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AGIP 26 La figura di Francesco Guidi Agip

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AGIP 26 La figura di Francesco Guidi Agip
Francesco Guidi
Vita di un giornalista geofisico (o di un geofisico giornalista?)
La Geofisica ha dominato la prima parte della mia lunga vita all’Eni (1953 – 1988), dopo un
periodo iniziale trascorso all’Ufficio Stampa di Roma, conseguenza di una mia precedente
esperienza giornalistica.
Molti sono gli episodi legati ai 13 anni che ho trascorso nella Geofisica, sia in Italia, sia all’Estero.
Fra questi fanno spicco i 4 anni trascorsi in Libia, dal 1960 al 1964, a Bengasi e nel deserto della
Cirenaica (la regione più orientale della Libia), dove l’Agip era tornata dopo una prima esperienza
alla fine degli anni 30, interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale. Mi soffermerò pertanto su questi.
La Libia grande paese petrolifero
La Libia, dopo la scoperta del petrolio nel deserto della Cirenaica (1958), aveva attirato le maggiori
compagnie petrolifere mondiali, sicché negli anni 60 ci fu in questo Paese la più grande
concentrazione dell’Esplorazione mondiale al di fuori degli Stati Uniti. Vi operavano infatti una
quarantina di gruppi sismici e un’ottantina di impianti di perforazione.
Enrico Mattei cercò subito nei primi anni Cinquanta di fare tornare l’Agip in Libia per riprendere
quella ricerca che si era interrotta nel 1941, per gli eventi bellici.
Una ricerca che allora non aveva dato risultati, in quanto mancava ancora quel mezzo d’indagine
geofisica indispensabile che è la sismica a riflessione , che si è diffuso nel mondo, al di fuori degli
Stati Uniti, solo nel dopoguerra. Ma che l’Agip aveva incominciato a impiegare (prima in Europa
Occidentale) in Pianura Padana nel 1940 arrivando alla scoperta del grande giacimento di gas
naturale a Caviaga (Lodi).
Il ritorno dell’Agip/Eni in Libia
Mattei non riuscì ad acquisire con facilità concessioni in Libia, come del resto in altri paesi in
Africa e in Medio Oriente. La fine della Seconda Guerra Mondiale era ancora troppo vicina e
l’industria italiana all’Estero (come anche la nostra immagine politica) si muoveva fra mille
difficoltà, dato che l’Italia era fra le potenze sconfitte.
Vi riuscì nel 1959, dopo almeno sei anni di tentativi andati a vuoto, con l’acquisizione, in Cirenaica,
della concessione 82, che aveva una superficie di 25.000 kmq a 500 km dalla costa, in pieno Sahara,
fra le mitiche oasi di Gialo e di Giarabub.
Nel 1960 iniziarono le operazioni con i rilievi geofisici, affidati a un gruppo sismico dell’Agip e un
altro americano della Seismograph Service Corporation (SSC). Seguirono poi un secondo gruppo
sismico Agip, uno della Lerici e infine uno a massa battente dell’americana Robert Ray. Operò
anche un gruppo gravimetrico della Lerici.
Fu così che l’Agip si trovò a fronteggiare i grandi progressi della tecnologia petrolifera mondiale.
Dato che le maggiori compagnie impegnare in questo settore, davano il meglio di loro stesse per
scoprire il petrolio in Libia.
Nel campo della geofisica l’Agip fece in Libia esperienze fondamentali, partecipando, con idee
innovative ai grandi sviluppi della sismica a riflessione. Fece qui i primi esperimenti delle
coperture multiple, che poi hanno dominato a partire dagli anni Settanta .
Impiegò per la prima volta una fonte di energia non esplosiva per la sismica a riflessione,
utilizzando un gruppo sismico a massa battente dell’americana Robert Ray. Mentre proprio in Libia
venne presentato nel 1962 dalla Seismograph Seismic Corporation il vibroseis, utilizzato per la
prima volta al si fuori degli Stati Uniti. Vibroseis che ha poi dilagato nel mondo.
L’Agip utilizzò in Libia anche la sismica a rifrazione, con metodi di interpretazione propri, un
metodo geofisico utilizzato con successo per definire l’andamento dei bacini, a complemento dei
dati forniti dalla sismica a riflessione.
Tutto questo grande lavoro, portò nel 1965 alla scoperta del primo giacimento Agip in Libia, che
aprì poi la strada a quella del giant Bu Attifel e ai molti giacimenti successivi.
Lascio però ad altri colleghi il ricordo di tanti episodi, legati a quelle attività, vissuti da tutti noi
durante quegli anni. Per parlare invece di avvenimenti di contorno, che sono del resto essenziali per
una conoscenza approfondita dell’ambiente in cui si vive.
E’ questo un aspetto particolare di tutti quelli che hanno impegnato la loro vita nella ricerca
petrolifera in tanti paesi culturalmente ed etnicamente diversi, facendo esperienze indimenticabili.
Così tutti noi siamo rimasti profondamente legati ai paesi dove abbiamo cercato petrolio e gas,
quasi come se fossero altrettante seconde patrie.
La Libia, in particolare la Cirenaica, dove c’è la prima concessione dell’Eni, è un paese carico di
storia, legato alla mitologia greco – romana, di cui l’esempio maggiore è la città di Cirene.
La mitologia greco - romana e la Cirenaica
Bengasi, l’antica Berenice della mitologia greca, era la sede della CORI (Compagnia Ricerche
Idrocarburi), la società con cui l’Eni operò in Libia dal 1959 al 1966, quando poi subentrò l’Agip.
E tutti noi, che abbiamo lavorato in quegli anni con la CORI, ci siamo potuti immergere in
quell’atmosfera particolare, che si rifletteva nei tappeti che riproducevano antichi mosaici che
illustravano scene mitologiche, che avevano la Cirenaica come scenario.
Il giorno di festa, venerdì, la gita più frequente era Cirene (200 km a Nord Est di Bengasi), che
domina tutto l’altopiano cirenaico, che si protende sul mare. Un vero gioiello che oggi è stata
valorizzata come grande centro di attrazione turistica, con i suoi templi e le sue statue, che
ricordano Apollo che di Cirene (secondo la tradizione mitologica) era stato il fondatore.
La stessa Bengasi del resto è piena di memorie mitologiche. Basta ricordare che proprio a Bengasi
scorreva il fiume Lete, il cosiddetto fiume dell’oblio. Attraverso il quale, come Dante ricorda nella
Divina Commedia, Caronte traghettava le anime dal mondo dei vivi a quello dell’eternità. In questo
modo i defunti dimenticavano i bei ricordi del passato.
Il fiume Lete scomparve dalla superficie nella preistoria, per un fenomeno carsico, molto frequente
nella piana che circonda Bengasi, coperta da uno spesso strato di calcare. Sicché il suo letto è
diventato sotterraneo e si favoleggia che sia diventato un affluente del Nilo.
Poco distante dal Lete, ci sono i Giardini delle Esperidi che la mitologia greca ricorda come una
delle Fatiche di Ercole. Che qui colse delle mele d’oro per regalarle a Giunone, vincendo la
resistenza di alcuni draghi, messi a guardia di questi Giardini. Che sono appezzamenti di terreno
estremamente fertili, ricavati all’interno dello spesso strato di calcare che circonda Bengasi.
Fra le memorie mitologiche legate alla Libia, ricordo la pianta del silfo, della famiglia delle piante
grasse, tipo agave, ritenuta nell’antichità quasi miracolosa, per le alte qualità medicinali. All’epoca
dei Romani era talmente conosciuta, che una sua immagine è stata coniata in alcune loro monete.
Nonostante le tante ricerche compiute da esperti agricoli e archeologici, non è stata mai trovata
traccia di questa pianta. Un suo modello in bronzo fu posto su un obelisco in una delle piazze
principali di Bengasi, dove si affacciava l’hotel Palace, dove hanno alloggiato negli anni Sessanta
tanti dipendenti Eni che si servivano dell’annesso ristorante, entrato nel loro patrimonio di ricordi.
Ricordo di Francesco Guidi
Ricordo di Francesco Guidi
E’ mancato l'ing. Francesco Guidi, all’ENI dal 1953 al 1988, Storico APVE, già Presidente del Collegio dei
Probiviri dell'Associazione. Collega e amico apprezzato e rispettato per il Suo profilo umano e professionale.
