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Guardare al futuro Educare all`amore

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Guardare al futuro Educare all`amore
Oltre il Disagio
Adolescente
biografia
P inunacostruzione
o
l
l
i
c
i
al futuro
n Guardare
Educare all’amore
o
Distribuzione gratuita
quindicesimo anno
PERIODICO DELLA FONDAZIONE “ROBERTA LANZINO” onlus - Numero doppio 2014-2015
Provincia
di cosenza
Anno XV
Oltre il Disagio
2
Per tutte quelle donne imprigionate da un amore.
Per tutte quelle donne che hanno visto
il loro mondo disfarsi.
Per tutte quelle donne rimaste sole,
senza più lacrime da piangere.
Per tutte quelle donne che non vedono
più la bellezza della vita.
Per tutte quelle donne che non credono più
all’amore.
Per tutte le lotte che non verranno combattute.
Per tutti i tramonti che perderanno
Per tutta la gioia che svanirà.
Per tutte le stelle che cadranno a vuoto.
Per tutti i sogni distrutti.
Per tutte le vite stroncate.
LA PAROLA COME FORMA
DI PROTESTA
LA FONDAZIONE
“Roberta Lanzino” C’È
Manifesto pubblicitario realizzato da Alessandra Guido
FONDAZIONE “ROBERTA LANZINO” PROGETTO POLLICINO E ALICE
COORDINAMENTO GENERALE: Prof.ssa Matilde Spadafora
SCUOLE PARTECIPANTI
LICEO psicopedagogico
“S.Caterina”
PAOLA
ISTITUTO NAUTICO
OMNICOMPRENSIVO
Pizzo Calabro
ITIS
“Conte Milano”
Polistena
LICEO psicopedagogico
“Rechichi”
Polistena
Liceo scientifico
“Berto”
VIBO VALENTIA
E. Albanese
L. Marcianò
M. Orlando
G. Sabatino
R. Rottura
M. S. Silvaggio
LICEO
“Lucrezia della Valle”
Liceo psic/sociale
“Capialbi”
VIBO VALENTIA
L. Cavallari
P. Grillo
M.T. Pagano
E. De Rito
DOCENTI REFEENTI
E. Cafiero
M.R.Caridi
M. A.Iacovo
P. Veltri
M. Curatola
A. Durante
M. Mercati
A. Sardanelli
P. Furfaro
A. Latino
M. Montaga Nanchi
M.C. Scarcella
S. Zumbo
SCUOLE PARTECIPANTI
LICEO psicoped.
M.T De Vincenti”
Rende
LICEO pedagogico
S. Giovanni in Fiore
LICEO classico
S. Giovanni in Fiore
DOCENTI REFEENTI
E. Arnone
R. Barcaivolo
V. Capitano
Suor Iva Mafalda Marchese
P. Galati
G. Barberio
Oltre il Disagio
Indice…2013-2014
Percorso Formativo
Titolo
XIV
Edizione
del Progetto:
Ed ora…
guardiamo
al futuro
Formatore
Settembre 2013-Settembre 2014
E…DUCERE
INCONTRARSI… PER DEFINIRE IL PROGETTO
La Fondazione con… Docenti, Dirigenti, Studenti
G. Infusino
M. R. Lupia
Docenti
formatori
Un Film per… coltivare i sogni
“The lady” L’amore per la libertà di Luc Bresson
Scheda di verifica • Dibattito guidato
G. Infusino - M. Lanzino
F. Mileto - M. Lupia
G. Leone
ALLA RICERCA DEL SENSO NELLA QUOTIDIANITÀ
G. Infusino
G. Leone
M. Lupia
M. Lanzino
ALLA RICERCA DEL SENSO PER SOGNARE IL FUTURO
TRA OTTIMISMO E PESSIMISMO: ASPIRAZIONI E SOGNI
G. Marcello Docente Unical
G. Infusino
M. Lanzino
Giornata conclusiva:
Testimonianze di servizio civile
Consegna Attestati
Premiazione Concorso: Toponomastica di genere
L. Capasso FRINSM
Toponomastica femminile - Roma
…
Percorso Formativo
2014-2015
XV
Edizione
del Progetto:
Educare
all’affettività
AFFETTO…AFFETTIVITÀ…
AMICIZIA… AMORE…ODIO…
S. Costanzo
Psicologa - Docente Unical
Un Film per… imparare l’amore
“Les Choristes” di C. Barratier
G. Infusino
G. Leone
M. Lupia
M. Lanzino
LE NOSTRE MINI INDAGINI
AMICI: COME QUANDO DOVE
G. Infusino
G. Leone
M. Lupia
M. Lanzino
L’ALBERO DELL’AMICIZIA
ENTRARE IN SITUAZIONE: dal dire al fare?
EDUCARE ALL’AFFETTIVITÀ:
ROBERTA E LA FONDAZIONE- Andare verso…
Gli studenti
V. Crusco Psicologa
M. Lanzino
G. Leone
Ai genitori di Roberta
L’arte, ambasciatrice di messaggi
Mostra permanente:
Un petalo rosa per non dimenticare
Gli studenti
S. Costanzo
Giornata conclusiva:
STRUMENTALIZZAZIONE DELL’AMICIZIA: amici non complici
Testimonianze di servizio civile
Consegna Attestati
Premiazione Concorso: Ideazione di una pubblicità progresso
A. Badolati Giornalista
Assemblea degli studenti
e dei docenti di Pollicino
3
Oltre il Disagio
4
Anni scolastici: 2013-14; 2014-15
IL LAVORO DELLA FONDAZIONE CON GLI ADOLESCENTI, NELLA SCUOLE
essere insieme per…
E-DUCERE
E
Riflessioni
di
v
Gio anna
Infusino
Poniamoci innanzitutto una domanda:
l’educazione ai valori è ancora un valore nel mondo in cui viviamo? La risposta è forte e sicura: Sì!
Oggi, come forse non mai, essa è un valore irrinunciabile, specie per chi, come noi,
ha il compito di tirar fuori il meglio che c’è, che sicuramente c’è, in ogni ragazzo e in ogni ragazza.
E dunque tutti all’opera per esercitare la difficile e affascinante arte della maieutica.
d eccoci, ancora una volta, entusiasticamente tesi ad
accendere fiaccole, attraverso un impegno di promozione e di sensibilizzazione verso una cultura di valori, quali l’educazione all’affettività consapevole, al rispetto
dell’identità, all’amore sano, alla conoscenza di sé, all’attenzione per l’altro, alla gestione del conflitto e alla sua risoluzione positiva che si articola anche nel sapere chiedere
aiuto e nell’imparare a dare l’aiuto. Eccoci ancora una volta, entusiasticamente tesi a educare alla non violenza, alla
cittadinanza consapevole, al rispetto delle diversità, all’esercizio del confronto, al riconoscimento del conflitto come
occasione di crescita, di sviluppo umano, di ricchezza cognitiva.
Anche per me, pur allenata all’arte dell’E-DUCERE, il
cammino si è rivelato quanto mai interessante; i ragazzi,
nel clima di massima libertà espressiva, fuori dagli schemi
scolastici, sempre sono stati partecipi e desiderosi di tirar
fuori pensieri sogni, aspettative, sentimenti, quasi scoprendoli a se stessi; le riflessioni sono state terapeutiche e, in
tutta la sua forza, è emersa la consapevolezza che i problemi di crescita esistenziale vanno riconosciuti, ammessi,
guardati nella loro verità, condivisi, perché solo dal confronto può nascere la possibilità di riconoscersi unici e insieme
parte del genere umano, liberi da pericolosi e drammatici preconcetti.
Un E-DUCERE ancora più importante perché arricchito
dal valore aggiunto della fonte da cui proviene: la Fondazione “Roberta Lanzino” nella quale il dolore si è fatto testimonianza e dono.
Incontrarsi
per definire il Progetto”
Riflessioni
di
Maria R.
Lupia
Quando più energie creative guardano nella stessa direzione
perseguendo fini e obiettivi comuni e s’incontrano stringendosi a un tavolo di lavoro
in una domenica di fine estate e in una scuola prospiciente il mare,
la circostanza non può che produrre risultati soddisfacenti sia nel merito che nel metodo.
È
quello che ancora una volta è accaduto, nel mese di
Settembre, presso l’Istituto Nautico di Pizzo Calabro,
dove, nell’ambito dell’ormai quindicinale Progetto “Pollicino
e Alice” la Fondazione ha incontrato le scuole – dirigenti,
docenti referenti, studenti – per illustrare la nuova ipotesi
progettuale, stimolando discussioni e proposte e rinnovando a tutti l’invito ad essere insieme, coesi nello spirito del
servizio e nel grande amore per l’Adolescenza.
