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11 agioni ni si succedono, atore ara, titore miete, ernale è seminato

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11 agioni ni si succedono, atore ara, titore miete, ernale è seminato
11
gioni
si succedono,
tore ara,
itore miete,
rnale è seminato,
no il loro tempo,
tempo loro.
morato della vita.
22 luglio: la partita della solidarietà
Il ferragosto insieme
W. Witman
Il luglio landrianese
L’inaugurazione del nuovo pulmino dell’Auser
Giugno: il saggio di ginnastica artistica
Luglio: l’inaugurazione della nuova sede AVIS
12
La finale dei mondiali 2006
Puliamo il mondo alla City Farm
13
La partecipazione del nostro Comune all’anniversario della strage di Piazza Fontana
Le iniziative di Natale
Festa dell’agriturismo alla Cascina Vercelli
14
U.S. LANDRIANO: BILANCIO DELLA STAGIONE CALCISTICA 2006
BRAVI… RAGAZZI
Ho voluto intitolare questo articolo così come i
manifesti ed i volantini che
nel mese di luglio hanno
tappezzato parte delle
nostre mura cittadine, perché se devo ricordare il
campionato della scorsa
stagione con un evento, mi
viene sempre in mente la
partita finale del campionato della squadra di Prima
categoria. Dopo aver
dominato il primo tempo
sul 3 a 0, forti dei tre punti
di vantaggio sulla seconda
in classifica, ci siamo
lasciati andare ai soliti facili festeggiamenti anticipati, e ci siamo resi conti di
quello che era successo
solo alla fine, quando
dopo aver perso per 4 a 3
in casa (quindi subendo
ben quattro gol nel secondo tempo, di cui l’ultimo
nei minuti di recupero) ci
hanno finalmente detto
che anche la seconda in
classifica aveva perso,
quindi che avevamo vinto
il campionato della Prima
Categoria. Un campionato
che all’inizio nessuno
scommetteva come raggiungibile, ma che i nostri
Bravi Ragazzi, con in testa
il Mister Picco, hanno guadagnato partita dopo partita, nonostante alcuni
gravi infortuni e non pochi
problemi logistici dovuti ai
lavori per il nuovo campo.
Di nuovo quindi un grazie
a questi “Bravi Ragazzi” ed
un augurio che possano
fare altrettanto bene nel
campionato di Promozione nella nuova stagione
calcistica.
Purtroppo però non tutte
le squadre si sono comportate allo stesso modo, e
sicuramente quella che più
ha sofferto è stata la
Juniores, che non ha saputo trovare una propria
identità. Alla fine della sta-
gione erano pochi i ragazzi che potevano ancora
giocare, causa infortuni,
squalifiche ed abbandoni
vari. Speriamo che la stagione 2006/2007 sia
migliore, perché questa
squadra è sempre stata il
vanto dell’US Landriano e
deve tornare ad esserlo.
Gli Allievi regionali si
sono piazzati al secondo
posto, alle spalle della
forte squadra del Cimiano
(leggasi Milan!), e sinceramente meglio di così non
poteva andare né potevamo chiedere ai nostri
ragazzi. Resta sempre il
rammarico di un pizzico di
fortuna in più, magari
qualche scivolone della
capo classifica, ma purtroppo non c’è stata alcuna
sorpresa ed alla fine ha
vinto la migliore. Il nostro
Maggi, Mister con noi da
molti anni, ha confermato
quindi le sue capacità.
I Giovanissimi regionali,
dopo un ottimo avvio,
hanno cominciato a soffrire per problemi tecnici,
che hanno portato alla
sostituzione del Mister in
corsa. Il nuovo allenatore,
signor Arnari, ha potuto
solo salvare il campionato
con una salvezza che si è
concretizzata nelle ultime
partite del campionato.
I Giovanissimi provinciali
hanno avuto un campionato dignitoso, che li ha formati in esperienza rendendoli pronti a disputare
quest’anno lo stesso campionato però a livello
regionale e non più provinciale.
Una nota congiunta per
tutte le altre squadre degli
Esordienti, dei Pulcini a 5,
7 e 9 giocatori ed alla
scuola Calcio (che raccoglie ragazzi dai 6 agli 8
anni) che non hanno un
campionato vero proprio e
quindi non hanno classifica. Grazie per tutte le
emozioni che ci date e per
le soddisfazioni che sicuramente ci farete avere nel
futuro.
La stagione 2006/2007 si
apre con un’interessante
novità, anche se ancora
non completa.
La nostra Amministrazione
Comunale ha riconosciuto
i meriti sportivi della
nostra società ed ha deciso
di investire su di noi,
dotando il Centro Sportivo di nuovi campi di gioco
ed ampliando i nostri locali. In questo modo potremo giocare contemporaneamente tutte le partite
dei campionati in casa,
senza dover ricorrere
all’uso di campi esterni. In
sostanza abbiamo un
campo regolare da 11 giocatori in più (il vecchio
campo d’allenamento è
stato rifatto ed adattato) e
due nuovi campi allenamenti (uno piccolo ed uno
grande per le squadre
superiori). Inoltre abbiamo
anche un nuovo locale da
adibire a magazzino, ed
avremo anche un salone da
utilizzare come attesa od
anche luogo di incontro.
Speriamo che la novità di
giocare tutti presso il
nostro centro sportivo
porti a migliori risultati
agonistici, anche se quelli
ottenuti nel passato non
sono male, e che la possibilità di avere una sala,
anche se modesta, dove
poterci incontrare porti
all’aggregazione di persone intorno alla nostra
società, possibilmente con
facce nuove di cui abbiamo tanto bisogno.
Luigi Manelli
e Paolo Rapetti
15
Un week-end a base di Basket, musica e divertimento
TUTTI AL CAMPETTO!!!
Sole, musica e basket…
Questi gli ingredienti principali di una giornata a
livello locale senza precedenti. 10-11 giugno 2006,
Face to Face Basketball
Contest, prima manifestazione sportiva di pallacanestro (modalità 3contro3) svolta presso il
Centro Sportivo Comunale di Landriano.
Che il paese sia
direttamente
coinvolto
dal
panorama calcistico è risaputo,
ma dal punto di
vista cestistico
gli organizzatori, Stefano, Fabio, Andrea e
Dario non sapevano
davvero
cosa aspettarsi.
L’organizzazione ottima,
l’originalità ed un sito
internet che ha sfiorato i
seimila contatti in poco
più di due mesi, hanno
fatto sì che questo torneo
diventi punto fisso dell’estate landrianese anche
negli anni a venire.
