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Razze, etnie e nazioni - Università Kore di Enna

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Razze, etnie e nazioni - Università Kore di Enna
Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Razze, etnie e nazioni
Prof. Sergio Severino
Università degli Studi di Enna - KORE
1
Giaccardi,
comunicazione
interculturale,
2005
Bagnasco,La
Barbagli,
Cavalli, Corso
di sociologia,IlIl Mulino,
Mulino, 2007
Capitolo 4. I concetti
della
comunicazione
Capitolo XV.
Razze,
etnie e nazioniinterculturale
Lo stereotipo
• 
La percezione seleziona gli stimoli e li riconduce a categorie. Tali categorie
possono cristallizzarsi in stereotipi (da stereòs, rigido, e tùpos, impronta =
matrice, cliché), schemi fissi e impermeabili, forniti dal contesto sociale, che
producono nei discorsi figure identiche;
• 
Lo stereotipo semplifica e ordina l’eccessiva complessità del reale, operando
altresì come resistenza al cambiamento; esso funziona come “calco
cognitivo” pre-razionale;
• 
Lo stereotipo facilita un’interpretazione agevole della complessità del reale e
semplifica le relazioni con l’altro (strutturando attese, rappresentazioni e
giudizi dei comportamenti);
• 
Lo stereotipo consente al soggetto di proteggere la propria posizione,
proiettandone il sé sull’immagine di un mondo in cui persone e processi si
situano e operano in modo prevedibile e funzionale alle sue speranze,
capacita e opinioni;
Prof. Sergio Severino
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Giaccardi,
comunicazione
interculturale,
2005
Bagnasco,La
Barbagli,
Cavalli, Corso
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Capitolo 4. I concetti
della
comunicazione
Capitolo XV.
Razze,
etnie e nazioniinterculturale
In qualità di comportamenti iperritualizzati (Goffmann), gli stereotipi consentono ai
termini di un’interazione di situarsi opportunamente, mantenendo fluida la
comunicazione;
Lo stereotipo:
• 
Opera una semplificazione, attraverso la selezione di alcuni tratti e omissione
• 
Opera una standardizzazone
• 
Opera de-individualizzante, ossia un’astrazione che non coglie le specificità
riguarda in primo luogo i gruppi, e solo secondariamente i singoli individui, considerati
solo in quanto membri del gruppo;
• 
Lo stereotipo opera
•  categorizzando altri individui, sulla base di caratteristiche altamente visibili
•  attribuendo un insieme di caratteristiche all’insieme dei membri della categoria
•  attribuendo quelle caratteristiche a ciascun individuo membro di quella
categoria
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Giaccardi,
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Capitolo 4. I concetti
della
comunicazione
Capitolo XV.
Razze,
etnie e nazioniinterculturale
• 
Esperienze dirette contraddittorie nei riguardi dello stereotipo vengono percepite
come “eccezioni” (subtipizzazione);
• 
“Esagerazione di identità”: lo stereotipo porta ad accentuare le somiglianze
intracategoriali e a enfatizzare le differenze e le contrapposizioni tra le categorie.
• 
“Paradigma del gruppo minimo”: lo stereotipo introduce una asimmetria valutativa,
favorendo l’ingroup e discriminando l’outgroup;
• 
Lo stereotipo si carica di una valenza valutativa e affettiva; il sé o il gruppo
vengono valorizzati dislocandone le caratteristiche negative sull’altro;
• 
Lo stereotipo può essere considerato uno strumento di trasmissione culturale, che
concorre a definire il “senso comune” di un gruppo.
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Capitolo 4. I concetti
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Capitolo XV.
Razze,
etnie e nazioniinterculturale
• 
La necessità dello stereotipo e i suoi effetti sono tendenzialmente indeboliti
dalla disponibilità di risorse per l’individualizzazione dell’altro;
• 
Le connessioni fra stereotipi danno origine a reti di rappresentazioni (“schemi
mentali”) che diventano parte del sapere sociale diffuso, attivando ipotesi
sulla spiegazione degli eventi sociali che influenzano i giudizi del soggetto
orientando le aspettative per il futuro e potenzialmente distorcendo la
rievocazione del passato;
• 
L’intensità dell’affidamento allo stereotipo da parte del soggetto è legata
•  alla non consapevolezza della tipizzazione, scambiata per autoevidenza
della realtà,
•  a condizioni psicologiche individuali di insicurezza, contingenze sociali
problematiche o condizioni emotive di particolare intensità;
•  alla necessità del soggetto di gestire un ingente carico cognitivo;
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Capitolo 4. I concetti
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Capitolo XV.
