della conoscenza grava sulle nostre
spalle...
che soffia emettendo strani suoni e la
luna che allunga le ombre delle statue
fa davvero venire la pelle d'oca… la
bici non è perfetta, il sellino basculante rende scomodo il pedalare con lo
zainone in spalla, ma le giornate sono
stupende e alla fine c'è sempre una
spiaggetta in cui riposarsi in riva ad
un oceano rinfrescante… Resto 10
giorni, poi proseguo per il "continente" ed arrivo a Santiago del Cile, città
a noi forse più nota per Pinochet e la
sua dittatura che per altro. A me, a
dire il vero, non piace tanto: è solo un
enorme agglomerato di case con qualche leggera spruzzata di verde qua e
là; e, con la mia solita fortuna, ci passo
un sacco di tempo: vi visito la
Moneda, il palazzo presidenziale
dove tutto accadde, il cerro Santa
Lucia, il planetario, e poi vi incontro
altri viaggiatori e intellettuali locali, e
cerco di sistemare la mia attrezzatura
(alcune cose stanno cedendo all'usura
del viaggio, altre vanno cambiate perché cambiano le situazioni); mentre
baratto la guida del Pacifico con una
per l'America del Sud, mi offrono persino di fermarmi a
gestire un ostello…
ci penso un po', ma
poi decido che preferisco continuare il
viaggio, e m'involo
per il profondo sud,
quella Terra del
Fuoco descritta dal
mio ex-concittadino
Pigafetta. Punta
Arenas,
cilena,
dove il vento che
spira dallo Stretto
di Magellano rinfresca l'aria cotta da
un sole spietato, mi
ospita per un po',
ma le uniche attrattive sono la pinguinera, piena di buffi
omini in frac, e il
cimitero, pieno di
buffe lapidi. In bus
attraverso due confini e giungo ad
Ushuaia,
detta
Domare gli elementi è spesso più facile che
domare un cavallo imbizzarrito
dagli abitanti il "cul
del mondo": si tratta, in effetti, della
città più a sud che esista, e gli argentini ne menano gran vanto. A me pare
faccia solo un gran freddo: una notte,
cadono persino dei fiocchi di neve (e
siamo a fine estate!). Di fronte, il canale di Beagle, dal nome del vascello
usato da Darwin quando ancora la
Teoria dell'Evoluzione era in embrione; un'altra barca, più piccola, mi ci
porta un po' a zonzo, a visitare gli isolotti con la loro fauna antartica… eh
già, perché il Polo Sud è ad un tiro di
schioppo: da qui partono le navi che
portano turisti interessati al continente ghiacciato; io ne faccio a meno, perché non ho voglia di spenderci i 1200
dollari richiesti per un last minute.
Faccio invece la conoscenza con i
tenedores libres, ristoranti in cui a
fronte di un prezzo fisso puoi mangiare quanto vuoi, in particolare le
deliziose carni argentine: con il cambio peso-euro e la mia fame, mi tocca
cambiare locale ogni giorno per non
mandarli in fallimento. Un giro sul
vicino (piccolo) ghiacciaio, ed uno nel
bel Parco Nazionale della Terra del
Fuoco, pieno di dighe di castori e con
qualche enorme condor in volo di
vedetta; poi, un'infida e scivolosa roccia mi fa perdere l'equilibrio, ed il
risultato è una serie di ferite alle mani
sufficientemente serie da convincermi
a visitare il locale Pronto Soccorso,
dove solertissimi sanitari si prendono
cura di me (e non spendo una lira…
mi sento un po' in colpa…). Toccato il
fondo, posso risalire: in bus fino a El
Calafate, passando per Rio Gallegos
dove incontro Martina, simpatica
viaggiatrice ceca che per qualche giorno farà strada assieme a me.
Visitiamo il lago Argentino, un enorme serbatoio di acqua turchese alimentato da una serie spettacolare di
ghiacciai, dei quali il più famoso è il
Perito Moreno; iceberg vi galleggiano
tronfi, ogni tanto s'ode il boato di
qualche tonnellata di ghiaccio che si
stacca dal resto e cade nell'acqua antistante, le barche navigano tranquille
sulla superficie. Il nostro ostello ha il
riscaldamento sotto il pavimento e il
bagno in camera con soli 4 letti, un
lusso che da queste parti costa davve-
ro poco; ci va quindi molto
meglio che al povero gaucho
che vediamo cadere da cavallo
durante un rodeo, e che l'ambulanza si porta via subito dopo
(mentre il cavallo se la ride). El
Chalten, la capitale del trekking,
ci offre alcuni bei sentieri tra
montagne altissime, e cioccolata
calda ai ritorni per ritemprarci
dal fresco che persiste; cespugli
tipo "far west" rotolano nel
vento, mentre noi rotoliamo
verso direzioni diverse con la
promessa di rivedersi un giorno
in qualche luogo. Arrivo a
Puerto Natales, e noleggiato il
materiale da campeggio necessario visito il fantastico Parco
delle Torres del Paine; o, almeno, quel che ne resta, perché
qualche giorno prima un furioso incendio ha bruciato la vegetazione in varie zone ed i pompieri sono ancora al lavoro mentre condor e volpi pasteggiano
con i resti dei guanachi arrostiti.
Scelgo la via della W, più corta e
meno bisognosa di equipaggiamento specifico (il numero
superiore di rifugi permette
sempre di trovare cibo senza
problemi), e in quattro giorni
passo lungo sentieri non troppo
ripidi tra le varie altissime montagne che danno il nome al
parco e laghetti in cui le stesse si
rispecchiano brillantemente; c'è
un sacco di gente in giro, ma il
Parco è talmente vasto che si
riesce a restare da soli con la
Natura per tutto il tempo che si
vuole.
Tornato in città, mi imbarco
sulla motonave che mi porterà a
nord, attraverso i "canali patagonici", bracci di mare orlati di
ghiacci più vecchi di me che si
nascondono dal grande oceano
dietro isole disabitate. Il tempo
spesso è incerto, mentre il mare
fa la voce grossa costringendo i
più a imbottirsi di pillole per
non svuotare gli stomaci; e,
quando il primo grida "terra,
terra in vista!", tutti sembrano
tirare un sospiro di sollievo.
Con altri 3 passeggeri, tra cui il
compatriota Massimo, noleggio
un'auto e visito l'isola di Chiloé,
terra di fieri marinai e pescatori,
che ancora oggi vivono in palafitte che li proteggono dai dislivelli mareali. Poi, dopo una
sosta a Puerto Montt, proseguo
verso nord, visitando i laghi
vicino a Puerto Varas ed i fortini
spagnoli di Corral e Niebla, scalando il vulcano innevato
Villarrica e facendo rafting vicino a Pucon. Ed arrivo a
Valparaiso, grande porto di un
tempo, dalle case colorate e dai
mille gatti che sembrano esserne i padroni. E' quasi Pasqua,
quella vera, e io m'incammino
verso oriente, attraversando di
nuovo la frontiera…
La scheda
Isola di Pasqua,
Patagonia
Il miglior periodo per visitare
Rapanui è gennaio-febbraio,
durante il festival omonimo: si
potrà assistere ad esibizioni
genuine di tutto quanto in altri
periodi è prettamente turistico.
Il periodo più economico è,
invece, marzo, quando l'alta
stagione è terminata e si trovano ottime offerte per i voli.
Essendo territorio cileno, vi si
parla lo spagnolo. Ci sono problemi di reperimento di denaro, in quanto l'unico bancomat
pare non gradisca alcune carte
di credito come la VISA.
Decine di escursioni in auto e a
cavallo sono offerte ai visitatori, ma avendo tempo il noleggio di una bicicletta è sicuramente l'opzione migliore; una
preventiva visita al locale
museo storico/archeologico
permetterà di conoscere quello
che si troverà poi sul campo. I
prezzi non sono molto più alti
di quelli cileni normali, e ci
sono varie opportunità di
alloggio di vario livello.
L'acqua del mare è freschina,
ma le onde offrono buone possibilità di fare body-surfing; le
immersioni sono raccomandabili, a causa della trasparenza
dell'acqua e della bellezza
delle lingue di lava sommerse.
Attenzione a non calpestare i
moai: ce ne sono ovunque,
spesso seminascosti dall'erba
alta.
Per la Patagonia, il periodo
migliore non va oltre febbraiomarzo: poi, arriva davvero il
freddo. Le grandi distanze
sono coperte da una fitta rete
di bus, ma conviene spesso
prenotare per non rischiare di
trovarsi a piedi per sovraffollamento. Le zone argentine di El
Calafate e Chalten offrono ottimi percorsi di trekking, così
come tutto il Parco Nazionale
di Torres del Paine. Per le navi
nei canali patagonici, meglio
prenotare con largo anticipo;
per visitare invece il canale di
Beagle basta scendere al porto
e contrattare un po': è pieno di
vascelli che non aspettano altro
che voi. I tenedores libres sono
un'ottima soluzione se siete
buone forchette; quelli gestiti
da cinesi hanno più varietà di
cibi, mentre quelli argentini
hanno piatti solitamente di
migliore qualità.
