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piccole aziende crescono
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piccole aziende
crescono
TIS Paper
Il Magazine dell’innovazione
Edizione 02
Giugno 2013
p.4
I partner
Sinergie per l’Alto Adige
Vi auguro una lettura ricca di spunti
p.5
La foto
Un buon motivo per festeggiare: l’Incubatore d’imprese del TIS compie 15 anni
p.6
L’intervista
Marina Pagliuzza, co-fondatrice del marchio “Zazie“ parla della ricetta di successo
dei suoi frullati alla frutta e verdura e del perché non vuole trasformare i negozi
“Zazie“ in una catena
p.10 Il ritratto d’imprenditore
Dal lancio con il paracadute alla partita di golf: la start-up nel TIS ProAlps
offre avventure nell’arco alpino e non si spaventa davanti a richieste insolite
p.13 Le news
Brevi notizie dal TIS
p.14 I trend
Al TIS abbiamo avuto un ottimo motivo per festeggiare. Il nostro
Incubatore d’imprese ha compiuto 15 anni. Dal 1998 abbiamo accompagnato verso l’indipendenza 101 aziende innovative.
Senza l’Incubatore d’imprese in Alto Adige ci sarebbero 350 posti di lavoro di alto profilo in
meno e diversi milioni di euro di fatturato sarebbero mancati all’appello. Mi sembra che l’Incubatore d’imprese sia più importante che mai, perché nuove aziende creano nuovi circuiti
economici, nuove creazioni di valori e nuovi settori di business, ed è proprio quello che serve
all’economia. Sempre.
Il nostro obiettivo al TIS è far nascere quante più nuove aziende possibile, e che gli aspiranti
imprenditori procedano nella fondazione della propria azienda in modo strategico e lungimirante. Sono proprio queste le cose in cui supportiamo le aziende. Il concorso di business-planning “start-up” è stato un metodo per scovare aspiranti imprenditori. Ma anche l’Innovation
Festival di fine settembre tematizzerà la fondazione d’impresa che sarà così – speriamo –una
fonte d’ispirazione per i molti che aspirano a mettersi in proprio.
Che si possa avere successo anche in tempi difficili grazie a una buona pianificazione e delle
idee di qualità lo dimostra l’intervista a Marina Pagliuzza, a pagina 6. L’imprenditrice bolognese racconta come ha messo in piedi l’idea di Zazie, un negozio dove si producono e si vendono
succhi di frutta e smoothies. Nel ritratto d’impresa a pagina 10 raccontiamo come la start-up
nel TIS ProAlps vende avventure in acqua, su terra e per aria.
Con il trend del work:design le aziende possono riorganizzare gli spazi lavorativi
e liberare la creatività dei collaboratori
Colophon
Redazione: Alessia Sorà, Astrid Brunetti, Eva Pichler, Heiko Schoberwalter
Layout: DOC.bz
Fotografie: Ivo Corrà, Martina Jaider, Valentina Pedervia, Alex Filz,
jump-studios.com
Stampa: Fotolito Varesco, Ora
Questo giornale è stampato su carta riciclata.
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facebook.com/TISbz
twitter.com/TISbz
Per rendere la lettura più interattiva, abbiamo corredato alcuni articoli dei cosiddetti codici QR che portano a siti web
o video. I codici QR possono essere letti da tutti gli smartphone. Ecco come funziona: scaricate il software dal vostro
fornitore di app (per esempio per il BlackBerry il BlackBerry App World) sul Vostro telefono cellulare e fotografate il
codice QR. Il codice viene decodificato e ricevete così immediatamente le informazioni salvate sul codice QR.
Abteilung 34 - Innovation, Forschung,
Entwicklung und Genossenschaft
Ripartizione 34 - Innovazione, Ricerca,
Sviluppo e Cooperative
TIS Paper giugno 2013
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TIS Paper giugno 2013
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I partner
News dai
partner
Open Data Day
Il 23 febbraio 2013 è stato l’International Open Data Day. In occasione
di questa giornata i Comuni altoatesini e la
Provincia di Bolzano hanno reso pubblici i
dati geografici e li hanno consegnati al TIS
innovation park. Nell’ambito del progetto
FESR Open GIS Data i dati pubblicati permetteranno ai sistemi di navigazione satellitare
del futuro di funzionare anche “in cima alle
montagne” e i fornitori, come per esempio
Google o SASAbus, li potranno utilizzare per
migliorare le loro mappe e i loro servizi. I dati
sono stati messi a disposizione del TIS dal
Centro Elaborazione Dati del Consorzio dei
Comuni e dalla Ripartizione Informatica della Provincia di Bolzano. In seguito questi dati
verranno passati dal TIS alla Open-StreetMap-Community che provvederà a renderli
utilizzabili per il web.
https://opengisdata.eu/
Un coach per ogni
evenienza
Le innovazioni rendono le imprese più
competitive a lungo termine. Tuttavia
soprattutto alle piccole imprese mancano
spesso le risorse necessarie per concretizzare i loro progetti di innovazione. Per questo il
TIS innovation park e Assoimprenditori Alto
Adige hanno dato vita agli “InnovationCo-
ach”, il programma che sostiene le imprese
nella realizzazione dei loro progetti d’innovazione. Le aziende così vengono incitate a
concretizzare quei progetti e processi che
faciliteranno in un secondo momento una
realizzazione efficiente dei progetti di innovazione.
