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Beispielaufgabe - Standardsicherung NRW

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Beispielaufgabe - Standardsicherung NRW
Ministerium für Schule und Weiterbildung NRW
I
Qualitäts- und UnterstützungsAgentur – Landesinstitut für Schule
(f) LK Beispielaufgabe
Seite 1 von 5
Abiturprüfung auf Basis der Kernlehrpläne –
Beispielaufgabe
Italienisch (f), Leistungskurs
Vorbemerkung:
Mit dem Abiturjahrgang 2017 legen die ersten Schülerinnen und Schüler ihre Abiturprüfung
ab, die in der Gymnasialen Oberstufe nach den neuen kompetenzorientierten Lehrplänen
(Inkraftsetzung 01.08.2014) unterrichtet wurden. Grundlage für die Anforderungen im Zentralabitur sind damit von 2017 an die Kompetenzerwartungen der neuen Lehrpläne sowie die
fachlichen Vorgaben für das Zentralabitur des jeweiligen Prüfungsjahres.
Die neuen Lehrpläne weisen schriftliche und mündliche Überprüfungsformen zur Lernerfolgsüberprüfung und Leistungsbewertung aus, aus denen sich auch bezogen auf das Zentralabitur
je nach Fach unterschiedlich weit reichende Modifizierungen oder Ergänzungen der bisher
üblichen Aufgabenstellungen und -formate im Zentralabitur ergeben.
Die folgende Beispielaufgabe dient der Orientierung der Schulen und unterstützt die Vorbereitung der Schülerinnen und Schüler auf die Abiturprüfung von 2017 an.
Fragen oder Hinweise zu den Aufgaben richten Sie bitte an [email protected].
MSW, Referat 521 / QUA-LiS, Arbeitsbereich 5
Nur für den Dienstgebrauch!
Ministerium für Schule und Weiterbildung NRW
I
Qualitäts- und UnterstützungsAgentur – Landesinstitut für Schule
(f) LK Beispielaufgabe
Seite 2 von 5
Aufgabenstellung:
Klausurteil A: Leseverstehen und Schreiben integriert
Compiti:
1. Riassumete il contenuto del testo. (riassunto)
(12 Punkte)
2. Analizzate lo stato d’animo della narratrice, tenendo conto del linguaggio da lei usato.
(analisi)
(16 Punkte)
3. Scrivete un testo sul blog di Nunzia Lombardi, in cui prendete posizione sulla vicenda da
lei raccontata e invitate i suoi concittadini a sostenere la narratrice nell’impegno contro la
criminalità organizzata per la salvaguardia della loro terra.
(produzione libera)
(14 Punkte)
Klausurteil B: Sprachmittlung isoliert
Compito:
4. Nell’ambito di uno scambio con una scuola italiana, lavorate insieme ai vostri compagni
a un dossier sullo sviluppo sostenibile in Europa. Ogni studente deve fare una ricerca su
esperienze di cura dell’ambiente e pubblicare un articolo sul sito Internet del progetto.
Scrivete il vostro articolo, in cui spiegate quali sono le sfide ambientaliste per il futuro
dal punto di vista tedesco, a partire alle iniziative descritte nel testo sottostante.
(mediazione)
(18 Punkte)
Materialgrundlage:
 Text A:
Nunzia Lombardi: Il mio nome è Nunzia. In: Marco Armiero (Hrsg.): Teresa e le altre.
Storie di donne nella terra dei fuochi. Milano: Jaca Book 2014, S. 30 – 32
Textumfang: 549 Wörter
 Text B:
Reinsch, Melanie: Nachhaltigkeit tut weh.
http://www.berliner-zeitung.de/berlin/kommentar-zum-muellproblem-nachhaltigkeit-tutweh,10809148,28565800.html (Tag des Zugriffs: 05.08.2015)
Textumfang: 339 Wörter
Zugelassene Hilfsmittel:
 Ein- und zweisprachiges Wörterbuch
 Herkunftssprachliches Wörterbuch für Schülerinnen und Schüler, deren Herkunftssprache
nicht Deutsch ist
 Wörterbuch zur deutschen Rechtschreibung
Nur für den Dienstgebrauch!
