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6. Barriera Codalunga/ Piazza Mazzini

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6. Barriera Codalunga/ Piazza Mazzini
6. Barriera Codalunga/ Piazza Mazzini Arriviamo in Piazza Mazzini percorrendo via Montona da via Savonarola, di fronte al canale. Per farlo dobbiamo attraversare quella che era nota come Isola di S. Giacomo, dal nome della Chiesa che stava al centro, di fronte a Palazzo Maldura. Da Ponte San Leonardo, infatti, fino a dietro la Chiesa del Carmine, lungo vicolo Bovetta scorreva per l'appunto il canale della Bovetta tombinato solo nel 1895. Dirigendoci lungo la trafficata via Codalunga immaginiamoci al centro della strada Porta Codalunga costruita nel 1521 in sostituzione di quella medievale. Guardando verso settentrione, sulla sinistra vediamo le mura ed il Bastione Codalunga o "della Gatta" in riferimento a quanto avvenne durante l'assedio di Padova ad opera dell'esercito dell'imperatore Massimiliano nel 1509, nel corso della guerra della Lega di Cambrai contro Venezia. I padovani issarono infatti un drappo che raffigurava il Leone di S. Marco, immagine venuta particolarmente male visto che questo fu additato come “gatta”. Il bastione fu distrutto dall'artiglieria nemica e ricostruito nei tempi immediatamente successivi ma i padovani resistettero e cacciarono gli assalitori dopo aver inferto loro pesanti perdite. Nell'aiuola spartitraffico la Colonna Massimiliana costruita a memoria dell'impresa, fu distrutta dagli austriaci nel 1859 e poi ricostruita, nuovamente distrutta nel bombardamento aereo del 1943 e ripristinata nel 195 con l'iscrizione di Carlo Leoni "Qui fu il baluardo, ove i nostri con tanto libero sangue, sconfitto Massimiliano, punirono l'infamia di Cambray e l'aggressione straniera, 29 settembre 1509 memorabile". Nel 1859, fu realizzata la nuova Barriera Daziaria al posto della Porta. Ampia e monumentale con due grandi sculture, una raffigurante l'industria sul lato della città, una l'agricoltura verso la campagna. Nel costruirla furono abbattute le cortine di mura ai fianchi ed interrata la fosse esterna. La barriera daziaria fu abbattuta nel 1925 della quale sono rimaste due garitte che fino a qualche anno fa ospitavano un orologiaio ed un giornalaio, proprio dove ora c'è un'edicola. Dal bastione svetta la torre­serbatoio dell'acquedotto completata nel 1926. Ai Giardini del Bastione già a fine Ottocento c'era il cosiddetto Teatro della Rotonda, un teatro estivo con annessa birreria, bevanda che si diffuse negli anni di dominazione austriaca, una sorta di Biergarten padovano. "Qualche carrozza passava sollevando neve fradicia. Le lanterne ai lati delle casette sembravano gli occhi ghignanti di un dannato. I lampioni a gas proiettavano fasci di luce gialla e densa. Eravamo quasi giunti all'altezza della Barriera, la quale recava lo stesso nome del viale che vi conduceva per via della "cauda lunga o coa de' case": una lunga coda di abitazioni, appunto, che conduceva a essa"... "Giorgio" sussurrò Alexander, "due persone dietro di noi ci stanno seguendo. Lo stanno facendo da quando siamo usciti dalla birreria. Non rispondermi, guarda avanti e, al tre, preparati ad entrare in azione". Frugai nella tasca del cappotto stringendo il mio fedele tirapugni. ("La giostra dei fiori spezzati. Il caso dell'angelo sterminatore", Matteo Strukul. pag.161­162) Alberto Botton http://www.blogdipadova.it/ 
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