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Reti di impresa, complicata in edilizia IL NUOVO CANTIERE

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Reti di impresa, complicata in edilizia IL NUOVO CANTIERE
C o N t r at t o d i r e t e
|
U N N U o V o S t r U M e N t o d i C o M p e t i t i V i tà
imprese
alessandro farisei
direttore Cna firenze
luca tonini
presidente rete
«È significativo
che nel momento
in cui l’edilizia
toscana vive la
peggior crisi
di sempre,
nove imprese
abbiano deciso
di scommettere
sul futuro
puntando su questa
nuova forma di
aggregazione.
C’è bisogno di
fare massa critica,
oggi più che mai,
per competere
e affrontare
i mercati».
«L’idea di base
del contratto è
quella favorire
una presenza più
capillare delle
imprese sul mercato.
Dal movimento
terra alle
urbanizzazioni,
le imprese della
rete realizzano
tutto in house,
con un risparmio
per il committente
di almeno 10%.
A breve un’altra
decina di imprese
è pronta a entrare
nella rete».
Bene in alcuni settori
più complicato in edilizia
Marzo 2012 N. 2
i
IL NUOVO CANTIERE
64
l contratto di rete è un nuovo strumento
di aggregazione, il cui obiettivo è quello
di favorire la collaborazione tra le imprese,
per aumentarne la competitività soprattutto
sui mercati internazionali.
Introdotto solo tre anni fa nell’ordinamento
giuridico italiano, è stato modificato successivamente con la legge 122 del 2010.
Con il nuovo testo sono state apportate significative novità alla disciplina civilistica del
contratto con l’istituzione di agevolazioni
fiscali in favore delle imprese aderenti, che
possono fruire della sospensione di imposta
(Irpef e Ires con esclusione dell’Irap), applicata agli utili d’esercizio destinati al fondo
comune patrimoniale – ove costituito – per
la realizzazione degli investimenti previsti
accrescere la propensione a innovare e a essere competitivi
sul mercato, senza però rinunciare alla propria autonomia. È la
caratteristica peculiare del contratto di rete, lo strumento con cui
le imprese si obbligano a esercitare in comune una o più attività
economiche. dopo la riforma del legislatore, il contratto di rete è
in crescita. a firenze il primo contratto stipulato in edilizia.
dal programma di rete. Si tratta, in buona
sostanza, di un vero e proprio contratto
stipulato tramite atto pubblico o scrittura
privata autenticata, con cui più imprese si
obbligano a esercitare in comune una o più
attività economiche rientranti nei rispettivi
oggetti sociali, allo scopo di accrescere la
reciproca capacità innovativa e la compe-
titività sul mercato, senza però intaccare
la propria autonomia. L’elemento essenziale del contratto di rete è la redazione di un
programma comune di attività, sulla base
del quale gli imprenditori si obbligano a collaborare, in forme e ambiti predeterminati
attinenti all’esercizio delle proprie imprese,
a scambiarsi informazioni o prestazioni di
di Matteo Cazzaniga e Stefano Cianciotta
torio nazionale al 25 agosto
2011 ed effettuata dal ministero dello Sviluppo economico mostra che le reti sono in
rapida ascesa.
Dai 42 contratti registrati al 13
aprile 2011, si è passati infatti
a quota 118, distribuiti tra 73
province e 19 regioni. 57 dei
118 contratti insistono su una
sola provincia, 34 su due, 27 su
più di due. 81 dei 118 contratti insistono su una sola regio-
ne, 26 su due,11 su più di due.
Parallelamente all’aumento dei
contratti anche il numero delle aziende aderenti è cresciuto,
passando da 242 a 559, con
una media di 4,7 imprese coinvolte per ogni contratto.
Di queste quasi il 76% sono
società di capitali, circa il 10%
società di persone, più del 7%
ditte individuali, oltre il 4% società cooperative, il restante 2
% altre forme e enti morali.
numeri e forma giuridica
Natura giuridica
N. di imprese
Società di capitale
425
Società di persone
55
Imprese individuali
43
Cooperative
26
Altre forme
8
Ente morale
2
Totale complessivo
559
la situazione
in Italia
118
quelli sottoscritti
559
le imprese aderenti
19
le regioni interessate
9
le imprese del
primo contratto dell’edilizia
natura industriale, commerciale, tecnica o
tecnologica, o ancora a esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto
della propria impresa. Ad oggi i contratti di
rete stipulati in Italia sono 170, distribuiti equamente tra le diverse aree territoriali.
