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Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!

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Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
8 Comuni
l’Altopiano
La voce degli
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 302 - ANNO XI - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
LUSIANA
ENEGO
Il premio
a Faggin
inventore
del microchip
Le critiche di
Italia Nostra
sul progetto
per Marcesina
Pag. 16-17
GreenStyle
Roana punta
sulle energie
rinnovabili
Allo studio il
progetto per
un impianto
fotovoltaico
in località
cattedra.
A Melaghetto
un monumento
ricorda il capitano Niccolai
Pag. 9
Sarà stata colpa di un virus, ma...
“Fidarsi è bene, non
fidarsi è meglio!”
Foto di Giovanni
Dalle Fusine
Pag. 6
EMIGRANTI
In centinaia
ad Asiago per
la Giornata
dei Veneti
nel mondo
Pag. 10
Pag. 2-3
Sarà anche finita l’emergenza, conferme rassicuranti arrivano da fonti comunali e sanitarie, eppure questa foto
scattata domenica 30 agosto
la dice lunga sulla preoccupazione della gente. L’immagine ritrae un allegro quartetto nell’atto di riempire alcune
taniche con l’acqua sorgiva
che sgorga lungo la Val
d’Assa, sulla strada che da
Camporovere porta in località Ghertele, poco lontano dal
“ponte del Giamolo”. Il
fontanello recentemente restaurato offre freschissima
acqua a costo zero; sono molti
gli escursionisti e i cicloturisti
che, per rifocillarsi dalle lunghe passeggiato o faticose pedalate, sostano per una sorsata ristoratrice, ma in questo
caso sembra si tratti di un
vero e proprio approvvigionamento idrico in vista di una
imminente siccità. Al momento dello scatto i due adulti signori (per loro stessa ammissione residenti ad Asiago) hanno pure spiegato che l’eccessivo allarmismo della gente e
dei giornali ha superato il buon
senso. Tuttavia, aggiungiamo
noi, vista la scorta di recipienti pronti per essere caricati in
auto, risulta che in materia di
potabilità dai rubinetti cittadini: “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!”
G.D.F.
HOCKEY
GHIACCIO
Pronta l’armata agli
ordini di Harrington
Grafica Altopiano
Pag. 4
SABATO 5 SETTEMBRE 2009
GALLIO
Pag. 10
Pag. 17
Seconde case: non costruiamone
più, ma quelle che ci sono
vanno valorizzate
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
Pag. 23
CINEMA
Giorgio Muller
e Asiago
Nasce un
gemellaggio
con la Mostra
di Venezia
Pag. 19
SAGRE
A Rotzo si
celebra
la patata
a Rubbio
protagonista
il sedano
Pag. 5
8
l’Altopiano
Sabato 5 settembre 2009
www.giornalealtopiano.it
2
Il tormentone d’agosto sull’Altopiano
ATTUALITA’
Il rovina vacanze 2009 si chiama norovirus
Come detto fin dall’inizio, l’epidemia di gastroenteriti è di carattere virale. Lo confermano le analisi
effettuate nei laboratori di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova
E’ il norovirus il responsabile
delle gastroenteriti che hanno colpito l’Altopiano nella
seconda metà di agosto. Una
piccola bestiolina, costituita
da un unico ramo di rna, che
ha messo ko famiglie intere,
ma anche una parte della stagione estiva. Il norovirus è
individuato con sempre maggiore frequenza come responsabile di epidemie più o
meno vaste di gastroenterite
non batterica.
Come ad Iseo l’anno scorso,
come a San Felice del
Benaco quest’anno a giugno
anche sull’Altopiano, in particolare ad Asiago, nausea,
vomito, diarrea, crampi
addominali sono stati i compagni di quasi un migliaio di
persone. Fortunatamente la
malattia non ha conseguenze serie, unico parametro fisiologico da tenere sotto controllo è la disidratazione da
contrastare con l’assunzione
di molti liquidi.
Il norovirus quale agente
patogeno, associato ad alcuni ceppi di rotavirus, è stato
isolato dai laboratori di
Microbiologia e Virologia
dell’Azienda Ospedaliera di
Padova. Inizialmente i laboratori patavini hanno isolato
in un solo campione sulle decine subito raccolte dalle persone colpite da gastroenterite
ma poi con tecniche avanzate di biologia molecolare si è
potuto riscontrare una
positività di 9 campioni su 20,
percentuale abbastanza
grande da poter attribuire
senza alcun dubbio la maggior
parte dei numerosi casi riscontrati a questo agente virale.
In ogni modo proseguono le
indagini di laboratori sia per
Sapor d’acqua natìa
Dalle Alpi alla
Laguna: il volto
di una madre”
Tornano gli emigranti, rincasano
i figli lontani, riappaiono ricordi
scavati dal tempo. “Han bevuto
profondamente ai fonti alpestri,
che sapor d’acqua natìa rimanga ne’ cuori esuli a conforto, che
lungo illuda la lor sete in via” (G.
D’Annunzio, L’Alcione). Si torna da dove s'era partiti nel lontano dopoguerra: si torna a casa,
nel Veneto delle montagne per
riassaporare profumi, sapori e
parole che riaccendano l'orgoglio di una terra il cui nome sta
scritto nel cuore. Ma che cosa
sia la terra veneta, nemmeno i
poeti lo sanno. Perché Il Veneto
è un nome. Ma è anche un profumo. E’ un’emozione. Non è il
nome di un pianeta. Neanche di
un continente. Tanto meno di uno
stato. E nemmeno di una confederazione. E’ un nome di periferia: ma gli amanti sanno che a
volte bastano gli occhi di una zingara per accenderti il cuore. E
anche Dio, quando vuole restaurare il mondo, parte sempre dalla periferia. Chi nasce quassù è
contento d’essere gente di periferia perchè a guardare il tempo
addietro gira la testa: avanza l’eco
di una storia che va a ritroso di
millenni. E nei millenni battaglie,
carestie e pestilenze. Sangue,
lacrime e ferite. I vecchi sanno
e raccontano cos’è la guerra, la
morte, la resistenza. La follia e il
sangue. I sentieri urlano con il
silenzio delle loro lapidi. Quassù
però ci sono anche profumi
splendidi: il profumo del fieno e
della polenta, della terra arata e
dell’erba falciata, dei ciclamini e
delle castagne. Della montagna,
dell’acqua, della festa. Dell’incenso, dell’uva, del grano. In
Veneto basta poco più di niente
per fare festa. Ed è vanto da
esportare in qualsiasi terra abiteremo. Perché, d’altronde, questo è pure il sogno di Dio: che
nessuna casa sia senza la festa
del cuore. Forse anche per questo quassù si vive a lungo: i novant'anni sono l'emblema di una
civiltà vissuta in sintonia e
simbiosi con una natura che ne
ha dettato i tempi, la semina e il
raccolto. Oltre i novant'anni abita il segreto della bellezza, quella
dei vecchi seduti sull'uscio delle
porte: quasi centenari, magari
acciaccati. Ma bellissimi. Nelle
loro rughe e nei loro lineamenti il
sapore della vita. Ti parlano della campagna di Russia o di quella dell’Abissinia, della vita in
Australia o nelle miniere del Belgio. Della nostalgia di casa, della
salute, di Dio.Ai piedi delle montagne bagnate di sangue e dei
fienili che sono la festa degli
armenti si nascondono tutte le
confidenze, i silenzi e le
trepidazioni della nostra gente.
Gente che beve e si nutre di una
fede che al linguaggio dei rabbini preferisce quello dei bambini.
Che alla dotta teologia risponde
con la corona del rosario. Oppure un Pater Ave Gloria. La
musicalità del nostro dialetto vogliono renderla istituzionale. Ma
quassù non servono le legislazioni
per far splendere i ricordi: ba-
Don Marco Mozza
sta la passione e l'affetto per
una cultura che regala natali,
tramonti e nevicate al sorgere
di ogni anno. L'italiano ci serve: per tradurre parole, sospiri
e battiti altrimenti incomprensibili per gli altri fratelli d'Italia. I confini si vorrebbero
ridisegnare, spostare, allargare: ma ad una madre i lineamenti non si toccano. Pena il
declino e il tradimento della sua
vetusta bellezza. Le cime dei
monti e il profumo del ginepro,
la laguna di Venezia e i sapori
del pesce, la laboriosità della
pedemontana e la nebbia della terra ormai prossima al Po'.
Il silenzio delle vette, il
gorgoglìo dei ruscelli, l'acqua
dei mari e dei fiumi, il volo delle aquile, le traiettorie delle
pernici, il sapore dell'aria nel
bosco. La cultura letteraria,
l'imprenditoria esemplare, le
stelle dello sport e dell'alpinismo, la magia delle contrade,
gli occhi dei bambini, lo stupore delle primavere sui prati, delle
estati sugli alberi, degli autunni
colorati e degli inverni col loro
bianco nitore. Si potrà essere
esuli, emigranti o figli fuggiaschi:
ma il profumo della terra natale
fatica a scrollarsi di dosso. E oltre all'orgoglio, ti tramanda la responsabilità d'esser figlio di una
terra geniale e severa.
individuare il ceppo esatto
sia per cercare di dare una
riposta a dove sia potuto partire il primo focolaio. Fatto
abbastanza difficile per l’alto numero di persone presenti sull’Altopiano in quei
giorni. Inoltre il virus è altamente infettivo e bastano 10
particelle virali a dare vita a
un’infezione. Data la loro
persistenza nell’ambiente,
che permette una loro
replicazione e diffusione anche per due settimane dopo
l’infezione iniziale, i norovirus
sono difficili da controllare
ed è quindi necessario applicare rigorose misure sanitarie per prevenirli e contenerli. La trasmissione avviene
direttamente da persona a
persona, per via orofecale o
via aerosol, oppure tramite
acqua o cibo infetti, ma an-
che per contatto con superfici contaminate.
Comunque oltre al danno
pare che all’Altopiano si stia
riservando anche la beffa.
Dopo che tanti altopianesi, e
non solo turisti, siano stati
colpiti dal malessere, dopo
che la chiusura della stagione ha visto qualche disdetta
e qualche non arrivo per la
presenza delle gastroenteriti
adesso pare che alcuni ospiti
che hanno avuto le ferie accorciate o parzialmente rovinate dalle gastroenteriti si siano rivolti ai loro legali per
chiedere i danni.
Che gli arrivi siano stati in
parte bloccati dal norovirus
lo confermano numerosi albergatori e che l’indotto abbia avuto un repentino calo
lo convalidano i commercianti. Che qualcuno voglia
approfittarne lo confermano
gli uffici turistici. Un suggerimento: si potrebbe compensarli con viaggi premio nel
Mar Rosso, luogo bellissimo
da dove chiunque sia stato è
tornato con un souvenir, la
gastroenterite.
Gerardo Rigoni
I consigli dell’Ulss per debellare
definitivamente la malattia
Lavarsi le mani, attenzione al contatto con il cibo, massima pulizia
Sia il norovirus che il
rotavirus sono estremamente contagiosi e molto resistenti nell’ambiente. La trasmissione di entrambi i virus
può avvenire da persona a
persona (se non c’è uno
scrupoloso rispetto delle comuni norme igieniche), oppure tramite acqua o cibi
contaminati, oppure ancora
per contatto con superfici
contaminate.
Ora si sa quali sono i virus
in causa e si conoscono i loro
meccanismi di diffusione, è
fondamentale attraverso una
corretta informazione ai cittadini estinguere i focolai di
infezione ancora attivi - in
genere in ambito familiare e prevenire nuovi casi, tenendo conto che una persona che è stata ammalata può
continuare a eliminare i virus anche per 2 settimane (o
più) dopo la guarigione.
Come comportarsi?
1)
lavarsi accuratamente le mani prima e dopo l’uso dei
servizi igienici, in particolare se si è ancora affetti da vomito
e/o diarrea, utilizzando asciugamani separati o monouso;
2)
lavarsi accuratamente le mani prima e dopo il cambio
dei pannolini dei bimbi (o dei pannoloni di persone incontinenti);
3)
lavarsi accuratamente le mani prima di preparare e/o
distribuire i cibi;
4)
lavare accuratamente tutte le superfici venute a contatto con persone con sintomi, particolarmente in bagno e in
cucina (servizi igienici, stoviglie, ecc.), con particolare attenzione alle superfici sporcate da vomito o feci. E’ inoltre importante aspirare e lavare tappeti e moquette sporcati dal
vomito.
8
Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
3
Cronache semiserie di una epidemia
ATTUALITA’
Un po’ di ironia sul “caso mediatico” dell’estate 2009 sull’Altopiano. Ecco alcuni interventi tra il serio e
il faceto ispirati dall’incredibile abbondanza di notizie e supposizioni diffuse spesso a sproposito
Chi se l’è beccata probabilmente tanta voglia di riderci su non ce l’ha: per esperienza
personale assicuro che si sta male, tanto male! Ma tutta l’ironia e la fantasia che l’epidemia di gastroenterite ha saputo stimolare, con battute, ipotesi varie, finanche veri e propri
messaggi pubblicitari girati in una lunga catena via e-mail, ci sembra degna di essere qualche
modo riportata. Spesso, su tanti argomenti, anche noi giornalisti, nel lavoro di redazione, ci
prendiamo licenza di scherzare. Inter nos, ovviamente! Quando nessuno ci sente. Capita, per
puro divertimento, nel tentativo di combattere lo stress da chiusura di giornale, di inventare titoli
ridicoli, testi improbabili, prime pagine burlone, fotomontaggi esilaranti, che mai, prima d’ora,
abbiamo pensato di poter pubblicare. Questa volta, visto che l’argomento si presta molto bene,
cediamo alla tentazione, fermo restando che, purtroppo, molto di quel che ci è passato per il
Non poteva certamente lasciarsi sfuggire l’occasione
di ironizzare sull’epidemia di gastroenterite che ha colpito l’Altopiano l’artista Scotolati, in mostra fino al 3
settembre ad Asiago. Le sue “sedie rotte
antideretaniche” si sono rivelate le uniche adeguate
per i colpiti dal “morbo nauseante”, in particolare quella
“contro la stipsi cronica e il prurito anale”. Provvidenziale si è rivelato anche il “WC panoramico” pronto
ad accogliere chi trovandosi nei paraggi avesse sentito il bisogno impellente causato dalla malattia. S.B.
Che si sia trattato di un attacco terroristico?
Dopo l’attribuzione delle
gastroenteriti ad un inquinamento delle falde acquifere
(notoriamente presenti in
ambiente carsico) oppure ad
una forma batterica proveniente dalle fogne che scorrono copiose nel torrente
Ghelpak che attraversa l’abitato di Asiago, e all’ipotesi di
una contaminazione come vendetta ideata da un gruppo di
industriali dell’alto vicentino a
cui non è stata rinnovata la
tessera di socio del Golf Club,
ipotesi quest’ultima immediatamente smentita dai principali
organi d’informazione di proprietà degli stessi industriali,
ora al vaglio degli esperti ci
sono nuovi scenari altrettanto
inquietanti. Secondo fonti (non
idriche) vicine al Governo si
parla di un attacco terroristico preventivo attribuibile ad Al
– qaeda per screditare il territorio altopianese prima della
conclusione della trattativa tra
la prestigiosa azienda di mar-
mellate Rigoni di Asiago spa e
lo sceicco Abdul Mohsin Bin
Abdulaziz Al-Hokair e così
evitare scambi commerciali tra
la penisola arabica e un paese
di infedeli. Non viene tralasciata nemmeno l’ipotesi di
una punizione divina perché i
commercianti altopianesi tendono a trascurare i precetti
festivi cristiani in periodo di alta
stagionalità. Su quest’ultima
ipotesi si indica una certa esagerazione e, anche a causa
delle difficoltà di cercare conferme presso i mandanti, per
ora rimane ai margini delle indagini. Ciò nonostante pare
che le autorità religiose e civili
stiano valutando la possibilità
di riproporre la Grande
Rogazione proprio come gesto
riparatore. Su questo sviluppo
della vicenda che tiene tutto
l’Altopiano sulle spine ( e anche molti sul water), il sindaco
Andrea Gios commenta “Non
farà certo male fare due passi
anche se tendo a pensare più
ad una congiura del vicino
Trentino per poter motivare un
loro rifiuto nell’accogliere una
popolazione che attraverso regolare referendum ha decretato la propria intenzione di
cambiare regione per ricercare una soluzione economica a
fecondità ripetuta”.
Attorno alla vicenda, che tiene tutti con il fiato sospeso e le
chiappe strette, emergono altri risvolti. Nella notte di sabato pare che solo l’intervento
fortuito delle forze dell’ordine
abbia evitato che la vicenda si
trasformasse in un dramma.
Pare
che
gruppi
fondamentalisti legati alle tradizioni antiche dei cimbri stavano progettando di scendere
in valle per rapire una vergine
per
poi
sacrificarla
sull’Altarknotto. Il tempestivo
intervento delle forze dell’ordine appunto ha evitato che un
po’ di merda si trasformasse
in un merdaio.
Gerardo Rigoni
Da una simpaticissima idea di Giuliano Dall’Oglio, la pubblicità della “Carta di Asiago” che
girava, quasi come un virus, in email nei giorni scorsi. “Con chiaro riferimento – specifica
l’art director – al noto documento di pianificazione regionale redatto dai 4 saggi, nella
speranza che la vera Carta di Asiago non faccia una fine del genere”.
cervello deve essere sottoposto a censura. L’idea di questa pagina è nata per volontà di farvi
almeno un po’ sorridere, di sdrammatizzare su quello che a livello mediatico è diventato, resta
ancora da capire come, un caso da far esplodere nei tg nazionali di prima sera o da sbattere a
titoloni sui quotidiani. Indubbiamente esagerato. Sulle cause di questo “male” dell’estate
2009, è stato detto di tutto e di più, spesso a sproposito; si è fatto del grande allarmismo,
sono state diffuse, notizie “costruite ad hoc” (e qui dobbiamo confessare che a volte ci
siamo pure vergognati di appartenere alla categoria di chi fa informazione). Gustatevi gli
articoli tra il serio e il faceto che qui trovate a cuor leggero, prendeteli come uno sfogo e
chissà che il mal di pancia vi venga per un altro motivo.
Stefania Longhini
Finalmente famosi, ma che dolori!
Nei giorni in cui la febbre per il
jackpot milionario del
superenalotto continuava a
crescere, e nelle ricevitorie si
vedevano residenti e turisti in fila
per giocare, più di qualcuno ha
provato ad immaginare cosa
sarebbe successo se il tanto atteso
“6” fosse risultato vincente qui,
in uno dei nostri paesi. Un colpo
di… fortuna, che oltre a tutto il
resto, avrebbe portato la notorietà
data dai servizi su giornali e tv. Il
tanto atteso sei è poi uscito
lontano da qui, ma a noi la “fama”
è giunta ugualmente, qualche
giorno più tardi e non per un solo
colpo di …fortuna, ma per tanti
“colpi” di … di quella parola che
pur non trovandosi nel
vocabolario come sinonimo di
fortuna, si usa spesso per
indicarla. E seppure il motivo di
tanta risonanza sia notoriamente
considerato di buon auspicio (in
Spagna in certe circostanze per
augurare la buona sorte si usa
anche dire “Mucho mierda”) nel
nostro caso proprio un bene non
è stato, e non solo per chi ha
sofferto di sgradevoli disturbi.
Perché se verso l’Altopiano c’è
stato un grande interesse e tanto
se n’è parlato, è stato
praticamente come dire di starne
lontano. In particolare un servizio
televisivo è rimasto sullo stomaco
già duramente provato della gente
di qui, nonostante le belle e varie
immagini abbinate al commento
tra il serio e il faceto: anche se si
può presupporre che l’intenzione
fosse quella di dare la notizia in
modo spiritoso, agli altopianesi è
risultato inopportuno e fastidioso,
ancor più del mal di pancia.
Notizie che hanno puntualmente
sortito in alcuni l’effetto temuto.
Qualche piccolo esempio? La
telefonata di una signora che
chiedeva all’amministratore se la
riunione di condominio fosse stata
rinviata a causa dell’epidemia, o
la rinuncia all’ultimo week-end in
montagna per la dichiarata paura
di contagio, e, ancor peggio, la
disdetta all’albergo prenotato per
i primi giorni di questo mese di
settembre. E la causa? L’acqua,
prima imputata e quasi subito
ufficialmente scagionata, è
rimasta comunque colpevole per
molti. “Xe sicuramente l’acqua,
anche se i dise de no…” e giù ad
argomentare: un guasto, la
necessità di far affluire acqua da
una vasca non in uso da tempo, il
fatto che certe zone, servite da
vasche diverse, non abbiano
registrato nessun ammalato, a
differenza di altre dove le corse
in bagno hanno riguardato gran
parte dei residenti. E qualsiasi
siano stati e saranno i responsi,
anche futuri, c’è chi rimarrà
saldamente convinto della propria
idea, del resto scettici e
miscredenti non mancano mai:
non c’è forse chi, ancora oggi, a
quarant’anni dall’evento, non
crede che l’uomo sia veramente
sbarcato sulla luna? O chi è
convinto che l’ex Beatles Paul
McCartney sia morto nel lontano
1966 e sostituito da un sosia,…
o ancora chi sostiene che le
estrazioni dei numeri del
superenalotto siano pilotate….
? Chi avrà ragione? I diffidenti
o i fiduciosi? Sono più smaliziati
i primi o più creduloni i secondi?
“Una cosa del genere è
accaduta poco tempo fa anche
al Garda– dice qualcuno – e si
è messo tutto a tacere…!”
Spulciando in internet si legge
che lo scorso giugno
un’epidemia di gastroenterite ha
colpito San Felice del Benaco,
un comune della riviera
bresciana del Garda, con circa
1200 persone, fra cui anche
turisti, contaminate dal batterio
clostridium perfrigens, ritrovato
su campioni di acqua prelevati
dell’acquedotto che rifornisce
il Comune. Nonostante i risultati
delle analisi, la relativa notizia
non ha avuto risonanza, se non
a livello locale. Ma torniamo a
noi: se l’acqua è incolpevole,
quale sarà stata la causa che ha
costretto tanta gente a passare
un paio di giornate tra il letto e
il bagno? Vogliamo azzardare
un’ ipotesi…sarà colpa dello
stress? “Dipenderà dalla crisi e
dai problemi economici, ma mai
come
quest’anno
–
commentano
alcuni
commercianti – è stato
complicato riuscire ad
accontentare e assecondare le
richieste della clientela. Neppure
in vacanza molti riescono a
rilassarsi, a dimenticare i
problemi, godendosi le giornate
di ferie, e traendo beneficio da
quelli che dovrebbero essere
momenti di riposo e
divertimento”. E, manco a dirlo,
neppure quest’anno sono
mancati coloriti commenti, da
una parte e dall’altra.
“Montanari di …emme…” ha
borbottato con disprezzo un
turista per il quale il termine
“piccole” (riferito alle cipolle
che aveva chiesto) non
corrispondeva all’opinione che
dello stesso aveva la
commessa, alla quale non è
rimasto che rifare la scelta
dell’ortaggio,
mandando
mentalmente il cliente a …beep!
Sarà partito tutto da lì?
Silvana Bortoli
LA NIUZ di Peppino Mordegan
....
In riferimento al noto scandalo WATERCAGATE che ha coinvolto l’Altopiano in questi ultimi tempi, il
Sindaco ha convocato immediatamente una Riunione di Gabinetto al quale interverrà in seduta urgente
anche il Sindaco di Chicago Jim Scagott che è uno dei massimi esperti di scariche mondiali. Il Sindaco ha
confermato la perdita di immagine dovuta a questo colpo di culo che se fosse arrivato 20 giorni prima
avrebbe potuto portare sull’Altopiano i 148 MILIONI di Euro del Superenalotto. Ma vista la fuoruscita del
problema la Giunta ha deliberato, seduta stante, di pubblicizzare 148 milioni di strappi di carta igienica alla
nota casa SCOTECS con la scritta “ Che culo venire ad Asiago”. Alla spesa non parteciperanno gli altri
Comuni che volevano la scritta “ Che culo venire sull’Altopiano”. Anche nel momento del bisogno purtropPeppino Mordegan
po si prendono CANALI DIVERSI.
8
Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
4
Seconde case, una ricchezza che va valorizzata
Recuperare il rapporto con i proprietari degli appartamenti per vacanza: una strada obbligata
per le nostre amministrazioni perché rappresentano il 75% della capacità ricettiva.
Recuperare il rapporto con i proprietari delle
seconde case facendo in modo di coinvolgerli
nelle scelte turistiche, e non solo, del territorio. E’ quanto stanno cercando di fare molte
amministrazioni comunali dell’Altopiano proprio per valorizzare una componente importante
della loro utenza turistica. Un’utenza che, proprio perché costituita da proprietari di una casa
sul territorio, potrebbe, tra l’altro, diventare la
chiave per il rilancio turistico dell’Altopiano in
particolar modo nella destagionalizzazione dell’offerta turistica. Una scelta quasi obbligata
quella delle amministrazioni comunali perché
le seconde case sono la colonna portante del
turismo altopianese e non solo; basta considerare che rappresentano circa il 75% dell’intera capacità ricettiva delle località montane
delle Alpi italiane. “Il ruolo che però esse svolgono nell’economia delle singole stazioni - considera Fabrizio Bartaletti, professore all’Università di
Genova e esperto sulla geografia urbana ed il consumo di
spazio - è inferiore alla loro incidenza numerica perché,
se da un lato comportano un intenso consumo di suolo,
dall’altro tendono a svalutare l’immagine complessiva della
stazione, identificandola con un luogo privilegiato di
habitués. Costoro ripropongono, infatti, in vacanza le stesse consuetudini, la stessa cerchia di amicizie delle città
da cui provengono, escludendo i veri turisti, che spesso
finiscono col sentirsi «estranei a casa d’altri.”
Che le seconde case siano una componente del tessuto
socio economico con cui gli enti locali devono fare i conti
è dato dai numeri stessi. Solo nel ventennio 1981 al 2001
le seconde case nelle Alpi italiane sono aumentate del
14,3% avvicinandosi alle
600 mila unità. E se il leader in negativo del numero totale di seconde case
nel proprio territorio è
Bardonecchia, con 7.400
unità, nella classifica dei
primi 15 Comuni con il più
alto numero di seconde
case compaiono ben tre
località altopianesi:
Asiago, Roana e Gallio. “Dato che i tre comuni presentano una sostanziale continuità edilizia, si può ipotizzare che,
con un totale di 13.400 seconde case e 75.000 letti secon-
“Troppe famiglie in difficoltà che
non ce la fanno a pagare le bollette”
“La crisi perdura ed è ancora preoccupante. Lo Stato
deve assumere provvedimenti a supporto delle famiglie”. Adiconsum, Cisl e
Caritas Vicenza, da Asiago,
dove si è svolto il convegno
su “Sovraindebitamento, contratti di credito, usura. Come
difendersi” ribadiscono il comune impegno per trovare tutte le risorse capaci di dare il
dovuto sostegno a quanti, specie famiglie numerose (con più
di due figli), ma anche persone sole, non ce la fanno neanche a pagare le bollette.
Dopo il saluto di Luigi
Copiello, segretario provinciale Cisl, il quadro generale
della situazione è stato tracciato dal presidente nazionale
Adiconsum Fabio Picciolini:
“Stipendi fermi, prezzi che
aumentano e, anche in
Veneto, tra le regioni trainanti dell’economia, cresce pau-
rosamente l’indebitamento.
Negli ultimi sei mesi in questa regione, anche a Vicenza,
si sono registrate molte più
sofferenze e i depositi bancari non sono assolutamente
cresciuti anzi sono un po’ diminuiti rispetto al semestre
precedente, segno che non
c’è più la capacità di risparmiare”. In particolare, per
quanto riguarda la nostra provincia, secondo i dati dell’Osservatorio Credito e Risparmio di Adiconsum al 31
maggio 2009 (Fonte Banca
d’Italia), parlano, rispetto ad
un anno fa, di una diminuzione di depositi pari a
678.098.916 euro; le sofferenze sono aumentate di
9.746.431,00 euro e ci sono
oltre 33 milioni di prestiti in
più.
