...

STATUTO E DECRETO Servi Familae

by user

on
Category: Documents
11

views

Report

Comments

Transcript

STATUTO E DECRETO Servi Familae
STATUTO
ASSOCIAZIONE
PRIVATA DI FEDELI
“SERVI FAMILIAE”
O Spirito Santo
Anima dell’anima mia,
io Ti adoro:
illuminami,
guidami,
fortificami,
consolami,
insegnami ciò che devo fare,
dammi i Tuoi ordini.
Ti prometto di sottomettermi a tutto ciò che desideri da me
e di accettare tutto ciò che permetterai mi accada:
fammi solo conoscere la Tua volontà e donami la forza per compierla.
(preghiera di sottomissione allo Spirito Santo)
STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE PRIVATA DI FEDELI
“SERVI FAMILIAE”
Art. 1: Denominazione e sede
“Vi prenderò uno da ogni città e due da ciascuna famiglia e vi condurrò a Sion. Vi darò pastori
secondo il mio cuore, che vi guideranno con scienza e intelligenza. Quando poi vi sarete
moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni – oracolo del Signore – non si
parlerà più dell’arca dell’alleanza del Signore: non verrà più in mente a nessuno e nessuno se
ne ricorderà, non sarà rimpianta né rifatta. In quel tempo chiameranno Gerusalemme trono
del Signore, e a Gerusalemme tutte le genti si raduneranno nel nome del Signore...” (Ger
3,14-17)
E’ costituita l’Associazione Privata di Fedeli denominata "Servi Familiae”, con sede in
Bovolone (VR), in via Carlo Alberto n°2.
L’associazione assume, ai fini del diritto canonico, la forma di “Associazione Privata di fedeli”
ai sensi dei canoni 321–326 C.I.C. ed ai fini del diritto civile la forma di “associazione non
riconosciuta” ex art. 36 c.c. e seguenti, ed è senza scopo di lucro.
La sede può essere trasferita senza obbligo di modificare lo statuto.
Articolo 2: Principi costitutivi ed ispiratori
L’Associazione nasce dal desiderio comune e condiviso di alcune coppie di sposi
cristiani che sentono la necessità di esprimere la loro identità più vera nella bellezza del
matrimonio, accogliendo come dono ciò che in questi anni Mons. Renzo Bonetti ha saputo
trasmettere loro. L’Associazione è il frutto di un cammino spirituale dei soci fondatori, che
accompagnati da Mons. Renzo Bonetti, hanno maturato, sperimentato e condiviso quanto
segue:
 “Il modello originario della famiglia va ricercato in Dio stesso, nel mistero trinitario della
sua vita. Il “Noi” divino costituisce il modello eterno del “Noi” umano; di quel “Noi”
innanzitutto che è formato dall’uomo e dalla donna, creati ad immagine e somiglianza
divina”.
(lettera
dell’Associazione
alle
famiglie
mantenere
di
fisso
Giovanni
lo
Paolo
sguardo
II).
sulla
E’
pertanto
Santissima
desiderio
Trinità
per
contemplarne la bellezza di cui ogni coppia di sposi è chiamata ad esserne immagine.
Gli sposi che contemplano il Dio Trinitario Padre, Figlio e Spirito Santo, scoprono la
propria identità e nello stesso tempo sono partecipi dell’Amore divino.
 “Lo Spirito che il Signore effonde rende l’uomo e la donna capaci di Amarsi come
Cristo ci ha Amati” (Familiaris Consortio al n°13). Abbiamo sperimentato e desideriamo
condividere, che la fede nella grazia del Sacramento nuziale, alimentata dalla
preghiera di coppia, dall’ascolto della Parola e dall’Eucaristia celebrata ed adorata, ci
spinge fino in fondo all’amore umano facendoci gustare un amore più grande. Essa ci
introduce alla contemplazione del “Mistero Grande” e fa degli sposi cristiani un segno e
una incarnazione del legame che unisce Cristo-Sposo alla Chiesa-Sposa.
 Tutta la storia della salvezza è segnata dal linguaggio sponsale, la Bibbia inizia con la
“creazione uomo-donna a immagine di Dio” e conclude con “le nozze dell’Agnello”.
L’evangelista Matteo racconta la nascita di Gesù come vertice di un progetto di
salvezza che, iniziato dalla chiamata di Abramo, giunge, dopo generazioni di famiglie,
fino a Gesù; “Abramo generò Isacco… Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria,
dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo” (Mt 1, 1-16). Anche dopo la resurrezione di
Gesù e la Pentecoste, la diffusione del Vangelo avviene attraverso le case-famiglia
come viene descritto negli Atti degli Apostoli. L’Associazione desidera continuare a
dire e portare, attraverso lo stesso linguaggio sponsale, salvezza ad ogni uomo.
