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Buoni pasto: commissioni troppo elevate

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Buoni pasto: commissioni troppo elevate
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Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress
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Giovedì
31/07/2014
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Cristina Lazzati
22.000
ACCETTIAMO BUONI U** Controversie luglio 2014 PRIMAFILA MARKUP
PRIMAFILA luglio 2014 Controversie ACCETTIAMO BUONI U** di Raffaella
Pozzetti ©Rpcezetti PRIMAFILA luglio 2014 Controv Gli sconti incondizionati
applicati, a monte, ai ticket sono uno dei principali motivi di malumore, a valle, da
parte del mondo dei pubblici esercizi, gdo compresa rsie ACCETTIAMO BUONI
U** di Raffaella Pozzetti ©Rpcezetti PRIMAFILA luglio 2014 Controv Gli sconti
incondizionati applicati, a monte, ai ticket sono uno dei p-> Nato come servizio
sostitutivo alla mensa, il buono pasto ormai da diverso tempo viene utilizzato dalla
clientela in diversi esercizi commerciali, dal bar alle trattorie, ai punti di vendita
della gdo. Fin qui, nulla di strano. Ciò che, invece, è oggetto dì perplessità da parte
dell'intero mondo degli esercenti, tanto della grande distribuzione come dei piccoli
commercianti, riguarda l'entità delle commissioni applicate ai buoni pasto dalle
società emettitrici (i famosi sconti incondizionati sul valore nominale del buono
pasto). Le società che gestiscono i ticket, cioè, applicano commissioni, che vanno
dal 7-8% fino al 13-14%. Conseguenza: il guadagno, per l'esercente che accetta un
buono pasto, si riduce considerevolmente. Ma perché le commissioni sono così
elevate? Il problema - concordano i soggetti implicati - è a monte: le società
emettitrici, cioè, per vincere le gare per l'assegnazione della gestione dei buoni
pasto, offrono sconlistiche estremamente aggressive agli enti che indicono la gara
(uno su tutti, Consip, società per azioni del Ministero dell'economia e delle
finanze). Per rientrare dei costi, le stesse aziende emettitrici si rifanno sugli
esercenti, applicando commissioni a due cifre sui ticket. rincipali motivi di
malumore, a valle, da parte del mondo dei pubblici esercizi, gdo compresa rsie
ACCETTIAMO BUONI U** di Raffaella Pozzetti ©Rpcezetti PRIMAFILA
luglio 2014 Controv Gli sconti incondizionati applicati, a monte, ai ticket sono
uno dei p-> Nato come servizio sostitutivo alla mensa, il buono pasto ormai da
diverso tempo viene utilizzato dalla clientela in diversi esercizi commerciali, dal
bar alle trattorie, ai punti di vendita della gdo. Fin qui, nulla di strano. Ciò che,
invece, è oggetto dì perplessità da parte dell'intero mondo degli esercenti, tanto
della grande distribuzione come dei piccoli commercianti, riguarda l'entità delle
commissioni applicate ai buoni pasto dalle società emettitrici (i famosi sconti
incondizionati sul valore nominale del buono pasto). Le società che gestiscono i
ticket, cioè, applicano commissioni, che vanno dal 7-8% fino al 13-14%.
Conseguenza: il guadagno, per l'esercente che accetta un buono pasto, si riduce
considerevolmente. Ma perché le commissioni sono così elevate? Il problema concordano i soggetti implicati - è a monte: le società emettitrici, cioè, per vincere
le gare per l'assegnazione della gestione dei buoni pasto, offrono sconlistiche
estremamente ag Buoni pasto commissioni troppo elevate ressive agli enti che
indicono la gara 26 (u
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Marcello Fiore direttore generale Pipe Anche per Rpe, uno dei problemi pnncipali nell'uso di questi strumenti riguarda la dinamica innescata
dalle società emettitrici e da Consip, nel corso delle gare d'appalto, con il gia noto meccanismo delle gare al ribasso Per Marcello Fiore, direttore
generale di Fipe, la soluzione al problema e quella di impugnare queste gare "Queste vengono condotte m maniera tale da far arricchire solo la
pubblica amministrazione Invece, dovrebbero essere vinte sulla base all'efficienza In questo contesto, da tanto tempo ci stiamo battendo contro
questo malaffare e ci siamo gia rivolti anche alla magistratura amministrativa Purtroppo dobbiamo registrare il sostanziale silenzio di
Consip""La Consip continua a (are gare che valgono milioni di buoni pasto, sempre al massimo ribasso Le ultime vedevano sconti da parìe delle