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21 APRILE 2007
aziende
Dalla sede di Zané, Giorgio Busin promuove qualità e solidarietà
Salumificio Busin. Pane,
sopressa e beneficenza
DI
ELENA RANCAN
Il Salumificio Busin Ignazio Srl
non è solo un'azienda che da più
di cinquant'anni, per esattezza
dal 1950, opera a Zanè nel settore della macellazione e trasformazione delle carni, ma è un'attività che da allora è impegnata a
far conoscere alla gente uno dei
più veri e genuini prodotto
vicentino. Giorgio Busin, uno
dei cinque figli di Ignazio, ci ha
spiegato cosa significa, oggi,
mangiare la Sopressa Vicentina
Dop: "Può essere banale - racconta - ma la disinformazione
degli ultimi decenni, ha portato
la gente ad alimentarsi in base
anche a messaggi pubblicitari
sbagliati se non falsi. E così si
viene a credere che la carne di
La sopressa vicentina, da accompagnare con un buon cabernet
maiale faccia male. Niente di più
falso". Da un recente studio
risulta, infatti, che i grassi stagionati si trasformano in grassi
polinsaturi indispensabili alle
vie vascolari: ciò potrebbe significare un totale cambio di rotta
verso quello che si pensava della
fetta di salame, quella fetta che,
accompagnata a polenta calda o
al pane, è l'ideale, sicuramente
meglio della merendina 'confezionata' per i bambini, e non
solo.
"Noi produciamo la tipica
Sopressa Vicentina Dop - afferma orgoglioso Giorgio Busin -,
utilizzando tutte le parti pregiate
del suino, il prosciutto, la coppa,
le braciole, il filetto, la pancetta, il
lardo. Gli ingredienti sono quelli
usati da sempre; sale, pepe, talvolta
aglio,
salnitro".
Il
Salumificio Busin, che fa parte
del Consorzio di tutela della
sopressa vicentina Dop, partito
Tutte le cifre del consorzio di tutela
Una manciata di aziende, tutte
ancora a carattere artigianale,
per una produzione di alta qualità che si aggira attorno ai
150mila chili all'anno, venduti
tutti, o quasi, tra provincia e
regione. Sono questi i tratti
essenziali dell'economia che
ruota attorno alla soprèssa
vicentina a denominazione di
origine protetta, uno dei prodotti di punta dell'agroalimentare
della provincia: un prodotto
ancora di nicchia, tanto radicato
dalle nostre parti (compare già
in alcuni quadri di Jacopo Da
Ponte nella seconda metà del
Cinquecento, e in documenti
ufficiali a partire dalla fine del
Settecento) quanto poco conosciuto lontano dell'ombra del
Palladio.
A tutelarlo e valorizzarlo ci
pensa, da una decina di anni a
questa parte, il consorzio di tutela della soprèssa dop, a cui oggi
fanno riferimento i sette produttori certificati, in gran parte concentrati nell'area dell'alto vicentino (la zona di Valli del
Pasubio, del resto è considerata
la culla della soprèssa). Aziende
di piccole dimensioni, come si
diceva, che anche per questo
riescono a coniugare modernità
e tradizione. "È importante sottolineare - spiega Silvio Pino,
direttore del consorzio di tutela , che il disciplinare riprendere le
tecniche delle lavorazioni tradizionali, adattandole alle esigen-
ze e alle normative di oggi. È
una modernizzazione, ma nel
rispetto delle lavorazioni più
tipiche e caratteristiche".
Alcuni punti, in particolare,
hanno un'importanza fondamentale. A cominciare dal fatto
che tutto il ciclo produttivo della
soprèssa dop avviene all'interno
della provincia di Vicenza, utilizzando solo le carni di animali
nati ed allevati nel vicentino.
"Dalla nascita del maiale alla stagionatura dell'insaccato, si fa
tutto nel nostro territorio - puntualizza Pino -. C'è una filiera
molto corta, che consente un
controllo puntuale sulla qualità
del prodotto. E dà alla sopressa
un elemento di tipicità in più:
non sono molti i salumi che possono vantare un disciplinare di
questo tipo. Il prosciutto di
Parma, solo per citare uno degli
esempi più famosi, può essere
prodotto con carni provenienti
da undici diverse regioni". Altro
elemento che distingue la
sopressa da altre produzioni
simili, è l'uso di tutti i tagli dell'animale: coppa, spalla, lombo,
pancetta, e anche quelle cosce
che di solito vanno a formare i
più
pregiati
prosciutti.
"Utilizziamo anche i tagli nobili,
e la presenza della coscia dà al
prodotto una qualità superiore",
conferma il direttore del consorzio.
Ai produttori viene comunque
concesso un certo margine di
libertà: se forma, macinatura,
pezzature sono determinate dal
disciplinare, l'uso di spezie e
aromi è più discrezionale. E il
vecchio sapere artigianale fa
riaffiorare la tipicità delle diverse produzioni: così, c'è la sopressa un po' più dolce, quella un po'
più pepata e quella che invece
ha un vago aroma di chiodi di
garofano, a seconda della mano
del salumiere.
Il consumo, per ora, rimane
limitato per lo più al territorio
locale, anche se le vendite attraverso alcune catene di grande
distribuzione ha permesso ad
una piccola percentuale di prodotto di superare i confini del
Veneto. Se dalle nostre parti la
soprèssa dop deve guardarsi
dalla concorrenza delle tante,
troppe, soprèsse fatte in casa
("C'è un po' il mito del prodotto
casalingo, quando invece solo
un 10 per cento è di alta qualità",
osserva Pino), fuori dal vicentino il problema è rappresentato
piuttosto dal persistere di vecchi
stereotipi: uno su tutti, quello
secondo cui la carne di maiale
sarebbe particolarmente grassa.
"Purtroppo quest'idea c'è ancora, quando invece è dimostrato
che la soprèssa ha importanti
caratteristiche
nutrizionali.
Certo va inserita in un'alimentazione equilibrata, ma l'idea che
faccia male è da sfatare".
L. M.
Niente fa più gola di un sapore semplice.
Come il classico panino al salame
da una semplice macelleria a
Zanè, lentamente si è ampliato.
Ora vanta una produzione conosciuta in tutto il Nord Italia, nelle
Marche e nella Toscana, con la
prospettiva di arrivare fino all'estero. E sicuramente non sarà
impossibile per l'azienda di
Giorgio Busin, attivo a livello
dirigenziale anche nella locale
Confartigianato, raggiungere
anche questo nuovo obiettivo
grazie alla qualità dei prodotti e
alla cura del processo produttivo.
"La macellazione degli animali continua Busin -, avviene nel
nostro stabilimento, che attualmente occupa tredici dipendenti. Abbiamo così il controllo totale della qualità della carne dei
suini che, a loro volta, sono allevati rigorosamente a base di
cereali e provengono esclusivamente da aziende agricole della
provincia vicentina. Nel marzo
del 2003, abbiamo ottenuto la
Dop, che è il massimo riconoscimento al prodotto alimentare."
"Per riconoscere la Sopressa
Vicentina Dop basta fare attenzione al marchio - aggiunge
Per tutti i buongustai la coppa
Busin
ancora Busin - che anche nella
grafica riporta le sue caratteristiche. Ecco perché voglio ricordare a tutti i consumatori finali che
devono assolutamente chiedere
al venditore di mostrare loro l'etichetta, nella quale si leggono il
logo, il marchio della Comunità
Europea e il numero di serie. Sì,
proprio il numero di serie, perché tutti i nostri prodotti sono
etichettati e numerati. Tutta questa preoccupazione è dettata dal
fatto che i consumatori vanno
tutelati dagli acquisti dei falsi
prodotti tipici, di alimenti di
scarsa qualità. Se si leggono più
ingredienti in una etichetta,
significa che il prodotto non è
fresco, ma contiene conservanti
che, molto spesso, possono essere anche derivati del glutine e
del latte, per non parlare di zuccheri e altro ancora."
Oltre alla sopressa Dop Busin
produce pancette, coppe, salami,
salsicce, cotechini, musetti, zamponi e mostadelle. E il salumificio di Zané ha anche contribuito
a stabilire un record da Guinnes:
nel giugno del 2003 a Schio è
stato prodotto un panino lungo
648,48 mt con ben 150 kg di
sopressa Busin. Il ricavato della
sua vendita a tanti buongustai è
andato in beneficenza, insieme
alla buona sopressa un altro pallino di Giorgio, che, infatti, con
Confartigianato ha appena organizzato a Zanè la manifestazione
'Il Volley per Haiti'. Una serata
di esibizioni tra i vecchi campioni azzurri della pallavolo, la
Minetti Infoplus Vicenza di A1 e
varie squadre tra cui l'Artifer
Zanè e la Fulgor Thiene, il cui
l'incasso è stato destinato all'ospedale pediatrico della lontana
isola.
23
21 APRILE 2007
donne
Mara Borriero, imprenditrice di Sandrigo, chiede spazio per le donne: "Siamo una specie protetta"
La marcia trionfale
dell'Aidda vicentina
DI
LUCA MATTEAZZI
Dopo quarant'anni passati in
azienda l'entusiasmo è sempre
quello, contagioso, dei primi
giorni.
