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Manuale per l`abilitazione all`esercizio venatorio

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Manuale per l`abilitazione all`esercizio venatorio
REGIONE MOLISE
ASSESSORATO CACCIA E PESCA
Servizio Gestione Risorse Faunistiche Venatorie
MANUALE PER L’ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO VENATORIO
COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO
Regione Molise – Assessorato Caccia e Pesca
Pasquale de Santis
Dirigente Responsabile Servizio Gestione Risorse Faunistiche e Venatorie
ELABORAZIONE DATI E STESURA TESTI
Di Muccio Stefania
Di Paolo Clara
Parziale Antonio
Pizzi Dora
FOTOGRAFIE
Pasquale de Santis: Copertina, pp. 64, 65, 66, 67, 68, 71, 73, 111, 112, 113, 114, 116, 119, 120.
Antonio Parziale: pp. 75, 117.
Le stampe sono state attinte dall’opera “Iconografia dei mammiferi e uccelli d’Italia” – Ministero dell’Ambiente
Servizio Conservazione Natura.
 Copyright – Tutti i diritti riservati
E’ vietata la riproduzione anche parziale senza un’autorizzazione scritta della Regione Molise
Anno 2006
INDICE
____________________________________________________________________________________________________
PRESENTAZIONE
p. 5
INDICE
p. 7
INTRODUZIONE
p. 13
CAPITOLO I: LEGISLAZIONE VENATORIA
1.
La Licenza Di Caccia
p. 17
1.1. L’esame di abilitazione per l’esercizio venatorio
p. 17
1.2. Documentazione necessaria per ottenere il rilascio
p. 18
della licenza di caccia
2.
Il Tesserino Venatorio
p. 19
3.
Il Calendario Venatorio
p. 21
4.
Le Specie Cacciabili
p. 21
5.
Gli Ambiti Territoriali di Caccia
p. 28
6.
Le Associazioni Venatorie
p. 30
7.
La Vigilanza Venatoria
p. 31
8.
I Comportamenti vietati
p. 32
9.
Le Principali Sanzioni
p. 35
9.1. Sanzioni penali
p. 35
9.2. Sanzioni amministrative
p. 37
Domande Legislazione Venatoria
p. 39
CAPITOLO II: TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE
PRODUZIONI AGRICOLE
1.
Ambiente ed Ecologia
p. 63
2.
Il territorio
p. 63
3.
Ambiente e Biodiversità
p. 69
4.
L’ evoluzione dell’agricoltura e ripercussioni sull’ambiente e sulla fauna
p. 70
5.
Interconnessioni tra ambiente e fauna
p. 72
5.1 I Residui colturali
p. 73
7
INDICE
____________________________________________________________________________________________________
6.
Recupero faunistico
Domande Tutela della natura e principi di salvaguardia delle produzioni agricole
p. 73
p. 77
CAPITOLO III: ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
1.
La fauna selvatica
p. 93
2.
La fauna selvatica stanziale
p. 99
3.
La fauna selvatica migratoria
p. 100
4.
La fauna protetta
p. 103
4.1. Rapaci
p. 106
4.2. Altre specie non cacciabili
p. 109
I Cani e la caccia
p. 111
5.1. Razze da ferma
p. 112
5.2. Razze da cerca
p. 121
5.3. Razze da seguita
p. 122
5.4. Razze da riporto
p. 124
5.5. Razze da tana
p .125
5.6. Razze da traccia
p. 125
Domande Zoologia applicata alla caccia
p. 127
5.
CAPITOLO IV: ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
1.
I mezzi di caccia
p. 143
2.
Il fucile da caccia
p. 143
3.
La classificazione dei fucili
p. 146
3.1. I fucili a canna liscia
p. 146
3.2. I fucili a canna rigata
p. 148
3.3 .I fucili combinati
p. 149
4.
Il calibro
p. 150
5.
Le cartucce da caccia
p. 150
6.
Norme di sicurezza
p. 152
8
INDICE
____________________________________________________________________________________________________
7.
Etica venatoria
p. 153
Domande Armi e munizioni da caccia
p. 155
CAPITOLO V : NORME DI PRONTO SOCCORSO
1.
Gli incidenti durante la caccia
p. 169
1.1. I più comuni incidenti da caccia
p. 169
1.2 Altri malori
p. 174
Domande Norme di pronto soccorso
p. 177
ALLEGATI
LEGGE STATALE n. 157 dell’11 febbraio 1992
“Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”
LEGGE REGIONALE n. 19 del 10 agosto 1993 e s. i. e m.
“Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”
9
PRESENTAZIONE
E’ innanzitutto doveroso sottolineare come la Regione Molise, consapevole
dell’importanza di una specifica ed adeguata conoscenza tecnico-scientifica, correlata ad un
razionale svolgimento dell’attività venatoria e alla preparazione degli aspiranti cacciatori, abbia
avvertito la necessità di predisporre questo importante strumento di conoscenza al fine di favorire
una maggiore tutela della fauna e dell’equilibrio ambientale.
Nella consapevolezza che un’adeguata preparazione tecnica possa consentire la formazione del
cacciatore, non solo come semplice fruitore di un patrimonio collettivo ma anche come gestore
delle risorse faunistiche naturali, l’Assessorato Regionale alla Caccia ha ravvisato l’esigenza di
elaborare un manuale a base tecnico-pratico che rappresenti un punto di riferimento per i seguaci
di Diana, per le Commissioni esaminatrici e per quanti vogliano avvicinarsi al mondo venatorio.
Il lavoro è stato articolato per singole discipline nel rispetto delle argomentazioni previste sia dalla
legge quadro nazionale n° 157/92 sia dalla legge regionale di recepimento n° 19/93. Le materie
oggetto di trattazione , opportunamente arricchite di riferimenti propri della realtà regionale sono:
I.
Legislazione venatoria
II.
Tutela della natura e principi di salvaguardia delle produzioni agricole
III.
Zoologia applicata alla caccia
IV.
Armi e munizioni da caccia
V.
Norme di pronto soccorso.
Il testo è costituito da una parte descrittiva e da una parte a risposte multiple , infatti una delle
prove previste per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della caccia, consiste nella
compilazione di un questionario articolato in una serie di domande vertenti sulle materie oggetto
di trattazione. In tale ottica si è concentrato il nostro lavoro arricchito di numerosi riferimenti alle
normative vigenti, anche di recente attuazione.
Il manuale si presenta quindi come un’opera completa, minuziosa, ricca di informazioni e quesiti,
tale da permettere un’accurata selezione dei seguaci di Diana sulla base di effettive conoscenze
e sul grado di apprendimento delle stesse .
L’opera è integrata, per una maggiore completezza, da allegati aventi ad oggetto le norme che
disciplinano l’attività venatoria.
Con la speranza che sempre più giovani si avvicinino al mondo venatorio con impegno e
passione, rispettosi dell’ambiente e della sua conservazione.
L’Assessore alla Caccia
Quintino Pallante
5
INTRODUZIONE
_____________________________________________________________________________________________________
INTRODUZIONE
Il termine “caccia” deriva dal latino “captare” e significa “inseguire per catturare”.
Costituisce esercizio di caccia ogni atto diretto all’abbattimento o cattura di fauna selvatica
mediante l’impiego dei mezzi consentiti.
La caccia nel nostro paese è disciplinata da una legge quadro dello Stato e dalle leggi di
recepimento di ciascuna Regione, secondo quanto disposto dall’art. 117 della Costituzione
Italiana, che prevede che la materia caccia è trasferita alle Regioni e queste provvedono a
legiferare nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato.
La legge quadro nazionale che fissa i principi basilari è la n. 157 dell’ 11 febbraio 1992 “Norme
per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. Questa legge
statale indica le direttive entro cui le Regioni possono legiferare.
La Regione Molise, in conformità dalla legge quadro 157/92, ha emanato la legge regionale n. 19
del 10 agosto 1993, e s. m. e i. con la quale ha disciplinato l’intera materia.
L’attività venatoria in Italia è praticata oggi da quasi 800.000 cacciatori. Con l’entrata in vigore
della legge 157/92 il numero dei seguaci di Diana ha subito un importante calo, come dimostrato
nel grafico sottostante: secondo i dati ISTAT nel 1980 i cacciatori in Italia erano circa un
1.700.000.
DATI ISTAT DI RILEVAMENTO DEL NUMERO DEI
CACCIATORI IN ITALIA DAL 1980 AL 2005
1.800.000 1.701.853
1.446.935
1.600.000
1.400.000
1.135.228
1.200.000
801.156
1.000.000
800.000
600.000
400.000
200.000
0
1980
1990
1992
2000
800.000
2005
Numero cacciatori
13
INTRODUZIONE
_____________________________________________________________________________________________________
Anche la Regione Molise ha risentito del calo del numero dei cacciatori, passando da circa
10.000 a circa 5.000.
DATI ISTAT DI RILEVAMENTO DEL NUMERO DEI
CACCIATORI IN MOLISE DAL 1980 AL 2006
12.000
10.000
10.000
8.000
6.000
4.536
3.939
4.293
4.500
Anno
1992
Anno
2000
Anno
2004
Anno
2006
4.000
2.000
0
Anno
1980
Numero cacciatori
La caccia negli ultimi anni è stata accusata di aver contribuito all’estinzione di alcune specie di
animali ma, è ampiamente dimostrato che una caccia giudiziosa, insieme alla preservazione degli
ambienti è ben lungi dal compromettere l’esistenza delle specie selvatiche. Ne garantisce invece,
la perpetuazione e il miglioramento quanti-qualitativo, armonizzando tra loro il mondo della natura
e le attività tradizionali dell’uomo.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
1.
LA LICENZA DI CACCIA
Per ottenere la licenza di caccia è necessario:
 sostenere l’esame d’abilitazione per l’esercizio venatorio dinanzi ad apposita
Commissione Regionale operante presso le Amministrazioni Provinciali d’Isernia
e Campobasso;
 essere in possesso della documentazione richiesta.
1.1. L’esame d’abilitazione per l’esercizio venatorio
Per poter esercitare la caccia bisogna essere muniti di licenza di caccia,
dell’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi e del tesserino regionale.
La licenza di caccia o porto d’arma è il permesso di cacciare che viene rilasciato dal
Questore.
Per avere la licenza di caccia occorre aver compiuto 18 anni d’età ed aver superato un
esame d’abilitazione all’esercizio venatorio dinanzi ad apposita Commissione Regionale,
da sostenersi presso la Provincia di residenza del candidato.
L’esame consiste in una prova scritta del tipo quiz a risposta multipla ed una prova orale
sulle seguenti materie:
1. Legislazione venatoria nazionale e regionale;
2. Elementi di zoologia applicata alla caccia e biologia della fauna selvatica con prove
pratiche di riconoscimento delle specie cacciabili;
3. Armi e munizioni da caccia e relativa legislazione;
4. Tutela della natura e principi di salvaguardia delle produzioni agricole;
5. Norme di pronto soccorso.
L’esame è superato se la Commissione ritiene idoneo il candidato in tutte e cinque le materie. In caso d’inidoneità del candidato la prova d’esame può essere sostenuta non prima di tre mesi.
Nei dodici mesi successivi al rilascio della prima licenza, il cacciatore può praticare
l’esercizio venatorio solo se accompagnato da cacciatore con almeno tre anni di licenza,
che non abbia commesso violazioni alle norme della presente legge comportanti la sospensione o la revoca della licenza.
17
CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
La licenza di caccia ha una validità di sei anni. L’inosservanza delle norme per l’esercizio
dell’attività venatoria comporta la sospensione o la revoca della licenza del porto d'arma.
1.2.
Documentazione necessaria per ottenere il rilascio della licenza
di caccia
Superato l’esame e ottenuto il Certificato d’Abilitazione, occorre inoltrare al Que-
store domanda con bolli di legge e autocertificazione dello stato di famiglia e residenza,
alla quale devono essere allegati i seguenti documenti:
-
certificato sanitario in bollo sui requisiti psico-fisici previsti dal decreto del Ministero della Sanità del 28/04/98;
-
certificato d’abilitazione venatoria, rilasciato dalla preposta Commissione Regionale istituita in ciascun capoluogo di Provincia;
-
autocertificazione della posizione militare, ovvero copia del congedo. Chi non ha effettuato il servizio di leva, dovrà produrre il certificato d’idoneità all’uso ed al maneggio
delle armi rilasciato da una sezione del Tiro a Segno Nazionale;
-
due fotografie formato tessera recenti di cui una legalizzata;
-
ricevuta di versamento su C/C postale intestato alla Tesoreria Provinciale dello Stato di
Campobasso o Isernia, quale corrispettivo dell’acquisto del libretto;
-
attestazione di pagamento della tassa di concessione governativa comprensiva d’addizionale per il rilascio annuale della licenza di porto di fucile per uso caccia;
-
marca da bollo consegnabile al ritiro dell’autorizzazione.
18
CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
2.
IL TESSERINO VENATORIO
Ai fini dell’esercizio dell’attività venatoria è necessario il possesso di un apposi-
to Tesserino Regionale rilasciato dalla Provincia di residenza ove sono indicate alcune
delle norme inerenti il calendario regionale, e gli ambiti di caccia dove è consentita
l’attività venatoria.
Nel suddetto tesserino il cacciatore è obbligato ad indicare in modo indelebile:
-
la giornata di caccia, all’inizio della stessa, contrassegnando con una crocetta il numero corrispondente all’ATC (Ambito Territoriale di Caccia) in cui si esercita l’attività venatoria;
-
i capi di selvaggina, appena abbattuti per i quali è previsto il limite di carniere.
A chi non provvede ad effettuare le prescritte annotazioni sul tesserino è applicata una
sanzione amministrativa pecuniaria.
Il rilascio del tesserino regionale è subordinato al possesso di valida licenza di porto
d'armi per uso di caccia, all’avvenuto versamento delle tasse prescritte, alla restituzione
del tesserino della stagione precedente che deve avvenire nei termini indicati dal calendario venatorio.
Il tesserino è strettamente personale, nessun cacciatore potrà farne richiesta più di una
volta nel corso della stessa annata venatoria. In caso di provata perdita (dimostrabile attraverso la denuncia all’autorità di pubblica sicurezza) o deterioramento dello stesso potrà essere rilasciato un duplicato valido a tutti gli effetti di legge.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
Esempio di tesserino venatorio adottato nella Regione Molise
per la Stagione Venatoria 2005-2006
Tesserino n°
del
Cognome
Nome
Data di Nascita
Luogo di Nascita
Codice Fiscale
Residenza
Indirizzo
Licenza di caccia
Vers. Tassa Reg.
A.T.C.:
Altro A.T.C.
20
CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
3.
IL CALENDARIO VENATORIO
L’attività venatoria nella Regione Molise è esercitata negli appositi Ambiti Territo-
riali di Caccia (Campobasso, Isernia, Termoli) ed è disciplinata dal calendario venatorio
ed annesso regolamento nel rispetto della legge quadro 157/92 e dalla legge regionale
19/93. e s.m. e i.
L’art. 28 della legge regionale 19/93 stabilisce che il calendario venatorio regionale deve
indicare:
1. le specie cacciabili e i periodi di caccia;
2. le giornate di caccia;
3. il carniere giornaliero;
4. inizio e termine della giornata di caccia;
5. i periodi e le modalità per l’accesso agli Ambiti Territoriali di Caccia da parte di cacciatori extra-regionali;
6. l’uso dei cani;
7. disposizioni per le gare cinofile;
8. indicazioni per la caccia al cinghiale;
9. divieti e sanzioni.
4.
LE SPECIE CACCIABILI
L’articolo 27 della legge regionale 19/93 stabilisce che ai fini dell’esercizio vena-
torio è consentito abbattere esemplari di fauna selvatica appartenenti alle seguenti specie e per i periodi indicati:
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
a) dal 1 settembre al 31 dicembre : allodola (Alauda arvensis), fagiano (Phasianus
colchicus), lepre comune (Lepus europaeus), merlo (Turdus merula), pernice rossa
(Alectoris rufa), quaglia (Coturnix coturnix), starna (Perdix perdix), tortora (Streptopeia turtur).
.
Ordine: GALLIFORMI Famiglia: FASIANIDI Specie: Quaglia (Coturnix coturnix)
Unico migratore appartenente alla famiglia dei fasianidi, la quaglia è lunga circa 17 cm per un peso medio di circa 85 gr. Il capo è tondeggiante ed il becco è leggermente ricurvo all’apice. È facilmente riconoscibile anche in volo per le ridotte dimensioni, il volo basso e rettilineo è sostenuto
da rapidi battiti delle ali.
La sua presenza è nota su tutto il territorio molisano dal mese d’aprile a quasi tutto il mese
d’ottobre, dalla fascia costiera alla collina, anche se colonizza altipiani fino ad alte quote. Nidificante in Regione predilige ambienti costituiti da praterie, campi coltivati a grano, foraggere, bietole e girasole, dove a contatto con il terreno costruisce il suo nido. Si nutre soprattutto di granaglie
e di vari cereali e semi di piante che popolano i terreni incolti.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
b) dal 1 settembre al 15 gennaio: volpe (Vulpes vulpes).
Ordine: CARNIVORI Famiglia: CANIDI Specie: Volpe (Vulpes vulpes)
La volpe è diffusa in tutto il continente. Per la sua spiccata adattabilità trova condizioni di vita negli ambienti più vari di pianura, collina e montagna con preferenza per le zone ricche di vegetazione. Solitaria e di temperamento vivace, appare prudente e scaltra. E’ attiva durante la notte,
ma anche di giorno nei luoghi ove non viene disturbata.
Presenta forme snelle, muso lungo ed appuntito, orecchie grandi, coda lunga e folta, zampe relativamente corte.
Il colore del mantello è bruno-fulvo tendente al rossastro nelle parti superiori e biancastro in quelle inferiori.
23
CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
c) dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio: canapiglia (Anas strepera),
cornacchia grigia (Corvus corone cornix), folaga (Fulica atra), frullino (Lymnocryptes
minimus), gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), gazza (Pica pica), germano reale
(Anas platyrhynchos), ghiandaia (Garrulus glandarius), moretta (Aythya fuligula), pavoncella (Vanellus vanellus), porciglione (Rallus aquaticus).
Ordine: GRUIFORMI Famiglia: RALLIDI Specie: Folaga (Fulica atra)
Uccello acquatico di corporatura compatta e raccolta. Le dimensioni vanno dai 37 ai 40 cm. con
un peso estremamente variabile che va dai 400 gr. a 1 kg. Ha il piumaggio uniformemente nero
con una grande placca bianca sulla fronte che la rende facilmente riconoscibile. Preferisce stagni
calmi, laghi, terreni umidi e acque con molte piante acquatiche. Si nutre di piante e molluschi. Durante la stagione invernale forma grossi branchi, spesso con le anatre con cui condivide l’habitat.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
d) Dalla terza domenica di settembre all’ultimo giorno utile per la caccia: alzavola (Anas crecca), beccaccia (Scolopax rusticola), beccaccino (Gallinago gallinago), cesena (Turdus pilaris), colombaccio (Columba palumbus), codone (Anas acuta), fischione (Anas penelope), marzaiola (Anas querquedula), mestolone (Anas
clypeata), moriglione (Aythya ferina), tordo bottaccio (Turdus philomelos), tordo sassello (Turdus iliacus).
Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: SCOLOPACIDI Specie: Beccaccino (Gallinago gallinago)
Il beccaccino è abbastanza gregario, presenta una sagoma tozza caratterizzata da un
becco lungo e sottile. Il peso va dai 90 ai 130 gr. Frequenta acquitrini erbosi, praterie allagate, risaie, torbiere, rive paludose di laghi, stagni, fiumi. Per alimentarsi saggia il fondo
melmoso col becco nutrendosi soprattutto d’insetti ed anellini, ma anche di larve molluschi e crostacei.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
e) dal 1 ottobre al 30 novembre: capriolo (Capreolus capreolus), cervo (Cervus elaphus), coturnice (Alectoris graeca) e daino (Dama dama).
Ordine: UNGULATI Famiglia: CERVIDI Specie: Daino (Dama dama)
Il daino rimane tutt’oggi un animale tipicamente mediterraneo, nonostante si trovi un po’ ovunque.
Le sue capacità sensoriali visive ed olfattive lo configurano come un tipico abitatore di spazi aperti, di praterie dal clima mite e di steppe. Si adatta tuttavia molto bene anche in ambienti forestali
puri di collina e di media montagna, purché con scarsa copertura nevosa in inverno.
Le parti superiori del mantello sono generalmente marrone-scuro, i fianchi color nocciola ed il
ventre bianco-giallastro. In estate è fulvo-rossiccio con picchiettature bianche. In inverno è grigio
con macchie meno evidenti. In ogni stagione è sempre presente una striscia bruno-scuronerastra sul dorso.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
f) dal 1 ottobre al 31 dicembre o dal 1 novembre al 31 gennaio: cinghiale (Sus
scrofa).
Ordine: UNGULATI Famiglia: SUIDI Specie:Cinghiale (Sus scrofa)
Il cinghiale è il progenitore selvatico di tutte le forme domestiche di maiale. Esso con numerose
razze, è presente in quasi tutto il mondo. In Molise si trova in tutta la Regione con l’esclusione
della fascia costiera.
Il mantello è formato da peli rigidi, irti, ed ispidi la cui colorazione è soggetta ad ampie variazioni
dipendenti dalla stagione, dall’età e dalla razza.
I piccoli del cinghiale presentano il mantello rigato fino a sei mesi circa per meglio mimetizzarsi
con l’ambiente.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
I termini indicati per le specie colombaccio, cornacchia grigia, gazza, ghiandaia, volpe,
possono essere modificati in relazione alle situazioni ambientali delle diverse realtà territoriali. I termini devono comunque essere contenuti tra il 1 di settembre ed il termine ultimo per la caccia.
Tutte le specie non contemplate nel presente articolo sono da considerarsi fauna protetta
e quindi non cacciabili.
5.
GLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA
Gli Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) ed i Comprensori Alpini rappresentano i
principali istituti di gestione faunistico-venatoria con compiti di programmazione limitati alle attività che si svolgono all’interno del territorio di propria competenza. I compiti
d’indirizzo, pianificazione e programmazione generale del territorio sono affidati alle Regioni ed alle Province.
I Comitati di Gestione degli A.T.C. per la gestione programmata della caccia, sono costituiti con provvedimento della Giunta provinciale competente per territorio. I Comitati di
Gestione promuovono e organizzano le attività di ricognizione delle risorse ambientali e
della consistenza faunistica, programmano gli interventi per il miglioramento degli habitat,
provvedono all’attribuzione degli incentivi economici ai proprietari e ai conduttori dei fondi
rustici. Inoltre provvedono all’erogazione dei contributi per il risarcimento dei danni arrecati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica e dall’esercizio dell’attività venatoria,
nonché contributi per la prevenzione delle azioni di danno.
Nella Regione Molise sono stati istituiti tre Ambiti Territoriali di Caccia in cui è consentita
l’attività venatoria e sono denominati: “Campobasso”, “Termoli” e “Isernia”:
1. CAMPOBASSO comprende i Comuni di: Acquaviva Collecroci, Baranello, Boiano, Busso, Campobasso, Casalciprano, Campochiaro, Castelbottaccio, Castelmauro, Castropignano, Civitacampomarano, Colle d’Anchise, Duronia, Fossalto,
Guardialfiera, Guardiaregia, Guglionesi, Limosamo, Lucito, Lupara, Mafalda, Molise, Montagano, Montecilfone, Montefalcone del Sannio, Montemitro, Montenero
di Bisaccia, Oratino, Palata, Petacciato, Petrella Tifernina, Pietracupa, Ripalimosani, Roccavivara, Salcito, S. Biase, S.Felice del Molise, S.Giacomo degli Schiavoni, S. Massimo, S.Polo Matese, S.Angelo Limonano, Spinete, Tavenna, Torella del Sannio, Trivento, Vinchiaturo.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
2. TERMOLI comprende i Comuni di : Bonefro, Campodipietra, Campolieto, Campomarino, Casacalenda, Castellino del Biferno, Cercemaggiore, Cercepiccola,
Collotorto, Ferrazzano, Gambatesa, Gildone, Ielsi, Larino, Macchia Val Fortore,
Matrice, Mirabello Sannitico, Monacilioni, Montelongo, Montorio nei Frentani,
Morrone del Sannio, Pietracatella, Portocannone, Provvidenti, Rotello, Riccia,
Ripabottoni, S.Giovanni in Galdo, S.Giuliano del Sannio, S.Giuliano di Puglia, S.
Martino in Pensilis, S.Croce di Magliano, S.Elia a Pianisi, Sepino, Termoli, Toro,
Tufara, Ururi.
3. ISERNIA comprende i Comuni di : Acquaviva d’ Isernia, Agnone, Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Cantalupo del Sannio, Capracotta, Carovilli, Carpinone, Castel del Giudice, Castel S. Vincenzo, Castelpetroso, Castelpizzuto, Castelverrino, Chiauci, Cerro al Volturno, Civitanova del Sannio, Colli al Volturno,
Conca Casale, Filignano, Forlì del Sannio, Fornelli, Frosolone, Isernia, Longano,
Macchia d’ Isernia, Macchiagodena, Miranda, Montaquila, Monteroduni, Montenero Valcocchiara, Pesche, Pescolanciano, Pescopennataro, Pettoranello del
Molise, Pietrabbondante, Pizzone, Poggio Sannita, Pozzilli, Rionero Sannitico,
Roccamandolfi, Roccasicura, Rocchetta a Volturno, S. Pietro Avellana, S. Agapito, S. Angelo del Pesco, S.Elena Sannita, S. Maria del Molise, Scapoli, Sessano
del Molise, Sesto Campano, Vastogirardi, Venafro.
Il territorio molisano agro-silvo-pastorale utile all’esercizio venatorio è destinato per una
quota del 20% alla protezione della fauna selvatica. In dette percentuali sono compresi i
territori ove è vietata l’attività venatoria anche per altre leggi o disposizioni quali Oasi di
Protezione, Zone di Ripopolamento e Cattura, Foreste Demaniali Statali e Regionali
Bandite di Caccia, Parco Nazionale D’Abruzzo Lazio e Molise, Zona Addestramento Cani.
Le Oasi di Protezione destinate alla conservazione della fauna selvatica favoriscono
l’insediamento e l’irradiamento naturale delle specie stanziali e la sosta delle specie migratorie al fine di preservarne il flusso. Nelle Oasi di Protezione è vietata ogni forma di
esercizio venatorio.
Le Zone di Ripopolamento e Cattura sono destinate alla riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale ed alla cattura della stessa per l’immissione sul territorio in tempi e condizioni utili all’ambientamento, fino alla ricostituzione ed alla stabilizzazione della
densità faunistica ottimale del territorio.