Finora sono stati cinque gli InnovationCoach
che hanno partecipato ad un programma di
formazione al TIS. Il programma viene finanziato dalla Ripartizione Innovazione della Provincia Autonoma di Bolzano tramite il nuovo
sistema di voucher: ogni voucher prevede un
finanziamento del 75 percento.
Dall’ospedale
all’impresa
Prendere le idee di nuovi prodotti lì
dove queste nascono e inoltrarle a chi
le può realizzare: questo è l’obiettivo del
progetto internazionale “InTraMed“ portato avanti dal TIS innovation park. Il progetto
promuove l’interazione tra personale sanitario e imprese. Il progetto europeo vede la
partecipazione, accanto al TIS istituzioni provenienti da Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovenia e Polonia. Il progetto
vuole promuovere le innovazioni nel settore
medico: da una parte per alleggerire e facilitare il lavoro del personale sanitario, dall’altra
per migliorare la qualità dell’assistenza ai pazienti. Dall’avvio del progetto nella primavera
del 2011 sono state raccolte oltre 30 idee di
prodotto. Tra queste alcune si trovano già
nel mezzo di un processo di sviluppo che
coinvolge anche imprese altoatesine: ne è un
esempio il “mover elettronico” per ospedali o
la stampante 3D per trapianti di cranio.
http://intramed-c2c.eu/
TIS Paper giugno 2013
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100 megabit di internet senza fili al TIS
Chi vuole utilizzare gratuitamente una
rete internet senza fili e disporre inoltre di un’incredibile banda larga di 100
megabit deve semplicemente andare
al TIS innovation park e portare con
sé il proprio computer portatile o lo
smartphone. “b.WiFi” è il nome della rete
internet senza fili che mette a disposizione di
collaboratori e clienti del TIS una banda larga
unica in Italia di 100 megabit. “b.WiFi” è il risultato di una collaborazione tra TIS, l’impresa
ad alta tecnologia del settore ICT Brennercom
e l’impresa IT Limitis. L’utilizzo di “b.WiFi” è
molto semplice: non appena lo smartphone o
il computer portatile riconosce la rete “b.WiFi”
occorre inserire nella maschera corrispondente il proprio numero di telefono; i dati di
accesso verranno inviati via sms. Una volta inseriti i dati nella maschera di “b.WiFi” si potrà
immediatamente cominciare a navigare. Presupposto: nessuno – bisogna soltanto trovarsi
nel foyer, al primo o al secondo piano del TIS
innovation park in via Siemens 19 a Bolzano.
Una volta registrati, “b.WiFi” funziona come
in tutti gli altri 44 comuni dell’Alto Adige che
dispongono della stessa rete senza fili.
Tanti auguri!
Il 17 maggio l’Incubatore d’imprese del TIS ha festeggiato i suoi 15 anni di vita. Dal 1998 ha accompagnato le aziende innovative nella loro strada verso l’indipendenza. Il bilancio? 101 ammissioni, una quota di
sopravvivenza dell’89 percento, 369 posti di lavoro creati e, solo nel 2012, le aziende hanno generato un
fatturato di 44 milioni di euro.
Durante l’evento, iniziato con una spumeggiante sfilata di moda della start-up Re-Bello, l’Incubatore ha passato in rassegna i suoi 15 anni e festeggiato con start-up attuali e passate.
Nuova vita ai pannelli
fotovoltaici
È possibile guadagnare dal riciclo del
fotovoltaico? Il gruppo Santini ha commissionato uno studio di fattibilità all’area Energia
& Ambiente del TIS e all’Istituto per le Energie
Rinnovabili e ora ha le idee chiare. Lo studio
ha evidenziato che il riciclo conviene solo a
partire da una determinata quantità di pannelli
e con una tecnologia che permetta di estrarre
le materie rare. Visto che nel 2036 i rifiuti fotovoltaici in Italia ammonteranno a ben 1,1 milioni di tonnellate, l’azienda altoatesina è molto
interessata a entrare in questo business e, nel
breve periodo, intende firmare degli accordi
con i consorzi per la raccolta dei pannelli a fine
vita per poi avviare, in una seconda fase, un
progetto di ricerca per sviluppare un impianto
di riciclaggio economicamente sostenibile.