"Ogni
tanto qualcuno mi chiede
come faccio, ma io credo di
esserci nata, con questa carica". Mara Borriero, presidente della Ska di Sandrigo (produzione di attrezzature e
sistemi per l'allevamento avicolo), della Di.Ve (settore
alberghiero, con l'Hotel
Aries) e presidente regionale
dell'Aidda, l'Associazione
Imprenditrici e Donne e
Dirigenti d'Azienda, non ha
perso la spirito che l'accompagnava quando giovanissima, nei primi anni '60, faceva
il suo ingresso nell'azienda
che poi avrebbe contribuito a
far diventare uno dei leader
mondiali del settore. "Avevo
poco più di 16 anni e avevo
fatto solo le medie, perché in
famiglia eravamo in tanti e
all'epoca studiavano solo i
maschi - racconta -. Ma avevo
tanta voglia di fare e il mio
sogno era quello di fare l'imprenditrice".
L'azienda è la Ska di Berto
Pozzato, detto Skaraba perché un suo antenato lavorava
per una famiglia aristocratica
che aveva uno scarabeo nello
stemma, una delle tante piccole aziende metalmeccaniche che all'epoca spuntavano
in tutta la provincia. Si producono gabbie, voliere e
mangiatoie per polli e tacchini. Con un'intuizione felice:
puntare sull'allevamento a
terra, invece che su quello in
batteria (i polli costretti den-
Mara Borriero, imprenditrice sandricense e presidente della
sezione veneta e trentina di Aidda
tro una lunga fila di gabbie)
tanto in voga in quegli anni.
"È stato questo il fattore che
ci ha permesso di avere oggi
il valore che abbiamo", sottolinea la presidente.
Mara Borriero comincia dal
settore commerciale, curando
i contatti con i mercati esteri.
Come la Libia, "che mi ha
dato una grossissima espe-
rienza: gli arabi sono diffidenti, ma sono anche molto
intuitivi. Una volta che li hai
conquistati la loro fiducia è
totale. E poi mi hanno insegnato molto: il valore dell'ospitalità autentica l'ho imparato da loro". Oppure la
Francia. "Dove abbiamo puntato molto sulla qualità del
servizio, per riuscire a fare
Ska produce a Sandrigo tutto il suo repertorio: dagli enormi
edifici dove vivono gli animali al più piccolo accessorio
concorrenza alle ditte locali.
L'affidabilità del servizio è un
aspetto a cui teniamo molto, e
posso dire che, da noi, il
cliente che si lamenta è un'eccezione".
La Ska cresce, conquista
clienti e mercati. E le intuizioni felici si ripetono. Mentre
tutti delocalizzano alla ricerca di costi del lavoro più
bassi, loro scelgono di concentrare la produzione a
Sandrigo ("altrimenti avremmo finito con l'impoverire l'azienda), investono in ricerca e
tecnologia e rivedono tutto il
ciclo produttivo. Oggi, nei
grandi capannoni di via
Agosta di cui Mara Borriero
conosce
ogni
segreto
("L'officina è la mia passione", confessa) il lavoro è perfettamente organizzato e in
gran parte automatizzato,
con macchinari costruiti
appositamente per soddisfare
le richieste della Ska. E i risultati arrivano: clienti importanti, bilanci a posto, buone
prospettive per il futuro.
Niente male per una giovane
sedicenne che era partita solo
con tanta voglia di fare. E che
con tenacia, determinazione e
una buona dose di ottimismo
è riuscita a conquistarsi una
posizione invidiabile nel
mondo tutto maschile della
metalmeccanica. "Non è stato
facile, ma non sono d'accordo
con chi si lamenta troppo per
le difficoltà che incontrano le
donne - spiega -. Io ero giovanissima e avevo a che fare
con persone molto più anziane di me, dovevo continuamente dimostrare di saperci
fare. Ma penso che per un
ragazzo sarebbe stato lo stesso. Stiamo attenti a non porci
dei limiti da soli: ci sono sicu-
Imprenditrici di tutto il mondo, unitevi!
L'Aidda, l'Associazione imprenditrici e donne dirigenti d'azienda, è
la prima associazione nata con l'obiettivo di sostenere e promuovere
l'impegno femminile nel mondo
economico e sociale. Creata nel
1961 a Torino, l'associazione conta
oggi oltre 1500 iscritte, tutte con
incarichi di responsabilità nei più
diversi settori del mondo dell'impresa: si va dal commercio (circa
un terzo del totale) all'industria (il
32 per cento, con presenze importanti soprattutto nell'abbigliamento, nell'alimentare, nell'arredamento, nella chimica, nell'edilizia, nell'editoria e nella metalmeccanica),
dai servizi all'agricoltura. In tutto
le imprese rappresentate sono
3mila, con circa 200 mila addetti e
un fatturato complessivo che supera i 25 miliardi di euro.
La delegazione del Veneto e
Trentino Alto Adige, di cui Mara
Borriero è presidente, è tra le
prime d'Italia, preceduta solo da
Piemonte, Toscana e Lombardia.
"La valorizzazione del ruolo femminile è un presupposto essenziale
del processo di crescita e di sviluppo del paese - puntualizza -. La
presenza femminile nell'economia,
della politica, nella cultura e nella
società nel suo complesso è sinonimo di energia, saper fare, creatività, tolleranza".
A livello internazionale, Aidda è
legata all'associazione Fcem,
(Femmes chefs d'entreprises mondiales), organismo che riunisce
oltre 450mila socie da 27 diversi
paesi, e che è presente presso le
Nazioni Unite e il Consiglio
d'Europa.
ramente zone in cui essere
donne vuol dire avere grossi
svantaggi, ma non dalle
nostre parti".
Resta il fatto che le donne nei
posti che contano sono ancora poche, in economia come
in politica. "L'imprenditoria
femminile sta bene, ma bisogna cominciare a prendere
posizioni importanti anche a
livello pubblico e politico concorda -. Se l'Italia vuole
una scossa per uscire da questo momento di stasi, deve
puntare sulle donne e sui giovani, non può permettersi di
non sfruttare al 100 per cento
le proprie risorse. E sa cosa le
dico? Io sono favorevole alle
quote rosa. Inizialmente ero
caduta nella trappola di dire
no, perché le ritenevo discriminanti, ma partiamo da una
situazione in cui non possiamo permetterci il lusso di
andare troppo per il sottile.
Siamo una specie protetta, e
ci vuole qualcosa di forte per
creare un momento di rottura".
Idee chiare e concrete, come
sempre. Da parte loro, intanto, le donne dovrebbero
cominciare a valorizzare di
più la vita associativa, anche
quando sembra che ci siano
cose molto più importanti da
fare, con l'azienda da seguire,
i clienti da contattare, problemi da sistemare. "Se c'è ho un
rimpianto
guardandomi
indietro, è quello di non
essermi impegnata prima con
l'associazione - consiglia -.
Invece queste occasioni sono
fondamentali, perché è lì che
hai la possibilità di confrontarti con altre socie, di verificare il percorso, di trovare
nuovi stimoli. So benissimo
che il tempo è sempre troppo
poco, ma non dobbiamo
muoverci in questa direzione". Il resto tocca alle istituzioni. A cominciare da un
governo che fino a questo
momento non l'ha convinta
più di tanto. "Mi sarei aspettata di più, invece mi sembra
sempre la stessa musica spiega -. Spero che abbiano
un disegno che in questo
momento mi sfugge. Se no
finiranno con lo scoraggiare
anche me". Ma, puntualizza
subito dopo, far perdere
coraggio ad una tosta come
lei è dura. Molto dura.
24
terza pagina
21 APRILE 2007
Pensieri contro. Gli ideali della Resistenza, tuttora validi, sono ogni anno vittime di un'orgia commemorativa da parte di una sinistra che li ha traditi
25 aprile, festa nazionale dell'ipocrisia
DI
GIULIANO CORÀ
Dal Venticinque
Aprile al Primo
Maggio si celebra
ogni anno la
Settimana Santa
della sinistra italiana, quella in
cui il Caso e la Storia hanno
concentrato due date simbolo:
la prima, che ricorda la fine
della
Seconda
Guerra
Mondiale e la liberazione dal
nazifascismo grazie al sacrificio di migliaia di partigiani, e
la seconda, che commemora la
grande manifestazione del
1886 negli Stati Uniti e i morti
che ne seguirono, essi sì "martiri" del diritto ad una vita
dignitosa e ad un lavoro non
alienante. Eventi nobilissimi,
date nobilissime da ricordare,
oltre ogni ombra di dubbio.
Meno nobili sono le baruffe
chioggiotte su chi ha i titoli
per commemorare cosa. Vedi
quel che successe in città nel
2005, quando si scatenò un
putiferio perché, snobbando la
manifestazione pubblica, l'amministrazione
comunale
mandò sul palco un assessore
di An.
In effetti, è difficile negare che
fu piuttosto imbarazzante sentir parlare di Resistenza un
politico che 'per li rami' (ancora molto corti) discende dal
vecchio Movimento Sociale
Italiano. Né sarebbe stato
molto meglio se al suo posto ci
fosse stato il sindaco, ex missino pure lui, che proprio alcuni
mesi dopo avrebbe inaugurato
la sede vicentina di Forza
Nuova ricordando commosso
i suoi virili trascorsi giovanili.
