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INTERVISTA A FEDERICA FRATONI “Vi spiego come una donna

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INTERVISTA A FEDERICA FRATONI “Vi spiego come una donna
Iscrizione Tribunale di Pistoia n.9/2009 del 14 maggio 2009
Mensile di Approfondimento della Valdinievole e di Pistoia a Diffusione Gratuita
Anno 1 - Numero 12 - Agosto 2010
Il terrore
degli innocenti
CLAMOROSO RETROSCENA DOPO IL PESTAGGIO
“Mi hanno ammazzato di botte davanti a mio figlio
Ma abbiamo ancora paura: quelli sono sempre liberi”
INTERVISTA A FEDERICA FRATONI
“Vi spiego come una donna dirige la Provincia”
TUTTI GLI EVENTI, TRA SPORT E SPETTACOLO
Un lungo tour
nel paradiso
del Mar Rosso
di Simeone Clamori
Il Giullare in vacanza
La redazione de ”Il Giullare” è andata in vacanza e si è portata dietro il lavoro. Nelle foto, possiamo infatti vedere il nostro collaboratore Lorenzo Benedetti in giro per Londra con dietro una copia del
giornale. Anche il direttore Andrea Spadoni si è portato la “sua”
creazione addirittura fin sulla spiaggia.
La foto de “Il Giullare” a Tokyo è, invece, opera di una nostra affezionata lettrice, Sara Cei.
Solo un membro della redazione ha totalmente staccato la spina,
come facilmente intuibile dai chupiti nella foto.
Ai lettori il compito di scoprirne l’identità...
Oltre ai villaggi, le spiagge affollate ed i reefs saturi di
snorkelisti, il Mar rosso è sempre in grado di offrire angoli
incontaminati di paradiso dove il turismo sembra non essere
ancora approdato. Abbiamo navigato tra le isole dell’arcipelago di Gobal ed i reefs disseminati lungo il canale che divide il Sinai con la costa occidentale dell’Egitto, regalandoci
così l’opportunità di riassaporare la tranquillità e l’integrità di
quel Mar Rosso ormai dimenticato. Non resta che il ricordo
di una vacanza indimenticabile, ma con la consolazione che
bastano tre ore di volo per farvi ritorno.
pen
Dopo la valanga di mail con le vostre proposte per il viaggio de “Il Giullare”, siamo
arrivati alla decisione. La località che avete
in questo numero
2
il giullare in vacanza
3
giramondo
6
l’intervista
11
speciale donna
Paese). L’offerta (unica e imperdibile) che
17
dialoghi
abbiamo pubblicato in questa pagina è di
19
avis
scelta voi (ma anche noi) era una città degli
Usa. Ecco qua che abbiamo organizzato
agosto
2010
un week end lungo a San Francisco, quarta
città della California per numero di abitanti
(dopo Los Angeles, San Diego e San Jose).
Fa parte di una vasta area metropolitana
(circa 7 milioni di abitanti, la quinta dell’intero
quelle da prendere al volo e si riferisce al
week end lungo del ponte dell’8 dicembre (Festa dell’Immacolata Concezione).
Partecipare al viaggio de “Il Giullare”, vuol
dire anche vedere tutte le foto ricordo sul
numero che sarà pubblicato a gennaio,
per un’esperienza unica. Per informazioni
contattate la redazione (0572 386478) anche attraverso la mail [email protected]
o l’agenzia “Pacific Travel” di Montecatini
Terme: 0572 73028.
A San Francisco con Il Giullare
DIRETTORE RESPONSABILE
Andrea Spadoni - [email protected]
CAPO REDATTORE
Diletta Severi - [email protected]
REDAZIONE
Roberto Grazzini
Luigi Scardigli
Jacqueline Monica Magi
Lorenzo Benedetti
Lorenzo Vignali
HANNO COLLABORATO
Maurizio Carrara
Rocky Rossini
Thomas Buonanno
Simeone Clamori
Simone Gai
Giacomo Ghilardi
Elisabetta Rossi
FOTOGRAFIA
Cristiano Bianchi - [email protected]
GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Eva Bugiani - [email protected]
STAMPA
Tipografia “Il Bandino”
Bagno a Ripoli (Firenze)
SOCIETÀ EDITRICE
Il Giullare Editore srl
Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/2009 del 14 maggio 2009
Redazione de “Il Giullare” via Camporcioni est, 2
tel. 0572.386478 - email: [email protected]
“Il Giullare” è visibile anche online all’indirizzo www.ilgiullare.com
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Gene Gnocchi, il “Bugiardo”
IL DIRETTORE
Andrea Spadoni
La piaga della
(non) giustizia
In questo numero abbiamo deciso
di raccontare la storia di Renato
Fabbeni, padre che, quasi un anno e
mezzo fa, è stato pestato a sangue
da alcuni extracomunitari, all’interno
della Piscina Comunale di Montecatini. Qual è stata la sua colpa? Difendere il proprio figlio. Della vicenda,
all’epoca dei fatti, se n’erano occupati i quotidiani del nostro territorio.
Poi, come sempre accade, il silenzio
assoluto. Renato, però, che ancora
convive con dolori su tutta la faccia,
deve forse trattenere anche la rabbia
piu grande: sapere che i suoi aggressori, ancora oggi, sono in giro, in
libertà. Il processo va avanti al passo
di una lumaca e lui, ogni giorno,
pensa che quelle persone potrebbero di nuovo incontrarlo per strada
o, addirittura, raggiungerlo a casa.
Cosi, per difendersi, e difendere il
figlio, terrorizzato da quel pomeriggio
da cani in piscina, controlla tutto con
un impianto di videosorveglianza.
E’ il prezzo da pagare per la (non)
giustizia? Riflettiamo.
36
fuga di cervelli
38
il giullare web
39
la jeanseria
40
piatto ricco
41
la dispensa
42
il locale
43
talenti
44
fenomeni
45
il ritrovo
46
agenda
Il popolare personaggio televisivo e comico Gene Gnocchi è stato il
protagonista della 34° edizione del Campionato Italiano della Bugia.
Gli organizzatori gli hanno infatti consegnato il titolo di “Bugiardo ad
honorem” di fronte ad un pubblico numeroso e divertito.
A Le Piastre Gnocchi ha fatto divertire e lanciato provocazioni: sul
filone politico, ad esempio, ha affermato di aver acquistato su eBay
da Angelino Alfano una copia della Costituzione visto che il Ministro
della Giustizia non la usa. Il comico ha concluso con altre due bugie:
una su Ryanair e l’ultima nella quale ha coinvolto addirittura l’attrice
Angelina Jolie.
Viale Forti Francesco 84 - Pescia - Telefono 0572 477955
il caso
20
la copertina
22
se avessi vinto le elezioni
24
c’eravamo tanto amati
26
voi come noi
28
sport
29
il personaggio
30
il ricordo
32
il calendario
34
l’evento
35
P6/l’intervista
il presidente
In politica se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo.
Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna.
M.Thatcher
Andrea Spadoni
foto di
Cristiano Bianchi
Federica Fratoni
Ho scoperto
la politica
e mi sono
innamorata
chi è
Federica Fratoni è nata a Firenze 8 giugno 1972. Dopo gli studi al Liceo
Classico Forteguerri di Pistoia si è iscritta all’Università di Firenze, facoltà
di Economia e Commercio, dove nel 1997 si è laureata con 110, presentando una tesi sul Centro di Sperimentazione Vivaistica (Cespevi), aggiudicandosi il secondo premio, l’anno successivo, del concorso Pancioli,
indetto da Assindustria e Fondazione Cassa di Risparmio. Nel 2005 ha
conseguito un master universitario in Organizzazione Industriale dei Servizi
Pubblici Locali. Da oltre dieci anni lavora al Comune di Buggiano in qualità
di Responsabile dei Servizi Finanziari. Fra i suoi interessi c’è sempre stato
l’impegno sociale e politico, maturato definitivamente dopo l*incontro con
l’ndimenticato Massimo Braccesi. Ha militato nel Partito Popolare Italiano
e successivamente nella Margherita, fino a diventare Segretario Provinciale nel 2007. Il 14 ottobre 2008 è stata eletta all’Assemblea Nazionale
Costituente del Partito Democratico, grazie alla straordinaria partecipazione di cittadini. Nel gennaio 2008, l’assemblea dei delegati del Comune
di Pistoia, l’ha scelta come Segretario Comunale con il consenso del 77
per cento. Si definisce come una giovane donna normale che dedica
molto tempo alla sua passione: la politica, intorno alla quale ruotano tutti
i suoi interessi. Quando ha un po’ di tempo libero si dedica alla lettura di
romanzi e ascolta musica jazz. Vive a Pistoia.
Il Presidente della Provincia di Pistoia, Federica Fratoni,
come non l’avete mai conosciuta. E’ la prima donna che
ricopre questa carica nel nostro territorio. Una vita fatta
di impegno politico nel segno dei valori democratici.
Q
uando si decide di intervistare il Presidente di una Provincia, in questo caso, ovviamente, Pistoia, già mettiamo in conto una trafila tra
uffici stampa, collaboratori, segretari da superare prima di arrivare
all’appuntamento. Invece lei, Federica Fratoni, 38 anni, la troviamo sempre in
mezzo alla gente. Non fa la differenza il contesto: che sia un evento istituzionale
o anche così, in un giorno come un altro, è facile condividerci un caffè al bar e
una chiacchierata che, non per forza, deve snodarsi tra visioni politiche, problemi da risolvere, interventi da mettere a punto sul nostro territorio. Il Presidente,
ed è troppo semplice, in questo caso ironizzare, con un gioco di parole, su un
parallelismo in chiave berlusconiana, riesce a confrontarsi su tutto, che siano
argomenti leggeri, cultura o che si approfondiscano le scelte che fanno capo
alla carica istituzionale che ricopre. Diverso è l’approccio: sa ridere e scherzare
e, improvvisamente, diventare una donna seria e tenace. Fuori dai suoi impegni
politici, con lei c’è spesso anche il compagno, Daniele Bettarini, sindaco, al
secondo mandato, di Buggiano. Insieme, da alcuni anni, condividono passione
per la politica, militanza nel Partito Democratico e amore. Una relazione che non
hanno mai tenuto nascosta, ma che, per la prima volta (e questo merito ce lo
prendiamo) hanno reso ufficiale sulle pagine di un giornale, proprio attraverso
«Il Giullare» (vedi n.1 - giugno 2009), in una simpatica intervista doppia. Un
sorta di primato, come lo è per Federica Fratoni, l’investitura di Presidente della
Provincia di Pistoia. E’, infatti l’unica donna in Toscana a ricoprire questa carica
e la nona in Italia. Ce lo dice con orgoglio, appena la incontriamo, la mattina,
P8/l’intervista
nel suo ufficio, mentre organizza gli appuntamenti di una
giornata piena di lavoro. Dopo l’intervista l’attende, infatti,
una riunione di giunta. Capelli a posto e tailleur, ci accoglie
con un aspetto particolarmente elegante e curato, consono
all’immagine della donna di potere. Possiamo azzardare anche un paragone: la bella versione di Angela Merkel.
«Non mi sento una donna di potere - precisa subito - so
che ho una grande responsabilità nei confronti dei cittadini
di tutta la Provincia. Per questo, ogni giorno, cerco di portare avanti il mio impegno credendo che la politica non sia una
professione, ma un servizio. Per fare carriera potevo restare
a dirigere i servizi finanziari del Comune di Buggiano».
Donna e, per giunta, nemmeno quarantenne, ma già
a capo di una Provincia. Una scalata politica molto
veloce. Come è iniziato il suo percorso?
«Mi sono avvicinata alla politica, grazie agli insegnamenti
che ho ricevuto dall’indimenticato Massimo Braccesi. C’è
sempre stato un legame importante tra le nostre famiglie e
lui, quando era sindaco di Cutigliano e poi consigliere regionale, mi ha insegnato i valori della correttezza, della serietà
e dell’impegno quotidiano in politica. Era il ‘92, l’anno delle
stragi di Capaci e via D’Amelio e di Tangentopoli, quando
mi sono iscritta nel Partito Popolare di Martinazzoli. Successivamente sono passata alla Margherita, per traghettarla,
insieme agli altri miei compagni, nel Partito Democratico.
Che, alla fine, non è altro che il progetto che, negli anni ‘70,
avevano iniziato Aldo Moro e Berlinguer».
Prima è stata consigliere circoscrizionale a Pistoia,
successivamente presidente e poi, l’elezione, l’anno
scorso, a Presidente della Provincia di Pistoia...
«Quando mi hanno candidata alle primarie del partito, non
ero sicura di farcela. In corsa con me c’erano altre due donne molto valide: Daniela Gai e l’avvocato Cecilia Turco. E’
stata una bella soddisfazione, come la tornata elettorale
contro Ettore Severi. Gli elettori mi hanno premiata al primo
turno con un importante consenso. Smaltito l’entusiasmo
iniziale, mi sono subito messa al lavoro. Ripeto, so di
avere una grande responsabilità verso tutti i cittadini. Soprattutto in questo periodo storico, nel
quale i nostri rappresentanti al governo non danno certo un
bell’esempio, c’è bisogno di una politica pulita e concreta».
A proposito, da un po’ di tempo, pare che nelle intenzioni del governo ci sia
la volontà di ridurre il
numero delle Province. Pistoia sarebbe
una di quelle che potrebbero scomparire.
Cosa accadrà?
«Credo sia prettamente
una questione demagogica del Centro-Destra.
Niente di più. Le Province, in Italia, esistono da
sempre e sono previste
dalla Costituzione. La
manovra, in effetti, non
Nelle foto nella pagina a fianco vediamo Federica Fratoni con la famglia (in basso) e con l’ex
premier Romano Prodi. In questa pagina, nella
foto piccola qui a fianco, è insieme al consigliere regionale Caterina Bini. Nella foto grande
un’immagine del Presidente nel suo ufficio
della Provincia di Pistoia
servirebbe a niente. Gli enti Province, costano allo stato tredici miliardi di euro all’anno. Riducendoli si risparmierebbe
soltanto lo 0,8 per cento, dato che non graverebbero più
nelle casse dello stato solo gli stipendi dei presidenti e dei
consiglieri. Ma si dovrebbero, lo stesso, fare gli stessi interventi con i medesimi costi. Credo che sia più utile, invece,
pensare in modo efficiente, allo sviluppo di un’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia che, attualmente produce il
50 per cento del Pil della Toscana e conta, circa, il 50 per
cento della popolazione regionale».
A Pescia, invece, qualcuno avrebbe voluto cambiare
provincia e passare sotto Lucca, infiammando il dibattito politico di questa primavera...
«E’ una vicenda poco reale, ma molto strumentale. Qualcuno, probabilmente, stava cercando un po’ di visibilità interna
e, per questo, ha tirato in ballo la questione della provincia,
dimenticandosi dei problemi più importanti, in primis la crisi
economica che sta mordendo anche dalle loro parti. A questo proposito, insieme a Regione e amministrazione comunale, stiamo lavorando ad un progetto per il rilancio del Comincent. In più c’è da dire che Pescia fa parte a pieno titolo,
da settantanni, della provincia di Pistoia e il nostro intento
è proprio quello di migliorare sempre di più i collegamenti
tra i vari paesi, con importanti interventi sulla viabilità,proprio
a Pescia abbiamo investito per questo 7 milioni di euro, in
modo che si possa abbattere il «muro» del Serravalle che,
spesso, è più nella mente, che nella realtà. Restando sempre a Pescia, siamo molto attenti anche alle bellezze del territorio, come la Svizzera Pesciatina, dove stiamo investendo
nella connettività, installando su tutta l’area la banda larga».
Una sfida su tutte: combattere la crisi economica, in
un periodo di sostanziosi tagli da parte del governo,
alle casse delle pubbliche amministrazioni. Qual è la
sua ricetta?
«Stiamo lavorando su due filoni: sul reddito delle famiglie,
cercando di sostenerle attraverso interventi diretti e accordi
con gli istituti di credito, ma per parlare di atti concreti, prendiamo ad esempio il caso della «Call e call», dove siamo
riusciti a far riassumere i 500 cassintegrati,
mettendo a disposizione 500 mila euro per la formazione.
Ad oggi è importante pensare, però,
anche al dopo crisi e al rilancio del
territorio. Con la
Regione, abbiamo
individuato diverse
arree, addirittura 76,
dove è previsto un importante insediamento produttivo. In
Valdinievole, un esempio importante è quello della Cam-
La Provincia di Pistoia
non scomparirà. E’
solo demagogia del centrodestra
porcioni. Infine è rilevante la
nostra politica sul turismo:
sulla montagna pistoiese, abbiamo ottenuto un contributo
di 300 mila euro per salvare lo
storico impianto della Doganaccia, grazie anche all’aiuto
dei nostri rappresentanti in
Regione, Gianfranco Venturi
e Caterina Bini. E stiamo seguendo con attenzione anche il progetto di rilancio delle Terme di Montecatini».
Con tutte le cose che ci sta dicendo, vuol dimostrare che
le donne sono più brave a far politica degli uomini?
«No, la politica c’è chi la fa con lo spirito giusto e chi invece pensa
ai propri interessi, non c’entrano i sessi. E’ vero, però, che in Italia
siamo un passo indietro rispetto a molti paesi europei sulla parità
dei sessi in politica. Ancora esiste un po’ di pregiudizio».