La sua autobiografia, pubblicata nel Giugno 2010 sul sito dell'Apve, è una splendida sintesi dell'uomo e del
professionista Agip, come lui stesso si vedeva.
Vita di un giornalista geofisico (o di un geofisico giornalista?)
La Geofisica ha dominato la prima parte della mia lunga vita all’Eni (1953 – 1988), dopo un periodo iniziale
trascorso all’Ufficio Stampa di Roma, conseguenza di una mia precedente esperienza giornalistica.
Molti sono gli episodi legati ai 13 anni che ho trascorso nella Geofisica, sia in Italia, sia all’Estero. Fra questi
fanno spicco i 4 anni trascorsi in Libia, dal 1960 al 1964, a Bengasi e nel deserto della Cirenaica (la regione
più orientale della Libia), dove l’Agip era tornata dopo una prima esperienza alla fine degli anni 30, interrotta
dalla Seconda Guerra Mondiale.
http://www.pionierieni.it/wp/wp-content/uploads/Guidi_Francesco.pdf
Malaysia
1987 Kuala Lumpur Guidi e il Presidente della Petronas firmano l'accordo per il Blocco SK9
Malaysia 1988 Kuala Lumpur Guidi stringe la mano al Presidente della Carigali (Petronas). Uff. ENI Bonetti,
Guidi e Franchino
Comunicato dell'Assomineraria
Sabato mattina, nella chiesa di Santa Barbara a San Donato Milanese, si sono svolti i funerali dell'ing. Francesco
Guidi scomparso il 1° agosto all'età di 85 anni. All'Eni dal 1953, l'anno della sua istituzione, fino al 1988
quando andò in pensione, Guidi, dopo un primo passaggio all'Ufficio Stampa di Roma, aveva lavorato
preminentemente all'Agip Mineraria ricoprendo via via incarichi sempre più importanti, a stretto contatto tra
l'altro con Enrico Mattei e con Egidio Egidi. Di particolare
rilevanza ai fini della sua formazione, come
amava ricordare, i 13 anni trascorsi nella Geofisica, sia in Italia che all'estero, fra questi 4 trascorsi in Libia, dal
1960 al 1964, a Bengasi e nel deserto della Cirenaica dove l'Agip era tornata dopo una prima esperienza alla fine
degli anni '30: con l'impiego di idee innovative nello sviluppo della sismica a riflessione e con i primi
esperimenti delle “coperture multiple”. Un lavoro che portò nel 1965 alla scoperta del primo giacimento Agip in
Libia, che aprì poi la strada a quella del giant di Bu Attifel. Ricordi ed esperienze che Guidi trasfuse poi nella
sua apprezzata attività giornalistica e di storico come direttore de L'Industria Mineraria, il periodico
dell' Assomineraria , e di Assomin Notizie . Fino all'ultimo è stato anche Editor Chairman del bollettino
della Spe (la Society of Petroleum Engineers). Importante anche la sua attività come animatore dell'Apve,
l'associazione dei pionieri e dei veterani Eni, di cui è stato per alcuni anni presidente del collegio dei probiviri.
Gli amici commossi ne hanno ricordato in questi giorni la straordinaria umanità e professionalità.
Dedica di Franco Di Cesare Francesco Guidi: Il Maestro!
Sapeva aiutare sempre chi a lui si rivolgeva.
Una memoria formidabile sorreggeva il suo altruismo. Una memoria che gli permetteva di ricordare con
estrema precisione uomini ed avvenimenti molto distanti nel tempo.
Un carattere dolce e riservato che si imponeva per le sue qualità umane.
Nato a Roma il 18 Luglio 1928, deceduto a San Donato Milanese il 1° Agosto 2013 dopo una lunga malattia
sopportata serenamente.
Aveva iniziato a lavorare a 16 anni come cronista di un importante giornale nazionale, poi si era laureato in
ingegneria al Politecnico di Roma con il massimo dei voti.
Quindi dapprima all’Eni e poi all’Agip dove in breve tempo conquistò posizioni di prestigio con incarichi in
Italia ed all’Estero: Libia, Tanzania, Nigeria, Egitto.
In questi Paesi conquistò la stima dei dirigenti delle Società Petrolifere Nazionali, grazie anche al suo dominio
delle lingue parlate localmente quali l’Arabo ed il Swahili oltre all’Inglese, Francese e Russo.
In sede è stato l’artefice di molti successi Agip in nuove province petrolifere dove applicò la sua intelligenza e
passione.
Negli ultimi anni si è dedicato a preparare importanti note strategiche, molto apprezzate, dei Paesi petroliferi
mondiali.
Gli Amici lo ricordano con affetto
Daniele Pozzi
Avevo conosciuto l'Ingegnere fin dal tempo della mia tesi di laurea, dedicata alla storia dell'eni, e ho potuto giovarmi dei suoi consigli
e dei suoi ricordi anche nei miei successivi lavori dedicati alle vicende storiche dell'industria petrolifera (confluiti poi nel libro “Dai
gatti selvaggi al cane a sei zampe”, Marsilio 2009).
Ricordo di Ugo Colledan
L’ ing. Guidi ha lasciato l’Ufficio Stampa Eni nel 1956 (se ricordo bene), passando alla Somicem, come mio collaboratore: io ero il
geofisico della società che, per volere di Mattei, conduceva la ricerca di idrocarburi nel centro e nel sud d’ Italia. Il lavoro mio e di
Guidi consisteva nella programmazione e nel controllo dei rilievi geofisici, che erano condotti da contrattisti. (Tra questi la Western
Geophysical Co. (con quattro Gruppi sismici), un gruppo sismico organizzato dal Politecnico di Milano, un gruppo gravimetrico del
Osservatorio Geofisico di Trieste) Il lavoro Somicem non portò ai risultati sperati (La geofisica allora non era ancora in grado di
fornire buone indicazioni della tettonica profonda, in zone come gli Appennini, tormentate da orogenesi, e coperte da spesse coltri di
formazioni alloctone, come le argille scagliose o come il Sahara coperto da coltri di sabbia.) Così nel 1959 venne deciso che la
Società cessasse di operare, il personale che accettò il trasferimento (tra questi Guidi ed io) passò all’Agip Mineraria, altri vennero
smistati nelle società del Gruppo. Confermo la mia profonda amicizia e stima per Guidi, persona di grande talento e correttezza.
Ricordo di Otello Garavini
Era uno dei rari CAPI che sapeva stimolare i collaboratori a dare il meglio di loro stessi. Vero uomo AGIP. Ciao capo.
Ricordo di Adriano Pirocchi
Solo questa mattina ho appreso della scomparsa dell’ing. Guidi che ho conosciuto nel lontano 1956 quando venne ad insegnarci i
rudimenti della sismica al corso dei periti tenuto all’istituto industriale dell’Aquila. l’ho ritrovato in Libia nel 1961 e ci siamo rivisti
spesso nel nostro girovagare in Italia ed all’estero. Lascia sicuramente un grande vuoto nella nostra organizzazione e mi mancherà la
sua presenza nelle nostre assemblee e nel nostro ufficio di S. Donato.
Ricordo di Pier Federico Barnaba
Francesco, il tuo caro ricordo mi riporta ai tempi della Somicem, quando ci scambiavamo feroci, ma
innocenti, commenti nei confronti di certe idee geo-petrolifere del nostro simpatico gran Capo di allora. In Agip
Mineraria ed Eni ci siamo rivisti spesso in piacevoli incontri con qualche immancabile arguto lazzo da parte
tua. Ti ho sempre stimato per la serietà e la sobrietà professionali, pregevoli caratteristiche che hai saputo far
convivere con quel ballerino mondo che è il giornalismo. Un merito ancora maggiore il tuo!
Un abbraccio, Francesco, e sicuramente arrivederci.
Alcune importanti pubblicazioni di Francesco Guidi.
http://www.assomineraria.org/news/attach/08_caviaga.pdf
Caviaga, a sessant’anni dalla scoperta
http://www.assomineraria.org/news/attach/06_guidi_f_stoccaggio.pdf
all’avanguardia
Lo stoccaggio del gas: l’Italia
http://www.iaasm.net/%5Cuserfiles%5Cattach%5CCaviaga%2012%20Gennaio.pdf Journey through the
Past: "The Caviaga gas field"
http://www.assomineraria.org/news/attach/09_guidi_f_di_cesare.pdf
Dante Jaboli e l’offshore italiano
La Storia dei Gruppi Geofisici dell'Agip (pubblicato sul sito Apve)
Storia_Geofisica_Agip
Questa è la prima raccolta organica di ricordi di ex dipendenti Eni che hanno lavorato in un determinato settore
delle attività petrolifere, quello della geofisica, realizzata a cura dell’Associazione Pionieri e Veterani Eni
(APVE).