TIS Paper giugno 2013
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Das
L’intervista
Interview
Zazie, la bambina creata dalla penna di Raymond Queneau, si perdeva nel metrò parigino per sfogare la
propria curiosità alla ricerca della libertà. La Zazie italiana, ideata da due startupper bolognesi, nasce invece
per avventurarsi tra zuppe e frullati, senza dimenticare la sostenibilità. Il come e il perché ce lo racconta
Marina Pagliuzza, una dei due soci fondatori.
Marina Pagliuzza,
co-fondatrice
dell’azienda “Rightness”
e del relativo marchio
“Zazie”.
TIS Paper: Cosa c’è di innovativo in una
centrifuga di frutta fresca?
Certo, la puoi trovare ovunque, ma da noi
clienti e collaboratori possono sfogare la propria creatività: sono liberi di scegliere tra tutta la frutta e la verdura rigorosamente fresche
che selezioniamo ogni giorno al mercato. I
prodotti sono di ottima qualità, i prezzi ragionevoli – uno yogurt con frutta fresca costa
2.95 euro e si riesce a pranzare con 5 euro:
da noi deve stare bene sia l’avvocato di grido
che lo studente squattrinato. L’atmosfera è
quello che ci differenzia: tecnicamente siamo
un negozio da asporto e non abbiamo mai
fatto pubblicità “classica” ma ci siamo fatti conoscere col passaparola e attraverso i social
media; ciononostante i nostri clienti quasi mai
passano e vanno via, anzi si fermano a chiacchierare, a leggere, a lavorare, si danno appuntamento da noi e ci dicono che nei nostri
negozi si sta bene, che ci si sente a casa. Questo per noi è un complimento importante.
Arrivati
alla frutta
Intervista con l’imprenditrice Marina Pagliuzza
TIS Paper giugno 2013
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TIS Paper: Come è nata e come si è sviluppata
l’idea?
Da Gianmarco (De Pieri, co-fondatore dell’azienda Rightness e del relativo marchio Zazie n.d.r.), che inizialmente aveva pensato
a un punto vendita mobile per succhi agli
agrumi. Siamo amici da 10 anni ed entrambi
eravamo stufi del nostro lavoro - io collaboravo con una multinazionale del tabacco e
lui lavorava in una d’informatica. Lui cercava
qualcuno di affidabile e creativo, e quindi mi
ha coinvolta. Per concretizzare la sua idea,
un’amica architetto aveva ideato una bicicletta a pedalata assistita corredata da una
specie di bolla in tela di vela, ma due proble-
mi ci hanno impedito di realizzarla: il mezzo
che avevamo in mente non esisteva, e tra
omologazione e realizzazione ci sarebbero
voluti troppi soldi e troppo tempo, entrambe
risorse che non avevamo. E poi il commercio ambulante ha forti restrizioni: un punto
vendita piccolo ma stanziale che spaziasse
tra tutti i tipi di frutta era quindi un’idea più
fattibile. Nel primo periodo ci siamo dati
alle sperimentazioni: ci trovavamo a casa
di uno o dell’altra per provare diverse ricette da far assaggiare ad amici e conoscenti.
I nostri clienti si fermano
a chiacchierare, a leggere,
a lavorare, si danno
appuntamento da noi
e ci dicono che nei nostri
negozi si sta bene,
che ci si sente a casa.
Parallelamente abbiamo elaborato il business plan grazie alla formazione economica
di Gianmarco. Altra attività concomitante è
stata la ricerca di un locale, che è stata molto
impegnativa. Abbiamo pensato di usufruire
di un negozio ad affitto agevolato, per esempio in zone in fase di recupero, di quelli messi a bando dal Comune di Bologna. Poi, una
volta stabilito il budget per l’affitto, abbiamo
trovato un locale in una zona molto centrale,
dietro Via Indipendenza. Grazie a Gabriele
Evangelisti, un architetto molto creativo e
competente, abbiamo creato il primo “Zazie”: nonostante sia veramente piccolo siamo riusciti a farci stare tutto!
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TIS Paper: Quali sono le prospettive?
Da quando abbiamo aperto, il 31 maggio
2012, gli affari sono sempre stati in crescita,
lenta ma costante. Dal 2012 abbiamo un nuovo socio, Roberto Cipriano, che lavorava già
con noi: grazie alle sue competenze in materia
di gestione, vendita e orientamento alla soddisfazione del cliente siamo più completi. Un
nostro cliente, inoltre, Federico Campomori,
ha apprezzato la nostra idea di business talmente tanto da volersi mettere in gioco personalmente: ad aprile 2012 infatti abbiamo
aperto insieme il secondo negozio a marchio
Zazie fondando una società di cui siamo soci
anche noi. Questo secondo negozio ha avuto una crescita più veloce del primo perché
ha potuto godere del giro di clienti esistente
e del fatto di essere di fronte al tribunale. Il
brevetto che abbiamo ottenuto registrando il marchio Zazie non si limita alla vendita
di frullati, ma ci permette di percorrere altre
strade, come quella dei prodotti di cosmesi.