Le Zone Addestramento Cani sono zone istituite su terreni incolti o a coltura svantaggiata, destinate all’addestramento, all’allenamento dei cani da caccia e allo svolgimento
delle gare e prove cinofile. La gestione può essere affidata alle Associazioni Venatorie e
Cinofile riconosciute a livello nazionale o ad imprenditori agricoli singoli o associati.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
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Inoltre la legge prevede Zone di Caccia ad Iniziativa Privata quali: Aziende Faunistico
Venatorie, Aziende Agri-Turistico-Venatorie e Quagliodromi.
Le Aziende Faunistico Venatorie senza scopo di lucro hanno prevalente finalità naturalistiche e faunistiche con particolare riferimento alla tipica fauna appenninica, alla grossa fauna europea e a quella acquatica. Non perseguono fini di lucro e pertanto sono
soggette a tassa annuale di concessione regionale ridotta. L’obiettivo primario è quello di
conservare e ripristinare gli ambienti naturali e incrementare la fauna selvatica. In dette
aziende il prelievo venatorio avviene nel rispetto delle norme sancite dal Calendario Venatorio regionale.
Le Aziende Agri-Turistico-Venatorie sono gestite ai fini d’impresa agricola e possono
essere concesse ad imprenditori, singoli o associati, alle cooperative e ai Comuni Montani. Si tratta di territori nei quali è possibile immettere e abbattere fauna selvatica d’allevamento artificiale, per tutta la stagione venatoria, al fine di recuperare e valorizzare dal
punto di vista turistico aree marginali, caratterizzate da scarso rilievo faunistico, favorendo nel contempo un reddito all’attività agricola.
I Quagliodromi hanno lo scopo di consentire l’attività d’addestramento dei cani da ferma, nonché le gare degli stessi in ambiti idonei ad ospitare attività sportive.
L’abbattimento è consentito solo su fauna selvatica proveniente da allevamenti artificiali
nei periodi di chiusura dell’attività venatoria.
Altri istituti previsti dalla legge quadro 157/92 e dalla legge regionale 19/93 sono i
Centri Pubblici e Privati di Riproduzione della fauna selvatica ma non ancora istituiti nella
Regione Molise.
In detti Centri la finalità primaria è la riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale,
ai fini di ricostituzione della specie autoctone ed è vietato qualsiasi forma d’attività venatoria.
6.
LE ASSOCIAZIONI VENATORIE
Le Associazioni Venatorie sono libere associazioni di cacciatori che hanno lo
scopo di valorizzare l’attività venatoria in armonia con l’esigenza di tutela dell’ambiente e
della conservazione della fauna selvatica. Inoltre tutelano gli interessi dei cittadinicacciatori, ne promuovono e ne coordinano l’organizzazione.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
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In base all’art. 34 della legge 11 febbraio 157/92 le Associazioni Venatorie sono libere,
sono istituite per atto pubblico e possono chiedere di essere riconosciute purché posseggano i seguenti requisiti:
 abbiano finalità ricreative, formative e tecnico- venatorie;
 abbiano ordinamento democratico e posseggano una stabile organizzazione a
carattere nazionale, con adeguati organi periferici;
 dimostrino di avere un numero d’iscritti non inferiore ad un quindicesimo del totale dei cacciatori calcolato dall’Istituto Nazionale di Statistica, riferito al 31 dicembre dell’anno precedente, anno in cui avviene la presentazione della domanda di
riconoscimento.
Le Associazioni Venatorie riconosciute a livello nazionale e presenti nella Regione Molise
sono: A.N.L.C., A.N.U.U., ARCICACCIA, ENALCACCIA, F.I.D.C., ITALCACCIA.
7.
LA VIGILANZA VENATORIA
In base all’art. 35 della legge regionale 19/93 e s. m. e i. la vigilanza venatoria è
affidata alle Province. Gli agenti di vigilanza delle Province rivestono la qualifica di agente
di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza ai sensi delle disposizioni legislative vigenti.
Gli agenti di vigilanza della Provincia possono redigere i verbali di contestazione delle
violazioni e degli illeciti amministrativi anche fuori dell’orario di servizio. Concorrono alla
vigilanza, le guardie volontarie delle associazioni venatorie, agricole e di protezione ambientali presenti nel comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale, nonché quelle delle
associazioni di protezione ambientale, riconosciute dal Ministero dell’Ambiente, con la
qualifica di guardia giurata ai sensi del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
Il riconoscimento della qualifica di guardia venatoria volontaria è subordinato alla frequenza di corsi di preparazione organizzati dalle Province ed al conseguimento di un attestato di idoneità.
La vigilanza venatoria è, altresì, affidata agli ufficiali, sotto-ufficiali e guardie del Corpo
Forestale dello Stato, alle guardie addette ai parchi naturali nazionali e regionali, agli ufficiali e agli agenti di polizia giudiziaria, alle guardie giurate comunali, forestali e campestri,
alle guardie private riconosciute ai sensi del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza
ed alle guardie ecologiche e zoofile riconosciute da legge regionale.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
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Nei casi previsti dall’art. 30 della legge quadro 157/92, gli agenti che esercitano funzioni
di polizia giudiziaria procedono al sequestro delle armi, della fauna selvatica e dei mezzi
di caccia, con esclusione del cane e dei richiami vivi autorizzati.
Gli organi di vigilanza che non esercitano funzioni di polizia giudiziaria, nel caso di violazioni delle disposizioni sull’attività venatoria, redigono verbali nei quali devono essere indicate tutte le circostanze del fatto e le eventuali osservazioni del contravventore, trasmettendoli all’ente da cui dipendono ed alla Provincia competente.
Il cacciatore trovato in possesso d’armi o arnesi atti alla caccia, in esercizio o in attitudine
di caccia, deve sempre esibire la licenza di caccia, il tesserino venatorio, la polizza
d’assicurazione e la cacciagione tutte le volte che gli agenti addetti alla vigilanza venatoria lo richiedano.
8.
I COMPORTAMENTI VIETATI
L’art. 21 della legge quadro 157/92 regola i comportamenti che sono vietati. Il
comma 1 stabilisce che è fatto divieto a chiunque:
a) l'esercizio venatorio nei giardini, nei parchi pubblici e privati, nei parchi storici e archeologici e nei terreni adibiti ad attività sportive;
b) l'esercizio venatorio nei parchi nazionali, nei parchi naturali regionali e nelle riserve naturali conformemente alla legislazione nazionale in materia di parchi e riserve naturali.
Nei parchi naturali regionali costituiti anteriormente alla data di entrata in vigore della legge 6 dicembre 1991, n. 394, le Regioni adeguano la propria legislazione al disposto dell'articolo 22, comma 6, della predetta legge entro il 1 gennaio 1995, provvedendo nel frattempo all'eventuale riperimetrazione dei parchi naturali regionali anche ai fini dell'applicazione dell'articolo 32, comma 3, della legge medesima;
c) l'esercizio venatorio nelle Oasi di Protezione e nelle Zone di Ripopolamento e Cattura,
nei Centri di Riproduzione di fauna selvatica, nelle Foreste demaniali ad eccezione di
quelle che, secondo le disposizioni regionali, sentito il parere dell'Istituto Nazionale per la
Fauna Selvatica, non presentino condizioni favorevoli alla riproduzione ed alla sosta della
fauna selvatica;
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
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d) l'esercizio venatorio ove vi siano opere di difesa dello Stato ed ove il divieto sia richiesto a giudizio insindacabile dell'autorità militare, o dove esistano beni monumentali, purché dette zone siano delimitate da tabelle, esenti da tasse indicanti il divieto;
e) l'esercizio venatorio nelle aie e nelle corti o altre pertinenze di fabbricati rurali; nelle
zone comprese nel raggio di cento metri da immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro e a distanza inferiore a cinquanta metri da vie di comunicazione
ferroviaria e da strade carrozzabili, eccettuate le strade poderali ed interpoderali;
f) sparare da distanza inferiore a centocinquanta metri con uso di fucile da caccia con
canna ad anima liscia, o da distanza corrispondente a meno di una volta e mezza la gittata massima in caso di uso di altre armi, in direzione di immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro; di vie di comunicazione ferroviaria e di strade carrozzabili, eccettuate quelle poderali ed interpoderali; di funivie, filovie ed altri impianti di trasporto a sospensione; di stabbi, stazzi, recinti ed altre aree delimitate destinate al ricovero ed all'alimentazione del bestiame nel periodo di utilizzazione agro-silvo-pastorale;
g) il trasporto, all'interno dei centri abitati e delle altre zone ove è vietata l'attività venatoria, ovvero a bordo di veicoli di qualunque genere e comunque nei giorni non consentiti
per l'esercizio venatorio dalla presente legge e dalle disposizioni regionali, di armi da
sparo per uso venatorio che non siano scariche e in custodia;
h) cacciare a rastrello in più di tre persone ovvero utilizzare, a scopo venatorio, scafandri
o tute impermeabili da sommozzatore negli specchi o corsi d'acqua;
i) cacciare sparando da veicoli a motore o da natanti o da aeromobili;
l) cacciare a distanza inferiore a cento metri da macchine operatrici agricole in funzione;
m) cacciare su terreni coperti in tutto o nella maggior parte di neve, salvo che nella zona
faunistica delle Alpi, secondo le disposizioni emanate dalle regioni interessate;
n) cacciare negli stagni, nelle paludi e negli specchi d'acqua artificiali in tutto o nella
maggior parte coperti da ghiaccio e su terreni allagati da piene di fiume;
o) prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi ed uccelli appartenenti alla
fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 4, comma 1, o nelle Zone di Ripopolamento e Cattura, nei Centri di Riproduzione di fauna selvatica e nelle Oasi di Protezione per sottrarli a sicura distruzione o morte, purché , in tale ultimo caso, se ne dia
pronto avviso nelle ventiquattro ore successive alla competente amministrazione provinciale;
p) usare richiami vivi, al di fuori dei casi previsti dall'articolo 5;
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
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q) usare richiami vivi non provenienti da allevamento nella caccia agli acquatici;
r) usare a fini di richiamo uccelli vivi accecati o mutilati ovvero legati per le ali e richiami
acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico, con o senza
amplificazione del suono;
s) cacciare negli specchi d'acqua ove si esercita l'industria della pesca o dell'acquacoltura, nonché nei canali delle valli da pesca, quando il possessore le circondi con tabelle,
esenti da tasse, indicanti il divieto di caccia;
t) commerciare fauna selvatica morta non proveniente da allevamenti per sagre e manifestazioni a carattere gastronomico;
u) usare munizione spezzata nella caccia agli ungulati; usare esche o bocconi avvelenati,
vischio o altre sostanze adesive, trappole, reti, tagliole, lacci, archetti o congegni similari;
fare impiego di civette; usare armi da sparo munite di silenziatore o impostate con scatto
provocato dalla preda; fare impiego di balestre;
v) vendere a privati e detenere da parte di questi reti da uccellagione;
z) produrre, vendere e detenere trappole per la fauna selvatica;
aa) l'esercizio in qualunque forma del tiro al volo su uccelli a partire dal 1 gennaio 1994,
fatto salvo quanto previsto dall'articolo 10, comma 8, lettera e);
bb) vendere, detenere per vendere, acquistare uccelli vivi o morti, nonché loro parti o
prodotti derivati facilmente riconoscibili, appartenenti alla fauna selvatica, che non appartengano alle seguenti specie: germano reale (anas platyrhynchos); pernice rossa (alectoris rufa); pernice di Sardegna (alectoris barbara); starna (perdix perdix); fagiano (phasianus colchicus); colombaccio (columba palumbus);
cc) il commercio di esemplari vivi di specie di avifauna selvatica nazionale non proveniente da allevamenti;
dd) rimuovere, danneggiare o comunque rendere inidonee al loro fine le tabelle legittimamente apposte ai sensi della presente legge o delle disposizioni regionali a specifici
ambiti territoriali, ferma restando l'applicazione dell'articolo 635 del codice penale;
ee) detenere, acquistare e vendere esemplari di fauna selvatica, ad eccezione dei capi
utilizzati come richiami vivi nel rispetto delle modalità previste dalla presente legge e della fauna selvatica lecitamente abbattuta, la cui detenzione è regolamentata dalle regioni
anche con le norme sulla tassidermia;
ff) l'uso dei segugi per la caccia al camoscio.
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
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Il secondo comma stabilisce che se le Regioni non provvedono entro il termine previsto
dall'articolo 1, comma 5, ad istituire le Zone di Protezione lungo le rotte di migrazione
dell'avifauna, il Ministro dell'agricoltura e delle foreste assegna alle Regioni stesse novanta giorni per provvedere. Decorso inutilmente tale termine è vietato cacciare lungo le
suddette rotte a meno di cinquecento metri dalla costa marina del continente e delle due
isole maggiori; le Regioni provvedono a delimitare tali aree con apposite tabelle esenti da
tasse.
Infine la caccia è vietata su tutti i valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell'avifauna, per una distanza di mille metri dagli stessi.
9.
LE PRINCIPALI SANZIONI
Per le violazioni delle disposizioni contenute nella legge dell’11 febbraio1992
n°157 e della legge regionale del 12 agosto 1993 n° 19 si applicano integralmente le
sanzioni penali e amministrative previste negli art. 30 e 31 della legge 157/92.
9.1
Sanzioni penali
L’art. 30 della legge statale 157/1992 prevede l’applicazione delle seguenti
sanzioni per le violazioni delle disposizioni stabilite nella legge stessa:
a)
l’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda da lire 1.800.000 a lire 5.000.000 per
chi esercita la caccia in periodo di divieto generale, intercorrente tra la data di chiusura e
d’apertura fissata dall’art. 18;
b)
l’arresto da due a otto mesi o l’ammenda da lire 1.500.000 a lire 4.000.000 per chi
abbatte, cattura o detiene mammiferi o uccelli di cui al seguente elenco:
-
Mammiferi: lupo, sciacallo dorato, orso, martora, puzzola, lontra, gatto selvati-
co, lince, foca monaca, tutte le specie di cetacei, camoscio d’Abruzzo, cervo sardo.
-
Uccelli: marangone minore, marangone dal ciuffo, tutte le specie di pellicani, ta-
rabuso, tutte le specie di cicogne, spatola, mignattaio, fenicottero, cigno reale, cigno selvatico, volpoca, fistione turco, gobbo rugginoso, tutte le specie di rapaci diurni, pollo sultano, otarda, gallina prataiola, gru, piviere tortolino, avocetta, cavaliere d’Italia, occhione,
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
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pernice di mare, gabbiano corso, gabbiano corallino, gabbiano roseo, sterna zampenere,
sterna maggiore, tutte le specie di rapaci notturni, ghiandaia marina, tutte le specie di
picchi, gracchio corallino.
c)
l’arresto da tre mesi ad un anno e l’ammenda da lire 2.000.000 a lire 12.000.000 per
chi abbatte, cattura o detiene esemplari di orso, stambecco, camoscio d’Abruzzo, muflone sardo;
d)
l’arresto fino a sei mesi e l’ammenda da lire 900.000 a lire 3.000.000 per chi esercita
la caccia nei parchi nazionali, nei parchi naturali regionali, nelle riserve naturali, nelle oasi
di protezione, nelle oasi di ripopolamento e cattura, nei parchi e giardini urbani, nei terreni adibiti ad attività sportive;
e)
l’arresto fino ad un anno e l’ammenda da lire 1.500.000 a lire 4.000.000 per chi e-
sercita l’uccellagione;
f)
l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a lire 1.000.000 per chi esercita la caccia
nei giorni di silenzio venatorio;
g)
l’ammenda fino a lire 6.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene specie di esem-
plari appartenenti alla tipica fauna stanziale alpina non contemplati nella lettera (b), della
quale sia vietato l’abbattimento;
h)
l’ammenda fino a lire 3.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene, specie di mammi-
feri o uccelli nei cui confronti la caccia non è consentita o fringillidi in numero superiore a
cinque o per chi esercita la caccia con mezzi vietati.
La stessa pena si applica a chi esercita la caccia con l’ausilio di richiami vietati (art. 21
c.1 lett. r. della legge 157/1992).
Nel caso di tale infrazione si applica altresì la misura della confisca dei richiami;
i)
l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a lire 4.000.000 per chi esercita la caccia
sparando da autoveicoli, da natanti, o da aeromobili;
j)
l’arresto da due a sei mesi o l’ammenda da lire 1.000.000 fino a lire 4.000.000 per
chi pone in commercio o detiene a tal fine fauna selvatica in violazione della legge
157/1992. Se il fatto riguarda la fauna di cui alle lettere (b, c, g,) le pene sono raddoppiate.
36
CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
_____________________________________________________________________________________________
9.2. Sanzioni amministrative
Per le violazioni delle disposizioni contenute nella legge 157/1992 e nella legge
regionale 19/1993, salvo che il fatto sia previsto dalla legge come reato, si applicano integralmente le sanzioni amministrative previste nell’art. 31 della legge 157/1992.
a) sanzione amministrativa da lire 400.000 a lire 2.400.000 per chi esercita la caccia in
una forma diversa da quella prescelta ai sensi dell'articolo 12, comma 5;
b) sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire 1.200.000 per chi esercita la caccia senza avere stipulato la polizza di assicurazione; se la violazione è nuovamente commessa,
la sanzione è da lire 400.000 a lire 2.400.000;
c) sanzione amministrativa da lire 300.000 a lire 1.800.000 per chi esercita la caccia senza aver effettuato il versamento delle tasse di concessione governativa o regionale; se la
violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 500.000 a lire 3.000.000;
d) sanzione amministrativa da lire 300.000 a lire 1.800.000 per chi esercita senza autorizzazione la caccia all'interno delle aziende faunistico-venatorie, nei centri pubblici o privati di riproduzione e negli ambiti e comprensori destinati alla caccia programmata; se la
violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 500.000 a lire 3.000.000; in
caso di ulteriore violazione la sanzione è da lire 700.000 a lire 4.200.000. Le sanzioni
previste dalla presente lettera sono ridotte di un terzo se il fatto è commesso mediante
sconfinamento in un comprensorio o in un ambito territoriale di caccia viciniore a quello
autorizzato;
e) sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire 1.200.000 per chi esercita la caccia in
zone di divieto non diversamente sanzionate; se la violazione è nuovamente commessa,
la sanzione è da lire 500.000 a lire 3.000.000;
f) sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire 1.200.000 per chi esercita la caccia in
fondo chiuso, ovvero nel caso di violazione delle disposizioni emanate dalle regioni o dalle province autonome di Trento e di Bolzano per la protezione delle coltivazioni agricole;
se la violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 500.000 a lire 3.000.000;
g) sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire 1.200.000 per chi esercita la caccia in
violazione degli orari consentiti o abbatte, cattura o detiene fringillidi in numero non superiore a cinque; se la violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 400.000 a
lire 2.400.000;
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CAPITOLO I
LEGISLAZIONE VENATORIA
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h) sanzione amministrativa da lire 300.000 a lire 1.800.000 per chi si avvale di richiami
non autorizzati, ovvero in violazione delle disposizioni emanate dalle regioni ai sensi dell'articolo 5, comma 1; se la violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire
500.000 a lire 3.000.000;
i) sanzione amministrativa da lire 150.000 a lire 900.000 per chi non esegue le prescritte
annotazioni sul tesserino regionale;
l) sanzione amministrativa da lire 150.000 a lire 900.000 per ciascun capo, per chi importa fauna selvatica senza l'autorizzazione di cui all'articolo 20, comma 2; alla violazione
consegue la revoca di eventuali autorizzazioni rilasciate ai sensi dell'articolo 20 per altre
introduzioni;
m) sanzione amministrativa da lire 50.000 a lire 300.000 per chi, pur essendone munito,
non esibisce, se legittimamente richiesto, la licenza, la polizza di assicurazione o il tesserino regionale; la sanzione è applicata nel minimo se l'interessato esibisce il documento
entro cinque giorni.
Inoltre le leggi regionali prevedono sanzioni per gli abusi e l'uso improprio della tabellazione dei terreni e la sospensione dell'apposito tesserino di cui all'articolo 12, comma 12,
per particolari infrazioni o violazioni delle norme regionali sull'esercizio venatorio.
Sono inoltre previste dall’art. 38 della legge regionale 19/93 le seguenti sanzioni:
a) lire 5.000 per ogni bossolo non raccolto di proprie cartucce usate;
b) da lire 50.000 a lire 150.000 per ogni cane lasciato incustodito o in allenamento o
addestramento in periodi o su territori non consentiti.
Se la violazione viene nuovamente commessa la sanzione è raddoppiata.
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
__________________________________________________________________________________________________
1.
AMBIENTE ED ECOLOGIA
La trattazione di questo capitolo ha lo scopo di evidenziare alcuni aspetti che
caratterizzano il territorio agro-silvo-pastorale con particolare riferimento ad alcuni concetti quali:



ambiente ed ecologia;
evoluzione dell’agricoltura e ripercussioni sull’ambiente e sulla fauna;
danni arrecabili alle produzioni agricole e all’ambiente.
Per l’uomo primitivo la caccia e la pesca erano gli unici mezzi per nutrirsi, ma lo faceva nel
rispetto delle regole che si era dato, senza perturbare l’equilibrio della natura, nessuno domina
sull’altro, al contrario tutti dipendono gli uni dagli altri, in un equilibrio dinamico che si fonda sulla
diversità.
A questo punto è necessario soffermarsi su alcuni concetti per meglio comprendere le strette
interconnessioni tra natura, specie e territorio.
Ambiente: rappresenta l’insieme delle condizioni chimico-fisiche e biologiche a cui è soggetto un
organismo.
Ecologia: studia le relazioni tra gli organismi e gli ambienti, secondo la definizione data da
Haeckel nel 1869. L’ecologia ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo, sin
dalle società primitive. L’energia, i materiali, i processi fondamentali di mantenimento della vita
come i cicli dell’acqua e dell’aria si basano su equilibri degli ambiente naturali. Ogni forma
vivente, inserita nell’ambiente in cui vive, dà luogo ad un sistema ecologico, o ecosistema, cioè
ad un complesso entro il quale, la vita è possibile e allo stesso tempo condizionata dalle
caratteristiche del suolo, dell’aria e dell’acqua.
Ecosistema: rappresenta l’unità ecologica fondamentale formata da una comunità di organismi
viventi in una determinata area e dal suo specifico ambiente fisico, con il quale gli organismi sono
legati da complesse interazioni. All’interno di un ecosistema si distinguono diversi habitat e
nicchie ecologiche. Un habitat è il luogo fisico dove un animale o una pianta vivono; una nicchia
ecologica è lo spazio fisico occupato da un organismo unitamente alla funzione che esso svolge
all’interno della comunità.
2.
IL TERRITORIO
Un territorio è un’area definita o delimitata che include porzioni di terreno o di acque nel
quale si svolgono particolari condizioni di vita delle specie e delle comunità umane.
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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Il territorio ospita una fauna tanto più ricca e diversificata tanto più esso stesso è caratterizzato da
un’elevata diversità ambientale. Quest’ultima è data non solo dal numero e dalla ripartizione
spaziale delle diverse colture e degli elementi fissi del paesaggio rurale ( diversità spaziale), ma
anche dalla struttura di ciascun elemento fisionomico ambientale ( diversità strutturale).
Gli animali hanno come esigenze primarie quelle di nutrirsi di riposare e dormire, di mantenere il
loro pelo e piumaggio in perfetto stato. Un adeguato espletamento di queste attività giornaliere
necessita di condizioni ambientali adatte.
Il valore faunistico di un territorio è il risultato delle specie animali ivi presente che si definisce
popolamento. E’ necessario dunque determinare le potenzialità di un determinato territorio per
sostenere ciascuna specie e, tenuto conto della competizione tra queste, operare le necessarie
scelte gestionali.
Il territorio Molisano è costituito per il 55% dalla montagna e per il 44% dalla collina con circa 66
mila ettari di superficie interessata a boschi, più estesi nelle zone montane.
Il bosco: ecosistema completo e complesso ricomprendente in sé non solo alberi, ma anche
arbusti, piante erbacee e crittogame, nonché la fauna e la microfauna che in tale ambiente
trovano condizione di vita. In assenza d’interventi colturali tende ad occupare l’intero spazio
disponibile, richiede manutenzione scarsa o nulla. Non esiste metodo più efficiente di rimboschire
un’area di quello di lasciarla perfettamente indisturbata.
Bosco di faggio
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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Se gli alberi vengono periodicamente tagliati il bosco prende il nome di bosco ceduo. Nel territorio
collinare molisano prevalgono i cedui sia semplici che composti. I boschi puri sono costituiti da
querce e faggi. Boschi cedui e d’alto fusto sono presenti in buona parte dell’Appenino Molisano.
Nelle zone più miti si può trovare il leccio mentre la roverella, il cerro e il faggio rappresentano
gran parte del patrimonio boschivo del Molise. Nelle zone di Pietrabbondante (bosco
Collemeluccio) e tra Pescopennataro e Sant’Angelo del Pesco, dove i caratteri della montagna
sono più evidenti, è possibile trovare interessanti abetine.
Bosco di cerro
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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Montagna: termine che indica un rilievo della superficie terrestre che si eleva al di sopra di un
fondovalle o di una pianura con un dislivello, rispetto a quello marino di varie centinaia di metri. Il
Molise è decisamente una regione di montagna. L’ Appenino meridionale cinge il Molise ad ovest
e a sud con i maggiori rilievi delle Mainarde e del Matese. All’interno monti appeninici, meno
elevati, attraversano la regione, separati gli uni dagli altri dai solchi vallivi dei fiumi. Pascoli ampi e
compatti precedono o seguono i boschi della montagna appenninica; i prati pascoli si alternano ai
prati da seme coprendo quasi un decimo della superficie agraria e forestale.
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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Prato: terreno coltivato per la produzione d’ erba falciabile. In base all’origine si distinguono prati
naturali e prati artificiali (medicai) dovuti all’opera dell’uomo. Il prato naturale di montagna a
differenza del prato asciutto di collina è caratterizzato dalla presenza di essenze erbacee,
provviste di fiori relativamente sviluppati e molto vistosi.
Collina: elevazione di terreno piuttosto estesa e prolungata la cui altezza varia all’incirca dai 200
ai 600 metri di altitudine. E’ una zona altimetrica più elevata della pianura e meno della
montagna. Può avere forme dolci e lineari o scoscese e brulle. E’ caratterizzata da colture
erbacee (cerealicole e leguminose).
