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Brera, ristorante offre cena a 10 euro I colleghi insorgono

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Brera, ristorante offre cena a 10 euro I colleghi insorgono
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_agosto_8/cenaristorante-centro-10euro-Brera-happy-hour-sacchi-2111357045709.shtml
Brera, ristorante offre cena a 10
euro
I colleghi insorgono: « Concorrenza
sleale»
Danilo Biagi, titolare del ristorante Al
Pozzo: «Abbassare i prezzi lè 'unica soluzione
contro la crisi»
Danilo Biagi (Fotogramma)
MILANO - Passeggiando tra i ciottoli e le viuzze
immerse nel lusso discreto di Brera, appare una
trattoria unica nel suo genere. Non tanto per il
look , con l'insegna che sporge a mo' di locanda
vecchia maniera, le tovaglie di semplice fattura e
le sedie colorate, quanto per il prezzo del menu .
Dieci euro, di giorno e di sera. Ventimila lire.
Primo, secondo, acqua e caffè. E se cenare con poco
in centro è ormai una missione impossibile, ecco l'eccezione alla
regola. L'iniziativa è quella del ristorante toscano «al Pozzo» di
Danilo Biagi, verace lucchese trapiantato da 42 anni in zona Brera.
Venti dei quali qui, in via San Carpoforo.
«SEGNALE CONTRO LA CRISI» - Promozioni simili sono diffuse a
mezzogiorno ma rarissime la sera. E ai colleghi che lo accusano di
«concorrenza sleale», Biagi risponde serafico: «Macché, solo
lungimiranza». Il ragionamento economico non fa una grinza. «Ho un
target diverso dagli altri ristoranti di zona - spiega -. Loro
offrono le orate, i branzini e vattelapesca, io mi concentro su
pochi, semplici piatti della tradizione toscana: pasta, brasato,
trippa, tutto di qualità. E così i costi calano. Il mio ristorante è
la risposta a chi dice che Brera è diventata invivibile e che non si
può più venirci a mangiare la sera. Si parla tanto di crisi economica
ma la soluzione è una sola: abbassare i prezzi. Il mio è un segnale».
Le unghie, dunque, non si tirano fuori verso i portafogli dei clienti
ma la mattina al mercato generale: «Bisogna andarci con il coltello
tra i denti: lì la crisi si vede davvero. I fornitori hanno subito
cali delle vendite superiori al 40%. Io tratto sui prezzi e mi batto
anche per dieci centesimi». Il risultato è un locale sempre pieno,
con i suoi 80 coperti spesso esauriti.
L'obiettivo sono i ragazzi più giovani, magari senza lavoro, per
competere non con i ristoranti vicini bensì con il rito dell' happy
hour e i locali della movida : «Ma lei lo sa quanto costano ormai i
cocktail ?».
«CONCORRENZA SLEALE» - In zona, l'iniziativa non trova proseliti.
Zero consensi, semmai sbuffi e alzate di sguardo: «Di lavorare gratis
non se ne parla» commenta lapidario Samuele Maledì, direttore del
Rosso di Brera. «Con il turismo che c'è nel quartiere... Cosa
dovrebbero fare i ristoratori delle altre zone?». Il tacito accordo
sembra quello d'isolare il Biagi: «Finché lo fa uno solo, nessun
problema» dice il napoletano Michele Mastroianni dell'enoteca «La
petite cave». Nessuno vuole cominciare una guerra di prezzi che non
lascerebbe prigionieri. Così, trovare prezzi accettabili la sera in
città resta impresa ardua. Al massimo, si può puntare sui fusion
orientali con i loro piatti a volontà a 20,90 euro o sulle promozioni
stagionali, come al Terraferma del calabrese Massimo Gallo, via
Melchiorre Gioia, dove c'è un menu fisso d'agosto a 25 euro.
«Un'offerta per le famiglie rimaste in città - spiega Gallo -. Perché
non è vero che Milano si svuota: il lavoro c'è eccome».
OFFERTE - L'iniziativa più simile a quella del Biagi, quindi, si
scova poco fuori dal centro. In via Galvani c'è la trattoria
(toscana) «Il cerchio». Da vent'anni, esiste lo schema del piatto
unico a nove o dieci euro: ogni giorno diverso, venerdì pesce, tutto
preparato dallo chef sardo Nerio. «Siamo stati i primi a farlo»
sottolinea il titolare Riccardo Donati. «Per noi non esiste
differenza tra pranzo e cena». Questa osteria è la stessa presa
d'assalto dai ragazzi di Macao nei giorni dello sgombero dalla torre
Galfa: «Pensavo fossero gente da evitare, invece sono solo ragazzi
che cercano di cambiare una città oggi morta». Strategie anticicliche
cercansi, insomma. La nicchia da riconquistare è quella dei giovani.