Il FOCUS PROGETTUALE, infatti, è l’Adolescenza, da
indagare in linea di continuità con quanto già realizzato pri-
ma, ed esplorata questa volta nella tensione ideale del desiderio, della réverie, dell’amicizia, dell’ amore, della paura,
dell’ ansia, degli affetti, della relazione, nel comune denominatore dell’affettività e della speranza.
FOCUS PROGETTUALE dunque, l’Adolescenza, a cui
ancora e ancora essere accanto, tanto più fortemente,
quanto più si va registrando come fenomeno epocale la
progressiva perdita di speranza e di futuro nel conseguente ed insidioso profilarsi del NULLA.
Oltre il Disagio
5
Anche questa volta, come ogni volta, affido alle vostre mani di adulti, il mio piacevole stupore dinanzi
alla assoluta assenza di ovvietà che ho riscontrato in quanto i ragazzi ci hanno detto e scritto, segno
inequivocabile della loro “voglia” di mettere a nudo sentimenti che invece nella quotidianità non ci mostrano:
quella quotidianità nella quale anzi sembra facciano di tutto per mostrarsi a noi indifferenti ed apatici.
Quant’è bella
Giovinezza…
B
ella, certamente, questa età che si chiama adolescenza. Un’adolescenza che ormai da 15 anni
abbiamo scelto di volere accompagnare, noi, impegnati
in una concreta quotidianità di vita solidale, a guardarsi
dentro, nella parte inespressa del proprio essere, per rinvenire i segnali, magari sfocati e non ancora pienamente formulati, ma certamente presenti e da fare esplodere,
dei loro sogni, perché li rendano fattibili, con l’impegno,
la volontà, la costanza, la fatica. Perché li trasformino e
da desideri, diventino aspirazioni! Questo il primo obiettivo. E però, camminando in quel sentiero in cui i sogni
si intrecciano sì con l’idea del futuro, ma molto anche si
incontrano e scontrano con il sentimento d’amore, abbiamo ritenuto importante abbracciare il tema dell’affettività, volendo, in questo primo approccio, indagare e stimolare la presa di conoscenza di questo sentire che si
chiama affettività, che si ritiene elemento scontatamente
presente nell’essere umano, ma che nella realtà spesso,
troppo spesso, non sappiamo regalare neppure a noi stessi. Ed eccoci dunque pronti a declinare proprio con l’Adolescenza il tema, perché all’adolescenza abbiamo l’obbligo di insegnare ad amare, amandola, affinché non cada
in quel deficit cognitivo che le potrebbe fare confondere
l’amore, da dare o da ricevere, con la violenza, qualunque
modalità di violenza.
Dunque: SOGNO, FUTURO, AFFETTIVITÀ: Questi i
temi che ci hanno accompagnato nel percorso biennale
2013-2015. Agli studenti, ancora una volta, abbiamo “regalato il compito” di ascoltarsi, di dirsi a noi adulti consapevoli che, se vogliamo davvero essere educatori, dobbiamo sempre, umilmente ed entusiasticamente, partire
da loro.
Siamo dunque entrati in questo misterioso e magico pianeta e ne abbiamo scrutato non dall’esterno, ma
dall’interno dei loro pensieri detti a mezza voce, poi pian
piano a voce piena, le infinite pieghe del sorriso e della sofferenza, della spensieratezza e delle ansie, della superficialità e della ponderatezza, della socialità e della solitudine, del bene e del male, binomi onnipresenti che
giornalmente confliggono in ciascuno di noi, ma che un
adolescente fa certamente fatica a gestire.
Poi LA LUCE! Abbiamo utilizzato le loro lenti e nel ri-
Riflessioni di Matilde Lanzino
Coordinatrice generale del progetto
flesso di quegli specchi abbiamo intravisto fame di speranza e di futuro; gioia di vivere e fiducia; voglia di relazioni
positive. E abbiamo capito che se noi ci siamo, accanto a
loro, attenti e non invadenti, essi saranno capaci di trovare il SENSO, sapendo che un SENSO e UN AVANTI C’È, ci
deve essere, per ciascuno di loro.
E in questa ricerca di senso, non ci siamo fatti certo mancare gli aiuti. Con i formatori, Erminia Albanese,
Simonetta Costanzo, Viviana Crusco, Giovanna Infusino, Maria Lupia, Giorgio Marcello, Franco Mileto, Matilde Spadafora, abbiamo chiesto aiuto a tutti: a Seneca,
come pure a Catullo, a Plutarco, a Vasco Rossi, a Pericle,
a Foscolo, a Martin Lhuter King, a Aung San Suu Kyi, a
Gandhi, a Maria Teresa di Calcutta e anche, al “dolcissimo insignificante” assistente del film francese Les choristes e…..
E in questa interessante galleria di pensieri e di azioni, perfettamente connotata da un passato che abbiamo
modulato nell’oggi e da un oggi che si è fatto attento
all’ieri, i ragazzi, sono stati capaci di sentire che un SENSO
c’è, in tutto ciò che fanno, e che (attenzione!!!!!!) spesso, essi cercano di nascondere alla nostra comprensione,
vuoi per pudore, vuoi per desiderio di autonomia, vuoi,
purtroppo anche, talvolta, per sfiducia. E così, nel cammino comune di formazione, i consueti “oggetti” della loro quotidianità: lo studio, lo sport, la musica, l’amicizia,
mamma, papà, l’amico/a, i nonni, hanno perso l’ ammuffita patina della banalità e hanno acquistato il SENSO, il
giusto SENSO. I loro bigliettini, segreti, (segreti, ma non
troppo), ci hanno lasciato soddisfatti, perché ci hanno restituito giovani combattivi, vogliosi, consapevoli, ricchi di
desideri, ma soprattutto di aspirazioni e sentimenti. Giovani anche però pensosi, preoccupati e consapevoli di vivere in un’epoca difficile che rischia di spegnere il SOGNO
e giovani, qualche volta, ahimé, delusi. Ed è con spirito
di grande umiltà, ma anche forte della consapevolezza
che con la nostra presenza abbiamo reso un servizio importante alla conoscenza dell’animo adolescenziale e alla crescita emozionale e motivazionale dei nostri giovani,
che invito gli adulti a leggere con attenzione, intelligenza
e cuore, quanto generosamente gli adolescenti ci hanno
regalato della loro intimità.
Oltre il Disagio
6
Un Film… per
coltivare i sogni
The lady
“l’amore per la libertà”
di Luc Bresson
Storia vera della birmana
Aung San Suu Kvi,
Nobel per la pace, 1991
Se questa è una Storia vera - e lo è - se il coraggio è possibile pur nella paura, se la lotta non
violenta nell’unione può cambiare le cose, allora
i giovani, questi nostri giovani, possono ancora
ascoltarsi, imparare a sognare, coltivare i desideri e progettare il futuro
B
enché lungo e intenso nelle problematiche, il film,
si è rivelato una scelta efficace, moralmente ed
eticamente stimolante, suscitando attenzione, riflessione e partecipazione attiva al successivo dibattito. Nella
cornice tragica del popolo birmano, flagellato da tirannia violenta e superstiziosa, sudditanza sociale e psicologica, ignoranza e povertà, la biografia di una donna come Aung San Suu Kyi - che consacra sull’altare della libertà e dei diritti della sua gente se stessa, il suo essere
moglie e madre - ha immediatamente catturato l’interesse intellettuale ed emotivo di studentesse e studenti. Visibilmente colpiti dalla dignità, fierezza, nobiltà, dal coraggio di una donna simile, essi ne hanno condiviso lo spirito libertario e democratico, la gandhiana rivoluzione nonviolenta e la rinuncia alle pur naturali esigenze affettive in
nome di una causa che travalica i confini della soggettività individuale rispondendo all’istanza di libertà di una collettività. È un anelito in cui è sempre sostenuta dal marito,
un docente universitario inglese tutt’altro che freddo, anzi capace di rivelarsi in tutta la sua grandezza, pur restando celato “dietro una grande donna”.
A questa madre non mancherà nemmeno l’ appoggio
dei figli che, costretti per anni a starle lontani con grande
sofferenza e a dispetto di quell’altrettanto naturale egoismo filiale, sono degni e fieri di lei. Il figlio maggiore, infatti, ritirando col padre e col fratello, il premio Nobel a lei
conferito, dimostrerà in un emozionante discorso di ringraziamento totale sintonia con sua madre. Tutto questo -
Riflessioni di
Maria Rosalba Lupia
Formatrice
Gli
studenti
ci hanno
salutato così: o
r
“Ci vorrebbe
nella scuola
più momenti.
come questonto
ta
Ne abbiamo .
bisogno”
al di là degli stereotipi privatistici della famiglia, della “madre-chioccia”, del soggettivismo maschilista, è stato colto
dai giovani spettatori, traducendosi in interventi originali
e interessanti: contributi forieri di approfondimenti didattico-disciplinari su tematiche etico-filosofiche, sociali, storiche, e antropologiche.