“Di fronte ad una situazione
disastrosa – ha sottolineato
Picciolini - il governo ha pen-
sato ad una moratoria per le
imprese, ma le famiglie, i liberi
professionisti, i pensionati, non
devono essere tutelati?”.
Adiconsum ha dunque chiesto
al governo una moratoria per
le famiglie, che sono sole, non
hanno alcun supporto e alcuna tutela dallo Stato e in banca trovano tassi altissimi di interesse. “Ciò che urge – è stato altresì sottolineato - è anche
una legge sul fallimento familiare. Insomma servono provvedimenti legislativi che tutelino i nostri nuclei famigliari”.
“Servono campagne di informazione – ha detto il segretario provinciale Adiconsum di
Vicenza Mario Carollo – le
famiglie in difficoltà devono
sapere cosa fare e a chi si possono rivolgere”. Adiconsum ha
avviato da 12 anni un fondo
antiusura, a Vicenza la Caritas
da tre anni ha attivato, grazie
all’impegno di un centinaio di
volontari, un progetto di
microcredito sociale con 13
sportelli aperti in provincia, uno
anche ad Asiago. “Le richieste di contributo – ha detto
Paolo Frison, volontario
Caritas che ha portato la sua
testimonianza – sono più che
raddoppiate nel primo semestre 2009, segno di quanto la
crisi sia preoccupante. Se infatti in tre anni sono stati effettuati 1000 colloqui, da gennaio a giugno di quest’anno
sono arrivate 400 richieste. A
noi si rivolgono famiglie numerose (50%), ma anche persone sole (25%), persone sole
con figli (18%). I tipi di bisogno vanno dal pagamento delle
bollette (50%), debiti precedenti da affrontare (37%),
spese per l’abitazione
(8%), spese mediche
(3%)”.
Oltre
al
microcredito, la Caritas, da
aprile, ha avviato un Fondo
straordinario di Solidarietà,
con contributi a fondo perduto per chi ha perso il lavoro e si trova in difficoltà.
“Servono aiuti, ma le famiglie – ha concluso Valter
Rigobon, segretario regionale Adiconsum – devono
assumere comportamenti
virtuosi. Non è più accettabile continuare a pensare
di poter avere tutto”.
Stefania Longhini
do i dati del 2001, detengano un record assoluto
per l’intero arco alpino,” commenta Edoardo
Salzano, docente dell’Istituto universitario di architettura di Venezia. In più il tasso di incremento delle seconde case, sempre nel periodo 1981
– 2001, è tra i più sostenuti con un 64% ad Asiago
e un 79% a Gallio contro una media di 30,4%.
Anche l’indice del rapporto fra seconde case e i
posti letto in albergo non lascia scampo. A Gallio,
primato assoluto, il rapporto è di 116 a 1, così
come il rapporto di Roana è particolarmente squilibrato. Un dato preoccupante se messo a confronto con il 4,6 di Pinzolo o il 5,4 di Cortina.
“Nel Sudtirolo il numero
di seconde case è molto
contenuto, 10.500, su
7.400 km2, grazie alla
scarsa propensione della popolazione locale a
vendere immobili o terreni a non residenti –
conclude Salzano - Una
vendita scriteriata di
case e terreni a una popolazione sostanzialmente estranea, infatti, potrebbe produrre a medio
e lungo termine danni di
ordine economico, sociale ed ambientale tra cui
il consumo del territorio, lo scadimento dell’immagine turistica e la perdita di identità”.
Gerardo Rigoni
Sondaggio sull’Inno
Nazionale: vince Mameli
198 votanti via sms e una
trentina di preferenze espresse oralmente dai nostri lettori che, incontrando per strada direttore e collaboratori
del giornale, si raccomandavano di mettere in conto l’una
o l’altra scelta. Il sondaggio
sull’Inno Nazionale ha riscontrato una buona partecipazione, ne risulta che chi
compra il Giornale Altopiano
è sensibile e interessato a
queste tematiche. “Mameli”
o “Verdi” era la risposta da
inviare con il cellulare, nella
conta dei messaggi la spunta
il tradizionale “Fratelli d’Italia”, 130 voti contro i 98 rivolti al verdiano “Va’ pensiero sull’ali dorate”. Non sono
mancate le note colorate e
umoristiche mandate da
buontemponi, qualcuno ha
addirittura inviato 6 sms dal
medesimo numero di
cellulare, evidentemente i
“pianisti” al Parlamento romano hanno fatto scuola, ne
abbiamo tenuto comunque
conto poiché potrebbe trattarsi di più lettori con un solo
telefonino, riuniti davanti alla
copia al nostro quindicinale.
C’è stato poi chi ha proposto
brani musicali alternativi: simpatica l’idea di adottare “La
terra dei caki” del gruppo
“Elio e le Storie Tese”, altrettanto fuori dai soliti schemi
l’arcinota “Finche la barca
và…”, storico brano della
brava Orietta Berti, che però
l’amico lettore ha attribuito
erroneamente a Caterina
Caselli.
A distanza di qualche settimana dalla sparata di Bossi
e soci del Carroccio la situazione sembra alquanto ridimensionata, tant’è che pure
il senatùr ha fatto marcia indietro affermando che la sua
iniziativa è stata travisata.
Meglio così, diranno in molti.
Con i voti in nostro possesso
la vittoria di Mameli non appare tanto schiacciante, anzi.
Ma forse, se sentissimo suonare l’attuale Inno durante la
finale dei prossimi mondiali di
calcio, cancelleremmo anche
il più piccolo dubbio di volerlo sostituire.
GDF
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l’Altopiano
Sabato 5 settembre 2009
www.giornalealtopiano.it
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Danni ingenti sui boschi dell’Altopiano
ASIAGO
Migliaia di metri cubi di legname accatastato alla rinfusa, centinaia di tronchi
sovrapposti senza logica
l’uno sull’altro, schianti e
sradicamenti di aghifoglie ad
alto fusto caratterizzano i
boschi dell’Altopiano in questa estate 2009. Tanto gli
escursionisti quanto i residenti che si addentrano lungo le abetaie dei Sette Comuni non possono evitare di
notare la desolazione in questi splendidi paradisi naturali, al punto che in certe zone
risulta difficile e impegnativo avventurarsi per una passeggiata nel dedalo di sentieri a quote intermedie, tra i
verdi pascoli e le rocciose
cime poste attorno ai 2000
metri. “La fascia più colpita va dai 1300 ai 1500
metri di altitudine – afferma i dottor Isidoro Furlan,
responsabile del Comando
Distrettuale asiaghese della
Forestale- Le cause sono
da imputarsi alle copiose
nevicate che hanno caratterizzato la passata stagione invernale. Soprattutto
la prima neve, scesa quando il terreno non era an-
Le abbondanti nevicate dello scorso inverno hanno abbattuto migliaia di alberi sui 7 Comuni. Schianti e
sradicamenti rendono impraticabili molti boschi. Enego, Gallio, Foza e Roana i Comuni più colpiti.
cora gelato, ha procurato centinaia di
sradicamenti, essendo la base delle conifere non saldamente ancorata a
terra. Inoltre molte
fronde non hanno
retto al peso della
neve a cui si è aggiunta la pioggia,
spezzandosi ad altezze variabili e minando la crescita
dei vegetali. Alcune
giovani piante sopravvivranno, ma
molte dovranno essere abbattute. L’evento è eccezionale, ma ha pure cadenza
periodica, era già accaduto anni fa, possiamo dire
che è la stessa natura a
procurarsi una forma di
assestamento. I piani
silvoculturali prevedono
interventi che comprendono cicli lunghissimi, la sistemazione delle foreste ha
termini temporali dell’ordine di un secolo. A volte
però la natura non tiene
conto dell’opera umana
che pratica piantumazioni,
tagli selettivi, sgomberi mi-
rati ecc, e sceglie di agire
per conto proprio, con gli
effetti ad oggi sotto gli occhi di tutti, in questa che all’apparenza sembra una
forma di autolesionismo.
Certo è – conclude Furlan –
che la natura ha fatto in
poche settimane quello che
per l’uomo sarebbero occorsi anni”.
“Per quanto riguarda
l’opera di recupero del materiale ligneo – spiega
Nereo Gianesini, ispettore
scelto in forze presso il Corpo Forestale di Asiago –
sono già stati messi all’asta
migliaia di metri
cubi di legname
abbattuti presso i
boschi
di
Marchesina. Di
questi se ne occuperanno alcune
ditte private, ma
molte altre migliaia
rimangono sparse
sull’Altopiano. Le
zone più colpite insistono sui territori
di Enego, Gallio,
Foza e Roana. Importante è agire
presto per scongiurare gli attacchi del
bostrico, un insetto che,
pur prediligendo le piante
atterrate e morte, in caso
proliferazione e eccezionale riproduzione potrebbe
attaccare anche quelle in
ottimale stato vegetativo”.
Da questa realtà possiamo
comunque trarre utili indicazioni per il futuro, tagli adeguati della superficie
boschiva e appropriati interventi alle culture d’alto fusto
si dimostrano fondamentali
per la salvaguardia del nostro
patrimonio naturale.
G. Dalle Fusine
Da Palazzo Madama alle
Chiuso l’anno d’attività del
Lions Club Asiago 7 Comuni scuole elementari di Asiago
Cambio della guardia tra Michele Iuliani e Leonardo Franco
Cambio
della
Leonardo Franco (a sinistra) e Michele
guardia al Lions
Club Asiago 7
Comuni. Davanti
ad una folta platea di soci ed
ospiti il presidente Michele Iuliani
ha ceduto il martelletto al suo successore Leonardo
Franco che reggerà l’associazione filantropica
per il prossimo
anno.
La serata è stata
anche occasione
per esporre quanto fatto nei passati 12 mesi e a consegnare dei sostegni finanziari
ad alcune associazioni e fondazioni che ciazione “Amici di Antooperano sul territorio. In nio Pertile e Sonia
particolare quest’anno gli Sartori” per il progetto di
sforzi dei Lions sono stati ospitare alcuni ragazzi
indirizzati a sostegno dei della zona di Chernobyl,
giovani e degli anziani agli asili nido e scuole
“due fasce d’età vero pa- d’infanzia di Asiago,
trimonio della nostra co- Canove e Conco e alla
munità” come ha sottoli- nuova casa di riposo di
neato il presidente uscen- Asiago per l’acquisto di
te Iuliani. Sono stati dona- televisori da collocare
ti aiuti finanziari all’asso- nelle stanze degli ospiti.
Ma l’azione dei
Lions non si
ferma nell’elargire contributi
economici, per
tutto l’anno si è
dato sostegno
ad attività culturali e di formazione rivolte
sia ai soci, sia
al territorio. In
particolare
spicca l’iniziativa
Lions
Quest, corso di
formazione rivolto agli insegnanti
delle
scuole medie
per aiutare ad
identificare i
segnali di disagio che possono portare a comportamenti dannosi.
“Un’iniziativa che chiude
il cerchio degli interventi
comunali nel campo del
sociale a favore dei nostri
giovani – ha commentato
l’assessore alle Politiche
Sociali Diego Rigoni – Progetti che una volta portati
a termine ci faranno crescere tutti”.
G.R.
Iuliani
Rinnovato il parco computer
delle scuole elementari di
Asiago. Dieci nuove
postazioni di personal computer forniti anche di stampante accoglieranno gli alunni
elementari di Asiago quando
ritorneranno a scuola a settembre. Grazie all’interessamento del senatore della
Lega Nord, Piergiorgio
Stiffoni, il Senato della Repubblica, ha inviato i computer alla scuola di Asiago, assieme ad altri inviate a vari
plessi scolastici del
Grazie
all’interessamento
del senatore
Piergiorgio Stiffoni
e dell’assessore
Giampaolo Rigoni
sono arrivati nuovi
computer per le scuole
elementari di Asiago
trevigiano, per sostituire i pc
che erano particolarmente
datate. I pc inviati sono di ul-
tima generazione che sono
stati
controllati
e
riprogrammati dai tecnici del
Senato prima di essere inviati
alle scuole. “I computer erano messi a disposizione dei
senatori ma venivano poco
utilizzati perché oramai i parlamentari utilizzano i pc portatili – spiega Giampaolo
Rigoni, assessore asiaghese
che aveva segnalato al senatore la necessità della scuola
elementare – Quindi ringraziamo il senatore per essersi
interessato della faccenda
nonostante l’Altopiano non
sia la sua circoscrizione”.
G.R.
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Allo stravecchio di Porta Manazzo il premio “Città di Asiago”
Dopo “Il formaggio sotto il cielo d’Asiago” un altro appuntamento vede protagonista il prodotto
di malga: la Fiera del Soco di Grisignano in programma dall’undici al sedici settembre.
Assegnati i premi ai
migliori formaggi di
montagna a latte
crudo legati al Concorso Interregionale
dei formaggi di montagna, evento inserito nella manifestazione “Formaggio
sotto il cielo di
Asiago” promossa
da Vicenza Qualità
in collaborazione
con Coldiretti, e che
ha messo in mostra
le eccellenze casearie a latte crudo provenienti da tutto
il Triveneto.
Il Concorso divide i formaggi in varie categorie, in base
alla tipologia di produzione,
malga o caseificio, e della
stagionatura. Sono stati giudicati 52 forme prodotte da
27 partecipanti.
Il vincitore del premio Città
di Asiago, riservato al miglior
stravecchio prodotto in uno
delle 74 malghe altopianesi,
è la malga Porta Manazzo di
Antonio Rodeghiero. Altri
premi sono andati al
Caseificio Pennar per il fresco, all’Azienda agricola
Waister per il vecchio e all’azienda Alba per lo stravecchio. Per i formaggi di malga
il miglior fresco è stato quello della malga Laste, il miglior
vecchio della malga Trugole
e il miglior stravecchio della
malga Pusterle.
Con la nona edizione di “Formaggio sotto il cielo di
Asiago” anche quest’anno si
sono concluse le iniziative
dell’estate che Vicenza Qualità ha organizzato per promuovere il formaggio di
malga e condotto
visite guidate per
far comprendere
la cultura del formaggio di malga e
della malga stessa. In più in alcune
piazze
altopianesi sono
stati organizzati
laboratori didattici
e dimostrazioni di
produzione, con
assaggio finale,
del formaggio cotto, la tosela.
“Coldiretti ha fiducia nelle
produzioni locali, uniche in
grado di garantire ai consumatori prodotti di qualità – ha
detto il presidente della
Coldiretti vicentina, Diego
Meggiolaro - Per questo da
tempo abbiamo intrapreso
una battaglia forte contro le
sofisticazioni alimentari, contro i prodotti che tentano di
farsi strada spacciandosi per
nostrani, ma nascondendo
ingredienti che di italiano non
hanno proprio nulla. Sono 9
su 10, infatti, i prodotti frutto
di sofisticazione che
i consumatori trovano in commercio.”
La manifestazione di
quest’anno è stata
impreziosita infatti
dalle collaborazione
del Corpo Forestale
della Stato e di
Vi.Energia che hanno partecipato con
punti informativi su
tematiche ambientali
e sulle energie
rinnovabili.
Da una manifestazione all’altra e con
lo stravecchio di
malga sempre protagonista, anzi in questo caso nel ruolo di
ospite d’onore. A
questo formaggio
sarà, infatti, dedicata una serata speciale in occasione dell’Antica Fiera del
Soco, in programma a
Grisignano dall’11 al 16 settembre prossimi. All’interno
di questo secolare appuntamento, autentico “pezzo di
storia” della tradizione
veneta (e vicentina in particolare), ci sarà un’area di
1500 metri quadri denominata “Expogustibus”, un vero e
proprio salone dei sapori e
dei prodotti tipici della nostra
regione. Un’area espositiva
da cui sarà difficile non farsi
attrarre, inebriati e guidati da profumi
inconfondibili. Grazie
alla Coldiretti, ad
esempio, saranno presenti
anche
gli
“Agriturismi di Qualità”, che proporranno
gustosissime serate a
tema, rigorosamente
legate alla promozione
dei prodotti del territorio vicentino, impiegati
nelle stesse aziende
agrituristiche. Proprio
in occasione del gran
finale della Fiera, mercoledì 16 settembre,
nel programma (a cui
manca solo l’ufficialità
al momento di andare
in stampa) è stata inserita una serata (a
partire dalle ore 19.30)
in cui lo stravecchio di
malga sarà sapientemente
abbinato a delle lasagne con
tartufi dei Colli Berici. Per
ulteriori informazioni:
www.fieradelsoco.it oppure
[email protected]
Gerardo Rigoni
3D Dolomiti e Asiago 7 comuni:visite virtuali sulla montagna veneta
Primo step della strategia promozionale
delle Dolomiti, dopo il riconoscimento
dell’Unesco, è il progetto 3D Dolomiti e
Asiago 7 Comuni, elaborato dal Consorzio Dolomiti e dal Bim Piave con l’utilizzo dei dati Arpav. Alla presentazione, che
ha avuto luogo lo scorso 5 agosto presso la sede della Provincia di Belluno, sono
intervenuti il vicepresidente Franco
Manzato, l’assessore regionale Oscar
De Bona, i presidenti del Consorzi Turistici Dolomiti Virginio Piccin, di Asiago
7 Comuni Domenico De Guio e di Verona Alessandra Albarelli, il presidente della Provincia Gianpaolo
Bottacin e il presidente della Camera di Commercio
Paolo Doglioni.
3D Dolomiti e Asiago 7 Comuni è un metodo di rappresentazione grafica tridimensionale del territorio,
che si basa su di un sistema misto locale-remoto via
web, garantendo qualità, originalità e certificazione
dei dati inseriti. Uno strumento interattivo che fonde
in un unico applicativo la tecnologia cartografica e il
database costruito negli anni. “Con il sistema 3D, disponibile
da subito al portale www.belledolomiti.it e a breve anche su
www.veneto.to e www.asiago7comuni.to, le montagne venete
sono davvero patrimonio di tutti - ha dichiarato Manzato - Si
può vedere il territorio sia nella globalità che nei minimi dettagli, dalle cime ai rifugi, dagli alberghi agli stadi, dai percorsi
cicloturistici alle fermate degli autobus. Per la sua carica
innovativa lo estenderemo a tutte le province del Veneto, lo
porteremo nelle fiere, lo faremo allegare alle riviste specia-
lizzate, veicolandolo nelle scuole,
allegandolo come videogame o
come gadget alle famiglie, naturalmente disponibile su gps”. Al
Consorzio Dolomiti il compito di
incentivare le collaborazioni con
il soccorso alpino, con gli enti locali e con le associazioni di categoria, ma anche con gli sportivi e
i visitatori che possono trovarvi
tutte le informazioni,
fino alla prenotazione on-line degli alberghi”. Secondo
quanto affermato
dall’assessore, la tutela dell’Unesco recentemente acquisita può regalare alle
Dolomiti (due terzi
delle quali si trovano
in Veneto) l’opportunità di incrementare gli arrivi almeno del 30%. Questo sembra essere, quindi, il momento migliore per investire sulla
montagna, sulle sue piccole imprese, sul territorio.
L’Assessore Manzato ha colto anche l’occasione per illustrare le strategie regionali che verranno intraprese per promuovere le aree riconosciute dall’Unesco e per dare respiro
alle piccole e medie imprese attraverso un “Fondo per le imprese alberghiere della montagna dolomitica” che ne innalzi
lo standard qualitativo. Si tratta in sostanza del Piano Qua-
dro per le Dolomiti, approvato dalla Giunta Regionale, che
muove lungo tre assi prioritari di intervento. L’Asse 1, in particolare, per cui sono stati stanziati 920mila euro, è volto a
promuovere il territorio soprattutto a fini commerciali. Tra le
iniziative previste figurano: l’installazione di una serie di nuove webcam collegate col sito www.veneto.to, il suddetto progetto del software 3D per la rappresentazione georeferenziata
del territorio, il sostegno alla candidatura di Cortina per i
mondiali di sci alpino del 2015 e di Asiago per quelli di sci
nordico del 2013, un sistema informativo sull’attività degli
impianti di risalita, la promozione della montagna veneta nei
mercati emergenti di Polonia e Ungheria e la partecipazione
alla fiera “Skipass” di Modena.
Domenico De Guio
Presidente Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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Cimiteri di guerra del Mosciagh
ASIAGO
“Vergogna!”, “Ci vorrebbe
più rispetto per questi soldati caduti per la Patria”,
“Qualcuno dovrebbe restaurare queste povere croci”, le frasi sono solo un
piccolo esempio di quelle
scritte sul registro dei visitatori presso i cimiteri del
Mosciagh. Considerazioni
critiche lasciate dai numerosi escursionisti che in
questa estate visitano i luoghi della Grande Guerra. In
effetti croci e palizzate perimetrali risultano in più
punti distrutte, panchine
divelte e rese inservibili,
grossi alberi e pesanti
ramaglie a coprire i sentieri di accesso alle zone sacre ove riposano le salme
dei soldati austro-ungarici.
“Cade in errore – afferma Maria Grazia Marchetti
“Distrutti dalla neve, non dall’incuria!”
- chiunque pensa che i
cimiteri militari posti sui
rilievi di Val Galmarara
siano abbandonati a se
stessi. Ogni anno il
“Gruppo Tutela e Ripristino del Patrimonio Storico”, un comitato composto da volontari che si
occupa ormai da tempo di
salvaguardare i resti della Grande Guerra, inter-
viene tanto su lapidi e
cippi quanto sulle parti
lignee dei cimiteri. In questo caso non si tratta di
atti vandalici causati da
ignoti, ma dalle abbondanti nevicate cadute nell’inverno scorso, metri di
neve su cui si è aggiunto
il peso delle piogge primaverili hanno provocato danni molto seri ai ma-
I cippi in ricordo dei caduti,
un gruppo di appassionati si
occupa della loro salvaguardia
Nella frazione Sasso di
Asiago c’è un piccolo museo dedicato alla Battaglia
dei Tre Monti, scontro sanguinoso della Grande Guerra che si svolse sui monti
che sovrastano il borgo
altopianese. All’interno del
museo, tra cimeli, medaglie,
e documenti esiste una collezione singolare, le foto di
oltre 400 lapidi e cippi disseminati sul territorio in quei
5 anni di conflitto dai oltre 600
mila soldati che stanziavano
sull’Altopiano. Cippi dedicati a caduti ed a battaglioni fatti
eseguire dai comandi ma anche lapidi e graffiti realizzati
da qualche soldato in momenti
di calma sul fronte quasi come
a dire “anche io ci sono”.
Cippi che il tempo e la natura
stanno lentamente cancellando o nascondendo agli occhi
di chi, durante un’escursione,
passa nelle loro vicinanze.
A raccogliere le foto di queste testimonianze particolari
della presenza degli eserciti
sull’Altopiano, e spesso a ripristinarli, ci pensa da anni un
gruppo di volontari che attraverso lo studio di documenti
dell’epoca, di libri scritti da soldati sulla Guerra e frugando
nella memoria storica dei più
anziani. Un gruppo formato
principalmente
dall’ex
guardiaboschi Guido Baù, da
Tino e Mariagrazia Marchetti,
da Mario Rossi e da Walter
Borgo e famiglia. Nei mesi invernali il gruppo si dedica alla
ricerca storica mentre nei
mesi estivi trascorrano buona
parte del loro tempo libero a
ripristinare le scritte sui monu-
menti o anche a ricostruirli
come erano in origine. Un lavoro che ha attirato l’attenzione anche di gruppi di oltre
confine come una delegazione slovena che nell’autunno
scorso si sono recati a
Campogallina per vedere le
iscrizioni lasciate da un battaglione sloveno inquadrato
nell’esercito austroungarico
ripristina dal gruppo. Ma
anche l’attenzione della
Croce Nera austriaca, la
Brigata Sassari e l’Associazione Nazionale Alpini.
“Oramai ci sono molti musei con cimeli risalenti alla
Grande Guerra con collezioni anche notevoli – spiega
Guido Baù, curatore del
museo – La raccolta di foto
dei cippi e lapidi è un modo
per umanizzare il conflitto
mettendo in risalto non solo
le azioni belliche ma soprattutto le persone che ne hanno preso parte.”
Gerardo Rigoni
nufatti. Per evitare le negative considerazioni di
chi d’estate frequenta
quei luoghi, abbiamo
pure spiegato con adeguate tabelle che il disastro in apparenza irriverente non è dovuto all’incuria di qualcuno, ma
agli avversi agenti atmosferici. Evidentemente c’è
qualcuno a cui sta a cuore la polemica ad ogni
costo. Si doveva vedere
come erano quei luoghi
tra aprile e maggio, con
metri di neve ancora ammassata e frammista a
rami di abete”. Qualcosa
per rimettere in sesto i cimiteri è stato fatto, ma visti
i danneggiamenti bisogna
intervenire in maniera radicale su molti manufatti,
cosa non facile dal momento che le vie di accesso alla
zona sono ancora impraticabili da automezzi. Le azioni di ripristino da parte di
Comunità Montana, Ufficio Patrimonio, Associazioni dei Fanti e Alpini
sono bloccate da un ulteriore ostacolo rappresentato dalla burocrazia. Risulta infatti che le opere
di restauro di una certa
entità devono ricevere il
nulla osta da Onorcaduti,
cioè il Commissariato Generale Onoranze Caduti in
Guerra che ha sede a
Roma. L’organo governativo dipendente dal Ministero della Difesa deve
valutare la tipologia degli
interventi e, nel caso dei
cimiteri austro-ungarici
del Mosciagh, sottoporla
all’esame della Croce
Nera Austriaca. Un iter
davvero complicato e tortuoso, che comunque spiega il ritardo che condiziona il restauro delle aree in
oggetto.
G. Dalle Fusine
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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ASIAGO
L’abbraccio di Asiago e della Regione
ai veneti sparsi in tutto il mondo
ASIAGO
La “Giornata dei Veneti nel
Mondo”, festa dedicata all’emigrazione veneta istituita dalla Regione nel 2008 e
svoltasi ad Asiago nell’ultimo
weekend di agosto, ha visto
la partecipazione di centinaia di persone. L’atmosfera è
stata la stessa di quando
l’emigrante tornava a casa e
veniva accolto da tutta la famiglia: a rendere omaggio ai
tantissimi veneti che hanno
oltrepassato i confini regionali erano presenti centinaia
di associazioni di emigranti
veneti, tutte le Province, molti
rappresentati regionali, decine di Comuni e soprattutto
loro, gli emigranti, molti dei
quali rimpatriati dopo anni di
duro lavoro, ma anche quelli
arrivati da vicino e da lontano per esserci, per dichiarare ci siamo e non abbiamo
dimenticato la nostra terra.
Brasile, Francia, Canada,
Svizzera e Australia, quest’ultima rappresentata anche dal
distaccamento australiano a
Melbourne della Comunità
Montana Spettabile Reggenza con il proprio presidente
Luciano Benetti, hanno ri-
Sono arrivati a centinaia nell’ultimo weekend di agosto. L’annuncio dell’assessore
regionale ai flussi migratori Oscar De Bona: “Dal prossimo anno scolastico partirà un
progetto sperimentale di insegnamento della storia dell’emigrazione nelle scuole”.
Una festa dedicata ai migranti veneti che fin dalla metà dell’800 sono andati nel mondo per fame, per povertà, per cercare una vita migliore, spinti dalla
convinzione che con le proprie capacità e la determinazione avrebbero potuto garantire un futuro migliore ai propri figli. A migliaia hanno varcato i confini
nazionali, a migliaia hanno contribuito non solo al progresso della loro nazione d’adozione, ma anche dell’Italia con i soldi che spedivano a casa, le così dette
rimesse. Emigranti che hanno spesso sofferto diffidenza e pregiudizi, lavorato in condizioni disumani, combattuto per la propria dignità e tutto ciò con nel
cuore ancora la terra d’origine, negli occhi gli ultimi immagini di casa. Ogni emigrante, o i suoi discendenti, si è presentato con la sua storia; una storia fatta
di gioie e di dolori, di sofferenza e di duro lavoro. Storie di molti anche di quelli rimasti a “casa” ma amplificate dalla lontananza, dall’essere straniero, dalla
mancanza dei profumi, suoni, colori, tradizioni che li hanno plasmati a fatti diventare come erano.
sposto “Presente!”
alla chiamata dell’assessore ai flussi
Migratori Oscar De
Bona e delle associazioni Veneti nel
Mondo e Vicentini
nel Mondo. “Presenti” hanno risposto emigranti arrivati
dal Belgio, dalla Germania, dalla Gran
Bretagna scesi con
le loro famiglie nella
terra dei loro padri,
alcuni per la prima
volta.
