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Il triangolo n. 9/2016 - Confagricoltura Piemonte

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Il triangolo n. 9/2016 - Confagricoltura Piemonte
Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente
Anno XXXVI – n. 9
venerdì 8 aprile 2016
Sommario
Guidi: “Pac sempre più inadeguata e fallimentare. Basta restyling, occorre ripartire da zero”
Positivo il lavoro delle Istituzioni, ma occorre l’impegno di tutti per superare la crisi del latte
Soddisfazione della filiera vitivinicola italiana per il via libera al Testo Unico sul vino
Luca Brondelli di Brondello riconfermato alla presidenza di Confagricoltura Alessandria
Gli avicoltori pretendono maggiore rispetto per il loro lavoro, contro le falsità di Ballarò
A Vinitaly 2016 i grandi vini piemontesi e le strategie della filiera utili per il settore
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Guidi: “Pac sempre più inadeguata e fallimentare. Basta restyling, occorre ripartire da zero”
“Gli strumenti della Pac decisi nemmeno due anni fa dimostrano di essere inadeguati se non addirittura fallimentari. In vista
dell’appuntamento per la riforma della politica comune per il post 2020, è il momento di dire basta restyling, ripartiamo da zero”. Lo
ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, intervenendo a Bruxelles all’evento organizzato al Parlamento europeo
sulla revisione della Pac dal think tank “Farm Europe”, l’osservatorio di alto profilo sulle politiche agroalimentari europee.
L’incontro, patrocinato dall’europarlamentare francese Michel Dantin e aperto dall’intervento del commissario europeo per
l’Agricoltura Phil Hogan, ha previsto una tavola rotonda con Guidi, il presidente della Fnsea (l’organizzazione professionale degli
agricoltori francesi) Xavier Beulin, l’europarlamentare italiano Paolo De Castro, il direttore del Gruppo Südzucker (grossa realtà
cooperativa saccarifera tedesca) Markus Neundörfer. “Non ha più ragione di essere il garantire un pagamento diretto generalizzato
e per tutte le produzioni – ha osservato Guidi – indipendentemente dall’andamento di mercato. Si rischia di sovracompensare gli
agricoltori nelle fasi positive degli scambi e di non compensare adeguatamente i momenti di crisi. E’ questo il problema centrale del
‘disaccoppiamento’, che dobbiamo avere il coraggio di cambiare. Con quali fondi e attraverso quali strumenti lo si dovrà decidere,
certo è che occorre riflettere sul non successo degli strumenti presenti oggi nello sviluppo rurale e anche sul rapporto tra pagamenti
diretti e strumenti assicurativi”. In tale contesto, il presidente di Confagricoltura ha parlato di aziende agricole impegnate nella
produttività e competitività, ma anche nel welfare, nella sostenibilità e nel greening. “Per quanto riguarda la sostenibilità bisogna
proporre – ha detto – obiettivi precisi e non imposizioni generalizzate, complesse, incoerenti con gli obiettivi della Pac (la sicurezza
alimentare) e di dubbia efficacia”. Guidi ha avanzato in tal senso una proposta precisa: si potrebbe assegnare a ciascuna impresa
agricola, per come è strutturata e per come viene condotta, una sorta di punteggio simile a quello utilizzato per l’efficienza
energetica delle abitazioni, che identifica il contributo alla sostenibilità ambientale e alla tutela dell’ecosistema che quella unità
produttiva è in grado di garantire, stabilendo una soglia al di sopra della quale l’azienda è “greening conforme”.