La Riflessione:
libertà “da”, “di”, “per”
Attraverso la metodologia maieutica, sono emersi interrogativi sulle forme di libertà – e su come trasformare
questo valore in corrispondenti azioni virtuose. Qualcuno
ha evidenziato la necessità di uscire dalla mera sfera individuale, fare del proprio un “sogno libertario” comune, a
favore di un “noi”, che ancor oggi stenta ad affermarsi,
di una democrazia autentica e non solo proclamata; che
senza libertà nulla di buono è possibile, neanche l’amore – altra aspirazione umana e particolarmente giovanile;
che l’amore, come viene vissuto, non sempre significa libertà e non violenza (potendo anzi nascondere forme di
violenza a vario livello), ancorché il vero amore sia scevro
da condizionamenti, emancipativo ed oblativo, come lo
era quello della protagonista del film.
Oltre il Disagio
7
La parola agli adolescenti e alle adolescenti
Alla ricerca del SENSO
nella ”banalità” del quotidiano
Stimolati dalle domande,
così hanno risposto…
LA MUSICA…
Lo Studio…:
solo apprendimento
o anche formazione del carattere
e dello spirito?
è Solo passatempo
o compagna dell’anima?
Mi fa felice
é consolante
mi fa sognare
Mi spinge a mettermi alla prova, a raggiungere i miei obiettivi;
è libertà mentale
Mi permette di affrontare la realtà senza paura;
risolleva il morale.
Mi accompagna nella realizzazione del sogno;
mi rispecchio in essa
Ci prepara ad affrontare il mondo e la vita;
rende l’anima leggera
Mi fa sentire protagonista della mia vita;
mi infonde tranquillità
Mi dà una prospettiva di guadagno;
rende piacevole ogni cosa
Mi fa sperare in un futuro migliore;
migliora la mia giornata
Fa applicare la mia intelligenza;
dà ritmicità alla mia vita .
Mi forma come cittadina attiva;
coltiva l’amore per se stessi
Mi prepara alla vita lavorativa;
mi fa dimenticare il dolore
Mi allontana dall’ignoranza;
mi allieta e distende l’animo
Mi aiuta a darmi risposte;
mi fa stare bene con me stesso.
Mi fa conoscere il mondo;
trovo assonanza con le parole
Stimola le mie curiosità;
mi fa scordare le cose negative
Amplia i miei orizzonti;
è compagna dei momenti tristi
Mi aiuta a superarmi;
ti immerge nell’immaginazione
Apre nuovi orizzonti;
è armonia di regole e originalità
Sviluppa la mente;
mitiga la pesantezza dei problemi
Mi rende migliore;
mi piace combinare tra loro i suoni
Mi arricchisce;
è espressione dei miei stati d’animo
Ci rende liberi;
mi dà una sensazione di leggerezza
mi permette di lasciare il mondo fuori
mi fa rivivere momenti indimenticabili
È Perdita di tempo;
accompagna i miei momenti di solitudine
È fine a se stesso;
è passione che rafforza l’animo e la volontà
È sacrificio;
è una linfa vitale: non ne potrei fare a meno
È obbligo;
è compagna nell’infelicità; avvicina alle emozioni;
è la cosa che più amo fare, non so spiegare il perché
mi aiuta a manifestare tutto quello che il cuore
prova, a focalizzare i miei pensieri; a scoprire le mie
emozioni, ad evadere dalla realtà
Oggi non so
POCHI HANNO DETTO:
UNO SOLO
HA SCRITTO:
apprezzarlo,
ma so che
me ne pentirò
sicuramente
POCHI HANNO DETTO:
Mi piace ascoltarla, ma non ha un significato rilevante;
UNO SOLO HA SCRITTO
NIENTE…
Oltre il Disagio
8
La parola agli adolescenti e alle adolescenti
Scenari di parole… per
sognare
il futuro
Lettera aperta…
di frasi… non fatte
Quasi un’antologia
di aforismi inediti
A
bbiamo “acceso la fiaccola” con parole adulte: “Non vivere su questa terra come un estra-
Grazie
ll
a a nostra
Scuola
ione
e alla Fondaz o”
in
z
n
a
“Roberta L
ntri:
o
per questi inc ali occhi
isto qu
stamane ho v da grande:
voglio avere edizione,
d
gli occhi della ione,
della pass
del sogno
ssa
una studente
neo o come un
turista nella natura… Credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto
credi all’uomo… Ama le
nuvole, le macchine, i libri,
ma prima di tutto ama l’uomo…
”Nazim Hikmet (ultima lettera al figlio).
La risposta degli adolescenti è stata davvero un profluvio di pensieri, quasi un’antologia di aforismi.
E non manca qualche “frecciata” al mondo degli adulti. Grazie ragazzi, per la serietà con cui,
come sempre, avete risposto al “nostro compito”.
Agli adulti, ma senza rancore.
Cari adulti
Offriteci MODELLI, più che RAMANZINE
Vi parliamo con le parole
Vi parliamo con l’immagine
Vi parliamo con il cuore
Gli adulti ci considerano pazzi perché inseguiamo i sogni,
ma il mio sogno non saranno certo le logiche degli adulti ad impedirmi di realizzarlo.
I sogni sono l’espressione massima della nostra volontà di vivere
Gli adulti, con i loro occhi spenti, cinici, arrabbiati, astiosi, non ci aiutano?
Allora tocca a noi accendere la speranza e trovare il SENSO
Negare ad un
re,
uomo di sogna
è come dirgli di
a
chiudere la su
a
un
in
mente
valigia.
Chi
semina
raccoglie.
Seminiamo
le nostre
speranze.
Il
sogno è:
Essere felice.
ò
Ma non si pu
er
essere felici p
ti
en
im
tr
al
sempre,
ta
en
iv
d
la felicità
normalità.
Non possiamo
cullarci nei prob
lemi del
momento per
vivere giornate
senza
scopo. Per fort
una ci sono i so
gni che ti
aiutano ad an
dare avanti in
questa società
che tende a bu
ttarti fuori.
Negare
ad una
pianta di
abbeverarsi è
come toglierle
la vita.
r la
e di sé passa pe
La realizzazion
l passato.
conoscenza de
Per un sogno
vale la pena di
impiegare tutt
le nostre forze:
e
non importano
i sé, i forse: è
importante cred
erci.
Sognare
è quel filo
che ci lega
al mondo
reale.
Oltre il Disagio
9
Credo
che il
futuro sia il
o
presente elevat
a potenza.
Il sogno è personale e non bisogna vergognarsene.
I sogni hanno bisogno del cuore e della ragione.
Sogno è libertà di essere se stessi, è strada per
conoscersi.
Nella vita avremo sempre delle nuvole che ci oscurano il cammino, spetta a noi fare splendere il sole
che abbiamo dentro.
Il sogno aiuta a credere in se stessi
Il sogno si sposa con l’impegno
La vita senza sogno è una vita senza scopo
A chi vuole, tutto è possibile
Il sogno è il nutrimento dell’anima.
Avere
un sogno
significa
avere un
futuro.
vivi;
o ci fa sentire
Avere un sogn
speranza:
no
gati alla stra
lle
co
no
so
i
gn
I so
zarli
possiamo realiz
Solo sperando
un futuro.
e
er
gnifica av
si
o
gn
so
un
Avere
ante della
ne è più import
L’immaginazio
conoscenza.
Ha sempre un
senso avere un
sogno perché
grazie al sogno
riusciamo
a vedere il
mondo in una
prospettiva
migliore
rché grazie
ere un sogno pe
av
o
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e
in una prosHa sempr
dere il mondo
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.
pettiva migliore
Se
i sogni
vengono
lasciati nel
o
casset to fann
a
ff
la mu
Senza
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cassetto si è
una persona
morta.
Nei
sogni si
può fare ciò
che nella realtà
non è
possibile
e al
e alla volontà
Ognuno grazi
vuole.
ntare ciò che
sogno può dive
to di
utta è il rimpian
La cosa più br
o il possibile.
non avere fatt
Se
un sogno è
difficile
da raggiungere,
probabilmente è
quello giusto.
za
Il sogno raffor
le nostre
aspirazioni di
are
vita, ci fa pens
in positivo
nonostante il
periodo che
viviamo.
Non
si devono
ostacolare i
sogni, perché cosi
facendo si
ostacola la vita
stessa
Non
avere
sogni
sarebbe come
vivere senza
motivo.
