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Pensioni più povere e lontane

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Pensioni più povere e lontane
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Fisco/1 - Beni strumentali in
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all’acquisto. La Cassazione sui
presupposti del rimborso Iva
Ricca da pag. 6
Fisco/2 - Sull’obbligo generalizzato del contraddittorio
preventivo l’armonizzazione
delle norme Ue-nazionali è
spartiacque. E avvocati e commercialisti scendono in campo
in difesa del confronto
Bongi-Stroppa da pag. 8
Codice della
strada - Sanzioni
pesanti per l’omicidio stradale.
Scatta sempre la
revoca della patente. Legge al
rush finale
Manzelli-Santi a pag. 12
Proprietà intellettuale - La
Cina dal regno dei falsi diventa
quello dei brevetti. Intanto in
Italia sul piatto 7,5 mln per marchi e disegni
Cerne-Pagamici da pag. 14
Impresa/1 - Sempre meno sofferenze per l’economia italiana. La
fotografia scattata da Abi e Cerved
sui crediti deteriorati
Grigolon a pag. 17
Impresa/2 - Le agevolazioni imprese a tasso zero si aprono agli
extracomunitari. I chiarimenti
degli esperti di Invitalia
De Stefanis a pag. 18
Ambiente - Tracciamento rifiuti a
rischio: salvo proroghe, dall’1/1 via
al registri/formulari per imprese
non obbligate al Sistri
Dragani a pag. 19
Affari in Piazza - Riparte il balletto delle valute. La strategia per
decifrare le dinamiche dei cambi
e investire al meglio
dell’Olio a pag. 20
Spendere Meglio - Sforbiciata
ai costi di luce e gas. Risparmi
con i comparatori online o passando al libero mercato
Di
D Santo a pag. 35
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Pensioni più povere e lontane
Dal primo gennaio 2016 scatta una riduzione media dell’assegno del 2%. Ma
in alcuni casi si arriverà fino all’8%. E si andrà a riposo anche 22 mesi dopo
MARINO LONGONI
[email protected]
DI
I
n pensione più tardi, e con meno
soldi in tasca. Dal 1° gennaio 2016
scatterà uno scalone previdenziale
che penalizza i lavoratori, soprattutto
donne, che non riescono a maturare i
requisiti per maturare il diritto all’assegno previdenziale prima della mezzanotte del 31 dicembre.
È l’effetto dell’applicazione degli indicatori legati all’aumento della speranza di vita, che allunga di quattro
mesi la data del pensionamento, ma
anche della entrata in vigore di alcune
norme contenute nella legge Fornero
che penalizzano le donne lavoratrici
allungando la permanenza al lavoro
di un anno e quattro mesi per le autonome e un anno e dieci mesi per le
dipendenti. La misura dell’assegno
previdenziale è invece ridotta a causa
dei nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo, fissati
tenendo conto di alcuni parametri
statistici come l’aumento della vita
media e alcuni indicatori economici. Se
è vero che il taglio nella maggior parte dei casi si aggira intorno al 2%, ci
sono anche decurtazioni che arrivano
fino all’8%. Un meccanismo che negli
ultimi anni ha falcidiato le rendite dei neopensionati: basti
pensare che un lavoratore andato in pensione a 65 anni nel
1996 ha applicato un coefficiente di trasformazione del montante contribuivo pari a 6,136. Per chi andrà in pensione dal
2016 lo stesso coefficiente sarà del 5,326. Da solo fa il 13% di
pensione in meno. In realtà le modifiche al regime previden-
ziale che entrano in vigore allo scoccare della mezzanotte del
31 dicembre sono molto più numerose e complesse (si veda
l’insertino pubblicato su questo numero di ItaliaOggi Sette
da pagina 37).
Resta il fatto che negli ultimi vent’anni praticamente tutti i governi sembrano aver spinto sull’acceleratore della riduzione delle (future) pensioni e dell’innalzamento dell’età
pensionabile. Chi ha iniziato a lavorare nel 1996 poteva aspettarsi, a certe
condizioni, di andare in pensione dopo
soli cinque anni con il sistema contributivo. Lo stesso lavoratore, oggi, con
19 anni di lavoro non ha ancora maturato il diritto alla pensione, perché
gradualmente il numero minimo di
versamenti contributivi è stato innalzato a 20 anni. Non ha tutti i torti se
si sente come il classico asino con la
carota davanti al muso, che non riesce
mai a raggiungere. E non è infondato il
sospetto che lui non entrerà mai nella
magica atmosfera dei diritti quesiti, e
rischia di passare tutta la sua vita a inseguire diritti di altri senza mai poterli
raggiungere.
Facile comprendere perché diventi
sempre più pressante la questione del
conflitto intergenerazionale. Il punto
critico è che chi è già in pensione ha un
trattamento nettamente migliore di chi
è ancora al lavoro. E tanto maggiore è
la discriminazione quanto più grande
è la differenza di età. La conseguenza
concreta di questo stato di cose è certificata dal raffronto tra la ricchezza
delle famiglie più giovani e più anziane. Secondo un recentissimo rapporto
Bankitalia, tra il 1995 e il 2014 la ricchezza netta media delle famiglie con a
capo chi ha meno di 34 anni è scesa verticalmente, da 100 a
40. Quella con capofamiglia sopra i 65 anni è salita invece da
100 a 160. Vent’anni fa la ricchezza media delle famiglie anziane era di poco inferiore a quella delle giovani. Oggi, è tre
volte e mezzo superiore. Prima o poi scoppierà il bubbone.
© Riproduzione riservata
Ultima chiamata per i calcoli di convenienza tra i due regimi: da gennaio 2016 addio all’opzione
Minimi vs forfettario: un pareggio
Affari
Legali
Buona
ona Scuola,
contro il Miur
b
boom di contenziosi
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Porta a porta senza
inciampi: oltre 22
mila opportunità
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M
inimi vs forfettario, la partita
volge al termine, ma con un risultato di parità. Non esistono
formule magiche né soluzioni
preconfezionate in grado di far propendere
la scelta per uno dei due regimi senza fare
valutazioni ad hoc sulle effettive e concrete modalità di esercizio dell’attività. Sono
troppe le varianti e le variabili in gioco per
fidarsi di soluzioni e scelte dettate da argomentazioni che prescindono da un’analisi
approfondita al caso specifico.
Tuttavia il tempo per il test di convenienza è agli sgoccioli. Per chi avvia una piccola
attività imprenditoriale o di lavoro autonomo dal 1° gennaio 2016 non ci saranno più
opzioni possibili, l’unico regime di favore
sarà quello forfettario, così come modificato dalla legge di Stabilità 2016.
Solo da qui al 31 dicembre, dunque, per
chi intende avviare una nuova attività in
forma individuale che prevede l’apertura
della partita Iva sarà ancora possibile effettuare calcoli di convenienza fra il regime dei c.d. minimi disciplinato dai commi
1 e 2 dell’articolo 27 del dl n. 98 del 2011,
e il regime forfettario introdotto nel nostro
ordinamento dalla legge n.190 del 2014
(legge di Stabilità 2015).
NELL’INSERTO/1
NELL’INSERTO/2
Selezione di
Le (povere)
pensioni del 2016
Sentenze
tributarie
a CURA DELLO STUDIO FUOCO
di DANIELE CIRIOLI
1. OMESSI CONTRADDITTORI, ATTI NULLI A METÀ
Le cattive notizie, si dice, non arrivano mai da sole.
Sarà solo un detto, ma in tema di pensioni sembra azzeccarci in pieno; infatti, il nuovo anno riserva (almeno) due
brutte notizie a tutti i lavoratori: la prima è che ci vogliono quattro mesi in più per andare in pensione; la seconda
è che chi ha la fortuna di andarci, riceverà una pensione più magra rispetto a chi è andato prima all’incirca di
un 2%. Le novità sono contenute in due decreti ministeriali che entrano in vigore dal 1° gennaio 2016: il dm 16
dicembre 2014 che adegua tutti i requisiti di tutte le pensioni alla c.d. «speranza di vita»; il dm 22 giugno 2015
che fissa i coefficienti di calcolo delle pensioni validi nel
triennio 2016/2018.
Come se ciò non bastasse, c’è poi da aggiungere il nuovo
step di aumento dei requisiti per la pensione già programmato dalla riforma Fornero (la legge n. 214/2011): una
batosta vera e propria per le lavoratrici donne, autonome
e dipendenti del settore privato. Per loro, infatti, il requisito d’età per mettersi a riposo, dal prossimo 1° gennaio
2016, sale di 1 anno e 4 mesi (autonome) e di 1 anno e 10
mesi (dipendenti del privato), sommando gli effetti della
riforma Fornero e quelli della nuova speranza di vita. A
conti fatti, per mettersi in pensione dal 2016, la lavoratrice dipendente di un’azienda dovrà avere 65 anni e 7 mesi
d’età (bastano 63 anni e 9 mesi fino al 31 dicembre), mentre la commerciante dovrà avere 66 anni e 1 mese (64 anni
e 9 mesi fino al 31 dicembre). Carta e calamaio, vediamo
dunque quando e con quanto si può andare in pensione
dal prossimo anno.
2. DETENTORE DI FATTO, LOCAZIONE INEFFICACE
3. CONTANTI NON TRACCIABILI, LA PROVA È INDIZIARIA
4. RIQUALIFICAZIONE FISCALE, AVVIAMENTO DEDUCIBILE
5. SOTTOSCRIZIONE RUOLO, PROVA AL CONCESSIONARIO
6. NOTIFICA PER POSTA, RICEVUTA ESSENZIALE
7. EDIFICABILITÀ CONDIZIONA LE IMPOSTE LOCALI
I testi integrali delle sentenze sul sito www.italiaoggi.it/docio7
21 Dicembre 2015
LE NOVITÀ DEL 2015
Il cantiere delle pensioni non chiude mai. Lo abbiamo
visto nella caldissima estate scorsa, con la consegna di
numerose novità. La sentenza della corte costituzionale
n. 70/2015, per esempio, che ha riconosciuto il diritto ai
pensionati a ricevere arretrati per la mancata rivalutazione del biennio 2012/2013 (a dire il vero si è trattato del
«ridimensionamento» del diritto a ricevere in «pieno» la
mancata rivalutazione); o l’anticipo al 1° giorno del mese
del pagamento delle pensioni o ancora la «sterilizzazione»
degli effetti negativi della crisi sul calcolo delle pensioni.
Vediamo le principali.
Pensioni pagate il primo del mese
Dal 1° luglio (doveva essere 1° giugno), tutte le pensioni sono pagate dall’Inps il primo giorno del mese. È
l’art. 6 del decreto legge n. 65/2015, convertito dalla legge n. 119/2015 (il decreto sulla sentenza della Consulta
n. 70/2015) ad aver disposto che, dal 1° giugno 2015,
pensioni, assegni, indennità di accompagnamento e altro erogato agli invalidi civili, nonché le rendite vitalizie
dell’Inail erogate dall’Inps vanno messi a pagamento il
primo giorno di ciascun mese. Nel caso il giorno 1 cada
in giorno festivo oppure non bancabile, l’erogazione slitta
al giorno successivo, fatta eccezione per il mese di gennaio 2016 in cui il pagamento avverrà il secondo giorno
bancabile; mentre a decorrere dall’anno 2017 i pagamenti saranno effettuati il secondo giorno bancabile di
ciascun mese.
21 Dicembre 2015
Bongi a pag. 2
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2
Lunedì 21 Dicembre 2015
LEGGE DI STABILITÀ 2016
Ultima chiamata per i calcoli di convenienza tra i regimi: da gennaio addio all’opzione
Minimi vs forfettario, la partita
della convenienza finisce pari
Pagina a cura
ANDREA BONGI
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
DI
M
inimi vs forfettario,
la partita volge al
termine. Per chi
avvia una piccola
attività imprenditoriale o di
lavoro autonomo dal 1° gennaio 2016 non ci saranno più opzioni possibili, l’unico regime
di favore sarà quello forfettario, così come modificato dalla
legge di Stabilità 2016.
Da qui al 31 dicembre, dunque, per chi intende avviare
una nuova attività in forma
individuale che prevede l’apertura della partita Iva sarà ancora possibile effettuare calcoli
di convenienza fra il regime
dei c.d. minimi disciplinato
dai commi 1 e 2 dell’articolo
27 del dl n. 98 del 2011, e il
regime forfettario introdotto
nel nostro ordinamento dalla
legge n.190 del 2014 (legge di
Stabilità 2015).
Nella tabella in pagina sono
riprodotte le principali varian-
ti che possono condizionare la
scelta fra l’uno e l’altro regime.
Non esistono formule magiche né soluzioni preconfezionate in grado di far propendere
la scelta per uno dei due regimi senza fare valutazioni ad
hoc sulle effettive e concrete
modalità di esercizio dell’attività. Sono troppe le varianti e
le variabili in gioco per fidarsi
di soluzioni e scelte dettate da
argomentazioni che prescindono da un’analisi approfondita
al caso specifico.
Certo, la differente modalità di determinazione del reddito può essere uno dei fattori
determinanti nella scelta del
regime dei minimi in luogo
del forfetario. La possibilità di determinare il reddito
imponibile su base analitica
(ricavi conseguiti meno i costi sostenuti) potrebbe essere molto più appetibile della
determinazione dello stesso
sulla base di un coefficiente
moltiplicatore da applicare al
totale dei ricavi annui. Anche
qui non esistono però soluzioni
valide per tutti.
Ognuno dovrà verificare e
stimare la propria redditività
e vedere se il coefficiente di determinazione del reddito previsto per l’attività svolta nel
regime forfetario, conduca a
risultati più o meno favorevoli
rispetto alla differenza analitica tra ricavi e costi prevista
dal regime dei minimi.
Altra variabile dalla quale
può dipendere la scelta del regime è quella previdenziale.
Mentre per i forfettari sono
previsti sconti e riduzioni
sulla contribuzione minimale
di artigiani e commercianti,
nessuna agevolazione in tal
senso è concessa dal regime
dei minimi.
Dal punto di vista soggettivo
invece i due regimi si equivalgono. Possono accedervi unicamente gli imprenditori e i liberi professionisti che esercitano
l’attività in forma individuale,
con l’unica eccezione, valevo-
le però in entrambi i regimi,
dell’impresa familiare.
Notevoli invece sono le differenze in relazione ai requisiti
necessari per l’accesso ai due
regimi a imposta sostitutiva
dedicati alle piccole partite
Iva.
Mentre nei minimi è necessario il requisito della novità
dell’attività che non deve mai
essere la continuazione di
quella precedentemente svolta
anche sotto forma di lavoro dipendente, nel regime forfetario
non vi sono limiti in tal senso.
Sempre nel regime forfettario
è possibile accedere anche se
si è già posseduto una partita
Iva negli ultimi tre anni precedenti che invece costituisce
causa ostativa per l’accesso al
regime dei minimi.
Inoltre nel regime forfetario, al contrario di quello
dei minimi, è possibile anche
sostenere spese per l’impiego
di lavoratori o collaboratori, a
patto che l’importo delle stesse non sia superiore a 5 mila
euro lordi annui.
Anche la dotazione di beni
strumentali è più ampia nel
regime forfettario rispetto a
quello dei minimi.
Nel primo gli stessi non devono superare quota 20 mila
euro al 31 dicembre dell’esercizio precedente a quello di
ingresso nel regime, mentre
per i minimi tale quota è ridotta a 15 mila euro e si determina quale media mobile
su base triennale.
Quanto alla durata di permanenza nel regime mentre
quello dei minimi si presenta
comunque a scadenza, o per il
raggiungimento del 35° anno
di età o per compimento del
quinquennio dall’ingresso, il
regime forfettario potrebbe
avere invece anche una durata indeterminata qualora
non si verifichino cause di
esclusione, quali in primis il
superamento del limite dei
ricavi su base annua previsto
per l’attività svolta.
© Riproduzione riservata
Confronto regime dei minimi e regime forfettario
REGIME DEI MINIMI
FINO AL 31/12/2015
REGIME FORFETTARIO
DAL 1° GENNAIO 2016
R
REGIME
DEI MINIMI
FINO
AL 31/12/2015
F
REGIME FORFETTARIO
DAL 1° GENNAIO 2016
5 anni ovvero ino
al compimento di 35 anni
di età
DURATA
DI PERMANENZA
NEL REGIME
A tempo indeterminato
(nel rispetto di tutti
i requisiti previsti)
IImposta
m
sostitutiva al 5%
IMPOSTE
E TASSE
Imposta sostitutiva
al 5% per i primi 5 anni;
dal sesto si passa al 15%
Persone fisiche:
ditte individuali
o lavoratori autonomi
SOGGETTI
AMMESSI
AL REGIME
Persone fisiche:
ditte individuali
o lavoratori autonomi
L’imposta sostitutiva
s
os
sostituisce
Irpef, addizionali
comunali e regionali
SEMPLIFICAZIONI
CONTABILI
E FISCALI
L’imposta sostitutiva
sostituisce Irpef, addizionali
comunali e regionali
L’attività non deve risultare
la continuazione
di un’attività precedente,
svolta anche sotto forma
di lavoro subordinato
REQUISITI
PER L’ACCESSO
AL REGIME
I compensi dell’anno
precedente non devono
risultare superiori
alla soglia massima di
ricavi annua, a sua volta
collegata al codice Ateco
relativo all’attività considerata
Il contribuente non deve
aver avuto una partita Iva
negli ultimi tre anni
Le spese per collaboratori
non devono essere
superiori a 5.000 euro
per periodo d’imposta
L’attività deve essere svolta
senza l’ausilio di altri
collaboratori
Il costo complessivo,
al lordo
degli ammortamenti,
dei beni strumentali
alla chiusura dell’esercizio
precedente non deve
superare quota 20.000
euro
Il contribuente non deve
superare i 15.000 euro
di spese in beni strumentali
in tre anni (si parla a questo
proposito di «criterio
mobile» poiché i tre anni
sono considerati a ritroso
rispetto al periodo di
imposta considerato)
Ricavo meno costi
REQUISITI
PER L’ACCESSO
AL REGIME
Ricavi moltiplicati
per un coeficiente
di reddito stabilito
dalla Legge sulla base
del tipo di attività svolta
L’Irap e l’Iva
non sono dovute
L’Irap e l’Iva
non sono dovute
Non si applica la ritenuta
No
alla fonte a titolo
d’acconto
Non si applica la ritenuta
alla fonte a titolo
d’acconto
Ne
Nessun
obbligo di tenuta
de
dei libri contabili e iscali
obbligatori salvo
l’l’obbligo
’ob
di conservazione
en
numerazione delle fatture
emesse e ricevute
Nessun obbligo di tenuta
dei libri contabili e iscali
obbligatori salvo
l’obbligo di conservazione
e numerazione delle fatture
emesse e ricevute
Liberi professionisti:
G
Gestione
separa Inps
p
ro
professionisti
senza cassa
ovvero Cassa
professionale.
D
i individuali: gestione
Ditte
Inps artigiani
e commercianti con
pagamento minimale
contributivo
REGIME
PREVIDENZIALE
Liberi professionisti:
Gestione separa INPS
professionisti senza cassa
ovvero Cassa
professionale.
Ditte individuali: gestione
Inps artigiani
e commercianti con
pagamento del minimale
contributivo ridotto al 35%
Elaborazione ItaliaOggi Sette su fonte
e
098105098108105111103114
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LEGGE DI STABILITÀ 2016
Lunedì 21 Dicembre 2015
Luned
3
Part time con premio esentasse a chi compie l’età per la vecchiaia entro il 2018
In pensione poco per volta
DI
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I
Pagine a cura
DANIELE CIRIOLI
n pensione si può andare
anche metà per volta. Arzilli 64enni e avvenenti
63enni possono decidere,
dal prossimo anno, di assaporare il gusto della rendita,
incrociando le braccia per
metà dell’orario di lavoro. Intascheranno lo stipendio dimezzato, ma pure un premio:
un terzo della riduzione dello
stipendio, esentasse, proprio
per abituarsi all’esperienza
della rendita. La nuova opportunità è prevista dalla
legge di Stabilità 2016 che
disciplina la trasformazione
del rapporto da tempo pieno e
indeterminato a part-time e a
termine. La facoltà è a disposizione dei lavoratori che matureranno il requisito di età
per la pensione di vecchiaia
entro il 31 dicembre 2018.
Un esempio, il lavoratore che
guadagna 2 mila euro mensili
e decida di aderire all’opzione per il part-time in misura
del 50% dell’orario di lavoro,
riceverà una busta paga mensile di 1.330 euro anziché di
mille euro come dovrebbe essere in seguito alla riduzione
a metà dell’orario di lavoro. E
non è tutto. Perché, per tutto
il periodo di part time, otterrà
anche la copertura dei contributi figurativi per la pensione
con riferimento al periodo di
non lavoro, così da non compromettere la carriera contributiva.
I lavoratori interessati.
Non tutti i lavoratori potranno accedere alla nuova opportunità, ma soltanto quelli del
settore privato e, di questi,
i dipendenti, cioè quelli che
sono titolari di un contratto
di lavoro di tipo subordinato a
tempo pieno e indeterminato.
Quindi non ne potranno beneficiare i lavoratori dipendenti che, pur appartenendo al
settore privato, siano titolari
di un contratto di lavoro a
termine e/o già a part time; e
neppure i dipendenti pubblici
e statali e i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti,
professionisti).
Due condizioni. La legge
di Stabilità fissa le condizioni
per avvalersi dell’opzione per il
part time, ma rinvia a un decreto ministeriale la fissazione
delle modalità operative. Le
condizioni fondamentali sono
due e richiedono che il lavoratore:
1.
sia già in possesso del
requisito minimo di contributi
previsto per il diritto alla pensione di vecchiaia; da notare
che la legge fa espresso riferimento alla «pensione di vecchiaia», con la conseguenza che
l’opzione per il part time non
è esercitabile con riferimento
alla pensione anticipata (l’ex
pensione di anzianità);
2.
maturi il diritto alla
pensione di vecchiaia entro il
L’opzione per il part-time
Chi può fruirne
Condizioni
Il part time
Il premio
Operatività
Lavoratori dipendenti del settore privato, assunti a tempo
pieno indeterminato
• Essere in possesso del requisito minimo di contributi
previsto per il diritto alla pensione di vecchiaia
• Maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro il 31
dicembre 2018 (quindi il requisito di età)
La trasformazione del rapporto a part time potrà avvenire:
• misura = compresa tra il 40 e il 60% del normale orario
di lavoro;
• durata = pari al periodo che va dal giorno dell’opzione al
giorno del compleanno dell’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia, data a cui corrisponderà la cessazione
del rapporto di lavoro.
Chi opta per il part-time riceve:
• un bonus in busta paga, esentasse, pari al 33% della
retribuzione non erogata in virtù del ridotto orario di
lavoro;
• la copertura con contributi igurativi della quota di orario
di lavoro non lavorata
Triennio 2016/2018
Doppio bonus: retributivo e contributivo
L’opzione part-time premia il lavoratore
con un doppio bonus. Il primo è il riconoscimento di un premio in busta paga che andrà parzialmente a rimediare la perdita di
stipendio per via della ridotta prestazione
di lavoro. Tale bonus, a carico del datore di
lavoro (il quale beneficia della ridotta retribuzione da erogare al lavoratore per via
del part-time), è equivalente ai contributi
a fini pensionistici che il datore di lavoro
avrebbe dovuto versare per il lavoratore (e
che invece non versa per via del part-time).
Il bonus (i contributi) ammonta al 33% della retribuzione non erogata al lavoratore
in virtù del ridotto orario di lavoro. Tale
importo, sebbene finisca in busta paga, è
escluso dal reddito da lavoro dipendente e
non è assoggettato ai contributi previdenziali, non per la quota a carico del datore
di lavoro e né per la quota a carico del lavoratore. Su esso, quindi, il lavoratore non
paga né tasse, né subisce altre trattenute.
Il secondo bonus è di tipo contributivo. Per
tutto il periodo di lavoro a part-time, al lavoratore vengono riconosciuti i contributi
figurativi per la quota di orario di lavoro
non lavorata, così da conservare quasi in
misura integra la costituzione nel tempo
della sua futura pensione (carriera contributiva).
Serve una domanda. L’opzione per il parttime viene concessa a domanda, previa
autorizzazione della direzione territoriale
del lavoro. Il datore di lavoro, a tal fine,
con riferimento al lavoratore che intende
31 dicembre 2018; il che significa che entro la predetta data
deve maturare solo il requisito
dell’età per la pensione di vecchiaia, posto che il requisito
contributivo è già posseduto
(in virtù della condizione precedente).
Per soddisfare la prima condizione, al lavoratore si aprono
due possibilità, perché due sono
le possibili vie per ottenere la
pensione di vecchiaia (salvo le
deroghe e salvaguardie previste da particolari e specifiche
avvalersi dell’opzione, dovrà dare comunicazione all’Inps e alla stessa direzione territoriale del lavoro della stipulazione del
contratto di lavoro a termine e a part-time,
secondo le modalità che verranno stabilite
da apposito decreto. L’opzione per il parttime, con tutti i relativi benefici, sarà riconosciuta dall’Inps una volta verificata la
ricorrenza di presupposti e requisiti.
Il vincolo di «bilancio». L’opzione per il
part-time potrà essere riconosciuta nel
limite massimo di 60 milioni di euro per
l’anno 2016, 120 milioni di euro per l’anno
2017 e 60 milioni di euro per l’anno 2018.
Se finiscono i soldi, finisce anche la facoltà di opzione. A tal fine, è affidato all’Inps
il compito di provvedere a monitorare le
domande man mano presentate dai datori di lavoro. Qualora dovesse risultare il
raggiungimento del limite delle risorse,
anche in via prospettica, l’Inps bloccherà
le richieste e non prenderà più in esame
ulteriori domande.
Due mesi per l’attuazione. La misura non è
ancora operativa (perché la legge di Stabilità non è ancora in vigore) e non lo sarà prima di qualche mese, perché per la concreta
attuazione è necessaria l’emanazione di un
decreto da parte del ministro del lavoro, di
concerto con quello dell’economia, entro
sessanta giorni dall’entrata in vigore della
legge di Stabilità (quindi entro i primi giorni di marzo 2016, atteso che la legge di Stabilità entra in vigore il 1° gennaio 2016).
normative che bisognerà vedere se valgono o meno in questo
caso):
1)
che sia in possesso di
almeno 20 anni di contributi,
considerando qualsiasi contribuzione versata o comunque
accreditata;
2)
oppure che sia in
possesso di almeno 5 anni di
contributi, considerando solo i
contributi «effettivi», cioè solo
quelli effettivamente versati
all’Inps (contributi obbligatori, contributi volontari e contri-
buti da riscatto
riscatto, con esclusione
della contribuzione figurativa).
In corrispondenza a queste
due vie per soddisfare la prima condizione (requisito contributi) si individuano, conseguentemente, anche le due
vie per soddisfare la seconda
condizione, che è il raggiungimento dell’età per la pensione
di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018:
1)
se il lavoratore è in
possesso di almeno 20 anni
di contributi, potrà avvalersi
dell’opzione per il part-time
se entro il 31 dicembre 2018
raggiunge l’età di 66 anni e 7
mesi; se donna, invece, qualora negli anni 2016 e 2017 raggiunga l’età di 65 anni e 7 mesi
o raggiunga l’età di 66 anni e 7
mesi nell’anno 2018;
2)
se il lavoratore è in
possesso di almeno 5 anni di
contributi, potrà avvalersi
dell’opzione per il part-time se
entro il 31 dicembre 2018 raggiunge l’età di 70 anni e 7 mesi
(uomo o donna).
Vale la pena segnalare che,
nel caso di lavoratori senza
anzianità contributiva al 31
dicembre 1995 (lavoratori,
cioè, che rientrano in pieno
nel «regime contributivo» delle
pensioni), per maturare il diritto alla pensione è richiesto,
oltre all’età (66 anni e 7 mesi)
e ai contributi (non meno di 20
anni), che l’importo della pensione risulti pari ad almeno
644,12 euro al mese; in caso
contrario, non si ha diritto di
andare in pensione. Sarà il ministero del lavoro e l’Inps a dire
n
se tale condizione si applicherà
o meno anche alla nuova opzione per il part time.
n
L’opzione per il part time.
In presenza di entrambe le predette condizioni, il lavoratore
ha la possibilità di optare per
h
iil part time. Attenzione, però.
La decisione non è solo sua, ma
L
va presa d’accordo con il datore
v
di lavoro, nel vero senso della
parola (accordo), che riguardep
rrà tutti i termini dell’opzione,
vale a dire la trasformazione
v
del rapporto di lavoro che da
«tempo pieno e indeterminatto» diventa a «tempo parziale
e determinato», con la cessazione già prefissata al giorno
del compleanno dell’età per la
pensione di vecchiaia che dop
vrà cadere necessariamente
v
entro il 31 dicembre 2018 (cioè
iin uno degli anni 2016, 2017
oppure 2018).
La trasformazione del
rapporto. La trasformazione
r
del rapporto a part time potrà
avvenire nelle seguenti misure
e durate:
a)
misura = la riduzione dell’orario di lavoro potrà
n
essere compresa tra il 40 e il
60 per cento del normale orarrio di lavoro; non sono previsti
vincoli alla tipologia di part
v
ttime, per cui è plausibile che la
rriduzione possa essere di tipo
orizzontale (tutti i giorni lavorrativi) oppure verticale (alcuni
giorni della settimana, mese o
anno) oppure misto (per alcuni
periodi);
b)
durata = la durata del
part time sarà pari al periodo
che va dal giorno dell’opzione
(ossia dalla trasformazione
del rapporto di lavoro) fino al
giorno del compleanno dell’età
per l’accesso alla pensione di
vecchiaia, data a cui corrisponderà la cessazione del rapporto
di lavoro.
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4
Lunedì 21 Dicembre 2015
LEGGE DI STABILITÀ 2016
Misura garantita ino al 31/12 ma ulteriormente prorogabile se ci saranno risorse
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P
rorogata e prorogabile la «opzione donna».
Per adesso è garantita fino al 31 dicembre
2015; poi, se dovessero avanzare «risorse finanziarie», potrà essere ulteriormente prorogata. A stabilirlo è la legge
di Stabilità 2016 che scioglie
i dubbi sull’operatività anche
per il 2015 della facoltà offerta
alle lavoratrici donne di andare in pensione prima, cioè con
almeno 35 anni di contributi e
un’età non inferiore a 57 anni
e tre mesi (58 anni e tre mesi
se lavoratrici autonome), optando per il calcolo contributivo della pensione.
Donne in pensione prima. L’opzione donna è una
misura prevista, come detto,
a esclusivo favore delle lavoratrici donne, sia appartenenti al
settore pubblico sia al privato,
e sia dipendenti sia autonome.
