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Edifici Energeticamente Efficienti: un`opportunità

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Edifici Energeticamente Efficienti: un`opportunità
RSEview
RIFLESSIONI SULL’ENERGIA
Edifici
Energeticamente
Efficienti:
un’opportunità
E -̄€
3
editrice alkes
RSEview
RIFLESSIONI SULL’ENERGIA
Edifici
Energeticamente
Efficienti:
un’opportunità
editrice alkes
Copyright © 2015 Editrice Alkes
Autore: Ricerca sul Sistema Energetico – RSE SpA
Editing e impaginazione: Editrice Alkes
Copertina: Fabio Lancini
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere
riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo,
se non nei termini previsti dalla legge che tutela i diritti d’autore.
L’autorizzazione alla riproduzione dovrà essere richiesta a RSE
Via Rubattino 54 – 20134 Milano – Italia
Finito di stampare nel mese di Giugno 2015 presso
AGF Arti Grafiche Fiorin Spa
Via del Tecchione 36 - 20098 Sesto Ulteriano, San Giuliano Milanese (MI)
Prima edizione
ISBN 978-88-907527-5-9
Premessa
L’efficienza energetica ha da sempre posto al cuore della propria
azione il tema dell’edilizia, riconoscendo a quest’ambito un grande
potenziale, direi un duplice grande potenziale: da una parte la possibilità di aggredire uno dei principali settori di consumo di energia e
dall’altro quello di offrire un significativo mercato ad un settore che
ha più di altri subito le difficoltà di un periodo di crisi per durata e
profondità difficilmente immaginabile.
Non manca quindi un’ampia letteratura sul tema dell’efficienza
energetica nel settore dell’edilizia, tanto da far seriamente riflettere
sulla effettiva opportunità di porre mano ad una ulteriore fatica letteraria sull’argomento. La decisione è stata presa, convintamente,
accorgendosi che l’applicazione dell’approccio tipico di RSE, quello
di sistema, è in grado di fornire una chiave di lettura se non nuova
certamente diversa al tema nel suo complesso.
Approfondendo il lavoro che ha portato a questo nuovo numero
della monografia è emerso in tutta evidenza che l’attività di ricerca
sul tema dell’efficienza energetica è, di fatto, una nuova declinazione
del concetto di Ricerca di Sistema.
Come ho spesso occasione di ricordare la Ricerca di Sistema elettrico è quel particolare campo di indagine che con un approccio nativamente interdisciplinare si concentra sul sistema elettrico inteso
come insieme di soggetti produttori e consumatori di energia elettrica e che deve essere realizzato ed esercito in modo da garantire
bilanciamento tra carico e generazione, sicurezza dell’approvvigionamento ed economicità dello stesso. A questi elementi che potremmo definire “storici” si è ormai stabilmente affiancato il tema della
decarbonizzazione e della sostenibilità ambientale.
Proviamo ad analizzare l’approccio di chi intenda sviluppare attività di ricerca nel settore dell’efficienza energetica.
Vi è sicuramente un campo di indagine che è di natura metodologica, ma pure la ricerca non si può limitare alla identificazione delle
metodologie e dei protocolli.
L’approfondimento sulle tecnologie rappresenta una condizione
necessaria ancorché non sufficiente. L’indagine sul contributo che
una tecnologia è in grado di fornire al raggiungimento di obiettivi
generali è spesso di maggior rilievo e pregio rispetto all’approfondimento specialistico sulla singola tecnologia.
Quanto al fattore economico, questo è spesso il punto di caduta
principale di molte valutazioni sperimentali nel settore dell’efficienza energetica in generale e nel settore dell’edilizia in particolare. Per
lo sviluppo di successo, valutabile prioritariamente in termini di impatto, degli interventi di efficienza energetica, è necessario che il po-
Premessa
tenziale economico sia chiaramente percepito dall’utente e l’effetto
si dispieghi stabilmente nel corso degli anni.
Efficienza energetica non è solo l’ideazione e la realizzazione di
un intervento; è, spesso e volentieri, anche esercizio e corretta gestione. In ciò ampio spazio ha quindi l’automazione e la smartizzazione degli interventi che devono essere il più possibile trasparenti
all’utente in termini di esercizio affinché veramente possano dispiegare i propri effetti positivi.
L’analisi di questi punti porta alla conclusione che anche la ricerca sui temi dell’efficienza energetica è un tema di Ricerca di Sistema,
un sistema che non ha al centro l’esigenza del bilanciamento generazione/carico quanto quella del rapporto tra profondità ed estensione
dell’intervento. Iniziative molto “profonde” e radicali possono essere
meno preferibili di iniziative meno severe ma più estese quantitativamente, in ciò determinando la necessità di indagare anche le condizioni al contorno che possono portare gli interventi di efficienza
energetica negli edifici dall’essere una “buona pratica” ad essere una
opportunità.
Stefano Besseghini
Presidente e Amministratore Delegato RSE
Credits
COORDINATORI DELLA MONOGRAFIA
Marco Borgarello. In RSE ricopre il ruolo di Responsabile del Gruppo di Ricerca
sull’Efficienza Energetica e capo progetto di attività di Ricerca di Sistema. Dopo aver
conseguito la laurea in Chimica, ha lavorato in Canada e quindi ha svolto attività di
ricercatore e assistente universitario all’EPFL (Scuola Politecnica Federale) di Losanna.
Successivamente, ha lavorato presso CISE, ENEL RICERCA, CESI, ERSE e attualmente
in RSE si occupa di supporto alle politiche energetiche alle istituzioni centrali e locali in
materia di politiche energetiche e di efficienza nell’uso e nella fornitura dell’energia.
Francesco Madonna. Laureato in Ingegneria Fisica (Politecnico di Milano) e in Ingegneria
Matematica (Politecnico di Torino) lavora in RSE dal 2009. Fa parte del dipartimento
Sviluppo dei Sistemi Energetici, in cui esercita l’attività di ricerca nel settore dell’efficienza
energetica, con particolare interesse alle prestazioni energetiche degli edifici e agli impianti
di climatizzazione a pompa di calore. Si è anche occupato, a vari livelli, di Certificati Bianchi
e di azioni di accompagnamento al recepimento della Direttiva 2010/31.
CONTRIBUTI DI:
Antonio Capozza. Laureato in Ingegneria Nucleare (Università La Sapienza di Roma), si è
specializzato in modellistica dei fenomeni fluidodinamici in sistemi di generazione
e di utilizzo di energia termica ed elettrica. Ha coordinato progetti relativi
all’efficienza negli usi finali dell’energia elettrica e termica. Attualmente è presso il
dipartimento Sviluppo dei Sistemi Energetici, dove svolge studi e ricerche nel campo
dell’interazione tra pompe di calore e ambiente circostante.
Francesca Carrara. Laureata presso il Politecnico di Milano in Ingegneria per l’Ambiente
e il Territorio, fa parte del gruppo di ricerca efficienza energetica del dipartimento
di Sviluppo dei Sistemi Energetici di RSE. Attualmente si occupa di efficienza nella
pianificazione energetica territoriale, con particolare interesse al settore civile.
M. Elena Gobbi. Laureata in Ingegneria Strutturale (Politecnico di Milano), ha lavorato per
alcuni anni nel settore della progettazione di strutture metalliche e in cemento armato
e successivamente in quello della ricerca presso ENEL e CESI RICERCA, relativamente
a studi sperimentali sul comportamento tenso-deformativo del calcestruzzo soggetto a
carichi ciclici e impulsivi, alla verifica della sicurezza di strutture del settore elettrico
e quindi alla valutazione della vulnerabilità sismica della rete elettrica italiana.
Attualmente, in RSE nel dipartimento Sviluppo dei Sistemi Energetici, lavora nel
campo dell’efficienza energetica a supporto delle politiche energetiche.
Franco Ravasio. Laureato in Ingegneria Civile presso il Politecnico di Milano, si è a lungo
occupato di restauro edilizio e monumentale all’ISMES (Istituto Sperimentale Modelli e
Strutture) di Bergamo con attività in sito e in laboratorio, sia per committenti pubblici e
privati sia per la ricerca. Ha lavorato presso il CESI e poi in CESI RICERCA, nell’ambito di
aspetti connessi alla vulnerabilità sismica delle costruzioni. Dopo esperienze su tematiche
inerenti al patrimonio edilizio immobiliare italiano, attualmente fa parte del Gruppo di
Lavoro sull’Efficienza Energetica del Dipartimento Sviluppo dei Sistemi Energetici di RSE.
INOLTRE SI RINGRAZIANO:
Walter Grattieri, Francesca Bazzocchi, Lorenzo Croci, Roberto Menga,
Diana Moneta, Omar Perego e Silvano Viani
Indice
11
14
Sommario
Summary
Capitolo 1
1.1 1.1.1 Il parco edilizio residenziale17
I consumi energetici21
Consumi per riscaldamento22
Capitolo
2
Le riqualificazioni energetiche25
2.1
Interventi sull’involucro edilizio25
2.1.1
Isolamento delle pareti verticali25
2.1.2
Isolamento delle strutture opache orizzontali/inclinate28
2.1.3
Sostituzione del serramento30
2.2
Interventi sugli impianti32
2.2.1
Sostituzione del generatore con caldaia a condensazione32
2.2.2
Sostituzione del generatore con pompa di calore33
2.2.3
Installazione di collettori solari per produzione di acqua calda34
2.2.4
Installazione di caldaia a biomassa35
2.2.5
Micro e mini-cogenerazione36
2.2.6Teleriscaldamento37
2.2.7
Domotica applicata al risparmio energetico38
2.3
Il mercato delle riqualificazioni39
Capitolo
3
3.1
3.1.1
3.2
3.2.1
3.2.2
3.2.3
3.2.4
3.2.5
La strategia nazionale e il contesto normativo 49
Evoluzione della normativa50
Gli edifici a energia quasi zero50
I sistemi di incentivazione53
Le detrazioni fiscali55
Il Conto Termico (DM 28/12/12)59
I Certificati Bianchi63
Un confronto tra gli incentivi previsti64
I benefici riconosciuti alla Cogenerazione ad Alto Rendimento
(CAR)
68
Capitolo
4
4.1
4.1.1
4.1.2
4.1.3
4.1.4
4.1.5
4.2
I potenziali risparmi energetici cost-effective69
Valutazione costi-benefici70
Archetipi e interventi di riqualificazione considerati72
I costi delle riqualificazioni74
I risparmi energetici76
Gli interventi ottimali78
Il tempo di ritorno degli investimenti78
I potenziali80
Indice
Capitolo 5
Le finestre d’opportunità87
Capitolo
Le barriere
91
Mancanza di informazioni presso i clienti finali92
Il finanziamento dei progetti93
Il processo decisionale nei condomini93
La mancanza di un aggregatore94
L’incertezza sui risparmi energetici95
La limitata convenienza economica95
Imprese e installatori poco qualificati96
Ostacoli amministrativi e burocratici96
Costo degli audit energetici98
6
6.1
6.2
6.3
6.4 6.5
6.6
6.7
6.8
6.9
Capitolo 7Conclusioni99
Bibliografia101
Acronimi103
Sommario
In Italia, i consumi energetici del settore residenziale sono in crescita; secondo i dati diffusi da Eurostat nel 2013 essi hanno superato
34 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), ovvero il 29
per cento dei consumi finali del nostro Paese. Dietro questi numeri
ci sono molti sprechi.
I 12 milioni di edifici residenziali distribuiti in Italia, infatti, non
brillano certo per attenzione al tema dell’efficienza energetica: del
resto, per oltre il 65 per cento sono stati realizzati più di quarant’anni
fa, prima che fosse emanata una legge sulla prestazione energetica
in edilizia.
Le condizioni al contorno per invertire la rotta ci sono tutte.
L’Europa ritiene che riqualificare energeticamente il patrimonio
edilizio sia una via preferenziale per accrescere la sicurezza energetica e per conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.
Per questo ha predisposto un corpus legislativo volto a promuovere
l’efficienza energetica, definendo regole e condizioni affinché, non
solo le nuove costruzioni, ma anche le ristrutturazioni, rispettino
standard minimi di prestazione energetica. A supporto di queste
azioni, l’Europa ha stanziato nel bilancio economico 2014-2020 risorse per circa 20 miliardi di euro. Anche in Italia sono stati allocati
opportuni fondi e creati strumenti per favorire lo sviluppo dell’efficienza energetica (Conto Termico, detrazioni fiscali, Certificati Bianchi,
fondi rotativi, eccetera).
Il mondo delle costruzioni, fortemente colpito dall’attuale crisi
economica, vede il tema della riqualificazione energetica come l’occasione per rilanciare il settore. Già oggi le ristrutturazioni nel loro
insieme rappresentano circa il 40 per cento del valore degli investimenti in costruzioni, segnando nel 2014 una crescita degli investimenti del 3 per cento in termini reali. Per comprendere l’importanza
di questi dati bisogna aver presente che, secondo i dati forniti dall’Osservatorio Congiunturale sull’industria delle Costruzioni (2014) di
ANCE, dal 2008 a oggi sono andati perduti 446 mila posti di lavoro e
sono fallite 11 mila imprese. Tutta la filiera ha subito un crollo, con
un calo vistoso delle consegne di cemento (meno 23 per cento) e
legno (meno 19 per cento), a riprova della progressiva e significativa
riduzione delle abitazioni messe in cantiere. Si tenga anche presente
che, secondo quanto riportato dalla stessa ANCE, per ogni miliardo
di euro di investimenti nelle costruzioni si attiva un volume di affari
di 1,8 miliardi, generando quasi 24 mila nuovi posti di lavoro, di cui
oltre un terzo in settori collegati.
Nonostante tali favorevoli presupposti il quadro attuale non è
certo esaltante, seppur si registri qualche timido segnale. Secondo
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11
quanto riportato dall’analisi di CRESME (Città, mercato e rigenerazione urbana 2012) e di ENEA (Le detrazioni fiscali del 55 per cento per
la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente) nel 2012
ci sono stati ben 265 mila interventi che hanno beneficiato delle detrazioni fiscali generando investimenti per circa 4 miliardi di euro.
Tuttavia, si tratta per la stragrande maggioranza di interventi relativamente leggeri e con limitati risparmi energetici. Basti dire che
per il 64 per cento si tratta di sostituzione dei serramenti e che gli
interventi globali sono stati solo 1.200 in tutta Italia (meno dello 0,5
per cento).
Anche nell’opinione pubblica, seppur con molta difficoltà, si sta
sviluppando un atteggiamento sempre più attento ai temi dell’energia, anche se ciò non sempre si traduce in comportamenti virtuosi e
in un nuovo modo di giudicare e valutare le imprese e i loro prodotti.
Perché, dunque, non si riesce a far decollare le riqualificazioni
energetiche? Quali sono i margini di risparmio che si possono ottenere nelle proprie case, quanto costa riqualificare, quali sono le
opzioni a disposizioni? Queste sono alcune delle domande cui la monografia prova a rispondere.
Per affrontare tali questioni, com’è nel DNA di RSE, si è adottato
un approccio di “sistema” in cui elementi differenti contribuiscono alla valutazione: tecnologici, energetici, economici, sociologici. Il lavoro
si inserisce nell’attività di ricerca che RSE svolge ad ampio raggio sui
temi dell’efficienza energetica e si avvale dell’esperienza acquisita nelle attività di consulenza e di supporto nei tavoli tecnici istituzionali, ai
quali RSE spesso è chiamata a dare il proprio contributo.
Nella prima parte dello studio è messo a fuoco il problema: lo
spreco energetico. Esso è conseguenza del fatto che il patrimonio
edilizio nazionale è tendenzialmente vecchio, come risulta dalla più
recente “fotografia del censimento ISTAT 2011” e quindi con strutture poco isolate e con tecnologie mediamente poco efficienti, come
emerge dalla ricostruzione bottom-up dei consumi energetici di tali
edifici, con particolare attenzione al riscaldamento.
Nella seconda parte si evidenziano le possibili soluzioni, che passano attraverso una ampia gamma di interventi di riqualificazione
energetica valutati non solo per le loro prestazioni tecnologiche ma
anche e soprattutto alla luce della loro sostenibilità economica, in termini di costi-benefici, di realizzabilità e di disponibilità di strumenti
di incentivazione. Tra gli obiettivi principali si è voluto quantificare
la frazione del parco edilizio per cui già ora è possibile realizzare
interventi efficaci sotto il profilo dei costi e ricavare i corrispondenti
potenziali risparmi energetici e investimenti necessari.
12
Sommario
La soluzione proposta da RSE passa attraverso un concetto relativamente semplice, quello di “opportunità”. Si tratta di integrare
l’efficienza energetica alle opere di manutenzione degli edifici. Nel
capitolo 5 sono descritte le ragioni e le giustificazioni del perché questa via sarebbe la più opportuna.
Infine lo studio si chiude con una riflessione: andare oltre le barriere. Sono state condotte interviste ad alcuni dei principali portatori
di interesse della filiera, per poter cogliere elementi di riflessione e
immaginare azioni volte al superamento degli ostacoli che, ancora
oggi, non consentono di sfruttare al massimo le potenzialità delle
riqualificazioni energetiche.
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13
Summary
Energy consumptions in the residential sector are persistently
growing in Italy. According to data released by Eurostat in 2013, they
exceeded 34 million tons of oil equivalent (Mtoe), i. e. 29% of final
energy consumption of our country. These numbers are also a consequence of poorly accounted wastes.
In fact, the 12 million residential buildings distributed in Italy
contrast the trend of the more and more growing attention paid nowadays to energy efficiency: indeed, over 60% of these buildings were
built more than forty years ago, before any law on performance efficiency in buildings was issued.
All the boundary conditions aimed at re-routing this process are
now ready.
Europe believes that energy revamping of the housing stock could
represent an ideal approach to enhance energy security and to achieve
targets of reduction of CO2 emissions. To this purpose, Europe set up a
legislature to foster energy efficiency, by defining rules and conditions
to comply with minimum energy performance standards for both new
buildings and revamped ones. To support of these actions, Europe allocated economic resources of about 20 billion euro in the 2014-2020. Italy
allotted appropriate funds and instruments as well to encourage the
development of energy efficiency (e. g. subsidies on efficient heating,
tax exemption, White Certificates, revolving funds, etc ...).
The building world is strongly affected by the economic crisis and
revamping makes up quite a proper opportunity to revitalize the sector. Nowadays, revamping globally accounts for about 40% of the investments in construction, showing an investment growth of 3% in
real terms in 2014. The significance of these data is even highlighted if
we consider that, according to ANCE, 446,000 jobs have been lost and
11,000 companies went bankrupt in the building sector from 2008 up
to now. The whole supply chain has fallen through, with a considerable drop in deliveries of cement (-23%) and wood (-19%), reflecting
the progressive and noteworthy reduction of new housing. Also, as
ANCE itself reports, it must be took into account that every billion
euro investment in construction triggers a turnover of 1.8 billion and
nearly 24,000 new jobs, of which over a third in connected sectors.
Despite these favorable conditions, the current framework is not
so enthusing, although some shy signal begins showing up. As reported by CRESME and by ENEA, 265,000 interventions benefited in 2012
from tax deductions and they generated investments of approximately
4 billion euro. However, the majority of these interventions account
for low size and limited energy savings. As a matter of fact, 64% of
them relate to replacement of windows and the amount of interven14
tions throughout Italy was only 1,200 (less than 0.5%).
A more and more attentive approach to energy issues is being developed in the public opinion. This process is in progress; nevertheless, the present attitude is still quite far from an actual new way of
judging and evaluating companies and their products.
Why, therefore, is it difficult to ramp up the energy retrofits? What
are the margins of savings that can be achieved in homes, how much
does revamping cost, what are the available options? These are some
of the questions which the monograph is trying to answer.
As in the DNA of RSE, a “system” approach was adopted in which
different elements concur to the evaluation: technology, energy, economic and sociological features. The work fits in researches that RSE
plays on wide-ranging issues of energy efficiency and benefits from
the experience gained in consulting and support institutional technical
meetings, to which RSE is often called upon to give his contribution.
The problem, the energy wastage, is focused in the first part of the
study; such inefficiencies are consequence of the fact that the national
housing stock tends to age, according to the latest “census ISTAT snapshot”. This involves poorly insulated structures and inefficient technologies on average, as it is pointed out in the performed bottom-up
reconstruction of the energy consumptions of such buildings, with
particular focus on heating.
The second part shows the possible solutions, which go through
a wide range of energy revamping actions; these activities are scored
on the base of their technological performance and in the light of
their economic viability, cost-effectiveness, feasibility and availability
of economic incentive mechanisms. Among the main objectives, the
fraction of the building stock was identified for which it is still possible
to make effective interventions in terms of costs; the corresponding
potential energy savings and investment required was then derived.
The RSE’s approach pass through the concept of “opportunity”.
The concept is quite simple: integrating the works for energy efficiency with those for building maintenance. Chapter 5 describes the reasons and justifications why this would be the most appropriate way.
Finally, the study ends with a consideration: beyond the barriers.
Interviews were conducted with key stakeholders in the supply chain,
to devise actions aimed at overcoming the obstacles which even at
present do not allow to exploit the full potential of energy retrofits.
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15
1
Il parco edilizio
residenziale
Il parco edilizio residenziale italiano si caratterizza per la sua eterogeneità che, d’altronde, è frutto delle differenze che contraddistinguono il nostro Paese. Un’orografia complessa, climi che variano dal
mediterraneo (subtropicale) all’alpino (glaciale), zone tra le più densamente popolate d’Europa che si alternano a Comuni con meno di
due abitanti/km2. Proviamo dunque a tracciare un profilo dei nostri
edifici partendo dai dati dei censimenti ISTAT [1] [2].
In Italia ci sono 12 milioni di edifici residenziali, articolati in 31
milioni di abitazioni di cui il 77 per cento è occupato da persone residenti. L’edificio monofamiliare è ancora oggi la tipologia edilizia più
diffusa, rappresentando oltre il 60 per cento delle costruzioni ad uso
residenziale (Tabella 1.1). I grandi condomini rappresentano solo il
2 per cento del parco abitativo e sono mediamente concentrati nei
grandi capoluoghi, tuttavia in essi si concentra la maggioranza relativa delle abitazioni occupate.
TABELLA 1.1
Ripartizione al 2011 per tipologia del numero di edifici, abitazioni
e abitazioni stabilmente occupate da persone residenti (valori %).
Monofamiliare
2
abitazioni
Da 3 a 4
abitazioni
Da 5 a 8
abitazioni
Da 9 a 15
abitazioni
Grandi
condomini
Edifici
62
20
9
5
2
2
Abitazioni
21
18
15
14
12
20
Abitazioni occupate
19
17
15
14
13
22
TABELLA 1.2
Ripartizione al 2011 per vetustà del numero di edifici, abitazioni
e abitazioni stabilmente occupate da persone residenti.
