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Droghe vegetali - Dipartimento di Farmacia

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Droghe vegetali - Dipartimento di Farmacia
FARMACOGNOSIA
Dott.ssa SHEILA LEONE
Facoltà di Farmacia
FARMACO
•
•
•
Sostanza o insieme di sostanze in grado di esplorare e modificare
sistemi fisiologici o patologici con benificio di chi lo riceve.
Prodotti naturali (droghe)
Molecole isolate (principi attivi)
1) principi attivi di estrazione
2) principi attivi di semisintesi
3) principi attivi di sintesi
ATTIVITA’
FORMA
FARMACEUTICA
FARMACO
costituito da un singolo principio attivo
Prodotto naturale
• Si definiscono naturali tutti quei prodotti che
derivano direttamente dalla natura.
• Naturale è sinonimo di salutare? La risposta è no.
• Possiamo aggiungere che maggiori sono le nostre
conoscenze sul prodotto naturale, minori sono i rischi
di incorrere in fenomeni di tossicità dal momento che
in natura esistono numerosi “veleni” e numerose
sostanze in grado di indurre tossicità dopo un uso
cronico. Inoltre in ambito terapeutico l’impiego di un
farmaco dovrebbe essere sempre subordinato ad una
sperimentazione controllata atta a valutare efficacia
e sicurezza del prodotto naturale.
Pianta medicinale
• Viene definita medicinale una pianta che
possiede un’attività terapeutica provata.
• Sono distinte in spontanee e coltivate.
Droga
• Prodotto complesso di origine vegetale o
animale, conservato allo stato secco, ed usato
come farmaco come tale o comunque sotto
forma di prodotti di estrazione grezza, cioè
non purificati nei singoli principi attivi.
SETTORE DELLA FARMACOLOGIA CHE SI OCCUPA DELLO STUDIO
DELLE “DROGHE”, CIOÈ DI PRODOTTI COMPLESSI, DI ORIGINE
VEGETALE O ANIMALE,
Storia dei farmaci, l'etimologia, l'origine (vegetale, animale,
minerale, sintetica)
Provenienza
geografica,
la
raccolta,
organolettiche, fisiche e chimico-fisiche,
le
caratteristiche
Aspetto macroscopico e microscopico, la commerciabilità, i metodi
di conservazione, le sofisticazioni e il loro riconoscimento, la
composizione, le alterazioni cui vanno incontro i farmaci con
l'invecchiamento o in seguito all'esposizione agli agenti chimici, fisici
e biologici.
Gli studi farmacognostici procedono in stretta correlazione con quelli
di altre discipline scientifiche, quali la botanica, la zoologia, la
mineralogia, la chimica e la tecnica farmaceutica
Fonte
Compiti della
farmacognosia
Metodi di preparazione
Droga
Identificazione
Miglioramenti processi
produzione
Distribuzione
Principali preparazioni
galeniche
Descrizione
Uso farmaceutico
Costituenti
Droga vegetale
• Pianta o una parte di essa (foglie, radici,
corteccia, frutti, infiorescenze), conservata allo
stato secco, ed impiegata per uso terapeutico
come tale o per l’estrazione dei principi attivi in
essa contenuta.
• Da tale definizione si capisce che da una stessa
pianta possono derivare più droghe, aventi una
composizione qualitativa e quantitativa di
principi attivi differente e quindi una diversa
proprietà terapeutica.
Droga vegetale
• Droga organizzata: contiene elementi cellulari
foglie, radici, fiori).
• Droga non organizzata: non contiene elementi
cellulari (resine, estratti)
Droga vegetale
• Può considerarsi l’equivalente di un medicinale
complesso, contenente più di un principio attivo dotato
di attività farmacologica nonché sostanze inerti che
fungono da eccipienti naturali che danno consistenza
al prodotto e modulano la farmacocinetica del
prodotto stesso.