 L’annuncio del Vangelo avviene, nelle prime comunità cristiane, attraverso una
collaborazione stretta tra gli apostoli e le case-famiglia fra le quali spicca quella di
Aquila e Priscilla. Abbiamo preso consapevolezza che ogni coppia di sposi ha un ruolo
fondamentale nell’evangelizzazione e ogni famiglia è chiamata non solo ad essere
comunità salvata ma anche comunità salvante, “piccola Chiesa” che apre le porte a
tanti fratelli e sorelle per far sperimentare la presenza di Gesù. L’Associazione è
mossa dal desiderio di riscoprire il Matrimonio come sacramento per la missione,
rispondendo al mandato originario di Dio del “crescete e moltiplicatevi”. Tale mandato
va ben oltre la semplice fecondità fisica e diviene invito a comunicare al mondo
l’immagine di Dio e a generare nuovi figli di Dio, facendo scoprire ad ogni uomo, nel
proprio ambiente di vita, che è “figlio prediletto del Padre”. Nella propria missione di
evangelizzazione, la famiglia riscopre anche la propria identità. Ciò che è stato creato
da Dio a Sua immagine e somiglianza per rivelarsi ad ogni uomo, non può essere
tenuto nascosto! Siamo consapevoli che se la famiglia non evangelizza, non si realizza
come famiglia perché non risponde al motivo per cui è stata creata. Siamo altresì
consapevoli che molte famiglie già sono evangelizzatrici pur non cogliendo in pienezza
il significato di quanto vivono.
 Gli sposi, per la loro vita concreta di famiglia, sono legati ad una casa, un territorio e
delle relazioni, perciò la grazia ricevuta si dovrà esprimere a partire da quel territorio.
Pertanto la consacrazione matrimoniale realizza una “incardinazione” degli sposi nel
contesto ecclesiale e quindi nel territorio, poiché la chiamata del Signore Gesù
costituisce gli sposi tralci di quella Vite che trova attualizzazione reale ed effettiva nella
Chiesa diocesana riunita intorno al proprio Pastore.
 In virtù di questo dono speciale gli sposi sono chiamati a coltivare una profonda
comunione col proprio Vescovo, sacramento di Cristo Capo e Sposo. Solo
impegnandosi a vivere pienamente questa vocazione-missione che scaturisce dalle
nozze cristiane, potranno andare e portare frutti duraturi. L’esperienza associativa
desidera mettersi a servizio di tutti gli sposi cristiani affinché prendano coscienza e
possano vivere tale unità e tale territorialità.
 E’ indispensabile la gioiosa collaborazione dell’Associazione con coppie di sposi,
sacerdoti, consacrati/e, vedovi/e e singole persone perché, pur nella diversità dei doni
ricevuti, hanno in comune la stessa dimensione nuziale e lo stesso scopo di vita: le
nozze con Dio. Solo questa comunione fa emergere il dono specifico degli sposi nella
Chiesa.
 Per la grazia del sacramento del Matrimonio gli sposi, partecipando tutti al vincolo
d’amore dell’unico Cristo che ama la Sua Chiesa Sposa, costituiscono tra loro (non
solo all'interno della coppia, ma come collegamento tra coppie) una vera e propria
unità sacramentale che supera qualsiasi altra forma aggregativa.
Articolo 3: Scopi
“Così anche voi, quando avete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: siamo servi
inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.” (Lc 17,10).
L’insieme dell’attuazione dei principi espressi all’articolo 2 viene chiamato “Mistero
Grande” (Ef 5,32).
“Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un
monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché
faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt 5, 14 – 15). Il Signore Gesù descrive il
servizio della lucerna come un consumarsi per illuminare coloro che sono nella casa.
L’Associazione intende porsi al servizio della Chiesa con la speranza di essere e fare luce in
favore, in collaborazione e in comunione con tutti coloro che “abitano” nella Chiesa.
Scopi principali dell’Associazione sono:
1. Servire tutti gli sposi e tutte le persone che, in diverse vocazioni e stati di vita,
desiderano riscoprire e far riscoprire la grazia propria del sacramento del Matrimonio,
come sacramento per la missione (CCC 1534). Questo è il primo servizio che i soci
sono chiamati a svolgere nei confronti di quanti vengono a contatto con il progetto
“Mistero Grande”.