Un esempio in questo senso è la collaborazione che abbiamo avviato con la Phenbiox, una
spin-off della facoltà di Chimica Industriale di
Bologna: loro hanno brevettato l’estrazione
per via enzimatica che ci ha permesso di creare le creme per mani e corpo, una a base di
succo di Wheatgrass (i cotiledoni delle piante
di grano tenero n.d.r.) e una dalle bucce delle
nostre arance. In più abbiamo anche creato il
succo di Wheatgrass in bottiglia e ne abbiamo sperimentato la vendita nelle farmacie comunali e in alcune drogherie di qualità. E poi
stiamo lavorando all’apertura di altri negozi a
Bologna, Torino, Roma e Seul.
TIS Paper: Quindi state pensando di creare
una catena di Zazie?
Non mi piace chiamarla catena, anche perché non lo è. Non vogliamo comprare delle
arance e spedirle agli altri negozi; piuttosto
si può pensare di comprare insieme per risparmiare, questo sì. Si tratta di un network,
per esempio attraverso la creazione di altre società da noi partecipate con partner
esterni; non è nostra intenzione creare un
franchising o una cooperativa. Noi possiamo concedere l’uso del marchio a chi vuole
condividere la nostra idea: riciclare e riusare, come ad esempio nel caso degli elementi
d’arredo del primo Zazie - il bancone è una
vecchia porta, e abbiamo anche il lavandino e la lavagna di una scuola; puntare sulla
qualità degli alimenti, possibilmente a km 0,
sull’etica del lavoro, sulla gradevolezza del
luogo, sulla cortesia… e sull’onestà – noi gli
scontrini li diamo sempre!
TIS Paper: Quali sono le maggiori difficoltà
che avete incontrato?
Il credito, che in questo Paese è un grossissimo problema. Non solo all'inizio, ma anche
nelle fasi successive quando ormai l’azienda
è avviata, in banca ci considerano degli ottimi pagatori e il nostro rating è salito: nonostante tutto questo, ottenere linee di credito
sostenibili e adeguate è sempre difficile.
Non è solo un problema di banche, anzi ne
abbiamo anche trovate alcune con cui è stato
possibile dialogare; i problemi si presentano
per esempio con i consorzi di garanzia che
Abbiamo costruito un modello di
business mettendo insieme tutti i
dati, grazie al quale adesso stiamo
raccogliendo ottimi risultati.
L’interno del negozio “Zazie” in via Malcontenti a Bologna.
Un nostro cliente ha apprezzato la nostra idea di business
talmente tanto da volersi mettere in gioco personalmente.
ti chiedono ad esempio garanzie del 60%
per garantirti l'80 %: ma che facilitazione è?!
Dalla nostra esperienza abbiamo capito che
in generale c’è un clima clientelare nella concessione del credito: se non hai conoscenze
senti molto la differenza. È un sistema inefficace, non meritocratico che rallenta notevolmente i tempi. Con le istituzioni invece
non abbiamo affatto avuto problemi: dalla
CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato) abbiamo ricevuto supporto, e anche dalla Provincia di Bologna. Le richieste
della ASL per esempio erano sempre sensate, e ci hanno anche aiutato a trovare delle
soluzioni. Un ostacolo per me insensato è
poi il costo del lavoro, che è mostruoso: è
difficile essere a posto con tutte le tasse, ma
noi vogliamo farcela, anche se è frustrante
pensare che questi soldi potrebbero essere
reinvestiti nei lavoratori o nello sviluppo.
Noi stessi per lavorare gratuitamente nei
nostri negozi paghiamo una cassa artigiani
che dovrebbe finanziare una pensione che
non vedremo mai. Parlo di 3000 euro l'anno
a testa come minimo fisso non calcolato sulla
percentuale di reddito (fisso!), che considero una vera e propria follia.
—
Intervista di Astrid Brunetti.
TIS Paper: Ci sono molte idee valide in Italia,
ma non sempre diventano un’azienda. Perché Zazie ce l’ha fatta?
Abbiamo fatto un business plan molto dettagliato e pensato. Noi ci siamo basati sulle
nostre esperienze e conoscenze pregresse:
Gianmarco per esempio ha una formazione
economica, e abbiamo valutato le possibili
spese, i flussi di cassa, le potenziali vendite,
il tutto senza dimenticare l’ottica del cliente. Abbiamo costruito un modello mettendo
fine
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insieme tutti i dati, grazie al quale adesso
stiamo raccogliendo ottimi risultati. Riflettere sul proprio business significa conoscerlo
a fondo.