Dai calcoli nazionali, il
Veneto è la terza regione per
emigrazione interna e la prima per emigranti all’estero.
Attualmente ci sono oltre 3,5
milioni di persone nel mondo
di origine veneta, 5 milioni
con parametri più ampi: un
Veneto tuttora legato alle pro-
prie origini.
“Per oltre un secolo questi
nostri fratelli sono stati dimenticati, oggi invece possiamo essere orgogliosi di aver
riparato a questo errore – ha
detto De Bona – Così come
possiamo essere orgogliosi
che dal prossimo anno sco-
lastico partirà un progetto
sperimentale di insegnamento della storia dell’emigrazione nelle scuole non solo per
tenere vivo il ricordo di questi fratelli lontani ma anche
per riappropriarsi di quei valori radicati nelle famiglie
venete ancora forte negli
emigranti e purtroppo
annacquati nei veneti
rimasti”.
“Una grande giornata che auspico segni
l’inizio di una nuova
fase nei rapporti tra la
madrepatria veneta e
i Veneti ovunque siano nel mondo - commenta
Roberto
C i a m b e t t i ,
capogruppo della
Lega Nord in Consiglio regionale e primo
firmatario della legge
che ha istituita la Giornata del Migrante Veneto Oggi i Veneti si ritrovano e
questo incontro deve servire
per guardare assieme al domani, per essere insieme protagonisti di un futuro migliore
per tutti”.
Quando il vicepresidente della Comunità Montana Lucio
Spagnolo ha saputo dell’istituzione della giornata
celebrativa e che questa festa sarebbe stata itinerante
ha subito preso in mano carta e penna e ha avanzato la
candidatura di Asiago e
dell’Altopiano quale luogo
dove festeggiare i nostri fratelli.
Tra i momenti salienti della
giornata la Santa Messa celebrata al Sacrario dove si
sono ricordati quelli che non
ci sono più, quelli le cui spoglie sono sepolte in terra straniera, ma che “popolano le
nostre terre con il loro spirito”. Persone che servono da
modello a noi veneti oggi
“che insiem riusciremmo far
rinascere questa nostra meravigliosa terra,” ha detto
l’assessore De Bona.
Gerardo Rigoni
Viaggio a Berlino per i giovani
Nella ricorrenza del ventesimo anniversario dalla caduta del Muro di Berlino,
l’Amministrazione Comunale di Asiago,
nell’ambito del progetto denominato “I giovani incontrano l’Europa”, ha organizzato un viaggio culturale aperto ai giovani
che si svolgerà dal 12 al 16 dicembre
2009. Dalla caduta del muro la situazione planetaria si è radicalmente modificata, quindi, l’obiettivo del viaggio culturale,
non é solo quello di commemorare un
periodo storico ma anche quello di stimolare i nostri giovani affinché sappiano leggere il presente e, per quanto possibile,
comprendere il valore delle relazioni poli-
tiche che hanno garantito la democrazia in Europa dall’epoca in cui avvenne la dissoluzione
dei più imponenti regimi comunisti.
Il programma e le finalità del progetto verranno
illustrati nel corso della riunione aperta al pubblico che si terrà venerdì 11 settembre 2009, alle
ore 18,30, presso la Sala Consiliare del Municipio di Asiago. Le iscrizioni dovranno avvenire
entro e non oltre il 15 ottobre 2009 compilando
l’apposito modulo di iscrizione che potrà essere
ritirato presso l’Ufficio del Turismo del Comune
di Asiago oppure scaricato su internet al sito
www.asiago.to alla voce “Asiago ai giovani”.
Info: Ufficio del Turismo del Comune di Asiago,
tel. 0424/464081 – [email protected].
Alloggio comunale a Padova, riaperto il bando.
Riaperto il bando per l’assegnazione dei posti letto per l’anno accademico 2009/2010
presso l’alloggio comunale sito a Padova e riservato a studenti universitari di Asiago
ovvero dei 7 Comuni. I posti letto sono in tutto quattro a disposizione con un importo
mensile a carico di ciascun assegnatario di 85,80 euro. La domanda deve essere redatta
su apposito modulo ritirabile presso l’0Ufficio Pubblica Istruzione, Piazzetta Alpini n. 38.
La scadenza del termine di presentazione è di venerdì 18 settembre entro le ore 12.
GALLIO
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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A Melaghetto un monumento
alla memoria del capitano Niccolai
Capitano Eugenio
Niccolai 1895-1918
È fissata per domenica 13
settembre l’inaugurazione
del monumento dedicato
alla memoria del capitano
Eugenio Niccolai, ufficiale
della gloriosa Brigata
“Sassari”, caduto il 31 gennaio 1918 e decorato con
Medaglia d’Oro al Valor
Militare.
Un’opera
commemorativa sarà scoperta nel corso della cerimonia in località Case
Melaghetto, zona interessata all’epoca del conflitto
da aspri combattimenti tra
italiani e austro-ungarici,
L’opera scultorea è rimasta esposta per settimane presso il Comune maceratese di Corridonia.
Domenica 13 settembre verrà scoperta al cospetto di numerose autorità e associazioni
oggi ricordati come “la battaglia dei Tre Monti”. Il monumento
ha
forma
piramidale per ricordare
quella che il padre dell’eroe,
Ermete, fece erigere al cimitero comunale di
Fontanelle di Conco dove
Eugenio venne sepolto il 2
febbraio 1918, andata poi
distrutta
per
la
ristrutturazione del cimitero.
È restata solo la stella in
marmo contenente la
fotoceramica oggi conservata al Museo 1915/18 “Roberto Sarfatti” di Sasso. Il
monumento ha una base di
m 2,30 per una uguale altezza. Sulle facciate sono
incastonate quattro lapidi in
marmo che, oltre alle generalità del soldato e la motivazione del conferimento
della Medaglia d’Oro, illustrano le azioni tattiche degli eventi bellici di quei giorni. Il manufatto è stato realizzato con marmi locali
bianchi e rossi per richiamare gli stessi colori delle
mostrine che distinguono la
Brigata “Sassari”. Sono
previste delegazioni dei Set-
Le manifestazioni d’agosto a Foza
Bilancio positivo per le manifestazioni del mese di agosto a Foza che hanno soddisfatto sia turisti che paesani. Particolare come sempre
il raduno dei mezzi agricoli e
forestali svoltosi il 2 agosto
organizzato da un gruppo di
giovani volenterosi: Alessio
Lazzari, Federico Cappellari,
Luciano Lunardi, Marco
Stona e i fratelli Erik, Jimmy
e Igor Omizzolo. Più di novanta mezzi, per lo più trattori, hanno sfilato per le vie
del centro: da quelli d’epoca
a quelli di recente immatricolazione provenienti da tutto l’Altopiano e da varie
zone della pianura, oltre a
quelli di Foza naturalmente.
Si è potuto così vedere lo sviluppo della meccanizzazione
in campo agricolo e forestale:
dai primi mezzi che hanno via
via sostituito il lavoro dell’uomo a quelli sempre più efficienti. Dopo il raduno in piazza, dove hanno ricevuto la benedizione del parroco don
Valentino Miotto, i mezzi si
sono spostati a Valcapra,
quindi a Sasso Rosso, poi a
Carpanedi, Lazzaretti e, attraversando ancora il centro,
sono saliti a San Francesco.
Al ritorno in piazza gli organizzatori hanno offerto una
bicchierata, mentre la Pro
loco ha organizzato il pranzo.
Un grazie agli organizzatori
ed un arrivederci al prossimo
anno.
Anche le serate tenutesi nella chiesa parrocchiale hanno
visto una partecipazione nu-
merosa, in particolare quando sono state presentate le
foto scattate da don Valentino
e quella con il Coro Asiago
del quale fa parte il compaesano Carlo Cappellari. Quest’anno le manifestazioni
musicali con pranzi e cene,
realizzate bene grazie all’impegno della Pro Loco, del
Gruppo Alpini e di molti altri
volenterosi che vogliono dare
una buona immagine del paese di Foza, si sono tutte svolte in palestra anziché nel capannone.. Il 15 agosto, festa
dell’Assunta, patrona del paese, è stato come ogni anno
un giorno solenne sia con le
cerimonie religiose, con la tradizionale fiaccolata a San
francesco e le sante messe,
sia con i festeggiamenti popolari svoltisi nel pomeriggio
in piazza. Belli i giochi per
bambini con i passatempi di
una volta mentre venivano
presentate le canzoni di un
tempo e un gruppo di figuranti svolgevano vecchie arti
e mestieri, come la filatura
della lana e la lavorazione
della paglia. Il gruppo
folkloristico Grutzigar di
Roana ha chiuso la giornata
con i simpatici balli cimbri dai
ritmi allegri e festosi. Alla fine
tutti in palestra per la cena e
poi lo spettacolo di fuochi
d’artificio. Paola Cappelari
te Comuni dell’Altopiano,
della Regione Veneto, Della
Regione Marche, Sardegna, della provincia di
Vicenza, Macerata, del Comune di Corridonia,
Armungia, dell’Associazione Filippo Corridoni. Presenti inoltre una delegazione di Sindaci del Comitato
dei Comuni della Sardegna
che, da qualche anno, ha
avviato un progetto di
recupero dei siti storici della Brigata “Sassari” sull’Altipiano dei “Sette Comuni”. Il programma della
manifestazione posta in essere dal Comune di Gallio
e con la collaborazione del
Comune di Corridonia (Macerata) di cui il caduto era
nativo, prevede il raduno
dei convenuti alle 8,30.
Presso il piazzale Valbella
i partecipanti saranno trasportati con pulmini e jeep
a “Case Melaghetto”. Ore
10.00 inizio cerimonia con
alzabandiera, Picchetto
d’Onore, esecuzione dell’Inno Nazionale, saluto
delle autorità. Ore 10.30
scoprimento del monumento, Santa Messa e benedizione dell’opera. Saranno
eseguiti canti e salmi per
Con la forma piramidale a quattro facce, i progettisti hanno
ritenuto opportuno richiamare l’antico monumento del cimitero
di Fontanelle di Conco, alto circa quattro metri ed a faccia unica,
in quanto addossato al muro di cinta. Per rispetto dei vincoli
paesaggistici esistenti nella zona, le dimensioni dell’opera sono state
proporzionalmente ridotte, mantenendo però fedelmente l’aspetto
estetico del monumento originale: facciate con pietra locale; lapidi
in marmo, stella con fotoceramica al centro ed elemento sommitale
in marmo culminante con una croce in acciaio corten. I due colori,
bianco per le basi e rosso per la piramide,sono a rappresentare i
colori delle mostrine della gloriosa Brigata “Sassari”, alla quale
il Capitano Niccolai apparteneva.
commemorare le vittime di
tutte le guerre. Ore 11.30 deposizione di corone di fiori
delle delegazioni presenti.
Ore 12.30 visita al Sacrario
Militare di Asiago, omaggio
alla tomba del Milite Ignoto
con deposizione di una corona d’alloro. Ore 13.30 pranzo. Ore 15.00 visita alla tomba di Mario Rigoni Stern.
G.D.F.
Si riabbracciano dopo 47 anni
A Gallio nei giorni scorsi si è
verificato un incontro eccezionale. Due amici che non
si vedevano dal lontano 1962,
cioè da 47 anni, hanno potuto riabbracciarsi. In tutto
questo tempo si sono scambiati solo qualche cartolina,
salvo riprendere ultimamente contatto via telefono per
accordarsi su giorno e luogo
del tanto atteso incontro.
Sergio Sansoni, nato a Gallio,
poi trasferitosi con la famiglia,
causa lavoro, in provincia di
Varese, e Giorgio Giochin di
Megliadino San Vitale (Padova) si sono conosciuti a
Palmanova, in Provincia di
Udine, durante il servizio militare. Nonostante non si siano più visti per quasi 50 anni,
la loro amicizia è rimasta intatta e nell’incontrarsi hanno
rispolverato i vecchi ricordi e
guardato, non senza qualche
lacrimuccia, molte foto scattate insieme. Uno con i capelli bianchi, l’altro “in piazza”,
ma carichi di tanto entusiasmo
si sono ripromessi di non lasciare passare troppo tempo prima
di incontrarsi di nuovo. Un pensiero e un saluto è rivolto a tutti
gli altri commilitoni. Se qualcuno
di loro dovesse leggere queste
righe può contattare i due amici
Sergio (340.8532264) e Giorgio (338.1814352).
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l’Altopiano
Sabato 5 settembre 2009
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Le iniziative legate alle fonti rinnovabili, all’ecologia e all’ambiente nel comune di Roana
Un impianto fotovoltaico in località Cattedra
Della potenza di 1 MegaWatt, potrebbe fornire energia a tutti gli uffici ed enti comunali e coprire
il fabbisogno necessario per l’illuminazione stradale. Si pensa anche a due nuovi impianti a biomassa
per le frazioni di Treschè Conca e Cesuna e per Roana e Mezzaselva.
Di Claudio Savelli
Da sempre propositiva in attività di salvaguardia ambientale, l’Amministrazione comunale di Roana sta diventando sempre più riferimento culturale per quel che riguarda le politiche legate alla
tutela dell’ambiente e allo
sviluppo di impianti di produzione energetica basati sul
rinnovabile. Per la sua collocazione territoriale Roana è
il terzo comune italiano per
estensione di demanio
forestale, con tutta una serie
di problematiche annesse e
connesse. Avere un così
grande patrimonio da gestire
e custodire implica avere una
grande sensibilità per le
tematiche legate alla tutela
del patrimonio boschivo e
della fauna e soprattutto una
forte volontà politica anche
in seno alla Giunta Comunale nel rappresentare questa
corrente culturale e politica
con un assessorato specifico, la cui rappresentante,
Dottoressa Marisa Zotti, ricopre una carica unica
sull’altopiano e sicuramente
rara in Italia: l’assessorato
alle fonti rinnovabili, ecologia
e ambiente. Se questa non è
volontà politica dal parte del
Sindaco e della Giunta Comunale di perseguire una
politica ambientalista! C’è da
dire che, purtroppo, questo
tipo di mentalità coraggiosa
e lungimirante latita un pò
sull’Altopiano. Basti pensa-
L’impianto a biomasse di Canove
re alla riluttanza del Comune
di Gallio nell’approfondire la
possibilità di alimentare la
nuova seggiovia della
Longara con un impianto a
fuel cell ad idrogeno o l’opportunità che potrebbe avere il Comune di Asiago nel
problema/patrimonio “pino
mugo” presente in maniere
eccessiva sul suo territorio
demaniale, con tutta una serie di problematiche ambientali e legate all’ecosistema,
costruendo un suo impianto
a biomassa. Roana, quindi,
con grande intelligenza ha
interpretato questo grande
patrimonio naturale come
una risorsa economica importante, affrontando il problema della pulizia del bosco
(importante anche in chiave
turistica) per utilizzare lo
scarto di legname per aumentare la resa produttiva
della centrale a biomassa che
alimenta di calore la piscina
e in prospettiva di altri due
nuovi impianti sempre a
biomassa bifrazionali per la
frazioni di Tresche Conca e
Cesuna e per Roana e
Mezzaselva. Insomma… raccogliere la legna, pulire il bosco,
sistemarlo e allo stesso tempo usare il cippato per creare energia. La strada per raggiungere la migliore resa possibile è ancora tortuosa e
complicata, come dice lo
stesso assessore Marisa Zotti
:” L’impianto a biomassa di
Canove viene alimentato
con “cippato” che viene
prodotto da terzisti esterni,
anche se la volontà politica dell’Amministrazione
Comunale è quella di utilizzare la legna dei nostri
boschi per creare l’energia
elettrica per scaldare le
nostre case. Per ottenere
questo risultato è importante sviluppare un articolato
progetto che si occupi di
reperire la materia prima in
casa nostra in maniera
programmata e affidabile,
cioè pulendo i boschi con
regolarità, facendo una
profonda manutenzione
ambientale del nostro patrimonio forestale. . Obiet-
Un particolare
dell’impianto
tivo fondamentale per questo impianto è anche quello di aumentarne la resa e
di potenziare la distribuzione. Il calore prodotto è
più che sufficiente per scaldare l’acqua della piscina,
quindi intendiamo allacciare a breve anche il museo della guerra e il comune, lasciando anche ai privati dell’area limitrofa
l’opportunità di avvalersi di questa fonte di riscaldamento, stipulando
contratti specifici”.
Tuttavia l’intenzione di questa amministrazione non si
ferma alla manutenzione
ambientale dei boschi e alla
produzione di energia attraverso la biomassa, ma esi-
ste la fortissima volontà
politica di costruire un primo Impianto solare
fotovoltaico da realizzare in
località “La cattedra” a
Canove della potenza di 1
MegaWatt. Questo impianto potrebbe fornire energia
a tutti gli uffici ed enti comunali e coprire il
fabbisogno necessario per
l’illuminazione stradale.
Benchè sia già stata localizzata l’area e impostato il
progetto, il Comune si sta
battendo per affrontare il
complicatissimo iter burocratico per poter ottenere
il via libera e i finanziamenti
per la realizzazione. Una
volta localizzata l’area bisogna preparare una VIA
(Valutazione Impatto Ambientale), inviarlo in Regione Veneto che deve ratificarlo. Con questa autorizzazione regionale si può
quindi contattare società
che producono i pannelli
fotovoltaici, ma che possano finanziare la costruzione (che siano “bancabili”),
ottenere i fondi dalle banche, procedere alla costruzione dell’impianto ed allacciarlo alla rete Enel, il
tutto rimanendo nei tempi
del Conto Energia. L’impresa è ardua, ma sicuramente l’Amministrazione Comunale di Roana non sembra intimorita e esprime una
chiara volontà politica di riuscire in questo progetto,:”
è prioritario per questa
Amministrazione raggiungere l’obiettivo di realizzare questo grande
impianto fotovoltaico;
vogliamo lasciare un segno tangibile per le generazioni future e indicare
una direzione culturale da
seguire”, come conclude
l’assessore Zotti. Sicuramente Roana sta dando un
forte segnale a tutta la comunità altopianese. L’ambiente, la sua salvaguardia
e lo sviluppo di progetti di
marketing ambientali rappresentano il futuro. E’ inutile nascondersi dietro un
dito, dietro a presunte difficoltà tecniche o burocratiche, dietro a non ben chiare volontà politiche. L’ambiente va protetto e salvaguardato. Ora! La patata
bollente non va lasciata alle
amministrazioni che verranno…
Mestieri in Strada a Roana
Domenica 23 agosto, in Piazza Santa Giustina di Roana,
si è svolta la settima edizione di “Mestieri in Strada”
organizzata dal Mandamento
di Asiago dell’Associazione
Artigiani della Provincia di
Vicenza, ricompresa nella
tradizionale Festa del Formaggio, denominata “Keese
Fest 2009”, organizzata dalla Pro Loco di Roana.
Per l’intera ed assolata giornata, hanno esposto i propri
prodotti ventidue imprese.
Nella magica atmosfera cre-
atasi all’interno della Piazza,
la fantasia ci ha portato con
facilità ai vecchi borghi, dove
nelle botteghe artigiane, con
estro creativo e capacità di
realizzazione, con i materiali più semplici quali il legno,
il ferro, il vetro e la pietra,
gli artigiani davano forma e
vita ai materiali.
Così, anche a Roana, per
tutta la giornata, artigiani
locali e provenienti dalla
provincia, hanno saputo intrattenere gli attenti ed interessati visitatori, durante
la creazione dei loro prodotti.
I molteplici visitatori hanno
così potuto apprezzare il
valore delle lavorazioni artistiche e tradizionali, eseguite sul posto da abili maestri artigiani e riscoprire
antiche lavorazioni quali,
l’intarsio del legno, le composizioni floreali essiccate,
le sedie impagliate, le composizioni di ferro ed i tradizionali fischietti in terra cotta “cuchi”.
Ivan Rigoni
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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I 40 anni del famoso festival celebrati a Treschè Conca. Una festa tutta dedicata ai giovani con tanto divertimento
Da Woodstock 1969 a... Pierostock 2009
ROANA
L’idea era nata quasi per
scherzo a luglio, davanti al
bancone della Locanda Stella d’Italia di Treschè Conca:
celebrare i 40 anni del
festival di Woodstock con
una festa di fine estate totalmente autonoma tra le varie
compagnie che ormai da anni
frequentano abitualmente il
bar. Eppure, la sera del 28
agosto, nonostante i brevi
tempi di organizzazione, la prima edizione del “Pierostock”
ha riscosso un successo non
indifferente:
complice
Facebook, su cui era già nato
un fans club del bar, l’evento
ha richiamato non solo le compagnie locali, ma anche parecchi visitatori di passaggio e giovani della pianura, ripristinando adirittura l’antico
gemellaggio Treschè-Cogollo.
Ma torniamo un passo indietro: da anni, infatti , la locanda
è diventata il punto d’incontro
di tutte le compagnie di
Treschè Conca, tanto da essere più familiarmente
rinominata “Piero’s bar”, in
onore del titolare Pietro
Spiller. E così, dopo qualche
battuta scambiata tra un aperitivo e l’altro, ad agosto ha
cominciato ad evolversi concretamente il progetto di
quello che è diventato poi il
“Pierostock 2009”: panini,
birra, karaoke e animazione
sia all’interno che all’esterno, in zona chiesa. Il tutto
organizzato e diretto da uno
staff d’eccezione, non tanto
per l’esperienza professionale, quanto per l’entusiasmo e
l’interesse volto unicamente
al divertimento dei presenti.
Il bar ha iniziato a popolarsi
con i primi partecipanti già nel
pomeriggio del venerdì; dalle 19, aperitivi e in seguito
cena a base di panini con la
salsiccia per i fedelissimi del
locale. Ma il meglio è arrivato dopo le 21: l’interno del
bar era stato infatti liberato
e adibito a pista da ballo, con
un angolo riservato alla console di cui si sono occupati
per tutta la serata dj Macho
e i soci Mattia e Manuel, che
hanno proposto successi per
tutti i gusti; inoltre, grazie all’impianto offerto dall’amico
Mec, la musica non mancava neanche all’esterno, dove
il resto degli organizzatori
provvedeva a servire birre,
panini e gadget. Tutto lo staff,
formato dalla compagnia
“storica” del bar, era riconoscibile grazie alla maglietta
con il logo del locale, le cui
repliche sono ancora disponibili su prenotazione al bar “da
Piero”. “Tutti noi siamo stati più
che soddisfatti del successo
riscontrato”, afferma una delle organizzatrici, Lara Panozzo.
“Un elogio va fatto di sicuro
agli chef Balu e Leo, che non
si sono mai fermati un attimo
dalle 18 alle 2 del mattino, e
al nostro amico Denis che ha
offerto le magliette per lo
staff...ma soprattutto, è doveroso ringraziare per la disponibilità il caro Piero e la
“zia” Rita, proprietari del bar,
che hanno creduto nella no-
Il 16 settembre Salsasiago presenta
i nuovi corsi di balli caraibici
Mercoledì 16 settembre,
presso le scuole elementari di Asiago alle ore 21
verranno presentati i corsi di balli caraibici della
scuola “Salsasiago” di
Emanuela Minchio, la cui
esperienza,iniziata quasi
per caso, nel tempo si è
rivelata avere un ruolo
portante nella sua vita,
concretizzando l’intento
di contribuire allo sviluppo di questo mondo che
emerge, vive e pulsa nel
cuore di tanti appassionati. Quello che propone
Emanuela è un diverso
stile di salsa, basata sulla cooperazione piuttosto
che sulla competizione, sull’affermazione delle proprie potenzialità anziché
sul dubbio del proprio valore personale. “Ballate
con il cuore” ama ripetere
“e ricordatevi che nella
danza non c’è spazio per
l’arroganza, ma solamente per la fantasia e l’amore per essa”. In pratica
tutti possiamo imparare a
ballare, e disciplina, determinazione, onestà e umiltà possono far crescere il
talento che ognuno di noi
porta dentro di sé. Parlando dei suoi corsi e dei suoi
allievi, Emanuela dice “Le
ore piacevoli trascorse insieme ritmate dalla salsa,
questa musica di intrinseca bellezza e contagiosa
allegria, hanno contributo a rilassare ed aprire i
nostri cuori alla gioia contrastando lo stress e le preoccupazioni che spesso
accompagnano le nostre
vite quotidiane”. Volete
lanciarvi, e imparare a
ballare, divertirvi e conoscere gente nuova? La
sera di presentazione dei
prossimi corsi è prevista
una prova gratuita e non
impegnativa. E se volete
assistere a una bella esibizione di balli caraibici, non
perdete l’esibizione del
gruppo spettacolo di
Salsasiago, che la sera del
5 settembre sarà a Rubbio
per la tradizionale Sagra
del Sedano.
S.B.
stra proposta senza esitazione!” La festa, a entrata libera e aperta a partecipanti di
ogni età e provenienza, si è conclusa verso le due del mattino,
nonostante già a mezzanotte
l’impianto esterno fosse stato
staccato per non disturbare i
residenti. Tuttavia i più temerari sono rimasti a
chiacchierare davanti al bar, dopo la
chiusura, lasciando
la sede della festa
solo intorno alle 4.
Nel corso della serata, inoltre, grazie a
un maxischermo
posto all’esterno del
bar, c’è stata anche
la partecipazione in
diretta Skype di due
membri della compagnia in
vacanza a Marsa Alam, naturalmente in “divisa” con la tshirt
firmata
Pierostock...dicono che quelli
del call center egiziano abbiano voluto sapere nei dettagli
dove si trovasse Treschè Conca! Tutte le foto della serata
sono disponibili sul gruppo
Facebook “W Piero’s Bar”;
visto il successo della prima
edizione, già si è parlato della seconda e di una winter
session...che dire? Vi aspettiamo numerosi al Pierostock
2010!
Giulia Panozzo
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
Mi tormenta e m'incuriosisce il popolo giovane: quello della notte con i suoi schiamazzi, dei muretti con i loro aperitivi, quello dei graffiti lasciati in calce a monumenti
antichi o religiosi. Mi tormenta perchè la loro voce tante volte mi suona straniera: la
loro spensieratezza tutto copre, tutto scompone, tutto confonde. A viandanti di passaggio rimarrà sempre una melodia assordante senza armonia. M'affascina perchè
dietro quei volti creativi abita la gioia, la timidezza, lo stupore e la magia di un'età
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che nella complicazione cela una bellezza mozzafiato. Questa riflessione è nata contemplandoli mentre se ne stavano seduti sui gradini di una chiesa di città: con il
sogno di trovare qualcuno che provi gioia nel testimoniare loro il volto e la storia di
un Dio che ride e gioca con i figli dell'Uomo. Che l'innalza e non li mortifica. Un Dio
che da quei primi mattini ebraici di Nazareth ha messo ne cuore della storia note,
spartiti e strumenti per fare di esistenze giovani la colonna sonora dell'Eternità.
