...

itinerario di preparazione al sacramento del

by user

on
Category: Documents
7

views

Report

Comments

Transcript

itinerario di preparazione al sacramento del
DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA DI LEUCA
UFFICIO FAMIGLIA
ITINERARIO
DI PREPARAZIONE
AL SACRAMENTO
DEL MATRIMONIO
TIPOGRAFIA MARRA - UGENTO
- 1 -
- 2 -
MONS. VITO DE GRISANTIS
VESCOVO DI
UGENTO - SANTA MARIA DI LEUCA
Raccomando vivamente ai Parroci e agli operatori di pastorale familiare
il presente sussidio richiesto da più parti, preparato con cura dall’Ufficio
diocesano per la pastorale familiare e da me rivisto.
Segue fedelmente lo schema base di itinerario di preparazione al
Sacramento del Matrimonio, da me indicato come “vero e proprio itinerario
di fede”, comprese le celebrazioni che scandiscono le tappe del cammino.
Sono certo che risulterà molto utile, tenendo in debito conto i suggerimenti
contenuti nella presentazione.
Se tuttavia è possibile usare sussidi diversi, e varia può essere la
scansione nel tempo degli incontri, unico per tutti, nella Diocesi, è lo
schema base dell’itinerario, nel numero (non meno di 16) e nel contenuto
degli incontri.
È nostro auspicio che, con l’impegno di tutti, gli itinerari di preparazione
al Sacramento del Matrimonio siano veramente occasione per un risveglio
della fede nei nubendi, perché sia una fede “adulta e pensata”, e un
aiuto a formare famiglie veramente cristiane, pienamente fedeli al progetto
di Dio. Di esse ha grande bisogno la nostra società nel momento storico
in cui viviamo.
La Santa Famiglia di Nazareth benedica e accompagni tutte le
nostre famiglie.
Ugento, 30 dicembre 2005
Festa della S. Famiglia
- 3 -
IL VESCOVO
- 4 -
PRESENTAZIONE
■ Questo sussidio è nato dalla preoccupazione pastorale di migliorare gli itinerari
di preparazione al Sacramento del Matrimonio, tenendo conto delle indicazioni del
Vescovo e dello schema di itinerario da lui proposto come normativo.
È frutto di un costante impegno a rendere gli incontri più efficaci per la crescita
non solo umana, ma soprattutto della fede dei fidanzati, anche in risposta a ciò
che i Vescovi italiani chiedono nel Direttorio di Pastorale Familiare:
✔ riavvicinare i fidanzati a Cristo e alla sua Parola;
✔ renderli consapevoli del valore e del significato del Sacramento del Matrimonio;
✔ metterli in condizione di riflettere e di confrontarsi sui punti fondamentali della
loro scelta di sposarsi in chiesa;
✔ trattarli da adulti che si riaccostano o si accostano per la prima volta alla fede;
✔ superare il metodo della relazione/lezione.
■ Partendo dal presupposto che si tratta di preparazione non al Matrimonio, ma
al Sacramento del Matrimonio, l’obiettivo che ci si è posto è stato quello di rendere
il percorso, anche se breve, un’occasione di graduale riscoperta della fede, di una
fede “incarnata” nella realtà vocazionale alla quale sono chiamati i fidanzati.
■ Per questo motivo non sono previsti incontri con psicologi, medici, avvocati,
ecc. (eccetto l’insegnante dei metodi naturali), che - per chi lo ritenesse necessario
- possono essere svolti successivamente anche in collaborazione con il Consultorio
Diocesano “La Famiglia”.
Come tutti i sussidi presenta i suoi limiti. Nessun sussidio, infatti, può essere
usato < sic et simpliciter >, ma ha bisogno di essere mediato per essere più
adeguato alle persone che devono fruirlo.
- 5 -
■ La struttura non è rigidamente uguale in ogni incontro, ma varia secondo
l’argomento oppure secondo l’obiettivo particolare che si vuol raggiungere,
sebbene ci sia sempre il momento dell’ascolto della Parola, il momento della
riflessione/comprensione della stessa e il momento del confronto tra la Parola
annunciata e la realtà della vita e della cultura dominante.
■ Si ritiene fondamentale, perciò, la presenza costante di un sacerdote e di
una coppia di sposi, che accompagnino i giovani in questo cammino che si
spera sia di conversione. Sono -il sacerdote e la coppia- i testimoni e in un
certo senso i “garanti” di ciò che viene annunciato e vissuto concretamente.
I testi biblici utilizzati non sono assolutamente esaustivi riguardo al tema presentato:
si sono scelti brani che consentissero ai fidanzati di non rimanere nel generico,
a volte colto da alcuni di loro come banale e superficiale. Nello stesso tempo si
sono evitati quelli più impegnativi e particolari per non rischiare di “passare sulle
teste delle persone” nella convinzione, derivata anche dall’esperienza, che i giovani
che frequentano questi itinerari (e sono ormai la maggior parte) hanno abbandonato
la Chiesa dalla celebrazione dell’ultimo sacramento (Comunione o Cresima) e,
quindi, hanno bisogno di ricevere innanzitutto il Kerigma. Sta agli operatori (sacerdoti
e coppie) semplificare o andare più in profondità sia riguardo all’annuncio della
Parola sia riguardo all’applicazione alla vita.
■ Le schede proposte possono essere utilizzate tutte oppure in parte, come
possono essere arricchite o variate a seconda delle caratteristiche del gruppo
concreto che gli operatori si trovano di fronte.
■ Alcune schede sarebbe bene siano oggetto di riflessione in più di un incontro;
altre possono essere sintetizzate per costituire oggetto di più riflessioni in un solo
incontro.
Durante l’itinerario, inoltre, è opportuno prevedere la partecipazione dei fidanzati
a celebrazioni liturgiche della comunità e alcune giornate di fraternità e di preghiera
per fare gruppo, consumare insieme una colazione, visionare qualche film sui
temi affrontati e per momenti di preghiera particolari. Ciò servirà per ampliare
argomenti importanti, per avere spazi più ampi per il confronto e, quindi, per
consentire maggiori chiarimenti e approfondimenti. Si suggerisce la visione
di almeno i seguenti film:
- 6 -
1. Sul tema “Chi è Gesù?”: “Passion” di Mel Gibson oppure “Gesù di Nazareth”
di Franco Zeffirelli.
2. Per il tema delle interferenze che possono minare il rapporto di coppia: “Casomai”
di Alessandro Alatri.
(Si consiglia di visionare questo film insieme ai genitori dei nubendi, ma di
far svolgere la discussione successiva separatamente).
3. Sul tema “Aborto”: il DVD “È nato un bambino” (Paoline).
4. Sul tema della fecondazione medicalmente assistita: alcune parti del DVD
“La verità vi farà liberi” (fatti e misfatti sull’embrione umano) del Comitato
“Scienza e Vita”.
Altri film adatti, contenenti temi/problemi relativi alla vita di coppia e di famiglia:
1. Gli anni dei ricordi di Jocelyn Moorhouse (tratto dal libro di Whitney Otto).
2. Nel mio amore di Susanna Tamaro.
3. Harry ti presento Sally di Rob Reiner.
Naturalmente questo elenco sarà aggiornato e arricchito dai film che man mano
saranno prodotti.
Ci auguriamo che, dopo l'utilizzo del sussidio, ci giungano osservazioni e proposte
perché il sussidio possa essere migliorato per il bene dei giovani
che si preparano a formare una nuova famiglia.
Ringraziamo sin da ora quanti vorranno collaborare.
Mario e Giulia Macrì
Don Donato Bleve
- 7 -
PROGRAMMA DELL’ITINERARIO
DI PREPARAZIONE
AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO
1. Il gruppo si presenta.
Vogliamo davvero sposarci in Chiesa? Interroghiamoci e discutiamo… per fare
una scelta più consapevole.
* Durante la celebrazione della Messa domenicale più frequentata si presenta il gruppo dei fidanzati
alla comunità: si spiegano il percorso e gli obiettivi che si intendono raggiungere, si evidenzia la
responsabilità di tutta la comunità e si invitano tutti ad accompagnare questi giovani con la preghiera.
(Vedi a pag. 57 “Rito di ammissione al cammino di preparazione al matrimonio”).
2. Quale fede?
3. La Bibbia, rivelazione di Dio, racconta l’Alleanza antica e nuova, patto
di amore tra Dio e l’uomo.
4. Il nostro credo: Gesù morto e risorto. Egli ci svela il Padre, si svela come
Dio e svela l’uomo all’uomo e il senso pieno della vita.
5. La predicazione di Gesù. Le Beatitudini.
Si può proporre un tempo (possibilmente una giornata intera, se di Domenica con la celebrazione
Eucaristica) di “Incontro con Gesù: in ascolto della Parola”. Si può offrire alla meditazione
il brano di Zaccheo. Proiezione del film “Passion” o “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli. Discussione.
6. La Chiesa: corpo di Cristo, famiglia di Dio.
* Durante la Messa domenicale si svolge il Rito di consegna del Simbolo della fede e della Bibbia
(vedi il Rito a pagg. 61 e 69).
7. La vita cristiana: chiamata a seguire Gesù.
8. “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo” (Rom 12,2).
9. Il Battesimo: mistero nuziale e fondamento della vita cristiana.
Durante la celebrazione della Messa domenicale si svolge la “Memoria del Battesimo” con il rinnovo delle
promesse battesimali e la consegna della candela accesa al Cero pasquale (vedi il Rito a pag. 70).
