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Salvatore Bancheri 321 J. K. KIRK BONNER INTRODUCTION TO

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Salvatore Bancheri 321 J. K. KIRK BONNER INTRODUCTION TO
Salvatore Bancheri
321
J. K. KIRK BONNER
INTRODUCTION TO SICILIAN GRAMMAR
Edited by Gaetano Cipolla
Booklyn-Ottawa-Toronto: Legas, 2001. 225 pp.
l motivo che ha spinto il Bonner a scrivere il presente volume è
chiaramente indicato sin dalla dedica in questi termini: A me mugghieri
/ a l amici dâ lingua siciliana, / e a tutti chiddi chi â vonnu sarvari (p. v)
Il concetto di preservazione della lingua è anche enunciato nel primo
paragrafo della prefazione, in cui l autore, di origini non siciliane ma
ammaliato da questo idioma, dichiara: It would break my heart to see it
disappear. [...] Italian will eventually replace Sicilian unless a concerted
effort is made to keep it a living language (p. xii). Lo scopo del volume,
immediatamente enunciato nella prefazione, è di presentare la lingua siciliana
ai lettori; l enfasi è quella di far costruire loro facili ma chiare frasi in
siciliano, di presentare alcuni proverbi e dar loro i mezzi per poterli capire e
leggere correttamente. Una prima importante e vitale decisione a cui il
Bonner deve immediatamente far fronte è quella di stabilire, visto che non
esiste un siciliano letterario o una parlata siciliana comune, quali norme
linguistiche presentare e quale ortografia adottare. In considerazione del fatto
che il siciliano è soprattutto una lingua parlata, le cui variazioni dipendono da
diversi fattori tra cui ovviamente la zona geografica del parlante, ma anche
l età, il sesso, la scolarità, la condizione economica e sociale, il livello di
contaminazione dell italiano e di altri dialetti siciliani il Bonner decide di
usare a language that most Sicilian would recognize as being distinctly
Sicilian , anche se riconosce che questa sua decisione sicuramente potrebbe
alienare alcuni lettori. A questi il Bonner risponde: Thats fine. I ve made an
honest effort for preserving the Sicilian language (p. xiii). Per ciò che
concerne la grafia, il Bonner usa come modello delle solide fonti, quali il
Piccitto (Elementi di ortografia siciliana e Vocabolario siciliano) e la poesia
di Ignazio Buttitta.
Il volume è composto da un indice, dalla prefazione di cui si è parlato
sopra, un introduzione, sedici capitoli grammaticali corredati da esercizi
(l ultimo è in effetti un appendice sui paradigmi verbali), una chiave per gli
esercizi (facile da seguire, eccetto per la pagina 181 completamente fuori
posto), una breve sezione sulle fonti, un denso vocabolarietto (di oltre trenta
pagine) Siciliano-Inglese ed Inglese-Siciliano (che ha ovviamente lo scopo di
ampliare il bagaglio lessicale del discente), ed un accurato indice analitico.
L introduzione al volume, come pure tutti i capitoli grammaticali che
seguono, si apre con una breve sezione ( Purpose of the Chapter ) in cui il
Bonner in 5-6 righe spiega appunto gli scopi del capitolo. Nell introduzione
viene infatti presentato un breve prospetto storico del Siciliano, che, secondo
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il Bonner, non dovrebbe essere considerato un dialetto ma una vera e propria
lingua, in quanto ha un suo proprio vocabolario, grammatica e sintassi,
nonché una storia e influenze storiche diverse dall italiano. Meno controversa
è senz altro la sezione sulla suddivisione delle parlate siciliane, illustrate
anche con una chiara cartina geografica.