L’APVE ha appunto l’obiettivo di mantenere vive le memorie delle vicende passate del Gruppo Eni, in modo
che questi avvenimenti non vadano perduti nelle nebbie del tempo. Il ricordo del passato, oltre ad avere
un’importanza e un valore storico incommensurabili, contribuisce a comprendere e a spiegare tanti risultati
raggiunti oggi dagli sviluppi di quelle origini lontane ed è un insegnamento quanto mai utile per le future
generazioni, che di quel passato hanno raccolto l’eredità.
L’APVE ha trasmesso questa sintesi di ricordi della geofisica all’Archivio Storico dell’Eni, che ha il compito
istituzionale di raccogliere e conservare le memorie del Gruppo. E’ nata così questa pubblicazione ad opera
dell’Archivio Storico dell’Eni, rendendo così possibile la conoscenza di come l’Eni in Italia e all’Estero è
riuscita, grazie all’applicazione delle tecnologie più moderne della geofisica, a scoprire tanti giacimenti di
petrolio e di gas. E’ un ricordo basato sul racconto dei protagonisti ed è questo un modo particolare di raccontare
la storia che risulta così ricostruita dal di dentro e non solo dall’esterno, attraverso i documenti.
Un sistema, quest’ultimo senza dubbio più preciso, ma che non dà però il sapore della vita vissuta che viene
invece dal racconto di chi vi ha partecipato. Senza contare che in questo modo si riescono a cogliere elementi
che sfuggono alle documentazioni ufficiali, ma che servono a dare un’interpretazione corretta degli
avvenimenti. (dalla Introduzione di Francesco Guidi)
Enrico Mattei e il suo incontro con Eugenio Cefis. Come è nata la
cultura del gas naturale in Italia
(di Francesco Guidi*)
Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Enrico Mattei (1906 –
1962). Era nato infatti ad Acqualagna (Pesaro – Urbino) il 29 aprile 1906.
Affascina soprattutto, di questo personaggio, la caratteristica di avere
saputo creare a partire dal 1953, uno dei maggiori gruppi petroliferi
mondiali, l’Eni, sfruttando la scoperta fatta dieci anni prima dall’Agip, che
nel 1944 aveva individuato a Caviaga (Lodi) il primo grande giacimento di
gas naturale in Italia.
Dopo Caviaga, l’Agip aveva trovato numerosi altri giacimenti nella
Pianura Padana, che si rivelava così una ricca provincia a gas.
Mattei ebbe l’intuizione di comprendere l’importanza di quella scoperta ,
creando la cultura del gas naturale, fino ad allora pressoché sconosciuto
nell’Europa Occidentale. Dove il suo impiego, come fonte di energia,
avrebbe incominciato a diffondersi solo a partire dalla metà degli anni
Settanta, dopo le grandi scoperte dell’Olanda e del Mare del Nord e le
importazioni di gas dall’Unione Sovietica.
Come Enrico Mattei entrò in politica: il suo incontro con Marcello
Boldrini
Enrico Mattei aveva iniziato la sua carriera di piccolo industriale privato,
prima a Matelica (Macerata), in una conceria, poi a Milano, dove si era
trasferito nel 1928, entrando nel mercato delle vernici.
-----------------------------------------------------------------------------------------(*) Molte notizie di questo articolo vengono da un incontro con
Eugenio Cefis nel suo ufficio di via Chiossetto a Milano, avuto nel
novembre 2002 dallo scrivente insieme all’ing. Cesare Liverani,
Presidente dell’Associazione Pionieri e Veterani Eni, in occasione della
consegna della tessera di Pioniere Eni a Cefis. Gli interventi di Cefis
sono ricostruiti a memoria e quindi possono contenere inesattezze e
imprecisioni.
- 2 Un ingresso che aveva registrato un certo successo.
A Milano Mattei era entrato in contatto attraverso Marcello Boldrini,
professore di Statistica all’Università Cattolica, anche lui di Matelica, con
gli ambienti cattolici, eredi di quel Partito Popolare di don Luigi Sturzo,
che era stato un protagonista della scena politica italiana nei primi 25 anni
del Novecento.
Quella di Mattei con Boldrini, fu un’amicizia che durò tutta una vita ed
ebbe un significato importante per il suo lancio nella politica e
nell’industria italiana e in quella internazionale.
Fu Boldrini infatti a convincere Mattei nei primi anni Quaranta a uscire
dall’anonimato politico, per assumere un ruolo nell’Italia democratica, che
doveva rinascere dalle ceneri del regime fascista, crollato con la sconfitta
nella Seconda Guerra Mondiale.
Enrico Mattei, nell’agosto 1943 si recò a Roma per incontrare Giuseppe
Spataro, già numero due di don Sturzo nel Partito Popolare dell’Italia
prefascista. Un appuntamento che gli era stato procurato appunto da
Boldrini.
Spataro, che lavorava al fianco di Alcide De Gasperi e di Guido Gonella,
insieme a Ivanhoe Bonomi e ad altri personaggi dell’Italia prefascista, nei
45 giorni del primo Governo Badoglio stava gettando le basi del futuro
panorama politico italiano che sarebbe sorto subito dopo la guerra.
Enrico Mattei, che allora aveva 37 anni, si inserì in quella girandola
d’incontri che avvenivano nella casa di Spataro in via Cola di Rienzo,
trasformata in un centro politico di prima importanza.
Il colloquio fu lungo e cordiale. Spataro ne riportò un’impressione positiva
e definì Mattei come un giovane che avrebbe potuto dare un contributo
importante alla ricostruzione dell’Italia.
Lo segnalò al gruppo dei dirigenti cattolici milanesi perché il suo nome
venisse tenuto presente per compiti futuri.
- 3 Fu così che quando dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, iniziò la
stagione della Resistenza per opporsi ai tedeschi che avevano occupato
l’Italia Centrale e Settentrionale, Enrico Mattei fu designato rappresentante
dei partigiani cattolici nel Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia
(CLNAI).
L’incontro di Mattei con Cefis
L’altro incontro importante nella vita di Mattei è stato il suo incontro con
Cefis.
A Enrico Mattei, subito dopo il suo ingresso nelle file partigiane, fu
affidato l’incarico della gestione delle finanze del CLNAI. In tale veste
iniziò il giro di tutte le formazioni partigiane dell’Italia Settentrionale, per
rendersi conto delle diverse situazioni e necessità.
Tutti erano bisognosi di aiuti, sia in mezzi, sia in denaro. L’unica a non
volerne e a volere restare autonoma finanziariamente dal potere centrale fu
la brigata Giovanni Di Dio, che aveva preso il nome di un partigiano
cattolico, caduto durante la Resistenza. Il suo comandante era Eugenio
Cefis (1921 – 2004).
Così racconta Cefis quel primo lungo incontro con Mattei, avvenuto
all’inizio del 1944, sulle montagne del bergamasco, che era la zona
d’operazioni della brigata Di Dio. (I due però si erano conosciuti
fuggevolmente alcune settimane prima in una Chiesa di Milano).
Mattei iniziò subito con tono tagliente, dettando le condizioni che
dovevamo seguire per potere avere aiuti. Io risposi che non avevamo
bisogno di aiuti. In quanto ne avevamo a sufficienza dagli americani, che
avevano stabilito una loro testa di ponte a Nord di Bergamo, al confine
della Svizzera.
Cefis, che subito dopo l’8 settembre aveva abbandonato l’esercito italiano
dove era ufficiale in Servizio Permanente Effettivo, per unirsi ai partigiani,
ci ha spiegato che data la sua buona conoscenza dell’inglese, era entrato
subito in contatto con gli americani della testa di ponte vicino Bergamo.
Per cui aveva stabilito un solido canale per i rifornimenti che arrivavano
copiosi.
- 4 In particolare i suoi rapporti si erano fatti stretti con il capitano Daddario,
un esponente dell’OSS (Organization Secret Service USA) che fu il
predecessore della CIA.
