...

Amore, ecco, mi arrendo: sarò il tuo splendore

by user

on
Category: Documents
8

views

Report

Comments

Transcript

Amore, ecco, mi arrendo: sarò il tuo splendore
 Amore, ecco, mi arrendo: sarò il tuo splendore in eterno. DALLE PUNTATE PRECEDENTI sabato pomeriggio Che tipo di Anti-­‐Cristo sono, se lo sono? Egli credeva in ciò, ma non amava che se stesso. Credeva in Dio, ma nel fondo dell'anima involontariamente e senza rendersene conto preferiva se stesso a Lui. Vladimir Solov’ev Ecco i pericoli da cui Solov’ev ci ha messo in guardia: -­‐
vivere il vangelo senza Cristo: cercare di ridurre il vangelo, il messaggio di Gesù, i comandamenti a pura, semplice e buona morale; -­‐
essere cristiano senza avere un rapporto con Gesù: sono cristiano solo nominalmente, perché sono stato battezzato, ma senza un’adesione affettiva, personale, di cuore e di amore; -­‐
andare a messa senza credere: cadere o meglio scadere nella viziosa abitudine di partecipare alla messa, dove non vengono più messi in gioco gli affetti, le scelte, il pensiero e l’amare, ma solo un obbligo da togliersi di mezzo il prima possibile. Ho riconosciuto qualche “annuncio o presagio” attorno a me ? Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati, messaggi. Che mi sarebbe difficile comunicare ad altri, definire, tradurre in parole, ma che appunto per ciò mi si presentano come decisivi. Sono annunci o presagi che riguardano me e il mondo insieme e di me non gli avvenimenti esteriori dell'esistenza ma ciò che accade dentro, nel fondo; e del mondo non qualche fatto particolare ma il modo d'essere generale di tutto. Italo Calvino Ecco i alcuni spunti per imparare a intra-­‐vedere (vedere dentro) : -­‐
il vaso di creta: che cosa vedi? Un vaso vuoto, un’anfora,…, “vedo”: questo tesoro lo portiamo in vasi d'argilla (san Paolo)/ Io sono sceso nella bottega del vasaio ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si guastava il vaso che egli stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli rifaceva con essa un altro vaso, come ai suoi occhi pareva giusto (Geremia); -­‐
la porta: che cosa vedi? Una porta aperta, o chiusa, bella o brutta,…, “vedo”: se uno entra attraverso di me, sarà salvo, entrerà e uscirà e troverà pascolo (Giovanni)/bussate e vi sarà aperto (Luca)/ Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui, ed egli con me (Apocalisse)/ com’è difficile aprile la porta del cuore Signore, che bello trovare delle porte aperte nella vita, che triste la porta chiusa. 2 LE PAROLE DEL CUORE DI SANDRINO AQUILANI Mi ardono nel cuore
mondi che non ho mai visto
parole che non ho mai sentito
toccano l'anima mia
come angeli venuti dal cielo.
Posso attraversare il mondo
incontrare i sentimenti
quelli di tutta la gente.
Posso ascoltare leggere le parole del
cuore con i messaggi che mi rivelano
allontanare la mia sofferenza.
Non so quale è la mia strada
non conosco gli amici di domani
le mie lacrime si chiedono
perché la mia anima sorride
perché il mio cuore s'illumina
perché la mia vita risplende
e non ho mai chiesto così tanto.