Quei giovani seduti sui gradini del sagrato di una chiesa
Tutto è partito da qui: benvenuti nei gradini del
sagrato. Faccio forza alla porta e, impacciato,
m’inabisso dentro il tempio. Il vuoto della navata
fa echeggiare una voce silente e solenne: «In nomine Patris et Filii et Spiritui Sancti». Chi l’attacca veste mantelli di porpora, reca l’anello d’oro
al dito, un zucchetto acustodia della testa e un
lungo pastorale come evocazione di greggi e
armenti da condurre. L’incenso ne rabbuia un
po’ il viso, il gregoriano ne altera i lineamenti, il
segretario composito ne programma gli
spostamenti. Sui banchi – nettati per l’occasione
– tredici anziane signore (tre di loro tutte prese
nel recitare giaculatorie inginocchiate), sette uomini tra loro confabulanti e una dozzina di giovani ministranti prenotati e addestrati per l’occasione. Sul sagrato
del Tempio, un uomo maestoso, pasciuto e impeccabile negli
abiti attende la fuoriuscita del porporato. Salvaguardando un
Mercedes 4.0 siglato SCV. Era barocca la chiesa di Praga che
visitò Camus. Ma il Dio era lo stesso? «Il Dio che lì si adorava
era quello che si teme e si onora, non quello che ride con
l’uomo davanti ai caldi giochi del mare e del sole. Da quel Dio
l’uomo s’allontana» (A. Camus, La morte felice). Abdico la
postazione per una leggera nausea alle narici - causata da un
incenso dall’aroma troppo odoroso – e bivacco sui gradini
della chiesa. Giovinezza tra centinaia di giovinezze. Contrariamente alla situazione delle navate, arrabattare un posto è impresa titanica. Oltre che audace e provocatoria: tengo una croce appesa alla felpa della Kappa. Segno di un sacerdozio cercato. E creativo. In fronte a me l’obelisco Flaminio di Piazza
del Popolo, 24 metri d’altezza, proveniente da Eliopoli dove
sorgeva davanti al Tempio del Sole. Dietro di me le note lenti,
solenni e forti del canto gregoriano che la chiesa fatica a trattenere. Tutt’intorno voci giovani. Volti giovani. Discorsi giovani. Ammassato tra loro, mi lascio accompagnare e travolgere da torrenti di parole. Una telefonata m’incuriosisce: «Si, io
sto qui, tu dove sei? (…) Ah, e dopo dove vai? Si, forse vengo
anch’io, ma tu ci sei? Si, domani io sto qua, tu vai via o stai
qua? (…) Se vado via chiama che ti raggiungo. Se no ti chiamo io per dirti che non vengo e che è inutile che mi chiami.
Beh, magari ti telefono se decido che torno, se no se decidi
che torni chiami tu». Che significa? Li guardo: scarpe slacciate, mutandomi in bella evidenza, jeans a vita bassa. I gradini
come riproduzioni fedeli delle stanze della Nasa: Ipod della Apple
ultima generazione, digitali Canon da 8.0 pixel, l’Iphone 3G.
Per i meno avveniristici gli eterni Nokia: dal Nokia 3310 robusto, economico e con soli tre giochi incorporati al Nokia E63:
il mondo a 16 milioni di colori da tenere in mano. Sono gli
«iperconnessi tecnoager». Tra sms, mms, emoticon e istantanee accoppiati, l’aria pesante fa presupporre che qualcuno arrabatti hashish e marijuana. Gli spinelli s’offrono a basso prezzo. Un po’ come le merci all’outlet. Inseparabili dalle bottiglie:
Campari, Martini, Tequila. Declinano i cocktails come un tempo si faceva con i precetti capitali, i vizi e le virtù della
dogmatica cattolica. O con le tabelline dell’elementare aritmetica: Balalaica e Bambolo, Barracuda e Black and White, Old
Havana, Golden Drink e Margarita. Pussyfoot, Tequila Sunrise
e Vodka Martini. Qualcuno è triste: giunge voce che a tre metri
sopra il cielo siano in troppi. Già si prospetta di abitare a quattro metri sopra il cielo. Chissà se rimarrà qualcuno a custodire
la terra (Gen 1,28-30). Al di là delle Alpi consegnano i quotidiani porta a porta e si svegliano all'alba per un giro di volantinaggio.
Fanno i babysitter per i vicini di casa, i commessi al supermercato. Navigano in rete per cercare lavoro. O chiamano un callcenter specializzato. Dalle Alpi in giù esiste la paghetta. Da
dietro la colonna lo stereo amplifica e allarga i suoni. Lo speaker
legge la formazione proclamando metà del nome e aspettando
la risposta dei fedeli. «Simoneeee…». E tanti in coro:
«Perrottaaaa!!!» Per i nostri fratelli che vivono nella pace eterna…» E le vecchiette: «Ascoltaci o Signoreee!!!» Nasci in
Egitto: sei musulmano o, in casi limite, cristiano copto. Nasci
a Bergamo: sei dell’Atalanta oppure, per eresia di comodo o
eredità paterna, del Milan. L’affiliazione sportiva ha una
connotazione fondamentalista: non ammette la conversione.
Solo il proselitismo. Si può smettere di praticare il tifo, diventare agnostici, passare la domenica al cinema. Ma non è lecito
cambiare curva. Se i gradini sono occupati, si cambia habitat.
Si migra volentieri. Forse in cerca delle anime, molto più lente
dei piedi frettolosi: la banda, il muretto, la squadra, la compagnia, il gruppo musicale, la piazzetta, le vasche del corso, la
spiaggia, i concerti, il pub, la discoteca, la notte, l’automobile;
gli spazi virtuali, la musica, il fumetto e Internet. Le Giornate
Mondiali della Gioventù. «Ite missa est»: e l’organo esplode in
tonalità roboanti. Che si sovrappongono al dialogo-monologo
negli Ipod con i Pink Floyd, gli Evi Metal e Madonna. O, fedeli
alle italiche radici, Ramazzotti, Vasco Rossi e Carmen Consoli.
Ma se c’è aria di sommossa, meglio Capareza. Qualche istante
e il porporato esce. S’apre lo sportello dell’auto nera. Entra
silenzioso, colorato e mesto varcando ignaro quel mare di giovinezza che, inversamente al mare del Mosè profeta-pastorecondottiero, stenta ad aprirsi per facilitarne l’accesso. Nonostante losfarfallare della violacea talare. In chiesa s’è proferito
di Dio. Sui gradini s’è parlato dell’uomo. Vite separate sotto lo
stesso Cielo?
The show must go on. Dal basso s'annusano meglio i sapori e
gli odori della strada. Dall'alto o dal basso: c'è sempre una
prospettiva dalla qualespiccare il volo. Molti han già messo
mano dall'alto, forse confondendosi un po' le idee con troppa
astrazione. Noi abbiamo scelto il basso: la piazza, le strade, i
muretti. Il vociare confuso della gente. Abbiamo sciolto le vele
da questo porto, una zona della società che necessita d'essere
scrutata da chi s'annovera tra la schiera degli educatori. Scrutata dopo averla abitata. Convinti che il deserto non è fatto solo
di sabbia. Ce lo insegna Antoine de Sain Exupery nel suo libro
Terra degli uomini: «All’inizio sembra fatto di nient’altro che
vuoto e silenzio; ma solo perché non si dà ad amanti
di un giorno. Persino un semplice villaggio del nostro paese è ritroso. Se per esso non rinunciamo al
resto del mondo, se non entriamo a far parte delle
sue tradizioni, delle sue usanze, delle sue rivalità,
nulla sapremo della patria ch’esso costituisce per
alcuni. Meglio ancora, l’uomo che, a due passi da
noi, si è murato nel suo chiostro e vive in base a
norme a noi ignote, quell’uomo emerge veramente
in solitudini tibetane, in una lontananza in cui nessun aereo mai ci deporrà. Inutile andare a visitare la
sua cella: è vuota! L’impero dell’uomo è interiore.
Così il deserto non è fatto di sabbia, nè di tuareg, nè
di mauri, sia pure armati di fucile...» (Terra degli
uomini, Mursia, Milano 1968, 85-86). Tuttavia abbiamo amato il deserto: sopratutto quello delle nostre millenarie
chiese. Su quei gradini è nato il desiderio della riflessione che
abbiamo condiviso quest'estate.
A settembre, i campanili torneranno ad esser muti? In parrocchia s'è chiuso un grest: scrosci di applausi, urla festanti e
impazziti, emozioni da amarcord. Domattina, forse, i campanili torneranno ad esser muti. E i ragazzi a scarabocchiare desideri feriti sui gradini della chiesa di paese. Con buona pace di
chi è ancora convinto che basti un'adunanza a fare primavera.
Come le rondini del proverbio. «Infatti le strade, per secoli e
secoli, ci hanno ingannati. Somigliavamo a quella tal regina
che volle fare una visita tra i suoi sudditi per sapere se si rallegravano del suo regno. Per trarla in inganno i suoi cortigiani
fecero sorgere sul suo cammino qualche festosa scenografia e
in essa fecero ballare, a pagamento, alcune comparse. Ella nulla
intravide del suo regno, all’infuori di quel sottile filo conduttore, e non seppe che nella distanza delle campagne coloro che
morivano di fame la maledivano» (A. De Saint-Exupéry, Terra
degli uomini, p. 65). Dai gradini di una chiesa di città allo stupore di un Uomo Crocifisso per amore. Affezionati ad un Volto
nel quale ancora alberga il sogno di un cuore ordinato. E di
un'immaginazione guarita perchè allargata dal suo Passaggio:
in nessuna casa il cuore dev'essere sconsolato. Scrive Christian
Bobin ne L'uomo che cammina: «Il mondo non poteva sentirlo. Il mondo sente solo quando c'è un po' di rumore o di potenza […] Qualcosa prima della sua venuta lo intuisce. Qualcosa
dopo la sua venuta si ricorda di lui. Questo qualcosa è la bellezza sulla terra. La bellezza del visibile è composta dall'invisibile fremito degli atomi spostati dal suo corpo in cammino
[…] Forse non abbiamo mai avuto altra scelta che tra una
parola folle e una parola vana». Forse nemmeno oggi tante
anime giovani lo possono sentire. O non lo vogliono sentire.
Ma tra i tanti sordi che popolano il quinto vangelo dell'esistenza, ci sarà pure qualcuno che avvertirà una sordità molto vicina alla mestizia di Emmaus. Perchè, affranti da eventi bagnati
di sconfitta, è stata ferita l'immagine che avevano di Lui. Dio
non è scomparso dalle loro menti: forse è stato semplicemente
offuscato da cuori che sono specchi di biografie confuse e
disordinate. Non è stato dimenticato: questa è la consolante
notizia. E' stato offuscato: ripulirlo è la sfida stilistica per un
cristianesimo d'azione e convinzione. Forti di una Buona Novella: anche in lande di ululati solitari la creatura è interpellata
da una Voce e bersagliata dalla Grazia. Per tornare a immaginarsi la vita. E custodire la Sua immagine in noi.
Don Marco Pozza
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l’Altopiano
Sabato 5 settembre 2009
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La settimana degli scultori, con la loro
genuina espressione di creatività
Giunto alla 27^ edizione, il Concorso Internazionale di Sculture in legno “Città di Asiago”
è stato vinto dall’opera “La volpe e la bambina” del piemontese Enrico Challier.
Nel nostro sito, www.giornalealtopiano.it, trovate tutte le foto del concorso
Capita, qualche giorno
Gianangelo
dopo ferragosto, percorLonghini
rendo le vie centrali di
Asiago di percepire nell’aria un intenso e naturale profumo di legno.
Qualche passo ancora, si
attraversa una via o si
gira l’angolo che porta a
una piazzetta, ed ecco
che, se non si fosse già
capita, si scopre la provenienza del gradevole
effluvio: sono arrivati gli
scultori, che per una settimana daranno vita a
una ricca e variegata dimostrazione dell’arte di
scolpire il legno. E’ proprio all’inizio, con le prime incisioni su tronchi e pan- re la scultura. “La domannelli, che più acutamente si da più ricorrente - comrespira l’aroma del materia- menta lo scultore asiaghese
le dal quale giorno dopo gior- Gianangelo Longhini, uno deno si vedrà nascere una scul- gli artisti locali che assieme
tura, scandita dai ritmi e ru- a colleghi che provengono da
mori tipici del lavoro degli ar- varie regioni italiane e anche
tisti. E’ così da ben 27 anni, dall’estero, anima la settimatanti infatti ne sono trascorsi dalla prima edizione del Concorso di Sculture in Legno “Città di
Asiago”. Ventisette anni
durante i quali residenti
e turisti interessati alla
manifestazione hanno
visto realizzarsi pian piano oltre cinquecento
“statue”, come comunemente vengono chiamate le opere lignee, sia
astratte che figurative,
ispirate ai temi più svariati, alcune di più facile
e immediata comprensione, altre per le quali è
necessaria la spiegazione dell’artista. La gente
Luca Zuliani
osserva, ipotizza, cerca
nel nome dell’opera di
capire cosa scaturirà da na delle sculture – è di quaquell’incidere e levigare, im- le legno si tratti quello su
magina ciò che alla fine po- cui lavoriamo. A volte ci
trà risultare dalla creatività chiedono il significato deldell’artista. E pone doman- l’opera, e quanto possono
de, c’è chi vuole sapere valere le sculture”. Tra
dove può frequentare un coloro che si soffermano
corso per imparare a scolpi- ad osservare le sculture
re il legno e chi si informa che prendono forma,
sulla possibilità di acquista- spesso si sente dire “questa mi piacerebbe proLara Steffa
prio comperarmela
…” con il tono di chi
si riferisce a una cosa
ritenuta difficile se non
irraggiungibile. “Fra
gli aspetti più positivi della manifestazione – continua
Longhini – c’è il fatto che dopo 27 anni
l’interesse del pubblico, sia residenti
che turisti, è sempre
alto, cosa che da altre parti non si ri-
scontra”. Tra la Ivo
ventina di scultori all’opera, il più giovane è stato il padovano Luca Zuliani, appena ventenne: prima esperienza per
lui ad Asiago, dopo
aver frequentato
l’istituto d’arte a Padova, e iniziato da
appena un anno a lavorare. “Ho imparato molto di più
qui, vedendo come
lavorano gli altri,
che non a scuola”
– commenta, dicendosi
abbastanza soddisfatto
della sua opera. Due le
presenze femminili, Lara
Steffa di Moena, e Arianna
Gasperina di Valvasone, in
provincia di Pordenone. “E’
stata una bella settimana –
commenta Arianna, mentre si
siede per riposare e dissetarsi
– qui non si sente la competizione come invece succede in altre parti, tanto
che neppure ci si ricorda
che alla fine ci sarà un
premiato”. Capita di vedere gli scultori che si aiutano
e confrontano, che si spostano da una piazzetta all’altra per salutare i colleghi e
scambiarsi qualche opinione. “Il premio è un modo
per coinvolgere ulteriormente il pubblico, non è
importante per noi artisti
– commenta a sua volta Ivo
Piazza, uno degli scultori
che sono diventati “di casa”
visto che da molti anni arriva qui dalla Val Gardena –
non c’è il più bravo, il più
veloce, ed ogni opera ha
il suo valore. Qui viviamo
una situazione di lavoro diversa dal resto dell’anno:
il contatto continuo con il
pubblico, anche se non è
l’ideale visto che si fa più
Arianna
Gasperini
Piazza
fatica a mantenere la concentrazione, è comunque
positivo, ci permette tra
l’altro di far conoscere meglio la nostra attività. Non
manca chi, dopo averci visto lavorare qui, viene a visitarci nel nostro paese. A
questo proposito vorrei ricordare che dal 4 al 6 settembre (come ogni anno il
primo week-end di settembre) presso il centro tennis
di Ortisei- Roncadizza si
tiene “Unika”, la fiera della scultura della Val
Gardena”. Altro scultore
che è diventato di casa è
l’aostano Silvano Ferretti,
vincitore quest’anno del premio speciale “Joe Dalle
Ave”, decretato dal voto del
pubblico: la sua tanto ammirata “Finestra sul passato”
ha omaggiato anche Asiago,
rappresentando tra l’altro un
pezzo di Rogazione. E’ stato
invece il piemontese Enrico
Challier a vincere l’edizione
2009 del concorso, la sua
opera “La volpe e la bambina” è stata considerata la più
meritevole dalla giura composta da Chiara Covolo, Ettore Greco, Andrea Paganin,
Federica Scaggiari e Lucia
Spolverini. “La particolarità di questa scultura –ha
motivato la giuria - sta
nell’essere riuscita a
condensare un’idea
di figurazione e di
contemporaneità,
dove
per
contemporaneità si
intende la contaminazione tra tradizione italiana e cultura
del fumetto orientale. Nella soluzione
della sciarpa, che ci
permette
di
intravvedere la volpe citata nel titolo
dell’opera, si denotano una certa fantasia ed audacia nel
portare l’osservatore a vedere cose che
in realtà non sono
tangibili, bensì
immaginabili o
intuibili. L’artista ci è sembrato dotato di una
tecnica disinvolta, trattando
la materia in
tre momenti differenti: nella
soluzione delle mani, delle
vesti e della
sciarpa. Il tutto racchiuso in
un’opera
di
non grandi dimensioni, ma di grande coinvolgimento
collettivo ».Chiuso
il sipario sulla manifestazione, l’appuntamento viene rinnovato al prossimo
anno, sempre dal 20
al 27 di agosto, con
l’auspicio fatto da
alcuni scultori che
possa venire fatta
qualche piccola
miglioria, soprattutto per meglio presentarsi al pubblico:
un rinnovo dei
gazebi, anche per
consentire agli spettatori di osservare
bene senza dover
abbassare la testa;
trovare una soluzione diversa per i cavi elettrici che
spesso sono in mezzo agli
spazi di lavoro, e dotare di
illuminazione le aree, visto
che tanta gente trova il tempo proprio la sera per farsi
un giro e vedere le opere.
Silvana Bortoli
Il vincitore
Enrico Challier
Silvano Ferretti
Sidonio con il
sedano appena
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raccolto
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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Il bianco di Rubbio, un sedano da passerella
Nessun segreto, a rendere
eccellente il sedano sono semplicemente la terra e l’aria del
posto: così a Rubbio spiegano
l’ottima qualità dell’ortaggio
che qui si coltiva per una tradizione che viene orgogliosamente portata avanti da moltissimi anni. Ma, aggiungiamo
noi, ci vuole anche passione,
come quella che dimostra di
avere per il suo orto Sidonio
Crestani, che in Contrà
Rubbietto, attorno alla sua
casa coltiva di tutto, in un esteso appezzamento di terreno dal
quale si domina lo stupendo
panorama della sottostante pianura. Patate, pomodori, zucchine, carciofi, insalata, radicchio e tanti altri ortaggi, ma a
spiccare in questo periodo sono
soprattutto le tante file di piante
di sedano, unico prodotto dell’orto protetto con le reti
antigrandine. “Il mio sedano
è completamente naturale –
dice Sidonio – così come lo
pianto rimane, non ci aggiungo nulla”. Il sedano viene messo a dimora negli ultimissimi giorni di maggio o i
primi di giugno, in canali poco
profondi; quando è cresciuto
abbastanza allora si inizia a
muovere e aggiungere la terra pian piano, tenendo sempre
coperta la parte inferiore per
ottenere la tipica qualità bianca. Mentre Sidonio sposta le
rigogliose foglie di sedano per
mostrarne le coste belle sode,
arriva il suo compaesano
Silvano Mauretto, e insieme
spiegano che quest’anno la
stagione non è stata proprio
l’ideale per la coltivazione: prima la pioggia abbondante e poi
il grande caldo hanno rischiato di far marcire le piante. “Soprattutto con il caldo – spiegano – bisogna stare molto
attenti: l’acqua, meglio se
“ferma”, si deve dare al
mattino molto presto altrimenti il sedano “si cuoce”.
Silvano dice che anni fa coltivava fino a duemila piante di
sedano, oggi ne ha circa cinquecento, lo supera Sidonio
che arriva ad ottocento piante, ma ospita nel suo orto anche quelle di una conoscente
che non ha il posto per piantarle, e di un amico al quale le
piantine si erano tutte ingiallite
e sembravano ormai compromesse e invece qui hanno ripreso a crescere con vigore.
Si dice che, pur provandoci,
neppure nei paesi limitrofi riescono a produrre un sedano
così bello e buono, una specialità che si coltiva solo a
Rubbio, e che praticamente
solo a Rubbio si può gustare,
perché il sedano bianco che
quasi la totalità delle famiglie
coltiva non è destinato alla
vendita, ma all’uso familiare,
e a quello di amici e conoscenti.
E poi serve per la sagra dell’8
settembre, quando diventa
protagonista della mostra che
Sidonio
Crestani e
Silvano
Mauretto
condito assieme a sottili fettine
di cipolla, o con i fagioli; ma
ottimo è anche il risotto o la
minestra di sedano e patate. I
ristoranti del paese, in
concomitanza con i giorni di
sagra, propongono nei loro
menù piatti a base di sedano,
con proposte anche fantasiose e inusuali. “Nonostante vediamo che oggi non sono
molti i giovani a coltivare il
sedano – concludono Sidonio
e Silvano – speriamo che
questa nostra bella tradizione possa rimanere viva nel
tempo, facendo sì che il
nome di Rubbio continui ad
essere associato alla
pregevolezza del suo prodotto tipico”.
Silvana Bortoli
Il programma della Sagra
vede i produttori esporre le loro
gambe più belle e partecipare
al concorso del miglior sedano. Gli organizzatori della sagra quand’è il momento di
piantare il sedano consegnano un certo numero di piantine a chi lo coltiva, chiedendo-
ne poi la restituzione del 30%
circa a crescita avvenuta, per
poter aver la “materia prima”
per i giorni di festa, quando
funziona un ricco stand gastronomico a base del prodotto tipico. L’8 settembre inoltre è il
giorno in cui chi arriva a
Rubbio per la festa della
patrona Maria Bambina trova
anche la possibilità di acquistare del sedano, visto che viene allestito qualche banchetto
per la vendita. Il sedano bianco si gusta soprattutto come
contorno, tagliato a pezzetti e
Dopo l’avvio di
venerdì 4 settembre con la serata
giovane e la festa
della birra, la Sagra del Sedano di
Rubbio prevede
sabato 5 settembre alle ore 14 il
torneo di tresette,
dalle ore 15 inizia
il pomeriggio dedicato ai
bambini con il laboratorio
creativo “Coloriamo i sassi
della Cava Dipinta”, alle 17
si terrà la Cuccagna, mentre
la sera alle ore 20 è in programma l’esibizione di danza classica, moderna e hip
hop del gruppo “Danza Insieme” di Conco dell’insegnante Antonella Galullo; alle 21
serata della porchetta con
musica latino-americana dei
Tequila e spettacolo del gruppo di ballo “Emanuela Salsa
Asiago”.Domenica 6 settembre si terrà il 4° Torneo di Calcio Rubbio Sport (premiazioni
alle 17), alle 12 e alle 18
apertura dello stand gastronomico con piatti a base di
sedano, alle 20.30 serata
danzante con l’orchestra
“Santa Monica”; lunedì 7
settembre alle ore 21 si terrà
lo spettacolo teatrale “Maestra montagna ovvero tutti
assenti” del gruppo Made as
Rage con la regia di Giulia
Allodi. Giornata clou della
sagra, martedì 8 settembre:
alle 9esposizione della 22^
Mostra del sedano, alle 9.30
S. Messa, alle 12 e alle 18
apertura dello stand gastronomico a base di sedano; nel
pomeriggio alle 15 S. Messa
con processione storica in
onore di Maria Bambina, accompagnata dalla Banda
musicale “Attilio Boscato” di
Fontanelle di Conco; alle 17
premiazione del miglior sedano di Rubbio e dalle 20.30
serata danzante con l’orchestra “Roger e la Voce del
Sole”.
S.B.
Ma i bambini nascono sotto i cavoli o …
sotto le zucche?
Viene da pensarlo guardando questa simpatica foto, anche se Alessandro, Rebecca, Matteo e
Marco sono un po’ cresciutelli per sembrare dei neonati. E cresciutelle sono pure le zucche,
anche queste frutto dell’orto di Sidonio Crestani a Rubbietto: un altro capolavoro della natura!
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l’Altopiano
Sabato 5 settembre 2009
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Gastronomia locale
e tanto divertimento
il mix vincente della
Festa della Patata
L’appuntamento, giunto alla sua 33^ edizione,
si tiene in questo weekend. Nell’organizzazione
coinvolta una settantina di volontari.
L’evento richiama circa 4.500 partecipanti.
Costa impegno e molto lavoro. Della Pro Loco anzitutto, che la organizza. Ma
non ci fosse quella settantina di volontari sempre
pronta a dare il proprio contributo per la sua migliore
realizzazione, la “Festa della Patata” difficilmente potrebbe svolgersi. “Ci si
augura davvero – dice il
presidente della Pro Loco
Matteo Tondello – che
queste brave persone rimangano sempre fedeli a
questo appuntamento”. A
Rotzo è un evento sacro
che si ripete da 33 anni,
una manifestazione nata
per valorizzare il prodotto tipico per eccellenza
del più piccolo comune
dell’Altopiano, che viene
preparata nei minimi det-
tagli con mesi di lavoro.
“L’organizzazione è ottima
– dice ancora Tondello –
nei giorni della festa si segue un copione molto collaudato. Dopo oltre
trent’anni, specialmente
per quanto riguarda la cucina, non serve quasi più
parlare: ognuno sa precisamente qual è il suo compito
e lo svolge nel migliore dei
modi”. Il fabbisogno di patate per preparare i piatti a
base del pregiato e gustosissimo tubero di produzione locale per oltre 4.500
partecipanti è di 25 quintali.
Il programma della festa
Venerdì 4 settembre
Alle 19.30, stand gastronomico con gnocchi e prodotti tipici locali; alle 22.30, musica live
con i gruppi “Black out” “Tex”; a mezzanotte, Happy Hours
Sabato 5 settembre
Alle 18.30, Happy spritz e musica live con il gruppo “Mapida”; alle 19.30, stand gastronomico con gnocchi e prodotti tipici locali; alle 22.30, musica live con i gruppi “Good
Jacks” “Nuovo fronte del Vasco”
Domenica 6 settembre
Alle 9.00, Santa Messa a Castelletto; alle 10.15 Santa Messa a Rotzo; dalle 11.00 alle
12.00 e dalle 15.00 e alle 18.30, esibizione di trial con i piloti del team piazza. Alle 15.30,
giochi per bambini;
alle 21.30, ballo liscio con l’orchestra “I Cavalieri del liscio”. Durante l’intera giornata
fornitissimo stand gastronomico con piatti a base di patate.
La festa si terrà anche in caso di maltempo in quanto l’area è coperta da telo tenda.
Matteo Tondello, 24 anni, è
da marzo il nuovo presidente
della Pro Loco di Rotzo. Con
lui nel consiglio ci sono: Alberto Tagliaro, Bruno Stefani,
Michele Stefani, Roland Spagnolo, Giovanna Costa, Stefano Dal Pozzo, Marina Sartori,
Cinzia Slaviero. “Un gruppo
giovane e dinamico – dice
Tondello – con tanta voglia di
fare”.
“Va ringraziata l’Associazione dei produttori che ci
agevola nel reperimento
della materia prima”.
Al di là della possibilità di
gustarsi gli gnocchi in tutte
le salse e altri piatti classici, per la festa, essendo
anche momento privilegiato di aggregamento, che
porta a Rotzo gente da tutto l’Altopiano, l’organizzazione punta a predisporre
sempre nuove occasioni di
divertimento
e
intrattenimento. Non mancano il ballo con orchestra,
il pomeriggio dedicato ai
bambini, i momenti per i giovani con gli happy hours e
l’esibizione di vari gruppi
musicali. “Novità di quest’anno – sottolinea
Tondello – è un’esibizione
di Trial che viene proposta
per tutto il pomeriggio della
domenica, in un’area adiacente alle scuole elementari”. Quest’anno si tiene,
anche in caso di maltempo,
la 33^ edizione della sagra.
“Per il prossimo anno – anticipa il presidente – nella
volontà di offrire sempre
qualcosa di nuovo, stiamo
pensando a qualche bel
gemellaggio con altri prodotti tipici. Con la soppressa del Pasubio per esempio,
per allargare la fama di questo evento anche oltre i confini dell’Altopiano. Ci stiamo lavorando su, le idee e
la voglia di fare sicuramente non mancano”. Intanto
godiamoci le patate di
Rotzo per le quali la produzione quest’anno è stata
buona: belle e, tutto sommato, in una discreta quantità.