In blocco, tutta la sinistra
vicentina si scatenò contro
quella scelta, e oggi solo l'offerta a John Giuliari ha impedito che anche quest'anno si
ripetesse il casino.
Il 25 aprile è l'anniversario della liberazione dall'occupazione
nazi-fascista
Dato dunque a Cesare quel
che è di Cesare, viene però da
porsi una questione maligna:
ma questa sinistra, in nome di
quale investitura rivendica il
diritto ad essere unica celebrante
del
Venticinque
Aprile? Forse perché ritiene di
essere ancora integrale depositaria dei valori che portarono a quella lotta e a quelle
giornate? Ma quali erano,
dunque, quei valori, per i
quali i partigiani combatterono e morirono, gran parte dei
quali vennero poi trasfusi
nella
Costituzione
della
Repubblica? In sintesi estrema: libertà dell'Italia da qualsiasi condizionamento straniero, rifiuto della guerra, esaltazione della dignità della persona, assolute libertà democratiche, fiducia nel futuro,
autentica partecipazione alle
scelte politiche ed economiche
del Paese.
Davvero la sinistra - che oggi
governa - può dire di praticare
ancora
queste
virtù?
Francamente, è difficile affermarlo. Libertà dai condizionamenti? Lasciando stare, per
una volta, la questione Dal
La contestata cerimonia del 25 Aprile 2005 con Sante Sarracco,
presidente del consiglio comunale
Durante il Primo Maggio si ricorda la rivolta di Haymarket nel 1886
Molin, è tutta la politica estera
italiana che, spesso, dà l'impressione di avere il suo centro decisionale molto lontano
dalla Farnesina. Nostri soldati
operano lontano dall'Italia (in
missioni di pace?), spesso
combattono e purtroppo spesso anche muoiono, nonostante
nell'articolo
11
della
Costituzione ci stia scritto quel
che ci sta scritto, e D'Alema
meriterebbe il Nobel per la
Giocoleria, per gli equilibrismi
verbali coi quali tenta di spiegare il nostro coinvolgimento
in guerre che non ci riguardano minimamente.
Partecipazione economica?
Mai come ora, la finanza italiana appare come un paese
abbandonato al saccheggio di
razziatori interni ed esterni soprattutto esterni, pare.
Prodi medita, auspica, augura:
ma che ne sarà di noi, quando
le scelte 'forti' verranno fatte
altrove, per interessi che non
saranno
i
nostri?
Partecipazione politica? Sono
assolutamente convinto che
un dibattito pubblico sui
diverticoli intestinali del
Paguro Bernardo potrebbe
essere incomparabilmente più
eccitante della discussione in
atto sul Partito Democratico,
questo creazione astratta,
metafisica e di potere, mille
miglia distante dalla vita e dai
bisogni quotidiani di milioni
di persone. Pensano davvero
che qualcuno possa concepire
passione politica autentica quella del venticinque aprile
1945, appunto - per questo
blob alieno?
Libertà democratiche? La
prima libertà è quella - mi perdonino i leghisti se mi servo di
un loro slogan - di decidere a
casa propria: chissà che ne
pensano i No Tav, i No Dal
Molin (c'entra sempre, male-
dizione!), i No Mose e tutti
quei cittadini-sudditi che,
prima da un governo di centrodestra ed ora anche da uno
di centrosinistra, si vedono
imporre scelte che li violentano nel territorio e nella dignità, in nome di un bene nazionale non chiaramente distinguibile. Rispetto della persona? Gli operai italiani muoiono nei cantieri ad un ritmo
superiore a quello dei soldati
americani in Irak, in nome di
uno sviluppo che si è voluto
sfrenato e senza controlli, e
quando anche Epifani dichiara
che "questa è una sconfitta del
sindacato", allora vien proprio
da spararsi… nei denti, e l'appellativo prodiano di "martiri"
suona come una grottesca
beffa.
Fiducia nel futuro? Bisogna
dirlo ai nostri figli, precari e
flessibili come Tiramolla, che
si sbattono da uno stage non
pagato ad un'agenzia interinale, e la possibilità di metter su
casa e famiglia ormai la sognano solo nelle fiction tv. Anche
il Pantheon, è cambiato: una
volta c'era gente come il sindacalista Di Vittorio - per dirne
uno - a rappresentare gli ideali di sinistra. Oggi qualcuno ha
detto che tra i padri ideali del
Partito Democratico bisognerà
iscrivere anche Craxi - quella
della 'Milano da bere', e da
mangiare, pure - e allora è evidente, per tornare al nostro
tema, che di quei valori, di
quegli ideali, di quelle bandiere, a questa sinistra è rimasto
poco o nulla. Faccia pure le
sue celebrazioni, ripeta i suoi
slogan, ma faccia anche i suoi
conti (se proprio non vuol fare
l'esame di coscienza). Perché o
a quegli ideali della Resistenza
si torna davvero, o la gente
andrà a cercarsi la 'partecipazione' altrove.
25
edicola
21 APRILE 2007
Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire
Il mullah Omar Travaglio:
ecco la verità sull'Afghanistan
Chi scrive è il mullah Omar. Ho
44 anni, 4 mogli, vari figli, sono di
Kandahar, dunque non sono
arabo: sono afghano. (…) Ho
conosciuto i più grandi eserciti
del mondo: a 20 anni combattevo
l'Armata rossa (ci ho rimesso letteralmente un occhio della testa),
ora combatto gli Stati Uniti, gli
inglesi e i loro alleati della Nato.
Solo che, quando combattevo i
sovietici, a voi occidentali piacevo
tanto: le armi ce le passavate voi.
Ora, comprensibilmente, non vi
piaccio più. Eppure sono rimasto
lo stesso. Conosco Bin Laden dai
tempi dell'invasione sovietica,
quando anche lui vi piaceva
parecchio. Ma non abbiamo niente in comune: lui è un arabo, un
califfo saudita pieno di petrodollari.
Ci aiutò contro l'Armata rossa e
dopo ci diede un sacco di soldi
per costruire strade, ponti, scuole
e ospedali. Per questo era molto
amato dagli afghani e quando
entrai in Kabul, nel 1996, lo lasciai
lì. Ma nel `98 fu accusato di aver
ordito gli attentati alle ambasciate
Usa in Kenya e in Tanzania, e la
sua presenza in Afghanistan
divenne un problema.
Anche perché Clinton cominciò a
bombardare nel mucchio, nella
zona di Khost, pensando che lui
fosse lì: invece morirono centinaia
di civili. Tra il mio governo e
Clinton ci fu una trattativa: ma sì,
risulta dai documenti del
Dipartimento di Stato, anche gli
americani trattavano con i talebani. Avevano il mio numero.
Mandai il mio braccio destro
Wakij Ahmed a Washington, a
incontrare due volte Clinton: il 28
novembre e il 18 dicembre `98.
Clinton voleva che ammazzassimo Bin Laden, o almeno lo espellessimo. Espellerlo non poteva-
mo: era troppo popolare.
Offrimmo di fornire le coordinate
del suo nascondiglio, così che gli
Usa potessero centrarlo a colpo
sicuro. Purché la smettessero di
bombardarci. Clinton, inspiegabilmente, rifiutò. Poi i nostri rapporti peggiorarono ancora, ma
non certo per il burka alle donne
o per le tv distrutte o per le statue
del Buddha polverizzate: fu perché rifiutai di affidare la costruzione del mega gasdotto dal
Turkmenistan al Pakistan all'americana Unocal. Gli americani
se la legarono al dito, anche perché nell'Unocal erano impicciati
Dick Cheney, Condoleezza Rice e
l'attuale presidente afghano
Hamid Karzai. Ora fingete di
scandalizzarvi tanto per l'oppio:
Una delle poche foto che
ritraggono Mohammed Omar
ma nel '98 e nel '99 proposi più
volte all'America e all'Onu di
bloccare la coltivazione del papavero in cambio del nostro riconoscimento. Risposero picche.
Nel 2000 bloccai unilateralmente
la coltivazione del papavero, tra
le proteste di centinaia di migliaia
di contadini: ma il Corano vieta di
produrre e consumare droga, e
Contrattazione del prezzo dell'oppio a Kandahar
per me il Corano è
una cosa seria.
Risultato: il prezzo
dell'oppio salì alle
stelle. Un danno terribile per le grandi
mafie del narcotraffico mondiale. Sarà un
caso, ma meno di un
anno dopo ci avete
attaccati.
Ora,
nell'Afghanistan
"liberato" e "democratico", si produce
più oppio di prima:
produciamo l'87%
dell'oppio mondiale.