10. Il Matrimonio nel progetto di Dio "...per la durezza del vostro cuore...ma in
principio...” (Mc 10,5).
11. “...a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò” (Gn 2,27-28).
12. “Amatevi come Cristo ha amato la Chiesa” (Ef 5,23).
- 8 -
13. “Siate fecondi e moltiplicatevi” (Gn 1,26).
“Genitori . . . sempre”.
In contemporanea: incontro con i genitori dei nubendi.
14. Missione profetica, sacerdotale e regale della famiglia cristiana.
Giornata o pomeriggio di confronto e di fraternità. Visione del film “Casomai”. Discussione; agape
fraterna, preghiera.
15. Il rifiuto dell’amore: il peccato. “…la donna che tu mi hai posto accanto…”
(Gn 3,7).
16. Amarsi …da peccatori in cammino di conversione.
“Lasciatevi riconciliare con Dio”: celebrazione comunitaria del Sacramento della Riconciliazione
(vedi a pag. 72) che si conclude con l’agape fraterna.
17. Fedeli nella quotidianità e il progetto della coppia cristiana.
18. La liturgia del Matrimonio.
Celebrazione Eucaristica e conclusione del percorso (vedi a pag. 79).
METODOLOGIA
“LA PAROLA” Momento dell’ascolto.
• Lettura del brano della Scrittura.
• Breve esegesi-comprensione.
• Attualizzazione nella vita di coppia.
“REVISIONE DI VITA” IN COPPIA.
• Vedere:
- Cosa dice a noi?
• Giudicare: - Cosa finora abbiamo pensato/realizzato riguardo a ciò?
• Progettare: - Cosa vogliamo pensare /progettare/realizzare per il futuro?
• Agire:
- Quale “passo” (impegno a breve termine) vogliamo-decidiamo
di fare?
- 9 -
SCHEDA N. 1
“Vogliamo < davvero >
sposarci in chiesa ? ”
Interroghiamoci e discutiamo… per fare una scelta più consapevole
PRESENTAZIONE
Ogni coppia si presenta e liberamente dice qualcosa di sè per farsi conoscere.
INTERROGHIAMOCI
Si concede un tempo di circa 15 minuti per riflettere e confrontarsi come coppia, guidati dalle domande.
❖ Ci sposiamo in chiesa perché abbiamo scelto di celebrare il Sacramento del
Matrimonio?
Oppure
❖ Perché i genitori vogliono così o tutti fanno così o “è più bello” per la cerimonia,
la musica, i fiori, ecc.?
❖ È stata una scelta condivisa o soltanto di uno dei due? Nel secondo caso
l’altro come l’ha vissuta e la vive tuttora?
CONFRONTIAMOCI
Si consente ai fidanzati di esprimere liberamente il proprio pensiero per un tempo di circa
15-20 minuti.
RIFLETTIAMO
❖ Per sposarsi (prendere un impegno responsabile) sono necessarie la maturità
psicologica e una preparazione umana;
per “sposarsi in chiesa” ci vuole, oltre questo, qualcos’altro: sforzarsi di
seguire Gesù, ubbidendo alla sua Parola.
Il Matrimonio Sacramento è una risposta alla chiamata del Signore e al suo
progetto su ciascuno di noi.
INTERROGHIAMOCI
• Quale conoscenza ho del Signore?
• Se non so niente di Dio, come faccio a dichiararmi “cristiano”, cioè suo discepolo,
suo seguace?
• Posso dire di “aver fede”?
• Quale fede vivo?
• Come la manifesto?
• Cosa dice la Parola di Dio riguardo al Matrimonio?
ASCOLTIAMO LA PAROLA Gv 2,3-6
Da questo sappiamo d’averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti.
Chi dice: <Lo conosco> e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità
non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente
perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di dimorare in Cristo
deve comportarsi come lui si è comportato.
(Breve commento alla Parola).
- 10 -
SCHEDA N. 2
“ Quale fede ? ”
Si concedono 10 minuti per la lettura personale delle domande. Dopo ci si confronta ordinatamente in
gruppo per 20 minuti circa.
Perché credere?
Che significa per noi credere?
In che crediamo?
Tutte le religioni sono uguali?
Come si manifesta la nostra fede?
Chi è Dio per noi?
Cosa pensiamo e sappiamo di Lui?
Che rapporto abbiamo con Lui?
Per la riflessione
1. La ricerca “religiosa” dell’uomo parte dalle domande di fondo della sua
esistenza, quelle che la Gaudium et spes chiama, “gli interrogativi più
profondi dell’uomo”, quali ad esempio: chi sono? Da dove vengo? Che
senso ha la vita? Perché si vive? Che senso ha l’amore? Perché il male,
la sofferenza, il dolore, la morte? Finisce tutto con la morte? Che significa
amare? Chi è Dio e cosa c’entra nella mia vita? Se non si risponde prima
di tutto a queste domande non ha senso il matrimonio, perché il matrimonio
non è e non può essere “il senso” della vita (GS 4 -10, ma soprattutto il
n.10).
2. La religione, ogni religione, cerca di dare la risposta a queste domande.
La differenza tra le varie religioni oggi più diffuse. Differenza tra religiosità
naturale e fede.
La religione rivelata: Dio stesso viene incontro all’uomo, si rivela, rivela
il suo volto e parla con lui e lo aiuta a dare la risposta piena, vera alle
sue domande (La rivelazione di Dio è contenuta nella Bibbia di cui si
parlerà diffusamente nell’incontro successivo).
- 11 -
Dal Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica (cap. Primo):
“L’UOMO È «CAPACE» DI DIO”
1. Perché nell’uomo c’è il desiderio di Dio?
Dio stesso, creando l’uomo a propria immagine, ha iscritto nel suo cuore il desiderio
di vederlo. Anche se tale desiderio è spesso ignorato Dio non cessa di attirare
l’uomo a sé, perché viva e trovi in lui quella pienezza di verità e di felicità, che
cerca senza posa. Per natura e per vocazione, l’uomo è pertanto un essere religioso,
capace di entrare in comunione con Dio. Questo intimo e vitale legame con Dio
conferisce all’uomo la sua fondamentale dignità.
2. Come si può conoscere Dio con la sola luce della ragione?
Partendo dalla creazione, cioè dal mondo e dalla persona umana, l’uomo, con la
sola ragione, può con certezza conoscere Dio come origine e fine dell’universo
e come sommo bene, verità e bellezza infinita.
3. Basta la sola luce della ragione per conoscere il mistero di Dio?
L’uomo, nel conoscere Dio con la sola luce della ragione, incontra molte difficoltà.
Inoltre non può entrare da solo nell’intimità del mistero divino. Per questo, Dio
l’ha voluto illuminare con la sua Rivelazione non solo su verità che superano la
comprensione umana, ma anche su verità religiose e morali, che, pur accessibili
di per sè alla ragione, possono essere così conosciute da tutti senza difficoltà, con
ferma certezza e senza mescolanza di errore.
4. Come si può parlare di Dio?
Si può parlare di Dio, a tutti e con tutti, partendo dalle perfezioni dell’uomo e
delle altre creature, le quali sono un riflesso, sia pure limitato, dell’infinita perfezione
di Dio. Occorre, tuttavia, purificare continuamente il nostro linguaggio da quanto
contiene di immaginoso e imperfetto, ben sapendo che non si potrà mai esprimere
pienamente l’infinito mistero di Dio.
DIO VIENE INCONTRO ALL'UOMO: LA RIVELAZIONE DI DIO
5. Che cosa Dio rivela all’uomo?
Dio, nella sua bontà e sapienza, si rivela all’uomo. Con eventi e parole rivela
Se stesso e il suo disegno di benevolenza, che ha prestabilito dall’eternità in
Cristo a favore dell'umanità. Tale disegno consiste nel far partecipare, per la
grazia dello Spirito Santo, tutti gli uomini alla vita divina, quali suoi figli adottivi
nel suo unico Figlio.
- 12 -
Salmo 41
“Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Le lacrime sono mio pane giorno e notte,
mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio ?».
Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge:
attraverso la folla avanzavo tra i primi
fino alla casa di Dio
in mezzo ai canti di gioia
di una moltitudine in festa”.
Lettera ai Romani 1, 19-23
“Ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato.
Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono
essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua
eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo
Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno
vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre
si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile
Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi
e di rettili”.
- 13 -
SCHEDA N. 3
“ La Bibbia, rivelazione di Dio,
racconta l’Alleanza antica e nuova:
patto d’amore tra Dio e l’uomo”
INTERROGHIAMOCI
❖ 1. Che idea abbiamo della Bibbia?
❖ 2. Quale conoscenza?
CHE COS’È LA BIBBIA?
(Sviluppare brevemente i seguenti tre punti per spiegare il contenuto della Bibbia).
1. La Bibbia ci comunica un’immagine di Dio. Ci fa vedere e sentire com’è,
che cosa ha fatto e che cosa si aspetta da noi.
2. Dio ha parlato nella Bibbia attraverso uomini.
3. Nella Bibbia è raccontato il rapporto d’amore di Dio con l’umanità.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
STORIA DI UN’ALLEANZA D’AMORE
Genesi 6, 5-19; 9,9
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni
disegno concepito dal loro cuore non era altro che male… Il Signore disse:
«Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato…! Ma Noè trovò grazia agli occhi
del Signore…
…Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio.