Razze,
etnie e nazioniinterculturale
• 
i media svolgono un ruolo centrale nella diffusione, naturalizzazione e
condivisione di stereotipi.
• 
Lo stereotipo predispone selettivamente ad accogliere come evidenze quegli
elementi che lo confermano, contribuendo a costruire il dato che si ritiene di
“registrare”.
• 
Lo stereotipo può venire interiorizzato da chi ne è vittima, che finisce così per
modellare la propria condotta sulla rappresentazione stereotipica;
• 
Esaurendo in sé stesso lo stimolo alla conoscenza dell’altro, lo stereotipo può
costituire un deterrente alla relazione con il soggetto categorizzato.
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Capitolo XV.
Razze,
etnie e nazioniinterculturale
Stigma: tratto somatico o culturale, altamente visibile, innato o acquisito,
oggetto di valutazioni negative diffuse, tali da marcare severamente l’identità e
l’autostima del soggetto; è uno stereotipo radicalizzato, che rimarca i confini del
gruppo distanziando ciò che è “estraneo”
• 
Lo stigma è legato al grado di coesione interna al gruppo e funzionale al
mantenimento di un rapporto di disparità tra i gruppi; può condurre al razzismo
• 
Lo stigma riduce l’individuo al solo aspetto stigmatizzato, escludendo lo
stigmatizzato, il quale è altresì spinto all’autoisolamento da un processo di
interiorizzazione
• 
La discriminazione (percezione dell’altro come “non persona”) è un effetto dello
stigma
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Pregiudizio: processo, fortemente carico di valenze affettive, identitarie ed emotive,
di attribuzione ad alcuni individui di caratteristiche negative sulla base della loro
appartenenza a particolari gruppi, rappresentati con immagini stereotipate;
• 
due sono i possibili orientamenti riguardo al fenomeno:
•  “normalità del pregiudizio”: Il pregiudizio è una forma di categorizzazione,
quindi originato nell’ambito operativo di un processo cognitivo non patologico;
la pre-comprensione è necessaria e naturale nei processi cognitivi;
•  “patologia del pregiudizio”: il pregiudizio è considerarsi irrazionale e dannoso
sul profilo psicologico e sociale;
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Normalità del pregiudizio
• 
Il pregiudizio è funzionale alla definizione dell’identità sociale del gruppo; è
inoltre in grado di orientare i comportamenti e gli atteggiamenti;
• 
Mentre, rispetto ai membri dell’ingroup, si hanno a disposizione gli elementi di
conoscenza diretta per formulare giudizi, rispetto ai membri dell’outgroup
sono ritenute sufficienti le conoscenze stereotipiche e si tendono ad applicare
pregiudizi (protezione del “noi”, distanziazione del “loro”).