Edifici Abitazioni occupate
Abitazioni
residenziali
%
Abitazioni
da persone residenti
per edificio
Ante 1918
2.150.259
18
3.656.542
2.453.037
1,7
1919-1945
1.383.815
11
2.799.407
2.033.438
2,0
1946-1960
1.659.829
14
4.268.838
3.382.138
2,6
1961-1970
1.967.957
16
5.986.048
4.829.923
3,0
1971-1980
1.983.206
16
5.770.951
4.494.257
2,9
1981-1990
1.290.502
11
3.874.961
3.044.874
3,0
1991-2000
791.027
6
2.311.576
1.870.661
2,9
Post 2001
961.103
8
2.469.955
1.956.966
2,6
12.187.698
100
31.138.278
24.065.294
2,6
Totale
E3=€
17
1
FIGURA 1.1
Ripartizione provinciale del numero medio di abitazioni per edificio.
Numero medio di
abitazioni per edificio
1-2
2-3
3-4
4-5
5-6
6-7
La popolazione non segue la medesima distribuzione degli edifici. Il 42 per cento delle costruzioni è localizzato nell’Italia Settentrionale, quasi altrettanto nella parte Meridionale e Insulare della
Penisola, mentre il restante 17 per cento si trova nell’Italia Centrale.
Un dettaglio maggiore è presentato in Tabella 1.3. In termini di zona
climatica, come mostrato nella Figura 1.2, sono prevalenti gli edifici
che ricadono in zona E, mentre sono minoritari quelli nelle zone
estreme (A, B ed F).
TABELLA 1.3
Ripartizione geografica del parco edilizio residenziale (valori %).
18
Popolazione
Edifici
Abitazioni
Abitazioni occupate
Nord-Ovest
26
22
28
28
Nord-Est
19
20
19
20
Centro
20
17
19
20
Sud
24
25
22
21
Isole
11
16
12
11
Il parco edilizio residenziale
FIGURA 1.2
Ripartizione degli edifici residenziali per zona climatica.
A
0.04%
Zona climatica
B
6%
C
22%
D
23%
E
43%
6%
F
0
10%
20%
30%
40%
50%
Complessivamente la superficie abitata ammonta a 2.397 milioni
di m2, con un corrispondente valore medio di poco meno di 100 m2
per abitazione. In Figura 1.3 è mostrata la ripartizione per classe di
superficie in funzione della macro-area geografica: la classe da 80 m2
a 99 m2 risulta essere quella prevalente in tutta Italia.
FIGURA 1.3
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud
Isole
1,8
1,6
1,4
Numero di abitazioni [milioni]
Numero di abitazioni per classe di superficie (espressa in m2)
e zona geografica.
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
fino a 29
30-39
40-49
50-59
60-79
80-99
100-119 120-149 150 e più
Classe di superficie [m2]
E3=€
19
1
FIGURA 1.4
Ripartizione provinciale dell’epoca di costruzione prevalente
delle abitazioni.
Epoca di costruzione
prevalente
Ante 1918
1919-1945
1946-1960
1961-1970
1971-1980
1981-1990
Per quanto concerne l’evoluzione delle tipologie edilizie e della
numerosità del costruito, si registrano significative differenze a seconda dei diversi periodi. Ben il 18 per cento degli edifici esistenti
sono stati costruiti prima del 1918 e si tratta principalmente di edifici
monofamiliari o contenenti un numero ridotto di abitazioni. I grandi
condomini, invece, si sono diffusi in maniera consistente solo a partire dal secondo Dopoguerra per effetto della ricostruzione e della
successiva fase di boom economico. Come conseguenza, emerge che
il 52 per cento delle abitazioni è stato costruito tra il 1946 e il 1980.
In particolare, ciò è avvenuto prima nell’Italia Settentrionale e nelle
principali città del Centro-Sud (Roma, Napoli e Palermo), per poi
interessare con qualche anno di ritardo il resto dell’Italia Centrale e
Meridionale.
Rispetto a questo quadro d’insieme, ci sono ovviamente delle eccezioni locali. Ad esempio, tra le due guerre si registra la costruzione
di gran parte delle abitazioni presenti in molte province del Piemon20
Il parco edilizio residenziale
te, di Trento, Genova, Firenze e complessivamente in regioni quali
Trentino-Alto Adige, Toscana e Molise. Altre eccezioni sono rappresentate dalla provincia di Carbonia-Iglesias, in cui sono prevalenti le
abitazioni costruite prima del 1918, e da quelle di Avellino e Potenza,
in cui il picco si è avuto negli anni ‘80 (verosimilmente anche a causa
della ricostruzione seguita al terremoto del 1980).
1.1 I CONSUMI ENERGETICI
Secondo quanto riportato da Eurostat con riferimento al 2013 [3],
in Italia, i consumi finali ammontano a 119 Mtep e sono ripartiti per
settore di utilizzo come mostrato nella Figura 1.5. Si osserva, quindi,
che il settore residenziale assorbe 34 Mtep, corrispondenti al 29 per
cento dei consumi finali. In questo settore, secondo i dati Eurostat
(Figura 1.6), il gas naturale è largamente il prodotto energetico più
utilizzato (53 per cento), seguito dalle fonti rinnovabili (20 per cento), dall’energia elettrica (17 per cento), dai prodotti petroliferi (8 per
cento) e dal calore (3 per cento).
Il consumo medio per famiglia è pari a 1,3 Tep, per una spesa
media pari a 1.635 euro l’anno, come riportato dall’indagine ISTAT
[4]. In termini di servizio assolto, ENEA [5] fornisce una ripartizione
secondo cui il riscaldamento copre oltre i due terzi dei consumi complessivi; seguono gli usi cucina e acqua calda sanitaria con il 16,5 per
cento e l’illuminazione e apparecchi elettrici con il 13,5 per cento.
FIGURA 1.5
Evoluzioni dei consumi finali di energia per settore di utilizzo.
50
45
40
Industria
Trasporti
Residenziale
Agricoltura
Terziario
Consumi finali [Mtep]
35
30
25
20
15
10
5
0
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
E3=€
21
1
FIGURA 1.6
Ripartizione dei consumi energetici finali del settore residenziale
per prodotto energetico.
60%
50%
40%
Gas naturale
Energia elettrica
Prodotti petroliferi
30%
20%
Energie rinnovabili
Calore
Combustibili solidi
10%
0
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
1.1.1 Consumi per riscaldamento
RSE [6][7], in collaborazione con il Politecnico di Torino [8][9],
ha ricostruito i consumi per riscaldamento secondo un approccio
bottom-up basato sulla definizione di archetipi (edifici rappresentativi dell’intero parco edilizio residenziale). In particolare sono stati
definiti 140 edifici classificati secondo tre assi: tipologia, epoca di
costruzione e zona climatica. Le tipologie considerate sono: monofamiliari, villette a schiera e piccoli condomini (meno di 8 abitazioni),
medi condomini (tra 9 e 15 abitazioni) e grandi condomini (più di 16
abitazioni). Questa distinzione è rilevante dal punto di vista dei consumi specifici, giacché essi sono correlati al fattore di forma e quindi,
indirettamente, alla dimensione e tipologia dell’edificio.
La prestazione energetica di un edificio è fortemente influenzata
anche dall’epoca di costruzione in quanto quest’ultima riflette gli
effetti delle leggi che si sono susseguite negli anni e che hanno imposto vincoli sempre più stringenti in merito alle dispersioni termiche
e ai rendimenti degli impianti. Inoltre, anche in periodi antecedenti
le prime leggi sull’efficienza energetica nell’edilizia, l’epoca di costruzione continua ad essere un parametro importante in quanto a
essa sono legate le tecniche costruttive e i materiali utilizzati.
Inoltre anche le dimensioni degli edifici (altezza netta, superficie
media di un appartamento) e la tipologia di impianto termico (centralizzato o autonomo) sono correlati all’epoca di costruzione dell’edificio. Alla luce di queste considerazioni e in maniera da rispecchia-
22
Il parco edilizio residenziale
re la classificazione di ISTAT sono state definite 7 classi di vetustà.
L’ultimo aspetto di cui si è tenuto conto nella scelta degli edifici è
la collocazione geografica dell’edificio. La località geografica, infatti,
influenza il consumo degli edifici direttamente, per via del clima,
e indirettamente, in quanto le tecniche costruttive si differenziano
localmente riflettendo il clima locale e la disponibilità di particolari materiali edili. Inoltre, per gli edifici più recenti non bisogna
dimenticare che i vincoli imposti dalle leggi dipendono generalmente anche dalla zona climatica in cui ricade l’edificio. La scelta delle
località è stata fatta in modo da selezionarne una per ciascuna zona
climatica da B a F.
Incrociando i dati sulla numerosità e la superficie degli edifici e
i consumi specifici degli archetipi, sono state costruite le Figure 1.7
e 1.8 in cui sono rappresentati, rispettivamente, i consumi specifici
medi e i consumi complessivi raggruppati per epoca di costruzione
degli edifici. In merito ai consumi specifici emerge un trend decrescente dovuto a tre fattori:
1) il ruolo del legislatore che ha posto vincoli sulla prestazione energetica degli edifici e sugli elementi edilizi e di impianto sempre
più stringenti nel corso degli anni. Questo aspetto è responsabile
delle forti riduzioni che si registrano nelle classi V5, V6 e V7 per
effetto, in particolare, della legge 373/76, della legge 10/91 e del
decreto legislativo 192/05;
2) l’evoluzione della tipologia costruttiva, con una relativa riduzione
degli edifici monofamiliari (aventi consumi specifici più elevati)
a fronte di un aumento degli edifici condominiali. Questa considerazione spiega, in parte, la riduzione che si ha tra il consumo
specifico medio degli edifici costruiti prima del 1919 e le tre classi
successive. A titolo esemplificato si noti che i monofamiliari, che
rappresentano il 37 per cento della superficie residenziale per
gli edifici più vetusti, contano per il 23 per cento per gli edifici
del periodo ‘61-‘82, mentre nello stesso periodo la superficie dei
condomini con più di 16 abitazioni passa dal 7 al 25 per cento;
3) la diversa collocazione geografica degli edifici. Si nota infatti che
negli edifici più vetusti c’è una maggiore quota di edifici localizzati nelle regioni del Nord-Ovest dell’Italia e, in virtù di un clima
più rigido, si hanno consumi maggiori. Sempre in termini relativi, invece, aumenta la quota di edifici localizzati nell’Italia Meridionale e Insulare negli Anni ‘60 e ‘70.
Per quel che concerne i consumi complessivi, emerge che quasi
E3=€
23
1
Il parco edilizio residenziale
il 60 per cento dei consumi del settore è da attribuire ad abitazioni
costruite tra il 1946 e il 1980 (di cui il 43 per cento per il solo periodo
1961-1980) e che solo il 14 per cento deriva da abitazioni costruite
dopo il 1981. Questo è legato in parte agli elevati consumi specifici di
questi edifici e in parte alla loro numerosità. È opportuno sottolineare
come tale dato sia un indizio dell’elevato potenziale di risparmio energetico del patrimonio edilizio nazionale, anche in considerazione del
fatto che è meno probabile che edifici costruiti in questi anni siano
localizzati nei centri storici e presentino vincoli architettonici che potrebbero limitare gli interventi (facciate) o aumentarne il costo.
FIGURA 1.7
Consumi specifici medi per riscaldamento degli edifici residenziali
raggruppati per epoca di costruzione.
1,4
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
Consumi specifici riscaldamento [tep/abitazione]
Ante 1918
FIGURA 1.8
1946-1960
1961-1970
1971-1980
1981-1990
1991-2000
Post 2001
1991-2000
Post 2001
Consumi per riscaldamento degli edifici residenziali
raggruppati per epoca di costruzione.
5
4
3
2
1
0
Consumi energetici [Mtep]
Ante 1918
24
1919-1945
1919-1945
1946-1960
1961-1970
1971-1980
1981-1990
2
Le riqualificazioni
energetiche
Gli interventi di efficienza energetica che interessano gli edifici
agiscono sull’involucro edilizio e sugli impianti: essi possono essere
svolti singolarmente e in una loro combinazione. Ciascun intervento
va correttamente progettato e deve considerare sia la fase invernale
sia la fase estiva, partendo da una completa conoscenza delle caratteristiche dello stato di fatto.
L’attuazione di un singolo intervento non può risolvere tutti i
problemi energetici di un edificio e trascina inoltre propri vantaggi/
svantaggi tecnici e soluzioni/difficoltà di aspetti operativi. Le opportunità sulla scelta di dar corso a una o più azioni di efficientamento energetico saranno affrontate nei casi reali sulla base di diversi
fattori decisionali tra i quali sono individuabili i costi, i tempi di ritorno dell’investimento, la possibilità di utilizzare incentivi fiscali,
l’aumento di valore dell’immobile e la presenza di una finestra di
opportunità.
In questo capitolo saranno presentati sinteticamente alcuni interventi di efficienza energetica attraverso una semplice schematizzazione della tecnologia utilizzata. Si rimanda invece al Box pubblicato alla fine di questo capitolo per un approfondimento relativo ai
principali aspetti da considerare e ai possibili livelli di insorgenza di
criticità per ciascuna soluzione, con una tabella di sintesi sull’efficacia attesa, di utile aiuto in ambito valutativo pre-intervento.
Gli interventi, scelti tra quelli a più larga diffusione, sono raggruppabili per famiglie e riguardano le strutture opache verticali e
orizzontali/inclinate (mediante la posa in opera di materiale isolante), i serramenti e gli impianti, questi ultimi due tramite sostituzione
dell’esistente con alternative dotate di migliori caratteristiche.
2.1 INTERVENTI SULL’INVOLUCRO EDILIZIO
2.1.1 Isolamento delle pareti verticali
Isolamento a cappotto dall’esterno. Il sistema di isolamento
a cappotto è costituito da un materiale isolante incollato e/o fissato meccanicamente attraverso tasselli o profili alla parete esterna
dell’edificio. I tasselli o i profili vengono successivamente ricoperti
usualmente con un intonaco oppure con altri materiali di rivestimento speciale, al fine di costituire la nuova finitura superficiale
della facciata. Nel caso di impiego di intonaco, esso sarà costituito
E3=€
25
2
FIGURA 2.1
Schema di isolamento di strutture opache verticali dall’esterno
con soluzione a cappotto.
Intonaco interno
2
Paramento murario
3
Intonaco esterno
Interno
1
Esterno
Esistente
5
4
3
2
1
Intervento
4
Materiale isolante
5
Nuovo intonaco esterno
Intervento
Esistente
da almeno due strati applicati in opera, uno di base, applicato direttamente sui pannelli isolanti e contenente una rete di armatura di
rinforzo, e uno di finitura.
Isolamento dall’interno. L’isolamento dall’interno può essere realizzato con l’applicazione di pannelli o intonaci isolanti. I pannelli di
materiale coibente possono essere singoli o preaccoppiati e vengono
applicati tramite incollaggio o su struttura metallica con fissaggi meccanici. I pannelli singoli sono solitamente prodotti rigidi e porosi che
vengono incollati e rasati. Nei sistemi preaccoppiati il posizionamento
avviene sul muro esterno perimetrale e sono protetti all’interno da materiali in fibrocemento o gesso. Raramente si predispone una controparete con sottili tavelle in laterizio. Tali prodotti dovranno avere una buona capacità di accumulo e rilascio dell’umidità. L’intervento può essere
realizzato senza la rimozione dei pavimenti o dei rivestimenti.
Nel caso di intonaci isolanti l’applicazione avviene mediante
macchina intonacatrice o a mano. Tali intonaci sono costituiti da
una componente isolante che include solitamente materiali minerali
espansi o minerali fibrosi o anche sostanze sintetiche in granulometria opportuna e costante, leganti idraulici e speciali resine addittivate. Successivamente questi intonaci vengono protetti da rivestimenti
con funzioni di rinforzo agli urti oppure da uno strato di finitura.
Isolamento in intercapedine con insufflaggio. L’isolamento
delle intercapedini prevede la messa in opera di materiali isolanti
sfusi che possono essere di diversa densità e tipologia: polistirene
26
Le riqualificazioni energetiche
Schemi di isolamento dall’interno: su struttura metallica (A)
e con pannelli preaccoppiati (B).
Esistente
Paramento murario
3
Intonaco esterno
4
Intervento
4
Struttura metallica
5
Materiale isolante
6
Nuovo intonaco esterno
7
Pannello preaccoppiato
Interno
2
Interno
Intonaco interno
B
Esterno
1
A
Esterno
FIGURA 2.2
1
2
3
5
6
1
2
Intervento
Esistente
Esistente
3
7
Intervento
espanso, perlite, fibre di cellulosa, poliuretano, sughero, vermiculite,
lana di roccia, lana di vetro. Il sistema consiste nell’esecuzione di
piccoli fori sulle pareti perimetrali (dall’esterno o dall’interno) attraverso i quali iniettare con la macchina insufflatrice a pressione il materiale isolante all’interno della cassa vuota. Terminate le iniezioni, i
fori vengono opportunamente ripristinati.
FIGURA 2.3
Schema di isolamento in intercapedine con insufflaggio.
2
Paramento murario esterno
3
Intonaco
5
Paramento murario interno
6
Intonaco interno
1
2
3
4
Interno
Intonaco interno
Esterno
1
Intervento
Esistente
5
6
Intervento
4
Insufflaggio con materiale isolante
Esistente
E3=€
27
2
2.1.2 Isolamento delle strutture opache orizzontali/inclinate
Isolamento della copertura finale esistente con struttura
in cemento armato. La copertura finale è solitamente costituita
da una parte strutturale in cemento armato e/o laterocemento, sulla quale vengono posate direttamente le tegole o altre tipologie di
rivestimento esterno (ad esempio: lamiere) secondo due modalità:
direttamente sulla struttura o su orditura di sostegno (listelli).
L’isolamento termico di una copertura finale dall’esterno è quindi costituito da materiale isolante sotto forma di pannelli rigidi da
fissare meccanicamente attraverso tasselli alla struttura esistente se
non si è in presenza di orditura di sostegno, oppure in forma di pannelli semirigidi o feltri se è presente l’orditura di sostegno. I pannelli
devono essere ben accostati e sfalsati. Una schematizzazione della
modalità di posa dello strato isolante rispetto al sistema di rivestimento esterno (tegole o lamiera) è mostrata in Figura 2.4.
Sostituzione di copertura finale in legno. In presenza di una
copertura finale in legno esistente, specie se ammalorata, deformata
o non adatta ai carichi legati ad una ristrutturazione, usualmente
viene rifatto completamente l’intero tetto. Nel caso si opti per riproporre una soluzione in legno, avremo di nuovo una struttura portante con travi in legno e assito sempre in legno. Al di sopra dell’assito
viene posato uno strato di materiale isolante eventualmente fissato
meccanicamente attraverso tasselli o viti autofilettanti all’assito stesso. I pannelli devono essere ben accostati e sfalsati. La protezione
dei pannelli isolanti avviene con un secondo assito in legno, sopra il
FIGURA 2.4
Schematizzazione di isolamento di copertura finale esistente
in cemento armato.
Esterno
1
1
Copertura
2
Orditura sostegno
3
Materiale isolante
4
Solaio
5
Intonaco interno
28
2
3
4
5
Interno
Le riqualificazioni energetiche
FIGURA 2.5
Schema di isolamento di copertura in legno.
Esterno
1
1
Copertura
2
Orditura sostegno
3
Assito esterno
4
Materiale isolante
5
Assito interno
6
Travi solaio legno
2
3
4
5
6
6
Interno
quale sono posate le tegole o altre tipologie di rivestimento esterno
tipo lamiere.
Isolamento del solaio di sottotetto dall’estradosso. L’isolamento termico del solaio di sottotetto con intervento dall’estradosso
è costituito da pannelli o feltri in materiale isolante posati direttamente sul solaio. L’isolamento può essere di tipo calpestabile (quando le caratteristiche meccaniche dell’isolante lo consentono) oppure
non calpestabile. In quest’ultimo caso, qualora debba essere garantito l’accesso al sottotetto, occorre realizzare al di sopra dell’isolante
FIGURA 2.6
Schema di isolamento del solaio di sottotetto dall’estradosso.
Sottotetto
1
2
1
Materiale isolante
2
Solaio
3
Intonaco interno
3
Interno
E3=€
29
2
FIGURA 2.7
Schema di isolamento del solaio di sottotetto dall’intradosso.
Sottotetto
1
1
Solaio
2
Intonaco interno
2
3
Materiale isolante
4
4
Nuovo intonaco interno
3
Interno
una pavimentazione autoportante. L’isolamento può essere realizzato anche tramite spruzzo di materiale sfuso (ad esempio: in fiocchi) o
in schiuma, fino ad ottenere lo spessore isolante progettato.
Isolamento del solaio di sottotetto dall’intradosso (o di un
solaio intermedio). L’isolamento di un solaio di sottotetto o di un
solaio intermedio dall’interno dell’appartamento (vale a dire dall’intradosso) può essere realizzato con l’applicazione di pannelli o intonaci
isolanti. I pannelli possono essere singoli o preaccoppiati e vengono
applicati tramite incollaggio o collegati ad una struttura metallica con
fissaggi meccanici. Particolare attenzione deve essere posta al corretto
fissaggio meccanico per assicurare le necessarie caratteristiche statiche.
L’intervento con intonaci isolanti invece prevede l’applicazione
mediante macchina intonacatrice o a mano. Tali intonaci sono costituiti di una componente isolante, che può essere fornita da materiali
minerali espansi o da materiali minerali fibrosi o ancora da sostanze
sintetiche in granulometria opportuna e costante, di leganti idraulici e di speciali resine addittivate. Successivamente, questi intonaci
sono protetti da rivestimenti con funzioni di rinforzo alle effrazioni,
oppure da uno strato di finitura.
2.1.3 Sostituzione del serramento
La sostituzione del serramento consiste nella rimozione del serramento esistente (generalmente con vetro singolo o talvolta con doppio vetro e intercapedine d’aria) e nella messa in opera di uno nuovo
caratterizzato da un livello di prestazione energetica conforme ai vi-
30
Le riqualificazioni energetiche
TABELLA 2.1
Schema
Esempi di composizione e valori di trasmittanza (UNI EN 10077-1)
di vetrate per edifici.
SP (mm)
Tipologia vetri
3
Normale
U = 5,9-5,2 W/m2K
3+3+3
Stratificato
U = 3,3-2,2 W/m2K
4+12+4
Normale
Aria
U = 3,3-2,2 W/m2K
4+12+4
1 Normale
1 Riv basso emiss
Argon
U = 2,3-1,2 W/m2K
4+12+4+12+4
1 Normale
2 Riv basso emiss
Krypton
U = 1,2-0,5 W/m2K
Intercapedine
Trasmittanza
genti limiti di legge. È uno degli interventi che ha riscontrato forte
diffusione in questi anni nella riqualificazione energetica degli edifici
perché ritenuto semplice, veloce e poco invasivo. Non interessando
le strutture, non richiede necessariamente l’obbligatorietà di un titolo
abilitativo in quanto rientra nell’ambito di interventi di edilizia libera.