2. Coltivare tra i soci un’intensa vita spirituale che trova nutrimento nella preghiera e
nell’Eucarestia celebrata ed adorata, nella consapevolezza che solo nella forza dello
Spirito Santo è possibile generare o rigenerare vita nuova nelle coppie di sposi e l’unità
tra loro.
3. Promuovere fra tutti gli sposi cristiani che lo desiderano una rete relazionale con loro e
tra di loro per far prendere coscienza, manifestare e testimoniare la bellezza della
grazia sacramentale delle nozze, dell’unità profonda che scaturisce tra le coppie di
sposi, tra gli sposi e quanti incontrano quotidianamente, tra gli sposi e il Vescovo
diocesano, realizzando così la loro missione originale nella Chiesa e nel mondo.
4. Rivolgere lo sguardo anche alle coppie che stanno vivendo momenti di difficoltà,
attraverso la preghiera e l’assistenza. Quest’ultima in modo particolare si realizza
tramite la costituzione di un comitato, formato da consulenti esperti, preposto a questa
missione. Tale comitato e l’Associazione tutta, avranno inoltre il compito di impegnarsi
con attività concrete anche dal punto di vista preventivo, allo scopo di migliorare l’unità
e la stabilità delle coppie di sposi.
5. Realizzare, sostenere e rendere disponibili tutti quei servizi, anche virtuali, che
costituiscono la “cassaforte” o la “banca spirituale” alla quale possono liberamente
attingere e contribuire quanti lo desiderano.
6. Creare luoghi, tempi e modalità di condivisione, di confronto, di formazione, di vita
comune non indifferenti ai bisogni e ai momenti di difficoltà delle coppie, ai quali
possono partecipare quanti altri desiderano rinnovarsi per servire nella famiglia e con
la famiglia la Chiesa e la società.
7. Tradurre in vita concreta il principio teologico della famiglia come “Chiesa domestica”,
cioè di famiglia che non solo è evangelizzata, ma è anche evangelizzante nel proprio
territorio e ambiente di vita. Così la famiglia può vivere nella propria casa alcune note
costitutive della Chiesa, come si sta realizzando nell’esperienza delle Comunità
Familiari di Evangelizzazione. In esse si esprime l’essere Chiesa Domestica che
evangelizza con la condivisione della fede, con l’ascolto della Parola, con la preghiera
comunitaria, aperta ad altri fratelli del proprio ambiente di vita. Punto di arrivo di tutto è
l’Eucaristia domenicale unico luogo in cui si vive la Chiesa in pienezza.
L’Associazione non ha, dunque, come scopo quello di promuovere l’appartenenza
all’Associazione stessa, ma quello di far crescere in tutti gli sposi cristiani, all’interno della
propria Chiesa locale, la coscienza del dono ricevuto. L’Associazione è comunque sempre
aperta a tutti coloro che, condividendone gli scopi, desiderano collaborare saltuariamente alle
attività promosse dall’Associazione stessa.
Articolo 4: Modalità e strumenti
Per realizzare tali scopi, l’Associazione “Servi Familiae” potrà servirsi di qualsiasi
mezzo di comunicazione, presente e futuro, e promuovere al contempo tutte quelle iniziative
concrete come: seminari (per esempio Rinascita di coppia, Talità-kum, Mistero Grande, Il
corpo per dire l’Amore ed altri), incontri per la formazione, divulgazioni a mezzo mass media,
convegni, registrazioni audio e video, comunicazione a mezzo stampa e tutto ciò che può
essere utile per raggiungere gli obiettivi dell’Associazione.
Le attività di cui al comma precedente sono svolte dall’Associazione prevalentemente
tramite le prestazioni fornite dai propri aderenti. Agli aderenti possono solo essere rimborsate
le spese vive effettivamente sostenute per l'attività prestata.
Articolo 5: Durata
La durata dell'Associazione è illimitata.
Articolo 6: Requisiti e ammissione dei soci
Sono soci tutti coloro che condividono pienamente i principi e le norme del presente
statuto e dell’eventuale regolamento interno. Possono fare richiesta all’ammissione come
socio: coppie di sposi, singole persone o enti che riconoscono il Matrimonio come
sacramento voluto ed istituito da Dio per la missione ed il bene comune.
I soci possono essere: Fondatori, Co-fondatori, Ordinari e Collaboratori.
1)
SOCI FONDATORI: sono coloro che hanno sottoscritto il presente statuto
all’atto costitutivo.
2)
SOCI CO-FONDATORI: il Consiglio Direttivo può nominare dei nuovi soci
detti Co-fondatori tra i soci ordinari, in considerazione di meriti acquisiti, per
anzianità di appartenenza all’Associazione o per il grande impegno vissuto
nel testimoniare ed esprimere la bellezza del matrimonio, con il medesimo
spirito ed in perfetta comunione con i soci Fondatori e con i principi ispiratori
dell’Associazione.