• 
L’integrazione categoriale (definizione del “noi”) è un processo influenzato
dalla situazione sociale che può dipendere da:
•  criteri transitori (prossimità fisica…)
•  criteri stabili (colore della pelle, gender…)
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Patologia del pregiudizio
• 
il pregiudizio è da considerarsi patologico sia dal punto di vista individuale
(cfr. Adorno e le connessioni del pregiuzio con l’eccessiva rigidità della prima
socializzazione) che sociale; in quest’ultimo caso esso può generarsi da:
•  meccanismi di frustrazione-aggressività,
•  confronto sociale e il senso di deprivazione relativa
•  situazione sociale (appartenenza di classe e situazione sociopolitica);
•  status: i gruppi di status più elevato tendono a difendersi rimarcando le
differenze intergruppi;
•  relazioni tra i gruppi: la differenziazione con l’outgroup consente il
mantenimento di un’identità soddisfacente; la competizione fra i gruppi
rafforza il pregiudizio; la condivisione di obiettivi comuni lo indebolisce;
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•  I meccanismi di produzione e riproduzione di stereotipi e pregiudizi possono
dipendere da
•  attività cognitiva individuale;
•  linguaggio e dinamiche della comunicazione sociale
•  I pregiudizi, in quanto “immagini collettivamente condivise relative a un’altra
collettività”, si collocano nell’ambito delle rappresentazioni sociali;
•  I media costituiscono un terreno di elaborazione delle ideologie e dei pregiudizi
condivisi all’interno del gruppo per difendersi e proteggere i propri interessi,
operando in due sensi
•  Costruendo il “senso comune”
•  Utilizzando la spettacolarizzazione come criterio di selezione e semplificazione;
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Razze,
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• 
Il concetto di pregiudizio è soggetto a mutamento in relazione al contesto
socioculturale; nella contemporaneità, pur tendenzialmente condannato, il
pregiudizio sopravvive in forme implicite e indirette (comunicazione non verbali,
prossemica, pregiudizio simbolico); sconfitto sul piano razionale, il pregiudizio
perdura su quello emozionale;
• 
è possibile ipotizzare un disarmo del pregiudizio attraverso un contrasto alla deindividualizzazione tramite relazioni paritetiche, approfondite e durature con individui
di altri gruppi, studio delle relative storia e cultura, sanzioni sociali e istituzionali al
comportamento pregiudiziale, opportuni processi politici e appropriate configurazioni
economiche;
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Razze,
etnie e nazioniinterculturale
Etnocentrismo: tendenza, da parte dei membri di un gruppo etnico, a
valutare gli altri gruppi o i singoli membri degli altri gruppi, tenendo la propria
cultura come criterio di riferimento, e così implicitamente assumendone la
superiorità e l’universalità; possibili dimensioni:
•  epistemologica: mancata consapevolezza del carattere situato e culturale
delle categorie;
•  politica: strumento intenzionalmente assunto di rivendicazione culturale;
• 
Come già per il pregiudizio, due sono gli atteggiamenti possibili: accettazione
(fenomeno inevitabile, funzionale a difesa e trasmissione di identità e cultura
e ad atteggiamenti e comportamenti altruistici all’interno del gruppo) o
condanna (fenomeno foriero di miopia culturale; irrazionale e potenzialmente
violento; funzionale a radicalizzazione delle differenze e relativismo radicale;
legato a processi di assolutizzazione del proprio punto di vista);
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Relativismo: riconoscimento, nato in ambito antropologico, della necessità di
interpretazione di realtà aliene nei soli termini delle medesime;
•  radicale: afferma l’incommensurabilità, intraducibilità e incomunicabilità
tra le culture:
•  moderato: posizione anti-assolutista che contesta l’opportunità da parte
dell’Occidente di imporre la propria visione al resto del mondo;
• 
Entrambe le posizioni sono funzionali al modello del “multiculturalismo a
mosaico” che problematizza anziché facilitare la convivenza fra culture;
• 
Possibili strategie per il superamento di etnocentrismo e relativismo:
•  decentramento: accettazione della parzialità del proprio punto di vista e
riconoscimento dell’arricchimento portato dal confronto con l’altro;
•  universalismo dialogico: riconoscimento della valenza plurima, stratificata,
non-monolitica, delle culture; consapevolezza di una comune situazione
di incertezza e difficoltà a intendersi; sforzo di costruzione di mondi
comuni nel tempo e attraverso il dialogo.
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Razzismo: operazione di contrassegnazione di un individuo in base ad attributi
naturali, associati a caratteristiche intellettuali e morali, rinvenibili in ogni individuo
appartenente a quell’insieme e, in ragione di ciò, eventuale messa in opera
pratiche di inferiorizzazione e di esclusione;
•  origine antropologica: il razzismo come inevitabile processo connaturato con
l’uomo;
•  origine modernista: il razzismo come prodotto socioculturale della modernità;
Razza: gruppo di individui identificato come unità distinta per la presenza di
caratteristiche biologiche secondarie; concetto pseudo-scientifico, di origine
ideologica, legato all’etnocentrismo;
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Razzialismo: razzismo-ideologia, di matrice scientista e determinista, basato su
cinque assunti;
•  esistenza delle razze e la necessità della non-mescolanza (mixofobia);
•  legame causale fra appartenenza razziale e caratteristiche fisiche e
culturali;
•  legame causale fra appartenenza a una razza e comportamento individuale;
•  esistenza di una gerarchia delle culture;
•  legittimità di operazioni di sottomissione verso razze percepite come
“inferiori” nella gerarchia;
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• 
Il razzismo presenta una dimensione cognitiva e una pragmatica.