A Berlusconi, però, pare che piacciano le donne...anche
in politica. Si fosse candidata nel Pdl, chissà quale posto
avrebbero riservato per lei...
«Non mi sembra che il Presidente del Consiglio abbia dato un
bell’esempio, proprio in tema di donne. Nel Partito Democratico le cose si fanno per bene: le quote rosa sono previste dallo
statuto in modo preciso e, prima di tutto, si valutano le capacità.
Credo, comunque, che le donne, in politica abbiano quel pragmatismo e un po’ di sensibilità in più».
Dicono che lavora tanto, ma la donna di casa la fa mai?
«Mi piacerebbe, in particolare, cucinare per il mio compagno, Daniele, ma è il tempo che ci manca. Ed è anche per questo che
facciamo ancora i fidanzati, nonostante l’età. Precisiamo, la sua».
Lui sindaco, lei Presidente della Provincia, non sarà un po’
noioso parlare sempre di politica?
«No, noi parliamo di tutto, condividiamo anche molte passioni.
Ma è evidente che grazie alla politica abbiamo vissuto, insieme, le
più belle soddisfazioni. Ci siamo conosciuti proprio in Comune a
Buggiano, dove io ho lavorato per undici anni. E, per evitare una
tua battuta, ti blocco subito, sul nascere: sono entrata a lavorare
in Comune, vincendo un concorso al quale ho partecipato dopo
la laurea in Economia e Commercio, alcuni anni prima di conoscere Daniele Bettarini. Va bene cosi?».
Da bambina
Federica Fratoni ci ha gentilmente
concesso una foto di quando era
ancora bambina. L’attuale Presidente della Provincia, è cresciuta
a Pistoia. Il padre è stato un funzionario Asl, la madre insegnante.
Mentre il fratello è un avvocato.
E’ legata anche alla Valdinievole,
dove ha lavorato per undici anni.
La politica è un servizio,
per fare carriera avevo già
un ottimo lavoro
P11/speciale donna
Donne alla moda, donne controcorrente.
Negli occhi hanno gli aereoplani per volare ad alta quota,
dove si respira l’aria e la vita non è vuota.
Donne - Zucchero
LA PRIMA CITTADINA:
Roberta Marchi e la sua
passione per la politica
LA PRIMA TIFOSA:
Gloria Monti e la sua
passione per la Pistoiese
incontri in rosa
LA PRIMA PRESIDENTE:
Patrizia Angeli e la sua
passione per il PesciaUzzanese
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Quello che
le donne dicono
P12/speciale donna
P13/speciale donna
la miss
il sindaco
Diletta Severi
Diletta Severi
foto di
Cristiano Bianchi
“Donne e uomini
non sono uguali:
parola di sindaco”
Roberta Marchi, primo cittadino di Pescia, ci spiega il
ruolo della donna moderna e perché non deve esistere la cosiddetta “parità dei sessi”. “Si deve pensare
anche alla carriera, ma mai a discapito della famiglia”
Nella foto Roberta Marchi
insieme al Consigliere Regionale
Roberto Benedetti e
al Ministro Altero Matteoli
Angela con il fidanzato Manuel
brindano alla fascia e al loro amore
“E ora chiamatemi pure cicciona
ma ricordatevi che sono una miss”
Abbiamo incontrato Angela Scognamiglio ad un mese di distanza dall’incoronazione al concorso nazionale di Forcoli. Ha 33 anni, napoletana ed è fidanzata con Manuel Becchi, figlio del famoso Ramon.
“S
ì, qualche mattina mi è capitato di svegliarmi con
la seria intenzione di mettermi a dieta. A pranzo,
avevo già cambiato idea”. Parola di Angela, 33
anni per 170 Kg di mediterranea bellezza e napoletana simpatia, balzata agli onori della cronaca
per essere stata eletta – sabato 31 Luglio a Forcoli (Pisa)
– Miss Cicciona d’Italia 2010. Ha sbaragliato la
concorrenza di altre trenta ragazze provenienti da tutto lo
stivale, portandosi a casa anche la fascia di Miss Cinema.
E pensare che Angela, non voleva neppure partecipare: “E’
tutta colpa del mio fidanzato e della suocera. Poi, tra un sì
vado e un no non vado, ho deciso di andare. E menomale!”. Il suo sorriso è contagioso e la parlantina – ogni tanto
scappa qualche espressione inconfondibilmente napoletana – inarrestabile: vorrebbe raccontarmi cento storie tutte
insieme, è un fiume in piena. Ma anche se salta, continuamente, di palo in frasca, staresti ore ad ascoltarla, perché la
sua esuberanza è quasi magnetica. I requisiti per partecipare al concorso erano pesare almeno 100kg ed essere abbastanza spigliate per potersi esibire su un palco, di fronte
a 2500 spettatori: ci racconta che c’è chi ha improvvisato
uno spogliarello, chi ha cantato, chi ballato. Angela avrebbe
dovuto cantare ma le due canzoni che si era scelta, le sono
state soffiate da altrettante concorrenti che si erano esibite
prima di lei. E allora, senza perdersi d’animo ha mimato “Tu
vuo fa l’americano”, ultima versione, suscitando l’ilarità del
pubblico. Ci racconta che era arrivata alla gara con tre fette
di torta nello stomaco (“praticamente digiuna”), evitando di
fare le scale per paura di perdere anche solo un grammo: il
titolo di Miss Cicciona, infatti, è assegnato esclusivamente
in base al peso; le altre fasce, invece, sono assegnate secondo i criteri classici di un concorso di bellezza. E Angela,
essendo la più pesante ed indubbiamente molto bella, di
fasce se ne è aggiudicate due: “Sarò pure cicciona, però
miss”, scherza su. La popolarità è arrivata immediata: ser-
vizi da Studio Aperto, TG3, e TG5, ospitate a Uno Mattina
e autografi da firmare (“il primo - ci racconta con un pizzico
di incredulo orgoglio - l’ho firmato la sera stessa del concorso ad un bambina, uno a Roma ad una ragazza che
l’ha poi regalato al fidanzato e il terzo ad un gruppo di boy
scout”). Angela è un vulcano di energia: sa quello che vuole
e come prenderselo. Ci racconta che una sera – quando
ancora viveva a Firenze - aveva litigato per telefono con il
fidanzato Manuel (titolare della Taverna Vin Vino di Borgo
a Buggiano e figlio del notissimo Ramon). Non avendo più
soldi per richiamarlo, e pur non avendo un euro neppure in
tasca decide comunque di partire per raggiungere il ristorante e risolvere la questione amorosa vis à vis. Pullman
fino alla stazione Santa Maria Novella senza biglietto, Firenze-Montecatini in treno senza biglietto, Montecatini-Borgo
a Buggiano a piedi. Questo episodio può dare la misura
della sua determinazione: come quella volta che, siccome
Manuel (sempre lui) non voleva attaccarle una mensola, e
non prestava minimamente ascolto alle sue richieste, per
attirare la sua attenzione si è letteralmente seduta sopra di
lui. Per Angela, il peso non è un problema
(“vorrei essere più magra solo perché risparmierei nei vestiti”), anche se si rende conto che la sua salute potrebbe
risentirne. Non si fascia la testa per una dieta non riuscita
(“anche perché è proprio se mi stresso che mangio”) ed ha
un rapporto molto equilibrato con la sua fisicità. Si dichiara
pigra cronica e poco amante dei libri (“l’ultimo cosa che ho
letto è l’oroscopo tre mesi fa”). Arriva, anche, il momento
della serietà: “Nella mia vita, tranne il lavoro, non mi manca
niente. Ho un cane, un gatto, un fidanzato e due splendide
famiglie”. 170Kg di pura dolcezza.
“F
are politica, è una palestra di vita. Ed è servito anche al mio essere donna”. Parola di Roberta Marchi,
primo cittadino del Comune di Pescia, che abbiamo
incontrato in una calda mattinata di fine agosto, non
per sapere da lei lo stato della sua città, ma per un confronto
sincero, schietto e appassionato sul ruolo della donna sia nella
politica – visto che è quella, la sua passione e il suo lavoro –
sia nella società in generale. Ci troviamo di fronte una donna
di successo, moglie e mamma, stimata e rispettata nel lavoro
come nella vita privata, con le idee molto chiare su quello che
deve essere il ruolo della donna moderna: “Le donne e gli uomini non possono pretendere di fare le stesse cose. Non deve
esistere la parità dei sessi, ma la parità di diritto. Che, ad oggi non esiste visto che è difficilissimo per una
donna fare carriera laddove, invece, per gli uomini è naturale.
Non mi piacciono quelle donne che vogliono fare le “stronze”, le
dure per imitare il modello maschile. La donna deve mantenere
la dolcezza, la femminilità perché è lei quella in grado di portare
equilibrio ed è sempre lei quella, per natura, abituata a mediare.
E sono questi gli aspetti su cui deve puntare”. Nella sua lunga
carriera politica, grazie ad un carattere mite e alla mancanza di
protagonismo (“problema che affligge l’uomo in generale, ma
ancor più l’uomo politico”), nonché a qualche trucchetto imparato negli anni (“Alle riunioni, per limitare le possibilità di far parlare di me, arrivo per prima e vado via per ultima”) non ha mai
sofferto particolari discriminazioni. Anzi, quando ha cominciato
la sua militanza nei partiti era l’unica donna in mezzo a tanti uomini, che l’hanno protetta e guidata quasi con senso paterno.
Ci dice che, secondo lei, la politica non è per tutte le
donne perché è pericolosamente messa a rischio la
vita privata. “La consiglierei solo a chi ha, davvero,
forti motivazioni. A chi ha già, comunque, maturato delle esperienze in questo campo. A coloro che
hanno volontà di spendersi per la cosa pubblica”. Un
segreto è, senz’altro, quello di capire che la carriera è una tappa provvisoria nella vita di una donna:
“So – ci spiega – che il mio ruolo di sindaco è temporaneo. Oggi lo sono, alle prossime elezioni potrei
non esserlo più. Questa consapevolezza tutela me
e la mia priorità: la famiglia. Per questo, in vacanza
spengo il telefono senza ansie inutili e riesco a delegare con tranquillità”. Ama il suo lavoro, ama
fare il sindaco (“altrimenti non lo avrei fatto, visto
che non ci sono grandi vantaggi né economici né di
tempo”) perché, come ci ha spiegato all’inizio della
nostra piacevole – ed istruttiva - chiacchierata non è
stata lei a scegliere questa strada. E’ stata la politica,
fin dai tempi della scuola, ad aver scelto lei.
P14/speciale donna
P15/speciale donna
la tifosa
Diletta Severi
la manager
Diletta Severi
“Andare allo stadio non
è solo roba da uomini”
“Le quote rosa
si facciano largo
anche nel calcio”
A
ma cucinare e preparare cene per i suoi
ospiti, lavorare a maglia e scrivere (solo per
sé, perché è gelosa di ciò che compone).
Predilige tutto ciò che è creativo, ma non
le piace assolutamente fare la spesa. Fin qui, il ritratto è
quello classico di una bella signora bionda in pensione
che smessi i panni della lavoratrice, decide di dedicar
dedicarsi con passione e successo alla casa. Invece, ciò che
distingue Gloria Monti dal prototipo di casalinga tutta
casa e faccende domestiche è un’ardente amore per i
colori arancioni della sua Pistoiese. Amore che, da
Nella foto la Presidente Angeli
con il portiere del PesciaUzzanese
Cristiano De Min
C
i sono delle passioni che crescono con noi.
Passioni talmente grandi da diventare anche
il nostro lavoro. Perché non c’è niente di più
bello che svegliarsi la mattina ed essere felici
di quello che si fa. Penso questo mentre parlo con Patrizia
Angeli, la neo presidentessa del Pesciauzzanese calcio:
perché dalla sua verve, dal suo sorriso, dalla sua vitalità si
palesa tutto l’entusiasmo che mette nel fare le mille cose
che affollano la sua giornata. Il calcio è, da sempre, uno
degli ingredienti fondamentali della sua vita: da quando,
cioè, si divertita a giocare nei tornei estivi in montagna e
da quando ha diviso il suo cuore tra il rossonero e il viola
(“il Milan è il Milan e la Fiorentina è campanilismo”). Poi,
il figlio che aveva scelto questo sport non l’ha più fatta
allontanare dagli stadi e da quattro anni segue da vicino, vicinissimo, le sorti del Pesciauzzanese: prima come
amministratrice, poi come consigliera, ora anche come
“presidentessa operaia”, usando proprio una
sua espressione. Ovvero, una presidentessa che fa tutto
(“non mi sembra di fare niente di più, rispetto a quello
che già facevo l’anno scorso”, ci spiega) dal fare tesseramenti, al parlare con i genitori dei ragazzi più piccoli, fino
a seguire il mercato della prima squadra. Un lavoro duro
ed intenso – anche se divide la presidenza col signor
Giacomelli, già patron lo scorso anno – ma che ripaga
quattro anni, la fa essere presidente del
Centro Coordinamento Club Arancioni,
no fa. Mi hanno regalato una maglia”. Da vera tifosa non
si lancia in pronostici affrettati (“voglio aspettare almeno
le prime quattro/cinque giornate di campionato”), è cautamente fiduciosa ed estremamente curiosa di rivedere
i “suoi” in campo. Esplosiva, simpatica, vitale Gloria ha
un entusiasmo trascinante, e non è certo difficile immaginarsela fare il tifo allo stadio. Ecco cosa ha detto di lei
chi la conosce bene, Stefano Baccelli addetto stampa
arancione: “Sintesi di un passato di passione, di un presente di speranza e di un futuro certamente radioso”. E
per il bene della Pistoiese e dei suoi tanti sostenitori, noi
ce lo auguriamo.
no un maggior senso di responsabilità e
sanno placare gli animi. In generale, ma soprat-
tutto nel mondo del calcio, l’uomo parte con la polemica,
poi arriva ad una soluzione. Le donne, agiscono al contrario: prima si risolve, dopo si fanno le considerazioni”. E’
per questo che ha deciso di inserire nella società, in due
distinti ruoli, donne. Le chiediamo, infine qual è l’obiettivo
della squadra quest’anno: “Di solito si dice la salvezza –
ride sotto i baffi, ricordando la stagione dello scorso anno
in cui il Pesciauzzanese è arrivato alla fase play-off – però
noi, certamente, non ci accontenteremo”. La caparbietà
è, senz’altro, femmina.
“Nella società moderna non esiste più il sesso
debole: eliminiamo la discriminazione”
foto di Linda Samoni
dopo essere stata in passato anche la massima responsabile del club Orange Lady (solo donne, tutte amanti
del calcio arancione). Un ruolo importante e di grande
responsabilità, visto il progressivo allontanamento della
città dalle vicissitudini sportive della Pistoiese: “Convincere i tifosi a tornare allo stadio – ci spiega – è la mia priorità.
Anche perché, la squadra è ancora amatissima. Quando
vado in centro per commissioni, perdo piacevolmente
tutto il tempo a chiacchierare di Pistoiese con le persone
che mi fermano. Vuol dire che ai pistoiesi l’amore non è
passato”. Ma il suo impegno non è solo opera di convincimento: ci sono da organizzare le trasferte (“il lavoro più
duro, c’è sempre qualcuno che ha da ridire sull’orario, o
sul ritrovo, o su quello, o sull’altro”), le strenne natalizie
per la squadra e la dirigenza, le cene con i giocatori ed i
tifosi, e soprattutto, le manifestazioni benefiche (in collaborazione con l’associazione “Cuoriamoci”, ad esempio,
o per raccogliere fondi a favore della lotto contro la SLA).
La passione gliel’ha trasmessa Roberto Maltinti, portandola con sé allo stadio. Oggi, l’amore è talmente forte
che parlare della partita col Mosciano (la
sconfitta che ha sancito l’uscita dai play off,
ndr) è quasi un tabù, perché la delusione è
sempre troppo cocente (“Sono stata in lutto
quindici giorni”), chiama i giocatori in campo
per nome dagli spalti (“Allo stadio si sente
solo me e il lunedì mi vergogno”), è - quasi impossibile saltare una partita (“manco solo
ad ottobre, perché vado in ferie”). Mentre
Gloria si perde nei meandri della memoria,
raccontandomi aneddoti su aneddoti (sassaiola con la Massese in C1, il rigore che
ha portato la promozione in B, la retrocessione) mi chiedo, e le chiedo, se sia mai
stata penalizzata dall’essere donna in un
mondo, per antonomasia, maschile: “Assolutamente no. Ho continui riconoscimenti
ed attestati di stima e d’affetto. L’ultimo, a
Siena durante l’amichevole di qualche gior
gior-
Angela con grandi soddisfazioni e gratificazioni personali.
Le chiedo se è difficile, per una donna, vivere quotidianamente in un mondo storicamente maschile: “Ho un
rapporto bellissimo con giocatori e staff – ci racconta –
e ci sono massima stima e rispetto reciproco. Mi sono
fatta conoscere e se mi hanno scelta come presidente,
vuol dire che qualche merito me lo riconoscono”. Quasi a volermi dare conferma di questo, entrano in ufficio
due giocatori della prima squadra per mettersi d’accordo
con Angela sulla grigliata a casa sua del giorno dopo.
