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Manifesto della cinematografia futurista

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Manifesto della cinematografia futurista
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Manifesto della cinematografia futurista
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Milano, 11 settembre 1916.
Il libro, mezzo assolutamente passatista di conservare e comunicare il pensiero,
era da molto tempo destinato a scomparire come le cattedrali, le torri, le mura
merlate, i musei e l'ideale pacifista. Il libro, statico compagno dei sedentari, degli
invalidi, dei nostalgici e dei neutralisti, non può divertire ne esaltare le nuove
generazioni futuriste ebbre di dinamismo rivoluzionario e bellicoso.
La conflagrazione agilizza sempre più la sensibilità europea. La nostra grande
guerra igienica, che dovrà soddisfare tutte le nostre aspirazioni nazionali,
centuplica la forza novatrice della razza italiana. Il cinematografo futurista che noi
prepariamo, deformazione gioconda dell'universo, sintesi alogica e fuggente della
vita mondiale, diventerà la migliore scuola per i ragazzi: scuola di gioia, di
velocità, di forza, di temerarietà e di eroismo.
Il cinematografo futurista acutizzerà, svilupperà la sensibilità, velocizzerà
l'immaginazione creatrice, darà all'intelligenza un prodigioso senso di simultaneità
e di onnipresenza. Il cinematografo futurista collaborerà così al rinnovamento
generale sostituendo la rivista (sempre pedantesca), il dramma (sempre previsto) e
uccidendo il libro (sempre tedioso e opprimente). Le necessità della propaganda ci
costringeranno a pubblicare un libro di tanto in tanto. Ma preferiamo esprimerci
mediante il cinematografo, le grandi tavole di parole in libertà e i mobili avvisi
luminosi.
Col nostro manifesto "Il teatro sintetico futurista", con le vittoriose tournees delle
compagnie drammatiche, Gualtiero Tumiati, Ettore Berti, Annibale Ninchi, Luigi
Zoncada, coi due volumi del "Teatro sintetico futurista" contenti 80 sintesi teatrali,
noi abbiamo iniziato in Italia la rivoluzione del teatro di prosa. Antecedentemente
un altro Manifesto futurista aveva riabilitato, glorificato e perfezionato il "Teatro
di varietà".
È logico dunque che oggi noi trasportiamo il nostro sforzo vivificatore in un'altra
zona del teatro: il "cinematografo". A prima vista, il cinematografo, nato da pochi
anni, può sembrare già futurista cioè privo di passato e libero da tradizioni: in
realtà, esso, sorgendo come "teatro senza parole", ha ereditate tutte le più
tradizionali spazzature del teatro tradizionale.
Noi possiamo dunque senz'altro riferire al cinematografo tutto ciò che abbiamo
detto e fatto per il teatro di prosa. La nostra azione e' legittima e necessaria, in
quanto il cinematografo fino ad' oggi "è stato, e tende a rimanere profondamente
passatista", mentre noi vediamo in esso la possibilità di un'arte eminentemente
futurista "e il mezzo di espressione più adatto alla plurisensibilità di un artista
futurista".
http://www.brevestoriadelcinema.org/
Salvo i films interessanti di viaggi, cacce, guerre, ecc., non hanno saputo
infliggerci che drammi, drammoni e drammetti passatissimi. La stessa
sceneggiatura che per la sua brevità e varietà può sembrare progredita, non è
invece il più delle volte che una pietosa e trita "analisi". Tutte le immense
possibilità "artistiche" del cinema sono dunque assolutamente intatte.
Il cinematografo è un'arte a se. Il cinematografo non deve dunque mai copiare il
palcoscenico. Il cinematografo, essendo essenzialmente visivo, deve compiere
anzitutto l'evoluzione della pittura: distaccarsi dalla realtà della fotografia, dal
grazioso e dal solenne. Diventare antigrazioso, deformatore, impressionista,
sintetico, dinamico, parolibero.