• 
La dimensione cognitiva si esprime secondo tre modalità prevalenti:
•  l’ essenzializzazione
•  l’esclusione simbolica
•  la barbarizzazione
• 
fra le declinazioni della dimensione pragmatica è possibile osservare:
•  la messa a distanza spaziale
•  la persecuzione
•  lo sterminio
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• 
Il razzismo si è evoluto dalla sua declinazione biologica, tradizionale ed
esplicita (assolutizzazione delle differenze biologiche) in un razzismo
culturale, contemporaneo e implicito (assolutizzazione delle differenze
culturali, ossia differenzialismo radicale).
• 
Il nuovo razzismo centrato sulla dimensione culturale, è caratterizzato da una
forte dimensione simbolica e declina in forme “politicamente corrette” pulsioni
come la mixofobia e la giustificazione degli squilibri sociali;
• 
Se nella modernità il razzismo era funzionale allo sfruttamento della
manodopera per la neonata società industriale, nella contemporaneità esso è,
nella forma di una rivendicazione identitaria, funzionale a un tentativo di
rinsaldare sul piano simbolico confini geograficamente permeabili;
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• 
I media tendono a costruire un senso di insicurezza collettiva, attribuibile alla
presenza degli stranieri, presentati come nemici sociali;
• 
“doppio controllo” dei media: sulla rappresentazione dei cittadini come membri
di gruppo minacciato; sullo straniero, le cui potenzialità di espressione sono
disattivate;
• 
I processi di amplificazione e semplificazione producono:
•  lo scivolamento dell’eterofobia in razzismo
•  la costruzione di una percezione sociale selettiva
•  l’avvallamento del pregiudizio (clandestini=cattivi, regolari=buoni)
•  la costruzione del binomio musulmano/integralista funzionale a una
“islamofobia”
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Orientalismo: metodologia di approccio sistematico all'Oriente, costituita
dall’Occidente a partire dall'insieme di immagini e risorse lessicali disponibili per
l'enunciazione di discorsi sui mondi lontani e sconosciuti; può essere latente
(impronta teorica costante che anima i discorsi sull'oriente) oppure manifesto
(insieme mutevole di ipotesi e cognizioni esplicitamente comunicate)
• 
L’orientalista, considerando etnocentricamente l’Oriente come oggetto ignoto da
studiare e dominare, si tipizza come modello corretto e legittimo, oggettivo nelle
categorizzazioni valutative
• 
La fissità dello stereotipo lo impermeabilizza all’esperienza; la realtà viene
negata, rendendo la rappresentazione l’unica immagine legittima
• 
Le soggettività vengono astratte e disumanizzate, con preminenza
dell’appartenenza etnica sull’umanità condivisa con l’osservatore; si articolano
così strategie di allocronismo
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
•  Per razza si intende un insieme di esseri
umani che condividono alcune
caratteristiche somatiche
•  Le differenze somatiche sono il prodotto
dell adattamento dei gruppi umani
all ambiente in cui vivono
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Le differenze tra singoli individui sono
più importanti di quelle che si vedono
tra gruppi razziali.
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
In tal senso il concetto di razza è:
•  dal punto di vista biologico, un concetto
irrilevante
•  dal punto di vista sociologico, uno strumento
per significare altre differenze di ordine
morale, intellettuale e comportamentale,
quindi per giustificare forme di disuguaglianze
e di dominio
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Le credenze razziste cominciano a circolare verso
l inizio del XIX secolo in concomitanza con
l espansione coloniale
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Queste dottrine si fondano su una serie di credenze:
-  che vi sia corrispondenza tra caratteristiche somatiche
e tratti mentali e morali, che quindi questi ultimi siano
trasmessi per via ereditaria e siano sostanzialmente
immodificabili
-  che l organizzazione sociale rifletta la divisione
dell umanità in razze
-  che vi sia una gerarchia naturale tra le razze
-  che sia lecito il dominio e lo sfruttamento da parte
delle razze che si autodefiniscono superiori sulle razze
definite come inferiori
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Le dottrine della razza si fondano su un forte
determinismo biologico in base al quale il
comportamento di individui, gruppi e intere civiltà
risulta determinato dall appartenenza razziale.