E potere d'acquisto in picchiata, l'unica soluzione percorribile sono
prezzi più «umani».
Giacomo Valtolina
8 agosto 2012 (modifica il 9 agosto 2012)
http://www.milanotoday.it/cronaca/ristorante-low-cost-brera-via-sancarpoforo.html
MilanoToday
A Brera il ristorante low cost, e
i concorrenti si lamentano
Con 10 euro si mangia primo, secondo, acqua e
caffè al toscano "Al Pozzo" di via San
Carpoforo. Attratti i giovani dell'happy hour,
ma gli altri ristoratori parlano di
concorrenza sleale
di Redazione 08/08/2012
Il ristorante Al Pozzo
Singolare "trovata" quella di un ristoratore di Brera: il pasto low
cost, a prezzo fisso. Peccato che i suoi "colleghi-concorrenti" siano
letteralmente insorti, e adesso lo accusino di concorrenza sleale.
Se ci si reca dal "Pozzo", in via San Carpoforo, si può pranzare o
cenare con 10 euro. E si mangia il primo, il secondo, l'acqua e il
caffè. Ad avere l'idea è stato Danilo Biagi, il titolare, lucchese
che ha portato a Milano la cucina della sua zona, come riporta il
Corriere. E che da vent'anni ha il ristorante in Brera.
"Lungimiranza", risponde a chi lo critica. Facendo notare che
abbassare i prezzi è l'unica soluzione per continuare ad attirare
clienti in tempi di crisi economica. Ma come fa a sopravvivere? Lui
racconta che all'ortomercato "si batte anche per 10 centesimi",
sfruttando il calo di vendite dei fornitori che, dunque, sono ben
contenti di elargire qualche sconto in più.
E gli altri ristoratori di Brera? Non hanno gradito. Parlano
all'unisono di concorrenza sleale, nessuno intende seguire il suo
esempio e scatenare una specie di guerra di prezzi al ribasso. Ma
funziona l'idea di Biagi? Sembra proprio di sì: il risulato del suo
menu low cost è che gli 80 coperti sono spesso esauriti e nel suo
ristorante ora entrano i giovani. Quelli abituati all'happy hour, che
ormai può costare anche 8 euro. Quasi come il suo menu completo,
insomma. E infatti è proprio per attrarre clientela giovane e
competere con i locali dell'happy hour, più che con gli altri
ristoranti eleganti di Brera, che Biagi ha lanciato la sua
iniziativa.
Un segnale per rendere "appetibile", è il caso di dirlo, uno dei
quartieri più eleganti della città. Per dire che Brera non è uguale a
spender tanto. E che a Milano si può ancora cenare con 10 euro,
prezzo davvero interessante in centro, dove per spendere la stessa
cifra occorre ripiegare su McDonald's, Burger King o Spizzico: non
proprio la stessa cosa di un piatto toscano in un vero ristorante.
http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2012/08/14/news/la-cenalow-cost-esportata-a-milano-da-un-lucchese-1.5548105
La cena low cost esportata a
Milano da un lucchese
Il ristoratore Danilo Biagi con il suo locale “Al Pozzo” a Brera
propone un menu a 10 euro e fa arrabbiare i suoi “colleghi”
di Tania Buonatesta
LUCCA. Un lucchese, a Milano, nel cuore di Brera, ha inventato il
ristorante low cost. In uno dei quartieri più chic e alla moda del
capoluogo lombardo, Danilo Biagi, 57 anni, originario di Porcari,
titolare di “Al Pozzo”, sbaraglia il campo alla concorrenza e offre
un menu serale a 10 euro: primo, secondo, acqua e caffè.
Di lui parlano i giornali, si moltiplicano le segnalazioni online,
Trip Advisor gli recapita una lettera con i complimenti per essersi
guadagnato un gran numero di recensioni e premia il locale con la
vetrofania da apporre all’ingresso.
Di lui sparlano i colleghi: diffidenti sull’iniziativa che sembra
poter compromettere perfino i loro listini, sperano che la cena low
cost non diventi improvvisamente in e, soprattutto, che non contagi
altri ristoratori.
