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ALTAVILLA EBOLI ALBANELLA V. LUCANIA CORAGGIOSO

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ALTAVILLA EBOLI ALBANELLA V. LUCANIA CORAGGIOSO
0828. 720114 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale:
Via maggiore Gorga, 8 - Roccadaspide- Poste Italiane - Spedizione in a. p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge
662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
ALTAVILLA
EBOLI
ALBANELLA
€ 1,00
Anno XIV
n° 31 del 13 Settembre 2013
V. LUCANIA
PASSI CARRABILI
12 PICCOLI
CANILE, CONTINUA
MINORANZA
TROPPI ERRORI
CANDIDATI
LO SCANDALO
SILENTE
DIVENUTA A PAG. 10
“IL
FAENZA A PAG. 12
ARTICOLO A PAG. 13
NICOLETTI A PAG 13
SEGRETO DELLA GIUSTIZIA STA IN UNA SEMPRE MAGGIOR UMANITÀ E IN UNA
SEMPRE MAGGIORE VICINANZA UMANA
(...)
NELLA LOTTA CONTRO IL DOLORE...”
P IERO C ALAMANDREI
ROCCADASPIDE:
CORAGGIOSO PROGRAMMA DI REINSERIMENTO SOCIALE
SENZA TRIBUNALE
I GEOPARCHI NATURALI
L’INGIUSTIZIA NEL DIANO
LA REGIONE VERDE
Sale la tensione rabbia e indignazione. Si
parla delle ultime ore per il Tribunale di Sala
Consilina che in quasi due anni ha visto avvicendarsi la più grande ingiustizia della soppressione e accorpamento al presidio di
legalità di Lagonegro dalle dimensioni assai
più modeste e situato in un’altra regione.
Con quale risparmio economico per la Nazione? Quanti disagi arrecherà questo provvedimento che non tiene in considerazione
Mentre il Parco Nazionale Cilento Diano e
Alburni prende ogni giorno bastonate da sindaci, amministratori locali e cittadini per gli
annosi problemi che condizionano la vita di
ogni giorno (fauna selvatica, frane, desertificazione demografica …) a Velia è andato in
scena il forum dei Geoparchi d’Europa.
Oltre 500 i delegati provenienti dalle nazioni
dove sono situati i 58 Geoparchi europei (96
nel mondo) che hanno applaudito l’ingresso
“Abbiamo avviato una grande operazione di
civiltà. Che non la capiscano chi non ha strumenti culturali adatti, passi. Che alcuni vogliano erigere barricate grida vendetta.
Perché qui siamo a criminalità zero e sarà difficile trovare utenti”. Parla Paolo Antico, il
giovane assessore che ha convinto il sindaco
Girolamo Auricchio che “ha capito subito””
dice. Così il Comune di Roccadaspide ha stipulato un accordo con l’Ufficio di esecuzione Penale esterna di Salerno – Ministero
della Giustizia - per ospitare persone sottoposte a misure cautelari per consentire un
percorso di reinserimento nella società. L’ac-
CONTINUA A PAGINA 11
CONTINUA A PAGINA 8
CONTINUA A PAGINA 6
2
N° 31
13 Settembre 2013
PIAGGINE - CALORE
Escursionista denuncia vandalismi in montagna
“Sul Cervati ci hanno rubato nelle tende e danneggiato l’auto”
Sono Raissa Riviello di Felitto.
Vorrei far conoscere, tramite il
giornale, ciò che mi è successo sul
monte Cervati tra il 27 e il 29 Agosto.
Io ed altri 4 amici, di Stio Cilento,
siamo partiti con due macchine, la
mia e quella di un altro ragazzo,il
giorno 27 agosto per fare campeggio libero nella zona del rifugio
sul monte Cervati. Abbiamo parcheggiato le macchine in una piazzola distante all'incirca 500 metri
dal rifugio. Il mattino seguente
siamo andati a fare una passeggiata in cima.
Quando siamo tornati abbiamo
scoperto che ci avevano rubato
nelle tende. Dei turisti che si trovavano sul posto ci hanno detto di
aver visto un gruppo di 7-8 persone che rovistavano nelle nostre
tende.
Il giorno 29 quando siamo scesi
dal rifugio ho trovato la mia macchina ribaltata su un lato e danneggiata in varie parti della
carrozzeria, ha il parabrezza rotto,
la fiancata e la portiera lato guida
completamente ammaccate.
PIAGGINE. LAUTO ROVESCIATA SUL CERVATI
Ho saputo successivamente che
questi turisti. scendendo dal rifugio,il giorno 28, hanno visto la
macchina e hanno avvertito i carabinieri di Piaggine i quali però
hanno risposto che non avevano
la macchina per salire sul Cervati!
Ho fatto la denuncia dai carabinieri di Castel San Lorenzo.. so
già che quelle persone non scoprirò ne ora ne mai chi sono.
A me non resta che appellarmi
alla pubblica opinione e si mettesse in evidenza non tanto il
fatto in se quanto piuttosto la
non curanza di questi luoghi da
parte di istituzioni pubbliche. Il
Cervati è la montagna più alta
della Campania, un posto bellissimo che va salvaguardato e soprattutto va difeso chi su quella
montagna ci va per fare una semplice scampagnata. Mi auguro di
ricevere, dal sindaco di Piaggine e
dal presidente della comunità
montana, non tanto inutili attestati di solidarietà ma indicazioni
su azioni concrete di difesa della
tranquillità di un flusso turistico
spontaneo che sta diventando
considerevole.
Saluto e ringrazio per l’attenzione.
Roccadaspide, una miss napoletana sbaraglia la concorrenza
Simona Capuozzo è Miss Sud 2013
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È stata una serata avvincente,
emozionante, ricca di suspense e
sorprese, in una cornice assolutamente suggestiva ed elegante. Sabato sera, nel foyer sotto le stelle
dell’imponente Castello di Roccadaspide, si è tenuta la finale di
Miss Sud Italia 2013, quarta edizione del concorso nazionale organizzato da Luigi Stabile Miss
Sud è Simona Capuozzo, 22 anni
partenopea doc. Un metro e settanta di bellezza tipicamente meridionale, capelli castani e due
grandi occhi nocciola, la neo miss,
ancora studentessa, ha confessato
che aspira a fare la modella. La
giovane, era già stata avvistata nel
corso della prima tappa a Villammare. “Finalmente ce l’ho fatta –
commenta – quest’anno sono io
Miss Sud Italia, ne vado fiera,
sono felicissima”. Caparbia, sicura
e decisa come un leone (il suo
segno zodiacale) la vincitrice ha
convinto tutti per classe ed eleganza, il suo sorriso smagliante ha
fatto il resto.
ARTE -CULTURA
N° 31
13 Settembre 2013
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I vetri e i cristalli di Pierpaolo Lista
L’artista pestano in Unknown Destination a Napoli il 17 settembre
Percorsa da una grammatica visiva fitta di segni e di oggetti, di
affetti e di cose, la parabola visiva
messa in campo da Pierpaolo
Lista con Unknown Destination,
presenta un discorso che fa i conti
con il quotidiano per costruire
una prosa vitrea fatta di piccoli
dettagli, di accenni e accenti preziosi.
Ricche di umorismo e di attenzione ai materiali minimi e miocinetici dell'arte, spigolose e
apparentemente ostili, le sue
opere – realizzate, tutte, su una
base in vetro visarm o in cristallo
– mirano ad introdurre in uno
spazio ovattato, imbottito di colori densi e cremosi, intriso di emblemi che evitano i rumori del
mondo e costruiscono scenari silenziosi, ossessivi, buttati giù apparentemente di getto, con
pennellate rapide e ripide, grafi sicuri, leggeri, folgoranti. La sua
pittura è, difatti, come un fondo
di rumore più morbido del silen-
zio, un lieve vento che passa nel
folto di un bosco, o un mormorio
d'acqua che rampolla e si perde in
un prato.
L'adozione del vetro visarm, eletto
assieme al cristallo a unico supporto della propria pittura (una pittura il cui procedimento capovolge
il dettato operativo del dipingere
per privilegiare il retro della lastra
vitrea), serve a Lista per stabilire un
rapporto diretto con lo spettatore.
Uno spettatore che incontra la propria immagine nell'opera facendo
entrare nella pittura il momento
stesso della fruizione e il tempo
come vita vissuta.
Lista introduce lo spettatore, così,
all'interno di un orizzonte di pensiero che si fa immagine, colpo
d'occhio, memoria di cose e di concetti, intervento critico, eroica protesta contro l'irreversibilità del
tempo.
Unknown destination – titolo del
trittico che fa da viatico alla mostra
–, Lascia passare (una Jepp con
croce rossa), Qualcosa da leggere
(dei libri con sfondo nero) Estinzione, Ogni cosa al suo posto e le
impronte di Salto nel vuoto (un
salto che è traccia indelebile della
pittura) sono le opere che disegnano questo nuovo percorso,
questa nuova personale che indica
un movimento, un cammino, un
viaggio privo di destinazione.
Un viaggio che volge lo sguardo
al di là della pittura e invita lo
spettatore a interrogarsi, ancora
una volta, sulle ragioni stesse del
dipingere, dell'atto manuale, di
un'atmosfera in cui la pittura si
pronuncia come una poesia muta
(Leonardo), come un salto nel
vuoto della contemplazione,
come ricerca di pensieri da pensare e da tradurre in immagini
emotivamente efficaci, come
eroica protesta contro l'irreversibilità del tempo. Pierpaolo Lista è
nato a Salerno nel 1977, vive e lavora tra Paestum, Napoli e Milano.
