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Raymond Carver - Unitre Val di Cornia

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Raymond Carver - Unitre Val di Cornia
Raymond Carver
Carver è stato un maestro della narrativa breve e viene considerato il capostipite del minimalismo
letterario americano.I suoi racconti hanno per protagonisti individui umili, spesso disperati, che si
dibattono e si trascinano tra le difficoltà della vita dell'America di provincia. Con la sua scrittura
lineare ma attentamente e finemente cesellata, Carver indirizza il lettore attraverso le coltri di
grigia quotidianità per svelargli, improvviso, solo per un attimo, quel poco di poesia che resta nelle
piccole vite descritte.
Nella poesia c'è la radice profonda della sua ispirazione letteraria, una poesia fortemente
concentrata sulla vita quotidiana, di cui, attraverso l'uso di un linguaggio ordinario, riesce a
esprimere efficacemente le tensioni fondamentali: un certo spaesamento esistenziale, la paura
della morte, il bisogno di essere amato, di essere salvato, di comunicare in modo sincero.
L'espressione è frutto di quella sorta di necessità interiore che contraddistingue l'ispirazione
artistica umana e incarnata. Accostarsi alla scrittura di Carver significa, dunque, comprendere
come la letteratura sia una reale questione di vita o di morte.
Nei suoi racconti si avverte un forte senso neorealistico e l'influenza del Fitzgerald de Il grande
Gatsby o dell'Hemingway dei racconti.
La teoria dell'omissione
Carver procede secondo la teoria dell'omissione che esclude tutto quello che non è fondamentale
enunciare:
« "È difficile essere semplici. La lingua dei miei racconti è quella di cui la gente fa
comunemente uso, ma al tempo stesso è una prosa che va sottoposta a un duro lavoro prima
che risulti trasparente, cristallina. Questa non è una contraddizione in termini. Arrivo a
sottoporre un racconto persino a quindici revisioni. A ogni revisione il racconto cambia. Ma non
c'è nulla di automatico; si tratta piuttosto di un processo. Scrivere è un processo di
rivelazione." »
L'itinerario di scrittura
Carver, percorrendo il suo itinerario di scrittore, è spinto dal desiderio di entrare nel mondo della
short story ma con un suo personale percorso, senza rifarsi a schemi letterari precedenti e a
categorie
definite.
Egli non vuole essere accomunato agli scrittori postmoderni e si difende con forza quando sente
che autori più giovani sono considerati seguaci del suo modello di scrittura, che viene definito
minimalista, perché egli non si considera un minimalista:
« è un'etichetta usata per designare un sacco di scrittori straordinari, ma è solo questo,
un'etichetta »
Carver vuole cambiare la forma del racconto e vuole essere diverso da tutti anche da Ernest
Hemingway:
« ... non avverto la sua influenza in modo particolare, anche se potrei considerare un
complimento essere visto come un suo discendente. E comunque non scrivo storie di pesca »
L'altro aspetto dell'America
Nell'America definita dell'affluent society che enfatizza con i suoi miti e le sue immagini il
benessere, Carver ci presenta nei suoi racconti l'aspetto di un'altra America che è quella dello
spreco e dei nuovi poveri.
Così i personaggi di Carver vivono tutti una sensazione di vuoto e di perdita sia individuale che
collettiva che si presenta in modo diverso ma con un comune denominatore che è quello
dell'attesa di qualcosa che è in procinto di accadere e che può considerarsi già catastrofe.
Il tema conduttore
Il tema principale è sempre quello della coppia che si muove all'interno di uno spazio domestico
che ha sempre, nella narrazione di Carver, una parte attiva e che ci fornisce attraverso la sua
descrizione la storia e ci indica, con i suoi oggetti, la successione nel tempo delle vicende.
Gli oggetti che popolano l'esterno o l'interno della casa non sono infatti semplici suppellettili
quotidiane ma possiedono una particolare potenzialità che serve a completare il disagio interiore
dei personaggi, come il frigorifero che improvvisamente si rompe, il televisore che sveglia in modo
brusco il protagonista o il telefono che squilla in un momento inopportuno.
La ricerca della forma architettonica
Con Cattedrale la scrittura di Carver cambia e i suoi racconti diventano più complessi sia dal punto
di vista delle tematiche che della forma ed egli comincia a parlare di architettura dell'opera:
« La prosa deve reggersi in equilibrio, ben eretta da capo a pié, come un muro decorato fin giù
alla base, la prosa è architettura »
Carver, che aveva seguito all'inizio e aveva condiviso il minimalismo richiesto da Gordon Lish
riducendo al minimo la sua scrittura, ora se ne distacca perché sente la necessità di una
espressione più piena e meno rarefatta. Gran parte degli scritti degli anni ottanta viene così a
essere contraddistinta dal desiderio di produrre scritti nuovi e "originali" ma anche da una
instancabile revisione e riscrittura di quanto aveva prima pubblicato.
I racconti di Carver vengono così modificati da una raccolta all'altra a volte nella lunghezza, altre
nel diverso nome dato ai personaggi o nello stesso titolo e verso la fine del decennio, e anche della
vita dell'autore, l'"originalità" sarà finalmente raggiunta. Le storie dell'ultima raccolta, Elefante e
altri racconti, così come gli scritti inediti raccolti dalla moglie Tess e inclusi nella raccolta postuma,
Se hai bisogno chiama, sono veramente diversi, più maturi, veramente "originali".
Come scrive Gigliola Nocera nel suo saggio
« Tra il realismo rarefatto delle prime raccolte e il realismo visionario delle ultime si colloca
dunque il cammino di Raymond Carver, e con esso una stagione estremamente significativa per
la short story americana del novecento. Egli è stato un grande narratore perché ha saputo
trasgredire e sconvolgere ogni teoria, ed essere un fuorilegge in grado di scrivere nuove leggi.
Ha cercato dei maestri, da John Gardner a Gordon Lish, per imparare a non seguirli, e ha
saputo allargare i confini del realismo americano »
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