Per droga s’intende
ogni
preparazione
NATURALE
(vegetale o animale),
contenente
PRINCIPI ATTIVI
DROGA
DROGA
VEGETALE
PARTE DELLA PIANTA UTILIZZATA COME
MEDICAMENTO
O PER L’ESTRAZIONE DI SOSTANZE
MEDICAMENTOSE (droga come fonte naturale dei farmaci)
DROGA
VEGETALE
corpo vegetale che possiede una serie di
principi attivi con induzione di azione
farmacologica
PRINCIPI ATTIVI
DI UNA DROGA VEGETALE
molecole che, prodotte dal metabolismo di un
organismo vegetale, sono dotate di attività
farmacologica e risultano suscettibili di impiego
terapeutico
Si tratta cioè di molecole che, introdotte
nell’organismo, sono in grado di provocare delle
modificazioni funzionali ben precise, responsabili
dell’effetto farmacologico
Principi attivi delle droghe
vegetali
• Metaboliti primari: proteine, lipidi e zuccheri
(biosintetizzate dalle cellule ed importanti per
la sopravvivenza cellulare).
• Metaboliti secondari: derivano dai primari e
sono costituiti da sostanze peculiari di ciascuna
specie e concorrono alla sopravvivenza e
all’adattamento della pianta all’ambiente. Tra
essi troviamo anche i principi attivi dotati di
attività farmacologica appartenenti a diverse
classi (glicosidi, composti aromatici e terpenici,
alcaloidi).
PIANTA MEDICINALE
fitocomplesso
FORMA
FARMACEUTICA
ATTIVITA’
FITOCOMPLESSO
insieme di numerose sostanze presenti nella droga, dotate
ciascuna di maggior o minor proprietà medicamentosa, ma tutte
indispensabili per garantire la completezza dell’azione
terapeutica
FITOTERAPIA
Il consumo di erbe medicinali,
sempre più diffuso in tutto il mondo,
avviene in massima parte in regime di autoprescrizione.
I preparati erboristici non assicurano un dosaggio
costante e corretto del principio attivo
RISCHIO
prodotti vengono ritenuti
non dannosi
dalla maggior parte della
popolazione
il loro uso quasi mai
viene riferito al medico curante;
manca quindi da parte dei pazienti
che utilizzano le erbe medicinali
(spesso contemporaneamente ai farmaci)
la consuetudine di riferirlo al proprio medico
Questo utilizzo aumenta i possibili rischi di interazioni con
i farmaci,reazioni allergiche, effetti collaterali
indesiderati.
In una stessa pianta possono coesistere:
un alimento
un medicamento
una tossina.
Es: patata
Tubercolo= contiene fecola ad azione emolliente sulle mucose irritate
Germogli e parti verdi= glicoalcaloidi tossici
(solanina inibitore della colinesterasi)
PRODUZIONE DELLE
DROGE VEGETALI
Le droghe vegetali si ricavano:
Da piante che crescono spontaneamente
Da
Da piante coltivate
condizioni del terreno;
luce
umidità;
essiccamento;
conservazione;
eventuale estrazione dei principi attivi
Produzione delle droghe
vegetali
• Piante spontanee: di difficile utilizzo data l’elevata variabilità nel
contenuto di principi attivi, la crescente necessità ambientale di
preservare la flora spontanea nonché la difficoltà di contrallare
le condizioni ambientali di crescita di una pianta spontanea. Nella
raccolta è opportuno seguire un calendario di raccolta
corrispondente al ritmo della vita vegetale.
• La Farmacopea Ufficiale Italiana riporta le seguenti regole per
la raccolta delle parti vegetali della pianta che costituiscono la
droga:
• Foglie a completo sviluppo;
• Radici e rizomi durante la fase di quiescienza;
• Cortecce e legni a completo sviluppo;
• Fiori prima della completa fioritura;
• Frutti appena maturi;
• Semi a maturità piena.
Produzione delle droghe
vegetali
• Piante coltivate: molte droghe possono essere ottenute da
piante coltivate (canapa indiana, ginger, menta piperita,
cannella, finocchio, china, oppio). Anche diverse piante
medicinali spontanee vengono ora coltivate per la difficoltà
di reperirle allo stato spontaneo, considerando ovviamente
le condizioni di crescita della pianta nel suo habitat
naturale.