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Quelli che capiscono il cavolo Marina
Paglizza e il suo socio nel 2012 hanno mollato i propri posti di lavoro “fissi” per fondare
una start-up al sapore di frutta e verdura: il
loro negozio Zazie a Bologna in pochi anni
è diventato un punto di riferimento per chi
vuole mangiare sostenibile e sano. Tanto che
un cliente ne ha aperto un altro. E forse se ne
aprirà un altro, e un altro…
Il ritratto d’imprenditore
Il ritratto dell’imprenditore:
Ferdinand Weissensteiner, ProAlps
Quando uno parte per un viaggio…
Un’agenzia per vacanze all’insegna dell’avventura che ha organizzato proposte di matrimonio
sulle Tre Cime di Lavaredo e messo in un bob galleggiante per l’hydrospeed la troupe cinematografica di ProSieben: un ritratto di ProAlps, start-up nel TIS.
L’ufficio della start-up è un locale di circa 60
metri quadrati, scrivanie accozzate e sedie
che sembrano disposte a caso. Una parete
divisoria separa le tradizionali postazioni dal
piccolo angolo per conversazioni appartate
su divano in pelle nera, con tanto di tavolino
e minibar. Dall’ampia vetrata si intravede una
strada molto trafficata e verdi pendii. Il poster
con un motivo di montagna appeso al muro
e il modellino di elicottero posizionato sullo
scaffale rinviano al settore in cui opera la giovane impresa.
Ferdinand Weissensteiner ha un sorriso aperto e gentile, indossa una polo, jeans strappati
e scarpe da ginnastica. Dietro alla scrivania
accanto alla porta è seduto un giovane uomo
dai capelli neri come il carbone. «Questo è
Manuel», dice mentre si accomoda sul divano e comincia a raccontare. «Sono cresciuto
in una struttura ricettiva della Val d’Ega, per
questo ho il turismo nel sangue». Dopo aver
studiato economia del turismo in Germania,
Weissensteiner ha passato alcuni mesi in
Spagna dove ha fatto diverse esperienze in
alcuni hotel. «Dopo la Spagna mi è venuta
voglia di viaggiare e ho comprato insieme a
Felix, allora mio compagno di studi e oggi mio
socio, un biglietto per fare il giro del mondo».
Durante l’anno passato a viaggiare intorno
al mondo, i due giovani hanno visitato posti
molto interessanti dal punto di vista turistico.
«Tra tutti i posti che abbiamo visto, mi hanno
particolarmente colpito il Messico e l’Australia, per questo mi sono fermato lì più a lungo»,
ride sotto i baffi Weissensteiner.
In tutto ha lavorato per sette anni in rinomati hotel in Messico e in Australia maturando
in queste destinazioni turistiche importanti
esperienze. «In Messico ad esempio spopo-
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10
la molto il turismo esperienziale che viene
proposto dalle grandi catene alberghiere da
un apposito servizio di concierge all’interno delle strutture». Le avventure dei clienti
vengono dunque prenotate dai dipendenti
dell’hotel. «Allora ho pensato che in fatto di
vacanze-avventure anche l’Alto Adige potesse offrire qualcosa. All’epoca esistevano già
Durante l’anno passato
a viaggiare intorno al
mondo, i due fondatori
d’impresa hanno visitato
posti molto interessanti
dal punto di vista turistico.
molte offerte per vacanze “attive”, ma queste
venivano pubblicizzate poco; la maggior parte degli albergatori infatti si concentrava ancora esclusivamente sulla propria struttura»,
ricorda Weissensteiner.
Inoltre in Alto Adige le strutture degli hotel
sono molto diverse: il più delle volte le piccole aziende a conduzione famigliare non si
possono permettere di offrire servizi di questo tipo. «C’era quindi bisogno di un intermediario…»
Dopo sette anni Weissensteiner ha fatto ritorno in Alto Adige e ha lavorato sia nell’azienda di famiglia che in altri hotel di tutto l’Alto
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11
TIS News
«Non riuscivo a togliermi dalla
testa la faccenda delle vacanzeavventura e mi stuzzicava l’idea di
mettere in piedi qualcosa di mio».
Adige. «Non riuscivo a togliermi dalla testa
la faccenda delle vacanze-avventura e mi
stuzzicava l’idea di mettere in piedi qualcosa
di mio», afferma e si ferma un attimo quando un altro giovane entra in ufficio. «Cosi ho
chiamato quello lì», sorride Weissensteiner
indicandolo. «Questo è Felix, mio ex compagno di studi, accompagnatore di viaggi per il
mondo e oggi mio socio». Felix Gratze indossa una maglietta con un logo, jeans e le immancabili scarpe da ginnastica. Si muove con
cautela e se paragonato al vivace Ferdinand
è la calma fatta a persona. «Quando quattro
anni fa Ferdinand mi chiamò raccontandomi
della sua ultima idea di aprire in Alto Adige
un’agenzia per vacanze all’insegna dell’avventura ho fatto immediatamente le valigie e
mi sono trasferito a Bolzano», racconta il giovane originario di Gelsenkirchen, Germania.