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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E’ opportuno ricordare, che in collina la scomparsa di certe attività agricole e quindi di risorse
alimentari ha condotto alla rarefazione o scomparsa di alcune specie di rilevante interesse
venatorio, come ad esempio la starna. L’esodo rurale, inoltre, ha determinato l’estensione delle
aree di degrado, sulle quali, se razionalmente gestite è possibile avere un aumento delle risorse
forestali e faunistiche. Gli obiettivi principali dei miglioramenti ambientali, ai fini faunistici, sono
quelli tesi a favorire la gestione degli ungulati e delle altre specie selvatiche presenti in
determinati territori, riducendo contemporaneamente la frequenza dello sconfinamento degli
ungulati nelle aree coltivate. Tali interventi sono orientati innanzitutto all’incremento delle
disponibilità idriche ed alimentari del territorio e dovranno essere realizzati al fine di favorire una
più omogenea distribuzione delle popolazioni selvatiche, riducendo nel contempo i danni alle
coltivazioni agrarie presenti in questi territori.
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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3.
AMBIENTE E BIODIVERSITA’
La varietà di ambienti in una determinata area naturale è l'espressione della biodiversità
a livello di ecosistemi. Al fine di salvaguardare tale biodiversità si sono adottate misure volte a
garantire la conservazione degli habitat naturali della flora e della fauna selvatica.
Con questa logica nasce il progetto IBA (Important Bird Area – aree importanti per gli uccelli)
messo a punto da BirdLife International, rete che raggruppa numerose associazioni ambientaliste
e protezioniste dedicate alla conservazione degli uccelli in tutto il mondo. Le IBA nascono dalla
necessità di individuare aree da proteggere ZPS ( Zone di protezione speciale), che rivestono
grande importanza per lo sviluppo e la tutela delle popolazioni di uccelli che vi risiedono
stanzialmente o stagionalmente. Una zona viene definita IBA se ospita percentuali significative di
popolazioni di specie rare o minacciate oppure se ospita eccezionali concentrazioni di altri uccelli.
Le IBA sono luoghi identificati in tutto il mondo sulla base di criteri omogenei, dalle varie
associazioni che fanno parte di BirdLife International. In Italia il progetto IBA è curato dalla LIPU.
La Direttiva 79/409/CEE (Direttiva uccelli) rappresenta uno dei pilastri legali della conservazione
della Biodiversità europea. Essa ha lo scopo di conservare particolari specie di uccelli selvatici
presenti in Europa nonché la designazione come ZPS dei territori più idonei, in modo da garantire
la sopravvivenza e la riproduzione di alcune specie minacciate. La designazione dei siti come
ZPS deve essere effettuata dagli Stati membri e comunicata alla Commissione europea. Per
quanto concerne l’Italia la proposta per la designazione delle ZPS compete alle Regioni ed alla
Province autonome. Le ZPS e i SIC ( Siti di interesse comunitario) possono presentare delle zone
di sovrapposizione; attualmente in Italia sono stati individuati 2256 SIC e 503 ZPS, nella Regione
Molise, invece, sono state segnalate 25 aree ZPS.
Nelle zone di protezione speciale è fatto divieto di:
a) esercitare l’attività venatoria in data antecedente alla prima domenica di ottobre, con
l’eccezione della caccia di selezione agli ungulati e al cinghiale;
b) esercitare l’attività venatoria nel mese di gennaio con l’eccezione della caccia di selezione
agli ungulati e al cinghiale e di quella di appostamento per due giornate prefissate alla
settimana;
c) svolgere attività di addestramento di cani da caccia, con o senza sparo, prima della seconda
domenica di settembre e dopo la chiusura della stagione venatoria;
d) effettuare la preapertura dell’attività venatoria;
e) esercitare l’attività venatoria in deroga ai sensi dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera c), della
direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979;
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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f) attuare la pratica dello sparo al nido nello svolgimento dell'attivita' di controllo demografico
delle popolazioni di corvidi;
g) effettuare ripopolamenti a scopo venatorio, ad esclusione di quelli realizzati nelle aziende
faunistico venatorie e di quelli effettuati con fauna selvatica proveniente dalle zone di
ripopolamento e cattura insistenti sul medesimo territorio;
h) abbattere esemplari appartenenti alle specie pernice bianca (Lagopus mutus), combattente
(Philomacus pugnax) e moretta (Ayhytia fuligula), secondo le previsioni contenute nelle
singole tipologie ambientali di cui all'articolo 5, comma 1.
La Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) ha lo scopo di salvaguardare la biodiversità mediante la
conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatica. La
Direttiva identifica una serie di habitat e specie definiti d’importanza comunitaria. Le zone di
Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva Uccelli e i Siti d’Importanza Comunitaria (SIC)
individuati dalla Direttiva Habitat concorrono a formare la Rete Natura 2000. Si tratta della rete
europea di siti tutelati dalle Direttive Uccelli e Habitat la cui funzione è quella di tutelare la
sopravvivenza della biodiversità del nostro continente.
4.
L’EVOLUZIONE
DELL’AGRICOLTURA
E
LE
RIPERCUSSIONI
SULL’AMBIENTE E SULLA FAUNA
L’agricoltura è una delle attività umane più antiche che da sempre ha modellato il
paesaggio ed influenzato l’ambiente e la biodiversità. L’agricoltura rappresenta inoltre una fonte
di reddito per una comunità rurale diversificata che non soltanto rappresenta un bene
insostituibile della cultura europea, ma svolge anche un ruolo fondamentale nel preservare
l’equilibrio dell’ambiente. Tuttavia i legami esistenti fra la ricchezza dell’ambiente naturale e le
pratiche agricole sono complessi.
La sopravvivenza di molte specie è strettamente dipendente sia dalla diminuzione della
pressione agricola intensiva, sia dalla persistenza di alcune pratiche agricole tradizionali. La
diversità e l’abbondanza di piante ed insetti influenza direttamente la disponibilità di cibo per gli
animali.
Gli elementi del paesaggio agrario quali siepi, zone marginali non coltivate, boschetti ed aree
cespugliate sono importantissimi per molte specie selvatiche così come la semina di colture a
perdere utilizzata per una sicura alimentazione nonché per fini di rifugio e siti nidificazione. Questi
elementi di naturalità forniscono agli uccelli cibo e protezione dai predatori.
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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L’agricoltura negli ultimi quarant’anni si è modificata determinando profondi cambiamenti
sull’assetto del territorio e delle risorse naturali. Tra le trasformazioni più rilevanti si inseriscono
la specializzazione e concentrazione dell’agricoltura nelle zone di pianura e la rinuncia se non
addirittura abbandono delle attività agricole nelle zone collinari e di montagna.
L’agricoltura intensiva moderna è causa di numerosi problemi ambientali ed è una delle principali
cause del declino della biodiversità europea. Dall’immediato dopoguerra in poi, ovunque il
settore agricolo ha attraversato un processo di concentrazione e specializzazione. L’evoluzione
dell’agricoltura ha determinato conseguenze negative soprattutto nei confronti dell’ambiente e
della fauna. In particolare, con l’eliminazione di siepi, arbusti e margini con vegetazione erbacea
spontanea: le zone di rifugio e nidificazione della fauna sono pressoché scomparse; le fonti
alimentari spontanee e coltivate si sono ridotte; operazioni colturali meccanizzate determinano
improvvisi cambiamenti di habitat provocando mortalità diretta o indiretta dei selvatici.
L’uso diffuso e incauto di sostanze chimiche fertilizzanti, anticrittogamici, usati per combattere i
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TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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parassiti vegetali (funghi) delle piante coltivate, diserbanti e pesticidi determinano negli animali
intossicazioni acute che spesso causano la morte.
Lo sforzo a cui devono tendere agricoltori e cacciatori è cooperare per la tutela della fauna
selvatica con l’obiettivo comune di preservare gli ambienti che le sono favorevoli e di mantenere
gli equilibri fra le diverse specie.
5.
INTERCONNESSIONI FRA AMBIENTE E FAUNA
Le colture hanno l’importante funzione di soddisfare le diverse necessità di ciascuna
specie selvatica: necessità alimentari, di sicurezza (funzione di rifugio contro i predatori e le
intemperie), necessità legate alla riproduzione (luoghi di nidificazione, di costruzione delle tane).
Questa funzione varia nel corso delle stagioni, parallelamente al ciclo biologico delle specie
animali ed in funzione dello stadio fenologico della vita delle piante. Una coltura può rivelarsi a
volte una trappola, poichè si possono verificare incidenti dovuti all’impiego di macchine agricole
se non sono munite di barra d’involo che posta davanti al mezzo agricolo allontana la fauna
durante le operazioni di sfalcio. I
La predazione determina un equilibrio dinamico fra le specie animali selvatiche che tuttavia può
essere modificato dalla gestione agricola. In alcuni casi essa può migliorare la protezione dei nidi
o al contrario eliminare le coperture invernali che proteggono la selvaggina dagli uccelli predatori.
In questo senso rivestono grande importanza le colture cerealicole come ad esempio i cereali
vernini (frumento, orzo, segale, triticale) che vengono seminati in autunno, dalla metà di ottobre
alla seconda decade di novembre.
La fauna selvatica trova attraverso l’impiego di queste colture l’habitat ideale in cui alimentarsi e
rifugiarsi. Le colture sopraccitate sono da considerarsi lungo l’arco di tutto il loro ciclo vegetativo
“colture in atto”.
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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5.1
Residui colturali
I residui colturali che restano sui terreni dopo la raccolta dei cereali sono definiti stoppie.
Le stoppie di frumento, orzo ed avena, rappresentano una fonte ideale per l’alimentazione della
fauna stanziale e migratoria, in particolare per i granivori, in quanto contengono i semi caduti
dalla spiga durante le operazioni di mietitura. La pratica della bruciatura delle stoppie può
causare, in assenza di precauzioni, perdite consistenti di selvaggina.
6.
RECUPERO FAUNISTICO
Per un corretto e significativo recupero faunistico, il mondo venatorio può fare molto e gli
anni trascorsi dalla legge quadro 157/92 lo hanno dimostrato con numerose esperienze che
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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hanno portato a significativi risultati. Rispetto alla precedente legislazione venatoria, infatti, la
legge 157/92 offre maggiori possibilità di intervento. In particolare la legge dà maggiore spazio
agli interventi mirati ad aumentare la produttività naturale del territorio, migliorandone le
condizioni ambientali e favorendo di conseguenza la riproduzione delle specie selvatiche.
La legge individua nei proprietari o conduttori dei fondi agricoli i principali destinatari delle
sovvenzioni economiche a favore della fauna selvatica, stimolando l’integrazione tra attività
agricola e gestione faunistica del territorio e sancendo il rapporto tra pratiche agricole e attività
venatoria.
L’art. 10 della legge 157/92 stabilisce che “Tutto il territorio agro-silvo-pastorale nazionale è
soggetto a pianificazione faunistico-venatoria finalizzata, per quanto attiene alle specie carnivore,
alla conservazione delle effettive capacità riproduttive ed al contenimento naturale delle altre
specie e, per quanto riguarda le altre specie, al conseguimento della densità ottimale ed alla sua
conservazione mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del
prelievo venatorio”.
Com’è evidente la pianificazione in questione consiste nella tutela e nel miglioramento di specie
selvatiche e habitat, evitando sia un prelievo venatorio irrazionale, sia eccessive densità di
selvatici. La pianificazione o programmazione del territorio prevista dalla legge 157/92 riguarda
principalmente tre aspetti:
 uno strettamente faunistico relativo alla gestione delle popolazioni selvatiche
(reintroduzioni, ripopolamenti, controllo delle popolazioni, ecc.);
 uno venatorio (gestione e controllo del prelievo);
 uno di tipo ambientale relativo alla salvaguardia ed al miglioramento degli ambienti
naturali, in cui vivono e dipendono le diverse specie selvatiche.
Regioni e Province sono chiamate a realizzare la pianificazione e definiscono la “destinazione
differenziata del territorio” secondo i diversi istituti territoriali previsti.
In particolare nella Regione Molise ogni anno entro il mese di marzo, le Province predispongono i
piani faunistico venatori. I piani approvati dal Consiglio provinciale vengono trasmessi alla Giunta
Regionale per il dovuto coordinamento. Infatti, è la Regione che mediante il coordinamento dei
Piani Provinciali realizza il Piano Faunistico-Venatorio Regionale che ha una validità
quinquennale e può anche essere rivisto nel corso della sua efficacia.
L’art. 6 della legge regionale 19/93 stabilisce anche i criteri per la corresponsione degli incentivi a
favore dei proprietari e conduttori dei fondi rustici che si impegnano nel ripristino degli habitat
naturali e all’incremento della fauna selvatica.
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CAPITOLO II
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
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Azioni che vengono finanziate possono essere:

mantenimento e ripristino di siepi, filari, stagni, muretti a secco, ecc.

mantenimento e recupero di prati;

mantenimento dei pascoli e degli allevamenti estensivi. I pascoli, la presenza di
bestiame all’aperto, favoriscono la conservazione di molte piante selvatiche, insetti,
mammiferi e uccelli;

agricoltura biologica che è un metodo di produzione agricola che non fa uso di
pesticidi e diserbanti di sintesi ma che utilizza come unico concime quello di tipo
organico.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
_____________________________________________________________________________________________________
1.
LA FAUNA SELVATICA
La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della
comunità nazionale (art. 1 legge quadro 157/92). Fanno parte della fauna selvatica i mammiferi e
gli uccelli dei quali esistono popolazioni viventi stabilmente (fauna stanziale) o temporaneamente
(fauna migratoria) in stato di naturale libertà nel territorio nazionale.
I mammiferi sono vertebrati omeotermi diffusi in tutto il mondo, di varie forme e dimensioni.
Hanno arti adibiti alla locomozione, cute rivestita di peli con la funzione di proteggere l’animale
dal freddo (i mammiferi hanno una temperatura interna costante 36-41 °C a seconda delle
specie, indipendentemente da quella dell’ambiente). Presentano ghiandole, come quelle
mammarie che servono alla nutrizione della prole nei primi mesi di vita.
Gli uccelli sono vertebrati omeotermi, caratterizzati dal corpo rivestito di penne. Le penne
vengono rinnovate periodicamente e tale processo si definisce muta. Di solito la muta è graduale
e normalmente avviene una volta l’anno. In rari casi si verifica il cambiamento cromatico del
piumaggio con una tendenza al bianco (albinismo).
Gli zoologi sono pervenuti ad un particolare sistema per catalogare correttamente gli animali.
Ogni animale ha un nome scientifico, formato da due parole latine, delle quali la prima sempre
scritta con l’iniziale maiuscola che sta ad indicare il Genere di appartenenza, la seconda sempre
scritta con l’iniziale minuscola che sta ad indicare la Specie. In alcuni casi poi è previsto l’uso di
una terza parola sempre con l’iniziale minuscola che sta ad indicare la Sottospecie. Per quanto
riguarda le specie cacciabili sono state impiegate solo tre categorie tassonomiche: Ordine,
Famiglia e Specie.
Si riporta qui di seguito un esempio di classificazione dei mammiferi e uccelli oggetto di caccia.
ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DI MAMMIFERI OGGETTO DI CACCIA
Ordine:
UNGULATI
Ordine:
LAGOMORFI
Ordine:
CARNIVORI
Famiglia:
SUIDI
Famiglia:
LEPORIDI
Famiglia:
CANIDI
Specie:
Cinghiale
(Sus scrofa)
Specie:
Lepre Europea
(Lepus europaeus)
Specie:
Volpe
(Vulpes vulpes)
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Ordine: CARNIVORI
Famiglia: CANIDI
Specie: Volpe (Vulpes vulpes)
Specie faunistica largamente diffusa nel territorio molisano, un carnivoro di medie dimensioni con una
lunghezza che varia fra i 35 e gli 85 cm. La pelliccia presenta generalmente una colorazione rossoruggine con sfumature di bianco, ma il colore del mantello può assumere sfumature diverse a
seconda dell’ambiente in cui vive.
Ordine: UNGULATI
Famiglia: SUIDI
Specie: Cinghiale (Sus scrofa)
Il cinghiale come tutte le altre specie di ungulati presenta grandi e solide unghie. E’ una delle specie
maggiormente presente in Regione. Frequenta boschi ricchi di sottobosco e macchia mediterranea,
corsi d’acqua con canneti e florida vegetazione e zone montane dove si spinge fino al limite superiore
della vegetazione arborea. Si ciba di sostanze sia vegetali che animali, frutta, piccoli invertebrati,
anfibi e rettili.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Ordine: LAGOMORFI Famiglia: LEPORIDI Specie: Lepre comune o europea (Lepus europaeus)
Importante specie faunistica per il territorio molisano, che in seguito ad un’attenta gestione venatoria
e al controllo dei suoi predatori naturali, è tornata a popolare le campagne della Regione. L’habitat
tipico frequentato da tale mammifero è quello che offre disponibilità alimentari per tutto l’anno.
Preferisce ambienti con buona diversità di colture in rotazione, boschetti e radure, evita le fitte
boscaglie, le pendici ombrose e i terreni molto umidi. L’alimentazione è esclusivamente erbivora e
cerealicola.
CLASSIFICAZIONE DEI MAMMIFERI CACCIABILI
ORDINE
FAMIGLIA
SPECIE
LAGOMORFI
LEPORIDI
Lepre europea
Lepre alpina o variabile o bianca
Minilepre
Lepre sarda
Coniglio selvatico
CARNIVORI
CANIDI
Volpe
SUIDI
Cinghiale
UNGULATI
CERVIDI
BOVIDI
Cervo
Daino
Capriolo
Camoscio
Muflone
Mentre per i mammiferi l’identificazione è più semplice dato il basso numero di specie presenti
nel nostro paese, per gli uccelli è indispensabile individuare subito certe caratteristiche particolari.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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A tale scopo, l’ornitologia che studia la classe degli uccelli, offre spunti utili all’aspirante
cacciatore che dovrà innanzitutto identificare le specie protette e le principali specie cacciabili con
il relativo Ordine, Famiglia e Specie.
ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DI UCCELLI OGGETTO DI CACCIA
Ordine:
GRUIFORMI
Ordine:
CARADRIFORMI
Ordine:
GALLIFORMI
Famiglia:
RALLIDI
Famiglia:
SCOLOPACIDI
Famiglia:
FASIANIDI
Specie:
Gallinella d’acqua
(Gallinula chloropus)
Specie:
Beccaccia
(Scolopax rusticola)
Specie:
Coturnice
(Alectoris graeca)
Ordine: GRUIFORMI Famiglia: RALLIDI Specie: Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus)
È un uccello acquatico piuttosto massiccio di colore nero con strisce bianche sui fianchi, riconoscibile
anche da una placca frontale rossa e dal becco rosso con la punta gialla. Specie nidificante,
migratrice regolare e svernante. Il suo ambiente preferito è caratterizzato dalla presenza di acque
dolci a corso lente o stagnanti. Si nutre prevalentemente di sostanze vegetali (piante acquatiche,
semi, bacche, frutta), ma anche insetti, molluschi e girini.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: SCOLOPACIDI Specie: Beccaccia (Scolopax rusticola)
Specie migratrice, svernante anche nella nostra Regione, occupa una zona altimetrica che va dalla
pianura fino alla parte alta della montagna, non disdegna la fascia costiera soprattutto nei periodi di
grande freddo con intense gelate. Predilige boschi misti, anche in consociazione con conifere purché
dotati di sottobosco, di piccole radure e suoli ricchi di lettiera dove poter affondare il lungo becco in
cerca di lombrichi ed altri invertebrati. Durante la notte frequenta pascoli e colture estensive. Teme il
terreno coperto dal gelo.
Ordine: GALLIFORMI Famiglia: FASIANIDI Specie: Coturnice (Alectoris graeca)
Specie autoctona, d’indole gregaria e molto legata al territorio con un peso che varia dai 400 agli 800
gr. Degno protagonista del panorama venatorio molisano fino a pochi anni fa. La sua popolazione,
costituita da numerosi individui, interessava rilievi compresi tra gli 800 e 2.200 metri, oggi, purtroppo,
la sua presenza in Regione si riscontra solo su alcune alte località del massiccio del Matese e sui
monti della Meta. Predilige un ambiente a dir poco divino formato da pendii scoscesi culminanti in
praterie di altitudine, dirupi, rovine di pietraie, boschi radi e cespugliati di montagna. Si nutre di
germogli, semi, bacche di ginepro e d’altri arbusti, erbe, insetti vari.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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CLASSIFICAZIONE DEGLI UCCELLI CACCIABILI
ORDINE
ANSERIFORMI
FAMIGLIA
ANATIDI
TETRAONIDI
GALLIFORMI
FASIANIDI
GUIFORMI
RALLIDI
CARADRIDI
CARADRIFORMI
SCOLOPACIDI
COLUMBIFORMI
COLUMBIDI
ALAUDIDI
CORVIDI
PASSERIFORMI
TURDIDI
SPECIE
Germano reale
Codone
Fischione
Mestolone
Alzavola
Marzaiola
Canapiglia
Moriglione
Moretta
Fagiano di monte
Francolino di monte
Pernice bianca
Fagiano
Starna
Pernice rossa
Pernice sarda
Quaglia
Coturnice
Folaga
Gallinella d'acqua
Porciglione
Pavoncella
Beccaccia
Beccaccino
Croccolone
Frullino
Colombaccio
Tortora
Allodola
Corvo
Cornacchia grigia e nera
Gazza
Ghiandaia
Merlo
Cesena
Tordo bottaccio
Tordo sassello
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
_____________________________________________________________________________________________________
2.
LA FAUNA SELVATICA STANZIALE
Si definiscono stanziali quelle popolazioni di animali che vivono stabilmente in un
determinato territorio, nel quale si alimentano e si riproducono.
La regola comunque non sempre è rigidamente rispettata in quanto, a volte a causa delle
prolungate condizioni climatiche avverse, si può verificare che gli animali si spostino per ricercare
il cibo altrove e anche quando si raggiunge e si supera la capacità di carico ottimale sopportabile
dal territorio, con conseguente allontanamento definitivo di parte della popolazione in esso
residente.
Tra le specie di fauna selvatica stanziale che rivestono un certo interesse venatorio, si
distinguono: la Coturnice (Alectoris greca), la Volpe ( Vulpes vulpes), il Cinghiale (Sus scrofa), la
Lepre europea ( Lepus europaeus), il Fagiano (Phasianus colchicus) e la Starna ( Perdix perdix)
Ordine: GALLIFORMI
Famiglia: FASIANIDI
Specie: Fagiano (Phasianus colchicus)
Il fagiano comune è una specie alloctona e sedentaria, poligamo e litigioso, si adatta quasi a tutti gli
habitat ed occupa un areale molto esteso della Regione che va dalla fascia costiera alla montagna.
Di elevato interesse venatorio è periodicamente immesso sul territorio. Trova condizioni più favorevoli
nelle zone di pianura e di collina, ove le terre coltivate si alternano con incolti, boschi cedui e
vegetazione arbustiva. Di alimentazione prevalentemente granivora, non disdegna, soprattutto nel
periodo riproduttivo, di nutrirsi di piccoli insetti, lombrichi ed altri invertebrati. Ha un peso che oscilla
dai 900 ai 1500 gr.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Ordine: GALLIFORMI
Famiglia: FASIANIDI
Specie: Starna (Perdix perdix)
La starna è una specie autoctona e monogama di dimensioni medie con sagoma tondeggiante, è
lunga circa 30 cm per un peso che va dai 300-500 gr. Entrambi i sessi sono di colore marrone striato
di fulvo nelle parti superiori, mentre la testa e la gola sono di colore marrone-arancio, con striature
castane sui fianchi. Caratteristica che rende immediatamente riconoscibile il maschio della starna, è
la presenza nella parte inferiore del petto di un ferro di cavallo marrone che invece è molto più
piccolo o del tutto assente nella femmina.
3.
FAUNA SELVATICA MIGRATORIA
La fauna migratoria compie spostamenti periodici da un determinato territorio ad un altro,
mediante trasferimenti da un luogo ad un altro, talvolta assai distanti tra loro. Con le migrazioni,
gli animali ricercano e si assicurano condizioni favorevoli alla propria conservazione,
all’accoppiamento, alla nidificazione e all’allevamento della prole. Un esempio di alcune specie
che compiono flussi migratori con ottimale e costante presenza nel territorio molisano, è costituito
da: l’Allodola, la Beccaccia, il Beccaccino, la Cesena, il Colombaccio, il Frullino, la Pavoncella, il
Tordo Bottaccio e il Tordo Sassello che in autunno, si trasferiscono per svernare nelle zone più
calde, per poi ritornare nella successiva primavera nelle zone di riproduzione.
La Tortora e la Quaglia, invece, migrano in Molise durante la primavera per riprodursi e per poi
ritornare nei paesi d’origine a fine estate.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Ordine: COLUMBIFORMI Famiglia: COLUMBIDI Specie: Colombaccio ( Columba palumbus)
Il colombaccio può essere considerato una specie numerosa che al contrario di molti altri uccelli ha
trovato beneficio nell’abbandono della campagna. Frequenta vari habitat: boschi cedui ad alto fusto
con radure e zone coltivate. Caratteristica del colombaccio sono le macchie bianche ai due lati del
collo che delimitano nella parte inferiore le piume dai riflessi metallici violetti e verdastri. È un
robustissimo volatore e quando migra lo fa in gruppi composti anche da diverse centinaia di individui.
Il suo peso varia dai 350 ai 500 gr.
Ordine: COLUMBIFORMI Famiglia: COLUMBIDI Specie: Tortora ( Streptopeia turtur)
La tortora, pur essendo monogama, tende a nidificare in comunità. Predilige zone alberate, colline
boscose e campi coltivati. Caratteristiche sui lati del collo sono quattro bande di piume nere con gli
apici bianchi che ne formano un collare. Nei giovani, questa caratteristica manca ed i lati del collo
sono grigi-bluastri. Presenta una sagoma slanciata con coda lunga, il peso medio si aggira intorno ai
150 gr.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: SCOLOPACIDI Specie: Frullino (Lymnocryptes minimus)
Il frullino è specie di passo e di ripasso ed è specie invernale per la sua adattabilità ai freddi più
intensi. Relativamente gregario soprattutto nelle zone di pastura migliori. Presenta forme simili a
quelle del beccaccino ma con becco più corto e coda appuntita. Il peso va dai 40 ai 55 gr. Preferisce
gli ambienti umidi caratterizzati da acqua bassa e pochi cespugli, risaie, stagni e zone salmastre
lungo le coste.
Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: CARADRIDI Specie: Pavoncella (Vanellus vanellus)
La pavoncella è gregaria, vive in gruppo, anche nel periodo della riproduzione. Ha forme eleganti,
facilmente riconoscibile per la livrea bianco nera e il caratteristico ciuffo di piume che dalla nuca si
estende all’indietro e verso l’alto. Il peso può variare dai 100 ai 200 gr. Specie migratrice, frequenta
campagne coltivate umide, brughiere, paludi, rive di fiumi, estuari.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
_____________________________________________________________________________________________________
4.