Quando escono i ragazzi, mi dice: “Un gruppo di lavoro
affiatato è alla base del successo. E’ lo spogliatoio che
porta risultato”. Angela è anche convinta dell’importanza
di un buon settore giovanile, foriero di campioncini per la
prima squadra (“ecco perché l’Italia, ai Mondiali, ha fatto
una figuraccia: non punta su un buon vivaio”, ci spiega
da vera esperta): non a caso, tra i suoi primi interventi, c’è
stato un investimento sui preparatori atletici. Poi crede,
soprattutto, nelle donne e nel fatto che in alcuni specifici
ruoli, siano più adatte degli uomini: “Le donne han-
Se nel secolo scorso la psicopsico
logia ha insistito sulla differenza
tra i sessi e ha utilizzato il mama
schio come norma di riferimenriferimen
to, finendo per rendere la donna
di Elisabetta Rossi
inferiore,
le ricerche più recenti ci
Psicologa e Psicoterapeuta
dicono che sarebbe sbagliato crecre
dere che uomini e donne siano identici.
Studi più recenti hanno il pregio di guardare al mondo dei
giovani, futuri adulti di domani, in modo obiettivo, senza considerare che la vittima di un fatto violento debba
essere per forza una donna. Negli anni della crescita insegnamo ai nostri figli che le femmine non si toccano,
ma non insegnamo altrettanto alle nostre figlie. Ed è proprio questa nuova ottica che conferisce agli ultimi trattati
un interesse particolare: in sostanza si tratta delle prime
indagini capaci di non dare per scontato che la vittima
sia sempre una donna e che il persecutore sempre un
uomo. È di particolare interesse il fatto che, per raggiungere la parità in tutti i settori, anche il “sesso debole” debba passare per forza di cose da quelli che furono gli albori
dello sviluppo del genere umano, quando vigeva la legge
del più forte. Gli sforzi compiuti da numerose correnti culturali per eliminare il sessismo e la discriminazione sessuale non hanno reso l’uomo identico alla donna, per
perché uomini e donne non sono diversi qualitativamente,
ma quantitativamente nella gestione delle emozioni, nel
modo di percepire la realtà, nell’uso del linguaggio e nella
scelta di relazioni e priorità di vita.
P16/speciale donna
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Emanci
l’imprenditrice
Diletta Severi
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una lot
“Il nostro amore
e anche gli affari
corrono in bici”
La passione per la bicicletta, tramandatale dal padre quando era piccola, l’ha accompagnata fino ad oggi che, ormai,
è una donna. Ed è stata talmente tanto forte da diventare,
persino, un lavoro. Monica Nannini è titolare, infatti, insieme
al marito Gianfranco, di un’attività imprenditoriale giovane,
ma già di successo, che si occupa di vendita e riparazione
biciclette donna uomo e bambino, da competizione e da
passeggio, a Ponte Buggianese. Raccontando la storia di
Monica, diamo voce a tutte quelle donne che pur non rinunciando ad una propria realizzazione professionale non
penalizzano, per questo, la famiglia. Ma, anzi, riescono
a conciliare con successo – e non senza fatica – gli affetti
con gli affari. “Non sono una femminista – ci spiega – ma
devo ammettere che la donna che lavora
ha un marcia in più, rispetto ad uomo. Dopo il lavoro,
la giornata della donna non è finita: c’è da cucinare, mettere
in ordine la casa, seguire i figli. L’uomo, finito il lavoro deve
badare solo al divano”. E di figli, Monica ne ha ben tre: Shila,
la grande (19 anni), Danny il mezzano (16 anni) e il piccolo
P17/dialoghi
Gregory di due anni. “Se rinascessi vorrei essere uomo – ci
confida – per i vantaggi di cui ti ho appena parlato. Anche se
l’aspetto negativo sarebbe non poter fare figli”. Ci racconta
di non aver mai incontrato ostacoli nel suo desiderio di intraprendere la via imprenditoriale; l’unico pregiudizio – se così si
può definire – l’ha subito quando era piccola: voleva correre
in bicicletta ma non glielo hanno permesso (“poi ti vengono
le gambe storte”, le dicevano). A quei tempi, già fare sport
era un lusso concesso a pochi, figurarsi poi uno sport tipicamente maschile. La coraggiosa scelta di mettersi in affari è
stata dettata sia dalla sua storica passione, sia dalla voglia di
lavorare fianco a fianco con il marito, anche lui appassionato
delle due ruote. Scelta azzeccata perché ci garantisce che,
a differenza di quanto si pensi comunemente, il lavorare col
proprio compagno è un vantaggio per il rapporto. D’altronde, lo diceva anche Cocciante: “Passeggiando in bicicletta
accanto a te (…) io mi sto sempre più innamorando”.
Gioie che
parlano per te
Via Libero Andreotti, 13
51017 - Pescia (PT)
telefono 0572 47085
[email protected]
Sono convinta che la più grande rivoluzione di ogni tempo è
l’emancipazione della donna, la sua lotta per la conquista dei
propri diritti. Lotta che non si è ancora conclusa e la strada
da fare è tanta, anche se nel mondo vi sono realtà in cui certamente la situazione della donna è buona e ormai su un livello di totale parità con l’uomo. La globalizzazione impone però
di guardare oltre che alle poche realtà di parità anche alle
realtà maggioritarie, quelle in cu vi sono ancora tante conquiste da fare. Di questi mesi è l’evidenza di situazioni tragiche
come la condanna a morte di donne sospette di adulterio in
alcuni paesi islamici, paesi in cui la condizione della donna
è tale che vi sono alcuni di essi in cui le donne non hanno
ancora diritto di voto. Non si parla solo di velo, guidare l’auto
o libertà di vario genere ma del diritto fondamentale di un
cittadino, quello di scegliere i propri rappresentanti: le donne
in ben cinque nazioni del mondo dell’Asia e dell’Africa ancora
non votano. Ma anche qui da noi in Italia le conquiste da fare
sono ancora molte.
Negli ultimi quaranta anni le conquiste sono state tante, le giovani ragazze non si rendono conto di cosa fosse l’Italia del pre
sessantotto, quando non esisteva la legge sul divorzio, quella
sull’aborto, il nuovo diritto di famiglia, conquiste che le giovani credono esistenti da sempre, ma che sono costate anni di
lotte. Negli ultimi trenta anni le donne hanno conquistato posizioni che prima non erano pensabili, sono entrate in polizia, in
magistratura e alla fine in ultimo anche nell’esercito ed in tutte
le forze armate, ma anche tutte queste conquiste non significano ancora la parità nei diritti e nelle menti delle persone. Per
gli uomini le donne sono ancora un oggetto da controllare e
gestire e che siano oggetti lo dimostra tutto quanto ci sta intorno: dall’iconografia corrente sulla donna e sulla sua immagine, che la rappresenta perfetta e finta, avvolta nell’unica taglia
ammessa, la 40, agli scoppi di violenza sulla donna, violenza di
ogni genere, dalle botte alla violenza sessuale, agli omicidi che
le vedono vittime della rabbia maschile, rabbia per le decisioni,
la libertà, l’autodeterminazione della donna.
Nel libro “ Il corpo di una donna ” edito da Marco del Bucchia,
Angela Galli ed io abbiamo affrontato questo tema partendo
dalla violenza sul corpo. Abbiamo accennato a questo libro lo
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con
scorso mese. Il libro è stato accolto in modo entusiasta
dalle donne, meno dagli uomini. Dalle presentazioni e
dalle discussioni con le donne e gli uomini intervenuti
la riflessione che ha portato al libro sta continuando e
porterà sicuramente nuovi frutti anche letterari. Uno
dei temi è il perché tanta violenza sulle donne legata
alla loro emancipazione, perché la conquista dei nostri diritti la paghiamo con tanto sangue.
Che la violenza sulla donna sia aumentata non è
sicuro, visto che i dati del passato non li abbiamo,
ma da quanto abbiamo potuto ricostruire nella storia
violenza per le donne ce ne è stata sempre tanta, di
ogni natura, fisica, sessuale e la stessa assenza delle
donne dalla storia è la violenza più grande che le sia
stata fatta. Nel libro ora citato si affrontano infatti le radici preistoriche della violenza, l’inizio della guerra fra i
sessi. Dalle riflessioni successive ci siamo rese conto
che ad una situazione di costante violenza come cancellazione dalla storia è corrisposto una situazione di
costante complicità della donna nel farsi cancellare,
nel rendersi vittima, cui solo ora ci ribelliamo. Lottare
per i propri diritti è un enorme passo avanti e scatena
violenza palese, non più silente. Scatena probabilmente più violenza che lo stare zitte perché l’uomo
sente perdere quelle posizioni di potere conquistate
2500 anni prima di Cristo e questo lo mette in crisi, io
credo che lo costringerebbe a fare ora quanto non ha
saputo e voluto fare negli ultimi 4500 anni: confrontar
confrontarsi con l’altro sesso, dialogare e attraverso il dialogo,
il confronto e o scambio di idee creare una società
condivisa, superare la contrapposizione e convivere
in modo nuovo e soddisfacente per tutti. Superando
la volontà di imporre un solo punto di vista, il proprio,
accettando di sacrificare alcune proprie cose si può
costruire un mondo in cu c’è posto per tutti in modo
soddisfacente, in cui uomo e donna convivono ed
esprimono le proprie diverse specificità e con il diadia
logo costruiscono, creano. Per questo ho scelto di
chiamare questa rubrica Dialoghi. Perché credo veve
ramente che siamo all’alba di una nuova epoca finalfinal
mente di dialogo e non di prevaricazione.
di Jacqueline Monica Magi
Giudice del Lavoro al
Tribunale di Livorno e Scrittrice
Scrivete a Jacqueline Monica Magi
all’indirizzo email [email protected]
Dove ci trovate
P19/avis
Ospedale del Ceppo – Via del Ceppo 1 Pistoia
Dal Lunedì al Sabato, Prima e terza domenica del mese 8:00-10:30
Per informazioni: Avis Provinciale Pistoia
Piazza San Lorenzo 29
Tel 0573 23765; Numero verde da telefono fisso 800 261 580
la buona azione
Giacomo Ghilardi
Per il compleanno dell’Avis regalateci
una vostra donazione
C
inquantacinque anni e non sentirli. Bel traguardo
per l’Avis Provinciale di Pistoia: oltre mezzo secolo speso per garantire una adeguata disponibilità
di sangue e dei suoi componenti a tutti i pazienti
che ne hanno necessità, attraverso la promozione del dono,
la chiamata dei donatori e la raccolta di sangue. “Nel 2009 abbiamo visto un aumento di 382 donazioni a livello comunale e
750 a livello provinciale. Abbiamo un totale di 2064 soci ed abbiamo superato le 10.000 donazioni complessive: risultati
importantissimi, che testimoniano una grande crescita di cui non possiamo non essere
soddisfatti, anche se il bisogno di sangue è
sempre in aumento e sarà necessario progredire ancora” è quanto ha dichiarato il Presidente Viviano Tuci, in occasione del compleanno di Avis Pistoia. Ma,
a Pistoia, l’Avis non si ferma qui: altri 500 donatori di sangue
in più nel 2010. E’ l’obiettivo, una vera e propria scommessa per la città, che l’Avis si prefigge per quest’anno, in modo
da rendere
l’ospedale
del Ceppo
del tutto autosufficiente
nel fabbisogno di sangue.
Il sangue è un elemento indispensabile per la vita normale di
ognuno di noi, ed è fondamentale nei servizi
di pronto soccorso, nella chirurgia, per i trapianti e non solo,
nella cura di molte malattie. Il problema, e la sfida che si trovano ad affrontare i donatori Avis, è che il sangue non è riproducibile in laboratorio: in caso di bisogno, infatti, può essere
solo donato. E a questo punto entri in gioco anche tu: con
un piccolo gesto puoi contribuire a costruire un patrimonio
collettivo, fondamentale per la salute di tutti.
Tutti dovremmo farlo, perché tutti
abbiamo bisogno di sangue.
“Quella volta che anche il grande Corrado
donò il suo sangue all’associazione di Pescia”
I capelli bianchi di chi ha tanto da raccontare, lo sguardo di
chi ha ancora la passione del primo giorno e l’entusiasmo
di un ragazzino. Gino Incerpi, fondatore della sezione Avis
di Pescia, quando parla è un fiume in piena. Ci accoglie
nel suo studio di fronte l’ospedale di prima mattina, in occasione del cinquantesimo compleanno della fondazione
da lui creata. “Abbiamo iniziato questo lavoro mezzo secolo fa insieme a ventisei volontari. Oggi – racconta con
orgoglio – siamo oltre duemila. Col tempo abbiamo fatto
nascere anche le sezioni di Ponte Buggianese, Collodi,
Vellano e San Qurico. Ma non ci fermiamo qui, vogliamo
crescere ancora”. Un percorso lungo e a volte difficile, fatto di problemi e sacrifici, ma anche tantissime soddisfazioni. “Pagavamo i volontari con un Buono spesa dal valore
di 1000 lire da scambiare in macelleria con della carne. Era
un modo per non far perdere loro la giornata lavorativa e
in questo modo incentivarli a donare il sangue”. Il ricordo
del primo periodo di attività è sicuramente il più intenso.
“Ogni anno organizzavamo al teatro Splendor “Il Biscione
d’oro”, una rassegna canora per raccogliere fondi. Parteciparono come ospiti Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Raimondo Vianello: tutti disponibili ad aiutarci, ma
l’unico
che rinunciò sempre a una parte della sua
parcella per lasciarla a noi fu Corrado”. Oggi
che si festeggiano i primi cinquanta anni, l’appuntamento è
fissato per Domenica 26 Settembre. Il Teatro Pacini di Pescia è il palcoscenico della premiazione dei volontari che si
sono distinti per il maggior il maggior numero di donazioni: medaglia di bronzo per chi ha raggiunto 14 donazioni,
d’argento per chi è arrivato a 25, d’oro per i volontari che
ne hanno fatte almeno 50. Poi il pranzo sociale al ristorante Santa Caterina. “Chiunque voglia partecipare è il benvenuto - promette Incerpi – abbiamo sempre bisogno di
Soprattutto nel periodo estivo,
quando il numero degli incidenti stradali
aumenta drammaticamente”.
nuovi donatori.
P20/il caso
aias
“Patrimonio civile e
sociale della città”
Luigi Scardigli
“I lavori del centro devono proseguire”
ALESSANDRO MANNELLI
PROGETTISTA ARCHITETTONICO
“L’unica cosa indispensabile, più che importante, in questo
preciso momento, è quella di andare avanti con i lavori e non
perdere altro tempo. Non mi permetto lontanamente il lusso
di insinuarmi nella diatriba giuridica del commissariamento
per sposare l’una o l’altra causa, ma da progettista architettonico del nuovo centro Aias posso soltanto dire che i rischi
che si potrebbero correre potrebbero avere risvolti devastanti
e incalcolabili danni economici. Allo stato attuale delle cose la
struttura è al grezzo, in attesa di lavorazione e ultimazione: gli
agenti atmosferici ai quali è esposta potrebbero deteriorare,
anche in modo totale, la sicurezza e la messa in opera. Ho
usato il condizionale perché non c’è alcuna certezza matematica tra l’esposizione al freddo e al gelo, come alla pioggia e al
caldo, che generi una più o meno incidente destabilizzazione.
Resta il fatto che a questo stato di cose i rischi aumentano in
modo esponenziale e ogni giorno in più che si sta fermi è un
giorno in più regalato all’alea dei rischi. Senza sottovalutare
poi l’altro aspetto economico, quello del preventivo dei costi:
senza alcuna interruzione i lavori si sarebbero ultimati, approssimativamente, entro una certa data, oscillante per ovvi e imponderabili circostanze; in questo caso non si sa più quando
si potrà scrivere la parola fine”.
“I toni da crociata non sono mai utili
Serve il dialogo con i vertici nazionali”
ALESSIO BARTOLOMEI
PDL - PISTOIA
Il commissariamento dell’Aias di Pistoia da parte dell’Aias nazionale ha
destato non poche perplessità in tutta
la cittadinanza. Quando si ricorre ad
un provvedimento di quel tipo viene
da pensare a fatti gravi: violazioni di
norme, statuti e regolamenti, irregolarità amministrative o contabili, ecc...
Sinceramente ho la sensazione che
dietro non ci sia nulla di tutto questo,
e il fatto che lo stesso commissario
non abbia mai chiarito fino in fondo
il reale motivo del commissariamento
me lo conferma. Non entro nel merito
della legittimità dell’atto di commissariamento, visto che è pendente presso il tribunale di Pistoia una apposita
causa processuale, ma mi chiedo
come sia stato possibile arrivare fino
a questo punto. Credo che presiedere una onlus da oltre 40 anni, in una
città che tende alle invidie ed alle gelosie come la nostra, possa aver
suscitato le reazioni scontente
di alcuni soci, i
quali hanno avuto buon gioco
nel criticare, di
fronte al nazionale, una gestio-
ne troppo cristallizzata e accentratrice, seppure di innegabile efficacia.
Una eccessiva rigidezza nella reazione unita ad un tocco di sicumera da
parte dello storico Presidente hanno
fatto il resto: forse sarebbe bastato
instaurare un dialogo più disteso e
rilassato con il nazionale per evitare
questo provvedimento. Adesso la
questione è esplosa in tutta la sua
gravità e sta creando non pochi disagi nella gestione quotidiana delle varie
strutture di assistenza, anche se ritengo un po’ eccessivi e anche poco
utili alla soluzione del problema, certi
toni da crociata volti a sostenere e ad
asseverare il ragionamento che la gestione commissariale potrebbe portare alla chiusura delle strutture medesime. Credo che sarebbe, invece,
opportuno sollecitare con decisione
un rapido incontro, o, se non dovesse essere sufficiente, tutti quelli che
servono, tra i vertici nazionale e locale
dell’Aias per concordare insieme una
via d’uscita che restituisca all’Aias di
Pistoia una guida democraticamente
eletta dalle famiglie degli assistiti oltreché ben riconosciuta dall’intera città,
affinché possano proseguire gli importanti progetti di sviluppo che sono
già stati messi in campo e che nessuno può pensare di interrompere.