Venticinque le squadre che
nell’arco della torrida due
giorni, si sono cimentate
nella speranza di vincere il
fantastico premio offerto
dall’organizzazione e dagli
sponsor, 1000 euro in
denaro che hanno fatto
impennare il livello di
adrenalina e competizione
alle stelle; vedere ragazzi
che da poco tempo praticano questa attività, sfidare senza paura gente che lo
fa quasi come professione
è stato davvero emozionante, perché al campetto
le gerarchie non contano,
tantomeno il sesso o l’età,
vince chi fa canestro e
basta…
L’afflusso di gente non si è
limitato alla provincia,ci
hanno contattato ragazzi
di Milano, Piacenza, Lodi
e non solo, da Savona e
Livorno arrivano le due
squadre che hanno dato
vita ad una semifinale
incredibile che senza dubbio è stata la partita più
spettacolare del torneo e
che ha visto i livornesi
imporsi di misura e intraprendere una galoppata
inarrestabile nella finale
verso l’ambitissimo premio.
Alla fine dello svolgimento
delle partite, il tardo
pomeriggio si riempie di
interventi artistici e musicali fino a sera quando l’intrattenimento dei DJ e dei
numerosi gruppi musicali
(Inoki, m.a.l.e.,ecc.) ha
animato le serate dell’intero week-end; decine sono
stati i writers che hanno
potuto dare libero sfogo
alle loro vernici negli
appositi spazi creati
anch’essi all’interno del
contesto.
Grandissima prestazione
anche per i ragazzi del
punto ristorazione, vera
anima della manifestazione.
Vista la possibilità, si
coglie l’occasione per ringraziare il sindaco e tutta
la giunta comunale (in
particolar modo Ivana)
per l’appoggio mai venuto
meno verso l’organizzazione.
Fabio Mutti
GRANDE SUCCESSO PER LA SAGRA DI PAIRANA 2006
Parliamo della sagra del 78 ottobre 2006. Dopo aver
con
la
concordato
Parrocchia e con i volontari il programma delle
manifestazioni, abbiamo
proceduto alla suddivisione dei compiti e all’organizzazione dei lavori per
raggiungere al meglio gli
obiettivi che ci siamo preposti.
Sabato 7, già dalle prime
ore del mattino, la sottoscritta insieme a due
dipendenti e a due volontari, sotto una pioggia insistente ed abbondante, ha
predisposto i tavoli e le
panche per soddisfare le
207 persone prenotate per
la cena. Il tempo non ci
incoraggiava di certo, ma
non per questo ci siamo
rassegnati…E
infatti,
come negli scorsi anni, la
nostra determinazione è
stata premiata: nel pomeriggio infatti la pioggia è
cessata e il tempo si è
rimesso al bello. Così, i
lavori di preparazione
sono continuati per tutto il
giorno,
raggiungendo
l’apice tra le 19,30 e le
22,30 con la distribuzione
delle cibarie: almeno 400 i
pasti serviti al pubblico! La
medesima cosa si è ripetuta nella giornata successiva
di domenica, quando in
più c’è stato da sparecchiare e ripulire per poter
organizzare la cena delle
sera e i mercatini. Almeno
30 volontari hanno lavorato sodo insieme a noi con
la massima solerzia per
accontentare tutti. Quanti
complimenti
abbiamo
ricevuto, sia per l’organizzazione generale che per
la qualità delle vivande
servite!!! Successone anche
per il tombolone, per non
parlare poi dei fuochi d’artificio di domenica sera!
Quando mai li abbiamo
visti nella nostra frazione?
La folla gremita sulla piaz-
za non distoglieva gli
occhi dal cielo per ammirare attonita lo spettacolo… e all’improvviso, alla
fine, è sfociata in un
applauso durato a lungo.
Voglio qui ringraziare in
particolare tutti i volontari
che con il loro impegno e
il loro contributo di duro
lavoro hanno consentito la
buona riuscita delle manifestazioni della sagra 2006.
Grazie a loro e al sostegno
dell
Amministrazione
Comunale è stato inoltre
possibile fare entrare nelle
casse della Parrocchia un
contributo pari ad euro
9.400,00 destinati a rifare
la tinteggiatura
interna
d e l l a
nostra chiesa. I lavori sono
già iniziati il 25.01.07.
Wilma Pirola
16
CINQUECENTO ANNI FA A LANDRIANO UN SOLDATO DI VENTURA
DETTAVA LE SUE ULTIME VOLONTA’
IL TESTAMENTO DEL CAVALIERE
Esattamente cinquecento
anni fa, nell’anno 1506,
anche Landriano come il
resto della Lombardia
apparteneva ormai al
Regno di Francia. Erano
infatti i tristi tempi delle
Guerre d’Italia, quando il
nostro paese, pur considerato allora il “giardino
d’Europa”, era tuttavia
ancora diviso in tanti staterelli nemici l’uno dell’altro
e proprio per questo era
destinato a subire ancora
per secoli il dominio delle
potenze straniere.
Dopo aver sconfitto le
truppe di Ludovico il
Moro, ultimo duca sforzesco, il re di Francia Luigi
XII aveva posto fine all’autonomia dello stato di
Milano, distribuendo sul
territorio le sue truppe di
occupazione che presidiavano tutte le città e anche
molti paesi del contado.
Da tempo ormai a tutti i
livelli della società regnava
un clima di guerra civile, di
forte paura e di sospetto. A
Milano, una grande schiera di prigionieri politici
affollava le carceri del
castello in attesa di essere
processata. Tra questi vi
erano molti esponenti
della famiglia Landriani,
un casato tra i più nobili e
potenti della città, legato
strettamente alle fortune
di Ludovico il Moro. Con
la sconfitta definitiva del
duca di Milano e la vittoria
dei Francesi, anche i
Landriani, considerati ora
alla stregua di sudditi
ribelli, erano ormai caduti
definitivamente in disgrazia e ormai destinati a perdere il feudo di Landriano
che possedevano da tempo
immemorabile. Alcuni loro
esponenti, ritenuti i capi
del partito antifrancese,
vennero subito eliminati
fisicamente e le loro dame
violate, altri ancora venne-
ro incarcerati e condannati
all’esilio. Tutti persero,
nella nuova situazione, le
eccezionali posizioni di
potere che prima avevano
occupato nei settori della
finanza, della politica,
della religione. Contemporaneamente vennero
privati di gran parte dei
loro beni, che il re di
Francia distribuì quale
ricompensa ai nuovi dominatori e a chi lo aveva
sostenuto nella conquista
dello stato di Milano. Le
abitazioni milanesi della
famiglia furono saccheggiate dalla folla all’arrivo
dei Francesi, mentre il lussuoso palazzo Landriani,
dove fino a poco tempo
prima risiedeva il ramo più
prestigioso del casato,
passò
immediatamente
nelle mani dei più alti rappresentanti del re di
Francia, che ne fecero la
loro dimora abituale. Ma
nulla tuttavia si conosceva
finora su quella che era
stata la sorte del feudo di
Landriano in quegli anni
assai movimentati e cruciali, né in particolare sulle
condizioni di vita nel
paese sotto la dominazione francese. Un documento recentemente ritrovato
presso l’Archivio di Stato
di Milano ci consente ora
di gettare nuova luce su
questo periodo tanto
importante quanto oscuro
della storia landrianese.