Posso tornare a essere felice
rapito dai suoni della tua voce
dimenticare che cos'è la paura
cancellare l'ansia del tempo che
passa. TI CONDURRÒ NEL DESERTO E TI FIDANZERÒ: IL CUORE SORGENTE DELLA VITA Complesso, ricco, mutevole, come la vita, il cuore sfugge a ogni indagine puramente razionale. da Aprire il proprio cuore, di Michel Evdokimov Il percorso sulla vita interiore ci ha condotto a riflettere sul fatto che essa trova origine, fonte, dimora nel profondo di noi stessi. In un luogo che i nostri padri del deserto chiamano cuore. Quando parliamo di cuore nella vita interiore, non s’ntende semplicemente l’organo della vita, perché pompa il sangue a tutto il corpo, e nemmeno semplicemente come la sede del sentimento, dell’amore, ma piuttosto questo, quello e l’organo della conoscenza. Il cuore – secondo la Bibbia e la tradizione cristiana orientale e non solo -­‐ è il trono della ragione. E’ il luogo dove maturano i sentimenti e le scelte, le sofferenze e le promesse da realizzare, la ragionevolezza che fa meditare, attendere e la passione che muove, sprona, stana. Ecco perché nel nostro percorso alla riscoperta della vita interiore, siamo chiamati e sollecitati a compiere un tuffo all’interno di noi stessi, al cuore del cuore, dove si può intravvedere l’universo, “mi basta un’immersione nell’animo e vedo l’universo” – come dice la nostra amica Alda Merini. Tuffarci al cuore del nostro cuore, significa aprire questo cuore, che è già in noi, che non dobbiamo inventare, o fare chissà quali sforzi mentali per cercarlo. Quello che conta in questo tuffo nel cuore del nostro cuore è trovarne la chiave, comprendere che cosa può spalancare la sua porta affinché non solo un’aria nuova, rinnovatrice, vi possa entrare e sfondare ogni finestra in esso chiusa, ma soprattutto per incontrare colui che dimora nel 3 cuore del nostro cuore, ossia Lui, il mio Signore. Lui, il Signore mi attende lì, come un innamorato attende la sua amata, e, per chi ha occhi che desiderano vederlo, mi indica continuamente la via per condurci a Lui, al suo abbraccio, alla sua Parola calda, alla sua tenerezza, alla sua carezza consolante sul viso nel gesto di raccogliere le nostre lacrime. Il cuore è al centro della vita, all’interno di tutte le nostre attività, gli affetti, i pensieri, le ragioni, i sentimenti, le emozioni che tessono la trama delle nostre relazioni, delle nostre esistenze. Si può identificare come l’io profondo dell’individuo dove il tutto della persona risiede. Il profeta Osea narrava bene questa esperienza, ascoltiamo. Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acòr in porta di speranza. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d'Egitto. E avverrà in quel giorno -­‐ oracolo del Signore -­‐mi chiamerai: Marito mio, e non mi chiamerai più: Mio padrone. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore (2,16-­‐22). E parlerò al tuo cuore. Dio parla al cuore. Egli narra al cuore dell’uomo di ogni tempo le sue tenerezze e in questo intimo incontro ogni padronanza si trasfigura in libertà, ogni malignità si trasforma in benevolenza e amore, ogni legame spezzato si rigenera in nuove alleanze, in rinnovati fidanzamenti e conosceremo il Signore e noi stessi. Il cuore può divenire dimora di alleanze divine, casa di fidanzamento, di passione, amore, scelte, terra feconda di sposalizio fra me e Lui, fra la mia vita e la sua vita, fra i miei gesti e i suoi gesti, fra la mia parola e la sua Parola, fra i miei occhi e i suoi occhi. Quale miracolo è il cuore! Quale potenza abbiamo! VA VERSO IL TUO CUORE: LA CONFIDENZA, LA MISERICORDIA, LA FECONDITÀ, IL SILENZIO E IL BACIO Tutto si muove nel silenzio. Occhi distratti si accorgono a malapena del cuore che bussa alla vita, attimo dopo attimo. Ora che abbiamo compreso l’importanza del cuore nella vita interiore, ci possiamo chiedere come intraprendere il cammino verso il cuore. Come tuffarci nel cuore del mio cuore e fare esperienza di me stesso e di Lui, di me stesso in Lui, e vedermi, conoscermi, amarmi e amarci come Lui mi vede, mi conosce, mi ama e ci ama. 4 Tuffarci nel cuore del cuore, nella parte