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Carichieti, i sindacati avevano avvisato

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Carichieti, i sindacati avevano avvisato
-MSGR - 08 ABRUZZO - 43 - 21/09/14-N:
43
Domenica 21 Settembre 2014
www.ilmessaggero.it
Abruzzo
Carichieti, i sindacati avevano avvisato
`Commissariamento
in via Colonnetta
dopo esposti e denunce
CREDITO
CHIETI Non solo corvi e denunce
anonime. C’era pure una lettera
durissima firmata dai sindacati
confederali sui tavoli della vigilanza di Banca d’Italia a dettagliare l’opacità della conduzione. E’
uno dei retroscena che emergono a 24 ore dal commissariamento di Carichieti, ultimo presidio
autonomo del credito abruzzese.
L’amministrazione straordinaria viene affidata al commissario
che ha già risolto i casi Tercas e
Caripe, Riccardo Sora per motivi
collegati a «gravi irregolarità amministrative», come disposto dall’articolo 70 del testo unico bancario.
In particolare, per quanto comunicato al Cda, tra le contestazioni la mancata azione di responsabilità verso l’ex dg Di Tizio e soprattutto la riassunzione
di Domenico Di Fabrizio, «un dipendente - si legge nel verbale che esercita influenza diretta e
indiretta sui membri del Consiglio». Un’accusa pesantissima e
inverosimile se si pensa che parliamo dell’autista del direttore
generale Sbrolli ma che, a quanto
pare, diventa credibile e verificata a sentire in via Colonnetta la
LA MANCATA AZIONE
DI RESPONSABILITA’
VERSO DI TIZIO
E L’INFLUENZA SUL CDA
DI DI FABRIZIO
AL CENTRO DEL CAOS
capacità di Di Fabrizio di agire a
360 gradi sulla composizione del
Cda della banca, quello della Fondazione e addirittura anche quello del comitato di indirizzo.
Bankitalia ratifica e convalida
con tanto di nome e cognome. Di
Fabrizio, per esempio, può agire
sulle leve del sindacato visto che
la sigla indipendente Falcri attualmente rappresenta il 90% dei
600 dipendenti di Carichieti e,
guardacaso, il delegato è il figlio
di Di Fabrizio, Nicola. Forse è anche per questo che ad aprile del
2013, Fabi, Fiba Cisl e Fisac Cgil
prendono carta e penna per
esprimere le proprie perplessità
sull’andamento generale citando, tra gli altri, la girandola di
presidenti e consiglieri di amministrazione, nella Fondazione
controllante e nella Cassa tra
2012 e 2013. In città, cioè in Fondazione, Di Nisio lascia il posto a
Sanvitale (e di lì a poco entrerà Di
Frischia); allo Scalo, cioè in Carichieti, Codagnone cede l’ufficio
d’angolo all’ottavo piano a Falconio. Vivaci anche le migrazioni
dei consiglieri tra comitato di indirizzo e Fondazione dove, in
Cda, coincidenza, compare una
nipote della moglie di Di Fabrizio. «Un segnale che lascia perplessi e merita attenzione - scrivono i sindacati -. Permangono
ancora abitudini singolari nella
gestione del personale (avanzamenti di carriera, politiche retributive per alcuni lavoratori, concessioni di benefit, trasferimenti
impropri) che non sembrano appartenere a logiche imprenditoriali». Gli esiti dell’ispezione 2014
di Banca d’Italia sembrano quasi
confermare tutto alla luce della
decisione di spedire la Cassa in
amministrazione straordinaria
anche se il bilancio resisteva e «la
banca - parole di Sora - è patrimonialmente solida e liquida».
A. T.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
segue dalla prima pagina
La filiale di piazza Salotto a Pescara di Carichieti. Sotto, l’ex dg di Tizio
L’ascesa della sigla autonoma Falcri
che arruolò in tre mesi 400 dipendenti
IL DETTAGLIO
CHIETI Per arruolare il 90% degli
iscritti all’interno di un parco dipendenti di 600 persone ci vuole,
evidentemente una grande capacità di mediazione e di persuasione. Nicola Di Fabrizio, figlio dell’autista al centro del commissariamento di Banca d’Italia e delegato della sigla autonoma Falcri,
ci impiega tre mesi, un lampo
per il tempi sindacali. La sigla
autonomia spunta nel 2010, po-
chi mesi prima che il direttore
generale Di Tizio esca di scena
per via del disastro di Flashbank.
Di Tizio rompe il patto con la Fiba, allora sindacato egemone, e
SUCCESSE
NEL 2010
PRIMA DEL CASO
FLASHBANK
A GUIDARLA
IL FIGLIO
DI DI FABRIZIO
Manutenzioni per 100 scuole in regione
I CANTIERI
PESCARA Edilizia scolastica: non è
tutt'oro quel che luce. Stando all'
elenco del Miur per Scuolebelle e
scuolesicure, filoni del Piano di
edilizia scolastica del Governo, sono 99 gli interventi iniziati in
Abruzzo tra luglio e agosto scorsi e
terminati entro il 15 settembre.
Mancano all'appello altre 262
strutture da sistemare entro fine
mese. Tra ottobre e dicembre ancora 4 istituti concluderanno il restyling. Nel dettaglio previsti a
L'Aquila 148 interventi nelle scuole dell'infanzia e della primaria, 32
nella provincia di Chieti, 48 in quel
di Pescara e 55 nella teramana.