Con il capitolo secondo inizia la vera e propria grammatica siciliana. I
sedici capitoli che la costituiscono sono presentati in modo uniforme, in cui si
riconoscono generalmente le seguenti componenti: 1) obiettivi del capitolo;
2) spiegazioni grammaticali, corredate da numerosi esempi e prospetti; 3) un
vocabolarietto, suddiviso in nomi, verbi, aggettivi, ecc.; 4) esercizi (con
chiave per gli esercizi dopo l ultimo capitolo). Il secondo capitolo è
possibilmente il più problematico dell intero libro, in quanto copre argomenti
che dànno adito a problematiche ben precise su cui si potrebbero scrivere
interi libri e che spesso lasciano molti punti interrogativi al presente
recensore: la fonologia e l ortografia (ortografia e fonologia da adottare,
convenzioni ortografiche); differenze dialettali, influsso dell italiano
standard sul siciliano, interpunzione del siciliano; lingua scritta e lingua
parlata. Per capire questo ultimo argomento, per esempio, vengono presentate
sette brevi frasi, in tre forme diverse, per distinguere tra livello scritto, livello
parlato (più formale) e livello parlato (meno formale / più colloquiale). Il
presente recensore del volume, siciliano di lingua madre, non riesce a capire i
criteri in effetti mai spiegati dal Bonner che per esempio hanno portato
l autore a classificare sotto la dicitura di livello scritto e livello parlato
(più formale) la frase Comu aiu a fari? , mentre come livello parlato (meno
formale / più colloquiale) la frase Com è fari? Ci si chiede sinceramente:
È possibile fare una tale distinzione per il siciliano? A questo punto bisogna
accettare le premesse del Bonner, già discusse prima, per poter continuare ad
apprezzare la validità della grammatica siciliana come presentata dallo
studioso americano.
Gli argomenti grammaticali seguono in linea di massima la falsariga delle
grammatiche nordamericane per l insegnamento dell italiano come lingua
seconda e sono presentati in un crescendo di difficoltà. Le spiegazioni
grammaticali e i rispettivi schemi sono di grande chiarezza; numerosissimi e
precisi sono gli esempi per illustrare ogni regola discussa. Appropriati sono
gli esercizi, anche se la maggior parte di essi sono di tipo strutturale e più
precisamente incentrati sulla traduzione di frasi, le quali però si concentrano
su specifici campi semantici (alloggio, mezzi di trasporto, ristoranti, ecc.) che
ovviano alle necessità basilari di comunicazione di un turista. In altri casi si
tratta di traduzione di poesie, preghiere o proverbi; in un paio di occasioni
questi esercizi vengono sostituiti da dialoghi in siciliano, a cui però non
segue alcuna attività. L uso dei dialoghi e dei proverbi aggiunge molto al
volume: i dialoghi presentano accuratamente le diverse classi della società
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siciliana e offrono approfondimenti sulla cultura dell isola; i proverbi invece
ricoprono un ruolo essenziale nella comunicazione quotidiana. Tra le attività
personalmente avrei suggerito l uso di materiale autentico in siciliano, dove
per materiale autentico si intende, in questo particolar caso, insegne, tabelle,
annunci in dialetto siciliano, ma anche immagini e non necessariamente
materiale letterario.
Introduction to Sicilian Grammar è sicuramente un eccellente grammatica
della lingua siciliana, di un siciliano però che potremmo definire globale o
ideale e che non rispecchia necessariamente le singole parlate o le loro
convenzioni ortografiche; una lingua ed una grammatica tuttavia che most
Sicilians
incluso il presente recensore
would recognize as distinctly
Sicilian (p. xii). Nonostante qualche difficoltà di fondo il Bonner ci offre
senza dubbio un eccellente manuale, molto ben organizzato e di semplice
uso. Il merito più grande del Bonner è, senza dubbio alcuno, non tanto quello
di aver appagato le curiosità o gli interessi grammaticali dei lettori, quanto
quello di aver acceso in essi il desiderio di mantenere viva una lingua
ancestrale e scoprirne il retaggio culturale.
SALVATORE BANCHERI
University of Toronto,
Toronto, Ontario
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