La parte vetrata dei serramenti è costituita da due-tre lastre in
vetro e intercapedini d’aria o di altro fluido maggiormente isolante.
Le lastre possono essere ricoperte da rivestimenti al fine di variare
le prestazioni delle superfici rispetto alle radiazioni termiche nell’infrarosso (vetri basso emissivi), allo spettro solare e alle frequenze
E3=€
31
2
relative all’illuminazione (vetri selettivi). Per l’isolamento acustico si realizzano anche soluzioni che accoppiano le lastre con film
trasparenti in PVB (Polivinilbutirrale), ottenendo i cosiddetti vetri
stratificati. Le soluzioni di stratigrafie proposte nella riqualificazione
energetica invernale prevedono usualmente la soluzione con doppia lastra, intercapedine d’aria o di gas argon e rivestimento basso
emissivo; la soluzione con tripla lastra e doppia intercapedine è impiegata maggiormente in località con alti valori di gradi giorno (zone
climatiche E/F) o per il raggiungimento di obiettivi di costruzioni a
basso consumo energetico.
2.2 INTERVENTI SUGLI IMPIANTI
2.2.1 Sostituzione del generatore con caldaia a condensazione
La tecnologia delle caldaie a condensazione è stata proposta al
mercato europeo nella seconda metà degli Anni ‘90 e si è poi diffusa
progressivamente, fino a raggiungere ai giorni nostri una considerevole quota di mercato. La caldaia a condensazione, mediante l’uso di
nuovi materiali come acciai inossidabili speciali, leghe d’alluminio e
fusioni di ghisa speciale, consente di spingere il raffreddamento dei
fumi fino alla loro condensazione: tale possibilità si traduce in un
miglior rendimento del generatore.
Fumi
FIGURA 2.8
Schema caldaia
a condensazione.
Aria
45 °C
Gas
70 °C
Andata impianto riscaldamento
Zona di scambio senza condensazione
57 °C
Zona di scambio con condensazione
40 °C
Ritorno impianto riscaldamento
Scarico condensa
32
Le riqualificazioni energetiche
2.2.2
Sostituzione del generatore con pompa di calore
Il concetto base della pompa di calore è l’utilizzo dell’energia
(elettrica o termica) per trasferire il calore da una sorgente più fredda ad un fluido più caldo. La pompa di calore può essere elettrica
o ad assorbimento. La prima è caratterizzata da una serie di componenti standard: l’evaporatore, il compressore, il condensatore, la
valvola di laminazione, la valvola di inversione del ciclo e la pompa
di circolazione.
L’altra, invece, non utilizza l’energia elettrica, bensì calore ad alta
temperatura (proveniente da cascami termici o da combustibile), in
quanto il compressore è sostituito da un assorbitore. Il parametro per
valutare l’efficienza di una pompa di calore è il rapporto tra l’energia
termica utile e l’energia assorbita: questo coefficiente è denominato
C.O.P (Coefficient of Performance, coefficiente di prestazione) per il
funzionamento invernale ed E.E.R. (Energy Efficiency Ratio, indice di
efficienza energetica) per quello estivo.
L’efficienza della pompa di calore dipende fortemente sia dalla
temperatura della sorgente esterna sia dalla temperatura di mandata
del fluido termovettore. In particolare, in funzionamento invernale,
l’efficienza cresce all’aumentare della temperatura della sorgente e
al diminuire della temperatura di mandata del fluido. In funzionamento estivo accade il viceversa.
In riferimento alla tipologia di sorgente termica utilizzata le pompe
di calore sono classificate come aerotermiche, geotermiche o idrotermiche se sfruttano, rispettivamente, l’aria, il terreno o l’acqua di superfi-
FIGURA 2.9
Schema del funzionamento di una pompa di calore.
(La pompa di calore per un comfort sostenibile, monografia RSE)
Energia
Calore riversato
all’ambiente interno
Pompa
di calore
Calore prelevato
dall’ambiente esterno
E3=€
33
2
cie. La soluzione più diffusa è la pompa di calore elettrica aria-acqua, sia
per la facilità e i minori costi dati dall’utilizzo dell’aria come sorgente sia
per la praticità dell’utilizzo dell’acqua come fluido termovettore.
2.2.3 Installazione di collettori solari
per produzione di acqua calda
I sistemi solari termici sfruttano la radiazione solare per produrre
acqua calda tramite collettori solari (chiamati anche pannelli solari).
Un pannello piano vetrato assorbe parte della radiazione solare incidente e trasferisce calore, per conduzione, a un fluido vettore (normalmente acqua glicolata, ossia acqua con antigelo) al netto delle
inevitabili dispersioni verso l’esterno.
Negli edifici residenziali questi sistemi sono impiegati per coprire una parte del fabbisogno di acqua calda sanitaria (spesso abbreviata in ACS, prodotta con temperatura massima da meno di 50 °C
a oltre 100 °C, in funzione della tecnologia del pannello e del tipo
di impianto) e meno frequentemente per integrare l’impianto per la
climatizzazione invernale.
I principali componenti di un collettore solare piano vetrato, mostrate nella Figura 2.10 sono:
1. profilo o scatola di contenimento: conferisce compattezza e
solidità al collettore e protegge gli elementi interni dalla sporcizia
e dagli agenti atmosferici;
2. guarnizione impermeabilizzante;
FIGURA 2.10
Principali componenti di un collettore solare piano. (ANIT)
1
Scatola
2
Guarnizione impermeabilizzante
3
Rivestimento trasparente
4
Isolamento termico
5
Placca assorbente di rame
6
Tubi di rame
34
1
2
3
5
6
4
1
Le riqualificazioni energetiche
3. vetro o rivestimento trasparente: superficie trasparente alla
maggior parte della radiazione solare e opaca alla radiazione infrarossa emessa dalla piastra captante, per ridurre le dispersioni
verso l’esterno;
4. isolante termico: materiale isolante per limitare le dispersioni
di calore verso l’esterno;
5. assorbitore (o piastra assorbente) in rame: piastra trattata
superficialmente con vernici scure e opache per aumentare l’assorbimento e ridurre la riflessione della radiazione solare;
6. tubi o serpentina in rame: circuito idraulico integrato o a contatto con la piastra assorbente, nel quale scorre il fluido termovettore che riceve per conduzione il calore dell’assorbitore.
2.2.4
Installazione di caldaia a biomassa
Le caldaie a biomasse sono generatori di calore che utilizzano
fonti rinnovabili come combustibile. Infatti, con il termine biomasse
si identificano tutti i materiali di origine organica che non hanno
subito processi di fossilizzazione. Il loro impiego fornisce un impatto
nullo sul bilancio della CO2: la CO2 liberata con la combustione è pari
a quella assorbita dall’ambiente e che sarebbe comunque restituita
nella fase di degradazione organica.
Tuttavia, la combustione di biomassa introduce maggiori problematiche legate alle emissioni dei prodotti inquinanti, quali CO, NOx,
SO2 e particolato, rispetto alle caldaie a gas. Esistono in commercio caldaie a biomassa a bassa efficienza che producono aria calda,
impiegate per il solo riscaldamento di ambienti (i fumi caldi attraversano elementi radianti a contatto diretto con l’aria ambiente). Le
caldaie più efficienti producono invece acqua calda e sono impiegate
in ambito civile anche per usi sanitari.
FIGURA 2.11
Legna in ciocchi, cippato e pellet.
E3=€
35
2
Le tipologie di biomassa vegetale principalmente utilizzate sono: legna in ciocchi, cippato, pellet. Indipendentemente dal tipo di
combustibile, una caldaia a biomassa ha capacità di regolazione del
carico inferiore a quella di una caldaia a gas. Mentre quest’ultima
può essere accesa e spenta più volte in un arco temporale ristretto
(anche più volte nella stessa ora), semplicemente interrompendo e
riattivando il flusso di gas al bruciatore, una caldaia a biomassa presenta un’inerzia termica maggiore: interrompere l’alimentazione del
combustibile non comporta un immediato spegnimento, soprattutto
se il combustibile è legna a ciocchi.
2.2.5 Micro e mini-cogenerazione
L’utilizzo di energia termica residua (altrimenti dissipata), prodotta da impianti termoelettrici congiuntamente all’energia elettri-
FIGURA 2.12
Risparmio di combustibile conseguibile attraverso la cogenerazione
rispetto alla produzione separata.
PRODUZIONE SEPARATA
ηEL = 50%
80
Impianto
convenzionale
(CICLO COMBINATO)
50
Impianto
convenzionale
(CALDAIA)
130
Gas
40
40
ELETTRICO
45
TERMICO
ηTH = 90%
5
COGENERAZIONE
30
100
Gas
ηEL = 40%
100
Impianto
di cogenerazione
(MCI)
ηTH = 45%
36
40
ELETTRICO
45
TERMICO
15
Le riqualificazioni energetiche
ca, è definito cogenerazione e permette di conseguire importanti risparmi di energia del combustibile, rispetto alla produzione separata
delle stesse quantità di energia elettrica e calore.
Un impianto di cogenerazione è costituito almeno da un motore
primo e da un generatore elettrico. Il motore primo converte parte
dell’energia del combustibile, sviluppata dalla combustione, in energia meccanica. Il generatore elettrico, trascinato dal motore primo,
trasforma l’energia meccanica in energia elettrica. L’energia termica residua del combustibile, a valle della trasformazione in energia
meccanica, può essere in tutto o in parte recuperata sotto forma di
calore utile. La parte non utilizzabile è dispersa nell’ambiente.
Esistono diverse tecnologie di motore primo, ognuna presenta
soluzioni differenti di recupero termico. La tecnologia che può essere più facilmente impiegata negli interventi di risparmio energetico
in ambito residenziale è quella dei motori a combustione interna
(MCI), disponibili con una vasta gamma di soluzioni commerciali
di micro (fino a 50 kW) e mini (fino a 1 MW) cogenerazione [22]. Il
recupero termico avviene dai gas di scarico (ancora caldi dopo l’espansione nei cilindri) e dai circuiti di raffreddamento del motore.
2.2.6 Teleriscaldamento
Il teleriscaldamento è una forma di riscaldamento che consiste
nella distribuzione di acqua calda (o surriscaldata) attraverso una
rete di tubazioni isolate e interrate che raggiungono le singole abitazioni e altre utenze (non solo residenziali ma anche del terziario,
come uffici, ospedali e hotel).
L’acqua calda è prodotta da impianti di grossa taglia, presenti in
centrali termiche, collocate in posizione baricentrica rispetto alle
utenze servite. Il calore è trasferito dalla rete alle abitazioni attraverso scambiatori dimensionati sui consumi delle utenze. In uscita
dagli scambiatori, l’acqua fredda ritorna alla centrale attraverso altre
tubazioni per ricominciare il ciclo [10]. Il teleriscaldamento non è,
di per sé, un intervento di risparmio energetico (la rete introduce
inefficienze, causate da dispersioni termiche e perdite nel circuito),
tuttavia consente di aggregare diversi utenti e tipologie di consumi
differenti e, quindi, di aumentare e appiattire la curva di domanda
termica rendendola adatta alle migliori tecnologie di efficienza energetica, quali la cogenerazione di grossa taglia, le pompe di calore
geotermiche e gli impianti a biomassa.
Il teleriscaldamento può essere considerato intervento di riqualiE3=€
37
2
ficazione di edifici residenziali, se visto come allacciamento ad una
rete disponibile in zona, laddove l’intervento si limita alla sostituzione della caldaia con uno scambiatore di calore.
2.2.7 Domotica applicata al risparmio energetico
La domotica (da domus e informatica), tramite l’utilizzo delle tecnologie di informazione e comunicazione, consente la gestione integrata degli impianti di un edificio. Nata con l’obiettivo di garantire il
comfort nell’ambiente domestico, sta evolvendo per supportare l’uso
razionale delle fonti energetiche. Per questa specializzazione i sistemi domotici necessitano del reperimento di informazioni dai principali impianti tecnici di edificio quali riscaldamento, raffrescamento,
ventilazione, produzione di acqua calda sanitaria, illuminazione e
schermature solari.
Tali sistemi sono caratterizzati dalla multi-funzionalità dei singoli
componenti (il sensore di movimento per l’allarme può servire anche per attivare l’illuminazione) e dalla presenza di un’unica interfaccia utente (anche remota), che agevola l’interazione con l’intero
sistema.
La norma europea EN 15232 (vedi Tabella 2.2) identifica le classi
di efficienza degli impianti di automazione dalla D (privi di automazione) alla A (alta efficienza). Il passaggio da assenza di automazione
della classe D alla classe B consente un risparmio medio stimato di
circa il 14 per cento sui consumi di energia elettrica e il 20 per cento
su consumi per raffrescamento/riscaldamento.
TABELLA 2.2
Classi e fattori di efficienza per edifici residenziali,
da norma EN 15232 (abitazioni monofamiliari,
appartamenti in condominio, altro residenziale).
Edifici residenziali
Classi e Fattori di efficienza
D
C
B
Senza Automazione
Automazione
automazione
standard
avanzata
A
Alta efficienza
Energia elettrica
1,08
1
0,93
0,92
Raffrescamento/riscaldamento
1,10
1
0,88
0,81
38
Le riqualificazioni energetiche
2.3 IL MERCATO DELLE RIQUALIFICAZIONI
Nel 2013, secondo ANCE (Figura 2.13), in Italia gli investimenti
nelle costruzioni sono stati pari a 129 miliardi di euro (di cui circa 70
miliardi nel settore residenziale), con una flessione di circa il 6,9 per
cento rispetto all’anno precedente.
Tale diminuzione è stata trasversale a tutti i comparti produttivi:
settore della produzione di nuove abitazioni (meno 18,4 per cento),
edilizia non residenziale privata (meno 9,1), opere pubbliche (meno
9,3). La crisi del settore delle costruzioni ha evidenziato la contrazione dei permessi di costruire, che nel 2013 ha registrato il minimo
storico di 58.000 (flessione dell’81 per cento rispetto al 2005). Anche
l’accesso al credito a medio e lungo termine ha continuato nel 2013 a
essere fortemente penalizzante soprattutto per le imprese, oltre che
per le famiglie. Nel periodo 2007-2013 in Italia la riduzione dei finanziamenti è stata del 64,1 per cento per gli investimenti nel comparto
abitativo e del 73,4 per cento nel non residenziale. Per l’acquisto di
FIGURA 2.13
Andamento degli investimenti in costruzione dal 2000 al 2015.
Valori espressi in milioni di euro ai valori correnti.
I valori dal 2013 sono relativi a previsioni e stime ANCE.
(Elaborazioni RSE su dati ANCE)
140
130
120
110
100
Abitazioni (totale)
Nuovo
90
80
70
60
50
Manutenzione
straordinaria
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
E3=€
2013
39
2
abitazioni da parte delle famiglie la flessione ha raggiunto, nei sette
anni, il valore del 65 per cento.
In controtendenza, il comparto della ristrutturazione degli immobili residenziali ha mantenuto i livelli produttivi del 2012, segnando
un incremento del 2,6 per cento. Gli investimenti effettuati per la
riqualificazione del patrimonio abitativo sono in crescita (più 3,8 per
cento, pari a circa 2 miliardi euro), e hanno raggiunto i 50 miliardi
di euro nel 2014. Complessivamente, il comparto della ristrutturazione rappresenta ora circa il 40 per cento degli investimenti nelle
costruzioni. Tale andamento è imputabile al potenziamento e proroga degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie ed efficienza
energetica.
40
Le riqualificazioni energetiche
Problematiche, conseguenze e criticità di alcuni interventi di efficienza energetica
Per ciascuno degli interventi di efficienza energetica analizzati in questo capitolo è stata elaborata
una tabella di sintesi che, a fronte delle principali problematiche da considerare, individua quali possibili
conseguenze possono trascinarsi nell’ambito di una classificazione prestazionale, economica, oppure
generale.
Dall’incrocio delle informazioni sulle problematiche e sulle conseguenze emergono le criticità,
valutabili sulla base di tre diversi livelli (grave
, media
, lieve
).
Non completa
soluzione
del problema
Perdita
di prestazione
termica
Aspetto
estetico
compromesso
Aggravio
dei costi
Danni
funzionali
al sistema
PROBLEMATICHE
Impossibile
realizzare
l’intervento
CONSEGUENZE
Problematiche, conseguenze e criticità nella sostituzione del generatore con mini-micro cogeneratori
Sovradimensionamento termico
del cogeneratore (E.T. dissipata)
Sovradimensionamento elettrico
del cogeneratore (E.E. immessa in rete)
Utenza termica con profilo di carico
estremamente variabile
Zona climatica non fredda
Progettazione
intervento
Mancanza impianto centralizzato
di riscaldamento e ACS (in condominio)
Competenze tecniche progettisti
termotecnici
Maturità industriale
Integrazione in sistema di distribuzione
termica esistente
Integrazione con sistemi di accumulo
termico e bruciatori ausiliari
Aumento delle emissioni di inquinanti
(CO, NOx, ecc.) a livello locale
Riduzione della richiesta termica
Gestione carichi di picco
Esercizio
Monitoraggio inefficace di produzione
elettrica, termica e dei consumi
Mancata manutenzione
Aumento costo combustibile e
diminuzione prezzo energia elettrica
E3=€
41
2
Problematiche, conseguenze e criticità nell’isolamento di strutture opache verticali con sistema a cappotto
Storico o sotto tutela beni culturali
Edificio
In centro storico o sotto tutela piano
del colore o tipologia finiture
Facciata molto articolata
Distanze da confini o da altri edifici
o da allineamento stradale
Logistica
Ponteggio allarmato o su suolo pubblico
Progettazione
intervento
Mancata diagnosi preliminare
su fenomeni condensa/muffa
Impiego materiali singoli assemblati
e non di un sistema
Non corretta preparazione supporto
Esecuzione intervento
Non corretto accostamento pannelli
Non corretta copertura tasselli
con materiale isolante
Non corretto incollaggio pannelli
Non corretta realizzazione finitura
Posa da parte di manodopera non qualificata
Problematiche, conseguenze e criticità nell’isolamento dall’estradosso di solai di sottotetto
Morfologia
Edificio
Altezza interna ridotta
o scarsa accessibilità sottotetto
Forti irregolarità superficie sottotetto
Conservazione pedonalità sottotetto
Progettazione
intervento
Esecuzione
intervento
42
Scelta prodotto non idoneo
Spessore non idoneo materiale
spruzzato/insufflato
Mancata preparazione supporto
Mancato accostamento/sormonto
feltri/pannellli isolanti
Non completa
soluzione
del problema
Perdita
di prestazione
termica
Aspetto
estetico
compromesso
Aggravio
dei costi
Danni
funzionali
al sistema
PROBLEMATICHE
Impossibile
realizzare
l’intervento
CONSEGUENZE
Le riqualificazioni energetiche
Non completa
soluzione
del problema
Perdita
di prestazione
termica
Aspetto
estetico
compromesso
Aggravio
dei costi
Danni
funzionali
al sistema
PROBLEMATICHE
Impossibile
realizzare
l’intervento
CONSEGUENZE
Problematiche, conseguenze e criticità nell’isolamento dall’interno di strutture opache verticali
Edificio
Dimensioni interne dei locali
ridotte ai minimi di legge
Progettazione
intervento
Formazione condensa interstiziale
Dettagli costruttivi/ponti termici
Impiego materiali non idonei
Non corretta preparazione supporto
Esecuzione
intervento
Non corretto accostamento pannelli
Non corretto incollaggio
Non corretta realizzazione finitura
Posa con manodopera non qualificata
Problematiche, conseguenze e criticità nell’isolamento tramite insufflaggio di strutture opache verticali
Edificio
Dimensioni intercapedine ridotte
Logistica
Impossibilità utilizzo piano strada
Progettazione
intervento
Mancata videoispezione intercapedine
Esecuzione
intervento
Mancate verifiche termoigrometriche
Mancata verifica costipazione
e compattazione
Chiusura fori e finitura non a regola d’arte
Problematiche, conseguenze e criticità nella sostituzione di serramenti
Mantenimento telaio fisso
Progettazione
intervento
Presenza cassonetto
Nodo telaio fisso-muratura
Taglio termico soglia
E3=€
43
2
Problematiche, conseguenze e criticità nell’isolamento di coperture finali esistenti in legno
Morfologia
Edificio
Altezza
Difficoltà accesso copertura
Geometria copertura
Logistica
Difficoltà realizzazione ponteggio
Progettazione
intervento
Mancata cura ponte termico
giunzione nuova/vecchia struttura
Mancate verifiche termo igrometriche
e ponti termici
Mancate verifiche estive
Esecuzione
intervento
Materiale non idoneo per l’applicazione
Non corretto accostamento pannelli
Non corretta realizzazione opere accessorie
Problematiche, conseguenze e criticità nell’isolamento dall’intradosso di solai di sottotetto
Edificio
Progettazione
intervento
Dimensioni interne ridotte ai minimi di legge
Non corretta analisi statica
Mancata individuazione passaggio impianti
Mancato studio condensa interstiziale
Impiego materiali non idonei
Non corretta preparazione supporto
Esecuzione
intervento
Non corretto accostamento pannelli
Non corretto incollaggio
Non corretta realizzazione finitura
Posa con manodopera non qualificata
44
Non completa
soluzione
del problema
Perdita
di prestazione
termica
Aspetto
estetico
compromesso
Aggravio
dei costi
Danni
funzionali
al sistema
PROBLEMATICHE
Impossibile
realizzare
l’intervento
CONSEGUENZE
Le riqualificazioni energetiche
Non completa
soluzione
del problema
Perdita
di prestazione
termica
Aspetto
estetico
compromesso
Aggravio
dei costi
Danni
funzionali
al sistema
PROBLEMATICHE
Impossibile
realizzare
l’intervento
CONSEGUENZE
Problematiche, conseguenze e criticità nell’isolamento di coperture finali esistenti in cemento armato
Morfologia
Edificio
Altezza
Difficoltà accesso copertura
Geometria copertura
Logistica
Difficoltà realizzazione ponteggio
Progettazione
intervento
Verifiche termo igrometriche e ponti termici
Esecuzione intervento
Materiale non idoneo per l’applicazione
Non corretto accostamento pannelli
Non corretta realizzazione opere accessorie
Problematiche, conseguenze e criticità nella installazione di pannelli solari per produzione acqua calda sanitaria
Orientamento tetto non ottimale
Superficie tetto disponibile limitata
Difficoltà accesso tetto per manutenzione
Edificio
Ombreggiamento elevato
Zona climatica e radiazione solare non
favorevoli
Assenza linee vita lavori sul tetto
Impianti
esistenti
Mancanza impianto centralizzato per acqua
calda sanitaria, in condomini
Impianto elettrico non idoneo
Materiali circuito non idonei al fluido vettore
Sovradimensionamento collettori solari
Progettazione
intervento
Coibentazione circuito non ottimale
Fase di utilizzo
Mancata manutenzione
Componenti impianti non dimensionati
correttamente
E3=€
45
2
Non completa
soluzione
del problema
Perdita
di prestazione
termica
Aspetto
estetico
compromesso
Aggravio
dei costi
Danni
funzionali
al sistema
PROBLEMATICHE
Impossibile
realizzare
l’intervento
CONSEGUENZE
Problematiche, conseguenze e criticità nella sostituzione del generatore con pompa di calore a ciclo annuale
Tipo di sorgente disponibile
Accessibilità tecnico-amministrativa
alla sorgente
Posizione macchina
Zona climatica
Competenze tecniche progettisti
termotecnici
Progettazione
intervento
Sistema emissione calore esistente
Maturità industriale
Integrazione con altro generatore
Potenza elettrica assorbita
e contatore elettrico dedicato
Dimensione tubazioni esistenti
Spessore cavi elettrici
Disturbi da rumore
Fase di utilizzo
Variazione tariffa elettrica
Gestione carichi di picco
Blocco della macchina
Problematiche, conseguenze e criticità nella sostituzione del generatore con caldaia a condensazione
Tipo di combustibile
Posizione generatore
Valore rendimento combustione
Progettazione
intervento
Idoneità centrale termica
Idoneità condotto evacuazione fumi
Sistema emissione calore esistente
Schema idraulico esistente
Continuità servizio
46
Le riqualificazioni energetiche
Non completa
soluzione
del problema
Perdita
di prestazione
termica
Aspetto
estetico
compromesso
Aggravio
dei costi
Danni
funzionali
al sistema
PROBLEMATICHE
Impossibile
realizzare
l’intervento
CONSEGUENZE
Problematiche, conseguenze e criticità nella sostituzione del generatore con caldaia a biomassa
Difficoltà nel reperire il combustibile
Progettazione
intervento
Irregolarità delle caratteristiche fisiche
e termiche (PCI, umidità) del combustibile
Difficoltà di inseguire il carico termico
(per inerzia termica del combustibile)
Ingombro del generatore e dei sistemi
di stoccaggio e movimentazione biomassa
Realizzazione condotto evacuazione fumi
indipendente
Maggiori emissioni di inquinanti
(CO, NOx, SO2 e particolato)
Integrazione con bruciatori ausiliari
per garantire ACS in estate
Competenze tecniche progettisti
termotecnici
Maturità industriale
Integrazione in sistema di distribuzione
termica esistente
Gestione carichi di picco
Esercizio
Monitoraggio inefficace di produzione
termica e consumi
Aumento costi di manutenzione
Mancata manutenzione
Problematiche, conseguenze e criticità nell’adozione di impianti di automazione (domotica)
Corretta individuazione funzioni automazione
Progettazione
intervento
Stima dei fattori di risparmio
Interoperabilità componenti
Vincoli su interventi muratura
Fase di utilizzo
Consumi impianto automazione
E3=€
47
2
Le riqualificazioni energetiche
Non completa
soluzione
del problema
Perdita
di prestazione
termica
Aspetto
estetico
compromesso
Aggravio
dei costi
Danni
funzionali
al sistema
PROBLEMATICHE
Impossibile
realizzare
l’intervento
CONSEGUENZE
Problematiche, conseguenze e criticità nella sostituzione del generatore con scambiatore allacciato a rete di teleriscaldamento esistente
Rete di teleriscaldamento alimentata
esclusivamente da caldaie a gas
Lontananza dalla rete di teleriscaldamento
Progettazione
intervento
Mancanza impianto centralizzato di
riscaldamento e ACS (in condominio)
Incompetenza dei progettisti termotecnici
Mancanza di regolamentazione su qualità
del servizio a tutela del cliente
Integrazione con bruciatori ausiliari
Disponibilità di calore per ACS
durante l’estate
Aumento dispersioni termiche della rete
Esercizio
Perdite di fluido nella rete
Mancata manutenzione della sottocentrale
Strumentazione inadeguata a contabilizzare
calore del singolo utente
48
3
La strategia nazionale
e il contesto normativo
Le direttive europee 2010/31/UE sulla prestazione energetica
nell’edilizia, e 2012/27/UE sull’efficienza energetica, pongono gli
edifici al centro delle politiche energetiche. L’Italia, dopo il recepimento formale attraverso rispettivamente la Legge 90/2013 e il DLgs.