FAUNA PROTETTA
La legge regionale n. 19 del 1993, all’art. 2, stabilisce che “sono particolarmente protette
anche sotto il profilo sanzionatorio, le specie di fauna elencate all’art. 2 c. 1 lett. a), b), c) della
legge 157/92, comunque presenti sul territorio regionale, nonché le specie autoctone minacciate
di estinzione. È vietata, altresì, in tutto il territorio regionale ogni forma di uccellagione e di cattura
di uccelli e mammiferi selvatici, il prelievo di uova, nidi e piccoli nati”.
In base alla legge 157/92 le specie di fauna selvatica protetta sono:
1. Mammiferi: lupo, orso, martora, puzzola, lontra, gatto selvatico, lince, camoscio
d’Abruzzo.
2. Uccelli: marangone minore, marangone dal ciuffo, tutte le specie di pellicani, tarabuso,
tutte le specie di cicogne, spatola, mignattaio, fenicottero, cigno reale, cigno selvatico,
volpoca, fistione turco, gobbo rugginoso, tutte le specie di rapaci diurni, pollo sultano,
otarda, gallina prataiola, gru, piviere tortolino, avocetta, cavaliere d’Italia, occhione,
pernice di mare, gabbiano corso, gabbiano corallino, gabbiano roseo, sterna zampenere,
sterna maggiore, tutte le specie di rapaci notturni, ghiandaia marina, tutte le specie di
picchi, gracchio corallino.
3. Tutte le altre specie minacciate di estinzione dalle Direttive comunitarie, o Convenzioni
internazionali, o apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri indicano come
minacciate di estinzione.
Il cardellino, il pettirosso, il verdone e il verzellino insieme a tante altre specie faunistiche sono da
considerarsi protette da Direttive Comunitarie (Direttiva CEE 79/409) e da Convenzioni
Internazionali.
Nelle immagini che seguono sono rappresentate alcune delle specie appartenenti alla fauna
selvatica protetta.
103
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
_____________________________________________________________________________________________________
Mammiferi
Ordine: CARNIVORI Famiglia: CANIDI Specie: Lupo (Canis lupus)
Il lupo presenta forme slanciate e dimensioni medio grandi. La lunghezza raggiunge i 110-150 cm,
l’altezza al garrese i 50-70 cm, il peso 20-40 kg. Dimora preferibilmente in zone boscose ma si adatta
bene anche ad ambienti diversi purché ampi e selvaggi. Il colore del mantello e di solito grigio- fulvo
frammisto di nero, più chiaro nella parte inferiore del corpo. I colori assumono riflessi rossastri nei
mesi estivi e giallastri in inverno. Conduce generalmente una vita nomade, spostandosi tal volta in
branco.
Ordine: CARNIVORI Famiglia: URSIDI Specie:Orso (Ursus arctos)
L’orso ha una forma generale massiccia e pesante, il mantello bruno. Gli arti sono relativamente corti
con i piedi plantigradi. La lunghezza raggiunge i 120 -150 cm, mentre il peso 50-300 kg. Vive in zone
boscose e rocciose, poco frequentate dall’uomo e predilige aree in cui vi siano abbondanti corsi
d’acqua. In Italia vive in una zona ristretta delle Alpi e degli Appennini fino al territorio molisano delle
Mainarde.
104
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
_____________________________________________________________________________________________________
Uccelli
Ordine: CARADRIFORMII Famiglia: LARIDI Specie: Gabbiano corallino (Larus melanocephalus)
Il gabbiano corallino ha una struttura inconfondibile: appare abbastanza tozzo, non particolarmente
alto sulle zampe e con forme molto arrotondate. La lunghezza va dai 37 ai 40 cm. In Italia la specie è
nidificante e svernante, si concentra essenzialmente nelle lagune e lungo le coste. Si nutre d’insetti e
di pesci o d’altro cibo sulla superficie dell’acqua.
Ordine: GUIFORMI Famiglia: RALLIDI Specie: Pollo sultano (Porphyrio porphyrio)
Grosso rallide inconfondibile per la livrea azzurro violacea con sottocoda bianco, per il becco rosso
con ampio scudo frontale, le zampe dalle dita lunghissime. Vive in zone palustri con densa
vegetazione e con acque relativamente profonde. Si ciba prevalentemente di piante acquatiche ma
anche di piccoli animali come molluschi e insetti. Di carattere diffidente, resta nascosto fra la fitta
vegetazione uscendo prevalentemente dal tramonto all’alba.
105
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
_____________________________________________________________________________________________________
Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: RECURVIROSTRIDI Specie: Cavaliere D’Italia
(Himantopus himantopus)
Il Cavaliere d’Italia ha forme molto slanciate, con una lunghezza di 37 cm circa e un peso che oscilla
dai 140 ai 180 g. Si riconosce subito per il sottile becco nero, le lunghissime zampe rosso corallo e il
piumaggio bianco-nero. Il suo habitat è costituito da zone umide d’acqua dolce, salata o salmastra.
Si nutre di crostacei, insetti acquatici piccoli pesci e anfibi. È un uccello migratore che vive in piccoli
gruppi.
4.1
Rapaci
I rapaci sono uccelli da preda che si procurano il cibo cacciando altri animali, in genere
piccoli uccelli, piccoli mammiferi, pesci o piccoli rettili e anfibi. La categoria dei rapaci si divide
anzitutto in due rami: rapaci diurni e rapaci notturni.
I rapaci diurni svolgono le loro attività prevalentemente di giorno. La conformazione fisica del
corpo è molto simile tra loro: corpo slanciato con ali appuntite e lunghe, coda corta e buona
padronanza del volo quasi sempre battente. L’Ordine è quello dei FALCONIFORMI di cui fanno
parte diverse famiglie:
1. Fam. Falconidi alla quale appartengono tutti i tipi di Falchi;
2. Fam. Accipitridi che comprende: gruppo delle Aquile, gruppo delle Poiane, gruppo dei
Pecchiaioli, gruppo dei Bianconi, gruppo degli Astori e Sparvieri, gruppo delle Albanelle e
Falchi di palude, gruppo dei Nibbi;
3. Fam.Pandionite alla quale appartiene solo la specie del falco pescatore;
106
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
_____________________________________________________________________________________________________
I rapaci notturni (Ordine STRIGIDI) sono attivi invece prevalentemente di notte ed hanno una
conformazione fisica adatta al loro stile di vita. Presentano ali larghe e medio lunghe con le parti
esterne frangiate che permette loro di non fare alcun rumore durante il volo. I loro occhi sono
grandi, frontali, atti a scrutare le tenebre nella ricerca della preda, ed hanno un udito ultra
sensibile. L’ordine degli STRIGIDI comprende tutti i tipi di Gufi, Allocchi, Civette, Assiolo e
Barbagianni.
Tutti i rapaci sia diurni che notturni rientrano tra le specie faunistiche particolarmente protette.
Rapaci Diurni
Ordine: FALCONIFORMI Famiglia: ACCIPITRIDI Specie: Aquila Europea (Aquila chrysaetos)
L’aquila è un grande uccello da preda diurno con becco robusto ed uncinato, utile a dilaniare ed a spezzare
le ossa. Le ali sono ampie e lunghe, la coda arrotondata, possiede artigli potenti capaci non solo di afferrare,
ma anche di uccidere. La lunghezza raggiunge i 75-88 cm, mentre il peso 3 - 7 kg. Il suo habitat ideale è
molto vario, dalla montagna, alla pianura e alle zone costiere. In Italia sono stanziali solo sull’Arco Alpino,
Dorsale Appenninica, Sicilia e Sardegna. Alcuni esemplari sono presenti nel Parco Nazionale Abruzzo-LazioMolise e territori limitrofi.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Ordine: FALCONIFORMI Famiglia: FALCONIDI Specie: Gheppio (Falco tinnunculus)
Tra i rapaci italiani, il gheppio è il falco più comune ed uno dei più piccoli, appena 35 cm di lunghezza per 7090 cm di apertura alare. Le ali sono appuntite e la coda è stretta. Il maschio ha le parti superiori castane
macchiettate e le parti inferiori fulve con macchie nere sparse, mentre nella femmina le parti superiori sono
bruno-ruggine barrate anziché macchiate. È un falco che ha grandi capacità di adattarsi a situazioni diverse,
nidifica sia in città che in ambienti naturali senza particolari preferenze. Si nutre principalmente di piccoli
mammiferi, lucertole, piccoli passeriformi e insetti.
Rapaci Notturni
Ordine: STRIGIDI Famiglia: STURNIDI Specie: Barbagianni (Tyto alba)
Il barbagianni, come tutti i gufi è un uccello da preda notturno. Le sue capacità visive, uditive e la
silenziosità del volo fanno di questo uccello un temibile predatore. Si nutre di topi, piccoli mammiferi,
piccoli uccelli e grossi insetti. Dimora negli anfratti rocciosi e nelle crepe degli edifici specialmente
quelli abbandonati. Il barbagianni raggiunge una lunghezza di 34 -44 cm e un’apertura alare di quasi
un metro. È caratterizzato da un disco facciale a cuore ed orecchie prive di ciuffo. È un uccello
stazionario e non intraprende neanche brevi escursioni.
108
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Ordine: STRIGIDI Famiglia: STURNIDI Specie: Gufo comune (Asio otus )
Il gufo comune è un rapace notturno di medie dimensioni, la lunghezza varia dai 35 ai 39 cm, con
un’apertura alare che oscilla dagli 85-100 cm. I suoi occhi sono di colore giallo-arancio ed il
piumaggio bruno-giallastro. Frequenta soprattutto foreste di conifere, ambienti parzialmente alberati,
siepi fitte e frutteti. Si nutre principalmente di roditori e in parte di uccelli.
4.2
Altre specie non cacciabili
Con il Decreto del 1993, il Presidente del Consiglio dei Ministri, ha escluso dall’elenco
delle specie cacciabili di cui all’art. 18 comma 1 della legge quadro 157/92, le seguenti specie: la
peppola (Fringilla montifringilla) e il fringuello (Fringilla coelebs).
Con il Decreto del 1997 ha escluso altre specie quali: il passero (Passer Italiae), la passera
mattugia (Passer montanus), la passera oltremontana (Passer domesticus), il colino della Virginia
(Colinus virginianus), lo storno (Sturnus vulgaris), il corvo (Corvus frugilegus), la taccola (Corvus
monedula), il francolino di monte (Bonasia bonasia) e la pittima reale (Limosa limosa).
109
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
_____________________________________________________________________________________________________
.
Ordine: GALLIFORMI Famiglia: TETRAONIDI Specie: Francolino di monte (Bonasa bonasia)
Il francolino di monte è il più piccolo e discreto fra i tetraonidi, bruno con macchie nere bianche, si
mimetizza bene nel bosco e sulle piante dove trascorre la maggior parte del tempo; vive tra i 600 e i
1500 m. di quota. Raggiunge i 50 cm di lunghezza per un peso che va dai 350 ai 500 gr. Il maschio
ha la gola di colore nero mentre nella femmina è completamente bianca. Si nutre prevalentemente di
bacche, frutti e parti verdi delle piante.
Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: SCOLOPACIDI Specie: Pittima reale (Limosa limosa)
La pittima reale presenta una sagoma tondeggiante-allungata caratterizzata da un becco lungo, dritto
e appuntito. In media è lungo 40 cm con apertura alare di 76 cm. Le parti superiori sono bruno scuro
finemente striate. Nel periodo riproduttivo predilige soprattutto pascoli umidi e zone acquitrinose
mentre durante la migrazione frequenta estuari e paludi. Si ciba principalmente d’invertrebati: insetti,
molluschi, crostacei ed anellidi.
110
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
_____________________________________________________________________________________________________
5.
I CANI E LA CACCIA
Da sempre il cane è il compagno fedele del cacciatore. La cinofilia è l’amore o simpatia
per i cani; cinofilo è l’appassionato, l’allevatore, il conoscitore delle razze canine o di una
particolare razza.
Durante l’esercizio dell’attività venatoria, al cane è affidata la funzione di seguire le tracce del
selvatico o di avvertire il cacciatore della sua presenza. Nel primo caso, si fa riferimento ai cani
da seguita, nel secondo invece risultano utili i cani da ferma che mediante la tipica ferma
statuaria segnalano la presenza del selvatico.
Ulteriore distinzione tra le razze canine, particolarmente adatte per l’esercizio dell’attività
venatoria è rappresentata dalle razze da tana, da traccia e da riporto. Tale classificazione,
necessita tuttavia di un ulteriore approfondimento.
111
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
_____________________________________________________________________________________________________
5.1
Razze da ferma
Si dice “ferma” quell’atteggiamento del cane che segna l’immediata vicinanza del
selvatico accovacciato. La ferma è caratterizzata dall’irrigidimento di tutti i muscoli del cane,
l’occhio fisso sfavillante di passione da cui traspare l’intensa sensazione. L’espressione della
ferma non si manifesta in ogni cane con uguale atteggiamento, qualcuno rimane eretto sulle
gambe, il collo teso, la testa alta, qualcun altro rimane con le gambe contratte, il corpo contorto
alterato nelle forme. In altre parole l’atteggiamento della ferma può assumere tanti aspetti diversi
secondo la razza.
Quando il cane si trova in “ferma” ed intuisce che il selvatico si allontana per salvarsi, lo segue
sulla rotta senza forzarlo. Tale azione si dice “guidata”. Il cane deve avanzare in guidata senza
mai forzare il selvatico al frullo.
La ferma in bianco si ha invece quando il cane “cade in ferma” senza la presenza del selvatico.
112
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Per “consenso” s’intende la ferma segnata dal cane quando vede vicino o lontano un altro cane
fermo sulla selvaggina o in atteggiamento di “guidare”, in quest’ultimo caso, il cane che consente
accompagna adattandosi alle mosse di quello sulla guidata, senza troppo avvicinarlo e senza
tentare di sorpassarlo. La spontaneità del consenso è indizio sicuro di buon sangue.
Spesso un cane che non consente non può lavorare con un altro cane da ferma, avviene di solito
che appena il compagno segna un incontro, l’altro accorre a disturbarlo; se il primo segna la
ferma od avanza in guidata, il secondo accorre per fiutare anch’esso il selvatico che molto
probabilmente viene forzato prima che il cacciatore sia a posto.
Quando il selvatico viene colpito o ferito, non è ancora assicurato al carniere; è necessario che il
cane sappia ritrovarlo se morto, seguirlo e raggiungerlo se ferito, riportarlo al cacciatore senza
danneggiarlo con estrema sollecitudine.
113
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Intelligenza, sagacità, olfatto e ubbidienza presiedono ad un buon riporto. Un perfetto riporto
eseguito a comando richiede un insegnamento lungo ed accurato. Alcuni cani riportano di loro
spontanea volontà con passione, ma rarissimamente con correttezza.
Le razze da ferma impiegate nella moderna caccia sportiva si suddividono in tre gruppi:
continentali italiani, continentali esteri ed inglesi.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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CONTINENTALI ITALIANI
I continentali italiani sono: il Bracco italiano e lo Spinone.
Bracco italiano
Il Bracco italiano è ritenuto una delle più antiche razze da ferma.
Si addice ad un cacciatore versatile
e generico, adattandosi senza troppi
problemi dalla montagna alla palude.
È un trottatore nato, fornito di grandi
doti olfattive, di buon riporto e di una
tenacia che non teme confronti.
Si presta bene a tutte le cacce, pur
rivelandosi un vero specialista nella
caccia alla quaglia, al beccaccino ed
alla beccaccia. È un animale robusto
ma di conformazione armoniosa, dotato di un’espressione seria e mite, di carattere docile e di
spiccata intelligenza.
Ha il pelo corto, fino e lucido, di colore bianco con macchie o punteggiature arancio o marroni,
oppure roano marrone.
Spinone
È un cane solido, robusto e vigoroso, dalla resistenza proverbiale con qualsiasi tempo e su qualunque
terreno, anche se dà il meglio di sé in boschi
e paludi per la caccia alle beccacce e ai
beccaccini. L’andatura è al trotto svelto con
brevi tratti di galoppo.
Buon nuotatore, è molto apprezzato per
l’abilità innata del riporto, ma anche per il suo
carattere docile e paziente.
Il mantello dello spinone è costituito da pelo
duro, leggermente crespo, che forma sul
muso e sul mento dei veri e propri baffi ed
una caratteristica barbetta. Si distingue in base al colore del mantello in tre varietà: bianco, biancoarancio e roano-marrone.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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CONTINENTALI ESTERI
Fra i continentali esteri i più impiegati sono: il Kurzhaar o Bracco Tedesco, l’ Epagneul Breton e
il Drahthaar.
Bracco tedesco
È fra i più diffusi cani da ferma moderni . Buon galoppatore è un cane versatile che si adatta su
qualsiasi selvatico e su ogni terreno, eccellendo nel recupero della selvaggina ferita con buone
qualità di riporto.
Serio e fedelissimo questo cane vive a stretto contatto con il cacciatore.
Il pelo è corto e lucente, duro al tatto, marrone e nero, sia unicolore che misto al bianco in tutte le
gradazioni del roano.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Epagneul Breton
L’Epagneul Breton è una delle razze da ferma più diffuse in Italia, è un cane coraggioso di statura
ridotta e scattante, la sua personalità è forte e determinata. Il suo istinto è cacciatore ed è un
ottimo fermatore ed un eccellente riportatore. Il suo grande olfatto gli consente di avvertire il
minimo effluvio del selvatico. Eccelle sia nella caccia alla beccaccia, al fagiano, alla quaglia nei
campi coltivati ed in tutti quegli ambienti non molto ampi.
Il mantello del Breton, è formato da pelo di lunghezza media, fine e leggermente ondulato, di
colore bianco-arancio, nero, bianco-marrone, bianco-nero, tricolore o roanato con uno di questi
colori.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Drahthaar
E’ un cane tipico della Germania orientale. Caratteristiche peculiari di questo cane sono: il pelo
durissimo,
di
media
lunghezza ed abbondante. Il
sottopelo
invece
lanuginoso
all’acqua
ed
di
è
impedisce
giungere
a
diretto contatto con la pelle.
I colori sono: il roanomarrone,
il
nero-roano
oppure l’unicolore marrone o
nero.
Il
Drahthaar
si
configura come un cane rustico adatto a tutti i tipi di caccia, ottimo cane da ferma ed anche un
abilissimo specialista nel riporto della selvaggina.
RAZZE INGLESI
Le razze inglesi sono: il Setter inglese, il Pointer, il Setter Irlandese e Setter Gordon
Setter inglese
Il Setter inglese è la razza da caccia più diffusa in Italia. Si tratta di un cane da ferma adatto
soprattutto ai terreni aperti e paludosi, sebbene sia impiegato oggi un po’ ovunque. Rende assai
bene per la caccia in montagna e nei boschi a beccaccia.
È un cane equilibrato e tenace, dalla ferma solidissima e dal galoppo radente, rapido ed elegante
che denota ottima resistenza in zone particolarmente ricche d’acqua. Presenta inoltre buone doti
di recupero e di riporto.
Il pelo di tessitura setacea, stirato mantiene in tutta la sua lunghezza 5-6 centimetri, una linea
diritta senza alcuna deviazione. I colori sono: bianco-nero, bianco-arancio, bianco-marrone e
tricolore.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Pointer
Il cane da ferma per eccellenza, il suo stesso nome deriva dall’inglese “to point”, ossia “fermarepuntare”.
È una razza che riunisce in sé forza, leggerezza, distinzione ed eleganza. Sue caratteristiche
sono: l’ampia cerca, l’olfatto potente del cercatore veloce, la ferma di scatto statuaria. Il Pointer è
uno specialista nella caccia alla starna e alla coturnice, ossia nella caccia su terreni privi di
ostacoli dove può essere sfruttata in modo adeguato la sua cerca ampia ed il galoppo impetuoso
e veloce.
Il pelo denso e corto si presenta di lunghezza uniforme su tutto il mantello, lasciando intravedere
molto marcatamente sulla testa le vene e la tipica forma del cranio. I colori più diffusi sono
bianco-nero e bianco-arancio, ma sono diffusi anche i colori nero, marrone e bianco-marrone; più
Pointer
raramente il fulvo, marrone-bruciato e rosso.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Setter irlandese
Il Setter irlandese è un cane di media taglia veloce e resistente, dotato di buone doti olfattive. Si
rivela un grande specialista nella caccia al beccaccino e in
genere in tutte le cacce palustri.
È un cane efficace in terreni aperti, paludosi, ove la sua andatura
gli permette di procedere speditamente.
L’andatura è un galoppo deciso e veloce.
È il più elegante tra i cani da ferma e per le sue qualità estetiche
è diventato in molti casi un attraente cane da compagnia.
Il pelo è lungo ed unicolore, rosso-mogano-dorato.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Setter Gordon
Cane da ferma e perfetto cane da riporto. Specialista nelle cacce palustri a causa delle sue
grandi passioni per l’acqua. Nel contempo si mostra anche adatto per qualsiasi altro tipo di
caccia, in particolare per quelle che si svolgono su terreni coperti e difficili. Più massiccio fra i
setter, è un cane equilibrato e tenace, dalla ferma solidissima e dal galoppo più pacato. Protetto
da un folto mantello nero brillante con macchie rosso mogano.
Il Gordon è anche un eccellente cane da compagnia.
5.2
Razze da cerca
Sono chiamati cani da cerca quelli che fondano la loro azione principalmente nella
ricerca della selvaggina. Essi passano in rassegna minuziosamente il terreno, recepiscono la
passata del selvatico, la defilano fino al luogo dove il selvatico si è accovacciato e lo scovano.
Sono cani che nella loro azione devono essere a stretto contatto con il cacciatore.
Tra le razze più conosciute ed impiegate in Italia vi sono gli Spaniels.
SPANIELS
Gruppo di cani da caccia, comprendente le seguenti razze: Irish Water Spaniel, Clumber,
Sussex Spaniel, Field Spaniel, Cocker, Springer Spaniel Inglese e Springer Spaniel Gallese.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Gli Spaniels sono dei cani da caccia a pelo lungo, ondulato o riccio, di media taglia, dai 12 ai 30
kg., il cui scopo è quello di battere terreni particolarmente difficili come la palude, il bosco, il
monte, di alzare la selvaggina e di riportarla abbattuta al cacciatore.
5.3
Razze da seguita
Il cane da seguita è quello che recepita la passata del selvatico, la defila ed arriva al
Cocker spaniel
covo. Lo scova e lo insegue con azione esaltante poiché il cane in questa fase esprime tutta la
sua astuzia. Tale azione quando è svolta da più cani dà luogo alla “canizza”.
I cani da seguita sono dei cani molto resistenti alla fatica, forti e di una certa rusticità. Si adattano
molto bene a tutti i terreni, sia in montagna che in pianura. La vocazione del cane da seguita è
quella di cacciare la selvaggina da pelo, cioè la lepre, la volpe, il capriolo, il cervo, il daino e il
cinghiale.
Tra le razze da seguita più impiegate abbiamo il Segugio italiano, il Segugio francese, il Beagle e
il Cirneco dell’Etna.
Segugio italiano
Il Segugio italiano, sia a pelo raso che a pelo forte, è molto diffuso fra i cacciatori che apprezzano
le sue abilità venatorie. Particolarmente adatto alla caccia alla lepre, si comporta bene con
qualsiasi selvaggina da pelo, ed è utilizzato anche per la caccia al cinghiale. È instancabile e può
seguire una pista o un animale fuggente per tutta un’intera giornata costringendolo spesso a
passare a tiro del cacciatore.
È un cane intelligente, dotato di un ottimo
olfatto, molto veloce, tenace, capace
d’iniziative autonome. La sua voce è
squillante e simpaticissima.
Possiede una solida struttura ossea, sulla
quale
s’inserisce
una
muscolatura
asciutta ma robusta. Il segugio italiano a
pelo raso predilige zone dalla vegetazione
alquanto rada, mentre il segugio italiano a pelo forte data la sua minore sensibilità al freddo, alle
ferite e la sua maggiore capacità di entrare nei roveti, è più adatto alla caccia nelle zone boscose.
I colori del manto sono fulvo-unicolore in tutte le sue gradazioni e nero-focato.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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Segugi francesi
Le razze da seguita francesi sono più di dieci, ma alcune sono da noi praticamente sconosciute.
In particolare i “Petit Bleu de Gascogne” si rivelano ottimi segugi utilizzati sia su lepre che su
cinghiale. Il “Grand Griffon Vendéen”, invece, è un cane di taglia media che può essere sia a pelo
raso che a pelo forte. I vandeani sono di forma slanciata ed estremamente abili nello stanare e
nell’inseguire la lepre grazie alle loro grandi doti d’olfatto. Si presenta come un cane robusto ed
elegante indicato per caccia di piccola e grossa selvaggina sia in pianura che in montagna.
Beagle
È un segugio inglese di piccola taglia, particolarmente adatto
per la caccia alla lepre ed al coniglio selvatico, di velocità
eccezionale e di notevole temperamento.
Dotato di grande olfatto, straordinaria resistenza e
perseveranza a tutta prova.
L’andatura in caccia è il galoppo veloce e brillante.
Razza molto antica, pare risalga al III secolo d. C., che ha
subito delle trasformazioni nel corso degli anni.
Oggi ne esistono due varietà a pelo liscio e a pelo forte.
Mantello con pelo lungo, dritto o leggermente ondulato, corto
sulla testa e sulla parte anteriore degli arti. Ammesse tutte le
colorazioni, tra queste il tricolore risulta il più comune.
Cirneco dell’Etna
Si tratta di una razza autoctona della Sicilia orientale, con ogni probabilità già presente nell’isola
in epoche anteriori a quella Fenicia. La
specialità del Cirneco è la caccia al coniglio
selvatico che si esprime appieno sulle pendici
dell’Etna dove la pietra lavica danneggia i
piedi di tutte le altre razze.
Si mostra, di frequente ottimo riportatore di
selvaggina. La sua andatura è assai tipica con
passo corto e svelto o trotto saltellante
spedito.
Il pelo raso, dalle più diverse tonalità di fulvo presenta tessitura vitrea.
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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5.4
Razze da riporto
Si ritiene che tutti i cani continentali posseggano l’istinto del riporto. Per riporto
s’intendono quelle razze di cani che riportano a comando qualsiasi capo di selvaggina senza
danneggiarla. Esistono delle razze di cani che vengono impiegate solamente per il riporto; questi
cani sono dei veri specialisti del recupero, non cacciano, ma rimangono vicino al padrone durante
la battuta di caccia e sono utilizzati solo alla fine per il recupero della selvaggina morta.
I cani da riporto più conosciuti sono i Labrador retriever e il Golden retriever.
Labrador retriever
È il cane da riporto per antonomasia. Ispeziona minuziosamente il terreno in cerca del selvatico
da recuperare e quando lo ha
trovato lo riporta al cacciatore.
Eccellente
nuotatore
è
particolarmente adatto per il riporto
in palude.
Molto resistente alla fatica ed alle
condizioni climatiche avverse, è
attaccato al padrone ed è un cane
docile ed ubbidiente.
