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ANSA-LA STORIA/ Utero in affitto, `la mia battaglia da pentita` `Pago

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ANSA-LA STORIA/ Utero in affitto, `la mia battaglia da pentita` `Pago
ANSA-LA STORIA/ Utero in affitto, 'la mia battaglia da pentita'
'Pago mantenimento di mia figlia ma non la vedo da oltre 6 anni'
(ANSA) - ROMA, 2 FEB - E' pentita di aver percorso la strada
dell'utero in affitto, una decisione "presa per disperazione"
che, secondo quanto sostiene, la perseguita da molti anni.
Questa la storia di Elisa Anna Gomez, 46 anni, americana,
raccontata oggi in Senato. Una vicenda che viene a galla mentre
il ddl Cirinnà sulle unioni civili approda per un primo esame
proprio nell'aula di Palazzo Madama, con la quale
l'associazione Pro vita, insieme al senatore di Forza Italia
Lucio Malan, prova così a ribadire il proprio no, in particolare
verso la 'stepchild adoption', cioè la procedura che permette in
una coppia omosessuale di poter adottare il figlio del partner.
Secondo Pro Vita potrebbe portare "nuova linfa al mercato di
donne e bambini rappresentato dalla maternità surrogata".
Nel 2006 la Gomez, residente nel Minnesota, Stato Usa in cui
non vi è una rigida regolamentazione della maternità surrogata,
in una situazione difficile, accetta di diventare madre
surrogata, per 8.000 dollari, per un coppia gay desiderosa di
avere un bambino. "La disperazione mi ha fatto prendere una
decisione che mi avrebbe perseguitato per i successivi nove anni
- spiega -. Ho preso la decisione di diventare madre surrogata
tramite un forum online, senza consulenza, nessun avvocato",
aggiunge, sostenendo anche di aver fatto un'inseminazione in
casa e non aver ricevuto supporto psicologico non essendosi
rivolta ad agenzie che regolamentano i rapporti tra madri
surrogate e futuri genitori. "Ho incontrato diverse coppie tra
le quali una coppia gay: gli credevo quando dicevano che sarei
stata sempre la mamma della bimba, ma improvvisamente hanno
tagliato le comunicazioni, lasciando lo Stato con la bambina in
quello che legalmente poteva essere considerato un rapimento. Ma
le istituzioni non mi hanno ascoltato".
"E' iniziata una battaglia legale - aggiunge -, il primo
giudice mi voleva punire, mi ha dato quattro ore di visita al
mese e le spese di mantenimento della bambina". La Gomez
sostiene anche di aver denunciato che esistono rapporti della
polizia secondo cui i due erano troppo ubriachi per prendersi
cura della bambina. Nel 2014, poi, il giudice l'ha condannata a
pagare un mantenimento ancora più alto. Attualmente non vede la
piccola da sei anni e mezzo.
Il caso di Elisa Anna Gomez non ha mancato di suscitare
polemiche. "La surrogacy, cioè la maternità surrogata rimarrà
vietata nel nostro Paese, la 'stepchild adoption' non legittima
questa pratica ma - spiega Famiglie Arcobaleno, Associazione
genitori omosessuali -, semplicemente, tutela i bambini che oggi
vivono in Italia con due madri (o, nel 10% circa dei casi, con
due padri), dando loro il diritto di avere una famiglia
legalmente riconosciuta, con due genitori inchiodati ai loro
doveri", conclude l'associazione. (ANSA).
Y09
02-FEB-16 19:17 NNNN
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