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SPINTA METALLOSTATICA_slide - itis galileo galilei conegliano

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SPINTA METALLOSTATICA_slide - itis galileo galilei conegliano
Classe 3^ - UdA n° 3: METODI DI FABBRICAZIONE - Fonderia
SPINTA METALLOSTATICA
Finché il metallo colato nella forma si mantiene allo stato fuso, le pareti della forma sono soggette a
spinte analoghe a quelle esercitate dall’acqua. Valgono i principi fondamentali dell’idrostatica.
In particolare: la spinta esercitata da un liquido contro le pareti di un recipiente che lo contiene, diretta
perpendicolarmente alle pareti, è uguale al peso di una colonna liquida, che ha per base la superficie
bagnata e per altezza la profondità del baricentro di tale superficie rispetto al livello libero del liquido.
Indicando con:
A = area della superficie bagnata in dm2
H = profondità del baricentro dell’Area, in dm
ρ = massa volumica del liquido, in kg/dm3
g = accelerazione di gravità, in m/s2
la spinta viene espressa dalla relazione:
S = A · H · ρ · g [daN]
Inoltre: un corpo, immerso in un liquido, riceve una spinta dal
basso verso l’alto uguale al peso del liquido spostato (Archimede).
Le spinte laterali sono contrastate dalla forma e dalle staffe, la spinta verticale tende a sollevare la
staffa superiore e quindi quest’ultima dovrà essere caricata con un contrappeso tale da vincere la spinta:
P>S
Le spinte metallostatiche del liquido scompaiono quando il liquido è solidificato.
SOLIDIFICAZIONE
La solidificazione del getto comincia dalla superficie
esterna e procede man mano verso l’interno via via che il
getto si raffredda.
In uno stesso getto, le parti sottili si raffreddano prima di
quelle di maggior spessore e ciò determina una diversa
struttura con conseguente differenti proprietà meccaniche
tra una parte e l’altra del getto.
Da ciò la necessità di avere getti con spessori il più
possibile uniformi.
OPERAZIONI FINALI DI FONDERIA
Si ha dapprima la distaffatura (con l’eliminazione della terra attorno al pezzo). Segue la sbavatura
(con l’asportazione dei residui della forma e delle anime che ancora aderiscono al getto e di tutti quegli
elementi che non ne sono parte integrante (materozze, canali di colata).
Sul pezzo ottenuto per fusione può essere fatto un trattamento termico. Esso ha un duplice scopo:
- il rilassamento delle tensioni generate dal raffreddamento e da tutte le operazioni successivamente
compiute di riparazione o di altro tipo;
- lo sviluppo di certe proprietà di tipo strutturale.
Il ciclo di lavorazione si conclude col controllo ed il collaudo del pezzo.
Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola – ITIS “Galilei” - Conegliano
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