Fu introdotta in via sperimentale dalla legge n. 243/2004
(la c.d. riforma delle pensioni
Maroni) prevedendo che, fino
al 31 dicembre 2015, le donne
appartenenti al c.d. regime
«misto» di calcolo della pensione potessero ancora continuare a conseguire il diritto
all’(ex) pensione di anzianità,
in presenza di almeno 35 anni
di contributi e di un’età non
inferiore a 57 anni se lavoratrici dipendenti ovvero 58 se
lavoratrici autonome, all’unica condizione di optare per il
calcolo e liquidazione della
pensione («tutta» la pensione) in base al criterio «contributivo». Essendo rivolta alle
lavoratrici donne in regime
«misto», la facoltà interessa
esclusivamente le lavoratrici
che si sono occupate prima
del 1° gennaio 1996 e che al
31 dicembre 1995 possano far
valere contributi inferiori a 18
anni (cosa che, invece, avrebbe
consentito la permanenza nel
regime retributivo, almeno
per le anzianità fino al 31 dicembre 2011).
L’Inps chiude i rubinetti. L’opzione donna integra le
successive riforme delle pensioni, inclusa quella Fornero
che la salva espressamente
(art. 24, comma 14, del dl n.
201/2011, convertito dalla legge n. 214/2011), ma si scontra
con le interpretazioni dell’Inps. Nella circolare n. 35/2012,
infatti, l’istituto precisa che le
lavoratrici che potevano avvalersi di tale opzione erano
solo quelle che, entro il termine del 31 dicembre 2015,
riuscivano a ottenere la liquidazione della pensione (cioè
la decorrenza) e non soltanto
la maturazione dei requisiti (cioè il diritto); requisiti
i quali, peraltro, andavano
adeguati alla «speranza di
vita», cominciando pertanto
a considerare tre mesi in più
dal 1° gennaio 2013. In pratica, secondo l’Inps, nel calcolo
del termine per l’opzione (31
dicembre 2015), doveva tenersi conto anche della «finestra
mobile» che è di 12 mesi nel
caso dei lavoratori dipendenti
e 18 mesi degli autonomi. Ra-
Opzione donna,
c’è più tempo
Opzione donna
Lavoratrici
dipendenti
(privato)
dipendenti
(pubblico)
autonome
Requisiti
Età minima
57 anni e tre mesi
57 anni e tre mesi
58 anni e tre mesi
Contributi
Almeno 35 anni
Almeno 35 anni
Almeno 35 anni
30 novembre 2014
30 dicembre 2014
31 maggio 2014
31 dicembre 2015
31 dicembre 2015
31 dicembre 2015
Dal giorno successivo a quello di
maturazione dei requisiti più 12 mesi
Dal 19mo mese
successivo a quello
di maturazione dei
requisiti
Maturazione requisiti
Vecchio
termine
Nuovo
termine
(1)
Liquidazione della pensione
Effetto
«Finestra»
Dal 13mo mese
successivo a quello
di maturazione dei
requisiti
(1) Art. 24, comma 1, bozza di disegno di legge Stabilità per il 2016
Bastano 34 anni, 11 mesi e 16 giorni
Vale la pena ricordare che, dopo la riforma Fornero (quindi a partire dai
contributi accreditati dal 1° gennaio
2012), il requisito dell’anzianità contributiva deve risultare maturato per
intero: se servono 20 anni, vanno maturati tutti e 20 gli anni per intero, senza
possibilità di arrotondare all’eventuale
frazione di mese, cosa che avveniva nel
passato (l’arrotondamento era previsto
all’art. 59, comma 1, lett. b, della legge n.
449/1997). Lo stop agli arrotondamenti,
in particolare, opera dal 1° maggio 2015
per i dipendenti pubblici, i soli ai quali i
contributi erano ancora calcolati in anni,
mesi e giorni e, tra questi nello specifico
gli iscritti al fondo speciale del personale
dipendente dalle ferrovie dello stato e al
fondo di poste. Pertanto, dal 1° maggio
2105, nel determinare l’anzianità di contribuzione necessaria al conseguimento
del diritto alla pensione con i nuovi requisiti della riforma Fornero, non si deve
gion per cui l’ultima occasione (la scadenza) per esercitare l’opzione veniva a fissarsi
tempo prima del 31 dicembre
2015 e, cioè, al:
•
31 maggio 2014 per
le lavoratrici autonome;
•
30 novembre 2014
per le lavoratrici dipendenti
del settore privato;
•
30 dicembre 2014
per le lavoratrici dipendenti
del settore pubblico.
Infatti, le predette date
rappresentano i termini entro cui maturando sia l’età
(57 anni e 3 mesi oppure 58
anni e 3 mesi) che i contributi
(35 anni), ne scaturiva la decorrenza della pensione entro
il 31 dicembre 2015.
Il termine del 31 dicembre
operare alcun arrotondamento per eccesso o per difetto alla frazione di mese,
dal momento che l’anzianità stessa va
interamente maturata. L’arrotondamento, invece, continua a operare solo nelle
seguenti predeterminate ipotesi: regime
sperimentale «opzione donna» (servono
35 anni, ma basta maturare 34 anni, 11
mesi e 16 giorni); 40 anni al 31 dicembre
2011 (basta maturare 39 anni, 11 mesi
e 16 giorni); «salvaguardati» che raggiungono il diritto alla pensione con 40
anni di contributi a prescindere dall’età
(bastano 39 anni, 11 mesi e 16 giorni);
pensioni d’inabilità (fatta eccezione di
quella dell’art. 2, comma 12 della legge
n. 335/1995).
Quindi per avvalersi dell’opzione donna,
alle lavoratrici è sufficiente maturare 34
anni, 11 mesi e 16 giorni di contributi
(oltre, ovviamente, all’età) entro il 31
dicembre 2015, se sono occupate nel settore pubblico.
2015,
2015 però,
però sopravviveva solo
quale scadenza entro cui le
lavoratrici possono esercitare
l’opzione (e andare in pensione prima), cioè fare domanda,
fermo restando la maturazione dei requisiti (57/58 anni e
tre mesi di età e 35 anni di
contributi) doveva avvenire entro il 2014 come prima
indicato (Inps, messaggio n.
9231/2014).
Domande prorogate. L’interpretazione dell’Inps suscita polemiche, perché molte
donne vedono privarsi di
una chance di anticipo della
pensione divenuta assai più
appetibile all’indomani della
riforma Fornero che, si sa, ha
elevato molto i requisiti (età
e contributi) per la pensione.
pensione
A risentirne, in particolare,
sono le donne che, entro il 31
dicembre 2015, maturano i
requisiti di pensione, ma non
la decorrenza (per via della finestra). Si accende il dibattito
anche in Commissione lavoro
tra parti politiche, ministeri
(economia e lavoro) e Inps, in
seguito al quale l’istituto di
previdenza si vede costretto
a una prima parziale marcia
indietro. Con messaggio n.
9304/2014, in particolare, consente la presentazione delle
domande per l’opzione donna
anche alle lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2015, maturano i requisiti (età e contributi) ma non la decorrenza
della pensione (per via della
finestra), in attesa di sviluppi sulla vicenda. Domande
tuttavia che non vengono
trattate, ma soltanto tenute
in «apposita evidenza», fino
a nuovi chiarimenti che l’Inps, a seguito dell’emergere di
ulteriori perplessità (ci sono
due risoluzioni del Parlamento e una Class Action contro
l’Inps), richiede al ministero del lavoro in merito agli
aspetti operativi dei termini
di accesso alla pensione.
La parola «fine». La parola fine, dunque, arriva dalla
legge di Stabilità 2016 che,
al fine di portare a conclusione la sperimentazione della
riforma Maroni, l’opzione «è
estesa anche alle lavoratrici
che maturano i requisiti previsti, adeguati agli incrementi della speranza di vita, entro
il 31 dicembre 2015 ancorché
la decorrenza del trattamento
pensionistico sia successiva
a tale data, fermi restando il
regime delle decorrenze e il
sistema di calcolo delle prestazioni applicati al pensionamento di anzianità di cui alla
predetta sperimentazione». In
altre parole, allora, per poter
andare prima in pensione, le
lavoratrici devono poter disporre dei seguenti requisiti
maturati entro il prossimo 31
dicembre 2015:
a)
lavoratrici dipendenti del settore privato e
del settore pubblico = età non
iinferiore a 57 anni e tre mesi
e almeno 35 anni di contributti;
b)
lavoratrici autonome
= età non inferiore a 58 anni
e tre mesi e almeno 35 anni
di contributi.
È sufficiente far valere i
predetti requisiti entro – si
p
rripete – il 31 dicembre 2015
per poter invocare l’opzione
p
donna e mettersi in pensione, ricevendo una pensione
n
calcolata tutta con il sistema
contributivo e liquidata (erogata) una volta decorsa la
g
«finestra», anche nel 2016 o
2017, ossia:
•
dal 1° giorno del
mese successivo a quello di
m
maturazione dei requisiti a
m
cui aggiungere altri 12 mesi
per effetto della finestra nel
p
caso di lavoratrici dipendenti del settore privato (la
decorrenza, in altre parole, è
fissata al 1° giorno del 13mo
mese successivo a quello dum
rante il quale si perfeziona
la maturazione di entrambi
i requisiti);
•
dal giorno successivo
a quello di maturazione dei
requisiti più 12 mesi di finestra, alle impiegate pubbliche
(ex Inpdap);
•
dal 1° giorno del
mese successivo a quello di
maturazione dei requisiti a
cui aggiungere altri 18 mesi
per effetto della finestra nel
caso di lavoratrici autonome
(la decorrenza, in altre parole,
è fissata al 1° giorno del 19mo
mese successivo a quello durante il quale si perfeziona
la maturazione di entrambi i
requisiti).
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Lunedì 21 Dicembre 2015
Luned
LEGGE DI STABILITÀ 2016
5
L’Autorità per l’energia spiega le novità operative a partire dal 1° gennaio 2016
Bollette light ma canone incluso
DI
Pagina a cura
CINZIA DE STEFANIS
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D
a gennaio 2016 le vecchie bollette lasceranno il passo alla bolletta 2.0, che promette
un format più snello, chiaro e
trasparente. Un solo foglio con
tutti gli elementi essenziali di
spesa e di fornitura ben evidenziati, per renderla più chiara,
moderna e comprensibile. Da
tale data entrerà in bolletta
la «voce del canone di abbonamento Rai». Per i titolari di
utenza di fornitura di energia
elettrica, il pagamento del canone avverrà in dieci rate mensili, esposte contestualmente
alle fatture per la fornitura di
energia elettrica aventi scadenza di pagamento successiva alla scadenza delle rate.
La «rivoluzione della bolletta»,
una novità che riguarda famiglie e piccole imprese, è stata
approvata dall’Autorità per
l’energia con la delibera dell’11
dicembre 2015 610/R/COM con
la quale è stata quantificata
l’entità di sconto della bolletta
2.0 e anche il canone di abbonamento Rai.
Canone abbonamento
Rai. Con l’articolo 1 del Ddl
stabilità 2016, commi da 71
a 79, come approvato in prima lettura dal senato, è stato
disciplinato il canone Rai in
bolletta elettrica. In particolare il ddl stabilità 2016,
relativamente al canone di
abbonamento alla televisione
per uso privato di cui al regio
decreto-legge 21 febbraio 1938,
n. 246, convertito dalla legge
4 giugno 1938, n. 880 prevede,
tra l’altro che la detenzione o
l’utilizzo di un apparecchio si
presumono nel caso in cui esista una utenza per la fornitura
di energia elettrica nel luogo in
cui un soggetto ha la sua residenza anagrafica. Gli stessi dovranno indicare nelle bollette
contenenti la voce del canone
abbonamento Rai i mesi cui
si riferiscono le rate esposte
in ciascuna bolletta. L’importo delle rate del canone sarà
oggetto di distinta indicazione
nel contesto della fattura e non
sarà imponibile ai fini fiscali.
In sede di prima applicazione,
avuto riguardo ai tempi tecnici
necessari all’adeguamento dei
sistemi di fatturazione, nella
prima fattura successiva al 1º
luglio 2016 saranno cumulativamente esposte tutte le rate
del canone scadute. I venditori
da tale data dovranno esporre
nelle bollette dei clienti domestici del settore elettrico dopo il
totale risultante dalla bolletta,
la voce canone di abbonamento
Rai. Le rate del canone di abbonamento Rai, ai fini dell’inserimento in fattura, s’intenderanno scadute il primo giorno di
ciascuno dei mesi da gennaio
a ottobre.
Le modalità di sconto
in bolletta elettronica. Lo
sconto per la bolletta elettronica verrà applicato a tutti
i clienti serviti in regime
di tutela che, al 1° gennaio
2016, avranno già attivato
una modalità di addebito
automatico dell’importo fatturato e avranno già attiva la
modalità di emissione della
bolletta in formato elettronico nonché ai clienti che,
successivamente a tale data,
soddisferanno entrambi i
suddetti requisiti. Peraltro
lo sconto dovrà essere riconosciuto in modo continuativo
al cliente finale che ha i suddetti requisiti, anche qualora uno o entrambi i requisiti
risultino non soddisfatti per
motivi non dipendenti dalla
volontà del medesimo cliente.
In tutte le bollette sintetiche
emesse in formato elettronico, nelle quali verrà applicato
lo sconto l’esercente informerà il cliente che la voce spesa
per la materia energia/gas
naturale comprenderà l’applicazione dello sconto. In
fase di prima applicazione
delle nuove regole relative
alla bolletta 2.0, l’esercente
i regimi di tutela potrà indicare lo sconto anche successivamente alla prima bolletta
emessa in formato elettroni-
Bolletta 2.0
Foglio singolo
Consegna
Prima pagina
Addio alla vecchia bolletta elettrica, dal 1° gennaio 2016
arriverà la bolletta 2.0. Un solo foglio con tutti gli elementi
essenziali di spesa e di fornitura ben evidenziati, format
più semplice, snello, per renderla più chiara, moderna e
comprensibile
Novità anche per le modalità di invio della bolletta per i
clienti «in tutela», all’insegna della promozione delle modalità digitali di consegna
Nella prima pagina della bolletta sarà indicato anche il costo medio unitario del kilowattora/standard metro cubo,
come rapporto tra la spesa totale e i consumi fatturati.
Chi volesse approfondire le diverse voci di spesa, potrà comunque richiedere al proprio fornitore gli elementi di dettaglio, ovvero le diverse pagine con la descrizione analitica
delle componenti che determinano la spesa complessiva.
Gli elementi di dettaglio saranno sempre forniti in caso di
risposta ai reclami
Come cambia la bolletta
Voce canone
Rai
Scadenza rate
canone Rai
Modalità
pagamento
canone Rai
Dal 1° gennaio 2016 «voce del canone di abbonamento
Rai» in bolletta elettrica. I venditori da tale data dovranno
esporre nelle bollette dei clienti domestici del settore elettrico dopo il totale risultante dalla bolletta, la voce canone
di abbonamento Rai
Le rate, ai ini dell’inserimento in fattura, s’intenderanno
scadute il primo giorno di ciascuno dei mesi da gennaio
a ottobre. L’importo delle rate del canone sarà oggetto di
distinta indicazione nel contesto della fattura e non sarà
imponibile ai ini iscali. In sede di prima applicazione, avuto riguardo ai tempi tecnici necessari all’adeguamento dei
sistemi di fatturazione, nella prima fattura successiva al 1º
luglio 2016 saranno cumulativamente esposte tutte le rate
del canone scadute
Per i titolari di utenza di fornitura di energia elettrica, il
pagamento del canone avverrà in dieci rate mensili, esposte contestualmente alle fatture per la fornitura di energia
elettrica aventi scadenza di pagamento successiva alla
scadenza delle rate
co, purché
hé tale
t l sconto
t verrà
à
indicato entro e non oltre la
sesta bolletta emessa successivamente al 1° gennaio 2016
in caso di fatturazione con
periodicità
i di ità mensile
il ed
d entro
t
e non oltre la quarta bolletta emessa successivamente
al 1° gennaio 2016, nel caso
di fatturazione con periodi-
cità
ità di
diversa d
da quella
ll mensile e sia comunque applicato
con decorrenza dal 1° gennaio
2016.
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Costi in chiaro per tutti
La semplificazione riguarderà in
particolare i contenuti e i termini
utilizzati nella bolletta sintetica,
che sarà quella inviata a tutti, fondamentali per capire la spesa finale: per esempio gli attuali servizi di
vendita si chiameranno «spesa per
la materia energia/gas naturale», i
servizi di rete «spesa per il trasporto e gestione del contatore».
Nella prima pagina della bolletta
sarà indicato anche il costo medio
unitario del kilowattora/standard
metro cubo, come rapporto tra la
spesa totale e i consumi fatturati.
Chi volesse approfondire le diverse voci di spesa potrà comunque
richiedere al proprio fornitore gli
elementi di dettaglio, ovvero le
diverse pagine con la descrizione
analitica delle componenti che de-
terminano la spesa complessiva.
Gli elementi di dettaglio saranno
sempre forniti in caso di risposta
ai reclami. Nella bolletta 2.0, inoltre, verrà data evidenza anche alla
«spesa oneri di sistema», una voce
che oggi viene pagata all’interno dei
servizi di rete ma non evidenziata
nelle bollette. Nel settore elettrico
sono, per esempio, gli incentivi alle
fonti rinnovabili e assimilate e alle
imprese manifatturiere energivore,
i fondi necessari alla messa in sicurezza delle centrali nucleari o per la
ricerca, tutte voci che incidono per
oltre il 22% sulla spesa finale del
cliente tipo servito in maggior tutela. Le nuove bollette garantiranno
anche una maggiore chiarezza in
caso di eventuali ricalcoli, ovvero i
conguagli, che avranno particolare
evidenza in un apposito box in caso
di modifiche dei consumi misurati,
per esempio per errori di fatturazione. A regime infatti chi sceglierà
il pagamento con domiciliazione su
conto corrente bancario, postale o
su carta di credito (per l’elettricità
circa la metà dei clienti domestici
e più di un terzo dei non domestici) avrà come metodo principale di
emissione quello digitale/elettronico, con la possibilità comunque
di poter richiedere la forma cartacea.
Il modello della bolletta sintetica, pubblicato sul sito internet
dell’Autorità, conterrà una breve
descrizione degli elementi minimi
che costituiranno il contenuto della
bolletta sintetica, un collegamento
ai contenuti della guida alla lettura
delle voci di spesa e i prezzi unitari
che concorreranno alla determinazione degli importi fatturati nella
bolletta sintetica. Poiché il Modello
non sarà un facsimile della bolletta,
saranno escluse soluzioni che potranno indurre i clienti finali a ritenere che tale strumento riprodurrà
la struttura delle bollette effettivamente emesse dagli esercenti i
regimi di tutela.
I termini della guida relativi alla
voce di spesa, alle articolazioni dei
prezzi unitari e alle componenti di
prezzo e tariffarie saranno associati, mediante opportuno collegamento ipertestuale, a testi descrittivi sintetici, che consentano una
migliore comprensione dei termini
medesimi.
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6
Lunedì 21 Dicembre 2015
FISCO
Sentenza della Suprema corte, sulla scia della Corte Ue, sui presupposti del rimborso Iva
Beni strumentali in leasing,
locazioni parificate all’acquisto
Pagine a cura
FRANCO RICCA
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DI
L’
Iva assolta dal conduttore sui canoni
di beni strumentali
in leasing è rimborsabile, in quanto l’utilizzo dei
beni in forza di un contratto
di locazione finanziaria è assimilabile all’acquisto di beni
ammortizzabili, presupposto
per la richiesta di rimborso.
Lo stabilisce una recente sentenza della Corte di cassazione, che, basandosi sulla ratio
della disposizione e sull’evoluzione della giurisprudenza
della Corte di giustizia Ue,
ha respinto la tesi contraria
dell’amministrazione finanziaria.
La sentenza è interessante
anche perché richiama l’attenzione sull’orientamento
dei giudici di Lussemburgo
in ordine alla problematica
qualificazione della locazione finanziaria tra le cessioni
di beni e non tra le prestazioni di servizi agli effetti
dell’Iva.
Con un’altra recentissima
pronuncia, il giudice di legittimità ha invece condiviso la
posizione dell’amministrazione in merito alla non rimborsabilità dell’Iva sulle spese
relative alla costruzione di
beni strumentali su terreni
altrui.
Gli interventi della Corte
suprema offrono l’occasione
per fare il punto sull’argomento.
Il presupposto del rimborso dell’Iva. Il contribuente che non sia in possesso di uno dei requisiti che
danno diritto al rimborso
dell’intera eccedenza d’Iva
detraibile risultante dalla
dichiarazione annuale (aliquota media, operazioni non
imponibili per oltre il 25%
del fatturato, prevalenza di
operazioni extraterritoriali
ecc.), può comunque chiedere il rimborso limitatamente
all’imposta riferibile all’acquisto di beni ammortizzabili o all’acquisto di beni e
servizi per studi e ricerche,
purché superiore a 2.585,28
euro, come previsto dall’art.
30, terzo comma, lett. c) del
dpr n. 633/72.
L’imposta relativa all’acquisto di beni ammortizzabili, inoltre, può essere chiesta a rimborso anche con
riferimento al trimestre, ai
sensi dell’art. 38-bis, comma
2, qualora l’importo degli acquisti o importazioni di beni
ammortizzabili sia superiore
ai due terzi dell’ammontare
complessivo degli acquisti
di beni e servizi imponibili
effettuati nel periodo di riferimento.
I chiarimenti dell’amministrazione
Beni immateriali: diritti di pesca
Con la risoluzione n. 20 del 22 febbraio 2011, l’agenzia ha chiarito che i
diritti «quota tonno rosso», attinenti alla pesca contingentata del tonno rosso,
si inquadrano nella categoria dei beni immateriali, al pari delle licenze, concessioni e simili. Il trasferimento di tali diritti tra soggetti passivi costituisce
pertanto prestazione di servizi relativa a cessione di un «bene immateriale»
dell’impresa, strumentale all’esercizio dell’attività di pesca professionale,
da assoggettare all’Iva con l’aliquota ordinaria. L’imposta assolta dal committente in relazione all’acquisizione di un diritto immateriale che, ai sensi
dell’articolo 103, comma 2, del Tuir, rientra tra i beni immateriali ammortizzabili, può essere chiesta a rimborso ai sensi dell’art. 30, terzo comma,
lettera c), del dpr 633/72
Valore dei terreni
L’articolo 36, comma 7, del dl 223/2006, stabilisce che «ai ini del calcolo
delle quote di ammortamento deducibili il costo complessivo dei fabbricati
strumentali è assunto al netto del costo delle aree occupate dalla costruzione e di quelle che ne costituiscono pertinenza». Il comma 7-bis estende
la disposizione, che in pratica qualiica non ammortizzabile il costo del
terreno (e dunque non rimborsabile l’Iva relativa), anche alla quota capitale
dei canoni dei contratti di leasing degli stessi fabbricati. Con la circolare n.
8 del 13 marzo 2009 l’Agenzia delle entrate ha precisato che, in relazione
agli acquisti di fabbricati strumentali, è esclusa la possibilità di rimborsare,
in base al presupposto in esame, l’Iva riferibile al valore del terreno.
Pagamenti in acconto per beni acquistati o costruiti
Con risoluzione n. 111 del 9 aprile 2002, l’agenzia ha chiarito che l’Iva
relativa ai pagamenti in acconto per acquisti di beni ammortizzabili, come
pure quella pagata sulle fatture per stati di avanzamento lavori concernenti
la realizzazione di beni ammortizzabili mediante contratti d’appalto, è rimborsabile in base al presupposto qui in esame.
Contratti preliminari
Con risoluzione n. 179 del 27 dicembre 2005, l’agenzia ha invece ritenuto
non rimborsabile l’Iva gravante sugli acconti pagati in base a un contratto
preliminare per l’acquisto di beni ammortizzabili, in quanto il promissario
acquirente non acquisisce la titolarità del bene, neppure qualora sia stata
convenuta tra le parti l’anticipata esecuzione delle obbligazioni, compresa la
consegna immediata della cosa. In proposito, sembra logico ritenere ammissibile la possibilità di ottenere il rimborso dell’Iva sugli acconti nel momento
in cui sarà stipulato il contratto deinitivo, ancorché in anni successivi, in
base al principio per cui il rimborso dell’Iva sui beni ammortizzabili può
essere richiesto anche per quelli acquistati in anni precedenti (ovviamente
per la quota d’imposta che non abbia già formato oggetto di rimborso o
compensazione in tali anni).
Società di gestione del risparmio e fondi immobiliari
Ai sensi dell’art. 8 del dl n. 351/2001, gli immobili costituenti patrimonio
del fondo immobiliare e le spese di manutenzione ad essi relative si considerano beni ammortizzabili ai ini del rimborso dell’Iva; il rimborso deve
essere eseguito nei confronti della società di gestione entro sei mesi e senza
prestazione di garanzie. Riferendosi genericamente agli immobili, la disposizione speciale parrebbe riguardare anche i terreni, che in via di principio
non sono beni ammortizzabili.
Nel corso del tempo, queste
disposizioni sono state oggetto di numerosi chiarimenti
da parte dell’amministrazione finanziaria, resi necessari
anche dalla circostanza che
esse assumono una nozione
(quella di beni ammortizzabili) che ai fini dell’Iva non tro-
va una definizione generale a
livello normativo (esiste soltanto una definizione ai soli
fini dell’applicazione delle
disposizioni dell’art. 19-bis2,
dpr 633/72, in materia di rettifica della detrazione).
Al riguardo, nella circolare
n. 73 del 19 dicembre 1984,
con riferimento alla disciplina allora vigente, che accordava ai produttori agricoli la
detrazione dell’Iva assolta
per l’acquisto di beni ammortizzabili, è stato affermato
che «ai fini dell’individuazione dei beni ammortizzabili
occorre fare riferimento alle
corrispondenti disposizioni
previste in materia di imposizione diretta, con particolare
riguardo ai beni strumentali
ammortizzabili, materiali e
immateriali». Di conseguenza, rientrano nella nozione di
«beni ammortizzabili» quelli
per i quali la predetta disciplina prevede la deduzione
di quote di ammortamento.
In ordine alla corretta interpretazione di tale nozione, la
circolare ha però precisato
che, attese le peculiari caratteristiche dell’imposizione diretta nei confronti degli
imprenditori agricoli, non
obbligati agli adempimenti
connessi all’ammortamento
fiscale dei beni strumentali,
il rinvio alle norme previste
in materia di imposte sul reddito deve intendersi limitato
alla individuazione oggettiva
dei beni per i quali è ammesso il recupero dell’Iva e, quindi, senza alcuna connessione
con l’effettivo ammortamento
dei beni stessi.
Sembra di poter dire che la
nozione di «beni ammortizzabili» equivale, nella sostanza,
alla nozione di «beni d’investimento» rinvenibile nella
direttiva Iva.
In merito al presupposto
in esame, la Corte di cassazione, nella sentenza n. 4 del
7 gennaio 2004, dopo avere
ricordato che, in via di principio, i concetti di «ammortizzabilità» e di «strumentalità»
non coincidono, in quanto
non tutti i beni ammortizzabili sono anche strumentali
e viceversa, ha affermato
che, pur limitandosi la legge
a prevedere il diritto al rimborso dell’imposta sui beni
ammortizzabili, è altresì indispensabile che si tratti di
beni strumentali, nel senso
che la loro utilizzazione sia
funzionale allo svolgimento
dell’attività svolta dall’impresa.
Il diritto al rimborso è stato riconosciuto anche in relazione ai costi afferenti beni
acquisiti in forza di contratto
d’appalto (per esempio, fabbricati in corso di realizzazione), purché sia possibile
attribuire inconfutabilmente
al bene «in fieri» la qualifica
di bene ammortizzabile (circolare n. 2/1990 e risoluzione
n. 353998/1983).
Con la risoluzione n. 11 del
9 gennaio 2009 l’Agenzia ha
riconosciuto, ai fini delle imposte sui redditi, che possono
essere considerati beni strumentali ammortizzabili, fin
dal momento della consegna
e della conseguente entrata
in funzione nell’impresa locataria, ai sensi dell’art. 109,
comma 2, lett. a) del Tuir, i
continua a pag. 7
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Lunedì 21 Dicembre 2015
FISCO
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L
a controversa questione della rimborsabilità
o meno dell’Iva sui canoni di leasing di beni
strumentali fa registrare
una recente sentenza della
Corte di cassazione, con la
quale il giudice di legittimità abbandona il precedente
orientamento e perviene a
una soluzione favorevole ai
contribuenti, basandosi sui
principi affermati dalla giurisprudenza della Corte di
giustizia Ue.
Va ricordato anzitutto che
con la circolare n. 2/1990 il
ministero delle finanze aveva
chiarito che, per quanto concerne i beni ammortizzabili,
«il rimborso è ammissibile
quando il relativo ammontare riguarda l’Iva afferente
l’acquisizione di tali beni,
anche in esecuzione di contratti di appalto o di locazione finanziaria. La successiva
risoluzione n. 445585/1991
ha riconosciuto il diritto al
rimborso anche all’impresa
locatrice, sul presupposto che
i beni da essa acquistati per
essere concessi in locazione
finanziaria sono soggetti alla
procedura di ammortamento
ai sensi dell’art. 67 (ora art.
102) del Tuir. La risoluzione
n. 122/2011 ha poi precisato
che il rimborso spetta anche
nel caso in cui l’impresa locatrice, adottando i principi
contabili internazionali, non
rilevi l’ammortamento del
bene dato in locazione finanziaria, ma utilizzi un diverso
criterio di ripartizione dell’investimento per la durata del
contratto.
A parziale modifica delle
indicazioni fornite con la circolare n. 2/1990, tuttavia, la
risoluzione n. 392/2007 ha affermato che la possibilità di
considerare ammortizzabili
i beni oggetto di contratti di
locazione finanziaria riguarda solo l’impresa concedente
e non l’impresa utilizzatrice.
L’Agenzia delle entrate ha
così escluso la rimborsabilità
dell’Iva al conduttore, a motivo del fatto che i canoni di
leasing di beni strumentali
non sono riconducibili alla
nozione di acquisto di beni
ammortizzabili.
Nella sentenza n. 20951 del
16 ottobre 2015, la Corte suprema, dopo avere dato conto
delle opposte tesi al riguardo,
ha ritenuto preferibile quella
che riconosce il diritto al rimborso anche all’utilizzatore
del bene ammortizzabile.
Osserva la Corte che la nor-
La Cassazione
apre al rimborso
Un caso di esclusione: investimenti di terzi
Un’altra questione sulla quale la Cassazione si è pronunciata recentemente attiene
alla rimborsabilità o meno dell’Iva sulle
spese di investimento sostenute su beni
di terzi.
Con la risoluzione n. 179/2005, in relazione
alle spese di miglioramento, trasformazione e ampliamento di beni terzi, detenuti in
uso o comodato, l’Agenzia ha osservato che
le opere realizzate su beni altrui possono
essere considerate beni ammortizzabili
se si concretizzano in beni materiali che
hanno una loro individualità e autonoma
funzionalità e, al termine del periodo di
uso o comodato, possono essere rimossi. In
caso contrario, cioè qualora le opere non
siano separabili dai beni cui accedono, le
spese incrementative su beni di terzi vanno
iscritte tra le «altre immobilizzazioni immateriali», per cui non si può parlare fiscalmente di «beni immateriali», ma di oneri
pluriennali ex art. 108, comma 3, Tuir.