Il capitano Daddario, che ha un suo posto nella storia della guerra in Italia
(1943 – 1945), aveva avuto il compito di catturare, per consegnarli agli
americani, gli esponenti della Repubblica Sociale. Non gli riuscì per
Benito Mussolini, dove arrivò troppo tardi. La missione fu invece coronata
da successo per Rodolfo Graziani, Valerio Borghese e altri personaggi
minori.
Non furono molti i contatti fra Mattei e Cefis fino alla fine della guerra di
Liberazione. Quella di Bergamo fu una zona che Mattei evitò con cura, per
non entrare in conflitto con Cefis, che aveva mostrato chiaramente di non
gradire interferenze nel suo operato.
Inizia a partire dall’agosto 1945 la collaborazione Mattei – Cefis con
l’obiettivo di espandere la cultura del gas naturale in Italia
Nell’agosto 1945 Mattei però chiamò Cefis fissandogli un incontro a
Milano. Gli offrì di entrare a lavorare con lui all’Agip, dove da poco era
stato nominato Commissario Straordinario.
Gli parlò della scoperta del gas fatta dall’AGIP a Caviaga nel 1944 e della
possibilità che tutta la Pianura Padana fosse piena di gas naturale (metano).
Dell’importanza che questa fonte di energia poteva avere per la
ricostruzione dell’Italia. Ma della necessità di propagandare l’uso del
metano, soprattutto per l’industria, che usava invece prodotti petroliferi o
carbon fossile.
Si trattava di una gigantesca operazione di sensibilizzazione della grande
industria che avrebbe dovuto abbandonare le tradizionali forme di energia
fino ad allora usate, per sostituirle con il metano.
Mattei aveva pensato a Cefis per un incarico del genere. Avrebbe dovuto
convincere i grandi consumatori di energia per i loro stabilimenti
industriali a impiegare il gas naturale, a realizzare e gestire i relativi
contratti.
- 5 A Cefis piacque quella sfida. Pose però una condizione. Sarebbe entrato a
lavorare al fianco di Mattei, ma non come un dipendente, ma come un
consulente. Non ci sarebbe stato così un rapporto gerarchico diretto.
L’accordo fu presto trovato. Cefis in tanti anni nei quali ha lavorato prima
all’AGIP, poi all’Eni e alle sue consociate, non è stato mai assunto a
tempo indeterminato, ma solo per incarichi specifici e a termine.
Cefis collaborò con grande dedizione con Mattei per cercare una cultura
del gas in Italia. Un obiettivo che è pienamente riuscito.
A lui Mattei lasciò il campo dei contatti con le grandi industrie, mentre si
era riservato il compito della metanizzazione delle grandi città, attraverso
la creazione della Metano Città. E di quella delle campagne, con
l’AgipGas.
La lite con Mattei e l’uscita di Cefis dall’Eni
Nel gennaio 1962 Cefis abbandonò il gruppo dopo una violenta lite con
Mattei, della quale però non ha voluto rivelare l’occasione.
O meglio c’era stato fra i due un insanabile contrasto in diversi campi che
si riconduceva al dissidio derivante dal convincimento di Mattei di agire,
soprattutto nel petrolio e nel gas, in modo indipendente rispetto alle altre
compagnie petrolifere straniere (le famose sette sorelle). Mentre Cefis
voleva arrivare a un accordo con le compagnie americane.
Nel gennaio 1962, Cefis prese la decisione di andare via, adducendo
motivi personali.
Il rientro di Cefis all’Eni, dopo la morte di Mattei
Il 27 ottobre di quell’anno, Enrico Mattei moriva tragicamente
nell’incidente aereo a Bascapè, in provincia di Pavia, mentre il suo aereo
stava rientrando a Linate.
Cefis rientrava all’Eni, su richiesta del Governo, sotto Boldrini, per poi
diventare Presidente.
- 6 Cefis cercò di mettere subito in pratica le sue idee, facendo uscire l’Agip e
quindi l’Eni dall’Esplorazione e Produzione. Il petrolio – diceva – è
meglio comprarlo che cercarlo.
Questa volta a opporsi fu Egidio Egidi, allora Direttore Generale
dell’Agip, che gli dimostrò (sostenuto da uno staff di tutto rispetto, fra i
quali ricordiamo Dante Jaboli, Tiziano Rocco e Oreste D’Agostino) come
sbagliasse. L’Agip aveva fatto già consistenti scoperte all’estero, anche se
molte non erano ancora entrate in produzione, dato che occorrono prima
diversi anni. D’altro canto un gruppo petrolifero non può diventare grande
se non ha un suo patrimonio di petrolio e di gas
Cefis si convinse della giustezza delle tesi di Egidi e anche recentemente si
era dichiarato convito che sarebbe stato un errore. Questo va certamente a
suo merito.
Così continuò l’espansione dell’Agip e dell’Eni sulle linee tracciate da
Mattei. Ma questa è un’altra storia che potrà essere raccontata in un’
occasione successiva.
JOURNEY THROUGH THE PAST
CAVIAGA GAS FIELD
By Guidi, Francesco; di Cesare, Franco; Cippitelli, Giuseppe
THE AUTHORS EXPRESS THEIR APPRECIATION TO DOCTOR RICCARDO COEN, FORMERLY
EXPLORATION MANAGER WITH AGIP PETROLEUM IN HOUSTON, (TEXAS) FOR HIS
INSIGHTFUL SUGGESTIONS.
1. Inflammable Air Native from the Marshland
Alessandro Volta, Italian physicist and inventor, known for his pioneering work in
electricity, was the first scientist to study methane and to understand its origin. In 1774 he
was a Professor of Physics at the Royal School of Como. While on his summer holidays, in
1776, on Lake Maggiore, his boat went alongside the reeds near Angera. Volta began to
poke the muddy bottom of the water with a stick and saw lots of gassy bubbles floating up
to burst on the surface. He collected some samples of the marsh gas and discovered it was
inflammable. He called it inflammable air from marshlands. It was what we nowadays
call methane.
Fig 1:
Alessandro Volta, born in Como, Italy, from a noble
family on 1746 and died on 1827 at the age of 82.
Prolific inventor he is well remembered for his
invention of the electric battery and studies on
methane.
In 1800 he invented the “Voltaic Pile” which was the
first “wet cell battery” that produced a reliable,
steady current of electricity.
For the first time, Alessandro Volta recognizes the source of this inflammable gas when he
states: and it is very likely that this inflammable air originates from vegetables soaked and
dissolved in water.
It is interesting to note that the first natural gas discovery in Europe occurred in the little
village of Caviaga, in the Po Valley, approximately 100 kms South-East of Como.
As far as the current global forecast is concerned, the widely accepted assessment is that
natural gas is the most important energy source in the world: the 2030 projections of BP’s
Statistical Review clearly state oil continues to suffer a long run decline in market share, while
gas steadily gains. (fig 2).
1
Fig 2: BP Energy Outlook 2030
Following the above brief historical introduction, the evolution of the gas industry in Italy
will now be reviewed.
___________________________________________
2. Gas in Italy
The Caviaga gas field has been the spark that allowed Italy to become an industrialized
Country and overcome the painful and destructive wounds of WWII. The search and
development of natural gas gained momentum and expanded from the little village of
Caviaga, to the entire peninsula including Sicily and the offshore Adriatic. Italy’s gas
consumption soared rather quickly and the BP Statistical Review reports that in 2010 the
country’s gas consumption (76.1 bcm or 2,700 bcf) was third in Europe behind the United
Kingdom (93.8 bcm ore 3,300 bcf) and Germany (81.3 bcm or 2,870 bcf); ahead of France
(46.9 bcm or 1,650 bcf). Italy’s gas production in that year has been of 7.6 bcm (270 bcf).
In any case Italian gas industry has developed a good pipeline system with a grid of more
than 33,000 km (20,500 miles) and the natural gas trade movement in 2010 amounted to
75.34 billion cubic meters (2,660 bcf).
2
Fig 3: Enrico Mattei (1906- 1962)
Fig. 4: North Italy and Caviaga Village
The Caviaga gas field was the first gas discovery by Agip (July 15, 1944) in the Po Valley
area while the WWII conflict was still being fought on the Italian peninsula. Agip’s
President, Enrico Mattei (1906 – 1962), promptly realized the value and significance of the
gas discovery that would be instrumental, in the years to follow, in allowing Italy to enter
the post industrial phase.