ARTISTI DI CASA NOSTRA. La scuola “altavillese” raccoglie successi
Gelsomino Casula e Salvatore Damiano il premio “Grassi”
Tel 0828. 720114
Fax 0828. 720859
e-mail: redazione@unicosettimanale. it
url: www. unicosettimanale. it
Direttore
Oreste Mottola
Condirettore Responsabile
Bartolo Scandizzo
Grafica ed Impaginazione
Luciano Marino
Stampa
STIEM
Via delle Industrie 5 Fisciano
Cellofanatura e spedizione
A.M,G. Press - 84069 Roccadaspide
Tel. 0828 1962550 Fax. 0828 1999030
Iscritto nel Registro della Stampa periodica
del Tribunale di Vallo della Lucania al n. 119
Responsabile Trattamento Dati
Bartolo Scandizzo
Abbonamento annuale 25, 00 Euro
Abbonamento a I Piccoli € 10, 00
Unico + I Piccoli € 30, 00
Conto corrente postale num. 53071494
intestato a Calore s. r. l.
Tiratura: 5000 copie
Arretrati: € 2,00 + sp.di sped.
Il N° 31 di Unico è stato
chiuso in redazione il 11/09/2013
ed è stato avviato alla spedizione agli
abbonati il 013/09/2013
presso il CPO di Salerno
Gelsomino Casula e Salvatore Damiano sono gli artisti “adottati” da
Altavilla da diversi decenni. Casula, sardo – cagliaritano di Uta, è
uno scultore della pietra, mentre
Damiano, originario di caposele, è
un raffinato interprete della vecchia tradizione naif. Entrambi
hanno conseguito il primo premio- nelle rispettive sezioni –
nell’ambito del premio nazionale
di pittura “Alfonso Grassi” di Salerno. Entrambi hanno trovato nel
centro silentino nuovi motivi ispiratori della loro arte che, scevra da
soverchi ed inutili intellettualismi,
si è incontrata con un contesto naturale e umano che da oltre due se-
GELSOMINO CASULA
coli e mezzo, fin dai tempi dei Solimena, ha fatto tesoro delle più
moderne ricerche artistiche. Non a
caso si parla di sempre più fre-
SALVATORE DAMIANO
quentemente, di scuola “altavillese”, di cui, un ruolo di guida va
riconosciuto a Alfonso Mangone e
Carmelo Di Feo.
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N° 31
13 Settembre 2013
LA CAPACCIO CHE FUNZIONA
1/ Profumo di sirene e rose di Paestum da Emilia e Martina Marino
Le essenze tratte dalla mitologia greca
Nell’anno 2010 le sorelle Emilia e
Martina Marino, commercianti e
appassionate di profumi, ebbero
l’idea di crearne di nuovi e originali. Emilia, da sempre innamorata
della mitologia greca, suggerì di
ispirarsi alle sirene che anticamente
diedero il nome a luoghi significativi della costa della Magna Graecia. Nacquero così cinque essenze
unisex: Partenope, con note dolci
e vanigliate; Leucosia, speziata e
fiorita; Elea, lussuosa e sofisticata;
Ligea, muschiata e decisa; Kamaraton, che sa di legni orientali, ed
infine Murge, con note di zucchero e liquirizia dolce, adatta ai
più piccini.
Queste bellissime essenze, ipoallergeniche e bio-certificate con etichetta Ecolabel, sono parte della
linea Essenze Sirenae, ed hanno
già ricevuto il riconoscimento del
Gruppo di Azione Locale
(G.A.L.), un’ associazione composta da enti pubblici e privati che ha
lo scopo di favorire lo sviluppo locale di un’area rurale.
Le sorelle Marino si avvalgono
della collaborazione del Dr. Mario
Trevisant, che, nella sua qualità di
esperto in aromaterapia, fornisce
consigli e opinioni accertate sulle
essenze che vengono create, ed ha
anche avuto un gran ruolo nella
creazione del packaging. Le ampolle che contengono le essenze,
ispirate alle antiche anfore, sono
opera del rinomato ceramista vietrese Lucio Ronca, e le scatole,
fatte a mano con legno di alberi da
frutta, sono delle vere e proprie
opere d’arte.
La creatività di Emilia e Martina
non si è fermata qui. Poco dopo
la nascita delle Essenze Sirenae, ha
fatto la sua comparsa in scena
Rodon (che vuol dire rosa in
greco), ispirato e fatto interamente
con autentiche rose di Paestum.
Per promuoverlo, hanno sponsorizzato con il Dr. Trevisant una
sfilata di moda di giovani stilisti
meridionali che si è tenuta nella
zona archeologica a luglio, e che
gli è valsa il riconoscimento Biodiversità ed Essenze.
Rodon e le Essenze Sirenae sono
diventate famose e molto ricercate
all’estero, e il dinamico trio si pre-
para per crearne di nuove. Non
solo essenze ed eau de parfum per
uomini e donne, ma anche profumi per la casa. Si preparano
viaggi all’estero alla ricerca di
nuovi mercati, e la messa a punto
di una pagina web multilingue.
Inoltre, il loro negozio, che si trova
in Viale della Repubblica 40 a Capaccio Scalo, farà presto sfoggio di
un banco di lavoro, un piccolo laboratorio da alchimista, dove si
potranno creare, al momento, profumi originali a gusto del cliente.
Ci saranno varie essenze fra le
quali scegliere e farsi poi confezionare un profumo fatto su misura.
Ogni cliente avrà la sua scheda
personale e la formula usata verrà
registrata al fine di essere di uso
esclusivo di chi l’ ha scelta. Si tratta
di un vero e proprio tributo all’originalità, sensualità e libertà di ogni
persona, offerto con prodotti biologici e non allergenici. Sarà poi
possibile avere anche una versione
diluita del profumo scelto per
spruzzare la casa con la propria essenza preferita.
Il trio Marino-Trevisant crede fermamente nella potenzialità e capacità di proiezione nazionale di
Capaccio Paestum, e lo dimostra il
suo desiderio di adottare una rotonda stradale all’uscita nord del
comune per poterla riempire con
autentiche rose di Paestum e dare
così il benvenuto a tutti gli automobilisti che vengono a visitarci.
Grazie di cuore e in bocca al lupo!
Agnese Mandetta
[email protected]
2/ AMATELIER, IL TRIONFO DELLA COLLABORAZIONE DI QUALITA’
All’incrocio di via Laura Mare si
erge un edificio interamente bianco,
elegante, moderno e un po’ misterioso. Si tratta di Amatelier, la prima
“Wedding Boutique” d’Italia. Qui,
gli aspiranti sposi possono affidare
la preparazione del loro gran
giorno, nella sua totalità o solo in
parte, al capace staff di questa innovativa azienda. Creata solo un
anno fa dalla famiglia Buccella, proprietaria del florido Hotel Royal,
Amatelier occupa già un posto importante, sia a livello nazionale sia
internazionale, nel settore dedicato
al wedding, ma non solo. Al suo timone troviamo i giovanissimi
Chiara, store manager e responsabile dei social media, Vito, event
manager, e Maria Luisa, architetto,
interior designer, ed event planner.
Con il lemma “Wedding in Paestum”, questa modernissima impresa sta promuovendo Paestum e
l’intero territorio di Capaccio attraverso vari canali, virtuali e non, attraendo una clientela di qualità
dodici mesi all’anno. Infatti, Amatelier si avvale della collaborazione
di alcune ditte locali: Fezza Studio
per la fotografia e video, Fare Musica per la direzione artistica e musicale, e di Alfie Auto per le auto per i
vari eventi. Ma la cosa non finisce
qui. AmatelierMKT, la nuovissima
sezione di marketing diretta dal dinamico Davide Balzano, è riuscita
ad acquisire subito vari clienti illustri.
E’ sufficiente visitare la bellissima
pagina web www.amatelier.com per
constatare che questi giovani sanno
veramente il fatto loro. Il sito è pieno
di articoli e foto di eventi significativi, originali e all’avanguardia, voluti
e fatti possibili dalla inesauribile
energia di questo team affiatato.
Molti nuovi eventi, che faranno risaltare il nostro territorio e tutte le
sue meraviglie, sono in cantiere per
il prossimo anno. Il primo della serie
si chiamerà “Odé, il Canto degli Innamorati”, una rassegna volta a celebrare l'amore attraverso le mille
sfaccettature dell'arte, e si terrà dal
17 al 19 aprile 2014. Senza dubbio
alcuno, Amatelier continuerà a far
brillare Capaccio Paestum con la sua
eleganza fresca e sensuale per molti
anni.
Agne. Mande.
CAPACCIO
N° 31
13 Settembre 2013
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Memorie di un cantante di balera con Angelo Grey
“Posso dire di aver vissuto per e con la musica”
“La musica è cambiata non è più
la stessa” comincia così il viaggio
a ritroso nella memoria, il cantante Angelo Peduto in arte Angelo Grey classe 1938, “sono nato
ad Altavilla e posso dire di aver
vissuto sempre di musica, ne sono
fiero e me ne vanto”.