Alle opportunità del contratto di rete hanno
cominciato a guardare con attenzione anche
le imprese edili, come dimostra il numero
sempre più in crescita di seminari, convegni
e attività informative, organizzate dalle imprese e dalle associazioni di categoria, come
quella promossa a fine gennaio dal Gruppo
Giovani di Assimpredil Ance di Milano, Lodi, Monza e Brianza.
Il «primato» fiorentino
Nove piccole e medie imprese aderenti alla
Cna di Firenze hanno sottoscritto il primo
contratto di rete italiano, che ha riguardato
l’edilizia. Rete, acronimo che sta per Rete
toscana edilizia, costituisce una filiera che,
partendo dalla progettazione, arriva alla costruzione di edifici nuovi, fino alla ristrutturazione, al restauro e al risanamento di immobili, offrendo anche pacchetti chiavi in
mano. Rete vanta un totale di 120 addetti,
un fatturato medio complessivo di oltre 14
milioni di euro e diverse specializzazioni
per i soggetti che ne fanno parte, operanti
nell’edilizia, nell’impiantistica, nella carpenteria metallica, nella domotica, nel risparmio energetico, nella produzione di
infissi e serramenti, nel trasporto e movimentazione terra.
Un’opportunità per il settore edile?
In fasi storiche di stallo economico o addirittura di incombente recessione come quella
attuale, due sono le scelte che si trova a dover
operare un imprenditore: agire con una strategia conservativa cercando, tramite un’oculata gestione del rapporto costi/ricavi,
di «sopravvivere» al momento di difficoltà
contingente in attesa di periodi migliori oppure muoversi sulla strada dell’innovazione
e soprattutto del cambiamento, operazione
per la quale conta molto spesso più la predisposizione mentale piuttosto che l’atto effettivo, che ne è poi una normale conseguenza.
Cambiamento significa anche e soprattutto
sperimentazione di nuovi strumenti, di nuove possibilità di sviluppo ed è indubbio come
oggi si colleghi quest’ultimo concetto molto
insistentemente al termine aggregazione.
In buona sostanza, unirsi per non scomparire
ma non solo: unirsi per diventare più forti e
affrontare mercati sempre più complessi popolati da competitors sempre meglio organizzati.
Il contratto di rete è una delle novità più interessanti in campo industriale degli ultimi
anni e, visti i buoni risultati riportati in alcuni settori, ultimamente si sta assistendo a
una certa volontà di introdurre questo nuovo
strumento contrattuale nel campo edile.
Ne è testimonianza il convegno di approfondimento organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori Edili di Assimpredil Ance
dello scorso 26 gennaio proprio sul tema dei
Marzo 2012 N. 2
Diverso dal consorzio, dai poli di innovazione, dal distretto
produttivo e da tutte le altre
forme di aggregazione, il contratto di rete è uno strumento che sta riscuotendo un crescente interesse da parte delle
imprese, sempre più propense
a considerarlo un efficace moltiplicatore di opportunità e un
antidoto alla crisi.
Una recente mappatura dei
contratti sottoscritti sul terri-
Tra gli obiettivi di Rete spicca senz’altro quello di accrescere la capacità di penetrazione
sui mercati internazionali, con riguardo alle
attività complementari all’edilizia.
Sul fronte del mercato interno, invece, attraverso Rete, Cna Firenze ha chiesto agli enti locali di introdurre semplificazioni per gli
appalti pubblici inferiori a un milione di euro (quelli sotto soglia), di impegnarsi a non
superare il termine dei 180 giorni per i pagamenti alle imprese e ad eliminare il ricorso
al massimo ribasso per la realizzazione delle
opere pubbliche.
A poco tempo dalla sua sottoscrizione, Rete ha già prodotto risultati incoraggianti, sia
in termini di incremento occupazionale, con
l’assunzione di 10 nuovi addetti, che di investimenti in attrezzature e macchinari per
oltre 150mila euro.
Il primo contratto di lavoro sottoscritto dalle
imprese di Rete è la riqualificazione edilizia
ed energetica di un fabbricato a Borgo San
Lorenzo, in provincia di Firenze.
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IL NUOVO CANTIERE
Le caratteristiche delle imprese aderenti
Rinaldo Incerpi, Cna
La migliore risposta alle
esigenze del mercato
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IL NUOVO CANTIERE
Regione
Num. imprese nei contratti
di rete per regione
Num. di contratti
di rete per regione
1
Abruzzo
32
7
Condividere opportunità,
attraverso i contratti di rete, significa fare economie
di scala e dare una risposta
pronta alle richieste sempre più esigenti del mercato. Sono questi, secondo
il numero uno di Cna Costruzioni, Rinaldo Incerpi,
i fattori principali che stanno alla base della scelta di un’impresa di stipulare un contratto di rete. Secondo Incerpi questo
strumento crescerà sempre di più nel settore edile.
