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periodico nazionale dell`istituto del nastro azzurro fra combattenti

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periodico nazionale dell`istituto del nastro azzurro fra combattenti
il nastro
azzurro
PERIODICO
NAZIONALE
DELL’ISTITUTO
DEL NASTRO
AZZURRO FRA
COMBATTENTI
DECORATI
AL VALORE
MILITARE
ANNO XLVII - N. 2 - MAR./APR. 2008 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 2, DCB Roma
GIORNATA DEL DECORATO 2008
Roma 24 maggio 2008
Il 24 maggio p.v. si celebrerà l’annuale “GIORNATA DEL
DECORATO” e anche quest’anno, dopo il grande sucesso del
2007, la manifestazione nazionale che avrà luogo all’Altare
della Patria si svolgerà insieme tra Soci dell’Istituto del Nastro
Azzurro fra combattenti decorati al Valor Militare e Soci del
Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia.
***
DONIAMO IL 5 PER MILLE AL NOSTRO ISTITUTO
Anche la Legge Finanziaria 2008 consente di destinare il “5
per mille” dell’IRPEF a sostegno delle attività delll’Istituto del
Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare, come
Associazione riconosciuta che opera nei settori di cui
all’art.10, comma 1, lettera a, del D.Lgs. n.460/97. Pertanto,
sia con il Mod. UNICO che con il 730 è possibile compiere
tale scelta e vi invitiamo ad utilizzare questo strumento per
sostenere gli impegni che il nostro Istituto si è assunto per
diffondere, in particolare nelle giovani generazioni, il rispetto
e l’amore per la Patria e la conoscenza dei doveri verso questa; assistere gli iscritti e salvaguardare gli interessi morali e
materiali della categoria; mantenere vivi i contatti con le Forze
Armate e con le Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
La scelta si può esprimere apponendo, nell’apposito spazio, la
propria firma ed inserendo il Codice Fiscale dell’Istituto
80226830588 e non comporta alcun onere a carico del contribuente.
***
RADUNO INTERASSOCIATIVO DI ASSOARMA
Trieste 2-3 novembre 2008
I prossimi 2 e 3 novembre 2008, si terrà a Trieste il previsto
Raduno Interassociativo di ASSOARMA, per commemorare il
90° anniversario della Prima Redenzione della città, avvenuta
il 3 novembre 1918. Quel giorno sbarcarono a Trieste: il generale Carlo Petitti di Roreto, per assumere, a nome del
Governo, i poteri di Governatore ed i Bersaglieri del 7° e
dell’11° Reggimento.
Le Autorità cittadine hanno accolto con entusiasmo questa
scelta di ASSOARMA ed hanno offerto ampia disponibilità a
supportare la manifestazione, che dovrà risultare significativa.
Analogamente le Autorità della Difesa hanno accolto molto
favorevolmente l’iniziativa.
Noi ci attendiamo dai soci una risposta entusiastica in termini di partecipazione perché questa città, per troppi anni
dimenticata, per le sofferenze che a lungo ha dovuto patire
e per il martirio che ha dovuto subire, merita una attestazione di affetto.
La Vostra presenza a Trieste costituirà un tributo di riconoscenza e di amore per queste genti d’Italia che hanno sofferto anche per noi. Nel prossimo comunicato sarà indicato
un dettagliato programma della cerimonia con le modalità
per segnalare la propria adesione, specificando sin d’ora
che i radunisti sarano interessati solo il 3 mattina dalle 8.30
alle 13.00”.
• Comunicazioni
• La Costituzione compie 60 anni
• Gennaio 1948-gennaio 2008: sessantesimo
della Costituzione
• Lettere al Direttore
• 60° Anniversario della Costituzione Italiana
• È sempre valida la nostra Costituzione?
• Un francobollo per i 60 anni della Costituzione
• Medaglie d’Oro eccellenti: Ettore Viola
• Come Ettore Viola ricorda la Fondazione
dell’Istituto del Nastro Azzurro
• L’estromissione di Ettore Viola da Presidente
dell’Associazione Combattenti
• L’Istituto del Nastro Azzurro a Castellammare
di Stabia
• Detto fra noi
• Elenco delle Federazioni
• Il Maresciallo Pezzulo Caduto in Afghanista
mentre distribuiva viveri e coperte
• L’8 marzo delle Donne Decorate al V.M.
• La prima Donna Medaglia d’Oro al Valor Militare
• Il Coraggio delle Donne
• Il Golfo di Gaeta nella Seconda Guerra Mondiale
• Acqua a Pantelleria
• I retroscena di una misteriosa esplosione
• Cronache delle Federazioni
• Recensioni
• Azzurri nell’Azzurro dei cieli
• Consigli Direttivi
• Oggettistica del Nastro Azzurro
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In copertina:
L’addio al Maresciallo pezzulo nel 60° Anniversario
della Costituzione Italiana
“IL NASTRO AZZURRO”
Ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924
(La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951)
Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - E-mail: [email protected] - Direttore Editoriale: Giorgio Zanardi - Presidente Nazionale dell’Istituto
- Direttore Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Giorgio Zanardi, Antonio Daniele, Carlo Maria
Magnani, Giuseppe Picca, Bruno Stegagnini, Antonio Teja, Antonino Zuco - Segretaria di Redazione: Barbara Coiante Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e stampa: Arti
Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: febbraio 2008
Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”,
oppure su C/C Bancario CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3
- CIN IT “A” - ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503220000000002122 - C.F. 80226830588
Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre.
Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
IL NASTRO AZZURRO
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LA COSTITUZIONE COMPIE 60 ANNI
retate della Todt o della RSI e hanno loro insegnato l’uso
el suo discorso alla
delle armi e le tattiche di combattimento, dando vita al
nazione di fine 2007,
movimento partigiano.
il Capo dello stato
Alle nostre forze armate la guerra di liberazione del
Giorgio Napolitano ha richia43/45 è costata un numero di vittime quadruplo rispetto
mato l’attenzione degli italiani
a quello sofferto dall’intero movimento partigiano, ma
sulla Costituzione sollecitanper anni - troppi davvero - il merito della vittoria nella
doli a onorare i principi e i
guerra di liberazione, è stato tenacemente e sistematicavalori che essa enuncia, e in
mente considerato appartenere ad una sola parte.
special modo tutti quei suoi indirizzi che non vengono
È per questo che, per la Costituzione, come è avveperseguiti e tradotti in atto.
nuto
e avviene per il XXV aprile, l’attenzione e la consiIl nostro Istituto ha il dovere di associarsi alle sue solderazione di una parte degli italiani non e stata finora
lecitazioni ma premettendo e precisando che la
quella che essa merita per il suo
Costituzione nel 1948 non è stata
indiscusso valore.
un merito del solo movimento
È cioè nel quadro del vero
partigiano bensì il frutto della
LA COSTITUZIONE…È STATA UN
aspetto
storico della resistenza,
resistenza di tutti quegli italiani
MERITO…DI TUTTI QUEGLI ITALIANI CHE
che
vanno
accolti, condivisi e
che hanno dato vita alla guerra di
HANNO DATO VITA ALLA GUERRA DI
sposati
gli
indirizzi di questa
liberazione e in primis di quelli
LIBERAZIONE E IN PRIMIS QUELLI CHE
nostra
Costituzione
che dovrà
che la hanno combattuta apparteLA HANNO COMBATTUTA
essere anche liberata dalle rughe
nendo alle forze armate sia con le
APPARTENENDO ALLE FORZE ARMATE…
(come le ha definite il Capo dello
stellette, risalendo la Penisola
Stato), che hanno a che fare col
dalle Puglie al Po e oltre a fianco
cambiamento della società, interdegli alleati, sulla linea del fuoco o con le divisioni ausivenute
nel
lungo
tempo
trascorso dalla sua nascita, affinliarie, aiutandoli a liberare il territorio nazionale dal
ché
sia
sempre
la
stella
polare
della Patria.
tedesco invasore, sia senza le stellette quando, rimasti
senza reparti, sono saliti in montagna e si sono riuniti a
Giorgio Zanardi
quei giovani che vi si erano rifugiati per sfuggire alle
N
GENNAIO 1948-GENNAIO 2008: SESSANTESIMO DELLA COSTITUZIONE
La Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, che riunisce le Associazioni dei
combattenti, dei decorati al Valor Militare, dei mutilati ed invalidi di guerra, dei partigiani, degli orfani e delle famiglie
dei Caduti, dei reduci dalla prigionia, degli internati e dei deportati nei campi di concentramento e di sterminio, ha tra
le proprie finalità quella di tramandare, in modo unitario, alle giovani generazioni i valori e gli ideali democratici e di
pace per la difea ed il pieno rispetto della Costituzione repubblicana.
La Confederazione rivolge un saluto deferente al Capo dello Stato, garante della Costituzione e delle Istituzioni
democratiche, nel 60° anniversario della promulgazione della Costituzione, una tra le più avanzate del mondo civile,
che ha consentito la radicale trasformazione dell’Italia in questi sessanta anni.
La Confederazione ricorda con riconoscenza i Padri costituenti che con chiarezza e lungimiranza, rifuggendo da
ogni tentazione retorica, seppero fissare con grande fermezza posizioni ed obiettivi precisi, fortemente avanzati sul
piano democratico, del riconoscimento dei diritti civili, della trasformazione economica e sociale dell’Italia, creando
le condizioni per un suo costante sviluppo e progresso. Presupposto che ha creato le basi ideali e programmatiche
necessarie per tali profonde innovazioni, per l’impegno democratico, patriottico e civile del popolo italiano. Popolo
che seppe reagire e combattere, in una lotta eroica, tesa a cacciare l’invasore nazista dal suolo patrio e per
definitivamente abbattere ogni forma di regime dittatoriale fascista, lottando con volontà tenace, con la
consapevolezza di condurre una battaglia difficile, per vedere realizzata una Italia rinnovata e democratica.
La Confederazione sente, in questo sessantesimo anniversario della promulgazione della Costituzione, l’esigenza
di rendere un commosso omaggio ai partigiani, ai soldati del volontario esercito che ha liberato l’Italia a fianco degli
Alleati, agli eroici combattenti di Cefalonia, ai 600.000 soldati italiani costretti nei campi di concentramento tedeschi
a causa della loro fedeltà alla Patria, ai deportati nei campi di sterminio, a tutti gli italiani che si sono opposti al
nazifascismo aiutando, con ogni mezzo possibile, i combattenti della libertà. Una epopea storica che si chiama
Resistenza, Guerra di Liberazione, Costituzione Repubblicana.
La Confederazione rifugge da nostalgie reducistiche, dando così il suo contributo all’interno della società
nazionale, e riconferma – celebrando il 60° della nostra Carta Costituzionale – il suo impegno unitario per
contribuire al progresso civile e democratico del Paese, ricordando insieme alle Istituzioni locali e nazionali un
avvenimento fondamentale della storia dell’Italia democratica.
La Confederazione Italiana
fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane
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IL NASTRO AZZURRO
LETTERE AL DIRETTORE
Egregio Direttore,
nel numero di novembre-dicembre 2007 del “Nastro Azzurro” c’è l’invito ad inviare “lettere al Direttore”. Ottima
iniziativa. Ne approfitto subito.
Dal fascicolo di settembre-ottobre 2007 è detto che la rivista è nata nel 1926. Ma nelle fotografia della testata
pubblicata a pag. 4 di quel fascicolo si legge chiaramente “Anno III - Gennaio 1926 - N. I”. Se l’anno 1926 era il
terzo della rivista, essa doveva esistere dal 1924. La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma dovrebbe (uso il
condizionale) averne la collezione, e così quella di Firenze e la Biblioteca Militare Centrale di Roma, forse soprattutto
quest’ultima.
Non ho sotto mano il volume di Olga Maiolo Molinari sulla stampa periodica a Roma dal 1900 al 1924, in cui ogni
periodico è descritto analiticamente, se mai cercherò di consultarlo.
Cordiali saluti ed auguri
Prof. Elio Lodolini
(Socio aderente e Consigliere della Federazione di Roma)
Carissimo professor Lodolini,
innanzitutto mi complimento con Lei per l’attenzione con cui legge la nostra rivista. Se così non
fosse stato avremmo perso un’occasione unica ed
irripetibile di recuperare le testimonianze delle
radici del nostro Istituto.
È vero. Un’eccessiva fiducia nel fatto che le
raccolte ritrovate in antichi e polverosi scatoloni
fossero complete, ci ha fatto commettere un errore. Anche noi in redazione avevamo notato l’indicazione “Anno III”, ma l’avevamo frettolosamente attribuita alla numerazione fascista di quegli
anni. Però Lei ha giustamente notato che il terzo
anno del fascismo non era il 1926 e ci ha dato indicazioni molto utili e puntuali per verificare se, come poi è
davvero risultato, la raccolta che abbiamo ritrovato fosse
comunque ancora incompleta.
Con viva commozione e piacevole sorpresa, abbiamo trovato la raccolta, a partire dallo storico “Numero
Uno”, di cui pubblichiamo a fianco la prima pagina,
presso la Biblioteca Capitolina del Comune di Roma,
unica emeroteca in Italia che sembra possedere la serie
completa del nostro periodico.
Il primo numero de “Il Nastro Azzurro” fu quindi
pubblicato a Roma il 26 marzo 1924, nel giorno del
primo anniversario della costituzione dell’Istituto del
Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor
Militare.
Questa storica data è stata giustamente solennizzata
dall’Istituto con l’inizio delle pubblicazioni del nostro periodico che, ancora oggi, costituisce la voce e il riferimento di quanti si ritrovano uniti sotto il labaro dell’Istituto a testimoniare gli ideali di “Valor Militare” e di “Amore per
la Patria”.
La sua gradita lettera ci ha permesso di completare una ricerca storica delle radici del nostro Istituto, non credo
in modo casuale, in tempo utile per pubblicarne i risultati in questo numero della rivista, che esce all’inizio di
marzo, cioè proprio in concomitanza con l’anniversario della costituzione del “Nastro Azzurro”.
Caro Lodolini, quanto sopra è per tutti noi del “Nastro Azzurro”, e per me, direttore responsabile di questa prestigiosa rivista, motivo di orgoglio e, per questo la ringrazio, anche a nome di tutta la redazione, dal più profondo
del cuore.
Antonio Daniele
IL NASTRO AZZURRO
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Gentile Redazione
sono Achille Omar Di Leonardo, scrivo da Roma e mi permetto di segnalarvi un sito
http://www.centoventesimo.com
Il materiale raccolto è dedicato al 120° reggimento artiglieria motorizzato partito per la Russia il 9 febbraio 1942 a
supporto della Divisione Celere PADA (Principe Amedeo Duca d'Aosta) che costituì, insieme alle divisioni Torino e
Pasubio, il CSIR - Corpo di Spedizione Italiano in Russia.
L'idea di costruire il sito nasce dalla collaborazione con alcuni reduci del 120° che si sono impegnati per la raccolta
delle prime informazioni e dei materiali inerenti il 120° a seguito delle ricerche su un parente (Achille Di Leonardo)
disperso in quei fatti di guerra. Con questa raccolta informativa si vuole porre l'attenzione sui protagonisti minori
che hanno partecipato alla campagna di Russia. Un ulteriore modo per dare voce a quei giovani ventenni italiani
caduti in terra di Russia, a quelli che sono dispersi e a tutti i reduci sopravvissuti alla ritirata e ai campi di prigionia
che, con le loro testimonianze, rendono vivo anche il ricordo dei loro compagni.
Nel sito, in continuo aggornamento, ho inserito la storia del reggimento, la storia riguardante la campagna di
Russia (un testo ancora provvisorio), le foto, le testimonianze dei parenti e soprattutto la voce diretta dei
protagonisti, i reduci, con interviste e loro testimonianze. Sono presenti anche curiosità legate all'artiglieria e ai mezzi
con i quali si andò a combattere, riferimenti e collegamenti ad altri siti sul tema e indicazioni bibliografiche per poter
approfondire questa parte di storia che molto spesso tende a rimanere in ombra. Il sito è aperto a qualsiasi
suggerimento che possa migliorarlo e soprattutto all'acquisizione di nuove informazioni inerenti il 120° e la
campagna di Russia nonchè la possibilità che, una diffusione maggiore della sua esistenza, avvicini e porti a
conoscenza di nuovi reduci del reggimento.