Avere
un sogno
accresce la
voglia
di andare
avanti.
Ognuno di no
i ha dei sogni
e
c’è un’unica cr
eatura che può
fermarci: quella
creatura siamo
noi stessi
E’ fondamenta
le avere la forz
a
di sacrificarsi e
lottare per
raggiungere il
prop
Se hai sogni, gu rio sogno.
ardi la vita con
una prospettiv
a diversa.
Avere un sogn
o è un diritto di
ogni giovane.
L’importante no
n è realizzare
i sogni in sé, m
a provarci con
tutte le proprie
forze
Il sogno aiuta
a tenere viva
la speranza, pe
rché nulla
è impossibile,
ma tutto è
raggiungibile
Avere un sogn
o ci rende quas
i
immortali.
Oltre il Disagio
10
tra ottimismo
e pessimismo
La positività è il mio futuro; Il mio sogno mi sta aspettando ed io lo raggiungerò
Come può una persona realizzare i propri sogni,
nel clima di materialismo che stiamo vivendo?
IL SOGNO SI TINGE DI… REALISMO
Avere un sogno è avere un progetto di vita; Avere dei sogni e coltivarli richiede impegno, fatica e anche spesso,
genera contrasti con chi, preoccupato del nostro futuro,ci vorrebbe ubbidienti solo all’opportunismo contingente.
Avere un sogno vuol dire andare avanti, VIVERE.
Avere un sogno educa i giovani a lottare per ciò che si
desidera e a non arrendersi
DESIDERO … AMARE E AMORE
Avere una famiglia; Insegnare ai figli il senso della vita
e aiutare i miei genitori che non mi hanno mai fatto
mancare niente
Essere una brava madre
Trovare la ragazza giusta
Vivere a Milano insieme al mio amore
Andare a Los Angeles con mio nonno
Stare un po’ di più con i miei cari
Che le mie amicizie durino per tutta la vita
DESIDERO… IMPEGNARMI A
Studiare Studiare Studiare
Trovare un lavoro
Credere nelle mie capacità
Avere la forza di superare ogni ostacolo
Essere una persona libera
DESIDERO… RIUSCIRE a
Far parte della guardia costiera, perché guardare l’orizzonte ti riempie l’anima di libertà
Diventare progettista della Ducati
Poter dire alla mamma: Ecco, sono una Magistrata;
questo sogno l’ho realizzato per me, ma anche per te,
a cui è stato impossibile realizzarlo!!!!!!
Diventare: attrice; regista; ballerina, per esibirmi in
tutti i palcoscenici del mondo; ginnasta; grafico di
videogiochi; architetto; calciatore oppure astrologo;
scrittrice; fotografa professionista; massaggiatrice;
aprire una farmacia; un bomber;
Vincere le Olimpiadi;
Indossare la maglia di Buffon
DESIDERO… VIVERE BENE
Girare il mondo; Visitare la Cina e provare il sushi
Diventare RICCO E FAMOSO/A
Vivere una vita bella
DESIDERO…
Avere la forza di lottare
Essere una persona di valore
ESSERE RICORDATO COME UNA BELLA PERSONA
Vedo… nero
NO! No ai sogni, tanto in un modo o nell’altro te li
distruggeranno
La situazione attuale scoraggia i sogni dei giovani
La società purtroppo crea giovani immotivati
Forse la politica è un’ arte, ma se oggi non abbiamo
sogni, è proprio perché questa arte ce li ha portati via,
in questa Italia priva di posti meritati
Sogno di diventare una docente di lingue, ma il mio
sogno qui in Italia è quasi irrealizzabile, considerato
che il governo si occupa solo di pochi ricchi
IO non credo nei sogni perché la vita non è un film
Vivere in questa società ci condiziona
In una società omologata come la nostra è davvero
difficile sognare
Credo che i miei sogni resteranno sempre chiusi nel
cassetto
No, niente sogni: mi godo il presente e domani c’è
tempo
Non ho un sogno e non mi aspetto nulla dalla vita
…MA HO ANCHE QUALCHE
piccola SPERANZA!
IL DESIDERIO…
CHE DIVENTA ASPIRAZIONE
Sognare significa dare un senso alla propria vita, ma
allora non mi bastano i desideri chiusi nel mio individualismo, ho bisogno di aspirazioni che mi proiettino
verso l’altro da me e mi pongano delle domande
Oggi vince la raccomandazione, la corruzione, l’ingiustizia, ma questo non deve fermare la nostra voglia di
coltivare i nostri sogni
DOBBIAMO avere un sogno, una strada da percorrere, e
non importa se è un desiderio realizzabile oppure NO
E’ impossibile oggi avere un sogno, ma se si ha proprio una vera passione per qualcosa… forse…andando
all’estero….
Penso che il mondo sia tutto sbagliato: per concepire un
sogno bisognerebbe seguire i grandi esempi della storia;
Oggi ai giovani non viene data nessuna possibilità di
esprimessi e di esporsi. Ma proprio per questo essi
devono nutrire il sogno
Se sei triste e infelice, ma riesci a guardarti intorno, se
dietro di te c’é un bambino che sorride, allora sai che
Dio ti sta illuminando e che puoi sognare
Sognare Sì; ma con i piedi per terra
Dobbiamo imparare a vivere gli ostacoli della corrotta
società come una SFIDA ad impegnarci di più
Oltre il Disagio
11
Che segno voglio lasciare?
Quanto la mia vita è importante
per questa terra
sulla quale viviamo, oltre che per me solo?
La parola magica è: AMORE
…ASPIRO A…
Lasciare un’impronta
Essere costruttore di pace
Fare volontariato
Far capire agli altri l’amore di Dio
Trasmettere la mia capacità di aiutare gli altri
Eliminare la discriminazione
Ridurre gli stipendi i di politici, manager e sportivi per
aiutare chi vive in contesti difficili
ASPIRO A VIVERE
In una democrazia scelta dal popolo e non da pochi
politici
In un mondo equilibrato, crogiolo di passione e ragione: costruito sull’onestà, sul lavoro dignitoso e sul rispetto della vita che non consideri fragile chi esprime
il sentimento; un mondo in cui si fa politica “per passione”; in cui nessuno abbia timore di far sentire la
propria voce; in cui la vera libertà non sia un’utopia
ASPIRO A DIVENTARE
militare per formare una seria squadra mobile e far
parte dell’Antimafia
imprenditrice che dà lavoro
ricco/a per aiutare chi ha bisogno;
madre dei miei figli, e madre per tanti bambini che
soffrono;
infermiera per portare la gioia dove non c’è;
artista per fare arrivare la musica nei cuori delle persone meno fortunate perché la musica è più dolce delle
lacrime e saper suonare uno strumento non è un arte,
ma un dono di Dio
maestra perché se quando sei triste, vedi il sorriso di
un bambino, ti viene la voglia di dire “ Io Posso farcela.
Io devo andare avanti”
DESIDERO…
DESIDERO
Lottare! Lottare! Lottare SEMPRE!!!!!!!
Una generazione come la nostra, dell’usa e getta,
ricordi che un sogno veramente radicato è un tesoro che non si getta mai
In un paese come il nostro in cui non si ha certezza
di nulla, l’unica cosa certa è la nostra volontà di avere
dei sogni
È vero! La situazione è difficile, ma se siamo noi per
primi ad abbandonare i nostri sogni…
Bisogna provare e riprovare e riprovare…
In tempi come questi è difficile sognare, ma ricordiamo che senza sogni, si muore
La vita di ognuno è fatta di bene e di male, di alti e
bassi, di gioie e delusioni, ma avere un sogno può aiutarti a superare i momenti brutti
Senza sogni non si può raggiungere la realizzazione
di se stessi
IO non chiedo felicità, ma neanche dolore
Avevo un sogno, il mio amore: non ci sono riuscita,
ma non mi sento per questo una fallita.
E CHE IL SOGNO SIA GENUINO
SENZA FINI NEGATIVI!
ATTENZIONE!
Forse avere sogni è diventata un’usanza fuori moda
perché oggi si inseguono desideri comuni a tutti e non
i sogni della propria testa.
DESIDERO…
VOLARE…
Che bell’incontro!
Sapevo di avere dei sogni, ma la mia insicurezza
mi suggeriva che mai li avrei realizzati. Oggi mi
sento spronata a credere di più in me stessa!!!
GRAZIE
12
Oltre il Disagio
A…A…A…
Affettività cercasi
Riflessioni
di
Matilde
Lanzino
XV Edizione
di Pollicino e Alice:
I
l pessimismo sociale ed emotivo non abita nel nostro DNA. Non siamo dunque di quelli che ritengono
l’umanità sull’orlo dell’abisso e tanto meno di quelli che
ritengono ormai cancellato dall’animo umano ogni spiraglio di sensibilità.