Ma sarà che la parsimonia e il corretto calcolo economico sono nel
dna di Biagi, lui non arretra. Anzi.
110 coperti. Si gode il successo, tanto che alla vigilia di
Ferragosto, in una Milano pressappoco abbandonata anche dalla gente
che lavora, serve a pranzo centodieci coperti. La sera li supera.
«La mia è una scelta di vita – spiega –. Comprare bene, guadagnare
il giusto». Come dire, la differenza la fa il mercato, la mattina
presto: con le offerte sulla materia prima e i prodotti del giorno,
il menu cambia quasi quotidianamente. Altra regola: non sovra
ricaricare.
«Avete idea di quanto costi una pasta al pomodoro? – domanda - Ha
senso che lo stesso piatto a mezzogiorno costi una cifra e la sera ne
abbia un’altra?».
«Alla fine, è stato un boom pazzesco. – dichiara soddisfatto - E’
quasi un anno che applico il menu a 10 € anche la sera. Non credo
sia possibile che questa iniziativa penalizzi gli altri locali, non
avrebbe senso. Mi rendo perfettamente conto che un ristorante come
Lorenzo di Forte dei Marmi, per citare un locale di lusso della
provincia di Lucca, non possa fare i miei listini né la mia carta. Al
pozzo – che serve 50 coperti all’interno, 30 all’esterno - si
rivolge a un target completamente diverso, con un’offerta di piatti
diversa».
Prima i giovani. All’inizio i clienti erano soprattutto giovani,
persone tra venti e quarant’anni - impiegati, operai, commercianti e
lavoratori vari della zona - che, in alternativa al solito happy hour
e spesso al prezzo di un cocktail, preferiscono una cena. Adesso,
dopo che si è sparsa la voce e i media hanno fatto da cassa di
risonanza all’iniziativa promossa dal ristoratore di Porcari, la
fascia si è allargata agli over sessanta.
E nei commenti su Trip Advisor, uno dei portali più accreditati per
il turista fai da te, Daniele Biagi e il suo staff riscuotono perfino
complimenti per la loro simpatia, per la capacità di accogliere i
clienti e saper raccontare loro qualcosa di divertente o
interessante.
«Non ho mai ricevuto tanti abbracci e pacche sulle spalle come in
questo periodo. - racconta ancora il titolare del Pozzo - .I clienti
sono contenti, perché possono permettersi una serata in centro. Non è
più il periodo d’oro. Bisogna darsi una regolata e adeguarsi ai
tempi difficili che la gente sta vivendo. E di conseguenza creare
un’offerta alternativa. Alcuni colleghi credono che sia un errore e
che prezzi più abbordabili significhino scendere di livello. Non è
questa la questione. Piuttosto, significa saper proporre anche una
cucina più semplice e lavorare con altre fasce di clientela. La
cucina toscana è perfetta per questo».
I piatti lucchesi. Toscana, già. E lucchese. Se non bastassero
l’insegna simile a quella di una vecchia locanda, alcuni arredi e
l’atmosfera del locale a ricordare la nostra regione, il menu,
soprattutto quello invernale, presenta farro, ribollita, pasta e
fagioli, guance di maiale con la bietola… D’estate, invece, vasche
di panzanella, anche in compagnia delle cotolette. La crisi nel mondo
della ristorazione, che Confcommercio nazionale ha quantificato
proprio in questi giorni, registra la chiusura, in Italia, di quasi
9.000 esercizi nel corso del 2011. Lungimiranza, parsimonia e senso
della misura, dunque, spingono al low cost anche a tavola.
La ricetta vincente. «Per un esercizio - dice Biagi - è importante
non accumulare debiti. Scegliere le materie prime, ottenere prezzi
buoni, non straguadagnare, consumare i prodotti e pagare regolarmente
i fornitori, che hanno subito cali delle vendite di oltre il 40%».
Sembra una ricetta facile quella dello chef di Brera. Eppure i locali
vicini lo accusano di concorrenza sleale. Ritengono di non poter
“rientrare in prezzi più bassi”, che l’iniziativa rischia di
innescare l’avvio di un offerta al ribasso, in cui verrebbe meno la
qualità e ne subirebbe le conseguenze il personale.
«Certo, il low cost non si limita a quanto ho descritto. Io, per
esempio, da quarat’anni viaggio in motorino. Per me non è un
problema non avere un Suv», chiosa.