The discovery of the Caviaga gas field was not only the starting point for the development
of O&G in Italy; it also was the initial milestone that propelled Agip into the international
E&P arena where it evolved becoming a significant competitor
In 1944 Agip drilled the Caviaga gas discovery well, just a few kilometers south of Milan.
The open flow production testing carried out in the Pliocene reservoir section reached
100,000 cmd, which was highly encouraging. The testing results were indicative of a
potential of very high reserves which displayed along with the first large gas deposit in
Western Europe, an almost inexhaustible and then practically unknown source of power.
Today natural gas is among the most widely used energy sources, because it is more
environmentally friend than oil and also offers a higher yield, especially when employed
to produce electrical power.
The Caviaga gas field discovery was made a few decades before gas was found in the
Netherlands and in the Northern Sea: consequently Italy was able to break through the
3
European gas market at least 30 years ahead of the other European countries. In the early
1970s Italy produced and consumed 14 bcm (almost 500 bcf) of natural gas a year, while
gas production and consumption were insignificant in other European countries.
3. The State of Exploration for Hydrocarbons in Italy in the Early Forties
To place all the facts in the proper context we should examine how hydrocarbon
exploration in Italy fared in the 1930s.
Fig. 5: Orso Mario
Corbino
….In Italy it was a few years after the
WWI that the country’s own petroleum
industry took its first tentative steps,
triggered by the Sinclair scandal. A row
had erupted after Mr. Orso Mario
Corbino (1876 – 1937), Italian Minister
for National Economy and Mr. Weach,
Vice President for Exploration of
Sinclair, a New York – based oil
company, signed an agreement on 29
April 1924, granting the American
company
exclusive
rights
to
hydrocarbon exploration in almost the
whole
Sicily and a good part of
Emilia/Romagna region. Following a
ferocious press campaign
mounted
against the deal, Orso Mario Corbino
and his official had to resign and the
Sinclair agreement was revoked on
January 1925. Not long after in 1926, the Italian Government, well
aware of the difficulties in supplying gasoline and diesel to the
Italian market , founded the Azienda Generale Italiana Petroli,
AGIP, with the mission to explore, produce and purchase any sort of
hydrocarbon both in Italy and abroad in order to stock the domestic
market. But exploration in the Italian Peninsula, geologically
broken by so many orogenic movements, did not achieve very much
apart from finding a few accumulations of oil the northern
Apennines. It was therefore inevitable that the company would have either to look abroad. (di
Cesare - Guidi).
But domestic exploration activity was never abandoned and Agip geologists devoted the
search of drilling opportunities targeting the northern Apennines where many natural
gas shows and seeps had been mapped and exploited since the Middle Age.
4
Here many of these seeps are from the “Argilla Scagliose” unit, a sequence composed of argillites
and calcareous and sandy flysch with a complex and, in some places, a chaotic structure. This unit
overlies the Tertiary flysch of the Northern Apennines sequence and is overlain by OligoceneMiocene and Pliocene clastics. Most nineteenth century Italian geologists assumed that the Argille
Scagliose is itself the source of the petroleum seeps, while others favoured a deeper origin. Whatever
their origin, oil and gas accumulations in the Northern Apennines, as a rule, were small in size and
low in productivity, and their discovery was mainly due to chance.
Fig. 6: Cesare Porro 1865-1940 (Porro)
In 1921, Cesare Porro, an Italian petroleum
geologist of wide international experience (was
one of the most eminent petroleum geologists of
his generation. His experience spanned the
world from the East Indies to the United States
where he discovered the Salt Creek field in
Wyoming) summarized the status of
exploration in Northern Italy. In his opinion,
the Argille Scagliose could be the source of
petroleum but accumulations in economic
quantities require a reservoir rock sealed in a
trap; reservoirs, seals, and traps are all
lacking in the Northern Apennine area ,but he
thought these elements possibly could be
present in the external part of the Apennine
chain where tectonism was presumably less
intense and where Pliocene clays could provide
an effective cap rock. This “external Apennine”
could be buried under the alluvial cover of the
southern Po Plain where geophysical surveys
could be used to identify possible traps.
Encouraged by this geological model, regional
gravimetric surveys were carried out by Agip,
during the years 1927 to 1935 and later by SPI
(a subsidiary of the Standard Oil Company of
New Jersey). Several tests were drilled on
positive anomalies, but results were disappointing. The sedimentary sequence of the Po Plain
subsurface was found to be different in thickness and facies from the sequence exposed in the
Apennines: tectonism was found to have been greater than predicted and structural conditions
could not be reliably interpreted from the gravimetric survey. Furthermore, gas and oil shows were
scanty. (Pieri)
4. Gas Seeps in Caviaga
Agip’s geological interest focused on areas where oil and gas seeps were detected:
Attention of the Agip Geologists were addressed, as mentioned before, to oil and gas
seeps and in Caviaga, a small town in the Cavenago d’Adda district, near Lodi, was highly
graded for that reason. In this area the natural gas seeps had been noticed in the outskirts
of town by local resident for a very long time: the methane, seeping from the subsurface,
polluted the air so much that the area was called “Via Gas” (Gas road).
5
Fig. 7: Caviaga and “Via Gas” (Gas road)
Fig. 8: Caviaga, Via Gas (Gas road)
5. Agip In Italy
Agip had been set in 1926 by the Italian Government to help Italy to enter the field of oil
and gas exploration/development: In fact the Italian economy could not find enough
private capital to finance oil research. While Agip had attained some significant results in
Romania, Albania and Iraq, achievements in Italy had been scanty. In the Thirties Agip
produced just 1,000 tons of oil per year (7,000 barrels/year) in Italy, against a consumption
6
of some million tons and about ten million cubic meters of gas per year (35 million cubic
feet).
Such meagre results in spite of a remarkable commitment with the drilling of 15 wells per
year, on average, were due to Italy’s complex geology and the lack, at this time, of
adequate technique capable of defining the subsurface pattern. At this moment Agip
geologists decided to utilize a new geophysical methodology i.e. the seismic reflection
which had been proved to be very effective in the United States.
6. Seismic in Po Valley
However, these were years when German technology dominated Continental Europe and Agip
geophysicists were used to receiving information about the efficiency of German seismic
methodology. Agip first decided to send a technical mission to Germany, which lasted from 20 to 30
July 1938 during which time the Italian scientists had access to top German technology. Yet the
final report, despite the political ties between Italy and Germany did not contain any enthusiastic
recommendations, It was probably for this reason that Agip management did not make any
contracts with German companies and instead decided to compare the status of the German seismic
technology with the United States’.
Agip management succeeded in convincing the Italian Prime minister Benito Mussolini to approve
a visit to the USA. The mission set off in December 193, and after having met all the geophysical
companies and some petroleum companies active in the Unite States, the final recommendation was
decidedly in favour of Western Geophysical. The final report of the mission was subject to
considerable debate and not finalised until March 1939.
In the meantime dark clouds were looming on the horizon. The declarations of Adolf Hitler were
threatening everything and a ruinous fury was affecting the minds and souls of the nations.
Despite impending gloom, Agip succeeded in signing a contract with Western for a seismic crew to
be utilized in the Po Plain…On June 10, 1940 the day Italy entered WWII, already underway
without the US, the first American seismic crew from Western Geophysical started acquisition
work near Lodi, a few km south of Milan. Four years later, after the seismic surveys had been
completed, Agip’s Caviaga well, near Lodi, found what potentially was the first large European gas
field. (di Cesare – Guidi).
Following letter from Agip, Mr. Egidio Castelli, the Caviaga Podestà (The Chief Magistrate
in a Commune, Collins), authorized to perform seismic surveys in the area, i.e. to explode
mines in the territory of this community. The mines will be made up of dynamite or other explosive
of the second category, in the amount of 1 to 50 kg per charge and they will be exploded in depth
(Pallavera).
And the Western Geophysical seismic survey started on June 10, 1940 (deep shooting).
Two were the American technicians who had even the commitment to train the Italian
technicians from Agip. In October 1940, i.e. 4 months after the seismic crew had arrived in
Italy, following pressures from the American Embassy in Rome, which considered the US
entry in war as near (On 11 December 1941, Germany and Italy declared war on the
United States). Works went on and a structure was quickly traced out at Caviaga, being
the first structure detected in the Po Valley. The reports of the time describe the Caviaga
structure as a wide anticline stretching toward East-West for about 8 km (5 miles).