Nonostante tutto quello che abbiamo vissuto, nutriamo nel cuore la speranza. Sappiamo, però, che l’ottimismo pedagogico va alimentato con un’azione formativa
mirata ed è quello che per tutta la mia vita ho fatto, prima per professione, e poi, per dono, da volontaria: accompagnare adolescenti in crescita, perché costruiscano
la loro esistenza su sicure fondamenta valoriali. Ecco perché i temi dell’affettività, della relazione, della solidarietà, dell’incontro, non sono mai nuovi all’interno del progetto “Pollicino e Alice, ma ritornano di anno in anno, si
intersecano, si abbracciano, costruiscono armonia, sempre uguali eppure sempre diversi; diversi non solo per
la varietà umana obbligata dal naturale tournover degli studenti, ma perché cambia di volta in volta anche la
modalità dell’approccio, l’utilizzo dei contenuti, la richiesta del “ritorno”, gli strumenti, le parole….
AFFETTIVITÀ, dunque cercasi. Prima di tutto da
“mostrare” persino attraverso il nostro modo di avvicinarci e poi, da fare accendere nel cuore di ogni ragazzo/a
nessuno/a escluso/a. AFFETTIVITÀ indagata e cercata
nella sua accezione generale, di stato dell’ESSERE, che
riguarda non questa o quell’altra persona, ma tutto ciò
che ci circonda: quello che facciamo, quello che tocchiamo, quello che incontriamo. Il punto di vista che ci ha
guidato è stato quello di stimolare al riconoscimento in
se stessi di questa dimensione affettiva, preparazione
indispensabile, attraverso il passaggio dell’amicizia,
alla relazione d’amore. Ci siamo avvicinati al tema, curiosi e speranzosi insieme: Curiosi, perché le cronache ci
rimandano, nostro malgrado, l’immagine di una vincente anaffettività. Desiderosi che i nostri ragazzi non ne
siano stati contagiati.
OGGI NON ABBIAMO RISPOSTE DA COMUNICARE.
Possiamo però dire che a noi è arrivato un mare di parole incredibilmente calde. Il lavoro/gioco, semplice e immediato, fatto con la psicologa, ha però messo in chiaro
che tra il DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO…IL MARE. I nostri ragazzi non vivono sulla luna, ricevono forti solleci-
tazioni esterne contraddittorie e questo genera conflitto tra le loro idee in nuce e il loro agire giornaliero. Ma
siamo fiduciosi, perché davvero troppo belli e importanti sono stati i pensieri che ci hanno generosamente regalato, conversando con noi e/o scoprendosi a noi con
una matita in mano.
E ora ascoltiamoli…
REGALANO abbracci stretti; CONCEDONO E
CHIEDONO il perdono per i piccoli litigi; AIUTANO
i compagni in difficoltà; COLLABORANO; CURANO
le “cose” proprie ed altrui; GIOCANO col cane; SORRIDONO al mondo e chiedono al mondo sorrisi; DIALOGANO; REAGISCONO con ottimismo e speranza al
brutto voto; SI ANALIZZANO; CREDONO nella possibilità di migliorare; BACIANO il/la ragazzo/a; PENSANO POSITIVO; SI INTRISTISCONO pensando di avere
deluso i genitori; SCHERZANO, per esprimere l’affettività; PARLANO con i loro giochi se si sentono soli; SANNO DIRE ti voglio bene; NON SONO INDIFFERENTI; COMPRENDONO il valore dei piccoli gesti;
DANNO PACCHE AFFETTUOSE sulla spalla; HANNO
VOGLIA di guardare avanti; ASCOLTANO; OFFRONO
(qualche volta!) il caffè ai genitori; DISCUTONO.
Ma anche
NON SOPPORTANO il fratello che li stuzzica;
PERDONO IL SORRISO…dinanzi all’insuccesso
NON ESPRIMONO la loro affettività;
PROVANO rabbia
SI CHIUDONO IN SE STESSI
SE NE INFISCHIANO dell’insuccesso
NON SOPPORTANO le sorelle
NON VOGLIONO ASCOLTARE
SI DEFINISCONO:
Menefreghisti; Passivi; Indifferenti;
Aggressivi; Superbi;
Oltre il Disagio
Affetto… Affettività…
Amore…
Odio… Amicizia
13
Riflessioni di
Simonetta Costanzo
Psicopedagogista UNICAL
“Fare qualcosa per”:
questo è il significato della
parola affetto cioè,
quel particolare
istinto-bisogno
che si trasforma in sentimento
che lega una persona
a qualcosa oppure
ad un’altra persona attraverso
la rappresentazione
L’affetto
si impara
a partire
dal grembo
materno
P
erciò, parliamo di un istinto che, divenuto sentimento, può assumere anche connotazioni simboliche, specialmente quando
è pregno di senso e rinvia a qualche altra cosa. La più antica analisi
dell’affettività risale a Platone che la intese come “perturbatrice” della serenità dell’anima indispensabile alla comprensione genuina delle idee.
Tale perturbazione assume la caratteristica di impulso, quando è limitata nel tempo e quando tende a ripresentarsi tutte le volte che deve essere soddisfatta (per esempio l’istinto orale nel bambino).
Quando la perturbazione, invece, rimane stabile e, in un certo senso, tende a trasformare lo stato di base del soggetto e a renderlo sempre pronto a cogliere la necessità di essere soddisfatto come è, per
esempio, l’istinto sessuale nell’essere umano, esso si trasforma in affettività. Con questa parola, s’intende, in sostanza, la capacità degli
istinti di creare una perturbazione stabile nel soggetto che tende sempre alla soddisfazione dell’istinto.
La condizione dell’affettività, pertanto può essere buona, ovvero
socializzante, costruttiva, generatrice, come nell’affetto che chiamiamo amore, oppure distruttiva, individualista, possessiva e narcisista,
come nell’affetto che chiamiamo odio.
L’odio e l’amore, pertanto, sono dei sentimenti creati dal risultato
della presenza e dall’attività degli istinti nel nostro sistema e dall’attribuzione ad essi di significato che si esprime nell’orientamento dell’individuo nell’ambito sociale e che è rappresentato e programmato dalla cultura e dalla scuola.
L’amicizia è un sentimento d’amore meno pervasivo e più diffuso
che l’uomo sente, capace di fondare i legami che costituiscono la società e che quindi deve, in questo senso, prevalere sull’inimicizia.
Tanti autori si sono occupati dell’affettività e dell’affetto. Quest’ultimo termine è stato molto usato in psicoanalisi, una disciplina che si
è soffermata molto sul valore dell’affettività considerata come l’aspetto qualitativo della quantità di energia pulsionale umana (spiacevole
o piacevole, speciale o incerto, a scarica prepotente o a tonalità diffusa).
Jung ha inteso l’af fetto come una funzione sensoriale, un particolare stato di sentimento che scaturisce da innervazioni corporee o da
un disturbo del percorso rappresentativo; Freud lo ha interpretato
come strettamente legato ad una rappresentazione: il modo attraverso il quale la pulsione si esprime.
Pertanto, l’essere umano è un animale affettivo per istinto, per
energia vitale e per capacità simbolica.
Tutti i sentimenti hanno la stessa origine, cioè originano dall’istinto che genera l’affetto sul nostro corpo (soma) e sulla nostra personalità (psiche).
Oltre il Disagio
14
Un Film… per
imparare l’amore
Les choristes
Riflessioni di
Maria Rosalba Lupia
Formatrice
di Christophe Barratier
Il
film
tti,
n
inseg a a tu
dulti, che
giovani ed a
“diversi”
si può essere
ntesto
rispetto al co mo
ia
in cui ci trov
perare.
a vivere ed o
N
DUNQUE NO
O
CERCHIAM
es choristes”, film del 2004, è ambientato
ALIBI.
