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RICOMINCIAMO !! - Diocesi di Assisi - Nocera Umbra

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RICOMINCIAMO !! - Diocesi di Assisi - Nocera Umbra
N. 1 GENNAIO 2014 - ANNO XXXII - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983
RICOMINCIAMO !!
LA PAROLA DEL VESCOVO
RICOMINCIAMO
Quale parola più appropriata per
l’inizio di un anno? Persino a suon di
proverbi: “Anno nuovo vita nuova!”.
Il cristianesimo è nato come annuncio di novità. Cristo è la novità, la
sorpresa di Dio nel mondo. Lo sarà
fino alla fine. Il libro dell’Apocalisse,
programma dei “nuovi cieli e della
nuova terra”, vibra della promessa di Dio:
“Ecco, io
faccio nuove tutte le cose” (Ap. 21,5).
Al bando lo scoraggiamento. Non è cristiano. Ci possono
essere mille motivi per arrendersi alle fatiche del quotidiano, ma ce n’è uno che li bilancia tutti sul versante della speranza: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla
fine del mondo” (Mt 28,20). I mesi che abbiamo davanti
sono di particolare importanza nel cammino della nostra
Chiesa. Il Sinodo diocesano chiama le comunità a una
riflessione corale, che ci faccia prendere coscienza dei
nostri contesti e dei nostri problemi, per interrogarci su
quello che il Signore ci chiede. Attraverso la riflessione
comune cresce innanzitutto la consapevolezza di essere
una grande famiglia. Ci scambiamo i nostri punti di vista
per poter meglio decifrare la realtà.
Il cammino non è tutto da inventare. È , in fondo, il cammino di sempre, il vangelo. Nient’altro che il vangelo. Ma
applicato al nostro tempo, vissuto con entusiasmo rinnovato, sorprendendoci ancora per quanto il Signore ha
fatto per noi. Dentro il cammino di sempre ci sono cose
che non mutano, ma anche cose che devono essere mutate. Non si può essere prigionieri del “si è fatto sempre
così”. Sarebbe altrettanto insano immaginare un Chiesa
e un mondo in cui cambia tutto.
Il nostro cammino di Chiesa – non lo dimentichiamo – si
intreccia al faticoso cammino della società in questo momento di crisi. Il Sinodo è anche attenzione a ciò che ci
sta intorno. Specialmente al mondo della povertà, nelle
sue mille espressioni.
Auguri di Buon Anno a tutti!
+ Domenico, vescovo
SOMMARIO
Editoriale del vescovo
Il cammino sinodale
2
Il Vescovo in Messico
4
6
8
Un ponte per la pace
9
Il ricordo di alcuni personaggi
Giovani preti in ritiro
Ritiro del clero
Capitolo monache Agostiniane
Studenti in visita al Vescovado
Agenda di GENNAIO 2014
2
Chiesa Insieme
GENNAIO 2014
10
11
12
IN CAMMINO
SINODALE
I. Introduzione sulla natura e finalità del
sinodo diocesano
Il canone 460 descrive il sinodo diocesano come “riunione
(‘coetus’) di sacerdoti e di altri fedeli della Chiesa particolare, scelti per prestare aiuto al Vescovo diocesano in ordine
al bene di tutta la comunità diocesana”.
1. La finalità del sinodo è quella di prestare aiuto al Vescovo
nell’esercizio della funzione, che gli è propria, di guidare la
comunità cristiana.
Tale scopo determina il particolare ruolo da attribuire nel
sinodo ai presbiteri, in quanto “saggi collaboratori dell’ordine episcopale e suo aiuto e strumento, chiamati al servizio
del popolo di Dio”. Ma il sinodo offre anche al Vescovo l’occasione di chiamare a cooperare con lui, insieme ai sacerdoti, alcuni laici e religiosi scelti, come un modo peculiare
di esercizio della responsabilità, che concerne tutti i fedeli,
nell’edificazione del Corpo di Cristo.
Il Vescovo esercita, anche nello svolgimento del sinodo,
l’ufficio di governare la Chiesa affidatagli: decide la convocazione, propone le questioni alla discussione sinodale,
presiede le sessioni del sinodo; infine, quale unico legislatore, sottoscrive le dichiarazioni e i decreti e ne ordina la
pubblicazione.
Il sinodo è, in questo modo, “contestualmente e inseparabilmente, atto di governo episcopale ed evento di comunione, esprimendo così quell’indole di comunione gerarchica
che appartiene alla natura profonda della Chiesa”. Il Popolo di Dio non è, infatti, un aggregato informe dei discepoli
di Cristo, bensì una comunità sacerdotale, organicamente
strutturata fin dall’origine conformemente alla volontà del
suo Fondatore, che in ogni diocesi fa capo al Vescovo come
principio visibile e fondamento dell’unità e unico suo rappresentante. Qualunque tentativo, quindi, di contrapporre il
sinodo al Vescovo, in virtù di una pretesa “rappresentanza
del Popolo di Dio”, è contrario all’autentica impostazione dei
rapporti ecclesiali.
2. I sinodali sono chiamati a “prestare aiuto al Vescovo diocesano” formulando il loro parere o “voto”
circa le questioni
da lui proposte;
tale voto è detto
“consultivo”
per
significare che il
Vescovo è libero di accogliere o
meno le opinioni
manifestate
dai
sinodali. Tuttavia,
ciò non significa
trascurarne l’importanza,
quasi
fosse una mera
consulenza “esterna”, espressa da
chi non ha alcuna responsabilità
nell’esito finale del
sinodo: con le loro
esperienze e i loro
consigli, i sinodali
collaborano attivamente nell’elaborazione
delle
dichiarazioni e dei
decreti, che verranno giustamente chiamati “sinodali”, dai quali il governo episcopale della diocesi
ricaverà in futuro ispirazione.
Da parte sua, il Vescovo dirige effettivamente le
discussioni durante le sessioni sinodali e, da vero
maestro della Chiesa, insegna e corregge quando
occorre. Dopo aver sentito i membri, a lui spetta
il compito di discernimento, e cioè di “esaminare
tutto e ritenere ciò che è buono”, nei confronti dei
diversi pareri espressi. Sottoscrivendo, terminato il
sinodo, le dichiarazioni e i decreti, il Vescovo impegna la sua autorità in tutto quanto in essi si insegna
o si comanda. La potestà episcopale viene in questo modo
attuata in conformità al suo significato autentico, e cioè
non come imposizione di una volontà arbitraria, ma come
un vero ministero, che comporta “ascoltare i sudditi” e
“chiamarli a cooperare alacremente con lui”, nella comune
ricerca di ciò che lo Spirito chiede nel momento presente
alla Chiesa particolare.