più intima di se stessi chiede lo sforzo della confidenza, della misericordia, della fecondità, del bacio e del silenzio. La confidenza. La parola “confidarsi”, porta in sé il significato di abbandonarsi all’altro, a un amico, a Dio (nel nostro caso) che diventa, appunto, l’amico del cuore. A questa persona del cuore si parla a cuore aperto, sinceramente, senza veli, perché abbiamo avuto l’intuizione che la parola confidata viene depositata in un altro cuore capace di custodirla. Si tratta di condividere i tesori del proprio cuore con chi può davvero comprenderli. Andare al cuore significa iniziare a confidarsi con Dio, a raccontargli la nostra vita, a narrare le nostre vicende, quelle più nascoste, quelle più dure ma anche quelle più luminose. Un buon esercizio: fermati qualche minuto, facendo lo sforzo di credere, di essere davanti al Signore, e comincia a parlare di te, delle tue scelte e dei tuoi progetti. La misericordia. La parola “misericordia” è composta di due termini latini: misereo (= pietà) cord-­‐cordis (= cuore). Questa espressione rappresenta l’atteggiamento della pietà nel senso nobile del termine, ossia avere un cuore sensibile alla sventura del prossimo, alla sua miseria, alla sua povertà o debolezza. Gesù ci dice Siate misericordiosi com’è misericordioso il Padre vostro; in questo modo ci sta dicendo che abbiamo la possibilità, o meglio, la potenzialità di avere lo stesso cuore del Padre, di essere così in comunione con Lui da divenire un cuore solo, a tal punto che il nostro cuore possa essere il cuore stesso del Padre. Andare al cuore significa affrontare qualsiasi paura o timore, dubbio o perplessità, perché abbiamo un grande progetto da realizzare: essere misericordiosi come il Padre, avere lo stesso cuore. In questo cammino verso il cuore del nostro cuore dove dimora Lui c’è un obiettivo, una meta, una promessa che si realizzerà: avere lo stesso cuore del Padre. Un buon esercizio: ripeti con calma durante la tua giornata il versetto evangelico: Siate misericordiosi com’è misericordioso il Padre vostro; facendo memoria che nel tuo cuore c’è il cuore del Padre che deve essere spolverato perché possa risplendere con tutta la sua Bellezza. La fecondità. La parola “fecondità” ci ricorda che siamo tutti “gravidi” o “incinti” se piace di più. Tutti noi portiamo nel grembo, nel cuore del nostro cuore, il seme di Dio, 5 la sua eternità che ci è stata piantata nel giorno del Battesimo, quella scintilla di Dio che ci appartiene, che desidera brillare e fecondare tutta la nostra vita per divenire manifestazione. Andare al cuore è intraprendere un viaggio di fecondità. E’ sforzarsi di credere davvero che essere figli di Dio è una realtà, è un seme che ha bisogno di essere custodito, amato, annaffiato, perché cresca. Andare al cuore significa diventare dei buoni agricoltori. Dio ha seminato e noi coltiviamo. Andare al cuore con la consapevolezza di essere già stati fecondati dalla presenza di Dio, potrebbe farci tremare le gambe e temere, ma possiamo sforzarci di andare oltre il tremolio delle gambe, oltre il dubbio dello stesso cuore, oltre ogni possibile domanda, oltre il timore o la paura, per realizzare finalmente il silenzio in noi e partorire, donare, annunciare. Un buon esercizio: quando ci troviamo in alcune situazioni dove è chiara la chiamata al dono, alla testimonianza, all’andare oltre la pigrizia, o la timidezza, cerchiamo di rispondere con qualche piccolo gesto, ben sapendo che lo stiamo facendo per imparare a tuffarci nel cuore del nostro cuore, che è la mia intimità abitata. Il silenzio. La parola “silenzio” non è una parola, ma silenzio – appunto. E’ un’esperienza, un vissuto, una paura, una possibilità, una sfida e, a volte, una conquista. Nel percorso della vita interiore è necessario educare tutta la nostra persona al silenzio, al non parlare per far parlare qualcos’altro o, meglio, qualcun altro. Se vogliamo imparare ad ascoltare abbiamo bisogno di allenarci a tacere. Solo facendo silenzio si sentono i rumori che ci stanno attorno e soprattutto si riconoscono i suoni che dimorano nel cuore del nostro cuore, si