Angelo inizia a cantare quasi per
gioco negli sposalizi di paese, tra
gli Alburni e la Piana, negli anni
’50 emigra a Bologna dove trova
un’occupazione da ortolano, la
musica però gli gira intorno, così
la sera nel tempo libero trova
degli amici orchestrali che lo invitano a cantare. Partecipa, sempre
per gioco, ma con l’idea fissa di lavorare con la musica, ad un concorso canoro. La fortuna vuole
che in giuria c’era un certo Savinos il rais degli impresari di quel
tempo( futuro suocero di Adriano
Pappalardo) così per Angelo si
aprono le porte dello spettacolo:
Orchestre con Giorgio Consolini,
Luciano Tajoli, serate in tutto il
nord Italia, tra balere, sagre, feste
dell’Unità e finanche una serata
d’apertura al grande Giorgio
Gaber nello scenario di Salsomaggiore terme. “Andavo a lezione da un’insegnante di canto
che si chiamava Ada Scaglioni che
fu anche Maestra di Morandi successivamente, a quel tempo però
UN GIOVANISSIMO ANGELO GREY CON UN GRUPPO DI STARLETTES DELL’EPOCA
il grande Gianni prendeva lezioni
di Batteria da Franchino Camporeale il batterista del mio Gruppo,
“I diavoli rossi” dove avevamo un
grande fisarmonicista, Merlotti,
famoso in tutta l’Emilia”.
Angelo non si ferma nella pianura
padana, emigra in Germania dove
inizia a fare l’operaio ma sempre
col tarlo della musica, incontra
un’olandese di nome Pim Maas,
cantante e sassofonista, uno che
ha fatto fortuna con le sette note
tra la città di Colonia e il confine
olandese. Lo invita a Wanssum in
Olanda e gli dà in gestione un locale da ballo. Angelo però di sera
non resiste: sale sul palco e canta
le canzoni Italiane, “L’immensità”, “Manuela”, e fa tutto il per-
corso di un cantante del Sud Italia
che cerca la fortuna in quei posti
frequentato da emigrati Italiani
con uno scenario che mi ricorda il
protagonista del film “Sono pazzo
di Iris Blond” di Carlo Verdone
(dove c’era anche un’apparizione
di Mino Reitano idolo degli operai
Italiani in Belgio). Nel 1969 ritorna
in Italia iniziando a lavorare con
l’Orchestra D’Auria di Salerno e
l’Orchestra Desiderio di Napoli:
matinée in Galleria, due matrimoni
al giorno e la sera sulle piazze della
Campania: una vera industria! Una
giorno Bruno Venturini, cantante
d’orchestra pure lui, e non ancora
famoso, gli consiglia di cambiare il
nome d’arte in Angelo Grey,
“come la cera Grey” disse sorri-
dendo. Potere di una pubblicità televisiva che iniziava ad impossessarsi dell’immaginario collettivo. In
quegli anni è sempre a fianco degli
operai e dei contadini nelle manifestazioni sindacali: ad Altavilla
contribuisce ad aprire la sezione
del PCI, erano anni in cui nei paesi
del Sud si affacciava una nuova visione della politica, e lui era in
prima fila.
Nel ’73 mette su famiglia, prende
casa a Trentinara, forma una propria orchestra ed è il boom: 115120 serate a stagione: “Ero un
vero imprenditore, stipendiavo gli
orchestrali tutto l’anno, un’azienda
dello spettacolo”. Negli anni novanta incide tre CD con la Baccano Music un’edizione del Nord
Italia guidata dal compositore Walter Cicognani: un album dedicato
a Padre Pio ed un altro, “Antò”,
dedicato al principe De Curtis, in
arte Totò.
“Ma oggi la musica è cambiata,
anzi non esiste più”.
Antonio Pecorar o
car [email protected]
Chiedici l’amicizia su facebook
https://www.facebook.com/re
dazione.unico
6
N° 31
13 Settembre 2013
CAPACCIO
E’ arrivato il nuovo parroco: don Damiano Modena
E’ veneto. Per tre anni é stato assistente e segretario del cardinale Martini
E’ il veneto don Damiano Modena il nuovo parroco della chiesa
di San Pietro Apostolo a Capaccio Capoluogo.La nomina ufficiale è giunta dal vescovo della
diocesi di Vallo della Lucania,
mons. Ciro Miniero: il sacerdote
45enne, che ora si trova nel suo
paese natio di Bussolengo (in provincia di Verona), iniziare a ricoprire il suo nuovo incarico
agl’inizi di ottobre, ritornando
così in provincia di Salerno, dove
entrò a far parte della diocesi vallese ben 19 anni fa. Don Damiano ha insegnato Teologia
morale all’Istituto superiore di
Scienze Religiose “Kolbe” di
Vallo della Lucania, ed ha prestato
servizio sacerdotale presso numerose parrocchie della Diocesi:
dalle frazioni Foria e San Severino
di Centola a Stio, giungendo a
Montano, Laurito ed Alfano, dove
ha lasciato un ottimo ricordo entrando nel cuore dei fedeli per la
sua umiltà e disponibilità. E’ stato
tra i protagonisti dell’esperienza
della comunità dell’Arca. Qui don
Damiano Modena, veronese di
nascita ma cilentano d’adozione,
messi i jeans e una comoda camicia, ha deciso di ospitare e accom-
pagnare due gruppi di diversamente abili che partiti dalla capitale, hanno soggiornato nel parco
del Cilento. Non è che qui ci siano
strutture ad hoc, intendiamoci,
nulla di specifico per chi non
vede, non sente o non può camminare senza sostegni, lacuna non
piccola se ci si pensa anche per un
minuto solo. Ma c’è l’ospitalità,
ecco, quello di cui si vantano politici, amministratori e gente comune c’è ancora, e spinge la molla
ad aprire porte a chi ne abbisogna. Ricordo che il sacerdote ha
avuto i natali al nord, ma qui si è
formato. Oltre che parroco, è docente di Morale, apprezzato comunicare e scrittore per edizioni
nazionali. Collabora con illuminati
uomini di spiritualità come il cardinal Martini, ma tende a relativizzare tutto questo per porre al
centro gesti che coniugano concretezza e spiritualità. I giovani arrivati qui fanno parte della
comunità dell’Arca, un’esperienza
fondata da Jean Vanier, figlio dell’ex governatore canadese, e apertasi piano piano in tutti i
continenti Don Damiano Modena
è reduce dall’esperienza di assi-
stente-segretario, durata tre anni,
del compianto cardinale Carlo
Maria Martini. A distanza di un
anno, è di questi giorni la pubblicazione (la quarta a firma di Don
Damiano) “Carlo Maria Martini –
Il silenzio della Parola”, che ripercorre gli ultimi anni di vita dell’Arcivescovo emerito di Milano,
venuto a mancare nel 2012. Questa la sua prima dichiarazione: “La
nomina a nuovo parroco di Capaccio mi ha colto molto di sorpresa; è la zona della diocesi che
conosco di meno, ma proprio per
questo sarò felice di incontrare
presto la gente ed i fedeli di persona. Manco dalla vita parrocchiale da circa quattro anni, per cui
attendo di imparare nuovamente
come si fa. Non vedo l’ora di conoscere i miei parrocchiani e la comunità di Capaccio paese”. Don
Damiano succede a Don Edidiong
Edwin Ukpanah, il parroco d’origine nigeriana rimasto in carica
poco più di due anni e per il quale,
quasi trecento fedeli, avevano dato
luogo ad una raccolta firme per
chiedere al vescovo di non trasferirlo.
Nico la Nicoletti
nnico@liber o.it
ROCCADASPIDE
TUTTA LA COMUNITA’ PER AIUTARE IL REINSERIMENTO
DALLA PRIMA
cordo sta già dando i suoi frutti,
dal momento che da qualche settimana è già presente un ragazzo
sottoposto ad una misura cautelare e affidato in prova ai servizi
sociali. Il giovane, pur dovendo
scontare la sua pena, potrà svolgere attività stabilite dal comune
e dall’associazione nazionale di
promozione sociale O.M.N.I.C.
(Opera Nazionale Mutilati Invalidi Civili) onlus, che gestirà il servizio, e sarà al centro di un
progetto di recupero e di reinserimento sociale che lo aiuterà a
prendere coscienza del danno
PAOLO ANTICO
commesso e a tornare in libertà
con nuovi valori. Il giovane ha già
svolto alcune attività su indicazione del comune e dell’associazione, partecipando ai lavori di
preparazione dell’evento “Le notti
dell’aspide” e svolgendo attività
ordinaria di volontariato.
ALBANELLA
N° 31
13 Settembre 2013
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LO SCANDALO. Il canile di Bosco da 12 anni in costruzione
Tra annunci e finte inaugurazioni. Gli altri comuni si sfilano
A Albanella c’è chi si ricorda ancora
quel comizio del sindaco Capezzuto dai toni commoventi e con
l’effetto strappalacrime collegato,
parlava di cuccioli collegati in web
cam, con i piccoli che da Milano
avrebbero potuto collegarsi per una
sorta di adozione a distanza.