Stefania Longhini
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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Festa dell’Emigrante
Consegnato il premio a Federico Faggin
LUSIANA
La 41.a Festa degli emigranti
si è chiusa, dopo la cerimonia di fine luglio, al Palazzon
dove domenica 30 agosto è
stata consegnata la “41.a
Lusiana targa d’oro”
all’ingegner
Federico
Faggin. Hanno consegnato il
riconoscimento il sindaco di
Lusiana Antonella Corradin
e il presidente dell’Ente
Vicentini nel mondo Pino
Sbalchiero. Presenti alla
premiazione avvenuta nel
corso di un consiglio comunale straordinario, anche l’
assessore regionale Elena
Donazzan, l’assessore provinciale Maria Nives Stevan,
il consigliere regionale Roberto Ciambetti, il consigliere provinciale Pietro
Collareda, l’assessore del
Il “Vicentino dell’anno” è famoso in tutto il mondo per essere il padre del microchip
comune
di
Asiago
Giampaolo Rigoni e diversi
sindaci dei comuni della
pedemontana. «Quando mi
è stato proposto di ricevere questo premio ho accettato subito, non per il premio in sé ma perché arriva
dai miei concittadini
vicentini».
Queste le parole di Federico
Faggin nel ricevere il premio
“Vicentino dell’anno”.
E’ un emigrante di lusso Federico Faggin, famoso in tutto il mondo per essere il padre del microchip e l’ideatore del touchpad. L’imprenditore, già allievo dell’ Istituto tecnico industriale Rossi di
Vicenza, aveva lasciato l’Italia dopo il conseguimento
della laurea in Fisica all’ uni-
versità di Padova. Quella che
doveva essere una parentesi
di sei mesi si è trasformata in
un periodo lunghissimo, durato 41 anni. Anni in cui Faggin
ha sfornato tecnologie, sia per
colossi dell’informatica come
Intel sia per società da lui stesso fondate e che hanno permesso l’evoluzione della tecnologia computeristica facilitando l’ingresso dei pc, ed altri congegni elettronici, nella
vita quotidiana di milioni di
persone. Prima di ritirare il
premio Federico Faggin si è
concesso al folto pubblico che
stipava la sala consiliare del
comune di Lusiana rispondendo alle tante domande dei
presenti e narrando le sue fortune, le sue idee e i suoi sogni.
Egidio Zampese
Nella foto, Federico Faggin premiato dal sindaco Antonella Corradin e da Pino Sbalchiero.
Successo della mostra “Quel che pare non xè” Campo catalogo in via Bose, proseguono i lavori
Si è chiusa con successo la
mostra sulle illusioni ottiche
organizzata dall’Associazione “Lusàan ar Spilar natura”
in collaborazione con il dipartimento di Psicologia dell’Università di Padova, allestita nella palestra comunale
e intitolata “Quel che par non
xè”. L’esposizione è stata
curata dal prof. Mario
Zanforlin. Un’ottantina i pannelli realizzati che hanno
messo in vetrina le principali
caratteristiche della luce,
dell’occhio umano e della
percezione visiva. Gli effetti
proposti sono usciti da lenti,
specchi, prismi, filtri polaroidi,
disegni e oggetti statici e in
movimento. I visitatori, nell’arco di oltre un mese, sono
stati 2009. La mostra sarà
trasferita a Malo e in seguito
gli enti o i comuni che intendessero proporla potranno richiederla all’Associazione
“Lusàan ar Spilar natura” al
Palazzon di Lusiana (tel.
0424-406458).
E.Z.
Nella foto il professore
Zanforlin con il sindaco
Corradin.
Proseguono i lavori di realizzazione della recinzione del
campo catalogo di via Bose
e Lusiana.
Un gruppo di volontari dell’Associazione “Opfel on
pira” li sta mettendo a dimora con la collaborazione del
Comune e del gruppo alpini
“Gabriele Cantele”. Il campo catalogo, che ospita un
centinaio di piantine di varietà locali di melo e pero, è a
disposizione di quanti intendono innestare nella propria
piantagione gli alberi che potranno produrre frutta
autoctona. Il campo catalogo di via Bose è abbinato all’altro campo catalogo di
Laverda.
L’associazione sta allestendo anche la 10.a mostra mer-
Interventi per la sicurezza sulla strada Laverda-Lusiana
E’ alle battute conclusive la realizzazione di lavori per la messa
in sicurezza della strada comunale Laverda-Lusiana, a cura
della segreteria regionale per la viabilità e infrastrutture. Il
costo dei lavori è stato calcolato in 228 mila euro a base
d’asta. E’ questo il primo stralcio di lavori che proseguiranno
in futuro con la sistemazione di tutto il tratto che congiungerà la frazione Laverda di Lusiana a località Bivio Ponte di
Rameston.
E.Z.
I lavori di posa in opera della recinzione con pali di legno
del campo catalogo di via Bose.
cato “Pomo e pero” che aprirà i battenti dal 10 al 18 ottobre al cinema Comunale di
Piazzetta Divisione Acqui e
comprenderà un convegno,
la dimostrazione della
spremitura delle mele, esposizioni, escursioni, appuntamenti enogastronomici, spettacoli e dimostrazione di antichi lavori.
E.Z.
Un centinaio di persone
alla festa dei Marziale
Si è svolta ai Marziele la decima festa della contrada che
ha visto la presenza di un centinaio di persone provenienti
anche dall’estero. Al capitello dei Marziale si è svolta la
messa mentre la cena si è svolta al ristorante “Conca Verde” di Lusiana dove sono stati rispolverati vecchi ricordi e
rinsaldati vincoli di amicizia e parentela. La festa dei Marziale si aggiunge ai raduni degli omonimi e degli abitanti di
altre contrade lusianesi che da anni tengono banco. E.Z.
Nella foto, i lavori di costruzione di un muro di sostegno e
allargamento della strada in via Bagnara di Laverda.
Un momento della fesa della contrada Marziale.
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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Progetto ricostruzione Abruzzo
LUSIANA
Dopo il terremoto in Abruzzo anche noi Alpini di
Lusiana, come tutti gli altri
Alpini d’Italia, sentiamo il
dovere di portare il nostro
aiuto a chi ha avuto la sfortuna di essere così duramente colpito dalle calamità naturali; fra le varie proposte al
vaglio del nostro Consiglio
Direttivo, prendeva sempre
più corpo l’idea della
fornitura di una struttura polivalente in legno da consegnare su indicazione del nostro consigliere e Vice presidente Sezionale Giacomo
Scarsella, al Comune di Villa
Sant’Angelo in provincia dell’Aquila, impegnandoci oltre
che alla fornitura anche a
reclutare la mano d’opera
specializzata necessaria per
la messa in opera della stessa.
Ci rendiamo conto però dell’impossibilità per il nostro
Gruppo di trovare i fondi necessari per sostenere una
spesa preventiva di circa
30.000 Euro, per la realizzazione del manufatto in legno
e della base in calcestruzzo.
Ecco allora scaturire un’ idea
meravigliosa e del tutto ine-
Quattro Gruppi Alpini e il Gruppo di Protezione Civile di Lusiana uniti per la solidarietà
dita: coinvolgere
nell’iniziativa anche
gli altri tre Gruppi
Alpini Lusianesi e il
locale Gruppo di
Protezione Civile
con l’obiettivo di
raggiungere assieme lo scopo
prefissato.
Nel Comune di
Lusiana infatti, esistono quattro sodalizi Alpini per un totale di circa cinquecento soci suddivisi
fra il Gruppo
I quattro Capigruppo e il Presidente del
“Cantele Gabriele”
posta di unire le forze recidel Capoluogo e Colonnello proche per la solidarietà.
Superiore, Gruppo “Bonato Viene deciso all’unanimità l’
Matteo” di Santa Caterina, organizzazione di una sottoGruppo “Covalo” di Valle di scrizione a premi con la
Sopra e Gruppo “Laverda” stampa di 30.000 biglietti, indi Laverda di Lusiana.
dividuando già dal mese di
Convocati a riunione i quat- giugno i luoghi di feste e satro Capigruppi: Francesco gre paesane fra quelle preGalvan, Ernesto Rubbo, Gio- senti nel calendario estivo
vanni Sbalchiero, Renzo dell’Altopiano sui quali posiVillanova e Franco Lupato, zionare il nostro gazebo per
presidente del Gruppo di Pro- la vendita dei biglietti; inoltre
tezione Civile “El Corgnon” ogni Gruppo farà la sua paroltre ad alcuni componenti dei te di vendita presso la prostessi Consigli Direttivi, ade- pria località di appartenenza,
riscono con entusiasmo e ai propri soci e nei paesi lisenza dubbi di sorta alla pro- mitrofi; consapevoli comun-
Gruppo di Protezione Civile
que delle difficoltà da superare per riuscire a piazzare
un quantitativo così elevato
di biglietti, la riuscita dell’impresa dipenderà molto dalla
sensibilità della gente.
Una trentina di premi in palio verranno tutti gentilmente
offerti da commercianti del
Comune e saranno composti
da buoni acquisto di prodotti
alimentari, di buoni per ristoranti e pizzerie, di prodotti di
consumo, di carburante e di
legna da ardere; oltre ai primi tre premi di maggior valore: 1°-Computer portatile,
offerto da “Sistemi Contabili
“Spa di Bassano del
Grappa; 2°-Soggiorno centro benessere
di 3 notti e 4 giorni,
offerto da “Gaarten
Hotel” di Gallio; 3°Orologio da polso
D&G, offerto da
“Oreficeria Ottica
Xausa” di Lusiana,
mentre Artigiani ed
Imprenditori hanno
sostenuto il “Progetto” con l’offerta di
somme in denaro.
L’estrazione della
sottoscrizione a premi si terrà Domenica 13 Settembre nel
palatenda di Velo di Lusiana,
dove per l’occasione il Comitato locale organizzerà una
mega festa con la partecipazione di quattro gruppi musicali, che si esibiranno a titolo
di beneficenza dal pomeriggio fino a tarda sera.
E’ doveroso ricordare che
finora tutta la gente ha fatto
la sua parte incoraggiando la
nostra iniziativa e con l’acquisto di biglietti, ed inoltre
siamo sempre stati accettati
e accolti benevolmente nei
luoghi ove ci siamo piazzati
con il nostro gazebo.
Altri Gruppi Alpini della nostra Sezione di Marostica apprezzando la nostra unione
hanno dato la piena disponibilità alla vendita nei loro
Comuni e nelle loro sedi di
appartenenza.
Siamo a buon punto, ma non
certo arrivati al traguardo;
allo scopo, proponiamo a
Lusiana due appuntamenti di
rilievo:
Sabato 5 Settembre alle ore
20.45 presso la Chiesa
Arcipretale, per gentile concessione del nostro parroco
Don Valentino Grigiante, si
terrà il concerto del Coro
“L’Eco delle Valli” diretto da
Andrea Pinaroli, mentre Domenica 6 Settembre presso
il Campo Sportivo di
S.Caterina alle ore 16.30 si
svolgerà l’incontro di calcio
fra Alpini di S.Caterina e
Laverda e Alpini di Lusiana
e Valle.
Alle due manifestazioni in
programma, richiediamo quale quota di partecipazione,
l’acquisto di un minimo di tre
biglietti della sottoscrizione a
premi in atto.
Italia Nostra critica il progetto per Marcesina
L’assessore Giovanni Cantele: “Tante cose vanno sicuramente migliorate e altre cambiate”
ENEGO
Si torna a parlare di
Marcesina e del progetto di
riqualificazione e di
valorizzazione messo in atto
dall’amministrazione comunale di Enego. Un progetto
suddiviso in 10 ambiti e finanziato con 3,5 milioni di
euro provenienti dai fondi
messi a disposizione dall’accordo Dellai – Galan
per i paesi di confine. A riportare alla ribalta il progetto preliminare un intervento di Italia Nostra che avanza dei seri dubbi sull’effettiva utilità dell’intervento, in
particolare negli ambiti in
cui si prevedono parcheggi
e zone di sosta.
“Un progetto adatto ad un
turismo di massa completamente estraneo ad un ambiente dagli equilibri tanto
sensibili – commenta il presidente di Italia Nostra Giovanna Dalla Pozza Peruffo
- Un progetto in assoluto
non condivisibile, per una
realtà montana che non può
essere svenduta per guadagni
futuribili,
non
ecosostenibili. Per valutare
ponderatamente il progetto,
consiglieri di Italia Nostra,
accompagnati da naturalisti e da esperti dei luoghi,
con un capillare sopralluogo
si sono recati nelle località
prescelte per i previsti parcheggi di 840 macchine,
dotati di parchimetri, per le
aree attrezzate con tavoli e
panche da picnic e focolari
a più fuochi, il tutto coperto da grandi tettoie in acciaio tinteggiato e con servizi igienici con vasche
Imhoff,
ottenuti con
sbancamenti
e
movimentazione del terreno
su vaste aree in posizione
paesaggisticamente visibile
da grandi distanze ed uno
sconvolgimento ambientale
pesantissimo”. “Premesso
che tale “valorizzazione”
progettuale è solo turistica e
non naturalistica, si è potuto
constatare la sostanziale inutilità di tali realizzazioni sia
per quantità di posti macchina – continua Peruffo - Ben
vengano le ristrutturazioni di
Forte Lisser e della casetta
forestale, ben vengano i
fungaioli, ben vengano i
fondisti invernali, come pure
un più ampio parcheggio in
Val Maron, e in qualche sito
ben mimetizzato dai boschi e
che ci trova concordi, favorendo una frequentazione
strategica con frequenti collegamenti con bus navetta,
ma non la distruzione ambientale che deriverebbe dall’attuazione di un tale nefasto intervento, nato senza una
approfondita indagine dell’ambiente e dei problemi di
interazione con i coni ottici
del paesaggio”.
Considerazioni rigettate dall’assessore ai Lavori Pubblici
di Enego Giovanni Cantele
che ribatte: “Da molti anni e
da molti organismi pubblici e
privati, sale un crescente lamento avverso lo stato di
degrado in cui versa la
“Marcesina”, boschi assaliti
da orde umane, sporcizia ed
immondizia che la fanno da
padroni, strade che appaiono appena uscite da un
bombardamento, strutture e
luoghi storici miseramente
trascurati e progressivamente occupati da fiorente
vegetazione, boschi e pascoli stabilmente invasi da
centinaia fra auto e camper.
Altro che mantenuta fino
ad ora integra.”
Il progetto eneghese propone la realizzazione di una
importante area di sosta per
autovetture e camper in località “Centro Fondo
Enego” regolamentato ed
attrezzato con servizi igienici, che costituirà la base
di partenza e di arrivo di un
servizio bus navetta dotato
di carrello per il trasporto
delle biciclette. La realizzazione di aree di sosta
regolamentate lungo la viabilità, di aree attrezzate con
focolari, tavoli e servizi igienici per il pic-nic ed il relax,
di opere di recupero e
valorizzazione delle testimonianze della 1° Guerra
Mondiale, la sistemazione
della viabilità interna, della
vecchia “casetta forestale”
per destinarla ad alloggio
del personale di sorveglianza e controllo, il
completamento delle opere
di messa in sicurezza del
Forte Lisser e l’installazione di segnaletica e di tabelle informative-illustrative
delle particolarità del sito.
“Il progetto è nella sua fase
preliminare – conclude
Cantele – Ci sono cose da
migliorare e altre da cambiare, certo ma a questo
serve appunto lo studio del
progetto prima di dare
esecutività al tutto”.
Gerardo Rigoni
Barriere paramassi sulla Valgadena
Vi.Abilità ha pronto un progetto, con un investimento di oltre tre milioni di euro, e fra un mese
sarà dato l’appalto alla ditta che dovrà mettere in sicurezza la strada Valgadena per evitare
la caduta di massi sulla carreggiata. Era già successo l’anno scorso e si è ripetuto,nello
stesso tratto stradale, qualche giorno fa: alcuni massi sono caduti sulla sp 76 Valgadena.
Spiega il presidente Carlo Fongaro: «Il luogo in cui è avvenuta la caduta massi è da tempo
sotto osservazione tanto è vero che all’interno dell’intervento previsto per l’allargamento e la
rettifica della strada provinciale nel tratto Lazzaretti-Stoner in territorio dei Comuni di Foza e
Enego è prevista anche l’installazione di barriere paramassi». L’intervento complessivo nel
tratto Lazzaretti-Stoner ammonta a 3.258.000 euro e le opere di consolidamento prevedono
l’installazione sul versante a monte della strada provinciale di barriere paramassi in acciaio di
4 metri. Vi.abilità ha indetto la gara di appalto ad aprile e ora si è in fase di valutazione della
decina di offerte pervenute. Trattandosi, però, di gara al massimo ribasso, i tempi sono necessariamente lunghi e la ditta vincitrice non sarà individuata prima di un mese.
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Sabato 5 settembre 2009
UNIVERSITA’
Negli ultimi tempi, una delle
possibilità che si prospettano
allo studente in uscita dalle
scuole superiori asiaghesi è
quella di frequentare l’Università degli Studi di Trento.
Se dieci anni fa era l’Ateneo
patavino ad accogliere quasi
tutti i nostri giovani, da un po’
di tempo si è profilata una
seconda opzione: il vicino
Trentino.
Come ogni cosa nuova che
si insinua nel nostro scenario, il piccolo Ateneo ha suscitato parecchie perplessità
e resistenze; c’è chi dice/diceva che non è/era destinato a lunga vita, mentre altri
pensano/pensavano che possa/potesse sopravvivere solo
grazie alla sua collocazione
in una Regione a statuto speciale; c’è chi afferma/affermava che la scelta si indirizzi/sarebbe indirizzata verso
Padova per gli studenti più
volonterosi, mentre quelli più
svogliati optino/avrebbero
optato per l’Università trentina; altri ancora insinuano/
insinuavano che per passare
gli esami all’Università di
Trento basti/bastasse pronunciare il proprio nome e
che, per prendere un bel 30
e lode, si debba/dovesse
semplicemente aggiungere il
cognome; anche nelle scuole, con rammarico di molti,
non è quasi mai stata fatta
propaganda positiva al vicino Ateneo.
Leggende “metropolitane”?
Rincresce dirlo, ma è proprio
così... E i fatti parlano da sé.
E’ da anni che l’Ateneo
trentino accoglie consensi da
tutte le parti d’Italia e anche
a livello internazionale. Qualche prova? Un protocollo
d’intesa per la realizzazione
del Microsoft Reserch-
l’Altopiano
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18
L’Università degli studi di Trento
e le leggende “metropolitane”
University of Trento Centre
for Computational and
Systems Biology, firmato a
Praga i 2 febbraio 2005 dall’allora Ministro dell’Innovazione e Tecnologie Lucio
Stanca, dall’ex Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Letizia Moratti e dal
chairman e fondatore di
Microsoft Bill Gates con
l’Università di Trento (nella
figura del Rettore Davide
Bassi e dell’Assessore provinciale alla Ricerca e all’Innovazione Gianluca Salvatori). Le classifiche di qualità
elaborate ogni anno dal
Censis posizionano da anni
l’Ateneo trentino tra i primi
posti in tutte le facoltà disponibili; la valutazione si basa
sulle strutture (numero di
posti nelle aule, nelle biblioteche e nei laboratori), i servizi allo studio (mense e posti alloggio), le borse di studio e la fruibilità del sito web.
La critica mossa da molti è
la seguente: “Beh, Regione
a statuto speciale significa
anche strutture, servizi, borse di studio e fondi per il sito
web”. A questa obiezione c’è
una rapida confutazione: la
classifica Censis tiene conto
anche di parametri didattici:
numero di iscritti, studenti e,
soprattutto, docenti. Ciò significa
produttività
(persistenza tra il primo e il
secondo anno, regolarità degli studi, tasso di iscritti in
corso e di laureati in corso),
didattica (docenti di ruolo per
crediti erogati, di ruolo per
iscritto, posti in aula per iscritto, età media dei docenti), ricerca
(progetti,
finanziamenti, numero di unità di ricerca) e rapporti internazionali (periodi di studio
all’estero, Erasmus, opportunità internazionali ante e post
lauream). Per fare un esempio, per l’anno accademico
2008/2009, l’Università di
Trento si è classificata prima
per la facoltà di Giurisprudenza (seguita da Trieste e
Ferrara), prima per Ingegneria (seguita da Pavia e Genova), seconda per Lettere
e Filosofia (preceduta da
Modena-Reggio Emilia e seguita da Siena), seconda per
Economia (preceduta da Padova e seguita da Roma-Tor
Vergata), prima per Scienze
Matematiche Fisiche e Naturali (in questo caso tra i
medi atenei), seconda per
Sociologia (preceduta da
Milano-Bicocca e seguita da
Urbino).
Sono risultati incoraggianti, si
direbbero strepitosi per un
Ateneo giovanissimo, nato
nel 1962: in soli quarant’anni
ha raggiunto le proporzioni di
prestigio di Atenei molto più
longevi, grazie alla sua capacità di adeguarsi ai tempi nel
rispetto della tradizione accademica. Questo giudizio sembra essere stato recentemente confermato dalla classifica delle Università italiane
stilata
dal
Ministro
Mariastella Gelmini al fine di
premiare finanziariamente le
migliori, secondo un’ottica
meritocratica e non... aristocratica!
Più finanziamenti per gli
atenei ma solo ai migliori:
ecco il titolo de «La Stampa» del 25 luglio 2009. La valutazione si è basata sulla
qualità della ricerca (50% in
base a parametri internazionali, 30% per la capacità di
reperimento di fondi internazionali e 20% in base al numero di ricercatori e docenti
i cui progetti sono stati valutati positivamente) e sulla di-
dattica (20% sulla base dei
questionari statistici compilati
dagli studenti stessi in merito
all’offerta formativa, 40% in
base al numero delle matricole che rinnovano la propria
iscrizione avendo conseguito 2/3 dei crediti previsti per
il primo anno, 20% per la
percentuale dei laureati che
trovano impiego a tre anni
dal conseguimento del titolo
e 20% in base al numero di
docenti di ruolo).
Al primo posto c’è Trento,
che beneficerà del 10,69 %
in più dei finanziamenti (il 7%
del fondo di finanziamento
ordinario degli atenei), doppiando il secondo ateneo
classificato, il Politecnico di
Torino (5,22 %), seguito a
sua volta dal Politecnico di
Milano (4,14 %). A seguire:
Bergamo (2,82 %), Genova
(2,52 %), Milano-Bicocca
(2,51 %), Roma-Foro Italico
(2,35 %), Torino (2,18 %),
Udine (1,95 %), Tuscia (2,18
%), Milano (1,69 %), Venezia (1,65 %), Chieti (1,50 %),
Padova (1,37 %), Insubria
(1,36 %), Bologna (1,33 %),
Roma-Tor Vergata (1,28 %),
Ferrara (1,12 %), Della
Calabria (1,09 %), ModenaReggio Emilia (1,05%),
Politecnica Marche (1,01%),
Pisa (0,99%), Piemonte
Orientale (0,79%), Sannio di
Benevento (0,75%), Pavia
(0,33 %), Verona (0,31 %) e
Politecnico di Bari (0,26%).
Gli altri atenei? “Bocciati” dal
Ministro.
I dati parlano da sé e premiano, come sottolineato dal
Rettore Davide Bassi, la qualità della ricerca e le opportunità internazionali.
Dal ’68 al primato,
l’exploit di Trento intitolava
l’articolo il «Corriere della
sera» dello stesso giorno;
concetto significativo questo:
senz’altro l’Ateneo trentino
ha pagato lo scotto del
brigatismo, divenendo l’Uni-
versità della contestazione
per eccellenza. Stupisce
l’opinione pubblica un distacco così netto dagli altri
Atenei, ma la classifica non
stupisce chi vive/ha vissuto
l’Università di Trento, dal
rettore ai docenti, dai ricercatori agli studenti.
Trento, da piccolo ateneo focolaio di protesta, sta crescendo visibilmente da anni
e ora sta raccogliendo i frutti
del proprio operato, non solo
a livello di servizi e strutture,
ma anche in didattica e opportunità internazionali.
Anche se gli studenti
altopianesi che hanno scelto
di studiare presso l’Università degli Studi di Trento lo
sapevano già da molto, si
potrà ben dire, dati alla mano,
che quello che si era creduto
un ateneo prima brigatista e
poi facilitante, la cui presenza nel curriculum vitae
avrebbe potuto sbarrare letteralmente le porte del mondo lavorativo (una leggenda
“metropolitana” racconta
che alle porte di molti uffici/
studi/aziende ci sarebbe scritto “cercasi praticante/collaboratore/stagista purché non
laureato a Trento”) è oggi
considerato un ambiente
prestigioso e, soprattutto, al
passo con i tempi.
D’altra parte, Panta rei os
potamòs (Tutto scorre come
un fiume), disse Eraclito: ogni
ente è sottoposto alla legge
inesorabile del tempo che lo
rende mutevole; tutto ciò vale
solo nella realtà apparente...
Ma lasciamo l’imperscrutabilità al Logos.
Il Grillo Parlante
I dati utilizzati sono reperibili
in A. Magistà (a cura di) Università. Anno accademico
2008/2009, in Grandi guide,
«La Repubblica», 2008; «La
Stampa» (25 luglio 2009),
«Corriere della sera» (25 luglio 2009), www.unitn.it.
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Sabato 5 settembre 2009
CINEMA
l’Altopiano
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Asiago e il Festival del cinema di Venezia
un bel gemellaggio in via di sviluppo
Intervista a Marco Muller presente al Cinema Lux domenica 23 agosto
Marco Muller, sinologo, per
9 anni Direttore del Festival
di Locarno, dal 2000 si dedica alla produzione e proprio
in qualità di produttore esecutivo per ‘Fabrica Cinema’
(la società di Luciano
Benetton) ha prodotto film di
successo come ‘No man’s
land’ del bosniaco Tanovich.
Fautore e sostenitore del cinema indipendente che ha
sempre promosso e prodotto
quando venne, anni fa, contattato da Vittorio Sgarbi relativamente alla possibilità di
prendere in mano la direzione della Mostra di Venezia,
diede l’assenso ma solo a
condizione che il contesto
fosse appunto favorevole a
queste condizioni di estrema
libertà e indipendenza. Muller
è da quest’anno il nuovo Direttore della Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia. La 66esima
Mostra potrà fare visionare
75 lungometraggi, di cui 71
in anteprima mondiale e 4 in
anteprima internazionale.
“Volevo, ha detto Muller, una
mostra per chi faceva i film,
per chi li faceva circolare e
per chi li andava a vedere.
Quest’anno abbiamo raggiunto l’obiettivo!”. Incontriamo il Direttore sull’
Altopiano, che per molti versi
è un ‘buen ritiro’ per molte
anime cinematografiche,
pensiamo ad Ermanno Olmi,
al recente compianto Tullio
Kezich, anche a Stern, che
seppur ancorato alla pagina
scritta ebbe molti contatti col
mondo della celluloide.
Cosa ci fa qui, Muller, ad
Asiago?
“Già lo scorso anno ho avuto degli interessanti contatti
con il vicesindaco ed assessore alla Cultura di Asiago,
Roberto Rigoni, allora in un
certo senso Asiago si spostò
a Venezia per raggiungere
Ermanno Olmi e questa volta ho trovato giusto che ci
spostassimo noi, per raggiungere questa meravigliosa
oasi, che per altro conosco
da una 30ina di anni”.
Da sinistra Silvano Rossi e Davide Degiampietro del Circolo Efetto Cinema Asiago, l’imprenditore Bruno Benetti, l’assessore
al turismo Roberto Rigoni, i direttore del Festival del cinema di Venezia Marco Muller ed il regista Gianfranco Rosi
Ci spieghi meglio!
“Sono legato da un’amicizia
fraterna, importante a Giovanni Kezich, figlio di Tullio
e sopratutto nel periodo che
va dal 1969 al 1974 ci frequentavamo anche assieme
ai figli di Mario (Rigoni Stern)
e di Olmi. E poi ogni volta
che avevo un film importante, interessante che volevo
presentare ad Ermanno, venivo qui, anche in compagnia
del regista Benvenuti (un
nuovo talento del cinema
italiano)”.
Un brindisi per Tullio
Un brindisi informale e singolare. In memoria. Così, visibilmente commosso, il Direttore del Festival del Cinema Marco Muller,
ha voluto ricordare l’amico Tullio Kezich, recentemente scomparso. Sul palco del Cinema Lux , con un calice di vino rosso in
mano, accanto al regista Gianfranco Rosi, “il più nomade cineasta
che abbiamo in Italia”, Muller ha ricordato come Asiago, 30
anni fa, le sia entrata nel cuore grazie proprio all’amico Kezich.