…Allora Dio disse a Noè: «È venuta per me la fine di ogni uomo, perchè la
terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò… Ecco io
manderò il diluvio, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di
vita. Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell’arca tu e con te i
tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne,
introdurrai nell’arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano
maschio e femmina…
Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi, non sarà più distrutto
nessun essere vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra».
- 14 -
Es 19,3
Mosè salì verso Dio e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «…voi stessi
avete visto ciò che ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile
e vi ho fatti venire fino a me. Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete
la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia
è tutta la terra! Un regno di sacerdoti e una nazione santa».
CONCLUDERÒ UNA ALLEANZA NUOVA
Ger 31,31-33
“Ecco verranno giorni -dice il Signore- nei quali con la casa di Israele e con
la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. Non come l’alleanza che
ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese
d’Egitto, una alleanza che loro hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola
del Signore.
Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni,
dice il Signore: “Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore.
Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo”.
IL COMANDAMENTO DELL’AMORE
Marco 12,28-31
Allora si accostò uno degli scribi… e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i
comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta Israele. Il Signore Dio nostro
è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta
la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo
tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi».
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica
70, 71, 72, 73
➲ Dio si è manifestato ai nostri progenitori. Ha loro parlato e, dopo la caduta,
ha promesso la salvezza ed offerto la sua Alleanza.
➲ Dio ha concluso con Noè una Alleanza eterna tra Lui e tutti gli esseri viventi.
Essa durerà tanto quanto durerà il mondo.
➲ Dio ha eletto Abramo ed ha concluso una Alleanza con Lui e la sua discendenza.
Ne ha fatto il suo popolo al quale ha rivelato la sua Legge per mezzo di
Mosè. Lo ha preparato, per mezzo dei profeti, ad accogliere la salvezza
destinata a tutta l’umanità.
➲ Dio si è rivelato pienamente mandando il suo proprio figlio, nel quale ha
stabilito la sua Alleanza per sempre. Egli è la Parola definitiva del Padre, così
che, dopo di lui, non vi sarà più un’altra Rivelazione.
- 15 -
SCHEDA N. 4
“La nostra fede: Gesù morto e risorto.
Egli ci svela il Padre, si svela come Dio,
svela l’uomo all’uomo e il senso pieno
della vita”.
INTERROGHIAMOCI
Lasciare parlare per 10-15 minuti i fidanzati in risposta alle domande indicate, raccogliendo e
valorizzando tutto ciò che è possibile.
❖ Cosa sappiamo di Gesù?
❖ Cosa ha detto e cosa ha fatto?
Gesù in ebraico significa «Dio salva».
Gesù è venuto per salvare tutti gli uomini.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Giovanni 14, 6-16
Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre
se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da
ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il
Padre e ci basta!». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non
mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire:
mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?
Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie
le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro,
credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio
e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel
nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete
qualche cosa nel mio nome, io la farò.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi
darà un altro Consolatore perchè rimanga con voi per sempre».
COMPRENDIAMO
❖ Cosa avete colto dal testo appena letto?
Si lascia un po’ di tempo ai fidanzati perché esprimano liberamente ciò che hanno
compreso, la frase che li ha colpiti, ciò che rimane oscuro o poco chiaro.
- 16 -
RIFLETTIAMO
❖ «Chi vede me, vede il Padre»: Gesù rivela il Padre.
Come si può «vedere» Gesù?
❖ Cosa ha detto e cosa ha fatto Gesù?
Come possiamo conoscerlo?
Attraverso queste domande far emergere la necessità di conoscere ciò che Gesù “ha detto
e ha fatto”.
Professione di fede
Celebrante: Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della Terra?
Celebrante: Credete in Gesù Cristo,
suo unico figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria Vergine,
morì e fu sepolto,
è risuscitato dai morti
e siede alla destra del Padre?
Celebrante: Credete nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la resurrezione della carne e la vita eterna?
Celebrante: Questa è la nostra fede.
Questa è la fede della Chiesa.
E noi ci gloriamo di professarla,
in Cristo Gesù nostro Signore.
Amen.
Commento al Credo.
- 17 -
SCHEDA N. 5
“La predicazione di Gesù:
le beatitudini”
ASCOLTIAMO LA PAROLA
LE BEATITUDINI:
LA VIA DELLA FELICITÀ TRACCIATA DA GESÙ
Matteo 5,1-16
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono
i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perchè di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni
sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così
infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa
lo si potrà rendere salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato
dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra
un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il
lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la
vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano
gloria al vostro Padre che è nei cieli».
INTERROGHIAMOCI
Lasciare parlare liberamente i fidanzati.
❖ Cosa ha suscitato in voi la lettura del testo?
❖ Cosa pensate di questo testamento?
- 18 -
RIFLETTIAMO E COMPRENDIAMO
PUNTI DELLA PREDICAZIONE
N. 543 CCC
➲ Tutti gli uomini sono chiamati ad entrare nel Regno. (Mt 10, 5-7).
Il Regno appartiene ai poveri e ai piccoli, cioè a coloro che l’hanno accolto
con un cuore umile. (Lc 4,18 Mt 5,3).
➲ Gesù invita i peccatori alla mensa del Regno.
«Non sono venuto per i giusti…» (Mc 2,17 Lc 15,7 Mt 26,28).
➲ Gesù insegna attraverso parabole. (Mc 4,33-34 Mt 22,1-4).
SEGNI DEL REGNO DI DIO
➲ Miracoli, prodigi e segni. (Lc 7,18-23)
➲ I segni compiuti da Gesù testimoniano che il Padre lo ha mandato.
(Gv 5,36;10,25).
Essi sollecitano a credere in lui. (Gv 10,38).
Non mirano a fare qualcosa di magico o a soddisfare curiosità: rendono più
salda la fede in chi è disponibile a credere. Per altri sono motivo di scandalo.
➲ Gesù libera dalla fame, dalla malattia, dalla morte, dall’ingiustizia per porre
segni messianici, ma è venuto innanzitutto per liberare dalla più grave schiavitù
del peccato.
- 19 -
SCHEDA N. 6
Gesù è vivente nella sua chiesa,
suo corpo.
Si concedono 10 minuti per la lettura personale delle domande. Dopo ci si confronta ordinatamente
in gruppo per 20 minuti circa.
Cosa è la Chiesa per noi?
Cosa penso della Chiesa?
Cristo sì - Chiesa no?
Chi e perché l’ha istituita?
ASCOLTIAMO LA PAROLA
I Cor 12,12-27
“Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur
essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo
stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi
o liberi e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di
un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché io non sono
mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo.
E se l’orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo»,
non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio,
dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato? Ora, invece, Dio ha
disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto
fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma
uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»;
né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi quelle membra del corpo che
sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle parti del corpo che riteniamo
meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate
con maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha
composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non
vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle
altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un
membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di
Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.
- 20 -
Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in
secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli,
poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. Sono
forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli?
Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?”
Cosa vi dice questo brano?
- Realtà umana e divina della Chiesa.
- La Chiesa formata da santi e peccatori.
È nella Chiesa concreta che Gesù, attraverso la Parola e i sacramenti, si rivela
e si incontra con noi, stabilisce con noi un rapporto personale di amore e ci chiama
a seguire “Lui” e ad essere membra del Suo corpo in comunione tra noi.
Dal Discorso di Benedetto XVI a Colonia
“Questo significa che non ci costruiamo un Dio privato, non ci costruiamo un
Gesù privato, ma che crediamo e ci prostriamo davanti a quel Gesù che ci viene
mostrato dalle Sacre Scritture e che nella grande processione dei fedeli chiamata
Chiesa si rivela vivente, sempre con noi e al tempo stesso sempre davanti a noi.
Si può criticare molto la Chiesa. Noi lo sappiamo, e il Signore stesso ce l’ha detto:
essa è una rete con dei pesci buoni e dei pesci cattivi, un campo con il grano e
la zizzania. Papa Giovanni Paolo II, che nei tanti beati e santi ci ha mostrato il
volto vero della Chiesa, ha anche chiesto perdono per ciò che nel corso della storia,
a motivo dell’agire e del parlare di uomini di Chiesa, è avvenuto di male. In tal
modo fa vedere anche a noi la nostra vera immagine e ci esorta ad entrare con
tutti i nostri difetti e debolezze nella processione dei santi, che con i Magi dell’Oriente
ha preso il suo inizio. In fondo, è consolante il fatto che esista la zizzania nella
Chiesa. Così, con tutti i nostri difetti possiamo tuttavia sperare di trovarci ancora
nella sequela di Gesù, che ha chiamato proprio i peccatori. La Chiesa è come una
famiglia umana, ma è anche allo stesso tempo la grande famiglia di Dio, mediante
la quale Egli forma uno spazio di comunione e di unità attraverso tutti i continenti,
le culture e le nazioni. Perciò siamo lieti di appartenere a questa grande famiglia
che vediamo qui; siamo lieti di avere fratelli e amici in tutto il mondo. Lo sperimentiamo
proprio qui a Colonia quanto sia bello appartenere ad una famiglia vasta come
il mondo, che comprende il cielo e la terra, il passato, il presente e il futuro e
tutte le parti della terra. In questa grande comitiva di pellegrini camminiamo
insieme con Cristo, camminiamo con la stella che illumina la storia”.
- 21 -
SCHEDA N. 7
“La vita insieme: «chiamata»
a seguire Gesù”
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Genesi 12, 1-2; 4
Il Signore disse ad Abram:
«Vattene dal tuo paese, dalla tua patria
e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò.