E poi i proclami e gli annunci di Cirielli e Mario Miano. Intanto Capaccio si è scocciato di aspettare e
provvederà in proprio. Capaccio
Paestum avrà presto il suo canile sanitario: sarà realizzato all’interno
della riserva naturale Foce Sele-Tanagro, in località Brecciale, su
un’area di circa 5mila mq completamente immersa nel verde e lontana
da centri abitati: potrà accogliere
circa un centinaio di cani abbandonati e sarà gestito da associazioni locali e volontari. Previsto anche un
percorso per la pet therapy e di passeggio interno con panchine e giostre all’aperto, affinché gli amici a
quattro zampe possano essere visitati da scolaresche e bambini, trasformando il canile sanitario non in
un luogo di confinamento bensì di
attrazione e tempo libero, con l’organizzazione di eventi a tema ma
anche di esibizioni dimostrative dei
reparti cinofili delle forze dell’ordine. A curare la progettazione l’ing.
Giuseppe Tommasini Arenella,
consigliere comunale di maggioranza-L’area ove sorgerà la struttura, di proprietà del Consorzio di
bonifica “Sinistra Sele” di Paestum,
è stata concessa in comodato d’uso
dal presidente, Vincenzo Fraiese.
By by sogni di Albanella, allora.
Dove si aspetta dal 2001…
La posa della prima pietra risale al
2001, madrina di eccezione fu la figlia Liliana dell'indimenticabile
Totò.
I lavori si sono conclusi circa sette
FOTO DI GIANCARLO FEDONE
anni fa. Ad oggi, il "Rifugio azzurro" di Albanella, centro di accoglienza per cani abbandonati e
per la pet-therapy (utilizzo del rapporto uomo e animale in campo
medico e psicologico), costato un
miliardo delle vecchie lire, non è
stato mai attivato.
A sollevare la necessità di ristrutturare il rifugio per consentire l'accoglienza dei cani e contrastare il
fenomeno del randagismo è stato
Mimmo Nese, presidente del Consiglio comunale di Capaccio, in
qualità di direttore sanità pubblica
veterinaria dell'Asl Salerno, che ha
proposto l'istituzione di un protocollo d'intesa. All'accordo dovrebbero aderire i comuni di Capaccio,
Albanella, Altavilla Silentina, Roccadaspide, Roscigno, Castel San
Lorenzo, Trentinara, Giungano,
Agropoli, la comunità montana
Calore Salernitano e il Parco nazionale del Cilento e Vallo di. Diano.
L'apertura del canile doveva consentire di abbassare i costi per il
sostentamento dei randagi e argi-
nare il fenomeno del randagismo.
Capaccio. "La Provincia di Salerno ha messo a disposizione
20mila euro per contribuire all'attivazione del canile sanitario - aggiunge Mario Miano, assessore
provinciale alla Tutela Animali poichè riteniamo doveroso restituire l'oasi di Bosco Camerine alla
cittadinanza e sfruttare la struttura per prevenire e debellare il
randagismo sul territorio".
L’ULTIMO CAPITOLO.
La Provincia di Salerno, il Comune di Albanella e l’Asl Salerno
hanno sottoscritto, a Palazzo
Sant’Agostino, un accordo di
programma per l’attivazione e la
gestione del canile sanitario di
Albanella.
La stipula prevede che la Provincia di Salerno, alla quale competono funzioni di coordinamento
per la realizzazione e gestione
delle strutture di ricovero degli
animali e delle azioni intraprese
dai comuni e dalle Asl, si impegni
a concedere al Comune di Albanella un finanziamento di euro
20 mila per la realizzazione dei
lavori di completamento della
struttura, e che il Comune di Albanella si impegni ad eseguire i
lavori entro 60 giorni e ad adibire
la struttura a centro sanitario per
la sterilizzazione in disponibilità
alla locale Asl, nel quale saranno
ricoverati anche i cani dei comuni viciniori. Il servizio veterinario dell’Asl si impegna a
concedere l’autorizzazione sanitaria non appena ultimati i lavori.
ALTAVILLA
I PRIMI 18 ANNI DI CARMINE POLITO
Lunedì 12 Agosto 2013 Carmine Polito ha festeggiato
presso il ristorante "La Selva" di
Capaccio il suo 18° compleanno. Gli fanno gli auguri i genitori Giovanni e Antonella
Polito, gli zii Riccardo, Daniele,
Rossella e Virginio, Giovanna e
Biagio, i nonni Damiana, Germano e Luigia, gli altri parenti e
gli amici
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N° 31
13 Settembre 2013
PARCO - CILENTO
A Velia il forum dei Geoparchi d’Europa: Sesia-Valgrande new entry
“Cilento-Diano-Alburni è ora di ripartire e aggiornare l’agenda” Troiano raccogliera la sfida?
DALLA PRIMA
del Geoparco Sesia - Val Grande.
L'Italia consolida csì il primato
europeo assoluto in termini di
numero di Geoparchi (9),seconda
nel mondo solo alla sconfinata
Cina che può contare ad oggi 27
Geoparchi riconosciuti dall'UNESCO. Il territorio denominato Sesia - Val Grande Geopark
si colloca in Piemonte, nelle province Verbano Cusio Ossola,
Biella, Novara e Vercelli. Il nuovo
Geoparco - che si sviluppa in
un'area di 2.140 chilometri
quadrati, con il coinvolgimento di
85 Comuni - interessa l'area del
Parco Nazionale della Val
Grande, la Val Sesia e lo straordi-
nario scenario del Monte Rosa
(4.634 m.). Nella prossima settimana una nuova sessione scientifica in Corea del Sud stabilirà, con
tutta probabilità, l'ingresso di
nuovi Geoparchi provenienti dall'Asia e dal Sud America. Chissà
che non raggiunga il limite di 100
Geoparchi nel mondo!
Dopo una giornata di lavori e
confronto tenutosi nel centro
congressi della Fondazione Alario
di Ascea, gli ospiti si sono trasferiti nell’area archeologica di Velia
per una serata di gala che ha visto
la partecipazione dell’ass. regionale all’ambiente, Giovanni Romano, il presidente della provincia
di Salerno, Antonio Iannone, con
il presidente e il direttore del
Parco, Amilcare Troiano e Angelo
De Vita, a fare da padroni di casa.
A guidare la schiera dei sindaci
presenti Mario Rizzo, sindaco di
Ascea. Il Weekend è stato dedicato alla scoperta del territorio del
parco: i 500 ospiti hanno sciamato
tra i siti Unesco e gli innumerevoli
luoghi di interesse naturalistico
Grotte di Pertosa e di Castelcivita
in testa. L’occasione è propizia
proprio per fare il punto sulle prospettive che il Cilento ha d’avanti
a sé in questo momento critico
che l’Italia sta attraversando.
Gli oltre 15 anni di vita dell’ente
hanno consolidato l’identità territoriale di un territorio che per secoli è stato visto, dall’interno e
dall’esterno, diviso e frammentato.
Anche se la missione dell’ente
parco di conservare e valorizzare
il patrimonio ambientale e culturale può considerarsi compiuta
visto che l’area vasta compresa nel
Cilento-Diano-Alburni è presente
in ogni istituzione nazionale o sovranazionale che raccoglie e mette
in rete le eccellenze mondiali: pa-
trimonio Unesco, Riserva di Biosfera, Geoparchi ...
“Una regione prigioniera di una
provincia” Così Ermanno Corsi
definì l’area compresa nel territorio protetto del parco.
Questo destino che sembrava
dover condizionare ogni velleità di
autonomia culturale sembra possa
prendere una piega diversa a seguito della decisione di ridefinire o
eliminare il ruolo delle province.
È una grande occasione che spetta
al territorio saper cogliere per andare oltre l’indeterminatezza della
situazione contingente che vede il
consiglio in regime di prorogazio
e il presidente in scadenza, oltre al
fatto che dalla scomparsa di Angelo Vassallo (3 anni) la Comunità
del parco non riesce a rimpiazzarlo con un altro.
In questo siamo avvantaggiati perché, mentre gli altri territori dovranno riaggravarsi su basi
approssimative, il parco una sua
identità ed una sua missione ce
l’ha già: diventare la prima “regione” verde d’Italia.
Dovranno essere i sindaci degli
oltre 80 comuni a far fare un salto
di qualità ad un territorio che ha
tutte le caratteristiche e le potenzialità per porsi al centro del si-
stema turistico culturale ed ambientale della Campania.
La Comunità del parco (il Parlamentino dove siedono tutti i sindaci) deve ridarsi un ruolo, oltre al
presidente, codificato in uno statuto da condividere con i cittadini
che dovranno sentirsi protagonisti
sia in fase progettuale sia decisionale (referendum sulle scelte sensibili con l’aiuto delle nuove
tecnologie). Anticipare i tempi!
Questa è la sfida. Abbiamo l'occasione di poter mettere sul tavolo
la "regione verde del Cilento" con
i suoi confini e la sua identità. La
comunità del parco si dia una missione costituente ed issi sul pennone più alto il vessillo del rilancio
unitario della realtà che ha un solo
futuro possibile: consolidare il
ruolo del Parco a difesa dell'ambiente ed assumere su di sé la
guida politica ed economica del
territorio.