3)
SOCI ORDINARI:
a) le coppie sposate cristianamente, anche quando partecipa uno solo dei
due;
b) le persone separate o divorziate che, fedeli al loro matrimonio cristiano,
sono ancora il segno dell’amore indissolubile;
c) sacerdoti, religiosi e religiose, persone vergini e vedove, persone singole,
singoli sposi e fidanzati che, riconosciuto il Matrimonio come sacramento per
la missione, ne promuovono la crescita.
4)
SOCI COLLABORATORI: sono coloro che pur condividendo pienamente i
principi dell’Associazione, per scelta o per situazioni particolari, non possono
essere soci ordinari, come ad esempio:
a) le coppie che per vicende personali, pur essendo risposate o conviventi,
riconoscono nel Matrimonio come sacramento un valore da conservare e
proporre come ideale alle future generazioni
b) gli enti o aggregazioni che condividono lo spirito dell’Associazione.
Ciascuna coppia rappresenta un unico socio esprimendo un unico voto; in caso di
disaccordo tra i coniugi, la coppia è tenuta ad astenersi dalla votazione. Anche se è presente
uno solo dei due coniugi, questi svolge in pienezza il compito della coppia. La presenza di
uno dei due coniugi è di per sé “presenza” della coppia. Gesù vede ogni coppia di sposi come
un’unica realtà: “E i due saranno un’unica carne” (Gen 2, 24).
Il vincolo associativo della coppia non viene meno in caso di vedovanza, salva
espressa richiesta del coniuge superstite.
La richiesta di associarsi, sia che venga inoltrata da una coppia di sposi che da una
singola persona, va presentata attraverso la richiesta dell’interessato e la presentazione da
parte di un associato. L'ammissione come socio è deliberata dal Consiglio Direttivo. La
delibera di ammissione si perfeziona con il versamento della quota associativa, il rilascio della
relativa ricevuta e del presente statuto. Dovrà essere tenuto un libro soci, dove annotare le
generalità, la data di ammissione, l'eventuale decesso, recesso, esclusione o decadenza.
Articolo 7: Gli Amici degli sposi
“Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e
l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena”(Gv, 3,29)
Tutti
coloro
che
pur
non
associandosi,
desiderano
comunque
partecipare
saltuariamente alle attività proposte dall’Associazione, condividendone i principi e gli scopi,
saranno accolti con gioia e considerati come “Amici degli sposi”.
Articolo 8: Doveri dei soci
I soci sono tenuti a:
a. Vivere, testimoniare e promuovere con il proprio servizio la bellezza e la bontà della
famiglia fondata sul sacramento del Matrimonio indissolubile.
b. Coltivare un’intensa vita spirituale e tendere alla santità come primo servizio verso
l’Associazione.
c. Crescere nell’unità di coppia per la realizzazione della propria vocazione nuziale alla
santità alla quale è chiamata e per la quale dona servizio per il bene dell’Associazione.
d. Curare la formazione permanente in ordine al dono/compito del sacramento del
Matrimonio per poterlo vivere, testimoniare e annunciare.
e. Impegnarsi a collaborare, con il sostegno di una preghiera perseverante, per
concretizzare gli scopi dell’Associazione.
f. Intervenire in modo continuativo alla vita dell'Associazione.
g. Osservare lo statuto, i regolamenti interni e le deliberazioni prese dagli organi sociali
h. Mantenere il reciproco rispetto tra i soci, rispettare l'obbligo di lealtà, di probità e di
rettitudine oltre che tenere un comportamento tale da non arrecare alcun pregiudizio
morale o materiale all'Associazione e ai suoi appartenenti.
i.
Versare la quota associativa annuale ed eventuali contributi straordinari quando
deliberati dal Consiglio Direttivo, nei tempi e nei modi stabiliti dal Consiglio stesso.
Articolo 9: Perdita della qualifica di socio
La qualifica di socio può venir meno per i seguenti motivi:
-
Decesso del socio. In caso di coppia di sposi, Il vincolo associativo della coppia non
viene meno, salva espressa richiesta del coniuge superstite da presentare per iscritto
al Consiglio Direttivo;
-
Recesso del socio, tramite comunicazione scritta da presentarsi al Consiglio Direttivo.