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Positivo il lavoro delle Istituzioni, ma occorre l’impegno di tutti per superare la crisi del latte
Confagricoltura reputa positivo il lavoro svolto fino ad ora dalle Istituzioni a favore delle aziende del settore del latte, con
l’intervento sull’Iva, l’assegnazione degli aiuti straordinari dell’Ue, l’intesa tra Ministero e Abi, il decreto sul Fondo latte, ma ritiene
che si debba proseguire sulla strada intrapresa per salvaguardare la produzione italiana e il futuro di tanti operatori del comparto
lattiero-caseario. Occorrono anche, a livello europeo, regole per una maggiore trasparenza nella comunicazione ai consumatori
sull’origine dei prodotti, prevedendo fondi per aiutare i produttori a migliorare l’innovazione delle proprie strutture per renderle più
competitive e provvedendo ad informare il consumatore sulle caratteristiche nutrizionali dei prodotti, sulla qualità e sul rispetto
delle regole dei sistemi di allevamento nazionali. E’ necessario poi supportare le esportazioni delle nostre produzioni d’origine,
simbolo della qualità Made in Italy e ristabilire un equilibrio tra le aree produttive europee, perso con la fine del sistema delle quote
latte. Per superare l’attuale grave crisi del comparto lattiero-caseario, a giudizio di Confagricoltura è anche necessario un intenso
lavoro di coordinamento da parte degli operatori della filiera, delle loro organizzazioni di rappresentanza e delle Istituzioni, per
riuscire a salvaguardare un settore produttivo di strategica importanza per l’agroalimentare italiano.
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Soddisfazione della filiera vitivinicola italiana per il via libera al Testo Unico sul vino
“Il Testo Unico del vino è il risultato di un ottimo lavoro di squadra, condiviso da tutte le organizzazioni rappresentative della filiera
vitivinicola italiana. La politica ha dimostrato grande capacità di ascolto e di confronto, ma anche di decisione per offrire ai
produttori un testo che va nella direzione della razionalizzazione e della semplificazione. Il documento contiene elementi di
innovazione importanti per sostenere la competitività del settore vitivinicolo la cui bilancia commerciale sull’export è in attivo di
oltre 5 miliardi”. Così la filiera vitivinicola rappresentata da Confagricoltura, Cia, Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Unione
Italiana Vini, Federdoc, Federvini e Assoenologi ha commentato il via libera della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati
al Testo Unico sul vino. Ora occorre procedere in tempi rapidi all’approvazione definitiva, cosicché il settore possa contare su questo
importante strumento di semplificazione. “Riteniamo doveroso – ha aggiunto la filiera – ringraziare il relatore del provvedimento
Massimo Fiorio per il paziente e proficuo lavoro svolto, che ha portato all’approvazione di un testo fortemente condiviso”.
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Luca Brondelli di Brondello riconfermato alla presidenza di Confagricoltura Alessandria
L’assemblea generale di Confagricoltura Alessandria ha rinnovato nei giorni scorsi le cariche sociali per il prossimo triennio,
confermando alla presidenza Luca Brondelli di Brondello ed eleggendo vicepresidenti Giuseppe Alferano, Stefano Pareti e Franco
Priarone. “Ringrazio gli associati per avermi conferito questo secondo mandato – ha dichiarato il presidente subito dopo la sua
rielezione – e cercherò di lavorare con lo spirito di sempre. Mettersi al servizio dell’organizzazione professionale agricola per un
periodo della propria vita è un modo per farla crescere e per crescere come persone. Se faremo squadra come nel precedente
triennio, sono sicuro che il nostro lavoro sarà meno difficile”. Agli adempimenti statutari ha fatto quindi seguito la parte pubblica
dell’assemblea con una tavola rotonda sulle ultime novità del Psr e della Pac. Sono intervenuti, con il presidente Luca Brondelli di
Brondello, il direttore dell’Assessorato regionale all’Agricoltura Gaudenzio De Paoli, il presidente di Confagricoltura Piemonte Gian
Paolo Coscia e il presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi. Preoccupazione è stata espressa da Brondelli e da Coscia per la
difficoltà di riuscire a spendere le risorse del Psr per il periodo 2014-2020, che ammontano a più di 1 miliardo e 90 milioni,
considerato che si è nel 2016 e sono stati aperti finora solo pochissimi bandi. Parole rassicuranti ha avuto al riguardo il direttore De
Paoli, che ha evidenziato come 360 milioni siano già stati impegnati e che entro l’anno dovrebbe essere impegnata circa la metà dei
fondi che l’Europa ci ha messo a disposizione. Sull’esigenza della sburocratizzazione ha insistito il presidente di Confagricoltura
Mario Guidi. “Non è facile avere a che fare con le Istituzioni – ha detto – e questo Paese sembra essere nemico degli imprenditori. Ci
sono troppi meccanismi che ci impediscono di lavorare. Apparentemente siamo il settore più trendy del momento, ma mai come
adesso le aziende stanno soffrendo. Non riusciamo a far capire che non siamo il settore arcaico e romantico come ci dipingono, ma
dobbiamo far comprendere chi siamo per far valere le nostre ragioni. Confagricoltura sta cambiando per essere più consapevole di
ciò che le sta attorno. Gli associati devono pretendere che essa porti innovazione e cambiamenti, anche a livello europeo”.