Bar tolo Scandizz o
I GEOPARCHI IN ITALIA
Parco Naturale Adamello Brenta (denominaz ione ufficiale Adamello Brenta
Geopark) Parco Naturale Regionale
del Beigua (denominaz ione uf ficiale
Beigua Geopark) Parco Geominerario
Storico e Ambientale della Sardegna
(denominaz ione ufficiale Geological
Mining Park of Sardinia ) Parco Naturale Regionale delle Madonie (denominazione uf ficiale Madonie Geopark)
Distretto Cutlurale Rocca di Cerere
(denominaz ione ufficiale Rocca di Cerere Geopark) Parco Nazionale Cilento e Vallo di Diano (denominaz ione
ufficiale Cilento and Vallo di Diano
Geopark) Parco Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane (denominaz ione uf ficiale Tuscan
Mining Geopark) Parco Regionale delle
Alpi Apuane (Apuan Alps Geopark)
ALBANELLA - AUSTRALIA
Il mio incontro con un paese così giovane e grande
Racconto di uno scambio universitario nella terra dei canguri
A luglio 2012 ho avuto la possibilità di effettuare un periodo di
scambio universitario in Australia,
alla University of New South
Wales di Sydney. La partenza è
stata un momento pieno di timori
ed interrogativi relativi all'avventura che stavo per intraprendere:
mille pensieri mi hanno tenuto
compagnia durante il volo di 23
ore che mi ha portato dall'altra
parte della Terra.
Come tutti i nuovi inizi, ci sono
state sorprese positive e negative.
Non so bene cosa mi aspettassi da
questa terra lontana tanto idealizzata da tutti, ma innanzitutto non
mi trovavo nella giungla brulicante
di aborigeni. Al termine della mia
esperienza posso descrivere Sydney come una città moderna, vivibile ed estremamente piena di
opportunità: è una combinazione
tra la spensieratezza ed il calore
delle località di mare e l'attivismo
industrioso delle grandi metropoli.
L'Australia è un'isola dalle dimensioni di un continente, in cui le distanze si amplificano e 5 ore di
automobile corrispondono ad una
passeggiata in bicicletta. Deserti e
vallate, flora e fauna incredibili...
per gli amanti della natura c'è
tanto da scoprire. Dal punto di
vista storico, invece, questa terra
così giovane ha davvero poco da
raccontare.
La cosa più interessante, però, è
stata interagire con la cultura (o
meglio la non-cultura) australiana.
Incontrare un “purosangue”, ovvero un australiano con genitori a
loro volta australiani, è cosa estremamente rara. Si tratta di un popolo di emigranti, gli usi e I
costumi più disparati si incontrano
senza mai davvero amalgamarsi: le
fazioni sono ben distinte tra di
loro e gli australiani dell'ultima ge-
nerazione conservano di base un
atteggiamento british-americanizzato, dato dalla conquista coloniale inglese e dall'influenza degli
USA. Generalmente, non esistono
né tradizioni condivise né alcuno
spirito di appartenenza a livello
nazionale.
D'altro canto, gli Australiani sono
persone estremamente disponibili
e rispettose. Mai le troverai indisposte a darti una mano, seppure
non potrai pretendere da loro la
confidenza che tale gesto presume. Hanno in sé la posatezza e
la riservatezza inglese. Molti sono
stati gli episodi anche imbarazzanti in cui la mia “italianità” per
loro era difficile da capire e poteva
essere fonte di fraintendimenti.
“Attivismo”, inoltre, è la parola
d'ordine. Fin da giovanissimi, gli
Australiani sono abituati ad essere
impegnati in mille e più cose,
spinti sicuramente dalla miriade di
occasioni offerte a partire dall'ambiente scolastico. E' stato incredibile confrontarmi con il loro stile
di vita e riscoprirmi un koala lento
e pigro, io che mi ero sempre considerata una persona intraprendente e sempre in movimento.
Per concludere, la mia esperienza
di vita in Australia è stata impegnativa, intensa e costruttiva: mi
ha cambiato profondamente e mai
avrei immaginato di poter ricevere
tanto per il mio arricchimento culturale ed umano.
Filomena Nigr o
N° 31
13 Settembre 2013
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N° 31
13 Settembre 2013
ALTAVILLA
La calda estate dei passi carrabili
“La manovra” si è fermata per i troppi errori commessi
C’è voluto ben poco, vista la
mancanza di eventi programmati
al capoluogo per le calde serate di
agosto, ad animare il ferragosto
altavillese.
Circa 300 contribuenti hanno ricevuto gli auguri di Ferragosto,
con una comunicazione dell’Ufficio Tributi del Comune di Altavilla Silentina, nella quale si
chiedeva di provvedere a pagare
entro il 30/9/2013 la tassa per
l’occupazione di spazi ed aree
pubbliche, ovvero i passi carrabili.
Peccato che la maggioranza delle
contestazioni emesse è risultata
inficiata da gravi errori come intestazione di beni non posseduti,
misurazioni effettuate senza un
criterio omogeneo, individuazione dei passi carrabili, applicazione delle tariffe in modo
anomalo, in quanto non si e’ ne-
AGENZIA DI
PAESTUM
Viale della Repubblica,18
84047 Capaccio (SA)
Tel: 0828 723268
Fax: 0828725886
e-mail:
[email protected]
Il punto politico
“Sfiducia a Marra”,
già acqua passata?
anche tenuto conto degli importi,
suddivisi per fascia di appartenenza, già approvati con delibera
di Giunta Municipale n°38 del
28/3/2013.
In data 9/8/2013 il Funzionario
Responsabile, su invito dell’amministrazione comunale che è stata
subissata da numerose e giuste
contestazioni dei cittadini contribuenti, ha dovuto emettere una
nuova comunicazione nella quale
si invita il singolo cittadino a soprassedere dal “pagamento richiesto”. In pratica il Comune, nel
giro di 10 giorni, ha bruciato ca.
900,00euro di spese postali (di
spedizione), importo calcolato applicando la tariffa chiesta al singolo contribuente nel proprio
addebito. Apro una parentesi sulla
tariffa postale, per la Tarsu l’addebito è di 2,00 euro, per i passi carrabili di 1,50 eppure entrambe le
comunicazioni presentano solo
due fogli ed una affrancatura postale riconducibile a 60 centesimi!
Chi ha ricevuto le due comunicazioni potrà notare che quella del
30/7/2013, dove si richiede il pa-
gamento dell’imposta, ha l’intestazione “Comune di Altavilla Silentina – Provincia di SalernoSettore 3 Servizi all’Ente”, quella
della sospensione della Tassa invece ha l’intestazione “Comune di
Altavilla Silentina – Provincia di
Salerno - Settore 3 Servizi all’Ente
- Assessorato Bilancio e Programmazione”. Giustamente la seconda è quella più idonea in
quanto l’Assessore, nella giunta
del 28/3/2013 aveva brillantemente relazionato su tutto l’argomento. Peccato però che nella
delibera di Giunta Municipale
n°38 del 28/3/2013 viene citato,
per la regolamentazione, l’art. 68
della legge 507/93 , che non ha
niente a che fare con la problematica da deliberare, tale articolo infatti appartiene al Capo III del
decreto, ovvero quello relativo alla
TASSA PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI
URBANI INTERNI mentre la
TASSA PER L'OCCUPAZIONE
DI SPAZI ED AREE PUBBLICHE (anche i passi carrabili) è riportata al Capo II della stessa
legge negli articoli dal 38 al 47.
Per l’occupazione del suolo pubblico, il regolamento di riferimento è quello della TOSAP,
come indicato dall’ art. 40 della
stessa legge. Visto che sul sito istituzionale del Comune tale regolamento non è stato mai pubblicato,
credo che, a questo punto, sia lecito chiedersi se tale regolamento
esiste veramente, perchè se così
non fosse si aprirebbero scenari
veramente inquietanti!
Br uno Di Venuta
Radiopiazza l’aveva registrato
con grande clamore. Stanno
operando per far cadere il sindaco Marra. Chi? Il maggiore
indiziato è l’ex sindaco Gallo
che farebbe da punto di riferimento di un gruppo di consiglieri
comunali
sia
di
maggioranza che di opposizione. Alla fine della “manovra”
dovrebbe spuntare una nuova
coalizione, sorprendentemente
traversale, che caccerebbe dal
cilindro un nuovo candidato sindaco capace di sbaragliare elettoralmente un Antonio Marra,
ancora fortissimo dal punto di
vista dei voti per quanto politicamente debilitato. L’unico
nome che viene fatto è di un
altro ex: Antonio Di Feo, ora dirigente dell’amministrazione
provinciale. Il piano risulta essere attualmente in stand by.
Scatterà, dicono i bene informati, all’atto dell’approvazione
del bilancio. Marra però ha in
serbo un piano b. Annuncerà
una “fase 2” dell’azione politica
amministrativa con ruoli e programmi nuovi. Più coraggiosa e
incisiva sarà quest’azione tanto
verranno definitivamente bagnate e rese inoffensive le munizioni dei golpisti. Sempre che il
guanto della sfida venga ancora
sventolato.
Or.Mo.
ALTAVILLA CULTURA
N° 31
13 Settembre 2013
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Ricercatore acuto e inflessibile fustigatore dei vizi paesani
Scompare Paolo Tesauro Olivieri, è stato uno degli ultimi reduci dai lager nazisti
“L’odore di minestra che arriva
dalla cucina mi avverte che ormai
ho poco tempo a disposizione. Una
graziosa donnina sta apparecchiando una tavola semplice e curata. Siamo nel centocinquantesimo
dell’Unità d’Italia, dunque prima di
salutarlo, non posso esimermi dalle
domande di rito. “Ricordo un episodio” riprende come se narrasse
dell’altro giorno “che mi raccontava
mia nonna.