«Non é la tinteggiatura esterna a risolvere le difficoltà della scuola -
dice Davide Desiati, segretario generale Cisl scuola Abruzzo-Molise
-. Interventi come ScuoleSicure o
ScuoleBelle sostenuti da principi
secondo cui il Comune che può si
costruisce la scuola nuova e sicura
o l'idea che siano sufficienti importi medi di 15mila euro per interventi di manutenzione, sono azioni
ben lontane da quanto reclama la
scuola abruzzese».
Dopo la comunicazione del ministero ai sindaci e ai presidenti di
Provincia per ricordare la scadenza del 31 dicembre come termine
per poter affidare le opere incluse
nel progetto Scuolesicure (stanziamento nazionale di 400milioni),
dalla prossima settimana al via la
fase due del Piano: in Conferenza
Unificata Stato-Regioni va il decreto sui mutui agevolati, con oneri di
Grande Mela
e orsognesi
L’esercito
nascosto
VIA ALL’INVESTIMENTO
DEL GOVERNO
DESIATI, CISL
PERO’ E’ CRITICO
«AI NOSTRI PLESSI
SERVE BEN ALTRO»
ammortamento a totale carico dello Stato, utili per realizzare altri interventi già in avanzato livello di
progettazione, tramite graduatorie regionali. Nel frattempo il Miur
sta lavorando alla riprogrammazione delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2007/2013 e a
quella per il 2014/2020.
«Gli alunni e gli insegnanti delle
scuole abruzzesi hanno bisogno di
un piano di interventi che rendano
realmente fruibile il diritto all'
istruzione in 'scuole belle e sicure'
- aggiunge Desiati -. A L'Aquila o
nei Comuni del cratere le lezioni si
svolgono ancora nei Musp (Moduli a uso scolastico provvisori),
'provvisori' da cinque anni sono
ancora la direzione didattica Amiternum e Silvestro e il Convitto Nazionale dell'Aquila». All'enorme
grazie a Domenico Di Fabrizio
ottiene a una maxi migrazione di
400 persone nel raggio di pochissime settimane. Li gestirà il figlio Nicola. Un po’ troppo per
non dare nell’occhio. Le sigle
confederali qualche tempo dopo
scrivono e si lamentano della posizione monopolistica della Falcri. Per tutta risposta escono da
Falcri una decina di persone e si
arruolano con la Uilca con passaggio delle deleghe in giornata
e formazione della rappresentanza sindacale interna.
crescita registrata dagli istituti alberghieri della regione (Ipssar
Marchitelli di Villa Santa Maria(
CH), Ipssar De Cecco di Pescara,
IIS Di Poppa-Rozzi di Teramo) non
corrispondono adeguati investimenti: «Questi istituti non riescono ad assicurare nemmeno le aule
agli alunni - incalza Desiati -, senza
parlare di laboratori e mense. Fra
tutti la situazione critica dell'Istituto Omnicomprensivo di Alanno in
forte difficoltà per convitto e mensa». La sicurezza riguarda anche
lo stato dei servizi igienici, arredo,
infissi, attrezzature delle palestre,
accessibilità per i diversamente
abili: «In quest'ultimo caso le necessità delle scuole abruzzesi sono
enormi - conclude Desiati -. La spesa annuale media dei paesi OCSE
nel settore istruzione è superiore
di circa 30miliardi a quella italiana: ne basterebbero molti di meno
per fare un bel lavoro».
Adriana Settuario
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sono tutti provenienti da Orsogna e, apparentemente, non imparentati tra loro. Sempre nel
Queens, abbiamo trovato un altro ramo di “Sacramone” di origini orsognesi: Anthony e Domenico, proprietari del ristorante
“Sac's Place”, situato in una strada non molto distante da “L'Incontro”. Poi, nello stato del Delaware, vi é un altro Anthony Sacramone, ma questa volta si tratta di un giornalista ed editore di
libri che, cresciuto in Astoria
(punto di riferimento per tutti
gli orsognesi in America) si é trasferito vicino alla capitale Usa,
dove resideva sua moglie prima
del matrimonio. L'Anthony editore ci racconta che il padre Antonio voleva emigrare in Australia, ma era stato denunciato da
un orsognese, falsamente, alle
autoritá australiane come comunista, pertanto non fu accettato
e nel 1956 emigró invece negli
Usa, dove nacque il futuro editore Anthony e dove, come fabbro,
fu chiamato ripetutamente a riparare le serrature della cassaforte della Federal Reserve Bank
di New York a Manhattan. Ma le
stranezze di questo “Sacramone” non finiscono qui. Antonio
morí il 13 gennaio, suo fratello
piú piccolo il 13 dicembre, sua
madre il 13 agosto e suo padre il
13 maggio. La madre di Anthony
editore, era malata di un cancro
molto aggressivo ma fu curata
in un modo cosí miracoloso da
essere citato in una rivista specializzata di oncologia. Poi, vi é
un Anthony Sacramone architetto (di Astoria), ed infine, tra i
presunti 300 Sacramone di origini orsognesi sparsi gli Usa, vi é
anche la campionessa olimpionica di ginnastica, Alicia Sacramone, che sará argomento di
una prossima puntata.
Dom Serafini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Una skyline al crepuscolo
di New York
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