“I deboli
prima di tutto”
MAURO CIAVARDINI
MASSIMO BIANCHI
VICE QUESTORE DI PISTOIA
“L’Aias è un vero e proprio patrimonio civile e sociale di questa città, che in questi anni ha fortemente inciso su quelle
famiglie meno fortunate, assicurando
servizi, cure e terapie di insostituibile e
inestimabile valore rivolte con professionalità e amore. Ed è proprio in virtù
della sua specifica collocazione che
occorre fare qualsiasi sforzo affinché
l’associazione resti e possa rinnovarsi. Premessa indispensabile questa
che non può fare a meno della indispensabile correttezza e chiarezza
gestionale che deve contraddstinguere l’Aias, che proprio in virtù della
nobiltà dei suoi fini, ha bisogno della
totale trasparenza amministrativa.
AUTISTA AIAS
“Sono stato assunto all’Aias, come
autista, il 2 febbraio 1977: di questa
vicenda che sta pericolosamente movimentando il nuovo centro che sta per
nascere non ne so assolutamente nulla.
So solo che lavoro lì da 33 anni e che
in questo lunghissimo periodo, che è coinciso con gli anni
più belli della mia vita, oltre ad aver potuto personalmente
constatare la pazienza di Luigi Bardelli nel sopportarmi, ho
soprattutto visto un’infinità di ragazzi poco fortunati crescere, invecchiare e qualcuno anche morire: da tutti loro però,
ogni giorno, prendendoli e riportandoli a casa, ho ricevuto
tante lezioni di vita, che mi hanno aiutato a dare la misura
e il senso della felicità. Per questo mi auguro davvero che il
nuovo centro prenda quanto prima vita: i suoi meravigliosi
utenti non possono aspettare”.
“Forse è arrivato il momento di cambiare”
GIUSEPPE IRACI
PRESIDENTE COMUNITA’
INCONTRO
caso AIAS
“L’Aias è senza mezzi termini una
delle realtà più importanti per la città, nobile e antica. Non conosco
bene le vicende giuridiche legate
al commissariamento che hanno
portato l’azienda all’attenzione della cronaca. Posso soltanto dire, da
navigato esperto di una comunità
(Incontro), che presiedo da alcuni
anni, che esistono, anche qui, in
queste realtà, i cicli esistenziali. Ad
iniziare dal nome, tanto per fare un
esempio: associazione italiana assistenza spastici. Beh, credo che
anche nella definizione, risieda,
forse, un po’ di antico che deve
essere necessariamente svecchiato, visto e considerato che sono
ormai anni che i destinatari di questa struttura vengono definiti “diversamente abili” e non “spastici”.
Per quanto riguarda il Presidente,
Luigi Bardelli, contro il quale non
ho alcuna rimostranza da fare, credo, proprio come è successo qui
da noi con l’ex presidente, Franco
Marchesini, che ad un certo punto
giunga l’ora di farsi da parte e non
perché si sia vecchi e non più utili,
ma proprio per evitare che l’associazione che si dirige e nella quale
ci si immerge, anima e corpo, da
moltissimi anni, corra il rischio di
identificarsi nella nostra persona.
Si parla tanto, in politica come nelle
attività sociali e commerciali, di un
necessario ricambio generazionale,
uno svecchiamento capace di rendere a quelle attività il coraggio, la
forza e le idee per rinnovarsi. Vale
anche per la Comunità Incontro e
per l’Aias”.
P22/la copertina
P23/la copertina
il terrore degli innocenti
Nella foto in alto a sinistra Renato Fabbeni ricoverato
all’ospedale subito dopo l’aggressione.
Sotto mentre mostra una delle telecamere dell’impianto di
videosorveglianza della sua abitazione.
Sotto ancora Renato fabbeni con la denuncia e con il figlio.
Luigi Scardigli
foto di
Cristiano Bianchi
“Potevo morire sotto
gli occhi di mio figlio
Oggi abbiamo ancora paura”
Renato Fabbeni, poco più di un
anno fa, è stato pestato alla piscina comunale di Montecatini.
Ora vive nel terrore, protetto, in
casa, da telecamere a circuito
chiuso. “Quelli che mi hanno aggredito sono ancora in libertà”.
N
ella casa dove abita con la
moglie e i due figli, nella campagna di Buggiano, ci sono
una ventina di telecamere
a circuito chiuso. E lì resteranno a vigilare ogni eventuale qualsiasi
strano movimento, anche dopo che il tribunale avrà emesso la propria sentenza,
probabilmente. “Da quel maledet-
to 7 maggio 2009 non ho più
avuto pace: aspetto che la giustizia
risarcisca il danno, rimargini le ferite e il
terrore che possa accadere di nuovo. Per
questo, in qualsiasi momento, desidero
sapere dove stiano e cosa facciano i miei
figli e per questo ho deciso di installare
questo circuito di videosorveglianza”. La
vita di Renato Fabbeni, dopo il terribile
pestaggio subito poco più di un anno fa,
all’interno della piscina comunale di Montecatini, ad opera di quattro extracomunitari (la notizia intasò le cronache locali
per alcuni giorni), non è più la stessa. Non
solo perché in seguito a quella violenta e
inspiegabile aggressione abbia subìto vari
interventi chirurgici con inevitabili, dolorosi
e inguaribili, strascichi sanitari, ma soprattutto perché da allora, non ha più
pace. “Mio figlio, da quel giorno, non
vuole più dormire da solo: pensate a
cosa possa aver subito, quel 7 maggio, quando vide quattro uomini accanirsi contro suo padre, a terra, fino a
poterlo uccidere. Quel ricordo, forse,
che è un vero e proprio incubo, non lo
abbandonerà mai più”. Contro gli aggressori, individuati e riconosciuti grazie alle telecamere interne del centro
estivo comunale di Montecatini, Renato Fabbeni ha naturalmente sporto una
denuncia penale (una anche civile nei
confronti dei gestori dell’impianto). “Il
mio avvocato ha detto che a febbraio
si sarebbe iniziato a veder qualcosa di
concreto, ma siamo già a settembre e
tutto è ancora fermo”. Quando gli chiediamo di ripercorrere gli istanti di quei
drammatici momenti vissuti, Renato
si massaggia lo zigomo sinistro, ricostruito con un intervento di chirurgia
plastica. “Potete anche non crederci,
ma è più grande il dolore di sapere che
quei quattro stiano serenamente ancora spasso, che quello che mi perseguita, da allora, su tutto il viso: la parte
sinistra della faccia non la sento più.
Anche per mangiare, spesso, incontro
non poche difficoltà, soprattutto nella
masticazione. Però mi preme
anche sottolineare come non
sia affatto prevenuto, né tanto
meno razzista: pensate che
qui, accanto alla mia abitazione, vivono alcuni rumeni con i
quali ho un buonissimo rapporto. Spesso mangiamo anche
insieme”. Quando salutiamo e
ci congediamo, i due figli sono
ancora nel salotto, così come li
abbiamo trovati, a vedere i cartoni animati in televisione. Fuori,
nel piccolo giardino, il vecchio
Zoe, un boxer di dodici anni, è
sdraiato a terra, in cerca di refrigerio: prova ad alzarsi e a scodinzolare, ma è vinto dal caldo
e resta immobile, all’ombra.
Squilla il cellulare: è la moglie,
che è a Pistoia, all’Inps, in cerca di lavoro. “Faccio il magazziniere a Monsummano: alcuni
giorni devo parlare molto con i miei
colleghi e la sera, per questi problemi che ho alla bocca, sono distrutto.
Non mi è stata riconosciuta alcuna infermità, ma fa lo
stesso. L’importante è che
i miei bambini, un giorno,
possano dimenticare”.
di Jacqueline Monica Magi
Giudice del Lavoro
al Tribunale di Livorno e Scrittrice
“Non bisogna avere
solo facili pregiudizi”
Quanto accaduto alla piscina comunale
di Montecatini Terme è inquietante e, giustamente, inquieta le coscienze: un’aggressione da parte di un gruppo in pieno
giorno senza alcun intervento a limitarlo.
Sull’accaduto alcuni appunti: il primo è che
la violenza da parte di un gruppo fa molto più effetto che quella isolata, anche se
più efferata. Si tratta di un normale e ovvio
meccanismo psicologico, qualsiasi donna
sa che se di notte intravede un gruppo di
uomini in giro trema al pensiero di doverli
incontrare. La violenza di gruppo risponde
a precisi codici del gruppo stesso e nasconde una debolezza mascherata con
la arroganza. La debolezza data da una
identità non certa, da modelli fasulli porta
chi è intrinsecamente debole a manifestare
arroganza e violenza bruta per affermare
il vuoto che porta dentro. Forse la paura
che il gruppo procura di per sé blocca ogni
L’ingiustizia in qualsiasi luogo
è una minaccia alla giustizia ovunque.
M.L.King
intervento. Riguardo l’intervento pubblico
occorre considerare che sono in vigore
in Italia leggi garantiste che tutelano ogni
cittadino, leggi che hanno la loro origine in
principi costituzionali. Fare giustizia necessita del rispetto delle regole e queste regole valgono per tutti i cittadini, quindi quello
che spesso viene non compreso sono le
regole, i tempi della giustizia garantista e
democratica, che ci assicura che lo Stato
rispetti ognuno di noi. Occorre far crescere
fra i cittadini la conoscenza di quali sono le
Relais ristorante
Poggio degli Olivi
Lounge Bar DiciottO.1
Your life is our Style
regole della democrazia e del suo ordinamento per far si che sappiano leggere nei
fatti oltre le reazioni immediate, oltre i modi
di dire, oltre le frasi e le idee preconcette,
per far si che sappiano chiedere a chi li governa cosa effettivamente gli spetta.
Via Montevettolini Cantagrillo 3110/A - Monsummano Treme (PT) - Tel. e Fax 0572 640631 - Cell. 345 1332481 - 338 4493222
P24/se avessi vinto le elezioni
P25/se avessi vinto le elezioni
lo sconfitto
Andrea Spadoni
foto di
Cristiano Bianchi
“Vi dico io cosa avrei fatto
se fossi diventato sindaco”
Alberto Lapenna, 60 anni, capogruppo dell’opposizione al Comune di Montecatini,
è stato il grande sconfitto alle elezioni del giugno 2009. Esponente del Pdl e candidato a sindaco come rappresentante di una larga coalizione di centro-destra, partito con il favore dei pronostici, ha perso al ballottaggio, cedendo la poltrona di primo
cittadino a Giuseppe Bellandi. Su nostra precisa richiesta, avrebbe dovuto lanciare
una provocazione spiegando ai cittadini cosa avrebbe fatto lui se fosse diventato
sindaco. Essendo una nostra idea e, quindi, una nostra esclusiva, non ci ha fatto
piacere aver letto la stessa intervista su “La Nazione” di martedì 31 agosto, mentre
questo giornale stava andando in stampa. Noi, essendo corretti, la pubblichiamo lo
stesso. Il problema non è la concorrenza (impossibile tra un quotidiano e un mensile), ma la tutela di un’idea e di una proposta che era partita dalla nostra redazione.
“Il sindaco Giuseppe Bellandi e tutta la sua ammi-
ed esperta, diciamo il nostro piccolo Tremonti, è
nistrazione sono in stato confusionale. A seguire il
stata spostata agli uffici della pubblica istruzione.
loro operato, si capisce che non sono in grado di
Uno spreco di energie inutile. Lavorando così, l’im-
gestire la macchina comunale. Per fare un esem-
mobilismo in cui si trova Montecatini, può solo gra-
pio: in bilancio hanno 4 milioni di euro a disposi-
dualmente peggiorare. Loro si appellano sempre
zione per la realizzazione di opere che, quindi,
alla mancanza di fondi a disposizone dell’ente, ma
sono già finanziate. Come sono rimasto di stuc-
non è così. Anche dalla Regione non arrivano fondi
co, quando ho saputo che la dottoressa Rossella
perché mancano i progetti. Inoltre c’è una clamo-
Bonciolini, dirigente al bilancio da molti anni, seria
rosa lentezza nelle concessioni edilizie”.
Un nuovo modo di vivere la passione del vino
A PESCIA, VIA NOVA E ORA ANCHE A PIEVE A NIEVOLE
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“E’ anche la città
del divertimento”
“Svincoli alberghieri
utili per il bilancio”
“Non si doveva dimenticare che Montecatini è anche
una città vivace, dove operano locali di qualità che fanno
avvicinare alla nostra città molti giovani ogni fine settimana. La giunta, invece, sembra aver dimenticato questa
importante economia e ha adottato solo misure di restrizione senza una precisa strategia. Locali come il Gambrinus, il Syrah, il Lidò, sono una
risorsa per Montecatini. Sono
locali belli, alla moda. Non è
giusto che i ragazzi della
città, debbano andare
a divertirsi in Versilia.
Troviamo un modo per
farli convivere con le
esigenze dei residenti e
in previsione del ritorno
dei turisti”.
“Nel programma elettorale che
avevo presentato c’era l’importante questione degli svicoli alberghieri. Oggi la domanda è di
gran lunga inferiore ai posti letto disponibili. Ed è veramente
deprimente vedere in città tanti
vecchi hotel ormai abbandonati
nel degrado più totale, quando potremo svincolarli e trasformare dei ruderi in strutture d’impatto per l’immagine e utili alla città e
al turismo. Questo sarebbe possibile con un progetto di
edilizia di qualità che porterebbe anche importanti entrate alle casse comunali. In più, come ho già annunciato,
c’è un immobilismo generale e lentezza nelle concessioni edilizie. Eppure con la giunta Severi avevamo già
messo in moto tanti progetti”.
“Ztl nelle strade del commercio: grave errore”
“Chiudere la città in un periodo di forte crisi come
questo è un suicidio. E’ vero che dobbiamo tutelare
il termalismo e i turisti che vengono da noi per riposarsi, ma con il forte calo di presenze, dobbiamo tener conto, per forza, anche delle esigenze
delle attività commeciali interne. Pensare che,
facendo così, si incentivi il turismo termale è solo
una pia illusione. La giusta strategia sarebbe quella di ripristinare la ztl di una volta, con la chiusura al
traffico dalle 22 alle 6 di mattina. In più non si possono
chiudere le strade del centro, che sono il polmone
commerciale della città, come corso Matteotti e
corso Roma. Le aree interessate alla ztl, potrebbero essere quelle più tipicamente termali: viale
Verdi, a partire dall’incrocio con via Manzoni, la
zona di via Cavallotti, il secondo tratto di viale IV
novembre dove ci sono gli hotel. Invece, la giunta
Bellandi, fino ha fatto solo confusione”.
“A che punto siamo
con l’area Kartos?”
“Tolleranza zero
contro i clandestini”
“Montecatini è diventata la città degli sprechi. Ancora
non si è fatto niente per il recupero della zona ex Kartos.
Con la giunta Severi avevamo già sottoscritto un protocollo d’intesa per la nascita anche di un nuovo plesso
scolastico. E loro, a che punto sono? In più, i “buchi
neri” sono moltissimi: il recupero della vecchia sede della
Lazzi, a che punto è? Cosa si sta
facendo? Cosa si è fatto in
questi quindici mesi? Poi mi
viene in mente la sede dei
Vigili del fuoco in corso
Roma. Tante parole,
ma qual è il risultato?
Niente. Tutto fermo.
E la ex Sip? La stessa musica. Non hanno
strategie, niente”.
“Considerata la situazione attuale,
ci vuole la tolleranza zero contro ogni tipo di criminalità. Lo
stesso vale per gli stranieri non
in regola e per i vu’cumprà. In
una città come la nostra non
si possono vedere le bancarelle
improvvisate sul marciapiede dei
vu’ cumprà, di fronte, o vicino, alle
principali boutique del centro: Bonvicini,
Morini o Susy. Questo è un messaggio che mando anche alla polizia municipale, dato che, nonostante l’ottimo
lavoro della dirigente Michela Cupini, servirebbe qualche
inpunt in più da parte dell’amministrazione, perché i vigili
non possono essere efficienti solo per fare le multe, ma
dovrebbero anche controllare fenomeni come questi”.
P26/c’eravamo tanto amati
P27/c’eravamo tanto amati
La bufera
Andrea Spadoni e Luigi Scardigli
“Sono e resto un finiano convinto”
Anche Nicola Barbarito, giovane consigliere comunale di Pistoia
nelle liste di Alleanza Nazionale, sta tirando le briglia al proprio
cavallo: Gianfranco Fini.
“Fino al prossimo 5 settembre è bene che ci si morda tutti la
lingua, prima di parlare: siamo in attesa dello storico incontro di
Mirabello, in provincia di Modena, dove Gianfranco Fini darà al
suo popolo le linee guida per la politica futura, per il prossimo
fare futuro. Sarà un congresso ancor più importante di quello di
Anagni, dove si decise lo strappo con un passato che per molti,
troppi versi, non ci apparteneva più”.