Insieme hanno lavorato a un business plan,
racimolato capitale e nel 2009 hanno gettato
le basi per l’azienda ProAlps. «L’inizio è stato
faticoso poiché per mettere in piedi un’attività c’è molto lavoro burocratico da svolgere»,
afferma Weissensteiner. Il fatto che il modello di business fosse totalmente nuovo ha
complicato le cose: soltanto per chiarire se
fosse necessaria una licenza per agenzia di
viaggi oppure una pubblicitaria ci sono voluti
sei mesi.
Nel 2010 il team di ProAlps è entrato nell’ufficio del primo piano dell’Agrocenter, vicino
all’uscita Bolzano Nord dell’Autostrada del
Brennero. «In Alto Adige l’outdoor stava
prendendo piede, per questo non è stato
difficile convincere le attività turistiche della
validità della nostra idea di intermediario per
vacanze all’insegna dell’avventura». D’altro
canto in Alto Adige esistevano già molti operatori che offrivano questo tipo di esperienze
come il rafting, il kite oppure l’arrampicata nei
percorsi ad alta fune. «Tuttavia pochi erano a
conoscenza di questa vasta offerta. Perfino
i turisti che sono un target importante per
questi organizzatori non ne sapevano niente», puntualizza Weissensteiner. «Grazie a
ProAlps questi operatori vengono coinvolti
nella nostra comunicazione ottenendo maggiore visibilità e quindi più clienti, ma anche
un alleggerimento del lavoro organizzativo».
Oggi nel team di ProAlps sono in quattro e
collaborano con un network di 50 hotel partner e altrettanti organizzatori. Il programma
dell’azienda conta 40 attività che vanno dallo
spericolato lancio con il paracadute fino alla
tranquilla partita di golf. «Tutte le attività non
devono distare dell’ospite altoatesino più di
90 minuti di macchina», spiega Weissensteiner. La star tra le attività è senz’altro il rafting,
«perché è adatto anche a famiglie e gruppi».
Prima di essere inserita nel programma, ogni
nuova attività viene provata personalmente
dal team. «Così ci facciamo anche qualche
graffio», sorride Weissensteiner e sogghigna
in direzione del suo collega Felix che fa una
smorfia di dolore.
«Così ci facciamo anche qualche graffio».
Oltre all’offerta fissa, ProAlps fa da intermediario per esperienze individuali. «La richiesta più pazza ci è stata fatta da un giovane
che voleva chiedere la mano della futura
moglie in modo molto originale», racconta
Weissensteiner. «Ci è stato chiesto di organizzare un volo in elicottero sulle Tre Cime
di Lavaredo dove avremmo dovuto posizionare in anticipo un cartellone gigantesco
con la scritta “vuoi diventare mia moglie?”».
Weissensteiner disegna in aria con un dito il
cartellone. «Abbiamo mosso mari e monti e
coinvolto perfino il soccorso alpino. Alla fine
l’iniziativa è fallita perché era semplicemente
troppo costosa, tuttavia avremmo potuto organizzarla», afferma orgoglioso.
Un altro highlight nella giovane storia dell‘azienda è la collaborazione con la grande
emittente privata tedesca ProSieben. Per un
reportage sugli sport d’azione il team che si
occupa dei film è arrivato in Alto Adige. In
questa occasione ProAlps ha organizzato
per la troupe cinematografica un percorso in
hydrospeed in Valle Aurina e altre due avventure a Solda e a Senales.
Il prossimo grande progetto è già alle porte: a inizio luglio si terrà la Red Bull X-Alps
2013, considerata la gara di parapendio più
difficile al mondo. 32 atleti provenienti da
21 Paesi sorvoleranno le Alpi e per la prima
volta l’Ortles sarà una delle tappe. ProAlps è
partner ufficiale di Red Bull insieme allo Sporthotel Paradies di Solda e gestirà la tappa a
Solda.
«Sono molto felice di come sta andando», afferma Weissensteiner. «Naturalmente le cose
possono sempre migliorare, ma mi sto accorgendo che abbiamo già molti sostenitori e che
alle gente piace quello che facciamo. E questo
mi fa capire che siamo sulla strada giusta».
TIS News
Confezione in legno
per il vino
Una cassetta per i vini che non è solo
un imballaggio pratico ed elegante
per le bottiglie di Lagrein o Pinot ma
che, dopo essere stata utilizzata, può
diventare uno scaffale per conservare
il nettare degli dei: Roland Caminada e il
falegname Raimund Pichler hanno trovato il
concetto e il design perfetto. Per poter completare l’innovativa cassetta con i collaboratori del laboratorio, è arrivato il contributo del
TIS innovation park che ha trovato i listelli di
legno necessari e ha messo a disposizione
la sua tagliatrice laser. Roland Caminada è il
responsabile dei progetti in legno del laboratorio protetto GWB (Cooperativa.Laboratori.