società emettitrici, con medie del 15-17%epunte superiori al 20% Consip dovrebbe limitare l'accettaaone in gara ad aziende per le quali il
rapporto fra commissioni e sconto mostn elementi di ragionevolezza" II tutto per evitare die le commissioni sui ticket lievitino "Per un corretto
equilibro del mercato aggiunge in proposito Viviani e fondamentale che il margine delle società emettono provenga dal core business (vale a dire
la vendita dei buoni pasto) e non dai servizi accessori Infine, Consip e gli altri soggetti implicati dovrebbero ventare la solidità finanziaria delle
società emetùEnci e, magan, chiedere loro delle fideiussioni"Massimo Viviani direttore generale Federdistnbuzione l'opinione Massimo Viviani
direttore generale Federdistnbuzione "La Consip continua a (are gare che valgono milioni di buoni pasto, sempre al massimo ribasso Le ultime
vedevano sconti da parìe delle società emettitrici, con medie del 15-17%epunte superiori al 20% Consip dovrebbe limitare l'accettaaone in gara
ad aziende per le quali il rapporto fra commissioni e sconto mostn elementi di ragionevolezza" II tutto per evitare die le commissioni sui ticket
lievitino "Per un corretto equilibro del mercato aggiunge in proposito Viviani e fondamentale che il margine delle società emettono provenga dal
core business (vale a dire la vendita dei buoni pasto) e non dai servizi accessori Infine, Consip e gli altri soggetti implicati dovrebbero ventare la
solidità finanziaria delle società emetùEnci e, magan, chiedere loro delle fideiussioni" Marcello Fiore direttore generale Pipe Anche per Rpe, uno
dei problemi pnncipali nell'uso di questi strumenti riguarda la dinamica innescata dalle società emettitrici e da Consip, nel corso delle gare
d'appalto, con il gia noto meccanismo delle gare al ribasso Per Marcello Fiore, direttore generale di Fipe, la soluzione al problema e quella di
impugnare queste gare "Queste vengono condotte m maniera tale da far arricchire solo la pubblica amministrazione Invece, dovrebbero essere
vinte sulla base all'efficienza In questo contesto, da tanto tempo ci stiamo battendo contro questo malaffare e ci siamo gia rivolti anche alla
magistratura amministrativa Purtroppo dobbiamo registrare il sostanziale silenzio di Consip"Mario Resca presidente Confimprese Mano Resca
presidente di Confimprese, evidenzia come le attuali commissioni applicate ai buoni pasto "penalizzino tutti gli attori del mercato non solo gli
operatori della ristorazione che vedono assottigliarsi il proprio margine, ma anche il consumatore, che rischia di ricevere un servizio
qualitativamente infenore". C'è anche un ulteriore effetto distorsivo "I piccoli ristoratori - continua Resca non vedendosi corrispondere un
rimborso adeguato per gli alimenti erogati, spesso decidono di non ritirare più I buoni pasto o, ancora peggio, li riutilizzano presso altri esercizi
commerciali, anziché inviarli all'incasso alla società emettitrice". Massimo Viviani direttore generale Federdistnbuzione "La Consip continua a
(are gare che valgono milioni di buoni pasto, sempre al massimo ribasso Le ultime vedevano sconti da parìe delle società emettitrici, con medie
del 15-17%epunte superiori al 20% Consip dovrebbe limitare l'accettaaone in gara ad aziende per le quali il rapporto fra commissioni e sconto
mostn elementi di ragionevolezza" II tutto per evitare die le commissioni sui ticket lievitino "Per un corretto equilibro del mercato aggiunge in
proposito Viviani e fondamentale che il margine delle società emettono provenga dal core business (vale a dire la vendita dei buoni pasto) e non
dai servizi accessori Infine, Co Come funziona la cosa, nel dettaglio? Per coprire i costi di transazione, le commissioni, strutturalmente,
dovrebbero andare, poniamo, da! 2 al 5% (con costi di transa/ione più o meno equiparabili a quelli del bancomat). La percentuale lievita, invece,
di circa 10 punti, per via dei cosiddetti servizi aggiuntivi che le società emettitrici applicano ai buoni pasto in sede di contratto. Su questo fronte,
alcune catene distributive parlano addirittura di "ricatto" da parte delle aziende che gestiscono i ticket: se il commerciante non accetta il buono
pasto, alle condizioni imposte dall'azienda erogatnce, potenzialmente perde una buona fetta di clienti (che andranno a consumare il ticket