102/2014, ha previsto un articolato percorso di decreti di attuazione
e altre misure, così da completare il quadro legislativo sull’efficienza
energetica.
Sul tema della pianificazione sono in cantiere la Strategia per la
riqualificazione energetica del parco immobiliare e il Piano nazionale
per incrementare gli edifici a consumo quasi zero, mentre in ambito
di regolazione si segnalano i prossimi decreti sui Requisiti minimi di
prestazione energetica degli edifici e le Linee guida per la certificazione
energetica degli edifici.
L’imposizione di vincoli in termini di prestazioni energetiche e di
utilizzo di energia da fonti rinnovabili è un canale che sta dando, e
potrà ancora dare, eccellenti risultati per le nuove costruzioni1. Se realmente si vuole ammodernare il parco edilizio esistente, è tuttavia
fondamentale accompagnare le prescrizioni con azioni di sostegno
volte ad aumentare il tasso di riqualificazioni.
Ed è in quest’ottica che vanno lette le misure già messe in campo sotto forma di incentivi e agevolazioni, sia a livello nazionale sia
locale (detrazioni fiscali, Conto Termico, Certificati Bianchi, fondi
rotativi, esenzioni, sgravi e incentivi regionali o provinciali). Tra le
novità si evidenzia la prossima revisione del Conto Termico (non
ancora definita alla data di stesura di questo lavoro, metà maggio
2015) e l’istituzione di un fondo economico rotativo nazionale per
l’efficienza energetica avente una dotazione di 70 milioni di euro/
anno fino al 2020 e che potrà essere utilizzato sia per la concessione
di garanzie sia per finanziare investimenti in efficienza energetica
con un tasso agevolato.
Infine, da sottolineare anche gli sforzi volti a sensibilizzare i cittadini e a incoraggiare il diffondersi di strumenti innovativi quali i contratti di prestazione energetica (EPC – Energy Performance Contracts),
segnatamente nel settore pubblico.
1 Da dati ANCE [12] e Regione Lombardia [13] risulta che la maggioranza
degli edifici di nuova costruzione sono già in classe A e B.
E3=€
49
3
3.1 EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA
L’efficienza energetica degli edifici è regolata da una normativa
ricca e complessa, che include atti europei, nazionali e regionali, in
virtù delle modalità con le quali sono state attribuite le deleghe sul
tema dell’energia.
È da tempo che in Europa si è diffusa la consapevolezza che il
comparto civile rappresenti un settore strategico, essendo un’importante voce di spesa energetica e avendo ampie potenzialità di risparmio. Tuttavia è dal 2008, con la formulazione dei noti obiettivi 20-2020, che si assiste a una decisa svolta che ha portato nel giro di pochi
anni all’emissioni di nuove direttive.
In Italia il tema del risparmio energetico negli edifici ha visto la
prima formulazione di uno specifico provvedimento legislativo con
la legge n. 373/1976 Norme per il contenimento del consumo energetico
per usi termici negli edifici, attuata attraverso DPR numero 1.052 del
28.06.1977, DM 10.03.1977 e DM 30.07.1986. A questa hanno fatto
seguito la legge numero 308/1982, che ha introdotto il concetto di incentivazione al risparmio, e la fondamentale legge numero 10/1991
Attuazione del Piano Energetico Nazionale mediante l’utilizzo razionale
dell’energia, il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili
di energia, alla quale però sono seguiti solo una parte dei decreti di
attuazione previsti.
Fra questi, si segnalano il DPR 26.08.1993 numero 412 e s.m.i.
(successive modifiche e integrazioni) che disciplina la progettazione,
l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici; e il DL 31 marzo 1998 numero 112, che delega alle
Regioni il compito di regolamentare in tema di certificazione energetica. Si arriva, infine, al DLgs n. 192/2005 e da qui parte la fase
“più moderna”, sintetizzata in Tabella 3.1 (in azzurro la legislazione
italiana e in giallo quella europea).
3.1.1 Gli edifici a energia quasi zero
La direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia ha introdotto il concetto di edificio a energia quasi zero (NZEB,
dall’inglese Nearly Zero Energy Building), definendolo come un edificio ad altissima prestazione energetica il cui fabbisogno energetico
molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili.
Gli Stati Membri, attraverso opportuni provvedimenti legislativi,
stanno intervenendo perché entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edi-
50
La strategia nazionale e il contesto normativo
TABELLA 3.1
Quadro di sintesi dei recenti provvedimenti legislativi europei (giallo)
e italiani (azzurro) sul tema dell’efficienza energetica degli edifici.
Data
Sigla
Testo (oggetto)
16.12.2002
Direttiva 2002/91/CE
Rendimento energetico in edilizia
(Disposizioni sul sistema edificio-impianto che ogni Stato membro della Comunità Europea deve introdurre a livello nazionale entro il 4 gennaio 2006)
19.08.2005
DLgs 192/2005
relativa al rendimento energetico in edilizia
(L’Italia introduce le nuove disposizioni europee; molti aspetti vengono però
demandati a futuri decreti attuativi)
Attuazione della direttiva 2002/91/CE 05.06.2006
Direttiva 2006/32/CE
Promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, modifica e abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE
29.12.2006
DLgs 311/2006
Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia
(GU n.26 del 1-2-2007 - Suppl. Ordinario n. 26 )
25.06.2008
DLgs 112/2008
Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE
(Introduzione del “soggetto certificatore” e obbligo
di validazione dei software commerciali)
02.04.2009
DPR 59/2009
Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del DLgs 192/05 concernente l’attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia
(Primo decreto attuativo del DLgs 192/05 con nuovo quadro di disposizioni
obbligatorie in sostituzione delle “transitorie” dell’Allegato I del DLgs 192)
23.04.2009
Direttiva 2009/28/CE
Sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE
26.06.2009
DM 26/06/2009
Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici
(Altro decreto attuativo del DLgs 192/05 con definizione delle metodologie
per la predisposizione dell’Attestato di certificazione energetica)
19.05.2010
Direttiva 2010/31/UE
Prestazione energetica nell’edilizia: rifusione
(Aggiorna e integra i contenuti della Direttiva 2002/91/CE, abrogata dall’01.02.2012,
obbligando gli Stati Membri ad aggiornare i propri recepimenti nazionali)
03.03.2011
DLgs 28/2011
Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE
(Il Decreto modifica le regole sugli obblighi previsti per la copertura energetica
da fonti rinnovabili - Art. 11 e All. 3 - e per la certificazione energetica in sede
di compravendita e locazione - Art. 13)
segue a pagina 52 >
E3=€
51
3
< segue da pagina 51 – Tabella 3.1
Data
Sigla
Testo (oggetto)
25.10.2012
Direttiva 2012/27/UE
Sull’efficienza energetica (Modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE
e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE)
22.11.2012
DM 22/11/12
Modifica del decreto 26 giugno 2009, sulle Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici
(Il decreto modifica le Linee Guida Nazionali e in particolare
annulla la possibilità di autodichiarare l’edificio in classe G)
25.01.2013
DM 22/11/12
direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia
(Il decreto modifica l’Allegato A del DLgs 192/2005 “Ulteriori definizioni”)
16.04.2013
DPR 74/2013
Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione
e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del DLgs 192/05
16.04.2013
DPR 75/2013
Regolamento recante disciplina dei criteri di accreditamento
per assicurare la qualificazione e l’indipendenza degli esperti e degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici, a norma dell’articolo 4, comma 1, lettera c), del DLgs 192/05
04.06.2013
DL 63/2013
Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione Europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale
(Con il Decreto viene recepita la Direttiva Europea 31/2010/UE. Il documento
contiene le modifiche al DLgs 192/05 e la proroga degli incentivi fiscali)
Modifica dell’Allegato A del DLgs 192/05 recante attuazione della 03.08.2013
Legge 90/2013
Conversione, con modificazioni, del DL n. 63 del 4 giugno 2013
21.02.2014
Legge 9/2014
Conversione in legge del DL n. 145 del 23 dicembre 2013 recante interventi urgenti di avvio del piano “Destinazione Italia”
(Il testo, tra l’altro, riguarda gli attestati di prestazione energetica
e la qualificazione della figura di certificatori energetici sul territorio nazionale)
04.07.2014
DLgs 102/2014
Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE
(Il decreto stabilisce un quadro di misure per promuovere e migliorare l’efficienza
energetica ai fini del conseguimento degli obiettivi da raggiungere nel 2020)
09.01.2015
DM 09/01/2015
Efficienza energetica
(Il decreto individua le modalità di funzionamento della cabina
di regia istituita dall’art. 4 c. 4, del DLgs 04/07/2014 n. 102)
52
La strategia nazionale e il contesto normativo
fici di nuova costruzione siano a energia quasi zero (data anticipata
di due anni per gli edifici pubblici). Tuttavia questo obiettivo non
riguarda solo le nuove costruzioni: anche gli edifici esistenti possono essere trasformati in NZEB attraverso riqualificazioni energetiche
profonde.
In Italia, in termini pratici, perché un edificio possa considerarsi
NZEB dovrà rispondere a due condizioni2:
1. effettuare una ristrutturazione importante di primo livello, anticipando i requisiti prestazionali previsti a partire dal 2021 (2019
per gli edifici pubblici);
2. garantire il rispetto della copertura, tramite il ricorso ad energia
prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili del 50 per
cento dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento.
Attualmente la realizzazione di un nuovo edificio a energia quasi
zero e, ancor più, la trasformazione di un edificio esistente in NZEB
non risultano ottimali da un punto di vista costi-benefici. Infatti,
spingersi oltre gli attuali requisiti minimi di prestazione energetica
comporta costi maggiori non interamente recuperabili attraverso i
risparmi energetici conseguiti. Questi aspetti, nell’attesa di un’evoluzione del mercato che porti a una riduzione dei costi, potranno
essere mitigati dalla presenza di adeguati incentivi al quale il legislatore sta per provvedere (rispetto alla data di stesura di questo lavoro,
metà maggio 2015).
3.2 I SISTEMI DI INCENTIVAZIONE
Allo stato attuale la normativa italiana prevede tre principali sistemi di incentivazione per la realizzazione di interventi di efficienza energetica: le detrazioni fiscali, il Conto Termico e i Certificati
Bianchi (Titoli di Efficienza Energetica TEE), istituiti rispettivamente nel 2007, 2012 e 2002.
2 Alla data di stesura di questo lavoro (metà maggio 2015) non è stato ancora
pubblicato il decreto che esplicita le condizioni che un edificio deve rispettare
per essere considerato NZEB. Le anticipazioni qui riportate si riferiscono a
una bozza che ha già ricevuto parere favorevole da parte della Conferenza
Stato-Regioni. All’interno di questa medesima bozza è presente anche la
definizione di ristrutturazione importante di primo livello.
E3=€
53
3
Le detrazioni fiscali, introdotte dalla Legge finanziaria 2007 (Legge
27/12/06, n. 296), rappresentano una efficace e organica modalità di
incentivazione mirata alla riqualificazione e valorizzazione energetica
del patrimonio edilizio esistente (edifici, parti di edifici o unità immobiliari di qualunque destinazione d’uso ma dotati di impianto di
riscaldamento). Si tratta di un pacchetto di disposizioni contenute in
6 commi (344-349) dell’unico articolo 1 della legge. In particolare, i
commi 344-347 individuano i quattro filoni principali di intervento
che riguardano precisamente la riduzione del fabbisogno energetico
per il riscaldamento, l’incremento dell’isolamento termico dell’involucro dell’edificio (finestre, coibentazioni, pavimenti), l’installazione di
pannelli solari per la produzione di acqua calda e la sostituzione degli
impianti di climatizzazione invernale con altri di maggior efficienza.
Per queste tipologie di intervento è riconosciuta una detrazione
dall’imposta lorda, a valere su Irpef e Ires, pari a una percentuale,
fissata per legge, delle spese sostenute per la loro realizzazione. Possono pertanto accedere a tale incentivo le persone fisiche, i contribuenti che conseguono redditi d’impresa, le associazioni di professionisti, gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale, mentre ne sono escluse le Pubbliche Amministrazioni.
Il DM 28/12/12 (Decreto Conto Termico), in attuazione dell’art.
28 del DLgs 28 del 03/03/11, regola l’incentivazione di interventi
di piccole dimensioni finalizzati all’efficientamento energetico e alla
produzione di energia termica da fonti rinnovabili. In particolare,
in analogia a quanto indicato dalla Legge 296 del 27/12/06, sono
previsti interventi sull’involucro di edifici esistenti e la sostituzione
di impianti di climatizzazione invernale con impianti più efficienti
o alimentati da fonti rinnovabili. Si tratta, in sintesi, di un sistema
di incentivazione che comprende tutti gli interventi di produzione
di energia termica rinnovabile, integra quanto previsto dalla Legge
296/06, e costituisce - per le Pubbliche Amministrazioni che non
possono avvalersi delle detrazioni fiscali - un meccanismo più semplice di quello dei Certificati Bianchi. Anche in questo caso l’incentivo è determinato sulla base della spesa sostenuta per la realizzazione
dell’intervento, espressa in termini di costo unitario.
Il sistema di incentivazione dei Certificati Bianchi, introdotto nella legislazione italiana dai due DM del 20/07/04 e s.m.i. e modificato
recentemente dal DM 28/12/2012, risulta sostanzialmente differente dai due precedenti in quanto si basa su un complesso meccanismo
che prevede, per i distributori di energia elettrica e gas con più di
50.000 clienti finali, l’obbligo di conseguire annualmente risparmi
energetici negli usi finali di energia quantificati, per legge, in nume54
La strategia nazionale e il contesto normativo
ro di TEE (1 TEE = 1 TEP Tonnellata Equivalente di Petrolio). Tale
obbligo può essere assolto sia realizzando direttamente progetti di
efficienza energetica che diano diritto a TEE, sia acquistando questi
titoli da altri soggetti sul Mercato TEE, organizzato dal Gestore Mercati Energetici, mercato a cui hanno accesso unicamente operatori
accreditati (quali i grandi distributori, le società con energy manager,
le Società di Servizi Energetici).
Pertanto i TEE sono titoli a taglia fissa negoziabili, soggetti alle
leggi di domanda-offerta del mercato. A fronte dell’onere chiesto ai
distributori, corrisponde un parziale rimborso spese: per ogni TEP
di risparmio ottenuto viene riconosciuto un contributo fisso in denaro. Gli interventi di efficientamento possono riguardare i più diversi
ambiti di applicazione quali i settori residenziale, agricolo e terziario,
i processi industriali, l’illuminazione pubblica e privata, i sistemi di
trasporto e le reti elettriche e gas naturale.
In questo caso l’incentivo è rapportato esclusivamente al risparmio di energia primaria generato dall’intervento, a differenza di
quanto previsto dai due meccanismi precedenti il cui incentivo è
riferito alla sola spesa sostenuta (costo totale o unitario).
In sintesi, nessuna delle tre modalità è correlata direttamente al
costo effettivo di intervento per unità di risparmio energetico (euro/
TEP), elemento che, alla luce di un’analisi costi-benefici, può contribuire a individuare una scala di priorità, sulla base dell’efficienza,
degli interventi incentivabili, al fine di massimizzare i risparmi energetici ottenibili e di ottimizzare le risorse economiche disponibili.
Nel seguito sono riportati gli aspetti principali che caratterizzano
i tre sistemi di incentivo.
3.2.1 Le detrazioni fiscali
Le Tabelle 3.2 e 3.3 mostrano rispettivamente la successione degli atti legislativi che hanno regolato questo meccanismo di incentivazione e l’evoluzione nel tempo delle principali disposizioni di
norma (percentuale di detrazione riconosciuta, valore massimo consentito di detrazione, ripartizione dell’incentivo in quote annuali).
Gli interventi, identificati dai rispettivi commi dell’art. 1 della
Legge 296/06 assunti come riferimento anche dai successivi atti normativi, sono i seguenti:
c. 344.Interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti che
conseguano valori del fabbisogno di energia primaria annuo infeE3=€
55
3
TABELLA 3.2
Detrazioni fiscali: il quadro normativo.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
DECRETI ATTUATIVI
MODIFICHE E INTEGRAZIONI
L 27/12/06 n. 296
Finanziaria 2007
DM 19/02/07 DM 26/10/07
L 24/12/07 n. 244
Ministero dell’Economia e delle Finanze
Ministero dell’Economia e delle Finanze
Finanziaria 2008
L 13/12/10 n. 220
Legge di Stabilità 2011
DL 06/12/11 n. 201 DM 11/03/08 DM 07/04/08 Ministero dello Sviluppo Economico
Ministero dell’Economia e delle Finanze
Manovra Salva Italia
Convertito in legge da L 22/12/11 n. 214
DL 22/06/12 n. 83 DM 06/08/09 Convertito in legge
da L 07/08/2012 n. 134
Ministero dell’Economia e delle Finanze
DL 04/06/13 n. 63 Convertito in legge
da L 03/08/13 n. 90
DM 26/01/10 Ministero dello Sviluppo Economico
L 27/12/13 n. 147 Legge di stabilità 2014
L 23/12/14 n. 190
Legge di stabilità 2015
riori almeno del 20 per cento a valori indicati dalla normativa3. In
questo caso non sono specificati tipologie di intervento e requisiti
tecnici particolari se non, appunto, la prescrizione che gli interventi nel loro complesso conseguano il limite stabilito di fabbisogno. Fa eccezione l’installazione di generatori di calore alimentati
da biomasse combustibili, per cui è richiesto il rispetto di alcune
indicazioni relative al rendimento utile nominale minimo del generatore, alle emissioni in atmosfera, alle biomasse utilizzate e alla
trasmittanza delle chiusure apribili4.
c. 345.Interventi su strutture opache (pareti verticali, orizzontali o inclinate) e finestre delimitanti verso l’esterno il volume ri-
3 Vedi Tabelle 2a - 2b dell’Allegato A del DM 11/03/08 come modificato dal DM
26/01/10. Valori di trasmittanza espressi in funzione delle zone climatiche e
del rapporto di forma dell’edificio S/V, dove S(m2) è la superficie che delimita
verso l’esterno il volume riscaldato V(m3).
4 Art. 1 c. 2 del DM 11/03/08 come modificato dal DM 26/01/10 e Tabella 4a,
art. 4 c. 4 lett. c) del DPR 59/09.
56
La strategia nazionale e il contesto normativo
TABELLA 3.3
Normativa
L
27/12/06
n. 296
Anno
2007
Detrazioni fiscali: le indicazioni generali.