• La coltivazione ha il vantaggio di poter controllare le
condizioni ambientali (terreno, luce, umidità) e le malattie
che colpiscono le piante in modo da garantire uno sviluppo
ottimale. Inoltre la coltivazione in aree ristrette facilita la
raccolta della pianta e la sua successiva manipolazione .
• La coltivazione può inoltre associarsi alla selezione di
particolari varietà della pianta per avere una resa più
elevata nel contenuto dei principi attivi.
Variabilità nel contenuto di
principi attivi
• Le piante medicinali possono presentare
grandi variazioni nel contenuto di principi
attivi che possono dipendere da:
• Fattori naturali: endogeni ed ecologici
• Fattori artificiali: raccolta, produzione e
conservazione,
alterazione,
processi
di
preparazione ed estrazione.
Fattori endogeni
•
•
•
•
•
Età di sviluppo
Tempo balsamico
Selezione
Polipolidia
Ibridazione
Età e stadio di sviluppo
• La qualità dei principi attivi può variare in
relazione allo stadio vitale, giovanile, maturo o
senescente della pianta.
• In generale si osserva che le piante annuali
vanno raccolte a sviluppo completo mentre le
biennali nel secondo anno di vita.
Tempo balsamico
• E’ il periodo dell’anno entro il quale è opportuno procedere
alla raccolta della droga perché il contenuto di principi
attivi è massimo.
• E’ stato osservato in relazione al tempo balsamico che:
•
•
•
•
•
•
Foglie si raccolgono a completo sviluppo;
Radici e rizomi si raccolgono durante la fase di quiescenza;
Cortecce e legni si raccolgono a completo sviluppo;
Fiori si raccolgono prima della completa fioritura;
Frutti si raccolgono appena maturi;
Semi si raccolgono a maturità piena.
Selezione
• All’interno di una specie vegetale è possibile identificare
delle piante medicinali che possiedono determinate
caratteristiche utili in ambito farmacologico, quali ad
esempio un maggior contenuto di principi attivi.
• Selezionando tali piante e mettendole in condizioni di
riprodursi è possibile ottenere nell’ambito della stessa
specie vegetale una popolazione di piante medicinali dotati
di tali caratteristiche.
• La selezione può essere utile non solo per migliorare il
contenuto di principi attivi ma anche per ottenere piante di
maggiori dimensioni, più resistenti alle malattie ed in grado
di crescere anche in terreni differenti da quelli
dell’habitat originario.
Poliploidia
• E’ una particolare mutazione genetica che comporta un
aumento del numero di cromosomi dalla condizione 2n
(propria delle cellule somatiche) a 3n,4n, 5n, 6n, ecc…
• E’ il risultato di un’alterata divisione cellulare che può
essere spontanea nelle piante o indotta artificialmente
dall’impiego di colchicina con buoni risultati.
• Le piante poliploidi, anche se sterili, risultano essere di
maggiori dimensioni e più resistenti alle condizioni
climatiche avverse rispetto alle diploidi.
• Inoltre in alcune piante (belladonna, stramonio, lobelia,
tabacco, china) l’induzione della poliploidia ha determinato
un aumento della qualità e della quantità dei principi attivi.
Ibridazione
• E’ un fenomeno genetico che comporta l’incrocio
di individui geneticamente diversi per formare
una progenie ibrida. Nel caso delle piante
medicinali l’ibridazione è stata sfruttata per
esempio per aumentare il contenuto di chinina
della corteccia di china.
• Tuttavia
l’ibridazione
fornisce
delle
caratteristiche instabili dal momento che per
autoimpollinazione o per incroci spontanei
possono dar luogo ad una progenie con
caratteristiche
genetiche
diverse
dalle
parentali, anche per quanto riguardo il
contenuto di principi attivi.
Fattori ecologici
•
•
•
•
Clima
Latitudine ed altitudine
Costituzione del terreno
Fattori biotici
Clima
• Le piante costruiscono il loro nutrimento
tramite
la
fotosintesi;
pertanto
la
disponibilità di luce di opportuna intensità e
durata è indispensabile per l’accrescimento e
la sopravvivenza della pianta ma anche per la
produzione di metaboliti secondari .
Latitudine e altitudine
• Fattori di grande importanza nella coltivazione delle piante
medicinali.