In realtà i fattori ambientali sono decisivi per
determinare l esito di qualsiasi processo biologico. Se
prendiamo due fratelli gemelli monozigotici e li
alleviamo in circostanze e in culture molto diverse,
potremmo scommettere che cresceranno due persone
molto diverse.
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Barriere di ordine fisico o sociale possono determinare
due processi distinti:
- deriva genetica
- selezione sessuale
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Deriva genetica
Popolazioni che vivono geograficamente isolate e i cui
membri si accoppiano esclusivamente tra di loro
tendono a diventare anche geneticamente omogenee.
Selezione sessuale
Fattori di ordine socio-culturale, influenzando la scelta
del partner, influenzano anche la distribuzione dei
caratteri genetici.
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Definiamo razziste quella dottrine, atteggiamenti e
pratiche che discriminano, sulla base
dell appartenenza razziale, l accesso all esercizio di
diritti e a determinate opportunità e posizioni sociali.
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Parliamo di discriminazione razziale quando in una
società ai membri di una popolazione identificata per le
sue caratteristiche, reali o presunte, di razza, viene
negato l accesso all esercizio di una serie di diritti.
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Taguieff distingue tra:
-  auto-razzizzazione
-  etero-razzizzazione
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Auto-razzizzazione
-  il concetto di razza è applicato al proprio gruppo, per
affermarne la superiorità e garantirne la purezza
-  coloro che non appartengono alla razza vengono
percepiti come un pericolo alla sicurezza, integrità e
purezza del gruppo stesso
-  nei loro confronti viene scatenata una reazione di
rigetto che, nei casi limite, arriva fino al genocidio
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Etero-razzizzazione
- la razza è intesa come sinonimo di civiltà inferiore
e arretrata
- le razze considerate inferiori diventano oggetto di
sfruttamento e di segregazione e, in alcuni casi, di
tentativi di assimilazione alla cultura dominante
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33
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Il concetto di etnia rimanda a differenze di ordine culturale,
che si trasmettono di generazione in generazione,
attraverso i meccanismi della trasmissione culturale.
Gli elementi che contraddistinguono un gruppo etnico sono:
- nome
- mito
- tradizioni
- cultura
- territorio
- solidarietà
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34
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Si parla di etnia o gruppo etnico quando:
1) 
2) 
3) 
4) 
5) 
6) 
i membri di un gruppo designano se stessi, e sono designati da altri,
mediante un nome
si è prodotto il mito di una comune origine o discendenza;
si è creata una comunità che condivide certe memorie comuni (tradizioni)
e vi è chi si preoccupa di trasmetterle alle generazioni future
vi è una cultura condivisa (fatta di linguaggio, credenze religiose, costumi,
forme di alimentazione, espressioni artistiche e letterarie, ecc.) che
presenta caratteri distintivi rispetto alle popolazioni geograficamente vicine
vi è un territorio (o, in certi casi, soltanto un luogo simbolico) che i membri
del gruppo considerano proprio per diritto storico anche quando vivono
dispersi o separati
si sviluppa un sentimento di solidarietà particolaristico tra i membri del
gruppo, che non si estende ai membri di altri gruppi
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Gli elementi che costituiscono un etnia si modificano nel
tempo per effetto di fattori sia endogeni sia esogeni,
che possono rafforzarne o indebolirne la coesione.
Fattori endogeni riguardano la presenza/assenza di:
- un élite letterata, atta alla conservazione e
trasmissione delle tradizioni
- di conflitti interni di natura religiosa, politica o sociale,
che minano la solidarietà
Fattori esogeni sono, ad esempio:
- il contatto con culture etniche
- lo stato di guerra con etnie vicine
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
I concetti di etnia, nazionalità e nazione sono spesso
oggetto di confusione.
Le ragioni di questa confusione dipendono dal fatto che
gli stessi termini vengono usati con significati diversi.
Si possono distinguere due significati sostanzialmente
diversi, a seconda del rapporto che si instaura tra etnia,
nazione e comunità politica (stato nazione).
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
1)  Il concetto di nazione designa una collettività
(un popolo) che si richiama a una discendenza comune,
ai vincoli creati dalla lingua, dai costumi e dalle
tradizioni comuni e che, in virtù di tale comunanza,
rivendica a sé il diritto di organizzarsi, su un dato
territorio, in forma di stato sovrano.