Farò di te un grande popolo
e ti benedirò,
e renderò grande il tuo nome
e diventerai una benedizione».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore…
Esodo 3, 1-4
Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian,
e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo
del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò
ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò:
«Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?».
Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse:
«Mosè, Mosè!» Rispose: «Eccomi!».
Marco 1, 16-20
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone,
mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse: «Seguitemi,
vi farò diventare pescatori di uomini». E subito, lasciate le reti, lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedeo e Giovanni
suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre
Zebedeo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.
Luca 5, 27-28
Dopo ciò egli (Gesù) uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco
delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
- 22 -
Luca 18, 18-23
Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che cosa devo fare per ottenere la vita
eterna?». Gesù gli rispose: «Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno
solo, Dio. Tu conosci i comandamenti: non commettere adulterio, non uccidere,
non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre». Costui disse:
«Tutto questo l’ho osservato fin dalla mia giovinezza». Udito ciò, Gesù gli disse:
«Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, disribuiscilo ai poveri e
avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi !». Ma quegli, udite queste parole,
divenne assai triste, perché era molto ricco.
RIFLETTIAMO
Si concede un breve tempo nel quale i fidanzati liberamente esprimono pensieri e sentimenti suscitati
dalla lettura dei brani biblici. Dopo si discute seguendo la traccia indicata.
•
•
•
•
Cosa hanno in comune i brani letti?
Con quali parole è espressa in questi brani la «chiamata»?
La risposta è stata sempre positiva? Come è stata espressa?
Dove e perché è stata negativa?
COMPRENDIAMO
C’è una prima “chiamata”: essere cristiani, figli di Dio. A questa “chiamata” si
risponde con il Battesimo.
«Il santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d’ingresso
alla vita nello Spirito, e la porta che apre l’accesso agli altri sacramenti.
Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio,
diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della
sua missione» (CCC 1213).
«L’iniziazione cristiana si compie attraverso l’insieme di tre sacramenti: il Battesimo,
che è l’inizio della vita nuova; la Confermazione, che ne è il rafforzamento; e
l’Eucarestia, che nutre il discepolo con il Corpo e il Sangue di Cristo in vista della
sua trasformazione in lui» (CCC 1275).
«La seconda “chiamata” è quella di realizzare la prima vocazione attraverso la
strada che il Signore stesso indica: il matrimonio, il sacerdozio, la vita consacrata.
Dunque, il Matrimonio è una vocazione».
- 23 -
«Il sacramento del Matrimonio e la verginità per il Regno di Dio, provengono dal
Signore stesso. È lui che dà loro senso e concede la grazia indispensabile per
viverli conformemente alla sua volontà. La stima della verginità per il Regno e
il senso cristiano del Matrimonio sono inseparabili e si favoriscono reciprocamente»
(CCC 1620).
INTERROGHIAMOCI
LASCIARE PER SEGUIRE GESÙ
•
Quali possono essere oggi le ricchezze che impediscono di seguire Gesù?
•
Oltre le ricchezze materiali, quali altre ricchezze possiamo “portarci dietro”
come fardello pesante che rende difficile e lento il cammino verso il Signore
nella concreta vocazione che viviamo?
•
Gli affetti, gli amici, le comodità, le abitudini, le proprie idee, le famiglie di
origine, i propri comportamenti, la “cultura”, il proprio “io” possono diventare
ricchezze “pericolose”?
- 24 -
SCHEDA N. 8
“Non conformatevi
alla mentalità di questo secolo”
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Lettera di San Paolo apostolo... in chiave sponsale
(Romani 12,2.9-18).
Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando
la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui
gradito e perfetto.
La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene;
amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.
Non siate pigri nello zelo; siate, invece, ferventi nello spirito, servite il Signore.
Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera,
solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con
quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i
medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi
invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi.
Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti
a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace
con tutti.
INTERROGHIAMOCI
• Qual è la “mentalità di questo secolo”, del nostro, riguardo al Matrimonio?
• Quali di queste caratteristiche è in contraddizione con i principi cristiani?
• A quali aspetti non dobbiamo conformarci, secondo voi?
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Genesi 6, 5-12
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni
disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pentì di
aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: «Sterminerò
- 25 -
dalla terra l’uomo che ho creato: con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli
uccelli del cielo, perché sono pentito d’averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli
occhi del Signore.
Questa è la storia di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei
e camminava con Dio. Noè generò tre figli: Sem, Cam, Iafet. Ma la terra
era corrotta davanti a Dio e piena di violenza.
Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito
la sua condotta sulla terra.
RIFLETTIAMO
~ La famiglia di Noè era differente dal mondo circostante:
- per i valori che viveva, primo fra tutti la monogamia (la famiglia secondo il
piano di Dio), in una società poligamica;
- perché viveva nell’amicizia con Dio, mentre gli altri vivevano come se Dio
non esistesse.
~ Noè «camminava con Dio». Questa espressione indica la fede di quest’uomo
e della sua famiglia. Non un’opinione su Dio, non una vaga idea, non
un’affermazione, non l’osservanza fredda di leggi o di obblighi, ma una relazione
interpersonale di conoscenza, di amicizia, di familiarità.
Noè «camminava con Dio» in un contesto di corruzione e di violenza.
~ Noè era uomo giusto e integro. Noè non era un uomo che assumeva comportamenti
diversi secondo il contesto e le situazioni diverse.
Noi possiamo dire di essere cristiani che «camminano con Dio»?
* Si suggerisce la lettura di Ef 4,17-31
- 26 -
SCHEDA N. 9
“Il Battesimo:
mistero nuziale e fondamento
della vita del cristiano”
INTERROGHIAMOCI
Si stimolano i fidanzati a confrontarsi sui punti indicati per 20-30 minuti circa senza bloccare la
discussione.
- Matrimonio Sacramento: prima, matura, libera, responsabile scelta di fede.
- Quali sacramenti avete già celebrato? Cosa hanno prodotto in voi? Dopo è
cambiato qualcosa nella vostra vita?
- Quale valore e significato date al Battesimo?
- Cos’è l’«Opzione fondamentale»? L’avete fatta? Quando?
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Matteo 28, 16-20
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva
loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni, però, dubitavano.
E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in
terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto
ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine
del mondo».
RIFLETTIAMO
- Questo è il comando di Gesù. Può significare qualcosa per ciascuno di noi?
Cosa?
* Si suggerisce la lettura dei seguenti brani: Gv 3,1-10; Gal 3,26-29; Col 2,9-15
- 27 -
In alternativa alla liturgia prevista a pag. 70 “Memoria del Battesimo”… si può
svolgere un incontro secondo il seguente suggerimento:
prima dell’incontro si suggerisce di preparare una bacinella d’acqua nel luogo dell’incontro e di
sistemare accanto il cero pasquale. Alla fine o all’inizio dell’incontro il sacerdote benedice l’acqua,
spiega brevemente il significato/simbolo dell’acqua nella Sacra Scrittura e, dopo un minuto di
silenzio, invita i fidanzati ad intingere la mano destra nell’acqua e a fare il segno della croce.
Questo momento -dove è possibile- potrebbe svolgersi in chiesa vicino al fonte battesimale.
Dal Rito del Battesimo
INVOCAZIONE SULL’ACQUA
Dio, per mezzo dei segni sacramentali, tu operi con invisibile potenza le meraviglie
della salvezza; e in molti modi, attraverso i tempi, hai preparato l’acqua, tua
creatura, ad essere segno del Battesimo: fin dalle origini il tuo Spirito si librava
sulle acque perché contenessero in germe la forza di santificare; e anche nel diluvio
hai prefigurato il Battesimo, perché, oggi come allora, l’acqua segnasse la fine
del peccato e l’inizio della vita nuova; tu hai liberato dalla schiavitù i figli di
Abramo, facendoli passare illesi attraverso il Mar Rosso, perché fossero immagine
del futuro popolo dei battezzati; infine, nella pienezza dei tempi, il tuo figlio,
battezzato nell’acqua del Giordano, fu consacrato dallo Spirito Santo; innalzato
sulla croce, egli versò dal suo fianco sangue ed acqua; e dopo la sua resurrezione
comandò ai discepoli: «Andate, annunciate il Vangelo a tutti i popoli, e battezzateli
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
E ora, Padre, guarda con amore la tua Chiesa; fa’ scaturire per lei la sorgente del
Battesimo, infondi in quest’acqua, per opera dello Spirito Santo, la grazia del tuo
unico Figlio; affinché con il sacramento del Battesimo, l’uomo, fatto a tua immagine,
sia lavato dalla macchia del peccato, e dall’acqua e dallo Spirito Santo rinasca
come nuova creatura.
Il celebrante con la mano destra tocca l’acqua e prosegue:
Discenda in quest’acqua la potenza dello Spirito Santo: perché coloro che in essa
riceveranno il Battesimo, siano sepolti con Cristo nella morte e con lui risorgano
alla vita immortale.
Per Cristo nostro Signore.
Spiegazione del testo
Il nuovo Rito del Matrimonio prevede la Memoria del Battesimo, collocata subito
dopo il saluto del celebrante nei Riti di introduzione.
Perché?
- 28 -
SCHEDA N. 10
Il matrimonio nel progetto di Dio
«…per la durezza del vostro cuore…
ma in principio…» (Mc 10,5)
(Mc 10, 5)
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Partito di là, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla
accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l’ammaestrava, come era solito fare.