Vi sarei grato se si riuscisse a trovare un modo di poter diffondere ad un pubblico specifico, come i vostri iscritti,
l'esistenza del sito e magari considerare anche la possibilità di utilizzazione il materiale che ho raccolto fino ad ora,
sarebbe molto gratificante.
Sperando che questa informativa sia di vostro gradimento, e scusandomi per l'intrusione, vi saluto cordialmente.
Achille Omar Di Leonardo
Caro Di Leonardo,
pubblichiamo volentieri la sua lunga e-mail poiché è possibile che tra gli iscritti all’Istituto del Nastro Azzurro vi
sia più di qualcuno interessato a conoscere dettagli relativi alla storia del Corpo di Spedizione Italiano in Russia.
Iniziative come la Sua meritano attenzione e suscitano ammirazione. Complimenti e auguri!
Antonio Daniele
AVVICENDAMENTO AL VERTICE
DELL’AERONAUTICA MILITARE
Mercoledì 30 gennaio 2008, sulla base aerea di Pratica di Mare
(RM), si è svolta la cerimonia del passaggio di consegne
nell’incarico di Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare
tra il Generale di Squadra Aera Vincenzo Camporini (uscente) e
il Generale di Squadra Aerea Daniele Tei (subentrante).
Il generale Camporini è stato designato dal Consiglio dei
Ministri per assumere a breve l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Difesa. Il generale Camporini, come anche
il generale Tei, è entrato in Aeronautica Militare con il corso Drago III dell’Accademia Aeronautica, e corona con
il massimo incarico di vertice militare una splendida carriera costellata di successi dovuti all’eccezionale
professionalità di pilota sperimentatore e di ottimo ufficiale comandante.
L’Istituto del Nastro Azzurro esprime le piu’ vive congratulazioni al generale Camporini per l’ottimo lavoro
svolto al vertice dell’Arma Azzurra e gli formula i piu’ sentiti auguri per il nuovo prestigioso incarico.
Il generale Tei ha recentemente lasciato l’incarico di Comandante della Squadra Aerea e, con l’assunzione
dell’incarico di Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, raggiunge il vertice della Forza Armata dopo una
carriera brillante, costellata di successi dovuti all’indubbia professionalità e alle profonde doti umane e di
carattere che lo hanno fatto sempre apprezzare da tutti.
Anche al generale Tei l’Istituto del Nastro Azzurro è lieto di formulare i migliori auguri per l’importante
incarico assunto. NNIVERSARIO DELLA
OSTITUZIONE TALIANA
60° A
C
I
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IL NASTRO AZZURRO
60° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
D
opo un lavoro durato quasi due anni, l’Assemblea Costituente, riunitasi nella seduta plenaria finale il 22
dicembre 1947, approvò la Carta Costituzionale italiana con 453 voti favorevoli e 62 contrari. La
Costituzione entrò in vigore il 1 gennaio 1948 e, da allora, è la legge fondamentale dello Stato italiano.
Da diversi anni si sente dire da più parti che essa è ormai superata dal tempo e che necessita di aggiornamenti e adeguamenti. Non tutti sono d’accordo. Molti ritengono la Costituzione italiana un modello di modernità e di
capacità di leggere in termini giuridici le aspirazioni sociali del nostro popolo.
Di seguito mettiamo a confronto due diverse chiavi di lettura in materia: quella del Ministro per i Rapporti col
Parlamento, on. Vannino Chiti, il quale ritiene la nostra costituzione indubbiamente ancora attuale e comunque
di grande valore giuridico e sociale, e quella del nostro Direttore Responsabile che prova ad approfondire le ragioni di chi ritiene ormai giunto il momento di una profonda revisione almeno del Titolo Quinto della Costituzione,
cioè di quella parte che stabilisce la struttura istituzionale dello Stato Italiano.
I valori espressi dalla Costituzione hanno costituito il maggior fattore di integrazione del nostro Popolo, lacerato dalle
distruzioni della guerra e dalle ferite apportale all'unità nazionale da vent'anni di dittatura.
Oggi, quando aspro si fa il confronto politico e ampia diviene la divaricazione dei diversi orientamenti sulle scelte
relative alla gestione della cosa pubblica, è più forte il bisogno del richiamo unificante a quei valori di civiltà che sono
racchiusi nella Costituzione. E ciò anche per individuare un solido ancoraggio ed un riferimento certo alla azione politica
e, nello stesso tempo, a definire un luogo d'incontro e di sintesi della pur vivace dialettica delle opposte visioni politiche.
Anche la nostra vita quotidiana attesta incessantemente l'attualità dei valori contenuti nella Costituzione e ne reclama
una migliore e più completa attuazione. Quando, ad esempio, i diritti individuali e collettivi non sono adeguatamente
riconosciuti e tutelati oppure quando il senso dei doveri e del bene comune sfuma e si perde di vista la prospettiva di un
diseguo comune e condiviso di giustizia e benessere sociale. L'esigenza di una profonda comprensione e di una compiuta
condivisione di questi valori è, dunque, sempre più avvertita.
In questa prospettiva si pone l'iniziativa volta alla celebrazione del sessantesimo anniversario dell'approvazione della
Costituzione.
Non commemorazione formale e di facciata ma celebrazione incentrata su una riscoperta sostanziale dei suoi valori
fondanti.
On. Vannino Chiti
(Ministro per i Rapporti col Parlamento)
È SEMPRE VALIDA LA NOSTRA COSTITUZIONE?
Q
ualcuno sostiene che la Costituzione non dimostri i suoi sessant’anni di età, rivelandosi un documento
moderno e puntuale, sempre in grado di fornire il giusto orientamento per l’attività legislativa e per le relazioni, i diritti e i doveri tra i cittadini italiani. Qualcun altro da tempo sostiene il contrario: ritiene, cioè,
che la nostra Costituzione dimostri ampiamente i suoi anni e debba essere quantomeno aggiornata.
Io sono tra questi ultimi. Intendiamoci, nella Costituzione Italiana si enunciano verità universali e si stabiliscono i canoni per le relazioni tra i cittadini e i popoli in modo certamente corretto e perfettamente integrato nella
tradizione illuministica della cultura occidentale, sebbene, in qualche punto, la presenza vaticana in Italia si faccia comunque sentire, ma lo fa, come dire, in punta di piedi, senza disturbare, anzi con la levità che si conviene
a quel poco di materiale che, in ogni caso, anche le relazioni puramente “spirituali” impongono alla vita di tutti i
giorni.
Il Titolo Quinto è la parte che dimostra di più la sua età. In realtà esso dimostra molto bene soprattutto il
momento storico in cui i Padri Costituzionalisti si trovarono a lavorare. L’Italia era appena uscita dalla traumatica
sconfitta della seconda guerra mondiale. Sconfitta grave per tutte le potenze dell’“Asse”, gravissima per l’Italia che,
aveva chiuso la sua vicenda bellica con l’onta dell’8 settembre 1943 e con la guerra civile del 1944-45. La monarchia sabauda, alla quale va pure il merito dell’Unità d’Italia, era crollata sotto il peso di gravi responsabilità:
vent’anni di Fascismo e lo sfascio e la spaccatura conseguenti all’8 settembre, a torto o a ragione sono stati addebitati al Re Vittorio Emanuele III°. A nulla è valsa la sua tardiva abdicazione quando era già stato indetto il referendum istituzionale del 1946 che chiamava gli italiani a pronunciarsi tra monarchia e repubblica. Il pur valido ed
intelligente Umberto II° ha regnato solo per poco più di un mese.
IL NASTRO AZZURRO
7
Il 2 giugno 1946 veniva proclamata la Repubblica in base all’espressa volontà della maggioranza del popolo
italiano, ma occorreva darle corpo e struttura. A ciò servì la nuova Costituzione entrata in vigore un anno e mezzo
più tardi.
A parte la vuota pomposità dell’incipit “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” che dovrebbe porre un serio caso di coscienza agli italiani i quali non sembrano certamente appartenere alla categoria delle
persone più alacri del mondo, il vero problema della Costituzione italiana appare, oggi più che mai, nella struttura tecnica della distribuzione dei poteri dello Stato.
Infatti:
– Il Presidente della Repubblica, per molti versi, ha quasi esattamente gli stessi poteri che aveva il Re, ma è eletto, NON dal popolo, bensì dal Parlamento, quindi, quando deve esercitare il più importante dei suoi poteri,
quello di conferire l’incarico della formazione del Governo, rischia di essere “schiavo per debito” delle forze
politiche che agiscono nel Parlamento stesso nel momento dell’elezione presidenziale e che dovranno poi
sostenere il Governo;
– Il Governo è espressione di una maggioranza di deputati e senatori che, una volta eletti, proprio per diritto sancito dalla Costituzione, NON hanno “vincolo di mandato”, quindi possono legittimamente cambiare bandiera
quando vogliono, rendendo normali i cosiddetti “ribaltoni”;
– Il sistema bicamerale perfetto, garantisce “in pura teoria” una maggiore correttezza dell’attività legislativa, mentre nella realtà è solo garante di una durata indefinibile a priori di tale attività;
– La legge elettorale, che è già stata più volte modificata, comunque deve tenere conto della prerogativa che la
Costituzione assegna al Presidente della Repubblica, e NON al popolo, di designare chi dovrà formare il
Governo e dirigerlo.
Ci sono ancora altri numerosi problemi che rendono difficoltoso il lavoro e la vita stessa dei governi in Italia.
Ma mi sembra che quanto esposto dia chiaramente l’idea delle ragioni per cui soprattutto il Titolo Quinto della
Costituzione debba essere aggiornato. Ormai molti ne sono convinti, ma ancora non si è potuto procedere ad una
sua sostanziale modifica perché le forze politiche non riescono a trovare il necessario accordo su come addivenire ad un intervento utile e soprattutto condiviso.
Il tentativo effettuato nella scorsa legislatura dal Governo Berlusconi, pur sostenuto da una maggioranza parlamentare sulla carta molto cospicua, è fallito esattamente per questa ragione. Il Governo Prodi, proprio in concomitanza con le celebrazioni solenni dell’Anniversario Costituzionale, è stato sfiduciato dal Senato. Speriamo che,
superata l’attuale difficile crisi politica, un nuovo Governo, retto finalmente da una maggioranza più stabile e
coesa, possa mettere davvero in cantiere quel giusto “aggiornamento” che potrà ringiovanire ed adeguare la nostra
“sessantenne” Carta Costituzionale, senza mandarla per questo in pensione.
UN FRANCOBOLLO PER I 60 ANNI DELLA COSTITUZIONE
Poste Italiane comunica l'emissione, per il giorno 2 gennaio 2008, di un francobollo celebrativo del
60° anniversario della promulgazione della Costituzione della Repubblica Italiana, nel valore di
E.0,60. Il francobollo è stampato dall'Officina Carte Valori dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
S.p.A., in rotocalcografia, su carta fluorescente, non filigranata; formato carta e formato stampa: mm
30 x 40; dentellatura: 13 x 13; colori: cinque più oro; tiratura: tre milioni e cinquecentomila
esemplari; foglio: cinquanta esemplari, valore "E.30,00". Il francobollo riproduce il disegno vincitore del
concorso "Francobollo celebrativo del 60° anniversario della Costituzione Italiana" indetto dal
Ministero per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali d'intesa con il Ministero della
Pubblica Istruzione, per gli studenti degli Istituti d'Arte. La vignetta riproduce, in primo piano, il
numero 60 realizzato nei colori verde, bianco e rosso, le cui due cifre sono tenute simbolicamente insieme
da una fascia tricolore che porta con sé la scritta COSTITUZIONE ITALIANA; sullo sfondo
dorato, sono riportate, a tappeto, le parole LIBERTÀ, UNITÀ, UGUAGLIANZA e
DEMOCRAZIA.
Completano il francobollo la leggenda "60° ANNIVERSARIO COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA
ITALIANA", la scritta "ITALIA" e il valore "E.0,60". Bozzettista: Luca Polini (Istituto Statale d'Arte per la Ceramica
"Gaetano Ballardini" di Faenza – RA).
A commento dell'emissione verrà posto in vendita il bollettino illustrativo con articolo a firma dell'On. Vannino Chiti, Ministro per i
rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali.
L'Ufficio Postale di Roma Camera Deputati e il Negozio "Spazio Filatelia" Piazza San Silvestro, 20 – Roma utilizzeranno, il
giorno di emissione, il rispettivo annullo speciale realizzato a cura della Filatelia di Poste Italiane. Il francobollo e i prodotti filatelici
saranno posti in vendita presso gli Uffici Postali, gli Sportelli Filatelici del territorio nazionale, i Negozi "Spazio Filatelia" di Roma,
Milano, Venezia.
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IL NASTRO AZZURRO
MEDAGLIE D’ORO ECCELLENTI: ETTORE VIOLA
DA QUESTO NUMERO COMINCIAMO LA RIEVOCAZIONE DELLE FIGURE PIU’ IMPORTANTI TRA I DECORATI DI
MEDAGLIA D’ORO AL V.M. A PARTIRE DALLA PRIMA GUERRA MONDIALE. NATURALMENTE, DATA
L’IMPORTANZA STORICA DELLA FIGURA DEL FONDATORE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA
COMBATTENTI DECORATI AL V.M., IL PRIMO AD ESSERE RIEVOCATO È L’ON. ETTORE VIOLA.
ETTORE VIOLA di Pietro e di Maria Castelli,
nacque a Villafranca in Lunigiana di Massa il 21
aprile 1894. Compiuti gli studi secondari, a
diciassette anni fu ammesso volontario
nell’Amministrazione Ferroviaria e, chiamato alle
armi con la sua classe nel novembre 1914, venne
assegnato all’88° Reggimento Fanteria. Trattenuto
in servizio per mobilitazione, il 24 maggio 1915,
raggiunse Bassano ed entrò in guerra contro
l’Austria nel settore di Monfalcone. Promosso sottotenente di complemento di fanteria nel 75°
Reggimento, nell’ottobre 1915, a M. Sei Busi, fu
decorato di due medaglie d’argento al valore
rispettivamente il 18 maggio a Monfalcone e il 4
luglio 1916 a q. 121, ove rimase ferito. Già trasferito in servizio effettivo per merito di guerra e promosso tenente, si condusse con grande valore nei
combattimenti di S. Maria e di S. Lucia di Tolmino
e, dopo, il ripiegamento verso il Piave, col 149°
Reggimento combatté sul M. Tomba per contrastare l’avanzata austriaca. Promosso capitano,
passò, a domanda, nel VI Reparto d’Assalto e, per
l’azione di sorpresa sul Grappa, a Cà Tasson il 18
maggio 1918, da lui guidata, sebbene ferito, con
abilità e coraggio, fu insignito della Croce di
Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. Sempre
al comando della sua compagnia arditi, per altra
audace impresa alla testata di Val Seren fu decorato di Medaglia d’Oro al V.M. con d. l. 29 maggio 1919 con la seguente motivazione:
“Comandante di una compagnia arditi, la condusse brillantemente all’attacco di importanti posizioni, sotto
l’intenso tiro di artiglieria e mitragliatrici avversarie. Avute ingenti perdite nella compagnia, magnifico esempio di audacia e di ardimento, con un piccolo nucleo di uomini continuò nell’attacco e giunse per primo,
con soli tre dipendenti, nella posizione da occupare. Caduti molti ufficiali di altri reparti sopraggiunti, assunse il comando di quelle truppe e con esse e con i pochi superstiti della sua compagnia respinse in una notte
ben undici furiosi contrattacchi nemici, sempre primo nella lotta. Rimasto solo, circondato dagli avversari e
fatto prigioniero, dopo tre ore si liberò con violento corpo a corpo della scorta che lo accompagnava, e rientrato nelle nostre linee, con mirabile entusiasmo, riprese immediatamente il comando di truppe, respingendo con fulgida tenacia nuovi e forti contrattacchi del nemico, incalzandolo per lungo tratto di terreno e
infliggendogli gravissime perdite.