Lei apparteneva ad una famiglia benestante, i Pipino, proprietari della
casa dietro il Consorzio a Cerrelli.
Una sera, quando aveva più o meno
12 anni, subito dopo l’Unità, due
briganti fermarono il padre di ritorno dai campi, sulla strada del
Magazzeno. Lui era a cavallo e gli
ordinarono di scendere e seguirli.
Lo portarono nella zona Ripalta che
è un’ansa del fiume Calore, lì lo tennero per tre giorni e mandarono a
dire alla famiglia che per la liberazione dovevano pagare. Erano della
banda Tranchella.
Ho anche una chiara immagine di
Francesca Cerniello negli ultimi
anni di vita. Deve essere morta
verso il 1926/27. Aveva gli occhi cisposi, scalza, brutta, scarmigliata,
grassa, doveva pesare almeno un
quintale. Capelli grigi non bianchi.
Nei giorni scorsi a Salerno si è spento il professore Paolo Tesauro Olivieri,
nato ad Altavilla Silentina il 19/12/1919; risiedeva a Salerno in via Irno,35;
combattente e reduce dai “lager nazisti”, laureato in materie letterarie,
docente in pensione dal 1977; collaboratore di giornali e riviste.
Sedeva sempre sul poggetto che
c’era davanti al tabacchino e così
passava le giornate, sola, emarginata per via del suo passato che
non faceva onore al paese. Per due
tre giorni nessuno la vide, poi la
trovarono morta. Anche i topi
l’avevano rosicchiata”.
A proposito della condizione attuale del Sud mi risponde secco:
“la mia vita militare l’ho trascorsa
quasi tutta in alta Italia e ho visto
come si agisce lì, in Piemonte,
Veneto, Lombardia. Qui pensano
solo all’assistenza”. Ci lasciamo
trascinare di nuovo dal flusso dei
discorsi a catena e di balzo in
balzo arriviamo a parlare di
Giotto, Michelangelo, dei Vangeli, degli interessi milionari che
alimentano il calcio, su cui anche
è preparatissimo, dell’esempio
dato ai giovani dai briosi lunedì
sera a colpi di Grande Fratello.
Un volo pindarico per tornare ad
Altavilla. Non può essere altrimenti. Su mia richiesta mi parla
di Piero Chiara e Il Balordo, del
caro amico Giuseppe Galardi,
del maestro Cecchino Di Verniere e della solita invidia altavillese che continua ad irritarlo e
non mi sento di negare. Mi trattengo ancora un po’ sulla porta
per non perdere nulla di quell’incontro, fatico a congedarmi, ad
allontanarmi da quello scrigno di
saperi.
Quel sorso d’acqua pura non mi
ha dissetato del tutto. Il piatto
che si posa sulla tavola è un educato messaggio della badante.
Lo ringrazio con voce tremula
ansiosa ora di correre a casa per
congelare le emozioni su un
pezzo di carta.
“Ho studiato e pubblicato per arricchirmi e trasmetterlo agli altri
perché la cultura non deve essere
trattenuta ma trasmessa. Come
diceva Mazzini: miglioratevi per
migliorare”. Chiude confessandomi il suo rammarico: non aver
studiato il greco. Penso a Socrate:
una vita senza ricerca non vale la
pena di essere vissuta, sosteneva”.
Tiz iana Rubano
INGIUSTIZIA. A margine dell’ “abbandono” del tribunale di Sala Consilina
Non è finita la speranza degli avvocati dianesi
DALLA PRIMA
della celere attività giudiziaria svolta
negli anni a Sala, dei cittadini costretti a farsi 40 km senza ferrovia,
della storia legata al grande giurista
Alfredo De Marsico? Le domanda
ricorrenti. E’ difficile trarre un bilancio delle iniziative poste in essere, tanto per citarne qualcuna:
l’appello rivolto al Ministro Cancellieri di rivedere il piano della revisione
delle
Circoscrizioni
Giudiziarie concedendo una eventuale proroga per il tribunale salese
nella più positiva delle ipotesi nonostante la bocciatura del ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale,
l’appello lanciato dal tetto del tribunale, la crocifissione simbolica di tre
avvocati che lamentavano la vera
crocifissione della Giustizia a causa
di criteri opinabili. E poi l’attenzione di due giornalisti Rai che desiderano
intervistare
le
rappresentanze amministrative e
forensi, il Comitato pro tribunale,
Senonoraquando? il Codacons
l’Aiv Torquato Tasso unitamente
a tutte le altre associazioni e ordini
di categoria hanno mantenuto
vivo e attivo il presidio permanente, una raccolta firme pro Giustizia e consegna delle tessere
elettorali per ribadire l’assenza
della politica che invece tanto ha
inciso in altre zone. Due notti
bianche all’insegna della speranza,
mentre partivano accorate interrogazioni parlamentari a firma degli
On. Pica, Saggese, Iannuzzi, Rostan senza trovare però alcun interlocutore provinciale regionale o
nazionale di qualsivoglia rappresentanza politica pronto ad accogliere la più minima istanza e
sposare la causa del Vallo di
Diano. Poi un lumicino: la relazione tecnica con quale si ribadiva
la inadeguatezza per carenza di
misure di sicurezza e antisismiche
dell’edificio lucano dove ospitare
gli avvocati salesi. I sindaci stretti
alla gente in cortei pubblici e intrecciati in consigli pluricomunali
monotematici e vertici per rappresentare al Governo, a Roma, le
eclatanti lacune nella decisione
parlamentare si sono fatti avanti
fino all’ultimo. E proprio mentre
partiva l’autobus con i sindaci a
bordo per un’ultima udienza dal
Premier Letta, partiva con loro
tutta la speranza del Vallo di
Diano, di salvare ancora il Tribunale di Sala Consilina.
Antonella Citr o
citr [email protected]
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N° 31
13 Settembre 2013
EBOLI
A destra verso il derby Cariello / Cardiello. Confusione a sinistra
I dodici nomi di quali già si parla per la successione a Melchionda non più ricandidabile
Elezioni comunali, manca un
anno e mezzo al prossimo appuntamento elettorale. A Eboli
l'attesa supera l'ansia per le
Olimpiadi di Rio. Le certezze
per ora sono poche. Giusto un
paio. Il sindaco Melchionda
non potrà candidarsi. Dovrà puntare alla Regione, al Palarmento,
alla Corte Europea, al consiglio di
sicurezza dell'Onu. Alla poltrona
di sindaco, no. Chi è già candidato
a sindaco è Massimo Cariello.
Sconfitto al ballottaggio nel 2010,
l'esponente di Fratelli d'Italia ha
già "avvisato" i suoi alleati nel centrodestra. La macchina organizzativa è già in moto. Cariello e soci
stanno cercando i candidati per
formare le liste. Con un anno e
mezzo di anticipo. Nel 2010 arrivò
a formarne sette. Se continua
così...nel 2015 saranno una dozzina i partiti e le liste civiche a favore di Cariello. Chi si è messo di
traverso sulla marcia di Cariello è
Damiano Cardiello. Di senatore,
figlio. Avvocato in erba, già consigliere comunale, Cardiello junior
non nasconde le sue ambizioni.
"Cariello sindaco? Lo dice lui. Potrebbero esserci delle sorprese".
Cioè lui. Damiano Cardiello candidato sindaco. Nel Pdl la situazione è indecifrabile. Se
Berlusconi decade, il partito
muore. Se si torna a Forza Italia,
bisognerà capire gli ex di An che
cosa faranno. Il mago Othelma ha
chiesto l'anticipo della pensione.
Per stress professionale. La convinzione dominante è che alla fine
torni in campo Franco Cardiello.
Il più volte parlamentare del centrodestra diventerebbe così l'avversario più accreditato di
Massimo Cariello. Nel derby a destra. Fuorigioco sembra Vito Busillo, eterno presidente del
Consorzio di Bonifica, sconfitto
nel 2010 quando non arrivò nemmeno al ballottaggio. Professionisti e rappresentanti della società
civile non troveranno spazio nel
centrodestra. Il braccio di ferro
sarà tutto tra Cariello e Cardiello.
Il marasma è nel centrosinistra. Il
dopo Melchionda? I nomi che trapelano sono quelli di sempre. Da
una parte Luca Sgroia, giovane
presidente del consiglio comunale.
Sul fronte opposto c'è Cosimo
Cicia, vicesindaco di Melchionda.
Negli ultimi giorni è apparso il
nome di Adolfo Lavorgna, assessore alle finanze ed ex amministratore della Multiservizi. I nomi
politici si fermano qui? No. Tra i
papabili sindaci c’è anche Fausto
Vecchio. Sconfitto nel derby con
Rosania, nel 2000, Vecchio non
può permettersi altri dieci anni da
consigliere comunale. L'età cambia per tutti. Non avendo sbocchi
nel centrodestra, l'ex assessore socialista potrebbe tornare all'ovile.
Le frequentazioni "comuniste"
con Melchionda lasciano pensare
a una sua candidatura per il 2015.
Difficile, ma non impossibile. Ci
sono poi due candidati della società civile. Il primo è Sergio Antonini. Il presidente della
Multiservizi ha avviato un'opera di
moralizzazione nella società municipalizzata. Le auto della società?