E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: “ È lecito
ad un marito ripudiare la propria moglie?”. Ma egli rispose loro: “Che cosa vi
ha ordinato Mosè?”. Dissero: “Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio
e rimandarla”.
Gesù disse loro: “ Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa
norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo
l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicchè
non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio
ha congiunto”. Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo
argomento. Ed egli disse: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra,
commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un
altro, commette adulterio”.
INTERROGHIAMOCI
• Gesù si adegua alla mentalità, alla cultura del suo tempo? Da che cosa si
capisce?
• Nell’esporre il suo punto di vista a chi fa riferimento?
• Se Gesù non ha accettato la cultura del tempo e ha fatto riferimento al Padre,
la Chiesa oggi può “adeguare la sua dottrina” alla mentalità corrente?
È accettabile l’espressione “La Chiesa deve adeguarsi ai tempi”?
• Da quali parole di Gesù possiamo desumere l’indissolubilità del matrimonio?
• Da che cosa capiamo che Gesù non ha la mentalità maschilista del suo tempo?
• Quale differenza si può rilevare nel modo di concepire la coppia da parte di
Gesù (e di Dio) e il modo con cui è vista da parte di una certa cultura di oggi?
- 29 -
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Genesi 6, 17-19; 7, 1-2; 7, 7; 8, 15-18; 9,1
Ecco io manderò il diluvio, cioè la acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo
ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco
la mia alleanza. Entrerai nell’arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli
dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell’arca due di ogni specie,
per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina.
Il Signore disse a Noè: «Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho
visto giusto dinanzi a me in questa generazione».
Noè entrò nell’arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per
sottrarsi alle acque del diluvio.
Dio ordinò a Noè: «Esci dall’arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi
figli con te. Tutti gli animali d’ogni specie che hai con te, …, siano fecondi e si
moltiplichino su di essa». Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli.
Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi
e riempite la terra».
RIFLETTIAMO
•
•
•
•
•
Cosa significa questa brano?
Con il diluvio cosa intende fare Dio?
Possiamo parlare di una ri-creazione dell’umanità?
Con quali caratteristiche viene ricreata l’umanità?
La “cultura” del tempo può modificare il progetto di Dio sull’umanità?
- 30 -
SCHEDA N. 11
“…a immagine di Dio lo creò,
maschio e femmina li creò”
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Gn 1,26-28; 2, 18-25
E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza,
e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte
le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.
Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro:
“Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;…”.
E il Signore Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un
aiuto che gli sia simile”. Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di
bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere
come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno
degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi
a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma
l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere
un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse
la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo,
una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse:
“Questa volta essa
È carne della mia carne
È osso delle mie ossa.
La si chiamerà donna
Perché dall’uomo è stata tolta”.
Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie
e i due saranno una sola carne. Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie,
ma non ne provavano vergogna.
RIFLETTIAMO E INTERROGHIAMOCI
Si invitano i fidanzati a dire liberamente ciò che ha suscitato in loro la lettura del brano e ciò che
hanno compreso per un tempo di circa 15 minuti. Poi si approfondisce il testo seguendo i punti indicati.
➲ “Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina
li creò”.
- 31 -
L’uomo è immagine di Dio in quanto maschio e femmina. L’immagine di Dio
si riflette nella relazione uomo-donna, nel loro amore.
Noi siamo creati nella mascolinità e nella femminilità, a immagine del Dio
creatore, non casualmente, ma secondo un suo preciso progetto.
Il Dio creatore, il nostro Dio, è uno, ma non è solo: è Trinità (Tri-unità), è comunione
di persone nella relazione d’amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
➲ “Non è bene che l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile…”
L’uomo non è fatto per essere “solo”, ma per la relazione: da solo non è felice.
Dio dona all’uomo un partner, un essere “alla pari”, con il quale mettersi in relazione.
L’aiuto è reciproco: l’uomo per la donna e la donna per l’uomo. “Non soltanto
nell’ambito dell’agire, ma anche in quello dell’essere” (Giovanni Paolo II).
➲ “Il Signore Dio plasmò la donna e la condusse all’uomo”
La donna è condotta all’uomo da Dio, è offerta per l’incontro.
L’incontro uomo-donna nel progetto di Dio è nella dimensione del dono reciproco:
non l’uno accanto all’altro, ma l’uno per l’altro, l’uno che si fa dono all’altro
nella logica della gratuità.
➲ “Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua
moglie e i due saranno una carne sola”.
Cosa significa “abbandonare”? Mettere da parte? Lasciare lì, dov è? Non portarsi
dietro?
Chi deve compiere l’azione dell’abbandonare? Solo l’uomo o anche la donna?
Abbandonare chi? Solo il padre e la madre reali?
O ci sono altri padri e madri? Quali possono essere?
Se la persona non riesce ad “abbandonare”, non decide di abbandonare, non è forse
troppo radicata nell’individualismo? Non è forse tentata dal “possedere per sé”?
Può essere pronta a costruire il noi? Può essere disposta a donarsi all’altro/a?
(Richiamare i verbi della Sacra Scrittura che riguardano la“ chiamata”, già indicati nella scheda
n. 7: lasciare e seguire).
➲ “Tutti e due erano nudi, ma non provavano vergogna”.
È una nudità che evidenzia l’occhio puro dei due che sanno guardare l’opera del
Creatore senza malizia. Quindi il nudo come contemplazione, non come tentazione
o provocazione.
Ma è anche una nudità che vuole indicare la trasparenza, la limpidezza del cuore
dei due: l’uno che si mostra all’altro come è, senza paure, senza riserve, senza
vergogne, senza nascondimenti, accettando i limiti della propria umanità e riconoscendo
Dio come origine e Signore della propria realtà umana.
- 32 -
SCHEDA N. 12
“Amatevi … come Cristo
ha amato la Chiesa”
Si può dare inizio all’incontro partendo dall’immagine riportata in copertina. Nel corso della serata
si coglierà il significato sia delle figure, sia del titolo dell’itinerario.
ASCOLTIAMO LA PAROLA Ef 5, 1-2; 21-33.
Fatevi, dunque, imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità,
nel modo che Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi.
Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della
moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo.
E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai
loro mariti in tutto.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se
stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua
accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta
gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così
anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi
ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria
carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo
membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà
alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico
in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche a voi, ciascuno da parte sua, ami
la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.
RIFLETTIAMO E COMPRENDIAMO
Camminate nell’amore (carità) nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha
dato se stesso per noi;
- ha rispettato l’uomo lasciandolo libero;
- è andato incontro ai bisogni dell’uomo senza chiedere nulla in cambio (gratuità);
- ha perdonato tutte le offese;
- ha donato la sua vita.
Alla coppia è affidato l’impegno di donarsi reciprocamente in un amore come
quello di Cristo
• fedele (nonostante le nostre infedeltà);
• per sempre (sino a donare la vita);
• fecondo (generatore di altro amore).
Scopo unitivo e procreativo del matrimonio
➲ Camminate…
Non è qualcosa che si decide e si fa una volta per tutte: è un impegno che si
- 33 -
rinnova ogni giorno. Ogni giorno devo impegnarmi ad amare come Cristo, anche
se alcune volte può essere difficile, faticoso, doloroso.
L’attenzione deve essere posta sulla relazione e, quindi, sulla comunicazione.
Ef 5,1-23 (È da intendersi tutto in senso reciproco).
➲ Siate sottomessi gli uni agli altri …
Significa questo: non sentitevi superiori; non siate superbi; non ergetevi a giudici; non
avanzate diritti; non scacciate l’altro/a; non abbiate paura di “obbedire” l’uno all’altro
o di cedere o di perdere lo scettro del comando; non pretendete di averla vinta.
Non reclamate la libertà, intesa come “fare ciò che si vuole”.
➲ Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore
(tenere conto della cultura del tempo).
Cosa vuol dire, secondo voi?
È sottomissione reciproca nell’amore (Giovanni Paolo II).
➲ E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato
se stesso per lei (così le mogli amino i mariti come Cristo ha amato la Chiesa…).
Vi sembra che si ami sempre così?
Che tipo di amore si vive generalmente nel rapporto di coppia?
Il Signore accetta un amore qualsiasi o ci chiede di impegnarci ad amare come
Lui ha amato, donandoci la grazia con la celebrazione del Sacramento del Matrimonio?
CONFRONTIAMOCI CON LA PAROLA
Dalla lettera di san Paolo ai Colossesi 3, 12-13
Fratelli, rivestitevi, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia,
di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli
altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate voi.
Siamo disposti ad avere questi sentimenti nella nostra vita coniugale?
Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi 13,
L’amore è paziente, è benigno l’amore; non è invidioso l’amore, non si vanta, non
si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tien
conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta, l’amore non avrà mai fine.
Confrontiamo il nostro amore per il partner con quello descritto da san Paolo.
Cosa pensiamo di dover cambiare?
L’amore non avrà mai fine
- La Parola del Signore dice questo, ma nella mentalità e nella realtà corrente
è sempre così?
- Dipende dall’amore o dalle persone?
- Se una coppia si impegna ad amare come indica san Paolo può vedere finire l’amore?
- 34 -
SCHEDA N. 13
“Siate fecondi
e moltiplicatevi”
INTERROGHIAMOCI
Lasciare discutere i fidanzati per 15 minuti circa stimolandoli con le seguenti
o altre domande.
• “Siate fecondi e moltiplicatevi” è un comando di Dio. Cosa pensate di questo
comando?
