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SANTA VERONICA GIULIANI Orsola Giuliani, questo era il suo vero

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SANTA VERONICA GIULIANI Orsola Giuliani, questo era il suo vero
SANTA VERONICA GIULIANI
Orsola Giuliani, questo era il suo vero nome, fu una Clarissa Cappuccina .Nacque a
Mercatello sul Metauro (in provincia di Pesaro-Urbino) nel 1660 e morì a Città di
Castello nell’anno 1727. Settima ed ultima figlia di Francesco Giuliani e Benedetta
Mancini fu una grande mistica che volle donare tutta se stessa a Dio e al prossimo. Fin
da piccola manifestò un carattere ardente e impetuoso e crebbe in un ambiente ricco
di religiosità, di preghiera e letture sacre, ma specialmente le vite dei santi lasciarono
una traccia profonda nella sua fervida mente di bambina. Gli aneddoti che riguardano
la sua prima infanzia sono molti. Significativo fu l’incontro con Gesù Bambino quando
lei aveva appena tre o quattro anni e mentre era intenta a cogliere dei fiori le disse”Io
sono il vero fiore!” per poi scomparire subito dopo. L’incontro la riempì di gioia e la
piccola cercò continuamente di rivedere il Bambino. Quando la madre morì nel 1667
affidò ad ognuna delle cinque figlie una delle piaghe di Gesù Cristo e ad Orsola toccò
la piaga del costato (S. Cuore) affinchè imparasse cosa voleva dire amare. Lei vide
sempre nel suo prossimo il Signore, perciò fu caritatevole nei confronti dei poveri e
bisognosi.
La famiglia si trasferì a Piacenza dopo la morte della madre per poi tornare a
Sant’Angelo in Vado qualche tempo dopo. A Piacenza ricevette finalmente la Prima
Comunione e fu Gesù stesso che le disse: “ Pensa a me solo! Tu sarai la mia sposa
diletta!". Nel frattempo Orsola sentì sempre più forte la chiamata del Signore,che la
voleva in sposa, anche se il padre si oppose con forza alla sua entrata in convento
perché era molto affezionato alla figlia minore. Un giorno mentre sfoga la sua
amarezza davanti ad un’immagine di Gesù, lo stesso Signore, con voce intelligibile le
dice: ”Sta’ posata, non dubitare; io voglio essere tuo Sposo, perché tu sei mia cara”.
Finalmente dopo aver tanto atteso nel 1677 viene accetta dalle monache cappuccine
del monastero di Città di Castello, luogo da lei espressamente scelto come il più
idoneo per darsi alla ricerca di Dio ed alla preghiera per l’espiazione dei peccati e la
conversione dei peccatori, nella povertà e nella penitenza seguendo l’esempio
mirabile di San Francesco e Santa Chiara.
Infine nel 1677 a soli 17 anni venne accolta nel monastero delle Clarisse Cappuccine
di Città di Castello ove si recò in carrozza, ornata con preziosi abiti e gemme da sposa
secondo l’usanza del tempo ed accompagnata da un seguito di dame e cavalieri.
Giunta alla porta del monastero cominciò a togliersi tutti i monili e gli ornamenti che
porta addosso, proprio come fece il poverello di Assisi, per dedicarsi interamente e
con entusiasmo al Signore. Il vescovo Sebastiani le assegnò il nome di suor Veronica
dicendole: "Da ora in poi ti chiamerai suor Veronica che significa vera ed unica, cioè tu
e Dio solo".
Durante la vita religiosa iniziano a manifestarsi in maniera sempre più evidente i
fenomeni esterni della sua vita mistica e le “pazzie d’amore”.I confessori cominciano a
comprendere l’enormità dei fenomeni mistici vissuti da Veronica e il vescovo e il
padre confessore le chiesero di scrivere tutto ciò che viveva. E’ così che annotò in un
Diario di 22.000 pagine manoscritte, visibile nel Monastero di Santa Veronica a San
Giacomo a Città di Castello, che consta di quarantadue volumi le sue visioni mistiche,
le rivelazioni, le meditazioni teologiche, le tentazioni del Demonio e la vita nel
convento. Lei stessa narrò dei suoi dialoghi con Gesù crocifisso in questo modo:“Poi,
staccando un braccio dalla croce, mi fece cenno che mi accostassi al suo costato... E
mi trovai tra le braccia del Crocifisso. Quello che provai in quel punto non posso
raccontarlo; avrei voluto star sempre nel suo santissimo costato!”
Veronica Giuliani amò a tal punto Gesù da volerne condividere le sofferenze attraverso
la penitenza.
La sua è la storia di una donna di grande valore morale e religioso, che ha dedicato la
sua vita alla preghiera e alla contemplazione.
Il venerdì santo del 5 aprile 1697 suor Veronica ricevette le sacre stimmate. “In un
istante- scrisse la santa- vidi uscire dalle sue santissime piaghe cinque raggi
splendenti; tutti vennero alla mia volta; e io vedevo i detti raggi divenire come piccole
fiamme. In quattro vi erano i chiodi e in uno la lancia d'oro, ma tutta infuocata, e mi
passò il cuore da banda a banda, e i chiodi passarono le mani e i piedi".
Negli anni trascorsi in monastero visse molte difficoltà a causa dell’incredulità e
sfiducia del Santo Uffizio. Riabilitata, divenne badessa del Convento. Veronica Giuliani
scrisse il suo Diario sotto dettatura della Madonna fino a tre mesi prima della sua
morte e fu la stessa Madre Santa a dettare di fare punto. Morì nel convento a Città di
Castello nel 1727, un venerdì, dopo 33 giorni di malattia e subito i tifernati accorsero
al convento. Le sue ultime parole furono, a testimonianza del suo grande trasporto
per il Signore: “Ho trovato l'Amore! Ditelo a tutte. E' questo il segreto delle mie gioie
e delle mie sofferenze: l'Amore si è lasciato trovare.”
Il suo corpo, sottoposto ad autopsia, mostrò i segni delle sacre stigmate ed il cuore
apparve trafitto da parte a parte e riportava i prodigiosi segni della Passione, proprio
come lei li aveva descritti e nella loro esatta posizione. Il corpo di Veronica Giuliani è
conservato e venerato presso il Monastero di Santa Veronica Giuliani a Città di
Castello, presso San Giacomo, dove ogni anno affluiscono migliaia di pellegrini. Il 9
luglio ricorre l'anniversario della sua morte. Fu dichiarata Beata nel 1804 e Santa nel
1839.
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