OCCORRE LIBERARE IL CINEMATOGRAFO COME MEZZO DI
ESPRESSIONE per farne lo strumento ideale di UNA NUOVA ARTE
immensamente più vasta e più agile di tutte quelle esistenti. Siamo convinti che
solo per mezzo di esso si potrà raggiungere quella poliespressività verso la quale
tendono tutte le più moderne ricerche artistiche.
Il cinematografo futurista cerca appunto oggi la sinfonia poliespressiva che già un
anno fa noi annunciavamo nel nostro manifesto: pesi, misure e prezzi del genio
artistico. Nel film futurista entreranno come mezzi di espressione gli elementi più
svariati: dal brano di vita reale alla chiazza di colore, dalla linea alle parole in
libertà, dalla musica cromatica e plastica alla musica di oggetti. Esso sarà
insomma pittura, architettura, scultura, parole in libertà, musica di colori, linee e
forme, accozzo di oggetti e realtà caotizzata. Offriremo nuove ispirazioni alle
ricerche dei pittori i quali tendono a forzare i limiti della letteratura marciando
verso la pittura, l'arte dei rumori e gettando un meraviglioso ponte tra la parola e
l'oggetto reale.
I nostri films saranno:
1. ANALOGIE CINEMATOGRAFICHE
usando la realtà direttamente come uno dei due elementi dell'analogia. Esempio:
Se vorremo esprimere lo stato angoscioso di un nostro protagonista invece di
descriverlo nelle sue varie fasi di dolore daremo un'equivalente impressione con
lo spettacolo di una montagna frastagliata e cavernosa.
I monti, i mari, i boschi, le città, le folle, gli eserciti, le squadre, gli aereoplani,
saranno spesso le nostre parole formidabilmente espressive: "L'universo sarà il
nostro vocabolario. Esempio: Vogliamo dare un esempio di stramba allegria:
rappresentiamo un drappello di seggiole che vola scherzando attorno ad un
enorme attaccapanni sinché si decidono ad attaccarcisi.
Vogliamo dare una sensazione di ira: frantumiamo l'iracondo in un turbine di
pallottole gialle. Vogliamo dare l'angoscia di un Eroe che perde la fede nel defunto
scetticismo neutrale: rappresentiamo l'Eroe nell'atto di parlare ispirato ad una
moltitudine: facciamo scappar fuori ad un tratto Giovanni Giolitti che gli caccia in
bocca a tradimento una ghiotta forchettata di maccheroni affogando la sua alata
parola nella salsa di pomodoro. Coloriremo il dialogo dando velocemente e
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simultaneamente ogni immagine che attraversi i cervelli dei personaggi.
Esempio: rappresentando un uomo che dirà alla sua donna: sei bella come una
gazzella, daremo la gazzella.-Esempio: Se un personaggio dice: Contemplo il tuo
sorriso fresco e luminoso come un viaggiatore contempla il mare dall'alto di una
montagna, daremo viaggiatore, mare, montagna. In tal modo i nostri personaggi
saranno perfettamente comprensibili come se parlassero.