L
24/12/07
n. 244
2008
2009
L
13/12/10
n. 220
DL 06/12/11
n. 201
2011
2012
2010
Detrazione
2013
100.000 €
60.000 €
c. 346
60.000 €
c. 347
L
27/12/13
n. 147
L
23/12/14
n. 190*
2014
2015
al 06/06/13 al 31/12/13 al 31/12/14 al 31/12/15
65%
c. 345
Ripartizione
quote
annuali
DL 04/06/13
n. 63
55%
c. 344
Art. 14
DL 04/06/13
n. 63
DL 22/06/12
n. 83
30.000 €
c. 2a
Nessun limite di importo
c. 2b
60.000 €
c. 2bis
30.000 €
3 quote
10
quote
5 quote
10 quote
* modifica l’art. 14 del DL 04/06/13 n. 63 estendendo a fine 2015 l’incentivo al 65% e introducendo 3 nuove tipologie di intervento
scaldato e conformi a specifici requisiti di trasmittanza termica5.
Nella norma sono elencate le varie voci di spesa che possono
concorrere alla realizzazione dell’intervento e che pertanto risultano detraibili (fornitura e messa in opera di materiali ordinari e
coibenti, eccetera)6.
c. 346.Installazione di pannelli solari per la produzione di acqua
calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine e strutture del terziario.
È richiesta la certificazione della qualità e conformità degli
elementi (pannelli, eccetera) e dell’esecuzione dell’impianto (DM
19/02/07 e s.m.i. Art. 8). La detrazione spetta per le spese relative
alla fornitura dei materiali necessari, eccetera e a tutte le fasi di
realizzazione dell’impianto (Art. 8 del DM 19/02/07 e s.m.i.).
5 Vedi Tab. 2b Allegato B al D. MiSE 11/03/2008 e s.m.i.
6 DM 19/02/07 e s.m.i. (Art. 3 c. 1 lett. a-b).
E3=€
57
3
c. 347. Sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione, di
pompe di calore ad alta efficienza o geotermici a bassa entalpia con
messa a punto ed equilibratura del sistema di distribuzione. Anche
in questo caso le spese detraibili riguardano i vari aspetti coinvolti nella esecuzione dell’opera, quali lo smontaggio e dismissione
dell’impianto esistente, la fornitura delle varie apparecchiature,
eccetera (Art. 3 c. 1 lett. c. 2 del DM 19/02/07 e s.m.i.).
È richiesto che le caldaie a condensazione ad aria o ad acqua abbiano
un rendimento termico utile ηu, superiore a valori di soglia fissati dalla
normativa stessa7 e che, se tecnicamente fattibile, su tutti i corpi scaldanti
siano applicate valvole termostatiche a bassa inerzia termica o soluzioni
analoghe. Ulteriori requisiti sono specificati per gli impianti con potenza
nominale del focolare ≥100 kW (Art. 9 c. 2 DM 19/02/07). Gli impianti
dotati di pompa di calore ad alta efficienza o geotermici a bassa entalpia devono rispettare valori limite del coefficiente di prestazione (COP) e
dell’indice di efficienza energetica (EER)8.
Rientrano nelle detrazioni anche le spese per le prestazioni professionali richieste per la realizzazione degli interventi e la redazione dell’attestato di certificazione o qualificazione energetica. Tutte le
spese si intendono comprensive di IVA.
L’ultimo aggiornamento è stato apportato dalla Legge 23/12/14 numero 190 che, all’art. 1 c. 47, ha modificato l’art. 14 del DL 63/2013, prorogando al 31/12/2015 la percentuale del 65 per cento di spesa detraibile
ed estendendola anche a tre nuove tipologie di intervento: interventi su
parti comuni di edifici condominiali (art. 1117 e 1117-bis del Codice civile)
per spese sostenute dal 06/06/13 al 31/12/15 (art. 14 c. 2a); acquisto e
posa in opera di schermature solari per spese sostenute dal 01/01/15 al
31/12/15 fino a un valore massimo della detrazione di 60.000 euro (art.
14 c. 2b); e infine, acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione
invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili per spese sostenute dal 01/01/15 al 31/12/15 fino a un
valore massimo della detrazione di 30.000 euro (art. 14 c. 2bis).
7 A carico pari al 100 per cento della potenza termica utile nominale, ηu ≥ 93
+ 2 log Pn, dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale
del singolo generatore, espressa in kW, e dove per valori di Pn maggiori di
400 kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW.
8 Tabelle 1-2-3 dell’Allegato I del DM 06/08/09.
58
La strategia nazionale e il contesto normativo
3.2.2
Il Conto Termico (DM 28/12/12)
La Tabella 3.4 (a pagina 60) riporta le indicazioni fornite dall’art.
4 del DM 28/12/12 relative alle tipologie di intervento incentivabili,
alla durata dell’incentivo e ai soggetti ammessi alle agevolazioni. Come già detto, gli incentivi previsti al c.1 sono riservati alla sola Amministrazione Pubblica mentre quelli del c.2 sono accessibili anche
ai soggetti privati.
I criteri di ammissibilità
Analogamente a quanto previsto dalla Legge 296/06, l’accesso
agli incentivi è subordinato al rispetto di specifici requisiti tecnici e
norme ambientali (Allegati I e II al Decreto) relativi, per esempio, alla trasmittanza (W/m2 K)9 per interventi di isolamento dell’involucro
esterno, e al rendimento termico10 per installazioni di generatori di
calore a condensazione ad alta efficienza, rendimento pari a quello
riportato in precedenza per le detrazioni fiscali.
La realizzazione di sistemi di schermatura (Art. 4 c. 1d) è incentivata solo se associata ad almeno uno degli interventi dell’Art. 4 c.
1a/b o se gli elementi costruttivi dell’edificio interessato già ne soddisfano i requisiti. Inoltre le schermature devono possedere le caratteristiche indicate dalla normativa stessa.
Per i requisiti associati ai seguenti interventi si riportano in nota
i rispettivi riferimenti di legge:
■■
■■
■■
■■
pompe di calore (Art. 4 c. 2a/b)11;
pompe di calore per la produzione di acqua calda sanitaria COP ≥ 2,6;
generatori di calore a biomassa di differenti tipologie (art. 4 c.
2b)12;
impianti solari termici e di solar cooling13.
9 DM 28/12/12 Allegato I, Tabella 1: valori minori del 15-17% di quelli di
Tabella 2b, Allegato B del DM 26/01/10.
10 DM 28/12/12 Allegato I, Tabella 2: Requisiti di soglia per la tecnologia (pari
a quanto riportato all’art. 9 del DM 19/02/07).
11 DM 28/12/12 Allegato II, Tabella 1 e Tabella 2.
12 DM 28/12/12 Allegato II, Tabella 11 e Tabella 12. Utilizzo di pellet conformi
alla norma UNI EN 14961-2 classe A1 o A2 o di biomasse combustibili
previste tra quelle indicate dal DLgs. 152/06 e s.m.i., Parte V, Allegato X,
parte II, Sezione 4.
13 DM 28/12/12 Allegato II, §1.3.
E3=€
59
3
TABELLA 3.4
Rif. Art.
Art. 4 c.1
Conto Termico: tipologia di intervento, soggetti ammessi,
durata incentivo.
Tipologia di riferimento
Durata incentivo (anni)
Amministrazioni
pubbliche
5
a
Isolamento termico esterno di superfici opache delimitanti il volume climatizzato
b
Sostituzione di chiusure trasparenti comprensive di infissi delimitanti il volume climatizzato
c
Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con generatori di calore a condensazione
d
Installazione di sistemi di schermatura e/o ombreggiamento
di chiusure trasparenti con esposizione da Est-Sud-Est a Ovest, fissi o mobili, non trasportabili
a
Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti
con impianti di climatizzazione invernale utilizzanti pompe di
calore elettriche o a gas, anche geotermiche con Ptn ≤ 35 kW
2
a
Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti
con impianti di climatizzazione invernale utilizzanti pompe di calore elettriche o a gas, anche geotermiche con 35 kW < Ptn ≤ 1.000 kW
5
Art. 4 c.2
60
Soggetti ammessi
Amministrazioni
pubbliche
e soggetti privati
b
Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale
o di riscaldamento di serre e fabbricati rurali esistenti con
generatori di calore alimentati da biomassa con Pn ≤ 35 kW
b
Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento di serre e fabbricati rurali esistenti con generatori di calore alimentati da biomassa con 35 kW < Ptn ≤ 1.000 kW
5
c
Installazione di collettori solari termici, anche abbinati a sistemi di solar cooling, con superficie solare lorda ≤ 50 m2
2
c
Installazione di collettori solari termici, anche abbinati a sistemi di solar cooling, con superficie solare lorda 50 m2 < SsL ≤ 1.000 m2
5
d
Sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua
a pompa di calore
2
2
La strategia nazionale e il contesto normativo
Il calcolo dell’incentivo
Con riferimento agli interventi dell’articolo 4 c.1, l’incentivo è determinato come percentuale della spesa sostenuta (% spesa), a condizione
che il costo unitario C (euro/m2 o euro/kWt), riferito alla superficie Sint
(m2) delle opere realizzate o alla potenza termica totale Pnint (kWt) dei
generatori installati, sia inferiore a un valore standard Cmax stabilito
dalla normativa (Tabelle 3.5 e 3.6). L’incentivo totale Itot così calcolato
non può superare un tetto massimo Imax, anch’esso definito per legge.
Itot = %spesa · C · Sint con Itot ≤ Imax
Itot = %spesa · C · Pnint con Itot ≤ Imax
L’incentivo riconosciuto per l’installazione di impianti dotati di
pompe di calore elettriche e a gas (art. 4 c. 2a) è determinato sulla base
delle caratteristiche tecniche della pompa di calore (Pnt, COP, GUE)
e del suo utilizzo annuale. In particolare:
Iatot = Ei · Ci
Iatot = incentivo annuo in euro
Ei = energia termica incentivata prodotta in un anno, espressa in
kWht e calcolata sulla base del coefficiente di prestazione COP
o GUE della pompa, del calore totale prodotto dall’impianto
(espresso in kWht e funzione della potenza termica nominale della pompa) e del coefficiente di utilizzo della pompa di
calore differenziato per zona climatica14
Ci = coefficiente di valorizzazione dell’energia termica prodotta15,
espresso in euro/kWht
Per gli scaldacqua a pompa di calore (art. 4 c. 2d) l’incentivo è pari
al 40 per cento della spesa sostenuta per il loro acquisto. L’importo
massimo erogabile è di 400 euro per prodotti con capacità ≤150 litri
e di 700 euro per prodotti con capacità >150 litri.
Il calcolo dell’incentivo riconosciuto per i generatori di calore alimentati a biomassa (4.2.b) è analogo a quello previsto per le pompe
di calore:
Iatot = Pn · hr · Ci · Ce
per le caldaie a biomasse
14 DM 28/12/12 Allegato II - 2.1 e 2.2 – Tabella 3.
15 DM 28/12/12 Allegato II - Tabella 4.
E3=€
61
3
TABELLA 3.5
Rif. Art.
art. 4 c.1
Conto Termico: valori di riferimento dei parametri
che determinano il calcolo dell’incentivo.
% spesa
Cmax (€/kWt)
Imax (€)
Installazione di generatori di calore a condensazione ad alta efficienza di potenza termica al focolare P≤ 35kW
40
160
2.300
Installazione di generatori di calore a condensazione ad alta efficienza di potenza termica al focolare P> 35kW
40
130
26.000
Cmax (€/m2)
Imax (€)
Tipologia di riferimento
c
TABELLA 3.6
Conto Termico: valori di riferimento dei parametri
che determinano il calcolo dell’incentivo.
Tipologia di riferimento
Rif. Art.
% spesa
Strutture opache orizzontali: isolamento coperture
a1
200
esterno
interno
40
100
250
copertura ventilata
Strutture opache orizzontali: isolamento pavimenti
a2
esterno
interno
40
120
a1+a2+a3
100
≤ 250.000
Strutture opache verticali: isolamento pareti perimetrali
art. 4 c.1
a3
100
esterno
interno
40
b
d
62
Sostituzione di chiusure trasparenti comprensive di infissi delimitanti il volume climatizzato
Installazione di sistemi di schermatura e/o ombreggiamento fissi, anche integrati, o mobili
Installazione di meccanismi automatici di regolazione e controllo delle schermature
80
150
parete ventilata
40
350
(zone A,B,C)
45.000
450
(zone D,E,F)
60.000
150
20.000
30
3.000
40
La strategia nazionale e il contesto normativo
Iatot = 3,35 · ln(Pn) · hr · Ci · Ce
per le stufe a pellet, legna
e termocamini
Iatot = incentivo annuo in euro
Pn = potenza termica nominale dell’impianto
hr = ore di funzionamento stimate in relazione alla zona climatica di appartenenza16
Ci = coefficiente di valorizzazione dell’energia termica prodotta,
espresso in €/kWht17
Ce = coefficiente premiante riferito alle emissioni di polveri18
Infine, l’incentivo per impianti solari termici e solar cooling (art. 4
c. 2c) è determinato nel seguente modo:
Iatot = Ci · Sl
Iatot = incentivo annuo in euro
Ci = coefficiente di valorizzazione dell’energia termica prodotta,
espresso in €/m2 di superficie solare lorda19
Sl = superficie solare lorda dell’impianto espressa in m2
Anche in questo caso nelle spese incentivabili, IVA inclusa, sono
comprese la fornitura e posa in opera dei materiali, delle apparecchiature, eccetera, le parcelle professionali e la redazione di diagnosi
e attestati di certificazione energetica (art. 5 D.M. 28/12/12).
GSE S.p.A. (Gestore dei Servizi Energetici), responsabile dell’attuazione e della gestione del meccanismo e dell’erogazione degli
incentivi ai soggetti beneficiari, provvede, tramite bonifico bancario a favore del proponente, alla liquidazione su base annuale degli
importi.
3.2.3
I Certificati Bianchi
Come già anticipato, i Certificati Bianchi (TEE) sono titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli
16 DM 28/12/12 Allegato II - Tabella 6.
17 DM 28/12/12 Allegato II - Tabella 5.
18 DM 28/12/12 Allegato II - Tabelle 7÷10.
19 DM 28/12/12 Allegato II - Tabella 5.
E3=€
63
3
usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento di
efficienza energetica realizzati in particolari settori civili e industriali. In particolare si tratta di risparmi di energia elettrica (titoli di Tipo
I), di gas naturale distribuito da reti (Tipo II), di energia o combustibili diversi dai precedenti (Tipo III) e di forme di energia diverse
dall’elettricità e gas naturale nel settore trasporti (tipo V).
Il proponente può scegliere la modalità di valutazione del risparmio più opportuna tra le seguenti previste:
■■
■■
■■
metodi di valutazione standardizzati (28 schede tecniche
RVC-S a inizio 2015). Consentono di definire a priori il risparmio
medio ottenibile per ogni unità fisica di riferimento installata (m2
di superficie isolata, caldaie ad alta efficienza, eccetera) prescindendo da misurazioni dirette. Il progetto deve generare un risparmio netto integrale RNI ≥ di 20 TEP/anno;
metodi di valutazione analitica (10 schede analitiche RVC-A).
Il risparmio è quantificato mediante un algoritmo predefinito e
sulla base di misure dirette di alcuni parametri. In questo caso è
richiesto un RNI ≥ 40 TEP/anno;
metodi di valutazione a consuntivo (non sono disponibili
schede tecniche). La valutazione del RSI si basa sostanzialmente
su un piano di monitoraggio energetico, approvato preliminarmente da GSE, finalizzato a determinare i consumi di energia
prima e dopo l’intervento. Il RNI deve risultare ≥ 60 TEP/anno.
Le principali tipologie di intervento previste per l’efficientamento
energetico del settore edilizio sono valutate in otto schede tecniche
standardizzate (3T, 4T, 5T, 6T, 8T, 15T, 27T, 37T) e una analitica (26T).
È possibile visionare le schede e le modalità di determinazione dei
risparmi conseguiti sul sito del GSE www.gse.it/it/CertificatiBianchi
al quale dal 03/02/13 sono state assegnate le attività di gestione, valutazione e certificazione dei TEE (DM 28/12/12).
3.2.4
Un confronto tra gli incentivi previsti
A conclusione di questa breve carrellata sui sistemi di incentivazione e con riferimento all’isolamento di pareti opache di edifici
residenziali, si riporta in Tabella 3.8 un quadro sinottico dei requisiti
tecnici richiesti dalle diverse normative e delle modalità di calcolo
ed erogazione nel tempo dei relativi incentivi.
La Tabella 3.7 riporta un confronto tra l’ammontare dei rispetti-
64
La strategia nazionale e il contesto normativo
vi incentivi previsti nel caso di intervento effettuato su un edificio
condominiale collocato in zona climatica E. Va ricordato che, per
l’intervento in esame, le detrazioni fiscali e il Conto Termico non
costituiscono due possibilità alternative di incentivazione in quanto
accessibili a soggetti differenti (persone fisiche, eccetera e Pubbliche
Amministrazioni).
TABELLA 3.7
Intervento di isolamento di pareti e coperture in condominio a Milano:
confronto tra gli incentivi previsti dalla normativa italiana.
ISOLAMENTO PARETI E COPERTURE
PARETI VERTICALI
SOTTOTETTO
m2
2.219
m2
358
Costo +IVA (€)
370.000
Costo +IVA (€)
31.000
K (W/m2K)
1,1
K (W/m2K)
1,65
Titoli di Efficienza Energetica
a=100%
1
TEE (II)
Valore annuale (€/anno)
N. anni
Valore
TOT (€)
Valore TOT
attualizzato
(€)
Incentivo/
costo
3
19
2.712
8
21.696
18.990
5,13%
6,2
6,46
904
8
7.234
6.332
20,42%
Quota annuale (€/anno)
N. rate
Valore
TOT (€)
Valore TOT
attualizzato
(€)
Incentivo/
costo
PARETI VERTICALI
24.050
10
240.500
202.870
54,83%
SOTTOTETTO
2.015
10
20.150
16.997
54,83%
Incentivo/
costo
τ = 2,91
2,91
PARETI VERTICALI
RSL (10-3 tep/anno/UFR)
SOTTOTETTO
RSL
(10-3 tep/anno/UFR)
Detrazioni (dall’imposta lorda)
C=
Spesa/m2
(€/m2)
Cmax (€/m2)
Quota annuale (€/anno)
N. rate
Valore
TOT (€)
Valore TOT
attualizzato
(€)
PARETI VERTICALI
167
100
17.752
5
88.760
82.190
22,21%
SOTTOTETTO
87
200
2.480
5
12.400
11.482
37,04%
Conto termico
E3=€
65
3
TABELLA 3.8
Isolamento di pareti e coperture: confronto tra le diverse modalità
di determinazione dell’incentivo.
ISOLAMENTO PARETI E COPERTURE
TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA
Scheda 6T
minima Resistenza ammissibile (m2K/W)
Resistenza minima (m2K/W)
Zona climatica
REQUISITI
(K)
A, B
0,9 (1,11)
C
1,0 (1,0)
D
1,1 (0,9)
E
1,2 (0,83)
F
2,3 (0,77)
R = d/λ = 1/K (m2K/W) d = spessore, λ = conducibilità
66
DATI
K struttura prima dell’intervento, destinazione d’uso edificio, zona climatica, m2 superficie isolata
CALCOLO
RSL di energia primaria (funzione di zona climatica, destinazione d’uso dell’edificio,K struttura prima di intervento)
τ= 2,91 a=100% > TEE = τ·a·RSL·m2
TEMPISTICA
Rinnovato per 8 anni
La strategia nazionale e il contesto normativo
DETRAZIONI FISCALI
Art. 1 comma 345
CONTO TERMICO
Art. 4 comma 1.a
massima Trasmittanza K per zone climatiche (W/m2K)
massima Trasmittanza K per zone climatiche (W/m2K)
Zona
climatica
Strutture opache
verticali
Strutture opache
Orizzontali o inclinate
Coperture
Pavimenti
Zona
climatica
Strutture opache
Coperture
Pavimenti
Pareti
perimetrali
0,45
A
0,54
0,32
0,60
A
0,27
0,50
B
0,41
0,32
0,46
B
0,27
0,38
0,34
C
0,34
0,32
0,40
C
0,27
0,33
0,28
D
0,29
0,26
0,34
D
0,22
0,28
0,24
E
0,27
0,24
0,30
E
0,20
0,25
0,23
F
0,26
0,23
0,28
F
0,19
0,23
0,22
Zona climatica e spesa totale intervento (fornitura e messa in opera degli infissi, spese di prestazioni professionali compreso attestato di
certificazione energetica o qualificazione energetica)
Zona climatica, m2 intervento, spesa intervento (fornitura e messa in opera dei materiali) spesa per prestazioni professionali compreso attestato di certificazione o qualificazione energetica.
I tot = % · C · Sint I tot ≤ Imax
Sint = m2 intervento C=Spesa int/Sint % = 40%
Detrazione dall’imposta lorda del 65% della spesa da ripartire in dieci quote annuali di pari importo.
Tetto max = 60.000 euro
(N.B. comprese eventuali spese per serramenti)
Cmax (€/m2)
esterne
interne
ventilate
a) coperture
200
100
250
b) pavimenti
120
100
c) perimetrali
100
80
150
Imax (a+b+c) ≤ 250.000 €
Suddiviso in 10 anni
Suddiviso in 5 anni
E3=€
67
3
3.2.5 La strategia nazionale e il contesto normativo
I benefici riconosciuti alla Cogenerazione
ad Alto Rendimento (CAR)
Il DLgs 20/2007 e il DM 04/08/2011 s.m.i. hanno stabilito i criteri
e le modalità operative per il riconoscimento della Condizione di
Alto Rendimento (CAR) delle unità di cogenerazione che, in casi definiti, possono accedere al meccanismo dei Certificati Bianchi (DM 5
settembre 2011). Oltre a questo incentivo, i principali benefici riconosciuti dalla normativa attuale alla CAR sono:
■■
■■
■■
■■
■■
■■
■■
■■
68
l’esonero dall’obbligo di acquisto dei Certificati Verdi per i produttori e gli importatori di energia elettrica con produzioni e importazioni annue da fonti non rinnovabili eccedenti i 100 GWh
(DLgs. 79/1999 - Art. 11);
nell’ambito del dispacciamento, la precedenza dell’energia elettrica prodotta da cogenerazione su quella prodotta da fonti convenzionali (DLgs. 79/1999 - Art. 11);
per gli impianti di cogenerazione abbinata a teleriscaldamento,
l’accesso, solo transitorio e a determinate condizioni, ai Certificati Verdi (DLgs. 20/2007 - Art. 14);
agevolazioni fiscali sull’accisa del gas metano utilizzato per la cogenerazione (DLgs 504/1995, aggiornato dal DLgs 26/2007);
l’accesso al servizio di scambio sul posto dell’energia elettrica
prodotta da impianti CAR con potenza nominale fino a 200 kW
(Delibera AEEGSI - ARG/elt 74/08 e s.m.i.);
condizioni tecnico-economiche semplificate per la connessione
alla rete elettrica (Delibera AEEGSI - ARG/elt 99/08);
la maggiorazione della tariffa incentivante per impianti alimentati a fonti energetiche rinnovabili (premio FER);
l’esenzione dal pagamento degli oneri generali di sistema (SEU/
SEESEU).