• La latitudine ad esempio influenza la composizione chimica dei
grassi vegetali:
• Piante tropicali: contengono quasi esclusivamente acidi grassi
saturi (olio di palma, burro di cacao).
• Piante subtropicali: contengono una maggiore presenza di acidi
grassi insaturi (olio di olive, arachidi, mandorle).
• Piante delle zone temperate: maggior grado di insaturazione
negli oli di queste piante (cotone e girasole).
• Piante dei climi freddi: massimo contenuto in acidi grassi insaturi
(olio di lino).
• Altitudine: determina variazioni nella quantità di principio attivo
(es. valeriana coltivata in montagna ha una resa 3-5 volte
superiore a quella coltivata in pianura; l’aconito di pianura è più
attivo di quello coltivato in altura.
Costituzione del terreno
• La costituzione chimico-fisica del terreno è molto importante
per la qualità della pianta medicinale (produzione di principi
attivi) alla quale fornisce acqua, ioni inorganici e humus (materia
organica in decomposizione presente nel suolo).
• Ogni variazione nella composizione del terreno determina
variazioni nel metabolismo della pianta medicinale.
• Camomilla: si sviluppa in terreni acidi;
• Digitale: massimo contenuto di principi attivi in terreni calcarei.
• Anche la struttura fisica del terreno influenza la produzione di
principi attivi:
• Salvia: ha come habitat ideale i terreni sabbiosi (molto
permeabili all’aria).
• Valeriana: è poco attiva se cresce nei terreni paludosi.
Fattori biotici
• Rappresentano le influenze esercitate da un essere
vivente sulla crescita e sullo sviluppo di un altro
essere mediante la secrezione di sostanze organiche.
Quando differenti piante crescono le une accanto alle
altre possono esserci reciproche influenze sulla
germinazione dei semi, sull’accrescimento, sullo
sviluppo delle foglie, sulla maturazione dei frutti
nonché sul contenuto di principi attivi.
• Ad esempio la coltivazione della belladonna è
influenzata dalla vicinanza di piante di assenzio che ne
favoriscono sia l’accrescimento sia una elevata resa
nel contenuto di alcaloidi.
Fattori artificiali
• Raccolta:
influenzata
dal
tempo
balsamico e favorita in caso di piante
medicinali coltivate.
• Conservazione
• Alterazione
• Preparazione della droga ed estrazione
dei principi attivi
Metodi di conservazione postraccolta
• Il contenuto di acqua e l’attività enzimatica
non permettono di conservare la pianta
medicinale per un lungo periodo di tempo. Si
rendono necessarie delle procedure di
essiccamento del materiale vegetale che
consentono la conservazione della droga.
Infatti quando la percentuale di acqua di una
droga scende al di sotto del 5%, tutte le
reazioni
enzimatiche o batteriche di
degradazione vengono inibite.
Metodi di conservazione postraccolta
Essiccamento
Liofilizzazione
Metodi che provocano una
temporanea inibizione
enzimatica
Stabilizzazione
Conservanti
Sterilizzazione
Metodi che provocano una
denaturazione enzimatica
irreversibile
Essiccamento
• Processo che si colloca tra le operazioni di raccolta
e quelle di conservazione di un droga vegetale
• Dopo la raccolta l’equilibrio metabolico di una pianta
viene alterato a tal punto da determinare il rilascio
di enzimi litici che attaccano la cellula. Le reazioni
catalizzate sono soprattutto reazioni di idrolisi che
avvengono in presenza di acqua. Pertanto il processo
di essiccamento (che per definizione elimina l’acqua)
arresta le reazioni di idrolisi.
• Nella maggioranza dei casi si opera ad una
temperatura di 30-40 °C tenendo conto delle
caratteristiche chimico-fisiche dei principi attivi
che potrebbero degradarsi a valori troppo elevati di
temperatura e di umidità.
Metodi di essiccamento
• Essiccamento all’aria: si svolge in locali ben aerati al
riparo dalla luce del sole e dall’umidità. La droga
intera o tagliata a pezzi viene disposta a strati su
graticci in modo tale che l’aria possa passare
liberamente. Il processo richiede un tempo di
esecuzione piuttosto lungo (settimane) durante il
quale si può avere una parziale alterazione della
droga.