Il giornalista Marco Travaglio nello studio
Dopo l'11 settembre della trasmissione Annozero
gli americani ci han
chiesto di nuovo di consegnare abbiamo avuto sequestri di perBin Laden. Abbiamo chiesto le sona: una volta che una giornaliprove del suo coinvolgimento. sta inglese penetrò nel nostro
Non ce le han date. Noi non paese travestita da uomo, fu tratabbiamo dato Bin Laden. E ci tata bene e, accertato che non era
hanno attaccati. Anche se non una spia, rilasciata senza controc'era un solo afghano nei com- partite tre giorni dopo.
mandos delle Torri gemelle, né Che mi dite invece dei vostri
un solo afghano è stato mai trova- agenti che, nella libera Milano,
to nelle cellule di Al Qaeda: c'era- han sequestrato un imam per
no sauditi, egiziani, giordani, mandarlo in Egitto e farlo torturatunisini, algerini, marocchini, re? Dite che teniamo le nostre
yemeniti. Non afghani né irache- donne troppo coperte.
ni. Eppure avete invaso proprio Può darsi. Ma voi esagerate nell'Iraq e l'Afghanistan. (…) Noi l'altro senso: possibile che da voi
non siamo un popolo di terroristi. una donna, per andare in tv,
Le prime autobombe sono esplo- debba mettersi in costume da
se nel 2006, dopo 5 anni di occu- bagno, magari col crocifisso tra le
pazione. Un po' perché questi 5 tette? Non avete un posto più
anni hanno sconvolto e imbarba- decente per mettere il figlio del
rito le nostre tradizioni. Un po' vostro Dio? E' vero, non riconoperché molti terroristi vengono sco lo Stato laico e la separazione
da fuori. Un po' perché coi russi, tra religione e politica. Ma proalmeno, riuscivamo a fare la prio voi venite a dare lezioni? Mi
guerra: le loro truppe erano sul risulta che anche da voi molti
campo. Con gli americani è politici prendano ordini da capi
impossibile: li vediamo sfrecciare
sui loro B52 a 10 mila metri d'altezza. Un anno fa un Predator
americano, senza pilota né equipaggio, ha bombardato il piccolo
villaggio
pachistano
di
Domadola, al confine con
l'Afghanistan, pensando che io e
Al Zawahiri fossimo lì.
Ha ucciso 18 civili, tra cui 8 donne
e 5 bambini. Nessun americano,
per il semplice motivo che gli
americani non c'erano: il Predator
era telecomandato da una base
del Nevada, dove il pilota dirigeva le operazioni via satellite. E' la
"guerra asimmetrica", che è a
costo zero, almeno per voi. Non
per il nostro popolo. Badate, non
voglio certo fare il santerellino. Io
sono un guerriero feroce e fanatico. Ma leale. Finché ho avuto il
controllo della situazione, non
religiosi, tra l'altro residenti in uno Stato straniero. Ora vi devo salutare. Ma consentitemi
di ringraziarvi per il
servigio che, involontariamente, avete reso a
me e ai taliban: nel
2001, quando ci avete
cacciati da Kabul, stavamo sulle palle a gran
parte degli afghani.
Ora che gli afghani vi
hanno conosciuti e han
visto all'opera il cosiddetto presidente democratico Karzai, siamo
diventati popolarissimi.
Tant'è che io continuo a
girare in bicicletta e in sidecar.
Sulla mia testa c'è una taglia da 50
milioni di dollari, ma nessuno ha
mai pensato di tradirmi per intascarla. Vi lascio con un pensiero
di un vostro santo, che dovreste
conoscere bene, Agostino da
Ippona. E' tratto dal De Civitate
Dei: "Una volta fu portato al
cospetto di Alessandro Magno
un famoso pirata fatto prigioniero.
Alessandro gli chiese: `Perché
infesti i mari con tanta audacia e
libertà?'. Il pirata rispose: `Per lo
stesso motivo per cui tu infesti la
terra; ma poiché io lo faccio con
un piccolo naviglio, sono chiamato pirata; poiché tu lo fai con una
grande flotta sei chiamato imperatore'". Meditate, infedeli, meditate. Cordiali saluti, il Mullah
Omar.
Marco Travaglio
da Annozero di Michele Santoro
13 aprile 2007
26
regione
CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA
VICENZA
A Vicenza e provincia
scoppia la "Primavera palladiana".
Ad
un
anno
dal
Cinquecentesimo anniversario della nascita di
Andrea Palladio le Strade
del Vino ed i Consorzi di
Tutela
dei
Vini
a
Denominazione di Origine
Controllata del Vicentino,
in collaborazione con la
Camera di Commercio,
organizzano una serie di
eventi per valorizzare il
territorio e i prodotti tipici
vicentini.
L'occasione che vede tante
istituzioni territoriali riuni-
21 APRILE 2007
Quest'anno a Vicenza
la primavera è
"Palladiana"!
Al via a Vicenza la prima edizione della manifestazione
che celebra il cinquecentesimo anniversario della nascita di Andrea Palladio.
Un evento voluto dalla Camera di Commercio di Vicenza,
a cui prendono parte il Consorzio Vini Vicentini DOC,
il Consorzio Tutela Vini Vicenza DOC, il Consorzio di Tutela Vino
Arcole DOC, il Consorzio Tutela Vini DOC Colli Berici,
tutti presenti all'interno di Palazzo Pisani,
nuova sede del Palazzo del Vino
te a braccetto sotto la bandiera di Andrea Palladio, è
l'annuncio della prima edizione di un calendario di
La Doc Lessini
alla conquista dell'Oro
Gran Medaglia d'Oro per la Cantina di Montecchia di Crosara
col suo Monti Lessini "Re d'Aurum" 2004
Ampia soddisfazione per la
Doc Lessini che quest'anno ha
inaugurato il Vinitaly con una
prestigiosa Gran Medaglia
d'Oro, conquistata dalla
Cantina di Montecchia di
Crosara, nella categoria "vini
tranquilli a denominazione vini bianchi elaborati in barrique o comunque affinati in
legno", col suo Monti Lessini
Doc Bianco "Re d'Aurum"
2004.
<<Un risultato di questo
genere - sottolinea Andrea
Bottaro,
presidente
del
Consorzio di Tutela del
Lessini Durello - è come linfa
vitale per la nostra denominazione. Abbiamo lavorato
tanto sia in tema di qualità
che a livello di promozione, e
finalmente il nostro Lessini
Durello ha dimostrato di
avere tutte carte in regola per
compere con qualunque altra
denominazione italiana. La
qualità ha anche bisogno di
visibilità e questo riconoscimento alla vigilia di Vinitaly
non poteva giungere in un
momento più propizio>>.
eventi che interesserà tutta
la primavera vicentina
(con qualche puntata in estate): la
"Primavera
Palladiana",
iniziativa
realizzata
con il cont r i b u t o
d e l l a
Camera di
Commercio
di Vicenza.
L'iniziativa,
partita alla fine di
marzo,
proseguirà
per tutto il mese di luglio e
si rivolgerà ad appassionati, turisti e curiosi che
potranno così visitare borghi incantevoli e degustare
gli ottimi vini vicentini.
Cominciata con un largo
successo di pubblico con
l'inaugurazione di Palazzo
Pisani di Lonigo il 24, 25,
26 marzo, la nuova sede del
Consorzio dei Vini Doc di
Vicenza, è poi proseguita
nelle giornate di Pasqua e
Pasquetta a Gambellara.
I prossimi appuntamenti si
terrano dal 10 al 17 aprile
col
quattordicesimo
Simposio Internazionale
"Nantopietra", in piazza a
Nanto.
Si potranno qui ammirare
artisti da tutto il mondo
mentre scolpiscono sulla
preziosa pietra berica e
intanto degustare i vini
Doc dei Colli Berici, con
serata di gala proprio martedì
17,
a
Villa
di
Montruglio a Mossano,
aperta al pubblico previa
CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA
VICENZA
prenotazione alla Pro Loco
di Nanto.
Dal 4 aprile al 23 maggio a
Bassano e dintorni si terrà
la tradizionale rassegna
e n o g a s t r o n o m i c a
"Asparagi&Vespaiolo".
Domenica 6 maggio tutti a
Gambellara per una passeggiata sui Colli del
Recioto; due settimane più
tardi, domenica 20 maggio,
la piazza di Breganze ospiterà la festa del Vespaiolo
Doc.
Infine dal 27 maggio a tutto
il mese di luglio, spazio a
"ArteVino2007", l'incontro
tra arte e vino
lungo la Strada
dei Vini dei
C o l l i
Berici.
"
E
'
un'occas i o n e
import a n t e
per
gli
enti del
territorio
vicentino di
dimostrare
quell'unità d'intenti per la tutela, la valorizzazione e la promozione del
territorio del Vicentino, che
ci accumuna", ha sottolineato il Presidente del
Consorzio di Tutela dei
Vini Vicentini, Giorgio
Nicola Nicolin. "Sarà la
prova generale - ha proseguito Nicolin - di quello
che ci prepariamo ad organizzare in occasione di un
grande evento come la
rievocazione del cinquecentesimo
anniversario
della nascita del maestro
mondiale dell'architettura
di tradizione classica, il
prossimo
anno,
quell'Andrea Palladio che
ha lasciato le nostre città e
le nostre campagne disseminate di un patrimonio
estetico e concettuale di
valore inestimabile, non a
caso conosciuto e imitato in
tutto il mondo".
