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Tesi 5 Polifonia e contrappunto medievale Tesi 5 “Gli inizi della
Tesi 5
Polifonia e contrappunto medievale
Tesi 5
“Gli inizi della Polifonia". Il contrappunto medievale, compositori e teorici
La polifonia dei secoli IX e XIII dal 800 al 1200 d.c.
La Polifonia è dunque la combinazione di suoni simultanei, ovvero canto a più voci.
Anche in altre culture extra europee era una forma già presente ma eseguita a livello
improvvisativo.
La creazione polifonica occidentale si svolgerà sotto il diretto controllo del compositore e verrà
tramandata attraverso la registrazione scritta e la codificazione teorica
La polifonia, è stata utilizzata per soddisfare l'esigenenza di dare una maggiore solennità alla
liturgia. I musicisti del IX secolo infatti, non hanno inventato nulla di nuovo, ma hanno bensì,
utilizzato la pratica del canto a più voci, creando quindi una sorta di amplificazione verticale del
canto gregoriano.
La forma più antica della Polifonia, è detta Diafonia, e si attuava sdoppiando la melodia
eseguendola ad altezze differenti a intervalli di quarta e di quinta.
Ambedue le voci potevano essere raddoppiate anche un' ottava sopra e sotto, creando cosi un tipo
di polifonia chiamata anche l’Organum parallelo, che sarebbe l'esecuzione dei canti liturgici sotto
forma di diafonia.
In Inghilterra per altro, si praticava anche un tipo di diafonia con il raddoppio di una terza sopra la
melodia principale. Questo tipo di diafonia è detta Gymel.
Non si sa con precisione il luogo di origine del canto simultaneo a più voci denominato punctum
contra punctum cioè nota contro nota, ma fu molto coltivato nei monasteri dell’Impero Franco,
centri propulsori di tropi e sequenze.
Tale stile cioè il punctum contra punctum veniva chiamato anche discanto.
(questo termine fu utilizzato anche per definire la parte più acuta )
Johannes Affligemensis scrive Il De Arte musica, dove teorizza il discanto.
Proprio la polifonia nelle sue origini è una forma di tropatura musicale poiché una o più voci
venivano aggiunte alla voce principale.
Vi era dunque una vox principalis, raddoppiata a distanza di una quarta quinta o ottava
dalla vox organalis.
In questo periodo si utilizzava anche la rota, che era un tipo di composizione a canone circolare o
perpetuo, dove ogni voce inizia sfalsata rispetto alle altre, e terminata la melodia inizia da capo. Un
esempio è il Fra martino Campanaro.
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I Manuali
Hucbald di Saint Amand (840-930) ha scritto il primo lavoro sistematico sulla teoria occidentale
della musica comprendendo le differenze tra pratica contemporanea e antica scrive anche
Istitutione de Armonica ed è attribuito a lui anche il Musica enchindiaris
Il Musica enchiriadis, era molto in uso nel tempo e descrive la polifonia chiamata
ORGANUM, indicando appunto le consonanze ammesse :
ottava quinta e quarta.
Il problema poteva nascere dalla dissonanza del tritono ovvero l’intonazione simultanea
dell’intervallo di quarta eccedente denominato dai cantori del tempo diabolus.
Per evitare ciò, il Musica enchindaris suggeriva l’utilizzo dell’ unisono nonché di intervalli
imperfetti (come quelli di seconda o di terza)
oppure l’andamento obliquo e contrario delle due melodie come nel caso del Rex Coeli Domine .
Si crea cosi L’Organum Libero.
Moto contrario ed ammissione di combinazioni possibili di terza e di sesta o di incrocio di parti,
verranno teorizzati poi da Guido D’Arezzo nel 1026 nel suo Micrologus (cioè piccola trattazione).
I manoscritti e l'esecuzione polifonica
Al secolo XI, appartengono i brani polifonici manoscritti per le varie scholae cantorum delle
cattedrali o ambienti monastici. Tra questi si ricorda il Tropario di Winchester, omonima abbazia in
Inghilterra. Questo tropario comprende oltre 150 organa a d voci, sia Alleluia, che Tractus che
Responsori.