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Gli avicoltori pretendono maggiore rispetto per il loro lavoro, contro le falsità di Ballarò
Oreste Massimino presidente della Federazione nazionale avicola di Confagricoltura, nonché della omologa Sezione regionale di
Confagricoltura Piemonte, ha indirizzato una lettera al viceministro delle Politiche agricole Andrea Olivero per stigmatizzare i
contenuti della puntata di Ballarò del 29 marzo scorso, nel corso della quale si è parlato delle differenze tra il pollo di agricoltura
biologica e quello convenzionale. Si è affermato che il primo viene macellato a 120 giorni mentre l’altro a 28–50 giorni. La causa
sarebbe dovuta al fatto che quelli biologici mangiano ”sassolini, vermetti e mangimi naturali”, mentre quelli convenzionali “ormoni e
antibiotici”. “Sai benissimo – scrive Massimino al viceministro – che si tratta di affermazioni false, poiché l’utilizzo di ormoni e
estrogeni negli allevamenti italiani di polli e tacchini è vietato da norme italiane e europee. Inoltre, il ciclo di vita dei polli di
allevamento è breve, per cui l’eventuale utilizzo di queste sostanze non avrebbe alcun effetto sulla crescita, anzi risulterebbe
antieconomico per l’allevatore”. Per quanto concerne invece l’uso di antibiotici, Massimino precisa che esso è sempre curativo e mai
preventivo e che i farmaci vengono somministrati in presenza di patologie e sotto la responsabilità e il controllo veterinario. In ogni
caso viene sempre rispettato il cosiddetto periodo di sospensione, cioè il tempo necessario affinché il farmaco sia smaltito prima
che il pollo venga avviato al consumo. Il motivo per cui i polli sono più pesanti e crescono più velocemente che in passato è dovuto
alla selezione genetica, alle buone pratiche di allevamento e a una corretta alimentazione. “Date queste premesse, ritengo –
conclude la sua lettera Massimino – che l’Istituzione pubblica da te rappresentata durante la trasmissione avrebbe dovuto difendere
il nostro settore. Si tratta infatti di una filiera completamente autosufficiente, che dà lavoro a più di 100 mila persone”.
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A Vinitaly 2016 i grandi vini piemontesi e le strategie della filiera utili per il settore
Il Piemonte sarà presente al 50° Vinitaly, occupando gran parte del padiglione 10, dove circa 600 espositori porteranno a Verona, da
domenica 10 a mercoledì 13 aprile, i grandi vini piemontesi: 18 Docg e 42 Doc. Durante tutto il periodo della manifestazione sarà
anche attivo lo spazio “Tasting Piemonte”, programma di degustazione dei grandi vini piemontesi abbinati ai prodotti regionali Igp e
Dop, con la collaborazione di chef stellati. A Vinitaly 2016 la filiera italiana del vino si presenta in maniera congiunta per discutere di
politiche e strategie utili per il settore, dal vino come identità culturale al suo ruolo nella tutela del territorio, dalla competitività sui
mercati esteri fino alla tutela internazionale delle indicazioni geografiche. L’appuntamento è per le ore 10 di lunedì 11 aprile
nell’area Talk Show dello stand del Ministero delle Politiche agricole, con il convegno “Vino: produttori e protagonisti in Europea e
nel mondo”. E’ previsto tra gli altri anche l’intervento del presidente di Confagricoltura Mario Guidi.
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Redazione: Corso Vittorio Emanuele II, 58 – 10121 Torino – Tel.: 0115623297 – Fax: 0115635337 – E-mail: [email protected]
Direttore responsabile: Giovanni Demichelis – Segretaria di redazione: Grazia Giugno - Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 2975 dell’8/8/1980
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