- Monte Grappa, 16-17 settembre 1918”.
Dopo aver preso parte all’impresa di Fiume con D’Annunzio, fu collocato a riposo per infermità dipendente da
causa di guerra e iscritto nel ruolo speciale. Datosi alla vita politica, fu eletto Deputato per la circoscrizione della
Toscana nella XXVII legislatura e contemporaneamente fu nominato Presidente dell’Associazione Nazionale
Combattenti. Dal 1926 si trasferì in Cile per ragioni politiche e rientrò in Italia nell’aprile 1944. Nominato
Consultore Nazionale, fu ancora Presidente dell’Associazione Combattenti e Deputato al Parlamento.
IL NASTRO AZZURRO
9
COME ETTORE VIOLA RICORDA LA FONDAZIONE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO
Quando il duce si preoccupò di contenere e disciplinare almeno lo squadrismo, trasformandolo in milizia, era già troppo
9
tardi: il rassismo non solo non cessò di dominarlo, ma si considerò protetto addirittura dalla nuova milizia.
Quale comandante di un gruppo di legioni, io risiedevo alla Caserma Magnanapoli ed avevo tra i più efficienti
collaboratori, con le funzioni di aiutante maggiore, Giorgio Vaccaro.
Del gruppo al mio comando, oltre alle legioni dei consoli Santovetti, Candelori e Pollastrini, faceva parte una legione
composta di soli ufficiali in congedo dell’esercito agli ordini del valoroso Simone Simoni, il martire delle Fosse Ardeatine.
Alla cerimonia per la solenne consegna dei vessilli alle legioni del mio gruppo presenziò Mussolini il quale, dopo un mio
discorso d’occasione, mi abbracciò e baciò affettuosamente. Era l’epoca d’oro dei miei rapporti con il duce.
Il poeta Fausto Salvatori e l’architetto Armando Brasini ebbero bisogno di presentargli un loro progetto e fui io a
accompagnarli a palazzo Chigi; presi l’iniziativa, d’accordo con pochi amici, di organizzare la Legione Azzurra fra decorati al
Valor Militare, fui io ad informarne Mussolini, il quale mi disse: “Il nome non mi piace. Preferisco quest’altro: Istituto del
Nastro Azzurro”; e mentre già dava del voi a tutti quanti, e trattava Renato Ricci come si tratta un caporale, con me era
ancora cordiale e potrei dire rispettoso.
Alla cerimonia inaugurale dell’Istituto del Nastro Azzurro, che si celebrò in Campidoglio, io fui l’oratore ufficiale. Volle
che si desse il maggior rilievo, e lui stesso presenziò personalmente all’evento per consegnarci l’orifiamma.
L’ESTROMISSIONE DI ETTORE VIOLA DA
PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE COMBATTENTI
I
l
congresso
dell’Associazione
Nazionale
Combattenti, tenutosi ad Assisi del 1924 si era aperto il 27 luglio, in un periodo complesso della vita
politica italiana in cui la “Secessione dell’Aventino”
stava spianando la via alla dittatura di Mussolini. Il
congresso entrò nel vivo delle questioni nella mattinata del 29 quando l’avv. Giulio Bergmann, presidente
della Federazione di Provinciale Combattenti di
Milano, parlò a nome di 22 federazioni “…premettendo di dover fare ammenda della sua passata debolezza
verso i fascisti…”.
La sera del successivo 30 luglio, giornata di fuoco
durante la quale si erano susseguiti importanti interventi ma anche vivaci discussioni e qualche polemica,
l’On. Viola pregò il Presidente Savelli di voler mettere
in votazione l’ordine del giorno, che da allora fu detto
di Assisi, che suona così:
“Il Consiglio Nazionale dell’Associazione
Combattenti, unito in Congresso in Assisi, giudica che
l’esperienza politica ha dimostrato come l’indipendenza dell’Associazione, base imprescindibile della sua
esistenza e della sua autorità morale, non possa seria-
10
mente attuarsi se non attraverso la più piena ed effettiva autonomia di azione. Ritiene che al di sopra delle
fazioni in lotta sia oggi urgente ristabilire nella sua
piena ed assoluta efficienza l’imperio della legge, base
e condizione elementare del libero svolgersi della vita
di un popolo, e, mentre ammonisce che non si debbono riabilitare i partiti che disconobbero e svalutarono la
vittoria, né acconsentire in alcun modo il ritorno al
periodo di vergogna dell’immediato dopoguerra,
dichiara al combattente che regge le sorti della
Nazione che i suoi commilitoni sorreggeranno la sua
opera in quanto essa, ispirandosi ai concetti ideali scaturiti da Vittorio Veneto e riconsacrati dallo spirito che
lo condusse al potere, sia effettivamente rivolta al fine
di assicurare all’Italia un’alta concordia civile sulla
base dell’assoluta condanna degli illegalismi superstiti,
della sovranità esclusiva dello Stato secondo lo spirito
e la tradizione del nostro Risorgimento, nella elevazione delle forze del lavoro, nel rinato amore della Patria”.
Il laborioso documento ricevette 311.240 voti favorevoli e soltanto 3.520 contrari.
Alla direzione dell’Associazione risultarono poi
eletti Savelli di Genova, Rossini di Novara, Viola di
Massa Carrara, Bruni di Bergamo, Russo di Udine,
Rizzo di Pola, Zino di Genova, Ciucci di Pisa, Fabretti
di Ferrara, Fermariello di Napoli, Bavaro di Bari e
Orlando di Palermo.
IL NASTRO AZZURRO
Alla carica di Sindaci furono invece eletti Cacciò di
Portoferraio, lacobelli di Teramo, Beseghi di Parma,
Fulli di Roma, Caputo di Cosenza.
***
In un primo tempo sembrò che Mussolini accettasse l’ordine del giorno, ma cambiò idea allorché si
accorse che i giornali dell’opposizione avevano considerato il documento come di netta opposizione; per
cui, illudendosi di poter ancora parare il colpo, convocò per direttissima, a Palazzo Venezia, il Consiglio
Nazionale Fascista; ma praticamente convocò al
“redde rationem” l’On. Viola, come fu dimostrato nella
seduta del 2 agosto 1924, con un rabbioso coacervo di
critiche ed accuse al suo indirizzo, senza che alcuno
tentasse di prenderne la benché minima difesa.
Iniziò la sparatoria verbale il Forges Davanzali. Ci
fu tuttavia una pausa concertata “ad hoc”. Infatti
Giunta, allora Segretario del Partito; Corradini, capo
dei nazionalisti, e Arnaldo Mussolini, dopo aver confabulato tra loro, si avvicinarono cautamente al “colpevole” per fargli questo discorso: “Se attenui il significa-
to antifascista dell’ordine del giorno, Mussolini ti premierà nominandoti Sottosegretario al Ministero della
Guerra”.
La risposta del “reprobo”, data in piena Assemblea,
fu questa:
“Ho l’onore di dichiarare che presentando l’ordine
IL NASTRO AZZURRO
del giorno al Congresso Nazionale di Assisi ho ritenuto
- come tuttora ritengo - di aver servito il mio Paese.
Detto ordine del giorno chiaro, preciso, conciso, non
ha bisogno di spiegazioni”.
Mussolini si alzò di scatto e, con il viso sconvolto,
disse: “L’Assemblea ha sentito le dichiarazioni
dell’On. Viola. Non è il caso di aprire una discussione
su queste dichiarazioni, ma io tengo a fare alcune
osservazioni e a dire molto esplicitamente che l’ordine del giorno di Assisi non mi piace. Per il prossimo
giovedì o venerdì Viola mi ha annunciato una visita
del Consiglio Centrale
dei
Combattenti.
Avremo una discussione che sarà molto precisa. È bene non mistificarsi a vicenda”.
Il Duce, poi insistette nel rivendicare
la sua azione normalizzatrice della vita
sociale italiana a fianco dei Combattenti.
Alcuni
giorni
dopo, come previsto,
l’intero
Comitato
C e n t r a l e
dell’Associazione si
presentò nell’ufficio
del Duce, a Palazzo
Chigi, ma Mussolini
non ottenne nulla.
Dopo l’episodio di
Assisi, scopo primordiale di Mussolini e di
Farinacci, fu quello di
svalutare, o minare, il
p r e s t i g i o
dell’Associazione e
dei suoi dirigenti per
poi sciogliere il Comitato Centrale ed affidare
l’Associazione a più sicuri servitori.
“Il Tevere” di Roma e “Il Giornale di Cremona”
diretto da Farinacci, fecero a gara a tentare di infangare l’onorabilità dell’On. Viola. La questione era talmente evidente che il Gruppo Medaglie d’Oro al Valor
Militare e l’Istituto del Nastro Azzurro, benché già praticamente nell’orbita fascista, trasmisero alla stampa
un ordine del giorno di viva deplorazione per la campagna diffamatoria che “Il Tevere” di Roma conduceva contro il Presidente dell’Associazione Combattenti,
On. Viola.
Con un decreto presidenziale si nominavano i
triumviri Rossi, Russo, Sansanelli alla temporanea
gestione dell’Associazione in sostituzione dei sospesi
organi centrali amministrativi. Ci rimasero invece
venti anni.
Nel verbale di consegna, siamo al 4 marzo del
11
1925, il Presidente dell’Associazione fece inserire la
seguente protesta:
“L’On. Viola dichiara che, mentre fa le più ampie
riserve circa la legalità del provvedimento governativo, intende di avere con la sua firma ceduto soltanto
le funzioni dell’Ente morale accordato dal Governo in
data 24 giugno 1923, e non già l’organizzazione la
quale, com’è sorta nel 1919, continuerà a vivere per
volontà dei combattenti italiani”.
I Commissari del Governo respinsero le riserve del
Presidente, ciononostante dovettero aggiungere al verbale quanto segue:
“Ponendo a confronto le risultanze
della contabilità di
fatto riscontrate con la
verifica della cassa, in
base ai documenti e
alle carte contabili, i
verbalizzanti dichiarano di non aver nulla
da eccepire”.
Lo scioglimento
del Comitato Centrale
dell’Associazione
diede luogo a imponenti manifestazioni
di protesta da parte
della cittadinanza, e
l’8 marzo, cioè quattro giorni dopo, si
riunì in Roma il
Consiglio Nazionale
dell’Associazione.
Le proteste che ne
derivarono
furono
espresse in un ordine
del giorno che cominciava così:
“I convenuti dichiarano il loro entusiastico plauso ad Ettore Viola incontaminabile insegna di fulgido eroismo e di purissima fraternità, e deplorano che la erezione dell’Associazione, in
Ente Morale, vantata come generosissimo beneficio, sia
servita soltanto per proibire quella manifestazione della
volontà degli associati, che le leggi fondamentali del
Regno garantiscono a tutti i cittadini”.
Dopo quel Consiglio Nazionale, con il nome di
Associazione Nazionale Combattenti Indipendenti,
l’Organizzazione si trasferì in Via Fontanella Borghese,
e 50 Federazioni Provinciali, su 74, solidarizzarono
con essa. Da quel momento diressero la nuova
Associazione l’On. Viola e l’On. Bavaro. Segretario fu
Chiapparini di Lucca.
(Liberamente tratto da: “Combattenti e Mussolini dopo
il Congresso di Assisi”, di Ettore Viola. “L’impronta.
Firenze” pp. 15-31).
12
N
ella magnifica cornice dell’antica Corderia
della Marina Militare di Castellammare di
Stabia, fatta costruire dai Borboni nel lontano
1796, sé è svolta, venerdì 21 settembre 2007, una singolare e toccante cerimonia.
Il Gruppo M.O.V.M. “Luigi Longobardi”
dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia ha presentato un volume dal titolo: “Uomini di mare e di
guerra. Decorati e caduti del compartimento marittimo di Castellammare di Stabia”. Due tre autori sono
“azzurri”. Mario Ilardo ed Antonio Cimmino, infatti,
sono rispettivamente anche Vicepresidente e Sindaco
della Federazione napoletana.
In una sala gremita di marinai, in congedo ed in
divisa, di rappresentanti d’arma, di pubblico e, soprattutto, di giovani, sono stati illustrati i punti salienti del
libro.
Il Nastro Azzurro era presente con il suo Vice presidente nazionale Brig. Gen. ing. Antonio Teja e con
il Labaro di Napoli scortato dal Presidente della
Federazione napoletana avv. Gennaro Perrella e dagli
alfieri avv. Salvatore Bova e m.llo Nicola Maraglino.
Lo speaker e moderatore della manifestazione era
il dott. Antonio Cimmino nelle vesti di V.Presidente
del gruppo stabiese dell’Associazione Nazionale
Marinai d’Italia.
IL NASTRO AZZURRO
Il comm. Mario Ilardo, quale di Presidente
dell’A.N.M.I. di Castellammare, ha aperto l’evento
illustrando brevemente le motivazioni che hanno
spinto gli autori ad effettuare una ricerca storica sui
decorati e caduti della zona, iniziando dalla battaglia
di Lissa del 1866 e finendo alla seconda guerra mondiale, compreso il periodo della guerra di liberazione.
Successivamente ha preso la parola il Capitano di
Fregata Guglielmo Pignataro, Direttore di
Maricorderia che, dopo aver effettuato un breve excusus storico sullo stabilimento, nato per la produzione
del cordame necessario alla movimentazione delle
vele per le navi costruite nell’attiguo cantiere navale –
uno dei più antichi del Mediterraneo, edificato nel
1793 – ha illustrato la vita e le azioni militari di due
stabiesi. Uno era un ex dipendente dello stabilimento
ed un altro, M.A.V.M. era il Capitano del Genio
Navale ing. Armando Traetta, entrambi decorati per
coraggiose azioni compiute a bordo di unità sottili
nella seconda guerra mondiale.
In rappresentanza dell’Ammiraglio di Squadra
Roberto Cesaretti dell’Allied Marittime Component
Command di Napoli, impossibilitato a partecipare per
un precedente impegno presso l’Accademia di
Modena, ha preso la parola il Capitano di Vascello
Angelo Liberatucci che ha approfondito il contenuto
IL NASTRO AZZURRO
del libro. Egli ha asserito che gli argomenti trattati sono
particolarmente interessanti perché riportano, oltre i
particolari delle azioni per le quali sono state concesse le decorazioni al V. M., anche le caratteristiche tecniche e di armamento delle unità di superficie e subacquee, nonché il contributo dato dai marinai nei reparti terrestri ed anfibi nei due conflitti mondiali.
Il Comandante Liberatucci ha trovato di grande
utilità il glossario allegato che descrive, in maniera
succinta ma esaustiva, la terminologia riportata nel
testo sia per quanto concerne la composizione della
flotta, le caratteristiche delle unità ed i principali
scontri navali, sia per la struttura, per gradi e specialità, della Marina.
La professoressa Elisa Savarese, l’altra coautrice
del libro - già Preside dell’Istituto Tecnico “Renato
Elia”, intitolato ad un ufficiale di Marina, nel quale ha
fatto erigere un monumento al marinaio - ha parlato
con accenni accorati del dramma delle madri e delle
spose dei marinai che non sono più tornati. La sua
famiglia, infatti, con una lunga tradizione marinara,
ha dato combattenti e decorati alla Marina nel corso
dell’ultimo conflitto. La professoressa Savarese ha,
inoltre, spiegato che i valori di cui la Marina è portatrice, devono essere tramandati alle giovani generazioni, sempre meno sensibili e sempre più portate a
seguire effimere chimere. Ha promesso che la sua
opera di educatrice e di formatrice continuerà su tale
strada. La preside Savarese arricchirà il numero dei
soci del Nastro Azzurro per il prossimo anno.