Assistenza) a Bolzano. Insieme al falegname
Raimund Pichler ha ideato una nuova confezione in legno per le bottiglie di vino. Michael
Stauder, un collaboratore del TIS, ha aiutato a
trovare la falegnameria giusta e Walter Weissensteiner del Centro Sviluppo di Prodotto &
Nuove Tecnologie ha coordinato l’uso della
nuova tagliatrice laser del TIS per ritagliare
gli elementi della cassetta e incidere loghi e
scritte. Ogni anno la cooperativa potrà così
produrre 600 di queste cassette che sono già
state richieste da alcune cantine.
Testo di Eva Pichler.
Arriva il padiglione
di neve mobile
Se le persone non vanno sulla neve,
allora la migliore neve altoatesina
andrà dalle persone. Per esempio nelle grandi città e nei parchi divertimenti del
mondo. Questo è possibile con un padiglione
di neve mobile – il cosiddetto “Mondo delle
avventure sulla neve” montabile e smontabi-
le come un tendone da circo. Questa novità
mondiale è stata progettata dal team di architetti altoatesini della Haller & Ohnewein
in collaborazione con il Cluster sports & winterTECH del TIS innovation park. Uno studio
di fattibilità condotto insieme a sette membri
del Cluster ha dimostrato la fattibilità tecnica
del padiglione. La superficie innevata potrebbe arrivare alla grandezza di due campi
da tennis e la combinazione tra un container
e un tendone permette di montare e smontare il padiglione di neve mobile in poco
tempo. Sarebbero soprattutto i bambini che
potrebbero entusiasmarsi scoprendo com’è
divertente scatenarsi sulla neve. E naturalmente non mancherebbe un’area dedicata
alla gastronomia. I costi di costruzione del
padiglione di neve si aggirano intorno a 1,4
milioni di euro; per i costi annuali di gestione
si stima poco più di mezzo milione di euro per
stagione e ci si aspettano fino a 800 visitatori
al giorno - un fatturato fino a 2 milioni di euro
per stagione. Con questo ritmo i costi di investimento verrebbero ammortizzati già dopo
due o tre anni.
Lunga vita alla Green
Economy altoatesina
Parco tecnologico: più
occupazione per tutti
«Il parco tecnologico sarà un motore
per l'economia altoatesina» questa la
convinzione espressa da Luis Sanz,
direttore generale Associazione Internazionale dei Parchi Scientifici
nell'ambito del workshop sul parco
tecnologico. All’evento, oltre a Luis Sanz,
è intervenuta anche Irma Priedl, coordinatrice del programma Technopol della Bassa
Austria. Sia Sanz che Priedl hanno insistito
sulla capacità unica dei parchi tecnologici di
creare posti di lavoro, dare nuova linfa vitale
all’economia e creare un solido ponte tra università e mondo economico. La Priedl e Sanz,
da 25 anni impegnato nei parchi tecnologici
e dal 1996 direttore generale della maggiore associazione mondiale di parchi tecnologici (IASP), hanno entrambi confermato la
necessità dei parchi per confrontarsi con le
fine
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sfide contemporanee. Questi sono infatti il
naturale prodotto della trasformazione da
economia industriale, dove le priorità erano
la produzione massiva e il contesto nazionale,
all’attuale economia della conoscenza, basata sulle capacità specifiche, e che stimolano
l'innovazione e il trasferimento di conoscenza. Il collegamento tra mondo della ricerca
e business, per esempio, ha determinato il
successo del programma Technopol: nato
nel 2004, oggi conta 1928 lavoratori di cui
1079 ricercatori per un totale di 65 milioni di
euro di investimenti dal 2004 al 2012 su una
superficie di più di 25.000 m2. «Il governo
della Bassa Austria è molto soddisfatto di
questi risultati» ha spiegato Irma Priedl «per
noi si tratta di effetti diretti, indiretti e indotti
sul PIL, sull'occupazione, sulle entrate fiscali e
sui contributi sociali».
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Un valore aggiunto di 5,6 milioni di
euro con una spesa di 0,4 milioni di
euro: questo è uno dei risultati del
progetto enertour da quando è nato,
un rapporto costi-benefici di 1:14.