Escono solo per motivi di servizio. Nessuno può più prenderle
per fatti privati. I soldi dei parcheggi? Li riscuote la Multiservizi.
Senza l'ambigua intermediazione
di una società privata, come avveniva anni fa. In servizio sono vietati i pantaloncini corti. I sindacati
non protestano più. Le paghe
mensili sono puntuali. La quattordicesima è stata pagata a luglio.
L'unico neo è il mancato turn over
della cassa integrazione. Gli operai
fermi ai box sono sempre gli
stessi. Quelli a lavoro, pure. La
legge prevede il turn over. Non è
mai troppo tardi per iniziarlo. Un
altro esponente della società civile
è Dino Norma. L'ingegnere nomi-
800.93.11.62
nato assessore dall'Udc e rimasto
in carica su fiducia di Melchionda,
ha tutte le caratteristiche per fare
il candidato a sindaco. Non è borioso, non è arrogante, non ha
compromessi morali o penali nell'armadio, come qualche politico.
E' un professionista stimato. Se
avvia i cantieri pubblici nel 2014,
se risolve i parcheggi affondati in
via Adinolfi si cuce la candidatura
a sindaco senza troppi avversari.
La contesa non è finita qui. A
Eboli ci sono i riformisti di Carmelo Conte. Gestiscono un pacchetto di voti fedelissimi, tra Eboli
centro e Santa Cecilia. L'ex ministro probabilmente continuerà a
fare il nonno, l'opinionista e il regista dietro le quinte. Per ora, nessuno lo contempla come
candidato sindaco, esperienza negativa già vissuta nel 2000 e nel
'96. Conte lancerà sicuramente un
suo candidato. Il nipote più giovane, Salvatore Marisei, o due nipoti meno "adolescenti", Mario e
Antonio Conte. Con l'addio di
Melchionda al comune si azzera lo
scenario politico. Si parte tutti
dalla stessa posizione. Facile da
prevedere che in tanti sognino la
fascia tricolore.
Francesco Faenza
francescofaenza@liber o.it
VALLO DELLA LUCANIA
Dov’é finita la minoranza al comune?
Inspiegabile il silenzio seppur meditativo di Emilio Romaniello
Esiste la minoranza al comune di
Vallo della Lucania? Da un po’ di
tempo non sono in pochi a chiederselo. Anche perché, superati i
due anni dalle elezioni, si è avuto
sicuramente il tempo per digerire
la sconfitta. Certo, doveva essere
una vittoria per Grande VALLO,
anche abbastanza agevole. Una
continuazione del Facente Funzioni Romaniello Emilio, ragioniere, del lavoro iniziato come vice
di Luigi Cobellis e poi Facente
Funzioni di sindaco. E invece il responso delle urne per GRANDE
VALLO fu avverso. Ma da questo
a non comunicare più ce ne passa.
E pensare che nel periodo elettorale sulla comunicazione si era investito.
In molti ricordano l’importante
conferenza elettorale in un gremito
auditorium dell’istituto Cenni, con
tanto di anchorman a far domande
al candidato a sindaco e una folla
plaudente in attesa di rivederlo vestire la fascia tricolore. Ma dopo
che è successo? Vero, una volta ha
spiegato: mica bisogna mettere i
puntini sulle i su quello che fa o
non fa la maggioranza! Oppure:
“Arriverà l’ora che parlerò, e allora
vedrete che ne usciranno delle
belle”. Ma in attesa dell’ora fatidica
il tempo passa, e di fatti ne accadano anche senza attendere le sospirate parole del capogruppo di
minoranza che al cronista di Unico
ha sempre detto, “è vero lo so,
devo scrivere su tuo invito, ma..”.
La storia va avanti. Vallo della Lucania stava per ricevere come dono
degli enti locali associati una profumata discarica regionale, e se
non fosse stato per l’autocostituito
comitato di cittadini che levò un
grido di allarme e opposizione
netta attraverso i vari Peppino Palladino e l’architetto Nicoletti,
avremmo avuto sgradevoli sorprese. Romaniello parlò, è vero, e
gliene diamo atto, ma dopo ricadde in un meditativo silenzio. La
storia cittadina però è andata
avanti. Solo per citare pochi
esempi Vallo ha perso il centro per
la Biodiversità, che avrebbe certo
giovato al comune. E anche qui
non si sono spese molte parole.
Poi i commercianti, nel mese di
aprile, fecero sentire la loro voce
affinché l’amministrazione desse
segni concreti per ravvivare la vita
sociale e quindi il commercio,
spina dorsale storica della città.
Nulla è stato fatto, nemmeno
un’inversione di senso di marcia o
un parcheggio.
Ma anche qui ha regnato il silenzio.
Una interruzione c’è stata sul problema dei lavoratori del settore rifiuti che a luglio hanno protestato
per la mancanza del loro salario
davanti al monumento ai caduti.
Poi ancora il nulla.
La cronaca ha registrato due episodi di allarme sociale: spaccio di
droga e un considerevole giro di
prostituzione e gioco d’azzardo.
Nulla da dichiarare. Eppure, ad
esempio, nel cuore di Vallo, rione
Cattedrale, dei cittadini si stanno
organizzando, propongono di lavare le strade, porre ordine ai numeri civici, chiedono sicurezza e
decoro urbano per il cuore della
città. Anche in altre zone si stanno
attivando poiché i rifiuti non mancano. Ma anche qui cala netto il silenzio. Come sopra.
Né un manifesto, una dichiarazione, un semplice comunicato.
Con la passata maggioranza del
FF, ci aveva pensato Antonio
D’Agosto, né eletto, né votato, ma
semplice elettore, a smuovere le
acque. Oggi, invece, tutto tace. Eppure c’è chi ha dato il voto alla
compagine che si candidò alle elezioni, e oggi siede in minoranza:
tutti d’accordo al 100% su quello
che Aloia, Ametrano e tutta l’amministrazione sta compiendo? E
allora ditelo: la “minoranzaopposizione” o “opposizionemaggioranza”, unita e compatta governa
per il bene di Vallo, con un unico
desiderio di serenità. E, con tutti i
problemi di crisi sociale, spopolamento e perdita di lavoro, vissero
felici e contenti.
Nicola Nicoletti
nnico@liber o.it
Š
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N° 31
13 Settembre 2013
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N° 31
13 Settembre 2013
IL RICORDO
Con zio Elio Sabia, uomo generoso e buono
Nato a S. Maria di Altavilla, si occupò di “movimento terra” in Toscana
“Ricorda il tuo caro” è una nuova rubrica di “Unico”. Potete proporre il ricordo di un vostro caro. Lo scritto, a
cura dei proponenti, non dovrà superare i 2mila caratteri a spazi inclusi del
programma di scrittura Word. A esso
dovrà essere aggiunta una fotografia in
formato jpg. Per gli abbonati paganti la
pubblicazione è completamente gratuita. Se ne potrà usufruire per non più
di una volta all’anno. Per gli altri lettori
è prevista la sottoscrizione preventiva
di un abbonamento annuale. Testi e
foto vanno spediti a [email protected]. Per abbonarsi: IBAN:
IT55 YO83 4276 1400 0401 0040 585
CONTO CORRENTE POSTALE:
n° 53 07 14 94 Intestato a Calore s.r.l.
Costo abbonamento, 25,00
Elio Sabia era nato ad Altavilla Silentina, precisamente in via
S.Maria (all'epoca 66, oggi 67!) il
11/09/1950 da mamma Angela
Maria Di Verniere e papà Vito
Sabia. Non è più tra noi dal gennaio di quest'anno, a causa di una
brutta fibrosi polmonare, all'ospedale di Torregalli Scandicci, città
dove si era trasferito da ragazzo
per cercare lavoro e trovare la sua
strada.
E l'ha trovata davvero: ha lavorato
dal 1973 al 2010 (anno in cui è risultato uno dei pochi fortunati a
percepire la pensione) presso
l'azienda "Mordini e Bettini",
azienda che si occupava di movimento terra. Lo zio era un appassionato di scavatori e svolgeva il
suo lavoro con dedizione e accuratezza. Nel 1975 si è sposato e
nel 1983 è nato il suo primogenito,
Daniele, praticamente il suo clone
nell'aspetto e nel carattere. Il suo
tratto caratteriale era la sua bontà
d'animo, la devozione alla famiglia,
ed era ammirevole su quanto
amasse prendersi cura di tutti noi:
dei suoi fratelli (rimasti orfani dei
genitori) di noi tutti nipoti per i
quali aveva sempre una parola di
orgoglio e premura e soprattutto
di suo figlio.
Zio Elio è sempre stato il pilastro
portante della famiglia Sabia e da
quando se ne è andato un pezzo
del nostro cuore se ne è andato
con lui. Certo aveva il suo bel "caratterino": se eri nel torto non si
riguardava a fartelo notare anche
con toni alterati...teneva a cuore il
fatto che noi giovani Sabia portassimo alto il nome della famiglia e
si arrabbiava con noi se a causa di
un nostro atteggiamento le persone avevano una considerazione
sbagliata sul nostro conto.Sarebbe
stato orgogliosissimo dei sue due
"pronipotini" nati a giugno di quest'anno.
Mariangela Sabia
IN FARMACIA.