La struttura è solida e robusta e il pelo è ben aderente al corpo.
Si presenta di colore nero, marrone o biondo ed in alcuni casi più raramente presenta macchie
bianche a livello del petto.
Golden retriever
Cane da riporto inglese robusto e resistente con fiuto eccezionale. È un eccellente nuotatore e il
suo sottopelo, fitto ed impermeabile, gli consente di stare in acqua per periodi di tempo anche
molto lunghi.
Molto elegante ha un bellissimo mantello in tutte le sfumature dell’oro e crema, e proprio per
questo motivo è più diffuso come cane da compagnia che come ausiliare da caccia.
Ben addestrato, il Golden può ottenere degli ottimi risultati nella caccia in palude, come in quella
in boschi fitti ed intricati.
124
CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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5.5
Razze da tana
Questi cani sono impiegati per stanare la selvaggina dalla tana, in particolar modo sono
utilizzati per la caccia alla volpe. La loro conformazione morfologica è così ben strutturata che
permette loro, nei combattimenti con la volpe all’interno della tana, di risultare quasi sempre
vincenti. Appartengono a questo gruppo il Bassotto tedesco e il Fox terrier.
Bassotto tedesco
Esistono tre varietà di bassotti: bassotti a pelo corto, a pelo duro ed a pelo lungo. Cani impiegati
per stanare la selvaggina (tasso, volpe,
faina) e talvolta, se ben addestrati, trovano
impiego
anche
nel
recupero
della
selvaggina ferita.
Il corpo è lungo, diritto, compatto e ben
solido.
La loro conformazione e il loro coraggio gli
consentono di essere ritenuti degli intrepidi
cacciatori.
Fox terrier
Il Fox terrier è un cane inglese coraggioso e mordace, assai insistente nella caccia, difficilmente
si ritira dalla tana del selvatico e quasi mai abbandona la preda. Particolarmente adatto alla
caccia alla volpe ed al tasso in tana oppure ad animali di maggiori dimensioni quali il cinghiale o il
cervo.
La razza comprende due varietà: a pelo raso ed a pelo duro. Nella caccia è impiegata
maggiormente la varietà a pelo raso. Ha una corporatura forte e muscolosa. La coda, elemento
caratterizzante, viene portata a candela e di solito amputata di circa un quarto della sua
lunghezza. Il pelo è di colore bianco, nero e fulvo.
5.6
Razze da traccia
Sono detti anche cani da sangue, in quanto specificamente addestrati a seguire le tracce
di sangue della selvaggina ferita ma non recuperata (caprioli, cervi, daini, cinghiali). Sono cani
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CAPITOLO III
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
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consigliati a coloro che amano la caccia di selezione, ma anche a chi pratica la caccia agli
ungulati con i cani da seguita. Le razze più utilizzate sono: il Segugio della Baviera e il Segugio
di Hannover. Si tratta di cani tarchiati, robusti, di colore rosso al marrone in tutte le sue
gradazioni.
Segugio di Hannover
Chiamato in Italia “Segugio da montagna bavarese”, era impiegato verso la fine dell’Ottocento da
coloro che cacciavano i cervi
e i camosci.
È una razza selezionata
appositamente per aiutare
l’uomo nella ricerca della
preda da cacciare, lavoro nel
quale è indiscutibilmente una
delle
razze
migliori
del
mondo.
Il cervo oppure il cinghiale
rappresentano le specialità dell’Hannover. Il cane inizia il suo lavoro solo a tiro avvenuto e il suo
compito consiste nel seguire la traccia del selvatico colpito, senza lasciarsi distrarre dalle piste
degli altri componenti del branco. È un cane dalla corporatura agile e veloce, dotato di notevole
resistenza. Il pelo corto e folto può assumere colore rosso in tutte le sue gradazioni.
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CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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1.
MEZZI DI CACCIA
Per mezzi di caccia s’intendono tutti quegli arnesi strettamente diretti, anche se occasio-
nalmente, all’uccisione o alla cattura della fauna selvatica.
L’art. 13 della Legge 157/92 indica quali sono i mezzi consentiti per l’esercizio della caccia:
1. fucile con canna ad anima liscia fino a due colpi;
2. fucile con canne ad anima liscia semiautomatico o a ripetizione;
3. fucile con canna ad anima rigata a caricamento singolo o manuale o a ripetizione
semiautomatica;
4. fucile a due o tre canne (combinato) di cui una o due ad anima liscia ed una o due a
canna rigata. Questi due fucili sono i cosiddetti Billing e Drilling;
5. falco ed arco: per questo tipo di attività venatoria viene usato un falco appositamente
addestrato. Occorre essere in possesso di licenza di caccia, tesserino regionale e polizza
di assicurazione;
2.
IL FUCILE DA CACCIA
Il fucile è l’arma più usata per andare a caccia. La scelta di un’arma e delle relative muni-
zioni si effettua in base al tipo di caccia che si desidera praticare ed in base al tipo di selvaggina
cacciata. Conoscere la meccanica e il funzionamento della propria arma può risultare determinante per la buona riuscita di una giornata di caccia e per la sicurezza propria e degli altri.
Il fucile si compone di numerose parti:
1
2
3
4
5
8
9
6
7
10
1. Calcio: il calcio del fucile ha lo scopo di far imbracciare l’arma bloccandola saldamente al
corpo del cacciatore. A seconda delle tipologie si distinguono tre tipi fondamentali di calcio:
143
CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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calcio all’inglese, calcio a pistola, calcio a mezza pistola. Il calcio deve adattarsi perfettamente
all’anatomia del cacciatore in funzione di tre elementi sostanziali: la lunghezza che si misura dal
grilletto al fondo del calcio è generalmente stabilita in base alla misura dell’avambraccio; la piegatura si può definire buona quando il cacciatore appoggiando lo zigomo sul naso del calcio vede
bene il mirino; il vantaggio rappresenta la deviazione destra o sinistra del calcio del fucile.
2. Becco del calcio: terminazione della parte superiore del calcio ove inizia l’impugnatura.
3. Sicura: è un congegno meccanico che blocca lo scatto dei grilletti, ma non quello delle batterie, ed impedisce così che parta il colpo. Nelle doppiette e nei sovrapposti si trova generalmente in posizione posteriore alla chiave di apertura ed è indicata da una “S”. Negli automatici la sicura viene tolta spingendo il bottone, situato dietro al grilletto, verso il corpo del tiratore. Nei fucili a canne appaiate o sovrapposte, vi sono due tipi di sicura: indipendente o automatica. Con la prima il cacciatore deve attivare una lamella scorrevole per mettere l’arma in
sicura; con la seconda, il fucile si viene a trovare automaticamente in sicura tutte le volte che,
aprendolo, si armano i percussori.
4. Chiave di apertura: chiave utilizzata per aprire il fucile. Presente in tutti i fucili basculanti,
doppietta, sovrapposto, monocanna, combinati.
5. Grilletto: nei fucili a due canne (doppiette e sovrapposti) vi sono generalmente due grilletti,
anche se esistono modelli evoluti che ne hanno uno solo. Nel caso di due grilletti si attivano:
-
grilletto anteriore: canna destra (doppiette), canna inferiore (sovrapposti);
-
grilletto posteriore: canna sinistra (doppiette), canna superiore (sovrapposti).
I fucili semiautomatici da caccia hanno un solo grilletto che attiva lo sparo, la successiva espulsione del bossolo e l’inserimento in canna di un nuovo colpo.
6. Bascula: si tratta della parte più importante del fucile in quanto in essa hanno sede i meccanismi che lo rendono funzionante. La sua parte anteriore combacia perfettamente con la parte posteriore della canna detta anche vivo di culatta. Nei sovrapposti nelle doppiette,
l’apertura di questo congegno è affidata ad una leva. All’interno della bascula si trovano le
batterie che hanno lo scopo di attivare il cinematismo che aziona la percussione.
7. Asta: l’asta del fucile è quella componente di legno che si trova sotto la canna o le canne, è
fermata ad esse con un congegno a scatto. Ha la funzione di agevolare l’impugnatura
dell’arma e di impedire che, aprendo il fucile, le canne si stacchino dalla bascula.
8. Canne: le canne dei fucili da caccia devono assicurare una buona resa balistica con un alto
grado di sicurezza. E’ pertanto necessario che siano costruite con acciaio particolarmente resistente ed elastico. Lo spessore deve essere uniforme, il metallo resistente all’ossidazione
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CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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ed ogni canna deve possedere un elevato coefficiente di allungamento così che, prima di scoppiare, possa allungarsi e dilatarsi. La lunghezza delle canne in un fucile ad anima liscia, può variare dai 45 agli 80 cm, possono essere senza bindella, con bindella piena o ventilata ed ancora
con tacche di mira regolabile per l’uso della cartuccia a palla. La lunghezza delle canne, invece,
per un fucile calibro 12 varia dai 62 agli 81 cm. Le canne corte sono proprie di un fucile più maneggevole (caccia nel bosco, tiri abbastanza ravvicinati); le canne lunghe invece garantiscono
maggiore precisione e portata (tiri lunghi).
La canna cilindrica raggiata per i tiri a breve distanza è usata in modo particolare nel bosco folto
per la caccia alla beccaccia. Consente di allargare maggiormente la rosata dei pallini, utile in quei
casi in cui il tiro è estremamente ravvicinato (entro dieci metri).
In una canna ad anima liscia si possono individuare partendo dalla parte posteriore:
-
culatta (è la parte iniziale della canna dove è alloggiata la camera di scoppio);
-
camera di scoppio con lunghezza variabile da 65 mm a 76 mm (fucili Magnum);
-
strozzatura.
La strozzatura è un restringimento dell’anima della canna verso la bocca, che permette un maggior restringimento della rosata (circonferenza che delimita nello spazio e nel tratto di gittata utile i pallini di
una cartuccia) e di conseguenza un allungamento del tiro. Nelle strozzature possono variare: la forma,
l’inclinazione del raccordo ed anche la lunghezza della parte cilindrica terminale. Il valore della strozzatura è dato dalla differenza tra il diametro dell’anima e il diametro della bocca della canna. Esistono diversi livelli di strozzatura identificati con 1 – 2 – 3 – 4 stelle; i valori con più stelle hanno canne meno
strozzate, le canne cilindriche sono individuate dalla sigla CL come specificato nella tabella sottostante:
STROZZATURE
O (*)
= (9/10 – 10/10 11/10) massima strozzatura
OO (**)
= (7/10 – 8/10) strozzatura medio massima
OOO (***)
OOOO (****)
CL
= (4/10 – 5/10 – 6/10) strozzatura media
= (2/10 – 3/10) strozzatura cilindrica modificata
= strozzatura cilindrica
Molti dei moderni fucili da caccia sono dotati di un sistema di strozzatura intercambiabile per far
fronte alle svariate esigenze dei cacciatori (tiri a breve e lunga distanza). Distinguiamo strozzatori
interni (inchok), strozzatori esterni (variomix) e strozzatori interni-esterni (in-out).
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CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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9. Bindella: le canne sono trattenute tra loro per mezzo di una striscia di metallo chiamata bindella che parte dall’inizio della canna defilandosi fino al mirino. La bindella serve anche come
linea di mira e per il raffreddamento delle canne, specie nei fucili sovrapposti e nei fucili automatici (bindella ventilata).
10. Mirino: il mirino è posto all’estremità della bindella o al centro dell’estremità delle due canne
se trattasi di doppietta priva di bindella. Il mirino serve per indirizzare il tiro sul bersaglio.
3.
LA CLASSIFICAZIONE DEI FUCILI
I moderni fucili da caccia si distinguono, in base alla conformazione delle canne, in tre
classi diverse:
 fucili a canna liscia;
 fucili a canna rigata;
 fucili combinati.
3.1
I fucili a canna liscia
I fucili a canna liscia o presentano l’interno della canna completamente liscio e vengono
usati con munizioni spezzate per uccelli e piccoli mammiferi o con cartucce a palla per gli ungulati. Costituiscono il gruppo di armi a maggiore diffusione e possono essere ad una sola canna
(monocanna), a due canne giustapposte (doppiette) e a due canne sovrapposte (sovrapposti).
I fucili ad anima liscia normalmente si compongono di tre parti principali: calcio, canne ed asta o
sottocanna. Per smontare una doppietta è necessario, dopo essersi assicurati che l’arma è scarica, togliere innanzitutto l’asta o sottocanna premendo il pulsante o alzando l’apposita levetta,
quindi agire sulla leva di apertura piegando il calcio in modo da permettere la separazione delle
canne dal calcio.
I fucili monocanna sono pieghevoli, solitamente di piccolo calibro, sono utilizzati per il tiro alla
piccola selvaggina.
La doppietta è il fucile da caccia “classico” per eccellenza, caratterizzato dalla presenza di due
canne affiancate, in genere basculanti. A parità di lunghezza di canna la doppietta è più corta dei
fucili automatici, ciò la rende più maneggevole e bilanciata. Ha il vantaggio non indifferente di
permettere sempre al cacciatore di scegliere con quale canna e quindi con quale strozzatura far
fuoco sul bersaglio. Presenta inoltre la sicura posta dietro la chiave facilmente attivabile o disattivabile.
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CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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Si distinguono le doppiette a cani esterni da quelle a cani interni. Il cane è quella parte del fucile
che colpisce il percussore, il quale a sua volta, percuote la capsula della cartuccia determinando
l’accensione della carica; il congegno viene azionato premendo uno dei due grilletti.
Doppietta con calcio all’inglese
Doppietta a cani esterni
I sovrapposti sono fucili a due canne basculanti ma, anziché affiancate sono sovrapposte. Le
due canne sovrapposte si sorreggono a vicenda e di conseguenza non effettuano pressioni verso
il basso. La convergenza delle canne non è simmetrica perché la canna superiore risulta dritta ed
in asse con il bersaglio, mentre l’inferiore converge verso l’alto quel tanto che basta per compensare l’abbassamento dei pallini a circa 40 metri di distanza, per effetto della gravità.
Fucile sovrapposto
Il Semiautomatico, ormai per lunga tradizione è conosciuto da tutti semplicemente come “automatico”.
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CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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Ha la peculiarità di espellere il bossolo sparato, reinserire nella canna un’altra cartuccia e contemporaneamente riarmare i congegni di sparo.
Nel semiautomatico a presa di gas la canna si trova solidamente unita al castello nel quale scorre
l’otturatore. A seconda delle marche all’interno della canna si trovano da 2 a 4 fori. Dopo lo sparo,
una volta transitati i pallini, una certa quantità di gas viene recuperata attraverso i fori ed esercita
una certa pressione su un pistoncino che rinculando provoca lo sblocco dell’otturatore che, a sua
volta, comprime una molla di recupero ed espelle il bossolo, infine carica il cane. In seguito la
molla precedentemente compressa, spinge in avanti l’otturatore che spinge in canna una nuova
cartuccia.
Nel semiautomatico a lungo rinculo o a canna rinculante (sistema Browning), canna e otturatore
rinculano insieme, separandosi solo dopo che i pallini sono usciti dalla bocca.
Anche nel semiautomatico a corto rinculo, otturatore e canna rinculano insieme, ma solo per un
breve tratto.
Nel semiautomatico a massa inerziale (sistema Benelli) la canna è fissa ed ancorata al castello
del fucile. Sono la massa dell’otturatore ed una robusta molla a determinare il ritardo dell’apertura
della camera di scoppio fin quanto i valori di pressione dello sparo non sono scesi a valori accettabili. La forza rimasta è utilizzata per l’espulsione del bossolo, il riarme del cane e la decompressione della molla di recupero permette il reinserimento di una nuova cartuccia in canna e il riposizionamento dell’otturatore.
Esistono inoltre in commercio automatici a ricarica manuale, detti “a pompa” nei quali il ricaricamento si effettua manovrando a stantuffo l’asta che avvolge il serbatoio delle cartucce.
Semiautomatico a presa di gas Beretta
3.2
I fucili a canna rigata
I fucili a canna rigata hanno l’interno della canna solcato da rigature intervallate ad ugua-
le distanza ed in rilievo, che percorrono con andamento elicoidale l’intera lunghezza della canna
stessa.
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CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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Si tratta di armi destinate a sparare cartucce a palla unica, utilizzate soprattutto per la caccia di
grossi mammiferi. Il proiettile della carabina da caccia ha una gran velocità iniziale che determina
una traiettoria tesa. Grazie alla rigatura interna delle canne i proiettili possono percorrere lunghe
distanze, in alcuni casi superano anche i 1500 metri. In questi casi bisogna assicurarsi che il
proiettile colpisca il bersaglio per evitare situazioni di pericolo.
Le armi ad una sola canna con sistema di ripetizione manuale o quelle a ripetizione semiautomatica sono comunemente dette carabine. La carabina è un’arma di massima precisione, che può
essere dotata di sistema ottico, allo scopo di abbattimenti a lunga distanza.
Carabina normale
3.3
I fucili combinati
I fucili combinati sono poco diffusi nel nostro paese con qualche eccezione nella zona
delle Alpi. Sono fucili che montano una canna liscia superiore ed una canna rigata inferiore (Billing), o due lisce superiori e una inferiore rigata (Drilling). Si possono avere anche due canne rigate appaiate e una canna rigata sottostante, oppure due canne sovrapposte e una terza collocata in modo asimmetrico su un fianco. Questi fucili sono utilizzati soprattutto nelle zone dove si
può avere l’occasione di cacciare indifferentemente sia la piccola selvaggina, sia gli ungulati.
Drilling
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CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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4.
IL CALIBRO
Il calibro è il diametro interno delle bocche da fuoco, esso distingue il tipo di arma e quin-
di la sua portata e potenzialità. Secondo la definizione del Farini il calibro è il diametro interno
delle armi da fuoco in relazione alla dimensione e al peso del proiettile di cui l’arma è capace.
Il calibro viene espresso in millimetri ( ad esempio un fucile calibro 5,56 ha un diametro interno
della canna pari a 5,56 mm).
Sono fabbricati diversi calibri. In Italia sono permessi solo i seguenti: 12 – 16 – 20 – 24 – 28 – 32
e 36.
Nei calibri 12, 20 e 36 vengono costruiti anche fucili chiamati “Magnum” con i quali si possono
sparare cartucce più potenti. I calibri 12, 16 e 20 sono i più usati per tutti i tipi di selvaggina anche
se il più impiegato in assoluto è il calibro 12.
5.
CARTUCCE DA CACCIA
La cartuccia da caccia è formata da una serie di elementi che costituiscono un unico cor-
po.
I fucili da caccia possono essere caricati sia con cartuccia a palla (figura 1), sia con cartuccia a
pallini (figura 2).
1. palla
2. bossolo
3. polvere da sparo
4. cartoncino
5. innesco
6. fondello
Figura 1 Cartuccia a palla
150
CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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1.
pallini
2.
bossolo
3.
borra – contenitore
4.
cartoncino
5.
polvere da sparo
6.
fondello
7.
innesco
Figura 2 Cartuccia a pallini
Il bossolo è strutturato come un tubo di plastica o di cartone cerato chiuso alla base da un fondello metallico. Il fondello contiene l’apparecchio d’ innesco e la polvere da sparo che sono a diretto
contatto.
L’altezza del fondello è variabile, nelle cartucce meno potenti è basso mentre in quelle più potenti
è alto. Sopra la polvere, è generalmente posto un cartoncino che ha la prerogativa di mantenere
costante in tutti i punti delle superfici la pressione generata dall’accensione della polvere. Al di
sopra del cartoncino si trova un elemento cilindrico denominato “borra” che in molte cartucce di
elevata potenza viene sostituito da un contenitore a forma di calice destinato a contenere la carica dei pallini.
La chiusura dei pallini può essere realizzata attraverso la chiusura stellare del bossolo o ponendovi un cartoncino impermeabile.
I pallini di diverse dimensioni sono di piombo puro o al nichel; questi ultimi, appaiono più resistenti alle deformazioni e sono più efficaci nel loro moto. I pallini devono presentarsi il più possibile
sferici, di diametro uguale tra loro, di determinata durezza e peso così da mantenere direzione,
velocità ed energia per un certo tempo.
La gittata è la distanza massima alla quale può arrivare il piombo. Ogni arma ha, in relazione alle
munizioni impiegate, una gittata massima, una efficace ed una utile. La gittata massima è quella
raggiungibile con la massima carica di lancio ed alla massima elevazione, la gittata efficace è
quella alla quale i proiettili conservano buona parte dell’energia iniziale al momento dell’urto; la
gittata utile è quella alla quale può essere ancora raggiunta una buona precisione di tiro.
Una maggiore gittata si ha sempre con pallini di dimensioni più elevate.
151
CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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I pallini contenuti in una cartuccia, a seconda del diametro, vengono definiti come indicati in tabella. Le cartucce con pallini più piccoli, cioè quelli con diametro inferiore, hanno la numerazione più
alta e sono utilizzate per la caccia ai piccoli volatili, mentre le cartucce con pallini più grandi, cioè
di diametro superiore hanno una numerazione più bassa e vengono utilizzate per la caccia ai
grossi volatili e per la caccia ai mammiferi.
CARTUCCE E LORO UTILIZZO
NUMERAZIONE PALLINI
Cartuccia a palla unica
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
6.
3,9
3,7
3,5
3,3
3,1
2,9
2,7
2,5
2,3
2,1
1,9
1,7
N. PALLINI PER N. PALLINI IN
GRAMMO
32 GRAMMI
2,9
3,4
4
4,78
5,8
7,1
8,77
11,1
14,2
18,7
93
109
128
153
186
227
281
355
454
598
25,2
35,2
806
1126
SELVATICO
Cinghiale e altri ungulati
Per tiri particolarmente lunghi anatre e
lepre
Lepre
Anatre maggiori e minori
Fagiano, Coturnice, Pernice rossa
Starna, Tortora
Beccaccia
Beccaccino, Quaglia
Allodola, Quaglia
Allodola
NORME DI SICUREZZA
Ogni volta che si va a caccia, ed in generale ogni volta che si maneggia un’arma, il cac-
ciatore deve tener presente che il fucile non è un giocattolo, ma un’arma e come tale può costituire un pericolo costante per l’incolumità della propria persona e per quella degli altri.
Durante l’esercizio della caccia è necessario assicurarsi che l’arma sia in perfetta efficienza e in
particolare, bisogna controllare che le canne non presentino rigonfiamenti o ammaccature (anche
lievi) e che i vari meccanismi (come ad esempio scatti, sicura) non presentino difetti di funzionamento. Anche elementi apparentemente secondari come la cinghia e gli anelli di aggancio, devono essere integri ed in buone condizioni, infatti la rottura della cinghia è annoverata tra le cause
più frequenti di incidenti, quando il fucile è portato a spalla, sia che la cinghia si spezzi in alto, sia
152
CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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in basso l’arma può cadere all’indietro ed un colpo partito accidentalmente può ferire o uccidere
la persona che segue.
Bisogna porre particolare attenzione in fase di caricamento dell’arma usando l’accortezza di chiudere l’arma carica tenendo sempre le canne rivolte verso il terreno.
Al fine di evitare lo scoppio delle canne è opportuno controllare che al loro interno non vi siano
foglie, terriccio od altro.
Anche mentre si caccia, il fucile va tenuto il più possibile in posizione verticale (canne rivolte
sempre verso il cielo).
Negli attraversamenti di terreni molto accidentati è sempre bene scaricare il fucile per ricaricarlo
solo dopo aver superato il punto difficile, inoltre ricordarsi sempre di:

sparare solo quando si è sicuri del bersaglio, si potrebbe correre il rischio di colpire accidentalmente qualcuno;

con l’arma evitare qualsiasi scherzo, anche quello più innocente;

scaricare sempre il fucile quando non viene usato;

tenere sempre le canne rivolte verso l’alto, mai ad altezza d’uomo;

non lasciare mai il fucile e le cartucce incustodite;

riporre sia l’arma che le cartucce possibilmente in due posti separati, e soprattutto che
non siano alla portata dei bambini;

7.
non utilizzare mai l’arma per farsi largo nella macchia, il fucile non è un bastone.
ETICA VENATORIA
Durante lo svolgimento dell’attività venatoria, occorre attenersi ad alcune regole di com-
portamento che possono essere riassunte nei seguenti punti:
a)
rispettare sempre la natura che ci circonda, i selvatici vivono grazie ad essa;
b)
rispettare il lavoro dei contadini evitando di danneggiare le colture;
c)
è dovere di ogni cacciatore sostenere attivamente la protezione dei boschi e della fauna selvatica;
d)
non considerare mai la fauna selvatica un tiro al bersaglio;
e)
il vero cacciatore deve evitare di andare a caccia all’estero per compiere mattanze;
f)
evitare di causare incendi: sono uno dei maggiori pericoli per l’habitat degli animali selvatici;
g)
il vero cacciatore non è un esibizionista: non deve mai mostrare il proprio carniere;
h)
non sparare mai ad un selvatico quando se non si è certi che non si può raccoglierlo;
i)
non raccogliere un capo di selvaggina abbattuto da altri;
153
CAPITOLO IV
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
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j)
non sparare al selvatico scovato da altri;
k)
evitare di “passare avanti” ad altri cacciatori;
l)
rispettare sempre il cacciatore anziano come nella vita di tutti i giorni, così nell’esercizio
dell’attività venatoria;
m) evitare le discussioni se si spara contemporaneamente sullo stesso selvatico;
n)
evitare l’uso e l’abuso di sostanze alcoliche prima e durante la battuta di caccia;
o)
rispettare sempre gli altri cacciatori e aiutarli se si trovano in difficoltà;
p)
rispettare e far rispettare la legge che è stata emanata per tutti.
“Non può definirsi CACCIATORE chi fa uso di richiami
non consentiti dalla legge”
154
CAPITOLO V
NORME DI PRONTO SOCCORSO
_____________________________________________________________________________________________________
1.
GLI INCIDENTI DURANTE LA CACCIA
Ogni cacciatore, durante la battuta di caccia, deve mostrarsi sempre molto accorto e
scrupoloso, in special modo quando altre persone sono presenti sul terreno di caccia.
Anche con tutta la prudenza purtroppo qualche volta si possono verificare incidenti.
In tal caso è importante conoscere le elementari norme di pronto soccorso. Bisogna sempre
portare con sé un kit di pronto intervento che offre tutto il necessario per le prime cure.
Quando si verifica un incidente, bisogna innanzitutto non perdere la calma, evitare azioni
inconsulte e dannose. Se le condizioni lo consentono è preferibile, qualora si ritenga necessario,
chiamare il pronto intervento (118).
Nel frattempo bisogna apportare al malcapitato le prime cure evitando di lasciarlo da solo, fino a
che non verrà affidato a persone competenti.