3. Comunione e missione, in quanto aspetti inscindibili
dell’unico fine dell’attività pastorale della Chiesa, costituiscono il “bene di tutta la comunità diocesana” che il can.
460 indica come scopo ultimo del sinodo.
I lavori sinodali mirano a fomentare la comune adesione
alla dottrina salvifica e a stimolare tutti i fedeli alla sequela di Cristo. Poiché la Chiesa è “inviata al mondo ad
annunziare e testimoniare, attualizzare ed espandere il
mistero di comunione che la costituisce”, il sinodo cura anche di favorire il dinamismo apostolico di tutte le energie
ecclesiali sotto la guida dei legittimi Pastori. Nella convinzione che ogni rinnovamento comunionale e missionario
ha come indispensabile premessa la santità dei ministri di
Dio, non dovrà in esso mancare un vivo interessamento
per il miglioramento del costume di vita e della formazione del clero e per lo stimolo delle vocazioni.
Il sinodo, quindi, non solo manifesta e attua la comunione diocesana, ma anche è chiamato a “edificarla” con le
PREGHIERA PER IL SINODO
O Cristo, nostra via,
a te ci affidiamo, in te confidiamo.
Sulle tue orme desideriamo camminare,
ascoltando la tua Parola,
e con essa avviandoci al Sinodo
che ci impegnerà a riflettere e a decidere,
perché la fede in te torni ad essere,
in queste nostre terre benedette,
criterio di vita, principio di amore,
motivo di speranza.
Rendici capaci di “camminare insieme”,
mettendo insieme i nostri doni.
Effondi su di noi il tuo Santo Spirito,
perché i nostri pensieri e le nostre parole
vengano solo da te e sempre tornino a te.
Ascolta la voce della Vergine Madre e dei nostri
Santi,
che intercedono per noi.
Sii sempre, Gesù, benedetto,
con il Padre e lo Spirito Santo,
Dio unico e trino,
nei secoli eterni. Amen.
Chiesa Insieme
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sue dichiarazioni e i suoi decreti. Occorre perciò che nei documenti sinodali venga operosamente accolto il Magistero
universale e applicata la disciplina canonica alla diversità propria di quella determinata comunità cristiana. In effetti, il
ministero del Successore di Pietro e il Collegio Episcopale non sono una istanza estranea alla Chiesa particolare, ma un
elemento che appartiene “dal di dentro” alla sua stessa essenza ed è a fondamento della comunione diocesana.
In questo modo, il sinodo contribuisce anche a configurare la fisionomia pastorale della Chiesa particolare, dando continuità alla sua peculiare tradizione liturgica, spirituale e canonica. Il patrimonio giuridico locale e gli indirizzi che hanno
guidato il governo pastorale sono in esso oggetto di accurato studio, al fine di aggiornare, ripristinare o completare
eventuali lacune normative, di verificare il raggiungimento degli obiettivi pastorali già formulati e di proporre, con l’aiuto
della grazia divina, nuovi orientamenti.
Marciare verso il Sinodo significa non solo guardare alle cose da “dibattere”, ma ancor prima considerare,
con animo grato, quanta bellezza il Padre ha riservato alla nostra comunità diocesana. Lo vogliamo fare
anche attraverso la presentazione di volti noti nelle nostre comunità parrocchiali: fratelli e sorelle che
hanno abitato queste nostre terre benedette ed il loro territorio spirituale, lì dove l’amore si fa esperienza. Quella stessa che abbiamo potuto cogliere nella loro testimonianza di vita cristiana. E che ha lasciato
un’impronta nel cammino verso la pienezza del Cristo, verso la nostra vera casa, Tenda non fatta da mani
d’uomo. In questo numero ricordiamo le figura di don Lamberto Petrucci, parroco di Viole per oltre 60
anni, e Manuela Marinelli, morta lo scorso novembre a 51 anni.
BURBERO E AUSTERO - GENEROSO E AMOREVOLE
A San Vitale di Assisi, due giorni per don Lamberto Petrucci. La piazza porta il suo nome
di: Andrea Catanossi
Un parroco insostituibile e un maestro indimenticabile, che amava con
tutto il cuore la sua terra. Questo è
quanto possiamo ricavare dalle due
giornate commemorative in memoria
di Don Lamberto Petrucci che si sono
svolte Sabato 30 novembre e Domenica 1 dicembre presso la chiesa di
San Vitale.
Dieci anni dopo la scomparsa, il paese, insieme alle autorità civili e religiose, si è unito nel luogo dove, il
parroco, per 66 anni ha celebrato la s.
messa al fine di ravvivare il suo ricordo e attribuirgli la piazza antistante.
Durante l'emozionante pomeriggio
del sabato, i molteplici interventi,
tra i quali quello del vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino,
mons. Domenico Sorrentino, hanno
ricordato il suo carattere burbero, austero ma al tempo
stesso generoso e amorevole. Monsignor Orlando Gori ha
ripercorso tutta la sua vita tracciando contemporaneamente anche tutta la storia del paese dal 1934 fino agli anni
della sua morte. Sempre durante la sua commemorazione
altri paesani hanno messo in evidenza l'attaccamento di
Don Lamberto all'asilo “SS.ma Regina delle Rose” fondato
dal parroco stesso come voto alla Madonna delle Rose nel
periodo bellico per i soldati impegnati sul fronte.
Oltre alla missione sacerdotale sono stati più volte sottolineati: il suo fervore per l'azione cattolica, che lo vedeva
impegnato come animatore in tutto il vicariato, la sua professionalità di insegnante e la sua passione per la montagna, della quale sono testimonianza le foto esposte nella
mostra dedicatagli nella sala parrocchiale (realizzata grazie alla collaborazione di tutte le associazioni del paese).
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Chiesa Insieme
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Durante la giornata di Domenica, la
s. messa, allietata dai canti dei bambini dell'asilo, è stata celebrata dall'ex
parroco viciniore Don Bruno Baldoni,
il quale, durante l'omelia, ha rievocato
la figura di Don Lamberto come uomo
pieno di generosità e amore. Al termine della celebrazione i parrocchiani,
insieme all'attuale parroco Don Cesare
Provenzi, hanno deposto una corona di
fiori sulla tomba come segno di gratitudine e affetto.