Ne discende che il diritto al rimborso
dell’Iva su tali spese non può essere riconosciuto, in quanto l’opera realizzata, restando di proprietà altrui, non può essere
considerata bene ammortizzabile proprio
del soggetto che l’ha realizzata. In senso
diverso si è pronunciata la commissione
tributaria provinciale di Salerno con la
sentenza n. 65 del 4 marzo 2009, ritenendo
non fondata la tesi dell’Agenzia perché le
spese relative alle opere su beni di terzi,
in base ai principi contabili internazionali,
non rientrano tra quelle di cui al comma
3 citato, in quanto risultano essere capitalizzabili, ma in quelle di cui all’art. 103
del Tuir, soggette ad ammortamento del
costo, sicché la relativa Iva deve ritenersi
rimborsabile.
ma, nel prevedere il rimborso
ma
dell’imposta relativa all’acquisto di beni ammortizzabili,
richiede la duplice condizione
che si sia in presenza di un
«bene» ammortizzabile e che
tale bene sia stato «acquistato». In ordine alla prima
condizione, «è pacifico che si
sia in presenza di un bene
ammortizzabile dall’impresa
utilizzatrice». Riguardo alla
seconda, sulla quale l’amministrazione obietta che l’utilizzatore, prima del riscatto,
non ha acquistato il bene, ma
se ne serve in base alla prestazione di servizio fornita dal
locatore, la Corte premette che
non è determinante, di per sé,
l’uso da parte del legislatore
L’Agenzia ha però ribadito la propria posizione nella circolare n. 36/E del 19 dicembre 2013, con riferimento agli impianti fotovoltaici realizzati su beni immobili
di terzi, che non possano essere rimossi
dall’immobile al termine del periodo del
loro utilizzo.
La tesi dell’Agenzia è stata recentemente
avallata dalla Corte di cassazione. Nella
sentenza n. 24779 del 4 dicembre 2015,
infatti, la Corte, con alcuni passaggi non
del tutto chiari, per esempio in punto di
distinzione fra facoltà di rimborso (spettante «all’acquirente») e diritto di detrazione riconosciuto al «cedente o prestatore», ha escluso la rimborsabilità dell’Iva
sulle spese sostenute da una società per la
costruzione di un complesso turistico su un
terreno da essa detenuto in comodato.
Secondo la sentenza, infatti, il rimborso
dell’eccedenza detraibile ai sensi della
lettera c) dell’art. 30 del dpr n. 633/72
riguarda l’imposta relativa all’acquisto o
all’importazione di beni che, «oltre a essere provvisti del requisito della strumentalità in quanto destinati a essere utilizzati
nell’attività dell’impresa e a non essere
perciò idonei alla produzione di un reddito
autonomo rispetto a quello del complesso
aziendale nel quale siano inseriti, debbono
rientrare, in quanto ammortizzabili, tra i
beni costituenti immobilizzazioni materiali
o immateriali, da identificarsi con beni di
uso durevole la cui vita non si esaurisca
nell’arco di un esercizio contabile e dei
quali l’imprenditore possa disporre in
quanto abbia acquistato la proprietà o un
altro diritto reale di godimento e in ogni
caso il potere di disporre di essi come proprietario».
«acquisto», trat
tratdel termine «acquisto»
tandosi di termine «neutro»,
impiegato per l’acquisizione
sia di un titolo di proprietà sia
di servizi resi dall’obbligato.
È invece decisivo valutare
se, nel sistema dell’Iva, il leasing di un bene strumentale
sia qualificabile come acquisto
di beni (art. 2 del dpr 633/72)
oppure di servizi (art. 3), posto
che il rimborso è previsto solo
per l’acquisto di beni.
A tale proposito, dopo avere
ricordato che la Corte suprema ha più volte ricondotto
il leasing immobiliare tra le
prestazioni di servizi e che
analoga posizione è stata
adottata dalla giurisprudenza
comunitaria in relazione al le-
SEGUE DA PAG. 6
beni strumentali (nella fattispecie si tratta
di navi adibite a rimorchiatori) che l’impresa ha acquisito in base a un contratto di locazione con clausola di trasferimento della
proprietà vincolante per ambedue le parti.
Con risoluzione n. 147 del 9 giugno 2009,
poi, l’Agenzia ha ribadito che per individuare i beni ammortizzabili occorre fare riferimento alle norme previste per le imposte
sui redditi. In linea generale, in base agli
articoli 102 e 103 del Tuir, sono considerati ammortizzabili esclusivamente i beni
strumentali, ossia quei beni che vengono
utilizzati nel ciclo produttivo direttamente
dall’imprenditore che ne ha il possesso a
titolo di proprietà o di altro diritto reale.
L’Agenzia ha inoltre precisato, per quanto
riguarda l’acquisto di beni e servizi utilizzati per finalità di studio e ricerca, che costituisce requisito necessario affinché si intenda
realizzato il presupposto stabilito dall’art.
30, secondo comma, lett. c) del dpr 633/72,
l’impiego diretto e strumentale degli stessi,
da parte del soggetto passivo, nell’ambito
dell’attività di impresa esercitata.
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asing in generale,
generale la sentenza
espone le considerazioni che
legittimano una conclusione
diversa.
In primo luogo, si osserva,
la funzione del leasing, generalmente, «è proprio quella
di fornire all’utilizzatore la
disponibilità economica (con
i connessi rischi) del bene oggetto del contratto, in modo
analogo a un proprietario.»
In questa prospettiva, è significativo che l’art. 14 della
direttiva Iva definisca la cessione di beni come il trasferimento non della disponibilità giuridica del bene, come
invece fa tendenzialmente la
normativa italiana, ma della
disponibilità economica, il che
conduce a equiparare ai fini
fiscali l’acquisizione in leasing all’acquisto derivante
dalla cessione del bene. Del
resto, l’utilizzatore effettua
un investimento economico
nel bene ammortizzabile,
sicché deve valere anche nei
suoi confronti la ratio del rimborso dell’Iva.
Questa interpretazione,
osserva poi la sentenza, è
imposta dall’evoluzione della giurisprudenza della Corte di giustizia Ue, che «abbandonando (con riguardo
alla disciplina in discorso)
la qualificazione del leasing
7
come prestazione di servizi»,
ha più di recente affermato,
in relazione a contratti di
leasing di beni immobili e di
autoveicoli, che nell’ipotesi
in cui il contratto preveda o
il trasferimento di proprietà
al conduttore alla scadenza,
o che il conduttore disponga
delle caratteristiche essenziali della proprietà del bene,
segnatamente che gli venga
trasferita la maggior parte
dei rischi e benefici inerenti
alla proprietà legale e che la
somma delle rate, interessi inclusi, sia praticamente
identica al valore venale del
bene, l’operazione risultante
da un siffatto contratto deve
essere equiparata a un’operazione di acquisto di un bene
di investimento (sentenze 2
luglio 2015, C-209/14 e 16
febbraio 2012, C-118/11).
Alla luce di queste considerazioni, il collegio ritiene di
dover abbandonare la differente posizione adottata con
la sentenza n. 20072/2014,
per affermare invece che
«in tema di Iva, ai sensi del
dpr n. 633 del 1972, art. 30,
comma 3, alinea e lett. c),
l’utilizzatore ha diritto al
rimborso dell’eccedenza detraibile dell’Iva di importo
superiore a euro 2.582,28,
assolta relativamente a beni
ammortizzabili detenuti in
virtù di contratto di leasing,
in quanto tale operazione di
leasing deve essere equiparata, per detto utilizzatore,
all’acquisto di un bene di investimento e, quindi, si verifica a suo favore, anche prima
dell’esercizio del diritto di riscatto, l’ipotesi di acquisto di
un bene ammortizzabile prevista dalla norma citata».
La conclusione è a nostro
avviso condivisibile, soprattutto in ragione della ratio
della disposizione che ammette il rimborso dell’Iva sui
beni d’investimento, un po’
meno per il (pur pertinente)
richiamo alle sentenze con le
quali la Corte di giustizia Ue
ha assimilato, in presenza di
determinate condizioni (per lo
più ricorrenti) il leasing all’acquisto di beni.
A parte il fatto che in dette
sentenze la Corte non ha affatto ripudiato la precedente
giurisprudenza con la quale,
in altri contesti, la locazione
finanziaria è stata qualificata prestazione di servizi, va
rilevato che se si dovesse affermare il principio per cui
tale operazione deve essere
qualificata cessione di beni,
lo si dovrebbe fare, coerentemente al tenore letterale
delle sentenze, con riguardo
a tutte le disposizioni Iva:
per esempio, la territorialità
dell’operazione, il momento
di effettuazione e della fatturazione, il trattamento delle
operazioni transfrontaliere, ecc. Gli effetti, quindi,
sarebbero dirompenti, ed è
forse per questo che l’interpretazione della Corte di
giustizia, per lo meno fino a
oggi, è stata doverosamente
«registrata», senza tuttavia
stravolgimenti.
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8
Lunedì 21 Dicembre 2015
FISCO
La chiave per risolvere le divergenze fra norme Ue e nazionali, secondo la Cassazione
Contraddittorio obbligatorio,
l’armonizzazione è spartiacque
Pagina a cura
ANDREA BONGI
Stop al contraddittorio in quattro mosse
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DI
S
ull’obbligo generalizzato del contraddittorio
preventivo in ambito
tributario le sezioni
unite limitano lo Statuto del
contribuente. L’attivazione del
contraddittorio preventivo non
costituisce un principio fondamentale e immanente nell’ordinamento tributario, cui dare
attuazione anche in difetto di
una espressa e specifica previsione normativa. Secondo la
sentenza della Cassazione n.
24823 del 9/12/2015, l’obbligo
del contraddittorio preventivo
codificato nell’articolo 12, comma 7, dello Statuto del contribuente non è dunque la fonte
generale di un tale obbligo e
non impegna l’amministrazione finanziaria all’attivazione
di tale fase propedeutica alla
pretesa impositiva. Nell’ordinamento tributario vigente
non ci sono altre norme in base
alle quali possa essere attribuita valenza generale in ordine
all’introduzione di un tale obbligo, né si può far discendere
lo stesso dalla nostra Carta
costituzionale, in virtù dei
principi del diritto alla difesa
e dell’imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione. Vi sono, semmai,
singole disposizioni legislative
che per specifiche fattispecie
dispongono un tale obbligo, a
pena di nullità del successivo
atto di accertamento emesso
in difetto dell’attivazione del
contraddittorio preventivo. E
la presenza di tali norme speciali nonché la necessità del
1 – Estensione articolo
12, comma 7, legge
212/2000
La previsione della norma contenuta nello statuto
del contribuente non è fonte di un generalizzato
obbligo di contraddittorio endoprocedimentale a
carico dell’amministrazione iscale
2 – Esistenza di una clausola generale in altre
norme dell’ordinamento
nazionale
L’indagine compiuta porta a escludere che una clausola generale di contraddittorio endoprocedimentale in
campo tributario possa essere riferita in norme ordinarie diverse dall’art. 12, comma 7, legge 212/2000
3 – Argomenti di carattere sistematico
L’esigenza del legislatore di prevedere espressamente il contraddittorio per singole fattispecie –
vedi il nuovo redditometro – porta a ritenere che
allo stato attuale della legislazione non sussiste
nell’ordinamento tributario nazionale una clausola
generale di contraddittorio endoprocedimentale
4 – Gli articoli 24 e 97
della Costituzione
L’esistenza di un generalizzato obbligo dell’Amministrazione di attivare il contraddittorio in ambito
tributario non può essere direttamente ancorato
alla Costituzione
legislatore di farvi espressamente ricorso, come avvenuto
recentemente in materia di
riforma dell’accertamento sintetico, finiscono per asseverare
al contrario, recitano le sezioni
unite, il convincimento che, allo
stato attuale della legislazione,
non sussiste, nell’ordinamento
tributario nazionale, una clausola generale di contraddittorio endoprocedimentale.
Vi è, infine, sempre a giudizio delle sezioni unite, un obbligo generalizzato al contraddittorio preventivo di matrice
comunitaria che può esten-
dersi, in via analogica, a tutti
i tributi armonizzati a livello
europeo come, per esempio,
l’imposta sul valore aggiunto.
Su quest’ultimo aspetto la sentenza in rassegna evidenzia la
presenza di una non coincidenza fra la disciplina europea e la
disciplina nazionale nella specifica materia del contraddittorio, che genera i suoi riflessi
fra tributi «non armonizzati»
(in primis le imposte dirette)
e «tributi armonizzati» (l’Iva
in particolare). Sulla base
dell’interpretazione fornita
dalle sezioni unite le suddette
divergenze fra le due normative devono essere risolte come
segue:
- per i tributi non armonizzati l’obbligo di attivazione
del contraddittorio preventivo, pena l’invalidità dell’atto,
sussiste esclusivamente nelle
ipotesi in cui un tale obbligo sia
previsto espressamente dalla
specifica disposizione di legge;
- per i tributi armonizzati
l’obbligo del contraddittorio
endoprocedimentale assume
invece un rilievo generalizzato.
Per i tributi armonizzati
quali l’Iva, è tuttavia necessario precisare, continua la
sentenza in commento, che nel
caso in cui non vi sia anche una
disciplina speciale nazionale
che impone il contraddittorio,
la sua mancata attivazione
da parte dell’ufficio comporta
la nullità del successivo atto
impositivo solo se si può dimostrare che, in mancanza di
violazione dell’obbligo, il procedimento avrebbe potuto comportare un risultato diverso.
Quindi alla luce di tale interpretazione assolutamente
restrittiva e punitiva per il
contribuente, nell’ipotesi classica di una verifica a tavolino
in materia Iva, nella quale
l’ufficio non abbia attivato
preventivamente il contraddittorio, si potrà chiedere la
nullità dell’atto solo se si riesce a dimostrare che da tale
attivazione si sarebbe potuto
ottenere un diverso risultato in
termini di riprese fiscali.
Risultato finale: una nuova
prova negativa e diabolica a
carico dei contribuenti si va
ad aggiungere alle tante già
esistenti nel nostro sempre
più sconfortante ordinamento
giuridico tributario.
Le motivazioni della
sentenza e un commento
sintetico nella Selezione
di sentenze tributarie,
da pag. 27
La sentenza
sul sito www.italiaoggi.it/docio7
Sezioni unite in contraddizione con se stesse
Chi bazzica il nostro panorama tributario è abituato a tutto. Fa però
uno strano effetto prendere atto
che le sezioni unite della Cassazione giungano, nel giro di pochi mesi, a
contraddire perfino se stesse. Basta
leggere ciò che le stesse sezioni unite
affermavano in tema di contraddittorio preventivo con le c.d. «sentenze
gemelle» nn.19667 e 19668 del 18 settembre 2014). La pretesa tributaria,
si legge nelle motivazioni delle due
sentenze, trova la sua legittimità
nella formazione procedimentalizzata di una «decisione partecipata»
mediante la promozione del contraddittorio (che sostanzia il principio di
leale collaborazione) tra amministrazione e contribuente (anche) nella
«fase precontenziosa» o endoprocedimentale», al cui ordinato ed efficace sviluppo è funzionale il rispetto
dell’obbligo di comunicazione degli
atti imponibili. E ancora, il diritto al
contraddittorio, ossia il diritto del
destinatario del provvedimento a essere sentito prima dell’emanazione di
questo, realizza l’inalienabile dirit-
to di difesa del cittadino, presidiato
dall’articolo 24 della Costituzione e il
buon andamento dell’amministrazione, presidiato dall’articolo 97 della
Costituzione.
Che rimane oggi, nella sentenza
24823 del 9 dicembre scorso emessa
dalle sezioni unite della Cassazione,
di questo principio di derivazione
costituzionale dell’obbligo del contraddittorio preventivo in materia
tributaria? Esattamente questo:
«L’esistenza di un generalizzato obbligo dell’Amministrazione di attivare il
contraddittorio endoprocedimentale
in campo tributario non può essere
direttamente ancorato agli articoli
24 e 97 della Costituzione».
Dunque quelle disposizioni di carattere costituzionale che avevano indotto nell’autunno scorso le sezioni
unite a pronunciarsi per la necessità
di una decisione partecipata attraverso il contraddittorio preventivo
della pretesa tributaria, sono ora svilite a un ruolo meramente secondario
e non costituiscono più quei baluardi
eretti dal legislatore costituente a tu-
tela del diritto di difesa dei cittadini
(articolo 24) e all’imparzialità e buon
andamento della pubblica amministrazione (articolo 97).
Di questo improvviso, quanto repentino e inaspettato cambio di rotta,
sono le stesse sezioni unite a prenderne atto nella parte introduttiva
della sentenza in commento. In quelle due decisioni gemelle, si legge in
sentenza, il tema del contraddittorio
era stato affrontato con specifico riferimento alle iscrizioni ipotecarie
ex articolo 77 del dpr 602/73 e in tali
atti, a differenza da ciò che avviene
negli avvisi di accertamento a tavolino, la comunicazione all’interessato
non è prescritta dalla legge nemmeno
dopo l’adozione del provvedimento
da parte del concessionario della riscossione.
Tali interventi erano stati dunque
adottati tenuto conto dell’indebita
compressione del diritto alla difesa
del contribuente di fronte ad atti,
come le iscrizioni ipotecarie, capaci
di produrre effetti pregiudizievoli
per l’ignaro destinatario.
Al di là di queste considerazioni che
hanno più il sapore di una giustificazione che di una vera e propria
argomentazione giuridicamente sostenibile, resta ora il problema di
cosa fare di fronte a decisioni di segno diametralmente opposto seppur
relative alla stessa enunciazione di
principio.
Certo è che le prime due «sentenze
gemelle» avevano a oggetto la delicata questione della legittimità delle
iscrizioni ipotecarie del concessionario della riscossione non precedute
da comunicazioni preventive e avevano trattato dell’obbligo del contraddittorio preventivo soltanto in
via incidentale e unicamente per il
caso specifico.
Oggi invece, sentenza n. 24823 alla
mano, l’inesistenza di un obbligo
generalizzato del contraddittorio
preventivo in ambito tributario, costituisce il fulcro del contendere,
l’argomento da risolvere, alla quale le
sezioni unite sono giunte, ed è quindi
a questa pronuncia che si dovrà fare,
purtroppo, riferimento.
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Lunedì 21 Dicembre 2015
FISCO
9
ItaliaOggi Sette ha raccolto il parere di avvocati e commercialisti sulla sentenza n. 24823
Sul confronto non si discute
DI
Pagina a cura
VALERIO STROPPA
P
http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
rofessionisti in difesa del contraddittorio. La necessità
di un confronto preventivo obbligatorio prima
Gerardo Longobardi
dell’emissione di atti sfavorevoli ai contribuenti da
parte dell’amministrazione
finanziaria è immanente
nell’ordinamento europeo
e quindi direttamente applicabile anche in Italia.
Questo il parere che avvocati e commercialisti, interpellati da ItaliaOggi Sette,
manifestano a seguito della
sentenza n. 24823/2015 delle sezioni uniti civili della
Cassazione.
Una pronuncia che, intervenendo per la terza volta
in poco più di un anno sulla questione, ha ribaltato
quanto affermato nel 2014
dalle stesse sezioni unite,
statuendo l’obbligatorietà
del contraddittorio preventivo solo in caso di accessi
e ispezioni «a domicilio»
(oltre che in materia di Iva,
in quanto tributo armonizzato).
«Se la verifica si svolge
presso la sede del contribuente questi ha sempre
diritto di spiegarsi», commenta Bruno Lo Giudice,
presidente Uncat (Unione
nazionale camere avvocati
tributaristi), «se invece la
verifi ca avviene a tavolino, magari incrociando le
informazioni presenti nelle banche dati o acquisite
da altre p.a., questo diritto
non gli spetta più. La differenza è irragionevole».
Disparità che, aggiunge
l’Uncat, esiste anche tra
l’Iva e le altre imposte nazionali, quali per esempio
Irpef, Ires e Irap. «Cittadino europeo, suddito italiano. Tributi europei di serie
A, tributi italiani di serie
B», è lo slogan riportato in
una nota dell’associazione.
La pronuncia degli ermellini lascia perplessi anche
i commercialisti. «Da un
punto di vista giuridico,
sono almeno due i profili che
non appaiono convincenti»,
sottolinea il presidente na-
zionale del Cndcec, Gerardo
Longobardi, «il primo è che
esistono dei principi generali del diritto dell’Ue i quali
risultano applicabili anche
alle imposte dirette, pur essendo tributi non armonizzati. Un esempio è il principio
di non discriminazione». Il
Le conseguenze
negative sono immediate. In primo luogo
perché la retromarcia della Cassazione
rimette in discussione una serie di
contenziosi pendenti,
nonché le conseguenti scelte di cittadini e
imprese
secondo, invece, risiede nel
fatto che «come affermato da
noti costituzionalisti, i criteri guida contenuti in una
legge delega sono applicabili anche senza la necessaria
implementazione» prosegue
Longobardi, «e gli articoli 1
e 9 della legge n. 23/2014,
nell’ottica di agevolare un
rapporto leale e collaborativo tra fi sco e contribuente, prevedono proprio
«forme di contraddittorio propedeutiche
all’adozione degli atti
di
d accertamento dei
tributi»».
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Sotto un profilo pratico,
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imprese.
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E poi, aggiungono gli
avvocati
tributaristi,
a
«anche l’applicazione concreta è paradossale, perché
un unico accertamento emanato ai fini Ires, Irap e Iva
dovrà conciliare le contemporanee maggiori garanzie
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non è ancora accatastato imposta dovuta
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24258 27/12/2015)
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Altre informazioni
INTERESSI
CODICI TRIBUTO
Interesse legale scende allo 0,2% (dm finanze 11/12/2015 in Gazzetta Ufficiale n. 291
15/12/2015)
La versione integrale è disponibile su
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docio7
Istituiti i codici tributo per
fruire del credito d’imposta
Irap riconosciuto dalla legge
di stabilità 2015 (ris. Entrate n. 105/e 17/12/2015)
per l’Iva e minori garanzie
per le imposte dirette, anche quando tutti gli addebiti siano basati sul medesimo maggior imponibile (per
Bruno Lo Giudice
esempio una fattura attiva
non registrata)». In questo
modo, chiosa Lo Giudice, il
diritto di difesa del contribuente risulterebbe «limitato alla sola fase giudiziale
ed escluso invece per la sede
precontenziosa».
«Cambi di rotta così repentini nella funzione nomofilattica della Suprema
corte generano indubbiamente qualche disorientamento tra i contribuenti e
tra noi professionisti», conclude Longobardi, «ma auspichiamo che ci sia spazio
per un ripensamento: così
come era stata individuata
dalla Cassazione l’immanenza del principio di capacità contributiva alla base
dell’introduzione della clausola generale anti-abuso nel
2008, ci sembra altrettanto
indiscutibile l’esistenza di
un analogo principio generale sul contraddittorio endoprocedimentale».
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Lunedì 21 Dicembre 2015
FISCO
Il Tar Emilia-Romagna in deroga al principio di esclusione per delibere e regolamenti
Tassa rifiuti, tariffe da motivare
Vanno indicati costi di esercizio precedente, stime, gettito
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DI
L
Pagina a cura
SERGIO TROVATO
a delibera che fissa le
tariffe della tassa rifiuti deve essere motivata
e deve indicare i costi
di esercizio dell’anno precedente, le stime dell’anno di
competenza, il gettito della
tassa e le ragioni dell’eventuale aumento dei costi e
delle tariffe. Vanno quindi
esplicitate con chiarezza
tutte le risultanze istruttorie e le ragioni delle decisioni dell’ente. Si tratta di una
deroga al principio generale
che esclude la motivazione
per tutti gli atti a contenuto
generale, vale a dire delibere
e regolamenti. Inoltre, non è
possibile applicare agli alberghi tariffe notevolmente
più elevate rispetto alle civili
abitazioni, senza distinguere se al loro interno hanno
o meno anche l’attività di ristorazione. Lo ha affermato
il Tribunale amministrativo
regionale per l’Emilia-Romagna, con la sentenza n. 1056,
del 2 dicembre 2015.
Per il Tar, nella delibera
con la quale si determinano
le tariffe relative alla tassa
rifiuti, il comune «deve esplicitare con chiarezza tutte le
risultanze istruttorie, fornendo motivazione dettagliata delle ragioni delle proprie
decisioni». Devono essere
indicati, dunque, il costo di
esercizio dell’anno precedente e il relativo gettito,
nonché il costo preventivato
per l’anno di competenza e
il quantum dell’aumento degli oneri per la raccolta e lo
smaltimento rifiuti svolto dal
gestore del servizio. Secondo
il giudice amministrativo, le
regole sulle delibere Tarsu
In sintesi
Riferimenti normativi: articoli 65, 68 e 69 decreto legislativo 507/1993
Atti adottati dai comuni per la tassa rifiuti: regolamenti e delibere
Le delibere che issano le tariffe della tassa riiuti devono essere
motivate e devono indicare: costi di esercizio dell’anno precedente; stime
dell’anno di competenza; gettito della tassa; ragioni dell’aumento dei costi
e delle tariffe
Altre indicazioni da riportare nelle delibere: risultanze istruttorie e
ragioni delle decisioni dell’ente
rappresentano un’eccezione rispetto al principio che
esclude dall’obbligo di motivazione tutti gli atti a contenuto generale. Sulla questione, però, la Cassazione ha
preso una posizione diversa.
In effetti, i giudici di legittimità (sentenza 22804/2006)
hanno escluso questo adempimento per gli atti generali,
come previsto dall’articolo 3
della legge 241/1990. Mentre
sulla necessità di motivare
le delibere tariffarie non c’è
un’uniformità di vedute neppure nella giurisprudenza
amministrativa. Il Tribunale amministrativo regionale
per la Puglia, sezione staccata di Lecce (II), con la sentenza 1238/2013, ha stabilito
che il comune non è tenuto
a motivare l’aumento delle
tariffe Tarsu.
L’aumento può essere
giustificato dalla necessità di coprire i costi del
servizio. Il Consiglio di
stato (sentenza 5616/2010),
invece, ha sostenuto che il comune deve motivare la delibera che prevede un aumento delle tariffe Tarsu. E non
può invocare genericamente
la necessità di assicurare la
tendenziale copertura totale della spesa, senza avere
dati certi sullo scostamento
tra entrate e costo del servizio. Anche con la sentenza 504/2015 ha ribadito che
l’amministrazione comunale
deve indicare nella delibera
le ragioni che hanno comportato l’aumento delle tariffe
della tassa rifiuti, con l’obbiettivo di coprire integralmente i costi del servizio, ma
è insindacabile la scelta di
privilegiare le utenze domestiche rispetto alle attività
produttive. Quindi, può prevedere tariffe più elevate per
le utenze non domestiche.
Tariffe alberghi. A proposito di utenze non domestiche
non trova pace la questione
relativa alla tassazione delle
attività alberghiere. Con la
pronuncia in esame, il giudice amministrativo ha sostenuto che il comune di Riccione avrebbe dovuto indicare
nella delibera, «sulla base di
dati statistici rilevati a seguito di studi specifici e oggettivamente riscontrabili», i
motivi per cui ha ritenuto di
applicare agli esercizi alber-
ghieri una tariffa maggiore
rispetto a quella applicata
alle abitazioni civili. Sebbene, in linea di principio,
appare giustificato un regime di tassazione più elevato
per gli alberghi con servizio
di ristorazione, poiché un’attività di questo tipo può determinare una «produzione
quantitativamente e qualitativamente significativa di
rifiuti, non appare corretto
laddove non prevede alcuna distinzione, nell’ambito
degli alberghi, fra le aree
destinate esclusivamente a
camere e quelle destinate
alla ristorazione». In realtà,
però, la Corte di cassazione
(sentenza 12769/2015) anche
di recente ha ribadito che le
amministrazioni locali hanno il potere di fissare tariffe
più elevate per gli alberghi
rispetto a quelle delle abitazioni. E non ha mai operato
una distinzione tra alberghi
con o senza ristorazione. A
giudizio della Cassazione
(sentenza 302/2010) la maggiore capacità produttiva
di un esercizio alberghiero
rispetto a una civile abitazione costituisce un dato di
comune esperienza. In effet-
ti, l’articolo 68 del decreto legislativo 507/1993 non imponeva ai comuni di inserire gli
immobili adibiti ad attività
alberghiere nella stessa categoria di quelli utilizzati come
abitazioni, poiché non manifestano la stessa potenzialità
di produzione di rifiuti. Del
resto, non sono inseriti nella
stessa categoria neppure per
la Tari. Così come gli enti non
sono tenuti a concedere riduzioni tariffarie per le attività
alberghiere e di ristorazione
se sono stagionali.
Del resto, eventuali benefici fiscali devono essere
espressamente previsti da
una norma di legge che disciplini la tassa rifiuti o da
una norma regolamentare. I
comuni erano tenuti a emanare per la Tarsu un regolamento che doveva contenere
non solo la classificazione
delle categorie ed eventuali sottocategorie, ma anche
la graduazione delle tariffe
ridotte per particolari condizioni d’uso. Nel regolamento
vanno individuate le fattispecie agevolative, con le
relative condizioni, le modalità di richiesta e le eventuali
cause di decadenza.
Sono invece totalmente
esclusi dal prelievo i locali
e le aree che non possono
produrre rifiuti o per la loro
natura o per il particolare
uso cui sono stabilmente
destinati o perché risultino
in obiettive condizioni di
non utilizzabilità nel corso
dell’anno. Tra i locali e le
aree che non possono produrre rifiuti per la natura delle
loro superfici rientrano quelli situati in luoghi impraticabili, interclusi o in stato di
abbandono.
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Attività stagionali, ai comuni
l’ultima parola sulle agevolazioni
Immobili inutilizzati, opinioni
contrastanti sulla tassabilità
La Commissione tributaria regionale di Palermo, sezione staccata di
Caltanissetta (XXI), con la sentenza 476/2015, ha stabilito che gli stabilimenti balneari in inverno non producono rifiuti e, quindi, non possono
essere soggetti al pagamento della tassa comunale sui rifiuti. Le condizioni di inutilizzabilità degli stabilimenti balneari durante la chiusura
invernale, nel periodo che va da ottobre ad aprile, sono obiettive ed è
escluso che possano produrre rifiuti. Questa pronuncia non può essere
condivisa e dà luogo a una forzatura del dato normativo, poiché nessuna
norma di legge prevede che il comune debba concedere un esonero dal
prelievo per le attività a carattere stagionale. Tutt’al più il contribuente
può fruire di una riduzione della tassa, sempre che l’amministrazione
comunale intenda assicurare il beneficio. La regola vale non solo per
la Tarsu, ma anche per la Tares e la Tari. Per la Tarsu, l’art. 66 del dlgs
507/1993 dava facoltà ai comuni di stabilire una riduzione tariffaria fino
a un terzo anche per le attività stagionali, purché la stagionalità risultasse da una licenza o autorizzazione rilasciata dalla pubblica autorità. Le
amministrazioni comunali, infatti, possono fare ricorso a misure di temperamento dell’imposizione per situazioni che possono comportare una
minore utilizzazione del servizio. Per i locali diversi dalle abitazioni che
vengono utilizzati stagionalmente o in modo non continuativo, è possibile
comprovarlo con una licenza o autorizzazione rilasciati dagli organi competenti. Tutte queste situazioni, però, non comportano un’esenzione dal
pagamento della tassa, ma danno luogo a una riduzione percentuale della
tariffa. Sempre che il comune abbia deliberato l’agevolazione fiscale.
