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IL MAGO ZIBIDI`

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IL MAGO ZIBIDI`
IL MAGO ZIBIDI’ Zibidi’ e’ un piccolo mago curioso e birichino. Egli abita a Magopoli, un paese veramente straordinario. Prima di tutto e’ abitato da maghi, maghini e maghesse. Le casette hanno muri dipinti, perché i maghi sono abili pittori: una casa è tutta fiorita, un’altra ha tanti palloncini colorati, ci sono case a strisce, case a pois, e il fumo che esce dai comignoli è colorato e sa di lampone e menta ci sono sentieri di tenera erbetta ed alberi con strane forme. Che meraviglia!!!! Dimenticavo! A Magopoli di giorno c’è sempre il sole. Un sole giallo e luminoso di giorno, che, verso sera , lentamente si attenua fino a che la palla lucente si appoggia alla montagna e diventa pallida pallida , si addormenta e appare una tenera luna. Un giorno il nonno di Zibidì gli raccontò che nei paesi dove abitano gli uomini, il cielo spesso cambia: a volte c’è il sole, a volte ci sono le nuvole, a volte piove a volte nevica. “Che strano!” Esclama Zibidì. Il nonno continua a raccontare a Zibidì che la pioggia è fatta di tante goccioline di acqua, che le foglie degli alberi cambiano di colore e cadono lasciandoli con i rami nudi. Le montagne diventano tutte bianche, perché si coprono con una coperta fredda e tutta bianca . Che certi animali quando cadono le foglie e gli alberi si spogliano, si rinchiudono nelle loro tane e dormono tanto. Dormono , dormono finché gli alberi si rivestono di tenere foglioline verdi e i prati si coprono di graziosi fiorellini e le montagne tolgono la coperta bianca. Che in certi periodi il sole è così caldo che fa diventare i campi del suo colore . “ Dovrebbe essere bello visitare il mondo degli umani” dice Zibidì al nonno. Il nonno risponde: “ certo Zibidì , ma tu sei ancora troppo piccolo, devi crescere e imparare tante cose.” Zibidì quando la sera va a letto a dormire non riesce a prendere sonno. Si gira e rigira nel suo lettino perché la sua curiosità di scoprire le meraviglie del mondo degli uomini non lo faceva addormentare e dice: “sono piccolo va bene, ma sono un mago e posso affrontare tutto…. e poi non mi va di aspettare di diventare grande per vedere le meraviglie della natura. Se mi troverò in difficoltà pronuncerò la mia formula magica: “ZIBIDI’…. ZIBIDE’… ZIBIDU’…” e sicuramente tutto andrà bene. Ho deciso, domani mattina partirò alla scoperta del resto del mondo”. Soddisfatto della sua decisione, si addormenta felice. Il mattino seguente si alza presto, prepara le sue poche cose e parte: “ ciao Magopoli vado verso l’avventura!!!” ZIBIDI’ E IL BOSCO INCANTATO Cammina , cammina Zibidì arriva nel bosco incantato dell’albero vanitoso. L’uccellino Cip amico dell’albero vanitoso lo chiama e lo invita a ripararsi sotto la chioma del suo albero, perché inizia a piovere. Anche la tartaruga Rughetta invita Zibidì a ripararsi nella sua tana, ma la tana era troppo piccola e si ferma sotto l’albero. Finito di piovere, Zibidì vede cadere le foglie spinte dal vento e le guarda ed è contento di questo ballo improvvisato che le adagia piano sul prato. Corre Zibidì e le raccoglie può finalmente toccare le foglie gialle rossicce ed arancione , colori di questa stagione. ”Ecco questo è l’autunno dicono le foglie, gli alberi e il prato.” E’ quasi notte e Zibidì deve trovare un riparo per dormire : vede una caverna. “Chi ci sarà dentro? “ si chiede e, un po’ impaurito entra piano piano. Era tutto buio e il maghetto aveva ancora più paura ; si ricordò di essere un mago e pronunciò la formula magica: “ZIBIDI’ ZIBIDE’ ZIBIDU’ paura non ho più.” Grazie alla sua bacchetta magica la grotta si illumina ed è così che Zibidì vede una famiglia di orsetti che si preparano ad andare in letargo. Si avvicina e chiede : “chi siete? Perché state qua dentro e non fuori come l’uccellino Cip? perché tutte queste provviste ? Mamma orsa risponde : oh quante domande!!! Non sei un umano altrimenti lo sapresti!!!! “No sono un mago vengo da Magopoli il paese dei maghi. Sono piccolo e devo imparare ancora tante cose e sono venuto qui per conoscerle e vederle con i miei occhi” Allora mamma orsa dice : “piccolo maghetto devi sapere che dopo l’autunno, stagione che stiamo vivendo ora, arriva l’inverno : una stagione con piogge e freddo e non tutti gli animali hanno il fisico per sopportarlo, e poi è difficile trovare il cibo. Quindi alcuni animali, come le rondini, partono per i paesi caldi, altri durante l’estate fanno provviste per quando arriverà il freddo e poi a fine autunno si addormentano per mesi. Ogni tanto si apre un occhio per sgranocchiare del cibo e poi ci si riaddormenta al calduccio della tana”. Gli orsetti dicono a Zibidì che ci sono tanti altri loro amici del bosco che vanno in letargo come le tartarughe , i ricci le lumache, le formiche. “Mi piacerebbe conoscerli “ dice Zibidì agli orsetti. Mamma orsa invita Zibidì a fermarsi a cena e a dormire con loro con la promessa che l’indomani l’avrebbe accompagnato a conoscere i loro amici . Dopo una cena a base di castagne , noci e del buon miele gli orsetti e Zibidì si addormentano felici su un morbido letto di foglie. ZIBIDI’ E IL PAESE MILLE COLORI Zibidì con l’aiuto di mamma orsa ha conosciuto le caratteristiche dell’autunno, tutti gli animaletti del bosco e dopo essere diventato loro amico li saluta per andare verso altre avventure e alla scoperta di cose nuove. Si incammina per un sentiero che lo porta ad un paese un po’ strano: i colori se ne erano andati ed era tutto buio. Gli abitanti vedendo arrivare il maghetto Zibidì gli chiesero di fare una magia per cambiare il colore al loro paese , perché erano stanchi di stare al buio. Zibidì pensò che il rosso potesse essere il colore adatto a quel paese . Allora pronunciò la formula magica: “ZIBIDI’ ZIBIDE’ ZIBIDU’ CHE IL ROSSO ARRIVI FINO LASSU’” e all’improvviso tutto divenne rosso. Gli abitanti del paese furono contenti di vedere un colore nuovo, però ben resto si accorsero che quel colore era poco luminoso e troppo caldo. Allora chiesero a Zibidì di trovare un colore più chiaro e luminoso per il loro paese. Zibidì prese la sua bacchetta magica e pronunciò una nuova formula : “ZIBIDI’ ZIBIDE’ ZIBIDU’ IL PAESE ROSSO DIVENTI GIALLO DA LASSU’ A LAGGIU’”. Subito tutto divenne giallo. Però questo colore era troppo pieno di luce e faceva male agli occhi degli abitanti , tanto che alla sera non riuscivano più a tenere gli occhi aperti.. Preoccupati, chiesero di nuovo a Zibidì di aiutarli e di trovare un’altra soluzione. Zibidì ripensando ai bei colori dell’autunno che aveva visto nel bosco incantato pronuncia una formula magica speciale: “ZIBIDI’ ZIBIDE’ ZIBIDU’ CHE IL ROSSO VADA CON IL GIALLO , CHE IL GIALLO VADA CON IL BLU’ , CHE IL BLU’ VADA CON IL ROSSO E SI COMPIA LA MAGIA DEI MILLE COLORI E…. NON SE NE PARLI PIU’” . All’improvviso nel cielo si formò un grande arcobaleno con tanti colori ed ogni cosa nel paese prese il giusto colore: il cielo divenne azzurro, il sole giallo, gli alberi verdi , i tetti marroni il mare blù , i fiori bianchi, rosa arancioni , viola… di mille colori! Finalmente gli abitanti di quel paese ritrovarono la felicità e lo chiamarono il paese “MILLECOLORI” e organizzarono una