Questo dato è emerso da un sondaggio del
2012 effettuato tra i partecipanti delle escursioni tecniche enertour dell’Area Energia &
Ambiente del TIS e della Fondazione Cassa
di Risparmio a cui in totale hanno preso parte
circa 9000 persone. In occasione del quinto
compleanno di enertour è stato effettuato un
sondaggio tra tutti i partecipanti, i cui risultati parlano da soli: ben il 36 percento degli
intervistati ha dichiarato di aver investito in
prodotti o servizi di aziende altoatesine del
settore conosciuti durante le escursioni.
I trend
Alla conquista
dello spazio creativo
Liberare la creatività dei collaboratori non è semplice per le aziende.
ll trend del work:design le aiuta a raggiungere questo obiettivo.
Quale posto più creativo se non un bar dove
sentirsi liberi di affrontare ogni argomento? Si
racconta che le migliori idee nascano proprio
davanti a un aperitivo dopo il lavoro. Anche
alla Santander Consumer Bank in Germania,
per esempio, hanno capito l’importanza di
questo luogo d’aggregazione tanto da farne
l’entrata principale dell’azienda. Qui l’architettura dà un messaggio implicito ma ben
chiaro: benvenuti e sentitevi a casa!
Sfruttando la struttura dei locali, le imprese
possono creare un ambiente di lavoro che
permette ai collaboratori, considerati risorsa
fondamentale, di esprimere al meglio la loro
personalità e di svolgere le diverse mansioni
quotidiane sentendosi a proprio agio. «Visto
che oggi la linea di separazione tra lavoro e
tempo libero è più sfumata e le richieste al
collaboratore sono aumentate, diventa fondamentale dare ai collaboratori un ambiente bello e in grado di ispirare il loro lavoro
quotidiano», afferma Michaela Egebrecht,
esperta di trend al TIS. In futuro le esigenze
dei collaboratori influenzeranno sempre di
più i processi lavorativi e parallelamente le
organizzazioni dovranno adattarsi. Inoltre
un altro cambio di prospettiva che dovranno accettare le aziende è il lento scomparire
dell’individualità della nascita delle idee, che
saranno sempre più processi collettivi: le innovazioni infatti nasceranno sempre meno
dal singolo, e sempre più dalla molteplicità
di persone che sono coinvolte nello sviluppo
dell’impresa.
È importante creare
un ambiente di
lavoro che permette
ai collaboratori di
esprimere al meglio
la loro personalità
e in grado di
aumentare così la loro
motivazione.
Se al bar si possono concepire idee originali,
su un divano si possono ricaricare le energie.
La società di consulenza Cubion di Copenhagen ha ben chiaro questo concetto perché
permette ai suoi collaboratori di sdraiarsi sul
divano in un ufficio chiuso quando hanno bisogno di concentrarsi. Ma anche i brainstorming possono essere ripensati, infatti alla Cubion non vige più l’obbligo del foglio di carta
bianco ma i collaboratori utilizzano le pareti di
vetro semitrasparenti come lavagne.
Le stesse quattro pareti dell’ufficio non
sono più imprescindibili: gli open space ormai sono una realtà da diversi decenni ma
l’ultima evoluzione sono i “creative offices”,
ovvero gli uffici creativi dove ci sono diverse
tipologie di “uffici” per i diversi compiti da
Per liberare la creatività dei collaboratori occorre dunque lo spazio giusto.
Testo di Alessia Sorà.
Le aziende dovranno
accettare il lento scomparire
dell’individualità della nascita
delle idee che saranno
sempre più processi collettivi.
svolgere. Sono previsti spazi isolati per lavorare concentrati, spazi per assorbire nuove
conoscenze e trasmettere esperienze e spazi che favoriscono la collaborazione trasversale tra i collaboratori. Per i collaboratori di
oggi, infatti, è quasi impossibile svolgere
tutto il lavoro dallo stesso posto: non si può
essere creativi da soli davanti a una scrivania
oppure leggere concentrati in un open space. «Il cambio di luogo favorisce una visione
d’insieme, libertà di pensiero e nuove possibilità perché libera la creatività e stimola
la collaborazione. La nuova organizzazione
dello spazio deve favorire al contempo la
concentrazione, l’esposizione delle proprie
idee agli altri e l’ispirazione», continua Michaela Egebrecht.
È per questo che nella nuova sede della
LEGO a Billund in Danimarca gli uffici sono
composti da sale riunioni aperte per presentazioni spontanee e discussioni di nuove
idee di prodotto, uffici singoli per i momenti di riflessione, una zona “divertimento” e
un’area in cui si può sperimentare e provare
fine TIS Paper
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con mano i nuovi prodotti. E non bisogna
dimenticare i momenti di socializzazione:
anche qui ci vogliono i luoghi giusti, come
il caffè al bar o il pranzo in mensa. Generalmente le imprese non sono abituate a considerarli lavoro, ma in realtà sono spesso proprio queste pause dal lavoro standard che
danno vita alle idee migliori.
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www.youtube.com/watch?v=-mlSrKo16D0
29 Ways To Stay Creative
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