In compenso, Al Pozzo dovrà incrementare il personale ai tavoli e, al
momento, è alla ricerca di due camerieri. Il successo del suo
ristorante è tale che produce anche nuova occupazione e questo è
motivo d’orgoglio per il ristoratore made in Lucca.
A Milano, per il momento, c’è un altro ristorante che imita Danilo
Biagi: sulla carta un piatto unico, sia a pranzo sia a cena, al costo
di 9 – 10. Ed è un'altra trattoria toscana, Il Cerchio, in via
Galvani, ma si trova fuori dal centro, fuori dal quartiere alla moda
di Brera.
http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2012/08/14/news/unlucchese-s-inventa-la-cena-low-cost-a-milano-1.5540961
Un lucchese s’inventa la cena low
cost a Milano
Successo dell’iniziativa del ristoratore Danilo Biagi che propone un
menù a 10 euro anche la sera
Un lucchese, a Milano, nel cuore di Brera, ha inventato il ristorante
low cost. In uno dei quartieri più chic e alla moda del capoluogo
lombardo, Danilo Biagi, 57 anni, originario di Porcari, titolare di
“Al Pozzo”, sbaraglia il campo alla concorrenza e offre un menu
serale a 10 euro: primo, secondo, acqua e caffè.
Di lui parlano i giornali, si moltiplicano le segnalazioni online,
Trip Advisor gli recapita una lettera con i complimenti per essersi
guadagnato un gran numero di recensioni e premia il locale con la
vetrofania da apporre all’ingresso.
Si gode il successo, tanto che alla vigilia di Ferragosto, in una
Milano pressappoco abbandonata anche dalla gente che lavora, serve a
pranzo centodieci coperti. La sera li supera.
14 agosto 2012
http://luccanews.tv/un_lucchese_a_milano_batte_la_crisi-6202.html
Un lucchese a Milano batte la
crisi
14-08-2012 Ore 10:52
Danilo Biagi,57 anni,un lucchese a Milano, nel cuore di Brera, ha
inventato il ristorante low cost. In uno dei quartieri più chic e
alla moda del capoluogo lombardo,il titolare di “Al Pozzo”,
sbaraglia il campo alla concorrenza e offre un menu' completo serale
a 10 euro: primo, secondo, acqua e caffè.
Un enorme successo tanto che alla vigilia di Ferragosto, in una
Milano pressappoco abbandonata serve a pranzo centodieci coperti.
Di lui parlano i giornali, le segnalazioni online così che Trip
Advisor gli recapita una lettera con i complimenti per essersi
guadagnato un gran numero di recensioni e premia il locale con la
vetrofania da apporre all’ingresso.
http://www.italiaatavola.net/articoli.asp?cod=26857
10/08/2012 17.15.00
Cena e pranzo a 10 euro contro la crisi
Ma alla qualità chi ci pensa
Pranzo e cena a 10 euro per rispondere alla crisi. Questa
l’iniziativa di Danilo Biagi, titolare del ristorante Al Pozzo di
Milano. I colleghi lo accusano di concorrenza sleale e Matteo
Scibilia, cuoco e direttore del Consorzio cuochi e ristoratori di
Lombardia, è preoccupato per la qualità
Danilo Biagi, titolare del ristorante Al Pozzo di Milano, in zona
Brera per combattere la crisi, ha deciso di offrire ai suoi clienti,
sia a pranzo sia a cena, un menu al prezzo fisso di 10 euro:
«Abbassare i prezzi lè unica soluzione contro la crisi» dice. Ma
alcuni ristoranti della zona lo accusano già di concorrenza sleale.
Matteo Scibilia in una lettera aperta inviata a Italia a Tavola per
il giornalista Giacomo Valtolina del Corriere della Sera che ha
riportato la notizia, spiega come in questo modo si mette in pericolo
la qualità.
“
Spett.le Giacomo Valtolina
Corriere della Sera
CENA A 10 EURO
Una considerazione, breve e trasparente sulla questione che lei sul
Corriere di Milano di mercoledì 8, ha evidenziato con l’offerta di
un Ristoratore di Brera, come si dice oggi low cost: “Combatto la
crisi, 10 euro senza vino”.