• Stufe a secco (55-60 °C): accelerano il processo di
essiccamento. Non adatto per sostanze termolabili.
Le parti vegetali vengono spesse frammentate per
facilitarne l’essiccamento.
• Liofilizzazione.
Liofilizzazione
• Tecnica
impiegata
solitamente
per
stabilizzare e conservare nel tempo
farmaci a struttura complessa e facilmente
degradabili ad elevate temperature quali
ormoni, vitamine, proteine.
• Consiste nell’essiccamento per sublimazione
del ghiaccio contenuto nella droga che
viene posta in un frigorifero a -80 °C
almeno per 24 h prima di essere sottoposta
al processo di crio-essiccamento
Stabilizzazione
• Porta all’inattivazione irreversibile degli
enzimi vegetali e ad una contemporanea
sterilizzazione del materiale vegetale. Il
processo consiste in una breve esposizione
(pochi minuti) della droga a vapori di etanolo
sotto pressione (0.5 atm) e ad una
temperatura di 105-110 °C mediante l’impiego
di un autoclave.
• Metodo utilizzabile per principi attivi
termostabili.
Sterilizzazione
• La droga vegetale sono tutte
microrganismi di specie diverse:
droga possa essere usata come
deve rispondere ai requisiti di
possono
essere
raggiunti
trattamento della droga con:
• Ossido di etilene.
• Raggi gamma.
inquinate da
affinché una
medicamento
sterilità che
mediante
Conservanti
• Additivi antimicrobici che evitano l’alterazione
provocata dagli enzimi batterici.
• Antiossidanti che evitano reazioni di
degradazione ossidativa spontanee o indotte
da microrganismi.
Alterazioni
• Enzimi litici propri della pianta.
• Contaminazione batterica.
• Luce, temperatura ed umidità.
• Reazioni spontanee con sostanze sterilizzanti
(ossido di etilene).
• Erronea procedura di essiccamento e
conservazione.
Preparazione di una droga
• E’ l’insieme delle procedure a cui vengono
sottoposte le droghe vegetali per la
produzione dei principi attivi e quindi di
farmaci estrattivi.
• I metodi di preparazione sono diversi e
dipendono dal tipo di droga impiegata.
• Si distinguono metodi di preparazione di
tipo meccanico ed estrattivo che vengono
spesso usati in successione per l’estrazione
dei principi attivi.
Metodi Meccanici
• Frantumazione
• Triturazione
Si effettuano su droghe
secche
• Polverizzazione
• Spremitura
Si effettua su droghe
fresche
Frantumazione
• Consiste nel ridurre il materiale vegetale in frammenti
più o meno grossi; si applica soprattutto con materiale
duri e consistenti (legni, radici, rizomi, cortecce e
semi).
• La frantumazione può essere realizzata mediante:
• Mortaio e pestello.
• Trinciatrici, macine a coltelli rotanti, frantumatoi
(frantumazione meccanica).
• Frantumazione a freddo (criofrantumazione): avviene
a basse temperature e serve a ridurre i danni del
calore prodotto dall’attrito durante la procedura di
frantumazione.
Triturazione
• Consiste nel ridurre una droga in
particelle minute; si applica alle droghe
erbacee, alle foglie, ai fiori, alle gemme,
ai bulbi, ai tuberi e alla frutta.
Polverizzazione
• Consiste nel ridurre in polvere le droghe
frantumate o triturate. La polverizzazione
facilita l’estrazione dei principi attivi dal
momento che maggiore è la finezza della
droga più rapida sarà l’estrazione dei principi
attivi.
• La polverizzazione può essere realizzata solo
su droghe perfettamente secche.
Spremitura
• La spremitura consiste in una operazione
“meccanica” di estrazione che si opera su
una droga fresca che viene pressata in
modo da lacerare il tessuto vegetale e
farne uscire il contenuto.
• Questa operazione può essere effettuata
per ottenere succhi freschi, ricchi in
vitamine, oli essenziali (per esempio dalle
bucce degli agrumi) o oli vegetali (olio di
oliva, olio di ricino…)
Estrazione dei principi attivi
• Droga fresca: spremitura.