Rivolte e rappresaglie a
Lardirago
Come si è detto, non solo
nelle città, ma anche nei
paesi la popolazione era
allora divisa in fazioni
politiche contrapposte e
viveva in una situazione di
paura e diffidenza, anche
per la presenza tra la
popolazione di numerose
spie al servizio dei
Francesi, le quali
denunciavano alle
autorità chi si lasciava andare a sfoghi e
proteste, in realtà più
che giustificate. Gli
abitanti erano infatti
esasperati dal comportamento arrogante dei soldati che
alloggiavano nelle
case private e vivevaIl Maresciallo Gian Giacomo Trivulzio
no alle spalle dei
Cavaliere con il suo scudiero in un quadro di Paolo Morando detto il Cavazzola
(1486-1522)
poveri lombardi, sottoposti ad ogni sorta di ruberie,
violenze ed umiliazioni
continue. Nel vicino
borgo di Lardirago già nell’ottobre del 1499 una giovane contadina, mentre
stava portando il pane a
cuocere al forno pubblico,
venne aggredita da un soldato francese che tentò di
violentarla. La ragazza
reagì prontamente, prendendo a scopate l’aggressore, il quale tuttavia colpì
a morte l’anziano padre
della ragazza che era subito accorso per difenderla.
Una folla inferocita di abitanti del paese, raccoltasi
al suono delle campane,
fece immediatamente giustizia sommaria, acciuffando e linciando sul posto il
colpevole. Come prevedibile, la vicenda si concluse
tragicamente con una sanguinosa rappresaglia, il
paese saccheggiato e dato
alle fiamme dalle truppe
francesi accorse per riportare l’ordine. Uno sfortunato studente, che probabilmente si trovava a passare di lì per caso, tale
Giovanni Antonio de
Bascapè, venne impiccato
insieme ad altri quattro
poveri contadini del posto,
accusati di avere fomentato la rivolta. Molti altri
abitanti dei dintorni vennero trucidati dai soldati
Francesi infuriati, che
durante il saccheggio sparsero per le vie del paese
ben ottocento brente di
vino prelevate dalle cantine di un tale messer
Giovan Pietro de Rizzi, di
Lardirago. Negli anni successivi episodi del genere
si ripeterono un po’ovunque e come se ciò non
bastasse alle violenze della
guerra si aggiunsero poi la
carestia, la fame e infine
una epidemia di peste che
si abbatté sulle popolazioni della Lombardia già
tanto provate.
Ebbene, nonostante un
clima così teso e cupo, il
documento recentemente
ritrovato ci consente di
verificare come in mezzo a
tante sofferenze, alla paura
e all’odio, anche allora riuscivano comunque a
sopravvivere sentimenti
umani positivi e si instauravano legami di riconoscenza, di amicizia e ospitalità.
Landriano nelle mani dei
Trivulzio e occupato dai
napoletani
Come gli altri paesi vicini,
anche Landriano, per la
sua collocazione strategica
sulla strada da Milano a
Pavia e per la presenza di
un importante castello,
ospitava ovviamente delle
truppe di occupazione. Per
la verità, tuttavia, la situazione che sembra trasparire dal nostro documento
parrebbe meno drammatica che altrove, forse per il
fatto che i soldati alloggiati a Landriano erano dei
francesi “napoletani”, o
meglio dei napoletani
“francesizzati”. Si trattava
infatti di uomini d’arme
meridionali che erano
rimasti fedeli al re di
Francia anche dopo le
sconfitte da lui subite nel
regno di Napoli, ormai
passato definitivamente
nelle mani degli Spagnoli.
Avevano quindi scelto di
seguire il sovrano fino in
Francia, dove Luigi XII li
aveva ricompensati accogliendoli a corte, arruolandoli nel proprio esercito
ed inviandoli a presidiare il
ducato di Milano. A
Landriano prestavano servizio in una compagnia
che comprendeva 25
“lance”, cioè 25 squadre di
armigeri, per un totale di
circa 150 guerrieri a cavallo, che i francesi consideravano dei “buoni napoletani” e di cui evidentemente si fidavano. Alla testa
della compagnia c’era il
condottiero
Teodoro
Trivulzio, cugino del più
famoso Gian Giacomo,
colui che aveva guidato le
truppe francesi nella conquista del ducato di
Milano, meritandosi in
premio dal re il feudo di
Vigevano ed il titolo di
Maresciallo di Francia.
Sappiamo
che
Gian
Giacomo aveva la propria
base logistica e militare nel
vicino castello di Cassino
Scanasio, presso Rozzano,
dove ospitò più volte il re
di Francia in persona in
occasione delle sue visite a
Milano. Il territorio di
Landriano, insieme a quelli di Locate e di Rozzano
veniva così a costituire un
unico grande corridoio
controllato direttamente
dal Maresciallo e dai suoi
parenti, un luogo ideale
dove rifugiarsi in caso di
pericolo, ma anche una
base logistica dalla quale
controllare la grande città
con le vie di accesso e di
fuga. Inoltre è interessante
rilevare che Teodoro
Trivulzio, al quale il cugino Gian Giacomo aveva
affidato il presidio del territorio di Landriano, era
fratello di Elisabetta,
moglie di un Landriani,
Francesco, con i quali dun-
que i Trivulzio avevano
stretto rapporti familiari di
parentela. Insomma, anche
se schierate su fronti politici contrapposti, le famiglie dei Landriani e dei
Trivulzio erano riuscite in
qualche modo a conservare rapporti di buon vicinato. Moltissime proprietà
terriere dei secondi si trovavano infatti nel territorio limitrofo di Locate
Triulzi, paese che ancor
oggi conserva nel nome
stesso il ricordo dei suoi
antichi signori. Una serie
di circostanze favorevoli
sembra dunque una volta
tanto aver preservato
Landriano dalle tante
distruzioni e dai saccheggi
che così spesso colpirono
il paese nel corso della sua
storia.