intravedono i segni, i gesti, i semi, la fecondità, il tocco di Dio e il suo Soffio che ridesta la vita divina in ciascuno di noi. Nella vita interiore, in questo andare alla sorgente del cuore, siamo chiamati ad abitare il silenzio che spazia nel cuore stesso dell’uomo. Dio crea nel silenzio della notte, Cristo si abbandona alla volontà nel silenzio del Padre e nel silenzio del sepolcro vince la morte e strappa la vita alla condanna eterna. Nel silenzio Dio ci ha fecondati con l’acqua del Battesimo e nel silenzio della brezza leggera di Elia il Signore ci conduce alla pienezza della gioia, chiamandoci a seguirlo. Andare al cuore significa intraprendere il duro cammino del silenzio. Cominciando a fare ordine nella propria vita, a far tacere le voci che ci distraggono dando loro il giusto peso, spazio, tempo. Le voci si tacciono solo se messe in relazione con il Signore, 6 con la sua Parola e con l’aiuto di una guida spirituale. Il silenzio va a braccetto con la solitudine; se entriamo nella solitudine, impareremo a far silenzio e viceversa. “Cerca di conquistarti spazi di solitudine e tempi di silenzio, ne trarrai giovamento tu stesso e, assieme a te, anche quelli che ti stanno intorno”; “Solitudine e silenzio sono il tempo delle radici, delle profondità, in cui ricevi la forza per essere te stesso, pe r pensare, per coniare una parola tua” da Va’ verso il tuo cuore, di Enzo Bianchi Un buon esercizio: prendi la tua agenda e stabilisci un tempo e uno spazio di possibile solitudine, per fermarti e fare un esercizio di silenzio che dura qualche minuto. Fissati un appuntamento con il silenzio. Puoi ripetere un versetto della Parola di Dio, un canto che ti aiuta a metterti davanti a te stesso e a Dio con consapevolezza. Comincia con pochi minuti, chissà forse poi comincerà a piacerti e a gustarne i frutti. Il bacio. Il “bacio” rivela l’amore e la bellezza dell’amore; A voi, che potete restituirmi la Bellezza e il tepore di un caldo Bacio sulle labbra. Possiamo affermare che il bacio, il bacio vero degli amanti, può ben rappresentare quel gesto che racchiude tutta la vita interiore. Il bacio, infatti, c’è quando matura la confidenza e l’intimità tra due persone, quando si è pronti ad aprire lo scrigno del proprio cuore che passa attraverso le labbra. Il bacio è atto di misericordia: Era il tempo della misericordia, del bacio sulla pelle; due cuori che si incontrano, si accolgono anche nelle debolezze, che hanno pietà l’uno per l’altro. Il bacio è fecondità, è seminagione di speranza, di affetti caldi e puri, di promesse, di progetti, di slanci verso il futuro, di fede; nel suo grembo il bacio porta a compimento la vita di un amore. E, infine, il bacio è esperienza di silenzio: il vero bacio, infatti, attutisce ogni rumore interiore ed esteriore, puoi sentire solo il cuore, il suo battito, l’amore e le parole dell’amore. Andare al cuore significa educarci al bacio santo (santo per non dimenticarci che c’è pure il bacio di Giuda, il bacio dell’inganno e del tradimento): la donna peccatrice in san Luca (7,36-­‐38) bacia i piedi di Gesù e li cospargeva di profumo; nel cantico dei cantici (1,1-­‐4) si narra dell’amore di Dio per l’umanità con i baci donati con i baci della sua bocca. Non abbiamo paura di entrare in intimità con Dio, di baciare il nostro Dio e di farci baciare da Lui con la sua consolazione, le sue tenerezze, il suo profumo, la pace. Un buon esercizio: impara a baciare bene chi ami. Ossia comincia a dosare il peso dei gesti dell’amore che compi. Non tutto è giusto, non tutto va bene. Il gesto dell’amore per essere autentico, sincero, senza tornaconto, si fonda con 7 l’amore. Non possono essere slegati. Il rischio è che da bacio santo diventi bacio di tradimento, di possesso, di ab-­‐uso (eccesso di uso o nell’uso). Altro esercizio: baciare la parola di Dio dopo averla pregata, o un crocifisso dopo averlo guardato con verità, baciare l’amata/o dopo aver compreso che è un dono prezioso di Dio per la propria salvezza. LA PREGHIERA RESPIRATA sabato sera Canto Preghiera di compieta… Canto Insieme: Mostrati, Signore; a tutti i pellegrini dell'assoluto, vieni incontro, Signore; con quanti si mettono in cammino e non sanno dove andare cammina, Signore; affiancati e cammina con tutti i disperati sulle strade di Emmaus; e non offenderti se essi non sanno che sei tu ad andare con loro, tu che li rendi inquieti e incendi i loro cuori; non sanno che ti portano dentro: con loro fermati poiché si fa sera e la notte è buia e lunga, Signore. (D.M. Turoldo) Dal libro del profeta Osea(2,16-­‐22) Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acòr in porta di speranza. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d'Egitto. E avverrà in quel giorno -­‐ oracolo del Signore -­‐ mi chiamerai: Marito mio e non mi chiamerai più: Mio padrone. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore. Canto Insieme Amore, che mi formasti a immagine dell’Iddio che non ha volto, Amore che sì teneramente mi ricomponesti dopo la rovina, Amore, ecco, mi arrendo: sarò il tuo splendore in eterno. Amore, che mi hai eletto fin dal giorno che le tue mani plasmarono il corpo mio, Amore, celato nell’umana carne, ora simile a me interamente sei, Amore, ecco, mi arrendo: sarò il tuo possesso in eterno. Amore, che al tuo giogo anima e sensi, tutto mi hai piegato, Amore, tu m’involi nel gorgo tuo, il cuore mio non resiste più, ecco mi arrendo, Amore: mia vita ormai eterna. (D.M. Turoldo) Canto 8 IN ASCOLTO DELLA PAROLA domenica mattina Lodi e ascolto della Parola di Dio Invocazione alla Spirito Santo Vieni, o Spirito del cielo, manda un raggio di tua luce manda il fuoco creatore. Misterioso cuore del mondo, o bellezza salvatrice, vieni dono della vita. Tu sei il vento sugli abissi, tu il respiro del primo Adamo ornamento a tutto il cielo. Vieni, luce della luce, delle cose tu rivela la segreta loro essenza. O tu Dio in Dio amore, tu la luce del mistero, tu la vita di ogni vita. Vieni, o Spirito del cielo, manda un raggio di tua luce manda il fuoco creatore. (D.M. Turoldo) Dal libro del profeta Osea(2,16-­‐22) Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acòr in porta di speranza. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d'Egitto. E avverrà in quel giorno -­‐ oracolo del Signore -­‐ mi chiamerai: Marito mio e non mi chiamerai più: Mio padrone. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore. Vie per l’ascolto Chi è il profeta Osea. Osea introduce nella Bibbia i diversi libri dei profeti minori. La storia di Osea è molto drammatica. Sua moglie, Gomer, lo lascia per darsi alla prostituzione sacra. Questo fatto però non fa morire il suo amore per lei, anzi, pagherà una somma di denaro per riscattarla e ricondurla a casa e continuare ad amarla. Presto, nella tradizione cristiana, questo testo, come accade pure nel Cantico dei cantici, viene visto simbolicamente come il rapporto tra Dio e l’umanità, tra questo Dio che non smette di amare il suo popolo che continua ad abbandonarlo per seguire nuovi idoli. Il testo che abbiamo ascoltato ci indica il passaggio fondamentale del recupero dell’amata in tutta la sua persona, a partire dal cuore. Nei versetti ascoltati c’è tutto quello che “serve” per crescere nella vita spirituale: -­‐ il desiderio dell’incontro da parte di Dio (l’attirerò a me) che ci attende sempre perché ci basta una vera immersione nell’anima per vedere, incontrare Dio. -­‐ il deserto: luogo di solitudine e silenzio, di intimità e di presenza di Dio; 9 -­‐ il cuore: dimora degli affetti e delle decisioni, luogo dell’esperienza dell’amore, del perdono, della speranza, del recupero delle relazioni (mio marito e mia sposa) -­‐ l’amore di Dio e per Dio che conduce alla vera conoscenza del Signore. Domande per il tempo di silenzio -­‐ Sapere che Dio ci attende, quali sentimenti, pensieri, …, fa sorgere nel tuo cuore? -­‐ Quali sono le fatiche maggiori che incontri pensando a questo cammino verso il tuo cuore? _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ Dal Vangelo secondo Luca (7,36-­‐38) In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice”. Gesù allora gli disse: “Simone, ho una cosa da dirti”. Ed egli: “Maestro, di' pure”. “Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?”