grande festa per ringraziare Zibidì e lo invitarono a rimanere con loro. Zibidì però disse loro che non poteva restare perché doveva scoprire e conoscere ancora tante cose nuove e ringraziando riprese il suo cammino . ZIBIDI’ E IL BABBO NATALE Cammina cammina, Zibidì arriva al Polo Nord: “ mamma mia che freddo ! tutto è bianco e sicuramente questa è la neve!” Vede una piccola casa, con piccole finestre, con luci accese e pensa: “busserò a quella porta per chiedere un rifugio; ho i piedi congelati”! Zibidì avvicinandosi alla casa sente strani rumori ed ha un po’ paura allora pronuncia la sua formula magica : “ZIBIDI’ ZIBIDE’ ZIBIDU’ PAURA NON HO PIU’” e bussa. “Toc Toc” Quando si apre la porta, davanti a Zibidì compare un uomo grande con un vestito tutto rosso e una lunga barba bianca. “Chi sarà? Sarà cattivo? Mi mangerà?” pensa Zibidì. Quel grande uomo, vedendo Zibidì impaurito gli dice: “ Ciao! Non avere paura non faccio del male a nessuno! Anzi io voglio molto bene ai bambini! Entra stai tremando dal freddo” Entrando Zibidì vede tanti folletti che felici costruivano giocattoli e trovando un po’ di coraggio chiede: “ ma cosa fanno?” il grande uomo risponde: “ma come non sai chi sono io?” “No” risponde Zibidì, “io sono un piccolo mago e non conosco ancora il mondo degli umani” Il grande uomo si mette a ridere e accompagnando Zibidì vicino al caminetto per farlo riscaldare gli dice: “ io sono Babbo Natale!!!! E tutti quei folletti sono miei amici, che mi aiutano a costruire i giocattoli che la notte del 25 dicembre porterò a tutti i bambini buoni”. “Ma come fai a consegnarli tutti in una sola notte?” chiede Zibidì. Babbo Natale risponde: “tu hai detto che sei un mago , anch’io sono un po’ mago, ho una slitta magica che vola intorno al mondo e mi permette di lasciare i doni ai bambini” . Ora però andiamo a dormire e domani ti farò vedere la slitta e ti farò conoscere le mie amiche renne.” Babbo Natale prende in braccio Zibidì e lo corica su un morbido letto caldo caldo. Zibidì era curioso di vedere la slitta, le renne e di sapere cosa fosse il Natale e felice si addormenta. ZIBIDI’ E IL PUPAZZO DI NEVE Zibidì ora sa tutto sulla nascita di Gesù Bambino, sull’albero di Natale, sui folletti e su tutto ciò che rappresenta questa meravigliosa festa, grazie a Babbo Natale che durante la consegna dei doni ai bambini di tutto il mondo lo ha portato con sé e gli ha fatto conoscere il Natale. Adesso però, Zibidì deve continuare la sua avventura verso nuove scoperte, verso nuove conoscenze , così saluta Babbo Natale e si mette in viaggio. Dopo aver camminato a lungo si ritrova nella piazza di un paesino ai piedi di una grande montagna. Durante la notte è scesa tanta neve e i bambini felici sono usciti dalle loro case per giocare con la neve e iniziano a costruire un pupazzo. Ben presto il pupazzo è terminato: 2 pezzetti di carbone al posto degli occhi, una carota per naso, una carta rossa per bocca, un vecchio cappello in testa e una bella sciarpa al collo. E’ veramente bello ! A sera i bambini tornano alle loro case, Zibidì si avvicina al pupazzo e lo osserva attentamente. “Ciao mi chiamo Nevino e tu?” dice il pupazzo . “Ciao io sono Zibidì, un piccolo mago che vuole conoscere il mondo degli umani.” Nevino, il pupazzo di neve, allora chiede a Zibidì: “cosa vuoi sapere?” “Dai miei amici del bosco ho saputo che c’è una stagione chiamata Inverno e vorrei conoscere come è . Tu puoi aiutarmi?” dice Zibidì. “Certo!” risponde Nevino ed inizia a raccontare: “ Bianco, nero, azzurro e grigione e tutto intorno è un gran bagliore! Ecco l’inverno è di questi colori….. Ghiaccio, freddo e