Ancora oggi vi è divergenza di opinioni a vari livelli sulla questione
della tassabilità degli immobili inutilizzati. Si registrano, infatti, prese di posizione diverse tra Cassazione, giudici tributari e Ministero
dell’economia e delle finanze. Ex lege, dovrebbero essere esclusi dalla
tassazione solo gli immobili non utilizzabili (inagibili, inabitabili,
diroccati). Non dovrebbe avere alcuna rilevanza la scelta soggettiva
del titolare di non usare l’immobile. Anche il mancato arredo non
costituisce prova dell’inutilizzabilità dell’immobile e della inettitudine alla produzione di rifiuti. Un alloggio che il proprietario lasci
inabitato e non arredato si rivela inutilizzato, ma non oggettivamente
inutilizzabile. Per la prima volta il principio è stato affermato dalla Cassazione con la sentenza 16785 del 30 novembre 2002. Regola
ribadita con le sentenze 9920/2003, 22770/2009, 1850/2010 e altre.
Sempre la Cassazione (ordinanza 1332 del 21 gennaio 2013) ha stabilito che l’esonero dal pagamento del tributo non spetta neppure
quando il contribuente fornisca la prova dell’avvenuta cessazione di
un’attività industriale o commerciale.
Il Ministero dell’economia e delle finanze, invece, nelle linee guida
che ha fornito ai comuni ha preso una posizione netta precisando che
non sono soggetti al pagamento le unità immobiliari privi di mobili
e di allacci alle reti idriche ed elettriche, che di fatto non vengono
utilizzate. Dunque, secondo il Ministero, gli immobili inutilizzati destinati ad abitazioni private o ad attività commerciali e industriali
non sono soggette al pagamento della tassa rifiuti.
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Lunedì 21 Dicembre 2015
C O D I C E D E L L A S T R A DA
Dopo l’approvazione in senato, quasi al traguardo la legge che introduce il reato
Omicidi stradali, dure sanzioni
La colpa del conducente aumenta le pene fino a 12 anni
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Scatta sempre
la revoca della patente
Alla condanna per i reati di omicidio stradale o lesioni
personali stradali gravi o gravissime (anche quando sia
stata concessa la sospensione condizionale della pena)
scatterà sempre la revoca della patente di guida. Il cancelliere del giudice che pronuncerà la sentenza divenuta
irrevocabile, dovrà, entro 15 giorni, trasmetterne copia
autentica al prefetto competente del luogo della commessa violazione, che emetterà provvedimento di revoca
della patente e di inibizione alla guida per un periodo
corrispondente a quello per il quale si applica la revoca
della patente. L’interessato non potrà conseguire una
nuova patente di guida che in caso di omicidio stradale
va da 5 a 15 anni e in caso di lesioni gravi o gravissime
può arrivare fino a 5 anni. Questi termini possono aumentare qualora il trasgressore sia recidivo o si sia dato alla
fuga, con un quasi ergastolo della patente per 30 anni. Il
prefetto potrà sospendere provvisoriamente la patente
fino a 5 anni quando ravvisi fondati elementi di responsabilità del conducente. A una sentenza di condanna non
definitiva potrà conseguire la proroga della sospensione
della patente fino a un massimo di 10 anni. Qualora la
sospensione provvisoria della patente sia disposta nei
confronti di titolare di patente di guida rilasciata da uno
stato estero, il prefetto del luogo della commessa violazione, ricevuti gli atti, nei 15 giorni successivi emetterà
un corrispondente provvedimento di inibizione alla guida
sul territorio nazionale; in caso di revoca, il provvedimento di inibizione sarà valido per lo stesso periodo per il
quale è prevista la revoca.
Enrico Santi
DI
STEFANO MANZELLI
P
ene severe per i reati
di omicidio stradale e
lesioni personali commessi dal conducente
di veicoli che si renda responsabile del tragico evento a causa della sua condotta di guida
imprudente, particolarmente
nei casi di guida con alcol o
droghe. Lo prevede il disegno
di legge S 859-B approvato
dal senato con la fiducia il 10
dicembre 2015 e ora all’esame
finale della camera per la sua
approvazione definitiva. attesa
entro il mese di gennaio 2016.
I nuovi reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali presentano un impianto di
pene commisurato alle tipologie di violazioni del codice
della strada. Nell’ipotesi generica di violazione non grave
delle norme stradali è prevista
la reclusione da 2 a 7 anni per
l’omicidio stradale, da 3 mesi a
1 anno per le lesioni gravi e da
1 a 3 anni per le lesioni gravissime. La pena della reclusione
diventa più severa (da 7 a 10
anni per l’omicidio stradale, da
1 anno e 6 mesi a 3 anni per le
lesioni gravi e da 2 a 4 anni per
le lesioni gravissime) qualora il
fatto sia causato per colpa dal
conducente che: è in stato di
ebbrezza alcolica con un tasso
alcolemico superiore a 0,8 g/l e
non superiore a 1,5 g/l; procede
in centro urbano a una velocità pari o superiore al doppio
di quella consentita e comunque non inferiore a 70 km/h;
procede su strade extraurbane a una velocità superiore
di almeno 50 km/h rispetto a
quella massima consentita; attraversa l’intersezione con la
luce rossa del semaforo; fa inversione del senso di marcia in
prossimità o in corrispondenza
di intersezioni, curve o dossi;
sorpassa in corrispondenza di
un attraversamento pedonale
o di linea continua.
Maggiore severità è riservata dal legislatore all’ipotesi
in cui l’evento sia causato dal
conducente professionale in
stato di ebbrezza alcolica con
un tasso alcolemico superiore
a 0,8 g/l e non superiore a 1,5
g/l: reclusione da 8 a 12 anni
per l’omicidio stradale, da 3 a
5 anni per le lesioni gravi e da
4 a 7 anni per le lesioni gravissime. Queste stesse pene sono
previste per l’ipotesi più grave,
ovvero la guida con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o in
stato di alterazione psico-fisica
conseguente all’assunzione di
sostanze stupefacenti o psicotrope; ma in caso di omicidio
scatta anche l’arresto obbligatorio in flagranza.
Sono previste aggravanti
della pena nelle seguenti ipotesi: guida senza patente o con
patente sospesa o revocata;
veicolo senza copertura assicurativa obbligatoria; morte di
più persone (si applica la pena
per la più grave delle violazioni, aumentata fino al triplo, al
più fino a 18 anni); morte di
una o più persone e, inoltre,
lesioni a una o più persone (si
applica la pena per la più grave delle violazioni, aumentata
fino al triplo, al massimo fino a
18 anni); lesioni a più persone,
senza morte (si applica la pena
per la più grave delle violazio-
Il riepilogo delle novità
Omicidio stradale o lesioni personali
causate per colpa da un conducente
violando le norme sulla circolazione
stradale
Omicidio stradale o lesioni personali
causate per colpa da un conducente
in stato di ebbrezza alcolica con un
tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l
o di alterazione psico-isica conseguente all’assunzione di sostanze
stupefacenti o psicotrope
Omicidio stradale o lesioni personali
causate per colpa da un conducente
professionale in stato di ebbrezza
alcolica con un tasso alcolemico
superiore a 0,8 g/l e non superiore
a 1,5 g/l
Omicidio stradale o lesioni personali
causate per colpa da un conducente
(non professionale) in stato di ebbrezza alcolica con un tasso alcolemico
superiore a 0,8 g/l e non superiore
a 1,5 g/l
Omicidio stradale o lesioni personali causate per colpa da un conducente che:
• in centro urbano procede a una velocità
pari o superiore al doppio di quella consentita e comunque non inferiore a 70
km/h
• su strade extraurbane procede a una velocità superiore di almeno 50 km/h rispetto
a quella massima consentita
• attraversando l’intersezione con la luce
rossa del semaforo
• fa inversione del senso di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni,
curve o dossi
• sorpassa in corrispondenza di un attraversamento pedonale o di linea continua
ni, aumentata fino al triplo, al
massimo fino a 7 anni); omicidio stradale con fuga (pena
aumentata da un terzo a due
terzi, almeno 5 anni); lesioni
personali con fuga (pena aumentata da un terzo a due
• Omicidio stradale: reclusione da 2 a
7 anni, revoca della patente, divieto
di nuova patente per 5 anni
• Lesioni gravi: reclusione da 3 mesi
a un anno
• Lesioni gravissime: reclusione da
1 a 3 anni
• Omicidio stradale: reclusione da 8 a
12 anni, arresto obbligatorio in lagranza, revoca della patente, divieto
di nuova patente per 15 anni
• Lesioni gravi: reclusione da 3 a 5
anni, arresto facoltativo in lagranza, revoca della patente, divieto di
nuova patente per 5 anni
• Lesioni gravissime: reclusione da
4 a 7 anni e arresto facoltativo in
lagranza
• Omicidio stradale: reclusione da 8 a
12 anni, revoca della patente, divieto di nuova patente per 15 anni
• Lesioni gravi: reclusione da 3 a 5
anni, arresto facoltativo in lagranza, revoca della patente, divieto di
nuova patente per 5 anni
• Lesioni gravissime: reclusione da 4
a 7 anni, arresto facoltativo in lagranza, revoca della patente, divieto
di nuova patente per 5 anni
• Omicidio stradale: reclusione da 7 a
10 anni, revoca della patente, divieto
di nuova patente per 15 anni
• Lesioni gravi: reclusione da 1 anno e
6 mesi a 3 anni, arresto facoltativo in
lagranza, revoca della patente, divieto di nuova patente per 5 anni
• Lesioni gravissime: reclusione da 2 a
4 anni, arresto facoltativo in lagranza, revoca della patente, divieto di
nuova patente per 5 anni
• Omicidio stradale: reclusione da 7 a
10 anni, revoca della patente, divieto di nuova patente per 10 anni
• Lesioni gravi: reclusione da 1 anno
e 6 mesi a 3 anni, arresto facoltativo in lagranza, revoca della
patente, divieto di nuova patente
per 5 anni
• Lesioni gravissime: reclusione da 2
a 4 anni, arresto facoltativo in lagranza, revoca della patente, divieto
di nuova patente per 5 anni
terzi, almeno 3 anni). Invece,
per quanto concerne le attenuanti, è prevista la diminuzione della pena fino alla metà
quando all’evento ha concorso
anche la condotta colposa della
vittima.
a cura di Enrico Santi
Una tabella con le
modiiche previste
al codice penale sul
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Lunedì 21 Dicembre 2015
IMPRESA
13
Un decalogo di comportamenti e atteggiamenti da tenere per sfruttare al meglio le chance
Fondi Ue, ottenerli è possibile
Fondamentali informazione, formazione e confronto
DI
NICCOLÒ RINALDI
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È
«bello» ottenere un
finanziamento europeo, ma esso implica
una misura di organizzazione, umiltà e spirito
volitivo. Vincere un bando
europeo richiede un metodo
e chi lo impara (un sistemapaese nel suo complesso come
accade altrove o una singola
azienda o un amministratore
locale intraprendente) raccoglierà frutti a ogni stagione.
Perché riusciti una volta, non
è difficile entrare in un giro
virtuoso per i bandi successivi. Ma un finanziamento va
conquistato senza lasciare
spazio ad alcun spontaneismo, seguendo alcuni punti
fermi.
Il metodo lo decliniamo in
dieci regole: applicabili più o
meno a seconda dei casi. Il
lavoro di tanti anni sui fondi
europei mi ha spinto a osservare la ricetta dei vincitori.
1) Un giudizio morale.
Non ci sarà lo slancio giusto
se non si capisce che la loro
mancata utilizzazione è una
responsabilità grave.
Oggi i fondi europei sono
spesso percepiti come «un di
più»: se si usano tanto meglio,
se non arrivano «non ci avevamo fatto conto».
Ovviamente il codice non
contempla un reato per il loro
mancato uso e a differenza
del peculato, in caso di non
uso dei fondi Ue, nessuno se
li mette in tasca arricchendosi. Eppure non sussiste una
vera differenza qualitativa:
si tratta pur sempre di risorse che vengono sottratte alla
collettività a cui sono destinate. Sconfiggere questa indulgenza le inadempienze, le
incompetenze o le pigrizie che
lasciano ferme troppe risorse
europee per i nostri territori,
è il primo tassello per cominciare a invertire la tendenza.
Il cittadino, che sia direttamente un potenziale beneficiario o meno, deve imparare
a essere più assertivo, più
esigente.
Questo giudizio morale
deve diventare patrimonio di
una coscienza comune, dei cittadini come dei media, delle
categorie come dei politici.
2) Informazione. Occorre
avere un accesso facile alle
risorse disponibili, ai bandi e
alle procedure.
Non sempre è così. Sarebbe bene ad esempio che sui
fondi europei di competenza,
le regioni pubblicassero sui
rispettivi siti in modo uniforme e «friendly user» le informazioni necessarie, e con congruo anticipo, i bandi aperti e
quelli in dirittura d’arrivo, e
le informazioni di base per la
loro compilazione.
Sarebbe bene disporre di
una banca dati unica e chiara,
e di una diffusione sistemati-
Fondi Ue, le buone pratiche in pillole
1. Essere consapevoli che non utilizzare i fondi europei è una responsabilità grave: sconiggere, di conseguenza, inadempienze, incompetenze e
pigrizie frutto dell’eccessiva «indulgenza».
2. Informarsi su risorse, bandi e procedure.
3. Investire in formazione, per potere e sapere approntare progetti: no al
fai-da-te.
4. Partire dal bando: è virtuoso il progetto che «realizza quanto richiesto
dal bando».
5. Non farsi penalizzare dalla «taglia»: aggregarsi, se si è troppo piccoli,
magari rivolgendosi alle associazioni di categoria.
6. Incontrarsi fra diversi: progettare insieme ad altri attori del proprio territorio.
7. Combinare le risorse: un inanziamento europeo non ne esclude un
altro.
8. Effettuare una valutazione ex post: trarre insegnamenti da quanto fatto,
da sé o da altri.
9. Condividere le buone pratiche, soprattutto quelle in casa propria, osservando le realtà italiane d’eccellenza e mettere a disposizione di altri la
propria esperienza.
10. Crederci.
ca delle informazioni utili da
parte delle antenne europee
sul territorio, molte eccellenti, ma altre indaffarate in generiche raccomandazioni.
3) Formazione. Accedere
a un’informazione puntuale
è solo un primo passo, poi bisogna sapere approntare un
progetto. L’Italia sconta l’insufficienza di figure preparate, o a volte
con credenziali «fai-da-te», e
a soffrine sono
aziende come
amministrazioni locali.
Ma chi ha
sostenuto
l’investimento
della formazione, che sia
un’università
o un’azienda,
ne ha tratto
benefici immediati. Uno
sforzo di formazione a
tutto campo
darebbe i suoi frutti: corsi e
incentivi per personale delle
pubbliche amministrazioni; insegnamento nelle università; consulenti dedicati
nelle associazioni di categoria; sessioni propedeutiche o
specifiche su settori particolari, da parte degli stessi enti
locali. La formazione, se ben
organizzata, può essere poco
dispendiosa e anche breve,
ma con una ricaduta molto
positiva.
4) Partire dal bando. Non
bisogna cercare un finanziamento per realizzare la «mia
idea», ma avere un progetto
competitivo per realizzare
quanto richiesto dal bando.
Altrimenti seguono rinunce
deluse o partecipazioni de-
stinate al fallimento.
Per questo, per prima cosa,
occorre leggere attentamente
le condizioni delle varie call,
coglierne a fondo le finalità
e le modalità, e su quanto è
richiesto valutare se si è in
grado di presentare una proposta. Di più: la lettura dei
vari bandi, è quasi sempre
uno stimolo di idee, un’oc-
casione di dibattiti interni
alla propria struttura, primo
passo di un percorso virtuoso
nell’euro-progettazione.
5) Evitare di essere svantaggiati perché «piccoli»:
imprese, comuni, università,
associazioni… Il tessuto e la
taglia ridotta di molti attori
italiani spesso non aiutano.
Anche la formazione di un
personale dedicato diventa
insostenibile per una dimensione limitata. Ma in un progetto possono confluire più
soggetti di piccole dimensioni, in modo da raggiungere la
massa critica e le economie di
scala adeguate. Sotto questo
profilo, le associazioni di categoria possono facilitare tali
aggregazioni.
6) Incontrarsi tra diversi. Bisogna superare la cultura dei compartimenti stagni
e progettare insieme ad altri
attori del proprio territorio
(imprese, centri di ricerca,
istituzioni locali, associazionismo) una dimensione che
viene rafforzata dalla nuova
programmazione 2014-2020.
Occorre dunque creare delle
tavole «tra diversi contigui»,
per mettere in
rete la potenzialità di soggetti di natura
diversa, ciò che
costituisce già
di per sé un arricchimento indotto dall’europrogettazione.
7) Ingegneria finanziaria:
a volte con l’approvazione di un
progetto europeo ci si ferma.
Ma spesso un
finanziamento
europeo non ne esclude un
altro. In Italia si accede poco
ai prestiti della Banca Europea degli Investimenti, che
possono essere combinati con
la concessione di risorse Ue
da parte della Commissione.
Così come una disponibilità
di bilancio da parte di un soggetto può essere destinata a
quota di co-finanziamento
nell’ambito dei progetti Ue, in
modo da raddoppiare il volume finanziario globale.
8) La valutazione ex post:
trarre degli insegnamenti da
quanto fatto, da sé o da altri, è
un passo cruciale. Ci si abitui
a ragionare insieme per capire le ragioni dell’approvazione
o del rifiuto di un progetto, a
valutare l’impatto sulla base
di valori di riferimento precisi (ad esempio quanti posti
di lavoro durevoli sono stati
creati), a correggere il lavoro
per le tappe o per la prossima
proposta. E si mettano queste piccole o grandi lezioni in
rete, in modo da aiutare chi
verrà dopo di noi.
9) Guardare alla porta
accanto. Si ritiene spesso
che per un progetto europeo
una delle cose migliori sia
recarsi a Bruxelles e incontrare i responsabili europei,
oppure iscriversi a un corso
di euro-progettazione. Giusto.
Ma volte l’aiuto migliore lo si
trova vicino a casa propria.
L’Italia è un paese a macchia di leopardo, dove, nel
pur deplorevole panorama
rispetto ai fondi Ue, le eccellenze non mancano, e a
nessun livello. Si contano
innumerevoli esperienze (da
università ad istituzioni locali, fino a imprese anche piccole e associazioni del terzo
settore) che hanno assimilato
il metodo dei progetti europei
e ottenuto eccellenti risultati. I loro casi devono essere
«messi in rete», diffusi come
buone pratiche maturate negli stessi contesti politici e
burocratici e dunque con le
stesse difficoltà di partenza
di tutti. Cercare di scovare
queste buone pratiche italiane, andare a incontrare i loro
artefici, capire come siano riusciti a imparare la lezione
dei fondi europei, è senz’altro
uno sforzo molto utile.
A propria volta, laddove si
sia avviato un progetto europeo, è sempre bene diffondere
tramite i propri canali di comunicazione alcuni elementi
di quanto compiuto al fine di
poterli condividere con altri.
Il buon uso dei fondi europei
è una questione non di soddisfazione personale, ma di
crescita collettiva.
10) Nessun fatalismo
pessimista. Se la prima regola è sanzionare moralmente chi non usa o usa male le
risorse europee, l’ultima è
crederci. Parrebbe scontato,
ma non è così.
Una sorta di fatalismo negativo serpeggia sulla possibilità di competere per un finanziamento europeo, perché
«sarà sempre per gli altri»,
«bisogna essere raccomandati», «c’è troppa burocrazia»,
«non conosco nessuno», «è una
presa di giro», e via dicendo.
E’ l’atteggiamento peggiore.
Molti possono testimoniare
che non è così, che i finanziamenti europei si possono ottenere su base meritocratica
e che possono permettere una
svolta al proprio lavoro. Sono
soldi, non regalati e bisogna
sudarseli. A forza di buone
idee, di innovazione, e di metodo. In questo modo niente
sarà impossibile, anzi.
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14
Lunedì 21 Dicembre 2015
PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Secondo dati Wipo le imprese orientali hanno presentato circa un milione di richieste
La Cina da paese dei tarocchi
diventa il regno dei brevetti
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I principali Paesi depositari
Paese
di origine
Cina
Stati Uniti
Germania
Giappone
Corea del Sud
Francia
Italia
Regno Unito
Svizzera
India
Turchia
Russia
Olanda
Spagna
Austria
Brasile
Canada
Australia
Svezia
Polonia
Brevetti
Marchi
1
2
5
3
4
6
10
7
8
14
24
11
9
22
16
23
12
21
13
25
1
2
4
5
10
3
11
8
12
9
7
6
18
14
21
13
16
15
25
19
Modelli
(Design)
1
5
2
7
3
9
4
11
8
13
6
21
16
10
14
18
26
19
20
17
Fonte: Wipo Statistics Database, ottobre 2015
DI
Pagina a cura
TANCREDI CERNE
D
a contraffattore a innovatore. È questa la
mutazione genetica
della Cina che negli
ultimi anni ha investito miliardi di dollari per ripulire la
propria immagine trasformandosi da Mecca dell’imitazione
in principale hub di idee su
scala mondiale. La perfetta riuscita dell’operazione di lifting
ha ottenuto una benedizione
che conta, la Wipo, ovvero l’organizzazione mondiale per la
proprietà intellettuale, che ha
regalato a Pechino la prima
posizione all’interno dell’albo
d’oro dei Paesi più attivi sul
fronte del deposito di nuove
richieste di marchi e brevetti.
Lo scorso anno, le imprese del
Celeste Impero hanno presentato poco meno di un milione
di nuove richieste di brevetti
(928.177) in crescita del 12,5%
rispetto a un anno prima. Un
numero davvero impressionante se raffrontato con quello
prodotto dai due mostri sacri
storici del mondo dell’innovazione, Stati Uniti e Giappone.
Nel corso del 2014, secondo le
rilevazioni del Wipo, gli Usa
hanno richiesto la tutela di
578.802 idee frutto dell’ingegno delle proprie imprese, in
aumento di appena l’1,3% se
confrontato con l’anno precedente. Situazione analoga
anche in Giappone dove le domande di nuovi brevetti si sono
fermate a 325.989. Numero
che rappresenta una crescita
di appena lo 0,7% rispetto al
flusso di nuove idee tutelate
nel corso del 2013. Il rally della Cina costituisce tuttavia un
caso emblematico non soltanto
nel raffronto con Stati Uniti e
Giappone, ma anche innalzando l’analisi allo scacchiere internazionale nel suo complesso.
Basti pensare che la crescita
delle richieste di nuovi brevetti
da parte delle imprese cinesi
ha segnato un +200% rispetto
alla variazione media globale
dove il numero complessivo di
domande ha toccato quota 2,7
milioni, il 4,5% in più rispetto
al 2013. Ma quali sono stati
i settori più attivi sul fronte
della proprietà intellettuale?
La polaroid scattata dal Wipo
non lascia spazio a incertezze.
Come negli ultimi anni, anche
nel 2014 le aziende di informatica e quelle di elettronica sono
risultate le più attive con una
quota rispettivamente del 7,8 e
7,4% del totale dei quasi 3 milioni di nuovi brevetti richiesti.
Seguono a distanza l’industria
delle rilevazioni scientifiche
(4,8%) e quella della digital
communication (4,6%). E cosa
Il trend delle richieste
2013
2014
Var. %
2.564.800
2.680.900
+4,5
Cina
825.136
928.177
+12,5
Stati Uniti
571.612
578.802
+1,3
Giappone
328.436
325.989
-0,7
Richieste totale mondo
7.028.400
7.449.400
+6
Cina
1.880.000
2.222.680
+18,2
Stati Uniti
441.547
471.228
+6,7
Europa
324.749
333.443
+2,7
1.238.200
1.138.400
-8,1
659.563
564.555
-14,4
Stati Uniti
97.013
98.273
+1,3
Corea del Sud
70.054
68.441
-2,3
Brevetti
Richieste Totale mondo
Marchi
Disegno industriale
Richieste totale mondo
Cina
Fonte: Wipo Statistics Database, ottobre 2015
dire a livello di singola impresa? A dominare la scena,
quest’anno, è stata la cinese
Huawei Technology, forte di
3.442 nuovi brevetti richiesti.
Segue a distanza l’americana
Qualcomm (2.409), il colosso
cinese delle telecomunicazioni Zte (2.179), e le giapponesi
Panasonic (1.682) e Mitsubishi
Technology (1.593) a chiudere
la cinquina di punta. Soltanto
quattro le imprese del Vecchio
continente nelle prime 20 posizioni: la svedese Ericsson, le tedesche Siemens e Robert Bosh,
e l’olandese Philips. E cosa dire
dell’Italia? Per trovare il nome
della Penisola bisogna scorrere
la classifica del Wipo fino al numero 10 per numero di richieste di nuovi brevetti, 11 per i
nuovi marchi registrati mentre
si sale fino alla quarta posizione nell’elenco dei maggiori innovatori in tema di design. In
questo caso, l’ingegno italiano
è secondo soltanto a Cina, Germania e Corea del Sud. Intanto, per favorire lo sviluppo di
nuove innovazioni, il ministero
dell’economia italiano ha attivato un database online contenente 22 mila brevetti concessi
dal primo luglio 2008, allineato
con il programma Wipo per favorire una più ampia diffusione
dell’informazione brevettuale.
«Per la prima volta in Italia
Chi ha presentato più richieste
Huawei Technologies (Cina)
Qualcomm (Usa)
Zte (Cina)
Panasonic (Giappone)
Mitsubishi electric (Giappone)
Intel (Usa)
Lm Ericsson (Svezia)
Microsoft (Usa)
Siemens (Germania)
Philips (Olanda)
Samsung (Corea)
Toyota (Giappone)
Robert Bosch (Germania)
Sharp (Giappone)
Nec (Giappone)
Lg Electronics (Corea)
Tencent technology (Cina)
Fujiilm (Giapppone)
United Technologies (Usa)
Hitachi (Giappone)
viene
messa a disposizione
sull
i
di
i i
web la documentazione brevettuale nazionale», ha spiegato
3.442
2.409
2.179
1.682
1.593
1.539
1.512
1.460
1.399
1.391
1.381
1.378
1.371
1.227
1.215
1.138
1.086
1.072
1.013
996
il sottosegretario
tt
t i allo
ll sviluppo
il
economico, Simona Vicari.
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PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Lunedì 21 Dicembre 2015
Lu
15
Lo stanziamento complessivo di due bandi Mise per valorizzare la proprietà intellettuale
DI
Pagina a cura
BRUNO PAGAMICI
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V
alorizzare i titoli della
proprietà industriale
nonché la capacità innovativa e competitiva
delle imprese. È l’obiettivo dei
bandi promossi dal Ministero
dello sviluppo economico per la
registrazione dei marchi e per
la valorizzazione di disegni e
modelli. Con uno stanziamento complessivo di risorse pari
a 7,5 milioni di euro, il Mise
concede contributi a fondo perduto fino al 90% della spesa
sostenuta.
Il bando Marchi+2. Il
Mise, attraverso la direzione
generale per la lotta alla contraffazione, Ufficio italiano
brevetti e marchi, nell’adempimento dei suoi compiti e nel
perseguimento delle proprie finalità istituzionali inerenti la
diffusione della cultura brevettuale e la lotta alla contraffazione, prevede la realizzazione
di azioni finalizzate a supportare le imprese, in particolare
le pmi e le micro imprese, per
la valorizzazione dei titoli della proprietà industriale anche
all’estero. A tal fine il ministero
concede agevolazioni per favorire la registrazione di marchi
comunitari e internazionali,
per sostenere la capacità innovativa e competitiva delle
imprese. Le risorse stanziate
ammontano a 2.800.000 euro.
Sono ammissibili alle agevolazioni le imprese che, alla
data di presentazione della
domanda di agevolazione:
a) abbiano una dimensione di
micro, piccola o media impresa;
b) abbiano sede legale e operativa in Italia;
c) siano regolarmente costituite e iscritte nel registro delle
imprese;
d) non siano in stato di liquidazione o scioglimento e non
essere sottoposte a procedure concorsuali;
e) non abbiano nei propri confronti cause di divieto, di decadenza o di sospensione di
cui all’art. 67 della vigente
normativa antimafia.
L’agevolazione è concessa
fino all’80% (90% per Usa o
Cina) delle spese ammissibili
sostenute e nel rispetto degli
importi massimi previsti per
ciascuna tipologia di servizio
(si veda la tabella).
L’importo massimo delle
agevolazioni è:
1) per la misura A - Agevolazioni per favorire la registrazione di marchi comunitari presso Uami (Ufficio per
l’Armonizzazione nel Mercato
Interno): pari a 6 mila euro per
ciascuna domanda di marchio
depositata presso l’Uami;
2) per la misura B - Agevolazioni per favorire la registrazione di marchi internazionali
presso Ompi (Organizzazione
Mondiale per la Proprietà Intellettuale):
- pari a 6 mila euro per designazione di un Paese e pari a
7 mila per designazione di due
o più Paesi;
- pari a 7 mila euro per desi-
Marchi e disegni,
7,5 mln sul piatto
I contributi per la registrazione dei marchi
Tipologia di servizio
Importo massimo agevolazioni
Progettazione del nuovo marchio
Elemento verbale
€ 500 (€550 per Usa e Cina)
Progettazione elemento graico
marchio logotipo
€ 1.500 (€ 1.650 per Usa e Cina)
Assistenza per il deposito
Assistenza per il deposito del marchio
€ 300 (€ 350 per Usa e Cina)
Ricerche di anteriorità
Ricerca di anteriorità tra i marchi
italiani, comunitari e internazionali
estesi all’Italia
€ 550 (€ 630 per Usa e Cina)
Ricerca di anteriorità Ue (28 Paesi)
€ 1.000 (€ 1.200 per Usa e Cina)
Ricerca di anteriorità per ciascun
Paese non Ue
€ 800 (€ 900 per Usa e Cina)
Assistenza legale per azioni di tutela del marchio
Assistenza legale per azioni di tutela
del marchio in caso di opposizione/
riiuto/rilievi seguenti al deposito della
domanda di registrazione
€ 2.200 (€ 2.500 per Usa e Cina)
D’obbligo compilare il form
Per entrambi i bandi, la compilazione del
form è obbligatoria e consente l’attribuzione del numero di protocollo da riportare necessariamente nella domanda. La
domanda di agevolazione entro cinque
giorni dalla data del protocollo assegnato mediante compilazione del form online
dovrà essere inviata esclusivamente via
Pec al seguente indirizzo: marchipiu2@
legalmail.it e, nel caso di disegni, [email protected]. I 5 giorni dalla data
di assegnazione del protocollo on line
per l’invio della domanda di agevolazione vanno calcolati a partire dal giorno
successivo a quello di assegnazione del
protocollo. Si assume quale data di presentazione la data di ricezione, a mezzo
Pec, della domanda di agevolazione.