In questo caso, la nazione si fonda sull etnia ed
entrambe, etnia e nazione, precedono la formazione
dello stato nazione .
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2) Il concetto di nazione designa una collettività di
cittadini che hanno comuni diritti e doveri nell ambito
di uno stato territoriale. In questo caso, lo stato
precede la formazione della nazione e questa può
essere composta anche da etnie differenti.
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Corso di sociologia,
Il Mulino,di
2007
U.K.E.Cavalli,
- Università
degli Studi
Enna
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- KORE
Prof. Sergio Severino, docente di Sociologia generale
[email protected]
Pluralismo, multiculturalismo
e stranieri
seminario sulla società multietnica
"Nulla in questo Paese è impossibile!
Barack Hussein Obama II, 2009
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•  Società aperte
•  Società chiuse
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Razza
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Il conte Joseph Arthur de Gobineau (1816-1882), considerato il padre
del razzismo moderno, sostenne l esistenza di 3 razze:
1.  caucasica;
2.  negroide;
3.  mongoloide.
Joseph Arthur de Gobineau!
(1816-1882)"
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multiculturalismo (melting pot): si cerca di mescolare le
diverse tradizioni in nuove forme capaci di rielaborare i
modelli culturali esistenti;
-  pluralismo culturale (salad bowl): promuove lo sviluppo
di una società genuinamente pluralistica, nella quale è
riconosciuta uguale dignità alle diverse subculture;
- 
interculturalismo - assimiliazione (graft): prevede
l abbandono di usi e tradizioni da parte degli immigrati
e la loro adesione ai valori e alle norme della
maggioranza
- 
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Resistenza al cambiamento
Le differenze possono crearci qualche difficoltà, suscitare
in noi un vago senso di fastidio. E' sempre molto più
riposante avere a che fare con ciò che già conosciamo, con
persone simili a noi che incontriamo in situazioni già
collaudate .
Le differenze tra le persone, le diversità, le peculiarità di
ognuno sono la ricchezza stessa di ogni situazione sociale,
allo stesso tempo si è abituati in maniera più o meno
conscia a considerarla un pericolo, un rischio .
Tratto da: M. Antonello in Le voci dell’altro, Loescher, Torino - 1995
Ogni società, o gruppo sociale, sviluppa una propria cultura.
Lo shock culturale è il disorientamento che si prova quando si
entra in contatto con una cultura diversa dalla propria a causa
della perdita dei punti di riferimento familiari che ci aiutano a
comprendere il mondo circostante.
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Pregiudizio
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Effetto di primacy - Effetto di recency
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Discriminazione
La discriminazione riguarda comportamenti effettivi
verso i membri di un determinato gruppo, che li
escludono da opportunità riservate ad altri.
Il pregiudizio è spesso il presupposto
della discriminazione, ma i due fenomeni possono
anche verificarsi separatamente:
difficilmente ci può essere
pregiudizio
senza discriminazione
(raramente), ma ci può
essere discriminazione
senza pregiudizio
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Razzismo Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
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Il razzismo è la credenza che certi individui
siano superiori ad altri sulla base di differenze
razzializzate.
Il razzismo può essere incorporato nella
struttura e nel modo di funzionare di una
società (cd. razzismo istituzionale).
Il razzismo può essere di tipo:
biologico
basato sulle
differenze fisiche ⇒ ormai
raro nella società odierna
culturale
sfrutta il concetto
di diversità
culturale per
discriminare certi
gruppi
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Disegno tratto da: Josiah Clark
Nott, George Robert Gliddon,
Indigenous races of the earth
(1857), ritenuto scientifico, che
sosteneva la teoria che i neri
fossero razzialmente diversi
dai caucasici
49 quanto lo è lo
scimpanzè"
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Le interpretazioni del razzismo
Interpretazioni psicologiche del razzismo
e della discriminazione etnica
Individui e gruppi, ricorrendo
a stereotipi, scaricano la loro
conflittualità su un capro
espiatorio, cui viene attribuita
la colpa di ogni problema
Entropia
Azione catartica
Dislocazione
Alcune esperienze di
socializzazione sollecitano gli
individui a usare il meccanismo
della proiezione: inconscia
attribuzione ad altri di propri
desideri o caratteristiche
Studio sulla personalità
autoritaria di T.W. Adorno
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
Le interpretazioni del razzismo
Interpretazioni sociologiche del razzismo
e della discriminazione etnica
Evidenziano i processi sociali che danno vita alle concrete
forme di discriminazione e utilizzano i concetti di:
etnocentrismo: diffidenza verso i membri di altre culture,
giudicate nei termini della propria e della sua presunta
superiorità ;
-  chiusura di gruppo: processi attraverso i quali un gruppo
preserva i confini che lo separano da altri gruppi:
meccanismi di esclusione;
- 
allocazione differenziale delle risorse: distribuzione
diseguale dei beni materiali: l intensità del conflitto etnico è
massima.