In caso di coppia di sposi, qualora un solo coniuge decida di recedere, l’altro coniuge
non perde la propria qualifica di socio, salva espressa richiesta;
-
Decadenza, in caso di inadempienza nel pagamento della quota associativa annuale;
-
Esclusione, in caso di inadempienza agli obblighi dello statuto, dei regolamenti o dalle
deliberazioni del Consiglio Direttivo o quando siano intervenuti gravi motivi che a
giudizio insindacabile del Consiglio Direttivo, rendano incompatibile la prosecuzione
del rapporto associativo. L’esclusione viene deliberata dal Consiglio Direttivo con la
maggioranza dei 2/3 dei membri.
Articolo 10: L'Assistente Spirituale
L'Associazione è tenuta ad avere un assistente spirituale.
L'assistente spirituale è membro di diritto del Consiglio Direttivo e non è eleggibile alla
carica di Presidente o Vicepresidente.
L'assistente spirituale dell'Associazione è nominato dall'Ordinario diocesano tra i
sacerdoti che esercitino legittimamente il proprio ministero nella Diocesi, sentito il Consiglio
Direttivo.
L'Assistente spirituale :
1) rappresenta L’Autorità Ecclesiastica in seno all’Associazione, garantendo il rapporto
con il Vescovo diocesano e le sue linee pastorali;
2) anima e sostiene la comunione ed il servizio ecclesiale dell’Associazione ed è il
garante delle fedeltà al magistero della Chiesa;
3) offre all’Associazione le indicazioni per il cammino di crescita spirituale promuovendo
le opportune iniziative;
4) non ha diritto di voto, ma è chiamato ad esprimere un parere in merito agli argomenti
trattati dal Consiglio Direttivo.
Articolo 11: Organi dell'Associazione
“Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati,
quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio
e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4,46).
Gli organi sociali sono:
1. L'Assemblea dei soci
2. Il Consiglio Direttivo
3. Il Presidente dell'Associazione
4. Il Revisore contabile
Le cariche associative sono svolte a titolo gratuito, salvo il rimborso delle spese vive
effettivamente sostenute per l’attività prestata.
Articolo 12: L'Assemblea dei soci
“Amatevi gli uni e gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rm 12,10).
L'assemblea è formata dai soci Fondatori, Co-fondatori e Ordinari e Collaboratori in
regola con il versamento annuale della quota associativa e relativi contributi deliberati. In
particolare i soci Collaboratori non hanno diritto di voto, ma possono esprimere un parere.
L’assemblea si raduna ordinariamente almeno una volta all’anno su convocazione del
consiglio direttivo per l’approvazione del bilancio: può anche essere convocata in via
straordinaria qualora la coppia che presiede ne ravvisi l’opportunità, oppure quando lo
richieda 1/3 dei membri del Consiglio Direttivo o almeno 1/10 degli associati.
L’assemblea:
-
elegge tra i soci Fondatori, Co-fondatori e Ordinari i membri del Consiglio Direttivo.
-
Nomina il revisore contabile.
-
Approva il bilancio annuale delle attività associative.
-
Approva l’eventuale regolamento interno disposto dal Consiglio Direttivo
-
Esamina le questioni che il Consiglio Direttivo ritiene di dover porre alla sua attenzione.
-
Può presentare proposte di indirizzo da sottoporre all’attenzione del Consiglio Direttivo.
Articolo 13: Il Consiglio Direttivo
“Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. Chi pianta e
chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il
proprio lavoro” (1Cor 3,7-8)
Il Consiglio Direttivo è composto di diritto, dall’assistente spirituale e da una coppia di
sposi designata dal Consiglio di Amministrazione della futura fondazione “Donum Familiae”.
Inoltre è composto da 4 (quattro) soci Fondatori e/o Co-fondatori (di cui almeno tre coppie di
sposi) e da 1 (un) socio Ordinario, eletti dall’assemblea. Essi durano in carica per un periodo
di 3 (tre) anni e sono rieleggibili.
Il Consiglio Direttivo, quale suo primo atto, elegge La Presidenza e la Vicepresidenza,
entrambe costituite da una coppia di sposi.
In particolare, La Presidenza dovrà essere costituita da una coppia di sposi Fondatori o CoFondatori.
Il Consiglio Direttivo nomina altresì il Segretario, preferibilmente una coppia di sposi,
ed un vice segretario, nonché il Tesoriere, preferibilmente una coppia di sposi, e un vice
tesoriere. Questi potranno essere nominati dal Consiglio Direttivo tra gli associati.
Nessun compenso è dovuto ai membri del Consiglio Direttivo per ragione della loro
carica, ad esclusione dei rimborsi spesa documentati.