2
Basilicata
30
7
3
Calabria
10
5
4
Campania
31
14
5
Emilia Romagna
99
21
6
Friuli Venezia Giulia
28
11
7
Lazio
17
9
8
Liguria
6
2
9
Lombardia
67
24
10
Marche
33
9
Presidente Incerpi, quali benefici possono derivare dal contratto di rete al settore delle Costruzioni?
Si tratta di uno strumento molto efficace che comporta notevoli vantaggi per il settore delle Costruzioni come, per esempio, il superamento dei limiti
dovuti all’individualità di impresa e una migliore
risposta alle reali esigenze del mercato.
Sono due i fattori che vanno considerati per ottimizzare la formula del contratto di rete declinato
nell’ambito del settore delle Costruzioni.
Il primo è la tecnologia che ha un’incidenza attuale del 50-60%, mentre vent’anni fa si fermava
all’8%. Secondo fattore è la crisi economica che
sta devastando il settore, ma che va fronteggiata
al meglio delle proprie possibilità.
Le aziende che si organizzano e fanno rete, tenendo conto dell’evoluzione attuale dell’edilizia,
possono superare le difficoltà della crisi e rispondere bene alle nuove sfide sul campo.
11
Molise
3
1
12
Piemonte
11
4
13
Puglia
44
9
14
Sardegna
9
2
15
Sicilia
11
6
16
Toscana
63
14
17
Trentino Alto Adige
10
4
18
Umbria
4
2
19
Veneto
51
21
559
170
Il contratto di rete può essere uno strumento
per aumentare la presenza delle Pmi all’estero?
L’organizzazione in reti di impresa rappresenta
un’ottima soluzione per conquistare fette di mercato estero. L’aggregazione di più aziende dello
stesso settore, infatti, può consentire di prendere
in carico commesse con importi più elevati, sfruttando un numero maggiore di professionalità e
manodopera a disposizione.
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Ripartizione regionale delle imprese e dei Contratti di rete
Il «modello di Firenze» sarà replicato da altre
Cna territoriali?
Per l’ottima riuscita del «modello di Firenze» va
riconosciuto alla Cna territoriale il merito di aver
dato vita a una best practice. Si tratta di un’esperienza estremamente positiva, che coinvolge circa
150 dipendenti, e che verrà sicuramente replicata
dalla Cna anche in altre realtà territoriali.
Il contratto di rete può incidere a livello culturale
nel settore delle costruzioni?
Il discorso culturale sull’opportunità di fare rete
di impresa è estremamente importante. Partendo dall’esperienza dei più tradizionali consorzi,
occorre fare delle progressioni che consentano,
soprattutto alle giovani generazioni di imprenditori, di utilizzare sempre di più questo strumento
e realizzare un autentico salto di qualità verso la
conquista di nuovi e più soddisfacenti mercati.
TOTALE
Le imprese aderenti al contratto di rete di firenze e gli ambiti di attività
IMPRESA
CITTÀ
SETTORE DI ATTIVITÀ
Cs Edilizia & Impiantistica srl
Scarperia (Fi)
Lavori edili in genere
Elettromega System srl
Scarperia (Fi)
Impiantisti
Gs snc di Sozzi Graziano
Fiorenzuola (Fi)
Carpenteria metallica
Lascialfari Carlo, Giovanni & C srl
Firenze
Impiantisti
Fratelli Capirossi di Capirossi G. snc
Borgo San Lorenzo (Fi)
Fabbricazione porte e finestre in legno
Tlc Costruzioni srl
Firenze
Edilizia, impiantistica, immobiliare
Gl Scavi Urbanistica srl
Firenze
Trasporto di merci su strada
Scarpelli di Scarpelli Francesco & C sas
Scarperia (Fi)
Lavori edili e stradali movimento terra
Rontini e Boni srl
Borgo San Lorenzo (Fi) Realizzazioni in ferro e alluminio
contratti di rete, durante il quale si è discusso proprio della loro applicabilità in edilizia,
settore caratterizzato da una complessità dei
processi produttivi che pochi altri settori possono vantare. In realtà il contratto di rete non
rappresenta in sé e per sé una novità assoluta, in particolar modo per il nostro Paese,
il cui attivissimo tessuto di aziende medie e
piccole ha fatto della collaborazione uno dei
propri punti di forza.
