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5. Le faremo sapere

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5. Le faremo sapere
5.
Le faremo sapere
Roma, 10 ottobre 2009
Caro diario,
ti presento Assunta Buonavolontà, neolaureata ufficialmente entrata
nel mercato del lavoro! Oggi è un giorno importante: ho il mio primo
vero colloquio ufficiale.
O quasi…
Quand il me prend dans ses bras,
il me parle tout bas
je vois la vie en rose!
No, non mi lasciare Marcello, danziamo ancora un po’ insieme, non mi lasc…
Driiiiiiiiiiiiiiiin!
Marcelloooooo!
Cavolo, sono le ore 8.00 e io… sono in ritardo! L’avevo
programmata per le 7.30, maledetta sveglia. Ma quando io
sogno Marcello non ci capisco più niente…
Ovviamente parlo di Mastroianni, ma nell’intimità io lo
chiamo per nome.
Insomma, quando lo sogno è sempre perché sono agitata.
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E oggi sono decisamente agitata: ho un colloquio di lavoro!
Dovevo essere lì per le 8.30!
Allora: gonna o pantaloni? Gonna, magari uno butta l’occhio.
Giacca? Sì.
Borsa? No, 24 ore, che mi dà un tono.
Tacchi, che mi sfinano un po’.
Ah, il curriculum.
Caffè, sì, sì, sì, Splash!
No! Maledizione! Ora le mie esperienze lavorative sanno
di caffeina… uffa… vediamo se va via… no, se strofini è
peggio, lasciamo stare. Chiavi, telefono, via!
Tic… Tac… Tic… Tac…
Ore 9.15, e nessuno mi ha chiamata. Appena sono entrata
la segretaria mi ha detto: si accomodi, la stavamo aspettando! Ma negli ultimi quaranta minuti sono io che ho aspettato
loro.
Sono nervosa. Penso sia normale, è il mio primo colloquio di lavoro. Oddio, non proprio, è un colloquio per (diciamo) «cercare un lavoro». Sono nella sala d’attesa di un
Cpi, che è il contrario di un Cpt, Centro di permanenza
temporanea. Il Cpi, invece, è un Centro di permanenza infinita, altrimenti noto come Centro per l’impiego. Insomma,
una versione ringiovanita dei vecchi uffici di collocamento,
per aiutare i giovani a trovare lavoro.
Il che spiega la durata illimitata della permanenza.
TRAAAAC
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Ma ecco che la porta si apre e ne esce la stessa signorina
di prima, che sempre sorridendo mi fa cenno con la mano
di accomodarmi.
Marina Rinaldi: – Piacere, Marina Rinaldi, selezionatrice
del personale. Compili il questionario e poi mi dica cosa vede nelle macchie.
Assunta: – (E cosa vedo? Un buco nero!) Farfalla – sole –
nuvola – cuore. (È inquietante che io abbia descritto in
trenta crocette la mia personalità.)
Marina Rinaldi: – Laureata?
Assunta: – Sì.
Marina Rinaldi: – Con quanto?
Assunta: – 110 e lode.
Marina Rinaldi: – Ah però, bene, bene. Esperienze lavorative?
Assunta: – Lavorative lavorative, proprio no, diciamo, però ho fatto tanti stage!
Marina Rinaldi: – Ah.
Assunta: – Ah.
Marina Rinaldi: – Retribuzione?
Assunta: – No profit.
Marina Rinaldi: – Soddisfazione?
Assunta: – No comment.
Marina Rinaldi: – Scrive?
Assunta: – Sì.
Marina Rinaldi: – Legge?
Assunta: – Biagi.
Marina Rinaldi: – Forma contrattuale preferita?
Assunta: – In nero.
Marina Rinaldi: – Attuale occupazione?
Assunta: – Nessuna. Inoccupata dalla nascita.
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6.
Disturbi interinali
Roma, 5 novembre 2009
Caro diario,
dopo aver aspettato invano una chiamata dal Centro per l’impiego
dove mi ero iscritta, ho capito che dovevo ricominciare da sola a procacciarmi colloqui. Il fatto è che io pensavo bastasse cerchiare gli annunci
sul giornale. Ma poi mi è successo un fatto strano, e ho scoperto che
c’era un’altra cosa che dovevo fare…
Assunta Buonavolontà is «in cerca di occupazione».
– Ehi, come va?
Assunta e Mariolino78 hanno stretto amicizia.
– Ciao fragolina85, ho visto la tua foto e sei molto carina.
– Mmm, non posso dire lo stesso di te, Gigino81…
mmm, forse così è troppo violento però… Tu invece, Manolo79 non sei niente male… Ma ciao!
Assunta ha appena scartato un biscotto della fortuna:
sfortunata in amore, fortunata nel lavoro.
– Eh, che cosa? Mah.
Ah, mi sono arrivate un paio di mail, dunque vediamo,
nuova offerta di lavoro su www.chinonlavoranonfalamore.it.
– cercasi giovani laureati da inserire nell’area marketing e comunicazione dell’azienda X, specializzata in Y.
ROMA
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Interessante, devo chiamarli immediatamente!
Tuuuuu
Tuuuu
Tuuuu
– Pronto, pr…
Papaparapapapappa – Papaparapapapappa
– Ecco, le «Quattro stagioni»!
Papaparapapapappa – papaparapapapappa – papap – Pro…
Papaparapapapappa – papaparapapapappa – papapapaparappappap –
– Pront…
Papaparapapapappa – papaparapapapappa – papapapaparappappap
– Pronto.
– Sì, pronto, chiamo per quell’annuncio sul giornale.
– Ah.
– Mi chiamo Assunta Buonavolontà.
– Laureata?
– Sì.
– In cosa?
– Scienze della Comunicazione.
– Età?
– Venticinque anni.
– Interinale?
– Prego?
– Quale agenzia interinale la manda?
– Veramente nessuna, non sapevo che…
– Mi dispiace, noi lavoriamo solo con interinali.
– Ma veramente, io…
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– Lavoratore fai-da-te? No agenzia interinale? AhiAhiAhiAhiAhi!
– Ma…
Tututututututututututu
Basita e scombussolata ho chiamato la mia amica Lalla,
che in quanto «tuttologa» ha sempre una spiegazione per
tutto. Come lei mi ha illustrato, le agenzie interinali sono un
po’ come quelle immobiliari. Solo che, invece di case, vendono persone:
– Impiegasi per una settimana manovale esperto, con bagno, due
camere e cucina ipotecati.
– Cercasi segretarie con gli occhiali disponibili a farsi sposare dagli
avvocati. Nuda proprietà.
– Offresi numero due camerieri extracomunitari con permesso di
soggiorno, in cucina.
A questo punto, c’è un dubbio semantico che mi assale:
se la parola interinale viene dal latino «ad interim» che vuol
dire temporaneo, come mai queste agenzie diventano spesso
un parcheggio definitivo?
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