Avendo precedentemente insegnato
musica, Mathieu di fronte a ragazzi così
problematicamente diversi tra loro,
decide di creare un’unità armonica tra le loro
dissonanti personalità cercando di trovare
una strada alternativa a quella autoritaria,
coercitiva e spersonalizzante lì imperante,
per restituire loro, ma anche a se stesso
la visione di un futuro.
per supportare una delle più classiche storie di
formazione. Attraverso
la sua maschera caratteristica e un procedere
antiautoritario nel perseguimento della valorizzazione delle persone che gli
sono state affidate, il sorvegliante Mathieu muta in accorin un collegio per ragazzi orfani, poveri, disadi, molteplici disaccordi, sottraengiati ed emarginati, al tempo della Francia prostrata daldosi fermamente al ruolo di addomesticatore di monelli
le sofferenze e devastazioni della seconda guerra mondiacui lo si voleva rinchiudere.
le. In questo problematico e tetro contesto, le giovani viAzione coraggiosa e addirittura temeraria, questa, che
te di reietti, subiscono i rigidi tempi delle lezioni, dei pasti,
attraverso un processo maieutico, umanizzante ed emandella ginnastica, in un clima di ingiustizie, angherie anche
cipativo, lascia emergere le potenzialità e i talenti inespresdei compagni, punizioni di un preside autoritario, esclusi perché frustrati da una educazione che li conforma al
sivamente teso alla funzione di difensore della disciplina.
potere dominante, violentando ulteriormente la loro perQuesto finché non giunge Mathieu Batignole, il nuovo sorsonalità proprio in quanto ragazzi diseredati. Nonostanvegliante: un single di mezza età, apparentemente senza
te le difficoltà che Batignole incontra per l’avversione del
qualità e poco attraente, che però mostra sin dall’inizio di
preside e l’apparente ma tangibile impossibilità di cambiaessere un filantropo formatore di coscienze, seppure senre l’ ineluttabilità di quei destini, la sua impresa ricca di tinza visibile fascino.
te poetiche ed emozionanti, riesce ad avere successo. Il
Mathieu va gradualmente, ma decisamente, persesuo costante incoraggiamento, la fiducia incondizionata
guendo un ambizioso obiettivo: quello del senso dell’arnel genere umano, e in quei ragazzi in particolare, oltre
te, del valore della poesia, proprio là dove imperversaogni loro apparenza negativa, ria nima quella fiducia orno prosaicità e prepotenza. Tale senso diventa così il fimai spenta rimotivando le giovani vite, sull’onda di nuovi
ne cui egli dedica pervicacemente tutti gli sforzi necessari
interessi e possibilità
Lo sguardo dei ragazzi, NON È PIÙ, spento o aggressivo. Si è accesa in loro la speranza di un futuro migliore. Lo
dimostra il loro tributo generale allorché Mathieu viene costretto ad andarsene. Lascia il collegio, soddisfatto, imboccando anch’egli la strada della speranza. Nella condivisione a tuttotondo dello spettatore educatore che, preposto
alla cura dell’umano, non può non sentirsi solidale con il
protagonista del film: a sostegno del valore della differenza, dell’equità, dell’educabilità nella migliore accezione del termine. Il film non può lasciare
indifferenti neanche gli studenti che forse
Ciao,
aspirano, a dispetto delle apparenze, ad
Mathieu
avere “maestri”, capaci come Mathieu,
ti
di regalare quell’ “ora di lezione” di cui
vogliamo
parla Massimo Recalcati e che lascia un
bene
segno per la vita.
“L
Oltre il Disagio
15
Le nostre mini indagini
Come è ormai tradizione del Progetto partiamo subito
dalla esperienza diretta dei nostri giovani “Pollicini”
Campione intervistato n°341
A
Amici: quali come dove
bbiamo letto con attenzione le risposte. Ci limitiamo a proporre solo brevi ed estemporanee riflessioni. Stupisce innanzitutto che, pur in tempi di occasioni relazionali variamente plurali, nell’immaginario collettivo
l’ambiente scolastico resiste nel suo ruolo di spazio amicale per eccellenza.
Sorprende invece piacevolmente, considerata l’ansia di
emancipazione e di autonomia tipica dell’età adolescenziale, constatare che tre quarti del nostro campione ritiene possibile l’amicizia tra generazioni diverse e quasi nella stessa percentuale dichiara di parlare con gli adulti: due
dati, questi, espressione di una disponibilità che noi adulti
dobbiamo sapere intravedere nei loro silenzi e valorizzare.
Segnale di un modello comportamentale non segnato da
pregiudizi, ci sembrano poi i dati descritti dai grafici 4, 5 e
9. Tranquillizzante, se fosse reale, la preferenza accordata
all’amicizia vissuta nel contatto diretto, rispetto alla relazione virtuale, (graf.8) come pure la capacità di risolvere “amichevolmente” i conflitti espressa nel grafico 6. Il grafico 7,
infine, ci rimanda l’immagine di una adolescenza che attraversa periodi di solitudine, momenti che noi adulti dobbiamo assolutamente sapere agganciare per tempo.
No
21,41%
Forse
0,88%
Non risponde
1,47%
Tra i compagni
di scuola
53,37%
Si 31,09%
Non risponde
0,29%
Si 76,25%
Fuori
dall’ambiente
scolastico
45,75%
No
68,91%
Dipende
0,59%
Grafico 1: L’amico lo trovi più facilmente
Grafico 2 - Ritieni possibile l’amicizia tra un/
una adolescente e un/una adulto/a?
Grafico 3 - Parli con gli adulti dei tuoi amici?
Si 90,62%
Si 34,31%
Non risponde
0,29%
Forse
1,47%
No
65,69%
No
7,62%
Grafico 4 - In famiglia si accetta
che tu abbia amici di sesso diverso?
Grafico 5 - C’è differenza nel rapporto
di amicizia tra sessi diversi?
Oltre il Disagio
16
90
80
79,47%
70
60
50
40
30
20
12,02%
10
0
Parlandone
direttamente con
l’amico/a
Parlandone con altre
persone
3,81%
2,64%
2,05%
Litigando
con l’amico/a
Rompendo
definitivamente il
legame di amicizia
Non risponde
Grafico 6 - Pensando alla tua esperienza personale, indica come risolvi gli inevitabili conflitti delle tue relazioni amicali
Non risponde
4,11%
Non risponde
2,35%
L’amicizia vissuta in rete
2,05%
Si
50,44%
No
47,21%
No
12,32%
Forse
1,17%
Non risponde
3,52%
L’amicizia vissuta
con il contatto diretto
93,84%
Grafico 8 - Ritieni più soddisfacente
e completa
Grafico 7 - Hai vissuto qualche periodo
senza un/a vero/a Amico/a?
Si
82,99%
Grafico 9 - Pensi che l’avere sperimentato nell’adolescenza profondi rapporti
di amicizia, aiuti nella costruzione futura della relazione d’amore?
Oltre il Disagio
17
La parola agli adolescenti
Dedicato a.…mamma, papà, amico/a, nonni
…SE POTESSI…
M
Dire l’amore…
amma
, credo nel tuo amore e in tutto quello che mi hai dato… nella
tua forza che riesci a trasmettermi anche solo con un abbraccio… nelle tue parole, che mi confortano in ogni momento … nei tuoi gesti affettuosi che mi riempiono le giornate… nel tuo tepore che riscalda anche i miei più gelidi
inverni…nella tua simpatia, che mi solleva anche nei momenti più tristi…nel tuo amore, che mi fa sentire in compagnia anche nei momenti di solitudine…
CREDO che un giorno capirai tutto ciò che non ti ho
detto…che mi starai vicino nonostante le avversità…che
non ci sia cosa più bella del vederti sorridere …che sei unica meravigliosa e fantastica...