“Lui era il massimo dell’informale, ha aggiunto il Direttore del
festival lagunare, e questo brindisi gli sarebbe piaciuto”. Il calice in mano lo aveva solo Muller, ma il brindisi simbolicamente
lo hanno fatto tutti i presenti venuti alla proiezione del documentario di Rosi che lo scorso anno vinse il premio a Venezia
nella sezione ‘Orizzonti’ e che poi guadagnò tutti i primi premi ai
più importanti festival europei. Il docfilm, lirico, emozionante,
intrigante e assolutamente originale è stato visto da un buon
numero di pubblico che ha avuto anche l’opportunità di porre
alcune domande al regista Rosi, presente in sala. Un buon esordio
per questa iniziativa che nelle intenzioni dell’assessorato alla Cultura
e del Comune di Asiago vuole divenire un appuntamento fisso di
Asiago, in preparazione alla Mostra del Cinema di Venezia.
Tullio Kezich (1928 - 2009)
Marco Muller sul palco
del Cinema Lux di Asiago
Ha una grande ammirazione
per
il
regista
bergamasco che ormai si
è stabilito sull’Altopiano.
”Olmi è uno dei più importanti cineasti ‘fuori norma’ e
ha formato una delle scuole
di cinema più fervide che esistano in Italia, in grado di regalare alla cultura dei talenti
innovativi come Maurizio
Zaccaro. E poi Olmi ha insegnato come sia bello e affascinante mescolare fiction
e realtà documentaristica”.
Ma Asiago può diventare
una sorta di anteprima del
Festival? E’ una specie di
rivalsa delle cittadine di
provincia, nei confronti
dei grandi centri culturali? “ Speriamo che l’iniziativa possa avere seguito, questo dipende naturalmente dalla sensibilità degli amministratori. Quest’anno abbiamo
voluto proiettare al Cinema
Lux, (erano presenti oltre al
Direttore Muller anche il
regista Gianfranco Rosi)
un documentario che è stato
premiato nelle migliori piazze europee, presentato nella
sezione ‘Orizzonti’ ( che ha
vinto) alla Mostra di Venezia
dello scorso anno. “Below
Sea Level” è un documento
triste, forte, affascinante, girato nel deserto californiano
e sono felice di averlo presentato ad Asiago. Qui possiamo lavorare sui gusti e
sulle abitudini del pubblico in
modo più libero e aperto. E
poi penso che anche Tullio
aveva contribuito tanto a rendere visibile il materiale
filmico ad Asiago”.
Quindi la provincia...si rivaluta!
“Assolutamente. Le novità
vengono proprio dai centri di
provincia, pensiamo ai film a
‘low budget’ come ‘Terre
rosse’ e a una nuova realtà
che diverrà completamente
operativa fra qualche mese,
la casa di produzione ‘One
art’
dell’imprenditore
vicentino Bruno Benetti,
aperta a collaborazioni con
Russia, Cina, Asia, India, ma
sempre indipendente e che
opera saldamente dal
Veneto. Sono le località ‘eccentriche’ di provincia quelle più stimolanti e che possono mettere in modo un meccanismo di rilancio anche
economico.Anzi, pare anche
che l’azienda di ‘Boolliwood’
abbia pensato ad una villa
palladiana da convertire in un
centro servizi per la propria
produzione..
Senta, ma allora non c’è la
tanto famigerata crisi, almeno in questo ambito.
VENERDI' 11 ORE 21.00
SABATO 12 e DOMENICA 13
ORE 15.30 17.45 20.00 22.05
LUNEDI' 14 ORE 21.00
“Esistono delle persone che
vogliono scommettere sulla
cultura, anche in tempi di crisi. Il cinema non è magari fortemente in crisi, ma è proprio
in tempi di crisi che bisogna
sapere tracciare un ordine di
priorità e sapere cosa è più
importante fare. Anzi, i film
più interessanti si fanno proprio in tempi difficili, come il
nostro!”
Muller, per lei il cinema è
evasione o impegno?
“ Per me è una necessità!
Dedico al cinema metà del
mio tempo e quel poco spazio ‘non filmico’ lo riservo alle
occupazioni private, magari
con orari strani, come al mattino presto...”
L’anno prossimo quindi
potremo considerare la
piazza di Asiago una specie di spazio pre-Festival?
“ Perchè no? Qui c’è l’ambiente ideale, per produrre,
creare e riposarsi, partendo
con nuove idee. E poi Asiago
non è così distante da
Vicenza e da Venezia. Ancora qui, sull’Altopiano, esistono
degli
angoli
incontaminati e bellissimi capaci di destare attenzione in
senso creativo ma anche produttivo ed economico. Da
parte mia la disponibilità piena c’è!”
Eva Purelli
VENERDI' 18 ORE 21.00
SABATO 19 e DOMENICA 20
ORE 16.00 18.00 20.00 22.00
LUNEDI' 21 ORE 21.00
8
Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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20
Ilaria Panozzo ha realizzato una Guida al Forte Corbin
“La storia di un posto che amo”
L’autrice ci racconta come è nato il libro e ci parla delle sue aspirazioni
Foto Pretto Maurizio
CULTURA
Ha da poco dato alle stampe un libro che parla del Corbin, il
forte di proprietà della sua famiglia. Ilaria Panozzo, 22 anni, ha
voluto realizzare una guida al manufatto della Grande Guerra
che si trova a Treschè Conca, adatta a un pubblico molto vasto,
che va dagli anziani ai giovani, dagli appassionati ai meno esperti. Lo stile è lineare ma accurato, le informazioni semplici ma
complete. “Non sono una storica – puntualizza l’autrice - né
pretendendo di diventarlo a 22 anni, ho voluto realizzare una
pubblicazione che si rivolga a tutti coloro che, come me, sono
interessati non al tecnicismo del dettaglio, ma agli eventi, alle
storie e alla conoscenza dei luoghi”.
Come ti è venuta l’idea di cimentarti in un’opera così
impegnativa?
“Questo libro è nato nella mia mente, come un sogno da
realizzare prima o poi nel corso della vita. La scrittura è
sempre stata una mia passione, perciò scrivere un libro
che fosse tutto mio significava realizzare una parte di me.
Nella fattispecie, doppiamente, dato che l’oggetto è la
storia di un posto che amo: la fortezza conservata e ripristinata dalla mia famiglia a partire dal 1982, oggi diventata museo. I visitatori chiedevano se ci fosse una pubblicazione sul Corbin...ed eccoci qui”.
Come sei arrivata...qui?
“Realizzare un libro su armi
e strategie può sembrare
strano per una ragazza della mia età: la formazione
classica e l’Università mi
hanno dato gli strumenti e
quanto ai contenuti, qui ci
son vissuta e mio padre mi
ha trasmesso la sua passione. Il libro parla del
Corbin dal 1900 ad oggi,
storie di recuperanti ed
episodi narrati dagli an-
ziani, compresi, ricco di foto d’epoca della nostra collezione. Il tutto a me familiare, poiché supporto i miei
nella conduzione e tutela del luogo. Sono molto soddisfatta sia del mio lavoro, che già prevedo di ampliare
nella prossima edizione, sia della risposta del pubblico”.
Cosa c’è nel tuo futuro?
“Oltre alla scelta di implementare il libro con i nuovi
preziosi documenti che abbiamo ricevuto e scoperto
negli ultimi tempi, ho un sogno nel cassetto: spero di
coltivare la mia passione scrivendo altri libri o collaborando per qualche giornale..perchè no, anche per
l’Altopiano!”
In bocca al lupo allora!
Beppa Rigoni Scit
Tesi di laurea sull’Altopiano
“Altopiano di Asiago: attrazioni turistiche
e valorizzazione del patrimonio naturale”
RIUNIONE: mecoledì 9 settembre c/o aula Magna - Scuola Elementare di Asiago ore 18
L’Altopiano sembra trasformarsi sempre più in elemento di studio per i giovani laureandi che fanno di questi
luoghi ottima materia per conseguire la qualifica di dottore. La tesi di laurea compilata da Federica Casalis non
tratta solo temi storici legati
ai Sette Comuni, ma spazia
sulle principali attrazioni turistiche, analizzando il territorio, la sua gente fortemente legata alle tradizioni
o a quella natura che sempre più ha bisogno di
essere salvaguardata.
“Ho scelto questo
angolo di Veneto
come argomento della tesi – scrive Federica nella prefazione
– per via delle mie
origini famigliari e per
il forte legame che ho
ancora con questi luoghi”.
Un’accurata introduzione storica spiega i
primi insediamenti e
la trasformazione degli stessi in piccoli
centri urbani, i Comuni,
quindi si passa agli eventi
legati al dominio degli
Ezzelini e poi ancora avanti fino alla Grande Guerra,
passando per la generale
emigrazione del secolo
scorso. Nello svolgersi dei
vari capitoli sono approfondite le realtà economiche
dell’Altopiano, con un occhio di riguardo per i prodotti tipici sfornati dall’attività casearia e dalla produzione di miele. Buona la
ricerca che analizza il ter-
ritorio, con le sue peculiarità orografiche, urbanistiche e naturalistiche, ottimo
spunto per soffermarsi sugli usi civici e sulla salvaguardia e valorizzazione del
patrimonio paesaggistico.
Le scelte dell’attuale sindaco di Asiago Andrea
Gios in materia di politiche
ambientali, fanno da sfondo al paragrafo che valorizza l’Altopiano inserito in un
contesto naturale altamente complesso, con un turismo affamato di nuove costruzioni, ed uno sviluppo che dovrebbe rispettare le esigenze del territorio montano e di chi
ci vive.
La dissertazione finale
della neodottoressa
Casalis è stata presentata in sessione estiva a
fine del corso di studi
presso la facoltà di lingue e letterature straniere, Università di Torino,
relatore prof. Paolo
Gerbaldo.
G.D.F.
8
Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
21
L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale
RUBRICHE
COME EVITARE E COSAFARE IN CASO
DI CLONAZIONE DELLA “CARTA”
Avvocato Serena Baù
Sono in aumento i casi di truffa con le carte di pagamento
e i dati statistici rilevano che
le transizioni più pericolose risultano essere quelle in cui non
è necessario esibire fisicamente la carta come, ad esempio, gli acquisti effettuati via
Internet o per telefono. In tali
casi, infatti, avvenendo l’identificazione del titolare in base
a codici e non in base al riconoscimento fisico della persona (ovvero con la richiesta
della carta di identità e la verifica della firma) aumentano
proporzionalmente le possibilità di utilizzare illegittimamente
i codici e le identità altrui. Sarà
utile, pertanto, seguire alcuni
accorgimenti per cercare di
limitare il più possibile i rischi
di clonazione.
Per quanto riguarda gli acquisti effettuati in modo tradizionale, ovvero esibendo la carta
all’interno di un esercizio commerciale, il primo consiglio è
quello di non perdere mai di
vista la propria carta quando
si paga. Potrà sembrare un
suggerimento banale, ma è
molto importante non dare la
possibilità a nessuno di agire
sulla carta nascostamente.
Occorrerà, inoltre, seguire con
attenzione, senza farsi distrarre, l’operazione di passaggio
della carta e verificare sempre che la stessa venga utilizzata sola volta e che, quindi,
non transiti in più apparecchi
(magari con la scusa che
l’operazione non è andata a
buon fine). Sarà prudente,
inoltre, conservare le ricevute
fino all’arrivo dell’estratto conto bancario e controllare sempre con molta attenzione
tale documento, badando
in modo particolare alla sistematica ricorrenza di spese
di piccolo importo, perchè è
proprio li che può facilmente
nascondersi una truffa. Una
volta verificato l’estratto conto della carta, se non si rilevassero irregolarità, sarà prudente stracciare le ricevute
con accuratezza prima di
cestinarle, dato che a volte i
truffatori frugano nei rifiuti alla
ricerca di dati utili ai loro scopi. Per quanto riguarda gli acquisti on line, il suggerimento
principale è quello di servirsi
solo di siti ad alto standard di
sicurezza, protetti dai sistemi
di sicurezza internazionali.
Questi siti, che garantiscono la
trasmissione crittografata dei
dati, si riconoscono da un lucchetto che appare sulla home
page. Oltre a ciò è fondamentale non fornire mai i numeri
della carta di credito via e-mail.
Prima di effettuare il pagamento, inoltre, occorrerà verificare che il venditore abbia anche
una sede fisica e non solo virtuale e, per ulterio-
re certezza
(specie a fronte di pagamenti
per importi notevoli) bisognerebbe accertarsi che tale sede
esista davvero. In ogni caso
sarà bene prendere sempre
nota dell’indirizzo, del numero
di telefono, della ragione sociale e del nome dell’azienda nei
confronti della quale si effettua il pagamento e verificare
che siano pubblicate sul sito sul
quale si opera le condizioni di
vendita e le modalità per esercitare il diritto di recesso. Per
evitare spiacevoli inconvenienti nei pagamenti in internet potrebbe essere sufficiente, in
molti casi, fornirsi ed utilizzare, al posto delle carte di credito tradizionali di carte
prepagate ricaricabili che svolgono la stessa funzione, ma
con il vantaggio di limitare il
rischio di prelievo illegittimo
solo ad una piccola somma di denaro e non al
totale del conto corrente. Tutti gli istituti bancari hanno
tra i loro prodotti
carte di questo
genere. Allo
stesso modo, per
prevenire tali truffe può essere molt o
utile attivare i servizi di allerta via SMS, in questo modo ci si potrà rendere
conto in tempo reale di un
eventuale utilizzo non consentito della carta. Va detto che,
inoltre, molte carte di credito
includono tra i servizi aggiuntivi una o più polizze assicurative pensate per proteggere
maggiormente il titolare in
caso di furto o di clonazione,
sia che ciò avvenga in Italia
che all’estero.
In caso di clonazione della carta di credito, occorrerà per
prima cosa bloccare la carta
di credito telefonando ai numeri utili forniti dagli emittenti
della stessa, rendendo la carta inutilizzabile. Nel bloccare
la carta bisognerà porre attenzione ad annotarsi ora, data e
codice di blocco, nonché tutti
gli altri riferimenti necessari
per la prova dell’avvenuto
blocco. Se ci si dovesse rendere conto che la clonazione
della carta è avvenuta nel fine
settimana sarà bene attivarsi
il prima possibile, pare infatti
che il sabato e domenica siano i giorni prediletti dai
frodatori. A blocco effettuato
ci si dovrà recare immediatamente a fare la denuncia presso la più vicina stazione di Polizia od al più vicino comando
dei Carabinieri, avendo cura di
portare copia dell’estratto conto con evidenziate le somme
che non si riconoscono e che
si ritiene siano oggetto di
clonazione di carta e, quindi,
della truffa. Effettuato tale incombente sarà possibile con-
I lettori che vogliano
sottoporre domande su
qualsiasi questione di
carattere legale al nostro
avvocato possono inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
o scrivere a “L’avvocato
risponde – Giornale
Altopiano, Via Monte
Sisemol, 9 36012
Asiago (Vi)”
testare alla società emittente la
carta la transazione non autorizzata, richiedendo il risarcimento degli importi sottratti dal
conto a causa della clonazione
della carta. Per fare ciò occorrerà inviare entro 60 giorni dalla
data di emissione dell’estratto
conto (anche se è sempre
meglio farlo prima possibile)
una contestazione scritta e firmata dall’intestatario della carta di credito, allegando copia
dell’estratto conto contestato,
copia fronte-retro della carta
tagliata in due e copia della denuncia effettuata agli organi di
polizia. Gli addebiti fraudolenti saranno rimborsabili dalla
società emittente salvo che il
possessore della carta dimostri
che è esente da responsabilità.
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
La timidezza: un lato
del carattere molto
limitativo che può avere
ottimi risultati in terapia
Siete impauriti quando dovete incrociare sguardi o iniziare una
conversazione? Soffrite quando dovete andare a cena da amici
o vi dovete presentare in un gruppo? Se può essere una consolazione, sono molte le persone che si sentono a disagio nei contesti sociali tanto da limitare le proprie esperienze di relazione.
La timidezza è solitamente una caratteristica piuttosto stabile
(si direbbe un tratto di personalità) che matura nel tempo e
influenza ogni atteggiamento nei confronti degli altri. C’è chi è
stato un bambino timido e lo è tuttora, o chi è riuscito, tramite
esperienze positive e forza di volontà a cambiare e a diventare
addirittura estroverso e con una personalità forte (ad es. il Papa,
Baglioni o la Pausini, per fare un po’ di gossip). La persona
introversa (ed è paradossalmente una tra le conseguenze più
temute) a causa della sua ritrosia e di un atteggiamento di chiusura può sembrare antipatica o “volutamente schiva”, complicando ulteriormente i rapporti interpersonali. Il guscio difensivo
solitamente porta a una chiusura che tenta di proteggere il soggetto dal mostrarsi inferiori, deboli, inaccettabili; la tecnica però
è autodistruttiva tanto da provocare negli altri proprio le conseguenze temute: distacco, mancanza di interesse, rifiuto.
Alcuni studiosi hanno classificato le paure più frequenti nei timidi. Ad esempio, esistono individui che hanno come imperativo quello di non disturbare il prossimo o il timore di danneggiarlo; pertanto, l’atteggiamento tenuto è spesso passivo e accondiscendente per la costante sensazione di essere poco stimati e
a rischio di essere giudicati oppositivi e aggressivi. Altri invece
odiano le situazioni in cui è richiesta una prestazione di caratte-
re sociale (chi odiava le recite a scuola?). In questo caso il
terrore (è proprio così per qualcuno) nasce dal cercare a tutti i
costi di non fare brutte figure in pubblico e mostrarsi vergognosi
o inadeguati. In effetti questa è una delle paure più frequenti,
che a volte dà il via ad un percorso “tutto in salita” dal punto di
vista psicologico che tende a generalizzarsi alle situazioni meno
minacciose. Le ultime due tipologie includono l’evitamento di
tutte le situazioni in cui bisogna esporsi in prima persona e confidare sentimenti, idee o esperienze intime e personali che possiamo chiamare “timidezza interiore” (provate a pensare se
conoscete persone da molto tempo…senza in realtà sapere
nulla di loro) e la timidezza “estetica”, ovvero la paura di
mostrarsi inaccettabili per qualche difetto fisico legato ai
sintomi fisiologici dell’ansia (sudorazione, rossore, tremore,
blocco della parlata, balbuzie, respirazione affannosa, ecc.).
C’è poi chi è in difficoltà in tutte queste situazioni.
Dietro a tutto ciò sembra esserci un’idea di inferiorità molto
marcata che diventa estrema e talmente profonda da bloccare la persona dal punto di vista emotivo e
comportamentale. In altre parole, se le esperienze di vita in
età precoce (traumi psicologici) hanno sensibilizzato la persona alla fobia, le situazioni sociali successive tendono a
confermare l’idea di essere impacciati, goffi, stupidi, ignoranti, inaccettabili, schifosi. Non esagero: le persone timide
tendono a dirsi queste cose orribili dentro di sé proprio mentre stanno affrontando una situazione sociale. La loro “telecamera” interna, ovvero l’attenzione, si sposta su loro stes-
Stefano Rigoni, Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
si; è come se si accendesse un faro e si trovassero nudi sul
palco di un teatro gremito. Questa è la sensazione del timido.
Capite bene che non è così facile, dopo tante esperienze
così drammatiche affrontare il problema e ribaltare psicologicamente la reazione emotiva conseguente.
È chiaro quindi che queste persone devono affrontare le proprie paure ricostruendo un mondo interno e il sistema dei propri giudizi su di sé in modo più obiettivo e confortevole.
Cambiando parzialmente l’ottica, mi sembra corretto aggiungere che alcuni timidi non solo hanno un nucleo di sfiducia personale, ma si dimostrano in difficoltà nelle situazioni temute per
mancanza (o carenza a vari livelli) di abilità sociali. Quello che
voglio dire è che non basta, per adattarsi nel proprio gruppo di
riferimento e costruirsi una buona immagine sociale, avere un’ottima autostima; è necessario anche saper stare con gli altri controllando i propri bisogni e le proprie emozioni negative, utilizzare il proprio corpo (comunicazione non verbale), parlare, scegliere i tempi d’interazione e di relazione. Il timido in pratica non
sa come affrontare la situazione sociale e non ha strumenti di
comunicazione adeguati per entrare in relazione in modo brillante, difendersi dalle critiche e dai giudizi altrui, costruire dei rapporti basati sulla fiducia e sul rispetto reciproco. In terapia questi
obiettivi sono raggiungibili in tempi brevi e con buoni risultati,
perché si tratta di costruire ad hoc un percorso formativo di
empowerment (potenziamento) delle proprie abilità sociali che
davvero fornisce nuovi strumenti e una nuova immagine sociale
di…”ex timido”.
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l’Altopiano
Sabato 5 settembre 2009
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Attesa ed intensa settimana di contatti ufficiali con la stampa
HOCKEY
Pagina a cura
di Cesare Pivotto
Settimana intensa in casa Asiago
dove (finalmente) si sciolgono
con l’ufficialità delle conferenze
stampa e dei comunicati molti interrogativi ed incertezze relative
al mercato ed ai programmi di una
società che sempre meno velatamente propone le sue ambiziose
mire stagionali. Non ci sono visi
corrucciati, tesi, pensosi,ma
sguardi ammiccanti quasi, frasi
dette con sicurezza e con un filo
di sorriso sulle labbra, con
malcelata
soddisfazione.
Mantovani esordisce nella conferenza stampa di venerdì 27 agosto giustificando il <blackout> di
informazioni con la necessità di
fare le cose per bene ma con prudenza e concretezza per una stagione che definisce “importante
continuazione del passato in cui
piazzare un evidente salto di
qualità”.
Poi propone il primo annuncio
ufficiale, facilmente intuibile dai
presenti, anche se da noi già da
tempo previsto ed anticipato,
quello del ritorno in giallorosso
di Michele Strazzabosco, che già
Settimana intensa, abbiamo detto,
sul
piano
delle
ufficializzazioni; in attesa di conoscere quella relativa al main
sponsor (annunciata come probabile per lunedì 7 settembre) in
questi giorni sono stati via via
resi noti con comunicati stampa i
nomi dei giocatori confermati,
praticamente l’intero pacchetto
arretrato: il 25enne Daniel Bellissimo (nella passata stagione
miglior portiere della Lega, alla
terza stagione in giallorosso ed
ora anche in possibile odore di
nazionale), il 23enne difensore
italo-canadese Nick Plastino,
anch’egli per il terzo anno ad
Asiago, così come il 28enne
oriundo Matt De Marchi, ed il loro
compagno di reparto, l’esperto
34enne finlandese di Turku Mika
Lehtinen, lo scorso anno impeccabile dentro e fuori dal ghiaccio. Quasi a ricomporre un
terzetto arretrato già visto a Milano due stagioni fa, assieme a
Strazzabosco e Lehtinen tornerà
ad Asiago (dove aveva già disputato il campionato 2005/06) un
altro difensore di muscoli e qualità; si tratta di Carter Trevisani,
27enne difensore oriundo e della
Nazionale prelevato dal
ValPusteria, che così ha sottolineato il suo ritorno “Sono felicissimo di tornare ad Asiago; mi
sono trovato molto bene nella
Mantovani mostra via via i suoi gioielli
in arrivo Intranuovo, Ulmer ed Henrich
lo scorso anno sembrava poter
rientrare ma che invece all’ultimo preferì tentare una nuova, alla
fine non fortunatissima, avventura a Cortina.
“Qualche anno fa – ha riferito
Tessari – avevamo dato il 2009/
10 come anno di realizzazione
del progetto e del ritorno
dell’Asiago ad alti livelli; non
mi sbilancio ma adesso vogliamo tornare ad essere ambiziosi;
e chi meglio di Michele può impersonare e fotografare queste
intenzioni? Lui ritorna per prendere la leadership del gruppo,
per l’immagine della squadra,
per portare a conclusione il lavoro svolto e per puntare ad
obiettivi che non nomino per
scaramanzia” con evidente allusione ad un pensiero allo scudetto.
Il 33enne forte difensore azzurro,
dopo quattro stagioni passate
(tre) a Milano ed a Cortina (1),
tornerà dunque a vestire la maglia n° 6 (una sorte di “dovere
morale” riguardo al passato, anche se a lui piacerebbe molto il
96) di un team tornato finalmente
a nutrire fondate ambizioni di rientrare nei quartieri alti dell’hockey
nazionale “La mia carriera è sempre stata segnata da grosse ambizioni, anche se non sempre
realizzate - ha commentato Michele - e quest’anno queste sono
ad Asiago; ho sempre mantenuto ottimi rapporti con la società
ma per tornare avevo bisogno
di cogliere qualità, qualità, traguardi. Adesso vedo un Asiago
compatto ed ambizioso, con stranieri nuovi da scoprire ma con
un buon gruppo che può andare lontano; se la favorita d’ob-
Franco Vellar
e John Harrington
bligo è ancora il Bolzano,
l’Asiago potrà dire la sua. Adesso Asiago mi dà grande fiducia
ed eccomi qua”.
E se Mantovani ha concluso quell’appuntamento sottolineando la
contentezza e l’entusiasmo per il
ritorno di Strazzabosco (in predicato anche per appuntare con la
“C” i galloni da capitano della
squadra), un vero e proprio simbolo ed obiettivo numero uno
della campagna acquisti stagionale, commentando “forse è proprio questo l’anno giusto in cui
si stanno verificando parecchie
convergenze positive e speriamo che questo riporti anche
molta gente allo stadio”, non
meno raggiante è stato quanto
lunedì scorso ha presentato per
la prima volta il nuovo coach
John Harrington, leggenda dell’hockey (giocato) a stelle e strisce (fra i protagonisti della stori-
ca vittoria olimpica di Lake Placid
1980 degli Stati Uniti a spese dell’allora imbattibile selezione sovietica) ed affermato allenatore,
chiamato quest’anno a guidare
la panchina di un Asiago carico
e convinto di nutrire giustificate
ambizioni. “In una stagione in
cui abbiamo programmato scelte di qualità serviva aggiungere un allenatore di qualità ed
esperienza
come
John
Harrington che non ha certo
bisogno di presentazioni”
Il 52enne tecnico del Minnesota
parla con scioltezza senza però
entrare nei particolari di una squadra che conosce poco, a metà; la
sua
valutazione
viene
(doverosamente
e
giustificatamente) rimandata a
quando avrà a disposizione l’intero roster (cosa che dovrebbe
completarsi in questi giorni) ed
avrà avuto modo di “toccare con
mano” caratteristiche e qualità
dei suoi giocatori, anche se esprime parole positive per i ragazzi di
Asiago che ha visto lavorare
duramente e proficuamente in
queste settimane. “Grazie ad
Asiago per avermi dato fiducia
– le sue <scontate> parole
d’esordio – sono felice di lavorare con giocatori esperti ma mi
stimola ancor più quando ho a
che fare con giovani per i quali
programmare sviluppo e crescita” per poi annunciare i suoi due
obiettivi: far crescere la squadra
di settimana in settimana, facendo in modo che riesca a giocare
bene e con intelligenza, divertendosi e facendo divertire il primo,
imparare l’italiano il secondo.
Altra notizia “annunciata” ma
solo in questa sede ufficializzata
quella che “al suo fianco, rientrando dalla porta principale,
ci sarà Franco Vellar, un ritor-
I volti, vecchi e nuovi, dell’Asiago
stagione 2005/06. Spero che
potremo lottare per un risultato
importante; questo è il mio
obiettivo!”. Annunciate anche le
conferme di due attaccanti:
l’espertissimo 38enne John Parco ed il dieci anni più giovane
conterraneo (entrambi, come
Plastino, di Sault Ste.Marie) Dave
Borrelli, fresco di matrimonio.