7
7. Exploration in the Caviaga Structure
The wild cat produced the first positive result on 15 July 1944, following a producing test
in Lower Pliocene formation (prevailing sands with thin shale intervals) in the interval
1.374 – 1403.5 m (4,508’ – 4,605’). War events prevented intensive and regular tests which,
on the contrary were made in Caviaga 2 wells, on 1946.
60 wells for production were drilled which disclosed an average pay of more than 300
meters (1,000’) of sands with an average permeability of 750 md.
Produced reserves amount to 14 billion cubic meters (495 billion cubic feet). The ensuing
exploration activity has made evident Caviaga being part of a number of structures laying
in the Po Valley where they took their shapes and energy . (fig 13)
Fig. 9: Caviaga gas field, top Miocene Unconformity
8
Fig. 10: Caviaga Gas Field: top Lower Pliocene producing sands
Fig. 11: Caviaga Gas Field: Longitudinal depth Section
9
Fig. 12: Caviaga Gas Field
Caviaga 2 Well
10
Fig. 13: Pliocene Structures in Western part of Po Plain
8. Present Gas Exploration and Production in Italy
Natural Gas in Italy has been mostly produced in Po Valley and Adriatic offshore. Total
production is summarized in the enclosed diagram, prepared by Jerà, utilizing data as
provided by Assomineraria (Association of Petroleum Companies operating in Italy) and
by DGRIME (Department for Energy of the Ministry for Economic Development).
11
Million cm produced per year
25000
20000
15000
10000
5000
0
1951
1956
1961
1966
1971
1976
1981
1986
1991
1996
2001
2006
2010
It is clear that there has been a sharp decrease in production from 1994 to 2010, passing
from 20.6 billion to 7.9 billion.
The recent Macondo blowout in Gulf of Mexico (April 2010) has had a very negative
impact on the offshore petroleum exploration in Italy, notably in Adriatic Sea where the
Legislative Decree No. 128, of June 29, 2010 has practically blocked all the activity. In the
central and northern part of this Adriatic Sea, Agip in the years 1992 and 1994 had
acquired two large regional seismic 3D surveys for approximately 13,000 sq km (5,000 sq
miles). The largest in the world at that time. The interpretation of the data had indicated
the possible presence of many gas prospects.
9. Bibliography:
1. Assomineraria: L’Italia, Paese di Idrocarburi, 1999BP Energy Outlook 2030,
London, January 2011
2. BP Statistical Review of World Energy, June 2011
3. BP Energy Outlook 2030, London, January 2011
4. di Cesare, Franco; Guidi, Francesco: A story of two men and the beginning of
the Italian oil Industry, First Break, February 2003, Volume 21
5. Guidi, Francesco: Il Gigante della Val Padana (The Po Valley Giant) Eni’s
Way, 1994
6. Guidi, Francesco; di Cesare Franco: Caviaga a Sessant’anni dalla scoperta.
Industria Mineraria 1-2, 2004
7. Guidi, Francesco; di Cesare, Franco: The Birth of Agip in the Oil World
Landscape, SPE Technical Bulletin 3/2008
12
8. Guidi, Francesco; di Cesare Franco: Alfredo Giarratana a Technician at the
Helm of Agip; SPE Technical Bulletin Special Issue 2009
9. Guidi, Francesco; di Cesare, Franco: Twenty First Century: a Natural Gas
Economy, SPE Technical bulletin 3/2010
10. I Giacimenti Gassiferi dell’Europa Occidentale, Roma Accademia dei Lincei,
1959
11. Pallavera, Ferruccio: Storia di Cavenago D’Adda, 1989
12. Paoloni, Carlo: Storia del Metano, 1976
13. Pieri, Marco: Cortemaggiore Field – Italy Po Plain, Northern Apennines,
AAPG Special Volumes. Volume TR: Structural Traps VII, Pages 99 -1118 (1992)
14. Pizzigallo, Matteo: L’Agip degli Anni Ruggenti (1926-1932), 1984
15. Porro, Anna; Porro, Pietro: Vita di Cesare Porro, Geologo. 1985
13
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale- 70%-DCB Milano
SPE
Society of Petroleum Engineers
INDUSTRIAL NEWS
SUSTAINABILITY
JOURNEY THROUGH THE PAST
TECHNICAL NEWS
TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011
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SPE Society
Engineers
JOURNEY THROUGH THE PAST
Half Century of ENI Activity in Egypt
by Francesco Guidi, Franco di Cesare
Those who drank the water of the Nile will return once again to drink
Foreword
AGIP, the Italian Company for Hydrocarbon
Exploration and Production, was founded in
1926, with the initial aim to explore and
produce oil in Italy. Few years later the
Company, taking into account the scarce
domestic results, decided to explore in foreign
countries, such as Romania, Albania, Iraq and
Libya.
After WWII Enrico Mattei (1906 – 1962), the
dynamic President, decided to massively
54
invest abroad and accordingly almost half
century ago the adventures in Tunisia, Iran
and Egypt started.
In this short article, Agip (now ENI) adventure
in Egypt is summarized. This has generated a
flow of oil and gas, both beneficial for the
Arab Republic of Egypt and Italy.
The Arab Republic of Egypt covers an area of
more than 1 million sq km (386,000 sq mi)
with a population of about 80 million people.
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JOURNEY THROUGH THE PAST
Egypt is an enchanting land where the past is
always present with its monuments and its
witnesses: the Pyramids, the Nile, Alexander
the Great (Iskandar), the Crusaders, Napoleon
Bonaparte, the Mamelukes, Ferdinand de
Lesseps and, on top of all these, the glittering
bazaars, the magical attractions of this
magical land.
An Egyptian proverb well epitomize the charm
of this land: Those who drank the water of the
Nile will return once again to drink.
Ferdinand de Lesseps, 1805 - 1894
SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011
55
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It is easy to affirm that the Agip discovery of
gas in Egypt has set in motion, for the first
time, the commercial production of this type
of hydrocarbon which had hitherto neglected
in favour of liquids (oils).
Historical Notes
In ancient Egypt, the use of bitumen was
important in creating the Egyptian
mummies—in fact, the word “mummy” is
derived from the Arab word m miyyah, which
means “bitumen”. “The Western Europe came
to know mumiya, or bitumen, primarily from
the descriptions of its healing properties by
12th Century Muslim physicians in Egypt, but
with the decline in scientific progress in the
JOURNEY THROUGH THE PAST
Middle East, after the 12th Century, the
marvellous potentials of bitumen and naphtha
were once again forgotten and were not to be
rediscovered until the middle of the 19th
Century, when the first modern oil well was
drilled and petroleum became the very
lifeblood of modern society” (Zayn Bilkadi).
In early thirties, Shell had performed a modest
exploratory activity in the onshore region of
the Gulf of Suez which produced small
quantity of oil in the Egyptian side of the Red
Sea, immediately south of the Gulf. Standard
Oil in Sinai, in the early forties, had
discovered some minor hydrocarbon shows,
which were not followed by any activity.
Charles Robertson (1884-1891) A Carpet Sale, Cairo Watercolour
56
SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011
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JOURNEY THROUGH THE PAST
In early fifties, Petrofina, the Belgian Oil
Company, started to consider Egypt as a
possible target and, on March 11 1952,
together with a group of Banks and Financing
Institutes, constituted the International
Egyptian Oil Company (IEOC), which on
February 9, 1953 signed an agreement with
the State Company, Cooperative Petroleum
Society (CPS). In fact, on 1952, CPS had
obtained 16 Exploration Permits (1,490 sq km
or 575 sq mi). Another block of limited
extension (27.36 sq km or 10.5 sq mi) was
added on April 2, 1953. In this block,
Standard Oil had discovered the above
mentioned oil shows.
According to the 9th February Agreement,
IEOC committed to perform, at its own risk, a
petroleum activity in the CPS permits utilizing
the National Petroleum Company of Egypt, an
Egyptian subsidiary of the IEOC. This latter
Company was active until 1957, when it was
liquidated following the formation of COPE
(Compagnie Orientale des Pétroles d’Egypt).