Dall’entusiasmo con il quale la racconta, lascia tranquillamente intendere di essere pienamente convinto dalla linea
del suo presidente.
“Sono sempre stato un finiano: ricordo ancora quando è arrivato a Pistoia
e dopo aver scansato tutti è venuto ad abbracciarmi. Sono un ragazzo
che è ancora fermamente convinto che la politica possa e debba svolgere
un ruolo fondamentale nella vita sociale di qualsiasi agglomerato umano. I
suoi colonnelli, quello che lo accusavano di schiacciarsi troppo all’ombra di
Berlusconi, alla prima conta lo hanno abbandonato, preferendo cavalcare
proprio l’altra tigre”.
Già, Berlusconi. Ma non è stato lui a cambiare improvvisamente: è
Fini che ad un certo punto si è messo a dire cose di sinistra.
“Non esagerate – sorride -. In linea di principio non conosco un solo politico
che nei suoi programmi dica o sostenga cose che non siano di dominio interesse e condivisione pubblica: tasse meno onerose, sicurezza, problemi
dell’immigrazione, istruzione, sanità, infrastrutture. Se ascolti attentamente,
in campagna elettorale, una voce è quella del suo più acerrimo nemico, in
linea di massima, sui programmi, spesso, c’è quasi una totale condivisione.
Il problema, d’ora in avanti, è riuscire a trasformare le parole in fatti, perché
di chiacchiere, la gente, non ne vuole più”.
Il feeling con il Pdl, anche prima della seduta di Mirabello, sembra essere
ormai svanito. Aspettiamo di conoscere i nuovi partners: Fini sta già tessendo la tela; Barbarito lo sa, ma fino al 5 settembre, acqua in bocca.
“Il Pdl non si può buttare a mare
E il tullianismo non ci sta bene”
VS
Roberto Benedetti
Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana
Consigliere regionale Pdl
“Noi giovani cresciuti in An, delusi da Gianfranco”
Rispolveravo camera al ritorno da una vacanza e, in un cassetto, ho trovato un accendino. Non era un accendino normale:
busta di pelle nera, frangifiamma, placcato d’argento e alquanto
pesante. Sopra un’incisione particolare, un simbolo
per cui hai sempre lottato e la firma di colui che era
il punto di riferimento di una classe politica: Alleanza
Nazionale e Gianfranco Fini. Quell’accendino mi ha
fatto venire un po’ di nostalgìa anche a me che An
l’ho vissuta poco, ma per fortuna l’ho sempre respirata in casa. Una volta quando si muoveva Fini tutti
accorrevano a vederlo, sentirlo, stringergli la mano.
Era un sogno, le foto solo ai più fortunati. E invece,
ora dopo averlo seguito nella fusione con Forza Italia,
forse non pienamente convinti, ma fidandoci ciecamente della sua lungimiranza politica, ci troviamo inspiegabilmente contro di lui. Gli aderenti a Futuro e Libertà attaccano a
spada tratta gli ex-An di non seguire l’ex-delfino nelle proprie
campagne ideologiche per distruggere il primo partito italiano
di cui è cofondatore. Non è tradimento se noi che proveniamo
da Alleanza Nazionale e siamo fieri del nostro passato, non se-
guiamo Fini. Lui ci ha portato nel PdL e noi da buoni politicanti
abbiamo aderito. Abbiamo vinto tutte le elezioni, abbiamo cercato di portare avanti i valori di sempre in un nuovo, ampio e
sfaccettato contenitore di idee. Ora ci sentiamo nel PdL e non
vogliamo distruggere un altro partito. Non seguire Fini, inoltre,
non vuol dire necessariamente essere Berlusconi-dipendenti.
Naturalmente il Premier è il leader indiscusso nonché il Presidente del Partito, ma ciò non basta per identificare coloro che
sono rimasti nel Pdl dei “Berluscones”. La Russa, Gasparri,
Matteoli, Meloni ed altri sono sempre stati e sempre saranno
i nostri punti di riferimento, anche all’interno di un così vasto
partito. A questo punto allora non so se è meglio andare alle
urne, come ha detto Bossi, ripulire il Pdl e sperare di ottenere
un risultato simile alle scorse politche, con il pericolo, però, che
si crei un altro problema: lo strapotere della Lega. Speriamo
che i nostri statisti sappiano cosa fare, è l’unico auspicio.
Lorenzo Vignali
Consigliere Comunale di Chiesina Uzzanese
A mio avviso, quello del Pdl è un tentativo politico da
non da buttare a mare assolutamente. Esso porta infatti
con sé l’idea di un bipolarismo tendente al bipartitismo
che supera le logiche e gli assetti politici da vecchia Repubblica. Questo io ritengo sia un valore che non può
essere perduto o disperso. Quanto alla genesi del Pdl,
non posso nascondere che noi di Alleanza Nazionale
eravamo perplessi sul fatto di sciogliere il partito per
confluirvi. I dubbi c’erano, ma Fini allora ci ha obbligati
a questo passo. Noi avremmo senz’altro preferito un
assetto federale, che mantenesse intatte le identità e
la storia di Forza Italia e di Alleanza Nazionale che, in
quel modo, avrebbero costituito ciascuna un contrappeso equilibrato per l’altra. Anche da un punto di vista
degli equilibri nell’attuale governo, una rappresentanza
autonoma della destra italiana avrebbe garantito un
contraltare politico nei confronti dell’alleato Lega Nord,
a garanzia soprattutto del centro e del sud dell’Italia. E’
per questo motivo, anche, che tornare indietro ora è da folli. Soprattutto alla luce degli esiti delle elezioni regionali, che hanno visto
una crescita del Pdl nonostante Fini abbia fatto il possibile per remare contro mettendo sul piatto polemiche sterili rispetto a un’azione di governo incisiva e proficua, estranee rispetto alla tradizione
della destra, e che hanno avuto come unico risultato finale quello di
concorrere all’espansione della Lega Nord. Ma ora, la cosa che più
non ci va giù è un’altra: è che la storia, le sofferenze, i sacrifici della
destra italiana siano finiti in una società off-shore che si occupa
di case a Montecarlo. Va bene far evolvere un partito secondo le
esigenze della storia, il che rende comprensibili i superamenti prima
del fascismo, poi dell’Msi e di An poi confluita nel Pdl. Ma finire nel
tullianismo proprio no, non ci sta bene.
“Ora possiamo tornare al lavoro: con Silvio”
Gianfranco Fini ha lamentato la gestione “aziendale” del Pdl,
come se Silvio Berlusconi non avesse innovato la politica italiana, cambiando il modo di intendere i partiti, ammodernandoli
secondo una concezione democratica e popolare. Come se Fini
ad un certo punto si fosse dimenticato di quando, lui davvero,
faceva il dittatore. Era il 19 Luglio 2005 e con un blitz squadrista, revocò tutti gli incarichi ai suoi dirigenti di partito (Gasparri,
Matteoli, La Russa) per colpa di un colloquio carpito da un giornalista e pubblicato su “Il Tempo” nel quale i colonnelli di AN contestavano alcune posizioni di Fini (allora Vicepremier). Il Corriere
della Sera in quei giorni scriveva un titolo eloquente: “Un blitz di
Fini azzera i vertici del partito”. L’onorevole Fini, che oggi predica
bene, ha razzolato male sin dal principio della sua attività politica.
Era il 1977 e il giovane Gianfranco perse il congresso nazionale
del Fronte della Gioventù (arrivò quinto su sette) ma trovò, da
buon politicante, un compromesso per arginare l’avvilente classifica e, ipso iure di essere
l’uomo più fidato dell’allora leader Giorgio Almirante, riuscì a sovvertire l’esito democratico
con l’ausilio del suo mentore. Già da allora Fini
manifestava un eritema ideologico verso il voto
popolare. Al nuovo e unico (per la gioia del suo
ego) leader di Futuro e Libertà per l’Italia, non
è mai mancata l’indole del ‘sovversivo politico’ e l’attualità ce ne
dà ragione. Pace. Ormai è dall’altra parte.
Possiamo tornare al lavoro.
Giovanni Bucciero
Vice Coordinatore Pdl Montecatini
Segretario Amministrativo Coordinamento Provinciale di Pistoia
Consigliere Nazionale Il Buongoverno-Pdl
P28/voi come noi
P29/sport
lo scandalo
pillole
Alessandro Panteri
“Il doping uccide la Giostra
e mette in pericolo i cavalli”
La corsa dei cavalli, un tempo,
era considerata lo sport dei re.
Già nel 1140 Re Enrico cerco’
di trasformare il suo cavallo in
uno « più veloce e più forte » e
per fare ciò, lo incrocio’ con
stalloni di razza araba portati in
Inghilterra dalle crociate. Questo processo di allevamento
selettivo, per aumentare velocità naturale e resistenza, è
pero’ venuto meno nel tempo,
lasciando spazio ad un fenomeno moderno, una scorciatoia, il doping. L’origine di questo termine è controversa ma
pare che risalga al linguaggio
sudafricano, dove col termine
dope si intende una bevanda
alcolica usata come stimolante nelle danze. La diffusione
del doping nelle manifestazioni sportive inizio’ proprio negli
ippodromi a partire dai primi
del novecento. Sostanze proibite venivano fatte assumere
ai cavalli al fine di accrescere
artificiosamente le prestazioni o
per combattere la fatica, contravvenendo, quindi, al minimo
concetto di lealtà sportiva. Nel
tempo il numero delle sostanze
proibite è aumentato ed oggi,
nella « lista nera », troviamo un
numero considerevole di so-
stanze (generalmente farmaci) con proprietà analgesiche, anti-infiammatorie, anestetiche,
etc. Nel caso specifico della manifestazione di Pistoia, sono stati riscontrati proprio farmaci
ad azione analgesica (Fenilbutazone, Tramadolo e Butorfanolo), farmaci che, rendendo
gli animali insensibili al dolore, ne aumentano sensibilmente le performances. Dal punto
di vista medico, la mancanza della percezione del dolore in concomitanza di forti stress
meccanici, quali le continue torsioni degli arti durante la Giostra dell’Orso, puo’ portare a
severe conseguenze come lesioni o fratture, e quando avvengono questi incidenti ci si avvia molto spesso all’ abbattimento dell’animale. Naturalmente in ogni competizione si puo’
avere qualche incidente, come avviene durante le gare ippiche tradizionali, ma il paragone
con i palii proprio non regge. Il doping rappresenta, quindi, la completa perdita di uno
spirito agonistico che dovrebbe spingere l’atleta a confrontarsi con se stesso e con gli altri
mirando alla vittoria come unico strumento per sfidare il tempo ed ottenere la gloria.
Alessandro Panteri, 32 anni di Pescia, lavora
al centro ricerche di Novartis Animal Healt a
Friburgo in Svizzera. Si occupa di sviluppo
preclinico di nuovi farmaci veterinari
Giovani ciclisti in gara
al “Gran Premio Città
di Monsummano”
La Corsa della Speranza
Una giornata per aiutare
la lotta contro il cancro
Sabato 25 settembre e domenica 26,
a Monsummano, si
corre il Gran Premio
città di Monsummano (Memorial Orlando Bettaccini e Ivo
Rastelli). Alle 15, ai
nastri di partenza i
partecipanti alla corsa
riservata alle categorie esordienti primo e
secondo anno (donne) - prova unica trofeo “Verde-Rosa”. A
seguire, alle 17.15, gimkana per la categoria Giovanissimi (aperta a tutti - tesserati e
non tesserati). Domenica 26 settembre (ore
9. 15), corsa riservata agli esordienti primo anno (uomini) e alle
10.45 corsa categoria uomini esordienti secondo anno (‘96).
Il vincitore si aggiudicherà la Coppa Verde. La corsa, organizzata dal Velo club monsummanese, ormai è una classica della
stagione del ciclismo giovanile e alla quale partecipano i migliori
atleti sulla piazza. I trofei in palio sono offerti da Puntocoppe,
per la corsa delle donne. I premi per i primi classificati alla Gimkana sono offerti da PM Arredamenti e da Alfonso Massaro.
Per quanto riguarda gli esordienti primo anno GTS Logistiche
Trasporti e per il secondo anno Ga.Vo meccanica.
Domenica 26 Settembre 2010, Montecatini Terme ospiterà “La
Corsa della Speranza”: 5 km a ritmo libero con partenza e arrivo
nel piazzale di fronte alle Terme Tettuccio, sull’ormai classico
e collaudato percorso che si snoda attraverso le principali vie
della città ed attraversa il Parco Termale. Una bella festa per tutti
e un’iniziativa con uno scopo assai nobile: si corre e si cammina
per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro e per il sostegno
alle categorie fragili colpite da malattie di natura oncologica;
ogni anno, grazie al contributo di tante iniziative come questa,
si riesce a fare un passo avanti per sconfiggere questa malattia
e per aiutare chi la deve vivere. I fondi raccolti con la Corsa
2009 (5.180 euro), hanno supportato il Dipartimento ad Attività
Integrata Oncologica Breast Unit – Chirurgia dell’Azienda Ospedalierao – Universitaria di Careggi per la creazione e gestione
dell’archivio italiano delle Nipple-sparing mastectomy, che ha
come scopo la raccolta dei dati di tutte le pazienti operate in territorio nazionale con questa nuova tecnica chirurgica di mastectomia “conservativa”. La Corsa 2010 sosterrà il Dynamo Camp
(www.dynamocamp.org). La Corsa della Speranza 2010 sarà
inserita nel programma di “Territori in Festival” che, con la sua
terza edizione, dal 24 al 26 Settembre, proporrà a Montecatini
Terme eventi, incontri, workshop, sagre, tradizioni e mostre in
una miscela di colori e profumi all’insegna dei Territori.
La partenza è prevista alle ore 10,30 nel Piazzale di fronte alle
Terme Tettuccio. Le iscrizioni sono aperte dal 15 settembre
in alcuni punti di iscrizione a Montecatini Terme. Il contributo
di 10 euro a persona verrà interamente devoluto alla lotta
contro il cancro. Ai primi 500 iscritti sarà distribuita la T-Shirt
da indossare durante la corsa.
Il nostro calcio giovanile
arriva fino in Congo
“Culturidea” Coni e Lega calcio Pistoia, chiedono a tutte le
squadre della provincia di Pistoia di donare una muta completa
Per le tue segnalazioni e lettere al direttore scrivi a [email protected]
con stemmi e gagliardetti della squadra per i Villaggi del Bas
Congo di modo che il II Torneo di Calcio “Pistoia-Repubblica
Democratica del Congo” sia disputato usando maglie e simboli
delle stesse squadre pistoiesi. Il torneo come le partite in genere sono sempre precedute da una grande assemblea in cui si
parla dei diritti dei cittadini, si danno rudimenti su lettura e scrittura, mentre il dopo partita è caratterizzato da socializzazione
LA DISPENSA GIOVANNELLI
Via Don Facibeni, 2
51016 Montecatini Terme (PT)
Tel. 0572 904486
nel mangiare e lavorare insieme tra persone di villaggi diversi e
dall’accoglienza nelle comunità-villaggio di bambini abbandonati nelle foreste o sopravvissuti agli squadroni della morte.
la curiosità
Alessandro Ferri è la promessa
dei fischietti della provincia di Pistoia
Sogna i grandi palcoscenici, la serie A, gli incontri internazionali, le partite dei Mondiali. Lo fa tutte le volte che scende in campo, sui rettangoli della provincia, con le scarpette
con i tacchetti, i pantaloncini corti e la maglietta. Che spesso
è nera. E il fischietto in bocca. Alessandro Ferri è una delle più interessanti promesse arbitrali d’Italia, tanto che solo
quest’anno, il sesto con il patentino di direttore di gara, ha già incassato numerosi
attestati professionali: l’ultimo, in ordine di
tempo, è quello che gli è stato conferito,
lo scroso 30 agosto, al “Memorial Clagluna”, presso i vivai Vannucci di Pistoia, alla
presenza di Braschi, Pisacreta e altre celebrità arbitrali.
P30/il personaggio
P31/il personaggio
stefano riccomi
Nelle foto, Stefano Riccomi in
versione allenatore e sotto insieme
ad un giovanissimo Carlos Dunga
(ex ct della nazionale brasiliana e
giocatore di Pisa e Fiorentina)
Roberto Grazzini
“Voglio far crescere
il calcio pistoiese”
D
iventare un dirigente federale
non era il sogno
nel cassetto di
Stefano Riccomi. Che il
calcio però sarà la sua grande passione lo capisce sin dalla tenera età.
E’ un terzinaccio scarso (come lui
stesso si definisce), che impara i rudimenti del mestiere nel Pescia. Fatta tutta la trafila nel settore giovanile
rossonero, va a giocare in seconda
categoria nel Collodi. Ma a soli 23
anni un brutto infortunio chiude una
carriera che non resterà negli annali
di Coverciano e inizia, ancora giovanissimo, quella di tecnico. La prima
esperienza è con l’US Alberghi, una
sorta di settore giovanile del Pescia,
nel lontano 1985 per passare poi
agli inizi degli anni 90 all’Uzzanese,
alla guida degli Juniores. La svolta,
in ambito sportivo, avviene quasi per
caso, grazie all’amicizia con Marco
Teglia, attuale responsabile della attività di base della scuola calcio, e già
allora, ben inserito nel comitato provinciale della Figc, che lo convince a
entrare nell’organigramma federale
provinciale. Cura il calcio a 5 e allena
le rappresentative giovanili provinciali.