4
I potenziali risparmi
energetici cost-effective
Molti dei consumi energetici delle nostre case potrebbero essere
evitati realizzando opportuni interventi di efficienza energetica. È
questo l’incipit alla presente monografia. Andando oltre questa semplice constatazione è però legittimo chiedersi effettivamente quanta
energia si potrebbe risparmiare a livello nazionale realizzando quegli
interventi che si giustificano da un punto di vista costi-benefici (potenziali risparmi energetici cost-effective).
La tecnologia ha ormai fatto grandi passi avanti per cui non avendo limitazioni di spesa e potendo ristrutturare senza alcun vincolo
di sorta è possibile, se non azzerare del tutto i consumi, raggiungere
comunque risultati eccellenti andando ben oltre il livello di edificio
a energia quasi zero (NZEB). La convenienza della riqualificazione,
invece, diventa spesso l’aspetto cruciale, come lo sono anche altri
vincoli che spesso restringono il campo degli interventi realizzabili.
Gli edifici residenziali sono molto diversi tra loro per dimensioni,
forma, adiacenza con altri fabbricati, materiali utilizzati, caratteristiche termiche dell’involucro edilizio, tipologia di impianti, combustibili e vettori energetici utilizzati, interventi di efficienza energetica
già realizzati e condizioni climatiche locali.
Conseguentemente, una valutazione sulla profittabilità di un intervento di riqualificazione energetica è strettamente collegata alle specificità dell’edificio in questione. Tuttavia è improponibile valutare singolarmente i 12 milioni di edifici che compongono il nostro parco. L’espediente
per superare questa difficoltà consiste nel ricondurre la complessità degli
edifici italiani ad un numero limitato di edifici rappresentativi (archetipi
o edifici tipo) per i quali è possibile effettuare le analisi in maniera dettagliata. Per fare ciò è indispensabile un duplice passaggio: caratterizzare
il patrimonio edilizio nazionale e su questa base definire degli archetipi.
FIGURA 4.1
Rappresentazione schematica della metodologia utilizzata
per stimare i potenziali risparmi energetici.
Caratterizzazione dell’edilizia residenziale
Archivio degli edifici tipo (archetipi)
Costruzione di una banca dati degli edifici residenziali
Analisi costi-benefici di riqualificazioni energetiche
Valutazione del potenziale di risparmio energetico
E3=€
69
4
Questo permette di creare un database degli edifici su cui valutare differenti ipotesi di riqualificazione energetica. I potenziali risparmi energetici sono quindi valutati immaginando la realizzazione degli interventi
che risultano ottimali in funzione dei costi su ciascuno degli edifici. Uno
schema della metodologia adottata è proposto in Figura 4.1.
4.1 VALUTAZIONE COSTI-BENEFICI
La scelta di riqualificare energeticamente un edificio può essere motivata e giustificata da molteplici fattori. Rilevanti sono le aspettative di
un ritorno economico legato prevalentemente alla riduzione delle bollette energetiche, ma anche all’aumento del valore dell’edificio, specie
se in un’ottica di locazione o di vendita. Andando oltre gli aspetti meramente economici, un beneficio da tenere in considerazione è il maggior
comfort e il benessere, non solo fisico, degli occupanti.
Inoltre, sono sempre di più i cittadini sensibili ai temi ambientali
che cercano di adottare comportamenti responsabili volti a favorire
un uso razionale delle risorse energetiche.
Si intuisce, quindi, come i benefici siano non solo di tipo economico
e, più in generale, difficili da quantificare attraverso una metodologia
oggettiva che permetta un confronto su una medesima scala. Volendo
proporre delle valutazioni costi-benefici è perciò fondamentale stabilire da principio il perimetro di tali valutazioni. A questo proposito si è
scelto di adottare il punto di vista del cittadino che realizza l’intervento,
trascurando le esternalità positive1 quali, ad esempio, la riduzione delle
emissioni di CO2 e gli impatti sull’economia nazionale.
Per confrontare tra loro i diversi interventi di riqualificazione e
valutare il più conveniente si è seguito l’approccio indicato nella Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia, che definisce un quadro metodologico comparativo per definire i requisiti
di prestazione energetica degli edifici in un’ottica di ottimizzazione
dei costi2. L’indice su cui si fonda la metodologia è il costo globale,
definito come la somma attualizzata di tutti i flussi di cassa dovuti ai
consumi energetici e all’adozione di misure di efficienza energetica.
1 Per approfondire, una trattazione esaustiva delle esternalità positive
è proposta dall’International Energy Agency in [15].
2 Alla direttiva è associato il Regolamento Delegato della Commissione
Europea N. 244/2012 [16] che definisce nel dettaglio gli aspetti metodologici
per il calcolo del costo globale e l’individuazione dei livelli di prestazione
ottimali in funzione dei costi.
70
I potenziali risparmi energetici cost-effective
FIGURA 4.2
Costo globale
Costo globale: schema della categorizzazione dei costi.
Onorari professionali (es. progettazione, project design)
Costruzione
Costo
dell’investimento
iniziale
Imposte (se applicabili)
Altro (es. imprevisti del progetto)
Risultato del calcolo di prestazione energetica
Costi energetici
Tariffe dell’energia
Costo annuo
Assicurazione
Costi
di smaltimento (se applicabili)
Costi periodici di regolamentazione
Costi di funzionamento
Servizi (eccetto costi energetici)
Imposte (se applicabili)
Altro
Costi di gestione
Ispezioni
Adeguamenti
Costi di manutenzione
Pulizie
Riparazioni
Materiali di consumo
Costi di sostituzione
Investimenti per la sostituzione periodica
di un elemento edilizio
La Figura 4.2 riassume la schematizzazione dei costi considerati,
tra cui si evidenziano i costi di investimento, di gestione e di smaltimento. Questo approccio può considerarsi a tutti gli effetti una valutazione lifecycle cost (LCC) [14].
Il meccanismo dell’attualizzazione dei costi e dei ricavi prevede
di ricondurre a un medesimo orizzonte temporale i flussi di cassa
che si manifesterebbero in momenti diversi e che quindi non sarebbero direttamente confrontabili. Questo meccanismo permette quindi un confronto con un investimento nel mercato finanziario con
pari rischio: difatti, attualizzando i flussi di cassa si tiene conto delle
mancate entrate derivanti dall’uso alternativo delle risorse.
Nel presente lavoro l’orizzonte temporale e il tasso di attualizzazione sono stati assunti, rispettivamente, pari a 30 anni e al 4 per
cento. Nel box pubblicato alla fine di questo stesso capitolo è riporE3=€
71
4
tato un esempio concreto di tale metodologia, con una sintesi dei
principali risultati a livello di singolo edificio.
4.1.1 Archetipi e interventi di riqualificazione considerati
Gli archetipi utilizzati sono quelli già introdotti nel Capitolo 2.13.
Questi edifici rispettano una classificazione per tipologia/dimensione secondo 4 classi: monofamiliare (sigla MF), villetta a schiera e
piccoli condomini (VS), medi condomini (MC) e grandi condomini
(GC). Gli altri assi sono l’epoca di costruzione, distinta in sei periodi
che spaziano da “prima del 1918” a “tra 1991-2000” e la zona climatica
(dalla B alla F). I consumi ex-ante di questi edifici sono riportati nella
Tabella 4.1.
Per quel che concerne gli interventi di efficientamento, si è deciso di considerare solo gli interventi replicabili su larga scala, che
permettono il permanere dell’agibilità abitativa durante i lavori di
riqualificazione e che consentono l’accesso alle detrazioni fiscali in
misura del 65 per cento. Queste condizioni portano a escludere numerose soluzioni tra cui, ad esempio, le caldaie a biomassa (per via
di vincoli locali in merito alle emissioni), il teleriscaldamento (le reti
non sono diffuse capillarmente sul territorio nazionale), l’isolamento in intercapedine (ammesso che ne sia presente una, con questa
tecnica non sempre è possibile raggiungere i valori di trasmittanza
termica voluti) e interventi che richiedono modifiche del sistema
di distribuzione o emissione del fluido termovettore (opere murarie
invasive).
Alla luce di queste considerazioni, gli interventi selezionati sono
i seguenti:
A) Coibentazione dell’involucro opaco. L’intervento prevede la
realizzazione di un cappotto esterno, l’isolamento dall’estradosso
dell’ultimo solaio nel caso sia presente un sottotetto non riscaldato, o in alternativa l’isolamento del tetto dall’interno, e l’isolamento dall’intradosso del primo solaio nel caso di edifici su pilotis
o che presentano un piano interrato o seminterrato non riscaldato. Gli spessori di isolante applicati sono tali da rispettare i requi-
3 Rispetto agli archetipi introdotti nel capitolo 2.1 sono esclusi gli edifici
di costruzione più recente (ovvero quelli realizzati secondo il D.Lgs 192/2005
e s.m.i). Complessivamente, gli edifici considerati per le valutazioni costibenefici sono 120. Per un approfondimento sugli archetipi si rimanda a [6].
72
I potenziali risparmi energetici cost-effective
TABELLA 4.1
Zona climatica
Consumo di energia finale per riscaldamento ex ante [kWh/m2 anno].
Tipologia
Epoca di costruzione
Ante 1918
1919-1945
1946-1960
1961-1980
1981-1990
1991-2000
MF
54
52
49
36
23
18
VS
33
31
37
32
15
15
B
MC
28
34
36
32
19
11
GC
26
34
36
20
12
6
MF
100
97
93
70
47
35
C
VS
67
63
74
65
32
30
MC
56
70
72
64
38
24
16
GC
55
69
72
42
25
MF
165
133
123
139
101
80
VS
134
110
117
150
78
50
D
MC
117
123
104
130
89
45
GC
95
105
107
85
57
40
MF
250
227
195
184
120
84
VS
201
197
165
210
92
65
E
MC
178
186
164
163
104
60
GC
145
157
156
119
69
56
MF
291
254
218
207
135
100
VS
231
218
198
227
104
78
F
MC
213
218
184
182
112
74
GC
230
208
168
131
82
71
siti di trasmittanza termica stabiliti per accedere alle detrazioni
fiscali.
B) Sostituzione dei serramenti. I serramenti scelti rispettano i requisiti di trasmittanza termica per accedere alle detrazioni fiscali.
In termini qualitativi, a seconda della zona climatica sono stati
ipotizzati vetri doppi o tripli, con eventuali rivestimenti basso
emissivi e riempimento in gas argon.
C) Installazione di caldaia a condensazione e valvole termostatiche per ogni corpo scaldante. È previsto anche l’adeguamento o rifacimento della canna fumaria.
D) Installazione di un impianto solare termico. Per la produzione di acqua calda sanitaria4; la superficie di pannelli installati è da
4 Si ipotizza di realizzare questo intervento solo negli edifici monofamiliari.
E3=€
73
4
tale da coprire almeno il 60 per cento del fabbisogno di acqua calda sanitaria (si considera circa 1 m2 di pannelli per occupante).
Oltre agli interventi elementari sono state valutate anche alcune
loro combinazioni, in particolare: A+B, A+B+C, A+B+C+D.
4.1.2 I costi delle riqualificazioni
I prezzi nel comparto edile variano in funzione di numerosi aspetti, quali ad esempio la dimensione del cantiere, la vicinanza ai luoghi
di approvvigionamento dei materiali edili, il mercato e la diffusione
locale di talune tecnologie. Nell’ottica di proporre indicazioni tracciabili e, per quanto possibile, valide su tutto il territorio nazionale,
si sono utilizzate come fonti principali i prezziari nazionali [17] [18].
Inoltre, le informazioni sono state integrate e validate con dati provenienti da associazioni di settore e da riqualificazioni realmente effettuate [19]. La Tabella 4.2 riporta le voci di costo considerate, sia quelle
direttamente imputabili agli interventi realizzati sia quelle accessorie.
Se dovuti, sono stati inclusi anche gli oneri professionali: progettazione, direzione lavori, coordinamento sicurezza cantieri, certificazione energetica e contributo CNPAIA.
Nella Tabella 4.3 è presente una sintesi dei costi di riqualificazione
espressi per metro quadro di superficie netta di pavimento (i valori sono
mediati su edifici della medesima tipologia ma di epoca di costruzione e
località differenti). Il rinnovamento dell’impianto termico (comprensivo di installazione di valvole termostatiche) risulta essere l’intervento di
riqualificazione più economico. Si noti, però, che gli interventi in edifici
condominiali dotati di impianti autonomi sono sensibilmente più cari:
il costo è più che doppio rispetto al caso di impianti centralizzati. Ciò
avviene sia per il numero di generatori da sostituire sia per le difficoltà
connesse all’adeguamento o al rifacimento della canna fumaria.
Continuando la disamina sulla scala dei costi crescenti, l’intervento
successivo è quello di installazione di un sistema solare termico seguito
dalla sostituzione dei serramenti. Per quest’ultimo il costo varia con la
località in quanto dalla zona climatica di appartenenza discende la scelta sulla tipologia di serramento; in ogni caso le variazioni di costo tra le
diverse soluzioni sono relativamente contenute (20 per cento).
Decisamente più caro è, invece, l’intervento di coibentazione
dell’involucro opaco. Il costo massimo si registra per edifici monofamiliari giacché un fattore di forma più elevato implica una mag-
74
I potenziali risparmi energetici cost-effective
TABELLA 4.2
Descrizione degli interventi di riqualificazione energetica.
Intervento
Voci di costo considerate
Cappotto esterno
Fornitura e posa in opera dell’isolante, nolo del ponteggio (compresi montaggio e smontaggio), sostituzione dei discendenti, adeguamento davanzali, trasporto e conferimento in discarica dei materiali di risulta.
Isolamento del tetto
Fornitura e posa in opera dell’isolante, realizzazione controsoffitto dall’intradosso
con lastre in cartongesso e tinteggiatura.
Isolamento del primo solaio
Fornitura e posa in opera dell’isolante, realizzazione controsoffitto dall’intradosso
con pannelli in fibre minerali e tinteggiatura.
Isolamento dell’ultimo Fornitura e posa in opera dell’isolante e realizzazione caldana.
solaio dall’estradosso
Sostituzione dei serramenti
Fornitura e posa in opera dei serramenti, rimozione, trasporto e conferimento in discarica dei vecchi serramenti.
Caldaia a condensazione
Fornitura e posa in opera del generatore (riscaldamento e ACS) in edifici monofamiliari
e delle valvole termostatiche, rimozione, trasporto e conferimento in discarica vecchio generatore e adeguamento canna fumaria (intubamento).
Caldaia a condensazione
Fornitura e posa in opera del generatore (solo riscaldamento), in condomini
del vaso di espansione e delle valvole termostatiche, opere murarie
con impianto centralizzato
ed elettriche presso la centrale termica, rimozione, trasporto e conferimento in discarica del vecchio generatore, adeguamento della canna fumaria (intubamento).
Caldaia a condensazione
Fornitura e posa in opera dei generatori (riscaldamento e ACS) in condomini con impianti autonomi
e delle valvole termostatiche, rimozione, trasporto e conferimento
in discarica vecchi generatori, realizzazione canna/e fumaria/e esterna/e in acciaio e trabattello o ponteggio.
Impianto solare termico
Fornitura e posa in opera di sistemi solari autonomi a circolazione forzata con pannelli piani, opere murarie ed elettriche.
giore superficie disperdente da isolare se rapportata alla superficie
di pavimento dell’edificio. Come i serramenti, anche l’isolamento
dell’involucro opaco deve rispettare requisiti prestazionali stabiliti
in funzione della zona climatica; conseguentemente, a parità di situazione ex-ante, potrebbe essere necessario uno spessore di isolante
maggiore nelle località più fredde. Tuttavia ciò non comporta sostanziali variazioni di costo in quanto lo spessore dell’isolante pesa relativamente poco nell’insieme dell’intervento.
E3=€
75
4
TABELLA 4.3
Costi di investimento per gli interventi di riqualificazione: valori medi
per tipologia espressi in funzione della superficie utile dell’edificio
[euro/m2].
Edificio monofamiliare Villetta a schiera
Medio condominio Grande condominio
Involucro opaco
290
194
193
148
Serramenti
73
73
74
90
Impianto termico (monofamiliari)
34
Impianto termico (centralizzati)
28
25
21
Impianto termico (autonomi)
43
64
51
41
Solare termico
4.1.3 I risparmi energetici
I risparmi energetici derivanti dalle riqualificazioni sono sintetizzati nella Figura 4.3 per gli edifici monofamiliari e nella Figura 4.4
per i condomini (i dati sono medie riferite agli edifici costruiti prima
del 1980). Risulta evidente che la coibentazione dell’involucro opaco
è l’intervento che genera i maggiori risparmi energetici. In termini
percentuali, questi sono generalmente superiori al 50 per cento dei
consumi ex-ante nei condomini, valore che sale al 70 per cento negli
edifici monofamiliari. Se si considera che, secondo il GBPN [20], una
riqualificazione può definirsi profonda (deep renovation) se determina
una riduzione dei consumi pari almeno al 75 per cento, emerge che la
sola coibentazione dell’involucro opaco non è sufficiente, ma è tuttavia quasi indispensabile per raggiungere un così ambizioso obiettivo.
La seconda misura più efficace è il rinnovamento dell’impianto
termico. I benefici sono maggiori nei condomini dove la riduzione si
attesta intorno al 25 per cento, mentre è compresa tra il 15 e il 20 per
cento negli edifici monofamiliari5. Decisamente meno performante
è l’intervento sui serramenti, dove le riduzioni possono al massimo
attestarsi poco sopra il 10 per cento e in alcuni casi quasi annullarsi
(edifici monofamiliari localizzati in zone climatiche calde). Tuttavia,
questo intervento porta con sé anche benefici sui fabbisogni per raffrescamento, associati alle schermature solari installate contestualmente ai nuovi serramenti.
Infine l’installazione di un sistema solare termico (limitatamente
5 I benefici, in termini relativi, sono maggiori nei condomini poiché il
rendimento di regolazione della situazione ex-ante è generalmente più scarso.
76
I potenziali risparmi energetici cost-effective
FIGURA 4.3
Risparmi energetici per zona climatica: edifici monofamiliari.
180
Coibentazione
involucro opaco
Sostituzione
serramenti
Rinnovamento
impianto termico
Riduzione consumi [kWh/m2anno]
150
Impianto solare
120
90
60
30
0
termico
B
C
D
E
F
E
F
Zona climatica
FIGURA 4.4
Risparmi energetici per zona climatica: condomini.
Coibentazione
involucro opaco
Sostituzione
serramenti
Riduzione consumi [kWh/m2anno]
100
80
60
40
20
0
Rinnovamento
impianto termico
B
C
D
Zona climatica
E3=€
77
4
agli edifici monofamiliari) mostra risparmi specifici, in termini assoluti, pressoché costanti in tutte le zone climatiche giacché il sistema
è dimensionato per coprire il 60 per cento del fabbisogno di energia per la produzione di acqua calda sanitaria. In termini relativi, al
Sud i risparmi energetici possono essere superiori a quelli generati
dal rinnovamento dell’impianto termico, mentre in zona climatica F
questo risulta essere l’intervento meno efficace.
4.1.4 Gli interventi ottimali
Replicando l’approccio descritto nel box in chiusura del capitolo
su tutti gli edifici campione, emerge che, a seconda della località,
della tipologia e dell’epoca di costruzione, gli interventi ottimali risultano essere alternativamente o l’isolamento dell’involucro opaco
o il rinnovamento dell’impianto termico. Tuttavia, in taluni casi, nessuno degli interventi proposti (coibentazione involucro opaco, sostituzione serramenti, rinnovamento impianto termico, installazione
sistema solare termico) o loro combinazioni consente di recuperare
l’investimento sostenuto attraverso i risparmi energetici.
Ciò si verifica per tutti gli edifici localizzati in zona climatica B
e, generalmente, per quelli costruiti dopo il 1991. Invece, per zone climatiche più fredde ed epoche di costruzione meno recenti, la
convenienza degli investimenti aumenta progressivamente. Queste
considerazioni sono riassunte nella Tabella 4.4 che riporta l’indicazione circa interventi che risultano ottimali in funzione delle diverse
tipologie, epoche di costruzione e zone climatiche.
In assenza di detrazioni fiscali il quadro si modifica drasticamente: si registra infatti un deciso aumento dei casi in cui nessuna delle riqualificazioni proposte risulta conveniente. Inoltre, si riducono
principalmente i casi in cui risulta ottimale l’intervento di coibentazione dell’involucro opaco, avente un investimento più oneroso e
risparmi energetici maggiori.
4.1.5 Il tempo di ritorno degli investimenti
Il costo globale, al di là degli ambienti specialistici, non è un indice molto diffuso e inoltre è poco significativo nel confronto tra
edifici differenti. Per queste ragioni si è voluto completare l’analisi
attraverso il tempo di ritorno dell’investimento. Esso rappresenta il
numero di anni necessari per recuperare l’investimento sostenuto
78
I potenziali risparmi energetici cost-effective
TABELLA 4.4
Tipologia
Interventi ottimali: il blu indica la coibentazione dell’involucro opaco,
il verde il rinnovamento dell’impianto termico, il rosso i casi in cui
nessun intervento permette di recuperare l’investimento sostenuto.
Zona climatica
Monofamiliare
B
C
D
E
F
Villetta a schiera B
o piccolo condominio
C
D
E
F
Medio condominio
B
C
D
E
F
Grande condominio
B
C
D
E
F
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Epoca di costruzione —
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
Ante 1918
1919-1945
1946-1960
1961-1980
1981-1990
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
1991-2000
attraverso la riduzione dei costi energetici. Si tratta quindi di un’informazione immediata, facilmente decodificabile e che si presta non
solo a confronti tra edifici differenti ma anche tra investimenti in
settori diversi dalla riqualificazione energetica. Tuttavia, non sempre
l’investimento con minimo tempo di ritorno è il più conveniente sul
lungo periodo. Pertanto, in un’analisi esaustiva è opportuno avvalersi di entrambi gli indici.
Il rinnovamento dell’impianto termico risulta essere, in tutti i casi
analizzati, l’intervento con il tempo di ritorno più breve, sebbene, come
visto nel paragrafo precedente, esso non sempre è l’intervento ottimale.