Cairo, 1954: the Egyptian President Gamal Abd el-Nasser (1918–1970) and Enrico Mattei (1906 – 1962) sign the
Agreement for Agip presence in Egypt, marked by the acquisition of a 27% share of IEOC from Petrofina.
SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011
57
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JOURNEY THROUGH THE PAST
ENI in Egypt
In 1954, Agip acquired from Petrofina a 27%
share of IEOC. It has been the first concrete
result of Enrico Mattei’s policy aimed at
expanding Agip activity abroad and Mattei
proposed an innovative contract for that
period, whereby, in case of oil discoveries, the
Egyptian State could have participated at the
development of it. This agreement, which was
reached by the Egyptian President Gamal Abd
el-Nasser (1918–1970) and Enrico Mattei
(1906-1962), went down in history as the
Mattei’s formula.
changed, so that AGIP and EGPC, by mutual
agreement, changed the COPE contract from
the Concession type into a new type i.e. the
Production Sharing Agreement (PSA),
according to which the mineral rights pertain
to the Government (First Party). The
exploration activity is borne by the Company
(Second Party) at its sole risk, but, in case of
discovery, the First Party can be associated in
the development if it so wants. The oil
produced is split between the First and
Second Party, which recovers its costs from
this oil share.
In 1955, the Belayim land oil field was
discovered.
IEOC, after the Belayim discoveries, decided to
explore the Nile Delta and, in 1963, acquired a
concession (11,250 sq km/4,344 sq mi)
northwards of Cairo. It was a completely new
area, where no well had been drilled yet, very
difficult to operate both from a seismic and
drilling point of view. In 1966, the great
discovery of the giant gas field of Abu Madi
arrived with gas reserves of more than 100
billion cubic meters (3,500 billion cu ft). It
was halfway between the two large salt lakes
of Burullus and Manzala, where in 1965 Agip
surveyed for the first time a shallow water
seismic survey.
In 1957, the Compagnie Orientale des Pétroles
d’Egypt (COPE) was founded, being its
partners both the Egyptian State and IEOC.
The agreement was in line with the Mattei’s
formula, which aimed to associate the
producing countries to the development of the
field discoveries. As a result of this situation,
the exploration activity was increased and, on
1961, the oil field of Belayim Marine was
discovered (its reserves were more than 2
billion barrels). Just in that year Petrofina
decided to leave Egypt, for political reasons,
and Agip acquired the shares of the Belgian
company in IEOC, so that it resulted to be the
sole shareholder.
In 1967, the war between the Arab Countries
and Israel led to the occupation of the Sinai
oil fields from Israel. COPE suffered for the
same occupation until the end of 1975.
With the end of hostilities, exploration and
production were resumed but time had
58
Gas production started in 1975 according to
an agreement, whereby liquids (condensates)
pertained completely to the Egyptians, while a
portion of gas went to Agip. The gas has fed
the nitrogen fertilizer plant of Talka,
specifically built close to Abu Madi. Thus, the
Egyptian petrochemical industry was born.
The working production for 2010 has
amounted to some 500,000 boed, half of
which is company equity. In Egypt, Eni is the
SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011
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first oil producer and the second for natural
gas. This production derives from 57 licences,
48 with Eni operator, which are relevant to
three main regions: the Gulf of Suez, the
Mediterranean Sea and the Western Desert, for
a total of 23,096 sq km (8,910 sq mi).
Egypt and Hydrocarbons
Hydrocarbons play a sizeable role in Egypt’s
economy both from oil and natural gas
production and also in terms of revenues from
the Suez Canal, an important transit point for
oil shipments out of the Persian Gulf. Oil daily
production for 2010 has been of 736,000
barrels (BP Statistical Review of World Energy,
June 2011). This is a decrease of 0.6 % as
compared to 2009. Proved oil reserves amount
to 4.5 billion barrels. This decrease of oil
production has been offset by the rapid
development of the natural gas sector for both
domestic consumption and export.
Proved natural gas reserves at the end of
2010 amounted to 2.2 trillion cubic meters
(78 trillion cubic feet, ditto). In the same year,
the gas production amounted to 61.3 billion
cubic meters, being the domestic
consumption of 45.1 billion cubic meters.
Hydroelectricity
Egypt has a well developed hydroelectric
sector and, according to the Energy Minister,
has utilized most of the Nile River’s
hydroelectric potential. In 2008-2009, Egypt
generated around 14Bkwh from hydroelectric
resources, almost all of which came from the
IEOC: E&P Concessions
SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011
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Aswan High Dam and the Aswan Reservoir
Dams (EIA). In 2010, according to BP
Statistical Review, the hydroelectricity
produced has been equivalent to 3.2 million
tons of oil (24 million barrels).
Epilogue
Agip adventure in Egypt has been the first
successful test for the Mattei’s formula,
according to which the colonialist attitude
towards the producing countries was replaced
by a cooperative one, whereby Countries and
Agip were linked by a responsible attitude.
Belayim and Abu Madi have been the Enrico
Mattei paradigm of this policy and the two
shores of the Mediterranean Sea have
found a common share attitude with mutual
respect of roles.
In this way, the populations of both shores
have found a common interest without
compromising their own cultures
and interests.
The Enrico Mattei’s formula has become the
policy of Agip, even after the disappearance of
the illuminated President, as demonstrated by
the recent Eni press release, which states:
Cairo, 11 July, 2011 – The Egyptian Prime
Minister HE Essam Sharaf and Eni CEO Paolo
Scaroni met today in Cairo confirming the
commitment of Eni to Egypt, following the
recent agreements. The new activities will
take place in the Western Desert, in the
Mediterranean and in the Sinai, and will cover
both exploration and development, through the
drilling of additional wells and the
acceleration of production from new
discoveries. With these additional activities,
Eni’s investment in Egypt in the years 2011
and 2012 will amount to approximately US$ 3
billion.
Enrico Mattei has been “the first Italian to
develop a frontier business mentality and a
genuine respect for other cultures. He had
grasped that no international strategy would
be possible without extensive knowledge of
the individual countries Eni was intending to
explore. In this respect, Eni’s divergence from
normal practice was an exception rather than
the rule in international business, so much so
that its policies at times seemed an affront to
common sense.
Mattei stood for a way of thinking about Italy
that was visionary enough to transform a
defeated agricultural country into an
advanced industrial nation with a profitable
state-owned energy sector” (Eni).
60
SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011
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Eni will also sponsor a training plan for
national staff working in the Petrobel and
Agiba joint ventures with EGPC. Furthermore,
in accordance with the Ministry of Petroleum,
Eni will support the Sinai community with
social activities.
Eni is the first international operator in Egypt
with total operated production of around 500
thousand boe/day.
The new activities will take place in the
Western Desert, in the Mediterranean and in
the Sinai, and will cover both exploration and
development, through the drilling of additional
wells and the acceleration of production from
new discoveries.
San Donato Milanese, 18 July 2011
Bibliography
• Bilkadi, Zayn: Bitumen – A History. Saudi
Aramco World November/December 1984
• BP: Statistical Review of World Energy, June 2011
• EIA, USA Energy Information Administration:
Egypt Analysis, February 2011
• Guidi Francesco, di Cesare Franco: Egypt,
Belayim Land and Marine Oil Fields – the
Price of Peace. SPE Technical Bulletin 3/2009
• Guidi, Francesco: 1954: Dalle Nebbie Padane
all’Ombra delle Piramidi, Notiziario Interno
Agip, NIA 1999
• Guidi, Francesco: La Forza della Ragione,
Notiziario Interno Agip, NIA 1997
• Egidi, Egidio: Quando la Storia restò a
guardare, Notiziario Interno Agip, NIA 1997
• Orioli, Sergio: …E tornammo tutti a casa,
Notiziario Interno Agip, NIA 1997
SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011
61
Lo stoccaggio del gas: l’Italia
all’avanguardia
DI
FRANCESCO GUIDI*
Lo stoccaggio come condizione preliminare e indispensabile
per alimentare la distribuzione del gas sul mercato
L
società americana Western Geophysical Company,
che arrivò in Italia nel gennaio 1940. Sei mesi dopo
iniziava i rilievi nella zona di Lodi e veniva subito
individuata una struttura giudicata favorevole all’accumulo di idrocarburi vicino Caviaga.
