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L`educazione dei giovani nel Parmenide di Platone In questa

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L`educazione dei giovani nel Parmenide di Platone In questa
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L'educazione dei giovani nel Parmenide di Platone
In questa presentazione propongo un'analisi del passo 135c6-137c3 e del ruolo rivestito dai giovani
interlocutori di Parmenide con la finalità di cogliere un tema chiave che collega la prima e la
seconda parte del dialogo: l' esigenza dell'educazione filosofica dei giovani. Nella prima parte,
infatti, emerge l'inadeguatezza del giovane Socrate che, interrogato da Parmenide, necessita di
esercizio. Nell'intermezzo viene spiegato il significato dell'esercizio e nella seconda parte,
Parmenide effettuerà un'esemplificazione del metodo scegliendo come interlocutore Aristotele il
giovane. Si pongono quindi queste domande: Perché è necessario educare i giovani alla filosofia?
Che metodo viene proposto nel Parmenide? A che tipo di conoscenza conduce?
Al passo 135 c6 troviamo Socrate in aporia. Parmenide dice che se non trova una soluzione sarà in
pericolo la stessa filosofia: se essa non è in grado di risolvere tali problemi diventerà inutile.
Parmenide però sottolinea che la causa di ciò non è l'inadeguatezza della filosofia bensì
l'inadeguatezza di Socrate. Socrate non si è esercitato abbastanza. Egli è dotato di una natura
filosofica e di una grande passione, ma essi non sono sufficienti. E' necessario l'esercizio
quotidiano. Da notare che la parola greca è ghimnasia e non aischesis: solitamente aischesis è la
parola greca che indica l' "esercizio". Platone utilizza ghimnasia, a mio parere, per inserirsi
all'interno dell'educazione tradizionale che assegnava un grande valore alla ginnastica, all'esercizio
fisico. Vi è però un passaggio fondamentale rispetto all'educazione tradizionale: la ginnastica che
qui viene proposta non è fisica ma intellettuale.
Il tema dell'esercizio proposto da Parmenide al giovane Socrate è così inserito all'interno del
progetto platonico di un'educazione filosofica per i giovani. Nel passo 136d1-3 troviamo una prova
del fatto che l'esercizio proposto da Parmenide è dedicato ai giovani. Parmenide infatti dice che
Socrate gli sta chiedendo una grande fatica, data la sua età Viene sottolineato anche il fatto che è un
esercizio molto faticoso. Al passo 136 d4-6 Zenone schernisce Socrate che non capisce la fatica
dell'esercizio. Questo passo verrà accostato ad un'analisi del ruolo dei giovani interlocutori di
Parmenide, sottolineando le analogie e le differenza che sussistono tra Socrate e Aristotele il
giovane. Un'analisi di questo tipo ci permette di sottolineare come il giovane non sia assunto solo
come figura inadeguata. Il suo slancio amoroso e appassionato per la filosofia viene ripreso dal
vecchio Parmenide nel passo 137 a5. La passione accompagnerà sempre il filosofo nella ricerca
della verità, ma essa dovrà essere educata e disciplinata.
Questa ghimnasia è proposta da Parmenide come propedeutica al riconoscimento della verità.
Al passo 136 c 5-6 e ripreso nel passo 136 e1-4 da Zenone, Parmenide sottolinea che se Socrate
praticherà correttamente l'esercizio potrà vedere con sicurezza la verità. Zenone aggiunge che esso è
un esercizio necessario per poter riconoscere la verità, perché senza essersi esercitati in esso c'è il
rischio che la mente anche se incontra la verità non la riconosca.
L'esercizio proposto da Parmenide è prettamente logico, di carattere predicativo, basato sul
principio di opposizione-non contraddizione. Platone sottolinea, quindi, come sia necessaria
un'educazione logico-dialettica, di tipo parmenideo per educare i giovani, per prepararli a trovare
delle soluzioni tramite la filosofia. E' un metodo che utilizza un "vasto mare di parole" (137 a7) per
poter esercitare l'intelletto. Questo metodo non porta a delle soluzioni certe ma educa i giovani a
problematizzare le proprie tesi, a rendersi conto di tutte le conseguenze che derivano dall'accettare o
dal negare una tesi e delle difficoltà e complessità insite in una ricerca filosofica. E' quindi anche
un esercizio di cautela, per insegnare ai giovani di non esporsi, mossi dall'entusiasmo, ad affermare
tesi senza averle ben vagliate sotto tutti i rispetti.
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