La manifestazione, iniziata con l’inno di Mameli e
la marcia d’ordinanza della Marina, si è conclusa
con la lettura della preghiera del marinaio eseguita
dal Comandante Pignataro, dopo che il Generale
Antonio Teja ha portato il saluto del Nastro Azzurro
e ha pronunciato accorate parole sull’iniziativa,
augurandosi che i giovani possano avvicinarsi alle
Associazioni presenti. Egli ha dichiarato che l’Istituto
del Nastro Azzurro, ha aperto le sue porte anche ai
13
simpatizzanti, giovani e meno giovani,
affinché i valori di Patria ed Onore non si
perdano con la scomparsa fisica dei
decorati e che l’immenso patrimonio di
storia, da essi rappresentato, possa perpetuarsi nel futuro.
A conclusione, dopo una visita ad
alcuni reparti di produzione cordami
ancora in funzione per l’occasione, un
magnifico buffet – offerto dalla Restoring
Ancient Stabiae, una fondazione italoamericana che si occupa della conservazione del patrimonio storico-archeologico
della zona - è stato consumato sulla spiaggia, davanti all’incantevole golfo di
Napoli.
Cerimonie come questa contribuiscono a rinsaldare il rapporti tra la cosiddetta
società civile ed i giovani, con le FF.AA. e
con le altre Istituzioni delle Stato.
Gli autori della pubblicazione si sono presi l’impegno di continuare, per la Federazione azzurra napoletana, le ricerche estendendole a tutti i marinai di
Napoli e provincia, con la speranza che anche altre
Armi, rappresentate dall’Istituto, possano fare altrettanto offrendo, così, preziosi tasselli di memoria storica locale inseriti nel più vasto mosaico della storia
patria.
Antonio Cimmino
(Sindaco della Federazione provinciale di Napoli)
14
IL NASTRO AZZURRO
LA NOSTRA BANDIERA
Lo scorso 7 gennaio è stato festeggiato, con numerose cerimonie
in tutta Italia, il 211° anniversario del Tricolore, ricorrenza che mi ha
spinto a rileggere gli articoli pubblicati nel numero 1/2007 del nostro
periodico che riportava in copertina uno scritto il cui titolo ho utilizzato per queste considerazioni, che tra l’alto diceva “..ricordati di
me, onorami, rispettami.”
Nel “Detto tra noi” del primo numero del 2008, il Generale
Antonio Daniele scrive che la Bandiera è un simbolo e ogni nazione vi si riconosce e la onora.
Mi sono allora chiesto: ci ricordiamo ancora come deve sventolare una Bandiera o come va indossata la fascia tricolore? Le domande non sono oziose e le foto che corredano l’articolo lo dimostrano.
Una è stata scattata ad un liceo scientifico romano, dove la tenevano appesa in condizioni vergognose e come un panno ad asciugare. Le rimostranze, che hanno garbatamente evidenziato la mancanza di rispetto e lo svilimento per un simbolo che deve invece essere proposto ai giovani perché ne siano orgogliosi, hanno portato alla sua sostituzione e corretto
posizionamento.
Le altre due foto, per le quali ritengo inutile ogni commento che lascio a chi legge, sono
tratte da periodici di diverse Associazioni Combattentistiche e testimoniano come anche le
“Istituzioni” abbiano bisogno di ripassare le norme più elementari di come, chi è tenuto a
farlo, deve indossare la Bandiera. Il corpo fa asta e la spalla sulla quale appoggia la fascia tricolore è la destra, ma alcuni primi cittadini non lo sanno e purtroppo nessuno ha il coraggio
di farglielo notare o, peggio, lo nota.
Ritengo sia un dovere di tutti noi
Azzurri, intervenire, con educazione ma
fermezza, in questi casi che non sono assolutamente sporadici, in particolare per lo
stato in cui spesso le bandiere vengono
lasciate sventolare.
Allora la Bandiera “torni” ad essere quel
simbolo nel quale ogni cittadino deve riconoscersi, non solo nelle partite di calcio,
per poter in tal modo rispettare la nazione
e se stesso con l’orgoglio di essere Italiano.
Antonio Teja
MOTIVAZIONE DELL’ONORIFICENZA DELL’ORDINE MILITARE D’ITALIA
(O.M.I.) CONFERITA ALLA BANDIERA DI GUERRA DEL REGGIMENTO SAN
MARCO
Il 19 giugno 2007 in occasione della Festa della Marina Militare il Presidente della Repubblica ha consegnato
l’Onorificenza O.M.I. alla Bandiera di Guerra del Reggimento “San Marco”, con la seguente motivazione:
“Prestigioso Reparto della Marina, dalle gloriose tradizioni militari, impiegato senza soluzione di continuità
nelle operazioni nazionali ed internazionali di soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali e nelle
missioni di Pace. L’eccezionale professionalità dimostrata nella pianificazione e condotta di operazioni
complesse in Libano, Somalia, Bosnia, Albania, Kosovo, Iraq ed Afghanistan, spesso attuate con breve
preavviso ed in condizioni ambientali difficili, ha suscitato ovunque ammirazione e rispetto. I Fucilieri di
Marina hanno operato sempre in prima linea in contesti operativi difficili e pericolosi, prodigandosi in ogni
circostanza e dando costante prova di coraggio e valore con alta professionalità ed umanità. Compagine di
uomini di altissime virtù militari che ha contribuito in maniera determinante ad elevare ancor più il Vessillo
italiano nel mondo”.
Libano, Somalia, Bosnia, Albania, Kosovo, Iraq ed Afghanistan: 1982-2005
IL NASTRO AZZURRO
FEDERAZIONE
15
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Via B. Novelle 24 – 67100 L’Aquila –
Tel.0862.23963
Cavaliere del Lavoro Giacomo ALBERTI
Su appuntamento
Magg. Umberto SCONCI
Da Lun. a Ven.
h.9.30-11.30
Viale Amendola 196 – 19100 La Spezia –
Tel.0187.716204 – Cell.347.1990911
Mar.llo Renzo PEDRIGI
Mar/Gio/Sab
h.9-11
Piazz S. Marco 4 (c/o Casa del
Combattente)– 04100 Latina –
Tel.0773.693357
Via Flascassovitti 25 – 73100 Lecce –
Tel.0832.308190
Cav. Luigi CASALVIERI
Lun/Ven
h.10-12
Cav. Luigi DELICATO
da Lun. a Ven.
h.9-11
Via Cavour 78 (c/o UNUCI) – 22900
Lecco – Tel.0341.364333 –
[email protected]
Via Piave 13 – 57123 Livorno –
Tel.0586.896711
S.Ten. Giuseppe FACCINETTO
Mar/Ven.
h.17-19
Ing. Giovanni ANDREANI
Martedi
h.16-18
LUCCA
Via Cascine 373 – 55100 Arliano -Lucca –
Tel.0583.59612
C.A.(aus) Nunzio PELLEGRINO
Vice Presidente
Sabato
h.11-12
MACERATA
Piazza Annessione 12 - 62100 Macerata –
Tel./Fax 0733.232450 – Cell.360.369662
Sig.ra Cav. Sandra VECCHIONI
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MANTOVA
Corso Vittorio Emanuele 35 – 46100
Mantova – Tel.0376.324404
Dott. Franco LANFREDI
Lun/Mer/Ven
h.10-12
Galelria Leonardo da Vinci 4/1 - 54100
Massa – Tel.0585.44796
Gr.Uff. Elio BORGOBELLO (*)
Mar/Gio h.16-18
Sabato h.10-12
Via S. Barnaba 29 – 20122 Milano –
Tel.02.5512016 –
[email protected]
Via V. Reiter 48 – 41100 Modena –
Tel.059.220935
Gen. Arnaldo CASSANO
da Lun. a Ven.
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Cmte Carlo SABATINI
Lun/Ven
h.10-11.30
Avv. Gennaro PERRELLA
Mar/Giov
h.9.30-11.30
GROSSETO
IMPERIA
L’AQUILA
LA SPEZIA
LATINA
LECCE
LECCO
LIVORNO
MASSA-CARRARA
MILANO
MODENA
NAPOLI
Via S. Lucia 90 – 80132 Napoli –
Tel.081.7640758
IL NASTRO AZZURRO
FEDERAZIONE
17
RECAPITI
PRESIDENTE O COMMISSARIO
(*)
APERTURA
NOVARA
Via S. Nazzaro 1/B (c/o Ass.Comb.) –
28100 Novara – Tel. 0321.403967
Gen. Manlio ATTISANO
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PADOVA
Riviera S. Benedetto 30/A – 35139
Padova – Tel.049.652146
Gen. Saulle GUIDA
Lun/Mer/Ven.
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Settimo) – 90138 Palermo –
Tel.091.6887337
Via Cavour 28 (c/o UNUCI) – 43100
Parma – Tel.0521.233842
T.Col. Giovanni Battista RUBINO
Mar/Ven
h.9-11.30
Gen. Alberto PIETRONI (*)
da Lun. a Ven.
h.10-12
Col. Raffaele BABUSCIO (*)
Mar/Mer/Sab
h.9-12
Cav. Angelo DI NATALE (*)
Lun/Mer h.16-18.30
Gio h.9.30-11.30 e 16-18
Ven h.8.30-10.30
T.Col. Luigi LEONARDI
Giovedì
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Amm. Guido NATALE
Lun/Sab
h.9.30-12
Via Romagnoli 41 – 29100 Piacenza –
Tel.0523.711901
Gr.Uff. Mario BOSONI
Mar/Sab
h.10-12
PISA
Via Venezia 17 – 56030 Cevoli di Lari (PI)
– Tel.0587.686010
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Su appuntamento
PISTOIA
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Pistoia – Tel.0573.22771 –
[email protected]
Via dell’Aviere 1 – 33170 Pordenone –
Tel.0434.361611
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Sabato
h.9-11
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Sabato h.10-12 o su
appuntamento
Via Ofanto 5 – 48100 Ravenna –
Tel.0544.61001
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Salita Cappuccinelli dir. Zag.8 – 89123
Reggio Calabria – Tel.0965.22046
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PALERMO
PARMA
PAVIA
PERUGIA
PESARO E URBINO
PESCARA
PIACENZA
PORDENONE
RAVENNA
REGGIO CALABRIA
Via A. Gazzaniga 2 – 27100 Pavia
–Cell.335.6709322 –
[email protected]
Località Pitigliano 25 – 06016 San
Giustino (PG) – Tel./Fax 075.8583470 –
Cell.339.3425888 [email protected]
Via dell’Arsenale 39 – 61100 Pesaro (PU)
– Tel.0721.31542 http://www.portalememorie.it/
Piazza S. Caterina da Siena 4 – 65122
Pescara – Tel.085.4211990
Via D. Alighieri 7 (c/o EDILGEO) Geom. Giuseppe RONCHETTI
–42100
Reggio
Emilia
–
Tel.0522435394 – Cell. 348.1522406 –
348.6048054
[email protected]
Via A. Ghepardi 70 – 02100 Rieti –
Avv. Francesco Maria PALOMBA (*)
Tel./Fax 0746.203077
Da Lun a Sab
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RIMINI
Via Gadames 29 – 47900 Rimini –
Tel.0541.52678
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Venerdi
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ROMA
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Tel.06.4402555 – Fax 06.44266814
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m/
Via Levico 4 – 45100 Rovigo – Tel./Fax
0425.463350 – [email protected]
Gen. Antonino ZUCO
da Lun a Ven
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Geom. Graziano MARON
Da Lun a Ven
h.15-19
Via Carmine 101 – 84124 Salerno –
Cell.334.8916507
Col. Mario PRIVITERA
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Viale Sicilia 44 – 07100 Sassari –
Tel.079.250615
Comm. Gavino CONGIU
Da Lun a Sab
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RIETI
ROVIGO
SALERNO
SASSARI
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IL NASTRO AZZURRO
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17100 Savona – Tel.019.850853 – Cell.
335.6606885
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Via Aretina Loc. Arbia 71 – 53100 Siena –
Tel.0577.364865 – Cell.333.7441888 –
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Corso Gelone 7 – 96100 Siracusa –
Tel./Fax 0931.24684 –
[email protected]
Via Fossati 7 – 23100 Sondrio
Tel.0342.212520 - Cell.3336685617
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Via Cugini 1 – 74100 Taranto –
Tel.099.7752829 –
Geom. Costantino FACCO (Segretario)
Da Lun a Dom
h.24
Sig. Marco CETOLONI (*)
Su appuntamento
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Mar/Gio
h.17-19
Cav. Alberto VIDO (*)
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Da Lun a Ven
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Teramo – Tel.0861.241179
Cell.348.8730235
Via F. Cesi 22 – 05100 Terni - Tel./Fax
0744.549856
Sig.ra Anna TRIMARELLI (*)
Da Lun a Ven
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Mar/Ven
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Via S. Domenico 28 – 10122 Torino –
Tel.011.5217733 – 011.6690309 –
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Via Cosenza 193 – 91016 Casasanta (TP) Tel.0923.562556
Magg. Carlo BERTOLOTTI
Mercoledi
15-18
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TRENTO
Via Adamello 38 – 38100 Trento –
Tel./Fax 0461.932174 – Cell.335.7042529
Sig. Francesco VOLPI
Su appuntamento
TREVISO
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Tel.0422.541983
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TRIESTE
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Tel.040.361737 –
[email protected]
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Dott. Giuseppe VUXANI
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Sig. Ferdinando MANCINI
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VENEZIA
Castello 5016/B Campo S.Severo – 30124
Venezia – Tel.041.5236028
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Giovedi
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VERCELLI
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Cell.3351475752
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Largo Don Chiot 27/A – 37122 Verona –
Tel.045.8402145
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SANDIGLIANO
da Lun. a Ven.
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Gen. Amos SPIAZZI di CORTE REGIA
Sabato
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Corso Palladio 98/A (Pal.Trissino) –
36100 Vicenza – Tel.0444.221238
Mons. Ezio Olivo BUSATO
Mar/Gio
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SIENA
SIRACUSA
SONDRIO
TARANTO
TERAMO
TERNI
TORINO
TRAPANI
UDINE
VARESE
VERONA
VICENZA
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Le Federazioni non presenti in elenco sono temporaneamente chiuse.
Gli interessati a costituire un Gruppo, una Sezione o una Federazione in territori in cui non siamo già presenti,
possono contattare la Presidenza Nazionale al seguente indirizzo:
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– Tel.064402676 – Fax 0644266814
E.mail: [email protected]
IL NASTRO AZZURRO
19
IL MARESCIALLO PEZZULO CADUTO IN AFGHANISTAN
MENTRE DISTRIBUIVA VIVERI E COPERTE
L
e parole pronunciate da
Giusy Pezzulo: “Papà sei il
mio eroe, continuerò il tuo
lavoro” e la richiesta della esposizione del tricolore (accolta non
solo a Oderzo ma in tante città
dalla Sicilia alle Alpi) dimostrano
che, sotto le ceneri dell’ondata
distruttiva del ‘68, resistono sentimenti, di una incredibile purezza
che generano fremiti di intensa
emozione ed ammirazione. Nel
duomo di Oderzo, all’ultimo
saluto al papà ha detto: “Non
voglio ricordarti così, in una bara
a terra. Anche da lontano mi facevi sentire molto amata. Non c’eri
per i miei 18 anni perché eri lontano, ma mi sei stato
vicino con un mazzo di rose rosse. So quanto mi ami
e ricordo quando da piccola giocavo a sposarmi con
te. Ora devo crescere in fretta per stare vicino alla
mamma, mi sento forte e sono sicura che sei tu a
darmi questa forza: stammi sempre vicino”.
Commoventi anche le parole del vescovo di
Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, che ha concluso:
“Il grande amore per la bandiera è ciò che Giovanni
ci lascia come suo supremo testamento”.