Pagine di
Loretta Simonato
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regione
21 APRILE 2007
FINANZIAMENTI - I fondi ci saranno e verranno trasferiti alla Regione che potrà così liquidare le domande ancora inevase
Arrivano i finanziamenti
per gli agricoltori veneti
Nonostante l'iniziale atteggiamento
negativo
del
Ministero dell'Economia che,
con una lettera, aveva
dichiarato di non poter procedere, per mancanza di presupposti normativi, ai pagamenti relativi alle domande
ammesse al finanziamento
per lo sviluppo rurale 20002006
ha
detto
il
Vicepresidente della Giunta
Regionale del Veneto - il
Ministro Paolo De Castro ci
ha fatto sapere che, invece, i
fondi ci saranno e verranno
trasferiti alla Regione che
potrà così liquidare le
domande ancora inevase.
Tra queste, l'impegno più
E' una notizia, questa - ha
detto il Vicepresidente - che
mi riempie di soddisfazione
soprattutto perché, se da una
parte riconosce la validità
della documentazione predisposta dagli uffici regionali a
supporto della nostra richiesta, dall'altra rende giustizia
della nostra azione volta a
pretendere dal Ministero che
fosse riconosciuto il pagamento delle domande pregresse ai nostri agricoltori.
Se oggi possiamo rallegrarci
è merito dunque della perseveranza e del lavoro di una
squadra che ha tenuto duro
fino al raggiungimento dello
scopo prefissatosi.
significativo riguarda proprio l'indennità compensativa delle zone di montagna.
Con
queste
parole
il
Vicepresidente della Giunta
Regionale del Veneto ha
commentato il provvedimento formalizzato dal Ministero
nell'ambito del Comitato tecnico coordinamento in materia di agricoltura riunitosi
oggi a Roma che prevede
l'anticipazione, da parte del
Ministero del Tesoro agli
organismi pagatori, delle
risorse necessarie per procedere ai pagamenti relativi
alle domande ammesse al
finanziamento per lo sviluppo rurale 2000-2006.
INIZIATIVE - Dal 1990 al 2003 il Veneto ha registrato un aumento del traffico automobilistico leggero del 61%
Forum sulla competitività:
infrastrutture e logistica
Dal 1990 al 2003 il Veneto ha
registrato un aumento del traffico automobilistico leggero del
61%, passando da 164 mila veicoli al giorno a 265 mila e di
quello pesante del 102%, passando da 122 mila veicoli al
giorno a 246 mila, dato che
nello stesso periodo raddoppia
se riferito al traffico autostradale della A4 Venezia-Trieste,
facendo registrare un aumento
del 208%.
Due i motivi di tale incremento:
lo sviluppo industriale diffuso
del Veneto, che ha interessato
anche la rete stradale di 2°
livello e l'apertura dei mercati
dell'Est europeo. Un trand di
crescita questo destinato a continuare e per il quale la Regione
intende operare lungo due
indirizzi: da un lato dividendo
lungo direttrici diverse il traffico locale da quello di attraversamento, dall'altro cercando
per quanto possibile di dirottare su rotaia il traffico pendola-
re. Ecco quindi il potenziamento di alcuni assi stradali nella
logica dei corridoi europei 1 e 5
e
di
quello
cosiddetto
Adriatico-Tirrenico, la costruzione del Passante di Mestre, il
completamento
della
Pedemontana e la realizzazione
della Nogara mare, nonché la
realizzazione dell'area regionale centrale del SFMR. Ma se con
questi interventi si è in grado di
rispondere ad alcune criticità
infrastrutturali regionali, il
rischio che si affaccia è quello
che riguarda lo snodo di
Mestre, dove con il completamento del Passante, se non si
interviene con la realizzazione
della terza corsia sulla VeneziaTrieste, di fatto il problema del
congestionamento si sposterà
di una decina di chilometri alla
barriera di Quarto d'Altino.
Questo il quadro tracciato a
Verona nel corso della tavola
rotonda
"Infrastrutture
e
Logistica" organizzata dalla
Regione del Veneto nell'ambito
del Forum sulla competitività e
alla quale oltre all'Assessore
regionale alle politiche dell'economia e ai Segretari Regionali
alla programmazione e all'infrastrutture e mobilità, sono
intervenuti i rappresentanti
della Confindustria, della CNA
del
Veneto,
della
Confartigianato, della UIL,
dell'AGCI Veneto e dei Sistemi
territoriali SpA.. Di fronte a
questa realtà infrastrutturale,
che costringerà il Veneto ad
operare comunque in situazio-
ne emergenziale, visti gli
aumenti costanti dei volumi di
traffico, ci si è chiesti come sia
possibile trarne dei benefici. La
risposta, è stato sottolineato,
potrebbe essere quella che le
risorse generate dai pedaggi
del traffico a pagamento rimangano in Veneto per essere utilizzate in interventi infrastrutturali, soprattutto sulla rete
stradale di 2° livello.
Nell'introdurre la Tavola rotonda l'assessore regionale, dopo
aver ribadito che uno degli
aspetti di maggior criticità indi-
viduabile nel nostro sistema sta
nella pesante congestione dei
trasporti e nelle conseguenti
difficoltà di accesso alle grandi
aree urbane, nella qualità della
vita, nelle condizioni generali
ambientali e di inquinamento,
ha sottolineato che di non
minor importanza è l'esigenza
di aumentare l'accesso alle
informazioni e l'utilizzo di
infrastrutture immateriali per
la fruizione di servizi ad elevato valore aggiunto in quanto il
digital divide può diventare
fattore di rischio per la crescita
del nostro sistema.
In questo il Veneto, ha sottolineato, paga un certo gap negativo a causa del ritardo nell'adeguamento infrastrutturale, al
quale la Regione del Veneto
intende dare una risposta con
la diffusione della banda larga,
garantendo la copertura dell'intero territorio regionale indipendentemente dalle logiche di
mercato.
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regione
21 APRILE 2007
EMERGENZE - Sono i bambini il volto invisibile dell'Aids, soprattutto i bambini dell'Africa sub-sahariana e dell'Asia
Bambini con Aids: un manifesto
per una campagna globale Unicef
Sono i bambini il volto invisibile dell'Aids, soprattutto i
bambini dell'Africa sub-sahariana ma anche dell'Asia e
dell'Europa dell'Est. L'UNICEF lancia una campagna
informativa e di raccolta di
firme, in collaborazione con la
Regione Veneto, inaugurate
oggi a Venezia nella sede di
Palazzo Balbi della Giunta
regionale, con il titolo Uniti
per i bambini, Uniti contro
l'AIDS e il cui primo firmatario
è
stato
Stefano
Valdegamberi, Assessore alle
Politiche Sociali della Regione
Veneto. Egli ha apposto la sua
firma sul manifesto che ora
sarà inviato al Presidente del
Consiglio dei Ministri con la
richiesta di assegnare maggiori risorse per la ricerca e la
cura dell'AIDS pediatrico. Nel
mondo sono più di 2 milioni i
bambini sieropositivi e 15,2
milioni gli orfani che hanno
perso un genitore a causa
dell'AIDS. Ogni minuto un
bambino muore per cause correlate all'HIV/AIDS e quattro
nuovi contagi avvengono fra
adolescenti di età inferiore ai
15 anni.
La Regione Veneto, mio trami-
te aderisce in modo convinto a
quest'importante iniziativa
che vuole sensibilizzare sulla
piaga terribile dell'Aids che
sta cancellando intere generazioni in Africa. L'AIDS attecchisce in società prive di sistemi sociosanitari funzionanti
(come l'Africa) o distrutti
(come in alcuni Paesi dell'Est).
Diffonderemo il più possibile
questa campagna UNICEF
perché i bambini sono il nostro
futuro: averne cura, tutelarne
la salute, difenderne i diritti,
mostra il livello di civiltà
acquisito dai popoli".
L'Assessore veneto alle politiche sociali ha sottolineato che
questa iniziativa può sollecitare le persone ad essere più
attente "a scrollarsi di dosso
l'egoismo, la cappa di indifferenza, per capire invece che
questi problemi ci riguardano
direttamente. Oggi i giovani e
le famiglie - ha concluso - non
hanno più riferimenti culturali, modelli validi:questo succede anche nel campo della sessualità, che è tra i più delicati e
gravido di conseguenze e nei
cui confronti bisogna avere
comportamenti corretti verso
se stessi e verso gli altri".
Nello scorso week end è iniziata una raccolta firme a livello mondiale per chiedere alla
comunità nazionale e internazionale il rispetto degli impegni presi in materia di
HIV/AIDS con un attenzione
particolare a quelli relativi all'infanzia. In Italia, la
mobilitazione punterà a
informare e sensibilizzare
l'opinione pubblica sull'impatto particolare che
l'HIV/AIDS sta avendo
sulla vita di milioni di
bambini. Inoltre la campagna farà pressione sul
governo affinché assegni
maggiori risorse per la
ricerca e la cura dell'AIDS
pediatrico, tramite una
petizione indirizzata al
Presidente del Consiglio.
Alla presentazione dell'iniziativa mediatica partita dal Venezia, sono intervenuti Carlo Giaquinto,
Direttore Centro pediatrico
regionale
Aids,
Christoph
Baker,
Presidenza
nazionale
dell'UNICEF e Alfredo
Zannini,
Presidente
Comitato
regionale
Veneto
dell'UNICEF.