SE POTESSI farei durare per sempre gli attimi in cui
sei felice…eliminerei ogni lacrima di dolore e lascerei solo quelle di felicità per non vederti più soffrire…eliminerei dalla tua mente tutti i tuoi brutti ricordi e lascerei solo quelli che ti hanno fatto gioire…farei tornare indietro il nonno, andato via troppo presto, perché ti abbracci quando ne hai voglia…ti renderei sempre fiera di me
perché tu possa dire a tutti di avere una figlia perfetta…
SE POTESSI tornare indietro nel passato… cambierei la
tua vita, ti regalerei una vacanza, mi scuserei delle mie
cavolate, ti farei sorridere… SE POTESSI…darti una mano nei momenti più bui della tua vita…trasformare i tuoi
piccoli finti sorrisi in vere e proprie risate… lo farei, perché il suono della tua risata è il suono più dolce che io
abbia mai udito…SE POTESSI far splendere sempre il sole in un bel cielo azzurro, lo farei per ricordarti ogni giorno che tu puoi illuminare molto di più… SE POTESSI darti la voglia di sognare, te la darei per farti vivere quello
che tu credi sia impossibile
Papà
, credo in te unica certezza presente
nella mia vita… nella tua dolcezza nascosta…nelle tue
mani grandi e forti, mia salvezza… nelle tue aspettative …
nei tuoi occhi uguali ai miei… nei tuoi consigli e nei tuoi
suggerimenti…nella tua forza che diventa anche mia…
nella tua integrità e nei tuoi valori punto fermo del mio
cammino... in ogni tuo sacrificio, nel tuo immenso amore e nella tua umiltà
SE POTESSI sacrificare la mia vita per te, lo farei senza pensarci un attimo…SE POTESSI ti farei vivere la vita
con più serenità…SE POTESSI ti darei tutto ciò di cui hai
bisogno ma che non hai…SE POTESSI alleviare le tue pene con la mia sola compagnia, lo farei ogni volta che mi
è possibile…SE POTESSI ripagarti di tutto quello che mi
hai dato, lo farei dandoti anche quello che non hai potuto
darmi…SE POTESSI abbracciarti lo farei perché mi manca
tremendamente il tuo affetto
Nonno/a
, credo che se ti avessi
conosciuto, saremmo stati bene insieme… credo nel tuo
amore, luce della mia vita… nella tua gioia, sostanza infinita… nel tuo sorriso, allegria contagiosa… nel tuo cuore,
rivolto verso me…
SE POTESSI fermare il tempo…asciugherei le tue lacrime… passerei più giorni insieme a te…farei di ogni tua parola il mio stile di vita…scaccerei tutti i tuoi mali… ti darei un
ultimo bacio di saluto… ti libererei da qualcuno che ti teneva prigioniera…SE POTESSI vincere la mia timidezza, ti direi sempre che ti voglio bene … OH! SE POTESSI……
Amico/a, mio/a
credo in te!... nel tuo carattere, forte e imbattibile…nella tua parola, sincera e profonda…credo nell’amore che
hai per me…nelle tue parole…nelle tue idee… nella nostra
amicizia che durerà per sempre … nel tuo sorriso…nella
tua bontà… nella tua semplicità… nel tuo abbraccio, rifugio dai miei problemi CREDO di poter contare sempre su
di te… di poterti prendere in giro perché so che non ti arrabbieresti mai…di poterti raccontare i miei pensieri perché so che non mi giudicherai…nei tuoi consigli, elementi fondamentali della mia crescita…nelle tue critiche, fatte
soltanto per il mio bene….nella tua mano, disposta a tirarmi fuori da ogni guaio…nella nostra amicizia, legame indistruttibile su cui fare affidamento
SE POTESSI fermare il tempo cambierei gli eventi…SE
POTESSI parlarti ti direi tutto quello che non ti ho detto…
SE POTESSI guarirti mi spenderei totalmente…SE POTESSI averti qui ti direi di non partire più…ti regalerei tutto il bene del mondo perché è questo ciò che meriti….SE POTESSI arriverei fino alla luna con te; SE POTESSI risolvere i tuoi
problemi, lo farei per te, perché tu possa essere sempre sereno e allegro; SE POTESSI fermare gli attimi più belli della
vita, lo farei per te, perché tu possa trovare conforto… CREDO nel tuo sguardo, riflesso della tua sincerità.
Oltre il Disagio
18
ERA
LL
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PRESENZA
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IO
L’ALBERO
DELL’AMICIZIA
I mattoni dell’amicizia
LIBERTÀ
Oltre il Disagio
Riflessioni di
Viviana Crusco
Psicologa psicoterapeuta
19
“Se cercheremo di aumentare l’autoconsapevolezza,
di controllare più efficacemente i nostri sentimenti negativi,
di conservare il nostro ottimismo,
di essere perseveranti nonostante le frustrazioni,
di aumentare la nostra capacità
di essere empatici e di curarci degli altri,
di cooperare e stabilire legami sociali
– in altre parole, presteremo attenzione
in modo più sistematico all’intelligenza emotiva –
potremo sperare in un futuro più sereno”
Goleman, 1996.
Tra il DIRE
e il FARE…
noi inseriamo
il formare
L
a necessità di programmare interventi in grado di favorire nei giovani la comprensione delle emozioni, degli stati d’animo, dei sentimenti e anche
degli atteggiamenti, è oramai sotto gli occhi di tutti coloro i quali vivono a loro stretto contatto.
L’affettività non è istintiva, ma connessa all’acquisizione di competenze cognitive, valoriali, comunicative,
in gran parte apprese dai modelli genitoriali, dagli insegnanti, dalla tv, altre invece possono essere motivo di
lavoro all’interno della scuola dove, le capacità legate
alla vita affettiva, possono essere apprese mediante attività strutturate e mirate in tal senso.
A favorire una buona consapevolezza di sé ed e-ducare a comportamenti responsabili, sono stati perciò
orientati i nostri incontri. Dall’attività svolta per piccoli gruppi in classe e dalla successiva discussione, emerge che se da un lato a livello teorico si i giovani studenti
si dimostrano capaci di individuare le modalità più adeguate per vivere un’affettività equilibrata, dall’altra, si
evidenzia una grande difficoltà nel metterle in pratica.
Ed infatti, mentre nella situazione creata come spunto
dal quale poi far nascere il confronto stimolando il racconto dei loro vissuti, i giovani sono stati pronti ad evidenziare punti di forza, punti di debolezza e ad individuare le modalità più idonee per rapportarsi all’altro,
nella vicende legate alla realtà quotidiana, hanno dimostrato di perdere questa loro capacità. E’ il passaggio
dal dire al fare che va dunque curato. Dai loro racconti
si evince la mancanza di consapevolezza dei gesti e delle conseguenze; si evidenzia la difficoltà di pensare alle
modalità da loro agite: TUTTI molti pronti a giudicare
il comportamento altrui, etichettandolo come “sbagliato”, ma poco abituati ad auto-osservarsi ed a comprendere quanto di sé mettono nell’interazione con l’altro.
TUTTI molto suscettibili rispetto ai torti subiti e poco
consapevoli dei torti inflitti: si comunica efficacemente
poco, ci si irrigidisce nella propria posizione, si ascolta
unicamente per potersi difendere e non per compren-
dere meglio il pensiero, l’intenzione e l’emozione, di chi
si ha di fronte. Il conflitto diventa allora unicamente un
momento per stabilire chi ha ragione e chi no. Scelgono
di comunicare più spesso on line perché questo permette di superare la timidezza e di parlare in modo più libero. Emerge la tendenza a dar fiducia ad uno sconosciuto incontrato su un social network piuttosto che ad un
amico che ha commesso un errore. L’inclinazione verso
la distruzione e l’indifferenza sembra essere la tendenza più marcata rispetto alla comprensione.
Potenziare le caratteristiche che favoriscono un’affettività positiva rappresenta un fattore protettivo nello sviluppo dell’adolescente che si trova a vivere un momento di vita determinante per lo strutturarsi di comportamenti problematici o salutari che tendono a conservarsi in età adulta. Favorire il dialogo con gli adolescenti, entrare in contatto con il loro mondo affettivo
stimolando il racconto dei vissuti e promuovere attività che mirino all’acquisizione di abilità emozionali, sono elementi che meritano la giusta attenzione al fine di
promuovere nell’adolescente comportamenti in grado
di favorire una crescita affettiva sana. Avere oggettivizzato questi problemi, averli “visti”, tutti insieme, in un
clima accogliente e giudicante, ha costruito il piedistallo
su cui poggiare il comune lavoro del prossimo anno.
20
Oltre il Disagio
Educazione all’Affettività
Andare
verso…
Carissimi,
In questa XV edizione del Progetto “Pollicino e Alice”
abbiamo dedicato una intera giornata formativa a Roberta: al racconto della sua meravigliosa esistenza e poi di
quell’ultimo attimo di brutalità e di morte: una morte
violenta, generatrice, PERÒ di un modello affettivo fortemente simbolico e pedagogicamente educativo: LA TESTIMONIANZA. Dal fango di quella morte, infatti, è nata la
Fondazione che porta il suo nome e che cammina ormai
spedita “sussurrando” a tutte le donne e ai minori vittime
di violenza sessista: “Noi ci siamo: Siamo accanto a voi. Vi
aspettiamo. C’è per voi un luogo/rifugio, che può contenere dolore e paura e dove è possibile aspettare il ritorno
alla vita”. Dal dolore, la speranza! Dalla morte, la vita!
E cammina spedita anche accanto ai giovani, con questo “Progetto “Pollicino e Alice”, nato timidamente 15 anni fa, con una sola scuola, il Liceo “De Vincenti” di Rende, e subito ampliando il suo raggio di azione per toccare spazi geografici dell’intera nostra regione. A Polistena,
a Vibo, A Pizzo, a Rende, a San Giovanni in Fiore, a Paola, a Cosenza e anche Roma, con appuntamenti ormai
quasi istituzionalizzati e poi ancora dovunque qualcuno
ci chiami.