Due giorni, in cui non abbiamo solo ricordato un parroco, bensì momenti di
crescita collettiva, che sono serviti alla
comunità per rinsaldare e trasmettere i
valori caposaldo del nostro amato parroco: devozione e grandezza d'animo.
“PER ME LA SOFFERENZA È UN REGALO DI CRISTO”
di: M. Luigi Merli
Il giorno 30 Novembre 2013 è terminata
la breve esistenza di Manuela Marinelli:
aveva 51 anni. La malattia, negli ultimi
due anni, è stata la sua compagna inseparabile. Impressionante e commovente
come, questa nostra sorella nella fede,
abbia vissuto in serena simbiosi con la
dura realtà di ogni giorno. Ella non ha
mai pronunciato il termine “sofferenza”
neppure nei momenti più duri, quando
ancora sperare era un mera illusione.
Leggendo il il brano delle Beatitudini,
così commentava:“Io non sono degna di
soffrire, per me la sofferenza è un regalo di Cristo: è Lui che l’ha abbracciata
per primo, per dimostrarmi quanto mi voglia bene. Come,
molte volte, sciupiamo la nostra vita inseguendo beni utili
sì, ma se fatti fine a se stessi, sono profondamente effimeri: se considerassimo di più la bellezza e la grandezza
dell’amore di Dio, come saremmo più contenti d’impegnarci per Lui, saremmo così più in pace con noi e con gli altri.
Ma per fare ciò abbiamo bisogno, come afferma S. Agostino (… e lei era un’appassionata di questo santo) di raccoglierci in noi stessi, per qualche momento, e ascoltare
quella voce che chiama … è permesso? ... posso entrare?
...” …”Ringrazio tanto Dio che non mi ha fatto riscoprire la
Fede, ma me l’ha fatta TROVARE”.
Commovente l’espressione rivoltami un pomeriggio, diver-
si mesi or sono, prima di ricevere i Sacramenti
“ Questa sera no, voglio prepararmi ancora meglio per gustare l’attesa di un dono così sublime
di Dio … ma domani mattina venga presto, appena possibile, sarà quello un momento in cui
potrò tuffarmi e sperdermi nell’amore del mio
Creatore”: non c’è stata notte più lunga!
Nelle sue riflessioni e preghiere aveva con
Dio un dialogo famigliare, sino ad arrivare a
quest’affermazione:
“Lui (Gesù) pensa che io m’inquieti trovandomi
in queste situazioni, ma si sbaglia di grosso: lo
amo tanto e ringrazio continuamente”.
Sensibilissima verso coloro che l’hanno assistita, parenti, amici, personale medico e paramedico, soprattutto verso suo marito Giovanni, al quale un
giorno disse: “Quante difficoltà ti creo con la mia salute!”.
Esemplare la risposta immediata di lui: “Quando ci sposammo promisi di esserti vicino nella buona e nella cattiva
salute; in questo momento mantengo fede affezionatamente a quanto allora ti promisi davanti all’Altare; se tu
sapessi come ti voglio bene!”.
Tantissime altre testimonianze ci sarebbero ancora da annotare.
Sono proprio vere e consolanti, per chi crede, le affermazioni della Sacra Scrittura: “Le anime dei giusti sono nelle
mani del Signore, nessun tormento le toccherà”.
Tema di approfondimento per Consigli Pastorali Parrocchiali,
per il mese di gennaio, nella scansione dei lavori sinodali:
la trasmissione della fede e la cristi della fede.
UNA PRESENZA RASSICURANTE
Mons. Sorrentino celebra Santa Barbara presso la compagnia dei VF di Assisi
In occasione della memoria di Santa Barbara, patrona del corpo, i vigili del fuoco di Assisi, a dieci
anni dall’inaugurazione della nuova sede, hanno
voluto celebrare solennemente la ricorrenza. È stato mons. Sorrentino a presiedere la celebrazione
eucaristica a cui hanno preso parte anche il vicario
generale, mons. Maurizio Saba, p. Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento e p. Egidio Canil.
Presenti, oltre ai familiari dei vigili, anche autorità
civili e militari. Tra di essi i sindaci di Assisi, ing.
Claudio Ricci, e quello di Bastia, Stefano Ansideri.
Mons. Sorrentino ha colto l’occasione per ringraziare il Corpo dei Vigili del Fuoco per il loro l’operato.
La loro, ha sottolineato il presule è una presenza
rassicurante.
L’ingegnere Maurizio Fattorini, funzionario del Comando dei Vigili del Fuoco di Perugia, ha espresso
gratitudine al vescovo e agli intervenuti. Quindi la
serata si è conclusa con una cena a cui hanno partecipato tutti i presenti.
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SURREXIT CHRISTUS SPES MEA
L’essere in Cristo è l’anima del ministero dell’evangelizzazione. I giovani preti in ritiro.
di: don Maurizio Saba
Il giorno 2 dicembre 2013, presso Villa La Quiete di Foligno, buona parte dei giovani sacerdoti della nostra diocesi
si sono ritrovati per un momento di riflessione e preghiera
sulla spiritualità sacerdotale. Mons. Gualtiero Sigismondi ha
guidato la riflessione, ricordando che il “prete” è opera dello
Spirito, il quale “garantisce”, “scolpisce”, “non impedisce”!
Ed è l’opera dello Spirito unita alla libertà della persona che
abilita ad essere servi mansueti, umili, docili, zelanti, fedeli,
buoni, saggi, fermi … Ovviamente, proprio tale incontro sinergico ci dice che non i sacerdoti non sono preservati dalle tentazioni: trascurare il dono di Dio; illusione di sentirsi
“padroni” della “vigna del Signore”; pretesa di raccogliere
ciò che è stato seminato …
Il vescovo di Foligno, quindi, è passato a illustrare le varie
“malinconie” del prete. Quelle stesse che rischiano di rendere la sua vita di un grigiore sconfortante, allontanandolo
dalla gioia traboccante del Signore Gesù Cristo. Davvero il
problema più urgente della Chiesa di oggi, ha sostenuto il
presule, è la debolezza spirituale del prete.
Infine ha voluto sottolineare come in tanti atteggiamenti
della vita del prete si celi la paura di una obbedienza incondizionata. Mentre il “non temere”, della Parola di Dio, è la
porta per un “si” totale.