• Oggi qual è la mentalità più diffusa riguardo a ciò?
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Gn 1, 27-28
Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò,
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro:
“Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra”.
Gn 4, 1
Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse:
“Ho acquistato un uomo dal Signore”.
Salmo 22 (21), 10-11
Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
Al mio nascere tu mi hai raccolto
dal grembo di mia madre, sei tu il mio Dio.
Salmo 127 (126), 3-5
Ecco, dono del Signore sono i figli,
è sua grazia il frutto del grembo,
- 35 -
come frecce in mano a un eroe
sono i figli della giovinezza.
Beato l’uomo che ne ha piena la faretra…
Salmo 139 (138), 13-16
Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non esisteva uno.
RIFLETTIAMO E COMPRENDIAMO
• I figli sono un dono di Dio, non “proprietà” dei genitori. Solo il Signore è
arbitro della vita di ogni essere umano sin dal suo accendersi nel seno materno.
Cosa implica questa affermazione?
• Quando possiamo dire che la coppia rispetta questo comando e quando non
ne tiene conto?
ASCOLTIAMO IL MAGISTERO
Familiaris Consortio (Giovanni Paolo II)
28. Cooperatori dell’amore di Dio Creatore
Con la creazione dell’uomo e della donna a sua immagine e somiglianza, Dio
corona e porta a perfezione l’opera delle sue mani: Egli li chiama ad una speciale
partecipazione del suo amore ed insieme del suo potere di Creatore e di Padre,
mediante la loro libera e responsabile cooperazione a trasmettere il dono della vita
umana: Dio li benedisse e disse loro: “siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la
terra; soggiogatela”.
Così il compito fondamentale della famiglia è il servizio alla vita, il realizzare
lungo la storia la benedizione originaria del Creatore, trasmettendo nella generazione
l’immagine divina da uomo a uomo.
- 36 -
RIFLETTIAMO E ASSUMIAMOCI LE NOSTRE RESPONSABILITÀ
Prima del “consenso” nel Rito del Matrimonio (che approfondiremo in seguito)
il sacerdote interroga gli sposi dicendo:
“Siete disposti ad accogliere con amore
i figli che Dio vorrà donarvi
e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?
Gli sposi risponderanno “sì”, altrimenti il matrimonio non può essere celebrato
perché non sarebbe valido.
➲ Con questo “sì” quale impegno gli sposi si assumono con il Signore?
ASCOLTIAMO IL MAGISTERO
Humanae vitae, 11 e 12 (Paolo VI)
… la Chiesa insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla
trasmissione della vita.
Tale dottrina è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che
l’uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell’atto coniugale:
il significato unitivo e il significato procreativo.
Infatti, per la sua intima struttura, l’atto coniugale, mentre unisce profondamente
gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite.
Catechismo della Chiesa cattolica
2368. Per validi motivi gli sposi possono voler distanziare le nascite dei loro figli.
Devono però verificare che il loro desiderio non sia frutto di egoismo, ma sia
conforme alla giusta generosità di una paternità responsabile. Inoltre regoleranno
il loro comportamento secondo i criteri oggettivi della moralità…
2370. La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati
sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi son conformi ai criteri
oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano
tra loro la tenerezza e favoriscono l’educazione ad una libertà autentica.
RIFLETTIAMO E COMPRENDIAMO
➲ In che cosa consiste, dunque, la paternità e maternità responsabile?
➲ Cosa sono e in che cosa consistono i Metodi di regolazione naturale della
fertilità?
➲ Perché sono rispettosi della persona e non contraddicono l’inscindibile legame
tra fine unitivo e fine procreativo del matrimonio?
➲ Cosa pensate della fecondazione cosiddetta “assistita”? e dell’aborto?
- 37 -
SCHEDA N. 14
“Missione profetica,
sacerdotale e regale
della famiglia cristiana”
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Atti degli Apostoli 18, 1-4; 18; 24-26
Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto. Qui trovò un Giudeo
chiamato Aquila, oriundo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia con la moglie
Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i giudei.
Paolo si recò da loro e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro
casa e lavorava. Erano infatti di mestiere fabbricanti di tende. …
Paolo si trattenne ancora parecchi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s’imbarcò
diretto in Siria, in compagnia di Aquila e Priscilla. …
Arrivò ad Efeso un Giudeo, chiamato Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto,
versato nelle Scritture. Questi era stato ammaestrato nella via del Signore e pieno
di fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù, sebbene
conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni. Egli intanto cominciò a parlare
francamente nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con
sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.
Prima lettera ai Corinzi 16, 19
Vi salutano molto nel Signore Aquila e Priscilla, con la comunità che si raduna
nella loro casa.
INTERROGHIAMOCI
• Cosa pensiamo di Aquila e Priscilla, di questa coppia citata negli Atti degli
Apostoli e nella prima lettera ai Corinzi ?
• Oggi è possibile imitare quel modello?
• Possiamo generalizzare il loro comportamento trasferendolo in altri contesti
di servizio?
- 38 -
ASCOLTIAMO IL MAGISTERO
Familiaris Consortio
63 e 64 (Giovanni Paolo II)
La Chiesa, popolo profetico-sacerdotale, ha la missione di portare tutti gli
uomini ad accogliere nella fede la Parola di Dio, e celebrarla e professarla
nei sacramenti e nella preghiera, ed infine a manifestarla nella concretezza
della vita secondo il dono e il comandamento nuovo dell’amore. …
Ciò ha valore anche per la coppia e la famiglia cristiana: loro guida e norma è
lo Spirito di Gesù, diffuso nei cuori con la celebrazione del sacramento del matrimonio.
Animata e sostenuta dal comandamento nuovo dell’amore, la famiglia cristiana
vive l’accoglienza, il rispetto, il servizio verso ogni uomo, considerato sempre
nella sua dignità di persona e di figlio di Dio.
Ciò deve avvenire, anzitutto, all’interno e a favore della coppia e della famiglia,
mediante il quotidiano impegno a promuovere un’autentica comunità di persone,
fondata e alimentata dall’interiore comunione di amore. Ciò deve poi svilupparsi
entro la più vasta cerchia della comunità ecclesiale, entro cui la famiglia cristiana
è inserita: grazie alla carità della famiglia, la Chiesa può e deve assumere una
dimensione più domestica, cioè più familiare, adottando uno stile più umano e
fraterno di rapporti.
La carità va oltre i propri fratelli di fede, perché “ogni uomo è mio fratello”; in
ciascuno, soprattutto se povero, debole, sofferente e ingiustamente trattato, la carità
sa scoprire il volto di Cristo e un fratello da amare e da servire.
Si lascia un tempo per lo scambio di idee sull’apertura della coppia.
Si concede un tempo di circa 20 minuti a coppie che presentino la loro testimonianza riguardo
all’affido o all’adozione o all’impegno nell’ambito ecclesiale o civile.
- 39 -
SCHEDA N. 15
“…per
durezza il peccato
Il rifiutoladell’amore:
del
cuore…
“La vostro
donna che
tu
ma
in posta
principio…”
(Mc 10, 5)
mi hai
accanto...”
INTERROGHIAMOCI
Per 15 minuti circa permettere ai fidanzati di esprimere liberamente il loro pensiero in relazione
agli interrogativi posti.
• Dio ha messo nel cuore dell’uomo e della donna il bisogno e la capacità di amare
e di essere amati. Come mai nella realtà non è sempre espresso questo bisogno?
• Se Dio ha creato l’uomo e la donna per la relazione, per essere l’uno dono all’altro,
come mai è così difficile realizzare una relazione coniugale fondata sulla gratuità?
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Genesi 3, 1-12
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.
Egli disse alla donna: “È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun
albero del giardino? ”. Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del
giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al
giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti
morirete”. Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa
che quando voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio,
conoscendo il bene e il male”. Allora la donna vide che l’albero era buono da
mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo
frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, anch’egli ne
mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi;
intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno
e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del
giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?”. Rispose:
“Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi
sono nascosto”.
Riprese: “Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero
di cui ti avevo comandato di non mangiare?”.
- 40 -
Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero
e io ne ho mangiato”. “…per
Il Signore la
Dio durezza
disse alla donna: “Che hai fatto? ”.
del vostro
cuore…
Rispose la donna: “Il serpente
mi ha ingannata
e io ho mangiato”.
ma in biblico
principio…”
Bisogna tener conto del “racconto”
che è simbolico.
“Indipendentemente
(Mc
10, 5)
dalla distribuzione delle parti, quel primo peccato creato da Dio maschio e
femmina, è il peccato dei due” (Giovanni Paolo II).
RIFLETTIAMO E COMPRENDIAMO
Si invitano i fidanzati a dire liberamente ciò che ha suscitato in loro la lettura del brano e ciò che
hanno compreso per un tempo di circa 15 minuti. Poi si approfondisce il testo seguendo i punti indicati.
• “Il serpente disse alla donna…”
- Il serpente rappresenta la tentazione prima e il peccato poi.
- Con la domanda del serpente si insinua il dubbio sulla verità e sull’affidabilità
della parola di Dio.
•
-
“Non ne morirete affatto!”
La tentazione cresce.
Si scardina il rapporto di fiducia in Dio: dalla fede alla diffidenza.
Obbedienza a Dio o autonomia intesa come autosufficienza, come affermazione
di sé?
•
-
“Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare…”
Ricerca del proprio piacere e del proprio comodo.
Pretesa di diventare “come Dio” (non “a immagine” ma “sostituzione”).
