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e cacciato: o dal giudice

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e cacciato: o dal giudice
Sassari
VENERDÌ 10 MAGGIO 2013 LA NUOVA SARDEGNA
37
LA NUOVA SARDEGNA
10 MAGGIO 2013 - pag. 22
Incendia rete e viene cacciato:
bancario reintegrato dal giudice
Banca di Sassari condannata anche a pagare gli stipendi arretrati a un impiegato licenziato in tronco
L’uomo patteggiò per danneggiamento. Secondo l’istituto era venuto meno il rapporto fiduciario
di Elena Laudante
◗ SASSARI
Avrà pure tentato di dare fuoco a
una rete, nottetempo, per poi essere beccato con gli accendini in
auto. Ma quel fatto non autorizza il suo datore di lavoro, cioè la
Banca di Sassari, a licenziarlo. È
stata netta la valutazione del giudice del lavoro Monia Adami,
che ha ordinato all’istituto di
reintegrare, immediatamente
un dipendente che era stato licenziato, formalmente “per giusta causa”. Causa non ritenuta
tale, evidentemente, dal tribunale: ora la banca dovrà far tornare
l’impiegato al suo posto, e pagargli tutti gli stipendi non versati
dal giorno della cacciata, che risale a novembre 2011, oltre a
4.800 euro di spese legali.
Nella sua ordinanza (secondo
il nuovo rito introdotto dalla riforma Fornero) il giudice chiarisce che «il datore di lavoro non
può occuparsi di vicende personali del dipendente perché non
è legittimato a sindacare comportamenti privati per lui irrilevanti, neppure ove idonei ad integrare un’ipotesi di reato», a
meno che - stabilisce la giuri-
La sede della Banca di Sassari in viale Mancini
sprudenza - non venga leso il
«rapporto fiduciario».
La storia dell’impiegato è per
certi versi surreale, se non gli
avesse fatto perdere il lavoro.
Una notte del marzo 2011, fu
sorpreso dai carabinieri accanto
alla rete di un cantiere che aveva
appena preso fuoco. Le forze
dell’ordine lo avevano trovato in
possesso di un accendino e pure
di una tanica con l’acqua, con la
quale diceva di voler spegnere
l’incendio. Il processo a suo carico è stato inevitabile, tanto che
ha patteggiato la pena, non per
tentato incendio, come inizialmente contestato, ma per il rea-
to di danneggiamento. Alla banca non aveva comunicato la sua
disavventura giudiziaria forse
frutto di un periodo di forte
stress. L’istituto di viale Mancini
lo aveva appreso dai giornali, e
«da colleghi», emergerà poi in
aula. Gli aveva contestato prima
la “omessa informativa”, poi ri-
petuta, qualche mese dopo mentre era in malattia. Infine, lo aveva licenziato, perché quella vicenda non comunicata al datore
di lavoro aveva «fatto venir meno - questa la giusta causa - il
rapporto di fiducia». Attraverso i
legali Marco Manca, Lisa Udassi
e Roberto Risi, l’impiegato ha
chiesto il reintegro, accolto dal
giudice dopo una lunga e approfondita istruttoria. Tre le ragioni: il licenziamento è illegittimo
perché il fatto contestato (tentato incendio) è diverso da quello
accertato (danneggiamento),
perché è irrilevante sotto il profilo disciplinare e, soprattutto, è
sproporzionato rispetto alla sanzione. «Quel reato non arreca alcun
danno
all’immagine
dell’istituto», si legge nella sentenza, dove il giudice scrive di
non capire come un danneggiamento possa condurre la banca
a esprimere un giudizio di «non
trasparenza e scarsa irreprensibilità» sul dipendente. L’istituto,
tutelato dai legali Giuseppe Macciotta e Luca Naseddu, impugnerà l’ordinanza ritenendo provato il fatto al di là del reato e
l’idoneità a incidere negativamente sul rapporto fiduciario.