L’incontro si è concluso con l’agape fraterna, ulteriore momento di comunione.
Mons. Sigismondi ha lasciato ai giovani preti la lettera inviata al presbiterio di Foligno, all’inizio della
fede. La riportiamo di seguito. Crediamo possa essere utile anche a chi è sacerdote da tempo e ai fratelli
e sorelle “laici”.
Fratello carissimo, la nuova evangelizzazione più che di
nuovi metodi e di risorse tecniche ha bisogno di evangelizzatori che abbiano profonda esperienza della fede, nutrita
dal Vangelo. Vero discepolo del Signore è colui che sa ciò
che dice il Maestro. Non si può essere, infatti, al servizio
degli uomini senza attingere la linfa vitale per il ministero dalla duplice mensa della Parola e dell'Eucaristia. "Siate amici della parola di Dio - era solito dire san Giovanni
d'Avila -, leggendola, parlando la, operandola". Se è vero
che la Scrittura comprende la vita è altrettanto vero che
la vita interpreta la Parola. Non si tratta di cercare nelle
Scritture la proiezione delle proprie idee: occorre lasciarsi
interpellare dalla Parola e, insieme, interrogarla, entrando
con essa in un dialogo vivo, che non ignora né l'urgenza
delle domande attuali, né la libera, sorprendente novità
dello Spirito, che suggerisce le parole da dire. "Ho creduto, perciò ho parlato" (cf. 2Cor 4,13): questa è la regola
fondamentale da osservare prima di prendere la parola. La
fede è, infatti, il presupposto della predicazione, e tuttavia
"la fede viene dall'ascolto" (Rm 10,17).
"Ho creduto, perché ho ascoltato". È a partire da questa
affermazione icastica che, all'inizio dell' Anno della fede, è
opportuno richiamare l'attenzione sul fatto che dove opera un sacerdote zelante, un uomo di vita santa, la fede
cresce, mentre dove opera un sacerdote tiepido, tutto si
estingue. "E perché non sembri offensivo per qualcuno
quello che sto per dire - scrive san Gregorio Magno -, accuso nel medesimo tempo anche me ( ... ). Ci siamo ingolfati in affari terreni, e altro è ciò che abbiamo assunto con
l'ufficio sacerdotale, altro è ciò che mostriamo con i fatti.
Noi abbiamo il ministero della predicazione ( ... ), ma forse
piuttosto a nostra condanna, dato che possediamo il titolo
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onorifico e non le qualità. Coloro che ci sono stati affidati
abbandonano Dio e noi stiamo zitti. Giacciono nei loro peccati e noi non tendiamo loro la mano per correggerli. Ma
come sarà possibile che noi emendiamo la vita degli altri
se trascuriamo la nostra? Tutti rivolti alle faccende terrene,
diventiamo tanto più insensibili interiormente, quanto più
sembriamo attenti agli affari esteriori ( ... ). Posti a custodi delle vigne, non custodiamo affatto la vigna, perché,
implicati in azioni estranee, trascuriamo il ministero che
dovremmo compiere" (Omelie sui Vangeli, 17,3).
Fratello carissimo, consapevole che il vescovo deve essere
vicino ai sacerdoti - primi e preziosi collaboratori - con
quell'amore paterno che sa sostenere, incoraggiare, correggere e perdonare, richiamo la tua attenzione sullo stile
della nostra vita ministeriale, osando proporre alcune domande un po' impertinenti ma non irriverenti. "Ci siamo
assunti l'ufficio sacerdotale - lamenta san Gregorio Magno
-, ma non compiamo le opere che l'ufficio comporta".
- Che ne è, ogni giorno, della tua vita di preghiera? Qualora riservassi al silenzio della meditazione e dell'adorazione
solo uno scampolo di tempo è il sintomo che non stai bene!
Per approfondire la
diagnosi chiediti se adempi fedelmente la Liturgia delle
ore, impegno che ti sei liberamente assunto davanti al popolo di Dio. Per essere concreto verifica se il Breviario è
sepolto sulla tua scrivania o se è velato di polvere su qualche scaffale con la scusa che ormai lo scarichi da internet.
Non oso chiederti se hai delegato permanentemente alle
"pie donne" la Recita del santo Rosario!
- Fai gli esercizi spirituali tutti gli anni, come la sollecitudine materna della Chiesa domanda, oppure non ricordi
nemmeno quando, dove e chi te li ha predicati l'ultima
volta? Se cerchi di giustificarti dicendo che la vita pastorale non te lo permette non dici il falso ma nemmeno il
vero. Se poi pensi di aver commutato gli esercizi con un
pellegrinaggio o con un corso di aggiornamento pastorale
ti sbagli, rischi di diventare "tiepido, né freddo né caldo"
(cf. Ap 3,15-16).
- Da quanto tempo non ti confessi? Questa domanda che
sei solito fare ai penitenti hai dimenticato di rivolgerla an-
zitutto a te? Non sarà, forse,
che la fuga ormai cronica dei fedeli dal confessionale ha
trovato nei preti e nei religiosi
dei precursori? Del resto, per
essere buoni confessori è necessario rimanere umili penitenti,
che si accostano assiduamente
al sacramento della Riconciliazione e non si sentono dispensati a vita dalla direzione spirituale.
- Quando sali all'altare, spesso
trafelato perché corri da una
parrocchia all'altra, credi fermamente di "astare coram Deo "?
Sei cosciente che lo stare alla
presenza del Signore deve essere sempre anche un prendersi
cura del suo popolo? Quando celebri la Messa qual è l'intenzione che ti guida? Non intendo l'applicazione, che non
ti autorizza a moltiplicare le Messe binate o trinate e plurintenzionali! Quale "servo premuroso del popolo di Dio" ti
ricordi che sei tenuto a celebrare la Messa pro populo e che
nulla ti vieta di farlo non solo la domenica?
- Nell'avvicinarti all'ambone sei cosciente che devi credere
sempre ciò che proclami e insegnare ciò che hai appreso
nella fede, vivendo ciò che insegni? Quando tieni l'omelia,
il tuo cuore di pastore suggerisce alla mente cosa dettare
alle labbra? Lo Spirito santo non esiterà a precederti, ad
accompagnarti e a sorprenderti, ma solo se lo avrai invocato nel silenzio della preghiera. Non ti accada di scaricare
l'omelia da qualche sito internet, a cui spesso rimani incollato, perché vorrebbe dire che non hai "cibo solido" da
offrire ai fedeli!