Come mostrato in Figura 4.5, è possibile realizzare questo intervento
con tempi di ritorno inferiori ai 10 anni nel 68 per cento degli edifici. Invece, per quanto concerne la coibentazione dell’involucro opaco, si conE3=€
79
4
FIGURA 4.5
Tempi di ritorno per le diverse tipologie di riqualificazioni
energetiche esaminate.
A: Involucro opaco
B: Serramenti
C: Impianto termico
D: Solare Termico
A+B
A+B+C
A+B+C+D
%
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1-15
6-10
11-15
16-20
21-25
26-30
>vita tecnica
anni
statano differenze sostanziali in funzione della località e della tipologia
di edificio; in ogni modo nel 36 per cento degli edifici, prevalentemente
monofamiliari e villette a schiera concentrati nelle zone climatiche E
ed F, i tempi di ritorno sono inferiori ai 15 anni. Per i serramenti e il
solare termico si nota che i risparmi energetici non sono sufficienti per
ripagare gli investimenti sostenuti. Come è lecito attendersi, per le combinazioni di interventi si registrano situazioni intermedie.
4.2 I POTENZIALI
I potenziali risparmi energetici sono stati valutati immaginando
la realizzazione degli interventi di riqualificazione energetica ottimali in funzione dei costi sugli edifici costituenti il parco residenziale.
Nei casi in cui nessuno degli interventi valutati è risultato conveniente (investimenti che non si ripagano attraverso i risparmi energetici), non si è prevista l’implementazione di alcun intervento. Inoltre, in maniera cautelativa, per gli edifici costruiti prima del 1918 si
è deciso di non intervenire a causa di possibili vincoli architettonici.
Da queste analisi emergono potenziali risparmi pari a 9,2 Mtep e
una potenziale riduzione delle emissioni di CO2 pari a 22 milioni di
tonnellate. Tuttavia, considerare la realizzazione dell’intervento otti-
80
I potenziali risparmi energetici cost-effective
TABELLA 4.5
Stima del potenziale di risparmio energetico.
Senza incentivi Con incentivi
Risparmi energetici [Mtep]
3,3
8,0
Riduzione degli attuali consumi (riscaldamento e ACS)
13%
33%
Riduzione delle emissioni di CO2 [Mt]
8
19
Investimenti da sostenere [G€]
30
137
Incentivi da erogare [G€]
Frazione del parco edilizio coinvolto
0
72
36%
59%
male si traduce nell’implementazione di riqualificazioni il cui tempo
di ritorno può raggiungere anche i 30 anni.
Questi tempi sono decisamente incompatibili con i finanziamenti
che si possono ottenere e, ragionevolmente, appare difficile che i cittadini intraprendano tali azioni. Per tale motivo si è deciso di porre un
vincolo per cui sono valutati solo gli interventi che permettono di recuperare l’investimento sostenuto in un tempo pari o inferiore a 15 anni.
Si osserva che quasi nel 60 per cento degli edifici esistenti è possibile realizzare interventi che rispettano questa condizione: il conseguente potenziale risparmio energetico ammonta a 8 Mtep con
una potenziale riduzione delle emissioni di CO2 pari a 19 milioni di
tonnellate. In termini relativi vuol dire che è possibile ridurre del
33 per cento gli attuali consumi per riscaldamento e produzione di
acqua calda sanitaria e del 24 per cento i consumi dell’intero settore
residenziale con interventi efficaci in termini di costi e con tempi di
ritorno compresi in 15 anni. Gli investimenti necessari per raggiungere tali obbiettivi ammontano a 137 miliardi di euro.
Gli incentivi sono fondamentali: in assenza si osserva una riduzione
dei potenziali risparmi del 60 per cento (Tabella 4.5). Questo avviene
perché in mancanza di detrazioni fiscali, la frazione del parco edilizio
in cui è conveniente intervenire si riduce sensibilmente, a scapito principalmente degli interventi più profondi. Infatti, in assenza di incentivi emerge che la quasi totalità delle riqualificazioni che rispettano il
vincolo di 15 anni sul tempo di ritorno è rappresentata dal rinnovamento dell’impianto termico. In presenza di incentivi, invece, sono più
frequenti i casi di riqualificazioni onerose in termini di investimento
iniziale e che, al contempo, garantiscono anche maggiori risparmi energetici. In particolare, la coibentazione dell’involucro opaco è la riqualificazione più ricorrente, seguita dal rinnovamento dell’impianto termico.
Un dettaglio maggiore sul ruolo dell’entità delle detrazioni fiscali
è mostrato in Figura 4.6, dove i calcoli sono stati ripetuti immagiE3=€
81
4
nando detrazioni fiscali al 65 per cento, al 50 per cento e al 35 per
cento. Da queste analisi si deduce che l’effetto degli incentivi è in
parte quello di spostare la convenienza da interventi leggeri (rinnovamento dell’impianto termico) a interventi profondi (coibentazione
dell’involucro opaco) e in parte di aumentare il numero di edifici
coinvolti. Conseguenza di ciò è anche l’aumento che in media subisce il rapporto tra costo di investimento e risparmio energetico
conseguito, che passa da 9.000 euro/tep a 17.000 euro/tep.
Infine, per comprendere la portata di questi potenziali, è utile un
confronto con il Piano d’azione per l’efficienza energetica del 2014
che, coerentemente con la SEN (Strategia Energetica Nazionale), valuta in 3,6 Mtep i risparmi attesi al 2020 nel settore residenziale nel
suo insieme (includendo anche gli edifici di nuova costruzione e i
risparmi nelle apparecchiature elettriche e illuminazione). Emerge
quindi che è possibile più che raddoppiare questi obiettivi agendo
solo sulle riqualificazioni energetiche.
FIGURA 4.6
investimenti
Potenziali risparmi
energetici
9
180
8
160
7
140
6
120
5
100
4
80
3
60
2
40
1
20
0
0%
0
10%
20%
30%
40%
Entità della detrazione fiscale
82
50%
60%
70%
Potenziali investimenti [G€]
Potenziali
Potenziali risparmi energetici [Mtep]
Potenziali risparmi energetici e investimenti in funzione dell’entità
delle detrazioni fiscali.
I potenziali risparmi energetici cost-effective
IL CASO
Riqualificazione di un edificio costruito negli Anni ‘50
L’edificio, mostrato in Figura 4.7, è un condominio suddiviso in 24
appartamenti di circa 65 m2 di superficie netta ciascuno. Il fabbricato,
articolato in 4 piani abitati più un sottotetto non abitabile e un piano
seminterrato (cantine), entrambi non riscaldati, ha un fattore di forma
(rapporto S/V) pari a 0,46. L’edificio risale agli Anni ‘50 ed è costruito in
zona climatica E senza particolare attenzione all’efficienza energetica
(complessivamente la trasmittanza termica media dell’involucro
è 1,92 W/m2K).
L’impianto termico per il riscaldamento è di tipo centralizzato
con montanti di distribuzione ed è costituito da una caldaia tradizionale
di 130 kW. Il consumo annuale di gas naturale per il riscaldamento è pari
a 25.000 Sm3.
FIGURA 4.7
Immagine dell’edificio. (Foto realizzata dal Politecnico di Torino)
Gli interventi di riqualificazione proposti sono i seguenti:
A. Coibentazione dell’involucro opaco che comprende: realizzazione di
un cappotto esterno di spessore 10 cm per una superficie complessiva
di 1.050 m2; isolamento dall’estradosso del solaio dell’ultimo piano
E3=€
83
4
riscaldato (440 m2) con uno spessore di 12 cm di polistirene estruso
(λ=0,034) e protezione dello strato isolante con una caldana di
spessore 5 cm; isolamento dall’intradosso del solaio del primo piano
riscaldato (440 m2) con uno spessore di 9 cm di polistirene estruso e
realizzazione di un controsoffitto e relativa imbiancatura. Per realizzare
il cappotto, oltre al ponteggio, sono previste altre voci ausiliarie quali
l’adeguamento dei davanzali e la sostituzione dei discendenti.
B. Installazione di serramenti con trasmittanza termica complessiva di 1,8
W/m2K (tripli vetri con rivestimento basso-emissivo) per complessivi
217 m2. L’intervento comprende le schermature solari e la rimozione dei
vecchi serramenti.
C. Installazione di una caldaia a condensazione di potenza pari a quella
sostituita e di valvole termostatiche per ciascun corpo scaldante.
L’intervento comprende anche l’adeguamento della canna fumaria
(intubamento), la rimozione del vecchio generatore, opere accessorie
elettriche e murarie presso la centrale termica e il vaso di espansione.
Oltre a questi interventi sono proposte anche la combinazione
dell’intervento A e B e la combinazione di tutti e tre gli interventi. In
quest’ultimo caso la potenza della caldaia è inferiore a quella della caldaia
sostituita (65 kW).
In Tabella 4.6 è presentato un quadro di sintesi degli interventi di
riqualificazione. Si osserva che, ad eccezione dell’intervento B (serramenti)
che ha un beneficio relativamente basso in rapporto al costo, a un maggior
costo corrisponde un maggiore risparmio energetico. In assenza di
incentivi, solo l’intervento C (impianto termico) si giustifica da un punto di
vista finanziario: infatti è l’unico ad avere un tempo di ritorno inferiore al
periodo di calcolo (11 anni) e un costo globale inferiore a quello dell’edificio
ex-ante (226 €/m2 contro 266 €/m2). Dalla Figura 4.8, in cui è mostrato il
costo globale rispetto alla prestazione energetica, si vede che tutti gli altri
interventi hanno un costo globale superiore ai 300 euro/m2.
In presenza di incentivi la situazione cambia radicalmente, in quanto
tutti gli interventi ad eccezione del B risultano finanziariamente vantaggiosi.
Da notare che il costo globale minore è associato all’intervento A (involucro
opaco), mentre il tempo di ritorno più breve corrisponde all’intervento
C. Questo vuol dire che la soluzione ottimale sotto il profilo dei costi
è rappresentata dall’intervento A, sebbene l’intervento C permette di
recuperare più in fretta l’investimento.
84
I potenziali risparmi energetici cost-effective
TABELLA 4.6
Sintesi delle valutazioni tecnico-economiche degli interventi
di riqualificazione.
A
B
C
A+B
A+B+C
Costo intervento [€/m2]
159
88
27
248
281
Risparmi energetici [kWh/m2 anno]
73
17
39
90
109
Consumo [Sm3/anno]
FIGURA 4.8
13.500 22.600 19.000 10.700 7.600
Costo globale [€/m2]
303
340
240
377
388
Costo globale (incentivi) [€/m2]
219
294
226
246
240
Tempo di ritorno [anni]
>30
>30
11
>30
>30
Tempo di ritorno (incentivi) [anni]
16
>30
7
24
24
Rapporto costi benefici [k€/tep anno]
25
62
8
32
30
Costo globale su prestazione energetica.
400
380
360
Costo globale [€/m2]
340
Senza incentivi
320
300
280
260
240
Con incentivi
220
Ex-ante
200
40
60
80
100
120
140
160
Fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento [kWh/m2anno]
E3=€
85
5
Le finestre d’opportunità
Le valutazioni economiche presentate finora si sono basate sul
confronto tra diverse opzioni di riqualificazione energetica e la scelta
di lasciare l’edificio inalterato. Tuttavia, periodicamente, è necessario effettuare interventi di manutenzione che possono comportare
anche la ristrutturazione o sostituzione di parti obsolete o ammalorate dell’edificio.
Un intervento di efficienza energetica, se realizzato in tali occasioni che chiameremo finestre d’opportunità, spesso presenta una
convenienza decisamente superiore, giacché una quota del costo di
investimento può essere già compresa nel costo della manutenzione1. Tale convenienza, poi, è ulteriormente accresciuta dall’eventuale presenza di sistemi di incentivazione quali le detrazioni fiscali.
Per fare un esempio concreto, si consideri la coibentazione delle
pareti verticali in un edificio in cui sia già necessario risistemare la
facciata. Il riferimento, per una valutazione costi benefici, non sarà
la situazione ex–ante, ma un intervento base rappresentato dal solo
aggiustamento delle parti di intonaco ammalorate e dalla tinteggiatura della facciata. Si tratta, quindi, di confrontare la riqualificazione
energetica con l’intervento base, valutando sia i rispettivi investimenti iniziali sia i costi di gestione, inclusi costi energetici e incentivi
1 Ad esempio, il costo di un ponteggio può già essere previsto nell’intervento
di manutenzione. In generale, è importante considerare comunque
i costi complessivi delle diverse soluzioni a confronto.
E3=€
87
5
TABELLA 5.1
Riqualificazione energetica vs intervento base.
Riqualificazione energetica
Intervento base
Coibentazione dell’involucro opaco
Sistemazione facciata
Sostituzione serramenti
Sostituzione con serramenti “base” (U=3W/m2K)
Rinnovamento impianto termico
Installazione caldaia tradizionale
Sistema solare termico
Nessun intervento
(detrazioni fiscali in misura del 65 per cento per gli interventi di efficienza energetica e del 50 per cento per le semplici ristrutturazioni).
Il caso base considerato nell’esempio – aggiustamento dell’intonaco
e tinteggiatura della facciata – presenta una particolarità in quanto
non determina risparmi energetici rispetto alla situazione ex ante. In
generale, invece, è possibile che già il caso base generi dei risparmi
energetici, seppur ridotti (ad esempio, l’installazione di caldaie tradizionali). Vi sono poi interventi di riqualificazione energetica per
i quali non esiste un corrispondente intervento base (Tabella 5.1).
Sfruttare una finestra d’opportunità rende convenienti interventi
che altrimenti non avrebbero una ratio economica. Come si osser-
FIGURA 5.1
Tempi di ritorno degli investimenti nel caso di finestra d’opportunità.
A: Involucro opaco
B: Serramenti
C: Impianto termico
D: Solare Termico
A+B
A+B+C
A+B+C+D
%
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1–15
6–10
11–15
16–20
anni
88
21–25
26–30
>vita tecnica
Le finestre d’opportunità
TABELLA 5.2
Stima del potenziale annuo di risparmio energetico
in occasione di finestre d’opportunità.
≤ 10 anni
≤ 15 anni
Risparmi energetici [ktep/anno]
Tempo di ritorno
393
427
Riduzione emissioni di CO2 [kt]
941
1.023
Investimenti da sostenere [G€/anno]
9,8
11,9
Frazione del parco edilizio coinvolto ogni anno [%]
3,39
3,61
va dalla Figura 5.1, i tempi di ritorno degli investimenti sono molto
più brevi di quelli visti in precedenza e generalmente inferiori ai 10
anni, quindi compatibili con le durate dei finanziamenti concessi
dagli istituti di credito. Tale tendenza è abbastanza comune a tutti gli
interventi, sebbene la sostituzione dei serramenti sia, in taluni casi,
meno vantaggiosa. L’unica eccezione è costituita dal solare termico,
per il quale, come già evidenziato, non si può parlare di una vera e
propria finestra d’opportunità.
Finestre d’opportunità si presentano ogni anno per centinaia di
migliaia di edifici. In particolare, si stima che la possibilità di una
riqualificazione completa si verifichi ogni anno per circa 150 mila
edifici (l’1,3 per cento del nostro parco edilizio in termini di superficie). Focalizzandosi solo su alcune soluzioni specifiche, il numero
di edifici interessati cresce ulteriormente: in particolare ogni anno,
limitatamente al solo rinnovamento dell’impianto termico, l’occasione si presenta per circa mezzo milione di edifici, mentre per la sostituzione dei serramenti sono interessati oltre 300 mila edifici.
Nell’ipotesi di sfruttare appieno queste opportunità realizzando
riqualificazioni energetiche con tempi di ritorno dell’investimento
pari o inferiori a 10 anni2, ogni anno si potrebbero ottenere risparmi
energetici pari a quasi 0,4 Mtep con una riduzione delle emissioni
di CO2 pari a 941 migliaia di tonnellate. Gli investimenti generati
ammonterebbero a quasi 10 miliardi di euro, coinvolgendo il 3,4 per
cento del parco edilizio. Queste considerazioni sono riportate nella
Tabella 5.2, in cui sono presenti anche valutazioni analoghe in cui si
è alleggerito il vincolo sul tempo di ritorno a 15 anni.
2 Nel caso più interventi rispettino tale condizione, si assume
che la scelta cada sulla riqualificazione che consente di ottenere
i maggiori risparmi energetici.
E3=€
89
6
Le barriere
Da quanto già presentato è emerso come sia possibile realizzare riqualificazioni energetiche i cui costi sono interamente ripagati dai risparmi energetici conseguiti. Ciò può avvenire nella maggior parte degli edifici residenziali presenti sul nostro territorio e, grazie ai sistemi di
incentivazione previsti, con tempi di ritorno relativamente contenuti.
Tuttavia, è un dato di fatto che questi interventi di efficienza
energetica non vengono realizzati, o quantomeno non nella misura
che sarebbe lecito attendersi. La ragione va ricercata nella presenza
di numerose barriere che limitano il ricorso alle riqualificazioni anche nei casi in cui queste sarebbero convenienti.
Per elencare e approfondire queste barriere si è deciso di condurre interviste a differenti attori coinvolti nella filiera, spaziando dalle
imprese alle banche, dalle associazioni agli amministratori locali e ai
consumatori, così da riportare una pluralità di punti di vista.
Nella Figura 6.1 è fornito un quadro di sintesi delle risposte ricevute, sulla base di indicatori compresi tra 1 (poco rilevante) a 5
(molto rilevante).
FIGURA 6.1
Quadro di sintesi delle barriere identificate e della loro rilevanza.
La mancanza di informazioni presso i clienti finali
Il finanziamento dei progetti
Il processo decisionale (condomini)
La mancanza di un aggregatore (pacchetto chiavi in mano)
L’incertezza sui risparmi energetici
La limitata convenienza economica
Presenza di imprese edili e installatori non affidabili o poco qualificati
Ostacoli e lungaggini amministrativi e burocratici
Il costo degli audit energetici
1
1,5
2
2,5
3
3,5
4
4,5
E3=€
5
91
6
6.1 Cecilia Hugony
è imprenditrice
edile, fondatrice
di Teicos Group.
È responsabile
innovazione
di Rete Irene e
coordinatrice
del gruppo di
lavoro Energia di
Assimpredil-ANCE
(Associazione
Nazionale
Costruttori Edili)
MANCANZA DI INFORMAZIONI
PRESSO I CLIENTI FINALI
È emerso che la barriera principale risiede nella mancanza di informazioni presso i clienti finali. Infatti, per quanto i cittadini siano
sensibili alle spese per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria, non
sono tuttavia coscienti della reale possibilità di ridurre in maniera consistente i propri consumi attraverso interventi i cui costi possono essere ripagati dai risparmi energetici conseguiti. Paradossalmente, Paolo
Landi, presidente della Fondazione Consumo Sostenibile1, rimarca come il consumatore sia raggiunto da moltissime informazioni sul
tema dell’energia, ma perlopiù veicolate con scopi meramente
commerciali e, come tali, recepite con giusto scetticismo.
Servirebbe invece che un soggetto indipendente fornisse al cittadino, in maniera semplice e comprensibile, indicazioni circa le innovazioni tecnologiche, i costi di investimento e i tempi in cui questa
spesa si può ammortizzare. Questo ruolo potrebbe essere ricoperto
anche dalle amministrazioni e dalle agenzie locali che potrebbero fare comunicazione e informazione sui benefici economici e ambientali derivanti dalle riqualificazioni e sugli incentivi disponibili.
Probabilmente la questione è da porsi ancora più a monte. Come riporta Cecilia Hugony, responsabile innovazione di Rete Irene2,
siamo di fronte a una barriera di tipo culturale poiché, più delle incognite sugli aspetti economici e tecnici, risulta decisivo il mancato
riconoscimento del valore sociale delle riqualificazioni energetiche.
I cittadini, infatti, sono sensibili al tema della riduzione delle
emissioni di CO2 e se informati correttamente sarebbero pronti a contribuire a tale obiettivo. Non si registra una vera e propria
domanda di riqualificazioni energetiche e non si può certo parlare di
un mercato già maturo. Gli interventi realizzati sono trainati quasi
esclusivamente dalla necessità di ristrutturare e la riduzione dei consumi non è quasi mai l’obiettivo principale del lavoro. Concludendo,
per superare questa difficoltà è fondamentale che si moltiplichino e
si pubblicizzino adeguatamente gli interventi già realizzati, così che
si crei una consapevolezza diffusa alimentata da vettori indipendenti
e molteplici e, perché no, anche attraverso l’efficace mezzo del passaparola.
1 Fondazione Consumo Sostenibile è una fondazione legata al mondo
dei consumatori e allo sviluppo sostenibile.
2 Rete Irene è una rete di 13 imprese impegnate nel settore delle riqualificazioni
energetiche.
92
Le barriere
6.2 Michele Alinovi
è assessore
all’Urbanistica,
lavori pubblici,
energia ed edilizia
privata del Comune
di Parma
6.3
IL FINANZIAMENTO DEI PROGETTI
Secondo l’opinione degli intervistati, la seconda barriera per importanza è il finanziamento dei progetti. È opinione che lo sviluppo
del mercato sia fortemente rallentato dal difficile coinvolgimento di
soggetti finanziari che consentano investimenti significativi caratterizzati da lunghi tempi di rientro.
Per superare questa barriera, sostiene Bruno Villavecchia, direttore Ambiente ed energia di AMAT3, un aspetto innovativo potrebbe
essere coinvolgere le banche e le assicurazioni creando linee di credito dedicate. Ciò consentirebbe di agevolare il finanziamento dell’opera e contribuirebbe a dare la certezza di rientrare nei costi.
Tuttavia non bisogna farsi illusioni: spesso la bontà del progetto
di riqualificazione di per sé non è una condizione sufficiente per
accedere al credito se non è accompagnata da presupposti di solvibilità.
Per quanto riguarda il credito alle ESCO, una collaborazione con
le banche ha senso soprattutto per progetti di dimensioni importanti. Per i piccoli progetti del residenziale, le banche preferiscono finanziare direttamente i privati o i condomini, piuttosto che piccole
società (spesso con limitato capitale sociale) che sembrano create
apposta per la realizzazione di specifici interventi. Da sottolineare,
inoltre, che la richiesta di finanziamenti è in aumento, indice che
qualcosa si sta muovendo. Anche per i condomini sembra che i tempi stiano per diventare maturi per la realizzazione di un numero
considerevole di progetti.
Fondamentale, sostiene Michele Alinovi assessore del Comune di
Parma, sarebbe l’istituzione di fondi rotativi. Tali fondi (di natura pubblica o privata) potrebbero essere alimentati attraverso un credito agevolato da parte delle banche, finanziamenti regionali e parzialmente anche
da contributi energetici perequativi connessi a bonus volumetrici.
IL PROCESSO DECISIONALE NEI CONDOMINI
Una barriera che si rivela spesso decisiva per gli edifici condominiali risiede nel processo decisionale. Del resto è abbastanza naturale: non è facile mettere d’accordo un numero consistente di persone
su investimenti onerosi.