Brucia le tappe diventando ben presto vicepresidente e quando Giovanni Giandonati, massimo esponente
ci stiamo battendo per convincere
i vari club ad allestire tutte le categorie, dando continuità alla loro
attività”. L’ultimo pensiero di Riccomi va alla
provinciale viene eletto delegato
regionali, Stefano Riccomi a
terza categoria: “È l’unico torneo dei grandi che il
nostro comitato organizza e devo dire che, negli
ultimi anni, dopo qualche stagione di stallo, c’è
stata una crescita esponenziale. Basti pensare
che per il prossimo torneo avremo altre cinque
nuove società. E’ un ulteriore riconoscimento che
stiamo andando nella direzione giusta”. E nel futuro di Riccomi cosa c’è? “Non sono mai
soli 42 anni è il più giovane presidente di comitato
a livello toscano. Dopo sei
anni di presidenza (anche se adesso
il termine è delegato, anche in Provincia), Riccomi non ha perso minimamente lo smalto e l’entusiasmo
iniziali: “A darmi la carica - spiega - è
il movimento giovanile della nostra
provincia che ritengo all’avanguardia, nonostante la crisi economica.
Anzi devo dire che la recessione, ha
sotto certi punti di vista, fatto bene al
calcio nostrano, che stava a mio avviso diventando troppo “professionista”, soprattutto a livello dirigenziale.
I tecnici e gli istruttori devono essere
assolutamente preparati, ma un pò
di sano volontariato di contorno non
può far altro che bene. Al di là della
Polisportiva Margine Coperta, realtà
nazionale, mi preme sottolineare il
grosso lavoro fatto da tantissime società della provincia, come il Borgo e
il PesciaUzzanese, finaliste di Coppa
Toscana (che il Borgo ha vinto ndr)
oltre all’Unone Montalbano, tornata
come il Borgo nei campionati regionali dove troviamo Breda, Pistoia
Nord, Capostrada e MontecatiniMurialdo. Grazie all’appoggio delle
autorità comunali siamo riusciti poi
a portare a Montecatini nella
scorsa primavera
le feste regionali delle categorie
‘97-‘98, evento mai
verificatosi in precedenza.” Ma non è
oro tutto quello che luccica
“Il bilancio è positivo - prosegue - tuttavia c’è ancora
tanto da fare. Innanzitutto
gli allenatori e aggiunge-
ha le mani legate”. L’analisi di Riccomi si proietta
quindi su numeri che fanno rilfettere: “Gran parte
dei bambini, per l’esattezza più del 40 per cento,
finita la scuola calcio e gli Esordienti, non arriva
alla categoria Giovanissimi. Ciò dipende dal fatto che tante società abbandonano le categorie
giovanissimi (specie del secondo anno) e di conseguenza gli allievi e gli Juniores. E’ come spezzare una catena che, a quel punto, non si può
più aggiustare. In questo caso - specifica - noi
stato una persona ambiziosa per
cui se ci saranno ulteriori sbocchi
nella mai carriera federale sarò ben
contento ma non ne faccio certo
una questione di vita o di morte. A
me interessa che il calcio pistoiese
cresca e maturi”.
rei i presidenti, specie nei settori giovanili
devono avere più pazienza, sia sul singolo
giocatore che col gruppo. Pazienza intesa
come saper lavorare a lungo termine, senza
chiedere immediati e obbligati miglioramenti.
Bisogna dare ai giovani atleti gli
strumenti per crescere, senza
tensioni aggiuntive, in un clima
sereno. Il calcio è un gioco che
deve essere divertimento. Quando
c’è divertimento e passioni si raggiunge il più
alto grado di impegno e apprendimento”. Poi
comincia a togliersi i sassolini dalle scarpe:
“Purtroppo quando vado sui campi, specie
tra i piccoli, vedo ancora tanta esasperazione
tra i genitori in tribuna. Il bambino percepisce
chiaramente il nervosismo e le aspettative
del padre e in molti casi pure della madre,
non
si
diverte e
non impara. per
non parlare poi
della piaga dei procuratori, o presunti tali,
che fanno nascere false speranze nei genitori, contribuendo ad inasprire la situazione. E da tempo che sto sollevando questo
problema sul quale, ahimè, la federazione
I procuratori sono una
piaga, fanno
sorgere solo false
illusioni ai genitori
P32/fenomeni
il ricordo
Nelle foto vediamo due storiche immagini di
Sergio Corti alla guida del Montecatini: nella
pagina a fianco mentre esulta dopo un gol e
in questa pagina mentre segue il derby con la
Pieve al Comunale di via Ancona, utilizzando
una scala appoggiata dietro al muro.
Roberto Grazzini
“Addio Sergio,
ultimo eroe
biancoceleste”
Il tecnico livornese è morto improvvisamente a 61
anni. Alla guida di Borgo a Buggiano e Montecatini
era stato capace di diverse imprese. Dalla miracolosa salvezza in Prima fino a sfiorare la serie D.
P
roprio adesso che il calcio nella città delle Terme sembra
essersi risvegliato dal suo torpore atavico, con una società
nuova di zecca e un inaspettato titolo sportivo di Promozione,
viene purtroppo a mancare una figura importante nella storia
del pallone biancoceleste. Improvissimente, senza fare il
minimo rumore, ci ha lasciati Sergio Corti. A portarlo
via, a soli 61 anni, alla adorata moglie Paola, compagna di sempre e
alla figlia Paola, un infarto fulminante che non gli ha datto il tempo di
preparare la partita più difficile della sua vita. Livornese di Via Garibaldi,
stimato dirigente bancario, si fa conoscere in Valdinievole negli anni
‘70, quando veste le maglie di Lampo e Borgo a Buggiano. Mediano
dai piedi ignoranti, sa stare in campo e non leva mai la gamba. Gioca
assieme a Carlo Panati, attuale direttore tecnico della Lampo (diventerà
anche lui allenatore del Montecatini), al compianto Cambi, a Mauro Matteucci e ad un giovanissimo Luca Pellegrini. La vita va avanti, i percorsi
cambiano e sul finire degli anni ‘80, il Borgo si trova veramente a un
passo dalla retrocessione. I dirigenti non sanno più che pesci prendere
e mancano solo una decina di partite alla fine del torneo. Poi qualcuno
del consiglio sbotta: “Mi hanno detto che quel livornese che giocava
qui da noi, quello tutta foga ... Corti mi pare si chiamasse, fa l’allenatore
dalle sue parti. Perchè non lo chiamiamo?”. Basta una telefonata e lui
arriva. Prende le redini della squadra e la trasporta fino ad una salvezza
rocambolesca, ottenuta fra alchimìe tattiche e strane scaramanzie,
come quella di far giocare il Borgo
con la maglia della Baracchina, la
squadra amatoriale che allenava
a Livorno, nel decisivo derby col
Ponte Buggianese. Quel giorno
sulle tribune del glorioso «Bonelli»,
c’erano almeno un centinaio di livornesi doc, fatti venire appositamente per dare un “incitamento
particolare” agli azzurri. L’impresa
non passa inosservata a Moreno
Zinanni e Piero Papini, allora presidenti del Montecatini. Lo ingaggiano. Con i biancocelesti l’impresa
pare ancora più difficile. Si parte
sempre in corsa e - 6 in classifica,
frutto di una penalizzazione sportiva della passata stagione. E’ qui
che comincia la leggenda del tecnico labronico. La salvezza è cosa
fatta, con largo anticipo. Quindi
dal probabile inferno della seconda categoria, il Montecatini passa,
in un paio d’annate storiche, a un
soffio dall’approdo in serie D. Anni
di successi, frutto della grande coesione del gruppo e di quelle paritelle infrasettimanali memorabili,
a «porticine», dove Sergio si sce-
glieva i giocatori e arbirtrava lui stesso per essere
sicuro di vincere. Come leggendarie sono rimaste le
interviste nel dopo gara. Su tutte la frase “Per lo
spettacolo c’è il circo Orfei”, in risposta
ad un collega che gli chiedeva il perchè la squadra,
pur vincendo, non giocasse benissimo. Carattere
vulcanico e ansioso, spesso e volentieri veniva allontanato dal campo del
direttore di gara. Ma lui non si dava
per vinto, come quando si portò addirittura una
scala (come appare nella fotografia che pubblichiamo ndr) per poter seguire il derby Pieve - Montecatini
al comunale di Via Ancona. Poi il suo ciclo finì. Zinanni e Papini cedettero la presidenza e il Montecatini
ripiombò nell’oscurità totale. Però il legame con
la sua Montecatini non si spezzò mai.
Ogni volta che poteva, tornava nella città delle terme
per mangiare con i vecchi amci, sempre con la malcelata volontà di poter far qualcosa per il calcio cittadino. Non molto tempo fa, infatti, si era incontrato
con i nuovi vertici dell’Asd Montecatini per una fattiva
collaborazione magari, da una scrivania, ma purtroppo il suo destino era già segnato. Impressionante la
marea di gente presente al cimitero dei Lupi, per la
cerimonia funebre. In prima fila c’erano tutti i suoi
moschettieri biancocelesti con in testa Diego Ferrazza, il vichingo del Pontino, fedele capitano di mille
battaglie. Poi Maurizio Prato, cui spettava d’obbligo
il primo fallo della partita per intimorire gli avversari, il
talentuoso Giuliano Lotti, ex mezz’ala del Pisa, l’affezionato terzino Raoul Marenco da Lido di Camaiore.
Quindi l’altro ex professionista Luca Mattei, Giacomo Reggiannini, venuto da Cutigliano con la moglie e
tanti grandi del calcio toscano come l’ex bomber del
Livorno Bonaldi. Sergio sapeva farsi voler bene e il
resto non si discute. Con lui, per questo, se
va una bella fetta della storia del football di casa nostra: un calcio genuino,
senza troppi tatticismi e senza fronzoli, fatto di palloni spediti in tribune e
di sano agonismo. Addio Sergino.
P34/il calendario
P35/l’evento
tempo libero
il palio
Simone Gai
Giacomo Ghilardi
Bella Vita
Programma
Montecatini Opera Festival
Arriva l’opera a Montecatini Terme, negli incantevoli scenari
delle Terme Tettuccio e delle Terme Excelsior. Il 17 Agosto
è, infatti, partito il “Montecatini Opera Festival” (il cui direttore
artistico è Maria Giulia Grazzini) che durerà fino al 12 Ottobre e
che vedrà avvicendarsi le più belle opere del ricco patrimonio
lirico italiano. Da Puccini, a Verdi, passando per Vivaldi, fino
ad un omaggio al grande tenore Enrico Caruso. Otto eventi di
sommo prestigio (il compito dell’inaugurazione è spettato alla
pucciniana Boheme, così come a Puccini è stato dedicato anche il secondo appuntamento) con interpreti di rilievo internazionale. Nel dettaglio, il programma prevede:
7 Settembre MADAME BUTTERFLY
14 Settembre RIGOLETTO
21 Settembre OMAGGIO ALL’OPERETTA
28 Settembre OMAGGIO AD ENRICO CARUSO
5 Ottobre LE QUATTRO STAGIONI
12 Ottobre GRAN GALA’ DELL’OPERA ITALIANA
La prevendita si svolge alle Terme Tettuccio dalle 9 alle 12 nei
tre giorni precedenti il concerto e tre ore prima dello stesso.
La nuova stagione del Bella
Vita nasce all’insegna di una rivo-
luzione silenziosa che cambierà radicalmente il modo di divertirsi
a Montecatini Terme. Il manager del club, Gianni
Spicciani,
ci racconta di un re-styling del locale: nuovi colori, nuove luci e
nuovi elementi d’arredo. Il Bella Vita è sempre stato un locale dove
il cliente va per divertirsi e ballare, quindi massima importanza alle
scelte musicali e massima importanza al cliente, che deve essere al
centro dell’attenzione: iniziando dai fatti e non dalle promesse, con
il ritorno all’ingresso libero per l’uomo e per la
donna. Un locale dotato delle più grandi comodità, dal parcheggio
custodito alla caffetteria, in cui si paga solo quello che si consuma.
Cambiare senza stravolgere, ovvero offrire un prodotto sempre nuovo (tra i nomi di spicco che animeranno il ricco calendario Umberto
Smaila, Silvano Del Gado, Pago) e allo stesso tempo non spiazzare
chi da tanti anni ci preferisce (riconfermata la coppia vincente Alex
Berti Dj e la vocalist Liza Piazza). Per una stagione all’insegna, come
sempre, del sano divertimento segnatevi sull’agenda:
I consigli
25 settembre, inaugurazione Bella Vita
di Simone Gai
35° Festa Medioevale
di Badia a Pacciana
125° Fiera di Casalguidi
dal 16 al 21 settembre
dal 4 al 12 settembre
Ci vado da quando sono piccino ed è
sicuramente una delle più antiche feste
della provincia. E’ la fiera che indica la
fine dell’estate ma la temperatura gradevole di settembre fa godere in pieno l’intenso programma di questa manifestazione. Le cose importanti da segnalare
sono lo spettacolo di Paolo Ruffini il 18
settembre e il concerto di Enrico Ruggeri
il 20 . Inoltre, prendete un biglietto della
lotteria: non si sa mai che torniate a casa
con una Cinquecento o una Panda.
Ecco se volete fare una bella “sgranata” di
cucina tipica toscana (dal cinghiale in umido
alla polenta con i funghi) e spendere davvero
poco andate in questo piccolo paesino della
piana, situato tra Pistoia ed Agliana. Da
segnalare la cena medioevale (il 4 settembre)
che vedrà protagonisti in costume personaggi di spicco della vita pistoiese, la consegna
del “Fortichino d’oro” al campione di ciclismo
Franco Bitossi (il 7 settembre) e naturalmente
la grande sfilata storica (il 12 settembre) che
rievoca la presa di Pistoia e la tregua con
Castruccio Castracani.
Settembre a Quarrata
dal 1 al 30 settembre
Altro centro importantissimo della nostra
provincia è senza dubbio la città di Quarrata: nel mese di settembre, un programma intenso aspetta chi ha voglia di cultura,
enogastronomia e divertimento. Per il
programma completo vi consigliamo di
consultare il sito del comune www.comunequarrata.it. Gli eventi che vi segnaliamo
sono Venerdì 10 Settembre il concerto di
Cristiano De Andrè - “De Andrè canta De
Andrè” in Piazza Risorgimento, e “A cena
con Sapore di Sala”, la registrazione del
programma televisivo di TVL, con possibilità di cenare presso Villa “La Magia”.
Per prenotazioni 3939532458
Si rinnova la tradizione
Al via la 36° edizione del Palio
Il sindaco Marchi: “Una vetrina che la Città dei Fiori deve sfruttare al meglio per celebrare i
nostri borghi nel corso della rievocazione storica e promuovere la città verso l’esterno”.
P
escia è tornata all’epoca Medievale. Come ogni prima Domenica di Settembre, in città è stata organizza la trentatreesima edizione dell’ormai storico Palio:
danze, musica, sfilate e l’attesissima sfida di tiro con l’arco fra i
quattro Rioni (Ferraria, Santa Maria vincitrice della scorsa edizione, San Michele e San Francesco), che hanno offerto l’occasione di respirare per un’intera settimana l’aria del XIV secolo. “Una
vetrina che la Città dei Fiori deve sfruttare al meglio - chiarisce il
sindaco Roberta Marchi – per celebrare i nostri borghi nel corso
della rievocazione storica, e promuovere la città verso l’esterno”. Quest’anno, in particolar modo, gli organizzatori hanno un
motivo di orgoglio in più: per la prima volta hanno partecipato
alle celebrazioni anche i rappresentanti della Svizzera Pesciatina e dei comuni delle dieci Castella. Nessun paese è stato
dimenticato e l’intero territorio è stato valorizzato davvero come
merita. L’obiettivo è quello di coinvolgere in futuro anche altre
realtà per ora escluse, ad esempio Collodi o Veneri. “Nonostante i tanti problemi, il Palio non è morto – sottolinea l’assessore
alla cultura Stefano Cirrito, togliendosi un sassolino dalla scarpa
– e di questo voglio ringraziare soprattutto la Lega dei Rioni e la
passione dei tanti giovani volontari che per un anno intero hanno lavorato con l’obiettivo di organizzare i festeggiamenti”.
L’edizione 2010 è cominciata Sabato 28 Agosto scorso, nella
splendida cornice di Piazza del Grano, con lo spettacolo di arte
varia dei “Babuska medieval”. Il mattino successivo, in Piazza
Mazzini è stato allestito il mercatino di arti, mestieri, giocolieri
e falconieri con la presentazione di prodotti gastronomici tipici
dei paesi della rete Valleriana e dei quattro Rioni pesciatini. In
questa occasione, Federcaccia, per celebrare i 110 anni dalla
fondazione, ha partecipato con una mostra scambio di libri e
opere legate all’attività venatoria. In serata, ancora in Piazza del
Grano, si è tenuta la sfilata di moda (vedi nostro servizio pag.46)
che ha visto anche per questa edizione i commercianti coinvolti
direttamente. Inoltre, nei giorni del Palio è stata data loro la possibilità di tenere i negozi aperti fino alle ore 24 per lo shopping
al chiaro di Luna.