- Quali sono le riviste che segui, i libri che leggi e i giornali
che sfogli? Quanto spazio riservi alla formazione permanente? Non rispondere frettolosamente, ma chiediti qual è
l'ultimo convegno teologico-pastorale a cui hai partecipato
e qual è il libro che hai letto di recente senza limi tatti
ad accarezzare il titolo e a sorvolare l'indice. Se fai fatica
a rispondere, alla prima occasione osserva il volto delle
persone quando parli; se non riesci a contare gli sbadigli,
decodifica i loro sguardi, perché non abbiano a lasciare
intendere: "Quello che devi dire, dillo presto!".
- Vivi la fraternità sacramentale riconoscendo nel presbiterio diocesano la "comunità dei discepoli" che sa "sopportarsi a vicenda nell'amore" (cf. El 4,2) e sa anche "gareggiare
nello stimarsi a vicenda" (cf. Rm 12,10)? Nella risposta sii
sincero con te stesso! A quando risale l'ultima visita fatta
ad un presbitero malato o anziano? Ti capita di esprimere
qualche giudizio affrettato
sui confratelli? Prova a rispondere con lealtà senza
timore, perché ti risparmio
la stessa domanda sul vescovo! Puoi dire che i tuoi
migliori amici li trovi tra i
preti o li cerchi altrove, nel
salotto delle solite abitazioni private che non assomigliano per niente alla
casa di Betania?
- Sei povero, cioè libero,
o sei affetto dalla "cupidigia che è idolatria" (cf.
Col 3,5)? Prova a dare uno
sguardo al bilancio parrocchiale. I conti sono trasparenti, oppure ci sono dei
vasi comunicanti? Come mai sono scomparse alcune voci
relative a determinate collette? Non sarà, forse, che il fondo di garanzia della previdenza ha preso il posto della fiducia nella Provvidenza? E che ne è del tuo conto in banca?
Oso fatti questa domanda solo "toccata e fuga", sperando
che gli "zeri" della risposta lo consentano! Nel tuo bilancio
personale esiste la voce della "decima" per i poveri? Ti
sei ricordato di sigillare il testamento con un ultimo gesto
d'amore per la Chiesa?
- C'è infine un'altra questione: quella dell'abito. Ne è parte
integrante il telefonino, diventato un idolo della raggiungibilità e della reperibilità. Eppure se ti chiamano i parrocchiani non sempre rispondi, sebbene il cellulare sia acceso
anche in Chiesa, non celto per le chiamate di emergenza,
per le quali è attivo il trasferimento alle pompe funebri.
Quanto all'abito ecclesiastico - non intendo i paramenti,
talora troppo ricercati o, al contrario, poco decorosi perché sporchi! - il campionario è variopinto. C'è chi è passato dalla talare al maglione e ai blue jeans; c'è chi porta
il clergyman solo nelle grandi occasioni, ritenendo che in
privato sia lecito mimetizzarsi, trovando giustificazione nel
vecchio adagio, di taglia troppo stretta anche se di moda,
"l'abito non fa il monaco".
Fratello carissimo, queste domande, formulate "a viso
aperto " , ravvivino in te la convinzione che "l'altezza
dell'ufficio sacerdotale - è san Giovanni d'Avila a sottolinearlo! – esige altezza di santità". La debolezza spirituale
dei ministri ordinati è, infatti, la causa scatenante dei "malanni" di cui soffre il Corpo ecclesiale. "La testimonianza di
un sacerdozio vissuto bene - osservava Giovanni Paolo II
- nobilita la Chiesa, suscita ammirazione nei fedeli, è fonte
di benedizione per la comunità, è la migliore promozione
A TORCHIAGINA IL NUOVO PARROCO
Don Giuseppe Tarantino amministratore parrocchiale a Torchiagina
Il 6 dicembre 2013, mons. Sorrentino ha presentato alla comunità parrocchiale
di Torchiagina, il nuovo amministratore parrocchiale: don Giuseppe Tarantino.
Presente anche don Antonio Borgo, precedente pastore della comunità, ora
parroco di Valfabbrica.
A don Giuseppe il vescovo ha raccomandato l’amore per quanti gli sono stati
affidati, nella logica del servizio che Gesù, eterno sacerdote, ci ha indicato.
Durante la celebrazione, il vescovo ha anche benedetto l’abito della novizia Lidia Capaccio, delle Suore Cappuccine dell’ Immacolata di Lourdes che il giorno
dopo ha emesso la sua professione religiosa.
A don Giuseppe l’augurio di consumarsi, come il maestro, per il popolo che gli
è stato affidato. A suor Lidia quello di essere testimone dell’amore che rende
nuove tutte le cose.
Chiesa Insieme
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Mons. Sorrentino ha predicato gli esercizi spirituali a
300 sacerdoti messicani
RENUEVA TUS
MARAVILLAS COMO UN NUOVO PENTECOSTÉS !
di: Suor Graciela
Dal 18 al 22 novembre scorsi, il nostro Vescovo Mons. Domenico Sorrentino ha predicato il
“XXXV Nacional de Sacerdotes” a Zacatecas
(Messico), bellissima città coloniale fondata
nel 1548 in seguito alla scoperta di richissime miniere d’argento. Il ritiro, organizzato
dall’equipe di pastorale nazionale del “Rinnovamento Carismatico Cattolico” del Messico,
dal tema “Renueva tus maravillas como un
nuovo Pentecostés”, ha visto la partecipazione di circa 300 sacerdoti. Il nostro vescovo, in
lingua spagnola quasi perfetta e con grande
forza di Spirito nell’annuncio, ha presentato “il
Cammino della fede nel vangelo di Giovanni”
scandito da alcune tappe: anzitutto ha introdotto i sacerdoti nella famiglia di “creyentes”,
invitandoli poi a “renacer de nuevo” insieme a
Nicodemo; quindi ha annunciato loro l’acqua
viva come alla Samaritana, e li ha fatti entrare
nel Mistero “Pascual-Eucarístico” del “pan de
vida” e dell’amore di Gesù “hasta el extremo”,
per concludere con il “Viñedo e con il mistero
“de la unidad” proposto nella preghiera sacerdotale di Gesù di Gv 17.