neve, l’inverno non è breve e si può anche sciare …. Nel bosco regna un grande silenzio, gli animali addormentati riposano beati…. Gli alberi spogli aspettano che un uccellino infreddolito si posi sui loro rami ….. Cade giù la neve , bianchi fiocchi e farfalline come piccole stelline…. Nei bianchi giardini felici i bambini fan di neve i pupazzi e ridono come pazzi…. L’odore degli agrumi riempie l’aria e a mangiarli fanno stringere i denti…. La terra ha messo un vestito color marrone scuro e nessun filo d’erba si sogna di affacciarsi al gelo …..Il freddo è pungente, fa battere i denti se non ti copri con cappotti, berretti e guantini…. Il Natale è finito , ma dietro l’angolo c’è il Carnevale con canti, balli e…ogni scherzo vale!” In poco tempo Zibidì e Nevino diventano molto amici . La mattina dopo splende il sole . Aiutoooo! Nevino è tutto sudato e sotto i raggi del sole si sta sciogliendo…. Zibidì è molto dispiaciuto di perdere il suo amico e cerca di aiutarlo pronunciando la formula magica: “ZIBIDI’ ZIBIDE’ ZIBIDU’ CHE LE NUVOLE NASCONDINO IL SOLE E NON ESCA PIÙ” . In un attimo nel cielo le nuvole coprono il sole ed inizia a fare freddo di nuovo e Nevino non si scioglie più. Zibidì e Nevino sono molto contenti ! Anche i bambini di quel paese apprezzano la magia di Zibidì perché possono giocare con Nevino ancora per molti giorni e diventano amici anche di Zibidì. Gli abitanti di quel paese accolgono Zibidì nelle loro case offrendogli ottime spremute di arance , regalandogli vestiti di calda lana e facendolo riscaldare attorno ai loro caminetti per tanti tanti giorni . ZIBIDI’ E IL CARNEVALE Le giornate diventano sempre più tiepidi: il pupazzo Nevino si sta sciogliendo e a malincuore saluta Zibidì che gli ha tenuto compagnia per tanti giorni. Zibidì lo ringrazia per avergli insegnato tante cose nuove e per le tante storie che gli ha raccontato sull’inverno. Mentre Zibidì si incammina per una nuova avventura sente tanto chiasso e tante risa provenire da una grande casa. “Chissà cosa sta succedendo lì dentro” si chiede Zibidì e curioso bussa alla porta. Bussa e ribussa, ma sembra che nessuno senta e così decide di andarsene e proseguire il suo cammino. All’improvviso la porta viene aperta da un bambino vestito proprio come Zibidì: un maghetto. “Un maghetto!?” esclama Zibidì meravigliato. “Ciao!” saluta il bambino. Zibidì chiede: “ ma chi sei tu? Un maghetto?” “No sono un bambino come te, oggi qui nella scuola facciamo la festa di Carnevale” dice il bambino e vedendo Zibidì diventare triste gli chiede: “Ma tu non sei un bambino mascherato?” “No” risponde Zibidì “io sono un maghetto che vuole conoscere il mondo degli umani e, questo è il mio vestito, non è una maschera!” Il bambino senza pensarci troppo prende per mano Zibidì e gli dice: “ dai vieni anche tu alla festa di Carnevale, vedrai che ti divertirai e potrai conoscere i miei compagni e le maschere che mettono tanta allegria!” Dentro al salone della scuola ci sono tanti bambini mascherati in modo diverso: una bambina è una fatina , un altro bambino è un indiano, poi ci sono i caw boy, le principesse, gli uomini ragno, i pirati e zorro. Ci sono maschere , coriandoli e stelle filanti ovunque. I bambini corrono verso Zibidì per invitarlo a danzare e cantare con loro e, il piccolo maghetto è così felice che insieme ai suoi nuovi amici ballò, giocò a lungo. Ad un certo punto una bambina si avvicina a Zibidì con un piatto nel quale ci sono dei dolcetti dal profumo delizioso: “Dai prendi le frittelle di Carnevale sono molto buone”. Zibidì è veramente molto felice di essere passato davanti a quella scuola perché così ha potuto