Il testamento del cavaliere
Ma veniamo all’avvenimento che diede origine al
documento in questione.
Uno degli uomini d’armi di
stanza in paese infatti, il
giorno 27 febbraio dell’anno 1506, un venerdì, trovandosi a letto gravemente
ammalato, decise di fare
testamento. Non sappiamo
da quale malattia fosse
stato colpito, ma è molto
probabile che si trattasse
di peste, visto che gli anni
1504-1506 sono ricordati
appunto nelle cronache
del tempo per il mortale
contagio che colpì Milano
e i sobborghi a sud della
città. Risale infatti ai primi
mesi del 1506 una serie di
disposizioni
emesse
dall’Ufficio della Sanità di
Milano per prevenire il
diffonderi dell’epidemia
che, come si diceva allora
“andava serpendo” in molti
luoghi del ducato. Per evitare il contagio le medesime disposizioni vietavano
gli assembramenti di
gente, proibendo ad esempio che “si ballasse nelle
ville”(cioè nei paesi) in
occasione dell’ormai prossimo carnevale. La gente
evidentemente, nonostante tutto, non aveva dunque
perso la voglia di vivere e
di divertirsi!
Fosse comunque vera
peste, o più semplicemente qualche acuta forma
influenzale stagionale, sta
17
nali di amicizia.
Al momento del testamento Ercole Zurlo si trova
nella “sua camera da letto”,
nella casa di Giovanni
Angelo Rossi, un abitante
di Landriano che lo ospitava dunque nella propria
abitazione. Fanno da testiInsegna della Famiglia Zurlo.
moni quattro suoi fedeli
di fatto che le condizioni commilitoni, anch’essi oridel nostro malato doveva- ginari del napoletano,
no sembrare evidentemen- insieme ad un altro abitante molto gravi, tanto da te di Landriano, tale Piespingere il moribondo a tro Ciceri.
richiedere la presenza di Raccomandata la sua aniun notaio al quale dettare ma a Dio, il giovane cavaliere dispone innanzitutto
le ultime volontà.
Quel nobile cavaliere che che, nel caso fosse morto a
versava in punto di morte Landriano, lontano dalla
lontano dalla sua casa e sua città e dalla sua famidalla sua famiglia si chia- glia, avrebbe dovuto essere
mava Ercole Zurlo ed era il sepolto nella chiesa di
figlio cadetto di Scipione, Santa Maria delle Grazie,
un barone napoletano allo- dove, accanto alla sua
ra signore del borgo di tomba, desiderava fossero
Solofra, una città tuttora deposte le sue preziose
esistente in provincia di armi ed armature necessaAvellino, al centro della rie all’arte della guerra,
quale sorge ancora oggi come si diceva allora. La
Palazzo Zurlo, antica chiesa di Santa Maria delle
dimora di quella famiglia. Grazie sorgeva effettivaIl giovane gentiluomo, in mente dove oggi c’è la
quanto figlio cadetto, cappella delle suore di
sarebbe rimasto escluso Maria Bambina, presso
dalla successione al feudo l’Asilo Camera, ma allora
di Solofra, riservata al fra- era un edificio molto più
tello primogenito Ettore. vasto, persino più vasto
Per questo si era dunque della chiesa di San Vittore,
dato al mestiere delle armi occupando per tutta la lune, all’arrivo degli Spagnoli, ghezza il giardino prospicon la famiglia e i compa- ciente la attuale piazza
gni aveva lasciato il Regno Garibaldi. Alla chiesa, di
di Napoli seguendo le cui diremo più avanti, era
annesso un convento
truppe francesi.
Probabilmente era di stan- domenicano che dipendeza a Landriano dal 1504, va da quello omonimo di
dove evidentemente non Milano.
doveva avere incontrato La seconda preoccupaziogrosse difficoltà a comuni- ne di Ercole Zurlo è poi
care potendo ricorrere al quella di esprimere la prosuo dialetto originario, pria riconoscenza nei conquello napoletano, per fronti dell’abitante landriarivolgersi agli abitanti di nese G.A. Rossi che lo
Landriano, che invece si ospitava, al quale egli
esprimevano allora in dia- lascia in eredità i capi più
letto lombardo. Una preziosi del suo abbigliasituazione quindi abba- mento personale, comprestanza favorevole alla so il cappello di pelliccia
socializzazione ed all’in- di scoiattolo e la prestigiostaurarsi di legami perso- sa berretta rossa, allora
importante
segno di distinzione
sociale.
A frate Ambrogio da Milano, vicario
del suddetto
convento di
Santa Maria
delle Grazie,
il giovane lascia la sua
cappa ed i
suoi stivaletti,
mentre riserva al proprio
Teodoro Trivulzio in un ritratto dell’epoca.
paggio e ser-
vitore, Giovanni Maria da
Desio, lo stocco, cioè il
corto spadino per la difesa
personale. Quanto alla
paga arretrata che il
“Cristianissimo Re di
Francia” ancora gli doveva,
egli dispone che essa
avrebbe dovuto essere
distribuita
da
frate
Ambrogio in beneficenza,
“per amore di Dio, affinché l’Onnipotente abbia
misericordia della sua
anima”, ricordandosi però
di lasciare qualcosa anche
per la chiesa di San
Quirico di Landriano. Per
il resto delle sue proprietà
nomina infine suo erede
universale il fratello maggiore Ettore, riservando
anche una somma di denaro
alla
chiesa
di
Sant’Agostino di Solofra,
affinchè vi vengano celebrate messe in suffragio
della sua anima.
Come si può vedere, le
ultime volontà dettate dal
nostro cavaliere stupiscono per la generosità dimostrata nei confronti di alcune persone di Landriano
con le quali evidentemente
egli aveva avuto modo di
stringere rapporti di amicizia, nonché per la sua personale devozione nei confronti di alcune chiese
locali che evidentemente
egli deve avere frequentato
durante il suo soggiorno in
paese. Non è proprio quello che ci saremmo aspettati di trovare nel testamento
di un guerriero, per giunta
nemico, in una situazione
carica di odio e tensione
come quella che abbiamo
descritto sopra !!! In realtà
sappiamo che i cavalieri di
quel tempo erano in genere animati da un grande
fervore religioso, oltre che
molto interessati, come del
resto tutta la gente di allora, alla predicazione dei
frati domenicani.
