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La camorra dei (falsi) taxi collettivi nel regno del sindaco

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La camorra dei (falsi) taxi collettivi nel regno del sindaco
La camorra dei (falsi) taxi
collettivi nel regno del
sindaco-sceriffo di Torre del
Greco
Nel
regn
o
del
sind
acoscer
iffo
Ciro
Borr
iell
o esiste una categoria di criminali della
strada praticamente immune da qualsiasi tipo di
controllo o verifica: si tratta dei conducenti
dei (falsi) taxi collettivi, il servizio di
trasporto pubblico ideato dall’amministrazione
comunale targata Valerio Ciavolino per
regolarizzare gli storici pulmini abusivi e
diventato – in pochi anni – una vera e propria
croce per gli automobilisti di Torre del Greco.
Costretti quotidianamente a sopportare i disagi
provocati dalla sosta selvaggia dei conducenti
dei taxi collettivi a caccia di clienti: disagi
oggi ingigantiti dalla presenza di decine di
cantieri per il restyling del centro storico,
già capaci di mandare in tilt la viabilità
all’ombra del Vesuvio.
I risultati delle angherie dei «padroni delle
strade» sono sotto gli occhi di tutti, eccetto
delle forze dell’ordine – a partire dagli
agenti di polizia municipale guidati dal
comandante Salvatore Visone – chiamate a
garantire la legalità sul territorio: una piaga
segnalata in diverse occasioni ai caschi
bianchi del comando di largo Costantinopoli e
agli stessi fedelissimi del sindaco-sceriffo
Ciro Borriello.
Non a caso, la questione dei taxi collettivi –
a oggi affidata al capogruppo del Partito
Repubblicano, Ottavio Bello – è finita sul
tavolo della discussione di diverse commissioni
consiliari di palazzo Baronale. Senza
risultati.
Eppure, esiste un regolamento che dovrebbe – il
condizionale è d’obbligo, visto il reale
funzionamento – disciplinare le linee degli ex
pulmini abusivi, formalmente chiamati a
«coprire» l’intero territorio cittadino e a
rispettare tutta una serie di norme relative
alla sosta e allo stazionamento.
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