La testimonianza di Giusy e degli orfani di tanti
altri eroi Caduti nell’adempimento del proprio dovere, la negazione della parola al Santo Padre alla
Sapienza, la schedatura dei professori di origine ebraica, la semina dell’odio e della contrapposizione, la negazione del teatro
Brancaccio per la Celebrazione
della Giornata del Ricordo, l’ostinato rifiuto della riconciliazione
tra vinti e vincitori, il continuo
richiamo, da parte di certi individui, sulla necessità della lotta
contro il fascismo e l’occultamento delle brutture commesse dal
comunismo internazionale, ci
impongono una profonda riflessione ed una precisa richiesta a tutti gli esponenti
politici ed in particolare al nuovo governo: “inserire
nei programmi di studio delle Scuole di ogni grado,
oltre alla Shoah ed alla Giornata del Ricordo, il comunismo internazionale (i gulag, lo sterminio dei kulaki,
Polonia, Ungheria, ecc.) e la nostra storia partigiana,
ivi compresi: Porzus (Brigata Osoppo), eccidio di
Codevigo (PD), il Triangolo della Morte, Morannino,
gli accordi di Togliatti e le denunce di Giampaolo
Pansa nel libro “Il Sangue dei Vinti” e lo studio dei
Patti Lateranensi, in particolare il nuovo concordato,
firmato il 2 febbraio 1984:
“la Repubblica riconosce alla Chiesa cattolica la
libertà di svolgere la propria missione pastorale, educativa e caritativa di evangelizzazione e santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di
organizzazione di pubblico esercizio del culto, di
esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica” .
I Giovani devono conoscere tutta la verità, liberarsi dalle falsità inculcate da docenti parziali, abbandonare i pregiudizi, ragionare e, dopo una serena valutazione di tutti i fatti, trarre le dovute conclusioni
dimostrando di non essere disposti a portare il cervello all’ammasso.
Noi dobbiamo essere al loro fianco per chiarire
eventuali dubbi e fare quanto è nelle nostre possibilità
per il trionfo della verità e la fine delle contrapposizioni ideologiche e pretendere fatti, e non chiacchiere, a cominciare dal ridimensionamento degli inqualificabili privilegi delle caste e del prezzo della politica, che assurdamente costa il doppio che in Francia,
il triplo che in Spagna e quattro volte che in
Inghilterra, e la rivalutazione delle pensioni e delle
retribuzioni.
Giuseppe Valencich
20
IL NASTRO AZZURRO
L’8 MARZO DELLE DONNE DECORATE AL V.M.
L’8 marzo ricorre la festa della donna. “Il Nastro Azzurro” intende, in questa occasione, rendere omaggio
alle donne di grande coraggio che hanno sempre dignitosamente combattuto una battaglia nella battaglia:
hanno cioè espresso amore e cure premurose anche nei momenti di massimo contrasto bellico in cui il
pericolo è stato grave e si è talvolta tragicamente concretizzato.
Riportiamo due esempi di tale coraggio: la storia di Maria Brighenti, la prima donna decorata di Medaglia
d’Oro al V.M. e la storia di un’intera zona d’Italia, il Lazio meridionale, in cui il coraggio delle donne, tutte
indistintamente, rifulse in mille piccoli diuturni episodi.
LA PRIMA DONNA MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE
BRIGHENTI MARIA nata BONI, di Luigi e di Giuseppa
Ferrari, nacque a Roma il 3 settembre 1868 e morì in combattimento a Tarhuna, in Libia il 18 giugno 1915.
Di distintissima famiglia romana, promessa sposa fin da giovanetta a Costantino Brighenti, poté realizzare il suo sogno d’amore solo nel 1914. Unita al compagno di elezione, già maggiore dell’Esercito nelle truppe d’Africa, lo seguì prima a Tripoli e
poi, per speciale concessione del Governo della Colonia, a
Tarhuna. Quando nell’aprile 1915 il maggiore Brighenti assunse
il comando del presidio di Beni Ulid, capoluogo degli Orfella,
col II battaglione libico da, lui stesso formato, la consorte, rifiutando di mettersi al sicuro a Tripoli, si riservò di raggiungerlo al
più presto; ma le successive tragiche vicende di quel tempo glielo impedirono. Il 10 maggio gli arabi in rivolta assediarono
Tarhuna, impedendo ogni possibilità di rifornimenti alle truppe
del presidio. Dopo un mese di resistenza, durante la quale Maria
Brighenti, instancabile, prodigò le sue cure ai feriti ed agli ammalati, aggravatesi la situazione per la scarsezza di viveri, medicinali e munizioni, fu deciso dal comando di forzare il blocco e tentare il ripiegamento su Tripoli. La tragica ritirata lungo le aspre vie
del Gebel ebbe inizio la notte del 17 giugno 1915. La colonna,
formata di reparti nazionali e libici, seguita da un convoglio di
non combattenti con fanciulli e donne, tra le quali Maria
Brighenti, giunta nel vallone di Ras Msid fu attaccata e circondata dai ribelli in agguato. La lotta si iniziò vivacissima e, ben presto, la colonna sopraffatta, fu completamente massacrata.
L’eroica Maria Brighenti, ferita da un colpo di rimbalzo aveva
rifiutato ogni aiuto per prodigarsi nell’assistenza ai feriti ed ai
morenti dividendo con essi gli ultimi sorsi di acqua della sua borraccia, cadde ripetutamente colpita e travolta nella mischia all’arma bianca. La notizia di così eroica morte venne subito e
sprezzantemente comunicata al prigioniero maggiore Brighenti, con alte grida di gioia dei ribelli, nell’euforia della vittoria ottenuta. Alla memoria dell’eroica signora, con d.l. 11 febbraio 1917, venne conferita la Medaglia dOro al V. M., per la prima volta
concessa ad una donna. Dice la motivazione:
“Durante il lungo blocco di Tarhuna, fu incitatrice ed esempio di virtù militari; con animo elevatissimo e
forte, prodigò le sue cure a feriti e morenti, confortandoli colle infinite risorse della sua dolce femminilità. Il 18
giugno 1917, seguendo il presidio che ripiegava su Tripoli, rifiutò risolutamente di porsi in salvo, volendo seguire le sorti delle truppe; più volte colpita da proiettili nemici mentre soccorreva feriti e rincuorava alla lotta, moriva eroicamente in mezzo ai combattenti. Fu di fulgidissimo esempio.
Tarhuna (Tripolitania), maggio-giugno 1915”
Tratto dal libro “Il Risorgimento italiano - la Grande Guerra; le Medaglie d’Oro al Valor Militare 1915-1916” edito nel 1968
dal Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare.
IL NASTRO AZZURRO
21
IL CORAGGIO DELLE DONNE
D
urante l’occupazione nazista, le donne italiane
dimostrarono un encomiabile coraggio, sfidando
spesso la prepotenza dei tedeschi. Mentre gli
uomini erano costretti sovente a nascondersi per evitare
di essere catturati dai soldati di Hitler, le donne sprezzanti del pericolo e dei rischi, li sostituivano provvedendo alla ricerca del cibo, ai lavori più duri, difendendo
sempre la famiglia con straordinaria determinazione. Nel
territorio del Golfo di Gaeta si verificarono numerosi episodi che evidenziarono la fibra d’acciaio delle donne.
Ne riportiamo i più significativi.
Un giorno di dicembre, un gruppetto di giovani,
Sandro e Giacinto Grossi, Bruno D’Elia di soli 14 anni.
Enea De Meo e i fratelli Sardo furono catturati dai tedeschi in località Valle Lauciana sulla collina di Maranola
e subito condannati a morte perché considerati partigiani. I tedeschi li fecero allineare per fucilarli, ma poco
prima dell’esecuzione, Bruno D’Elia tentò di fuggire
inseguito dalle pallottole dei soldati. A quel punto, un
gruppo di donne che avrebbero dovuto assistere all’esecuzione, si frappose tra i condannati e i soldati tedeschi,
urlando che quei ragazzi non erano partigiani. I militari
della Wehrmacht si sorpresero a tal punto da sospendere la fucilazione. L’improvvisa iniziativa di D’Elia (rimasto ferito durante il tentativo di fuga) fu fondamentale
ma, senza la coraggiosa sollevazione delle donne, il
gruppo di giovani non sarebbe stato risparmiato.
«Nell’autunno del 1943 - racconta la madre di Mario
Rizzi - unitamente ad altre donne di Minturno fui trasportata a Spiano Vecchio. Durante l’inverno, sotto la
spinta della fame, tentammo “una sortita” a Simonelli,
dov’era quello che rimaneva della nostra casa, per rifornirci di derrate alimentari che, prima dell’evacuazione,
avevamo sotterrato in recipienti di vetro, all’ombra di
una grande pianta di noce. Lungo la via Luigi Cadorna
fui fermata dai tedeschi insieme a mia cognata Giovanna
ed altre donne di Simonelli. Fummo trattenute per circa
cinque ore.
Giovannina Ciufo mi suggerì di tirare fuori un seno e
di premerlo in modo tale da permettere la fuoriuscita del
latte. Avevo vergogna, ma dietro l’insistenza di mia
cognata e messo in disparte il pudore, mostrai una mammella e premendola spruzzai del latte sulla divisa di un
tedesco. Al gesto feci seguire un “uè-uè-uè” e, indicando la pianura sottostante, cercai di far capire che lì mi
aspettava un neonato bisognoso di poppata. Ci furono
attimi di silenzio assoluto.
Noi temevamo una reazione da parte di quei cuori di
pietra ma, ribaltando ogni sfavorevole pronostico e con
nostra grande meraviglia, i tedeschi mi fecero passare
insieme a mia cognata. Altre donne che erano con noi
furono rispedite indietro».
Sulla collina di Tremensuoli, Luigia De Filippis corse
dei grandissimi rischi per nascondere dei giovani soldati
italiani impauriti, affamati e feriti. La coraggiosa donna
minturnese organizzò uno stratagemma tanto semplice
quanto efficace per avvertire chiunque della presenza
dei tedeschi. Con un panno bianco steso sul punto più
alto del paese si dava il segnale di via libera, con quello
rosso, invece, si avvertiva del pericolo.
Le drammatiche vicende delle guerra sottoponevano
le donne ad un fortissimo stato di stress e di tensione,
provocando gravi problemi fisici come il blocco del
ciclo mestruale e, nelle donne in gravidanza, addirittura
degli aborti.
Padre Gaspare Forcina racconta nel suo diario un
episodio più fortunato: «Vincenza, moglie di Tommaso,
da felicemente alla luce una bambina. L’evento è per noi
un vero attestato di benevola assistenza da parte della
Divina Provvidenza. È proprio vero che Dio vede e provvede, e manda le croci a ciascuno secondo le forze.
Infatti la puerpera l’anno scorso, nel dare alla luce un’altra bimba, ebbe bisogno dell’assistenza prolungata dell’ostetrica e dell’intervento chirurgico. Questa volta, che
si difetta di ogni umano conforto, il parto è avvenuto nel
modo più semplice. Dopo cena, accortasi che il momento si avvicinava, si è portata in casa di una sua conoscente. È stata chiamata d’urgenza una levatrice, ma, quando
questa è giunta, la bimba era già nata».
Liberamente tratto da “Il Golfo di Gaeta nella seconda
guerra mondiale“ di Gabriele Novelli – (pp. 193-196)
IL GOLFO DI GAETA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Come è stata vissuta l’esperienza della seconda guerra mondiale dalle popolazioni dell’area
immediatamente a ridosso della “linea Gustav” dove si attestarono a difesa le forze
d’occupazione tedesche nel 1944. Cosa accadde quando gli alleati “liberatori” arrivarono e i
tedeschi si ritirarono più a nord. Questo saggio racconta la guerra dal punto di vista delle
popolazioni di una zona limitata, ma che ha sofferto davvero molto. Formia, Minturno, Scauri,
Cassino, e altri comuni hanno visto alternarsi soldati di tutti gli eserciti in guerra. Ognuno ha
lasciato un ricordo e non sempre tale ricordo corrisponde a quanto l’iconografia ufficiale tende
a tramandare. L’autore, Gabriele Novelli, lo ha scritto “per amore della sua terra” partendo
dalla tesi discussa per la sua laurea in scienze politiche nel gennaio 2007. Ne deriva uno
spaccato vivido e possente della terribile situazione in cui popolazioni del tutto non
responsabili della guerra e dei suoi destini, si sono trovate a doverne sopportare il prezzo più
pesante.
22
IL NASTRO AZZURRO
ACQUA A PANTELLERIA
N
ella tarda primavera dell’anno 1943, epoca degli
avvenimenti di queste rimembranze, eravamo in
guerra da circa tre anni contro l’Inghilterra e la
Francia, e dopo la capitolazione di quest’ultima, contro gli
Anglo Americani.
Le sorti del conflitto stavano volgendo tragicamente al
peggio per noi, ed infatti il 12 Maggio 1943, sopraffatta da
preponderanti forze avversarie, capitolò la Tunisia, ultimo
lembo di terra africana in possesso dell’Asse, e da quella
data
tutto
il
Mediterraneo,
che noi da ragazzi
avevamo appreso
a definire “Mare
nostrum” non era più
tale e diventò di assoluto predominio dei nostri avversari che ne controllavano tutto il litorale africano, dallo stretto di
Gibilterra all’istmo si Suez, e che al centro, nel canale di
Sicilia possedevano quella formidabile roccaforte dell’isola
di Malta, spina nel fianco della nostra Marina per tutta la
durata del conflitto.
Eppure in questo tratto di mare restavano due scolte
avanzate italiane, due sentinelle della nostra Patria, le isole
di Pantelleria e Lampedusa, geograficamente più vicine al
continente africano che a quello europeo.
I nostri avversari, sopravvalutandone forse la loro effettiva potenzialità bellica, decisero di annientarle prima di
intraprendere il già programmato sbarco in Sicilia, e con
tale decisione la sorte delle nostre due isole fu irrimediabil-
mente segnata.
L’attenzione dei nostri avversari si rivolse in un primo
tempo essenzialmente contro Pantelleria che delle due isole
era la più grande e maggiormente fortificata, sottoponendola ad un massacrante bombardamento aereo, nel periodo
compreso fra fine maggio e inizio giugno, di tale intensità
che, più che distruggerne le postazioni militari, sembrava
che volessero addirittura affondare l’isola, scaraventandole
addosso oltre 5.000 tonnellate di esplosivo.
L’approvvigionamento idrico per il paese era assicurato
da numerosi pozzi di acqua potabile, dai quali questo prezioso indispensabile elemento veniva trasportato da autobotti nei serbatoi cittadini e quindi distribuito
agli... utenti.
Non tutti questi pozzi
naturali
furono
distrutti dai bombardamenti aerei,
ed anzi parecchi
ne restarono efficienti e ben riforniti. Ma il trasporto delle loro acque
alle utenze terminali era impossibile
per la distruzione delle
autobotti destinate a tale
compito, da parte degli
incessanti e continui bombardamenti aerei.
In effetti, quindi, l’acqua, questo indispensabile alimento, veniva paurosamente a scarseggiare, se non completamente a mancare, per la popolazione e per le postazioni
militari.
In questa incresciosa e drammatica situazione, il
comando dell’isola, tenuto dall’Amm. Pavesi, non poteva
mancare di informarne il nostro Comando Supremo, lanciando un disperato appello e richiesta di soccorso.
La Madre Patria non poteva restare insensibile a questo
disperato appello, e pertanto il Comando Supremo decise di
provvedere ad inviare all’isola assetata qualche rifornimento idrico, allo scopo soprattutto di assicurare ai
suoi abitanti ed ai suoi difensori la piena comprensione per la loro richiesta in un momento
così drammatico e critico.
In quel frangente di tempo, e precisamente
ai primi di giugno, si trovava nel porto di
Mazara del Vallo una nostra motocisterna,
l’Arno, che stava eseguendo alcune riparazioni resesi necessarie al suo apparato motore.