Voler stabilire da soli ciò che è bene e ciò che è male che è privilegio solo
di Dio.
- Predicare la adorazione di se stessi.
PECCATO: atteggiamento individualistico di affermazione incontrollata della
propria autonomia; superbia, pretesa di dettare leggi su tutto anche a Dio.
CONSEGUENZA: perdita della familiarità con Dio, incapacità di dialogo con Dio
e con il prossimo (con chi è di fronte uomo o donna).
- Quanto più una persona è “piena di sé” tanto più è incapace di accogliere, di
ascoltare, di realizzarsi con l’altro.
- L’amore di coppia non è immune dal peccato originale: nella coppia c’è tanto
la tentazione e il peccato quanto l’originaria vocazione all’amore.
- 41 -
Dal catechismo della Chiesa Cattolica n. 1850:
«Il peccato è un’offesa a Dio: “Contro di te, contro te solo ho peccato. Quello
che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto” (Sal 51,6). Il peccato si erge contro l’amore
di Dio per noi e allontana da esso i nostri cuori. Come il primo peccato, è una
disobbedienza, una ribellione contro Dio, a causa della volontà di diventare “come
Dio” (Gn 3,5), conoscendo e determinando il bene e il male. Il peccato pertanto
è “amore di sé fino al disprezzo di Dio”. Per tale orgogliosa esaltazione di sé,
il peccato è diametralmente opposto all’obbedienza di Gesù, che realizza la salvezza».
• “Allora si aprirono gli occhi…”
- I due si guardano in maniera diversa, non limpida, gioiosa: dall’atteggiamento
contemplativo ed oblativo passano all’atteggiamento possessivo e invasivo.
- Con il peccato nasce il bisogno di difendersi, di nascondersi, di porre davanti
al proprio volto delle maschere.
- Con il peccato Adamo prende coscienza di ciò che ha fatto e si nasconde.
• “Dove sei?” “…ho avuto paura perché sono nudo, e mi sono nascosto”.
- Adamo non vuole farsi vedere perché sente di non aver agito rettamente.
- Scopre la sua nudità: prende coscienza della sua fragilità, della sua debolezza,
della sua miseria, …
• “La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero…”
- Adamo scarica la responsabilità sulla donna: non è più capace di condividere,
di assumersi le sue responsabilità.
- L’altro da aiuto diventa inciampo, ostacolo, da dono diventa tentazione.
- Anche Eva scarica la responsabilità sul serpente.
- Si rompe la relazione tra l’uomo e la donna e tra la coppia e Dio.
INTERROGHIAMOCI
Nella quotidiana relazione di coppia si ripete ciò che è accaduto alla prima coppia
della Bibbia? Quando? Perché? Individuiamo concrete situazioni di vita.
- 42 -
SCHEDA N. 16
“ Amarsi… da peccatori
in cammino di conversione”
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Luca 18, 9-14
In quel tempo Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di essere
giusti e disprezzavano gli altri:
“Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio che non sono
come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri e neppure come questo pubblicano.
Digiuno due volte a settimana e pago le decime di quanto possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza., non osava nemmeno alzare gli occhi
al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi
si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.
INTERROGHIAMOCI
• Cosa ha suscitato in noi l’ascolto di questo brano evangelico?
• In che cosa può riferirsi alla coppia?
Si lasci un po’ di tempo perché i fidanzati si possano confrontare in coppia.
RIFLETTIAMO E COMPRENDIAMO
Il fariseo è l’uomo autosufficiente e presuntuoso, che si ritiene giusto perché
compie minuziosamente e persino con sovrabbondanza le opere prescritte.
Il pubblicano è l’uomo semplice, nudo, cioè spoglio di meriti e di grazia, ricco
soltanto di fede e di umiltà, ma proprio per questo depositario dell’amore misericordioso
di Dio.
INTERROGHIAMOCI
• Non pensi che se assumi l’atteggiamento del giusto stai sempre con lo sguardo
indagatore e con “l’indice puntato”?
È l’atteggiamento di chi dice: “Sei stato tu! Tu hai fatto… hai detto… È colpa
tua se… Se non ci fossi io…”
Chi assume questo atteggiamento corre il rischio di arrivare al punto di “spiare”
l’altro per “coglierlo in fallo”.
- 43 -
• Se assumi, invece, l’atteggiamento del peccatore, sarai più disponibile ad accogliere
e perdonare e ad interrogare prima te stesso e poi l’altro/a.
Avrai l’atteggiamento di chi dice: “Ha fatto questo forse perché io… Se ha
reagito così, è perché io l’ho provocato/a… Se è successo questo, anch’io ho
le mie responsabilità”.
• Ognuno si chieda:
- quale atteggiamento assumo più frequentemente?
- Che cosa devo cambiare?
• Il Sacramento della Riconciliazione: perdono di Dio e perdono reciproco.
Forza dello Spirito per riprendere sempre il cammino con nuovo entusiasmo.
- Cosa penso di questo Sacramento?
- Perché confessarmi al prete?
- Cosa significa per noi conversione?
Lo schema di celebrazione del Sacramento della Riconciliazione è a pag. 72.
- 44 -
SCHEDA N. 17
“Fedeli nella quotidianità”
Il progetto
della coppia cristiana
Prima di iniziare con l’ascolto della Parola, in pochi minuti il sacerdote o la coppia sintetizza
quanto detto sul matrimonio negli incontri precedenti.
ASCOLTIAMO LA PAROLA
Apocalisse 3, 14-22
All’Angelo della Chiesa di Laodicea scrivi:
così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di
Dio: conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo
o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti
dalla mia bocca. Tu dici: “Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla”,
ma non sai di essere infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio
di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per
coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e
ricuperare la vista. Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati
dunque zelante e ravvediti. Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la
mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.
Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono come io ho vinto e mi sono
assiso presso il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito
dice alle Chiese.
RIFLETTIAMO E COMPRENDIAMO
Si concedono ai fidanzati 10-15 minuti per esprimere ciò che ha suscitato in loro
la Parola ascoltata.
➲ “Ma poiché sei tiepido, sto per vomitarti dalla mia bocca”: è la “condanna”
dell’amore tiepido, fatto di routine, di abitudine.
➲ Tu dici: “Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla…”: è
l’autosufficienza, la superbia, il peccato.
La coppia, che sente di essere “in regola”, di “stare bene” insieme e di non
aver bisogno di nulla e di nessuno, non sa di essere un “infelice”, un “miserabile”,
un “povero, cieco e nudo”.
- 45 -
➲ “Ti consiglio di comperare da me…” : la coppia ha bisogno di comprare
dal Signore:
- “oro purificato dal fuoco”: per purificare l’oro, bisogna rendere il metallo
incandescente. Il fuoco, che purifica l’amore della coppia, è Cristo, la sua
Parola, la sua vita, il suo amore;
- “vesti bianche”: il bianco è simbolo della risurrezione di Cristo. Come Cristo
è risorto dalla morte, seguendo Lui, la coppia può sempre “risorgere” dalle
debolezze, dalle fragilità, dai momenti bui e rinascere ad un amore rinnovato
e luminoso;
- “collirio” per gli occhi: nel libro dell’Apocalisse gli occhi simboleggiano
lo Spirito Santo. È lo Spirito Santo che permette alla coppia di ricominciare
ogni giorno con rinnovato entusiasmo ed amore.
INTERROGHIAMOCI
• Cosa abbiamo progettato e cosa possiamo progettare perché il nostro amore
non diventi “tiepido”, non cada cioè nella routine? (Si può utilizzare l’allegato
n. 1 ”Progetto di coppia” riportate alle pagg. 49 e 50).
• Che posto intendiamo dare alla Parola del Signore nella futura vita coniugale?
• Siamo disponibili a mettere da parte, anzi a liberarci dai nostri “schemi”, a
riconoscere le fragilità e a “indossare le vesti bianche”, ossia a “risorgere nuovi,
cambiati?” Oppure pensiamo di poter dire: “…Lo sapevi che sono fatto/a così!”.
• Siamo disponibili a lasciarci guidare dallo Spirito Santo e non dal nostro “Io”,
perché ci faccia vedere la verità (ciò che è bene per la coppia) e non ci faccia
cadere in rigidi puntigli, sfide, ripicche e dispetti, ma ci faccia ricominciare
ogni giorno con l’entusiasmo e con l’ardore del primo giorno?
Si può utilizzare qualche scheda dell’allegato n. 2 che riguardano la comunicazione nelle coppie.
Se si ritiene, le schede dell’allegato n. 2 riportate alle pagine 48, 49 e 50, possono essere utilizzate
per un ulteriore incontro di approfondimento su “Dialogo e comunicazione nella vita di coppia:
presupposti, ostacoli e suggerimenti”.
- 46 -
SCHEDA N. 18
La liturgia del matrimonio.
Parole, gesti, segni…
per grandi significati.
“Io accolgo te”
SAPERE PER COMPRENDERE
Spiegare perché il Rito del Matrimonio è inserito nella Celebrazione Eucaristica, evidenziando:
- l’Alleanza Dio-umanità, Cristo-Chiesa, sposo-sposa;
- l’offerta che Gesù fa di sé e l’offerta che gli sposi reciprocamente fanno l’uno all’altro e insieme al Signore;
- la comunione (una caro) a cui gli sposi devono tendere trova nella comunione con Gesù la forza
e il nutrimento.