Ma è dal Lunedì che si è entrati sul serio nel vivo della sfida:
la tensione aumenta e il cuore della città inizia a battere per le
cene propiziatorie dei Rioni, gli spettacoli musicali e quelli degli
sbandieratori che tentano di accattivarsi le simpatie della sorte
e conquistare l’ambito Palio. Venerdì 3 Settembre alle 20.30, il
drappo, quest’anno dipinto da 6 artisti dall’associazione “Forma
Tonda” e intitolato “Sorana: fuga da Lignana”, è stato benedetto assieme ai gonfaloni dei Rioni all’interno della Cattedrale di
Santa Maria Assunta. Dopodichè tutti in Piazza Mazzini per la
suggestiva sfilata notturna lungo le strade cittadine e la presentazione ufficiale della contesa. Il giorno dopo ha preso il via il
concorso “La bellezza e l’eleganza della donna nel Medioevo
e nel Rinascimento” a cui ha partecipato anche la Dama della
città di Pescia. Il giorno tanto atteso è stato però domenica 5
Settembre: alle 10.15, l’Araldo accompagnato dai musici ha annunciato alla città la disputa del Palio, mentre dalle 15 è iniziato
il corteggio storico per le vie del Centro. Alle 17, finalmente, la
gara ha consegnato al rione migliore il palio.
(Al momento della messa in stampa del giornale ancora non
sappiamo quale Rione si è aggiudicato il Palio)
Panzanella
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P36/fuga di cervelli
P37/valdinievolini
l’esodo
Noi Valdinievolini nel mondo
Diletta Severi
Luca, Silvia, Alice, Gianluca, Giampaolo:
cinque nomi per cinque storie di chi ha trovato all’estero la sua strada.
“E’ l’ambizione che ti spinge, giorno dopo giorno, a cercare
nuove sfide e ad allargare i tuoi orizzonti”.
Parola di Luca Scafati, trentenne montecatinese doc, che seguendo la passione
per il basket e la voglia di realizzarsi ad alti
livelli, è arrivato a rivestire un ruolo di prestigio nel basket internazionale. A Barcellona dal 2008, è Institutional Relations
Executive che, tradotto, significa occuparsi dello sviluppo di
tutte le relazioni politiche ed organizzative che l’Eurolega ha
con le sue squadre e con le organizzazioni sportive internazionali. Per intendersi, è
stato lui a coordinare
tutte quelle operazioni ( gestione media,
sponsor,
relazioni
con general manager e presidenti) che
nel 2009 hanno portato l’Olympiacos
Atene e Partizan
Belgrado a giocare
negli States contro
blasonate squadre
di NBA .Un passato da giocatore (“modesto”, dice lui) prima e
da allenatore (“con risultati migliori”) poi, una brillante laurea in
Economia, un master e stage di prestigio Luca gira il mondo
lavorando a stretto contatto con i suoi idoli, con mostri sacri
del basket che conta, con le leggende del parquet. Racconta
la sua vita con entusiasmo, con positività, e ottimismo: “Guardandomi indietro, non c’è una cosa che non rifarei. Considero ogni decisione, giusta o sbagliata, un arricchimento del
proprio bagaglio personale. L’importante è non fermarsi mai e
guardare sempre avanti.” Nonostante a Barcellona non ci sia
un bar che fa il cappuccino buono come quello del Giovannini
e gli amici di Montecatini (“quelli delle zingarate, con cui ho
passato gli anni migliori”) siano insostituibili.
GIANLUCA SPINETTI,
L’ IMPRENDITORE
LUCA SCAFATI,
L’AMBIZIOSO
“Sono i sentimenti che dominano, il resto è abitudine, basta
adattarsi”. E così, anche se nella calda Spagna Alice Vitali,
ventinovenne valdinievolina, si è ben adattata, il non poter vedere crescere la nipotina è ciò che più la rattrista del suo spontaneo esilio. A 19 anni, fatti i bagagli e lasciata la casa natale, sbarca da sola nella grande e grigia
Milano dove, brillantemente, compie gli
studi universitari. La differenza tra fare
la turista e vivere in pianta stabile in una
nuova città le si palesa subito ma ciò che le fa superare e dimenticare i lati negativi del vivere in un metropoli è l’anonimato:
“nessuno mi conosceva – ci spiega - ed è stato forse questo
a motivarmi nella scelta di non tornare in Toscana”. Infatti,
dopo Milano, c’è stata e c’è tutt’oggi Barcellona - dove riveste
ALICE VITALI,
LA PRATICA
“Comunque, un’altra grande verità cara Diletta, è che mi mancano molto le donne italiane”. E pensare che Gianluca Spinetti,
classe 1980, risiede in pianta stabile in Argentina (Puerto Iguazu),
terra di belle ragazze per antonomasia. Neppure la sua vita – certamente originale – l’ha distolto da questo pensiero: croupier di
professione – mestiere insegnatogli dal padre – ha girato il mondo
sulle navi da crociera (Alaska, Hawaii, Caraibi, Centro America,
Brasile), dopo aver concluso gli studi negli States. Poi, un ruolo di
responsabilità in Paraguay
(general manager di un
casinò a Ciudad del Este)
ed, infine, il totale cambiamento di rotta verso il mondo
dell’imprenditoria: “Visto che mio
padre si era stancato di lavorare di
notte nei casinò, abbiamo decido di
dar fondo a tutti i nostri risparmi ed
aprire l’Hotel Posada La Sorgente,
ventiquattro camere con ristorante
rigorosamente toscano”. E, a giudicare dalle recensioni su internet
dei clienti che hanno soggiornato lì,
l’investimento deve essere andato
proprio bene. “Il mondo argentino – ci spiega Gianluca - è molto
diverso da quello italiano: c’è più tranquillità, meno frenesia. E più
valori, anche. Il culto della famiglia è sacro, un po’ come lo era in
Italia 50 anni fa.” I luoghi che ha visitato e in cui ha vissuto, le persone trovate e conosciute sul proprio cammino hanno reso la vita
di Gianluca estremamente interessante. Difficile, quindi, non rifare
tutto. Anche se le donne italiane, sono insostituibili.
SILVIA GOZZINI,
L’INNAMORATA
il ruolo di Project Coordinator in Financial
Service di una conosciutissima mulrinazionale -, a suo avviso “la città più bella
del mondo”. Ogni giorno uno stimolo
nuovo: “è una città di mare, di passaggio che ti può dare tanto e togliere molto
allo stesso tempo. E’ la città però, dove
potrei vivere tutta la mia vita”. Affascinata dal suo essere multiculturale e dalle
prospettive che Barcellona offre, Alice ha
avuto anche la possibilità di incontrare e
stringere amicizie con persone provenienti da tutto il mondo, con sempre qualcosa da raccontare, non
omologate, interessanti, con storie tristi alle spalle o con futuri radiosi
davanti. Anche se i momenti difficili non sono mancati, rifarebbe tutto
quello che ha fatto perché “sono cresciuta, mettendomi in discussione ogni giorno”. E anche se la nostalgia per la focaccia, le colline toscane, la tranquillità del paese, e il prosciutto è, a volte, forte, scegliere
Barcellona “ne è valsa, comunque, la pena”.
“Ho finito il liceo quasi per scommessa, e sapevo che il premio che
mi sarei fatta sarebbe stato un biglietto solo andata, via da Montecatini”. Con le idee ben chiare in tasca (“ho sempre sentito che
avrei vissuto altrove”), pochi rimpianti alle spalle (anche se “la famiglia,
le comodità di casa, gli
amici
dell’Irish, gli accenti che
conosci” hanno fatto traballare un po’ le sue certezze), Silvia Gozzini, ventottenne montecatinese, lascia nel 2001 la terra natia per rischiare
l’avventura a Londra. Completamente rapita ed affascinata dalla sua
nuova vita, dagli studi e dalle esperienze raccolte per strada, sui night
bus, in appartamenti affollati tra stranieri di
cui non saprebbe nemmeno pronunciare
il nome, la notte di Holloween nel 2002,
in un vagone della Piccadilly Line incontra quello che sarebbe diventato, cinque
anni dopo, suo marito. Keevin – studente americano di medicina – e Silvia si innamorano così, a Londra, terra straniera
per entrambi, camminando lungo i fiumi e
tenendosi per mano nei musei. E dall’Inghilterra, sono partiti alla volta del Kentucky dove tutt’oggi, da sposati, si godono
una serena vita matrimoniale. Silvia studia
psicologia e sociologia, svolgendo attività
di volontariato con donne e bambini vittime di abusi: “La vita all’estero non è facile – ci confida – perché ci sono momenti di solitudine
in cui senti forte la mancanza delle “cose di casa”. Ma il mettersi in
gioco quotidianamente e il reinventarsi ogni volta che se ne presenta
l’occasione, è la forza che viene dal vivere fuori dalla propria “confort
zone” Ho trovato la mia strada, o per meglio dire, me la sono andata
a prendere ”.
Giampaolo Panzica, classe 66, biologo molecolare ed esaminatore di domande di brevetto in biologia molecolare, nato a Genova,
ha vissuto a Montecatini fin dai tempi dell’asilo. Fa parte di quel
gruppo di “fuga di cervelli” che ha lavorato con successo nelle più
importanti capitali europee: dopo Londra, Vienna, Monaco, Helsinki e L’Aja, Amsterdam, attualmente vive a Berlino. Ciò che lo
lega a Montecatini, città di
origine, è essenzialmente
la sua famiglia, includendo
il suo più grande, infallibile
amico: Schulz, l’amatissimo pastore tedesco. “E gli amici naturalmente, quelli veri - dice - Montecatini rimane il luogo dei nostri
ricordi, di tutti quegli anni trascorsi “abbastanza” serenamente.”
Dopo venticinque anni lontano da qui, Giampaolo torna sistematicamente dalle nostre parti, ma
ammette: “Nonostante tutto il tempo
trascorso a Montecatini, mi vedevano
come genovese e mi sentivo come
tale. Ironia della sorte, a Genova, dove
sono nato e ho studiato, ero un toscano”. Inoltre si chiede se Montecatini
troverà mai una identità aggregante.
“La città non ha offerto molto alle sue
giovani generazioni, e solo per alcune
famiglie ha continuato ad essere il confortevole e materno salotto di sempre,
senza che questo si traducesse in una
crescita della città, né in uno sviluppo
della sua vita culturale odelle sue realtà
di lavoro”.
GIAMPAOLO PANZICA,
LO SCIENZIATO
P38/il giullare web
P39/la jeanseria
dal sito
il mercatino
Diletta Severi
foto di
Cristiano Bianchi
Leggi www.ilgiullare.com e lascia un commento
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Pubblichiamo di seguito, un commento, già visibile sulle pagine del nostro sito internet www.ilgiullare.com.
da - Fernado Basile - 04/08/2010 12:53
Mi fa piacere che le mie idee siano poi sposate da altri senza però riconoscerti
la paternità o coinvolgerti…….credo che il direttore del Calcio Montecatini, Ennio
Pollastrini e il presidente del Basket Montecatini Andrea Niccolai possono senza dubbio riconoscere la paternità del progetto polispor
polisportiva non al signor ZINANNI COME LEGGO NEL VOSTRO ARTICOLO. Ma sicuramente saranno memori di aver per primo sentito tale
parola dalla mia voce…..RICORDO INOLTRE DI AVER DATO A POLLASTRINI IL NUMERO DI NICCOLAI……che tristezza questa
poca originalità!!!……..Spero che pubblicherete per diritto di informazione il mio sfogo nel prossimo numero……….è vostro dovere.
Panzanella
Alla fiera del jeans
a Ponte Buggianese
G
ina e Romina, titolari dello storico negozio di abbigliamento Panzanella, hanno deciso di affrontare l’arrivo delle nuova stagione
autunno-inverno con un piglio deciso e, naturalmente, modaiolo:
la Fiera del Jeans è la giusta risposta all’estate che ci lascia per dare
spazio alla stagione più fredda. Dal 3 settembre, ogni venerdì per
tutta la giornata, nella piazzetta adiacente lo store a Ponte Buggianese ver
verrà allestito, infatti, un mercatino dedicato interamente ad uno
dei capi storicamente più amati da donne e uomini: il
denim. Take-Two, Phard, Antony Morato, Ddouble Black, Re-Start, LTB
sono solo alcune delle marche che troverete sul fornito banco di Panzanella:
a prezzi scontatissimi, i modelli di fine serie delle griffe più famose per
i jeans. Ma non solo. Per gli amanti del look casual e sportivo, accanto alle
grandi occasioni denim, sarà possibile trovare felpe e t-shirt, per tutti i
gusti e per affrontare con stile e glamour la nuova stagione.
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La Dispensa: boutique
del buon cibo e del buon vino
Cosa mangiamo
a settembre?
foto di Cristiano Bianchi
Lo chef Leonello Spadoni del
un piatto di fine estate, puntando ancora
sul pesce: la zuppetta di moscardini con
pomodorini freschi che alimentano il gusto
ZUPPETTA DI
MOSCARDINI
PROSCIUTTO DI
PARMA E MELONE
Federico Schiavelli del
Ristorante Cecco
di Pescia, in questo numero ha
preparato un piatto semplice, ma
che, in estate, ha fatto da padrone a
tavola: prosciutto di Parma di prima
qualità e melone. Una certezza.
foto di Cristiano Bianchi
Ristorante La Favola Mia di
Chiesina Uzzanese ha preparato
LA DISPENSA GIOVANNELLI
Via Don Facibeni, 2
51016 Montecatini Terme (PT)
Tel. 0572 904486
R
iassumere il mondo de “La Dispensa” sembrerebbe
essere un’ardua impresa, tante e varie sono le offerte di
questa vera e propria boutique del cibo e
del vino. Ma la scritta che elegantemente campeggia sul muro del
Coffee Restaurant Corner (spazio dedicato alla ristorazione,
alle colazioni, alle merende, agli aperitivi) ci può dare una notevole mano
per definire, almeno nella filosofia e nello stile, questa oasi per buongustai: “una sosta gourmet per assaporare, sperimen-
tare sapori autentici della tradizione, un luogo di
incontro dove si potranno acquistare prodotti unici
ed eccellenti. Vere prelibatezze per vista e palato”.
TREBBIANO
“TENUTA CAPEZZANA”
Alessio Malucchi
dell’Enoteca
Malucchi di Pieve
e Pescia, ci propone
un vino rosso di assoluta
qualita: il Trebbiano, tenuta Capezzana. Al naso
è complesso, grazie a un
buon equilibrio tra legno
e frutto. Al palato è pieno, morbido, con nerbo
acido deciso e un finale
lungo e intrigante.
IL PAZZO SCHERZO
DI PAZZINI
Questo mese Federico
Pazzini del Ristorante Panbagnato di
Ponte Buggianese,
ci ha fatto uno scherzo. Ci
ha fatto trovare un piatto
vuoto, ma lo ha riempito
di simpatia, caratteristica
del locale (frequentato
da calciatori e vip) dove,
oltre a mangiar bene, ci si
diverte e ci si sente come
in famiglia.
La Dispensa, fiore all’occhiello della gastronomia valdinievolina, nasce
nel dicembre 2008, originariamente come degustazione
e pranzi di lavoro. Ad oggi, è anche gastronomia,
macelleria, rosticceria, panetteria (col pane
di Pietrabuona cotto a legna), ortofrutta, enoteca
ed infine – grande novità dal giugno scorso – ristorante e pizzeria (anche da asporto). Il pesce fresco da
trancio (salmone, tonno, spada), la carne (da grigliata, ma
soprattutto bistecche), gli spaghetti (con cozze, vongole
o un classico cacio e pepe) e la pizza (in grado di accontentare anche i palati più fini) sono i piatti caldamente
consigliati da Nicola e Mariano, soci dell’azienda, entrambi accomunati da una esperienza ventennale nella ristorazione. Materie prime scelte e selezionate,
insieme ad un ambiente moderno e di classe (sala interna
ma possibilità di cenare anche all’aria aperta), fanno de La Dispensa
un’ottima scelta per una cena fuori casa. Il reparto gastronomia offre al
pubblico un’ampia selezione di formaggi italiani e francesi, oltre ad un
grande assortimento di salumi (cinta senese, porchetta col fegato, salame, spalla), prosciutti (d’agnello o al taglio) e mortadelle. Tra le esclusive
de La Dispensa, il pesto genovese Rossi – segnalato
dal Gambero Rosso come miglior pesto d’Italia - e il
guanciale di Sauris, prodotto tipico friulano, leggermente affumicato. La
rosticceria spazia dall’angolo affumicati (salmone e spada) ai tradizionali
prodotti – roast beef, le lasagne, il coniglio arrosto. In base alla stagione, poi, verdure cotte (stringhe, fagiolini, zucchine) ed insalate varie
(pollo, farro, polipo). La macelleria, vanto de La Dispensa, si distingue
per l’ottima ed elevata qualità della carne. La specialità è, senza
dubbio, la bistecca. Per quanto riguarda il reparto ortofrutta, importante sottolineare che tutti i prodotti provengono dall’Azienda
Agricola Bonelli di Borgo a Buggiano. Prodotti autoctoni,
come il gelato artigianale della Gelateria Ultimo Chilometro. E poi
c’è il mondo del vino e dell’acqua, dove le parole d’ordine sono
ricercatezza ed esclusività. L’enoteca dispone di etichette non
scontate, bensì prodotti di ricerca e di elevata qualità. E tra gli scaffali, è possibile trovare vere rarità: dalle selezioni
di tè e succhi di frutta, fino alle prestigiose acque (dalla famosa
Perrier, passando per la Ty Nant fino ad arrivare alla Evian, in una
griffatissima versione firmata JeanPaul Gaultier).