Tardivo dunque arriva secondo noi il grido che oggi
si lancia da più parti: andate nelle scuole, incontrate i giovani, parlate con loro…La Fondazione “Roberta Lanzino”,
questa strada l’ha imboccata da molto tempo, perché subito ha compreso che il tema della violenza alle donne era
ed è un tema da affrontare sul terreno della formazione e
della crescita umana, prima ancora o almeno in contemporanea con la fattiva opera di sostegno e accompagnamento dei casi concreti. Da subito abbiamo scelto di non
dovere essere solo lì a lenire ferite; da subito abbiamo
sentito che la nostra grande tragedia, ci imponeva di essere, anche per l’adolescenza in crescita, testimoni e promotori di un cambiamento radicale; abbiamo capito che
potevamo e dovevamo assumerci il compito formativo di
aggredire i pregiudizi di genere, aprendo le strade della vita che Roberta non avrebbe mai più potuto percorrere, ma che invece devono liberamente potere attraversare
tutti le ragazze e i ragazzi del mondo.
I temi che affrontiamo, non sempre e non soltanto
sono direttamente e apertamente collegati alla violen-
za contro le donne e mai insistono su quella violenza
estrema che quotidianamente l’informazione ci propone
e verso la quale tutti siamo facilmente, e direi ovviamente, pronti ad esprimere pietà e indignazione, in attesa di
esprimere nuova pietà e nuova indignazione al prossimo
giro di “machete”. Il nostro obiettivo è invece uno sforzo di formazione da realizzare non nel segno del sensazionalismo, ma della positività, della conoscenza storica,
del lavoro condiviso, convinti come siamo che gli stupri, gli
omicidi delle donne, pur così drammaticamente numerosi, rappresentino però la punta estrema di un fenomeno
ben più diffuso, sottile e difficile da “vedere e riconoscere”, con radici che affondano nell’incultura, nelle rabbie
inespresse, nell’insicurezza, nella non stima di sé, nell’assenza di obiettivi valoriali che diano senso all’esserci su
questa terra.
Per tutto questo, a Roberta e alla Fondazione, nel percorso di questa XV edizione, abbiamo dato lo spazio di
una intera giornata, da intendersi non come momento informativo, ma invece parte essenziale di quel tema grande che è l’educazione all’affettività. Trovare il SENSO di
questa scelta pedagogica non è difficile. Solo una profonda motivazione e disposizione AFFETTIVA, può permettere al dolore di farsi dono. Questo è il SENSO che ha nel
nostro progetto educativo la parola AFFETTO, un andare
verso e andando non sentire pesante la fatica…
Matilde Lanzino
Oltre il Disagio
Pillole
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Oltre il Disagio
22
La parola agli adolescenti
Ai genitori di Roberta
operatori di giustizia e di pace…
NONONOSTANTE…
GRAZIE per quello che fate ogni giorno.
GRAZIE è una parola piccola, ma quello
che date è molto grande!
Sono sicuro che Roberta è orgogliosa di ciò che fate!
Francesco
dal CUORE dei giovani studenti
del Progetto “Pollicino e Alice”
È
stata una mattinata molto istruttiva e commovente
…costruttiva e formativa.… Affrontata con coraggio
e camuffando la tristezza con il sorriso.
Non esistono parole abbastanza giuste per descrivere
tanta sofferenza. Sono emozionato. Tutto ciò che fate é
davvero importante
Ho provato interesse per l’attività della Fondazione e
tenerezza per l’amore di questi genitori
Ho sentito: Emozioni, Profondità, Voglia di vivere…
Sconforto e pessimismo per il perdurare della brutalità…
Rabbia, Tristezza, Speranza, Ammirazione, Apprezzamento
e… FORZA DI COMBATTERE… Repulsione per i bassi istinti
umani… Ammirazione per coloro che non temono di combatterli…
Mi ha commosso, vedere il sorriso di quella ragazza che
si è spento per volontà di qualcuno che potere in realtà non
ne aveva
La storia di Roberta fa davvero riflettere… Ammiro molto la sua famiglia, che ha trasformato il suo immenso dolore in speranza per tante altre donne… Questo incontro mi
ha fatto riflettere molto anche sulla solidarietà femminile
La violenza alle donne é un tema che dovrebbe affrontarsi dappertutto per far forza a chi forza non ha, a quelle
donne a cui manca il coraggio di denunciare
La serenità é sapere che nel mondo c’é qualcuno che si
preoccupa della sicurezza e della protezione delle donne
Bisogna continuare a sensibilizzare!
Il problema spesso sono le istituzioni e la giustizia che
non si impegnano abbastanza.
…E dai cuori degli studenti
del Liceo “Scorza”
di Cosenza
Spero di poter essere una volontaria.
A presto piccola Rosa!
NO! Nel 2014 non può esistere
ancora la violenza sulle donne.
La libertà non è solo una minigonna,
ma la tranquillità nel camminare per strada
senza il timore di essere aggredite.
Se ami un fiore lo curi e lo lasci crescere,
non lo uccidi per poterlo sentire tuo.
Solo un PICCOLO UOMO
usa la violenza per sentirsi grande.
Non permettere a nessuno di toglierti il sorriso.
Se non pensavi di potercela fare
ora sai che non è così.
La Fondazione Roberta Lanzino è qui per te e con te.
Denunciare è molto importante
così come anche il coraggio.
Oltre il Disagio
Da Assisi, da un’idea
di Adele Lo Feudo
una mostra d’arte
in memoria di Roberta
23
Riflessioni di
Simonetta Costanzo
Psicopedagogista UNICAL
Sessantacinque artiste si sono messe al lavoro
ed hanno sublimato il dolore e la sofferenza
di tante vittime-donne
Queste artiste hanno creato una serie di dipinti
incisivi, espressivi e significativi.
I
nterpretare le produzioni artistiche significa svelare
e tradurre gli stati d’animo di chi le produce. L’analisi delle opere interessa le scienze del comportamento
e la scienza della mente esplora proprio quello che accade nel cervello quando qualcuno osserva un dipinto.
Per la verità, i veri protagonisti sono sempre i quadri. Si osserva un quadro, si vivono le emozioni che
questo suscita e appare naturale immergersi nel dipinto per seguire il sentiero dell’estetica. Però la biologia, l’etologia, la psicologia, la medicina e la psichiatria cominciano a muoversi nella mente di colui
che interpreta, facendo notare proprio quei contenuti del quadro che stanno lì assopiti ma pronti, se si
vuole, a svegliarsi e a tenere una lezione di scienza
del comportamento.
Osservare i prodotti dell’arte genera sempre un turbamento. L’occhio che guarda deve saper sentire le
emozioni e gli stati d’animo di quel momento. Lo scrittore francese Marie-Henri Beyle, meglio conosciuto come Stendhal, parlò di questo turbamento e lo descrisse già nel 1817:
“Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i senti-
menti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un
battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”.
Ed è proprio in questo modo che le opere rappresentate e raccolte nella mostra dedicata a Roberta Lanzino, riescono a comunicare emozioni, sensazioni, paure, offese e trasgressioni; tutte caratteristiche condivise
ed espresse dai colori, dalle forme, dai contesti, dalle
presenze e finanche dalle assenze.
Le immagini esprimono il silenzio. Il silenzio nel quale vive la donna che subisce la brutalità agita da parte
del proprio uomo, la paura di dire, di urlare il proprio
dolore, di testimoniare che quell’uomo, che tanto dice di amarla, proprio all’insegna di quell’amore, la picchia, la maltratta, la schiavizza, la violenta e, un giorno, la ucciderà. Una donna che ha paura di parlare,
paura di testimoniare e, proprio questa paura, finirà
per essere la sua condanna.
I quadri condividono il thema della frammentazione psichica che si manifesta nella donna che è vittima
di abuso.
Infine si esprime il vissuto dello smembramento somatico. Il corpo femminile da “sacro” e portatore di
energia e di vita, si impregna di aggressione, di profanazione, di offesa, di distruzione e, infine, di morte.
dalla Pinacoteca della Fondazione “Roberta Lanzino”
A. Barreca - Il Silenzio
M Sangermano - Privata dei sogni
M. Cappelletti - Il cuore bucato
C. Rizzo - Ritorno alla vita
Oltre il Disagio
24
Educare all’amore, amando
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Oltre il Disagio
PERIODICO DELLA FONDAZIONE
“ROBERTA LANZINO”
Numero doppio 2014-2015 - Maggio 2015
Reg. al Tribunale di Cs n. 659
del 10/4/2001
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“Il nome delle DONNE sulla
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“C’era una volta…la fiaba”
“Le chiamavano farfalle”
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LA MOSTRA dei DIRITTI
delle donne
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per non dimenticare
(dall’Umbria in Calabria in esposizione permanente
presso la Fondazione
“Roberta Lanzino”
in Via Verdi Rende
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