Il primo giorno, come all’inizio di ogni esperienza, si respirava un clima ancora freddo e distratto, ma poco a poco è emersa la forza della Parola fatta preghiera,
e dell’annuncio del Cristo pasquale: sia le catechesi come le celebrazioni eucaristiche sono state vissute con grande
rispetto e serietà. Durante i tempi di adorazione alcuni presbiteri prescelti guidavano l’assemblea di sacerdoti aiutandoli
a porsi dinanzi al Signore in adorazione in Spirito e Verità, aiutati anche da preghiere di liberazione e di guarigione. Il
tutto è stato sostenuto e animato dal Ministero di Musica, coro e orchestra dei giovani di Aguascalientes. Nell’ultima
celebrazione eucaristica, dopo la comunione è stata effettuata una preghiera di Effusione dello Spirito sui sacerdoti
inizianti che ogni pomeriggio avevano ricevuto l’annuncio del Kerygma; poi ogni sacerdote pregava imponendo le mani
sugli altri. Molti di loro hanno chiesto al nostro vescovo di pregare per loro e in quel momento, nello Spirito e nell’affetto,
erano presenti tutti i sacerdoti della cara Diocesi di Assisi.
E’ stato meraviglioso poter contemplare un’assemblea sacerdotale inginocchiata, umile ed entusiasta, piena di vita,
esultante nello Spirito Santo, col desiderio di conversione, di ritorno alla vocazione iniziale, al primo Amore. Ogni sacerdote era sostenuto da tante preghiere a livello nazionale e dal gruppo di “interseción” che adorava Gesù eucaristia tutti
i giorni. Con grande generosità e semplicità un folto gruppo di laici servivano con rispetto i loro sacerdoti.
Il viaggio di Mons. Sorrentino è iniziato sotto la benedizione della veneratissima “Señora de Zapopan”, nella sua Basilica
e nel convento francescano della Provincia dei santi “Francisco y Santiago” nel cuore dello stato di Jalisco. Si è concluso
invece a Città de Messico con la visita alla Basilica di “Nuestra Señora de Guadalupe”, principale meta di culto cattolico
del Messico e di tutta l’America Latina, che ogni anno vede circa 20 milioni di pellegrini.
DALLA CINA CON AMORE
Ordinati sacerdoti due conventuali provenienti dalla Cina
Sabato 7 dicembre 2013, nella chiesa inferiore della basilica papale di San Francesco, mons. Sorrentino ha ordinato sacerdoti due giovani provenienti dalla Cina:
fra Paolo Wu e fra Giovanni Wang.
Questi attorniati, dai tanti confratelli dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e
da amici provenienti da varie parti d’Italia, si sono resi disponibili all’azione dello
Spirito nella loro vita.
Ad essi formuliamo gli auguri di un fecondo ministero ovunque il Padre vorrà chiamarli, Cristo condurli, lo Spirito sostenerli.
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Chiesa Insieme
GENNAIO 2014
DA ASSISI A GERUSALEMME UN PONTE PER LA PACE
Il vescovo ha reso parte alla premiazione di S.B. Fuad Twal, patriarca di Gerusalemme dei latini
A cura del Movimento Cristiano Lavoratori e del Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli, il 5 dicembre scorso, presso la sala della Conciliazione del
Comune di Assisi, si è tenuto l’incontro – dibattito
“Da Assisi a Gerusalemme un ponte per la pace”,
presieduto e condotto da Carlo Costali, presidente
nazionale MCL. Dopo il saluto di Gianfranco Costa,
sono intervenuti mons. Domenico Sorrentino, nostro
vescovo, Claudio Ricci, sindaco di Assisi, Salvatore
Mazza, vaticanista di Avvenire, Lorenzo Ornaghi,
presidente dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni
Internazionali e, infine, mons. Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme dei latini. Quest’ultimo, al quale
al termine della cerimonia è stato attribuito il riconoscimento internazionale di Pellegrino di Pace, ha
parlato della pace per la città santa di Gerusalemme.
Per essa e per l’intero Medio Oriente mons. Twal ha
fatto risuonare l’invito: fermiamo
le guerre; facciamo tacere le armi.
Soprattutto ha invitato a non dimenticare i popoli e la loro dignità.
Cosa che spesso avviene nei grandi
raduni, compresi quelli per la pace:
si tratta di grandi temi, ma si dimenticano i “casi” umani: è un’ingiustizia. Parlando di Gerusalemme
il patriarca ha sottolineato che essa
è, paradosso vivente, luogo della
massima comunione ed, insieme,
luogo della massima divisione. Per
essa, assumendo i sentimenti di
Gesù Cristo, continuiamo a pregare perché sia raccolta sotto l’ala
della divina misericordia («Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono
stati mandati a te, quante volte ho
voluto raccogliere i tuoi figli, come
una chioccia raccoglie i suoi pulcini
sotto le ali, e voi non avete voluto!» Mt 23, 37); con
essa continuamo a sperare. E a piangere.
Il patriarca, infine, a voluto ricordare che il riconoscimento non lo sente fatto alla sua persona, ma a
tutti coloro che nel quotidiano continua a vivere il
dramma della violenza e della guerra. Ed insieme
della mancanza di rispetto della dignità personale: le
migliaia di siriani in fuga dalle proprie città; le moltitudini di palestinesi senza patria e riconoscimenti
civili, etc …
Il nostro vescovo si è incontrato con S. Beatitudine e
ha espresso la vicinanza della nostra comunità ecclesiale alla “Chiesa Madre” di Gerusalemme. Dal 7 al
14 marzo, con un gruppo, saremo nella Città Santa
per cantare in essa: tutti qui siamo nati, in te sono
le nostre sorgenti.
CONOSCO IL TUO CUORE
Suor Francesca Zampelli ha emesso la sua professione solenne
di: don Maurizio Saba
La madre generale delle Suore Francescane di Santa Filippa Mareri, il 30 novembre 2013, ha ricevuto la professione perpetua di suor Francesca Zampelli, attorniata dalle
consorelle, dai fratelli custodi della Porziuncola e dei tanti
amici e amiche convenuti per l’occasione.
A presiedere la celebrazione eucaristica è stato mons.
Sorrentino che ha richiamato il senso della vita religiosa
nella Chiesa di Gesù Cristo e il carattere simbolico che, in
essa, questa assume. Suor Francesca che viene a Rovereto resterà, per ora, nella comunità di Santa Maria degli
Angeli, impegnata nella pastorale giovanile e nell’animazione liturgica presso la basilica papale.