Nello stesso periodo il sottoscritto, giovane Tenente di Vascello comandava la XIII
Squadriglia Mas, ed aveva fatto scalo con
una sezione di due unità (Mas 539 e 564)
proprio in quel porto, per proseguire successivamente alla volta di Lampedusa, cui era
stato destinato.
Il nostro superiore Comando, Supermarina,
decise quindi che la cisterna Arno, appena
ultimati i lavori in corso ed appena in condi-
IL NASTRO AZZURRO
zioni di prendere il mare, partisse alla volta di Pantelleria
per recarle il proprio carico di acqua, disponendone la scorta da parte della mia Sezione di Mas, che occasionalmente
si trovava in loco.
Mi fu recapitato quindi il relativo Ordine di Operazione,
in cui si precisava:
a) di eseguire la navigazione nell’approccio all’isola di
Pantelleria, esclusivamente nelle ore notturne per evitare l’avvistamento ed il relativo attacco aereo da parte del
nemico.
b) in caso di attacco aereo abbandonare la scorta della
cisterna, che non potevamo difendere, e trovare scampo
per non essere anche noi colpiti.
Per la verità questa seconda disposizione mi amareggiava profondamente perché, anche se mi consentiva una maggiore possibilità di sottrarci all’attacco aereo avversario, non
ritenevo etico lasciare al suo destino la povera cisterna, se
questa fosse stata affondata, senza per lo meno tentare di
salvarne i naufraghi.
Ma, a prescindere da queste mie considerazioni personali e sentimentali, ciò non si verificò e ben altra piega presero gli avvenimenti.
Infatti al tramonto del giorno 3 Giugno salpammo da
Mazara del Vallo con la nostra piccola formazione navale
composta dalla cisterna Arno e dai miei due Mas, diretti alla
volta di Pantelleria che distava poco meno di 100 miglia.
Per poter effettuare la traversata nelle ore di luce - o
meglio di oscurità - più favorevoli, dovevamo procedere alla
velocità di 10 nodi, ma dopo circa due ore di navigazione,
questa si riduceva notevolmente da parte della cisterna.
Alle mie ripetute sollecitazioni di aumentarla, il
Comandante dell’Arno, un anziano Sottufficiale nocchiero,
mi precisò che per sopraggiunte nuove avarie al già malconcio motore dell’unità, questa era in grado di procedere
soltanto a 4 o 5 nodi.
Constatato quindi che venivano a mancare le prescritte
disposizioni dell’Ordine di Operazione, presi la drastica
decisione di interrompere la missione e fare ritorno alla
base di partenza.
Al mio ordine a riguardo
devo riferire - anche se non è
certo entusiasmante - che quasi
tutto l’equipaggio della cisterna
ne gioì vistosamente.
Certamente il sottoscritto si
assunse una pesante responsabilità - ma al rientro a Mazara
del Vallo i superiori Comandi
non solo giustificarono il mio
operato, ma lo approvarono
pienamente.
Ben altro atteggiamento fu
preso invece nei confronti del
Capo Nocchiere Comandante la
cisterna, sottoponendolo ad una
severa inchiesta per acclarare la
veridicità delle lamentate avarie
della sua unità.
Ma, per sua fortuna l’anziano Sottufficiale fu scagionato da
ogni sua colpevolezza.
Non altrettanto benevola fu
23
la sorte riservata alla derelitta Cisterna, che due giorni dopo,
e senza la scorta dei nostri due Mas, che erano partiti alla
volta di Lampedusa, dovette ripetere la missione che era
stata interrotta, ma il suo prezioso carico non giunse a dissetare la popolazione di Pantelleria, perché l’unita fu affondata da un attacco aereo, per fortuna senza nessuna perdita
dell’equipaggio, prima che raggiungesse l’isola.
Pantelleria intanto veniva sottoposta ad ancora più massicci bombardamenti, per cui, ritenuta ormai impossibile
opporre al nemico una qualsiasi resistenza, e dopo averne
avuto la esplicita autorizzazione del nostro Comando
Supremo, alle ore 12.30 del giorno 11 Giugno 1943, la
nostra isola si arrendeva al nemico.
Per attenuare l’amarezza della capitolazione, e per giustificarla presso l’opinione pubblica nazionale e straniera,
facendo leva su un motivo più umanitario che bellico, il
nostro Comando Supremo, anche per espressa disposizione
del Capo del Governo, dichiarò nel bollettino di guerra
emesso alle ore 13,00 che la caduta di Pantelleria doveva
attribuirsi
“alla mancanza di acqua per la popolazione”
Per le considerazioni avanti espresse, questo però non è
del tutto vero, anche se effettivamente la difficoltà dell’approvvigionamento idrico influì in parte nel triste evento.
Sarebbe più giusto quindi affermare che la capitolazione di Pantellerìa fu essenzialmente causata, non dalla mancanza di acqua, ma
“da un eccesso di fuoco”
parafrasando con tale espressione il massacrante attacco
aereo dei bombardieri che agivano sul cielo dell’isola assolutamente indisturbati e senza alcun contrasto delle forse
aeree italo/tedesche (vero punto dolens!).
Questa, purtroppo, è la cruda realtà, ma che va detta
per la assoluta obiettività storica.
Enrico Ricciardi
(Socio della Federazione di Chieti)
24
IL NASTRO AZZURRO
I RETROSCENA DI UNA MISTERIOSA ESPLOSIONE
I
l 9 aprile 1948 la “Lino”, una motonave jugoslava da 400
tonnellate, era tranquillamente ormeggiata al molo 10 del
porto di Bari, guardata a vista da personale di polizia. La
nave era stata sequestrata qualche giorno prima nel vicino
porto di Molfetta, e di qui fatta proseguire per Bari, perché
celati sotto il carico ufficiale, erano stati trovati 8000 fucili
cecoslovacchi e 20 milioni di cartucce.
Il capitano della nave, jugoslavo come il resto dell’equipaggio, fu immediatamente arrestato. Egli dichiarò che il carico era destinato ad una società siriana ma non fu creduto.
Infatti, a pochi giorni dalle elezioni politiche del 18 aprile
1948, le prime del dopoguerra, il clima politico era tale da far
sospettare che le armi fossero destinate o alle frange separatiste siciliane o ai movimenti estremisti che si preparavano a
sovvertire, con l’uso delle armi, l’esito delle elezioni. I partiti
al potere da un lato, e il blocco social comunista dall’altro, si
accusarono di preparare un colpo di stato e ciascuno, in perfetta buona fede, era convinto che le armi fossero destinate
alla parte avversa.
Questa la situazione che si era creata e che aveva messo
in serio imbarazzo le Autorità quando, alle 10,00 del giorno
successivo, una misteriosa esplosione mandò a picco la nave
e fece salire ancor più alle stelle i clamori, le congetture e i
sospetti sul misterioso carico d’armi che ora giaceva sotto 12
metri d’acqua nel fango del porto.
A 1200 km di distanza, altre orecchie erano ben attente
alle vicende della “Lino” e, quando Radio Damasco all’ora di
pranzo annunciò che un’esplosione di origine misteriosa
aveva mandato a picco la nave jugoslava, il colonnello Fouad
Mardam sentì il boccone fermarglisi in gola. Mardam era il
Direttore dell’Intendenza dell’Esercito Siriano ed era il committente delle armi la cui destinazione doveva rimanere
segreta. Tuttavia, con l’affondamento della nave, l’affare si era
talmente complicato che lo stesso Mardam venne inviato a
Roma a chiarire la situazione e, soprattutto, a tentare di riportare a galla il carico e farlo proseguire per la Siria.
In effetti dopo poco tempo le armi furono recuperate,
ripulite, ingrassate per bene, chiuse in casse nuove e conservate in locali ben custoditi in attesa di riprendere il viaggio.
Le cartucce, ormai inservibili, restarono sul fondo a fare compagnia all’incredibile arsenale di centinaia di migliaia di tonnellate di munizioni, esplosivi, ordigni di ogni genere che,
all’epoca, tappezzavano letteralmente la rada di Bari1.
Se il mistero della destinazione delle armi fu risolto in
tempi abbastanza brevi, non fu cosi per gli autori dell’affondamento della “Lino”. Questi rimasero sconosciuti fino a
quando essi stessi decisero di rivelare la loro identità. Perché
lo fecero? Un’occhiata ai retroscena aiuterà a capirne le
ragioni.
Quando nel pomeriggio di sabato 29 novembre 1947 i
rappresentanti di 56 paesi membri delle Nazioni Unite votarono a Flushing Meadow (nei sobborghi di New York) la spartizione della Palestina in due stati, uno arabo l’altro ebraico
(che sarebbero nati allo scadere del mandato britannico il 14
maggio 1948), scattò immediatamente da entrambe le parti la
corsa agli armamenti. Questi sarebbero stati decisivi per fronteggiare la parte avversa e per conquistare le posizioni di
forza dei nuovi stati.
Ed infatti non erano passate 24 ore dalla votazione che
già due passeggeri, diretti a Praga, presero posto sul volo 442
della Swiss Air in partenza da Tel Aviv, Uno era il capitano
siriano Abdul Aziz Kerine, incaricato dal suo diretto superiore, il colonnello Fouad Mardam, di acquistare in
Cecoslovacchia 8000 fucili e 20 milioni di cartucce. Egli
aveva l’enorme vantaggio di agire con le credenziali di uno
stato sovrano, doveva solo usare l’accortezza di mantenere il
segreto sulla transazione perché le armi erano destinate agli
arabi palestinesi.
Qualche fila più dietro era seduto George Alexander
Uiberall, direttore commerciale della impresa di lavori pubblici ebraica Solel Boneh. L’uomo in realtà si chiamava Ehud
Avriel era un giovane austriaco, agente segreto di Ben Gurion2,
e si recava a Praga per acquistare 10000 fucili destinati
all’Haganah3, ossia ai patrioti ebrei. Egli non poteva agire
(come Kerine) in nome di uno stato sovrano ma poteva scegliere tra due risultati, entrambi utili: acquistare le armi per la
propria fazione, impedirne l’acquisto da parte degli avversari.
Kerine portò facilmente a termine l’acquisizione delle
armi dalla Zobrojvka Brno al n° 20 del viale Belchrido di
Praga, una delle più famose fabbriche di armi in Europa. Più
laborioso fu il reperimento di una nave per il trasporto “segreto” delle armi, ma alla fine col noleggio della “Lino” la faccenda andò felicemente… in porto. La nave partì da Trieste
con un carico ufficiale di pali telegrafici e di porcellane.
Lungo la rotta fece scalo nel porto jugoslavo di Rijeka (così
era stato ribattezzato in jugoslavo la vecchia Fiume) dove in
segreto furono imbarcate le armi. Durante il tragitto in
Solo da pochi mesi si era cominciato a recuperare, dai fondali del porto:
- i resti di 17 navi inglesi e americane, cariche di munizioni ed esplosivi di ogni genere, affondate nel terribile bombardamento del
2.12.43, definito da Eisenhower ”il peggior disastro della 2° G.M. dopo Pearl Arbor”, e tra queste la John Harwey carica di migliaia
di bombe all’iprite;
- l’intero carico della liberty americana da 10.000 ton., esplosa il 9.04.45 (3 anni prima della Lino) ed affondata insieme ad altre 3
navi, costituito da ordigni vari, mine, munizioni ecc. L’Union Jack definì l’esplosione uno dei peggiori disastri dell’intera campagna
del Mediterraneo.
Il recupero degli ordigni e la bonifica dei fondali del porto durò parecchi anni, tuttavia secondo le usanze di allora i materiali recuperati, anziché essere distrutti, furono gettati in mare al largo della costa tra Bari e Manfredonia.
2
David Ben Gurion (in ebraico “Figlio di Leone”), nato a Plonsk in Polonia nel 1886, morto a Tel Aviv nel 1973, arrivò in Palestina a
19 anni e si distinse subito come animatore del movimento socialista sionista. Dopo la 2° G.M., sancita la costituzione dello Stato di
Israele, ne fu nominato Presidente del Consiglio. Tranne una piccola interruzione, mantenne questa carica fino al 1963 quando si ritirò
a vita privata nel kibbutz di Sde Bokher.
3
Organizzazione paramilitare sorta nel 1917 in Palestina a difesa degli ebrei. Con l’istituzione dello Stato di Israele (15.05.48) divenne il nucleo dell’Esercito Israeliano.
1
IL NASTRO AZZURRO
Adriatico le condizioni meteo crearono qualche problema
per cui il capitano fu costretto a fare scalo a Molfetta e qui,
praticamente, la “Lino” terminò il suo viaggio.
Avriel dovette sudare sette camicie per acquistare le armi:
i fabbricanti, infatti accettavano di trattare solo con i rappresentanti di uno stato sovrano, ma lui superò l’ostacolo corrompendo un principe russo, inviato speciale dell’Imperatore
Hailè Selassié che, per 1000 dollari, gli diede 100 fogli intestati alla Legazione dell’Impero Etiopico a Parigi, oltre a una
collezione di timbri. Non meno difficile fu la ricerca di un
agente marittimo disposto a correre i rischi di un trasporto
clandestino di armi. Finalmente, dopo tre mesi, trovò nel
porto di Rijeka una nave adatta, la “Nora”. Vi fece caricare le
casse di armi e le fece ricoprire con 100 tonnellate di cipolle, ottima merce per scoraggiare la curiosità professionale dei
doganieri inglesi a Tel Aviv.
Mentre trattava il noleggio della “Nora”, Avriel ebbe un
colpo di fortuna eccezionale. Un impiegato dell’agenzia
marittima si lasciò sfuggire che sulla “Lino” stava per essere
imbarcato un lotto di armi per la Siria. L’agente israeliano
sospettò subito che le armi fossero quelle comprate da
Kerine; senza tradire emozione alcuna, si accertò cautamente che cosi fosse e ne informò immediatamente l’Haganah4.
Fu messo a punto un piano per intercettare il carico ed
impedire che arrivasse a destinazione. In sintesi la ”Lino”
sarebbe stata colata a picco da un bombardiere parcheggiato
nell’hangar di un aeroclub francese di Toussus le Noble nelle
vicinanze di Parigi. L’aereo, un Anson inglese della 2° G.M.,
era stato acquistato da un falso pasticcere canadese, Julius
Lewis, per conto di una pacifica società aerea di Tel Aviv, la
“Palestine Flying Club” di via Montefiore n° 9. Il pasticcere
era in effetti un ebreo inglese, di nome Freddy Fredkens già
pilota della RAF, ed in guerra aveva pilotato quel modello di
aereo contro la Germania nazista. Fredkens caricò sull’aereo
due bombe da 200 libbre, volò a Roma dove ricevette le ultime istruzioni sulla missione da compiere, e quindi iniziò a
perlustrare il mare, settore per settore, lungo la rotta che la
“Lino” avrebbe presumibilmente seguito.
Le condizioni meteo che avevano ostacolato il viaggio
della “Lino” in realtà erano state la sua fortuna perché impedirono a Fredkens di avvistare la nave. Gli ebrei temettero di
averne perso definitivamente le tracce, ma il 5 aprile i giornali riportarono la notizia dell’arresto del suo equipaggio, e la
caccia ricominciò. Non essendo più proponibile l’impiego di
un aereo da bombardamento, l’Haganah escogitò un piano la
cui direzione fu affidata a Munia Mardar, uno degli agenti più
audaci dell’organizzazione ebraica.