Articolo 14: Compiti del Consiglio Direttivo
Il Consiglio Direttivo delibera in merito a:
a. Elezione del Presidente dell'Associazione e del Vicepresidente e alla revoca dei
mandati
b. Nomina del Tesoriere, del Segretario e revoca degli incarichi.
c. Nomina di eventuali soci Co-fondatori.
d. Nomina il Comitato per la prevenzione e l’assistenza alle difficoltà di coppia.
e. Delibera in merito alla nomina dell’’Assistente Spitiruale ai sensi dell’art. 10 del
presente statuto.
f. Iniziative da promuovere e criteri da seguire per il conseguimento e l'attuazione degli
scopi dell'Associazione.
g. Organizzazione, modalità di coordinamento e dislocazione nel territorio delle varie
attività.
h. Ammissione dei nuovi soci.
i.
Redazione del bilancio consuntivo e del bilancio preventivo da presentare
all'approvazione dell'Assemblea.
j.
Determinazione dell'ammontare, dei modi e dei tempi di versamento della quota
associativa annuale e, qualora se ne ravvisi la necessità ed i presupposti, del
contributo straordinario, con la possibilità di escludere alcune categorie di soci.
k. Apertura di conti bancari presso istituti di credito.
l.
Ammontare del rimborso spese che gli associati dovranno versare all'Associazione per
l'utilizzo dei servizi, secondo l'attività che svolgono, l'impiego di attrezzature o altro e
l'utilizzo di strutture pubbliche e private da parte dell'Associazione medesima.
m. Acquisto di beni mobili ed immobili o attrezzature diverse.
n. Assunzione di eventuale personale dipendente ed al corrispettivo economico da
versare allo stesso.
o. Convocazione dell'Assemblea ordinaria e straordinaria.
p. Predisposizione del Regolamento interno dell’associazione, regolante il funzionamento
e l’elezione dei vari organi associativi.
q. Altri eventuali regolamenti.
r. Dichiarazione di accettazione delle dimissioni del socio, di decadenza e di esclusione
dell'associato secondo l’art. 9 del presente statuto.
s. Logo od integrazione della denominazione dell'Associazione.
t. Ubicazione dei centri operativi.
u. Gestione dei siti informatici legati al progetto “Mistero Grande”.
v. Ogni altra materia d’interesse dell'Associazione, ad esclusione di quanto è di
competenza dell'Assemblea.
Articolo 15: Modifiche statutarie.
Le eventuali modifiche al presente statuto possono essere proposte da qualunque
associato. Tali proposte, devono essere valutate ed approvate dai soci Fondatori e Cofondatori, che si riuniranno a tal fine con preavviso di cinque giorni. Le modifiche dovranno
essere approvate con la presenza dei 2/3 del numero dei soci Fondatori e Co-fondatori e con
la maggioranza dei 2/3 dei presenti.
In caso di approvazione il Consiglio Direttivo, previa valutazione positiva dell’Ordinario
diocesano, è tenuto senza indugio a convocare l’assemblea straordinaria dei soci e a
sottoporre a votazione la modifica secondo la maggioranza prevista all’articolo 16 del
presente statuto.
Con la stessa maggioranza potrà essere presa anche la deliberazione volta a
richiedere il riconoscimento giuridico dell’associazione ai sensi dell’art. 14 e ss. del c.c.
Articolo 16: Voto
“Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri
superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri” (Fil
2,3-4).
Le decisioni degli organi deliberanti sono prese a maggioranza qualificata dei 2/3 dei
soci in prima convocazione e maggioranza semplice dei presenti in seconda convocazione.
Ciascuna coppia esprime un solo voto. In caso di disaccordo tra i coniugi, la coppia è tenuta
ad astenersi dalla votazione. In caso di parità prevale il voto della coppia di sposi Presidente.
L’Assistente Spirituale ha diritto di esprimere un parere consultivo.
Le modifiche dello statuto o del regolamento devono essere approvate dai 2/3 degli
associati componenti l’assemblea.
Qualora i Soci Interessati partecipino all’assemblea, questi hanno diritto di esprimere
un voto consultivo.
Articolo 17: La Presidenza
“Chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede,
presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia” Rm (12,8).
La Presidenza è costituita da una coppia di sposi, la quale:
1) Rappresenta l'Associazione.
2) Convoca l’assemblea ed il Consiglio Direttivo.
3) Presiede l’assemblea ed il Consiglio Direttivo.
4) Mantiene costanti rapporti informativi e di collaborazione con il Vescovo o con un suo
delegato.
5) In caso di necessità può assumere i provvedimenti di competenza del Consiglio
Direttivo, sottoponendoli a ratifica nella prima riunione successiva.
6) Trasmette all’ordinario diocesano di Verona la relazione dell’attività sociale ed il
rendiconto economico e finanziario approvati dall’assemblea.