Sappiamo ad esempio che
la suddetta Chiesa di Santa
Maria delle Grazie era
stata fondata vent’anni
prima dai signori del
paese, proprio per consentire agli abitanti del paese
di poter disporre di una
chiesa più capiente di
quelle già esistenti, dove
andare ad ascoltare le prediche dei frati domenicani
che erano i “grandi comunicatori” del tempo. Le
loro prediche, che duravano ore, erano paragonabili
a veri e propri spettacoli
teatrali che attiravano
grandi folle anche dai
paesi vicini, un po’ come
avviene oggi con i predicatori televisivi negli Stati
Uniti. E’ dunque probabile
che quel frate Ambrogio
da Milano, al quale il
nostro cavaliere intendeva
lasciare la sua cappa ed i
suoi stivaletti (sicuramente
preziosi in un’epoca in cui
la stragrande maggioranza
della gente, specialmente
in campagna, portava gli
zoccoli, quando non andava scalza!), fosse un personaggio assai colto di grande popolarità e prestigio,
la cui compagnia era particolarmente ricercata dai
maggiorenti del paese. Del
resto, il convento di
Milano di Santa Maria
delle Grazie, da cui dipendeva quello di Landriano,
era a sua volta anche un
prestigioso centro di cultura e di arte, frequentato in
quei giorni dal re di
Francia e dai suoi dignitari,
i quali vi andavano tra l’altro ad ammirare, nel refettorio, il Cenacolo di
Leonardo da Vinci, ultimato pochi anni prima, nel
1498. Pare effettivamente
che Luigi XII, dopo avere
ammirato il dipinto, in un
primo tempo intendesse
realmente farlo staccare
dalle pareti per portarselo
in Francia e che molti francesi si facessero riprodurre
delle copie dell’Ultima
Cena, in dimensioni ovviamente ridotte, per mostrarle come preziosi souvenir dell’Italia. Tale dunque era sin da allora la
fama internazionale di
Leonardo, al quale lo stesso GianGiacomo Trivulzio
commissionò proprio in
quell’anno 1506 il progetto per la realizzazione del
suo monumentale sepolcro
equestre. A proposito di
Leonardo, destino volle
che negli anni successivi
proprio Angela Landriani,
nipote dei sopra citati
Elisabetta Trivulzio e
Francesco Landriani, appartenenti all’unico ramo
filofrancese del casato,
sposasse il discepolo prediletto di Leonardo,
Francesco Melzi, colui al
quale il maestro lasciò in
consegna tutti i suoi preziosi disegni e manoscritti.
Ma torniamo a Giovanni
Angelo Rossi, l’abitante
landrianese che ospitava
Ercole Zurlo in casa propria. Costui doveva sicuramente appartenere a una
delle famiglie più ricche
del paese se disponeva
nella propria casa di una, o
addirittura più camere da
letto, in tempi in cui la donazioni alla ricostruziogran parte della popola- ne della cattedrale.
zione viveva in abitazioni Tutte le disposizioni previdove si era costretti a fare ste dal suo testamento lantutto in un unico locale: drianese rimasero quindi
mangiare, dormire, lavora- disattese…anche se non
re…Forse la sua famiglia possiamo escludere che,
era in qualche modo impa- prima di partire, al
rentata con i famosi Rossi momento di congedarsi
originari di Parma, ma pre- dagli amici che lo avevano
senti anche a Milano, ospitato, il giovane abbia
un’altra famiglia nobile manifestato la propria
collaborazionista, schiera- riconoscenza con la geneta apertamente con i nuovi rosità che ci si attendeva
allora da un nobile cavaliedominatori francesi.
L’ospitalità e l’amicizia tra re. E chissà che qualcuno
Ercole Zurlo e Giovanni dei preziosi oggetti citati e
Angelo Rossi potrebbero descritti nel testamento
quindi essere state favorite non sia quindi effettivaanche dalla comune appar- mente rimasto a Lantenenza dei due personag- driano, magari nella casa
gi alla medesima fazione di Giovanni Angelo Rossi
politica. Sappiamo per dove egli era stato curato,
altro che i cognomi Rossi e come dono di riconoscenCiceri (il cognome dell’ altro
testimone landrianese presente
al testamento)
ricorrono di frequente
negli
elenchi degli abitanti di Landriano almeno
dal 1500 in poi e
che alcune famiglie che portano
quest’ultimo
cognome risultano tuttora residenti in paese.
Con i nomi dei
testimoni si conclude qui il nostro testamento,
un atto che in
realtà si rivelò in
Il Capitano Teodoro Trivulzio
seguito del tutto
inutile e disatteso perché il destino volle – za in cambio dell’ospitalità
colpo di scena ! – che quel ricevuta!
giovane cavaliere allora in Desidero ringraziare l’amipunto di morte, fortunata- co Giovanni Canzi di
mente scampò alla peste. Melegnano, che ha rinvePer scoprirlo, è bastato nuto e tradotto il testadigitare il suo nome in mento landrianese di
internet e subito è compar- Ercole Zurlo, come pure la
so l’intero albero geneolo- professoressa Mimma De
gico della famiglia Zurlo. Maio di Solofra, creatrice,
Grazie ad esso è stato pos- tra l’altro, di un ricchissisibile non solo stabilire la mo sito internet di storia
precisa identità del cava- locale, la quale mi ha genliere, che altrimenti per tilmente fornito le infornoi sarebbe rimasto un mazioni in suo possesso
illustre sconosciuto, ma relative alla famiglia Zurlo.
anche seguirne le vicende Grazie a loro è stato possinegli anni successivi, bile ricostruire questa
quando nel 1520, alla vicenda che lega Lanmorte del fratello maggio- driano a Solofra e riscoprire, Ercole Zurlo ritornò re al contempo, a distanza
finalmente a casa e venne di cinquecento anni, un
nominato a sua volta antico e sorprendente
“magnifico signore di legame di amicizia tra due
Solofra”, svolgendo un comunità le cui storie
ruolo di primo piano nella apparentemente sembrestoria successiva di quella rebbero non avere nulla in
borgata, concedendo i comune.
nuovi statuti cittadini e
contribuendo con ricche
Massimo Piacentini
18
17 gennaio 2007 - Sant’ Antonio Abate
FESTA DEL RINGRAZIAMENTO
Garibaldi i trattori, loro
strumenti preziosi di lavoro, hanno condiviso il
pranzo presso la cascina
Combariola dei Sig.ri
Negri Riccardo e Dino che
ringraziamo per l’ospitalità
e per la preziosa collaborazione.
Cogliamo inoltre l’occasione per ringraziare i relatori intervenuti al convegno:
Nel Comune di Landriano,
essendo ancora un paese
principalmente a vocazione agricola, gli agricoltori
ora più che mai, sono chiamati per legge a diventare
“sentinelle dell’ambiente”.