Ha ragione l’amico e vicepresidente di Epam Alfredo Zini: si può
fare! Certo che si può fare, ma a quali condizioni? Una prima
riflessione, anche una Panda ha 4 ruote, un motore, oggi anche
l’aria condizionata, e se non hai particolari bisogni è una ottima
amica di viaggio, però una Audi A6, anch’essa ha 4 ruote, un motore
e l’aria condizionata, ma ha qualcosa in più, che costa.
La Ristorazione è esattamente questa cosa qui, un bicchiere di
cristallo è diverso da un bicchiere sia pure di vetro sonoro, una
posata d’acciaio è diversa da un’altra, il cestino del pane, inteso
proprio come pane è sicuramente diverso da altri ristoranti, la pasta
industriale costa 1,50 € al kilo, la pasta di Gragnano o delle
Marche anche 10 € al kilo, il Tavernello è buono, ed è il più
venduto in Italia ma il Sassicaia è una altra cosa, potrei
continuare, con decine di esempi.
Cioè, non si può rischiare di
comunicare che la ristorazione può e deve abbassare i prezzi, perché
questo è quello che il mercato chiede, infatti, nel commercio
esistono i discount apposta, prodotti medi e prezzi medi, ma se vuoi
la qualità, c’è Peck o Eataly e ancora tanti piccoli salumieri che
selezionano ed offrono eccellenza, altro esempio di qualità le
gelaterie Grom, vendono gelato eccellente lontano dai 6 € al kilo
del gelato venduto nella Gdo.
Le compagnie aeree che hanno inventato i low cost sono in crisi.
La qualità ha un costo, la ristorazione non vende una bottiglia di
acqua minerale o un piatto di spaghetti, vende un servizio,
un’ospitalità, vende un’insieme di emozioni che fanno parte del
nostro made in Italy, che non possono essere svendute, certo dobbiamo
essere più attenti, offrire al cliente più elasticità, vendere il
vino anche sfuso se è il caso, o come dice Zini, avere attenzione
alle materie prime di stagione, abbandonare l’esoticità di molte
offerte, tornare a fare la spesa, soddisfare al meglio le esigenze di
un cliente più attento, più informato, ma questo non può solo passare
dall’idea che abbattere i prezzi sia la strada migliore, in alcuni
casi è possibile, ma è come la presenza del discount nei quartieri,
uno per quartiere. Sapendo che il Castelmagno o l’olio extravergine
eccellente lo trovi appunto da Peck. È evidentemente non metto in
dubbio che il collega di Brera nella sua offerta a 10 € scelga il
meglio di ciò che tale prezzo possa permettere.
Il rischio è una dequalificazione del settore e dell’offerta, il
mercato, il cliente ha bisogno di entrambe le opportunità,
ricordandosi che la Ristorazione è il fiore all’occhiello del nostro
made in Italy nel mondo e che tanti artigiani dell’enogastronomia
del nostro paese vivono proprio grazie alla Ristorazione.
Matteo Scibilia
Cuoco e Ristoratore
Direttore del Consorzio Cuochi e Ristoratori di Lombardia
http://www.milanopost.info/2012/08/08/milano-in-brera-contro-la-crisi-pasto-completo-a-10-euroma-soltanto-al-pozzo/
MOVIDA POST A Milano in Brera,
contro la crisi pasto completo a
10 Euro ma soltanto “Al Pozzo”
In tempi di crisi, le famiglie tagliano il superfluo e tra le voci
depennate dall’economia domestica ci sono anche i ristoranti. Per
chi è imprenditore nel settore è una vera iattura: i costi ci sono
sempre ed il cassetto langue. Danilo Biagi, titolare del ristorante
toscano “Al Pozzo” di Via San Carpoforo, in Brera, cosciente del
momentaccio ha deciso di fare di necessità virtù “inventandosi” il
pasto “low cost”: primo, secondo, acqua e caffè a 10 Euro.
In una zona dove entrare in un ristorante comporta una spesa di
tutt’altro genere, Biagi sta dimostrando come si può ugualmente
lavorare senza rischiare di vedere il proprio locale semivuoto.
Questa idea non è stata accolta molto bene dagli altri ristoratori
della zona, i quali non solo hanno dichiarato che non intendono
imitare il loro collega, ma parlano apertamente di concorrenza
sleale. I primi clienti della super-offerta sono i giovani, che hanno
confrontato l’ovvia differenza di quantità delle portate del
ristorante con quelle proposte nel classico happy hour e che
mediamente costa poco meno rispetto a quanto richiesto da Biagi.