All’atto di nomina sarà indicato a quale dei due coniugi verrà attribuita la rappresentanza
legale dell’associazione ai soli fini civilistici e giuridici.
Articolo 18: La Vicepresidenza
La Vicepresidenza è costituita da una coppia di sposi. La coppia di sposi
Vicepresidente collabora strettamente e fattivamente con il Presidente, coadiuvandolo in
modo continuativo nelle varie funzioni di coordinamento e conduzione dell'attività sociale,
inoltre sostituisce la Presidenza:
a. In caso di assenza, nel presiedere alle sedute dell'Assemblea e del Consiglio Direttivo.
b. In caso di impedimenti o delega, nella rappresentanza legale e processuale
dell'Associazione e nella firma degli atti sociali che impegnano l'Associazione sia nei
riguardi dei soci che dei terzi. A tal fine, all’atto di nomina sarà indicato a quale dei due
coniugi verrà attribuita la rappresentanza legale dell’associazione ai soli fini civilistici e
giuridici.
Articolo 19: Il Tesoriere
“Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele” (1Cor 4,2).
Il Tesoriere, preferibilmente una coppia di sposi, cura l'amministrazione finanziaria
dell'Associazione ed è il responsabile della documentazione contabile. Il tesoriere è
coadiuvato preferibilmente da una coppia di sposi vice tesoriere, che partecipa al Consiglio
Direttivo, solo in assenza del tesoriere stesso
Articolo 20: Il Revisore contabile.
“Chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono
ispirate a mitezza e sapienza.” (Gc 3,13)
L'amministrazione ed il bilancio dell'Associazione saranno assoggettati al controllo di
un revisore contabile, che dovrà essere individuato in un soggetto iscritto all'elenco dei
Revisori Contabili
L'incarico di revisore dei conti è incompatibile con la carica di membro del Consiglio
Direttivo.
Il revisore dei conti partecipa di diritto alle adunanze dell'Assemblea e a quelle del
Consiglio Direttivo, con facoltà di parola, ma senza diritto di voto; verifica la regolare tenuta
della contabilità dell'Associazione e dei relativi libri e predispone una relazione
accompagnatoria al bilancio consuntivo che dovrà essere trasmessa al Consiglio direttivo ed
all’Assemblea dei soci.
Il revisore contabile dura in carica tre esercizi e può essere rieletto. L'Assemblea che è
convocata
dopo
la
chiusura
dell'ultimo
esercizio
di
carica
procede
al
rinnovo
dell'organo.
Nessun compenso è previsto per lo svolgimento di incarico di revisore contabile ad
eccezione dei rimborsi spese documentati.
Articolo 21: Il segretario
“Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori
della multiforme grazia di Dio” (1Pt 4,10).
Il Segretario, preferibilmente una coppia di sposi, custodendo le carte, custodisce
anche il cuore dell’Associazione. Coordinando i rapporti tra le singole cariche associative, si
impegna a favorire l’unità e l’armonia tra i soci.
Redige i verbali del Consiglio Direttivo e delle Assemblee, è il curatore delle formalità
burocratiche ed amministrative attinenti alla vita dell'Associazione ed è il responsabile
dell'archivio sociale e dei siti Web.
Articolo 22: Comitato per la prevenzione e l’assistenza alle difficoltà di coppia.
“Il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.”(Mt 22,39)
L’Associazione nomina un comitato composto di almeno cinque membri, che si occupi
di sostenere coppie che stanno attraversando momenti di difficoltà. Tali membri devono
essere in possesso dei requisiti legalmente riconosciuti per operare nei seguenti ambiti di
consulenza: etico, teologico, pedagogico, psicologico e giuridico. Tale comitato rimane in
carica per tre anni ed ogni membro è rieleggibile.
Ciascun componente del comitato svolgerà il proprio incarico a titolo di volontariato.
Articolo 23: Impegno concreto degli associati
“Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo
unanimi e concordi” (Fil 2,2).
Chiamati all’unità per mezzo dello Spirito Santo, gli associati nell’esercizio delle proprie
funzioni e nello svolgimento di qualsiasi incarico, avranno come compito primario quello di
tenere lo sguardo innalzato verso Dio e con cuore aperto guardare all’amore trinitario, dal
quale hanno ricevuto il mandato ad operare e che riconoscono come modello. Pertanto
qualsiasi incontro troverà il proprio inizio con un tempo adeguato dedicato alla preghiera di
lode e ringraziamento a Dio Trinità e all’invocazione dello Spirito unità del Padre e del Figlio,
affinché conduca quest’opera da Lui iniziata e doni le Grazie necessarie a realizzare i Suoi
progetti.