• Droga essiccata: estrazione.
Metodi di estrazione
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Estrazione con solvente
Estrazione con fluidi supercritici
Distillazione
Infusione
Decozione
Distillazione
Enfleurage
Macerazione
Percolazione
Estrazione con solvente
• Prevede la lenta diffusione, all’interno del materiale
vegetale, di un solvente (acqua, etanolo, miscele di
liquidi organici a diversa polarità) in cui i principi
attivi da estrarre siano solubili (il simile scioglie il
simile).
• L’estrazione con solvente viene facilitata dai
trattamenti preliminari effettuati sulla droga quali
essiccamento, frantumazione o triturazione ed
infine la polverizzazione che facilitano la
penetrazione del solvente attraverso la parete
vegetale di cellule ormai non più integre accelerando
quindi la velocità del processo.
Estrazione con fluidi
supercritici
• Fluido supercritico: sostanza che ad elevati
valori di temperatura e pressione si presenta
sotto forma di gas ad elevata densità,
prossima a quella dello stato liquido, e che
viene impiegata per l’estrazione di principi
attivi dalle droghe.
• Ad es. anidride carbonica allo stato
supercritico viene impiegata per l’estrazione
della caffeina dalle foglie di tè.
Distillazione
• La distillazione è una tecnica che serve a separare i liquidi
che compongono una determinata miscela. Si opera
riscaldando la miscela dalla quale le componenti volatili
evaporeranno separatamente, in base alla temperatura di
evaporazione, per poi essere ricondensate in un altro
recipiente.
• Tale procedura è utilizzata per estrarre i principi attivi
volatili da una droga vegetale. Si opera mettendo a la droga
su setacci attraverso i quali passano vapori di acqua di un
altro solvente (es. etanolo) in modo tale che il loro passaggio
attraverso la droga estrae dalla droga stessa le componenti
volatili quali ad esempio gli oli essenziali.
• La distillazione è impiegata anche come tecnica di
separazione di principi attivi volatili estratti dalla droga
mediante la tecnica della macerazione.
• INFUSIONE: sulla droga secca viene versata
acqua bollente: si lascia la droga a contatto
con acqua bollente per alcuni minuti. Utilizzata
per droghe costituite dalle infiorescenze e
contenenti principi attivi termolabili.
• DECOZIONE: la droga secca viene immersa in
acqua fredda che viene portata all’ebollizione
e mantenuta in tale stato per un tempo
variabile (5-30 minuti).
Enfleurage
• E’ il processo di assorbimento delle essenze volatili di fiori
e droghe delicate sul grasso solido. Ad assorbimento
avvenuto l’essenza viene poi estratta dal grasso con
solventi opportuni.
• I petali sono disposti a formare un sottile strato su una
pellicola di grasso animale sparso su una lastra di vetro,
chiamata telaio.
Trascorse 24 o 48 ore si tolgono scrupolosamente i petali.
Questa operazione viene ripetuta parecchie volte fino alla
saturazione del grasso. Finito l'enfleurage, si raschia lo
strato di grasso ottenendo una sorta di pomata impregnata
di profumo. Questa pomata viene poi lavata con alcol etilico
per ottenere infusioni.
Macerazione
• La droga secca e polverizzata viene immersa in
un liquido, generalmente alcool. La droga viene
lasciata a bagno per circa una settimana al
termine della quale il liquido viene filtrato.
• La droga viene sottoposta a successive
macerazioni fino ad “esaurimento”, ovvero fino
ad ottenere un recupero praticamente totale
dei principi attivi della droga solubili nel liquido.
• L’operazione di macerazione è impiegata per
l’estrazione di principi attivi volatili o per
l’estrazione selettiva di principi attivi solubili in
alcool.
Digestione
• E’ una macerazione condotta ad una
temperatura compresa tra 40 e 60 °C.
• Tale processo si applica per l’estrazione
di principi attivi poco solubili nel liquido
(alcool) a freddo.
• Il riscaldamento del liquido aumenta la
solubilità dei principi attivi da estrarre
nel liquido stesso.