La domanda e i relativi allegati devono
essere inviati in formato Pdf unicamente
dall’indirizzo Pec dell’impresa richiedente
o dall’indirizzo Pec di un suo procuratore
speciale. Nell’oggetto della Pec si deve
riportare la seguente dicitura: «Nome
dell’impresa richiedente l’agevolazione
gnazione Usa o Cina e pari a 8
mila per designazione Usa e/o
Cina e altri Paesi;
- pari a 2 mila euro per domanda di designazione successiva di un solo Paese depositata presso l’Ompi;
- pari a 3 mila euro per domande di designazione successive di due o più Paesi depositate presso l’Ompi.
L’agevolazione può essere
concessa fino al valore massimo di 20 mila euro per impresa.
Ai fini dell’ammissibilità
e il numero di protocollo online».
Le risorse saranno assegnate con procedura valutativa a sportello secondo
l’ordine cronologico di assegnazione del
protocollo al momento della compilazione del form online e sino a esaurimento
delle risorse stesse. L’istruttoria delle
domande si conclude entro 90 giorni
dalla data di assegnazione del protocollo attribuito mediante compilazione del
form online.
- Domande. Per il bando Marchi+2, le domande di agevolazione potranno essere
presentate a partire dalle ore 9.00 del
1° febbraio 2016 (60° giorno successivo
alla data di pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale n. 282 del 3 dicembre 2015 del
comunicato relativo al bando), mentre il
bando Disegni +3 si aprirà alle ore 9.00
del 2 marzo 2016 (90° giorno successivo
alla pubblicazione del comunicato relativo al bando, anch’essa avvenuta nella
Gazzetta Ufficiale n. 282 del 3 dicembre
2015).
tutte le spese (comprese le
tasse sostenute presso Uibm/
Uami/Ompi) devono essere
sostenute a decorrere dal 1°
febbraio 2015 e comunque in
data antecedente la presentazione della domanda di agevolazione.
Il bando «Disegni+3». Il
bando Disegni+3 mira a sostenere la capacità innovativa e
competitiva delle pmi attraverso la valorizzazione e lo sfruttamento economico dei disegni/
modelli sui mercati nazionale
e internazionale, mediante la
concessione di agevolazioni di
natura finanziaria alle imprese
beneficiarie (che dovranno essere in possesso dei medesimi
requisiti della imprese che partecipano al bando Marchi+2).
Nell’ambito della diffusione della cultura brevettuale
e della lotta alla contraffazione, il Mise promuove l’utilizzo dei diritti di proprietà
industriale in quanto strumento privilegiato per valorizzare e sostenere la capacità innovativa e competitiva
delle imprese.
Le risorse disponibili ammontano complessivamente
a 4.700.000 euro, e le agevolazioni sono concesse nella forma
di contributo in conto capitale
nella misura massima pari
all’80% delle spese ammissibili.
Le agevolazioni sono finalizzate all’acquisto di servizi specialistici esterni per favorire:
1) la messa in produzione di
nuovi prodotti correlati a un disegno/modello registrato (fase
1, produzione). Sono ammissibili le spese sostenute per:
- ricerca sull’utilizzo dei nuovi materiali;
- realizzazione di prototipi e
stampi;
consulenza tecnica
relativa alla catena produttiva;
- consulenza legale relativa
alla catena produttiva;
- consulenza specializzata
nell’approccio al mercato (strategia, marketing, vendita, comunicazione).
L’importo massimo dell’agevolazione, per la fase 1, è pari
a 65 mila euro;
2) la commercializzazione di
un disegno/modello registrato
(fase 2, commercializzazione).
Sono ammissibili le spese sostenute per:
- consulenza specializzata
nella valutazione tecnico-economica del disegno/modello e
per l’analisi di mercato, ai fini
della cessione o della licenza
del titolo di proprietà industriale;
- consulenza legale per la
stesura di accordi di cessione
della titolarità o della licenza
del titolo di proprietà industriale;
- consulenza legale per la
stesura di eventuali accordi di
segretezza.
L’importo massimo dell’agevolazione, per la fase 2, è di
v
euro 15 mila.
Per accedere alle agevolazioni è possibile prevedere,
per lo stesso disegno/modello
p
rregistrato, una sola fase o enttrambe.
Le imprese interessate possono presentare più richieste
di agevolazione aventi a oggettto, ognuna di esse, un diverso
disegno/modello registrato
(singolo o multiplo) fino al
rraggiungimento dell’importo
massimo per impresa di euro
m
120 mila.
Saranno riconosciute ammissibili le spese per l’acquisizione
dei servizi specialistici esterni
sostenute successivamente
alla data di registrazione del
disegno/modello e in ogni caso
non antecedenti alla data di
n
pubblicazione nella Gazzetta
p
Ufficiale del comunicato relativo al bando (avvenuta il 3
dicembre 2015).
Le imprese a cui è stata già
concessa un’agevolazione sul
bando «Disegni+» (avvisi Guri
n. 179 del 3 agosto 2011 e
Guri n. 129 del 4 giugno 2013)
e «Disegni+2» (avviso Guri n.
183 del 8 agosto 2014) possono
presentare domanda di agevolazione purché avente a oggetto un diverso disegno/modello
registrato.
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16
Lunedì 21 Dicembre 2015
IMPRESA
Per non lasciarsi sfuggire un business miliardario serve un coordinamento normativo
Finanza islamica, Italia al palo
Tra i nodi, il trattamento fiscale dei tassi d’interesse
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DI
Pagina a cura
GIOVAMBATTISTA
PALUMBO
I pilastri della finanza islamica
C
irca 5,5 miliardi
dal contratto musharaka, detto
• Tra i principali prodotti della inandi euro di depositi
equity participation contract, che
za islamica ci sono i sukuk, che,
bancari (5,8 miè una vera e propria partnership
per assolvere la loro funzione
liardi di dollari) e
un fatturato di poco più di
tra banca e imprenditore, preveprimaria di generare liquidità a
200 milioni di euro (218,6
dendo un diritto di voto da parte
breve, in conformità con i princimilioni di dollari). A tandella banca o società inanziaria,
pi
del
diritto
islamico,
non
sono
to ammonta il potenziale
una partecipazione alla gestione
assimilabili a titoli di credito/
della finanza islamica, che
cresce del 15-20% all’anno.
dell’affare e la compartecipaziodebito, dovendo invece tendere
Un piatto troppo ricco per
ne agli utili e alle perdite
a materializzarsi e a incorporalasciarselo sfuggire. Ma per
re una porzione di un diritto su
evitare questo occorre che
• Sul fronte della compatibilità
l’Italia non si faccia coglieun bene materiale sottostante
delle attività islamiche con
re del tutto impreparata e si
(underlying asset). I sukuk sono
l’attuale sistema di regolamenattrezzi a livello normativo.
quindi
simili,
in
sostanza,
alle
obIn tale scenario sono semtazione bancario italiano, la
bligazioni tradizionali garantite da
pre di più le iniziative imseconda direttiva Ue sul settore
prenditoriali italiane orienattività, ma invece di basarsi su
bancario, grazie al principio del
tate a tale tipo di mercato,
un
tasso
di
interesse,
il
ricavo
per
come anche dimostrato dal
mutuo riconoscimento sembra
gli investitori deriva dall’afitto,
fatto che Simest, società a
facilitare l’apertura di istituti di
o vendita di attività tangibili che
partecipazione pubblica che
inanza islamica sul territorio
assiste le imprese italiane
valgono da sottostante, in primis
italiano. E l’utilizzo del passaall’estero, sta lavorando a
beni immobili
un «Fondo Mediterraneo
porto bancario, che permette a
di Partnership», parte del
un ente bancario autorizzato in
• Nel contratto di mudaraba, detto
quale sarebbe conforme agli
un paese europeo di offrire proanche trust inance contract, la
strumenti di finanza islamica. Verso questo modello di
dotti in tutta l’Unione Europea
banca inanzia un progetto a un
finanza in Italia prevalgosenza la necessità di disporre
imprenditore e partecipa, per una
no, appunto, ancora diversi
di autorizzazione separata, sempercentuale contrattualmente
problemi di coordinamento
bra un’altra valida alternativa in
stabilita, ai proitti e alle perdite.
normativo, sia bancario che
fiscale. Le banche islamiche
termini operativi
Una variante è rappresentata poi
offrono, infatti, strumenti
finanziari che rispondono
a due criteri fondamentali:
della
gli
l’impresa non deve svolgere agli
li utili
tili all posto
t d
ll ga- to)
t ) arricchimento
i hi
t sull pre- a mutuo,
t
li iinteressi,
t
i salvo
l
un’attività contraria alle re- ranzia sul valore nominale stito finanziario, quindi, prova contraria, si presumodel
gole religiose
d deposito anche il mutuo diventa un no percepiti alle scadenze e
attraverso
i contratto gratuito e il mu- nella misura pattuite per
e, n e l c a s o
a
Per
quanto
riguarda
tassi
di in- tuatario dovrà restituire il iscritto; se le scadenze non
di imprese
ta
le modalità di
solo capitale prestato senza sono stabilite per iscritto,
teresse.
che ricorrate
L a G r a n interessi.
gli interessi si presumono
no all’indeerogazione del
La remunerazione del percepiti nell’ammontare
Bretagna
è
bitamento
B
credito, i contratti
inoltre
nor- prestito potrà semmai es- maturato nel periodo d’imsui mercati
in
islamici di
sere legata ai benefici che posta e se la misura non è
mativamenfinanziari
m
fi
nanziamento
sono
te interve- il mutuatario ricava dal- determinata per iscritto gli
convenzioPls (profi t
n u t a p e r la somma e ai costi che il interessi si computano al
nali, queste
and loss sharing),
eliminare
i mutuante effettivamen- saggio legale.
devono riene
problemi
di te sopporta. Ma laddove
Per tali motivi la Gran
trare entro
p
basati cioè sulla
questo fosse effettuato in Bretagna, come detto, seimposizione
determinati
im
logica della
fiscale
legati Italia quale dovrebbe es- guendo il principio «no obcoefficienti di
fi
condivisione
a tale impo- sere il trattamento fiscale stacles, no special favors»,
performance,
del rischio e sulla
stazione.
La dell’applicazione dei tassi ha emendato il proprio sial fine di non
st
compartecipazione
discrasia
tra d’interesse (o meglio della stema fiscale e ha stabilito
dover ricord
nei profi tti
i l s i s t e m a mancata applicazione dei standard specifici di coperrere a un ecdella
finan- tassi di interesse)?
ture del capitale e di gestiocessivo ricord
e nelle perdite
za
so al prestito
La maggiorazione di cor- ne del rischio.
z islamica
e quello occi- rispettivo che, in un’operaAlla luce dell’esperiena interesse.
siste- zione di mutuo «islamico», za del Regno Unito e delle
Per quanto riguarda
uarda poi le dentale e tra i relativi
re
modalità di erogazione del mi giuridici potrebbe infatti viene pagata dal cliente alla caratteristiche dei prodotti
credito, i contratti islamici comportare, anche in Italia, banca sul prezzo di riac- islamici, si comprende quindi finanziamento sono Pls conseguenze fiscali in grado quisto potrebbe comporta- di facilmente come lo svi(profit and loss sharing), di impedire o comunque ral- re una riqualificazione del luppo della finanza islamica
basati cioè sulla logica del- lentare l’apporto di capitali mark up come interesse, sia fortemente condizionato
la condivisione del rischio e legati alla finanza islamica. con importanti conseguenze dalla predisposizione di un
sulla compartecipazione nei Nella finanza islamica as- fiscali sia per i clienti che quadro normativo favoreprofitti e nelle perdite. In- sume, per esempio, un ruo- per le banche (basti pensare vole, sia in termini fiscali
somma un sistema in velo- lo fondamentale il divieto alla deducibilità degli inte- (imposta di registro, deduce evoluzione, su cui l’Italia di Ribà, corrispondente al ressi ai fini delle imposte cibilità fiscale degli oneri
rischia di restare indietro. nostro «interesse».
sui redditi per il cliente e finanziari, Iva) che regolaL’interesse su finanzia- alla diversa qualificazione mentari (recepimento dei
In Gran Bretagna, del reprodotti islamici nella defisto, già a più di venti isti- mento, dovuto a prescindere ai fini Irap per la banca).
tuti sono state concesse le dai risultati economici deAnche la Corte di cassa- nizione e regolamentazione
islamic windows (in pratica rivanti dall’impiego del de- zione, dal canto suo, ha af- dell’attività bancaria). In
uffici e sportelli ad hoc), con naro prestato, viene infatti fermato che i finanziamenti tal senso, sempre tornando
possibilità di creare conti visto come un ingiustificato si presumono sempre frutti- all’esempio della Gran Brecorrenti speciali, che utiliz- arricchimento. Nell’ottica feri di interessi. Ai fini fisca- tagna, i primi interventi per
zano la compartecipazione del divieto di (ingiustifica- li, infatti, per i capitali dati garantire una tassazione
neutrale ai diversi sistemi
finanziari si sono avuti con
il «Finance Act» del 2003 e
le successive modifiche del
2005. È stata, infatti, prima
introdotta l’abolizione della
doppia imposta di registro
nelle transazioni immobiliari assimilabili al contratto Murabaha e poi creata la
nozione di reddito finanziario alternativo, alla quale si
è riconosciuta la medesima
deducibilità fiscale degli
interessi passivi. Senza
mai citare nomi di strutture contrattuali islamiche, il
legislatore inglese ha quindi definito delle nozioni generiche, specificando però
precise condizioni entro le
quali è stato possibile far
rientrare i principali contratti islamici. In materia di
tutela dei depositi, invece, il
problema è stato superato
con l’inclusione, nella legislazione inglese, di alcune
specifiche clausole nel contratto di deposito. Durante
la fase iniziale si potrebbe
del resto sondare le potenzialità del mercato attraverso le islamic windows. Le
finestre islamiche, infatti,
permettono di soddisfare i
bisogni base della clientela di una società islamica,
offrendo principalmente
depositi e strumenti tradefinance per piccole e medie
imprese. Una legge quadro
per recuperare il ritardo italiano sulla finanza islamica
sarebbe del resto importante anche secondo l’Abi.
Come, infatti, già evidenziato dal vicepresidente
dell’associazione bancaria
in un convegno tempo fa
organizzato sul tema, «è
importante non restare indietro e modificare il nostro
impianto normativo, civilistico e fiscale, per favorire
lo sviluppo della finanza
islamica in Italia, aprendo
la strada a nuove opportunità». Insomma ci potrebbero essere ormai, anche in
Italia, tutti i presupposti
per regolamentare lo sviluppo di tale tipo di finanza anche in sede normativa,
con un progetto organico e
completo. Anche perché una
specifica regolamentazione
assicurerebbe, al contempo,
l’inclusione di tale sistema
nell’ambito dei controlli
bancari e antiriciclaggio di
cui alla normativa italiana e
comunitaria e impedirebbe
altresì che tali capitali possano prendere strade invece non tracciabili, come, per
esempio, quella dell’hawala,
canale informale di intermediazione e trasferimento
finanziario non registrato,
basato su sistemi di codici
e compensazioni, che sfugge
a ogni statistica, contabilizzazione e controllo.
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IMPRESA
Lunedì 21 Dicembre 2015
17
Outlook Abi-Cerved sui nuovi crediti deteriorati per settore, dimensione d’impresa e area
Sofferenze italiane meno gravi
Migliorano le prospettive 2016. Ancora male il bancario
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DI
Pagina a cura
GLORIA GRIGOLON
Sofferenze lorde sistema bancario italiano
S
empre meno sofferenze per l’economia italiana. Ma le difficoltà
del settore bancario
legate ai crediti inesigibili
continueranno a pesare anche
nel 2016. Il grosso del problema delle sofferenze bancarie
resta l’ammontare totale delle
attività deteriorate accumulate nel tempo (specie a seguito
della crisi finanziaria europea
iniziata nel 2009), che hanno
creato masse «cattive» difficili
da liquidare o cedere a terzi.
È questo il quadro formulato
da Abi, Associazione bancaria
italiana, assieme con Cerved,
information provider italiano,
che hanno studiato l’evoluzione e delineato l’andamento delle attività deteriorate per ogni
differente settore, dimensione
d’impresa e area economica.
Banche. Nel corso del 2015
lo stock di sofferenze lorde accumulate dal comparto bancario italiano è nuovamente
incrementato, sebbene a ritmi
inferiori rispetto allo scorso
anno. Il miglioramento parziale della congiuntura economica italiana non è stato, a
proposito, sufficiente a ridurre
l’ammontare di attività inesigibili per le banche, portando
il peso delle sofferenze a una
cifra record pari a 200 miliardi di euro, superiore alla soglia
del 10% del totale dei crediti
verso la clientela. Detto in altri
termini, ogni 10 clienti, ce n’è
uno che non ripaga il proprio
debito, e le conseguenze di tale
comportamento si riversano
sull’intero settore creditizio;
questo, non offrendo nuove
risorse al mercato, limita la
possibilità di offrire un nuovo
input e nuove risorse da impiegare nella ripresa economica.
In termini di composizione,
oltre il 70% dello stock delle
sofferenze bancarie (143,4
miliardi di euro) è originato
da prestiti concessi a società
non finanziarie. Qualora non
aumentasse in modo significativo la capacità del sistema
bancario di liberarsi dei crediti
deteriorati in portafoglio, evidenzia Cerved, difficilmente
il flusso di sofferenze si arresterà nel corso dei prossimi
mesi. Nel trovare un rimedio
al problema, nell’estate 2015
è stato approvato un pacchetto di misure (legge 132/2015)
volte a favorire una più rapida dismissione delle sofferenze
nei bilanci bancari, nonché la
possibilità di costituire una
bad bank in cui far confluire
tutte le attività deteriorate; opzione, questa, ancora al vaglio
del governo.
Sofferenze italiane. Il
quadro macroeconomico italiano evidenzia che il tasso di
ingresso dei crediti in sofferenza è previsto in calo nel 2015 e
Previsione sofferenze per macrosettore
Previsione sofferenze per dimensione d’impresa
Previsione sofferenze per area geografica
a continuare fino al 2017. Nel
corrente anno si è registrato
un miglioramento generalizzato della solvibilità dei soggetti debitori, fatta eccezione
per il settore delle costruzioni,
per cui Cerved prevede un calo
delle sofferenze a partire dal
2016.
Settori. Nello specifico, l’ammontare totale degli ingressi in
sofferenza per il settore edile
ha raggiunto nel 2015 il 5,9%
del totale dei crediti concessi,
percentuale che si ridurrà, da
previsioni Abi-Cerved, al 5%
nel 2016 e al 4,1% nel 2017. In
fascia intermedia il comparto
industriale e quello dei servizi, quest’anno entrambi con
un totale di crediti deteriorati
prossimi al 3%, che tenderanno
a ridursi attorno al 2,5% e 2%
nel biennio a venire. Infine, il
settore più virtuoso, quello
dell’agricoltura, con un livello
di nuove sofferenze che, dall’attuale 2,4% raggiungerà l’1,7%
nel 2017.
Dimensione. Svolgendo la
medesima analisi sulle imprese suddivise per dimensione, le
micro imprese risultano essere quelle a maggior problematicità, con un ammontare
di nuove sofferenze nel 2015
pari al 3,8%. Livello che, anche in tal caso, secondo dati
Cerved, calerà entro il 2017 al
2,5%. Il minor numero di problemi lo hanno invece creato i
crediti stipulati dalle grandi
imprese, che, forti di maggiori
economie di scala e maggior
eco
capacità di reperire fondi sul
cap
mercato (diversificando non
me
solo l’investimento, ma anche
sol
il finanziamento) hanno raggiunto un ammontare totale
di non performing loans pari
all’1,7%, che si avvicinerà entro la fine del prossimo biennio allo 0,8%. Il settore delle
costruzioni, come detto, è tra i
pochi che non rispetta la regola di «maggior rischio associato
alle maggiori dimensioni». C’è
un però: il verificarsi della crisi
economica ha invertito l’ordine
dei fattori, facendo impennare
i tassi di ingresso in sofferenza
delle grandi imprese (che hanno somatizzato il brusco calo
di produzione e realizzazione
del profitto) più di quanto non
abbia impattato sulle piccole.
Area. Dal punto di vista
territoriale, i modelli AbiCerved hanno individuato un
miglioramento diffuso in tutte le aree del paese, con dati
particolamrente positivi per
le società del nord-ovest e del
Mezzogiorno, che rimangono
tuttavia tra le più rischiose. Le
previsioni riguardo l’ingresso
dei crediti in sofferenza si attestano a livelli più elevati nel
sud Italia e nelle Isole (al 5%
nel 2015), calando man mano
che si risale al centro (con un
livello di nuove sofferenze al
4%), al nord est (3,1%) e al
nord ovest (2,8%).
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18
Lunedì 21 Dicembre 2015
IMPRESA
I chiarimenti degli esperti Invitalia sulle agevolazioni rivolte a giovani e under 35
Tasso zero aperto agli stranieri
Estensione agli extracomunitari. Via libera dopo colloqui
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DI
Pagina a cura
CINZIA DE STEFANIS
A
lle nuove agevolazioni imprese a tasso zero (con dote da
50 milioni di euro)
potranno accedere dal 13
gennaio 2016 anche cittadini extracomunitari. Questi ultimi dovranno essere
regolarmente residenti in
Italia e in possesso, al momento della presentazione
della domanda, dei requisiti di legge (età e sesso) e di
un permesso di soggiorno in
corso di validità per almeno
12 mesi, rilasciato per motivi di lavoro autonomo (cioè
per un’attività industriale,
professionale, artigianale o
commerciale, per costituire
società di capitali o di persone o per accedere a cariche
societarie) o per formazione
professionale da convertire
successivamente (per poter
stipulare il contratto di fi nanziamento) in permesso
di soggiorno per motivi di
lavoro autonomo, presentando una domanda online
allo sportello unico per l’immigrazione della prefettura
competente (entro il termine
indicato dal decreto flussi).
Queste alcune delle risposte formulate dagli esperti
di Invitalia in merito alle
agevolazioni «nuove imprese
a tasso zero». Gli incentivi
saranno rivolti alle imprese
composte in prevalenza da
giovani tra i 18 e i 35 anni
o da donne. Le imprese dovranno essere costituite
in forma di società da non
più di 12 mesi rispetto alla
data di presentazione della
domanda. Anche le persone
fisiche potranno richiedere i
finanziamenti, a condizione
che costituiscano la società
entro 45 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni.
Valutazione delle domande. La valutazione prevede la verifica dei requisiti
formali e un esame di merito.
La prima consiste nell’accertare il possesso, alla data di
presentazione della domanda, dei requisiti di legge sia
da parte dei proponenti che
dell’iniziativa imprenditoriale, mentre la valutazione di merito comprende un
colloquio obbligatorio con gli
esperti di Invitalia per approfondire tutti gli aspetti
descritti nel piano d’impresa. L’esito della valutazione
viene comunicato tramite
posta elettronica certificata
entro 60 giorni dalla data di
presentazione della domanda o di completamento della
stessa, fatti salvi i maggiori
termini previsti nei casi di
comunicazione dei motivi
ostativi. I criteri su cui si
basa la valutazione di merito sono l’adeguatezza e la
coerenza delle competenze
dei soci rispetto all’attività
prevista dal piano di impresa e ai ruoli di responsabilità che saranno ricoperti,
la capacità dell’iniziativa
di presidiare gli aspetti
del processo tecnico-produttivo e organizzativo,
l’introduzione di soluzioni
innovative sotto il profilo
organizzativo, produttivo o
commerciale, le potenzialità del mercato di riferimento, vantaggio competitivo
dell’iniziativa e relative
strategie di marketing e la
sostenibilità economica e finanziaria dell’iniziativa.
La comunicazione dei
motivi ostativi all’accoglimento della domanda viene inviata da Invitalia se la
documentazione presentata
non rispetta i requisiti formali e/o uno o più criteri di
valutazione. La comunicazione descrive le carenze e/o
le criticità rilevate nell’iter
di valutazione.
Il proponente può rispondere entro dieci giorni
con delle controdeduzioni
scritte, che comportano un
supplemento di istruttoria.
Se le informazioni fornite
consentono di superare le
carenze/criticità, Invitalia
adotta la delibera di ammissione.
In caso contrario, Invitalia adotta la delibera di non
ammissione alle agevolazioni, dandone comunicazione
al beneficiario entro dieci giorni dall’adozione del
provvedimento.
L’agevolazione in sintesi
Finalità
Soggetti
interessati
Gestore
misura
Settori
Spese
ammissibili
Tipologia
agevolazioni
Presentazione
domande
Sostegno allo start-up di micro e piccole imprese a prevalente
partecipazione giovanile e/o femminile
Imprese costituite in forma societaria da non più di 12 mesi,
comprese le cooperative, la cui compagine societaria sia
composta, per oltre la metà dei soci e delle rispettive quote
di partecipazione, da giovani di età compresa tra i 18 ed i
35 anni e/o da donne. Le società costituende, formate da
sole persone isiche, purché provvedano alla loro costituzione entro i 45 gg dalla comunicazione del provvedimento
di ammissione
Invitalia valuta le richieste, concede i inanziamenti e monitora la realizzazione dei progetti d’impresa.
• Produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli;
• fornitura di servizi alle imprese e alle persone e commercio di beni e servizi;
• attività della iliera turistico-culturale, inalizzate alla
valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale,
ambientale e paesaggistico, nonché al miglioramento
dei servizi per la ricettività e l’accoglienza;
• servizi per l’innovazione sociale
• Suolo aziendale;
• fabbricati e opere murarie, comprese le ristrutturazioni;
• macchinari, impianti e attrezzature; programmi e servizi
informatici;
• brevetti, licenze e marchi;
• formazione specialistica dei soci e dei dipendenti;
• consulenze specialistiche, studi di fattibilità economicoinanziari, progettazione e direzione lavori, impatto
ambientali
Mutuo agevolato a tasso zero, a copertura massima del 75%
dell’investimento ammesso:
• restituzione in 8 anni a decorrere dall’erogazione dell’ultima quota a saldo del inanziamento concesso;
• rate semestrali costanti posticipate, scadenti il 31 maggio e il 30 novembre di ogni anno;
Il inanziamento agevolato è assistito dalle garanzie previste
dal codice civile acquisibili nell’ambito degli investimenti
da realizzare, per un valore non superiore all’importo del
inanziamento concesso. Apporto da parte dei soci di mezzi
propri ovvero inanziamento esterno non agevolato pari ad
almeno il 25% dell’investimento ammesso
• Non ci sono graduatorie, né click-day;
• le domande vengono esaminate in base all’ordine cronologico di presentazione;
• dopo la veriica formale, è prevista una valutazione di
merito che comprende anche un colloquio con gli esperti
di Invitalia
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L’esito negativo delle verifiche porta al ricalcolo del bonus
Se la domanda è presentata da società costituita, è necessario presentare entro 20 giorni dalla ricezione della comunicazione (salvo
maggior termine concesso da Invitalia) la documentazione per la
verifica tecnica sulla funzionalità
del programma di investimento e
sulla pertinenza e congruità delle
spese e la stipula del contratto di
finanziamento agevolato.
Se la domanda è presentata da
persona fisica per conto di società
costituenda, entro 45 giorni dalla
ricezione della comunicazione, è
necessario costituire la società
e inviare la relativa documentazione (atto costitutivo, statuto,
dichiarazione sostitutiva di notorietà relativamente al possesso
dei requisiti previsti dalla norma,
dichiarazione sostitutiva di notorietà, per finanziamenti concessi
di importo uguale o superiore a
150 mila euro, attestante i dati
necessari per le verifi che previ-
ste dalla normativa antimafia). Se
la valutazione della domanda ha
esito positivo viene eseguita una
ulteriore verifica tecnica.
La verifica tecnica esamina la funzionalità del programma di investimento rispetto agli obiettivi
del progetto d’impresa, la pertinenza e la congruità delle spese
previste, anche in termini di corretto dimensionamento rispetto
agli obiettivi di produzione e di
vendita. Le voci di spesa per le
quali questa verifica non risulta positiva vengono ridotte, con
conseguente ricalcolo dell’agevolazione.
Le agevolazioni vengono erogate
dietro presentazione di stati di
avanzamento lavori, a fronte di titoli di spesa quietanzati. È possibile presentare un massimo di tre
stati di avanzamento lavori, di cui
il primo non inferiore al 25% delle
spese ammesse e l’ultimo non inferiore al 10% delle stesse.
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Lunedì 21 Dicembre 20
2015
AMBIENTE
19
Maggiori adempimenti e tempistica stretta per le imprese non obbligate al Sistri
Rifiuti, tracciamento a rischio
Nuovo regime registri/formulari dall’1/1 salvo proroghe
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DI
Pagina a cura
VINCENZO DRAGANI
S
alvo le già invocate proroghe dell’ultim’ora, dal 1° gennaio
2016, parallelamente
alla piena operatività del
controllo telematico «Sistri»,
esordirà anche il rinnovato sistema di tracciamento
tradizionale dei rifiuti, che
dovrà essere osservato da
chi, avendone facoltà, non
adotta il sistema telematico.
In base al Dl 192/2014, con
il nuovo anno acquisterà infatti efficacia, insieme all’applicabilità delle sanzioni per
l’omesso tracciamento Sistri
(si veda ItaliaOggi Sette del
7/12/2015) la versione degli
articoli 190 e 193 del dlgs
152/2006 su registri di carico/scarico e formulari di
trasporto, scritta dal dlgs
205/2010.
Il nuovo tracciamento
tradizionale. La logica alla
base del restyling, riconduce sotto registri e formulari
tutto il flusso dei rifiuti non
altrimenti tracciato mediante il Sistri, prevedendo anche
una stretta sui tempi entro
cui dare evidenza nelle storiche scritture ambientali di
alcune attività. In base alla
«dormiente» versione del
rinnovato articolo 190 del
«Codice ambientale», dal 1°
gennaio 2016 saranno infatti esonerati dalla tenuta dei
registri soltanto: Enti e imprese Sistri o che effettuano
esclusivamente attività di
raccolta/trasporto di propri
rifiuti speciali non pericolosi dei quali sono produttori
iniziali; limitatamente ai rifiuti non pericolosi, i centri di
raccolta di rifiuti urbani ex
articolo 183, dlgs 152/2006.