- 
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modelli di influenza sociale
"le modalità con cui i processi mentali, le emozioni e i
comportamenti degli individui (o dei gruppi) sono
modificati dalla presenza (effettiva o simbolica) di altri
individui (o gruppi) .
Gergen & Gergen (1990).
-  uniformità
-  conformità
-  obbedienza
-  innovazione/influenza
della minoranza
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L eterogeneità etnica può costituire:
una grande ricchezza sociale
una grande fragilità sociale
Oggi, molti dei conflitti che infestano il globo sono
basati su divisioni etniche e nel corso di questi
conflitti si verificano tentativi di:
- pulizia etnica: creazione di aree etnicamente
omogenee attraverso l espulsione forzata delle altre
etnie; (Croazia, Bosnia, Kosovo, ecc.)
ENCLAVE
- genocidio: eliminazione
sistematica di un gruppo
etnico da parte di un altro.
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Capitolo XV. Razze, etnie e nazioni
quattro modelli migratori:
-  modello classico: l immigrazione è largamente incoraggiata e la
promessa della cittadinanza è estesa a tutti i nuovi venuti (es.
Canada, Usa e Australia);
-  modello coloniale: favorisce l immigrazione dalle ex colonie (es.
Francia e Gran Bretagna);
-  modello dei lavoratori ospiti : prevede l immigrazione su base
temporanea, per rispondere a richieste del mercato del lavoro, ma
non la concessione dei diritti di cittadinanza (es. Germania,
Svizzera e Belgio);
-  modelli illegali: ingresso illegale di immigrati in un paese.
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Quali forze stanno dietro ai movimenti migratori globali ?
Le prime teorie delle migrazioni si sono concentrate su:
-  fattori di push (spinta): problemi interni al paese d origine (es.
guerre, carestie, oppressione politica) che spingono le persone
all emigrazione;
-  fattori di pull (attrazione): caratteristiche dei paesi di destinazione
(es. lavoro, libertà) che attirano gli immigrati.
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Diaspora
processo per cui un’etnia abbandona il luogo di insediamento
originario per disperdersi in altri paesi, spesso sotto costrizione o a
causa di circostanze traumatiche.
A seconda delle forze propulsive che determinano la
dispersione, Cohen distingue cinque categorie di
diaspore:
diaspora di vittime (africani, ebrei e armeni);
-  diaspora imperiale (britannici);
-  diaspora di lavoratori (indiani);
- 
diaspora di commercianti (cinesi);
-  diaspora culturale (caraibici).
- 
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Qualsiasi tipo di diaspora deve soddisfare i
seguenti criteri:
1. 
2. 
3. 
4. 
5. 
6. 
trasferimento, forzato o volontario, da una
patria di origine a uno o più nuovi paesi;
ricordo comune della patria di origine,
impegno per la sua preservazione e speranza
di tornarvi;
senso di identità etnica più forte del tempo e
delle distanze;
senso di solidarietà verso i membri dello
stesso gruppo etnico che vivono nell’area della
diaspora;
tensione nei confronti delle società ospiti;
capacità di apportare un contributo creativo al
pluralismo delle società ospiti.
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L’immigrazione da paesi extra-Ue è oggi una delle questioni più pressanti
dell’agenda politica di molti Stati dell’Unione europea.
I paesi che hanno aderito agli accordi di Schengen consentono il libero
ingresso dagli altri paesi firmatari delle persone.
Oggi la maggior parte dei paesi dell’Ue limita fortemente l’immigrazione
legale ⇒ gli episodi di immigrazione irregolare tendono a moltiplicarsi.
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