Ministerium für Schule und Weiterbildung NRW
I
Qualitäts- und UnterstützungsAgentur – Landesinstitut für Schule
(f) LK Beispielaufgabe
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Klausurteil A
Testo:
[…]
Tornando alla devastazione della mia terra d’origine, dapprima venivano comprati i pezzi
di terra e lì venivano interrati i rifiuti, ma il sistema era grezzo e lento: nei campi arrivavano
notte tempo pale meccaniche che creavano buche che venivano colmate con i rifiuti e poi
ricoperte di terra. L’indomani il paesaggio era lunare, spettrale; considerando la nausea quando
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vengono riaperte queste buche, ad opera della magistratura, credo che la puzza, al momento
dell’interramento, rendesse irrespirabile l’aria per chilometri.
Eppure, a mia memoria, c’è stata un’unica denuncia, da parte di un testimone oculare. […]
Non sono mai riuscita a risalire ai dati certi della denuncia, non conosco l’anno, il giorno,
né il maresciallo che ha dovuto raccogliere la segnalazione, ma ho visto il pezzo di terra e,
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nonostante siano trascorsi circa 20 anni, la puzza è ancora lì, vomitevole.
[…]
Quello stesso paesaggio ho avuto modo di vederlo anch’io, il giorno in cui un magistrato, in
seguito a una mia segnalazione, ordinò di scavare su quello stesso pezzo di terra.
Quel giorno ero emozionatissima, era la mia prima denuncia e dai telegiornali avevo appreso
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la notizia che avevano ordinato di scavare e avevano ritrovato i rifiuti proprio come avevo
detto io. Così mi diressi sul posto.
Già dalla strada, dove parcheggiai l’auto, gli odori erano forti, soffocanti, da subito avvertii
un bruciore alla gola, e subito presi un fazzoletto per coprire la bocca e il naso. Mi sentivo più
protetta, ma la percezione di quegli odori non cambiava e sapevo bene che quel fazzoletto
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non mi avrebbe protetta dall’inalazione di sostanze pericolose.
Man mano che mi avvicinavo alla recinzione il bruciore aumentava e non era più solo alla
gola, ma agli occhi, alla faccia, mi sentivo pervasa da quella puzza, che non era più solo un
problema di olfatto. La puzza diventava più pregnante, l’aria più densa e fitta, soffocante.
Non sembravo respirare solo col naso e la bocca, ma tutta la mia pelle si stava impregnando
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di quegli odori, di quelle sostanze. La situazione non era per nulla rassicurante, anzi la
sensazione che stessi facendo una grande cazzata cominciava a farsi strada, la sentivo chiara
come la puzza. Ma ero curiosa.
[…]
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Si era commesso, in quel luogo, uno stupro, premeditato e sistematico, si era compromessa
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la falda acquifera che da queste parti è molto superficiale, avvelenando terra, acqua e aria.
Compromettendo l’agricoltura, che resta un’attività primaria di queste aree.
[…]
Quel giorno mi guardavo intorno e piangevo: emozionata per il ritrovamento di quella
discarica, ma anche disperata perché cominciavo a capire, a sentire, a cogliere la metamorfosi
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irreversibile, avvenuta su quelle terre, e cresceva la consapevolezza che da quel discorso
nessuno era escluso.
Rammarico, impotenza, rassegnazione, rabbia, dolore.
Un dolore fisico, concentrato ancora una volta all’addome, avrei voluto accucciarmi e piangere,
ma arrivavano altri curiosi, così scappai via. Mi sentivo una ladra, da troppi anni conoscevo
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quella storia eppure solo qualche mese prima l’avevo denunciata.
Tornai a casa e mi buttai sotto la doccia, quella puzza mi seguiva ovunque, mi sentivo
impregnata di quell’odore fin nelle ossa. Con la spugna grattavo la pelle, cercando di eliminare
quell’odore di cui mi sentivo piena e che non andava via, avevo un aspetto devastato, la
pelle della faccia rossa e gli occhi gonfi di lacrime e poi ancora quella puzza che non mi
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abbandonava.