Mardar fece arrivare Jossele, uno specialista in sabotaggi,
due uomini rana, un autista e un radiotelegrafista. Il piccolo
commando prese la strada per Bari a bordo di un GMC
camuffato da autocarro dell’esercito americano. Gli esplosivi
25
erano stati celati in una tanica di benzina di scorta, sulla
quale era stata dipinta la sigla DDT. Alle 23,00 del 9 aprile il
materiale venne discretamente scaricato a riva in un punto
accessibile da un varco nel muro di Corso della Vittoria5, qui
Jossele e i due uomini rana presero posto su un battellino
quindi, remando il più silenziosamente possibile, raggiunsero la”Lino” sorvegliata solo dal lato della banchina. Gli uomini rana applicarono l’esplosivo, sistemato in una camera d’aria di motocicletta, alla carena della nave, poi introdussero il
flacone di acido solforico per provocare l’accensione. Il
tempo che avrebbe impiegato l’acido a bruciare il tappo di
carta di giornale che chiudeva il flacone, avrebbe permesso
loro di allontanarsi. Ritornati a riva issarono il tutto a bordo
del GMC e ripartirono a tutta velocità verso Roma.
Mentre le armi comprate da Kerine restavano a Bari sotto
12 metri di acqua, quelle di Avriel giungevano felicemente a
Tel Aviv il 4 maggio. Grazie al pestilenziale carico di cipolle,
superarono il controllo dei doganieri inglesi e furono rapidamente scaricate. Le armi arrivavano giusto in tempo per essere distribuite ai 3 battaglioni di Shimon Avidan che alle prime
luci del 5 avrebbero iniziato l’operazione Nachshon.
L’operazione, voluta da Ben Gurion, doveva servire ad aprire
la strada per Gerusalemme, da tempo isolata e assediata dagli
arabi, per fare arrivare viveri e generi di prima necessità alla
popolazione stremata e al limite della resistenza.
Ma le armi appena giunte e distribuite a poche ore dall’inizio della operazione Nachshon non erano utilizzabili perchè completamente ricoperte di grasso. Non avendo null’altro per pulire le armi Iska Shadmi, che comandava una compagnia di ragazzi giovanissimi, ordinò di sacrificare gli indumenti intimi, e così mentre i ragazzi disotturavano con del filo
di ferro le canne dei fucili, le ragazze sgrassavano le armi con
i reggiseno e gli slip.
Mardam si fermò a Bari fino a quando non riuscì a trovare, tramite l’agenzia marittima Menara in via del Corso a
Roma, un’altra nave per il trasporto delle armi. Si trattava dell’
”Argiro”. Soddisfatto per aver risolto finalmente un problema
che si era rivelato molto più difficile del previsto, telegrafò a
Damasco la buona notizia. Ma la notizia non era tanto
buona. A Mardam era sfuggito un piccolo particolare: l’Argiro
era stato acquistato dalla Marina Israeliana e le armi, anziché
agli arabi, arrivarono agli ebrei.
Il colonnello siriano, dopo la guerra, fu incriminato, processato e condannato a morte; ma i suoi avversari, cavallerescamente, rivelarono tutti i retroscena e Mardam venne graziato. Avriel, il suo antagonista, dopo la guerra fu per alcuni
anni ambasciatore a Roma e poi divenne membro
dell’International Zionist Action Committee.
Gen.Dr. Giuseppe Picca
(Presidente della Federazione di Bari)
Il telefono era il mezzo di comunicazione più usato, ma specie per i contatti con gli agenti all’estero si faceva ampio ricorso ad una
rete di stazioni radiotelegrafiche, installate nelle principali città, che facevano capo a Tel Aviv. Il nome in codice di questa rete era
“Gedeone” il grande “giudice” che guidò Israele nella lotta contro i Madianiti (i predoni del deserto). Creata per facilitare l’immigrazione clandestina Gedeone fu ampiamente utilizzata dai compratori d’armi sguinzagliati, come Avriel, in mezzo mondo. Una delle
emittenti principali era installata nella soffitta di un orfanotrofio a Monte Mario, a Roma. 5 volte al giorno un’antenna di 18 metri inviava a “Shoshana” (La Rosa), il quartier generale dell’Haganah a Tel Aviv, i rapporti degli agenti che stavano operando in Europa per procurare le armi ai patrioti ebrei.
5
Il Gen. Picca in quel periodo abitava in Corso della Vittoria n.6, praticamente di fronte al varco utilizzato dai sabotatori israeliani.
All’epoca, ancora adolescente, passava giornalmente da quel varco per recarsi al C.U.S. di Bari, una società di nuoto alla quale era
iscritto. In quegli anni Bari non disponeva ancora di piscine; i nuotatori si esercitavano direttamente in mare e gli allenamenti iniziavano già alla fine dell’inverno: tradizionalemnte nel giorno di S. Giuseppe.
4
26
IL NASTRO AZZURRO
CRONACHE DELLE FEDERAZIONI
ASCOLI PICENO
Il 26 ottobre 2007, il Presidente della Federazione del
Nastro Azzurro, Cav. Franco Bruno Crucioli, coadiuvato dai
collaboratori ing. Massimi e Prof. Quercia, ha organizzato
la celebrazione di una Messa in onore dei nostri Caduti
Decorati, officiata dal Cappellano Militare, presso la Chiesa
della Caserma “Clementi”, sede del 235° Reggimento
Addestramento Volontari “Piceno”.
Nel suo intervento, il presidente, dopo aver ringraziato
il Comandante del Reggimento Col. Andrea Bartolucci, ha
salutato le numerose autorità civili e militari e i tanti Azzurri
intervenuti con le loro famiglie e ha sottolineato la presenza delle Medaglie d’Oro sul nostro Labaro, tra cui quella del
padre, Ufficiale dell’Esercito caduto per la Patria. La stampa
locale ha dato ampio risalto alla cerimonia.
ha tenuto ai soci dell’Istituto e dell’U.N.U.C.I. una conferenza su Giuseppe Garibaldi nella ricorrenza del 200° anniversario della nascita. Alla conferenza erano presenti i vertici delle Autorità militari e civili;
- il Labaro ed i Soci della locale Federazione hanno
aperto la sfilata delle varie Associazioni, intervenute alle
numerose manifestazioni civili, religiose e militari svoltesi a
Bari. Tra le più significative ed importanti si ricordano: Festa
della Repubblica, 192° Annuale della Fondazione dei
Carabinieri, Festa della Marina Militare, 255° Anniversario
della costituzione della Guardia di Finanza, 64°
Anniversario della Liberazione della città di Bari,
Pellegrinaggio solenne dell’A.N.A. al Sacrario di Bari,
Avvicendamento ai vertici della 3^ R.A., Avvicendamento
ai vertici della Legione Allievi Guardia di Finanza, Giornata
delle Forze Armate e Festa dell’Unità Nazionale, 40^
Pellegrinaggio Bersaglieri, Avvicendamento ai vertici del
Reparto comando e supporti tattici della Brigata “Pinerolo”,
81^ Anniversario U.N.U.C.I., Commemorazione del bombardamento di Bari, Concerto di natale, Avvicendamento ai
vertici del 7° Reggimento Bersaglieri.
BOLOGNA
Ascoli Piceno – S.Messa in onore dei Caduti decorati
Domenica 4 novembre 2007, in piazza Maggiore, i
Cavalieri Cleto Masetti e Giorgio Bulgarelli, Presidente
della locale Federazione, in occasione della Festa dell’Unità
Nazionale e delle Forze Armate, hanno consegnato, per il
nostro Istituto, la Bandiera Italiana e dell’Unione Europea ai
Militari addetti all’alzabandiera.
BARI
Nel bimestre la Federazione di Bari ci ha segnalato la
partecipazione ai seguenti eventi:
- per il 64° anniversario della difesa del Porto di Bari, il
nostro Istituto e l’A.N.M.I. hanno organizzato una cerimonia alla quale hanno partecipato le Autorità militari e civili
di Bari. Nell’occasione è stato ricordato al Sindaco di Bari
l’impegno, preso a suo tempo, di chiedere al Presidente
della Repubblica la commutazione in M.O.V.M. della decorazione (M.O.) al merito civile concessa il 14 settembre
2006. Per il nostro Istituto era presente il Presidente della
locale Federazione Gen. Giuseppe Picca;
- l’Istituto del Nastro Azzurro, in collaborazione con
l’A.N.M.I., ha organizzato per i rispettivi soci, la visita alla
Scuola Sommergibili di Taranto. Dopo il pranzo al Circolo
Sottufficiali M.M., la giornata è stata completata con una
escursione in battello. Per il nostro Istituto era presente il
Presidente della locale Federazione Gen. Giuseppe Picca;
- su richiesta di numerosi giovani soci, la Federazione
ha organizzato un corso di bridge (sistema 5° nobile) di 4
mesi cui hanno preso parte 25 soci.
- il gen. Giuseppe Picca, Presidente della Federazione,
Bologna – Festa dell’Unità Nazionale
CATANZARO
Martedì 16 ottobre 2007 alle ore 11,00 si è svolta, presso la Caserma “Pepe-Bettoia” di Catanzaro, la cerimonia di
costituzione del Comando Militare Esercito (CME)
“Calabria” guidato dal Generale di Brigata Pasquale
Martinello. Alla presenza delle più alte cariche regionali
civili, religiose e militari, è stato contestualmente soppresso
IL NASTRO AZZURRO
il Distretto Militare di Catanzaro, istituito il 13 novembre
1870 e da allora punto di riferimento militare per i cittadini
Calabresi. Al ritmo della Banda Musicale “Aosta”, ha sfilato
il Medagliere della locale Federazione “Gli Azzurri dei Due
Mari”, presieduta dall’Avv. Giuseppe Palaja, unitamente ai
Labari delle delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
LIVORNO
Il 29 ottobre 2007 la Brigata Paracadutisti “Folgore” ha
celebrato, nella caserma “Vannucci” di Livorno, il 65° anniversario della battaglia di “El Alamein”. La rappresentanza
della Federazione era guidata dal Presidente di Sezione Cav.
Uff. Chelli.
27
ROMA
- Sezione Banca d’Italia Lo scorso 30 ottobre si è svolta presso il cortile del
Palazzo Koch, sede centrale della Banca d’Italia, la cerimonia di commemorazione dei colleghi Caduti di tutte le guerre. Alla presenza di un picchetto d’Onore dei Carabinieri in
alta uniforme, il Governatore Dott. Mario Draghi ha deposto una corona di alloro sulla stele in bronzo che li ricorda,
con il Direttore Generale Dott. Saccomanni, i tre Vice
Direttori Generali, Dott. Finocchiaro, Dott. Visco e Dott.
Carosio e il decano della cerimonia, il Presidente dei
Combattenti e Reduci della Banca d’Italia Dott. Paolo
Bugliani. Era presente il Labaro della Sezione della Banca
d’Italia del nostro Istituto con il Presidente Dott. Comm.
Antonio Valeri.
ROMA
Nel bimestre la Federazione di Roma ci ha segnalato la
partecipazione ai seguenti eventi:
- in occasione della commemorazione dei Defunti, il 2
novembre u.s. al Sacello Militare del Cimitero monumentale del Verano l’Ordinario Militare Mons. Vincenzo Pelvi ha
celebrato una messa solenne in memoria di tutti i militari
Caduti nell’adempimento del dovere. Presente il Ministro
della Difesa Arturo Parisi e le più alte Autorità civili e militari. Oltre ai rappresentanti delle Associazioni
Combattentistiche e d’Arma con Labari e Bandiere, era presente il Presidente della Federazione provinciale di Roma
del Nastro Azzurro Gen. Isp. Ing. Comm. Antonino Zuco;
- l’attivissima Associazione Nazionale Combattenti e
Reduci (dipendenti Ministero dei Trasporti e Ferrovie dello
Stato S.p.A.) e la Presidenza Nazionale dell’Associazione
Nazionale Genieri e Trasmettitori, il 5 novembre u.s., hanno
ricordato con una solenne cerimonia, svoltasi presso il poco
noto monumento al “Ferroviere Caduto in guerra”, eretto
presso il Ministero dei Trasporti, coloro che in guerra hanno
perduto la vita per mantenere in funzione il servizio trasporti su rotaia nelle terribili condizioni di guerra. Presenti le più
alte Autorità civili e militari. Per il nostro Istituto era presente il Presidente della Federazione provinciale di Roma
Gen.Isp. Ing. Comm. Antonino Zuco.
Roma – Commemorazione di tutti i militari Caduti nell’adempimento del dovere
Roma – Commemorazione dei Caduti della Banca d’Italia
ROVIGO
Nel bimestre la Federazione di Rovigo ci ha segnalato la
partecipazione ai seguenti eventi:
- il Gruppo Artiglieri Corazzati di Valeggio sul Mincio
(VR) e la locale Federazione dei Carristi d’Italia hanno organizzato Domenica 14 ottobre 2007 la 25^ Festa Rosso Blu
con il patrocinio della Presidenza Regione Veneto
Occidentale e Tridentino A.A.. Presenti alla manifestazione
numerose Autorità civili e militari e, per il nostro Istituto, il
Presidente della Federazione di Rovigo, Geom. Graziano
Maron, accompagnato dall’Alfiere col Labaro, insieme al
Presidente Carristi di Rovigo Ing. Placido Maldi;
- il Presidente della Federazione provinciale di Rovigo,
Geom. Graziano Maron, ha partecipato, con Alfiere e
Labaro, il 17 Ottobre 2007 alla sobria ma toccante cerimonia svoltasi presso la Caserma Silvestri in occasione del
Quarantennale dell’insediamento del 5° Reggimento
Artiglieria Contraerea “Pescara” a Rovigo. Nell’occasione, il
Comandante, Colonnello Lorenzo Zaffarano, ha inaugurato
il nuovo Monumento ai Caduti di tutte le guerre. Il monolite in marmo di Carrara, riporta incisi i nomi dei militari del
Reggimento scomparsi negli ultimi 40 anni. La Cerimonia si
è conclusa con l’intitolazione dell’aula didattica della
Caserma al Sottotenente Joao Turolla M.O.V.M.;
- il 28 Ott. Scorso ha avuto luogo la Festa Provinciale
dell’Associazione Carristi di Rovigo. Hanno partecipato illu-
28
IL NASTRO AZZURRO
stri ospiti civili e militari, fra i quali il Gen. S. Reynaudi, il
Ten Col. Gustato, una rappresentanza di Ufficiali del 32°
Rgt di stanza a Tauriano. Per il Nastro Azzurro vi era il
Presidente della Federazione di Rovigo, Geom. Graziano
Maron, con il Labaro innalzato dall’Alfiere;
- il Presidente della locale Federazione Geom. Graziano
Maron, su invito del Sindaco del Comune di Ariano
Polesine (RO), ha partecipato domenica 4 novembre 2007,
con il Labaro e l’Alfiere alla Commemorazione di tutti i
Caduti. La cerimonia, alla quale hanno partecipato Autorità
civili e militari, ha visto la partecipazione dei Labari di
numerose Associazioni d’Arma.
Medaglia d’Oro, ai nipoti prof.ssa Giovanna Comi e dott.
Roberto Comi;
- il 20 ottobre 2007, la Federazione di Siena ha preso
parte al saluto che la città ha voluto tributare ai militari del
186° rgt. Folgore rientrati dopo 6 mesi di missione in
Libano. La solenne cerimonia, si è svolta in Piazza del
Campo alla presenza di autorità religiose, civili e militari,
tra cui il Gen Luigi Colaneri Comandante Militare per il
Territorio dell’Esercito, ed il Gen. Maurizio Fioravanti,
Comandante della Brigata paracadutisti “Folgore”. Presente
per il nostro Istituto il Commissario della locale Sezione Sig.
Marco Cetoloni.
SAVONA
Il 26 ottobre 2007 al Palacrociere di Savona, si è svolta
la cerimonia del passaggio di consegne al Comando della
locale Capitaneria di Porto tra il C.V. (CP) Maurizio
Caccialino (cedente) e il C.V. (CP) Franco Pescatori (subentrante), alla presenza del Direttore Marittimo della Liguria e
Comandante del Porto di Genova, Amm.Isp. (CP)
Ferdinando Lolli e di tutte le massime Autorità civili, religiose e militari della Provincia, nonché le Associazioni
Combattentistiche e d’Arma intervenute con Labari e
Medaglieri. Per il nostro Istituto era presente il Segretario
della Federazione Geom. Costantino Facco con il Labaro
provinciale.