. Simone rispose: “Suppongo quello a cui ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. E volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. Allora i commensali 10 cominciarono a dire tra sé: “Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va' in pace!” Vie per l’ascolto Questa donna si mette dietro a Gesù e s’inginocchia ai suoi piedi. Stare dietro e in ginocchio sono le prime manifestazioni fisiche del vero discepolo Nel percorso verso il cuore del nostro cuore per incontrare Colui che vi abita, siamo provocati da questa donna che con i suoi atteggiamenti ci invita a fare altrettanto, a stare dietro al Signore e ai suoi piedi, perché basta Lui a essere davanti a noi e bastano i suoi piedi, il suo passo, per trovare e seguire la via. Allo “star dietro” deve corrispondere la scelta interiore di essere discepoli del Signore: Lui ha qualcosa da dire a me ed io la voglio conoscere. All’“inginocchiarsi” deve corrispondere il gesto umile di colui che sa di essere mancante, che si sente dentro lo sguardo misericordioso di Dio, quello sguardo che ci porta al bacio e alle lacrime. E giungiamo al grande gesto del bacio, bagnato dalle lacrime. Bacio santo, bacio di amore, bacio di tenerezza, intimità, affetto, silenzio. Siamo chiamati a fare esperienza di questo bacio santo nella vita di ogni giorno e con il nostro Dio. Un bacio accompagnato da lacrime e profumo. Lacrime per la consapevolezza delle proprie povertà, debolezze e fatiche nell’essere discepoli del Signore e nel credere veramente in Lui e nel suo amore; profumo per il desiderio di metterci del nostro in questo amore, in questa intimità. E’ quel profumo che può avere la nostra vita, il buon odore di Cristo che portiamo nella nostra carne dal giorno del Battesimo, che attende con ansia di essere sparso abbondantemente sulla terra. Domande per il tempo di silenzio -­‐ Lo stare dietro e in ginocchio: sono atteggiamenti che mi appartengono? -­‐ Hai mai fatto esperienza del “bacio santo” nel tuo rapporto con il Signore e con la sua Parola? _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ 11 Dal Libro dell’Apocalisse (3,20) “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed Egli con me.” Vie per l’ascolto A conclusione di quest’ascolto della Parola di Dio, ho scelto le parole dell’Apocalisse che ci offrono nuovamente la direzione del nostro cercare. Non siamo chiamati a tuffarci nel cuore del nostro cuore per perverso intimismo che ci fa dimenticare tutto e tutti, ma per incontrare chi abita il mio cuore. Per dimorare con Colui che ha deciso di prendere casa dentro di noi. Sono alla porta del tuo cuore e busso! Ma direi di più: Cristo è già entrato, altrimenti non sareste qui. Cristo Risorto, come abbiamo già detto molte volte, è già nel nostro cuore, già gli abbiamo aperto più volte nella nostra vita, forse siamo noi usciti di casa. Cristo vuole cenare con ciascuno di noi. E’ seduto alla tavola del nostro cuore in attesa che noi ci presentiamo all’appuntamento. Cerchiamo di non mancare e di vivere questo tempo cenando e chiacchierando con Lui facendo tesoro di tutto quello che è stato seminato in noi. Domande per il tempo di silenzio Hai mai percepito questa presenza del Signore nella tua vita, nel tuo cuore? _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ Per iniziare il tempo del silenzio Il mio cuore, è davanti a te, o Signore, si sforza ma da solo non può farcela: ti prego fa' tu, ciò che egli non può. Introducimi nella cella del tuo amore: te lo chiedo, te ne supplico, busso alla porta del tuo cuore. E tu che mi fai chiedere, concedimi di ricevere. Tu che mi fai cercare, fa' che ti trovi. Tu che mi esorti a bussare, apri a chi bussa. O Signore, da te mi viene il desiderio, da te mi venga anche l'appagamento. Anima mia, sta unita a Dio, anche importunamente, e tu Signore non la rigettare, essa si consuma d'amore per te. Ristorala, confortala, saziala con il suo amore e il tutto affetto. Il tuo amore mi possieda totalmente, perché con il Padre e con lo Spirito Santo, tu sei il solo Dio benedetto nei secoli dei secoli. (Sant’Anselmo d’Aosta) 12 
Fly UP