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Dal nostro inviato a Seattle

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Dal nostro inviato a Seattle
OPTOSOPTI
Dal nostro inviato a Seattle...
Dal 23 al 26 ottobre presso il Washington Convention Center di Seattle si è svolto il 92
esimo meeting dell’Accademia Americana di Optometria. Anche quest’anno si è registrato
un numero sorprendente di partecipanti , che sfiora i seimila iscritti e che comprende
optometristi e studenti da tutto il mondo. Le presentazioni sono suddivise per categorie:
segmento anteriore, visione binoculare, lenti a contatto, glaucoma, optometria generale,
ipovisione, neuro-optometria, segmento posteriore, farmacologia, workshops, relazioni
e poster. La sessione plenaria è dedicata alle cellule staminali e alle terapie rigenerative
per la retina e il nervo ottico. Amander T. Clark, biologa e genetista presso l’Istituto
di San Diego e Victor L. Perez , oftalmologo dell’Università di Miami hanno illustrato
le possibili applicazioni delle cellule staminali nel trattamento della superficie oculare
e del segmento posteriore. La sessione lenti a contatto dedica molto spazio alle lenti
sclerali, tecniche di applicazione e problem solving, al cheratocono, alle lenti per lo
sport e alle lenti in età pediatrica. Il prof. Edward Bennett ha tenuto magistralmente
una lezione sulle lenti multifocali mantenendo costante l’attenzione del pubblico con
i suoi divertenti sketch: un vero mattatore della contattologia. La sessione segmento
anteriore si è aperta con una relazione di Nicholas Colatrella e Jeffrey Varanelli sulle
applicazioni della membrana amniotica: quando e come utilizzarla. Un’interessante
relazione che ha posto in evidenza, non solo le indicazioni cliniche, ma soprattutto ha
dato largo spazio alle motivazioni che inducono tale scelta, quali la sopressione dell’infiammazione, la riepitelizzazione e l’espressione di fattori neurotrofici. La novità di
questa edizione è la presentazione di una sessione poster serale: 146 i lavori presentati,
nella sessione optics, refraction, visual performance. Fra gli altri un lavoro di Antonella
Vecchies del centro NeuroVis.U.S. dell’Università di Padova, ha evidenziato come è
possibile migliorare l’acuità visiva in soggetti con miopie lievi, andando ad agire su
meccanismi corticali precoci. L’ultimo giorno del convegno è stato dedicato all’optometria pediatrica : dalla gestione di bambini con cerebral visual impairment alle lenti
a contatto nell’afachia. L’ultima relazione della giornata ha dato spazio all’omeopatia
e come applicarla nella pratica clinica. Interessante l’espressione ricorrente “noi siamo
ciò che mangiamo”: Elisa Brisco, presidente del centro di optometria di Hollywood,
ha ripetuto molto spesso questa frase, specificando che tutto deve essere in armonia,
perchè una terapia possa funzionare. Ci chiediamo se avrà fatto breccia nel pensiero
degli americani... qualche dubbio rimane, avendo visto i panini imbottiti di salse presi
al termine della relazione. [AV]
PROFESSIONAL OPTOMETRY
| DICEMBRE 2013 | 43
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