P42/il locale
P43/talenti
caffè mirò
la band
Diletta Severi
Un nuovo ristorante
per il Caffè Mirò
Noi, musicisti puri?
Mah...Tarabaralla!
Simone Gai
ma sicuramente il nostro seguito lo dobbiamo alla perfor-
il 24 sarà il
turno dei conosciutissimi TARABARALLA (leggete la loro intervista qui a fianco). Gran
finale a fine mese: il 25 piano bar con RICCARDO
ANCILLOTTI (per altro, nostro valido collaboratore) ed, infine, il 29 ritmica serata con le selezioni musicali
di ALEX BERTI DJ (DJ resident al Bella Vita).
di Vasco Rossi), mentre
mance live al Pistoia Blues del 2005, quando abbiamo aperto il concerto di Mr. Bob Dylan.
Ma avrete un segreto? Dove siete a suonare c’è sempre un sacco di gente che balla.
Il nostro segreto, se ce n’è uno, è la scaletta: quando andiamo davanti al pubblico sono loro i nostri datori di lavoro.
Sai quante volte mi sarebbe piaciuto fare canzoni che magari
conosco solo io, ma chi viene a sentirci vuole divertirsi.
Anche voi vi divertite, si vede proprio.....
Se non ci si divertisse , non avrebbe senso fare quello che
facciamo. Siamo sul palco come siamo nella vita: d’altronde
F
ervono i preparativi al Caffè Mirò di Larciano per l’inaugurazione – a metà settembre
– del nuovissimo ristorante che andrà ad
impreziosire la già ricca offerta di servizi da
parte del noto locale. Oltre alla classica pizza, i clienti potranno trovare specialità di carne e di pesce: il
tutto, naturalmente, accompagnato dalle consuete
serate live music. Infatti, la volontà di Giacomo e
Marco, titolari del Caffè Mirò, non è quella di stravolgere la vera natura del locale ma solo quella di
offrire un servizio in più – quello appunto della ristorazione – alla propria clientela. Proprio per questo,
il calendario eventi si presenta ricco e fitto di date
da segnarsi e alle quali non mancare: si comincia il
10 settembre, con TRIBUTO A LIGABUE. Si prosegue il 17 con l’esibizione de
“IL RESTO DELLA CIURMA (cover band
I
n questo articolo, potremmo parlare di come il cinema
russo ha influenzato i più grandi autori del ‘900 e sarebbe, comunque, meno complicato che spiegare in
poche righe, chi sono I Tarabaralla. A Pistoia, non c’è
festa, locale, persona, animale, cannuccia d’estathè, pianta
rampicante che non li conosca, ma per chi ci segue al di fuori
della città di Giano, è bene dare una piccola infarinatura. I
Tarabaralla sono un gruppo musicale: e già questo potrebbe
già essere un primo fatto su cui discutere, visto che Elio Capecchi & Co. sono veri animali da palcoscenico. Il fenomeno
Tarabaralla è un vero e proprio ciclone, che ti affascina e ti
lascia sconvolto almeno per i 20 minuti dopo il concerto. E di
questi tempi, rimanere sconvolti per 20 minuti è un lusso. Il
gruppo è composto da: Elio Capecchi (voce), Marco Frosini
(detto: Ganasha / chitarra), Enzo “Enzino” Panichi
(Batteria), Carlo “Biagio” Biagini (tastiere). Insieme
hanno, sicuramente, fatto ballare tutta Pistoia.
Parlare con Elio Capecchi, o come viene presentato sul palco, Elio Del Capecchi, in perfetto stile
medievale, è come parlare con la “sezione musica” di Wikipedia, da tutte le nozioni che conosce.
Cresciuto con la musica classica, padre baritono,
si ferma spesso mentre lo intervisto, per ascoltare
meglio la musica di sottofondo e poi mi chiede:
“sai chi è questo?” Io scuoto la testa e lui, sospirando, mi dice l’autore.
Elio qual è stato il momento in cui I Tarabaralla son diventati profeti in patria?
A Pistoia è difficilissimo diventare profeti in patria,
non siamo musicisti puri. Ganasha un chitarrista? Mah, tarabaralla! Elio un cantante? Mah, tarabaralla!.
E ora per la musica in centro a Pistoia come facciamo?
Bisognerebbe fare del casino e chiedere spiegazioni perché
togliere la musica nel centro di Pistoia, vuol dire in un certo
senso far morire un po’ le attività dei locali. Rispetto, certo,
per chi vuol riposare, ma rispetto anche per chi la musica la
vuole semplicemente ascoltare.
Poi, di nuovo, Elio si ferma perché il PC ha fatto partire “Baba
O’Riley” degli WHO: mi insegna che l’intro, lunghissimo e ricercato, è un omaggio al grande Terry Riley. Dopodiché va
alla sua collezione di cd contenti la storia del rock, prende un
disco di Riley (appunto) e me lo fa ascoltare; poi si allontana.
Per lui l’intervista è finita o forse non è nemmeno mai iniziata:
invece, io ho imparato qualcosa.
P44/fenomeni
P45/il ritrovo
l’imitatore
18.1
Lorenzo Benedetti
“Vivi la notteOver 30”
Diletta Severi
I
l divertimento ha un solo numero: 18.1, il nuovo, ma già conosciutissimo, polo del divertimento valdinievolino. Il locale, caratterizzato da uno
stile ricercato e raffinato, e da un ambiente suggestivo ed elegante, fa
da cornice alle serate più in voga del momento, rivolte in particolar modo
ad un pubblico over 30. Mauro e Quinzio, titolari del 18.1, in collaborazione con Nicola Vescovi vi aspettano all’inaugurazione invernale de “Vivi la
Notte Over 30”: ovvero, dal 16 settembre partirà l’appun-
A
tamento fisso del giovedì sera, con cena spettacolo
su prenotazione e musica dagli anni ‘70 ad oggi. L’ingresso è libero e la consumazione non obbligatoria.
Per l’inaugurazione,
ci sarà la partecipazione speciale della
Joy Band.
“Imito gli altri
per farvi ridere”
quindici anni si esibiva come imitatore alle
feste paesane nei comuni vicino Pontedera,
città nella quale è nato; adesso è uno dei personaggi più popolari di “Quelli che il calcio”.
David Pratelli, 40 anni, lo abbiamo incontrato
alla fine del suo show che ha chiuso la “Settimana Chiesinese”. L’imitatore e showman
ricorda con orgolio gli inizi della sua carriera: “Guadagnavo
trentamila lire a serata. Sono
cresciuto mangiando pane, nutella, varietà e commedia all’italiana. Adoro i film di De Sica,
Sordi e Celentano, artisti che
hanno influenzato la mia vita lavorativa”. Pratelli comincia a farsi conoscere al grande pubblico
in radio (Radio 4 e Radio Italia
più). La svolta arriva nel 2002,
con il primo posto nel campionato italiano degli imitatori “Sì
sì, è proprio lui”, di Rai Uno. Nel
2005, grazie anche al sodalizio
con l’agenzia di Pistoia “Vegastar”, Pratelli fa il salto di qualità e lo vediamo in “Guida al campionato” (Italia 1) nelle vesti
di Lippi, Capello, Ibrahimovic, Ranieri. Poi il salto a “Quelli
che il calcio”. “E’ stata la mia consacrazione, i personaggi
che ho imitato sono stati molti, da De Sica a Mughini, passando per il ministro Tremonti e tanti altri ancora”. Ma come
si sceglie un personaggio da imitare? “Se un personaggio è
particolarmete in vista è più facile far divertire il pubblico. La
somiglianza nell’aspetto fisico è molto importante, ma con
l’utilizzo dei trucchi di scena si riesce a fare di tutto. C’è poi
un lavoro profondo in ogni imitazione. Se qualcuno mi
colpisce decido di imitarlo, altrimenti non
lo propongo”. David Pratelli, dopo la sua eccezionale
performace sul palco di Chiesina Uzzanese, ci ha anche
confessato:
“Sto
lavorando su nuovi
personaggi. Soprattutto sto studiando
Rocco Siffredi, Fabri
Fibra e Cesare Ragazzi”. Il diverti-
mento, con lui,
è assicurato.
chi è
David Pratelli nasce a Pontedera il 21 dicembre 1970. Imitatore e cabarettista italiano, ha al suo attivo anni di esperienza radiofonica e televisiva. La consacrazione del grande pubblico arriva nel 2006 a Guida al
Campionato. Ora è una presenza fissa a “Quelli che il calcio”.
Nelle foto vediamo David Pratelli prima insieme al nostro valido collaboratore,
Lorenzo Benedetti e poi nelle vesti dei suoi personaggi: Lippi e Ibrahimovic
DiciottO.1
Via Montevettolini Cantagrillo 3110/A
Monsummano Treme (PT)
Tel. e Fax 0572 640631
Cell. 345 1332481 - 338 4493222
P46/agenda
curiosità
Nuovo successo per le allieve
della Daedalus Dance Academy
La scomparsa del Vescono Scatizzi
Lo scorso 27 agosto è morto Simone Scatizzi, Vescono emerito di Pistoia. Ha vissuto con lucidità e coraggio
quest’ultima parte della sua vita dedicandosi alla preghiera e alla poesia. Nato a Coiano (Prato) il 26 maggio
1931, Simone Scatizzi entro’ da ragazzo nel Seminario
di Prato. Venne ordinato Sacerdote nel Duomo di Prato.
Fu il primo segretario di monsignor Pietro Fiordelli, allora
Vescovo di Prato. Nel ‘77 fu eletto Vescovo di Fiesole
e consacrato, nel Duomo di
Prato, l’8 settembre per le
mani di monsignor Fiordelli.
Il 27 maggio ‘81 fu trasferito
a Pistoia e vi rimase fino al 7 novembre 2006 quando il
Papa accetto’ le sue dimissioni per raggiunti limiti di eta’.
Dal sindaco Renzo Berti, nel gennaio del 2001, ricevette
la cittadinanza onoraria a Pistoia.
pillole moda
Il “Garbatore”: t-shirt per avere
più successo con le donne
La nuova linea di abbigliamento che prende il nome “Garbatore”, è stata fondata questa
estate dai fratelli Porciani. Nasce da uno scherzo fra amici,
da un neologismo, che sta più
o meno a significare che, in
ognuno di noi, è presente una
certa “garbatura”....e può verificarsi in tutti i momenti: in una
serata in discoteca, oppure
al supermercato. Con questa linea di t-shirt si cerca di
esorcizzare il gioco delle conquiste adolescenziali. Sulle
prossime magliette ci saranno anche i consigli del “garbatore”. Chissà, magari funziona...
El Vaquero, in estate, ha fatto
impazzire l’isola di Formentera
Questa estate, chi è stato in vacanza a Formentera, avrà
notato che c’era qualcosa in più che lega l’isola più alla
moda della Spagna, con il nostro territorio: la nuova boutique di “El Vaquero”, lo storico brand creato da Valerio
Giuntoli nel ‘75. “El Vaquero” ha una storia basata su un
susseguirsi di collezioni di altissima qualità, scrupolosa
ricerca dei materiali utilizzati e sapiente artigianalità di un
prodotto completamente realizzato in Italia.
Ogni prodotto è speciale: veri e propri gioielli di cuoio.
Un nuovo successo, quindi, per il designer valdinievolino
Valerio Giuntoli che non ci finisce mai di stupire, grazie a
un prodotto senza eguali. Uno stile che si riconosce al
primo impatto, intramontabile e che ha sempre cavalcato le tendenze di ogni epoca. “El Vaquero”, quindi, è un
vero gioiello da indossare ai tuoi piedi.
Dal Grande Fratello alla sfilata a Pescia
Ferdi ha indossato i gioielli di Anna Rita
Grande sorpresa per il numeroso pubblico che si trovava in piazza Mazzini a
Pescia, a seguire la sfiata di moda «Glamour sotto i portici», evento organizzato
dall’ente dei Rioni con il patrocinio del Comune di Pescia, in occasione per i
festeggiamenti del Palio. Durante lo spazio dedicato ai gioielli, nel quale hanno
sfilato i modelli e i prodotti del negozio Anna Rita Gioielli,
sulla passerella è salito anche Ferdi Berisa, vincitore del
Grande Fratello 9, accompagnato dalla nuova fidanzata
Barbara Barucca. Una vera esclusiva per la cittadina della
Valdinievole che ha potuto vedere da vicino uno dei più
seguiti personaggi del reality di Canale 5. Ferdi, ha sfilato
indossando i gioielli di Anna Rita (nella foto), portando per
mano due bambini Emma (3 anni) ed Edoardo (2), figli di
Federico Schiavelli, titolare del ristorante Cecco, e della
moglie Paola Antognoli. Questa sorpresa è stata possibile
anche grazie al rapporto di amicizia che lega l’ex gieffino
ad Anna Rita e Domenico. Nel corso della serata hanno
sfilato i negozi: “Giuntoli”, “Tuttobimbo”, “Giannino”, Ottica “Goiorani”. Anna Rita Gioielli ha presentato l’ultima
collezioni primavera estate del brand “Vanto”, gioielli argento e pietre dure che si ispirano agli anni ‘30-’40.
Il 16 luglio scorso si è tenuto a Massa Carrara, presso
il Festival Ballet Theatre, l’omonimo “Festival Ballet”,
all’interno del quale si è svolta la rassegna, con giuria,
“Dance Everybody”. Hanno partecipato, riscuotendo
successo e un piazzamento di prestigio, le ragazze
del corso professionale della
Daedalus Dance Accademy di
Pescia: Alice Salani, Federica Zei
e Giulia Pagni si sono esibite con
una coreografia di contemporaneo, firmata dalla direttrice della
scuola Costanza Mucci. Tra i
giudici, la ballerina professionista
Susanna Beltrami, conosciuta al
pubblico grazie alla sua partecipazione a Dance Accademy su
Rai 2. Le ragazze, tutte originarie
di Pescia, si sono piazzate tra
i primi tre posti, acquisendo il
diritto di partecipare alla trasmissione televisiva di MTV
“Dance Tv”. Dopo l’ammissione all’Accademia della
Scala dell’allieva Giulia Paganelli (vedi Il Giullare n.9 ) e
dopo il diploma di Federica Zei all’Accademia di Roma,
un altro importante successo per la scuola Daedalus e
per la sua direttrice Costanza.
“Montecatini Terme incontra”
Con noti giornalisti e scrittori
Montecatini Congressi, insieme all’Assessore alla Cutura e allo Spettacolo, Bruno Ialuna, lanciano l’iniziativa
“Montecatini Terme Incontra”: una serie di autori letterari, giornalisti di risonanza nazionale, saranno protagonisti di interviste “aperte” di fronte al pubblico, sul
tema generale della nostra Italia che cambia, declinato
secondo le loro sfere di azione e di analisi. Gli incontri
saranno appuntamenti fissi tra settembre e ottobre e
si terrano maggiormente nel piazzale del Gambrinus. I
nomi che interveranno all’iniziativa e quindi i personaggi intervistati sono: Oliviero Beha, giornalista e scrittore, Michele Afferrante, giornalista e autore televisivo,
Luca Telese, giornalista, scrittore e autore televisivo,
Dario Vergassola, comico e cantautore, Mario Tozzi,
geologo e giornalista. Personaggi, insomma, di un
certo spessore nel panorama culturale italiano.
Natali segue il Milan
vicino
a Berlusconi
Lo hanno immortalato i paparazzi della
Gazzetta dello Sport (lunedi 30 Agosto)
sulla tribuna d’onore dello stadio “Meazza” di S.Siro a Milano, in occasione
della prima partita di campionato, MilanLecce. E noi lo ripubblichiamo. Sì è proprio
lui, il manager del basket Gino Natali, con la moglie Tina Visibelli,
seduto accanto al Presidente Silvio Berlusconi, Adriano Galliani, Braida e dietro, si vede seduto (sorridente), anche il bomber
svedese Zlatan Ibrahimovic, appena acquistato dai rossoneri e, in
quell’occasione, per la prima volta sulla sponda del Milan, a S.Siro.
A Chiesina Uzzanese arriva
lo show di Paolo Ruffini
Un importante appuntamento è previsto a settembre a Chiesina Uzzanese, organizzato dalla
Proloco locale. La data è mercoledì 29 settembre
dalle ore 21:00 in poi con lo spettcolo di Paolo
(Paolino) Ruffini e il suo cast in: “Io doppio! Un
Bell’Applauso!”. Paolo Ruffini, artista livornese
molto conosciuto per i suoi doppiaggi. Ci sarà da
ridere. Per prenotazioni biglietti ed ulteriori informaioni potete contattare Elda al numero 348/4115479.
“In salute e felici?” evento
spostato al 16 settembre
L’evento che avevamo segnalato sullo scorso
numero al Palazzo dei Congressi di Montecatini Terme “In salute e felici? Semplice se
sai come farlo” è stato spostato a giovedì
16 settembre (ore
21). Una giornata
dedicata alla salute
e al benessere fisico
e interiore. I relatori
dell’evento, nominato “Evento intelligente” sono Eleonora Lepori
(psicologa-psicoterapeuta) e Sergio
Paccosi (psicologo-psucoterapeuta).
Ricordiamo che l’ingresso è libero e
per informazioni si puo’ chiamare il
numero di telefono: 0572-75861.
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