Le auguriamo di essere fedele “fino alla fine” a Colui che l’ha prescelta fin dal grembo materno
e l’ha fatta sua sposa.
Chiesa Insieme
GENNAIO 2014
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IL VIVERE È CRISTO E IL MORIRE UN GUADAGNO
Al ritiro del clero di dicembre si è meditato sulla relazione Cristo – discepolo
Giovedì 12 dicembre 2013,
riprendendo un’antica tradizione, il ritiro del clero prima
di Natale si è tenuto presso
il monastero San Giuseppe in
Assisi, ospiti delle monache
benedettine che lo abitano. A
tenere la relazione sulla Relazione Cristo – Paolo, a partire
da 2Cor 5, 14-21, è stato don
Antonio Pitta, docente di Nuovo Testamento alla Pontificia
università lateranense e uno dei massimi conoscitori delle
lettere paoline. Con un linguaggio limpido ed essenziale,
senza pesantezze ed insieme profondo, il relatore, senza eccessive ed inutili lungaggini, ha saputo mettere in
evidenza la bellezza salvatrice del rapporto Paolo/Cristo –
Cristo/Paolo. Rapporto che comincia quando Paolo - come
egli stesso scrive in Fil 3, 12 - è stato ghermito da Cristo
(“come il leone che ghermisce l’ariete”) e si sviluppa in un
duplice andirivieni: 1. dai primi vent’anni all’incontro con
Cristo (sulla via di Damasco) e, dunque, da Paolo a Cristo,
all’essere in Lui (con un nuovo modo di conoscenza (2Cor
5,16) ; 2. dall’incontro con Cristo all’essere abitato da Lui
e, dunque, da Cristo a Paolo. In un continuo presente:
Cristo non è relegato nel passato e lo stesso annuncio del
Vangelo è ritmato l’esperienza esistenziale di Paolo. Tale
rapporto non si chiude mai: interessa tutta la vita e tutti gli
aspetti della vita. Al punto che per Paolo, Gesù è molto più
che via verità e vita: Cristo è il vivere. Così può esprimersi:
«Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fil 1,
21). Nella dimensione, infatti, in cui Cristo è il vivere, la
morte è una conquista: è l’essere definitivo con Lui e in
Lui.
Dopo l’adorazione eucaristica, alla relazione ha fatto seguito un animato dibattito e scambio di riflessioni spirituali. Quindi, salutati dalla madre abbadessa, l’incontro si è
concluso con il pranzo e lo scambio di auguri per le prossime festività natalizie.
“PREGATE PERCHÉ POSSIAMO ATTUARE IL NOSTRO PROPOSITO”
La comunità del monastero agostiniano di Sigillo ha celebrato il Capitolo Elettivo
Le sorelle Agostiniane
Il 2 Dicembre 2013 nel nostro monastero
Agostiniano di Sigillo si è svolto il capitolo
per eleggere la nuova Abbadessa e la nuova
Vicaria poiché era scaduto il mandato. La
nostra è una piccola comunità di 5 monache , un numero che forse fa abbozzare un
sorriso a chi legge , ma niente è poco per
Dio che ha la prerogativa di fare tanto, anzi
tutto, con niente!
Lui che ci ama e con il suo vincastro ci guida, dice al nostro cuore: “non temere piccolo gregge!“ E non temiamo, anzi, ci sentiamo riconfermate nell’offerta della vita per la
Chiesa e per i fratelli, qui, “in disparte”, nel
quotidiano.
Per l’elezione erano presenti il Vescovo
Mons. Domenico Sorrentino che con la sua
presenza paterna si è confermato messaggero di Dio e un sacerdote agostiniano, Padre Giustino Casciano del convento di Gubbio. Nelle due votazioni
sono state elette Madre Angela Genoveffa Lepri come Abbadessa e Madre Maria Fiorella Lovison come Vicaria.
Nelle nostre Costituzioni il servizio dei superiori è di testimoniare lo spirito agostiniano orientando la comunità a scoprire e realizzare il progetto di Dio e con le parole di S. Agostino diciamo: “avete sentito qual è il
nostro proposito: pregate perché lo possiamo attuare”.
Ci affidiamo all’intercessione della B. Vergine Maria, Madre del Buon Consiglio, perché custodisca , guidi i
nostri passi nelle vie della volontà di Dio.
Chiesa Insieme
10 GENNAIO 2014
“SUI PASSI DI FRANCESCO … ALLA RICERCA DELLA LIBERTÀ”.
Le classi 3C, 3D, 3E e 3F nei luoghi di Francesco per interrogarlo sulla libertà.
di: S. Maria Rosaria Sorce, FI
“L a libertà è la capacità di pensare con la propria testa, di
avere un proprio ideale, un sogno nel cuore, ma anche la
volontà e le condizioni per attuarlo e portarlo avanti. Essere
liberi di pensare, sognare, esprimere emozioni e sentimenti;
essere liberi di scegliere è un diritto dell’uomo contemplato anche dalla nostra Costituzione. Tuttavia, la libertà più
alta è quella di perdonare e di assumersi la responsabilità
degli altri e specialmente dei più fragili e dei più deboli”.