L’esecuzione polifonica più elaborata veniva affidata a un gruppo ristretto di cantori, il resto del
coro si alternava ad essi, con passi in cantus planus gregoriano.
Nelle trascrizioni pervenute, come ad esempio l’Alleluia per la messa del lunedì di Pasqua della
cattedrale di Chartes in Francia, si può notare che la vox principalis veniva trascritta nella parte
inferiore, questo per mettere in maggiore evidenza la nuova voce, rispetto alla melodia preesistente.
L'Organum melismatico
Dagli inizi del XII secolo si pratica nell’ abbazia di San Marziale di Limoges (sud della Francia) e
nella cattedrale de Compostela (nord Spagna) un tipo di polifonia chiamata
Eterofonia, ad Organum Melismatico.
L’Organum melismatico prevede una nota più bassa, chiamata Tenor, poiché TIENE la melodia
principale. Sopra di essa, vi è un’altra melodia di tipo melismatico, che poteva contenere da una a
venti note in più rispetto a quelle eseguite in contemporanea dal Tenor, e quindi
non più punto contro punto.
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I Codici di San Marziale, elaborano e documentano la presenza di un Bordone, cioè una nota fissa
persistente che accompagna l'esecuzione della melodia principale.
Ne è un esempio il Benedicamus Domino.
Queste composizioni sono anche dette Tropi Simultanei
Un esempio è il Graduale Tropato Viderunt Hemanuel.
Solitamente i melismi più estesi si riscontrano nella penultima sillaba del testo.
Il Kyere Elesion di Compostela invece è caratterizzato da un andatura costantemente melismatica
della parte superiore.
La scuola di Notre Dame e L'Ars Antiqua
La scuola di Notre Dame di Parigi nella metà del XII secolo (1100) è una fiorente scuola
polifonica che produrrà un notevole corpus cioè raccolta di opere polifoniche.
Era il periodo di Re Luigi VI e Luigi VII quando a Parigi vi era una buona stabilità politica.
Il teorico inglese conosciuto con il nome di ANONIMO IV, definì l’organista Leonin( organista
inteso come compositore di organa cioè brani polifonici) un bravissimo compositore.
Il Magister della scuola Leonin scrisse il “Grande Libro” costituito da 13 brani polifonici per
l’Ufficio delle ore e 33 brani polifonici per la Messa. Tutti a 2 voci.
La maniera di esecuzione prevedeva l’alternanza tra l’intero coro e le sezioni polifoniche per i
solisti.
La voce superiore veniva anche denominata DUPLUM posta sopra il Tenor.
La sua opera fu perfezionata dal suo sucessore il Magister Perotin
La polifonia di questo periodo definito dell' Ars Antiqua aveva uno slancio verticale, fino a
raggiunere anche 36 parti di canto simultaneamente.
Sistema di Notazione Modale: i ritmi
Ma il contributo di portata storica dato dalla scuola Parigina, è l’ideazione di un sistema ritmico
dato dai valori principali cioè la LONGA e la BREVIS.
Nella musica medioevale i modi ritmici avevano un semplice segno di note lunghe e note brevi che
appariva sulle note stesse che altrimenti sarebbero apparse uguali.
La notazione modale fu sviluppata dai compositori della Scuola di Notre Dame, sostituendo le
corrispondenti precedenti notazioni, della prima polifonia, che non mostravano il valore delle note.
La notazione modale si rifece alla metrica della poesia classica e fu la prima pietra che darà poi
vita alla moderna notazione mensurale.
Questi valori di durata, erano regolati secondo una serie di schemi ritmici denominati modi
ritmici.
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J. de Garlandia li teorizzò circa 50 anni dopo distinguendoli nel De mensurabili musica
In sei differenti raggruppamenti definiti modi ritmici o ordines, ad esempio
- Primo modo Longa Brevis Longa Brevis
- Secondo modo Brevis Longa Brevis longa
- Terzo modo Longa Brevis Brevis ecc…
- Quarto modo Brevis Brevis Longa
- Quinto modo Longa Longa
- Sesto Modo Brevis Brevis Brevis Brevis.
Questo sistema era la base delle combinazioni ritmiche.