conoscere l’allegria del Carnevale. ZIBIDI’ E LA PRIMAVERA Zibidì ha così conosciuto anche il Carnevale ed è molto contento perché alla festa nella scuola si è divertito tantissimo. Ora però deve salutare i suoi nuovi amici per continuare il suo viaggio alla scoperta di cose nuove. Cammina cammina, Zibidì arriva in un luogo meraviglioso. Un po’ sbalordito inizia a guardarsi intorno: erba e fiori profumati, bimbi allegri e spensierati; nei prati colorati gli animali addormentati si sono risvegliati. Le farfalle e le coccinelle si danno un gran da fare e nel cielo felici volano le rondinelle. Ad un tratto una rondinella si avvicina a Zibidì e lo saluta: “ Ciao Zibidì!!! Ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti nel bosco dell’albero vanitoso, in autunno, dove mi sono fermata con le mie sorelle prima di partire per i paesi caldi. Ora siamo tornate ai nostri nidi per far nascere i rondinini.” Zibidì ancora sbalordito, risponde: “ certo che mi ricordo , ma dimmi, cosa sta succedendo? E’ tutto così meraviglioso !!!” La rondinella risponde: “ l’inverno se ne è andato, i giorni freddi son passati, più lungo è il giorno e più dolce la sera. Guarda dietro a quel cespuglio, son fiorite le margherite , son fioriti i biancospini e presto arriveranno i maggiolini. Sotto l’albero c’è un po’ di fresco, guarda sopra, fiorito è il pesco, tra l’erbetta è spuntata la prima violetta e il suo profumo, dirà a tutti : PRIMAVERA GIUNTA E’ GIA’!!!” “Ma non finisce qua” continua la rondinella, “ a primavera c’è la Pasqua, festa della gioia e della pace , si regalano uova di cioccolato con sorpresa, che ai bimbi assai piace. Ci son poi le feste per il papà e per la mamma che son sempre pronti a riempire i cuori dei bambini di grande amore”. Zibidì ride, saltella, e beato si tuffa nel prato colorato e grida: “ MA CHE BELLA LA PRIMAVERA!!!” ZIBIDI’ E L’ESTATE Zibidì si è goduto la primavera con i suoi amici fiori, farfalle e rondinelle. Però è ora di partire per l’ultima avventura: deve scoprire l’Estate. Saluta tutti e si mette in cammino. “che fatica camminare con questo caldo!!!! Il sole splende felice nel cielo più che mai, chissà perché?” dice Zibidì. Il sole che ha sentito le parole di Zibidì gli risponde: “ caro Zibidì, sono splendente più che mai perché l’estate è già alle porte. Con i miei raggi devo far maturare il grano…. il contadino aspetta con la falce in pugno per raccoglierlo e portarlo dal mugnaio. Sugli alberi ben presto la frutta sarà matura e i bambini saranno ben lieti di mangiare pesche, fragole, susine e rosse ciliegie. I giorni saranno lunghi e le notti belle con tante lucciole e stelle; i grilli canteranno una canzone mentre il vento fa un pisolone. I girasoli con i loro petali dorati mi guarderanno dalla mattina alla sera senza mai piegare il loro lungo stelo . Poi più tardi ti racconterò la loro storia. Finisce la scuola ed i bambini vanno in vacanza al mare, a giocare con palette e secchiello per costruire con la sabbia un bel castello; fare un tuffo nelle onde con le pinne e la maschera e una gita in barca con la vela bianca per completare la giornata. Per chi preferisce la vacanza in montagna, attenzione!!! A volte minacciose nuvole scure che mettono paura , mi coprono e…. in un momento scoppia il temporale che ai bambini fa un gran spavento.” “Grazie amico sole, ho capito che l’estate è una stagione piena di luce e splendore” dice Zibidì al sole. “Ora posso ritornare a Magopoli, il mio viaggio può finire qui, racconterò ai maghetti amici miei, che le stagioni son quattro sorelle e sono tutte molto belle”. 
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