altrove). L'esercente si trova così costretto ad accettare, pur sapendo di trarne, in realtà, un profitto piuttosto limitato. Morale? Il sistema delle
commissioni appare sostanzialmen sip e gli altri soggetti implicati dovrebbero ventare la solidità finanziaria delle società emetùEnci e, magan,
chiedere loro delle fideiussioni" Marcello Fiore direttore generale Pipe Anche per Rpe, uno dei problemi pnncipali nell'uso di questi strumenti
riguarda la dinamica innescata dalle società emettitrici e da Consip, nel corso delle gare d'appalto, con il gia noto meccanismo delle gare al
ribasso Per Marcello Fiore, direttore generale di Fipe, la soluzione al problema e quella di impugnare queste gare "Queste vengono condotte m
maniera tale da far arricchire solo la pubblica amministrazione Invece, dovrebbero essere vinte sulla base all'efficienza In questo contesto, da
tanto tempo ci stiamo battendo contro questo malaffare e ci siamo gia rivolti anche alla magistratura amministrativa Purtroppo dobbiamo
registrare il sostanziale silenzio di Consip"Mario Res te bloccato, figlio della distorsione di assegnazione a gara. Un secondo ordine di problemi
concerne i tempi di rimborso dei buoni pasto, che possono andare da un minimo dì 30 giorni ad un massimo, nei casi estremi, di 120 giorni, con
un danno per gli esercenti anche finanziario, oltre che di commissione percentuale. Il ticket digitale è un tema sul tavolo che suscita diverse
riflessioni, anche se, perlopiù, si guarda con favore al progressivo passaggio dal buono pasto cartaceo a quello digitale per diverse ragioni.
L'utilizzo del ticket elettronico è un sistema che, senz'altro, aumenta l'efficienza nella gestione dei buoni pasto e nella misurazione dei dati.
Inoltre, l'uso di formule elettroniche ne facilita la tracciabilità e consente l'analisi del costo interno alle aziende. Per quan- a presidente
Confimprese Mano Resca presidente di Confimprese, evidenzia come le attuali commissioni applicate ai buoni pasto "penalizzino tutti gli attori
del mercato non solo gli operatori della ristorazione che vedono assottigliarsi il proprio margine, ma anche il consumatore, che rischia di ricevere
un servizio qualitativamente infenore". C'è anche un ulteriore effetto distorsivo "I piccoli ristoratori - continua Resca non vedendosi
corrispondere un rimborso adeguato per gli alimenti erogati, spesso decidono di non ritirare più I buoni pasto o, ancora peggio, li riutilizzano
presso altri esercizi commerciali, anziché inviarli all'incasso alla società emettitrice". Massimo Viviani direttore generale Federdistnbuzione "La
Consip continua a (are gare che valgono milioni di buoni pasto fciQlto_2014 27 sempre al massim
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3 mld di Euro/anno dimensione del mercato • Presenti in Italia da oltre 20 anni, i buoni pasto rappresentano lo strumento di
weffare aziendale più diffuso, come testimoniano i numeri il mercato vale circa 3 miliardi di euro l'anno, pan a circa 500
milioni di buoni e circa 2,5 milioni di utilizzateli (1,4 mio dipendenti di aziende private, 1,1 dipendenti PA). (I valore medio
nazionale del buono e intorno a 6 euro contro una media europea intorno ai 7 euro, il valore detassato e pan a 5,29 euro,
fermo dal 1997 Nel mercato italiano sono attivi una decina di operatori a livello nazionale i pnmi 4 operaton gestiscono
I'85% del mercato. • Nei primi 4 posti, l'unica italiana, Qui! Group (seconda posizione) conta su numen importanti 100 mio i
buoni emessi ogni anno; circa 1 mio le carte prepagate in distribuzione, oltre 27 mila i punti di vendita aderenti ai programmi
di fidelizzazione, 15 mio fé carte elettroniche attive nei programmi di fidelizzazione cash back, mentre 4,5 mio quelle attive
nei programmi a punteggio, oltre 15 mila i Pos gestiti. Oltre a buono pasto e voucher aziendali, il Gruppo ha lanciato
Passpartù, piattaforma di Social Shopping {portale web e app), sviluppata con l'università di Tonno, dedicata ai dipendenti
delle aziende clientiE.S. 2,5 mio utilizzatori in Italia Controversie luglio 2014 PRIMAFILA MARKUP PRIMAFILA luglio
2014 Controversie in Italia 3 mld di Euro/anno dimensione del mercato • Presenti in Italia da oltre 20 anni, i buoni pasto
rappresentano lo strumento di weffare aziendale più diffuso, come testimoniano i numeri il mercato vale circa 3 miliardi di