Antonio Marino
http://cavecanemenonsolo.blogspot.com/2012/08/la-necessita-aguzzalingegno-ma-non.html
mercoledì 8 agosto 2012
LA NECESSITA' AGUZZA L'INGEGNO, MA NON A TUTTI PIACE
Nel Paese degli inciuci, se costringi la concorrenza a
confrontarsi nel libero mercato, finisce sempre che quest'ultima si incazzi, alla
faccia di tutti quelli che si definiscono liberali o che si riempiono la bocca di tal
termine. E' ciò che succede a Milano (zona Brera) a Danilo Biagi, un
ristoratore che, per combattere la crisi, si è inventato un pasto completo a
10€.
Primo, secondo, acqua e caffè per quella cifra devono stare indigesti ai locali
concorrenti che da anni ingrassano le loro tasche con conti esagerati e qualità
dei piatti non sempre eccelsa. Prometto che alla prima occasione non
mancherò di visitare questo locale per redarre la consueta recensione su
TripAdvisor, intanto se qualcuno si trova da quelle parti mi sembra giusto
regalare al Ristorante al Pozzo, un po' di pubblicità gratuita per la bella
iniziativa. Bravi, continuate così.
Quanto alle lamentele degli altri ristoratori, che dire? Si rivolgano a qualche
politico che, millantando la condivisione di idee liberali, in realtà è lì per
difendere gli interessi propri e quelli di amici degli amici. Tipo questa qui, ad
esempio.
http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2012/08/14/LL_15_01.html
La cena low cost esportata a
Milano da un lucchese
14 agosto 2012 —
pagina 15
sezione: Lucca
Brera è uno dei quartieri alla moda di Milano, soprattutto della
Milano da vivere la sera, tra bar, ristoranti, caffè, antiquari,
atelier, librerie, negozi di antiquariato e di arredamento. È il
design district, nella settimana del Salone del Mobile, la più
importante fiera del settore. Un quartiere elegante, quasi
completamente pedonale,che gli artisti dal XIX secolo che gravitavano
intorno all’Accademia di Brera, e poi alla Pinacoteca e alla
Biblioteca, hanno trasformato in una delle zone più caratteristiche e
tra le più frequentate, a tutte le ore del giorno. Sarà perché il
distretto è chic, gli esercenti tengono a difenderlo da ogni
iniziativa che possa in qualche modo mutare l’immagine, aprendo ad
un target diverso, che non sia medio alto. È su questo che si basa la
guerra, per ora fatta di commenti poco accondiscendenti, che i
ristoratori hanno aperto con Danilo Biagi. Per il momento, infatti,
tentano di isolare l’iniziativa low cost, tenendo le dita incrociate
che il suo stile non faccia proseliti, soprattutto in centro.
Tagliare i prezzi, insinuano, sarebbe un colpo all’occupazione. Come
dire che Brera non si tocca, che non può essere altrimenti
accessibile, se non come piazza del lusso e modaiola. Esclusiva per
chi può permettersela. di Tania Buonatesta wLUCCA Un lucchese, a
Milano, nel cuore di Brera, ha inventato il ristorante low cost. In
uno dei quartieri più chic e alla moda del capoluogo lombardo, Danilo
Biagi, 57 anni, originario di Porcari, titolare di “Al Pozzo”,
sbaraglia il campo alla concorrenza e offre un menu serale a 10 euro:
primo, secondo, acqua e caffè. Di lui parlano i giornali, si
moltiplicano le segnalazioni online, Trip Advisor gli recapita una
lettera con i complimenti per essersi guadagnato un gran numero di
recensioni e premia il locale con la vetrofania da apporre
all’ingresso. Di lui sparlano i colleghi: diffidenti
sull’iniziativa che sembra poter compromettere perfino i loro
listini, sperano che la cena low cost non diventi improvvisamente in
e, soprattutto, che non contagi altri ristoratori. Ma sarà che la
parsimonia e il corretto calcolo economico sono nel dna di Biagi, lui
non arretra. Anzi. 110 coperti. Si gode il successo, tanto che alla
vigilia di Ferragosto, in una Milano pressappoco abbandonata anche
dalla gente che lavora, serve a pranzo centodieci coperti. La sera li
supera. «La mia è una scelta di vita – spiega –. Comprare bene,
guadagnare il giusto». Come dire, la differenza la fa il mercato, la
mattina presto: con le offerte sulla materia prima e i prodotti del
giorno, il menu cambia quasi quotidianamente. Altra regola: non sovra
ricaricare. «Avete idea di quanto costi una pasta al pomodoro? –
domanda - Ha senso che lo stesso piatto a mezzogiorno costi una cifra
e la sera ne abbia un’altra?». «Alla fine, è stato un boom pazzesco.