Siena – Cerimonia commemorativa della M.O.V.M.
Roberto Bandini
SIRACUSA
Il 3 novembre al Palazzo Trigona, sede
dell’Associazione Pro Noto, si è svolto un convegno sul
tema “Da Caporetto a Vittorio Veneto” organizzato dalla
Sezione di Noto, di concerto con il Comune e la Sezione
Unuci. Dopo i saluti dell’Assessore comunale alla cultura,
del Presidente dell’Ass. Pro Noto e del Presidente della
sezione Unuci, sono intervenuti il cav. Francesco Maiore,
commissario della Sezione, sul tema “Noto nella Grande
Guerra” e l’avv. Francesco Atanasio, Presidente della
Federazione di Siracusa. Erano presenti il Vescovo emerito
di Noto, mons. Malandrino, e rappresentanze dei locali enti
militari. Al termine è stata inaugurata una mostra iconografica sulla guerra 1915-18.
Savona -.Cambio al vertice della Capitaneria di Porto
SIENA
Nel bimestre la Federazione di Siena ci ha segnalato la
partecipazione ai seguenti eventi:
- il 19 ottobre 2007 a Colle Val d’Elsa è stato commemorato il Ten. par. Roberto Bandini, MOVM, eroe della battaglia di El Alamein. Alla presenza di numerose autorità, dei
rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e
d’Arma e di rappresentanze di scuole locali, è stato consegnato dal Commissario della Federazione Senese Sig.
Marco Cetoloni, l’Emblema Araldico alla memoria della
Noto (SR) – Mostra iconografica sulla guerra 1915-18
IL NASTRO AZZURRO
TARANTO
Nel bimestre la Federazione di Taranto ci ha segnalato
la partecipazione ai seguenti eventi:
- il Presidente della locale Federazione del Nastro
Azzurro C.F. Luca Bellone de Grecis, insieme a tutto il
Consiglio Direttivo ha incontrato l’Amm. Sq. Gian Maria
Faggioni, nuovo Comandante in Capo del Dipartimento
Militare Marittimo dello Jonio e del Canale d’Otranto. La
cerimonia di avvicendamento al Comando fra gli Ammiragli
Francesco Ricci e Gian Maria Faggioni si è svolta il 17 luglio
2007 nella cornice del Castello Aragonese alla presenza del
Capo di Stato Maggiore della Marina Amm. Sq. Paolo La
Rosa. Il Presidente ha consegnato il crest del nostro Istituto
all’Amm. Faggioni;
Taranto – Incontro del Consiglio della Federazione con
l’Amm.Sq. Gian Maria Faggioni
- il Presidente della locale Federazione del Nastro
Azzurro C.F. Luca Bellone de Grecis, insieme al Consiglio
Direttivo, ha incontrato l’Amm. Sq. Filippo Casamassima,
nuovo Comandante dei Servizi Base della Marina Militare
di Taranto, subentrato nell’incarico all’Amm. Angelo Agliata
il 10 luglio 2007. Il Presidente ha consegnato il crest del
nostro Istituto all’Amm. Casamassima.
29
Piazza d’Armi a Torino, sono state deposte corone d’alloro
a ricordo dei Militari Caduti in servizio e per il dovere nel
corso di tutte le guerre e le missioni operative in Patria e
all’estero. Alla successiva Messa di suffragio nella Chiesa
presidiaria dei Santi Patroni presso la Cappella del
Dipartimento Militare di Medicina Legale, hanno partecipato le Autorità militari, civili e religiose. La Federazione provinciale di Torino era rappresentata da alcuni Consiglieri e
numerosi Azzurri e il Labaro;
- domenica, 4 novembre: si è svolta la celebrazione
dell’Unità Nazionale, Giornata delle Forze Armate e del
Combattente, del Decorato al Valor Militare e dell’Orfano di
guerra, con la cerimonia dell’alza Bandiera. In suffragio dei
Caduti di tutte le guerre è stata celebrata una Santa Messa
presso il Tempio della Gran Madre di Dio conclusa con la
deposizione di una corona d’alloro nella Cripta del
Sacrario. Presenti le massime Autorità militari e civili della
Città, della Provincia e della Regione ed un folto pubblico.
La Federazione provinciale di Torino del Nastro Azzurro era
presente con il Labaro e il Presidente Magg. Carlo
Bertolotti, nonché alcuni Consiglieri e molti Azzurri;
- venerdì, 23 novembre: si è svolta, presso la Caserma
Monte Grappa di Torino, la cerimonia di saluto del personale del Comando Brigata Alpina Taurinense e del 2°
Reggimento Alpini in partenza per l’Afghanistan. Presenti
molti parenti, le Autorità militari, civili e religiose e la
Federazione provinciale di Torino con il Labaro.
VERONA
La Federazione provinciale di Verona ha presenziato
con il Medagliere a numerose manifestazioni pubbliche, tra
le quali: il giuramento dei Volontari presso l’85°
Reggimento RAV “Verona”, le celebrazioni per le varie
ricorrenze patriottiche nazionali, per i Caduti di Nassiriya,
le feste dei Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, le cerimonie dell’Aeronautica Militare di base a Villafranca e per i
Caduti delle foibe istriane ed in particolare il raduno
Triveneto dei paracadutisti a Bovolone (Verona), che ha
coinvolto tutta la cittadinanza ed ha visto una partecipazione veramente massiccia di paracadutisti, passaggio delle
Frecce Tricolori e lanci dimostrativi. In questa occasione il
Labaro provinciale era scortato dal cap. Marchi e Signora,
entrambi paracadustisti.
Taranto - Incontro del Consiglio della Federazione con
l’Amm. Sq. Filippo Casamassima.
TORINO
Nel bimestre la Federazione di Torino ci ha segnalato la
partecipazione ai seguenti eventi:
- venerdì, 2 novembre, giornata nazionale dei Defunti,
presso il monumento dedicato ai Caduti di Nassiriya, in
Bovolone (VR) – Raduno Triveneto dei Paracadutisti
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IL NASTRO AZZURRO
RECENSIONI
ALPINI A TARCENTO
di Paolo Montina – Edito da Gruppo Alpini di Tarcento –
pp.318 – anno 2007
La cronistoria di un paese,
Tarcento in provincia di Udine,
attraverso
le
vicende dei suoi
concittadini che
hanno indossato
l’uniforme degli
alpini. Ecco la
giusta chiave di
lettura di questo
interessante libro
che
Paolo
Montina, socio
simpatizzante
della Federazione di Udine
dell’Istituto del
Nastro Azzurro,
ha curato in
modo pregevole.
Egli parla modestamente di “contributo”, ma la sua è stata
un’autentica opera di cura del libro editato in occasione
dell’ottantesimo anniversario della fondazione del gruppo
Alpini di Tarcento.
Ogni capitolo narra le vicende di un determinato
periodo storico nazionale e i relativi contraccolpi nell’area
locale del tarcentino, poi sono elencati tutti gli alpini di
Tarcento che sono stati in qualche modo coinvolti nella
vicenda riferita nel capitolo in esame.
Una tecnica narrativa che consente al lettore generico
di conoscere la storia della bella località friulana attraverso le singole storie dei suoi singoli cittadini, mentre permette agli attuali abitanti di Tarcento di conoscere o ricordare vicende personali e familiari di alpini annoverati nel
proprio albero genealogico. Ne risulta una lettura piacevole ed interessante per entrambi i tipi di lettore.
L’ADDESTRAMENTO GINNICO-MILITARE NELL’ESERCITO ITALIANO (1946-1990)
di Angela Teja e Sergio Giuntini - Stato Maggiore
dell’Esercito Ufficio Storico – Euro 20,00
La tradizione dello sport in Italia ha origini militari e
l’addestramento ginnico-sportivo dell’Esercito ha sempre
occupato un posto di primo piano, sia per lo sviluppo
dello sport militare in genere che per la ricerca ad esso
applicata il cui concreto esempio è la Scuola Militare di
Educazione Fisica (SMEF) di Orvieto.
Questo secondo volume di storia dell’addestramento
ginnico-militare nell’Esercito, nel primo l’autrice aveva
trattato il periodo dal 1861 al 1945, si occupa del settore
sportivo di alcuni dei Corpi maggiormente specializzati in
tal senso, tra i tanti i paracadutisti, gli alpini, i cavalieri,
che accanto alla SMEF hanno operato per un ampliamento dei corsi e delle strutture sportive ed è corredato di una
ricca iconografia e di un’imponente appendice riportante
la documentazione relativa alle norme di addestramento
ed alle schede di allenamento nei diversi settori. Dopo la
conclusione del secondo conflitto mondiale e fino alle
riforme che hanno portato alla sospensione della leva ed
alla presenza femminile, ancora una volta lo sport militare
mostra di anticipare, e per certi versi concretizzare, la
ripresa e la ricostruzione dello sport civile in Italia.
Fenomeno di cui ben si rese conto Giulio Onesti, artefice
di questa ricostruzione attraverso il ripristino su basi
democratiche del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
Ed è proprio all’Esercito che il CONI chiese aiuto e collaborazione per organizzare il più grande evento sportivo
del Novecento in Italia: le Olimpiadi del 1960 a Roma.
Aiuto vicendevolmente corrisposto nel 1995 per l’organizzazione a Roma dei primi Giochi Mondiali Militari del
Consiglio Internazionale dello Sport Militare (CISM). Storia
militare e storia civile si intrecciano in questo volume a
testimoniare la collaborazione che c’è sempre stata tra i
due mondi in un settore, quello sportivo, ormai da tutti
percepito come specchio della società, ma anche laboratorio di innovazione e di progettazione per il futuro, come
dimostrato dalla Convenzione Forze Armate-CONI, in
base alla quale
negli anni ’80
vennero cofinanziati al 50%
n u m e r o s i
impianti sportivi
presso caserme
ed
aeroporti,
fino
recente
Protocollo d’intesa firmato lo
scorso 3 ottobre
tra il Ministero
della Difesa ed il
CONI.
Il volume è
stato presentato
presso l’Università
di
Tor
Vergata
dall’On.Gianni
Rivera, parlamentare europeo e consulente per le politiche sportive del Comune di Roma, dal
generale Giancarlo Gay, presidente dell’Arma di
Cavalleria e dal professor Antonio Lombardo Presidente
del corso di laurea in Scienze Motorie presso il quale l’autrice insegna Storia dello Sport. L’evento è stato curato e
coordinato dal colonnello Antonino Zarcone, Capo
Ufficio Storico dell’Esercito.
IL NASTRO AZZURRO
31
AZZURRI NELL’AZZURRO DEL CIELO
FED. ANCONA – M.llo Magg. Cav. Giuseppe COCCHI
(C.G.V.M.); Ten. art. Domenico GIORGETTI (M.A.V.M.),
già Presidente della Sezione di Fabriano.
FED. BARI – S.Ten. f. Avv. Domenico LUISI (M.B.V.M.);
Sig. Savino MINERVA congiunto dell’Azzurro Michele
Catalano.
FED. CAMPOBASSO – Comm. Attilio BRUNETTI
(M.O.V.M.), Consigliere Nazionale e Presidente della
Federazione.
FED. CUNEO – Sezione di Saluzzo – Azzurro Sebastiano
FOLCO (M.B.V.M.).
FED. FIRENZE – Azzurro Rodolfo BORRANI.
FED. IMPERIA – Gen. C.A. Mario NARDI (Prom.M.G.);
Cap. Dario RAFFAELLI (M.A.V.M.).
Maria Antonietta GALVANI ved. Gen. C.A. Goffredo
FIORE (M.A.V.M. “sul campo”, M.B.V.M., C.G.V.M.);
C.F. Cav. Antonio TUCCI (C.G.V.M. “sul campo”); Cap.
art. Dott. Ing. Gr. Uff. Roberto VENTURA (M.B.V.M.,
C.G.V.M.).
FED. VARESE – T.Col. A.M. Antonio CILENTO, Vice
Presidente della Federazione; Azzurro Agostino PALA
(M.B.V.M.).
La Presidenza Nazionale dell’Istituto del Nastro
Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare si
stringe vicino al Capitano di Vascello Giovanni
Gumiero al quale esprime il piu’ profondo cordoglio per
la morte della sua consorte Signora Giovanna
Reggiani vittima dell’ennesima vile e grave aggressione
rivolta verso cittadini inermi da esponenti malavitosi
sempre piu’ barbari e sempre piu’ impuniti.
FED. LA SPEZIA – Cav. Riccardo PAGNELLI (3 C.G.V.M.)
FED. LUCCA – Sezione Lucca – 2° Capo R.T. Calogero
DE LUCA (2 C.G.V.M.).
FED. MANTOVA – Ten. Pil. Giorgio LANFREDI
(M.A.V.M.–C.G.V.M.-2 Prom.M.G.).
FED. PARMA – Sig.ra Concetta BRANCHI MAESTRI
vedova del Cap. Pil. Athos Maestri (M.O.V.M.); Azzurro
Alberto DE GIULI; Sig.ra Filide MUTTI NADDEO.
FED. PISTOIA – Azzurro Tullio CAVALENSI.
FED. REGGIO EMILIA – Alpino Alpenore GREGORI
(M.B.V.M.)
FED. ROMA – Ten. g. Dott. Ing. Luigi AGATI (C.G.V.M.
“sul campo”); Ten. f. Sen. Arrigo BOLDRINI (M.O.V.M.);
Gen. B. (c.a.) Cav. Uff. Pio CAFISSE (2 M.B.V.M. “sul
campo”, 2 C.G.V.M. “sul campo”); Magg. f. Dott. Andrea
Oscar CRAPANZANO (3 M.B.V.M., C.G.V.M.); Sig.ra
La digità e la silenziosa compostezza dimostrata dal
Capitano Gumiero e dalla sua famiglia nel momento del
dolore impongono che, oltre al doveroso omaggio e
cordoglio, la Nazione tutta ritrovi negli ideali del Valore
e della Patria le ragioni di una convivenza civile piu’ sana
e piu’ vicina alle asprirazioni di tanti cittadini che
soffrono dell’attuale clima di grave insicurezza.
L’Istituto del Nastro Azzurro si farà partecipe di tutte le
iniziative utili al ristabilimento dell’auspicata sana e
serena convivenza civile.
Episodi luttuosi e gratuiti come quello patito dalla
Famiglia Gumiero non dovranno piu’ accadere.
Alle famiglie colpite da queste dolorose perdite giungano le espressioni del più vivo cordoglio della Presidenza
Nazionale e di tutti gli Azzurri.
CONSIGLI DIRETTIVI
Fed. MACERATA
Presidente: Cav. Sandra VECCHIONI
Vice Presidente: Dott. Massimiliano GRUFI
Segretario-Tesoriere: Azzurro Dott. Carlo FLAMINI
Consiglieri: Azzurro Mario BARBERA BORRONI, Azzurro Urbano GRUFI, Azzurro Raimondo MAZZOLA
(Presidente della Sezione di Recanati), Azzurro Elio NARDI
Presidente del Collegio Sindacale: Sig.ra gabriella CICCONI
Sindaci: Sig.ra Maria Giuseppina COSCI, Dott. paolo SANCRICCA
1)
2)
3-4)
5-6)
7)
8)
9)
Distintivi con decorazione e Dame Patronesse: € 7
Distintivi dorati: piccoli: € 3, medi: € 3,50 grandi: €
4
Portachiavi: smaltato: € 7,50, metallo: € 3,50
Crest: piccolo: € 20 grande: € 25
Labaretto: € 10
Emblema Araldico: € 20
Fermacarte in onice: € 9,50
10)
11)
12)
13)
14)
15-16)
Posacenere: € 9
Attestato di Benemerenza: € 20
Orologio: € 30
Cravatta: lana: € 12 seta: € 15
Foulards in seta: € 28
Cartolina: € 0,30, cartoncino doppio: € 0,50, busta:
€ 0,10
Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza
Nazionale dell’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale.
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