Saranno invece obbligati alla
tenuta se, avendone facoltà,
non aderiscono al Sistri:
Enti/imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi; produttori di rifiuti
pericolosi non inquadrati in
un’organizzazione di Ente/
impresa; Enti/imprese produttori iniziali di speciali
non pericolosi da lavorazioni industriali o artigianali,
potabilizzazione e altri trattamenti delle acque; Enti/
imprese di raccolta/trasporto
rifiuti, preparazione al riutilizzo, recupero/smaltimento,
compresi i nuovi produttori
di rifiuti; operatori del trasporto intermodale di rifiuti
speciali; intermediari e commercianti di rifiuti. L’annotazione delle informazioni
dovrà essere effettuata: per
produzione iniziale di rifiuti,
entro 10 giorni lavorativi, rispettivamente, da produzione e successivo scarico; nella
preparazione rifiuti per riutilizzo, entro 10 gg da presa
in carico e scarico; per altri
Le nuove regole 2016
In generale
Dal 1° gennaio 2016:
1. soggetti obbligati al Sistri (e utilizzatori su base volontaria) sanzionabili per violazione degli oneri di tracciamento ex dlgs 152/2006 e dm
52/2011;
2. soggetti non obbligati al Sistri che non lo adottano volontariamente
obbligati a nuove regole registri e formulario ex articoli 190 e 193, dlgs
152/2006
Tracciamento Sistri
• Soggetti obbligati: quelli ex articolo 188-ter, dlgs 152/2006 e dm
24/4/2014
• Strumenti: schede Area Registro Cronologico e Area Movimentazione ex
dm 52/2011
Tracciamento tradizionale
• Registri di carico e scarico.
1. Non sono obbligati:
- Enti/imprese che aderiscono al Sistri o che effettuano solo raccolta/trasporto di propri riiuti speciali non pericolosi dei quali sono
produttori iniziali;
- limitatamente ai riiuti non pericolosi, centri di raccolta riiuti urbani
ex dlgs 152/2006
2. Sono obbligati (se, avendone facoltà, non aderiscono al Sistri):
- Enti/imprese produttori iniziali di riiuti speciali pericolosi;
- produttori di riiuti pericolosi non inquadrati in Enti/imprese;
- Enti/imprese produttori iniziali di speciali non pericolosi da lavorazioni
industriali o artigianali, potabilizzazione ed altri trattamenti acque;
di raccolta e trasporto riiuti, preparazione al riutilizzo, recupero/
smaltimento, compresi nuovi produttori di riiuti;
- operatori del trasporto intermodale di riiuti speciali;
- intermediari e commercianti di riiuti
• Formulario di trasporto.
Sono obbligati Enti/imprese non aderenti al Sistri che raccolgono e trasportano riiuti
trattamenti, entro 2 gg da
presa in carico e dal termine
delle attività; nell’intermediazione e commercio, entro
2 gg da inizio operazioni e
conclusione. Regimi semplificati sono previsti per alcune
categorie di soggetti, quali:
imprenditori agricoli produttori iniziali di rifiuti pericolosi (che potranno adempiere tramite conservazione
per tre anni di copia del formulario di trasporto, oppure
scheda Sistri o documento di
conferimento a circuito organizzato); produttori di rifiuti
pericolosi diversi da Enti/
imprese (obbligati alla conservazione cronologica delle
copie schede Sistri rilasciate
da trasportatore); centri di
raccolta rifiuti urbani pericolosi (ammessi a effettuare
registrazioni di carico/scarico contestualmente all’uscita dei rifiuti dagli impianti
e in maniera cumulativa
per ciascun codice Cer). In
base alla parallela «nuova»
versione dell’articolo 193 del
dlgs 152/2006, dal 1° gennaio
2016 saranno invece obbligati alla tenuta del formulario
Enti/imprese di raccolta/trasporto rifi uti non aderenti,
avendone facoltà, al Sistri.
Le correlate novità Ue.
La modulistica di riferimento
per registri di carico/scarico
e formulario di trasporto dei
rifiuti resterà quella prevista dai decreti Minambiente
145 e 148 del 1° aprile 1998
(adottati in attuazione dello
storico dlgs 22/1997, c.d. «Decreto Ronchi», e confermati
dal Codice ambientale). Tuttavia, le indicazioni sulle caratteristiche di pericolo dei
rifiuti recate da tali decreti
ministeriali devono intendersi dallo scorso 1° giugno 2015
superate dalla nuova classificazione stabilita dal regolamento Ue n. 1357/2014, dalla
suddetta data direttamente
applicabile sul territorio nazionale senza necessità di recepimento in virtù della sua
natura self executing.
La dichiarazione Mud.
A interessare nel 2016 sia
la categoria degli operatori
soggetti al Sistri, sia quelli
tenuti al tracciamento tradizionale sarà l’appuntamento
con l’annuale scadenza Mud.
Per i soggetti tenuti al tracciamento telematico e al contempo rientranti tra quelli
tenuti (ex dlgs 152/2006, versione «ante dlgs 205/2010», e
provvedimenti connessi) alla
presentazione del «Modello
unico di dichiarazione» ambientale l’obbligo deriva dal
dl 192/2014, laddove si impone loro (nell’ambito del cd.
«regime transitorio Sistri»)
di continuare a effettuare il
tracciamento tradizionale dei
rifiuti (quindi, Mud incluso)
fino al 31 dicembre 2015.
Tracciamento e produttore «giuridico» di rifiuti.
Si ricorda che il dl 78/2015
(convertito in legge 125/2015)
ha riformulato la definizione
di produttore iniziale di rifiuti recata dal dlgs 152/2006,
specificando che debba intendersi tale, oltre al sog-
getto la cui attività produce
materialmente rifiuti, anche
quello cui detta produzione
sia «giuridicamente riferibile». Come emerge anche dagli
atti parlamentari sottesi alla
riforma, tale novella appare
essere volta a dare valenza
normativa agli oneri di vigilanza e controllo cui committenti e appaltanti di lavori
dai quali possono essere generati rifiuti sono tenuti nei
confronti di soggetti affidatari e appaltatori al fine della
gestione dei residui. Tale posizione di garanzia (rilevante
sul piano penale) non appare
però potersi tradurre (stante
anche l’impostazione «monosoggettiva» dei documenti di
tracciamento, come sottolineato da autorevole dottrina) in
una duplicazione di obblighi
procedimentali, per cui la
tenuta delle citate scritture ambientali, tradizionali
quanto telematiche, non potrà di fatto che essere plausibilmente pretesa (anche per
evitare distorsioni statistiche) da uno solo dei due produttori, e concretamente da
quello «materiale», depositario di analitiche informazioni su qualità e quantità dei
rifiuti da lui generati.
L’ipotesi «proroga». L’efficacia del nuovo regime di
tracciamento tradizionale è,
come accennato, legata alla
piena operatività del Sistri
prevista dal 1° gennaio 2016,
operatività che soffre tuttavia di criticità anche per il
cambio in corso del gestore
del Servizio (si veda ItaliaOggi Sette del 7/12/2015).
Già in sede di esame del
ddl «Stabilità» era stato
presentato alla Camera lo
scorso 13 dicembre 2015,
senza però trovare poi accoglimento, un emendamento
volto a rinviare di un anno
l’applicabilità delle sanzioni per l’omesso tracciamento
telematico (ma non di quelle
per omessa iscrizione e pagamento del contributo) con
parallela analoga proroga
per l’incarico dell’attuale
gestore del Sistema. Ciò non
esclude, tuttavia, che un differimento possa arrivare con
il decreto legge «mille proroghe» di fi ne anno. Il tutto mentre appare essere in
corso di predisposizione da
parte del Minambiente un
nuovo decreto su funzionamento del Sistri che sembra
promettere (sostituendosi
all’attuale dm 52/2011), oltre
alla conferma del contributo, anche l’interconnessione
con l’Albo gestori ambientali
e uno snello aggiornamento
delle procedure operative di
utilizzo del sistema tramite
successivi provvedimenti
governativi non regolamentari.
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20
Lunedì 21 Dicembre 2015
A F FA R I I N P I A Z Z A
La strategia per decifrare le dinamiche dei cambi e scegliere gli investimenti migliori
Si riaprono le danze tra valute
Nel breve termine dollaro forte e monete asiatiche deboli
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DI
L
Pagina a cura
LUIGI DELL’OLIO
Il cambio euro-dollaro
a prima stretta sui
tassi negli Stati Uniti
ha riportato un po’ di
tensione sul mercato
valutario, che negli ultimi
anni è stato al centro di una
continua battaglia tra banche centrali. Così, provare a
immaginare come si muoveranno dollaro, euro, sterlina,
yen e yuan, solo per citare le
divise più importanti, può essere utile non solo per prendere le migliori decisioni di
investimento, ma anche per
comprendere come evolvono
gli equilibri geopolitici.
Il dollaro torna forte. Il
cambio tra euro e dollaro nel
corso del 2015 è stato caratterizzato da un progressivo indebolimento della moneta unica
europea, passata da quota 1,25
a gennaio fino all’area 1,051,10 a causa principalmente di
due fattori: il differente ritmo
di crescita tra le due sponde
dell’Atlantico (appena accennato in Europa, ampiamente
sopra il 2% negli Stati Uniti) e l’aspettativa di politiche
monetarie divergenti tra Fed
e la Bce, con la seconda che
ha garantito il proseguimento
almeno fino a marzo del 2017
e la prima che, al contrario,
ha avviato il processo di normalizzazione dei tassi. Alzare
il saggio d’interesse significa
rendere più costoso (e quindi
più complicato) l’accesso ai
prestiti. Così si prospetta una
quantità inferiore di moneta
in circolazione e, di conseguenza, la stessa tende a crescere
di valore.
La crescita resta fragile
Le economie avanzate stanno entrando in una fase di ripresa che si autosostiene, ma per i paesi produttori di
materie prime la situazione è cambiata
in peggio. Sono alcune delle considerazioni elaborate da Nordea (gruppo
con asset in gestione per 273 miliardi
di euro) in un outlook relativo al prossimo anno. L’attività economica dei
Paesi sviluppati si sta gradualmente
riprendendo, spiegano gli analisti, ma
allo stesso tempo la maggior parte dei
mercati emergenti sta recuperando a
un ritmo più lento di quanto atteso
all’inizio dell’anno. Le nuove previ-
i percorsi di politica monetaria
di Fed e Bce. Inoltre, aggiunge
l’esperto, «secondo lo standard
della parità del potere di acProspettive incerte per il quisto, un metodo di valutazio2016. Detto del passato, resta ne per il lungo termine, il dolda capire cosa potrà avveni- laro inizia a sembrare troppo
re nel nuovo anno. Un nuovo caro». Ma ci sono anche altri
rafforzamento della divisa elementi in gioco. «La bilancia
delle partiamericana, inte correnti
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dato per scontato»,
» commenta tre gli Stati Uniti devono afHans Bevers, capo economista frontare, in tale ambito, alcuni
di Petercam Iam. Secondo il ostacoli». Se si guarda ai cicli
quale vi sono diverse ragioni di stretta monetaria avviati
che depongono in favore di un all’inizio del 1994 e a metà del
atteggiamento prudente, a co- 2004, emerge chiaramente che
minciare dal fatto che i prezzi il dollaro si è rafforzato signifigià scontano la divergenza tra cativamente in entrambi i casi,
sioni di Nordea vedono un aumento
del 3,1% del pil globale nell’anno che
sta per concludersi e del 3,5% nel
2016. Tradizionalmente specializzata
sui Paesi nordici, la società di asset
management dedica alcune riflessioni all’area. «I paesi nordici seguono
diversi percorsi di crescita ma, in generale, ci aspettiamo che la regione
cresca del 2% nel 2015, accelerando al
2,2% nel 2016. L’economia svedese in
particolare sta spingendo nella giusta
direzione», afferma Helge J. Pedersen, capo economista Globale di Nordea. La Danimarca sta recuperando
prima del rialzo dei tassi,
tassi ma
si è subito dopo indebolito rispetto alla maggior parte delle
valute dei partner commerciali degli Stati Uniti, rimanendo
al di sotto del livello del primo
rialzo negli anni seguenti.
Dello stesso avviso è Unicredit, che nel suo outlook per
il 2016 si attende un indebolimento dell’euro nel breve
termine, ma con una ripresa
a 1,12 entro la fine del prossimo anno. Di conseguenza, la
curva dei titoli di Stato americani dovrebbe muoversi al rialzo più velocemente di quanto attualmente prezzato dai
mercati, mentre la curva del
Bund sarà temporaneamente
compressa dal Qe2.
Movimenti sulle piazze
asiatiche. Detto delle due monete occidentali più importanti, c’è da fare i conti anche con
quello che avviene in Asia. Nei
giorni scorsi, la Banca centrale cinese ha tagliato il valore
dello yuan ai minimi da oltre
quattro anni contro il dollaro.
In particolare, il fixing è stato
registrato a 6,4358 yuan, con
una svalutazione di circa il 5%
in una settimana. Una mossa
attraverso la quale Pechino
ha voluto rallentare il legame
tra la divisa nazionale e quel-
su larga scala, e la ripresa è guidata
principalmente dalla spesa dei consumatori. «Ci aspettiamo che nel 2016
la ripresa guadagni più slancio dal
momento che anche l’attività legata
agli investimenti comincerà a riprendersi», sottolinea Pedersen. Mentre,
per l’economia finlandese l’attesa è di
un’espansione molto lenta, sintomo
che il Paese ha bisogno di riforme. «I
problemi legati alle esportazioni, la
mancanza di fiducia e una prospettiva di crescita debole significano difficoltà per la domanda interna», è la
conclusione.
la americana nel tentativo di
sostenere la crescita dell’economia. Infatti, una valuta più
debole rende più appetibili le
proprie merci sui mercati internazionali. E in questo modo
si compensa la frenata nel ritmo di sviluppo dei consumi
interni.
La sensazione diffusa tra
gli addetti ai lavori è che nei
prossimi mesi non vi saranno grandi novità su questo
fronte. La svalutazione decisa
dall’istituto centrale guidato
da Zhou Xiaochuan è stata
letta come una sorta di stress
test sulla valuta cinese in vista
dell’atteso rialzo dei tassi di interesse statunitensi. Insomma
si è cercato di capire fino a che
punto è possibile lasciare che
sia il mercato a determinare il
valore dello yuan.
Né dovrebbero esserci grandi scossoni sul fronte dello yen,
specchio da una parte delle difficoltà di crescita del Giappone
e dall’altra della percezione di
questa moneta come asset rifugio nelle fasi di avversione
al rischio.
Impatto incerto sulla
crescita. Nonostante il dinamismo delle banche centrali,
non è detto che l’impatto sulle rispettive economie risulti
considerevole «La Bce conticonsiderevole.
nua a perseguire lo stimolo
monetario, promettendo ai
mercati tutto il possibile, in
un evidente stato di panico
sul rischio di un fallimento
di tali interventi», sottolinea
Maurizio Novelli, gestore Lemanik global strategy fund.
Ma tutto ciò non sembra
bastare: «Il contesto globale
purtroppo non sarà di supporto all’economia Ue nei
mesi a venire e la Bce rischia
di affrontare un futuro peggioramento del ciclo avendo
già utilizzato quasi tutte le
munizioni a sua disposizione», aggiunge l’esperto. «La
Fed si trova, invece, indotta ad alzare i tassi proprio
mentre l’economia mondiale
rallenta e tale rallentamento ha già iniziato a intaccare
anche la crescita Usa. Tuttavia, dopo mesi, anzi anni,
di annunci, riconoscere che
le condizioni non ci sono, sarebbe come ammettere che la
crescita è a rischio e i mercati inizierebbero a dubitare
della credibilità della banca
americana». Per Novelli, il
dollaro sta per terminare il
suo rafforzamento, anche se
non sono escluse nuove tensioni nei mesi a venire.
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Lunedì 21 Dicembre
Dicemb 2015
C O N TA B I L I TÀ
21
Il decreto 139/2015 introduce il nuovo adempimento senza disporre schemi rigidi
Rendiconto obbligatorio,
la redazione bilanci è al buio
Pagine a cura
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DI NORBERTO VILLA
E FRANCO CORNAGGIA
R
endiconto finanziario obbligatorio
ma ancora senza
istruzioni. L’articolo 2423 del codice civile
dopo il decreto legislativo
139/2015 prevede che il
bilancio è costituito dallo stato patrimoniale, dal
conto economico, dalla nota
integrativa e dal rendiconto finanziario. Il rendiconto
finanziario diviene dunque
documento obbligatorio almeno per coloro i quali devono redigere il bilancio in
forma ordinaria (l’obbligo
infatti non è previsto nel
caso del bilancio in forma
semplificata e nemmeno
per le microimprese). Per
lo stesso non è però introdotto uno schema rigido:
l’art. 2425-ter dispone che
dallo stesso devono risultare l’ammontare e la composizione delle disponibilità
liquide, all’inizio e alla fine
dell’esercizio, i flussi finanziari dell’esercizio derivanti
dalla attività operativa, da
quella di investimento, da
quella di finanziamento, ivi
compresi le operazioni con
i soci.
Senza dubbio sarà questo
un adempimento (obbligatorio) da non sottovalutare e che renderà ancora
più conveniente il bilancio
abbreviato (che non prevede tale obbligo) rispetto
all’ordinario. Con riguardo
alla sua prima applicazione
sottolineiamo che i dati necessari per la redazione di
un rendiconto comportano
la necessità che già nel corso dell’anno (generalmente
dal 1° gennaio 2016) siano
monitorati gli elementi che
risulteranno poi decisivi per
la sua costruzione.
Prima delle innovazioni (e
quindi anche per i bilanci al
31/12/2015) la redazione del
rendiconto finanziario non
poteva considerarsi obbligatoria anche se l’Oic raccomandava di redigerlo. Già
in passato prima dell’ultimo
restyling 2014/2015 dei principi contabili l’Oic «sebbene
la mancata presentazione
del rendiconto finanziario
non venga considerata, in
via generale, allo stato attuale, come violazione del
principio della rappresentazione veritiera e corretta
del bilancio, tale mancanza,
tuttavia, in considerazione
della rilevanza delle informazioni di carattere finanziario fornite e della sua
diffusione sia su base nazionale che internazionale
si assume limitata soltanto
Schema di rendiconto finanziario (ipotesi 1)
Flusso della gestione reddituale determinato con il metodo indiretto
200x+1
200x
A. Flussi inanziari derivanti dalla gestione reddituale (metodo
indiretto)
Utile (perdita) dell’esercizio
Imposte sul reddito
Interessi passivi/(interessi attivi)
(Dividendi)
(Plusvalenze)/minusvalenze derivanti dalla cessione di attività
1. Utile (perdita) dell’esercizio prima d’imposte sul reddito, interessi, dividendi e plus/minusvalenze da cessione
Rettifiche per elementi non monetari che non hanno avuto contropartita nel capitale circolante netto
Accantonamenti ai fondi
Ammortamenti delle immobilizzazioni
Svalutazioni per perdite durevoli di valore
Altre rettiiche per elementi non monetari
2. Flusso inanziario prima delle variazioni del ccn
Variazioni del capitale circolante netto
Decremento/(incremento) delle rimanenze
Decremento/(incremento) dei crediti verso clienti
Incremento/(decremento) dei debiti verso fornitori
Decremento/(incremento) ratei e risconti attivi
Incremento/(decremento) ratei e risconti passivi
Altre variazioni del capitale circolante netto
3. Flusso inanziario dopo le variazioni del ccn
Altre rettifiche
Interessi incassati/(pagati)
(Imposte sul reddito pagate)
Dividendi incassati
(Utilizzo dei fondi)
4. Flusso inanziario dopo le altre rettiiche
Flusso inanziario della gestione reddituale (A)
B. Flussi inanziari derivanti dall’attività d’investimento
Immobilizzazioni materiali
(Investimenti)
Prezzo di realizzo disinvestimenti
Immobilizzazioni immateriali
(Investimenti)
Prezzo di realizzo disinvestimenti
Immobilizzazioni finanziarie
(Investimenti)
Prezzo di realizzo disinvestimenti
Attività finanziarie non immobilizzate
(Investimenti)
Prezzo di realizzo disinvestimenti
Acquisizione o cessione di società controllate o di rami d’azienda
al netto delle disponibilità liquide
Flusso inanziario dell’attività di investimento (B)
C. Flussi inanziari derivanti dall’attività di inanziamento
Mezzi di terzi
Incremento (decremento) debiti a breve verso banche
Accensione inanziamenti
Rimborso inanziamenti
Mezzi propri
Aumento di capitale a pagamento
Cessione (acquisto) di azioni proprie
Dividendi (e acconti su dividendi) pagati
Flusso inanziario dell’attività di inanziamento (C)
Incremento (decremento) delle disponibilità liquide (A ± B ± C)
Disponibilità liquide al 1° gennaio 200X+1
Disponibilità liquide al 31 dicembre 200X+1
alle aziende amministrative
meno dotate, a causa delle
minori dimensioni».
In realtà il codice civile
pur non imponendo fino a
oggi la redazione del rendiconto imponeva l’indicazione obbligatoria di al-
cuni elementi in grado di
permettere al lettore del
bilancio di conoscere l’andamento finanziario della
società. È infatti in tale ottica che deve essere intesa
la previsione secondo cui,
per la maggior parte delle
attività e passività,
passività è necesneces
saria l’indicazione separata
dei valori esigibili (ovvero
pagabili) entro 12 mesi da
di quelli esigibili (o pagabili) oltre i 12 mesi.
Ma è evidente che tali
obblighi, se autonomamen-
te considerati, sono insufficienti a permettere una
lettura delle poste di bilancio secondo il criterio della
liquidità ed esigibilità.
Da qui anche prima della direttiva 34/E vi era la
convinzione dell’utilità del
rendiconto finanziario che
anzi era visto come una
esplicitazione di quanto
richiesto dall’art. 2423 c.c.,
comma 2, il quale prevede
che il bilancio deve essere
redatto con chiarezza e deve
rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione
patrimoniale e finanziaria
della società e il risultato
economico dell’esercizio. E
il rendiconto finanziario è
in grado di fornire informazioni utili per valutare
la situazione finanziaria
della società o del gruppo
(compresa la liquidità e
solvibilità) nell’esercizio di
riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi. Obiettivo è quello di
rendere comparabili «i risultati tra società differenti o nell’ambito della stessa
società in esercizi differenti,
in quanto la determinazione dei flussi finanziari non
presenta particolari incertezze valutative rispetto ad
altre grandezze ricavabili
dallo stato patrimoniale o
dal conto economico».
L’esame dello schema di
stato patrimoniale dettato dall’art. 2424 permette
di concludere che a livello
finanziario lo stesso non
permette di individuare
le diverse poste secondo il
criterio della liquidità ed
esigibilità. Non pare sufficiente a tal fine infatti la
necessità di esposizione per
quasi tutte le poste dell’indicazione separata dei valori esigibili ovvero pagabili
entro 12 mesi e di quelli
oltre 12 mesi.
Ma l’importanza di tali
informazioni risulta invece
con riguardo a due esigenze:
• «l’utilità del lettore del
bilancio, per il quale l’esposizione in modo organico
delle attività e passività a
breve (o correnti) consente
una migliore comprensione dell’aspetto finanziario
della gestione di impresa
e contribuisce alla rappresentazione chiara, veritiera
e corretta della situazione
finanziaria stessa»;
• la determinazione di
tutte le attività e le passività correnti costituisce il
presupposto della preparazione del rendiconto finanziario, se esso viene preparato in termini di capitale
circolante netto.
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Lunedì 21 Dicembre 2015
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G
razie all’Oic 10 è
già possibile individuare le modalità di
redazione del rendiconto finanziario. Nonostante a oggi siano concesse due
alternative la lettura del
documento consente di districarsi nella redazione del
documento. Il rendiconto è
definitivo come il prospetto
contabile che illustra le variazione, positive o negative,
delle disponibilità liquide
avvenute in un determinato
esercizio (o periodo comunque definito). Il tutto si concentra su due parametri:
• le disponibilità liquide:
sono i depositi bancari e
postali, gli assegni e il denaro e i valori in cassa. Le
stesse comprendono anche
i depositi bancari e postali, gli assegni e il denaro e
i valori in cassa espressi in
valuta estera (il documento
considera nella versione finale non considera più come
tali gli strumenti regolati a
vista utilizzati per soddisfare sbilanci di cassa dovuti a esigenze quotidiane
o comunque di brevissimo
periodo);
• i flussi finanziari: rappresentano un aumento o
una diminuzione dell’ammontare delle disponibilità
liquide.
Nel rendiconto i singoli
flussi finanziari sono presentati distintamente in una
delle seguenti categorie:
A. gestione reddituale;
B. attività di investimento;
C. attività di finanziamento.
Con riguardo ai primi il
documento li definisce come
quelli che derivano dall’acquisizione, produzione e
distribuzione di beni e dalla fornitura di servizi e gli
altri flussi non ricompresi
nell’attività di investimento e di finanziamento e così
li esemplifica:
• incassi dalla vendita di
prodotti e dalla prestazione
di servizi;
• incassi da royalty, commissioni, compensi, rimborsi
assicurativi e altri ricavi;
• pagamenti per l’acquisto di materia prima, semilavorati, merci e altri fattori
produttivi;
• pagamenti per l’acquisizione di servizi;
• pagamenti a, e per conto
di dipendenti;
C O N TA B I L I TÀ
L’Oic 10 può
fungere da guida
Schema di rendiconto finanziario (ipotesi 2)
Flusso della gestione reddituale determinato con il metodo indiretto
200x+1
200x
A. Flussi inanziari derivanti dalla gestione reddituale (metodo diretto)
Incassi da clienti
Altri incassi
(Pagamenti a fornitori per acquisti)
(Pagamenti a fornitori per servizi)
(Pagamenti al personale)
(Altri pagamenti)
(Imposte pagate sul reddito)
Interessi incassati/(pagati)
Dividendi incassati
Flusso inanziario dalla gestione reddituale (A)
B. Flussi inanziari derivanti dall’attività di investimento
Immobilizzazioni materiali
(Investimenti)
Prezzo di realizzo disinvestimenti
Immobilizzazioni immateriali
(Investimenti)
Prezzo di realizzo disinvestimenti
Immobilizzazioni finanziarie
(Investimenti)
Prezzo di realizzo disinvestimenti
Attività finanziarie non immobilizzate
(Investimenti)
Prezzo di realizzo disinvestimenti
Acquisizione o cessione di società controllate o di rami
d’azienda al netto delle disponibilità liquide
Flusso inanziario dall’attività di investimento (B)
C. Flussi inanziari derivanti dall’attività di inanziamento
Mezzi di terzi
Incremento (decremento) debiti a breve verso banche
Accensione inanziamenti
Rimborso inanziamenti
Mezzi propri
Aumento di capitale a pagamento
Cessione (acquisto) di azioni proprie
Dividendi (e acconti su dividendi) pagati
Flusso inanziario dall’attività di inanziamento (C)
Incremento (decremento) delle disponibilità liquide (A ±
B ± C)
Disponibilità liquide al 1° gennaio 200X+1
Disponibilità liquide al 31 dicembre 200X+1
• pagamenti e rimborsi di
imposte;
• pagamenti per oneri fi-
nanziari;
• incassi per proventi finanziari.
Gli oneri finanziari (interessi passivi), i proventi
finanziari (interessi attivi
e dividendi) e le imposte
sono dunque considerate
come flussi reddituali anche se si prevede che siano
«presentate distintamente
all’interno del flusso della
gestione reddituale».
Con riguardo a oneri e
proventi finanziari in un
primo momento si era preferito indicarli distintamente
tra i flussi finanziari della
gestione reddituale per rispondere a finalità più che
di precisione di semplificazione e comparabilità. Per
tale motivo si era preferito superare la precedente
indicazione che consentiva
due alternative in quanto
molto spesso la società non
è in grado di distinguere se
l’indebitamento da cui derivano gli interessi si riferisca al finanziamento di una
specifica attività, in quanto
in genere esso attiene alla
generale attività aziendale.
Nella versione finale però
questa scelta non è stata
confermata.
La determinazione del
flusso finanziario derivante dalla gestione reddituale
è determinato con il metodo indiretto, mediante il
quale l’utile (o la perdita)
dell’esercizio è rettificato
per tenere conto di:
• elementi di natura non
monetaria, ossia poste contabili che non hanno richiesto esborso/incasso di disponibilità liquide e che non
hanno avuto contropartita
nel capitale circolante netto quali per esempio gli ammortamenti di immobilizzazioni o gli accantonamenti
ai fondi rischi e oneri ecc.;
• variazioni del capitale
circolante netto connesse ai
costi o ricavi della gestione
reddituale, quali per esempio variazioni di rimanenze,
variazioni di crediti verso
clienti e di debiti verso fornitori, variazioni di ratei e
risconti attivi/passivi;
• operazioni i cui effetti
sono ricompresi tra i flussi derivanti dall’attività di
investimento e finanziamento, quali per esempio le
plusvalenze o minusvalenze
derivanti dalla cessione di
attività.
Tali rettifiche hanno lo
scopo di trasformare i componenti positivi e negativi
di reddito in incassi e pagamenti (cioè in variazioni i
disponibilità liquide).
Possibile anche il metodo diretto
Anche il metodo diretto è possibile per l’Oic 10. Il principio contabile fornisce infatti due schemi
utilizzabili lasciando aperta l’alternativa di determinare i flussi
reddituali ovvero la parte reddituale del cash flow con il metodo
diretto, presentando i fl ussi fi nanziari positivi e negativi lordi
derivanti dalle attività della gestione reddituale.
Le variazioni del capitale netto circolante devono rettifi care
l’utile o la perdita dell’esercizio
nel modo seguente. Si prendano
come esempio i crediti verso clienti. Il loro incremento è sottratto
dall’utile (perdita) dell’esercizio,
in quanto tale aumento rappresenta il minore ammontare incassato dai clienti rispetto ai ricavi
di competenza dell’esercizio e accreditati al conto economico. Per
converso una diminuzione dei crediti è aggiunta all’utile (perdita)
dell’esercizio in quanto rappresenta il maggior ammontare dei
crediti incassati rispetto ai ricavi
di competenza dell’esercizio e accreditati al conto economico.
Medesimo ragionamento deve effettuarsi con riguardo ai fornitori. L’incremento o il decremento
dei debiti verso fornitori è sommato o sottratto all’utile (perdita) dell’esercizio, in quanto rappresenta una parte di costi della
produzione non ancora pagata (o
una parte di costi della produzione pagata in più rispetto ai costi
di competenza).
L’incremento (decremento) delle rimanenze è invece sottratto
(sommato) all’utile (perdita)
dell’esercizio poiché nel calcolo
dell’utile sono considerati i costi
della produzione, che comprendono oltre agli acquisti anche la
variazione delle rimanenze, mentre per le variazioni di disponibilità liquida hanno rilievo solo
gli acquisti.
L’aumento dei ratei passivi è aggiunto all’utile/perdita dell’esercizio in quanto tale aumento rappresenta il maggior ammontare
delle spese non ancora pagate
tramite liquidità rispetto alle
spese addebitate a conto economico.
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Anno 25 - Numero 302 - €
0,50
Lunedì 21 Dicembre 2015
Sette
CREDITI D’IMPOSTA
e PATENT BOX
Affari
in edicola con
Legali
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IL PRIMO GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELLA GIUSTIZIA
FESTIVITÀ
ONORARI
TAR SICILIA
Negli studi legali
è l’ora dei brindisi
Se il notaio dice sì
non può rinunciare
Contributo unificato
sufficiente una volta
Furlò a pag.