1.1
I più comuni incidenti da caccia
I più comuni incidenti da caccia sono: morso di vipera, punture d’insetti, attacco e arresto
cardiaco, ferite da punta e da taglio, ferite da arma da fuoco, emorragie, trauma cranico, fratture
degli arti e della colonna vertebrale, distorsioni, lussazioni, colpo di calore, congelamento,
assideramento, asfissia, ustioni e intossicazioni.
Morso di Vipera:
Il morso di vipera è forse l’incidente più temuto dal cacciatore. Quando si frequentano zone ove si
trovano vipere è opportuno essere protetti con calzature alte e calzettoni spessi. Il morso di
vipera è distinguibile per la presenza di due caratteristici forellini come rappresentati nella figura
1, distanti tra loro circa un centimetro e mezzo, tale misura può variare secondo la grandezza del
rettile ed è sempre accompagnato da un dolore improvviso e violento. Più tardi compaiono dolori
di testa, malessere generale, nausea e vomito, abbassamento della temperatura corporea,
brividi, calo della pressione arteriosa e collasso.
Dopo il morso di vipera far adagiare il soggetto, mantenerlo il più possibile rilassato
somministrando eventualmente degli analgesici. Lavare, disinfettare e fasciare bene con una
benda elastica o con un laccio di fortuna tutta la parte interessata e immobilizzarla come se fossa
rotta per limitare il più possibile la diffusione del veleno nell’organismo. Utilizzare una siringa
succhiaveleno, se disponibile, per aspirare e cercare di far uscire sangue dalla zona colpita.
Somministrare abbondanti bevande, ma non sostanze alcoliche. Procedere il più velocemente
169
CAPITOLO V
NORME DI PRONTO SOCCORSO
_____________________________________________________________________________________________________
al ricovero ospedaliero. L’eventuale somministrazione di siero antiofidico deve sempre essere
praticata da un medico.
Figura 1
Morsi e punture d’insetti
I sintomi di un morso d’insetto sono il risultato dell’iniezione di veleno o d’altre sostanze nella
pelle. Il veleno fa scattare una reazione allergica, immunologica. La gravità della reazione
dipende dalla sensibilità del soggetto al veleno dell’insetto o alla sostanza iniettata. La maggior
parte delle reazioni sono lievi e causano poco più di un noioso prurito accompagnato da gonfiore
che in genere scompare entro un giorno. Una reazione ritardata può invece causare febbre,
dolori alle articolazioni e gonfiore delle ghiandole. Si può avere sia la reazione immediata che
quella ritardata per lo stesso morso o puntura. Anche se, solo una piccola percentuale di persone
sviluppa reazioni più severe al veleno d’insetto. Api, vespe, calabroni e formiche rosse sono
tipicamente gli insetti più pericolosi.
In caso di puntura d’ape la prima cosa da fare è rimuovere il pungiglione grattandolo o
spazzandolo via con un bordo duro, come quello di una carta di credito. Successivamente
applicare una crema idrocortisonica tra lo 0,5 e l’1 percento, lozioni calmanti o una pasta di
bicarbonato di sodio sul morso o sulla puntura, molte volte al giorno finché i sintomi non
svaniscono. La crema si applica anche in caso di punture di vespe e calabroni che non lasciano il
pungiglione all’interno della ferita. Il rischio nel caso di puntura di questi insetti non sta tanto nella
puntura in sé, quanto nel possibile shock anafilattico che il veleno può far insorgere in individui
predisposti. In caso di puntura di zecca, non staccare mai il parassita forzandolo. Così facendo si
lascerebbe all’interno della ferita l’apparato boccale dell’animale, mentre è consigliabile far
cadere prima sul corpo della zecca qualche goccia d’olio, ammoniaca o benzina.
170
CAPITOLO V
NORME DI PRONTO SOCCORSO
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In caso di reazioni severe è opportuno chiamare il pronto soccorso o la guardia medica se si
riscontrano uno tra i seguenti sintomi: difficoltà nel respirare gonfiore delle labbra o della gola,
capogiri, svenimento, confusione, accelerazione del battito cardiaco, nausea e vomito.
In attesa del soccorso d’emergenza bisogna sdraiare la vittima a terra. Se la persona è cosciente
somministrargli un antistaminico. Se il soggetto è svenuto, sdraiarlo sul lato per permettere il
drenaggio della bocca, ma se non c’è respiro, movimento o risposta al tocco, cominciare il
massaggio cardiaco e la respirazione artificiale. Controllare se l’infortunato porta con sé un kit per
allergia contenente epinefrina, in tal caso seguire le indicazioni contenute nel kit.
Reazioni allergiche meno severe includono nausea lieve, diarrea o gonfiore più spesso di 5-10
cm di diametro sul sito della puntura. In presenza di questi sintomi andare prontamente dal
medico.
Asfissia
L’asfissia è provocata da un insufficiente apporto d’ossigeno. I sintomi sono: difficoltà respiratoria,
perdita di lucidità e in casi estremi, convulsioni, stato d’incoscienza e morte. È opportuno in caso
d’asfissia liberare le vie aeree.
Ferite da punta e da taglio
La ferita è una lesione dell’organismo con perdita della continuità del tessuto, che può essere
interna o esterna. Per la prima medicazione bisogna pulire la ferita possibilmente sotto l’acqua
corrente in modo da asportare tutti i residui di sporco e coprire con una garza sterile. Se la ferita
è molto profonda è necessario recarsi al pronto soccorso.
Ferite da arma da fuoco
In caso di ferita da arma da fuoco bisogna disinfettare i bordi della ferita, coprirla con garze sterili
chiamare il pronto intervento. In caso di ferita da arma da fuoco al torace bisogna sdraiare il
malcapitato al suolo sul lato della ferita per consentire una migliore espansione del polmone
illeso.
Emorragie
L’emorragia provoca la fuoriuscita di sangue dai vasi sanguini. In caso d’emorragie arteriose
gravi può non essere sufficiente comprimere la ferita, ma è necessario tentare di arrestare
l’emorragia agendo sui cosiddetti “punti di compressione”.
171
CAPITOLO V
NORME DI PRONTO SOCCORSO
_____________________________________________________________________________________________________
Le emorragie esterne causano la fuoriuscita di sangue da una ferita. In tal caso bisogna
comprimere fortemente l’arteria contro l’osso, applicare un laccio ( cinghia, bretella, corda
elastica o simili) alla radice dell’arto al fine di ridurre l’emorragia. Bisogna tener presente che
l’applicazione del laccio può essere prolungata per non più di 40-45 minuti.
Le emorragie interne, invece, possono essere secondarie ad un trauma o complicazioni di
malattie. Quando l’emorragia è di una certa gravità, compare malessere, pallore, sudorazione,
agitazione, polso frequente fino allo shock emorragico grave. In questi casi bisogna chiamare
tempestivamente il pronto intervento.
Trauma cranico
Indica qualsiasi azione lesiva ai danni del cranio e cervello. L’effetto più immediato è la perdita di
coscienza, forte mal di testa, vomito e vertigini. Bisogna adagiare l’infortunato in posizione
laterale di sicurezza e chiamare tempestivamente un soccorso. In caso d’emorragia da un
orecchio si deve inclinare il capo senza preoccuparsi di tamponarla.
Frattura degli arti e della colonna vertebrale
Le fratture degli arti sono quelle più frequenti a seguito d’urti o cadute. La frattura si riconosce dal
dolore della parte colpita e dall’impotenza funzionale. In presenza di fratture immobilizzare la
zona interessata mediante stecche di fortuna, evitando di bloccare la circolazione del sangue in
fase di fasciatura.
La frattura della colonna vertebrale avviene con una caduta dall’alto o in seguito ad un incidente
stradale. L’infortunato non riesce a muovere più gli arti inferiori e perde la sensibilità alle
estremità. Bisogna evitare in questi casi di flettere o ruotare il capo o il tronco. È opportuno
lasciare l’infortunato adagiato sul dorso, distenderlo fino a che non ci sia la possibilità di collocarlo
su una barella per gli opportuni soccorsi.
Distorsioni
La distorsione è la distensione di un arto con stiramento e a volte lacerazione dei legamenti.
L’articolazione si gonfia, i movimenti sono dolorosi ma possibili. In attesa del medico bisogna
effettuare impacchi freddi e una fasciatura non stretta.
172
CAPITOLO V
NORME DI PRONTO SOCCORSO
_____________________________________________________________________________________________________
Lussazioni
Le lussazioni sono caratterizzate dalla fuoriuscita di un osso dalla propria articolazione. Provoca
l’assoluta impossibilità di movimento, bisogna immobilizzare l’articolazione nella posizione in cui
si trova senza tentare alcuna manovra riduttiva.
Colpo di calore
Il colpo di calore è una patologia provocata da eccessiva esposizione al calore che si manifesta
con mal di testa, vertigini, nausea e vomito. In questo caso bisogna portare il soggetto all’ombra e
al fresco, liberarlo dagli abiti, somministrare bevande fresche non alcoliche, tenerlo disteso con la
testa lievemente sollevata.
Congelamento
In caso di congelamento bisogna avvolgere il malcapitato in una coperta e portarlo in un
ambiente moderatamente riscaldato. Le parti più colpite sono piedi, mani, orecchie e naso. I
sintomi sono formicolii, intorpidimento e perdita della sensibilità.
In tal caso è opportuno somministrare delle bevande calde non alcoliche e riscaldare le parti
congelate lentamente, è utile anche frizionare leggermente la parte interessata.
Assideramento
L’assideramento è la conseguenza di una prolungata esposizione al freddo. I suoi sintomi sono:
intorpidimento, sonnolenza, barcollamento, diminuzione della vista e perdita di coscienza.
Ustioni
Le ustioni sono lesioni della pelle provocate da agenti termici, chimici o fisici. La gravità delle
ustioni è proporzionata alla loro estensione e profondità. Si distinguono ustioni di I, II e III grado.
Le ustioni di I grado (le più lievi) si hanno quando la pelle appare semplicemente arrossata e da
luogo ad un dolore bruciante ma sopportabile.
Le ustioni di II grado sono caratterizzate da pelle gonfia, dolente, arrossata e cosparsa di
vescicole piene di liquido.
Le ustioni di III grado (le più gravi) si hanno quando la pelle appare annerita e letteralmente
carbonizzata.
In caso d’ustioni la prima cosa da fare è cercare di soffocare le fiamme con coperte o indumenti
vari. Successivamente occorre mettere la parte ustionata a contatto con acqua fredda. Se si
173
CAPITOLO V
NORME DI PRONTO SOCCORSO
_____________________________________________________________________________________________________
verificano ustioni di II e III grado dopo aver raffreddato la zona colpita con acqua, rivolgersi al più
vicino pronto soccorso.
Intossicazioni
Le intossicazioni sono provocate da sostanze nocive introdotte nell’organismo o da questo
prodotte. In caso di contatto dell’occhio con sostanze chimiche usate in agricoltura, bisogna
lavare abbondantemente con acqua e se necessario recarsi in ospedale. In caso d’ingestione di
frutta trattata con sostanze tossiche, usate in agricoltura, è opportuno provocare il vomito solo se
è trascorso poco tempo dall’ingestione.
1.2
Altri malori
Attacco e arresto cardiaco
I sintomi più comuni dell’attacco di cuore sono il respiro molto affannoso e dolore alla parte alta
dell’addome. Bisogna aiutare il paziente a sistemarsi nella posizione che gli è più comoda,
aiutarlo a liberarsi degli indumenti stretti ed esortarlo a respirare lentamente e profondamente. In
attesa dell’ambulanza coprire il paziente per evitare che abbia freddo, ma non tanto da farlo
sudare.
L’arresto cardiaco è l’arresto del cuore con conseguente blocco della circolazione e del respiro, si
riconosce dalla perdita di coscienza, pallore della cute, labbra ed unghie scure.
In caso d’arresto cardiaco chiamare tempestivamente il pronto intervento e nel frattempo
praticare al paziente la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco.
Massaggio cardiaco
Il massaggio cardiaco si pratica se non sono presenti i segni di circolazione, se non si riesce a
rilevare il polso carotideo. Per effettuare il massaggio cardiaco bisogna porsi al lato del paziente
e appoggiare il palmo della mano sulla parte centrale del torace, nella sua metà inferiore.
Successivamente si deve appoggiare il palmo dell’altra mano sul dorso della prima e con le
braccia distese e le spalle in posizione perpendicolare al torace del paziente, premere
decisamente verso il basso in direzione della colonna vertebrale in modo da ottenere, in un
individuo adulto un’escursione di 4-5 centimetri.
174
CAPITOLO V
NORME DI PRONTO SOCCORSO
_____________________________________________________________________________________________________
Infine bisogna sospendere bruscamente la compressione, permettendo al torace di riespandersi
senza staccare le mani per non perdere la posizione e per evitare rimbalzi.
In alcuni casi è opportuno abbinare al massaggio cardiaco la respirazione bocca a bocca.
Rianimazione respiratoria
Prima di compiere una rianimazione respiratoria bisogna asportare ogni materiale che è causa
d’ostruzione. Bisogna far assumere al paziente la posizione di sicurezza come indicata
nell’immagine e si può effettuare la respirazione bocca-bocca o bocca-naso.
Questa manovra consiste nel soffiare l’aria espirata dal soccorritore nelle vie respiratorie del
paziente, in particolare il soccorritore deve:
-
chiudere con due dita le narici del paziente;
-
inspirare profondamente;
-
applicare la sua bocca incrociata su quella del paziente;
-
espirare soffiando leggermente
175
CAPITOLO V
NORME DI PRONTO SOCCORSO
_____________________________________________________________________________________________________
Questa operazione può essere ripetuta con una frequenza di circa 14-16 atti al minuto. Qualora
fosse impossibile aprire la bocca del paziente a causa della contrattura dei muscoli è opportuno
soffiare l’area nelle narici mantenendo la bocca chiusa.
1.
2.
3.
Rovesciare la testa all’indietro per evitare che la lingua occluda le vie aeree.
Chiudere le narici del paziente ed inspirare profondamente.
Coprire con la propria la bocca del paziente, soffiarci dentro e controllare visivamente
l’espansione del torace
176
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 1
A
B
C
D
E
F
Da chi viene rilasciato il porto d'arma?
A che età si può ottenere il porto
d'arma per uso caccia?
A che cosa serve il tesserino di
caccia?
Che durata ha il tesserino di caccia?
Chi rilascia il tesserino di caccia?
Che cosa è il calendario venatorio?
1
Dal Prefetto
2
Dal Questore
3
Dal Presidente della Regione
1
A qualsiasi età
2
A 18 Anni
3
A 18 anni compiuti e dopo aver superato gli esami di abilitazione
all'esercizio venatorio
1
Ad esercitare la caccia nella Regione di appartenenza
2
Ad annotarci i capi di selvaggina prelevati nella giornata
3
Ad annotarci le giornate di caccia, l'A.T.C. in cui esercita l'attività e i
capi abbattuti
1
Sei anni dalla data del rilascio
2
Un anno solare
3
Una stagione venatoria
1
La Prefettura
2
La Provincia
3
La Regione
1
La carta che indica le località per l'esercizio della caccia
2
E' l'atto che indica le date di apertura e chiusura della caccia e le
norme regolamentari
3
E' il documento che fissa l'inizio della caccia
39
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 2
A
B
C
D
E
F
A chi deve essere inoltrata la domanda
per sostenere gli esami di caccia?
Che validità ha il porto d'arma?
Durante il primo anno di caccia cosa è
tenuto a fare il cacciatore?
Quanto dura la validità della tassa di
concessione governativa per il porto
d'arma?
Quali documenti deve portare con se il
cacciatore durante l'attività di caccia?
Il cacciatore che accompagna chi è
alla prima licenza di caccia, da quanti
anni deve avere il porto d'arma?
1
Alla questura
2
Alla Provincia di appartenenza
3
All'Amministrazione Regionale
1
Tre anni
2
Sei anni
3
Dieci anni
1
A farsi accompagnare dal tutore
2
3
A farsi accompagnare da un cacciatore che abbia il porto d'arma da
almeno tre anni
A farsi accompagnare da un guardiacaccia
1
Una stagione venatoria
2
365 giorni dalla data del rilascio del porto d'arma
3
Sei anni dalla data del versamento
1
Il porto d'arma
2
Il tesserino, l'assicurazione ed il porto d'arma
3
Soltanto il tesserino di caccia
1
Due anni
2
Tre anni
3
Sei anni
40
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 3
A
B
C
D
E
F
Che validità ha il tesserino regionale di
caccia?
A fine stagione venatoria il tesserino
regionale:
Come viene considerata dalla legge la
fauna selvatica?
Quali dei seguenti animali fanno parte
della fauna selvatica?
Chi emana il calendario venatorio?
Per ambiti territoriali di caccia si
intende:
1
Ha validità nazionale
2
Ha validità solo nella Regione di residenza
3
Ha validità solo in una Provincia della propria Regione
1
Può essere conservato nel proprio archivio
2
Può essere distrutto
3
Va riconsegnato alla Provincia che lo ha rilasciato entro i termini
previsti nel Calendario Venatorio
1
Patrimonio indisponibile dello Stato
2
Proprietà dell'A.T.C. in cui si trova
3
Patrimonio del Comune
1
Polli ruspanti
2
Lepri
3
Volpini Italiani
1
La Giunta Regionale
2
Il Consiglio Provinciale
3
La Comunità Montana
1
Il territorio della Regione di residenza
2
Il territorio destinato alla caccia programmata
3
L'ambito in cui si è ammessi a praticare la caccia
41
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 4
A
B
C
D
E
F
A chi è consentito l'accesso nelle zone
di caccia programmata?
Per caccia programmata si intende:
La caccia programmata è estesa a:
Quanti Ambiti Territoriali di Caccia ci
sono nella Regione Molise?
Che compiti hanno gli A.T.C.?
In un A.T.C. chi può andare a caccia
senza autorizzazione?
1
Solo ai cacciatori ammessi
2
Solo ai cacciatori residenti nella Regione
3
Solo ai cacciatori residenti nella zona
1
Il programma che il cacciatore elabora prima dell'inizio della stagione
venatoria
Il programma per un corretto uso del territorio
2
3
Il prelievo venatorio consentito in base alla consistenza faunistica in
un ambito territoriale di caccia
1
Tutto il territorio nazionale
2
Solo alla Regione Molise
3
Solo alle Regioni a statuto speciale
1
Due
2
Quattro
3
Tre
1
Compiti di pianificazione faunistico venatoria
2
Compiti di gestione faunistico e organizzazione della caccia
3
Coordinamento dell'attività di vigilanza venatoria
1
I componenti del comitato direttivo
2
Nessuno
3
Chi è iscritto ad un'Associazione Venatoria
42
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 5
A
B
C
D
E
F
Perché i piccoli del cinghiale hanno il
manto rigato?
Fino a che età i cinghiali mantengono il
manto rigato?
Qual è il nome scientifico della
beccaccia?
Qual è il nome scientifico della
coturnice?
Qual è il tratto distintivo della folaga?
Quale specie è cacciabile dal 1 ottobre
al 31 dicembre o dal 1 novembre al 31
gennaio?
1
Per difendersi dal freddo
2
Per meglio mimetizzarsi con l'ambiente
3
Per farsi riconoscere dai genitori
1
Fina a sei settimane
2
Fino a due anni
3
Fino a sei mesi circa
1
(Scolopax rusticola)
2
(Anas crecca)
3
(Fringilla montifringilla)
1
(Alectoris graeca)
2
(Alectoris rufa)
3
(Coturnix coturnix)
1
Le macchie bianche ai lati del collo
2
Il lungo becco appuntito
3
La grande placca bianca sulla fronte
1
Il cinghiale
2
La coturnice
3
La lepre
43
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 6
A
B
C
D
E
F
A quale della seguente fauna la caccia
si chiude al 31 dicembre?
Nel Molise la caccia al fagiano si
chiude il:
Quale delle seguenti specie
cacciabile sino al 31 gennaio?
Quale della seguente fauna
cacciabile sino al 31 gennaio?
è
è
In che tipo di ambiente vivono i
beccacccini?
Qual è il nome scientifico della
Quaglia?
1
Alla lepre
2
Alla folaga
3
Al germano reale
1
31 di dicembre
2
31 di gennaio
3
15 di gennaio
1
La beccaccia
2
La lepre
3
La coturnice
1
L'allodola
2
La martora
3
Il germano reale
1
In stoppie di grano
2
In zone acquitrinose
3
In zone boscate
1
(Alectoris rufa)
2
(Coturnix coturnix)
3
(Turdus merula)
44
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 7
A
B
C
D
E
F
Qual è il nome scientifico del
Cinghiale?
Sino a che data si può cacciare
l'allodola?
Quale specie è cacciabile sino al 31
gennaio?
Il merlo acquaiolo è cacciabile da
quale data?
Quale della seguente fauna
cacciabile sino al 31 dicembre?
è
Quale della seguente fauna è
cacciabile dalla terza domenica di
settembre al 31 gennaio?
1
(Dama dama)
2
(Vulpes vulpes)
3
(Sus scrofa)
1
Al 31 gennaio
2
Al 31 dicembre
3
Al 30 novembre
1
La cesena
2
Il merlo
3
Il camoscio d'Abruzzo
1
Dal 1° settembre a 31 dicembre
2
Dalla terza domenica di settembre al 31gennaio
3
Mai
1
Il tordo bottaccio
2
L'alzavola
3
Il merlo
1
La quaglia
2
La marziaiola
3
Il merlo
45
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 8
A
B
C
D
E
F
Quale della seguente fauna
cacciabile fino al 31 gennaio?
è
Si può cacciare il lucherino?
Quale della
cacciabile?
seguente
fauna
è
Nel Molise in quali delle seguenti zone
si può esercitare la caccia in periodi di
chiusura?
A quale distanza minima occorre stare
per poter sparare in direzione di una
strada provinciale?
E' consentito cacciare la beccaccia
all'aspetto?
1
La lepre
2
La folaga
3
La starna
1
No
2
Dal 1° settembre al 31 dicembre
3
Dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio
1
La folaga
2
Il tarabuso
3
Il cavaliere d'italia
1
Nelle zone di ripopolamento e cattura
2
Nell'ambito territoriale prescelto
3
Nei quagliodromi
1
A non meno di 200 metri
2
A non meno di 150 metri
3
A non meno di 100 metri
1
No
2
Si
3
Solo al crepuscolo
46
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 9
A
B
C
D
E
F
Quando si può esercitare la caccia a
bordo di autoveicoli?
E' consentito esercitare la caccia a 50
m da una casa?
A quale distanza minima è consentito
sparare in direzione di case, strade e
posti di lavoro?
Si può cacciare da aeromobili?
A che distanza dai confini di una zona
di ripopolamento si può esercitare
l'attività venatoria?
A quale distanza minima si può
sparare avendo alle spalle una linea
ferroviaria?
1
Solo se si vuole abbattere la lepre di notte
2
Mai
3
Solo nelle strade poderali ed interpoderali
1
No, ci vogliono almeno 100 metri
2
Si
3
Si, purchè si spara in direzione opposta
1
A non meno di 100 metri
2
A non meno di 150 metri
3
A non meno di 300 metri
1
A non meno di 100 metri
2
No
3
Si
1
A 0 metri
2
A 50 metri
3
A 100 metri
1
A non meno di 50 metri
2
A non meno di 100 metri
3
A non meno di 150 metri
47
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 10
A
B
C
D
E
F
E' consentito esercitare la caccia
vicino a macchine operatrici agricole in
funzione?
In quale giorno della settimana oltre al
venerdì non è consentito cacciare?
E' consentita la caccia notturna alla
lepre?
Quanti giorni alla
consentita la caccia?
settimana
è
Quando una festività cade di martedì,
si può andare a caccia?
La caccia è consentita sino a che ora?
1
No
2
Si, purchè a distanza minima di 100 metri
3
Si, purchè si spari in direzione opposta
1
Il martedì
2
Il mercoledì
3
Il giovedì
1
Dalla 3° settimana di settembre al 31 dicembre
2
No
3
Solo nelle giornate consentite dal calendario venatorio
1
Tre
2
Quattro
3
Cinque
1
Si
2
Dipende dai regolamenti regionali
3
No
1
Sino al tramonto
2
Sino ad un'ora dopo il tramonto
3
Sino ad un'ora prima del tramonto
48
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 11
A
B
C
D
E
F
Qual è l'orario in cui è consentita la
caccia?
Quando si può esercitare la caccia
nelle giornate di martedì e venerdì?
Si può cacciare con un fucile
semiautomatico c.12 a 5 colpi munito
di riduttore fisso che ne limita l'uso a
tre?
Chi può usare la pistola per esercitare
la caccia?
E' consentita la caccia con l'uso
dell'arco e del falco?
E' consentito l'uso a scopo venatorio di
un'arma munita di silenziatore?
1
Dall'alba al tramonto
2
Da un'ora prima dell'alba ad un'ora dopo il tramonto
3
da un'ora prima del sorgere del sole al tramonto
1
Quando cadono in giornate festive
2
Mai
3
Dipende dal Calendario Venatorio
1
Si
2
No
3
Dipende dalle leggi regionali
1
Solo gli agenti venatori
2
Nessuno
3
Tutti i possessori di porto d'arma
1
Si
2
No
3
Solo nel primo mese di caccia
1
Si
2
Solo alle guardie della Provincia
3
No
49
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 12
A
B
C
D
E
F
Per esercitare la caccia con l'arco è
necessario:
E' consentita la caccia negli stagni?
E' consentita la caccia a rastrello?
E' sempre consentito l'addestramento
dei cani da caccia?
Per tassidermia si intente:
Nelle oasi di protezione si possono
abbattere:
1
La licenza di caccia
2
Una speciale autorizzazione
3
Il solo tesserino venatorio
1
Si, solo con l'autirizzazione del Coni
2
No
3
Si, solo se l'acqua è profonda
1
Si
2
Solo in tre persone
3
No
1
Si
2
No, solo in alcune zone ed in determinati periodi
3
Solo nelle zone di ripopolamento e cattura
1
La caccia al tasso con l'uso del segugio
2
L'esercizio venatorio alla tipica fauna appenninica
3
La tecnica per la conservazione degli animali morti
1
Solo i nocivi
2
Solo gli storni
3
La caccia è sempre vietata
50
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 13
A
B
C
D
E
F
Che cosa sono le riserve naturali?
Che cosa sono le Aziende AgriTuristico Venatorie?
Che cos'è l'Istituto Nazionale per la
Fauna Selvatica?
Quale Ente approva e pubblica il
Calendario e Regolamento Venatorio?
Che cosa fa il Consiglio Regionale del
Molise in materia venatoria?
Che cosa fa la Giunta Regionale del
Molise in materia di caccia?