Per aiutare i nostri agricoltori a svolgere questo
ruolo sicuramente molto
difficile, l’assessorato all’agricoltura del Comune
di Landriano, ha pensato
di organizzare in collaborazione con la Federazione
Provinciale Coltivatori
Diretti di Pavia, un convegno presso la Sala
Consiliare, mirato a fornire strumenti di conoscenza
agli agricoltori che sono
chiamati a modificare il
loro modo di lavorare.
Nell’incontro si è parlato
di Condizionalità, ossia
del condizionamento del
pagamento degli aiuti
rivolti all’agricoltura, al
rispetto di diversi regolamenti e direttive comunitarie in materie di ambiente, sanità pubblica, salute
delle piante e degli animali, benessere animale, non-
Forestali, ha dato concre-
ché al rispetto dell’obbligo di mantenere la terra in
buone condizioni agronomiche ed ambientali.
Con decreto del 13 dicembre 2004 il Ministero delle
Politiche Agricole e
strazioni. - Sviluppo
dei mercati Internazionali. - Ricambio
generazionale.
Ripresa economico
produttiva da crisi di
mercato. - Sanatoria
tezza a questi principi,
rendendo espliciti gli
impegni che devono assumere tutti gli agricoltori
che ricevono aiuti attraverso la PAC (Politica
Agricola Comunitaria).
Impegni che non devono
essere interpretati come
vincoli all’attività d’impresa bensì in un’ottica positiva che rappresenta un’opportunità di affermazione
di quel modello di agricoltura multifunzionale sempre auspicato e che è meritevole di un sostegno da
parte delle collettività.
Si è parlato inoltre dell’incidenza del comparto agricolo, della legge finanziaria
2007 per quanto riguarda:
IRAP - Piccola Proprietà
Contadina - Tassazione Catastale estesa alle società Comunicazione delle variazioni
colturali. - Accatastamento dei
fabbricati rurali. - Credito d’imposta per le imprese agro-alimentari. - Vendita diretta
prodotti agricoli. Convenzioni con
pubbliche ammini-
pozzi idrici.
Tante sono le novità, ora
starà alla capacità delle
nostre imprese agricole
coglierle e metterle in pratica per soddisfare i cittadini, i consumatori finali e
salvaguardare l’ambiente.
Alla fine del convegno gli
agricoltori dopo aver fatto
benedire dal parroco Don
Angelo Lomi sulla P.zza
Dott. Giuseppe Ghezzi Presidente Coldiretti Pavia.
Dott. Carlo Greco Direttore
Coldiretti Pavia.
Matteo De Ponti Tecnico
Aziendale Coldiretti Pavia.
Dott. Claudio Leoni Agronomo
del comune di Landriano.
Dott. Arch. Roberto Aguzzi
Sindaco di Landriano
L’ASSESSORE
ALL’AGRICOLTURA
Wilma Pirola
19
A.I.D.O. Landriano
DA UN ESSERE UMANO ALL’ALTRO
IL DONO DELLA VITA
L’A.I.D.O
Associazione
Italiana Donatori Organi
è presente a Landriano dal
1979.
Alla sua guida si sono succeduti nel tempo diversi
Presidenti, tra cui il nostro
caro Dott, Domenico Lunghi.
E’ partita da lui l’iniziativa
di intitolare il nostro gruppo al piccolo Nicholas
Green, morto in Italia
durante un tentativo di
rapina nel Settembre del
1994.
Il padre, con grande senso
di solidarietà, decise di
donare gli organi di suo
figlio ad altri bambini in
attesa di trapianto. Questo
gesto commosse l’Italia e il
mondo intero e riporto’
all’attenzione delle persone il tema della donazione
degli organi.
La donazione è infatti un
atto di solidarietà verso
coloro che attendono un
gesto di amore e altruismo
per ritornare a vivere in
modo più sereno.
Attualmente il Consiglio
Direttivo del nostro gruppo è composto da
Presidente:
Signor Pozzi Giuseppe
Segretaria
Sig.ra Papetti Rita
Amm.ce
Sig.ra Soffientini Nadia
e dall Sig.re
Ferrara Raffaella e Tessera
Patrizia
Tra poco ci sarà il rinnovo
del Consiglio Direttivo,
sarebbe bello passare il
testimone a persone giovani che vogliono impegnarsi e portare nuove energie
e iniziative per il futuro
della nostra Associazione.
Chi lo desidera, può contattare un componente del
Direttivo per chiarimenti.
L’invito è rivolto principalmente a chi è già iscritto
all’A.I.D.O. e vuole impegnarsi in modo concreto
perchè la cultura della
donazione si diffonda sempre più anche a Landriano.
La sede dell’Associazione è
presso l’AVIS –
via Verdi 8 - oppure telefonate al 0382-64611 o
0382-65162.
FINALMENTE ANCHE
A LANDRIANO
UNA SCUOLA DI MUSICA!
Finalmente anche a Landriano una scuola di musica!
In questo paese, già pieno di iniziative e di risorse, sotto il patrocinio del comune, nasce il BPM Studio, il quale si avvale del metodo d’insegnamento Yamaha,
che garantisce insegnanti qualificati e attenti.
Con il metodo Yamaha si suona da subito! Ogni nota ed ogni piccolo esercizio
si trasformano già in un divertente brano; in questo modo si impara la musica
nella sua totalità, abituandosi immediatamente a sentire e distinguere le parti di
tutti gli strumenti da cui è composta una canzone, così facendo si riesce a
memorizzare la musica e le note nel modo più naturale e semplice possibile.
I corsi sono rivolti a tutti, dai 4 ai 99 anni…!
Quelli già attivi sono: batteria, percussioni, tastiere, chitarra classica, elettrica,
acustica e canto. Per tutti gli altri strumenti ci stiamo attrezzando…sulla base
delle richieste che perverranno.
La musica aiuta ad accrescere la sensibilità di un individuo, ad esprimere i suoi
sentimenti, e a sviluppare il senso del bello.
In qualsiasi periodo dell’anno si può partecipare gratuitamente ad una lezione
dimostrativa dello strumento prescelto.
Vi aspettiamo!
PER INFORMAZIONI tel. 340-0583263
Vi aspettiamo….