In momenti di congiuntura economica particolarmente negativi, però, esso si propone
sulla carta come uno strumento di maggior
flessibilità e semplicità gestionale in rapporto
ai sistemi più consolidati di tipo consorziale
o di aggregazione orizzontale. L’imprenditore medio italiano è normalmente aperto alla
collaborazione con altri soggetti autonomi,
purché però vi sia una chiara definizione dei
ruoli e, soprattutto, delle responsabilità. Due
le questioni emerse nel convegno organizzato da Assimpredil Ance: da un lato la grande voglia, soprattutto da parte delle nuove
leve dell’imprenditoria edile, di superare
vecchi preconcetti di chiusura verso tutto
ciò che non fa parte della propria azienda,
del proprio ambito ristretto, che molto spesso
accompagnano il nostro settore soprattutto
per ciò che riguarda la condivisione delle metodologie lavorative e organizzative.
Avvocato, cosa è il contratto di rete?
Va innanzitutto premesso come il contratto di rete non voglia sostituire, né
porre nel nulla il ruolo sino a oggi giocato da altre importanti tipologie contrattuali quali il contratto di fornitura, di distribuzione,
o ancora quello d’appalto o dalle Ati. Quello che il
contratto di rete si prefigge, nel tradurre l’intento
del legislatore è, invece, di obbligare le imprese sulla
base di un programma di rete comune a collaborare,
scambiarsi informazioni o prestazioni, esercitare in
comune attività economiche.
Il tutto al fine di accrescere la propria capacità innovativa e competitività sui mercati. Dunque, è il
programma di rete il vero e proprio pilastro portante
di tutta l’impalcatura contrattuale.
Infatti, solo il programma di rete ha il potere di
conferire al contratto un valore giuridico, quello
cioè di un vero e proprio impegno contrattuale che
vincola le aggregate e che implica per la sua realizzazione la creazione di una struttura di governance
e di una struttura patrimoniale capaci di incentivare la collaborazione tra le parti al fine di realizzare
obiettivi comuni.
In che modo il settore delle costruzioni può beneficiare del contratto di rete?
Le imprese appartenenti al settore costruzioni possono trarre beneficio dall’utilizzo di tale tipologia al
fine di conseguire i più svariati vantaggi, che vanno
dal condividere preziosi know-how in un ambiente
riservato e affidabile, alla possibilità di specializzarsi
reciprocamente, facendo crescere il bacino di uso
delle conoscenze di ciascuno; dal co-innovare usando competenze diverse ripartendo rischio e investimento tra più soggetti-attori, all’abbattere i costi;
all’acquisire maggior visibilità e rilevanza esterna;
alla possibilità di acquisire un maggior livello di efficienza, sinergia e sviluppo e minor rischio, contrastando la concorrenza.
La situazione attuale sta spingendo molti costruttori ad aprirsi non solo a mercati nuovi,
ma anche a tecnologie nuove e a un diverso
modo di costituire e selezionare la filiera
dei soggetti impegnati nei propri cantieri:
il contratto di rete è senza dubbio un invito
«istituzionale» a spingere ancora oltre questo processo in atto, in un certo qual modo
a formalizzarlo.
Allo stesso tempo, però, la gravissima incertezza giuridica e di responsabilità che regna
in particolar modo in edilizia, (laddove l’estrema complessità del processo produttivo
genera decine di possibili contestazioni immediate e a distanza di anni a carico delle
Le imprese delle costruzioni investono sempre di
più all’estero. Il contratto di rete può agevolare questa propensione?
Certamente si, si pensi come la massima «aspirazione» del contratto di rete sia
proprio quella di divenire internazionale,
ossia coinvolgere nella cerchia delle aggregate aziende anche estere. Di fatto in
tal senso si esprime chiaramente anche
la norma. L’obiettivo della penetrazione
di nuovi mercati attraverso lo step prodromico della costituzione in rete rappresenta a tutt’oggi uno degli obiettivi comuni maggiormente condivisi nel nostro Paese, attraverso la
stipula di un contratto di rete.
La fiducia è un elemento prezioso per chi sceglie la
rete. Le imprese di costruzioni non sono abituate a
condividere. Come superare questo limite?
Di certo, iniziando ad acquisire un nuovo modo di
pensare e concepire la sinergia, un nuovo approccio
al metodo del lavorare in team per superare gli ostacoli e raggiungere obiettivi che le aziende, di per sé
sole, non riuscirebbero mai a realizzare.