– dichiara soddisfatto - E’ quasi un anno che applico il menu a 10
€ anche la sera. Non credo sia possibile che questa iniziativa
penalizzi gli altri locali, non avrebbe senso. Mi rendo perfettamente
conto che un ristorante come Lorenzo di Forte dei Marmi, per citare
un locale di lusso della provincia di Lucca, non possa fare i miei
listini né la mia carta. Al pozzo – che serve 50 coperti
all’interno, 30 all’esterno - si rivolge a un target completamente
diverso, con un’offerta di piatti diversa». Prima i giovani.
All’inizio i clienti erano soprattutto giovani, persone tra venti e
quarant’anni - impiegati, operai, commercianti e lavoratori vari
della zona - che, in alternativa al solito happy hour e spesso al
prezzo di un cocktail, preferiscono una cena. Adesso, dopo che si è
sparsa la voce e i media hanno fatto da cassa di risonanza
all’iniziativa promossa dal ristoratore di Porcari, la fascia si è
allargata agli over sessanta. E nei commenti su Trip Advisor, uno dei
portali più accreditati per il turista fai da te, Daniele Biagi e il
suo staff riscuotono perfino complimenti per la loro simpatia, per la
capacità di accogliere i clienti e saper raccontare loro qualcosa di
divertente o interessante. «Non ho mai ricevuto tanti abbracci e
pacche sulle spalle come in questo periodo. - racconta ancora il
titolare del Pozzo - .I clienti sono contenti, perché possono
permettersi una serata in centro. Non è più il periodo d’oro.
Bisogna darsi una regolata e adeguarsi ai tempi difficili che la
gente sta vivendo. E di conseguenza creare un’offerta alternativa.
Alcuni colleghi credono che sia un errore e che prezzi più
abbordabili significhino scendere di livello. Non è questa la
questione. Piuttosto, significa saper proporre anche una cucina più
semplice e lavorare con altre fasce di clientela. La cucina toscana è
perfetta per questo». I piatti lucchesi. Toscana, già. E lucchese. Se
non bastassero l’insegna simile a quella di una vecchia locanda,
alcuni arredi e l’atmosfera del locale a ricordare la nostra
regione, il menu, soprattutto quello invernale, presenta farro,
ribollita, pasta e fagioli, guance di maiale con la bietola…
D’estate, invece, vasche di panzanella, anche in compagnia delle
cotolette. La crisi nel mondo della ristorazione, che Confcommercio
nazionale ha quantificato proprio in questi giorni, registra la
chiusura, in Italia, di quasi 9.000 esercizi nel corso del 2011.
Lungimiranza, parsimonia e senso della misura, dunque, spingono al
low cost anche a tavola. La ricetta vincente. «Per un esercizio dice Biagi - è importante non accumulare debiti. Scegliere le materie
prime, ottenere prezzi buoni, non straguadagnare, consumare i
prodotti e pagare regolarmente i fornitori, che hanno subito cali
delle vendite di oltre il 40%». Sembra una ricetta facile quella
dello chef di Brera. Eppure i locali vicini lo accusano di
concorrenza sleale. Ritengono di non poter “rientrare in prezzi più
bassi”, che l’iniziativa rischia di innescare l’avvio di un
offerta al ribasso, in cui verrebbe meno la qualità e ne subirebbe le
conseguenze il personale. «Certo, il low cost non si limita a quanto
ho descritto. Io, per esempio, da quarat’anni viaggio in motorino.
Per me non è un problema non avere un Suv», chiosa. In compenso, Al
Pozzo dovrà incrementare il personale ai tavoli e, al momento, è alla
ricerca di due camerieri. Il successo del suo ristorante è tale che
produce anche nuova occupazione e questo è motivo d’orgoglio per il
ristoratore made in Lucca. A Milano, per il momento, c’è un altro
ristorante che imita Danilo Biagi: sulla carta un piatto unico, sia a
pranzo sia a cena, al costo di 9 – 10. Ed è un'altra trattoria
toscana, Il Cerchio, in via Galvani, ma si trova fuori dal centro,
fuori dal quartiere alla moda di Brera. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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