Nel 1943 iniziava la perforazione. Dopo mille problemi legati alla guerra che si stava avvicinando alla Pianura Padana e all’occupazione tedesca dell’Italia Settentrionale, il pozzo
arrivò sull’obiettivo a 1.500 metri di profondità nel maggio
Caviaga: prima
1944, individuando una serie
grande scoperta
di livelli di gas. Era stato scoperto il giacimento di Caviaga,
di gas in Italia
con riserve di 12 miliardi di
con la sismica
metri cubi. È stata la prima
grande scoperta di gas in Itaa riflessione
lia.
o stoccaggio del gas naturale è divenuto
un elemento essenziale per la modulazione della vendita del gas nei paesi industrializzati. È nato e si è sviluppato pertanto
con l’espansione del gas naturale come fonte di
energia, che negli altri paesi europei ha incominciato a diffondersi dopo le grandi scoperte in
Olanda e nel Mare del Nord, divenute consistenti solo dopo gli anni Settanta.
La scoperta di Caviaga
In Italia però il gas aveva incominciato ad affermarsi con
trent’anni d’anticipo, dopo la
grande scoperta di Caviaga
(Lodi) effettuata dall’AGIP nel
1944. Il pozzo era stato ubicato, per la prima volta in Europa, su un rilievo effettuato con la sismica a riflessione, il metodo geofisico che permette di individuare l’andamento degli strati del sottosuolo
e quindi le strutture più favorevoli per l’accumulo di idrocarburi.
Questo sistema, già noto teoricamente in precedenza, aveva trovato applicazione nel campo petrolifero negli Stati Uniti a partire dagli anni Trenta.
L’AGIP, seguendo le indicazioni dell’allora Capo del
Servizio Geofisico ing. Tiziano Rocco, ingaggiò la
Il gas in Italia dopo Caviaga
Enrico Mattei, arrivato all’AGIP come Commissario Straordinario il 30 aprile 1945, comprese subito l’importanza di quella scoperta, intuendo gli
sviluppi futuri di questa forma di energia, allora
quasi inesistente in Europa.
Dette grande impulso alle ricerche in Pianura Padana che si doveva rivelare una provincia gas.
Alla morte di Mattei (27 ottobre 1962), l’ENI pro-
(*) Questo articolo è il frutto di una conversazione con l’ing. Giorgio Ruffoni, Presidente della STOGIT (Stoccaggio Gas Italia).
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CAMPI OPERATIVI
Italia fu creato a Cortemaggiore nel 1964, con almeno 15 anni d’anticipo rispetto agli altri paesi europei.
Tre tipi di sistemi di stoccaggio
duceva in Italia 7 miliardi di metri cubi di gas all’anno e aveva una rete di metanodotti di 6.000
km, prima in Europa e terza nel mondo, dopo
Stati Uniti e Unione Sovietica.
Come nasce l’idea degli stoccaggi
per il gas
Di fronte a questa crescita impetuosa della produzione (nel 1970 arrivava a 12 miliardi di metri cubi), l’AGIP aveva iniziato nei primi anni ’60 a studiare un elemento di modulazione della vendita,
convertendo il giacimento di Cortemaggiore (Piacenza) allo stoccaggio. Sarebbe divenuto indispensabile con le importazioni di gas, che in Italia
sono iniziate nel 1972 dalla Libia, con il GNL (Gas
Naturale Liquefatto) proveniente dall’impianto Esso di Marsa el Brega. Ma anche prima aveva una
notevole utilità, in quanto la produzione dai campi è meglio farla in modo piatto, mentre i consumi
hanno forti oscillazioni giornaliere e stagionali.
Fu così che l’AGIP incominciò a studiare il problema sin dai primi anni Sessanta. L’ing. Egidio Egidi,
allora Direttore Generale, spiega che l’AGIP ha sempre affrontato i problemi con largo anticipo, sicché
si è trovata all’avanguardia in tante soluzioni.
Il problema dello stoccaggio del gas fu studiato dall’ing. Giuseppe Faverzani, Direttore delle Operazioni AGIP e fu scelto per questo scopo un livello
del giacimento di Cortemaggiore (Piacenza) in via
d’esaurimento. Sicché il primo stoccaggio di gas in
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I sistemi di stoccaggio nel mondo sono essenzialmente di tre tipi:
– campi in via di esaurimento;
– stoccaggi ricavati dai domi salini, all’interno dei
quali vengono ricavate delle caverne;
– stoccaggi ricavati in aree interessate da bacini
acquiferi, in cui viene immesso il gas.
In Italia gli stoccaggi sono costituiti esclusivamente
da campi a gas in via di esaurimento. Questa scelta è stata ovviamente dettata dalle soluzioni geologiche in cui si trova il Paese e dal fatto che in Italia l’esaurirsi di alcuni campi ha messo a disposizione infrastrutture adatte a essere convertite.
Classificazione del gas in un campo
di stoccaggio
Il gas in un campo di stoccaggio può essere distinto in :
– Cushion Gas è il gas che non può essere mai rimosso, al fine di non pregiudicare le prestazioni
del giacimento.
– Working gas è il gas movimentabile senza pregiudicare le prestazioni del giacimento, che a sua
volta si può distinguere in :
STOGIT: CLASSIFICAZIONE DEL GAS
(GSMC)
•Pseudo working gas o cushion addizionale necessario al mantenimento delle prestazioni di
punta in relazione alle pressioni di esercizio della rete
•La riserva strategica messa a disposizione in base a obblighi definiti dal Ministero delle Attività
Produttive
•Infine il quantitativo disponibile per fini di modulazione.
WORKING GAS E PUNTA GIORNALIERA
Lo sviluppo della capacità di stoccaggio
stoccaggio: 8 operati da STOGIT gruppo ENI e due
della Edison T&S gruppo EDISON. Mettono sul
mercato una capacità di 15 miliardi di metri cubi.
Quelli dell’ENI sono: Sergnano, Ripalta, Brugherio, Settala, Cortemaggiore, Minerbio, Sabbioncello (tutti nel Nord Italia) e fiume Treste (in
Abruzzo). Quelli della Edison sono: Collalto (Treviso) e Cellino (Teramo).
È andata di pari passo con l’utilizzo del gas naturale in Italia. La prima fase di sviluppo avvenne all’inizio degli anni Sessanta. Questi primi stoccaggi furono costituiti con la funzione principale di permettere all’AGIP di ottimizzare la produzione coerentemente con le necessità del consumo.
In una fase successiva, 1971 – 1980, lo sviluppo
del mercato in Italia è stato accompagnato da un
significativo periodo d’importazione: del 1972 è
l’importazione GNL (Gas Naturale Liquefatto) dalla Libia; del 1974 sono le due importazioni, via metanodotto, dall’Olanda e dall’Unione Sovietica.
Di pari passo si è sviluppata una serie di iniziative di campi di stoccaggio, sempre con campi
esauriti, per creare tra l’altro, una riserva strategica, capace di fare fronte a interruzioni per cause tecniche o geopolitiche.
La fase successiva degli anni 1981 – 1990 è legata
all’importazione dall’Algeria e al parallelo raddoppio delle importazioni dall’Est e dal Nord Europa.
Attualmente sono in funzione in Italia 10 campi di
AVVIO E AREE DI PROVENIENZA
DEL GAS IMPORTATO
• Russia
• Algeria
• Libia (GNL)
• Olanda
• Norvegia
1971
1983
1971-1981
1974
2001
Il futuro dello stoccaggio
In Italia si renderanno a breve disponibili giacimenti con strutture geologiche probabilmente adatte per lo sviluppo nel medio/lungo termine di capacità di stoccaggio.
Tenuto conto dell’evoluzione del mercato, potrebbe crearsi l’opportunità per l’Italia di porsi come fornitore di flessibilità nel contesto europeo
per il gas proveniente dal Nord Africa.
Occorre tenere presente però che per realizzare
un stoccaggio da un campo in via di esaurimento
occorrono da tre a cinque anni di lavori e notevoli investimenti. Inoltre il 70% del gas immagazzinato nello stoccaggio resta immobilizzato, facendo parte del Cushion Gas, dello Pseudo Cushion
Gas e delle Riserve Strategiche. Solo il 30% entra
nella modulazione e il relativo spazio può essere
commercializzato. È un elemento quanto mai penalizzante per l’operatore dello stoccaggio, che
non è sempre compensato da tariffe adeguate.
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