Zannini ha detto che l'età adolescenziale è quella più a
rischio di infezione da HIV e
che, dal 1982 al 2005, sono
state oltre 56 mila le diagnosi
di AIDS in Italia. Giaquinto ha
ricordato che anche nel Veneto
dell'immigrazione la situazione ha contorni gravi visto che
si registrano" due gravidanze
la settimana di donne sieropositive" e che, a livello regionale, la prevenzione dell'HIV nei
bambini passa attraverso la
prevenzione dell'HIV nelle
loro mamme.
Baker ha affermato che una
"campagna di questo livello ed
ampiezza non è mai stata lanciata prima dall'UNICEF e che
l'AIDS, in questo caso pediatrico, è una questione di giustizia sociale e di tutela dei diritti dell'infanzia". I partner
dell'UNICEF nella campagna
di sensibilizzazione sono 11
associazioni italiane: Amnesty
International - Sezione italiana, ANLAIDS, Archè, CESVI,
CittadinanzAttiva, Comunità
di Sant'Egidio, Croce Rossa
italiana, LILA, Medici Senza
Frontiere - Italia, Save the
Children - Italia, Terre des
Hommes -Italia. La raccolta di
firme si concluderà a fine maggio. Per organizzarla le 12
associazioni allestiranno oltre
1.000 punti di raccolta firme
nelle principali piazze d'Italia
e in numerosi altri luoghi di
incontro.
INIZIATIVE - Servono strumenti importanti per darsi reciproco sostegno per superare le tante crisi familiari
Regione: "Agrodolce - ricette
d'amore per le giovani coppie"
"Il confronto di esperienze, la
riflessione sui progetti di vita,
dovrebbero diventare modalità
comuni per le giovani coppie,
strumenti importanti per darsi
reciproco sostegno e possibilità
di superamento delle tante crisi
familiari presenti nel nostro territorio. Anche per questo motivo,
la Giunta regionale del Veneto ha
finanziato il progetto di formazione per le giovani coppie veronesi, dal titolo "Fare famiglia",
proposto dall'Azienda Ulss 20".
Lo ha detto stamani a Verona,
nella sede dell'Azienda Socio
sanitaria, l'assessore regionale
alle politiche sociali nel corso
della presentazione alla stampa
del progetto, il cui primo evento
si terrà lunedì sera, al teatro
Camploy con lo spettacolo
teatrale, Il Fantasma Blu.
L'assessore veneto ha ricordato l'importanza della famiglia per tutta la collettività
da un punto di vista culturale, sociale ma anche soprattutto economico.
"Avere una famiglia sana,
giovane significa valorizzarne la funzione sociale pub-
blica che invece in Italia è ancora
poco riconosciuta.
Significa sollecitare la ripresa
della natalità, il "problema dei
problemi" e affrontare il futuro in
relazione anche alle esigenze
assistenziali e previdenziali di
una società che invecchia sempre
di più.
La famiglia - ha sottolineato - non è quindi
questione che riguardi
solo la Chiesa ma invece riguarda tutti e ciascuno di noi, perché
rappresenta il futuro
dei nostri figli".
Sui consultori, l'assessore ha ricordato che la
Regione Veneto ha
assegnato all'Azienda Ulss 20 di
Verona 364 mila euro per il Piano
Progettuale di Adeguamento dei
Consultori (141 mila dei quali per
i progetti specifici attivati, a favore delle giovani coppie o della
genitorialità,
tra
cui
"Agrodolce").
"I consultori familiari vanno rivalutati - ha concluso - non vanno
più considerati solo come pronto
soccorso nei momenti di difficoltà della famiglia ma luoghi di
riferimento preventivo, di animazione e iniziative costanti a
favore della famiglia".
29
Carciofini sott'odio
Autoscuole a tutta
polenta
di Alessio Mannino
La donna è mobile, i vicentini mica
tanto. Se si danno al vizio di passeggiare impunemente nella giungla
stradale, non solo si fanno la loro
bella tirata quotidiana di polverina
pm10, ma devono pure fare trekking
fra i marciapiedi-colabrodo. I ciclisti, poi, stanno subendo una mutazione genetica: sta loro crescendo il
terzo occhio retrospettivo per non
farsi abbattere come mosche dai
vortici di auto nelle rotatorie più
pericolose, tipo l'Albera. Parcheggi
gratuiti non ne esistono più, nell'insana convinzione che facendoli
pagare ci sia un frequente ricambio
di posti e perciò di clienti per i negozi del centro storico: i commercianti
autolesionisticamente plaudono,
sottovalutando il piccolo particolare che se uno deve sborsare un balzello per regalarsi uno struscio in
santa pace in Corso, fila dritto nei
centri commerciali fuori città.
Ordunque, qual è allora l'ultima
pensata sponsorizzata dal mai
immobile Cicero? Ispirato dal rappresentante locale delle quattroruote, il presidente Aci Romano Pigato,
ha inserito nel bilancio 2007 un
autodromo a Vicenza Est dove far
sfogare gli Schumacher alla polenta:
una pista di scuola guida "per rendere più sicure le nostre strade",
come ha detto Pigato. Pedoni, ciclisti, qualità della vita: beccatevi questo! Se le strade sono intasate e
l'automobilista ne è il signore e
padrone, diamine, bisogna pur investire per creare il corridore perfetto,
non si può metter sotto i dirigenti
comunali a risolvere i noiosi problemi di chi si ostina a non recepire il
motto "Credere, Obbedire, Guidare".
In esclusiva per noi, ecco come sarà
l'utilissimo autodromo: un percorso
"Schiva la vecchietta", in cui l'allievo deve riuscire a superare gli ostacoli sagomati a forma di anziane in
bicicletta; una pista in cui il provetto automobilista deve buttare giù i
semafori: ogni semaforo un punto, a
chi ne fa di più viene intitolata la
prossima maxi-rotatoria in viale
Mazzini; infine, una rampa di lancio
di 250 metri da cui gettarsi per arrivare dalla zona ovest a quella est
senza neanche bisogno di prendere la
tangenziale. Più sicura di così come
la volete, una strada?
tempo libero
21 APRILE 2007
L'angolo dell'oste. Raro, costoso, buonissimo. È vicentino l'unico vin santo del Veneto
Gambellara, il vin santo
Che farebbe felice anche Bacco
È uno di quei rari casi in cui sacro e
profano si mescolano alla perfezione.
Di sacro, trattandosi di vin santo, c'è
ovviamente il nome, che una tradizione secolare fa risalire al fatto che i
sacerdoti erano soliti usare proprio
questo tipo di vino liquoroso durante
la messa. Oppure, secondo un'altra
versione, al fatto che le uve, lasciate
ad appassire per mesi, veniva pigiate
a primavera imminente, quando la
settimana santa era ormai alle porte.
Di profano c'è ovviamente il fascino
di un vino unico, di altissima qualità,
da conservare per le grandi occasioni,
e che sarebbe stato certamente molto
gradito a Bacco. Il discorso vale in
particolare per il più raro dei vinsanti, il vin santo di Gambellara, l'unico
vino veneto a potersi fregiare di questo appellativo che ha fatto la fortuna
di tanti colleghi toscani, marchigiani
e, negli ultimi anni, anche trentini.
Prodotto solo nelle migliori annate e
con i migliori grappoli di
uva garganega, la stessa
del gambellara e del
soave, il vin santo condivide con il più diffuso
recioto i tempi lunghi di
appassimento (nel caso
del vin santo, anzi, l'appassimento dura ancora
di pià), l'accuratissima
selezione e vinificazione
in cantina, il paziente
affinamento in botte
(almeno un anno di barrique). Il risultato è un Insolito "abbinamento" per il Vin Santo
vino dolce - non dolce,
dal profumo intenso di miele, con la tradizione lo vede bene con i dolci,
una gradazione da non sottovalutare soprattutto con quelli secchi, oppure
(il disciplinare prevede almeno 14 con i formaggi stagionati. Ma la realgradi), e capace di sopportare senza tà è che il vin santo di Gambellara,
problemi un invecchiamento anche come tutte le gemme rare, preferisce
di mezzo secolo. Come solo i grandi brillare da solo: pochi lo superano
vini sanno fare. Inutile sprecarsi trop- come vino da meditazione. O - perpo a cercare un abbinamento ideale: ché no, visto il nome - da preghiera.
Appuntamenti. Tinto Brass a Breganze. A Bassano l'Afghhanistan come non l'avete mai visto.
Siate sobri, c'è Tinto Brass
Domenica, con l'esposizione di
oltre 150 opere realizzate con l'anMusica. Continua la collaborazione tica tecnica della filigrana. A
tra l'Orchestra del Teatro Olimpico e i Bassano invece, a palazzo
grandi nomi del concertismo interna- Agostinelli e al castello degli
zionale in occasione de "Il Suono Ezzelini, si sta per concludere la
dell'Olimpico 2007". Durante il pros- mostra fotografica che intende far
simo appuntamento in programma, conoscere l'Afghanistan sotto
previsto per martedì 24 Aprile alla un'ottica diversa: l'obiettivo è di
fiera di Vicenza (Sala Palladio), l'or- metterne in luce la bellezza natuchestra eseguirà le opere di Ravel rale, la storia, le tradizioni, e
"Pavane puor une infante defunte" e " sopratutto di promuovere l'atten- Il Suono dell'Olimpico incanta con Ravel
Ma mere l'oye, Bolero". (Inizio ore 20, zione verso il popolo del Wakhan.
biglietti 18 e 13 euro).