Percolazione
• Rappresenta il procedimento migliore per
l’estrazione di principi attivi dalle droghe vegetali.
• Viene eseguita in apparecchi chiamati percolatori
e consiste nel far passare in maniera continua il
solvente attraverso uno strato di droga
finemente
polverizzata
e
sottoposta
preventivamente a macerazione per 24-48 h.
• La velocità di percolazione deve essere bassa in
modo tale che il solvente a contatto con la droga
abbia il tempo di estrarre i principi attivi.
• Generalmente si impiega una velocità di 20 gocce
di solvente al minuto per 1 Kg di droga.
Controllo di qualità delle
droghe
• Il controllo di qualità da effettuare
sulle droghe vegetali comprende:
• Controllo farmacognostico di identità.
• Controllo della contaminazione.
• Controllo quali-quantitativo.
• Controllo di attività delle droghe.
Controllo farmacognostico di
identità
• Le droghe vegetali provengono da piante o
parti di esse che vengono sottoposte a
processi di essiccamento e polverizzazione
tale rendere difficoltoso l’identificazione
immediata del prodotto.
• In tale contesto una corretta procedura di
autenticazione della droga vegetale è
indispensabile l’uso corretto e sicuro della
droga.
Controllo della contaminazione
• I controlli di contaminazione vengono
realizzati sia sulla pianta, nel periodo
post-raccolta, sia sulla droga stessa.
• I controlli prevedono la ricerca di
eventuali pesticidi, residui di solventi,
metalli pesanti, carica microbica.
Controllo quali-quantitativo
• Il controllo quali-quantitativo sulle droghe
ha lo scopo di verificare che:
• Le droghe non siano state oggetto di
sofisticazioni
fraudolente
con
altri
materiali meno pregiati o tossici.
• Le droghe non siano deteriorate in seguito
ad errate procedure di preparazione e/o
conservazione.
• Le droghe abbiano un contenuto di principi
attivi nei limiti consentiti riportati dalla
Farmacopea.
Controllo di attività delle
droghe
• L’attività biologica delle droghe si attua
tramite dosaggi farmacologici in vivo
(modello animale) ed in vitro (cellule,
tessuti, organi isolati).
Preparazioni Vegetali
Estratti
• Sono preparazioni che risultano dalla evaporazione totale o
parziale di soluzioni ottenute esaurendo, tramite
macerazione o percolazione con opportuni solventi, droghe
vegetali essiccate.
• Gli estratti si classificano come:
• estratti fluidi: contengono la stessa quantità di principio
attivo presente nella droga e sono circa 10 volte più
concentrati rispetto alle tinture.
• estratti molli: il processo di concentrazione è spinto fino
ad ottenere una consistenza paragonabile a quella del
miele; sono da 2 a 6 volte più concentrati rispetto agli
estratti fluidi.
• estratti secchi: sono solidi polverulenti ottenuti per
evaporazione totale del solvente di estrazione.
Tinture
• Sono preparazioni liquide ottenute esaurendo la droga
tramite macerazione o percolazione con un opportuno
solvente.
• Nella maggior parte dei casi il solvente impiegato è una
soluzione idroalcolica (miscela acqua-alcool) la cui
gradazione viene scelta in funzione della solubilità dei
principi attivi da estrarre.
• Ciò che distingue gli estratti dalle tinture è che nel primo
caso si ha un’operazione di evaporazione che porta ad un
aumento della concentrazione dei principi attivi nel
preparato.
• Le tinture infatti si possono ottenere anche per semplice
diluizione dell’estratto fluido corrispondente.
Tintura officinale
• E’ ottenuta esaurendo una droga secca
polverizzata.
• Il rapporto in peso droga/solvente è 1:5.
• Nel caso di “droghe eroiche” (droghe molto
attive e con basso indice terapeutico) il
rapporto droga/solvente diventa 1:10.
Tintura madre
• E’ un preparazione idroalcolica (60-70°)
ottenuta esaurendo per macerazione una
droga fresca.
• Idroliti: preparazioni farmaceutiche ottenuti esaurendo la
droga con acqua. Tra essi vi sono gli infusi, i decotti e le
tisane (tisane: soluzioni acquose molto diluite contenenti
sostanze medicamentose).