il protocollo
Evasione fiscale,
accordo tra Procura
Finanza e Entrate
◗ SASSARI
Due protocolli d’intesa per
rendere più snella e proficua
l’azione di contrasto all’evasione fiscale sono stati sottoscritti
tra Procura, Finanza e Agenzia
delle Entrate. Gli accordi prevedono l’attivazione di un riservato sistema di comunicazione istituzionale fra Procura
della Repubblica e amministrazione finanziaria: la prima
fornisce informazioni sullo stato dei procedimenti penali originati da denunce presentate
all’autorità giudiziaria, la seconda aggiorna quest’ultima
sui procedimenti amministrativi che presentano profili di rilevanza penale. L’accordo è
stato siglato dal comandante
provinciale della Guardia di Finanza, Corrado Pillitteri, dal
procuratore Roberto Saieva,
dal
direttore
regionale
dell’Agenzia delle Entrate, Leonardo Zammarchi, dagli stessi
rappresentanti dell’amministrazione finanziaria e dal procuratore facente funzioni a
Tempio Pausania, Riccardo
Rossi. Lo scambio di notizie e
di documenti di reciproco interesse è assicurato da una rete
di referenti: quelli designati
dall’Agenzia delle Entrate e
dalla Guardia di Finanza mettono a disposizione della Procura, nei casi più complessi, le
specialistiche conoscenze tecniche.
FURTO A SCUOLA
Ladro incastrato dalle impronte
San Giovanni, arrestato dalla polizia a un anno e mezzo dal colpo
◗ SASSARI
Inchiodato da una impronta
digitale lasciata nell’istituto
scolastico comprensivo di San
Giovanni dove i ladri avevano
fatto irruzione per rubare i soldi dei distributori di bibite e
merendine. A distanza di un
anno e mezzo dal colpo, gli investigatori della squadra mobile hanno arrestato uno dei
presunti responsabili: si tratta
di Francesco Garau (nella foto), 24 anni, sassarese, con diversi precedenti specifici.
Per risalire a Garau, è stato
determinante anche il lavoro
svolto dagli specialisti della
polizia Scientifica che erano
intervenuti immediatamente
nella scuola ed erano riusciti a
isolare alcune impronte, una
delle quali appartiene «con assoluta certezza» a Francesco
Garau.
Gli agenti della IV sezione
della squadra mobile - Reati
contro il patrimonio - con la
collaborazione dei colleghi
della sezione volanti, hanno
rintracciato il giovane nella
sua abitazione, a Li Punti, e gli
hanno notificato l’ordinanza
di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari Carla Altieri su richiesta del sostituto procuratore Carlo Scalas. Dopo le
formalità espletate negli uffici
della questura, Garau è stato
trasferito nel carcere di San Se-
bastiano.
L’episodio risale alla notte
del 16 gennaio 2012: i ladri erano entrati nella scuola dopo
avere forzato una delle finestre e avevano rubato il denaro dei distributori automatici.
tribunale
Relazione tardiva, “ctu” patteggia
Quattro mesi a un consulente del tribunale che non depositava atti
◗ SASSARI
Nominato consulente tecnico del giudice, nell’ambito di
una causa civile, non aveva
consegnato in tempo la sua
relazione, nonostante alcuni
solleciti da parte del magistrato. Ieri Michele Fois, ingegnere imputato di omissione in
atti d’ufficio, ha scelto di patteggiato la pena. Con l’accordo del pubblico ministero, il
giudice per le indagini preliminari ha accordato una pena di quattro mesi (sospesa).
L’imputato non era in aula al
momento della lettura del di-
spositivo. La vicenda ha origine in un procedimento davanti alla sezione civile del
Tribunale di via Roma, risalente ai primi del 2011. Dopo
averlo nominato per redigere
una consulenza tecnica d’ufficio, il giudice aveva sollecitato più di una volta il suo “ctu”
a depositare la relazione e alcuni documenti del fascicolo
che aveva preso per effettuare la sua analisi. Ma li avrebbe
depositati solo con un notevole ritardo. Tanto da indurre
il giudice a trasmettere gli atti
alla procura della Repubblica, perché aprisse una inchie-
sta. Il sostituto procuratore
Elisa Loris aveva contestato
l’ipotesi di omissione in atti
d’ufficio, e l’ingegnere aveva
poi scelto di patteggiare la pena.
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