Fiere. Si inaugura sabato 21 a Cineforum G. Verdi di Breganze, in
Mostre. Luce, vetro, musica, teatro, Mussolente la 22° edizione di "Rem - occasione dell'evento "Giornate di
danza e video. E' la combinazione che Ecos 2007", fiera dell'edilizia e della Cinema". Si tratta di Tinto Brass,
viene proposta questa
casa. Dai componenti Antonello Belluco ed Eugenio
sera al teatro Civico di
edili ai manufatti, Cappuccio. Alle 15 verrà proiettato il
Schio.
dall'impiantistica film "Antonio guerriero di Dio" di
Nell'evento, intitolato
all'arredo, Rem pre- Belluco, con il regista presente alla
"Semi di fuoco", le
senta prodotti e inno- visione. Alle 17.30 è in programma
arti si affiancano
vazioni rivolti non "La carne e l'anima: il cinema italiano
l'una all'altra per
solo a operatori del del nuovo millennio", dibattito con
riproporre il mitolosettore, ma anche a tutti e tre i registi. Alle 21 è previsto
gico
viaggio
di
famiglie e privati. invece "Chi lavora è perduto"di Tinto
Prometeo, eroe greco
Inoltre,
nell'area Brass, con lo stesso regista presente in
che rubò il fuoco a
esterna ai padiglioni platea. Domenica, infine, verrà proietZeus per donarlo agli
fieristici, sarà ospitata tato in anteprima italiana "Strings" di
umani, con l'Arte
RaMoTer, esposizio- Ander R. Klarlund.
Muranese che sarà
ne concernente attrez- Continua per tutto aprile, intanto, la
per la prima volta
zature edili, strutture campagna "Meno Alcol, più Gusto"
presente all'interno
prefabbricate, mac- che, attraverso feste, danze, musiche e
del suggestivo teatro
chine operatrici e vei- incontri vuole promuovere il divertiscledense. Il vetro si
coli industriali.
mento sano, senza abusi alcolici. Un
renderà protagonista
Manifestazioni. Tre tema importante, in una provincia in
grandi registi saranno cui l'età della prima sbronza è inferioal teatro Civico anche Tinto Brass, tra gli ospiti di
presenti sabato 21 al re ai tredici anni.
nella giornata di Giornate di Cinema
DI
LUCA CRACCO
30
tempo libero
21 APRILE 2007
Popcorn. Ne L'estate di Kikujiro del giapponese Kitano un bambino cerca la felicità. E la trova
La scena più gioiosa della storia del cinema
DI GIULIANO CORÀ
E' in programmazione, sulle pay
tv, una piccola
retrospettiva di
Takeshi Kitano, il
grande
regista
giapponese
(Leone d'Oro a Venezia nel
1977 con Hana-bi). Qui, in
"L'estate di Kikujiro" (1999), il
protagonista è Masao, un bambino di nove anni, timido e
chiuso, che vive con la nonna.
Del papà non si parla, e la
mamma non l'ha mai conosciuta: "vive lontano". Masao trascorre solo gran parte della
giornata, perché la nonna lavora, e quando la scuola chiude è
ancora più solo, perché tutti i
suoi compagni partono per le
vacanze. Così, improvvisamente, decide di andare a
conoscere la mamma, di cui
non ha che l'indirizzo, e come
compagno di viaggio coinvol-
ge Kikujiro, uno sfaticato teppista di periferia. Non più giovanissimo,
Kikujiro
vive
rubacchiando e giocando alle
corse. E' aggressivo e violento,
ma più per sciocca sbruffoneria che per intima convinzione.
I due partono, e quello che
attraversano diventa presto,
per tutti e due, una specie di
Paese delle Meraviglie. Buoni e
cattivi (ma i 'buoni' sono in
maggioranza, questa volta),
matti e svitati, individui bizzarri, persino magiche presen-
ze, animano e accompagnano
le loro giornate. Masao scopre
il dolore dell'abbandono, ma
anche la forte dolcezza dell'amicizia. Kikujiro impara la
tenerezza della
'paternità', e il
sapore
della
responsabilità e
del
dovere.
Torneranno
a
casa entrambi
m i g l i o r i ,
entrambi
cresciuti, entrambi
più felici. Kitano racconta con
quel suo stile inconfondibile,
che ad un primo sguardo può
apparire dimesso e sciatto, e
che invece è assolutamente
essenziale, limpido e puro. Si
sprigiona, da questo film,
un'ondata irresistibile di felicità, accentuata dalla bellissima
colonna sonora di Hisaishi Joe.
Ci si chiede come sia possibile
arrivare a tanto, come un essere umano possa creare tanta
bellezza. Che io ricordi, la
prima scena, quella in cui
Masao corre a perdifiato sul
ponte, col suo zainetto con le
alucce da angelo, è la scena più
'dispensatrice' di gioia della
storia del cinema.
Sul comodino. I drammi del Vietnam, del Biafra, del Laos e del Cile in un libro che raccoglie i più importanti reportage dello scrittore vicentino
Le guerre dimenticate dell'inviato speciale Goffredo Parise
Parise: uno
dei suoi esiti
Da qualche anno
migliori).
l'editore Adelphi
Goffredo
sta curando la pubParise è cerblicazione di tutte le
tamente più
opere di Goffredo
noto
come
Parise. Si tratta di
scrittore che
una decisione importante, percome reporter,
chè restituisce al pubblico le
anche se la sua
pagine di un autore parzialmenproduzione
te dimenticato, portando all'atgiornalistica
tenzione di tutti alcuni volumi di non è da meno di quella letteradifficile reperibilità. E' questo il ria. "Guerre politiche" è la raccolcaso di "Guerre politiche", appar- ta di quattro reportages realizzaso la prima volta nel 1976, e che ti dall'autore in Vietnam, Biafra,
segue, nella riproposta di Laos e Cile. Si tratta di paesi dilaAdelphi, "I sillabari" (forse l'ope- niati per anni da conflitti di
ra più nota di Parise), "Quando la incredibile violenza. E se si può
fantasia ballava il boogie" (colle- dire che almeno per il Vietnam
zione di recensioni letterarie del- esistano oggi una pubblicistica e
l'autore) e "Il ragazzo morto e le una cinematografia che hanno
comete" (romanzo d'esordio di provato a raccontarne le vicende,
per gli altri non si può
certo affermare lo
stesso. Il volume, allora, ha il merito, in
primo luogo, di riportare l'attenzione su
pagine di storia ormai
dimenticate.
A una prima lettura,
poi, appare subito evidente come a Parise
interessino sì gli scenari geopolitici che
Uno degli scatti più famosi di Robert Capa
durante la guerra Vietnam (Magnum Photos) hanno generato e con-
DI GIOVANNI MAGALOTTI
dizionato le guerre, ma più di
questi il sentimento che attraversa le popolazioni coinvolte. La
passione politica e militare del
giornalista, quindi, si confonde
in modo esemplare con "una specie di fame fisica e mentale che
porta a confondere il proprio
sangue con quello degli altri, in
luoghi o paesi che non siano sol-
tanto quelli della propria origine".
All'intuito del reporter che si
impegna a restituire ai lettori con
la massima sincerità le informazioni più importanti, si accompagnano dunque una profonda
capacità di analisi e, soprattutto,
la volontà di instaurare una sorta
di comunione spirituale con le
genti incontrate. In questo c'è la
firma inconfondibile dell'autore
di razza, che si sforza di raccontare l'anima e non solo la superficie, la verità ultima e non solo
l'ingannevole alternarsi degli
eventi.
Goffredo Parise,
Guerre politiche,
Adelphi, 275 pp., € 13,50
HANNO DETTO
"… non bisogna mai prestare troppa attenzione ai sanguinosi insulti
e alle terribili accuse che gli opposti schieramenti italiani si scambiano al di sopra del fossato che li
divide. Quel fossato, in realtà, è un
rigagnolo (…). Non vorrei che
qualcuno definisse questo stile
"realista". Il realismo è una virtù
seria che occorre praticare con un
forte rigore morale. Questo è soltanto una forma di opportunismo
o, peggio, di scetticismo disincantato e amorale".
Sergio Romano
Il Corriere della Sera
17 aprile 2007
"[La console americana Deborah
Graze] ha confermato, se ce n'era
bisogno, che il sito non è stato scelto dal governo americano, ma dal
governo Berlusconi e quindi,
secondo noi, su indicazione del
sindaco di Vicenza".
Lalla Trupia, deputata Ds
Il Giornale di Vicenza
13 aprile 2007
"I giovani di oggi, con un potere
d'acquisto più basso dei coetanei
spagnoli, greci e portoghesi, confinati in una riserva indiana, sono
docilmente rassegnati al precariato a vita. Se si ribellano, come gli
studenti della Sapienza alla visita
di Bertinotti, lo scandalo s'accompagna alla sorpresa: ma come,
perché protestano?"
Curzio Maltese
Il Venerdì di Repubblica
13 aprile 2007
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