Nella scuola parigina comunque inizialmente il Primo modo e cioè Longa Brevis longa Brevis,
prevaleva sugli altri.
La scuola di Notre Dame poi, elaborò le Clausole cioè delle sezioni in stile discantus dei melismi
Clausola
Si tratta di una parte o sezione di un brano musicale, in cui il Tenor, talvolta insieme al Duplum,
incontra un melisma. Si creano cosi, sui melismi, melodie a voci diverse, in armonia tra loro e
procedevano simultaneamente.
Il testo della clausola consiste nella sillaba sulla quale si sviluppa la fioritura (o melisma).
La clausola si distingue dall’organum, proprio nel tenor, che si presenta piuttosto ricco di note.
Le clausole prevedevano una polifonia stile discanto è cioè nota contro nota della parte
melismatica.
La clausola era fondata su una sola parola ad esempio Dominus o addirittura su una sola sillaba.
Quindi i melismi gregoriani del passato erano fonte di composizione per le clausole.
Sempre nella Scuola di Notre Dame, Perotin, introduce gli Organa a tre o 4 voci e inserisce nuovi
schemi ritmici alle clausole (tutti e sei non solamente il primo modo Longa Brevis longa Brevis)
Inoltre Perotin compone i Conductus polifonici.
Anche il Conductus come l’Organum, è una composizione vocale basata su una melodia
(chiamata tenor), che però non è presa dal repertorio sacro, ma può essere di natura extraliturgica
o inventata.
Il testo, dei Conductus era in lingua latina, ed era di argomento profano e spesso a sfondo
politico. A differenza dell’organum, il conductus mantiene una certa uniformità ritmica fra le parti, e
la pronuncia del testo rimane piuttosto ben sillabata.
Copule e Hoquetus
La Copula è un contrappunto dall’andamento veloce.
Francone da Colonia, la definisce velox discantus ad invicem copulatus.
Sono pervenuti esempi di Copula a due voci scritti da Francone, e a tre voci scritti
da Walter Odington, il quale precisa che la Copula va inserita solo alla fine di una composizione.
L’Hoquetus più che una forma, è una tecnica, consistente nell’alternare una pausa dopo ogni
nota, e facendo coincidere la pausa con il momento in cui l’altra voce intona la nota e viceversa.
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Questa tecnica poteva essere applicata a diverse composizione, e in particolare al motetus.
Quando questa tecnica investiva tutta la composizione, il termine Hoquetus indicava la
composizione stessa.
L' Hoquetus era quindi, una sorta di singhiozzo, cioè quando ad una pausa di una voce
corrispondeva il suono di un'altra voce.
Il mottetto del XIII secolo
Dato l’alto numero di clausole, composte sui melismi del passato è da presupporre che spesso
queste composizioni venissero eseguite autonomamente.
Aggiungendo nelle clausole, alla voce duplum (voce sopra il tenor)un testo ispirato a quello
del tenor, nasceva il Mottetto del 300, da mots ovvero parola.
Successivamente naque il triplum, spesso anche con un testo differente e in francese.
Col passare del tempo il triplum diviene la voce più incisiva soprattutto nei mottetti come ad
esempio il Domino di Pier de la Croix.
Il sistema mensurale
Il precedente sistema modale dei sei modi ritmici fu successivamente sostituito dal sistema
mensurale che fu teorizzato da Francone da Colonia in Ars Cantus Mensurabilis, Arte della
musica Mensurale.
Mensurale si riferisce alla capacità di questo sistema di rappresentare ritmi complessi con grande
esattezza e flessibilità.
La notazione mensurale fu il primo sistema, nella musica europea, che usava delle note che
indicavano in modo preciso la durata della loro esecuzione (valore della nota).
Essa è differente rispetto alla precedente notazione modale che fu il primo sistema usato per la
rappresentazione dei ritmi.
L’aumento dei segni ritmici e delle note da eseguire, fece perfezionare il sistema di notazione e
scrittura musicale.
Bibliografia :
M.Carrozzo C.Cimagalli, Storia della Musica Occidentale Volume 1, Armando Roma 2008
pp.57- 66, 105-114
E.Surian, Manuale di Storia della Musica Volume 1, Rugginenti Torino 2006,
pp.105-131
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