[…]
Note:
01
la devastazione
Verwüstung
02
interrare
eingraben, vergraben
02
grezzo
primitiv, grob
03
notte tempo
nachts
03
la pala meccanica
Bagger
03
colmare
überschütten, füllen
07
il testimone oculare
Augenzeuge
09
la segnalazione
Anzeige
10
vomitevole
ekelhaft
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pervaso
durchdrungen
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la cazzata
vulg.: Dummheit
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lo stupro
Vergewaltigung
30
la falda acquifera
Wasserrader
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il rammarico
Kummer, Bedauern
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l’addome
Unterleib
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accucciarsi
sich hinlegen, kuschen
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Klausurteil B
Testo:
Nachhaltigkeit tut weh
[…]
Es ist doch so schön einfach: Wer nach einem langen Arbeitstag noch Hunger verspürt, hält
einfach kurz an einem der zahlreichen Berliner Supermärkte, greift sich Käse, Brötchen, Tomaten, Wein und Avocados, zieht sich eine Plastiktüte unter dem Warenband hervor und stopft
die Einkäufe nach dem Bezahlen hinein.
5
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[…]
710.000 Plastiktüten gehen laut Umwelthilfe in Berlin auf diese Weise jeden Tag über die
Ladentheken, das sind rund 225 Millionen Tüten im Jahr. Plastikmüll, der aufgrund seiner
Langlebigkeit von rund 450 Jahren eine Gefahr für Natur und Tier darstellt. Rund 10 Millionen Tonnen Müll gelangen nach Angaben des Bundes für Umwelt und Naturschutz Deutschland (BUND) jedes Jahr in die Meere – und drei Viertel des Mülls besteht aus Kunststoffen.
Dieses Plastik ist ein ständig wachsendes Problem, kostet jedes Jahr zehntausende Tiere das
Leben und gefährdet auch uns Menschen. Nicht zuletzt können Mikropartikel und PlastikGiftstoffe über die Fische auch in die menschliche Nahrungskette gelangen.
10.000 Plastiktüten pro Minute
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Und dann auch noch diese Gewohnheit mit dem Coffee-to-go. […] Und wenn der Kaffee ausgetrunken ist, landet der Becher im nächsten Mülleimer.
Laut einer Studie trinken zwei Drittel der Deutschen häufig oder zumindest hin und wieder
ihren Kaffee aus Pappbechern. Und das hat Folgen: Sechs Milliarden Einwegbecher verbrauchen die Deutschen jährlich, allein in Berlin sind das rund 250 Millionen Pappbecher im Jahr
(das entspricht 73 pro Person). Dafür, dass wir auf dem Weg zur Arbeit und in der Bahn unterwegs unseren Kaffee schlürfen können, müssen also etwa eine halbe Million Bäume gefällt
werden.
Doch wie können wir das ändern? Wie kann jeder einzelne einen Beitrag leisten? In Berlin
machen immer mehr Initiativen, Start-Ups und Veranstaltungen auf das Müllproblem aufmerksam. Erst kürzlich beteiligten sich mehr als 3000 Menschen an der längsten Plastiktütenkette der Welt.
Auf dem Tempelhofer Feld hielten sie Ende September ein neun Kilometer langes Band aus
rund 30.000 Einwegtüten in die Luft, um gegen den ausufernden Plastiktütenkonsum zu protestieren. Und in Berlin-Kreuzberg eröffnete vor rund zwei Wochen der verpackungsfreie
Supermarkt „Original unverpackt“, in dem man Müsli, Mehl oder Nüsse nur aus Spendern
bekommt. Plastiktüten gibt es dort nicht, seine Aufbewahrungs- und Transportbehälter muss
jeder selbst mitbringen. Zu viel Aufwand? Keine Zeit?
Nachhaltigkeit fängt im Kleinen an. Und sie tut weh. Sie kostet Zeit. Sie nervt. Denn wer umdenken will, muss auch sein Leben anders organisieren, ähnlich wie bei einer Diät: […]
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Ist die Zeit am Morgen tatsächlich so knapp bemessen, dass man sich für den Arbeitsweg
nicht einen eigenen Kaffee für den Thermobecher aufbrühen kann? Viele Cafés haben sogar
Tische und Stühle! Man darf sich dorthin setzen und bekommt einen Kaffee im Glas, wiederverwertbares Material! Der Coffee-to-stay – vielleicht ein Modell für Zukunft?
Nur für den Dienstgebrauch!
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