Pensiamo a tutte quelle attività che sarebbero troppo difficili o onerose da portar a termine in maniera
individuale da parte delle singole imprese: la ricerca
e sviluppo, la gestione di piattaforme informatiche
e telematiche, la gestione della logistica e dei servizi
post-vendita, la commercializzazione dei propri prodotti sui mercati esteri. Bisogna, in conclusione, che
le imprese comprendano appieno come la fiducia tra
imprese rappresenti l’unico vero elemento in grado di
tradurre in vantaggio competitivo la collaborazione
delle aggregate nella rete.
Inoltre, va a tal proposito ricordato come la costituzione di una rete non possa mai essere frutto di
scelte alla moda o fortuite, iniziative, insomma, tese
solo a sfruttare opportunità contingenti.
La conseguenza sarebbe in tal caso l’aver avviato relazioni instabili dovute alla mancanza di meccanismi
preventivi di selezione dei partner.
Infine, l’assenza di fiducia potrebbe anche determinare il venir meno della consapevolezza in merito
al preciso modello cui ci si vuol ispirare all’interno
della rete, come pure metodi efficaci di gestione e
controllo della cooperazione.
imprese, con esiti molto spesso pesanti per
le stesse), crea una situazione di diffuso malessere e diffidenza nei confronti di strumenti
organizzativi sin troppo aperti.
È infatti una delle perplessità che sin da
subito è emersa durante l’incontro: come
è possibile individuare con certezza le responsabilità del singolo in un’aggregazione che si basa sul principio dell’equivalenza tra i propri soci (la rete non costituisce
infatti soggetto giuridico), senza incorrere
in quell’antipatico circolo vizioso che è la
responsabilità in solido?
Non solo, come tutelare anche a livello economico nei pagamenti ognuno degli associati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Marzo 2012 N. 2
Avvocato, giurista internazionale d’impresa, Simona
Piccioni si occupa di contrattualistica internazionale
da oltre un decennio, ed ha redatto, tra
gli altri, il primo contratto di rete italiano
nel settore dell’alta moda, che vede quale
capofila la Brioni Roman Style spa.
che inevitabilmente intervengono in maniera
indipendente in fasi temporali successive e
anche molto prolungate, senza rischiare che
la rete si sfaldi proprio perché qualcuno è stato economicamente corrisposto e qualcuno
no? Le regole ci sono (possibilità di rappresentanza con mandato, per esempio) ma proprio la natura volutamente blanda e flessibile
dei contratti di rete le rende, almeno agli occhi di chi ancora non le ha potute testare e si
trova magari in contenziosi aperti su proprie
opere per lavori oggetto di subappalto, ancor
più deboli e apparentemente foriere di rischi
non calcolabili in via preliminare.
Resta comunque l’aspetto positivo di uno
strumento normativo indirizzato soprattutto
alle piccole e medie imprese, fatto non molto
frequente nel panorama istituzionale italiano,
che permetterebbe anche ad aziende dalle dimensioni contenute di proporsi su mercati
che trascendono il proprio ambito territoriale.
Il tema dell’internazionalizzazione delle imprese, pertanto, affiora in maniera chiara soprattutto nella possibilità di vedere la rete
come una reale sommatoria di piccole ma
organizzate realtà, abituate a lavorare insieme
e che già condividono, molto probabilmente,
mission aziendali e approcci organizzativi del
lavoro. È proprio questo, però, uno dei punti che meriterebbero un maggior approfondimento: una buona impresa, strutturata da
anni di attività sul proprio territorio dovrebbe
già possedere una propria «rete» di fornitori
non formalizzata ma ben consolidata.
Quale reale valore aggiunto può fornire la stipulazione di un contratto di rete? Per le imprese che decidono di associarsi innanzitutto,
ma anche per la potenziale committenza, per
la quale interfacciarsi con unico interlocutore è sempre più semplice da gestire rispetto
a una molteplicità di soggetti.
Nel complesso le reti sono indubbiamente degli strumenti interessanti, soprattutto perché
si rivolgono a un’utenza di imprese molto
variegata e non necessitano di particolari impegni dal punto di vista economico.
La loro applicazione in edilizia può essere da
un lato una sfida a rendere formali alcuni
rapporti consolidati tra aziende, nell’ambito
di un processo di «professionalizzazione» di
un settore storicamente basato su rapporti
poco istituzionalizzati che certamente è necessario; da un altro lato esse possono rappresentare un’ulteriore conferma di come una
buona selezione dei propri partners e fornitori sia alla base di un’impresa sana e funzionale, indipendentemente dal fatto che tali
rapporti vengano sanciti o meno da forme
contrattuali scritte.
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IL NUOVO CANTIERE
Simona Piccioni, giurista internazionale
Uno strumento utile per l’internazionalizzazione
Fly UP