euro l'anno, pan a circa 500 milioni di buoni e circa 2,5 milioni di utilizzateli (1,4 mio dipendenti di aziende private, 1,1
dipendenti PA). (I valore medio nazionale del buono e intorno a 6 euro contro una media europea intorno ai 7 euro, il valore
detassato e pan a 5,29 euro, fermo dal 1997 Nel mercato italiano sono attivi una decina di operatori a livello nazionale i pnmi
4 operaton gestiscono I'85% del mercato. • Nei primi 4 posti, l'unica italiana, Qui! Group (seconda posizione) conta su
numen importanti 100 mio i buoni emessi ogni anno; circa 1 mio le carte prepagate in distribuzione, oltre 27 mila i punti di
vendita aderenti ai programmi di fidelizzazione, 15 mio fé carte elettroniche attive nei programmi di fidelizzazione cash
back, mentre 4,5 mio quelle attive nei programmi a punteggio, oltre 15 mila i Pos gestiti. Oltre a buono pasto e voucher
aziendali, il Gruppo ha lanciato Passpartù, piattaforma di Social Shopping {portale web e app), sviluppata con l'università di
Tonno, dedicata ai dipendenti delle aziende clientiE.S. 2,5 mio utilizzatori Andrea KellerEsmeralda Giampaoli Amm
Delegato e Dir generalePresidente Edenred GroupFiepet Confesercenti PRIMAFILA luglio 2014 Controversie in Italia 3 mld
di Euro/anno dimensione del mercato • Presenti i to riguarda l'entità delle commissioni, l'mtroduzione della modalità
elettronica non cambia nulla, lasciando le commissioni ugualmente elevate. Va detto che i ticket digitali sono attualmente
ancora poco utilizzati (la percentuale di penetrazione si aggira attorno al 7-8%), quindi, per avere risparmi significativi lungo
la filiera, ci vorrebbe una diffusione ben più vasta del sistema. In questo senso, l'auspicio, da parte dei soggetti interessati, è
che si giunga presto a un utilizzo massivo del ticket digitale, definendo, allo stesso tempo, degli standard cui attenersi: a
tutt'oggi, cioè, ci sono in giro tanti (troppi) modelli di macchinette pos, diversi l'uno dall'altro. Sì al ticket elettronico, ma con
correttivi. "Abbiamo tutto l'interesse a passare al buono pasto digitale - spiega Esmeralda Giampaoli, presidente di Fiepet
Confesercenti - perché, da un lato, semplifica il lavoro della società emettitrice e, dall'altro, da certezza e garanzia
dell'autenticità e della corretta cifra di quanto riceviamo m pagamento del servizio che facciamo. Questa operazione, però, si
sta dimostrando estremamente onerosa, perché tutto il costo del processo di realizzazione rimane in carico a noi: dal servizio
di noleggio del pos al costo di transazione singola. Per questo, stiamo lavorando per capire quali siano le possibile azioni
correttive o almeno i margini di interlocuzione con le società emettitrici, per arrivare ad accordi soddisfacenti per tutte le
parti". Anche Edenred è per la regolamentazione del settore. Pure sul fronte delle società emettitrici di buoni pasto ci sono
operatori che vorrebbero fare chiarezza sulle attuali anomalie legate all'erogazione dei ticket, tra cui Edenred che, con il
marchio Ticket Restaurant, detiene oggi il 42% del mercato: "Anche noi ci dice Andrea Keller, Ad e Dg di Edenred Italia da
tempo collaboriamo con Fipe chiedendo l'intervento delle istituzioni affinchè siano definite regole che consentano una
maggiore tutela di tutti gli attori della filiera del mercato dei buoni pasto. Fra le n- Italia da oltre 20 anni, i buoni pasto
rappresentano lo strumento di weffare aziendale più diffuso, come testimoniano i numeri il mercato vale circa 3 miliardi di
euro l'anno, pan a circa 500 milioni di buoni e circa 2,5 milioni di utilizzateli (1,4 mio dipendenti di aziende private, 1,1
dipendenti PA). (I valore medio nazionale del buono e intorno a 6 euro contro una media europea intorno ai 7 euro, il valore
detassato e pan a 5,29 euro, fermo dal 1997 Nel mercato italiano sono attivi una decina di operatori a livello nazionale i pnmi
4 operaton gestiscono I'85% del mercato. • Nei primi 4 posti, l'unica italiana, Qui! Group (seconda posizione) conta su
numen importanti 100 mio i buoni emessi ogni anno; circa 1 mio le carte prepagate in distribuzione, oltre 27 mila i punti di
vendita aderenti ai programmi di fidelizzazione, 15 mio fé carte elettroniche attive nei programmi di fidelizzazione cash
back, mentre 4,5 mio quelle attive nei programmi a punteggio, oltre 15 mila i Pos gestiti. Oltre a buono pasto e voucher