IL CIRCOLO ARCI - UISP F.G.LORCA DI LANDRIANO
ORGANIZZA UN VIAGGIO IN
INDIA
TOUR DEL RAJASTHAN
dal 5 al 15 marzo 2007
CALENDARIO ATTIVITA’ SPORTIVE
E SOCIALI 2007
Presso la Palestra delle Scuole Elementari
lo splendore, i forti del deserto di Jaisalmer e Jodhpur,
i palazzi, i templi giainisti rievocano il passato principesco dello stato
per informazioni telefonare nelle ore serali al
0382-64096 • 0382.64414
I CORSI DELL’ARCI PER IL 2007
GINNASTICA DOLCE • Presso la palestrina delle scuole medie
martedì-venerdì - ore 15,15-16,15 • tel.0382-64420
GINNASTICA ADULTI/STRETCHING • Presso la palestrina delle scuole medie
martedì-giovedì - ore 20,30-21,30 • TEL.0382-64096
TAGLIO E CUCITO • Presso i locali della biblioteca Comunale
sabato - ore 14,00-15,30 • tel.0382-64674
DISEGNO E PITTURA • Presso i locali di via IV Novembre 35
lunedì-mercoledì - ore 21,00-22,30 • tel.0382-64671 - 3388518839
PER INFORMAZIONI TELEFONARE DALLE ORE 20.00 ALLE 21.00
GINNASTICA ARTISTICA • venerdì dalle ore 16,30 alle ore 20,15
PALLAVOLO RAGAZZE • mercoledì dalle ore 17,00 alle ore 19,30
giovedì dalle ore 17,00 alle ore 18,00
PALLAVOLO ADULTI • lunedì e giovedì dalle ore 21,00 alle ore 23,00
KUNG FU E CORSI DI DIFESA PERSONALE • lunedì e giovedì dalle ore 18,00 alle ore 21,00
BASKET AMATORIALE • martedì dalle ore 21,00 alle ore 23,00
Presso la Palestra della Scuola Media
JUDO • lunedì e venerdì dalle ore 18,30 alle ore 20,30 e mercoledì dalle ore 19,30 alle ore 20,30
KARATE • martedì e giovedì dalle ore 19,00 alle ore 20,00
Presso il piano superiore della Scuola Media
DANZA CLASSICA • dal lunedì al venerdì dalle ore 17,00 alle ore 21,00
Presso i locali della Biblioteca
DANZA SPORTIVA • venerdì dalle ore 21,00 alle ore 23,00
Attività Sala Associazioni (pressi i locali della Biblioteca)
CAT • lunedì dalle ore 20,30 alle ore 22,30
SINDACATO C.I.S.L. • sabato dalle ore 8,30 alle ore 10,30
SINDACATO SUNIA • lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 17,30 alle ore 18,30
SINDACATO SPI-C.I.G.L. • giovedì dalle ore 15,00 alle ore 17,00
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LE PROPOSTE DELLA BIBLIOTECA
Prosegue la collaborazione della nostra biblioteca con quella di Vidigulfo per quanto
riguarda le proposte teatrali e culturali:
Cabaret - musical con Michelle Hunziker
Sabato 27 gennaio al Teatro della Luna di Assago
Costi: € 42,00 intero - € 30,00 under 18 e over 65
Pover Chirst Superstar – I Legnanesi
Domenica 4 febbraio ore 16.00 al Teatro Nuovo di Milano
Costo: € 45,00
Turner e gli impressionisti – visita guidata alla mostra di pittura,
Domenica 11 febbraio a Brescia
Quattro matrimoni e un funerale commedia con Giampiero Ingrassia
Sabato 18 marzo ore 20.45 al Teatro Nuovo di Milano
Costo: € 40,00
Venezia ‘900 – visita alla mostra di pittura
Domenica 25 marzo a Treviso
Tre metri sopra il cielo – spettacolo tratto dall’omonimo libro di Moccia
Domenica 15 aprile ore 15.30 al Teatro della Luna di Assago
Costi: € 42,00 intero - € 38,00 18/26 anni - € 30,00 under 18 e over 65
I costi sono comprensivi di trasporto pullman.
Nell’ambito delle attività di promozione della lettura per ragazzi, organizzate e
finanziate dal Sistema Bibliotecario Intercomunale del Pavese, nella primavera del
2007 si prevede un incontro di narrazione rivolto ai più piccoli.
Ricordiamo che la biblioteca è aperta tutti i giorni con i seguenti orari:
15.00/19.00
lunedì e giovedì
martedì, mercoledì, e venerdì
15.00/18.00
10.00/12.00
sabato
Martedì e mercoledì mattina apertura per le scuole
Se volete contattarci per segnalazioni, richieste informazioni e collaborazione potete farlo telefonando
al n. 0382/65300 o scrivendo all’indirizzo e-mail [email protected]
SAVANÉ
BAMBINE SOLDATO IN COSTA D'AVORIO
Segnaliamo il libro del nostro concittadino Damiano Rizzi, scritto in collaborazione con Massimo Zaurrini
Prefazione di padre Giulio Albanese
“Savané. Bambine soldato in Costa
d’Avorio” è il primo testo in Italia che
affronta il tema delle bambine soldato.
Nasce da un blog tenuto durante una
missione umanitaria di Soleterre Onlus
da Damiano Rizzi e Mauro Corinti e,
grazie al lavoro giornalistico e storico
di Massimo Zaurrini, è un’opera unica
per affrontare la complessa situazione
politica della crisi ivoriana. Nel lungo
conflitto che coinvolge da 10 anni la
Costa d’Avorio, oltre 20.000 bambine
soldato sono state costrette a imparare
il mestiere delle armi. I loro occhi non
conoscono lo stupore dell’infanzia.
Hanno dato e subìto violenza e, a differenza dei bambini soldato, sono state
costrette a vendere il loro corpo e si
sono ritrovate presto con figli che non
potevano tenere e che a volte sono finiti nelle fosse comuni. Qualcuna è
impazzita, e ora gioca con una corda
per calpestare il filo maledetto che ha
legato la sua giovane anima alla follia
della guerra. In un momento in cui
pochi occidentali sono presenti in
Costa d’Avorio, questo libro serve a
ricordare le troppe vite umane sacrificate in una guerra dimenticata in un continente abbandonato. Savané è il nome
di una ex bambina soldato.
Nel libro sono contenute 4 storie di
altre Savané che hanno dovuto rinunciare all’infanzia.
Quella dei bambini/bambine soldato è
una questione che deve essere affrontata globalmente, nella consapevolezza
che la comunità internazionale non può
rimanere alla finestra a guardare (dalla
prefazione di padre Giulio Albanese).
Gli autori devolvono i diritti al progetto di Soleterre Onlus “Ho smesso di
fare il soldato”, che prevede la smilitarizzazione e il recupero delle ex bambine soldato in Costa d'Avorio.