IL RITO DEL MATRIMONIO NELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA
1.
a)
b)
c)
RITI DI INTRODUZIONE
Memoria del Battesimo
Gloria (tranne nell’Avvento e nella Quaresima)
Colletta
2.
a)
b)
c)
d)
e)
LITURGIA DELLA PAROLA
1ª Lettura
Salmo
2ª Lettura
Canto al Vangelo
Omelia
3.
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
LITURGIA DEL MATRIMONIO
Interrogazione prima del consenso
Manifestazione del consenso
Accoglienza del consenso
Benedizione e consegna degli anelli
Benedizione nuziale
Preghiera dei fedeli
Invocazione dei santi
4.
a)
b)
c)
d)
LITURGIA ECAURISTICA
Offerta dei doni
Consacrazione
Padre Nostro
Comunione
- 47 -
5. RITI DI CONCLUSIONE
INTERROGHIAMOCI
• Perché, secondo voi, la celebrazione inizia con la Memoria del Battesimo?
RIFLETTIAMO E COMPRENDIAMO
L’ultima preghiera della parte dei riti che riguarda la Memoria del Battesimo dice:
“Dio onnipotente,
origine e fonte della vita,
che ci hai rigenerati nell’acqua
con la potenza dello Spirito,
ravviva in tutti noi la grazia del Battesimo,
e concedi a N. e N. un cuore libero e una fede ardente
perché purificati nell’intimo,
accolgano il dono del Matrimonio,
nuova via della loro santificazione.
Per Cristo nostro Signore”.
INTERROGAZIONI PRIMA DEL CONSENSO
Carissimi N. e N.,
siete venuti insieme nella casa del Padre,
perché la vostra decisione di unirvi in Matrimonio
riceva il suo sigillo e la sua consacrazione,
davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità.
Voi siete già consacrati mediante il Battesimo:
ora Cristo vi benedice e vi rafforza con il sacramento nuziale,
perché vi amiate l’un l’altro con amore fedele e inesauribile
e assumiate responsabilmente i doveri del Matrimonio.
Pertanto vi chiedo di esprimere davanti alla Chiesa
le vostre intenzioni.
N. e N.,
siete venuti a celebrare il Matrimonio
senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli
del significato della vostra decisione?
Gli sposi rispondono: Sì.
- 48 -
Siete disposti, seguendo la via del Matrimonio,
ad amarvi e a onorarvi l’un l’altro per tutta la vita?
Gli sposi rispondono: Sì.
Siete disposti ad accogliere con amore
i figli che Dio vorrà donarvi
e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?
Gli sposi rispondono: Sì.
MANIFESTAZIONE DEL CONSENSO
Lo sposo:
“Io, N., accolgo te, N., come mia sposa.
Con la grazia di Cristo
prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti
tutti i giorni della mia vita.
La sposa:
“Io, N., accolgo te, N., come mio sposo.
Con la grazia di Cristo
prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia.
E di amarti e onorarti
tutti i giorni della mia vita.
Se c’è il tempo sarebbe opportuno leggere e spiegare la Benedizione nuziale in
una delle formule.
- 49 -
PROGETTO DI COPPIA:
MAPPA ORDINATA DEI VALORI
LUI
Chi sono io?
Chi sei tu?
ALLEGATO
N. 1
Chi sono io?
Chi sei tu?
LEI
LA COPPIA
Chi siamo noi?
Cosa vogliamo noi?
DIALOGO ORIENTATO SUI VALORI
• Ciò che conta di più per me
• Ciò che conta di più per te
❖ È più importante per me / per te
• Il denaro, il successo, gli amici, il partner, il lavoro, la carriera, i figli?
• Quale gerarchia vogliamo fare per il nostro futuro?
❖ Quale importanza daremo alla vita di fede e alle sue espressioni ?
❖ Quanto conterà per noi l’apparire?
- 50 -
Riguardo al rapporto di coppia, come vivremo
• la parità
• il rispetto
• la diversità
• la gratuità
• la trasparenza
• il dialogo
• il perdono
❖ La nostra vita coniugale avrà questi
• tempi
(per la comunicazione/dialogo, per la preghiera, ecc.)
• modi
• “regole”
• rapporti con le famiglie di origine
• rapporti con gli amici
• ecc.
❖ Riguardo ai figli abbiamo progettato
• quanti
• quando
• come organizzarci per allevarli
• come educarli
• ecc.
- 51 -
Queste quattro schede che compongono l’allegato n. 2 possono
essere utilizzate per un incontro di approfondimento sul
tema “dialogo e comunicazione nella vita di coppia:
presupposti, ostacoli e suggerimenti”.
LA COMUNICAZIONE
NELLA COPPIA
ALLEGATO
N. 2
2a) TRACCIA PER LA RIFLESSIONE
Per la riflessione personale
- Sento di essere sincero/a, leale, aperto nel comunicare con l’altro?
- Avverto che l’altro è sincero, leale, aperto o a volte ho la senzazione che mi
nasconda qualcosa? Gli ho espresso questa mia senzazione? Con quali risultati?
Se no, perché?
- Quali sono le mie paure nascoste?
Per il confronto in coppia
- Dopo quello che avete ascoltato, sentite di dover cambiare qualcosa della vostra
comunicazione o per voi va tutto bene?
Per il confronto in gruppo
- Quando non c’è più la “curiosità” di scoprire l’altro, si corre il rischio di due
solitudini non condivise anche se vissute sotto lo stesso tetto e nello stesso
letto. Cosa pensate di questa affermazione?
- Ritenete che nella comunicazione di una coppia ci siano argomenti che vengono
evitati da entrambi o da uno solo? Quali più frequentemente? Perché?
- 52 -
2b) OSTACOLI ALLA COMUNICAZIONE
10 modalità di comunicazione che rappresentano un ostacolo alla comunicazione stessa, identificate
dallo psicologo americano Thomas Gordon.
1. Dare ordini, comandare, dirigere:
“Tu devi”; “Bisogna che tu…”; “Tu farai così…”.
2. Minacciare, ammonire, mettere in guardia:
“Se non fai così…”; “È meglio per te…”; “Ora basta”.
3. Fare prediche, moralizzare:
“Tu dovresti…”; “Non rifletti prima di fare le cose…”; “Non mi ascolti mai”.
4. Offrire soluzioni, consigli, avvertimenti,
“Quello che farei io al posto tuo è…”; “Lascia che ti dia un consiglio…”.
5. Argomentare, persuadere con la logica:
“Ecco perché sbagli…”; “Sì, però…”.
6. Giudicare, criticare, biasimare:
“Tu non pensi come una persona matura…”; “Fai sempre le solite sciocchezze!”.
7. Ridicolizzare, etichettare, usare frasi fatte:
“Lagnoso!…”; “Intelligentone!…”; “Sembri tua madre!…”.
8. Interpretare, analizzare, diagnosticare:
“Ciò che non va con te è…”; “In realtà, tu non vuoi dire questo!…”.
9. Indagare, investigare:
“Perché?…”; “Chi?…”; “Ma cosa hai fatto ?…”; “Come?…”.
10. Cambiare argomento, minimizzare, ironizzare:
“Parliamo d’altro…”; “Queste sono sciocchezze!…”; “Vogliamo uscire?…”.
- 53 -
2c) PRESUPPOSTI PER UN BUON DIALOGO
10 consigli per sostenere la capacità di comunicare della coppia all’insegna della sincerità
e dell’apertura all’altro.
1. Decidere di voler ascoltare.
2. Considerare il compagno e non distrarsi dall’ascolto.
3. Sospendere ogni giudizio.
4. Ascoltare non solo le parole, ma anche tutti i segnali che il partner ci manda (tono
della voce, espressione del viso, sguardo, ecc).
5. Riflettere su ciò che l’altro sta dicendo, considerando le cose dal suo punto di vista,
mettendosi “nei suoi panni”.
6. Aspettare prima di rispondere, sforzandosi di trovare le parole giuste.
7. Rinunciare alla rivalità, evitare di mettersi in contrapposizione all’altro.
8. Non dare la responsabilità all’altro dei propri problemi.
9. Evitare nel dialogo e nel pensiero di ricorrere a slogan comunicativi del tipo:
“Sempre gli stessi discorsi”;
“So già dove vuoi arrivare”;
“Tanto fai sempre quello che vuoi”;
“Pensi solo a te stesso, io per te non esisto, non conto niente”.
10. Domandarsi come mettere in pratica ciò che si è discusso.
- 54 -
2d) DIECI SUGGERIMENTI PER AFFRONTARE BENE I CONFLITTI
1. Attenzione all’altro: educarsi a non essere centrato su se stesso.
2. Ascoltarsi: lasciare a chi parla il tempo necessario (non interrompere).
3. Comprendere: sforzarsi di capire cosa l’altro vuol dire.
4. Focalizzare il vero problema e non disperdersi.
5. Non rifarsi al passato: non creare “musei coniugali”.
6. Riflettere bene prima di parlare per non essere aggressivi e per non dire parole per
offendere e ferire.
7. Dimostrare buona volontà: si può trovare l’accordo anche quando non si è d’accordo.
8. Non irrigidirsi sulla propria posizione guardando solo a ciò che si vuole per sé, ma
cercare tutte le soluzioni per il bene della coppia e della famiglia.
9. Avere la pazienza di giungere ad una decisione comune: non arrendersi mai dinanzi
alla difficoltà di trovare una soluzione condivisa.
10. Dimenticare e perdonare con volontà e con il cuore.
- 55 -
Fly UP