2. POEMI, DISCORSI E POESIE CINEMATOGRAFATI.
Faremo passare tutte le immagini che li compongono nello schermo. Esempio:
"Canto dell'amore" di Giosuè Carducci: "Da le rocche tedesche appollaiate sì
come falchi a meditar la caccia..." Daremo le rocche, i falchi in agguato. "Da le
chiese che al ciel lunghe levando marmoree braccia pregano il Signor." ... "Da i
conventi tra i borghi e le cittadi cupi sedenti al suon de le campane come cuculi
tra gli alberi radi cantanti noie ed allegrezze strane." Daremo le chiese che a poco
a poco si trasformano in donne imploranti, Iddio che dall'alto si compiace, daremo
i conventi, i cuculi, ecc. Esempio: Sogno d'estate di Giosuè Carducci: "Tra le
battaglie, Omero, nel carme tuo sempre sonanti la calda ora mi vinse: chinommisi
il capo tra 'l sonno in riva di Scamandro, ma il cor mi fuggì su 'l Tirreno." Daremo
Carducci circolante tra il tumulto degli Achei che evita destramente i cavalli in
corsa, ossequia Omero, va a bere con Aiace all'osteria dello Scamandro Rosso e al
terzo bicchiere di vino il cuore di cui si devono vedere i palpiti gli sbotta fuori
dalla giacca come un enorme pallone rosso sul golfo di Rapallo. In questo modo
noi cinematografiamo i più segreti movimenti del genio. Ridicolizzeremo così le
opere dei poeti passatisti, trasformando col massimo vantaggio del pubblico le
poesie più nostalgicamente monotone e piagnucolose in spettacoli violenti,
eccitanti ed esilarantissimi.
3. SIMULTANEITÁ E COMPENETRAZIONI
di tempi e di luoghi CINEMATOGRAFATE. Daremo nello stesso istante-quadro
due o tre visioni differenti l'una accanto all'altra.
4. RICERCHE MUSICALI CINEMATOGRAFATE (dissonanze, accordi, sintonie
di gesti fatti, colori, linee, ecc.).
5. STATI D'ANIMO SCENEGGIATI E CINEMATOGRAFATI.
6. ESERCITAZIONI QUOTIDIANE PER LIBERARSI DALLA LOGICA
CINEMATOGRAFATE
7. DRAMMI D'OGGETTI CINEMATOGRAFATI (oggetti animati, umanizzati,
truccati, vestiti, passionalizzati, civilizzati, danzati). Oggetti tolti dal loro
ambiente abituale e posti in una condizione anormale che, per contrasto, mette in
risalto la loro stupefacente costruzione e vita non umana.
8. VETRINE D'IDEE, D'AVVENIMENTI, DI TIPI, D'OGGETTI, ECC.
CINEMATOGRAFATI.
9. CONGRESSI, FLIRTS, RISSE E MATRIMONI DI SMORFIE, DI MIMICHE,
ECC. CINEMATOGRAFATI. Esempio: Un nasone che impone il silenzio a mille
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dita congressiste scampanellando un orecchio, mentre due baffi carabinieri
arrestano un dente.
10. RICOSTRUZIONI IRREALI DEL CORPO UMANO
CINEMATOGRAFATE.
11. DRAMMI DI SPROPORZIONI CINEMATOGRAFATE (un uomo che
avendo sete tira fuori una minuscola cannuccia la quale si allunga ombellicamente
fino ad un lago e lo asciuga di colpo).
12. DRAMMI POTENZIALI E PIANI STRATEGICI DI SENTIMENTI
CINEMATOGRAFATI
13. EQUIVALENZE LINEARI PLASTICHE, CROMATICHE, ECC. di uomini,
donne, avvenimenti, pensieri, musiche, sentimenti, pesi, odori, rumori
CINEMATOGRAFATI (daremo con delle linee bianche su nero il ritmo interno e
il ritmo fisico d'un marito che scopre sua moglie adultera e insegue l'amante, ritmo
dell'animo e ritmo delle gambe).
14.
PAROLE IN LIBERTÁ CINEMATOGRAFATE (tavole sinottiche di valori
lirici - drammi di lettere umanizzate o animalizzate - drammi ortografici - drammi
tipografici - drammi geometrici - sensibilità numerica, ecc.). Pittura + scultura +
dinamismo plastico + parole in libertà + intonarumori + architettura + teatro
sintetico = Cinematografia futurista. SCOMPONIAMO E RICOMPONIAMO
COSI' L'UNIVERSO SECONDO I NOSTRI MERAVIGLIOSI CAPRICCI, per
centuplicare la potenza del genio creatore italiano e il suo predominio assoluto nel
mondo.
F. T. Marinetti, Teoria ed invenzione futurista, a cura di L.De Maria, Mondadori, Milano 1998.
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