IV
Domanico a pag.
V
De Nardi a pag.
VII
Neppure la legge sulla «Buona Scuola» ha frenato la mole di ricorsi degli insegnanti
Scuola, contenzioso boom
DI
ROBERTO MILIACCA
B
isogna ammetterlo: il governo ci ha provato.
Varando la legge sulla «Buona Scuola» (legge n. 107/2015), l’esecutivo ha promosso un pacchetto di assunzioni a tempo indeterminato per
i precari storici, cercando così di far rientrare
buona parte dei ricorsi che in questi anni erano
stati proposti contro il Miur per chiedere la stabilizzazione delle cattedre. Un provvedimento che
doveva servire anche a limitare i danni prodotti
dalla condanna della Corte di giustizia europea
che ha bocciato il meccanismo di continuo rinnovo dei contratti a tempo determinato per gli
insegnanti delle scuole italiane. Eppure, neppure questa legge è servita a frenare la nascita di
nuovo contenzioso nei confronti dello stato. Che,
anzi, su più fronti, continua ad aumentare. Da
ultimo, per fare un esempio, c’è quello alimentato dai sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola,
Snals-Confsal e Gilda-Unams, che hanno fatto
ricorso al Tar Lazio chiedendo di rimettere alla
Corte costituzionale la questione di legittimità
della legge 107/2015 nella parte in cui non consente la stabilizzazione dei rapporti di lavoro
per coloro che hanno più di 36 mesi di servizio
presso la scuola statale, in violazione dell’art. 3
e 117 della Costituzione e della Direttiva europea 1999/70/CE come interpretata dalla sentenza
della Corte di giustizia europea. Sull’esclusione
dal piano assunzionale straordinario 2015/16
dei precari con più di 36 mesi di servizio, il Tar
Lazio discuterà il prossimo 19 maggio 2016. Ma
questo è solo uno dei fronti sui quali si trovano
a lavorare gli avvocati che si occupano di diritto
scolastico, che Affari Legali ha sentito questa
settimana. Che spiegano quali debbano essere
le competenze di un professionista che si occupi
di scuola.
CREDITI D’IMPOSTA e PATENT BOX
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t2VBMJTPOPJSJDBWJEFUBTTBCJMJ
t*DPTUJBNNJTTJCJMJBMMBHFWPMB[JPOF
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II
Lunedì 21 Dicembre 2015
STUDI & CARRIERE
Quattro i principali iloni di ricorso avviati da docenti e sindacati contro la legge 107/15
Buona Scuola, è boom
di contenzioso contro il Miur
Pagine a cura
ANGELO COSTA
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DI
L
a legge 107/2015 che
doveva portare in Italia la ‘Buona Scuola’,
per il momento ha generato solo un aumento del
contenzioso sul piano civile
ed amministrativo, su almeno
quattro versanti.
Il primo è quello legato al
piano di assunzioni dei precari storici della scuola, contenuto nella legge 107, che ha
previsto un piano di mobilità
nazionale degli insegnanti
basato su meccanismi di assegnazione «informatizzati»,
che però non hanno convinto
tutti i docenti (alcuni sono
stati assegnati a province distanti da quelle di residenza),
tanto da causare nuove infornate di ricorsi (qualche giurista ha addirittura intravisto
profili di incostituzionalità
nel provvedimento).
Il secondo filone riguarda
la cancellazione da tutte le
graduatorie ad esaurimento o
dalle graduatorie di merito di
provenienza a causa dell’accettazione o del rifiuto della
nomina in ruolo intervenuta lastico», come osserva Marco
a seguito della partecipazione Fusari, avvocato in Milano,
del docente al piano straor- «è una materia molto tecnidinario di immissioni in ruo- ca, spesso sconosciuta ai più
lo in base alla stessa legge e particolarmente ostica anche agli stessi giudici. Negli
107/2015.
Ed ancora il ricorso dei do- ultimi anni la distribuzione
del contencenti vincitori
zioso relativo
del concorso
al personadel 2012 per
le scolastico
il personale
pubblico ha
docente che
subito una
hanno ottemodificazionuto l’immisne derivante
sione in ruolo
dall’ampliain una regiomento della
ne diversa da
giurisdizione
quella in cui
del giudice orhanno espledinario a scatato il concorpito di quello
so stesso.
amministraInfine l’ulMarco Fusari
tivo. Nel corso
timo filone
riguarderebbe la formazione degli ultimi anni», continua
obbligatoria per il personale Fusari, «l’area del giudice ordocente ed Ata, formazione dinario si è infatti allargata
prevista dalla stessa legge fino a ricomprendere non solo
107/15 che però riconosce le questioni chiaramente atil bonus di 500 euro per la tribuite a quest’ultimo in base
formazione ai soli docenti di al riparto previsto dal d. lgs.
165/2001, quali – ad esempio
ruolo.
Una situazione allarmante – le sanzioni disciplinari, i
anche per il sistema giustizia licenziamenti o le contestaitaliano perché «il diritto sco- zioni relative ai contratti a
tempo determinato, ma anScuola, integrazione
che le questioni più dubbie ed avvocatura. «Il dirite in relazione
to scolastico
alle quali il
è un ramo
giudice ammultidiscipliministrativo
nare poiché
reclamava a
ricomprende
sua volta la
il diritto amgiurisdizioministrativo,
ne (quali, ad
il pubblico imesempio, le
piego, il diritcontroversie
to civile - tutto
in materia di
ciò - oltre la
inserimento o
legislazione
di punteggio
scolastica», osnelle graduaserva LorenLorenzo Esposti
torie a esauzo Esposti,
rimento). Dal
titolare dello
punto di vista dell’avvocato, Studio Legale Esposti di
ciò ha comportato un’im- Milano, ed esperto in diritto
provvisa maggiore relazione scolastico. «Leggi, provvedicon i giudici del lavoro; ini- menti amministrativi, circozialmente le difficoltà sono lari, decreti ministeriali sono
state sensibili, anche perché gli strumenti che caratteriztali questioni erano estranee zano l’avvocato che si occupa
alla sensibilità del giudice or- di questo delicato settore. Tra
dinario, probabilmente porta- le tematiche di cui mi occupo,
to a ritenerle di natura più un rilievo importantissimo
amministrativa; lentamente, lo riconosco agli alunni con
anche la magistratura del la- «Bisogni educativi speciali»
voro ha iniziato – specie nei tra cui gli studenti con «Difori più grandi – ad acquisire sturbi specifici dellapprendimaggiore famigliarità con il mento». Sicuramente l’obiettivo ultimo, anche in questo
diritto scolastico».
FLAVIO VINCENZO PONTE, STUDIO LEGALE FERRARI & PONTE
Il rapporto di lavoro tra scuole e insegnanti
è un unicum, anche rispetto a quello del pubblico impigo
« Il personale docente intrattiene
con l’istituzione cui appartiene
un rapporto articolato e complesso: per un verso, esercita – liberamente e senza condizionamenti
di sorta (salvo l’obbligo di rispettare le direttive impartite sul
piano organizzativo) – le funzioni
formative nell’ambito di percorsi
educativi che sono riconducibili al
fondamento costituzionale dell’insegnamento; per altro verso, interloquisce con la pubblica amministrazione datrice di lavoro alla
stregua delle norme e dei principi
che governano il c.d. pubblico impiego privatizzato».
Così Flavio Vincenzo Ponte,
docente di diritto del lavoro presso l’Università della Calabria e
partner name dello Studio Legale Ferrari & Ponte con sede
a Roma, spiega la complessità del
rapporto di lavoro del personale
docente con l’istituzione scolastica. Rapporto che spesso è oggetto
di contenzioso.
Domanda. Che collegamento
c’è con quella che viene definita come relazione «privatistica» in termini di rapporto di lavoro nel mondo della scuola?
Risposta. Si tratta di un rapporto di lavoro che vede la funzione
docente inscindibilmente collegata
con la relazione «privatistica» che
corre tra l’istituzione scolastica
datrice di lavoro e il singolo inse-
gnante, in ossequio al modello che
il legislatore ha costruito con il
d.lgs. n. 29/1993 (Razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione
della disciplina in materia di pubblico impiego, ndR). È ormai acquisito che la «privatizzazione» dei
rapporti di lavoro alle dipendenze
di pubbliche amministrazioni trae
ispirazione dall’idea di ricondurre
il rapporto stesso su un piano paritario, utile all’applicazione della
disciplina codicistica applicabile ai
contratti a prestazioni corrispettive.
D. Quando avviene ciò?
R. Certamente in presenza di
talune peculiarità che rendono comunque eccentrici i rapporti in questione: di là da ogni retorica, deve
considerarsi che il nuovo pubblico
impiego non è affatto libero da profili di specialità. Basti tenere presente, come si suole generalmente
affermare in dottrina, la peculiare
figura del datore di lavoro pubblico
(che persegue, generalmente, scopi diversi da quelli interessanti i
privati) e, conseguentemente, la
diversità funzionale che anima i
rapporti di lavoro. A questo proposito, non a caso, è stato ipotizzato
un vero e proprio vincolo di scopo
caratterizzante l’organizzazione
amministrativa, tale da impedire
la completa applicazione, ai rapporti di lavoro alle dipendenze di
pubbliche amministrazioni, delle
sonale di ruolo delle scuole statali,
norme ordinariamente applicabili
il rinnovo di contratti di lavoro a
ai rapporti di lavoro alle dipendentempo determinato per la coperze di privati.
tura di posti vacanti e disponibiD. In termini giurisprudenli di docenti nonché di personale
ziali qual è la sentenza più rileamministrativo, tecnico e ausivante in questi ultimi anni?
liario, senza indicare tempi certi
R. Forse quella
per l’espletamento
in cui la Corte di
di dette proceduGiustizia ha espresre concorsuali ed
so un’autorevole
escludendo qualopinione nel caso
siasi possibilità di
Mascolo: a seguito
ottenere il risarcidelle puntuali sollemento del danno
citazioni provenienti
eventualmente sudalla Consulta e dal
bito a causa di un
Tribunale di Naposiffatto rinnovo.
li, la Terza Sezione
D. In conclusiodella Corte ha emesne, che quadro
so la sentenza del 26
può fare oggi del
novembre 2014.
rapporto scuola,
D. Di che si tratcontenzioso, avFlavio
Vincenzo
Ponte
ta?
vocatura?
R. La sentenza
R. Anche alla
Mascolo ribadisce la centralità di
luce di quanto detto prima, la siun principio probabilmente passatuazione non è tecnicamente «stato «sotto traccia» negli ultimi venti
bile» ma è certamente molto più
anni, in Italia: la normativa naziochiara di quanto fosse in passato:
nale non può essere considerata
il merito va certamente attribuito
conforme ai principi contenuti nel
all’avvocatura specializzata e alla
diritto dell’Unione in materia; la
magistratura del lavoro che, pur
clausola 5, n. 1 dell’accordo quadro
partendo da posizioni diverse (e,
contenuto nella direttiva 70/1999
spesso, diametralmente opposte),
deve essere interpretata nel senhanno colto i profili di criticità e
so che osta ad una normativa nahanno «spinto» l’interpretazione
zionale, che autorizzi, in attesa
oltre il limite formalmente impodell’espletamento delle procedure
sto dal Legislatore alla materia.
concorsuali per l’assunzione di per© Riproduzione riservata
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STUDI & CARRIERE
Lunedì 21 Dicembre 2015
III
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Il legale deve conoscerebene il diritto del lavoro e l’amministrativo
trova a gestire campi diversi meglio prevenire che curare. Non sarebbe inopportuno
di azione, nei quali le compe- L’impegno del dirigente scola- pensare a strategie di difesa
tenze professionali appaiono stico deve essere infatti volto più agili per le cause meno
sempre più
a fare in modo complesse ed eventualmente
complicate,
che, partendo delegare l’Avvocatura a serispetto alla
da una buona guire soltanto alcuni casi più
sua formazioc o n o s c e n z a articolati».
ne culturale.
d e l l a n o rScuola, rapporto di laIl contenzioso
mativa (pur- voro ed avvocatura. Isetta
amministratit r o p p o / p e r Barsanti Mauceri, avvocato
vo», continua
fortuna negli con studio in Firenze, esperta
Veltri, «divenultimi anni in diritto scolastico osserva
ta un terreno
molto in mo- che «il contenzioso nella scuola
quotidiano sul
v i m e n t o. . . ) , è sempre esistito. Certamente
quale occoregli sappia in passato gli equilibri erano
re procedere
condurre con diversi: le speranze maggiori,
con compecura le ope- sia dei lavoratori della scuola
tenza e caurazioni che che dei genitori e degli stesChiara Alpestre
tela. Bene, la
più probabil- si allievi e le varie lotte per
cautela è o non è una dote mente possono dar adito a le conquiste per gli spazi di
innata, un «modus operandi» contenzioso, evitando solu- democrazia scolastica, per un
che ti proviene dal carattere zioni frettolose e soprattutto giusto reclutamento del persoe dall’esperienza. Difficile, al seguendo il lavoro degli uffici nale, e per un’azione imparziacontrario, mostrare compe- di segreteria, possibilmente le dell’Amministrazione scolatenze specifiche in settori di accompagnato da un bravo stica, ai sensi dell’art. 97 della
alta specializzazione giuridi- Dsga». Inoltre, continua Al- Costituzione, sembravano
ca e finanziaria. La «buona pestre, «per quanto concer- dare buoni risultati. Vi è oggi
scuola» aumenta i campi di ne il contenzioso relativo al - sottolinea Mauceri - tra l’alazione della dirigenza, ma personale ci si
tro, tutto un
anche responsabilità, per le muove su molcontenzioso
quali anche gli esperti hanno teplici fronti:
che riguarda
bisogno di riflessione, studio e il contenzioso
il personale
tempo per procedere».
può nascere
della scuola
E la sua collega Chiara Al- tra il dirigencon riferimenpestre, dirigente del presti- te scolastico e
to al rapporto
di lavoro.
gioso Liceo Classico D’Azeglio il lavoratore e
Anche sul
di Torino, il liceo per inten- trova origine
piano dello
derci che vide docente Augu- nella errata
svolgimento
sto Monti e studenti Leone applicazione
del rapporGinsburg, Cesare Pavese, della normato di lavoro,
Giulio Einaudi e Massimo tiva contratstante il blocMila (per dirne alcuni) inter- tuale o in erco dei conviene asserendo che: «Occorre rori relativi
tratti (peralaffrontare il tema partendo alla posizione
tro di recente
da un presupposto impor- stipendiale o
Isetta Barsanti Mauceri
dichiarato
tante e cioè dal fatto che sia di carriera del
lavoratore. In questi casi può illegittimo dalla Corte Costiessere di aiuto un rapporto tuzionale sentenza n. 178/15),
SANTI DELIA, STUDIO BONETTI DELIA
costruttivo con i sindacati: si sono succedute varie dispotale rapporto può spesso sizioni normative, spesso in
evitare che il contenzioso si contrasto tra loro che hanno
inasprisca e arrivi in tribu- complicato la vita scolastica e
nale».
spesso indotto anche lo stesso
ra i temi più controversi degli ul- Ravenna. Quest’ultimo, con ordinanza del
«In questo contesto», ag- personale a compiere macro
timi anni che riguardano la scuola 17 settembre 2015, ha preso espressa pogiunge Marisa Veltri, «divie- errori di valutazione con pec’è quello della validità del titolo sizione nei confronti di quei Tribunali che
ne strategico il ruolo dell’Av- santi ricadute anche sul medei diplomati magistrale acquisito stanno perseverando nel rigettare i ricorsi
vocatura dello Stato, come rito.
entro l’anno scolastico 2001/2002.
dei diplomati senza approfondire decisivi
organo di consulenza e supValga per tutti l’esempio del
Affari Legali ne ha parlato con Santi aspetti di questa peculiare e paradossale
porto all’azione del dirigente procedimento disciplinare che,
Delia co-fondatore dello Studio Bonetti vicenda.
scolastico. Quindi essa passa mentre prima era regolato dal
Delia con sede a Roma e Messina che ha
D. Si tratta, quindi, di una vittoria
al vertice del triangolo. Ma si dlgs 297/94 (Tu 297/94) e per
seguito la vicenda che dopo ben 14 anni epocale per tanti lavoratori della scuotratta di un organo esterno ri- il personale Ata dal Ccnl di
di battaglia per il riconoscimento del va- la?
spetto alla quotidiana attività comparto, adesso si applicano
lore abilitante del diploma
R. Sicuramente: da un
del dirigente. Costituisce una le disposizioni del Testo Unico
magistrale sembra essere
ricorso straordinario al
variabile indipendente e, per 165/01, come modificato dalla
arrivata al capolinea e semPresidente della Repubblitale ragione, relativamente dlgs 150/09 che hanno genebra segnare una importante
ca per 220 ricorrenti diplofunzionale. Sarebbe necessa- rato l’avvio di procedimenti
vittoria per gli insegnanti.
mati magistrali prima del
ria, allora, la istituzione di un disciplinari in numero sem«Duecentoventi docenti di2001/2002 alla prossima
ufficio legale dell’istituto, un pre maggiore con conseguenti
plomati magistrali prima
pubblicazione del decreto
organo strutturale, che segua irrogazioni di sanzioni discidel 2002», ricorda Delia,
ministeriale di ammissiopasso dopo passo la vita della plinari, spesso poi annullate
avevano impugnato il dm
ne in seconda fascia delle
comunità scolastica, nelle esi- in sede giudiziaria o perché
del 2011 di aggiornamento
graduatorie d’istituto di
genze di certezze giuridiche infondate nel merito, o perché
delle graduatorie d’istituto
55.000 diplomati magie nei rischi non solo ammi- adottate a seguito di procelamentando di voler essere
strali, possiamo parlare di
nistrativi, ma anche penali dimenti nulli. Oggi», secondo
ammessi in seconda fascia
radicale cambiamento per
cui si può andare incontro. Mauceri, «il contenzioso della
anziché in terza.
il mondo della scuola.
Santi
Delia
Probabilmente la mutazione scuola è sempre in aumento e
Secondo il Consiglio di
D. Ci sono altre rilegenetica del vecchio segreta- vede direttamente investita
Stato è illegittimo il dm n.
vanti azioni in corso?
rio in direttore dei servizi ge- l’avvocatura nel proprio mini62 del 2011, nella parte in cui non parifiR. Si, tra le tante un’imponente battanerali ed amministrativi, con stero di tutela dei lavoratori od
ca ai docenti abilitati coloro che abbiano glia al fianco degli insegnanti non abilivelli professionali specifici, degli aspiranti tali rispetto ai
conseguito entro l’anno 2001-2002 la c.d. litati, precari storici di terza e seconda
può essere fondamentale in diritti sempre più spesso calabilitazione magistrale, inserendoli nella fascia delle graduatorie d’istituto, che da
questa nuova frontiera che la pestati».
terza fascia della graduatoria di istituto e anni prestano servizio nella scuola pubdirigenza scolastica si prepanon nella seconda fascia.
blica italiana condividendo le medesime
© Riproduzione riservata
ra ad affrontare e superare».
Domanda. Come si è poi evoluta la responsabilità dei loro colleghi abilita«Non sempre però l’Avvocaquestione?
ti e di ruolo e che sono in possesso dei
Supplemento a cura
tura riesce ad occuparsi con
Risposta. Dopo la vittoria in Consiglio di titoli necessari per insegnare, ma privi
sollecitudine delle cause che
Stato e l’ammissione nelle graduatorie ad di abilitazione. Anche ai fini risarcitodi ROBERTO MILIACCA
riguardano le scuole», conesaurimento di 3000 docenti, la battaglia si ri innanzi ai tribunali del vavoro di tutta
[email protected]
clude Alpestre. «Ciò è dovuto
è spostata innanzi al giudice del Lavoro.
Italia siamo riusciti ad ottenere risultati
e GIANNI MACHEDA
notoriamente ad una carenza
Da ultimo piace citare le innovative po- assolutamente unici ed innovativi.
di personale e ad un aumento
sizioni dei giudici di Messina, Padova e
[email protected]
© Riproduzione riservata
considerevole delle pratiche.
settore, deve essere quello cevuto notevole eco anche sui
di non giungere se possibile media nazionali, e in parte
al contenzioso, ma talvolta tuttora pendenti».
Il dirigente scolastico
è irrinunciabile davvero, in
quanto le violazioni normati- ed il contenzioso. La comve sono gravi e tante, innanzi plessità del mondo scolastico
alle quali è doveroso l’inter- è vissuta soprattutto dai dovento del Tribunale. Laddove centi e dai dirigenti scolastici.
possibile consiglio di “costru- Affari Legali ha sentito due
ire dei ponti” durante l’anno presidi di due scuole d’Italia,
scolastico con i docenti e la una del sud ed una del nord
dirigenza scolastica, segna- Italia.
Marisa Veltri, dirigente
lando loro carenze, malesseri
e tutto ciò che può allentare scolastico del Liceo di San
quella “tensione” che potreb- Marco Argentano (Cs) eccelbe pregiudicare il buon esito lenza tra le scuole meridionascolastico dell’allievo. Il dirit- li, che si trova ad affrontare la
to all’inclusione scolastica è quotidianità della scuola nel
di fondamentale importanza difficile contesto calabrese, osperché funzionale al successo serva con un non celato entuformativo degli studenti e al siasmo per le quotidiane sfide
riconoscimento effettivo del vinte che: «La trasformazione
del preside in dirigente scodiritto allo studio».
lastico ha apE Fusapena avviato
ri continua
l’enorme serie
affermando
di problemi e
che: «l’esperto
situazioni, in
di diritto scocui un dirilastico deve
gente scolacomunque
stico si trova
padronegnello svolgigiare, oltre
mento della
al diritto del
sua funzione.
lavoro, anche
Un tempo egli
il diritto amè stato una
ministrativo,
specie di didato che una
rettore di un
buona parte
Marisa Veltri
giornale. Gadel contenzioso risulta appartenente alla rantiva soprattutto l’unitariegiurisdizione del Tar: gli ulti- tà della linea culturale della
mi concorsi per docenti e per scuola. Progressivamente è
dirigenti scolastici sono stati diventato, almeno in parte
infatti oggetto di una serie per il momento, l’amministranotevole di impugnazioni, tore delegato della istituzioalcune delle quali hanno ri- ne che dirige. In tale veste si
Al fianco dei precari storici
T
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IV
Lunedì 21 Dicembre 2015
AT T UA L I TÀ
Per poche ore gli avvocati spengono i computer e ripongono le penne nei taschini per festeggiare
È tempo di auguri negli studi
Concerti, discoteche e brindisi: ecco come festeggiano i legali
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DI
Pagina a cura
MARIA CHIARA FURLÒ
C
oncerti, beneficienza,
cene, ma anche mostre d’arte e discoteche. Il Natale degli
studi legali da anni è molto
meno ingessato di quanto
si possa pensare e le feste
organizzate dagli avvocati
sono ogni anno più varie e
partecipate.
C’è chi incomincia a vivere nel clima natalizio sin
dai primi giorni di dicembre,
come gli avvocati di Mdba:
«il nostro studio festeggia
il Natale con alcune iniziative che prendono avvio
già dall’inizio di dicembre,
cercando di coinvolgere i
professionisti in diversi
momenti di socializzazione», racconta il socio Dante De Benedetti spiegando
che dal 4 dicembre gli uffici
vengono addobbati, vengono
scelte le musiche, e tutti i
professionisti sono invitati a
portare un regalo da disporre sotto l’albero. Il culmine
della festa è il 21 dicembre,
con la distribuzione dei regali fatta dal membro più
anziano dello studio vestito
da Babbo Natale. A seguire, il programma prevede
un pranzo e un momento
di intrattenimento, grazie
al coinvolgimento di alcuni
clienti (Knam per il catering e La Corte dei Miracoli per lo spettacolo). «Viene
anche presentato un libro,
opera di un nostro cliente,
continua De Benedetti, «Il
Destino è solo una scusa»,
di Jacopo Casoni– appena
pubblicato, che sarà regalato a tutti i partecipanti alla
festa. Infine, nello spirito di
condivisione che caratterizza lo studio, ci sarà un momento di presentazione dei
risultati raggiunti nel corso
dell’anno dallo Studio, con
uno sguardo alla strategia e
alle attività del 2016».
Tra gli eventi più attesi
dell’anno, c’è quello promosso
da Gianni Origoni Grippo
Cappelli & Partners. Che
quest’anno, per festeggiare
l’anno d’oro (solo pochi giorni fa ha ricevuto il riconoscimento di miglior studio
europeo da Mergermarket)
ha invitato tutti all’Auditorium della Conciliazione,
a Roma, dove le note della
world music di Omar Sosa e
del trombettista Paolo Fresu hanno fatto da sottofondo al brindisi di Francesco
Gianni e dei suoi soci.
Per il Natale del 2015 invece Freshfi elds ha previsto un programma fitto di
eventi. Si comincia dal 10
dicembre, quando ai clienti
dello studio è stato offerto un
cocktail serale, per brindare
e scambiarsi gli auguri, al
Mandarin Hotel di Milano a
cui hanno partecipato oltre
200 persone.
Cinque giorni dopo si è
svolta invece la cena placé
per tutti gli interni, avvocati
e staff, a Milano alla Galleria
Ristorante LARTE. Anche a
Roma, il 17, si è tenuta una
cena con danze per avvocati
e staff. Ma l’evento più atteso
è sempre quello della vigilia,
il 24 mattina, quando come
ormai tradizione da ben 16
anni, ci sarà la «Xmas Breakfast» in studio con dolci, panettone e cioccolata calda.
L’appuntamento più classico però resta il concerto
tipicamente meneghino di
Dla Piper che, come da tradizione decennale ormai, si è
tenuto il 17 dicembre nella
basilica adiacente al convento che custodisce il Cenacolo vinciano, quella di Santa
Maria delle Grazie a Milano. Il concerto di quest’anno è stato eseguito dal Coro
Sinfonico Giuseppe Verdi e
il programma ha previsto
l’esecuzione di musiche di
Louis Vierne, Franz Schubert e Cesar Frank, nonché
di alcuni tradizionali canti
natalizi. Dopo l’esibizione
musicale, a pochi passi dalla
basilica, si è svolto il consueto cocktail dinner a Palazzo
delle Stelline.
Lo stesso giorno a Roma
si è tenuto un altro concerto natalizio seguito da una
cena, questa volta però in
chiave jazz, organizzato dallo studio legale Cms Italia
in una location d’eccezione:
la Sala dei Cento Giorni (realizzata dal Vasari, prende
il nome da un aneddoto che
racconta come l’autore vantandosi con Michelangelo di
aver terminato il lavoro in
soli 100 giorni, si sentì ironicamente rispondere: «E
si vede!») del Palazzo della
Cancelleria, che ancora oggi
accoglie i tribunali della
Santa Sede.
Ancora musica, ma questa
volta in discoteca, per lo studio legale Tonucci che l’ultimo venerdì sera prima del
Natale ha organizzato una
cena informale con musica
allo Shari Vari di Roma, a
due passi dal largo di Torre
Argentina. Un tipo di festa
diventata ormai una tradizione per lo studio che dal
2012 ha scelto questa modalità di scambio d’auguri
anche per andare incontro
all’età media molto bassa
dei propri avvocati. Proprio
in queste ultime feste, lo
studio ha avuto come ospiti
imprenditori, dirigenti della pubblica amministrazione, artisti, sportivi. L’ anno
scorso, ad esempio, c’erano i
giocatori della Roma. Feste
natalizie e brindisi augurali
sono organizzate da Mario
Tonucci anche in tutte le
sedi estere: a Bucarest, a
Tirana e anche nella nuova
sede di Belgrado.
Punta sull’arte lo Studio
Nunziante Magrone, che
anche quest’anno ha aperto le porte del suo palazzo
della splendida Piazza di
Pietra nel cuore di Roma
(a due passi dal Pantheon
e da Piazza Montecitorio)
per un’iniziativa a cui hanno partecipato i professionisti delle diverse sedi anche internazionali, clienti e
supporter e che ha previsto
l’anteprima della mostra
«Atlantide» dell’artista
Massimo Catalani, romano
classe 1960 che ha lavorato a Tokio, San Pietroburgo,
New York, Bruxelles e altre
grandi città del mondo.
Festa di Natale artistica
anche per il Lexalia Christmas Party 2015, con cui,
a clienti, colleghi ed amici, i partner dell’omonimo
studio hanno voluto offrire
l’esperienza della visita alla
Sala Federiciana della Pinacoteca Ambrosiana, la sala
di lettura seicentesca di un
antico palazzo che sorge nel
cuore di Milano, sui resti del
Foro romano.
Ha scelto un evento all’insegna della tradizione enogastronomica toscana invece
Zinghinì studio tributario e del lavoro di Milano.
Il 15 dicembre ha allestito
infatti una vera e propria
festa in stile «street food»
di alta qualità, affidata alla
società La Tusca: nelle tre
isole di degustazione è stato
possibile assaporare i Panigacci (un tipo di pane rotondo, non lievitato, cotto in uno
speciale piatto di terracotta
e mica, chiamato Testo, arroventato a fuoco vivo in un
falò o in un forno a legna)
preparati al momento con
i migliori ingredienti e gli
assaggi gastronomici di formaggi e salumi abbinati ai
migliori vini toscani.
«Quest’anno abbiamo deciso di offrire qualcosa di molto diverso dal solito ai nostri
clienti e collaboratori. L’idea
di affidare il catering a una
società che realizza street
food di qualità rispecchia la
voglia di vivere un momento di vera convivialità all’insegna del buon cibo e vino
toscano da gustare insieme,
per creare un’atmosfera calda e informale.» ha dichiarato Katia Zinghinì, titolare
dello studio.
Da Hogan Lovells per
Natale si fanno sempre due
feste (una a Milano e una a
Roma) in location di tendenza e a cui partecipano professionisti, staff, compresi
mariti-mogli-fidanzati/e,
ma anche tutti quelli che gli
anglosassoni chiamano «significant others». In genere
si scelgono delle date molto
vicine al Natale per permettere ai praticanti che stanno
sostenendo le prove scritte di
terminare e raggiungere i
colleghi almeno per la festa.
Quest’anno, quelle prescelte sono state il 17 dicembre
a Milano e il 22 dicembre a
Roma. Gli eventi per i clienti sono invece generalmente
legati ad altre celebrazioni
(per esempio i due eventi per
il 15th anniversary dell’apertura dello studio) e in genere
sono legati ad un tema o ad
un luogo artistico.
Sempre per Natale, la
law firm si occupa anche di
portare avanti dei progetti di benefi cienza. Da anni
sostengono, fra le altre, una
Onlus che si chiama «Spes
contra Spem» e si occupa di
case famiglia per bambini
e adolescenti in difficoltà,
ma anche di adulti con disabilità. In genere, lo studio
acquista da loro dei prodotti
(piccoli panettoni, biscotti
Gingerbread Man, scatole
di cioccolatini) che personalizza con il proprio logo
e con quello dell’ente e che
poi vengono regalati ai figli
(piccoli e non) di avvocati e
dipendenti dello studio, ma
anche a chi si trova nelle nostre sale riunioni nel periodo
natalizio.