Oltre a questi sono stati ufficialmente annunciati i nomi dei giocatori asiaghesi che faranno parte del roster di Harrington: il
20enne Gianfilippo Pavone ed il
18enne Alessandro Tura (rispettivamente nel ruolo di secondo e
terzo portiere), i difensori Enrico Miglioranzi (18 anni il prossimo 8 ottobre, che prenderà la maglia n° 15 che qualche lustro fa fu di suo padre
Gaetano) e Marco Rossi (23
anni), e gli attaccanti Federico
Benetti (23 anni), Filippo Busa
(24 anni), Mirko Presti (18 anni
il prossimo 29 settembre), Andrea
Rodeghiero (27 anni, il veterano
fra i giocatori locali), Matteo
Tessari (20 anni, esploso nella
passata stagione) e Nicola
Tessari (22 anni a novembre).
“A fianco a questi giocatori
– si legge - potrebbero essere
previsti
dei
graduali
inserimenti di atleti del settore
giovanile mirati all’ampliamento del loro bagaglio di esperienza”.
Proprio in queste
ore sono stati
ufficializzati anche
i nomi di tre volti
nuovi per l’attac-
co asiaghese, nomi che peraltro
circolavano da tempo. Queste le
loro schede:
Michael Henrich, nato il 4 marzo
1980n a Thornhill (Ontario), 188
cm x 95 kg, ala destra di stecca
destra, 1^ scelta, 13° assoluto, degli Edmonton Oilers nell’NHL
Entry Draft del 1998; dopo oltre
300 partite in OHL,
nel 2000/01 6 gare in ECHL (1
rete e 1 assist) prima di passare in AHL con gli
Hamilton Bulldogs con cui
disputa anche l’intera
stagione successiva
(149 partite, 21 reti e 36
assist). Nel 2002/03
prima parentesi europea con gli svedesi
del Moka IK (12 gare,
3 reti e 1 assist), il ritorno ad Hamilton (12
gare senza punti) ed il
passaggio alla’tra
franchigia AHL degli
Hershey Bears (10 partite ed
1 assist); l’anno dopo ancora AHL con i Toronto
Roadrunners (61 gare, 16
reti e 10 assist) quindi in
ritorno europeo in Germania: in DEL con i
Duisburg Foxes (43 gare,
10 reti e 11 assist), in
Bundesliga con il Wolfsburg EHC
(48 gare, 16 reti e 20 assist) ed
infine ancora in DEL con i
Wolfsburg Grizzly Adams (56
partite, 16 reti e 15 assist).
Layne Ulmer, nato a North
Battleford (Saskatchewan, Canada) il 14 settembre 1980, centro di
stecca sinistra, 186 cm per 95 kg,
è stato 7^ scelta, 209^ su tutti,
degli Ottawa Senators nell’Entrydraft 1999.
Dal 1997/98 al 2000/01 per 4 stagioni in WHL con i Swift Current
Broncos (292 gare, 180 reti e 163
assist); entra nell’All-Star Team
della WHL-East nel 1999/00 e nel
2000/01.
Nel 2001/02 fa la sua prima apparizione in AHL con gli Hartford
Wolf Pack (22 gare e 5 assist) per
poi passare in ECHL con i
Charlotte Checkers (43 gare, 20
reti e 19 assist), quindi 3 intere
stagioni ancora con Hartford (224
partite, 43 reti e 71 assist) con
un’apparizione in NHL con i New
York Rangers; quindi l’ultima stagione nordamericana, ancora in
AHL, ma con i San Antonio
Rampage (77 gare con 19 reti e 26
assist) prima della scelta europea.
Nel 2006/07 arriva in Filandia
(SM-Liiga) con il TPS Turku (56
gare, 17 reti e 29 assist), poi una
no che annuncio con gusto, piacere e soddisfazione” le parole
di Mantovani. Sull’ex capitano di
lungo corso Harrington così si è
espresso “Sono soddisfatto di
avere al mio fianco Franco,
esperto e <decorato> ex giocatore e capitano che mi sarà sicuramente di grande aiuto”.
Vellar, 43 anni il prossimo 23 ottobre, per 16 lunghi anni (dal 1986
al 2002) bandiera e (per 8 anni)
capitano della formazione
giallorossa (anche quella del
fatidico, storico e finora unico
scudetto), torna dunque da tecnico sulla panchina asiaghese
“Non mi sembrava vero quando
mi è stato chiesto ma ci ho dovuto pensare un attimo – esclama Vellar con qualche imbarazzo
– prima di accettare; essere
chiamato al fianco di John è
motivo di grande soddisfazione,
un’esperienza che mi stimola
moltissimo. Sono però qui fondamentalmente per imparare –
ha aggiunto – è spero di poter
essere utile a John soprattutto
per la conoscenza che ho dei
giocatori locali e del nostro
ambiente”. Un’esperienza che
potrebbe valere in futuro per l’ex
capitano giallorosso una carriera da allenatore? “Chissà, non si
sa mai” commenta Vellar che ritroverà in squadra anche quel Michele Strazzabosco cui è legato da
una profonda amicizia. “Franco era
uno di quelle pedine che rientrava nei nostri piani – aggiunge il
diesse Tessari – per non disperdere patrimonio locale e far ritornare in società uomini importanti che
hanno ancora molto da dare all’hockey asiaghese per accrescerne qualità ed immagine”.
sorta di discesa di latitudine: un
anno in Germania (DEL) con i
Frankfurt Lions (68 gare, 17 reti e
18 assist) e quindi nel 2008/09 in
Austria con l’EC Graz (56 partite,
14 reti e 22 assist). Quest’anno in
Italia con l’Asiago?
Ralph Intranuovo, nato a East
York (Ontario – Canada) l’11 dicembre 1973, ala sinistra, 174 cm
x 85 kg, 4^ scelta di Edmonton
nel draft 1992; tre stagioni con i
Sault Ste.Marie Greyhounds
(OHL) dal 1990 al 1993 poi due in
AHL con i Cape Breton Oilers (68
reti e 80 assist in 140 partite) con
l’esordio in NHL con Edmonton.
Con Cape Breton gioca altre due
stagioni durante le quali torna sui
ghiacci NHL con Edmonton (18
partite con 2 reti e 2 assist) e con
i Toronto Maple Leafs (3 gare e 1
assist), quindi 90 partite in AHL
con Hamilton Bulldogs (44 reti e
44 assist) e due stagioni in IHL
con i Manitoba Moose (160 partite, 59 reti e 68 assist) prima dell’approdo in Europa, nel 1999,
nella DEL prima 1 anno con
Mannheim (15+19) poi 2 con
Essen (47+35), due stagioni in
Austria con Linz (86 gare,
37+25), ancora due anni in DEL
con Iserlhon (103 gare, 36+35)
ed una stagione 2006/07 fra
Austria (Klagenfurt) e Germania
(Kolner Haie), quindi l’approdo
in Slovenia, a Lubiana.
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l’Altopiano
Sabato 5 settembre 2009
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HOCKEY INLINE
Si ricomincia con la Supercoppa
E’ già tempo di tornare in pista (mai così poche le vacanze come quest’anno). E’ già
tempo di derby. Proprio come
tre mesi fa, quando Rigoni di
Asiago Vipers e Caoduro Diavoli Vicenza avevano scritto
una piccola pagina di storia di
questa disciplina: primo derby-scudetto, prima volta nella
cornice dello stadio Odegar
(gremito da oltre 1000 spettatori nelle due partite di finale disputate lì), primo epilogo
ai rigori, nella decisiva gara 4
che ha incoronato per la sesta volta di fila Asiago.
Adesso si riparte. Ancora da
loro. In palio la Supercoppa,
l’unico trofeo sfuggito alle
“vipere” nella passata stagione. Il 6 gennaio scorso fu
l’Edera Trieste di Cristian
Rela (e degli altri asiaghesi
Michael Corradin, Fabio
Rigoni e Franco Vellar) a conquistare all’overtime il suo primo titolo. Il 6 settembre (ore
18.30, ad Asiago) sarà di nuovo Supercoppa, tornata nella
sua naturale collocazione di inizio anno. C’è chi la snobba un
po’, essendo il traguardo
meno prestigioso dell’annata
sportiva, ma vincerla fa sempre bene, questo è sicuro, specie all’inizio della stagione. Lo
sa Asiago (che in bacheca ne
ha già cinque), lo sa Vicenza,
che, dopo due finali (perse)
nella stagione del primo “step”
per diventare una “grande” a
tutti gli effetti, vuol vincere
qualcosa assolutamente. E
questa finale sembra essere
l’occasione più propizia per i
biancorossi che si sono attrezzati con gli arrivi del portiere
azzurro Stefano Antinori e con
quelli, non ancora ufficializzati
dalla società, dei fratelli Armando ed Enrico Chelodi.
Trattative in corso, inoltre,
anche con Michael Corradin,
Fabio Rigoni e Matthias
Eisenstecken per il pacchetto
arretrato.
Ma il derby, in queste settimane, si è giocato e tuttora si gioca anche fuori pista, visto che
alcuni pezzi pregiati della
collezione Vipers sono oggetti del desiderio di Vicenza ed
Edera Trieste: Gianluca
Tomasello e Claudio Mantese,
quest’ultimo sicuro assente
della sfida a causa di un infortunio.
Entrambi,
recentemente, sono entrati in
contatto con le due società,
principali antagoniste che
vorrebbero mettere sotto
contratto
i
due
giocatori. Proprio
la
Supercoppa potrebbe esse-
re una sorta di “linea di confine” per le trattative e quindi a breve il futuro delle due
“vipere” dovrebbe essere più
chiaro. Ad Asiago, invece,
vorrebbe approdare un “diavolo”, Giacomo Petrone,
ma, al momento di andare in
stampa, non si conosce
l’epilogo di questa storia.
Non arriverà, invece, Greg
Thompson, capitano degli
Usa campioni del mondo e
già in maglia Vipers nel 2007
(in occasione della seconda
vittoria in Champions), che
ha rinunciato per problemi
legati alla sua attività lavorativa che gli impedisce di rimanere lontano dagli States
per una stagione intera. Resta percorribile, in linea più
teorica che altro, l’ipotesi
“part time”, magari per la
parte finale del campionato.
foto di Carlo Dal Sasso
Ancora nessuna novità, infine, sul fronte allenatore,
con il presidente Fabio Forte che a questo punto, proprio come un anno fa, inizierà la stagione in panchina, in attesa di eventuali sviluppi (in estate erano circo-
lati i nomi, peraltro quasi
scontati, di Gianluca Canei
e Roberto Ciprian).
La stagione riparte e mai
come questa volta sembra
essere aperta la “caccia alle
vipere”, in pista e fuori.
Stefano Angonese
e, mentre si fa già strada qualche nome asiaghese, la soddisfazione per la buona risposta alla gara organizzata lascia
intravedere qualche stralcio di
luce per il meraviglioso sport.
Salto con gli sci - 8° Memorial “Antonio Pertile”
Da Gallio nuovi stimoli per il rilancio
I risultati e le speranze del Comitato Veneto e del Direttore Agonistico Ivo Pertile
Domenica 23 agosto, a Gallio,
si è tenuto l’ottavo Memorial
“Antonio Pertile”, giornata dedicata alla gara di salto con
gli sci che ha visto la partecipazione delle categorie promozionale, ragazzi, allievi e
aspiranti. In concomitanza
con l’iniziativa, si sono tenuti
anche i Campionati Italiani
Femminili (giovani).
L’occasione è stata propizia
per avviare il rilancio dell’attività sportiva che coinvolge
il settore Salto e Combinata
Nordica, attraverso una nuova edizione del memorial, che
ha mirato non solo a proporre una gara efficiente a tutti
gli effetti, ma anche un momento
di
incontro,
condivisione e confronto,
fondamentale a creare la
sinergia utile a ridare vita a uno
sport che in Altopiano molti
avevano già dato per morto.
La gara è iniziata alle 09:00
con la categoria promozionale
sul trampolino HS 21; primo
posto per Giovanni Bresadola,
secondo per Lara Malsiner e
terzo per Michele Longo.
A seguire, si è tenuta la gara
dallo stesso trampolino della
categoria ragazzi, che ha visto sui primi due gradini del
podio due atleti dell’Unione
Sportiva Dolomitica, Alessio
e Manuel Longo, seguiti da
Mirko Sieff.
Più tardi, la categoria Allievi
ha gareggiato sul trampolino
HS 33; il podio è stato conquistato da Andrew Lunardi,
dello Sci Club Gallio, tanto per
confermare il detto che recita
“buon sangue non mente”; il
giovane atleta, classe 1996, è
infatti fratello di Michael
Lunardi, saltatore che sta
attenendo buonissimi risultati.
Al secondo posto si è piazzato
Manuel Longo, mentre al terzo
si è posizionato Luca
Gianmoena.
Al di là della sana competizione
creata dal memorial, è da sottolineare il clima di festa che si
è respirato per tutta la giornata;
lo sport riesce a trasformarsi
in occasione di incontro e di
armonia, cosa che si è vista con
la sorpresa organizzata dai ragazzi a una saltatrice che ha
compiuto gli anni quel giorno:
la ragazzina non aveva detto a
nessuno della ricorrenza, ma ci
si è accorti dai moduli di iscrizione che la sua data di nascita
coincideva con quella della
gara. Ecco che lo sport celebra
i vincitori, ma anche tutti i partecipanti, fornendo uno spunto
di aggregazione.
Ed è proprio questo lo spirito
che ci si auspica di creare ai
fini di risollevare questo sport.
La collaborazione delle autorità
sembra esserci tutta, ma manca ancora qualche tassello da
ricucire.
“Innanzitutto – ha dichiarato il
Direttore Agonistico Salto e
Combinata Nordica Ivo Pertile
– è importante avere un allenatore sportivo fisso, cosa che
si prevede vada presto in porto. Un altro punto fondamentale è la chiarezza dei ruoli e
delle competenze di ogni soggetto coinvolto, in modo tale
che possa esserci una rispettosa cooperazione – ha proseguito – Per quanto riguarda un
nuovo avvio dell’attività ad
Asiago, c’è bisogno anzitutto
di una struttura, di personale
disponibile e qualificato e di
sponsor che sostengano questo
sport, oltre che di un gruppo di
persone che, nel loro piccolo,
possano contribuire alla conservazione del salto con gli sci,
sport di lunghissima tradizione”. Il Direttore Agonistico
FISI si è dimostrato soddisfatto della gara organizzata e ha
percepito una fiducia crescente nella disciplina, auspicando
per il prossimo futuro una collaborazione positiva tra soggetti,
ma anche tra Asiago e Gallio.
“E’ importante che l’allenatore diventi un perno fisso intorno cui ruotino atleti e genitori
– sostiene per il Comitato
Veneto Evelina Pertile – in
modo tale da dare importanza
e proseguo a una disciplina che
ha profonde radici nel nostro
territorio, oggi forse un po’
contaminata da altri sport sicuramente più pubblicizzati a
livello mediatico. A Gallio possediamo una struttura completa – ha proseguito – un trampolino K60 che ci permette di
correggere gli errori di stile e
un’organizzazione di gare che
non ha nulla da invidiare a
quella di altre organizzate in
località diverse. Importante è
anche creare un gruppo di volontari sempre disponibile”.
La figura dell’allenatore si
pone quindi come il primo
passo di un lungo cammino
per il riavvio della disciplina
Martina Rossi
Domenica 20 settembre la 2^ Corsa del Donatore
Si terrà domenica 20 settembre la “2^ Corsa del Donatore”, organizzata dall’Aido e dall’Avis
dell’Altopiano con il patrocinio della città di Asiago, corsa non competitiva di 6 km attraverso il
parco e il cuore di Asiago, su un percorso di 2 km da percorrere tre volte. Il ritrovo è fissato alle 8.30
in piazza II° Risorgimento per le iscrizioni alla corsa e al pranzo e il ritiro dei pettorali; alle 9.45 si darà
il via alla “Mini run”, per bambini e ragazzi fino ai 13 anni compiuti che prevede un unico giro di 2
km e l’iscrizione gratuita; alle 10 partirà la corsa degli atleti amatori. Alle ore 11.30 si terranno le
premiazioni e alle 12.30 sarà servito il pranzo presso il Centro Giovanile di Asiago, a cura del gruppo
“I fa e i desfa”. Nell’ambito dell’appuntamento, nel pomeriggio alle ore 15.30 presso la sala dei
Quadri del Municipio di Asiago è in programma l’incontro sul tema “La donazione da vivente”, con
il professor Claudio Ronco, dirigente di 1° livello della divisione di nefrologia, dialisi e trapianto
dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. Le preiscrizioni alla corsa si ricevono da Aesse Garden in via
Patrioti ad Asiago e Puro Sport in via Prà Bordoni a Zanè, mentre per maggiori informazioni ci si può
rivolgere a Franco (347 2258690) o Mattea (348 3240319).
S.B.
Lancio del giavellotto
Silvia Carli è vicecampionessa italiana
Silvia Carli, campionessa nostrana di lancio del giavellotto, atleta
delle Fiamme Oro, ai recenti Campionati Italiani svoltisi a Milano,
ha conquistato un bel secondo posto. Una gara in cui l’atleta 24enne
è partita male per poi piazzare un 49’90 al suo terzo tentativo.
n“Sarà stata l’afa o l’emozione, ma all’inizio sono stata contratta, poi
al terzo lancio mi sono sciolta convinta dei miei mezzi – racconta Silvia
che ha ereditato la passione dell’atletica dal padre Roberto ora il suo
allenatore – Posso lanciare meglio e più lungo, ma l’importante era
confermare la mia posizione dietro alla Zara che è effettivamente for-
tissima”. I prossimi appuntamenti di Silvia sono in settembre con i
campionati italiani di società che inizierà il periodo di carico lavorativo
con gli allenamenti che passano da 5 alla settimana a 10 per essere
pronta per le competizioni della stagione. “Un ringraziamento va alle
Fiamme Oro che mi permettono di allenarmi come voglio e a casa
così da poter essere seguita da mio papà – conclude Silvia – Lo sport
ti forma, ti fa accettare sconfitte, sacrifici e responsabilità. Ma anche
l’appagamento di un lavoro ben fatto, lo sforzo per raggiungere un
obbiettivo, il gusto della vittoria.”
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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Campioni di ieri e di oggi
SPORT
Sergio Rigoni, classe
’86, è una delle più recenti glorie dello sport
altopianese.
Ha iniziato a sciare all’età di sette anni, spinto dal padre, ex saltatore
e combinatista che ha
trasmesso la sua passione per lo sport invernale anche ai propri figli;
con Sergio, infatti, hanno sciato anche le due
sorelle: Selene, la più
grande, e Valentina, la
più piccola.
Fin da subito, Sergio ha
preferito questo sport al
calcio, che ha praticato
con impegno quando era
più piccolino; così è entrato a far parte dell’USA, società che lo ha
aiutato a migliorarsi e che lo
ha seguito fino a quattro anni
fa.
Passando di categoria, non
ha più potuto essere seguito
dall’associazione asiaghese,
cosicché oggi corre per il
Corpo Forestale dello Stato.
Dal 1998, ha ottenuto parecchie soddisfazioni in entrambi gli stili (sia pattinato che
Sergio Rigoni e il suo cammino
(presente e futuro) sugli sci da fondo
Ecco il percorso del ventitreenne
asiaghese che dall’età di sette
anni pratica lo sci nordico
collezionando successi
alternato) e su diverse distanze, anche se non nasconde
la sua predilezione per lo
Sprint 1,5 km.
Nel 1998, è arrivato il suo
primo podio con una medaglia di bronzo, mentre nel
1999 ha ottenuto ben due ori
nella categoria Ragazzi nell’ambito dei Campionati Italiani.
Nel 2001, sempre ai Campionati Italiani, ha ottenuto altre
due medaglie d’oro nella categoria Allievi, mentre dal
2002 al 2004 è riuscito a classificarsi sempre in ottime
posizioni: un oro, un argento
e tre bronzi per la categoria
Aspiranti.
Quest’anno sono arrivate
grosse soddisfazioni, prima
fra tutte la vittoria ai Campionati Italiani Under 23, nella 15 km tecnica classica,
seguita da un argento nello
Sprint tecnica libera e da un
altro argento ai Campionati
Italiani Assoluti nello Sprint
a coppie.
Sergio Rigoni si è poi qualificato per i Mondiali della sua
categoria, ma, sfortunatamente, non ha potuto concorrere, dal momento che si è
ammalato proprio qualche
giorno prima dell’inizio delle
gare. Sono comunque ottimi
Volley Cesuna, si ricomincia
risultati che lasciano ben sperare; come ogni atleta che si
rispetti e, specialmente, da
campione qual è, spera di
poter partecipare alle Olimpiadi Invernali del prossimo
anno, le cui selezioni partiranno a novembre.
Questa per lui si pone come
una sfida importante, ma specialmente come un input di
crescita, dal momento che si
troverà a confrontarsi con
atleti che si collocano al vertice delle classifiche mondiali,
così come gli è capitato a
febbraio, quando ha partecipato, con buoni risultati, alla
sua prima gara di Coppa del
Mondo: un’esperienza positiva per il confronto
costruttivo con validissimi
sportivi.
E mentre fa progetti per il suo
futuro, Sergio si trova in Nazionale B, con cui si allena
durante numerosi raduni: corsa, ski roll, camminata, bicicletta e palestra, sia mattina
che pomeriggio.
Anche quando si trova ad
Asiago, si allena comunque
tutti i giorni, per mantenere
la propria forma fisica.
Gli chiedo cosa vorrebbe fare
da grande e mi risponde che,
finché potrà, vorrà impegnarsi come atleta e che poi mirerebbe a entrare in qualche
corpo dello Stato o a lavorare nella ditta di famiglia.
A tal proposito, Sergio ha tenuto a ringraziare i genitori
per l’appoggio morale ed economico che gli stanno dan-
Aperti i battenti per le nuove iscrizioni, la società è presente in ogni categoria
Terminata la pausa estiva,
dove è stato dato spazio ai
tornei estivi ed al beach
volley, è arrivato il momento
anche per gli atleti della
pallavolo di calzare le
scarpette ed iniziare a prepararsi per la nuova stagione sportiva. La P.G.S.
Pallavolo Cesuna si presenta quest’anno agli appassionati del settore con una sostanziosa novità: grazie all’accresciuto numero di allenatori federali, tutte le squadre dell’associazione parteciperanno ai campionati di
Federazione coronando,
dopo tanti anni di gavetta,
l’ambizioso obiettivo di aumentare lo spessore tecnico di allenatori e atleti.
Le locandine sparse per
il territorio chiamano a
raccolta chiunque voglia
cimentarsi in questa nuova sfida, dando la possibilità anche a chi è alle
prime
armi
di
approcciarsi con un ragionevole periodo di prova. La società è presente in ogni categoria, per
cui non vi sono limiti di
età per la partecipazione:
si inizia con i bambini frequentanti le elementari
che vengono inseriti nei
tornei di Gioca-Volley o
Minivolley, secondo la fascia
d’età, in questo caso l’attenzione è rivolta a giochi
propedeutici all’insegnamento della pallavolo indirizzati
a determinare un corretto
sviluppo psico-fisico per le
successive attività atletiche. Il primo contatto con
l’agonismo avviene con
l’U13 che, con la partecipazione al Torneo “Braccio
di Ferro”, aggiunge un pizzico di competitività alle
sfide con gli avversari. Le
successive categorie U14,
U16 e U18, oltre a veder
progressivamente aumentato il livello tecnico, introducono l’aspetto tattico che
Il presidente Maurizio
Magnabosco
sempre più riesce a determinare l’esito delle competizioni. A completare l’organico restano le squadre di
vertice con il maschile impegnato a riconfermare la
presenza nel campionato
provinciale di 2^ divisione e
la femminile che, dopo
aver trascorso le ultime due
stagioni ai vertici del campionato cadetto provinciale, approda in questa stagione al campionato di 1^ divisione: una ennesima sfida
che sarà sostenuta anche
grazie al contributo finanziario del nuovo sponsor:
l’Immobiliare Bussola di
Asiago.
Tutto pronto quindi per
l’avvio degli allenamenti, anche perché già dal
mese prossimo prima
l’U18, poi l’U16, inizieranno la prima fase dei
rispettivi campionati
provinciali e c’è la necessità di arrivare adeguatamente preparati.
Per altre informazioni
contattare il Presidente
Maurizio Magnabosco al
nr. 0424/694279 in orario serale, che indirizzerà le richieste agli allenatori di competenza.
Altre indicazioni su
www.volleycesuna.it
do, così come il suo allenatore Alberto Rigoni che lo ha
seguito per tutta la sua permanenza all’interno dell’USA.
Contrariamente a quanto si
pensa, Sergio ci ha raccontato che ha trovato il consenso di molti altopianesi per
l’attività sportiva condotta,
sintomo che denota un certo
interesse per lo sport invernale: pare che per i nostri
abitanti si sia annullato il divario
che
separava
l’audience degli sport invernali dagli altri di più recente
tradizione.
Per Sergio, è importante che
ogni sport abbia pari dignità:
più ce ne sono, meglio è per
tutta la popolazione, che si
arricchisce dal plus valore
che può dare l’attività sportivo agonistica in loco.
Un cammino brillante il suo,
condotto con dedizione e sacrificio, ma soprattutto con
semplicità e umiltà, con un
senso
della
misura
encomiabile che speriamo lo
porti il più distante e il più in
fretta possibile... sui suoi sci
da fondo.
Martina Rossi
Triangolare di Coppa Veneto per il
Canove Calcio, in attesa dell’inizio del
Campionato di Prima Categoria
Prima dell’inizio del campionato di calcio, il Canove affronta
l’impegno di un girone triangolare di Coppa Veneto, con
Scledum e Alto Astico Posina,
che prenderà il via domenica
6 settembre. “Si tratta di una
buona occasione per fare un
test pre-campionato – commenta il presidente Rebeschini
– inoltre il passaggio del turno
ci permetterebbe poi nel proseguo della Coppa, che si giocherà ad ottobre e novembre,
di mettere in campo giocatori
che meno giocano in campionato, compreso qualche
juniores”. Domenica 6 settembre alle ore 16.30 il
Canove
ospiterà
lo
Scledum; mercoledì 9 alle
20.30 a Santorso la squadra si scontrerà invece con
l’Alto Astico Posina, mentre tornerà a giocare in casa
per l’ultimo incontro, domenica 13 settembre contro il
Summano.
S.B.
Il presidente del Canove
Calcio Fabio Rebeschini
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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CALCIO
“Sul progetto per Marcesina doveva essere coinvolta tutta la popolazione”
Egregio Direttore,
circa 2000 anni fa Lucio
Anneo Seneca (Seneca il giovane) evidenziava nei suoi
drammi il rovesciamento dei
punti di vista normali secondo
cui quello che e’ naturalmente
privo di senso, illogico, anomalo
e degenerato finisce, a volte,
per apparire del tutto normale, oltre che lecito ed in qualche caso auspicabile.
E’ quello che accade anche
oggi; basti vedere la nostra
scena politica.
Ma che questo accada anche
in un paesino dell’altopiano dei
sette comuni, Enego per la precisione, ha dell’incredibile.
Passiamo ai fatti.
A seguito dei noti referendum
mediante i quali gli abitanti
di alcuni comuni frontalieri
hanno chiesto di passare
dalla Regione Veneto al
Trentino Alto Adige, creando non pochi imbarazzi ai
politici di ambo le parti, la
regione Trentino - che da
questo orecchio proprio
non ci sente per i Comuni
vicentini mentre sarebbe
più accomodante per Cortina
( e ti pareva…..) - e la Regione Veneto hanno deciso di
elargire ( gratis) ai Comuni dissidenti una certa somma al
fine di tenerli buoni e consentire loro “……il migliore
esercizio delle funzioni amministrative inerenti i settori dello sviluppo locale,
della sanità, della cultura,
dell’alta formazione, dell’istruzione e della formazione delle infrastrutture e
reti di trasporto…….
La maggior parte del citato
contributo viene a pesare sulle casse della Regione
Trentino Alto Adige (oltre
l’80%) mentre la nostra Re-
Un caso di “malasanità” risolto
dall’ospedale di Asiago
Scrivo questa lettera per conto di un’ amica villeggiante
con la quale ho condiviso un
periodo di soggiorno a
Canove. F.N., settantenne
con pensione minima, mi ha
pregato di far pubblicare la
situazione sanitaria da lei vissuta. Da circa un anno, dopo
la morte del marito, di notte
a letto soffre di acuti dolori
alla schiena e all’addome. I
medici consultati, pur sapendo che da anni porta le conseguenze di un cattivo tumore al seno, si sono rifiutati di
sottoporla a una TAC, benché lei la richiedesse, prescri-
vendo invece analisi del sangue, endoscopia, ecografia, e
cure a spese della paziente,
che dovette poi sospendere
perché i dolori aumentavano.
