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risposta a tokimitsu

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risposta a tokimitsu
Scritti di Nichiren Daishonin
volume 9
RISPOSTA A TOKIMITSU
Ho ricevuto il carico di grano raffinato e zenzero che mi hai inviato.
Nella sua esistenza secolare, Aniruddha, il figlio del re Dronodana, era un
discendente del Re che gira la ruota, il vero sovrano dell'India; il nonno era il re
Simhahanu, lo zio re Shuddhodana e il padre re Dronodana. Era una persona di
nobile stirpe famosa in tutto il paese; la sua casa era quotidianamente visitata da
dodicimila persone di cui seimila venivano per chiedere prestiti e altre seimila per
restituire ciò che dovevano. Oltre a essere così ricco, divenne il primo nell'intuizione
divina e nel Sutra del Loto ricevette dal Budda la predizione che sarebbe diventato il
Tathagata Splendore Universale1.
Se esaminiamo i grandi atti di bontà da lui compiuti nelle esistenze passate,
scopriamo che molto tempo fa c'era un cacciatore che si manteneva catturando gli
animali nelle montagne2. Coltivava anche del miglio per nutrirsi ma, dato che era
un'epoca di carestia, non aveva quasi niente da
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1. La profezia compare nell'ottavo capitolo del Sutra del Loto, pag. 192.
2. Una versione leggermente diversa di questa storia è narrata nel Sutra Zohozo.
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mangiare. Mentre stava mangiando quell'unica ciotola di miglio che costituiva tutto
il suo pasto, apparve un saggio, un pratyekabuddha di nome Rida, e gliela chiese in
elemosina con queste parole: «Non mangio da sette giorni. Dammi il tuo cibo». Il
cacciatore replicò: «Ma sta nel recipiente sporco di una persona del volgo e l'ho
contaminato cominciando a mangiarlo». Ma il saggio rispose: «Dammelo lo stesso,
se non mangio adesso, morirò». Così il cacciatore, pur vergognandosi della sua
indegnità, gli diede il cibo. Dopo aver mangiato il miglio, il saggio restituì la ciotola
al cacciatore, lasciandovi un unico granello di miglio che si trasformò in un
cinghiale. Il cinghiale si trasformò in oro e l'oro in un cadavere. Il cadavere a sua
volta si trasformò in un uomo fatto d'oro. Ogni volta che il cacciatore staccava un
dito all'uomo d'oro e lo vendeva, ne appariva uno nuovo al suo posto. Per novantuno
kalpa il cacciatore rinacque come uomo ricco e, nella presente esistenza, fu chiamato
Aniruddha e divenne un discepolo del Budda. Anche se si trattava di una misera
quantità di miglio, poiché sostenne la vita di un saggio in un paese ridotto alla fame,
egli ricevette una meravigliosa ricompensa.
Il Venerabile Mahakashyapa era il più illustre tra i discepoli del Budda. Per
quanto riguarda la sua discendenza, era figlio del ricco Nyagrodha del regno di
Magadha. Il pavimento della sua casa era coperto da mille stuoie di paglia, ognuna
spessa sette shaku; anche quelle di qualità inferiore valevano migliaia di ryo d'oro
ciascuna. Possedeva novecentonovantanove aratri ognuno del valore di mille ryo
d'oro e sessanta depositi, ognuno dei quali conteneva trecentoquaranta koku d'oro.
Tale era l'immensità della sua ricchezza. Sua moglie aveva un corpo dal colore dorato
che emanava luce a una distanza di sedici ri. La sua bellezza sorpassava perfino
quella della signora giapponese Soto'ori Hime e della signora cinese Li. Marito e
moglie concepirono il desiderio di ricercare la Via
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e divennero discepoli del Budda. Nel Sutra del Loto è predetto che il marito sarebbe
diventato il Tathagata Fulgida Luce3. Se indaghiamo sulle passate esistenze di queste
due persone, troviamo che una era rinata come Venerabile Mahakashyapa per aver
offerto una ciotola di grano a un pratyekabuddha, mentre l'altra era una povera
donna che chiese a uno scultore di immagini buddiste (una precedente incarnazione
di Mahakashyapa) di trasformare una sua moneta d'oro nel rivestimento dorato per
una statua del Budda Vipashyin4, e che in seguito era diventata la moglie di questa
persona5.
Io, Nichiren, non sono un saggio, ma mi sono fatto una reputazione come
difensore del Sutra del Loto. Per questo non solo sono stato odiato e perseguitato dal
sovrano del paese, ma i miei discepoli e anche coloro che mi hanno fatto visita sono
stati insultati, picchiati, hanno subito la confisca dei loro feudi o sono stati
allontanati dalle loro dimore. Poiché vivono sotto un simile sovrano, anche le
persone che lo desiderano sinceramente non vengono a visitarmi. Era così già da
qualche tempo, ma quest'anno in particolare, per via delle epidemie e della carestia,
le visite sono state davvero pochissime.
Proprio mentre stavo pensando che, anche se non mi fossi ammalato, sarei
sicuramente morto di fame, è arrivato il grano che tu hai mandato. È più
meraviglioso dell'oro e più prezioso dei gioielli. Il miglio di Rida si trasformò in un
uomo d'oro. Come potrebbe allora il grano di Tokimitsu non trasformarsi nei
caratteri del Sutra del Loto? Questi caratteri del Sutra del Loto diventeranno il
Budda Shakyamuni e poi un
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3. Sutra del Loto, cap. 6, pag. 137.
4. Vipashyin: il primo dei sette Budda del passato (Shakyamuni e i sei Budda che si dice lo abbiano
preceduto).
5. La storia delle azioni meritorie compiute da Mahakashyapa e sua moglie nelle esistenze
precedenti compare nello Hokke mongu, vol 1.
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paio d'ali per il tuo defunto padre, che lo porteranno in volo fino alla Pura Terra del
Picco dell'Aquila. Al ritorno, ricopriranno il tuo corpo e ti guideranno.
Con profondo rispetto,
Nichiren
L'8 luglio del primo anno di Koan (1278).
Risposta al signor Ueno
Tokimitsu Gohenji
Gosho Zenshu, pag. 1549
Scritto l'8 luglio 1278, a 57 anni, da Minobu
Destinato a Nanjo Tokimitsu
CENNI STORICI - Nichiren Daishonin scrisse questa lettera in risposta a un'offerta
di grano e zenzero inviati da Nanjo Tokimitsu. Dalle numerose lettere che il
Daishonin gli scrisse è evidente che Tokimitsu inviava offerte ogni mese.
Nell'anno di stesura della lettera il Giappone era stato devastato dalle epidemie
e dalla fame, come risulta in diversi altri Gosho. Per esempio ne Il generale Tigre di
Pietra scritto a Shijo Kingo nell'ottobre 1278 afferma: «...inoltre vivo in questa
sperduta foresta di montagna. Quest'anno è stato particolarmente difficile per le
epidemie e la carestia in primavera e in estate, che sono peggiorate in autunno e in
inverno».
Ringraziando calorosamente Tokimitsu per l'offerta del grano, da cui dipendeva
la sua sopravvivenza, il Daishonin insegna attraverso alcuni esempi che ciò che conta
non è tanto l'entità dell'offerta o il suo valore monetario quanto la sincerità con cui
viene compiuta.
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