• Alcoolati: preparati ottenuti per distillazione della droga in
alcool.
• Idrolati: definiti anche acque aromatiche, sono preparati
ottenuti per distillazione della droga in acqua.
• Elisir: particolare tintura contenente sostanze aromatiche
o toniche (china, rabarbaro, senna, cascara sagrada).
• Essenza: miscela di sostanze di odore gradevole e natura
oleosa che si ottengono dalle piante per distillazione.
• Cataplasma: impasto curativo costituito da una droga che
viene mescolata con una sostanza inerte (eccipiente), da
applicarsi sulla cute a scopo emolliente o sedativo.
IDENTIFICAZIONE
1. MORFOLOGIA DELLA PIANTA:
foglie,
radici,
frutti,
corteccia,
fiori
2. CARATTERI FISICI:
DROGHE ORGANIZZATE: consistenza
struttura
frattura
DROGHE NON ORGANIZZATE: solubilità,
punto di fusione,
punto di ebollizione,
peso specifico
3. CARATTERI ORGANOLETTICI: odore, sapore
4. ESAMI MICROSCOPICI: cellule, inclusi cellulari
5. ESAME CHIMICO: gascromatografia, elettroforesi
PARTI DELLA FOGLIA
FORMA DEL LEMBO
FORMA DEL MARGINE
FORMA COMPOSTE
INSERZIONE DELLE
FOGLIE SUL RAMO
PARTI VEGETALI RACCOLTE
ORGANI SOTTERRANEI
RADICI
BULBO
TUBERI
RIZOMI
Si raccolgono di norma fuori dal periodo di piena vegetazione perché sono
meno ricchi di acqua e quindi contengono una maggior quantità di principio
attivo.
CORTECCIA
Si raccoglie in primavera fino alla fine dell’estate
La raccolta delle radici e della corteccia porta a morte della pianta
LEGNO
Si raccoglie in pochi casi es: canfora generalmente nel periodo autunnoinverno; si confeziona in piccoli tronchi, rotelle, cubetti, trucioli
1. TUBERI: fusti molto grossi privi di
radici ma con delle gemme che
possono dare nuove piante (patata)
2. STOLONI: sono fusti striscianti,
più o meno sotterranei. Quando l’apice
è uno stolone cessa di accrescersi si
formano delle radici e si sviluppa una
nuova pianta che può distaccarsi dalla
pianta madre (fragola)
3.4.5. BULBO: tipo di fusto appiattito,
con foglie molto vicine a forma di
squama
(cipolla,
aglio,
tulipano,
giacinto)
6. RIZOMI: fusti sotterranei e
striscianti, orizzontali divisi in nodi e
internodi (dal nodo originano le bozze
fogliari che originano le gemme e
quindi i rami laterali). A livello dei
nodi, da un lato si formano le radici e
dall’altro i germogli (felci, mughetto,
viola)
GEMME
Più frequentemente raccolte sono quelle del pino e
del pioppo
FOGLIE
Si raccolgono in genere nelle piante erbacee prima
della fioritura, però spesso si praticano 2 raccolte
(eccezione del Thè sono più apprezzate le foglie
giovani)
SOMMITA’ FIORITA
Più frequentemente utilizzate sono quella della
menta, lavanda, rosmarino, maggiorana, assenzio,
ecc.
FIORI
Spesso raccolti non ancora sbocciati, a volte invece
si raccolgono man mano che sbocciano, es
camomilla e malva
FRUTTI SECCHI
Raccolti in completa maturità
TERMINOLOGIA
1. TINTUTA MADRE: si lascia macerare la droga, fresca o secca in un
alcol a 60 °C per un periodo più o meno lungo, si consuma mettendo un
numero opportuno di gocce in un bicchiere d’aqua
2. DECOTTO: si ottiene facendo bollire in acqua fresca le erbe prescelte,
per 5-10 minuti, si filtra e si beve caldo.
3. INFUSO: si ottiene lasciando la droga a riposo per 5-10 min in acqua
precedentemente bollita
4. LINIMENTO: si lascia macerare la droga in olio (burro, strutto)
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