Il libro è disponibile in tutte le librerie
o sul sito www.soleterre.it
Letti per Voi da Anna Claudia Furgeri Caramaschi
Autore: Stephen King
Tutto è fatidico
Editore: Sperling&Kupfer
Un viaggio nella mente di Stephen King che con questa raccolta di 14 storie nere ci conduce ad esplorare e a rapportarci con le nostre paure. Che la nostra paura sia quella dei fantasmi o di essere tumulati prima
del tempo troveremo sicuramente la storia adatta a noi. Non è una frase ad effetto, molti di questi racconti rappresentano davvero ciò da cui tutti noi rifuggiamo.
Ho detto molti e non tutti, perché per quanto possa sembrare strano per uno scrittore come King, non
tutte le opere sono degne di essere ricordate; “Incubi e deliri” è probabilmente una raccolta migliore.
Non è però da dimenticare, ci sono alcuni racconti che vale davvero la pena di leggere. Senza questi
penso proprio che non possiate dire di amare o non amare King.
Su tutte voglio segnalare 3 storie che non mancheranno di rimanervi impresse: “1408” (non entrerete più
in una camera d’albergo) e il superbo “Riding the bullet” in cui farete i conti con la morte dei vostri genitori. Tra l’altro questo racconto è stato il primo in assoluto che è stato pubblicato su Internet e ha creato
un nuovo mercato per l’editoria. La terza segnalazione è un’autentica perla per gli appassionati: un racconto, forse è meglio chiamarlo miniromanzo, sulla giovinezza di Roland: roba da brividi, secondo me
meglio dei romanzi della Torre Nera.
Autore: Margherita Oggero
L’amica americana
Editore: Mondadori
Il giallo per anni in Italia è stato ritenuto un genere da non considerare e quindi da non far rientrare nella
letteratura “alta” come ha ricordato Carlo Lucarelli. Poi con Fruttero e Lucentini, via, via fino a Camilleri
e ai tanti scrittori “noir” che si sono affermati ecco che alle gialliste e ai giallisti è stato teso il tappeto
rosso. Margherita Oggero è l’esempio vivente. Ex insegnante in (quasi) tutti i tipi di scuola è nata e vive
a Torino. Ha esordito come scrittrice nel 2002 con il romanzo “La collega tatuata” dove compare per la
prima volta la sua protagonista la professoressa (la profia)-ivestigatrice Camilla Baudino. Il terzo libro
della serie è “L’amica americana” (Mondadori, Euro 16,50). Ricco di personaggi, di tensione, di punti di
vista, di situazioni investigative e semplicemente e profondamente umane. Filo del romanzo è la vicenda
di morte con delitto, con le conseguenti indagini condotte in parallelo dai carabinieri, dalla polizia e da
Camilla.
Da sfondo sempre Torino, con i suoi angoli caratteristici, e dentro il giallo e la suspence c’è sempre l’allegria. I personaggi sono tanti, quelli sempre presenti (Renzo, la mamma, Livietta, il bassotto, Gaetano) e
quelli nuovi, tra cui uno dei protagonisti L’Indistruttibile, un “matto” col vizio di fermare il traffico buttandosi in mezzo alle macchine in corsa. Un libro delicato e curioso, un’altra voce felice della letteratura italiana.
Autore: Andrea Accorsi e Daniela Ferro
Milano criminale
Editore: Newton & Compton
Milano è una metropoli noir. Anzi “la” metropoli noir italiana per antonomasia. Da Scerbanenco in poi
questa città ha sempre esercitato un fascino misterioso e sinistro sulla gente. A ragione, credo, dato che
sotto la Madonnina ne sono successe di tutti i colori. Come ci racconta questo bel libro firmato da Andrea
Accorsi e Daniela Ferro in cui si disegna una mappa dettagliata (e appassionata) del lato oscuro della città.
Dal famoso caso del presunto uxoricida Alberto Olivo al massacro di cui si rese autrice nel secondo dopoguerra Rina Fort, la “belva di via San Gregorio” (tanto che ogni volta che passo in quella via mi viene da
pensarci), dalla morte carica di retroscena politico-affaristici di Giorgio Ambrosoli al sanguinoso assalto
al furgone portavalori in via Imbonati. Senza dimenticare le strade della metropoli che sono rimaste
impresse nella memoria collettiva perché teatro di clamorose rapine a mano armata come via Osoppo, via
Montenapoleone, via Padova...
Nell’opera dei due scrittori trovano, inoltre, spazio anche le cronache in giallo e nero degli ultimi decenni con particolare attenzione alla sanguinosa evoluzione della malavita meneghina che ha avuto in
Cavallero e Vallanzasca, Lutring ed Epaminonda, Andraous e Turatello le sue icone noir.
Un libro da leggere come se fosse un romanzo, in cui gli scrittori di noir (ma il discorso vale anche per
tutti coloro che si dilettano con la penna) possono trovare una preziosa fonte d’ispirazione.
Autore: Andrea Vitali
Olive Comprese
Editore: Garzanti
Un raccontatore di Storie come ce ne sono pochi, che distende come il lago. Siamo durante il fascismo,
prima della guerra, una travolgente giostra di personaggi con vicende avventurose e divertenti, siamo a
Bellano ma potremmo a essere nella Bassa e nel “Mondo Piccolo” di Giovannino Guareschi e che mondo.
Ci sono quattro ragazzi di paese, pestiferi e turbolenti, c’è il Maresciallo Ernesto Maccadò, tutto intorno
il Mondo di Vitali, gli abitanti di Bellano, il prevosto, il podestà e la sua consorte particolare, la filanda
con i dirigenti e gli operai. Ci sono le case di tolleranza, e in sovracoperta troverete il “Tariffario delle
Prestazioni”, ma tranquilli il sesso in Vitali è ironia, è umorismo. C’ è una galleria di persognaggi che sembra entrati nel mondo del Signor Malaussène di Daniel Pennac, che dire della vecchina svanita come una
nuvoletta, che suona al pianoforte l’ Internazionale mentre il Duce conquista il suo Impero africano?
Distende Vitali, distende e diverte, non a caso Andrea Camilleri ha scritto “Di fronte a uno che sa raccontare,
che ha la felicità del racconto, ti senti grato”. Leggetelo, tenetelo sul comodino, in queste sere umide di lago che
stanno arrivando, nelle giornate fredde, vi scalderà l’Anima. Ci sono anche i gatti e i piccioni questa volta,
poi Daria Bignardi ha detto “Descrive così bene le brume lacustri che mentre leggevo mi è venuto il raffreddore”, ma questa è un’ altra storia, ormai Andrea Vitali da Medico e diventato farmacista, farmacista di poesie e fiaba.
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