L’ha ricordato Papa Francesco, in Assisi, il 4 ottobre scorso
nella Sala della Spoliazione incontrando proprio i più poveri
e asserendo che “la più grande nemica della libertà, come
donazione agli altri, è la mondanità omicida che può essere
anche spirituale quando mette al centro se stessi”. Queste
sono solo alcune delle riflessioni che gli studenti delle classi
3C, 3D, 3E e 3F a indirizzo enogastronomico, hanno maturato durante questi mesi attraverso un percorso didattico
Sui passi di Francesco … alla ricerca della libertà, sul quale
hanno lavorato con il metodo della Scrittura Collettiva che
don Lorenzo Milani usava nella Scuola di Barbiana e utilizzato per scrivere Lettera a una Professoressa. La tecnica cosiddetta dei “fogliolini” ha visto i ragazzi confrontarsi sul tema
della libertà vista dai giovani e vissuta da San Francesco. Ripercorrendo le varie tappe della sua vocazione, i giovani
hanno compreso che la libertà è dono e conquista nel realizzare il proprio sogno quando esso corrisponde al “progetto
di vita che Dio ha per me e che vuole realizzare con me”. Per vivere liberamente l’uomo ha bisogno di non avere “blocchi sociali” di non lasciarsi condizionare dalla mentalità corrente, di liberarsi dalle sovrastrutture, di trovare la propria
identità e di essere sempre se stesso, con i propri limiti e debolezze, vincendo la paura del silenzio, dell’interiorità, delle
grandi scelte, dell’andare controcorrente anche a costo di entrare in conflitto con
gli amici, il gruppo, i genitori, perché la libertà più grande è quella interiore. Sono
queste anche le tappe del “percorso esistenziale” di San Francesco che, insieme
Notiziario della diocesi
agli insegnanti, il 5 dicembre scorso, i ragazzi hanno voluto rivivere, ripercorrendo
Assisi
i luoghi fondamentali della sua vita corrispondenti alle tappe della sua libertà. Dai
Nocera Umbra
luoghi della sua infanzia, della sua predicazione e della sua preghiera (la cattedraGualdo Tadino
le di San Rufino) alla casa natale (Chiesa Nuova); dal Crocifisso che gli parlò a San
Damiano (Chiesa di Santa Chiara) all’abbraccio del vescovo Guido, quando “il suo
Direttore responsabile:
sogno divenne segno” e carisma della Chiesa, nella piazza del vescovado, oggi
Vittorio Peri
sovrastata dalla sala della Spoliazione. Qui accolti da mons. Domenico Sorrentino
In
redazione:
hanno concluso il percorso, accogliendo le parole del successore di Guido e il suo
d.
Giovanni
Raia
incoraggiamento “ad essere liberi di quella libertà che diventa liberante per sé e
Marco
Fortebracci
per gli altri che si amano: la libertà di Francesco che amava nonostante tutto suo
padre lo indusse a riflettere, lo liberò dalla sua schiavitù del denaro e libera ancoRedazione e amministrazione:
ra noi e tanti che vengono ad Assisi”. I ragazzi hanno ringraziato il vescovo e la
P.zza Vescovado, 3
referente del progetto Suor Maria Rosaria Sorce per aver visto luoghi e aver udito
06081 Assisi (Pg)
cose che non conoscevano pur essendo della Diocesi e per aver aperto la mente a
Telefono
(075) 81.24.83
nuovi orizzonti di pensiero e prospettive.
fax:
(075)
819.88.05
Mentre continuiamo il nostro percorso “Sui passi di Francesco …” ringraziamo
E-Mail :
quanti hanno collaborato soprattutto la preside Bianca Maria Tagiaferri e il Consiglio che ha accolto l’iniziativa, i docenti prof.sa Braconi, prof.sa Cruciani, prof.sa
[email protected]
Cicconi e prof.sa Sordini, il parroco della Cattedrale don Cesare Provenzi sempre
Pagina web:
accogliente e generoso, il vescovo Mons. Domenico Sorrentino per la sua paternità
www.diocesiassisi.it
premurosa verso i giovani e P. De Lazzari per la sua riflessione.
Autorizzazione Tribunale di Perugia n°
660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento
postale 50%
Abbonamento:
Ordinario Euro 15,00
sostenitore Euro 20,00
Servirsi preferibilmente del c.c.p.
n°13999065 intestato a:
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Chiesa Insieme 06081 Assisi
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20/c legge 662/96
Filiale di Perugia
Stampa: Tipografia Metastasio
Chiesa Insieme
GENNAIO 2014
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APPUNTAMENTI GENNAIO
01 ME - OTTAVA DI NATALE
S. MARIA MADRE DI DIO
2014
47a Giornata Mondiale della pace
02 GI - Ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi e dottori (m)
03 VE- Santissimo Nome di Gesù (mf); S.
Genoveffa
04 SA - Beata Angela da Foligno, penitente
(m); S. Savino, v. e m.
05 DO – II Tempo di Natale [S. Amelia]
06 LU – EPIFANIA DEL SIGNORE (s)
Giornata mondiale dell’infanzia missionaria
07 MA – S. Raimondo da Penafort (mf)
08 ME - S. Severino
09 GI - S. Giuliano - I sett. Del T.O.
Incontro del clero – pastorale Ore 9.00 – S. M. degli Angeli – Convento Porziuncola
10 VE - S. Aldo; Santa Francesca di Sales
Aviat, v.
11 SA - S. Igino
12 DO – BATTESIMO DEL SIGNORE [S.
Giuliano, l’ospitaliere (mf)]
13 LU S. Ilario, v. e d. (m)
Foligno – SIFT 11
14 MA – San Ponziano, m.; B.
Odorico da Pordenone
Gualdo Tadino - San Benedetto, ore 18.00: Primi Vespri Beato Angelo
ore 21.00 Veglia dei Giovani
15 ME - B. Angelo da Gualdo
Gualdo Tadino, San Benedetto, ore 11.15 Solenne Concelebrazione
presieduta dal Vescovo
16 GI - S. Marcello
17 VE - S. Antonio, abate (m)]
25a Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo
tra Cattolici ed Ebrei
18 SA - S. Margherita d’Ungheria
Inizio Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
19 DO – II TO [B. Eustochio, vergine]
- 100a Giornata per le migrazioni (co)
- Inizio Esercizi Spirituali per il clero, relatore S.E. Mons. Giovanni D’Ercole, vescovo
Ausiliario dell’Aquila.
20 LU - S. Fabiano, p. e m. (mf); S. Sebastiano, m. (mf)
Foligno – SIFT 12
21 MA – S. Agnese, v. e m.
22 ME – S. Vincenzo, d. e m. (mf), S. Domenico, a.; S. Vincenzo Pallotti, sac.
23 GI – S. Agatangelo, m.
24 VE - S. Feliciano, v. e m. (m); S. Francesco di Sales, v. e d. (m)
25 SA – Conversione di san Paolo
Ore 10.00, Casacastalda (parrocchia), Incontro formativo diaconi permanenti
Conclusione settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Conclusione Esercizi Spirituali per il clero.
26 DO - III TO [Ss. Timoteo e Tito, vescovi
m)]
61a Giornata dei malati di lebbra
27 LU - S. Angela Merici (mf); S. Imerio, v.
Foligno – SIFT 13
28 MA – S. Tommaso d’Aquino, sac. e d.
(m)
29 ME - S. Costanzo, v. e m.(m); S. Valerio
30 GI - S. Martina
31 VE S. Giovanni Bosco(m); S. Ciro
Chiesa Insieme
12 GENNAIO 2014
Fly UP