Temendo la signora che il
male terribile al seno si fosse risvegliato, decise di fare
la TAC a pagamento, ma il
suo desiderio non fu esaudito dalla strutture sanitarie a
cui si rivolse perché non aveva l’impegnativa del medico
di base. A Canove, una notte, fu colta da dolori così violenti da dover venire ricoverata presso l’ospedale di
Asiago. I medici dopo acuta
Saluti da Canove
Aria nuova sull’Altopiano? MAGARI!!
Da Canove ci
arriva questa
cartolina con il
seguente messaggio: Se vi
capita di soggiornare
a
Canove, oltre al
solito abbigliamento è consigliabile avere anche una buona maschera anti gas!
Non è possibile che la viabilità sia la stessa di cinquant’anni fa, mentre il traffico è centuplicato. Non è permesso che per l’unica strada
che attraversa il paese si vedano transitare autobotti piene di benzina, gas, latte, autocarri con rimorchio, pullman, auto, auto, auto
in continuazione, creando un inquinamento che rende difficile
respirare. A quando una circonvallazione che renda questo paese più vivibile?
Giuliano Zancan
osservazione hanno capito
che non si lamentava e piangeva per motivi psicologici, ed
hanno eseguito una ecografia esaminando scrupolosamente una zona poco chiara,
poi hanno deciso di esaudire
la richiesta della dolorante
paziente per una TAC. Risultato: una massa opprime alcuni organi interni, e si rende
necessario un intervento chirurgico … Questa signora
ora è ancora più infelice, perché per un anno non è stata
capita ed ascoltata dai medici, perché ha affrontato spese per farmaci nocivi, e perché teme l’intervento sia arrivato troppo tardi. Con la
pubblicazione delle sue tristi
vicissitudini di malasanità, si
propone di rendere i medici
più sensibili alle richieste dei
loro pazienti anziani, soprattutto se sono stati provati da
precedenti esperienze dolorose e traumatizzanti. Vuole
ottenere dagli amministratori regionali sanitari l’accesso
a pagamento di tutte le analisi perché i veneti non siano
costretti a scegliere medici in
altre regioni d’Italia o presso stati
stranieri disposti ad accoglierli ed
ascoltarli. Nel contempo ringrazia tutti gli operatori sanitari dell’ospedale di Asiago che hanno
con lei dimostrato sensibilità e
professionalità.
Maria Luisa Pavin
gione Veneto, al di là
dell’eufemico taglio del nastro,
mette ben poco per i propri
Comuni.
Per il comune di Enego il contributo e’ pari a 3,5 milioni di
euro (sette miliardi delle vecchie lire).
In sede di individuazione del
target di utilizzo l’amministrazione Comunale di Enego ha
attuato una interpretazione
delle finalità per le quali il contributo viene erogato, che considerare “elastica” e’ quanto
meno riduttivo. Ha , infatti,
deciso di investire tale somma praticamente in via esclusiva nella realizzazione di parcheggi. Evidentemente l’attuale Amministrazione di
Enego è particolarmente
vocata alla realizzazione di
parcheggi essendo stata proprio la realizzazione di numerose “striscie blu’” a pagamento nel centro del paese una
delle prime opere messe in
cantiere.
Questi nuovi parcheggi per oltre 36.000 mq. verrebbero realizzato in massima parte nella piana di Marchesina e zone
limitrofe, luoghi di elevatissima
valenza naturalistica, rimasti –
per scelta degli abitanti –
incontaminati nel corso degli
anni.
Non mi dilungo sulla importanza naturalistica di questi siti.
Un breve clic in internet e’
certamente più esaustivo di
ogni mia parola.
I siti dei parcheggi sono “fuori
rotta”, come si suol dire, dal
Comune di Enego. Ne distano oltre 20 (venti) chilometri
e bisogna andarci apposta.
Non è, tanto per capirci, che
qualcuno viene ad Enego e trova i suoi parcheggi.
Ora la finalità dei citati accordi regionali e’ quella di dare
agli abitanti dei comuni
transfrontalieri dei benefici in
modo da avvicinarne il tenore
di vita a quello dei cugini
trentini.
Non uno degli abitanti di
Enego, al di là dei pretoriani,
da me interpellati ha ammesso di vedere dei vantaggi per
se stesso o per la propria famiglia. Nessuno dei miei parenti di Enego ritiene di avere
vantaggi, ne’ alcuno dei miei
amici.
Ed allora cara Giunta Comunale, per tornare a Seneca :
“cui prodest?”
che significa “ chi ne ha vantaggio?”
L’Amministrazione Comunale non ha ritenuto di svolgere
una indagine tra i propri cittadini sull’argomento. Con tutte le spese accessorie che si
intravedono nelle previsioni
formulate nelle delibere non ci
stavano forse 10.000 euro per
una consultazione popolare,
anche informale, al fine di tastare il polso della popolazione; o forse l’Amministrazione
gestisce il potere (sic) come
si faceva qualche decennio
fa?
L’impressione – non solo mia
– e’ che l’Amministrazione
voglia far trovare la gente davanti al fatto compiuto.
Non si spiegherebbero, infatti,
alcuni comportamenti anomali:
-l’andare avanti a colpi di delibera di Giunta;
-Il colpevole silenzio dell’Amministrazione stessa di fronte
a numerose prese di posizione
sugli organi di stampa di tantissime persone, tra cui un consigliere regionale Trentino, Italia Nostra, etc;
-La scarsa considerazione per
le legittime richieste delle minoranze in Consiglio comunale, quasi queste ultime facessero parte di un altro Comune; -La scarsita’ della docu-
mentazione fornita alla minoranza relativamente ai
molteplici interventi che
L’Amministrazione stessa
ha certamente valutato in via
preventiva, prima di giungere alla decisione di spendere il contributo in parcheggi.
-Allora, per tornare a
Seneca(Medea versi 500 –
501), se tale intervento appare privo di logica e viene
fatto apparire come logico, se
e’ alla luce del sole, e viene
portato avanti in sordina, se
non ne beneficiano gli abitanti
di Enego ,
“ Cui prodest?”
(per la verità Medea
afferma:Cui prodest scelus, is
fecit” cioè “ il crimine e’ stato
compiuto da colui cui porta
vantaggi”.
Io credo, e come me molti altri, che l’utilizzo di un contributo di 3,5 milioni di euro – per
un Comune di meno di 1800
anime come Enego - non sia,
per dirla secondo il diritto, “un
atto di ordinaria amministrazione” e che, pertanto, vista l’unicità d’importo, le finalità previste , le ricadute future, una
corretta gestione politica dell’utilizzo di tale somma non
possa prescindere dal
COINVOLGIMENTO
DELLA POPOLAZIONE.
D’altro canto sigg.ri della
Giunta Comunale di Enego, un
buon politico si distingue nell’arte di mediare, arte che , benché
non si trovi automaticamente nei
cromosomi di tutte le persone
può comunque sempre essere
acquisita qualora sussista un po’
di umiltà (dote molto rara) , un
po’ di rispetto verso gli avversari politici, un po’ di sano buon
senso, una goccia di lungimiranza e , perchè no, anche un
pochino di quello spirito di servizio che un buon uomo di potere
dovrebbe sempre mettere davanti alle proprie azioni.
Sono sempre di più le persone
le quali credono che siano finiti i
tempi in cui lo sviluppo di un paese si misurava dalle colate di
cemento. Ed anche quelle che
hanno buona memoria.
Enos Bussolaro
Il Giornale pubblica le Vostre lettere!
Inviatele a: Giornale dell’Altopiano
e-mail: [email protected]
Per favorire il lavoro della redazione sarebbe
preferibile riceverle via posta elettronica.
E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo:
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Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere
devono riportare sempre firma e indirizzo e
numero di telefono del mittente. La redazione si
riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o
non accettare eventuali testi di cattivo gusto.
8
Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
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Di Giovanni Dalle Fusine
Da sabato 5 a venerdì 18 settembre 2009
Il 5 settembre è il 248° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 117
giorni alla fine del 2009.
Sabato 5 settembre B.M. Teresa Calc.
Domenica 6 S. Umberto
Lunedì 7 S. Regina
Martedì 8 Natività B.V.
Mercoledì 9 S. Sergio
Giovedì 10 S. Pulcheria
Venerdì 11 S. Diomede
Sabato 12 S. Guido
Domenica 13 S. Giovanni C.
Lunedì 14 S. Esalt. S. Croce
Martedì 15 B.V. Addolorata
Mercoledì 16 S. Cornelio
Giovedì 17 S. Roberto
Venerdì 18 S. Sofia
Un santo per volta, Santa Regina. Di S. Regina (in francese
Reine) si hanno solo pochissime notizie, ci pervengono da un
testimone che si dichiara oculare; nacque e visse ad Alise (Gallia),
presso Autun, nel III secolo e la madre morì durante il parto,
cresciuta abbracciò la fede cristiana; si sa che il padre Olibrio
pagano, dopo aver tentato vanamente di convincerla a recedere,
la fece imprigionare e poi decapitare, evidentemente era un capo
nella Gallia del III secolo. Regina accettò sebbene giovanissima i
tormenti del martirio, compiendo una scelta ben precisa, scelse di
chiudere la sua vita terrena, per aprirne una migliore, che le avrebbe
offerto un regno assai più fulgido e duraturo. In contrasto con le
scarne notizie sulla sua vita, il culto per s. Regina ebbe una diffusione enorme, specie in Francia, in Borgogna, Alise (Alesia),
Flavigny e in Germania ad Osnabrück; queste ultime due città
furono protagoniste nel secolo XVII di una controversia, perché
ognuna affermava di avere le reliquie della martire, nel 1693 il
vescovo di Autun mise fine alla controversia, autorizzando le due
città ad esporre ognuna le sue reliquie. Ciò che è certo che prima
del 628, Regina era venerata ad Alesia e verso il 750 sorgeva in
quel luogo una basilica in cui si credeva fossero i suoi resti mortali, annesso vi era anche un monastero; nell’854 le reliquie furono trasportate a Flavigny, dove sono conservate anche le catene
della sua prigionia. Chiese intitolate al suo nome sorsero un po’
dovunque, il culto arrivò nel secolo XVII anche a Parigi, una
Confraternita fondata nel 1604 presso la chiesa di s. Eustachio,
porta il suo nome, Ste-Reine. Nell’arte è raffigurata con la tradizionale palma del martirio, con l’ascia con la quale fu decapitata e
con le catene che la tennero imprigionata. La sua antichissima
festa religiosa è al 7 settembre, data che è riportata ancora oggi in
tutti i calendari.
Successe il 15 settembre del 1919: nacque Fausto Coppi.
Ciclista
Iniziò prestissimo a correre in bici, probabilmente già quando,
ancora ragazzo e garzone di una salumeria, eseguiva le consegne in bici nei vari paesini. Nei primi anni 30, conobbe a Novi
colui che divenne suo massaggiatore e suo amico per tutta la
carriera, Biagio Cavanna che lo iniziò alle corse. Nel 1937 la
sua prima gara ufficiale, nel 1938 la prima vittoria e nel 1939 la
prima corsa importante, il giro del Piemonte ove conobbe il suo
futuro rivale Bartali. Da allora innumerevoli successi lo accompagnarono per tutta la carriera, vinse tantissime gare tra cui 5 giri
d’Italia. Nel 1960 si ammalò di una forma di malaria che non gli
venne diagnosticata e questo lo portò alla prematura scomparsa.
AFFITTASI A PREZZO
INTERESANTE IN CENTRO AD
ASIAGO (ZONA POSTE) LOCALI
PER UN TOTALE DI 70 METRI
QUADRI DA ADIBIRE AD
UFFICI, AMBULATORI O
ALTRO. PER MAGGIORI
INFORMAZIONI CHIAMARE IL
N. 347 – 79.86.346.
“Ingegnere per zona Altopiano e
province di Padova, Rovigo e Venezia, responsabile qualità e RSPP,
abilitato moduli A-B-C, disponibile
per consulenze o collaborazioni
continuative
per
attivare
certificazione qualità ISO 9001:2008
e/o mantenimento per successivi
audit e per gestione sistema di sicurezza. Tel. 380 3183662.”
Leggendaria la sua competizione con
Bartali, che divise l’Italia nell’immediato dopoguerra (anche per le presunte diverse posizioni politiche dei
due). Celebre nell’immortalare
un’intera epoca sportiva - tanto da
entrare nell’immaginario collettivo
degli italiani - è la foto che ritrae i
due campioni mentre si passano una
bottiglietta durante una salita al Tour
del ’52. Non fu mai chiarito se fosse stato Coppi a dare la bottiglia a
Bartali o viceversa, mistero che anche i protagonisti contribuirono in un certo qual modo a preservare (entrambi sostennero di
aver aiutato l’altro). Nel film realizzato dalla RAI nel 2006, Gino
Bartali - L’intramontabile, è Bartali a passare una borraccia a Coppi.
Settembre in cucina: Uva sotto spirito Ingredienti: 300 g. di
uva varietà Italia, 100 g. di zucchero di canna, 100 ml di alcol
etilico 90°, 80 ml di vino bianco dolce, 20 g. di zenzero, 2 anici
stellati, 1 cucchiaino di semi di cardamomo. Procedimento: sciogliete lo zucchero e il vino a fuoco dolce in un pentolino. Lasciate
raffreddare. Pelate lo zenzero e tagliate la polpa a fettine. Tagliate
a metà gli acini stellati, i semi di cardamomo, facendone uscire la
polpa. Lavate bene l’uva, con un paio di forbici dividete il grappolo in piccoli gruppetti da 4-5 acini. Poneteli in un vaso di vetro,
aggiungete lo zucchero, e il vino sciolti in precedenza. Versate
l’alcol, lo zenzero a fettine, gli anici stellati i semi di cardamomo
tagliati a metà. Chiudete il vaso e agitatelo delicatamente. Ponetelo
in dispensa per almeno 40 giorni, prima di consumarlo. Info utili:a
fine estate maturano due qualità, la Cardinal, nera, a grappolo grande,
acino grosso e tondo, l’Italia, bianca, con grappolo grande, acino
tondo e polposo. Come scegliere: il grappolo deve essere intero, con
acini sodi, integri, privo di parti marce o intaccate. L’uva da tavola
viene coltivata nel sud Italia, Puglia, Sicilia, Calabria, Veneto, Piemonte. La conservazione: può essere sistemata in cassette, con i grappoli
asciutti e distesi, lontano da luce e calore: dura 1 settimana.
Proverbi veneti
Rosso de matina, la piova xe visina.
Rosso de sera, bon tempo se spera.
Bianco de matina, bon tempo se incamina.
El cielo pecorin, promette un bel matin.
Tramonto de naranza, de bon tempo ghe xe speranza.
Co el sol se volta indrio, xe belo el zorno adrìo
Se piove quando el sol se volta indrè, acqua fin ai piè.
Quando el sol va zo rabioso, el zorno drìo non xe piovoso.
Se el sol va a monte a ciel seren, el bon tempo se mantien.
Sole bianco siroco in campo.
El sole umido vole acqua.
No gh’è sabo de Maria, che sol no ghe ne sia.
Tre nuvoli fa on tempo e tre brose (brine) rompe el tempo.
Nebia bassa, bon tempo lassa.
El caligo purga el tempo.
Nuvole verdoline e negrete, tempesta e saete.
Nuovole rosse, o vento o giosse.
Co le nuvole xe fate a lana, se no piove ancò piove sta setimana.
Co le nuvole fa scafete, piova le te impromete.
Domenica 6 settembre
SASSO DI ASIAGO: TOTAL, Via Chiesa
TRESCHE’ CONCA: AGIP, Via Campiello 56
Domenica 13 settembre
CONCO: ERG, Via Bocchetta 1
Dalle ore 8.45 di sabato 5 alle ore 8.45
di sabato 12 settembre
ASIAGO: Farmacia Chimica Bortoli sas del dr.
Vittorino Ballici Molini, Piazza II° Risorgimento 12
Dalle ore 8.45 di sabato 12 alle ore 8.45
di sabato 19 settembre
LUSIANA: Farmacia del dr. Mario Balduzzo,
Viale Europa 27
ROANA: Farmacia della dr.ssa Maria Leda
Pizzolato, Piazza S. Giustina 23
ARIETE
Se la presenza di Urano si è già manifestata con novità importanti d’amore
o di soldi, dovete ora rendere più stabile la nuova situazione, ricordandovi
che Urano promette, se non per la vita, di certo per tempi lunghi. Se invece
ancora attendete il destino, cercate di facilitare i mutamenti nel settore in cui
avvertite l’arrivo di una crisi imminente.
TORO
Favoriti come siete da pianeti positivi, potete guardarvi attorno con ottimismo, puntando a quello che più vi preme. Se è l’amore, potete permettervi
di essere generosi con voi stessi, chiedendo di più, ma disponendovi anche
a dare di più, se tenete al rapporto. Vi è concesso in questo periodo qualche
lusso nelle spese, sempre che ne valga la pena.
GEMELLI
La vostra capacità di imporvi solo grazie alla vostra efficienza, verrà riconosciuta e rispettata, specie se affronterete con la dovuta serenità una riduzione delle spese inutili, eliminando drasticamente gli sprechi. Nell’amore potete seguire il cuore, senza fare bilanci, che sono comunque in attivo, anche
se a voi non sembra.
CANCRO
Guardate con ottimismo a quello che succede intorno a voi e saprete come
ottenere il successo che meritate, non solo sul lavoro e nell’amore, ma anche
nei rapporti di amicizia ed economici. Se non va tutto come volete, prendetevi un momento di pausa per riuscire a concentrarvi poi meglio. Nelle
finanze non fatevi ingannare dalle apparenze.
LEONE
Senza dare a vedere la vostra eccitazione, potete iniziare con cautela una
nuova attività nel lavoro o una nuova storia d’amore, ma guardatevi dal
cantare vittoria prima di aver constatato di aver scelto bene. Nell’amore
avete dalla vostra il favore di Urano, che può abbagliarvi e anche ingannarvi.
Fortunatamente Saturno veglia sui vostri bollenti spiriti.
VERGINE
Se proprio non potete fare a meno di prendere iniziative coraggiose e impegnative anche sul piano finanziario, siate almeno prudenti, prendete informazioni e cercate garanzie sicure prima di impegnarvi. Quanto all’amore,
potete sfruttare un’ottima occasione di rinvigorire il rapporto, se ci tenete,
o magari di affiancarlo a uno più eccitante.
BILANCIA
Se non avete ancora sfruttato a dovere la presenza di Saturno nel vostro
segno, fatelo subito, scegliendo con cura il settore dove indirizzare i favori
del freddo pianeta, che di solito non favorisce l’amore, ma le finanze, la
professione e l’immagine sociale. Non sottovalutate però l’opposizione di
Urano, che potrebbe farvi prendere tempo prezioso.
SCORPIONE
Il vostro coraggio e la vostra capacità di porvi alla guida di situazioni difficili
fanno di voi una compagnia desiderabile in tutti i sensi. Dunque non avete
che da segnalare nel modo più eloquente la vostra disponibilità per ottenere
un successo in cui forse non sperate. Siate generosi con voi stessi e non
rinunciate alle giuste conferme.
SAGITTARIO
Non vi mancano gli stimoli per affrontare un progetto coraggioso favorito
da Venere, che potrebbe richiedere più attenzione di quello che sembra a
prima vista. Per fortuna Urano in aspetto positivo facilita i cambiamenti,
che potrete indirizzare dove c’è più bisogno di un nuovo equilibrio. Fatelo
però con calma e prudenza, sostenuti anche dai consigli di un saggio.
CAPRICORNO
La fortuna vi assiste e vi metterà proprio al centro dell’attenzione i chi
finora vi è parso insensibile al vostro fascino. L’atmosfera spensierata vi
favorisce anche se non mancano i problemi quotidiani, che potete lentamente abbandonare per dedicarvi agli svaghi e ai divertimenti, concedendovi
persino qualche insolito lusso.
ACQUARIO
Siete nella situazione giusta per migliorare la vostra immagine. In questo
modo vi riuscirà facile anche realizzare quei cambiamenti ai quali pensate da
tempo, senza però applicarvi troppo. Nell’amore non vi sono ostacoli da
superare, se non quelli legati alla vostra eccessiva calma, dalla quale potete
svegliarvi non appena necessario.
PESCI
Ben quattro pianeti vi condizionano, quindi non mancano le occasioni per
realizzare progetti ambiziosi, che vi stanno a cuore. Approfittate del periodo per concedervi qualche soddisfazione insolita, come dimenticare le seccature quotidiane, abbandonandovi alle piccole gioie della vita nella natura,
l’amore se ne avvantaggia vistosamente, se ci tenete.
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Sabato 5 settembre 2009
Paura di vivere, paura di morire
un seminario di Marco Ferrini
“Paura di vivere, paura di morire”. E’ questo il titolo del
seminario che si terrà il 19 e 20 settembre a Villa Tabor di
Cesuna. Il corso intende dare gli elementi per dissolvere le
paure con la psicologia dello Yoga per sperimentare la gioia
e l’amore. Sarà tenuto da Marco Ferrini fondatore, presidente e direttore del Centro Studi Bhaktivedanta, Accademia di scienze tradizionale dell’India, uno dei maggiori esperti
italiani sulla tradizione classica indiana. Nel corso si affronteranno vari temi: la psicologia della vita; lo studio dei principi fondamentali secondo la scuola Bhaktivedanta; la funzione del dolore come strumento di risveglio; l’origine di
angosce, ansie e fobie e gli strumenti per superarle; il riconoscimento delle nostre e delle altrui qualità e potenzialità
per passare dalla depressione alla riscoperta della gioia di
vivere. Per illustrare la natura del seminario e tutti gli argomenti che verranno affrontati nella due giorni di Cesuna, la
dottoressa Natalina Morlin terrà una serata di presentazione ad ingresso gratuito giovedì 10 settembre nella Sala della Reggenza della Comunità Montana alle 20.45. Per informazioni ci si può rivolgere direttamente a Natalina Morlin
numero di telefono 349.8652896 oppure 0424.462386.
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Domenica 6 settembre
Domenica 6 settembre
A Granezza si ricordano
i martiri della liberà
10° Raduno Internazionale
Fiat 500 Città di Asiago
È fissata per domenica 6 settembre la commemorazione
dei tragici fatti accaduti nei boschi a sud di Asiago 65 anni
fa. L’evento è rivolto a rievocare uno dei più efferati episodi di eccidio, devastazione e lutto provocati dai nazifascisti
che miravano non solo alla distruzione delle formazioni partigiane ma anche a terrorizzare la popolazione. Sulle verdi
abetaie di Granezza - Monte Corno avvenne quel tragico
rastrellamento ad opera delle SS comandate dal generale
Wolff e di un battaglione russo, il risultato fu funesto, con
22 partigiani della Divisione Alpina “Monte Ortigara” caduti sotto il fuoco nemico. Il Comitato Permanente per le
commemorazioni della Resistenza dell’Alto Vicentino ed
i Comuni di Asiago, Lugo di Vicenza e Lusiana, con
l’Associazione Volontari della Libertà e la Federazione Italiana Volontari della Libertà ricorderanno quelle giovani vite spezzate, unitamente ai 250 Caduti della Divisione Alpina “Monte Ortigara”, di tutte le formazioni partigiane, del Corpo Italiano di Liberazione
e dei campi di internamento e prigionia. Il programma
della cerimonia prevede alle ore 9,15 – Monte Corno –
Comune di Lusiana Onori al Monumento al “Caduto Ignoto per la Libertà”, ore 9,40 – Bocchetta Granezza – Comune di Lugo di Vicenza Onori al Cippo ai caduti della
“SPEER”, ore 10,00 - Granezza – Comune di Asiago –
Sacello Votivo Onori ai caduti, discorso commemorativo,
Santa Messa. La cerimonia sarà accompagnata dalla Banda musicale di Lusiana e dal Coro “Monte Pasubio” di
Schio.
Tornano le Fiat 500 sull’Altopiano di Asiago, l’appuntamento
per le mitiche automobili che hanno caratterizzato il periodo del
boom italiano è fissato per domenica 6 settembre. Le premesse per
un’ottima riuscita della manifestazione ci sono tutte, a partire dalle
adesioni che, come nelle passate edizioni, sono giunte dalle più lontane province italiane e da paesi stranieri quali Austria, Germania e
Ungheria. Il raduno è organizzato dal Team Cinquecento e Auto
d’epoca “Alto Vicentino” di Caldogno, con il patrocinio della Città di
Asiago. il programma prevede alle ore 08 il ritrovo per le iscrizioni
presso il parcheggio di Via Verdi ad Asiago. Ore 10 Partenza per
giro turistico. Ore 13 Pranzo al ristorante”La Bocchetta”. Ore 15
Ritorno in Asiago con esposizione auto. Ore 16 Premiazioni. L’organizzazione informa che il programma può essere suscettibile di variazioni, si prevedono massimo 250 Auto e 350 posti a pranzo. Per
maggiori dettagli: http://www.team500av.com e per le prenotazioni: [email protected]
Festa dei gemelli, ormai ci siamo.
Gli organizzatori della Festa dei gemelli dell’Altopiano e
delle loro famiglie ricordano che scade il 10 settembre il
termine per iscriversi all’appuntamento fissato per domenica 20 settembre in val Giardini. La quota di partecipazione è di 12 euro. Per informazioni ed iscrizioni telefonare ai
numeri 0424 449874 / 463028 / 460871 / 340.2776241tra le
ore 18 e le 21 o rivolgersi ai negozi di Asiago:Interoffices,
Bimbo Nido e Mickey Mouse.
l’Altopiano
Sabato 5 settembre 2009
L’Altopiano srl - Società unipersonale
Via Monte Sisemol ,9 - 36012 Asiago (Vi)
Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002
presso il tribunale di Bassano del Grappa
Telefono servizio lettori: 348 - 3138606
Telefono servizio abbonati 338 -1460517
Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517
E-mail: [email protected]
[email protected]
Calvene festeggia don Marco e don Germano
Domenica 13 settembre a Calvene si festeggia il quinto anniversario dell’ordinazione presbiterale di don Marco Pozza,
nativo di Calvene e ora dottorando in Teologia Fondamentale
alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, e il cinquantesimo di don Germano Corà, già Arciprete di Calvene e ora
parroco a Camporovere di Roana, nell’Altopiano di Asiago.
Alle 16.30 è in programma la Santa Messa Solenne presieduta da Mons. Giovanni D’Ercole della Segreteria di Stato
della Città del Vaticano, teologo-giornalista, volto noto della
televisione italiana.
Alle 18 brindisi di festa in Piazza Resistenza e alle 19 cena
comunitaria presso il Ristorante “Monterondo” di Lugo di
Vicenza (le prenotazioni sono già aperte fino ad esaurimento
posti allo 0445 861307).
Direttore responsabile: Stefania Longhini
Segretaria di redazione: Silvana Bortoli
In redazione:
Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado,
Giovanni Dalle Fusine
Cesare Pivotto, Giulia Panozzo, Giovanni Rattini,
Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni,
Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese
Hanno collaborato: don Marco Pozza,
Claudio Savelli, Virginia Gianello, Domenico De Guio,
Ilatio De Guio, Eva Purelli, Serena Baù, Stefano Rigoni, Ivan
Rigoni, Paola Cappellari
Responsabile grafico: Fabrizio Favaro
Impaginazione: Davide Degiampietro
Abita da poco sull’Altopiano Michele Munaretti, ma ha già
imparato i posti dei funghi: eccolo con una “brisa” di ben
otto etti, raccolta sullo Zebio, dove ci ha detto di aver
trovato anche altri funghi taglia XL!
Foto: Foto Bergamaschi Archivio Giornale -Grafica Altopiano
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
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Sabato 5 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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