3
AMAT è un’agenzia del comune di Milano che si occupa
di trasporti, energia e ambiente.
E3=€
93
6
Marco Corradi
è presidente
ACER (Azienda
Casa dell’Emilia
Romagna) di
Reggio Emilia,
coordinatore delle
ACER della Regione
e membro del
Consiglio direttivo
di Federcasa
6.4 La soluzione, sostiene Cecilia Hugony, non può però essere il
conferimento di maggiori poteri agli amministratori. Il condominio
non è un residence in cui si paga un canone per un servizio. I condomini devono essere partecipi della decisione e per questo vanno
informati adeguatamente. Ovviamente i tempi tenderanno a dilatarsi, ma la via maestra per superare questa barriera è, fuor di dubbio,
una maggiore informazione anche nel fornire garanzie.
Come ricorda Marco Corradi, presidente di ACER Reggio Emilia4,
in realtà non ci sono ostacoli da un punto di vista normativo, giacché
la legge consente di prendere una decisione. Ovviamente però c’è bisogno di tempo per convincere i condomini sulla bontà del progetto.
LA MANCANZA DI UN AGGREGATORE
La mancanza di un aggregatore che fornisca ai clienti un pacchetto “chiavi in mano” è senz’altro una delle barriere più importanti.
Valeria Erba, presidente di ANIT5, fa notare come sarebbe estremamente utile il diffondersi di reti che includano al loro interno
sia imprese, edili e impiantistiche, sia un ente finanziatore.
Così, il cliente finale avrebbe un unico interlocutore a partire
dalla diagnosi fino alla realizzazione, passando per il finanziamento del progetto. Tuttavia, nel residenziale, questo ruolo difficilmente
potrà essere coperto dalle ESCO, giacché le dimensioni dei progetti
sono tali da non interessare le società più grandi, mentre quelle medio-piccole raramente hanno la capacità di gestire anche finanziariamente gli interventi nonché di promuoversi e comunicare i vantaggi
ai privati.
In un senso più generale, il compito di mettere insieme i diversi attori coinvolti nella filiera potrebbe essere svolto, anche se non
necessariamente secondo Marco Corradi, da un soggetto pubblico.
Opinione condivisa da Michele Alinovi, che vede necessaria la presenza di network che includano diverse professionalità e dove l’ente
pubblico può esercitare il ruolo di garante.
4 ACER è l’agenzia per la casa della regione Emilia-Romagna.
5 ANIT (Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico)
è un ‘associazione nazionale che raggruppa oltre 1.600 progettisti
e un centinaio di aziende.
94
Le barriere
6.5
Bruno Villavecchia
è direttore
Ambiente ed
energia di AMAT
(Agenzia Mobilità
Ambiente Territorio
di Milano);
fondatore del
capitolo italiano
dello European
Forum of
Renewable Energy
Sources, svolge
attività di docenza
universitaria in
Italia e all’estero
6.6
L’INCERTEZZA SUI RISPARMI ENERGETICI
Anche l’incertezza sui risparmi energetici è risultata essere una
delle barriere principali. Marco Zagni, direttore tecnico di Ars Aedificandi6, ribadisce come incertezza ci sia, ancora prima che nei potenziali risparmi, anche negli stessi costi degli interventi di riqualificazione. Una strada per superare questo ostacolo potrebbe essere
la garanzia del risultato.
È il caso citato da Cecilia Hugony, in cui le imprese realizzatrici degli interventi si impegnano a garantire una certa riduzione dei
consumi attraverso una fideiussione bancaria. Un’altra possibilità,
su cui pone molta enfasi e fiducia Marco Corradi, potrebbe essere
rappresentata dai contratti a garanzia di risultato (EPC – Energy Performance Contracts).
Anche Bruno Villavecchia, che crede possibile e auspica una diffusione degli EPC, ricorda però che deve essere chiaro chi si assume
il rischio, e che questo rischio non deve essere a carico dell’utente
finale. Diversamente il sistema non può decollare. In un mercato già
più strutturato, potrebbero esistere prodotti assicurativi atti a fornire
al cliente finale, ed eventualmente anche al soggetto finanziatore, le
adeguate garanzie sui risparmi energetici.
Infine, collegato al tema dei risparmi energetici e di chi ne fruisce, c’è la questione delle abitazioni in affitto. Paolo Landi rimarca
come in alcuni Paesi europei quali l’Olanda, nei casi in cui venga realizzato un intervento di riqualificazione energetica e ci sia una riduzione del costo dell’energia per l’inquilino, l’ammontare del canone
di affitto subisca un adeguamento secondo modalità regolamentate.
LA LIMITATA CONVENIENZA ECONOMICA
La limitata convenienza economica e, di conseguenza, i tempi
di ritorno che possono essere più lunghi rispetto alla durata dei finanziamenti concessi, sono ostacoli rilevanti ma decisamente meno
decisivi di quelli a cui si è già accennato.
In realtà, specie per i privati, esistono linee di credito che prevedono
durate di 10 anni e che quindi dovrebbero essere in linea con la realizzazione degli interventi più comuni e più efficaci sotto il profilo dei costi.
6 Ars Aedificandi è un’azienda che si occupa di ristrutturazioni
e di nuove costruzioni, in Italia e all’estero, membro del Cluster Energia
di Regione Lombardia.
E3=€
95
6
6.7 Paolo Landi
è fondatore
di Adiconsum,
è stato vice
presidente del
Comitato Europeo
Consumatori e,
attualmente,
è componente
del gruppo
di lavoro UE
sull’energia
6.8 IMPRESE E INSTALLATORI POCO QUALIFICATI
Poco rilevante o quantomeno facilmente superabile come barriera è da considerarsi, invece, la presenza di imprese edili e installatori
non affidabili o poco qualificati. Sebbene serva una professionalità
più alta, rimarca Michele Alinovi, questa si potrebbe costruire in poco tempo se nei cittadini ci fosse quell’attenzione e consapevolezza
verso le riqualificazioni energetiche e, soprattutto, la volontà di intraprendere tali azioni.
Valeria Erba riporta che gli operatori devono formarsi secondo
regole chiare e univoche ed essere in grado di comunicare efficacemente le proprie capacità. Al limite, solo per alcune tipologie di
interventi più delicati (come ad esempio il cappotto) potrebbe essere
auspicabile una sorta di patentino che attesti la formazione dell’operatore. In generale, avere figure certificate obbligatoriamente non
aiuterebbe il sistema. Questa linea è condivisa anche da tutti gli altri
intervistati, contrari ad un ennesimo obbligo.
Paolo Landi fa notare che, finché una certificazione rimane facoltativa, il consumatore può ricercarla se la reputa autorevole. Contrariamente, diverrebbe una sorta di pedaggio che si cercherebbe di
assolvere al minor costo e, come ben sintetizza Marco Zagni, il meccanismo si ridurrebbe in breve tempo in un mercimonio. Opinioni
abbastanza concordi sono da segnalarsi anche circa l’effettiva sinergia
tra imprese edili e impiantistiche. Valeria Erba nota come i professionisti termotecnici legati all’impiantistica, in maggioranza, continuino
a spingere solo sugli impianti senza pensare che il loro funzionamento
è ottimizzato qualora anche l’involucro raggiunge buone prestazioni.
Vale anche il viceversa, se pure è più frequente che i tecnici edili si
consultino e cerchino collaborazioni con gli impiantisti.
Infine, Marco Zagni rimarca come non esista una sinergia, quanto piuttosto esiste una pluralità: punti di vista diversi costretti a convivere, che convergono qualora una regia li riconduca a una dimensione d’insieme.
OSTACOLI AMMINISTRATIVI E BUROCRATICI
A detta delle persone coinvolte nell’inchiesta, risultano ancora meno rilevanti gli ostacoli di tipo amministrativo e/o burocratico. Tuttavia,
in termini di promozione lo Stato centrale può fare sicuramente di più.
Marco Corradi sostiene che il Conto Termico non sia sufficiente per interventi profondi, ma le Regioni potrebbero integrare attraverso fondi strutturali. Michele Alinovi lamenta la mancanza di
96
Le barriere
Valeria Erba,
presidente ANIT
(Associazione
Nazionale
Isolamento
Termico e
acustico) dal 2009,
alterna impegni
istituzionali
e consulenze
tecniche nel campo
dell’efficienza
energetica e
acustica in edilizia
certezza circa la continuità degli incentivi e un quadro normativo
che cambia ogni anno. Cecilia Hugony auspica sistemi di incentivazione che prevedano una giusta premialità in funzione dei risparmi
energetici conseguiti. Valeria Erba, seppur parzialmente d’accordo e
osservando come sia poco stimolante mettere quasi sullo stesso livello le riqualificazioni energetiche e le semplici ristrutturazioni, vede
difficile l’attuarsi di tali meccanismi. Propone invece sistemi mirati a
coprire il finanziamento dell’intervento.
Un esempio potrebbe consistere in detrazioni fiscali rivolte direttamente alle imprese che realizzeranno gli interventi, così da abbattere i costi di investimento iniziale e superare l’ostacolo dell’incapienza fiscale. Per quanto riguarda il ruolo che possono svolgere le
amministrazioni e gli enti pubblici, si riscontra una certa convergenza nelle opinioni degli intervistati.
Bruno Villavecchia immagina che le agenzie locali, oltre a promuovere e organizzare iniziative di formazione e informazione,
possano svolgere una funzione di assistenza e accompagnamento
dell’intero processo, in modo da coadiuvare attivamente gli attori
nelle diverse fasi che portano alla realizzazione di interventi, collaborando soprattutto alla rimozione delle barriere che attualmente
impediscono al mercato uno sviluppo adeguato.
Michele Alinovi, in sintonia con questa idea, reputa che le amministrazioni locali debbano attuare due tipi di politiche intersecanti.
Una a livello di governance del processo di riqualificazione, attraverso progetti dove la pubblica amministrazione dispone un protocollo
di intesa7 tra i vari soggetti coinvolti nel network delle riqualificazioni quali gli amministratori di condominio, le imprese, i professionisti, le banche e le assicurazioni. Il secondo asse è la pianificazione
urbanistica strategica di matrice energetica. In breve, lo strumento
chiave è il piano energetico e le possibili leve da sfruttare sono la riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria (U2) e l’incremento volumetrico in caso o di prestazioni energetiche eccellenti o di
contributi energetici perequativi.
Connesso al ruolo dello Stato e dei suoi enti centrali e periferici, c’è il tema degli edifici residenziali di proprietà pubblica. Marco
Corradi riporta che, al momento, gli interventi nel social housing non
sono adeguatamente promossi, sebbene sul tema si stia acquisendo
7 Degli esempi possono essere i progetti Condomini intelligenti (Comune di
Genova), Condomini sostenibili (Comune di Ferrara)
e Patti chiari per l’efficienza energetica (Comune di Milano).
E3=€
97
6
Le barriere
una certa consapevolezza. Il limite è legato ad un approccio per cui
si attende la copertura finanziaria al 100 per cento prima di intraprendere delle azioni.
Purtroppo in questo modo sarà sempre più difficile operare e per
questo sarà fondamentale l’integrazione degli strumenti finanziari e,
in particolare, il ricorso a strumenti innovativi come i contratti EPC.
È questo un pensiero abbastanza condiviso con Bruno Villavecchia,
che vede l’elemento chiave nell’opportunità di accedere a finanziamenti nel rispetto dei vincoli cui si devono attenere gli enti pubblici.
L’EPC costituisce uno strumento utile e la stessa CONSIP tende a
formulare contratti che vanno in questa direzione (si vedano il servizio energia e l’illuminazione pubblica). In generale, gli enti pubblici
devono seguire procedure e regole ben precise, diverse e più vincolate rispetto alla contrattualistica privata, quindi pur restando valido
il principio che regola l’EPC, gli strumenti specifici e la contrattualistica devono essere definite ad hoc, così come il quadro regolatorio
che disciplina gli enti pubblici deve essere eventualmente adeguato
ai nuovi strumenti.
6.9 Marco Zagni
è direttore tecnico
di Ars Aedificandi,
azienda che
si occupa di
ristrutturazioni
e di nuove
costruzioni, in
Italia e all’estero
98
COSTO DEGLI AUDIT ENERGETICI
Per concludere, il costo degli audit energetici non è visto come
una barriera. Anzi, sostiene Bruno Villavecchia, se effettuati correttamente e con i dovuti approfondimenti, essi dovrebbero essere il
primo passo ogni qual volta si vuole realizzare un intervento importante sull’involucro o sull’impianto. Un audit attendibile costituisce, inoltre, una garanzia per l’utente finale e per l’eventuale ente
finanziatore. Tuttavia, provvedimenti che rendano obbligatori
gli audit potrebbero rivelarsi controproducenti, giacché è elevato il rischio che siano vissuti come un mero adempimento
cui ottemperare al minimo costo a scapito della qualità.
A tal proposito, Marco Zagni e Cecilia Hugony citano l’esempio
negativo fornito dalla certificazione energetica che, anche in assenza
di adeguati controlli, ha portato talvolta ad attestati di infimo livello
e dubbia utilità. Si segnala inoltre, come sottolineato da Valeria Erba,
la possibile confusione che potrebbe crearsi proprio tra diagnosi e
certificazione energetica, il tutto a scapito dei cittadini e dell’intero
sistema. Infine, controcorrente è l’opinione di Paolo Landi che, talvolta, vede superflui gli audit energetici, giacché, specie per interventi meno profondi, potrebbe essere sufficiente la condivisione di
best practice.
7
Conclusioni
Il parco edilizio residenziale italiano è in gran parte caratterizzato
da edifici con oltre mezzo secolo di vita ed energeticamente inefficienti. Ciò si traduce in uno spreco energetico di circa 8 miliardi di
tonnellate equivalenti di petrolio.
Eliminare questo spreco è possibile: varie tecnologie, incentrate
sia sugli involucri edilizi sia sugli impianti, fanno sì che le riqualificazioni energetiche siano un percorso che porta alla riduzione dei
consumi in una maniera che può essere finanziariamente sostenibile. Percorso che genera anche positive ricadute sull’insieme del
nostro Paese, tenendo conto che l’edilizia, nonostante la grave crisi
degli ultimi anni, rappresenta ancora un settore chiave della nostra
economia.
In questa monografia si è visto come sia possibile realizzare interventi di efficienza energetica i cui costi si ripaghino attraverso le
minori spese per le bollette energetiche. Si stima che quasi nel 60
per cento del parco residenziale si possano mettere in atto misure di
efficienza energetica che abbiano tempi di ritorno degli investimenti
pari o inferiori a 15 anni. Tuttavia si è osservato come, nella realtà,
solo una piccola frazione di questo potenziale venga sfruttato. Ciò
accade a causa di numerose barriere, tra cui le principali, a giudizio
degli esperti interpellati, sono la mancanza di consapevolezza nei
cittadini, il finanziamento dei progetti e il processo decisionale nei
condomini.
Una strategia per superare questa impasse potrebbe consistere
nello sfruttare appieno le cosiddette finestre d’opportunità, ossia - anche grazie ai benefici economici derivanti dagli incentivi previsti realizzare le riqualificazioni energetiche in occasione di interventi
necessari per il funzionamento, il decoro e la sicurezza di un edificio.
La maggiore convenienza economica che si registra in questi casi è
fondamentale, in quanto riduce i tempi di ritorno degli investimenti
entro i 10 anni, rendendoli compatibili con le durate dei finanziamenti concessi dagli istituti di credito o dai fondi rotativi. È quindi
un’opportunità che può facilitare il superamento della barriera finanziamento.
Oltre al vile denaro, realizzare la riqualificazione energetica contestualmente a opere di manutenzione già di per sé necessarie significa che i fastidi connessi a una ristrutturazione si sarebbero dovuti
comunque sopportare e non sono da considerarsi come un onere
aggiuntivo da sobbarcarsi. Soprattutto, è un momento favorevole per
proporre un intervento di efficienza energetica nel contesto di un
condominio, essendo l’argomento ristrutturazione già all’ordine del
giorno. Inoltre, in un tale contesto è più facile cogliere l’attenzione
E3=€
99
7
Conclusioni
dei condomini e in generale dei cittadini, veicolando dei messaggi
proprio quando sono più disponibili a ricevere tali informazioni.
Si è scritto strategia. Non è un caso. Infatti, se in parte il presentarsi di queste occasioni dipende dall’età e dalle caratteristiche
costruttive dell’edificio, dati di fatto, ci sono comunque almeno tre
aspetti nei cui confronti il decisore politico ha un ruolo attivo: incentivazione, regolamentazione e ruolo esemplare. In questa monografia si è parlato ampiamente di incentivi e di come, spesso, le riqualificazioni energetiche si giustifichino sul piano economico solo grazie
a questi strumenti (in primis le detrazioni fiscali). Allo stato attuale
le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica non sono correlate ai
risparmi energetici conseguiti.
Inoltre, è da rimarcare che, seppur in misura minore (50 per cento anziché 65 per cento), detrazioni sono previste anche per ristrutturazioni che non comportano alcun beneficio in termini di minori consumi. Senz’altro si potrebbe pensare a un sistema che premi
maggiormente chi scelga di ridurre i propri consumi. Non da ultimo,
potenziare il sistema dei fondi rotativi favorirebbe il finanziamento
dei progetti.
Il secondo asse su cui è possibile agire è quello della regolamentazione, indirizzando chi ristruttura un edificio a prevedere opportune misure di efficienza energetica. Con il recepimento della Direttiva 2010/31 si sta andando in questa direzione anche se, comprensibilmente, è complesso trovare un equilibrio tra rischiare di perdere
l’opportunità di ridurre i consumi e disincentivare le ristrutturazioni
ponendo dei vincoli troppo esigenti.
L’esempio delle istituzioni pubbliche è cruciale: far conoscere ai
cittadini le riqualificazioni realizzate concorre a creare consapevolezza verso il tema del risparmio energetico e i benefici, anche economici, che si possono ottenere. Da non tralasciare che un tale ruolo
esemplare stimola la crescita professionale degli operatori coinvolti,
contribuendo allo sviluppo di una filiera efficace.
In conclusione, è quindi fondamentale prevedere, potenziare e
diffondere quegli strumenti che favoriscono e accrescono l’interesse
verso la riqualificazione energetica degli edifici residenziali, avendo ben presente che perdere queste opportunità potrebbe voler dire
bloccare dei potenziali risparmi energetici per tempi molto lunghi.
100
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europeo e del Consiglio sulla prestazione energetica nell’edilizia
istituendo un quadro metodologico comparativo per il calcolo
dei livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di
prestazione energetica degli edifici e degli elementi edilizi
E3=€ 101
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di Sistema RSE 11000396, anno 2011
E. Macchi, S. Campanari, P. Silva, La microcogenerazione a gas
naturale, ed. Polipress
Acronimi
ACS Acqua Calda Sanitaria
CAR Cogenerazione Alto Rendimento
COP Coefficient Of Performance
EER
Energy Efficiency Ratio
EPC
Energy Performance Contract
ESCO Energy Service Company
FER Fonti Energetiche Rinnovabili
GUE Gas Utilization Efficiency
NZEB Near Zero Energy Building
RNI
Risparmio Netto Integrale
RSL Risparmi Specifico Lordo
RVC Richiesta di Verifica e Certificazione
SESEU Sistemi Equivalenti ai Sistemi Efficienti di Utenza
SEU Sistemi Efficienti di Utenza
TEE
Titoli di Efficienza Energetica
UFR Unità Fisica di Riferimento
E3=€ 103
RSEview
RIFLESSIONI SULL’ENERGIA
“Anche la ricerca sui temi dell’efficienza energetica è un tema
di ricerca di sistema; un sistema che non ha al centro l’esigenza
del bilanciamento generazione/carico quanto quella
del rapporto tra profondità ed estensione dell’intervento.
Iniziative molto profonde e radicali possono essere meno
preferibili di iniziative meno severe ma più estese
quantitativamente in ciò determinando la necessità di indagare
anche le condizioni al contorno che possono portare
gli interventi di efficienza negli edifici dall’essere una buona
pratica ad essere una opportunità”.
dalla premessa di Stefano Besseghini,
Presidente e Amministratore Delegato RSE
“Il dato di partenza non è dei migliori. In Italia, gran parte
del parco edilizio residenziale conta oltre mezzo secolo di vita e,
conseguentemente, la sua efficienza energetica merita – superfluo
sottolinearlo – un aggiornamento. Questa carenza genera uno
spreco intollerabile sotto il profilo economico e un problema sotto
il profilo ambientale. Argomenti noti e che ora escono dal libro
delle buone intenzioni per entrare in quello delle concrete
soluzioni. Il salto di qualità è reso possibile dalla disponibilità di
tecnologie in grado di dare risposte ad esigenze ormai indifferibili.
Nei capitoli di questo volume si può constatare uno scenario
proiettato nel futuro ma già a portata di mano… potendo disporre
di competenze riconosciute ed esperienze collaudate. Pertanto,
la riqualificazione edilizia viene interpretata nelle sue svariate
sfaccettature, anche normative, in un’ottica di sostenibilità
energetica e necessariamente di sostenibilità finanziaria.
Questa monografia non è un libro dei sogni, ma il contributo
ad un progetto nel quale si identificano, auspicabilmente,
un Paese e i suoi cittadini. Entrambi consapevoli che riqualificare
il patrimonio edilizio è una testimonianza di civiltà”.
Editrice Alkes
RSE SpA - Ricerca sul Sistema Energetico - sviluppa attività di ricerca nel
settore elettro-energetico, con particolare riferimento ai progetti strategici
nazionali, di interesse pubblico generale, finanziati con il Fondo per la
Ricerca di Sistema. Fa parte del Gruppo GSE SpA, interamente a capitale
pubblico.
RSE implementa attività congiunte con il sistema della pubblica amministrazione
centrale e locale, con il sistema produttivo, nella sua più ampia articolazione,
con le associazioni e i raggruppamenti delle piccole e medie imprese
e le associazioni dei consumatori.
RSE promuove e favorisce lo sviluppo delle professionalità di domani
promuovendo tutte le occasioni di supporto allo svolgimento di attività
di formazione e divulgazione legate ai temi di ricerca svolti. L’attività
di ricerca e sviluppo è realizzata per l´intera filiera elettro-energetica
in un´ottica essenzialmente applicativa e sperimentale, assicurando
la prosecuzione coerente delle attività di ricerca in corso e lo sviluppo di
nuove iniziative, sia per linee interne sia in risposta a sollecitazioni esterne.
RSE dispone di un capitale umano che rappresenta un patrimonio unico
di competenze ed esperienze, la cui difesa e sostegno rappresenta
una condizione necessaria per consentire lo sviluppo di politiche
di innovazione in un settore di enorme rilevanza per il Sistema Paese
come quello energetico.
ISBN 978-88-907527-5-9
9 788890 752759
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