AIUTO: MI BRUCIA LO STOMACO
Il reflusso gastroesofageo è la risalita del
contenuto acido nell'esofago. Il passaggio del bolo alimentare nello stomaco
è regolato dallo sfintere esofageo inferiore. Il reflusso gastroesofageo si verifica quando l'omonimo sfintere si
rilascia nel momento non opportuno
consentendo il passaggio verso l'alto del
contenuto gastrico che va ad irritare la
mucosa esofagea. Le cause più comune
della malattia sono: l'alterata funzionalità dell'omonimo sfintere; il rallentato
svuotamento gastrico; la gravidanza, a
causa della pressione esercitata dal feto;
la massiccia presenza di grasso addominale; il fumo; ansia e stress. Sono state
appena pubblicate sull’American Journal of Gastroenterology le nuove linee
guida per l’approccio diagnostico terapeutico del reflusso gastroesofageo
(GERD). Per quanto riguarda la terapia
è raccomandato: il calo ponderale; alzare la testata del letto così come evitare pasti nelle 2\3 ore prima di dormire
in presenza di GERD notturno; la dieta
che prevede l’eliminazione di particolari
alimenti (cioccolato, caffeina, alcolici.
cibo piccante) NON è raccomandata;
un ciclo di terapia di otto settimane con
un IPP è la terapia di scelta assumendoli
30\60 minuti prima dei pasti; nei pazienti
con risposta parziale all’IPP aumentare
il dosaggio o modificare il tipo di IPP
può essere efficace; la terapia di mantenimento a lungo termine va somministrata ai pazienti che hanno
sintomi alla sospensione e il dosaggio
deve essere il minimo efficace; gli anti
H2 (derivati della cimetidina) vanno
utilizzati nei pazienti senza esofagite
erosiva per il mantenimento; con
l’esclusione delle pazienti in gravidanza, il sucralfato non è indicato. La
terapia chirurgica è un' opzione nei
pazienti che richiedono una terapia a
lungo termine per GERD.
Alberto Di Muria
[email protected]
GASTRONOMIA
a cura di Diodato Buonora
[email protected]
N° 31
13 Settembre 2013
15
Al ristorante “L’Uorto” di Policastro, un esempio di professionalità
Ero già stato, nel marzo 2009, al
ristorante “L’Uorto” di Policastro
e ricordo una bella esperienza
sotto tutti i profili della buona ristorazione. In occasione di quella
recensione, il titolo evidenziava il
fatto che il ristorante non conosceva la crisi (in atto già a quei
tempi), in quanto in una fredda serata di inizio settimana era super
affollato e vivo in tutti i sensi. È
passato del tempo ed in pratica
poco è cambiato, per essere più
precisi ci sono stati unicamente
degli ampi miglioramenti. Molti di
voi, sicuramente, non sono mai
stati a Policastro.
Vi posso assicurare che la meta
gastronomica ed il posto meritano
una visita. Policastro Bussentino,
più conosciuto semplicemente
come Policastro, è la maggiore frazione e borgo più popoloso del
comune di Santa Marina. Bellissimo posto: calmo, tranquillo e
pulito, in una zona dove sembra
che il tempo si sia fermato, cioè
dove la natura regna sovrana ed il
mare è di un blu che più blu non
si può. Noi ci siamo stati, con piacere, in una tiepida serata di questo inizio settembre. Arrivati sul
posto, dopo aver agevolmente
parcheggiato, ci avviamo al locale
che strutturalmente è lo stesso
dell’altra volta. All’ingresso, di
fronte c’è un angolo bar, sulla destra il forno a legna per le pizze e
la cucina a vista. A riceverci troviamo Michele Girardi che gestisce il locale assieme a Pasquale
Lamoglie. Il primo s’interessa del
servizio di sala e dei vini, mentre
il secondo coordina soprattutto la
cucina. I due sono molto affiatati,
anche perché sono dei professionisti ed essendo tali è molto più
facile andare “d’amore e d’accordo”. La loro professionalità
viene visibilmente trasmessa ai
loro collaboratori, che gestiscono
i propri compiti con grande maestria. Ci accomodiamo, la sala è arredata in stile rustico e crea un
ambiente caldo ed accogliente. I
camerieri sono gli stessi dell’ultima
volta: Nicola Di Siervi, Luigi Manfredi e Giuseppe De Martino, veramente dei professionisti e lo si
nota subito. Sappiamo bene che la
maggior parte dei locali come servizio si avvalgono di giovani improvvisati vestiti da camerieri,
anzi, spesso li troviamo in jeans e
maglietta. All’Uorto, invece, il
NELLA FOTO IL TITOLARE E LO STAFF DEL RISTORANTE L’UORTO
cliente è coccolato dall’inizio alla
fine. Senza farsi notare, con passi
felpati, poche e necessarie parole,
i camerieri sono onnipresenti e
pronti ad accontentare gli ospiti.
Per noi, che avevamo prenotato, è
stato preparato un bel tavolo abbellito con un’elegante composizione floreale. Per il menu,
abbiamo lasciato fare ed ecco che
come antipasto ci è arrivato lo
“Stuzzichino del marinaio”, il
piatto forte del locale che varia di
giorno in giorno a secondo della
reperibilità degli ingredienti. In un
grande piatto, di forma rettangolare, molto ben presentati per la
gioia dei nostri occhi, ci sono stati
serviti sette piccoli assaggi: tonno
all’insalata con julienne di carote,
alici marinate su crostino di pane,
tortino di alici con caponata di
verdurine, turbante di zucchine
con merluzzo aromatizzato al limone, salmone al pane saporito,
vol-au-vent farcito con spuma di
tonno e intreccio di gambero e
speck. Niente da dire, non è nostra abitudine cercare il pelo nell’uovo.
Abbiamo mangiato e apprezzato
tutto. A seguire, sempre in un
piatto rettangolare ci sono stati
portati due assaggi di primi: bucatini al ragù di polpo verace e paccheri di Gragnano con cannellini
e gamberoni del golfo di Policastro. Entrambi erano stati eseguiti
in modo magistrale. Anche il secondo si è presentato in una bella
veste scenografica con colori vivi
ed appetitosi, parliamo della ricciola su vellutata di porro con fiori
di cappero e pane raffermo. Molto
delicato, dove la ricciola evidenziava tutta la freschezza e la sua
mediterraneità. Francamente, eravamo sazi ed esausti e non vole-
vamo più niente. Invece ecco che
arriva un delicato sorbetto al limone guarnito con una fragola
fresca della quale ignoriamo la
provenienza, in quanto da noi non
è stagione, ma era di un bel sapore
piacevole. Poi, abbiamo continuato con le “Golosità dell’Uorto”, in un grande piatto
c’erano quattro mini dolci: bavarese alle fragole, profiterole al
cioccolato, tortino al cioccolato
con zabaione al marsala e panna
cotta al caramello. Questo piatto
ci ha fatto letteralmente terminare
la nostra serata in dolcezza. Alla
fine abbiamo raccomandato i titolari di fare i complimenti allo chef.
No, ci hanno detto che a preparare il nostro menu sono stati in
tre: Giovanna Ievola (per antipasti
e dolci), Antonio Giudice (per i
primi) e Gianluca Montuori (per i
secondi). Allora abbiamo ribadito:
“complimenti agli chef ”, veramente bravi e professionali che
hanno eseguito il loro lavoro con
impegno e passione che è rara trovare. Da bere, la lista dei vini
copre quasi tutto il panorama enologico nazionale. Per noi, sapendo
della nostra provenienza, ci hanno
proposto l’ottimo Heraion 2012
Fiano Cilento Doc dei “Vini del
Cavaliere”, della Casa Vinicola
Cuomo di Capaccio Paestum. Invece, insieme al dolce abbiamo apprezzato un Moscato di Trani
passito Doc 2007 di Bernardi.
Quando siamo ripartiti, mentre salivamo in macchina, le onde del
mare, come una dolce sinfonia,
sembravano salutarci con l’invito
di ritornare. Sicuramente lo faremo, intanto invitiamo a voi di
farlo, sicuramente non ve ne pentirete.
Ristorante L’Uorto, Via Orto
del Conte, 2 – 84064 Policastro
Bussentino
(SA).
Tel.
0974.984647 - Fax 0974. 600063.
www.ristoranteluorto.com.
Gamberoni del Golfo di Policastro alla Fenix
Ingredienti per 4 persone: 20 gamberoni freschi del Golfo di Policastro,
olio extravergine d’oliva del Cilento,
1 bottiglia da 33 cl di birra Fenix del
Birrificio dell’Aspide, prezzemolo tritato, sale e pepe nero q.b.
Preparazione: lavare i gamberoni e
privarli del guscio lasciando solo la
coda. In una padella antiaderente
mettere l'olio d'oliva, accendere il
fuoco basso. Poi aggiungere i gamberoni e lasciar cuocere finché non
sono quasi cotti, salare, aggiungere
pepe nero e la birra Fenix. Spostare
la padella su un fuoco medio con
fiamma alta e lasciare sfumare la
birra. Se necessario aggiungere altro
sale e pepe, facendo in modo da non
coprire il sapore dei gamberoni. Servire caldo con una spolverata di prezzemolo e come contorno delle patate
prezzemolate e/o un’insalata verde.
Consigliato con: Fenix American
Pale Ale, Birrificio dell’Aspide di
Roccadaspide (SA)
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