aziendali, il Gruppo ha lanciato Passpartù, piattaforma di Social Shopping {portale web e app), sviluppata con l'università di
Tonno, dedicata ai dipendenti delle aziende clientiE.S. 2,5 mio utilizzatori Andrea KellerEsmeralda Giampaoli Amm
Delegato e Dir generalePresidente Edenred GroupFiepet Confesercenti PRIMAFILA luglio 2014 Controversie in Italia 3 mld
di Euro/anno dimensione del mercato • Presenti i to riguarda l'entità delle commissioni, l'mtroduzione della modalità
elettronica non cambia nulla, lasciando le commissioni ugualmente elevate. Va detto che i ticket digitali sono attualmente
ancora poco utilizzati (la percentuale di penetrazione si aggira attorno al 7-8%), quindi, per avere risparmi significativi lungo
la filiera, ci vorrebbe una diffusione ben più vasta del sistema. In questo senso, l'auspicio, da parte dei soggetti interessati, è
che si giunga presto a un utilizzo massivo del ticket digitale, definendo, allo stesso tempo, degli standard cui attenersi: a
tutt'oggi, cioè, ci so 28 o
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"Le aziende di Federdistribuzione intendono confermare la coerenza dei propri
comportamenti e sottoscriveranno un accordo che garantirà ulteriore trasparenza" M.
Viviani chieste prioritarie per poter rilanciare il settore riteniamo essenziali: una
migliore regolamentazione che eviti le gare al massimo ribasso, causa principale
degli aumenti di commissioni, e controlli maggiori sul rispetto dei termini
contrattuali, in particolare relativamente ai tempi di rimborso incerti". Il buono pasto
per la spesa in gdo. in que sto conlesto, va segnalata un'ulteriore problematica, che
interessa nello specifico gli operatori della gdo. Il buono pasto, infatti, nella
distribuzione moderna, non è più utilizzato semplicemente in sostituzione del pasto,
funzione per la quale è stato inventato, ma viene impiegato anche come moneta so
chieste prioritarie per poter rilanciare il settore riteniamo essenziali: una migliore
regolamentazione che eviti le gare al massimo ribasso, causa principale degli
aumenti di commissioni, e controlli maggiori sul rispetto dei termini contrattuali, in
particolare relativamente ai tempi di rimborso incerti". Il buono pasto per la spesa in
gdo. in que sto conlesto, va segnalata un'ulteriore problematica, che interessa nello
specifico gli operatori della gdo. Il buono pasto, infatti, nella distribuzione moderna,
non è più utilizzato semplicemente in sostituzione del pasto, funzione per la quale è
stato inventato, ma viene impiegato anche come moneta so nante, nei punti di
vendita che li accettano alla cassa, per effettuare acquisti che poco o nulla hanno a
che fare con la loro ragione d'essere che - va ribadito - è quella di fornire un servizio
sostitutivo alla mensa aziendale. Cerchiamo di chiarire meglio questo punto. La
legge prevede che i buoni pasto siano utilizzati esclusivamente per l'acquisto di
prodotti consumabili (l'insalata di riso, poniamo) ma non per comprare, per esempio,
il detersivo. Quindi, il cliente dovrebbe servirsi del ticket per pagare solo una parte
della spesa. Nonostante l'esistenza di questa norma, però, oggigiorno è invalsa
l'abitudine, da parte dei consumatori, di pagare l'intera spesa con i buoni pasto, lina
tendenza a violare la legge con troppa frequenza, dato che il rispetto di tale
normativa sembra venir monitorato con una certa leggerezza dall'autorità
competente. <- chieste prioritarie per poter rilanciare il settore riteniamo essenziali:
una migliore regolamentazione che eviti le gare al massimo ribasso, causa principale
degli aumenti di commissioni, e controlli maggiori sul rispetto dei termini
contrattuali, in particolare relativamente ai tempi di rimborso incerti". Il buono pasto
per la spesa in gdo. in que sto conlesto, va segnalata un'ulteriore problematica, che
interessa nello specifico gli operatori della gdo. Il buono pasto, infatti, nella
distribuzione moderna, non è più utilizzato semplicemente in sostituzione del pasto,
funzione per la quale è stato inventato, ma viene impiegato anche come moneta so
nante, nei punti di vendita che li accettano alla cassa, per effettuare acquisti che
poco o nulla hanno a che fare con la loro ragione d'essere che - va ribadito - è quella
di fornire un servizio sostitutivo U2014 29 alla mensa
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