1
Aree protette con il divieto di caccia
2
Piccole aree destinate alla caccia programmata
3
Zone di caccia riservate ai naturali del luogo
1
Zone di caccia riservate ai turisti
2
Zone destinate all'allevamento di fauna selvatica a scopo alimentare
3
Zone di caccia istituite per l'integrazione del redditto agricolo
1
E' l'unione nazionali delle Associazioni Venatorie (UNAVI)
2
3
E' l'organo nazionale di consulenza tecnico-scientifica in materia di
caccia
E' un centro pubblico di allevamento di fauna selvatica
1
La Provincia
2
La Regione
3
La Comunità Montana
1
Approva annualmente il calendario venatorio
2
Autorizza la caccia nei Parchi regionali
3
Emana leggi e regolamenti
1
2
Approva e pubblica annualmente il calendario venatorio e relativo
relativo regolamento
Autorizza la cattura di fauna selvatica nelle apposite zone
3
Niente, in quanto ha delegato tutto alle Province
51
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 14
A
B
C
D
E
F
Che
cosa
Venatoria?
è
un'Associazione
Che compiti hanno le Associazioni
Venatorie?
Per la vigilanza sulla caccia
un'Associazione Venatoria può avere
proprie guardie volontarie?
In quali di questi casi si applica
l'arresto e l'ammenda?
Per cacciare è obbligatorio essere
assicurati per la responsabilità civile
verso terzi?
In quale di questi casi, se recidivi, vi è
anche l'esclusione della licenza?
1
E' un gruppo di cacciatori che effettua una battuta di caccia
2
3
E' l'associazione che rilascia, per l'esercizio della caccia ,
l'assicurazione per la responsabilità civile verso terzi
Una libera organizzazione di cacciatori
1
Di organizzare battute di caccia in zone pericolose
2
Di predisporre il Calendario Venatorio
3
Di educare i cacciatori nei confronti dell'attività venatoria
1
No
2
Si
3
Solo se autorizzate dalla Giunta Regionale
1
Non eseguire le dovute prescrizioni sul tesserino di caccia
2
Esercitare l'uccellagione
3
Caccia in terreni adibiti ad attività sportiva
1
No
2
E' facoltativo
3
Si
1
Praticare la caccia nelle giornate di silenzio venatorio
2
Addestrare i cani da caccia in periodo non consentito
3
Esercitare l'attività venatoria durante il periodo di chiusura generale
della caccia
52
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 15
A
B
C
D
E
F
Che cosa comporta cacciare senza
aver pagato le tasse di concessione?
Che cosa comporta l'uccisione di un
orso?
Che cosa comporta l'uccisione di un
cinghiale nel mese di novembre?
Che cosa comporta l'uccisione di un
rapace diurno?
Che cosa comporta cacciare in una
zona di ripopolamento e cattura?
Che cosa comporta esercitare la
caccia in un'azienda faunisticovenatoria senza permesso?
1
La revoca della licenza di porto di fucile per uso caccia
2
La sospensione della licenza per 5 anni
3
Una sanzione amministrativa da £. 300.000 a £ 1.800.000
1
L'arresto da tre mesi ad un anno e l'ammenda da 2 a 12 milioni di
lire
Una sanzione amministrativa da £. 300.000 a £ 1.800.000
2
3
Nulla in quanto è selvaggina cacciabile dall'1° ottobre al 31
dicembre
1
L'esclusione della licenza per un anno
2
L'ammenda e la sospenzione della licenza
3
Nulla in quanto è selvaggina cacciabile
1
Una sanzione amministrativa
2
I complimenti della Provincia in quanto è selvaggina nociva
3
L'ammenda e la sospenzione della licenza
1
La sospenzione della licenza
2
Una pesante sanzione amministrativa
3
L'arresto fino a sei mesi e l'ammenda da lire 900.000 a lire
3.000.000
1
La sospensione della licenza di porto di fucile per uso caccia
2
Una sanzione amministrativa da £ 300.000 a £.1.800.000
3
Una multa da stabilire a cura del gestore dell'azienda
53
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 16
A
B
C
D
E
F
Che cosa comporta cacciare in un
ambito territoriale di caccia senza
permesso?
Che cosa comporta l'uccisione della
femmina del fagiano?
Che cosa comporta l'uccisione di un
cinghiale con il manto pezzato?
Che sanzione è prevista per chi non
effettua sul tesserino le prescritte
annotazioni?
Quale sanzione è prevista per chi
porta o trasporta fucili non in custodia
quando la caccia non è consentita ?
Quale sanzione è prevista per chi
caccia gli ungulati con munizione
spezzata?
1
La sospensione della licenza di porto di fucile per uso caccia
2
3
Una sanzione amministrativa da lire 300.000 a lire 1.800.000 e la
sospenzione della licenza in recidiva
Una sanzione amministrativa da £. 150.000 a £. 900.000
1
Una sanzione amministrativa
2
Nulla, in quanto è specie cacciabile
3
La sospensione della licenza per un anno
1
Nulla, perché è selvaggina cacciabile
2
La revoca della licenza
3
Una sanzione amministrativa
1
Una sanzione amministrativa da £. 150.000 a £. 900.000
2
Una sanzione penale
3
La sospensione della licenza per un periodo di 10 anni
1
Una sanzione amministrativa
2
La revoca della licenza e il sequestro dell'arma
3
La sospensione della licenza per 6 anni
1
Una sanzione amministrativa
2
Un'ammenda e la sospensione della licenza in recidiva
3
La revoca, in recidiva, della licenza
54
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 17
A
B
C
D
E
F
Chi caccia in un 'oasi di protezione a
quale pena è soggetto?
Quale
sanzione
comporta
l'abbattimento di una pispola?
In quali di questi casi, se recidivi, vi è
la sospensione della licenza?
In quale dei seguenti casi vi è la
revoca della licenza?
Qual sanzione è prevista per chi
caccia con l'uso del registratore quale
richiamo?
In quale di questi casi se, recidivi, vi è
l'esclusione definitiva della licenza?
1
Ad una pesante ammenda
2
All'arresto
3
All'arresto fino a sei mesi ed al pagamento di un'ammenda
1
Nessuna in quanto è fauna cacciabile
2
L'arresto da 2 a 8 mesi o l'ammenda da £ 1.500.000 a £. 4.000.000
3
Sanzione amministrativa
1
Abbattere una martora
2
Caccia a rastrello in più di tre persone
3
Caccia d'appostamento alla beccaccia
1
2
Caccia senza aver effettuato il versamento della tassa di
concessione governativa
Abbattimento di un camoscio d'Abruzzo
3
Abbattimento della selvaggina oltre il numero di capi consentito
1
2
Un'ammenda da £. 300.000 a £. 1800.000 e la confisca del
registratore
Una sanzione amministrativa
3
La revoca della licenza
1
Caccia in periodo di chiusura generale
2
Caccia in un'A.T.C. senza la dovuta autorizzazione
3
Abbattere selvaggina oltre il numero consentito
55
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 18
A
B
C
D
E
F
In quale dei seguenti casi è previsto
l'arresto e l'ammenda?
In quale di questi casi è previsto
l'arresto o l'ammenda?
In quale di questi casi può scattare
l'arresto?
Che qualifica hanno gli agenti di
vigilanza dipendenti dalle Province?
Che qualifica hanno le guardie
volontarie delle Associazioni Venatorie
o Protezionistiche?
Gli agenti di vigilanza della Provincia
dove possono esercitare la caccia?
1
Abbattere un orso
2
Abbattere la starna
3
Esercitare l'uccellagione
1
Esercitare la caccia in forma diversa da quella prescelta
2
Caccia col segugio alla beccaccia
3
Esercitare la caccia in periodo di divieto generale
1
Caccia nel mese di maggio
2
A chi non esegue le dovute prescrizioni sul tesserino
3
Addestrare i cani in periodo non consentito
1
Sono guardie venatorie
2
Sono agenti di polizia urbana
3
Sono agenti di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza
1
Sono agenti di polizia giudiziaria
2
Sono pubblici Ufficiali
3
Sono agenti di pubblica sicurezza
1
Solo nella propria provincia
2
Nel comune di residenza
3
Nel territorio di un'altra Provincia
56
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 19
A
B
C
D
E
F
E' sequestrabile il cane?
Gli agenti delle Province possono
sequestrare la selvaggina in caso
d'infrazione alle legge sulla caccia?
Gli
agenti
volontari
possono
sequestrare i mezzi di caccia in caso
di infrazione alla legge sulla caccia?
Può un guardiacaccia volontario
sequestrare la selvaggina?
La qualifica di guardia volontaria può
essere concessa:
Gli agenti delle Province possono
sempre sequestrare i mezzi di caccia?
1
Solo se arreca eccessivo disturbo alla fauna protetta
2
Solo se danneggia i campi coltivati
3
No
1
No
2
Si
3
Solo per certe violazioni
1
No
2
Si
3
Solo per le infrazioni più gravi
1
No
2
Si
3
Solo in alcuni casi
1
A tutti coloro che ne facciano richiesta
2
Solo a chi abbia superato apposito esame di idoneità
3
Solo a chi si dichiara disponibile a collaborare con le guardie della
Provincia
1
No
2
Si
3
Solo per contravvenzioni di natura penale
57
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 20
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 21
#VALORE!
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 22
DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA
N. 23
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 1
A
B
C
D
E
F
Cosa sono le stoppie?
A che cosa è sogggetto un'organismo?
A che cosa da vita un sistema
ecologico?
I cosiddetti cereali vernini in che
periodo vengono seminati?
Che cosa sono i diserbanti?
Che cosa sono gli anticrittogamici?
1
Boschetti posti a macchia di leopardo
2
Terreni non lavorati da diversi anni
3
I residui colturali che rimangono sui terreni dopo le operazioni di
raccolta dei cereali
1
Ad un ecosistema
2
Ad un corridoio ecologico
3
All'ambiente
1
Ad un complesso entro il quale la vita è possibile
2
Alle società primitive
3
Ad un habitat
1
Con l'inizio della primavera e fino alla fine di maggio
2
Dalla metà di ottobre alla seconda decade di novembre
3
Dalla fine di giugno alla prima decade di agosto
1
Sono prodotti chimici che servono ad eliminare dai campi le erbe
infestanti
Sono piccoli insetti che si nutrono prevalentemente di erba
2
3
Sono prodotti chimici che se impiegati sempre assicurano la giusta
copertura dei manti erbosi
1
Sono uccelli appartenenti alla famiglia dei corvidi
2
Sono prodotti chimici usati per combattere i parassiti delle piante da
frutto
3
Sono prodotti chimici usati per combattere gli attacchi fungini
77
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 2
A
B
C
D
E
F
Perché alcuni
insettivori?
uccelli
si
dicono
Perché hanno molta somiglianza con gli insetti
2
Perché si cibano prevalentemente di insetti
3
Perché vivono insieme agli insetti
1
3
E' la scienza che studia il sistema per mantenere i boschi sempre
puliti
E' la scienza che studia la relazione tra gli esseri viventi e l'ambiente
in cui vivono
E' la scienza che studia il comportamento della fauna selvatica
1
Si
2
No
3
Solo se i mezzi si muovono a benzina normale
1
Darwin
2
Haeckel
3
Watson
1
Marzo
2
Giugno Luglio
3
Ottobre
1
Le sostanze chimiche fertilizzanti
2
Siepi, zone marginali boschetti
3
Recupero di prati
2
Che cosa è l'ecologia?
La meccanizzazione agricola produce
danni alla fauna selvatica?
Chi nel 1869 da la definizione di
ecologia?
In quale mese si
normalmente il grano?
1
raccoglie
Quali elementi del paesaggio agrario
sono importanti per molte specie
selvatiche?
78
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 3
A
B
C
D
E
F
In quale periodo il settore agricolo ha
attraversato
un
periodo
di
specializzazione?
Quale fra questi mammiferi trova il suo
habitat ideale in un prato?
Che cosa ha comportato l'eleminazione
di siepi, arbusti e terreni incolti?
A cosa servono i pesticidi?
Che cos'è l'ecosistema?
Se un cacciatore arreca danni alle
colture agricole chi deve risarcire i
danni?
1
Dall'immediato dopoguerra
2
Negli anni Settanta
3
Prima della seconda guerra mondiale
1
Lepre
2
Cinghiale
3
Volpe
1
L'aumento delle fonti alimentari
2
Non ha inciso né sulla fauna né sull'ambiente
3
La scomparsa di zone di rifugio e nidificazione
1
A combattere gli organismi nocivi
2
Ad alimentare le specie selvatiche
3
A tutelare la flora
1
Luogo dove vive un animale o una pianta
2
3
Insieme delle condizioni chimico fisiche a cui è soggetto
un'organismo
Unità ecologica fondamentale
1
La Provincia
2
L'Ambito Territoriale di Caccia
3
Il cacciatore che danneggia
79
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 4
A
B
C
D
E
F
Vi è correlazione fra selvaggina e
ambiente?
Quale fauna può vivere in un territorio
con un buon equilibrio naturale?
Normalmente in Molise in che periodo
inizia la raccolta delle olive?
Che cos'è il triticale?
Quale cause ha avuto l'avvento
dell'agricoltura moderna intensiva?
Che cosa è lo smog?
1
A volte
2
Mai
3
Si
1
Solo gli ungulati
2
Solo le lepri
3
Tutte le specie faunistiche
1
Ottobre
2
Gennaio
3
Luglio
1
Coltura cerealicola ottenuta da grano e dal segale
2
Uccello appartenente alla famiglia dei corvidi
3
Pianta che cresce spontaneamente negli anfratti rocciosi
1
Nessuna causa
2
Ha causato il declinio della biodiversità
3
ha causato la limitazione della caccia
1
E' una sostanza chimica utile all 'agricoltura
2
E' l'abito che si usa per le grandi occasioni
3
E' nebbia impregnata di residui di combustione
80
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 5
A
B
C
D
E
F
Quale della seguente fauna è più
dannosa alle colture agricole?
Nel caso ci si trovi nelle vicinanze di un
incendio boschivo che cosa si deve
fare?
In un fondo in attività di coltura chi può
andare a caccia?
Qual è il significato della parola habitat
Da chi viene effettuata la liquidazione
dei danni arrecati alle colture agricole
dalla fauna selvatica in un'oasi di
protezione?
Chi sono gli agenti preposti alla
sorveglianza del patrimonio boschivo?
1
Il fenicottero
2
La volpe
3
Il cinghiale
1
Allontanarsi rapidamente e avvisare la stazione forestale più vicina
2
Sparare la selvaggina che scappa
3
Scattare qualche foto interessante
1
Nessuno
2
Solo il conduttore o il proprietario del fondo
3
I guardiacaccia volontari autorizzati dalla Provincia
1
Centro abitato
2
Ambiente ottimale per una o più specie
3
Zona di bosco ceduo
1
Dalle Associazioni Protezionistiche
2
Dall'Amministrazione Provinciale competente per territorio
3
Dalle Associazioni degli agricoltori
1
Le guardie zoofile
2
Le guardie forestali
3
Le guardie volontarie
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 6
81
A
B
C
D
E
F
Qual è la causa maggiore della
degradazione dei boschi?
Gli incendi boschivi che cosa causano
alla selvaggina?
Per quale finalità si istituiscono le
Aziende Agri-Turistico Venatorie?
Quale coltura è maggiormente preferita
dal fagiano?
Cosa si intende per flora?
Quali specie di uccelli danneggiano
maggiormente le semine di cereali?
1
Il pascolo
2
La siccita
3
Il fuoco
1
Non hanno alcuna influenza
2
Provocano la scomparsa della fauna selvatica
3
Causano la bruciatura delle penne
1
Per favorire un'attività turistica
2
Per darle in gestione alle associazioni protezionistiche
3
Per salvaguardare la fauna di allevamento artificiale
1
Il trifoglio
2
La barbabietola
3
Il granoturco
1
2
Complesso delle specie vegetali che vivono in un determinato
territorio
Piante ornamentali
3
Estensione notevole di terreno costituito da piante di varie specie
1
Gli erbivori
2
I granivori
3
Gli insettivori
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 7
82
A
B
C
D
E
F
La fauna selvatica è tutelata dalle leggi
italiane nell'interesse:
Quali sostanze sono maggiormente
nocive alla selvaggina?
Perché il cacciatore deve conoscere le
abitudini dei selvatici?
Qual è la scienza che studia le
relazioni tra gli esseri viventi e
l'ambiente?
Cos'è un incolto?
Quando il grano è in attualità di
coltivazione?
1
Dei cacciatori
2
Degli agricoltori
3
Della collettività
1
I concimi organici
2
I diserbanti chimici
3
I rifiuti solidi urbani
1
Per poterli cacciare
2
Per assicurare la sopravvivenza nel loro habitat
3
Per essere consapevole e misurato nell'uso delle risorse naturali
1
La zoologia
2
La biologia
3
L'ecologia
1
Un cacciatore che non conosce i regolamenti di caccia
2
Un terreno non coltivato
3
Un terreno arato
1
Al momento della semina
2
Al momento del raccolto
3
Dal momento della semina fino al raccolto
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 8
83
A
B
C
D
E
F
Perché occorre conservare l'ambiente
naturale?
Il medicaio che tipo di prato è?
Cosa si intende per bosco ceduo?
La bruciatura delle stoppie cosa
provoca alla selvaggina?
Gli ungulati sono dannosi al bosco?
Si può cacciare in un terreno di recente
rimboschimento?
1
Perché è indispensabile alla vita degli animali e dell'uomo
2
Per evitare problemi ambientali
3
Per preservare la fauna
1
Un prato pascolo di montagna
2
Un prato artificiale
3
Un prato inglese
1
Un bosco in cui gli alberi vengono periodicamente tagliati
2
Un insieme di piante resinose
3
Un bosco che si rinnova solo per piantagione
1
La distrugge
2
La richiama
3
La fa aumentare
1
Sempre
2
Solo in numero eccessivo
3
Mai
1
No
2
Solo se si conosce l'esatta ubicazione delle piantine
3
Solo ad appostamento
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 9
84
A
B
C
D
E
F
Se il cacciatore con una fucilata rovina
una pianta chi paga i danni?
La starna può vivere indifferemente in
qualsiasi ambiente?
Che cosa si intende per nicchia
ecologica?
Chi ha il
l'ambiente?
dovere
di
rispettare
Una importante coltura cerealicola
appetita dalla quaglia è:
Che cosa determina intossicazioni
acute e croniche negli animali?
1
La Provincia competente per territorio
2
Il Sindaco di quel Comune
3
Il cacciatore che ha sparato
1
Si
2
No, ha bisogno di un ambiente proprio
3
Non ha alcuna importanza perché si adatta ovunque
1
2
Spazio fisico occupato da un'organismo unitamente alla funzione che
esso svolge
Prodotti chimici usati in agricoltura
3
Rapporto esistente tra animali e ambiente fisico
1
Gli ambientalisti
2
Solo i turisti
3
Tutti i cittadini
1
L'erba medica
2
Il grano
3
Il trifoglio
1
I diserbanti
2
L'ingestione di erbe velenose
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 10
3
Le punture di insetti
85
A
B
C
D
E
F
La cornacchia grigia può arrecare
danno alle colture agricole?
Le oasi di protezione sono destinate:
Il territorio molisano è costituito
principalmente da:
L'attività di
svolgersi?
caccia
come
deve
Cosa si intende per vocazionalità
faunistica di un determinato territorio?
In quale dei seguenti ambienti è
1
No
2
Solo durante il raccolto
3
Si
1
Allo svolgimento di silenziose gare cinofile
2
Al ripopolamento ed alla cattura della fauna
3
Al rifugio, alla riproduzione ed alla sosta della fauna selvatica
1
Collina
2
Montagna
3
Pianura
1
Preservando i boschi
2
Cacciando le specie dannose per l'ambiente
3
Evitando qualsiasi danno all'agricoltura e ai boschi
1
La tendenza per determinate specie faunistiche di stabilirsi in un dato
territorio
la preferenza a nidificare in un determinato territorio
2
3
Il rapporto tra maschi e femmine di una stessa specie in un
determinato territorio
1
In un medicaio da seme
2
Terreno incolto
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 11
F
possibile esercitare la caccia?
3
Coltivazione di mais
86
A
B
C
D
E
Il piano faunistico
persegue?
quali
finalità
Cosa sono le colture a perdere?
Quali specie arboree sono più
rappresentate nei boschi naturali del
Molise ?
A cosa serve la barra d'involo ?
Perché sono importanti le siepi ai fini
faunistici ?
1
L'armonizzazione di tutti gli interessi (agricoli, faunistici, venatori)
2
La limitazione della caccia
3
La limitazione della caccia e la tutela delle coltivazioni agricole
1
2
Coltivazioni non soggette alla raccolta del prodotto, destinate
all'alimentazione della fauna
Colvazioni praticate a livello hobbistico
3
Coltivazioni il cui raccolto viene dato in beneficenza
1
Cerro
2
Abete rosso
3
Betulla
1
A sostenere il motore del trattore
2
Ad allontanare la fauna durante le operazioni di sfalcio
3
A favorire il volo degli uccelli feriti
1
2
Rappresentano un habitat idoneo per la vita di svariate specie
faunistiche
Permettono il miglioramento genetico delle razze animali
3
Consentono l'appostamento ai predatori
1
La ripartizione della superficie agro-silvo-pastorale nei
vari Istituti Faunistico-venatori
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 12
F
Cosa è il Piano Faunistico Venatorio ?
2
3
Lo strumento che disciplina annualmente l'esercizio della
caccia
La mappa che rappresenta il movimento dei cacciatori sul
territorio
87
A
B
C
D
E
Cosa significa l'acronimo IBA ?
Qual è il fine del progetto IBA?
Quale associazione cura il progetto IBA
in Italia?
Cosa significa l'acronimo ZPS?
Qual è lo scopo della Direttiva Uccelli?
1
Important Bird Area
2
International Bird Area
3
Innovative Bird Area
1
La distribuzione delle popolazioni selvatiche su tutto il territorio
2
L'unione delle varie associazioni ambientaliste e protezioniste
3
La conservazione degli uccelli a livello europeo
1
WWF
2
La LIPU
3
L' Arcicaccia
1
Zone di protezione speciale
2
Zone particolarmente speciali
3
Zone per selvatici
1
La conservazione e protezione di particolari specie di uccelli selvatici
2
La conservazione degli habitat naturali e seminaturali
3
Tutelare la sopravvivenza della biodiversità del nostro continente
1
No
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 13
F
E' possibile cacciare un combattente in
una ZPS ?
2
Si, dal 30 di ottobre
3
Si, sempre
88
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 14
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 15
#VALORE!
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 16
DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
N. 17
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 1
A
B
C
D
E
F
Qual è il migratore appartenente alla
famiglia dei fasianidi?
La beccaccia appartiene alla fauna
stanziale o migratoria?
Qual è l'ambiente naturale della
beccaccia?
A quale famiglia
beccaccia?
appartiene
la
Qual è l'ambiente naturale preferito
dalla quaglia?
Qual è l'ambiente naturale della
coturnice?
1
La coturnice
2
Il fagiano
3
La quaglia
1
Alla fauna stanziale
2
3
Alla fauna stanziale che nel periodo invernale si sposta a sud della
penisola
Alla tipica fauna migratoria
1
Stoppie di grano e campi di girasole
2
Campi coltivati a mais e terreni incolti
3
Zone boscose
1
Palmipedi
2
Scolopacidi
3
Fasianidi
1
Boschi misti con fitto sottobosco
2
3
Pianure, colline ed anche pianori di montagna con zone a bassa
vegetazione e campi coltivati
Colline con boschi e radure
1
Boschi cedui di collina
2
Zone sassose di alta e bassa montagna ricche di pascoli
3
Pianure e colline con ampie zone a pascolo
127
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 2
A
B
C
D
E
F
Che cosa sono i fringillidi?
Quali di questi uccelli appartengono
alla famiglia dei corvidi?
Quale della seguente fauna è un
migratore?
Quale della seguente fauna è un
fasianide?
Quale della seguente fauna è un
corvide?
Quale dei seguenti caradriformi
presenta un lungo ciuffo sulla nuca?
1
Uccelli granivori di dimensioni medio-piccole
2
Uccelli insettivori con lunghe zampe
3
Uccelli con sagoma tozza e becco lungo e sottile
1
Le cesene
2
I germani reali
3
Le ghiandaie
1
La starna
2
La tortora
3
Il fagiano
1
La taccola
2
La coturnice
3
Il germano reale
1
La gazza
2
Il merlo
3
Il falco pellegrino
1
La beccaccia
2
La pavoncella
3
Il frullino
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 3
128
A
B
C
D
E
F
Quale della seguente fauna è
strettamente legata all'ambiente di
montagna?
Quale di questi animali è un ungulato?
Di
che
cosa
si
nutrono
prevalentemente i rapaci notturni?
In natura quali animali sono più
facilmente predati dai rapaci?
Quale di questi animali è un predatore?
Il cinghiale può incrociarsi con il maiale
domestico?
1
La coturnice
2
Il fagiano
3
La gallinella d'acqua
1
Il cinghiale
2
La lepre
3
La volpe
1
Di cereali appena seminati
2
Di topi ed altri piccoli mammiferi
3
Di piccoli uccelli ancora nei nidi
1
I giovani
2
Solo gli adulti dopo la riproduzione
3
Quelli che meglio si mimetizzano con l'ambiente
1
Il lupo
2
Il capriolo
3
La lepre
1
Si
2
No
3
Si, ma produce figli non fecondi
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 4
129
A
B
C
D
E
F
A quale famiglia appartiene la Volpe?
A quale famiglia appartiene il Lupo?
Cosa si intende per albinismo di un
uccello?
Che cosa è la muta degli uccelli?
Perché il cinghiale, il cervo ed il
capriolo appartengono alla famiglia
degli ungulati?
Quali delle seguenti specie animali
sono poligami?
1
Canidi
2
Leporidi
3
Suidi
1
Ursidi
2
Canidi
3
Felini
1
La tendenza ad arrampicarsi in montagna
2
L'abitudine di cantare all'alba
3
La mutazione cromatica del piumaggio con tendenza al bianco
1
Il cambio delle penne
2
E' una malattia respiratoria
3
E' il periodo degli accoppiamenti
1
Perché hanno grandi e solide unghie
2
Perché ululano
3
Perché si trovano spesso ai lati dei boschi
1
Fagiani
2
Cardellini
3
Coturnici
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 5
130
A
B
C
D
E
F
Perché alcune specie di animali si
dicono monogame?
Quali di questi uccelli non è un rapace?
L'ornitologia di che cosa si occupa?
Quale di questi uccelli è un rapace
diurno?
Quali di questi uccelli si nutre
prevalentemente di lombrichi?
Con quale specie si può facilmente
confondere il frullino?
1
Perché maschi e femmine formano coppia fissa
2
Perché il maschio è uguale alla femmina
3
Perché non si accoppiano sugli alberi
1
La poiana
2
Il barbagianni
3
L'allodola
1
Dello studio sugli ungulati
2
Dello studio sulla fauna ittica
3
Dello studio sugli uccelli
1
Il gufo comune
2
Il gufo reale
3
Il falco pellegrino
1
Beccaccia
2
Fagiano
3
Il fringuello
1
Il beccaccino
2
Il colombaccio
3
Il cavaliere d' Italia
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 6
131
A
B
C
D
E
F
A quale della seguente fauna è vietata
la caccia?