“E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete”(Mt 21,22).
Articolo 24: Svolgimento degli incarichi
Nello svolgimento e nell’esercizio delle funzioni di cui agli artt. 15-20 del presente
statuto, qualora sia presente uno solo dei due coniugi, questi svolge in pienezza il suo
compito. La presenza di uno dei due coniugi è di per sé “presenza” della coppia. Gesù vede
ogni coppia di sposi come un’unica realtà “E i due saranno un’unica carne”(Gen 2, 24).
Si intende che qualsiasi attività fatta dai Soci a nome e a favore dell'Associazione è a
titolo di volontariato.
Articolo 25: Rendiconto economico finanziario
Il rendiconto economico-finanziario dell’associazione è annuale e decorre dal primo
gennaio di ogni anno.
Il rendiconto economico-finanziario è predisposto dal Consiglio direttivo e approvato
dall’assemblea generale ordinaria con le maggioranze previste dal presente statuto,
depositato presso la sede dell’associazione almeno 20 gg. prima dell’assemblea e può
essere consultato da ogni associato.
Il conto consuntivo deve essere approvato entro il 30 aprile dell’anno successivo alla
chiusura dell’esercizio sociale, e successivamente trasmesso all’Ordinario diocesano di
Verona.
Gli utili o avanzi di gestione, nonché fondi, riserve o capitale non potranno essere
distribuiti tra i soci neppure indirettamente, salvo che la destinazione o distribuzione non
siano imposte dalla legge, e pertanto saranno portati a nuovo ed utilizzati dalla associazione
per i fini perseguiti.
Articolo 26: Patrimonio e Risorse economiche
“Non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che
indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito” (Lc 12,22-23).
Le entrate dell'Associazione sono costituite da:
1.
Quote associative da versarsi all'atto dell'ammissione all'Associazione nella
misura fissata dal Consiglio Direttivo e ad ogni successiva annualità sociale; la
quota associativa è intrasmissibile, se non per causa di morte, e non
rivalutabile.
2.
Eventuali contributi straordinari deliberati dal Consiglio Direttivo.
3.
Contributi e liberalità dei soci e di terzi.
4.
Contributi di pubbliche amministrazioni, enti locali, istituti di credito, enti e
associazioni in genere.
5.
Sovvenzioni di terzi, donazioni o lasciti testamentari.
6.
Entrate derivanti da attività commerciali e/o produttive marginali.
7.
Rimborsi derivanti da convenzioni.
8.
Ogni altra entrata devoluta a favore dell’Associazione.
Articolo 27: Versamento della quota associativa
La quota associativa deve essere interamente versata dal socio in qualsiasi momento
dell'anno sociale avvenga l'ammissione, e viene stabilita dal Consiglio Direttivo come stabilito
all’articolo 14.
Art. 28: Clausola di bonario componimento
“Amate la giustizia, voi giudici della terra, pensate al Signore con bontà d’animo e cercatelo
con cuore semplice” (Sap. 1,1).
Qualsiasi controversia dovesse sorgere per l’interpretazione e l’esecuzione del
presente statuto tra gli organi, tra gli organi e i soci oppure tra i soci, dovrà essere sottoposta
al vaglio di un collegio arbitrale composto di tre arbitri. Tale collegio verrà di volta in volta
nominato secondo le seguenti modalità: un arbitro di nomina vescovile, un arbitro nominato
dall’Associazione ed un arbitro nominato in accordo tra il Vescovo diocesano e l’Associazione
stessa.
Art. 29: Scioglimento
Lo scioglimento dell’associazione potrà essere deliberato dall’assemblea dei soci.
La deliberazione di scioglimento sarà valida se assunta dall’Assemblea, in seconda
convocazione, con il voto favorevole dei 2/3 degli associati presenti. In caso di scioglimento, il
patrimonio dell’Associazione sarà devoluto ad altri enti o associazioni aventi finalità analoghe,
sentito il parere dell’Ordinario Diocesano. In ogni caso il patrimonio non potrà essere
ridistribuito tra i soci.
Art. 30: Norma di rinvio
Ciò che non è disciplinato dal presente statuto sarà regolato dalle norme previste dal
diritto Canonico in materia di associazioni private di fedeli e dal Codice Civile in materia di
associazioni.
Il presente statuto costituisce parte integrante e sostanziale dell’atto costitutivo, redatto in
data 26 luglio 2009.
Dio Trinità benedica questa Associazione e doni le grazie necessarie per realizzare il
progetto che Lui stesso le ha affidato nella Chiesa.
Fly UP