Si può cacciare la martora?
A quale della seguente fauna è vietata
la caccia?
A quale della seguente fauna è vietata
la caccia?
A quale della seguente fauna è vietata
la caccia?
Si può cacciare la puzzola?
1
Al lupo
2
Alla tortora
3
Al tordo
1
Si
2
No
3
Solo dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre
1
Al fagiano
2
Alla starna
3
Al pettirosso
1
Al germano reale
2
Alla cesena
3
Al cardellino
1
Alla gallinella d'acqua
2
Al verdone
3
Alla quaglia
1
Si
2
Solo dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre
3
No
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 7
132
A
B
C
D
E
F
Quale della seguente
particolarmente protetta?
Quale della seguente
particolarmente protetta?
Quale della seguente
particolarmente protetta?
fauna
fauna
fauna
è
è
è
Volendo effettuare un ripopolamento
con coturnici, quale ambiente è più
adatto?
Quale delle seguenti specie faunistiche
è autoctona nel territorio molisano?
Quale dei seguenti animali staziona
normalmente nel bosco?
1
La volpe
2
Il capriolo
3
L'aquila
1
La ghiandaia
2
La gazza
3
La cicogna
1
Il camoscio d'Abruzzo
2
L'allodola
3
Il daino
1
Collina ricca di terreni incolti
2
Zone acquitrinose
3
Zone sassose di media e alta montagna ricche di pascoli
1
Il colino della virginia
2
Il fagiano
3
La starna
1
Il beccaccino
2
La starna
3
La beccaccia
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 8
133
A
B
C
D
E
F
Dove costruiscono il nido le quaglie?
La quaglia e la starna appartengono
alla famiglia dei fasianidi?
La legge vieta l'abbattimento di alcune
specie di uccelli perche?
Quale di questi
migratore?
uccelli
Che tipo di cane è il setter?
Che tipo di cane è il pointer?
non
è
1
Sul terreno
2
Nei cespugli
3
Sugli alberi
1
Si
2
No
3
Solo la starna
1
Non si riproducono in cattività
2
Hanno poco interesse gastronomico
3
Sono rari
1
La quaglia
2
La beccaccia
3
La coturnice
1
E' un cane da seguita a pelo lungo
2
E' un cane da ferma appartenente alle razze inglesi
3
E' un cane da riporto
1
E' un cane da ferma appartenente alle razze inglesi
2
E' un cane da seguita a pelo raso
3
E' un cane da guardia
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 9
134
A
B
C
D
E
F
La caccia al cinghiale con l'uso di quali
cani di solito si pratica?
Che tipo di cane è il segugio?
Di che cosa si occupa la cinofilia?
Il bracco tedesco è un cane:
I cani da ferma sono adatti a cacciare
quale specie di selvaggina?
Qual è la selvaggina più adatta per i
cani da seguita?
1
Con l'uso del bracco italiano
2
Con l'uso del pastore abruzzese
3
Con l'uso del segugio
1
E' un cane da riporto
2
E' un cane da seguita
3
E' un cane da ferma appartenente alle razze continentali
1
Di animali allevati in cattività
2
Di francobolli che riproducono piccoli animali
3
Di cani in generale
1
Da caccia a pelo lungo
2
Da ferma appartenente alle razze continentali
3
Da riporto
1
La selvaggina alata
2
La lepre e la volpe
3
Il cinghiale ed altri ungulati
1
La beccaccia e la quaglia
2
I frullini e i beccaccini
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 10
3
La lepre e la volpe
135
A
B
C
D
E
F
Che cosa è la ferma?
Che cosa è la guidata?
Che cosa è il riporto?
Che cosa è la ferma in bianco?
Che cosa è la traccia?
Che cosa è la canizza?
1
L'irrigidimento del cane quando avverte la presenza del selvatico
2
Bloccare una lepre che tenta di fuggire
3
Arrestarsi al deciso richiamo del padrone
1
L'avvicinarsi al cacciatore
2
E' la fase che precede il riporto della selvaggina
3
E' segiure il selvatico che cerca di allontanarsi di pedina, senza mai
perderne il contatto
1
Riportare il selvatico abbattuto al cacciatore
2
L'abbaiare a fermo a un cinghiale
3
Riportare più volte il cane nello stesso luogo di caccia
1
E' una ferma senza la presenza del selvatico
2
E' una ferma su fauna albina
3
E' la ferma su pernici bianche
1
L'impronta che l'animale lascia sul terreno
2
Il sentiero che percorre il cane
3
Il cammino che percorre il cane e il cacciatore per trovare la lepre
1
Sono le voci di una muta di cani che insegue il selvatico
2
L'abbaiare del segugio prima di scovare il selvatico
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 11
F
Che cosa è la canizza?
3
L'abbaiare dei cani quando avvertono la presenza dei ladri
136
A
B
C
D
E
Quali di questi cani appartiene alla
razze da cerca?
Quali di questi cani appartiene alla
razze da traccia?
Il Drahthaar è un cane:
Quali di questi cani appartiene alle
razze da tana?
Il Pointer è uno specialista nella caccia:
1
Pointer
2
Spinone
3
Cocker Spaniel
1
Segugio Italiano
2
Segugio di Hannover
3
Bracco Tedesco
1
Da traccia
2
Da ferma
3
Da riporto
1
Bassotto tedesco
2
Golden retriever
3
Beagle
1
Alla volpe
2
Alla starna
3
Alla lepre
1
Alla lepre
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 12
F
Il Segugio Italiano è uno specialista
nella caccia:
2
Al fagiano
3
Alla coturnice
137
1
A
2
3
1
B
2
3
1
C
2
3
1
D
2
3
1
E
2
3
1
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 13
F
2
3
1
A
2
3
1
B
2
3
1
C
2
3
1
D
2
3
1
E
2
3
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 14
1
F
2
3
1
A
2
3
1
B
2
3
1
C
2
3
1
D
2
3
1
E
2
3
DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
N. 15
1
F
2
3
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 1
A
B
C
D
E
F
In che altro modo può essere chiamato
il fucile a due canne giustapposte?
Quale calibro di fucile da caccia ha una
maggiore grandezza della rosata?
Cosa indicano le stelle in un fucile da
caccia?
Esistono fucili chiamati "magnum" a
cosa servono?
Con quale numero di pallini il fucile
permette una maggiore gittata?
A che distanza normalmente con un
fucile da caccia si può abbattere un
fagiano?
1
Automatico
2
Sovrapposto
3
Doppietta
1
Calibro 20
2
Calibro 12
3
Calibro 16
1
La strozzatura
2
Il grado di precisione del fucile
3
La pressione che possono sopportare le canne
1
A sparare cartucce più potenti
2
A sparare solo cartucce a palla unica
3
A sparare ai piattelli sui campi di tiro a volo
1
Pallini n. 10
2
Pallini n. 5
3
Pallini n. 3
1
150-200 metri
2
30-40 metri
3
70-100 metri
155
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 2
A
B
C
D
E
F
Si può lasciare il fucile da caccia dentro
l'automobile chiusa e con l'antifurto
inserito?
Che cosa si intende per arma a canna
rigata?
In che modo può essere usato un fucile
semiautomatico in italia?
Qual è la distanza di tiro utile per un
fucile a canna rigata di medio calibro?
Qual è la distanza di tiro utile per un
fucile a canna liscia con cartucce a
pallini?
A cosa serve una maggiore strozzatura
della canna?
1
Si
2
Solo nei giorni di attività venatoria
3
No, perché si configurerebbe il reato di omessa custodia dell'arma
1
L'arma con fine incisione rappresentante scena di caccia
2
L'interno della canna molto rovinata
3
Pareti interne alla canna con intagli pieni e vuoti allo scopo di
consentire al proiettile un movimento rotatorio
1
Caricato con 5 colpi
2
Caricato con 4 colpi
3
Con serbatoio in grado di contenere non più di 2 cartucce
1
100 metri
2
300 metri
3
1000 metri
1
35 metri
2
90 metri
3
110 metri
1
Ad avere una rosata di pallini più larga
2
A rendere la canna più resistente alle cartucce violente
3
A mantenere più unita la rosata di pallini per aumentare la distanza di
tiro utile
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 3
156
A
B
C
D
E
F
Quale dei seguenti fucili è proibito per
la caccia in Italia?
Come si chiama la parte posteriore
della canna?
Qual è la funzione dell'innesco in una
cartuccia?
Come si chiama la parte della canna di
un fucile che contiene la cartuccia?
Può essere utilizzata un'arma da
caccia
appartenente
ad
altro
cacciatore?
Quali di questi componenti è a contatto
con l'innesco?
1
La carabina calibro 22
2
Il sovrapposto calibro 20
3
Doppietta monogrillo calibro 12
1
Bascula
2
Carcassa
3
Culatta
1
Causare l'accenzione della polvere
2
Contenere i pallini
3
Contenere la polvere
1
Anima
2
Serbatoio
3
Camera di scoppio
1
Si, purchè sia un fucile di calibro 12
2
No
3
Si
1
Il piombo
2
La borra
3
La polvere
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 4
157
A
B
C
D
E
F
Che cosa deve fare un cacciatore
prima di caricare l'arma?
Si può utilizzare la munizione spezzata
per la caccia agli ungulati?
Nel fucile a canna rigata quali
munizioni vengono impiegate di
norma?
Cos' è una rosata?
Per la caccia alle allodole quale
cartucce è opportuno usare?
Cosa è la bindella in un fucile
semiautomatico?
1
Controllare che il fucile sia in sicura
2
Controllare che il fucile sia ben oleato
3
Accertarsi che le canne non siano ostruite
1
Si
2
No
3
Solo i pallettoni per capi di piccola taglia
1
Solo pallettoni
2
A palla unica
3
Spezzate o a palla unica
1
circonferenza che delimita l'insieme dei pallini di una cartuccia
2
la distanza massima alla quale può arrivare il piombo
3
diametro interno delle armi da fuoco
1
Quelle con pallini di piombo n. 0
2
Quelle con pallini di piombo n. 4 o 5
3
Quelle con pallini di piombo n. 11 o 12
1
E' la parte che contiene le cartucce
2
E' la parte posteriore della canna
3
E' un pezzo saldato sulla canna per facilitare la mira
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 5
158
A
B
C
D
E
F
Quando si verifica il rinculo in un'arma?
Quali pallini è opportuno usare per la
caccia alla lepre?
Quali pallini vanno usati per la caccia
alla quaglia?
Dovendo percorrere una strada
comunale, come deve essere tenuto il
fucile?
Quale dei seguenti calibri di fucile ad
anima liscia è permesso?
In quante parti si smonta un fucile ad
anima liscia?
1
Quando dopo aver caricato si chiude l'arma con violenza
2
Quando si spara
3
Un'attimo prima di premere il grilletto
1
Pallini n. 7
2
Pallini n. 2
3
Pallini n. 9
1
Pallini n. 10
2
Pallini n. 5
3
Pallini n. 7
1
In sicura
2
In sicura e sulla spalla
3
Scarico
1
Calibro 10
2
Calibro 8
3
Calibro 20
1
In due
2
In tre
3
In quattro
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 6
159
A
B
C
D
E
F
Che cosa si intende per canna
raggiata?
Cos'è il cane del fucile?
E' consentito l'uso del fucile a canne
sovrapposte?
Prima di superare un ostacolo molto
difficoltoso cosa deve fare il cacciatore
alla propria arma?
A quanti metri con un fucile calibro 12
si può abbattere una volpe?
Quale dei seguenti fucili ad anima
liscia è consentito per l'attività
venatoria?
1
Canna con leggere solcature interne adatta per i tiri a breve distanza
2
Canna con profondi graffi esterni
3
Canna con piccole incisioni
1
E' quella parte che colpisce il percussore
2
E' l'ausiliare del cacciatore
3
E' quella parte posta all' estremità delle canne per facilitare la mira
1
Si
2
No
3
Solo per la caccia al cinghiale
1
Metterla in sicura
2
Tenerla saldamernte sulla spalla destra
3
Togliere la cinghia e attraversare l'ostacolo tenendo le canne rivolte
verso il basso
1
120/170 metri
2
100/120 metri
3
30/50 metri
1
Semiautomatico calibro 8
2
Sovrapposto calibro 10
3
Doppietta calibro 16
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 7
160
A
B
C
D
E
F
Che cosa blocca la sicura in un fucile
ad anima liscia?
Quali dei seguenti pallini sono più
piccoli?
Con quali delle seguenti armi è
consentito cacciare?
Qual è il calibro massimo consentito
per i fucili da caccia a canna liscia?
Che tipo di munizione è consentita per
la caccia al cinghiale?
Quanto è lunga generalmente la canna
in un fucile da caccia?
1
Il percussore o il grilletto
2
La bascula
3
La chiave d'apertura dell'arma
1
Numero 11
2
Numero 9
3
Numero 0
1
Carabina calibro 22
2
Arco
3
Fucile semiautomatico calibro 10
1
Il calibro 12
2
Il calibro 24
3
Il calibro 16
1
A palla unica
2
A munizione spezzata
3
A pallettoni
1
45 cm
2
66 cm
3
81 cm
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 8
161
A
B
C
D
E
F
Che cos'è il calcio del fucile?
Per la caccia alla piccola avifauna
quale arma è consigliata?
Quale delle seguenti armi
considerata a canna rigata?
è
Per tiri particolarmente lunghi, alle
anatre, quale munizione è più indicata?
A chi deve essere inoltrata la denuncia
di un arma da caccia?
Quali dei seguenti pallini sono più
adatti per la caccia alle coturnice?
1
E' la parte dove fuoriescono i pallini
2
E' la chiave per aprire il fucile
3
E' la parte che serve ad imbracciare il fucile
1
Calibro 20
2
Calibro 12
3
Carabina a canna rigata
1
La doppietta
2
Il semiautomatico
3
La carabina
1
Munizioni a palla unica
2
Cartucce con pallini n° 0
3
Cartucce con 9 palle
1
Alla Questura
2
Al Corpo Forestale dello Stato
3
All'ufficio di vigilanza venatoria della Provincia di residenza
1
Numero 6 o 7
2
Numero 0
3
Numero 11
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 9
162
A
B
C
D
E
F
Quali dei seguenti pallini sono più
adatti per la caccia alle beccacce?
I moderni fucili da caccia sono dotati di
un
sistema
di
strozzatura
intercambiale, e quanti sono?
A che distanza normalmente è
possibile abbattere una lepre con
pallini numero 4?
A che distanza normalmente è
possibile abbattere una quaglia con
pallini numero 10?
A che distanza normalmente è
possibile abbattere un fagiano con
pallini numero 5?
A che distanza normalmente è
possibile abbattere una volpe con
pallini numero 0?
1
Numero 0
2
Numero 8
3
Numero 5
1
Si, quattro
2
Si, tre
3
No, nessuno
1
A 30 metri
2
A 80 metri
3
A 100 metri
1
A 100 metri
2
A 60 metri
3
A 30 metri
1
A 95 metri
2
A 85 metri
3
A 30 metri
1
A 85 metri
2
A 90 metri
3
A 30 metri
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 10
163
A
B
C
D
E
F
Quanti grammi di piombo contiene
all'incirca una cartuccia calibro 12 ?
Che cos'è la borra della cartuccia?
Un fucile semiautomatico dove ha il
cane?
Quanti
colpi
semiautomatico?
ha
un
fucile
Quali dei seguenti fucili da caccia è più
potente?
Qual è il metallo utilizzato per i pallini
da caccia?
1
grammi 10
2
grammi 20
3
grammi 32
1
L'elemento interposto tra polvere e piombo
2
E' la parte ottonata del bossolo
3
Il fondello interno del bossolo
1
All'esterno
2
All'interno
3
Nell'otturatore
1
Uno
2
Due
3
Più di due
1
Il calibro 36
2
Il calibro 12
3
Il calibro 24
1
Alluminio al piombo
2
Rame
DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
N. 11
3
Piombo puro o al nichel
164
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 1
A
B
C
D
E
F
Che cos'è l'arresto cardiaco?
Come si
cardiaco?
riconosce
un
arresto
Quale punto del corpo è maggiormente
interessato dal dolore dell'infarto
cardiaco?
Come ci si deve comportare in
presenza di un infarto cardiaco?
Che cos'è l'emorragia?
Che cosa si deve fare in presenza di
una emorragia esterna?
1
L'arresto della motilità
2
L'arresto del cuore con arresto della circolazione e del respiro
3
La perdita temporanea della coscienza
1
Dalla perdita di coscienza, pallore della cute, labbra ed unghie scure
2
Da uno stato euforico
3
Dalla mancanza di lucidità ed orientamento
1
La testa
2
Tra le scapole
3
Il centro inferiore del torace
1
Invitare il soggetto colpito a muovere le braccia
2
Rassicurare il malcapitato ed evitargli ogni minimo sforzo
3
Invitare il soggetto colpito ad assumere piccole quantità di sostanze
alcoliche
1
E' l'abbondante quantità di sangue fuoriuscita da una ferita
2
Violente scariche diarroiche
3
Perdita di urina
1
Stendere l'infortunato e coprire le ferite
2
Stendere l'infortunato e farlo bere
3
Fissare un laccio emostatico a monte della ferita
177
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 2
A
B
C
D
E
F
Cosa è più opportuno usare per
bloccare una emorragia senza disporre
di laccio emostatico?
Cosa è la ferita?
Per la prima medicazione di una ferita
cosa è consigliabile usare?
Cosa è una frattura?
Come si riconosce una frattura?
In caso di sospetta frattura
all'avambraccio cosa di deve fare?
1
Una cintura
2
Un maglione
3
Una calza
1
Una puntura d'insetto
2
Una sudorazione abbondante
3
L'interruzione della continuità della cute
1
Acqua di fonte
2
Alcool
3
Bevande alcoliche
1
E' la rottura di un osso
2
E' il cosiddetto colpo della strega
3
E' la mancanza di un osso
1
2
Dal dolore, dalla deformità della parte colpita e da impotenza
funzionale
Da eccessiva sudorazione
3
Dalla comparsa di febbre
1
Immobilizzare la mano con una forte legatura
2
Praticare un energico massaggio
3
Immobilizzare il polso ed il gomito con adeguata fasciatura
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 3
178
A
B
C
D
E
F
Come si aiuta un soggetto fratturato?
Come si può capire se una caduta ha
provocato la frattura della colonna
vertebrale?
E' consigliabile trasportare da soli un
fratturato vertebrale?
Dopo una distorsione cosa bisogna
fare?
Che cos'è un trauma cranico?
Come si fa a riconoscere se una
persona ha subito un trauma cranico?
1
Deve essere aiutato a rialzarsi e a riacquistare i movimenti
2
3
Si devono immobilizzare le fratture e trasportare il malcapitato al più
vicino ospedale
Bisogna aspettare che gli passi il dolore
1
Dai dolori in tutte le parti del corpo
2
3
Da formicolio alle braccia e/o alle gambe o dall'impossibilità a
muovere braccia e gambe
Dalla improvvisa comparsa della febbre
1
Si
2
No
3
Solo se il malcapitato è d'accordo
1
Impacchi freddi e fasciatura non stretta
2
Mettere il laccio emostatico
3
Fare compressione diretta e mettere fasciature strette
1
Un violento colpo al capo con lesione ossea del cranio
2
Uno stato di stress psicologico
3
Uno stato di euforia e di ebrezza
1
Dalla perdita di movimento delle braccia e delle gambe
2
Dalla perdita di coscienza, cefalea, vomito e vertigini
3
Dalla perdita di movimento della sola testa
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 4
179
1
A
B
C
D
E
F
Cosa bisogna fare quando una
persona presenta tutti i sintomi di un
trauma cranico senza perdita di
coscienza?
Se dopo un trauma cranico abbiamo
emorragia dal naso e dall'orecchio
come dobbiamo comportarci?
Come si riconosce una vipera?
Quali sono i sintomi in caso di morso di
vipera?
Cosa bisogna fare in caso di morso di
vipera?
In caso di morso di vipera che cosa è
consigliabile somministrare?
3
Si deve mettere la persona sdraiata e aspettare che arrivino i
soccorsi
Si deve mettere la persona sdraiata ruotata sul fianco e chiamare
urgentemente soccorso
La si deve caricare sulle spalle e portala in ospedale
1
Tamponare
2
Pulire e disinfettare
3
Chiamare tempestivamente il pronto soccorso
1
Dalla testa triangolare e coda quasi tronca
2
Dalla testa oblunga e coda molto sottile
3
Dalle pupille sempre rotonde
1
Sonnolenza
2
Svenimento dopo pochi minuti
3
Immediato e forte dolore locale
1
2
Legare con un laccio a monte della ferita e recarsi con urgenza al più
vicino punto di pronto soccorso
Somministrare bevande alcoliche al malcapitato
3
Pulire e disinfettare la parte interessata
1
Bevande alcoliche
2
Caffè, thè ed altre sostanze eccitanti
3
Analgesici
2
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 5
180
A
B
C
D
E
F
Per una corretta respirazione artificiale
il capo deve essere:
In caso di congelamento quali sono le
parti più colpite?
Quali sono i sintomi del congelamento?
Che cos'è l'assideramento?
Che cos'è il colpo di calore?
Come si deve intervenire quando un
soggetto presenta un colpo di calore?
1
Iperteso
2
Con il mento che tocca il torace
3
Di lato
1
Piedi, mani, orecchie e naso
2
Le ginocchia
3
I polmoni
1
Formicolii, intorpidimento, riduzione della sensibilità
2
Forte dolore di testa
3
Difficoltà nella respirazione
1
E' la perdita di coscienza
2
E' la prolungata esposizione al caldo umido
3
E' la protratta esposizione di tutto il corpo a basse temperature
1
E' una forte scottatura
2
E' un momento di eccessivo nervosismo
3
E' l'improvviso aumento della temperatura corporea conseguente ad
una lunga esposizione ad alta temperatura e forte umidità
1
Portarlo all'ombra, spogliarlo, rinfrescarlo con spruzzi d'acqua e fargli
bere bevande fresche non alcoliche
2
Lo si deve coprire con indumenti di lana
3
Gli si deve far bere del buon vino fresco
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 6
181
A
Cosa bisogna fare in caso di puntura di
insetti?
1
Comprimere il pungiglione per allievare il dolore
2
Lavare bene con acqua di fonte, incidere leggermente la zona colpita
ed estrarre violentemente il pungiglione
Estrarre con delicatezza il pungiglione, disinfettare e mettere una
pomata antistaminica
3
1
B
C
D
E
F
In caso di contatto dell'occhio con
sostanze chimiche usate in agricoltura
cosa bisogna fare?
Come comportarsi in caso di ingestione
di frutta trattata con sostanze tossiche
usate in agricoltura?
Come comportarsi in caso di asfissia?
In caso di ustione cosa fare?
E' più grave una'ustione di:
2
Lavare abbondantemente con acqua di fonte ed eventualmente
recarsi in ospedale
Mettere più volte tre gocce di collirio disinfettante
3
Bendare l'occhio ed aspettare che passi il prurito
1
Dopo un'ora dall'ingestione far vomitare il malcapitato
2
Provocare vomito solo se è trascorso poco tempo dall'ingestione
3
Fare bere molto caffè
1
Far bere molta acqua
2
Praticare un energico massaggio alle spalle
3
Liberare le vie aeree
1
Lavare la parte ustionata con acqua fredda
2
Fare uscire il liquido dalle vesciche dopo averle perforate
3
Frizionare la parte ustionata
1
Terzo grado localizzata
2
Secondo grado al torace
3
Primo grado su tutto il corpo
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 7
182
A
B
C
D
E
F
In caso di distorsione a una caviglia
come ci si deve comportare?
In caso di ferita da arma da fuoco cosa
si deve fare?
In caso di ferita da arma da fuoco al
torace come bisogna posizionare il
malcapitato?
Come bisogna comportarsi in caso di
congelamento?
E' opportuno mettere a contatto diretto
con fonte di calore la persona affetta
da congelamento?
In caso di emergenza il soccorritore
chi deve avvisare per il pronto
intervento?
1
Mettere in forte trazione l'arto interessato
2
Immobilizzare l'arto mediante fasciatura non troppo stretta
3
Mettere a riposo il paziente ed attendere che passi il dolore
1
Disinfettare i bordi della ferita e coprirla con garze sterili
2
Estrarre i pallini o pallettoni con una pinzetta
3
Fasciare in modo stretto le ferite
1
Metterlo in posizione eretta in attesa di soccorso
2
3
Sdraiarlo al suolo sul lato della ferita per consentire una migliore
espansione del polmone illeso
Praticare un'energico massaggio al torace
1
Far bere al paziente acqua fredda
2
Mettere a nudo le parti del corpo congelate
3
Favorire la circolazione allentando scarpe e legacci e frizionare
delicatamente la parte
1
Solo se al congelamento sono interessati gli arti
2
Si, in tutti i casi
3
No
1
La Provincia competente per territorio
2
I parenti più stretti del malcapitato
3
Il più vicino posto di pronto soccorso
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 8
183
A
B
C
D
E
F
Che cosa può provocare la puntura di
un insetto?
Le reazioni alle punture d'insetti sono
sempre uguali?
Qual è il rischio nel caso di puntura di
vespe o calabroni?
In caso di puntura di zecca cos'è
opportuno fare?
Quali sono le reazioni allergiche meno
severe conseguenti la puntura di
insetti?
Cosa può provocare una reazione
ritardata al veleno d'insetti?
1
Una reazione allergica, immunologica
2
Un colpo di calore
3
Un'ustione di terzo grado
1
Si
2
Non c'è alcuna reazione
3
La reazione dipende dalla sensibilità del soggetto al veleno
dell'insetto.
1
2
Possibile shock anafilattico che il veleno provoca in individui
predisposti
Paralisi del piede destro
3
Perdita di sensibilità della parte interessata
1
2
Staccare il parassita in modo da lasciare l'apparato boccale
dell'animale all'interno della ferita
Non staccare mai il parassita forzandolo
3
Applicare uno stick
1
Nausea lieve, diarrea e gonfiore sul sito della puntura
2
Sonnolenza
3
Difficoltà nella respirazione
1
Febbre, dolori alle articolazioni e gonfiore delle ghiandole
2
Perdita momentanea di memoria
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 9
3
Formicolio in tutte le parti del corpo
184
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 10
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 11
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 12
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 13
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 14
l
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 15
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 16
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 17
DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO
N. 18
LEGISLAZIONE VENATORIA
VERIFICA
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59
TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
VERIFICA
n° 1
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ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
VERIFICA
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ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
VERIFICA
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NORME DI PRONTO SOCCORSO
VERIFICA
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Fly UP