Una particolare attenzione Hogan Lovells la rivolge
anche ai biglietti di auguri.
Nella stragrande maggioranza – per un discorso di tutela
ambientale – vengono utilizzati quelli elettronici, ma lo
studio ne compra anche una
certa quantità dalla Onlus
«Peter Pan» che si occupa dei
bambini (e delle loro famiglie) ricoverati nei reparti di
oncologia del Bambin Gesù
e del Policlinico di Roma
(per la stessa associazione
lo studio ha fatto anche altre iniziative di fundraising
durante il 2015 e presta consulenza pro bono).
Ma c’è anche chi dice di no
alle feste e sceglie un altro
approccio. Quello di CBA
Studio Legale e Tributario «da tempo e cioè in relazione al momento economico attraversato dal paese è
stato quello «del famigliare
e dell’essenziale». Quindi, no
a spese che avrebbero potuto
essere intese come costi per i
clienti, ma approccio di basso
profilo». A dirlo è il managing
partner, Angelo Bonissoni,
che ha specificato «così per
Natale la nostra posizione
è quella di una festa intima
per tutto il personale dello
studio volta a raccontarci
come è andato l’anno, con i
colleghi più giovani che ci
leggono le poesie preparate
per l’occasione, con i racconti
più strani, dove si tirano le
somme dell’anno passato e ci
scambiamo i regali alzando
il bicchiere in segno di saluto
e augurio».
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A F FA R I L E G A L I
Lunedì 21 Dicembre
Dice
2015
V
Per la Cassazione non conta che le parti non abbiano depositato i denari necessari
Per il notaio il sì è per sempre
Chi accetta l’incarico deve assolvere a tutte le pratiche
DI
MARIA DOMANICO
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I
l notaio può rifiutare la
propria prestazione professionale se le parti non
depositino presso di lui
le somme necessarie per le
tasse, l’onorario e le spese,
ma, qualora accetti comunque di eseguire la prestazione richiestagli e di ricevere l’atto, tali pagamenti
mancanti non lo esonerano
dall’obbligo di provvedere
alle formalità necessarie
che seguono.
È quanto sottolineato dai
giudici della seconda sezione civile della Corte di
cassazione con la sentenza
n. 23491 dello scorso 17 novembre.
Il thema sul quale i giudici di piazza Cavour sono
stati chiamati a esprimersi
era il seguente: con ordinanza la Corte di appello
rigettava il ricorso del notaio Caio avverso la decisione
della Commissione amministrativa regionale di disciplina della Circoscrizione
territoriale con conseguente condanna del ricorrente
soccombente alle spese del
processuali.
In particolare con la suddetta confermata decisione
veniva inflitto al notaio
medesimo la sanzione disciplinare della sospensione di
mesi sei.
Nello specifico i capi di
incolpazione erano: la trascrizione tardiva di atti,
l’«esposizione di anticipazioni non giustificate» e la
«delega di attività al Signor
A. e ai suoi collaboratori».
Pe r t a n t o, s e c o n d o g l i
Ermellini, una volta accettato l’incarico notarile,
né il mancato pagamento
da parte del cliente degli
importi dovuti per tasse e
trascrizione e neppure (a
maggior ragione) il mancato perfezionamento della
liquidità dei titoli rilasciati
per il medesimo pagamento
possono consentire al notaio
di ritardare la dovuta tempestiva trascrizione.
Inoltre è lo stesso art.
2671 c.c. a imporre al notaio di prov v e d e r e a l l e
formalità di pubblicazione e trascrizione dell’atto
ricevuto (e voluto ricevere
anche in assenza e/o carenza del versamento dovuto
dal cliente) «nel più breve
tempo possibile» (si veda
anche una ormai consolidata giurisprudenza: Cass.
n.ri 5756/1988 e 566/2000)
e, quindi, senza alcun inescusabile indugio.
© Riproduzione riservata
La sentenza
sul sito www.italiaoggi.it/docio7
CORTE COSTITUZIONALE
Destituzione per illeciti penali, riabilitazione ko
Il notaio destituito in seguito alla condanna per illeciti penali indicati
dalla legge notarile, sarà precluso
alla riabilitazione e ciò non si pone
in contrasto con la Costituzione, poiché non opera in virtù di un automatismo, visto che il procedimento
disciplinare circa l’irrogazione della
sanzione di destituzione va a valutare il caso concreto, con applicazione dei principi di proporzionalità e
adeguatezza.
È quanto affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 234
dello scorso 5 novembre.
Nella sentenza in commento i giudici costituzionali hanno altresì evidenziato come il notaio è destituito
soltanto in ragione di un ponderato
e discrezionale apprezzamento dei
fatti, dal quale si evinca, anche alla
luce della loro elevata gravità, la
necessità di precludergli l’ulteriore
esercizio della professione.
Quindi la sanzione disciplinare non
sarà affatto indifferente ai profili
peculiari del caso di specie, ma ver-
Consiglio notarile e un notaio, derà al contrario calibrata con riferistituito dal suo incarico in quanto
mento ad essi e applicata solo nelle
riconosciuto responsabile dei reati
ipotesi estreme.
di peculato e appropriazione indeTra queste ultime, inoltre, soltanto
bita.
una condanna per i reati selezionaIl notaio, una volta scontata la pena,
ti dalla norma impugnata impedirà
aveva presentato una richiesta di
in ogni caso la riabilitazione, che è
riabilitazione all’esercizio delle funviceversa consentita ove la destituzioni notarili (ai sensi dell’art. 159,
zione sia derivata dalla commissiol. n. 89/1913) presso il Consiglio none di fatti penalmente rilevanti, ma
tarile.La domanda veniva respinpuniti ad altro titolo.
ta, in considerazione della gravità
Il caso oggetto del giudizio della
degli illeciti commessi dal notaio e
Corte costituzionale prendeva le
soprattutto in ragione del disposto
mosse dal fatto che la Corte d’apdell’art. 159, comma 3, della sudpello aveva sollevato questione di
legittimità costituzionale dell’art. detta normativa; tale disposizione,
infatti, esclude la riabilitazione del
159, comma 3, l. n. 89/1913 (ordinaprofessionista a seguito di condanmento del notariato e degli archivi
na per talune tipologie di illecito,
notarili), come sostituito dall’art. 47
espressamente elencate, tra cui
dlgs n. 249/2006 (norme in matequelle commesse
ria di procedimento didal notaio nel caso
sciplinare a carico dei
La sentenza
sottoposto all’atnotai).
Il procedimento pressul sito www.italia- tenzione dei giudici nella sentenza in
so la Corte territoriaoggi.it/docio7
commento.
l e av e v a a d o g g e t t o
una controversia tra il
Angelo Costa
Mediatore pagato
da ciascuna delle parti
La procura alla lite
non obbliga al compenso
Il mediatore avrà diritto alla provvigione da ciascuna delle
parti, nel caso in cui l’affare si concluda per effetto del
suo intervento e per «conclusione dell’affare» dovrà intendersi il compimento di un’operazione di natura economica
generatrice di un rapporto obbligatorio tra le parti, di un
atto cioè in virtù del quale sia costituito un vincolo che
dia diritto di agire per l’adempimento dei patti stipulati
o, in difetto, per il risarcimento del danno.
È quanto affermato dai giudici della sesta-2 sezione civile
della Corte di cassazione con la sentenza n. 24399 dello
scorso 30 novembre.
I giudici di piazza Cavour nella sentenza in commento
hanno altresì evidenziato come anche la stipulazione di
un contratto preliminare sarà sufficiente a far sorgere
tale diritto, «sempre che si tratti di contratto definitivo
o preliminare validamente concluso e rivestito dei prescritti requisiti e quindi di forma scritta ove richiesta ad
substantiam (art. 1350 e 1351 cc.)». Nel caso, poi, in cui il
contratto concluso per effetto dell’intervento del mediatore sia sottoposto a condizione dovrà trovare applicazione
la disciplina di cui all’art. 1757, comma 1 e 2 cc, rispettivamente a seconda che tale condizione sia sospensiva
(nella quale ipotesi il diritto alla provvigione sorge nel
momento in cui si verifica la condizione) o risolutiva (nel
qual caso il diritto alla provvigione non viene meno col
verificarsi della condizione). Sarà, pertanto, opportuno da
un lato accertare l’esistenza di un contratto preliminare
tra le parti stipulato con l’ausilio del mediatore, dall’altro,
qualificare come condizione risolutiva una determinata
clausola del contratto preliminare.
Il thema decidendum sul quale gli Ermellini sono stati
chiamati ad esprimersi aveva ad oggetto una società immobiliare, che con citazione interponeva appello avverso
la sentenza con la quale il Tribunale aveva condannata
essa appellante al pagamento in favore di Tizio di una
determinata somma di denaro a titolo di restituzione del
compenso corrisposto per l’intermediazione immobiliare
in relazione all’acquisto di un appartamento che non si era
perfezionato per la mancanza
concessione del mutuo cui la
La sentenza
stipula del contratto definitisul sito www.italia- vo era stata condizionata.
Angelo Costa
oggi.it/docio7
e Maria Domanico
Non per forza chi ha rilasciato la procura alla lite ha
l’obbligo di corrispondere il compenso professionale all’avvocato, ma anche colui il quale ha affidato al
legale il mandato di patrocinio può corrispondere il
compenso.
È quanto affermato dai giudici della prima sezione civile della Corte di cassazione con le sentenza n. 23626
dello scorso 18 novembre.
Qualora il mandato di patrocinio sia stato richiesto e
si sia svolto nell’interesse di un terzo, si instaurerebbe in tale ipotesi, collateralmente al rapporto con la
parte che abbia rilasciato la procura ad «ad litem», un
altro distinto rapporto interno ed extraprocessuale
regolato dalle norme di un ordinario mandato, in virtù
del quale la posizione del cliente verrebbe assunta non
dal patrocinato, ma da colui il quale ha richiesto per
lui l’opera professionale.
I giudici di piazza Cavour sono stati chiamati a esprimersi su un caso in cui un avvocato ricorreva per Cassazione, formulando due motivi contro il decreto del
Tribunale con il quale era stato rigettato il suo reclamo
avverso il decreto di diniego di liquidazione di compenso emesso dal giudice delegato al concordato preventivo con cessione dei beni di una Spa in liquidazione.
Secondo il tribunale non era «in discussione l’utilità per
la procedura dell’opera professionale prestata dall’avvocato in quel processo (come espressamente evidenziato dal liquidatore giudiziale nelle note dirette al giudice
delegato), ma solo se, in assenza di incarico formalmente
conferito a tale professionista dal liquidatore giudiziale
in riferimento a processo cui la procedura è rimasta
estranea, il procedimento di liquidazione giudiziale del
compenso a tale professionista (la cui misura non venne
espressamente pattuita)» fosse quello di cui all’art. 25,
n. 7), l. fall. A tale quesito andava data risposta negativa
in quanto, il liquidatore giudiziale rimase estraneo al
processo medesimo; pertanto il giudice delegato non
aveva il potere di liquidare il compenso a professionista
non nominato da tale organo della procedura per
La sentenza
l’opera prestata in processul sito www.italia- so in cui questa era rimasta estranea.
oggi.it/docio7
Maria Domanico
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VI
Lunedì 21 Dicembre 2015
A F FA R I L E G A L I
Una sentenza della Corte di cassazione che analizza i patti intercorsi tra coniugi
Accordi patrimoniali validi
Anche se l’intesa avviene pendente la separazione
DI
ADELAIDE CARAVAGLIOS
valido l’accordo patrimoniale raggiunto dai
coniugi pendente il giudizio di separazione in
sede di appello: lo ha chiarito
la Corte di cassazione nella
sentenza n. 24621/2015.
Secondo i giudici della III
sezione civile le parti possono
«validamente» regolamentare
interessi di carattere patrimoniale ai margini del giudizio di
separazione pendente in grado
di appello, con la conseguenza
che saranno perfettamente validi quegli accordi transattivi
raggiunti nel corso del giudizio,
abbandonato, poi, proprio a seguito di questi.
Così argomentando hanno
accolto due dei cinque motivi di
ricorso (assorbiti gli altri), definendo «errato» il ragionamento
della corte territoriale, la quale – nonostante avesse fatto
proprio un principio applicabile all’ipotesi di separazione
consensuale – aveva ritenuto
che «le parti non potessero validamente regolamentare interessi di carattere patrimoniale
ai margini del giudizio di separazione, pendente appunto
in grado di appello e proprio
in relazione alla composizione
del relativo contrasto». Tradi-
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È
Riduzione assegno legata ai tempi del tfr
Divorzio e indennità di fine rapporto: del principio di diritto secondo il quale il
se l’ex marito non precisa il momento mutamento delle condizioni patrimoniali
a partire dal quale avrebbe ottenuto le degli ex coniugi, in epoca successiva alla
anticipazioni sul tfr non può sperare di sentenza di divorzio, avrebbe potuto dar
ottenere dal giudice la riduzione della luogo a una riduzione (ovvero anche ad
somma da corrispondere all’ex consorte un azzeramento) dell’assegno divorzile,
a titolo di percentuale. È quanto si legge tenuto conto dell’accresciuta capacità
nell’ordinanza 24184/2015: nel ritenere economica della ex moglie divenuta iure
inammissibili i primi due motivi di ricorso hereditatis proprietaria dell’intero appar(infondato invece il terzo), i giudici della tamento nel quale viveva e sue che, nel
VI-1 sezione civile della Corte di cassazio- frattempo, era passato a nuove nozze ed
ne hanno infatti affermato che la censura era diventato padre di due figli ancora
mossa avverso la sentenza d’appello difet- minorenni con ciò vedendosi ridurre le
tava di specificità dal momento che non proprie disponibilità economiche; in seprecisava “quando” erano state percepite cundis, la violazione dell’art. 2120 c.c.,
le anticipazioni sul tfr, le quali ultime si dal momento che la stessa corte aveva
sarebbero potute ritenere «entrate de- erroneamente ritenuto che le indennità
finitivamente a far parte del patrimonio da lui riscosse a titolo di incentivo al predel ricorrente solo ove gli fossero state pensionamento fossero state da riferirsi
corrisposte prima dell’instaurazione del al tfr e che nel calcolo della percentuale
giudizio divorzile (oppure durante la con- dovuta non potevano ritenersi incluse le
vivenza matrimoniale o nel corso della anticipazioni sul tfr percepite in costanza
del rapporto di lavoro.
separazione)».
A nulla è valso all’uomo denunciare in Non sono stati dello stesso parere i giudici
di legittimità i quali hanno
primis, la violazione degli
respinto il ricorso e condanartt. 5 e 12-bis, legge n.
La
sentenza
nato l’uomo al pagamento
898/70 (legge sul divorsul sito www.italia- delle spese processuali.
zio), sostenendo che la
Adelaide Caravaglios
corte territoriale aveva
oggi.it/docio7
fatto errata applicazione
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zionalmente, spiegano all’uopo,
gli accordi negoziali in materia familiare erano ritenuti del
tutto estranei all’ambito ed alla
logica contrattuale in quanto
si giudicava prevalente l’inte-
resse della famiglia rispetto
a quello personale; viceversa,
oggi, «escludendosi in genere
che l’interesse della famiglia
sia superiore e trascendente
rispetto alla somma di quelli,
coordinati e collegati, dei singoli componenti», si ammette
sempre più spesso un’autonomia negoziale dei coniugi, là
dove essa non contrasti con
l’esigenza di protezione dei
minori o comunque dei soggetti più deboli: la clausola di
trasferimento di immobile tra
coniugi, contenuta nei verbali
di separazione ovvero recepita
dalla sentenza di divorzio congiunto o, ancora, sulla base
di conclusioni uniformi, come
nella specie, deve, dunque, ritenersi «valida tra le parti e
nei confronti dei terzi, essendo soddisfatta l’esigenza della
forma scritta […], così come il
trasferimento o la promessa
di trasferimento di immobili, mobili o somme di denaro,
quale adempimento dell’obbligazione di mantenimento (o assistenziale) da parte
di un coniuge nei confronti
dell’altro».
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La sentenza
sul sito www.italiaoggi.it/docio7
La risposta del governo a un’interrogazione Una recente decisione del Tar della Sardegna
Assistenza disabili, Procura sottoscritta
diritti condizionati
Diffida ratificata
lineato il sottosegretario, deve tenere
DI MARILISA BOMBI
conto della necessità di garantire la
a legge 104/1992 tutela i dirit- funzionalità degli uffici, rispetto alla
ti delle persone disabili, pre- quale hanno inciso sfavorevolmente
vedendo alcune agevolazioni le recenti riduzioni degli organici
per i dipendenti che assistono disposte dal dl 95/2012. Sulla queuna persona con handicap. Ma tale stione specifica della richiesta di traprerogativa non costituisce un dirit- sferimento da una sede all’altra dei
to pieno e incondizionato, dovendo lo dipendenti del Ministero dell’interno,
stesso essere bilanciato con le specifi- peraltro, è intervenuto il Consiglio di
che esigenze funzionali dell’Ammini- stato che, con la sentenza 5113 destrazione di appartenenza. Insomma, positata proprio il giorno prima della
diritti sì ma condizionati. È questa, in risposta all’interrogazione, ovvero il
sintesi la risposta che il sottosegreta- 10 novembre, ha affermato tutt’altro,
rio di Stato, Daniele Bocci ha fornito respingendo un ricorso del Viminale.
all’onorevole Massimiliano Fedriga In sostanza, pur non configurandosi
a seguito della interrogazione dallo il trasferimento ai sensi dell’art. 33,
stesso rivolta al Ministero dell’interno comma 5, della legge n. 104, come un
e riguardante, appunto, le numerose diritto assoluto del dipendente inteistanze di mobilità presentate da ressato, la terza Sezione del Consiglio
dipendenti del Ministero dell’inter- di Stato, contrariamente al convincino e rimaste inevase. In merito alla mento del dicastero, ha chiarito che
questione posta, la risposta dell’11 l’inciso «ove possibile», contenuto nelnovembre scorso ricorda che l’art. la disposizione sta a significare che,
33, comma 5, della legge 104/1992 avuto riguardo alla qualifica rivestita
prevede che il lavoratore che assiste dal pubblico dipendente, deve sussii soggetti con handicap in situazione stere la disponibilità nella dotazione
di organico della sede
di gravità possa scedi destinazione del
gliere la sede di lavoro
La risposta
posto in ruolo per il
più vicina al domicilio
della persona da assisul sito www.italia- proficuo utilizzo del
dipendente che chiede
stere. Ma nel valutare
oggi.it/docio7
il trasferimento.
le istanze presentate
il Viminale, ha sotto© Riproduzione riservata
L
L
DI
ANGELO COSTA
a sottoscrizione della procura, rilasciata con facoltà di
rappresentare e difendere in
ogni stato e grado del procedimento anche di mediazione, implica
la ratifica della diffida ad adempiere
e dell’istanza di accesso, atti negoziali propedeutici alla difesa, compiuti
in nome e per conto della parte dal
difensore.
A ribadirlo sono stati i giudici della
seconda sezione del Tar per la Sardegna con la sentenza n. 1090 dello
scorso 30 ottobre.
I giudici amministrativi isolani
hanno osservato, poi, che la nozione
normativa di documento amministrativo passibile di accesso - testualmente delineata dall’art. 22, lett. d), della
legge 7 agosto 1990, n. 241, come modificato dalla legge 11 febbraio 2005,
n. 15 - comprende «ogni rappresentazione grafica, fotocinematografica,
elettromagnetica o di qualunque altra specie del contenuto di atti, anche
interni o non relativi a uno specifico
procedimento, detenuti da una pubblica amministrazione e concernenti
attività di pubblico interesse, indipendentemente dalla natura pubblicistica o privatistica della loro disciplina
sostanziale»: la norma è, pertanto,
chiarissima nell’estendere la disciplina sull’accesso anche ad atti di natura
privatistica, purché detenuti da una
pubblica amministrazione per l’esercizio delle sue funzioni istituzionali.
Secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale il diritto di accesso deve prevalere sull’esigenza di riservatezza di terzi, ove sia esercitato
per consentire la cura o la difesa processuale di interessi giuridicamente
protetti e concerna un documento amministrativo indispensabile a tali fini,
la cui esigenza non possa essere altrimenti soddisfatta: di conseguenza, in
capo al coniuge separato sussiste, nei
confronti dell’Agenzia delle entrate,
il diritto di accesso alle dichiarazioni
dei redditi del convivente «more uxorio» dell’altro coniuge. Tale istanza di
accesso documentale, infatti, essendo rivolta a dimostrare la capacità
di reddito del convivente del coniuge
separato, è funzionale ad esonerare il
richiedente dall’obbligo di corresponsione dell’assegno di mantenimento.
Né il diritto di accesso viene meno per
aver il medesimo richiedente sollecitato il giudice civile ad acquisire le
dichiarazioni dei redditi in questione,
atteso che l’art. 210 c.p.c. prevede la
facoltà dell’ordine istruttorio e non
anche la sua obbligatorietà.
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Lunedì 21 Dicembre
Dice
2015
VII
Il Tribunale amministrativo regionale della Sicilia ha accolto la domanda di esenzione
Contributo unificato una volta
Se i nuovi ricorsi non ampliano l’oggetto del giudizio
DI
FRANCESCA DE NARDI
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N
el caso di ricorso per
motivi aggiunti che
non amplia l’oggetto del giudizio vi è
esenzione dal pagamento del
contributo unificato.
Questo è quanto ha sancito il Tribunale amministrativo regionale della Sicilia,
Catania, sez. IV, con la sentenza del 3 dicembre 2015
n. 2840.
Nel caso in esame, in una
controversia avente a oggetto una procedura aperta per
l’aggiudicazione del «Servizio di gestione asili nido e
micro nido» nel comune di
Siracusa, il ricorrente aveva richiesto di non pagare
il contributo unificato per il
ricorso per motivi aggiunti,
alla luce della decisione della
Corte di giustizia dell’Unione europea, V, 6 ottobre 2015
in C-61/14.
Tale sentenza, infatti,
dopo aver affermato come
la legge italiana, nel prevedere contributi multipli
in caso di ricorsi contro la
medesima aggiudicazione,
non contrasti col diritto comunitario, evidenzia come
spetti al giudice nazionale
accertare se gli oggetti dei
ricorsi «non sono effettivamente distinti o non costituiscono un ampliamento considerevole dell’oggetto della
controversia già pendente»,
e, nel caso, di «dispensare
l’amministrato dall’obbligo di pagamento di tributi
giudiziari cumulativi». Il
giudice europeo, quindi, con
questa pronuncia non si è
limitato a salvare la normativa di diritto interno sottoposta al proprio esame, ma
ha anche demandato, con
un considerevole ampliamento dei poteri decisori,
al giudice amministrativo
la gestione del «rimedio» di
giustizia, nell’esercizio della
propria giurisdizione esclusiva a norma del numero
1) della lettera e) dell’art.
133 c.p.a., «se accerta che
tali oggetti (ovvero: quello
del ricorso principale e del
ricorso per motivi aggiunti
e/o del ricorso incidentale
successivamente presentato e/o presentati) non sono
effettivamente distinti o non
costituiscono un ampliamento considerevole dell’oggetto
della controversia già pendente, è tenuto a dispensare
l’amministrato dall’obbligo
di pagamento di tributi giudiziari cumulativi».
Alla luce di queste considerazioni, i giudici amministrativi catanesi accolgono la
domanda di esenzione: dopo
aver rilevato che nel caso in
esame i motivi aggiunti non
hanno ampliato l’oggetto della controversia, ma si sono limitati a ribadire le medesime
censure riferite, per altro per
illegittimità derivata, all’intervenuta aggiudicazione definitiva, ritengono applicabile
il principio recentemente affermato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea.
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La sentenza
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AUTISTI TRASGRESSORI SERIALI
Conducente a piedi
L’autista che viene ripetutamente sanzionato dalla polizia con decurtazione di punteggio rischia la revisione
obbligatoria della patente di guida. Ma per tornare sui
banchi di scuola occorre subire almeno tre decurtazioni
significative in un anno. Lo ha chiarito il Tar Veneto, sez.
III, con la sentenza n. 1194 dell’11 novembre 2015. Un
conducente è stato sanzionato varie volte dalla polizia,
nel corso dello stesso anno, per aver omesso di indossare
la cintura di sicurezza, aver guidato a una velocità pericolosa e aver effettuato manovre pericolose in autostrada.
Complessivamente il temerario trasgressore ha collezionato in pochi mesi penalizzazioni per oltre 20 punti.
Contro il conseguente provvedimento di revisione della
patente per negligenza recidiva l’interessato ha proposto
ricorso al Tar ma senza successo. L’articolo 126-bis, al
comma 6, prevede che alla perdita totale del punteggio,
il titolare della patente deve sottoporsi all’esame di idoneità tecnica di cui all’articolo 128. Al medesimo esame
deve sottoporsi il titolare della patente che, dopo la notifica della prima violazione che comporti una perdita di
almeno cinque punti, commetta altre due violazioni non
contestuali, nell’arco di 12 mesi dalla data della prima
violazione, che comportino ciascuna la decurtazione di
almeno cinque punti. Correttamente, dunque, la motorizzazione ha disposto la revisione della patente all’autista
particolarmente trasgressivo.
Stefano Manzelli
LETTURE DI DIRITTO
Autori - A cura di Paolo Centore
Titolo - Codice Iva Nazionale e
Comunitaria commentato
Casa editrice - Ipsoa, Milano,
2015, pagg. 2600
Prezzo - Euro 180
Argomento - Negli ultimi anni
la disciplina Iva è stata oggetto
di numerosi e importanti interventi
a livello europeo sia
legislativi, con l’approvazione di direttive e regolamenti,
sia giurisprudenziali. Ma il futuro
dell’Iva, come previsto dal Libro bianco
del 2011, è ancora in
costruzione: i servizi
della Commissione e
gli esperti che l’affiancano sono oggi
impegnati nel disegno delle nuove
regole che consentano il superamento del regime transitorio, non
ultimo l’abbandono del principio di
tassazione all’origine. Con queste
premesse, non poteva mancare una
nuova edizione del Commentario
Iva, aggiornato con le ultime novità del 2015, tra cui emerge l’avvio
delle nuove disposizioni per i servizi
telematici e la procedura Moss (Mini
one stop shop). Il quadro complessivo che si ritrae dalla terza edizione
è, dunque, di estremo dinamismo e
attualità: non è solo un commentario
degli articoli della legge Iva, ma uno
strumento che aiuta il lettore a ragionare sulle norme in essi contenute e a immaginare prospetticamente
l’ulteriore inevitabile evoluzione.
Autori - Giorgio Grasselli
Titolo - L’istruzione probatoria nel
processo civile
Casa editrice - Cedam, Padova,
2015, pagg. 923
Prezzo - Euro 80
Argomento - Il regime probatorio, specie dopo la fondamentale
riforma del processo civile, attuata con la legge 26.11.1990, n. 353,
e le modifiche apportate all’art.
183 del codice di procedura civile, con la legge 14 maggio 2005, n.
80, ha assunto un ruolo primario
innanzitutto per il sistema delle
preclusioni che, in pratica, delimitano l’attività istruttoria, salvo
poche eccezioni, al primo grado del
giudizio. In questi anni, il maggior
impegno del legislatore è stato nel
senso di istituire regimi alternativi al processo
avanti il giudice
ordinario, novità
inserite per lo più
in mastodontici
provvedimenti, in
gran parte dedicati
ad altre problematiche, come la legge
18 giugno 2009, n.
69, o il dl 24 giugno 2014, n. 90,
convertito con modifiche dalla legge 11 agosto 2014,
n. 114 (con il processo telematico e
la sottoscrizione verbale di udienza e del verbale di assunzione
dei mezzi di prova) o, da ultimo,
il dl 12 settembre 2014, n. 132,
contenente misure urgenti per la
degiurisdizionalizzazione e definizione dell’arretrato nella nuova
edizione si tratta anche del dlgs 4
marzo 2010, n. 28, in materia di
mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e
commerciali e delle novità in tema
di ricorso in Cassazione avverso
sentenze su ammissibilità di mezzi istruttori (dl 22 giugno 2012 n.
83, eliminazione della motivazione
insufficiente o contraddittoria dai
vizi impugnabili). Il volume fa parte della collana «Sapere&Diritto»
diretta dal prof. Paolo Cendon e
ha la struttura propria dei volumi
appartenenti a questa collana: il
testo rientrante, in carattere più
piccolo è dedicato agli stralci di
giurisprudenza, anche di merito,
per rendere l’opera densa e ricca,
senza togliere spazio alla spiegazione dei concetti e degli argomenti principali, trattati in carattere
più grande, dunque più facilmente
leggibile. Il volume è diviso in parti e capitoli, corredato da un indice
sommario molto dettagliato e articolato.
Come nella precedente edizione,
l’autore ha trattato a fondo ogni
singolo istituto, avvalendosi degli
apporti della dottrina e della giurisprudenza più recente, con lo scopo di offrire all’operatore, sia esso
avvocato o magistrato, un aiuto
concreto nel quotidiano, difficile,
compito di svolgere il proprio ruolo
nell’ambito dell’attività giudiziaria con efficacia.
Autori - Emilio Ponticiello
Titolo - 250 motivi di opposizione
agli atti fiscali
Casa editrice - Maggioli Editore,
Rimini, 2015, pagg. 128
Prezzo - Euro 19
Argomento - La pressione fiscale elevatissima che attanaglia le
imprese e i consumatori produce,
complice l’evasione dirompente,
effetti impressionanti sulla vita
stessa dei cittadini. Se a questo
si aggiungono i costi in termini di
adempimenti, sanzioni e gli aggi di
riscossione contenuti nelle cartelle di pagamento, spesso errate, la
disperazione la fa da padrona. Ma
come ci si può difendere quando
ci si ritiene ingiustamente vessati dal fisco? È possibile parare i
colpi sferrati dalla potentissima
macchina tributaria? Di che strumenti dispone il cittadino per ottenere giustizia? Il testo di Emilio
Ponticiello ha il chiaro intento di
fornire ai contribuenti che pagano
e ai professionisti che li rappresentano, pratici e chiari suggerimenti
sintetici «per evitare di aggiungere alle storture degli agenti quelle
dei giudici tributari» in modo da
puntellare le argomentazioni necessarie per la difesa.
Il testo costituisce
una rassegna di
motivi di opposizione organizzati
in relazione alle
singole tematiche
fiscali: si va dalle
nullità relative ai
principi costituzionali tributari a
quelle riferibili ai
trattati europei; dalla violazione
dei principi contenuti nello statuto del contribuente alle irregolarità attinenti al titolo tributario,
agli illeciti commessi dagli agenti
fiscali ecc. Ogni capitolo è aperto
da una introduzione generale cui
segue una rassegna di casi pratici
con le relative decisioni giurisprudenziali che hanno dato ragione
al contribuente. L’autore cerca di
aiutare, in tal modo, il professionista a trovare una soluzione con
il diritto e la logica per arginare
le troppo spesso ingiustificate presunzioni che regnano nel campo
tributario.
a cura di Francesco Romano
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VIII Lunedì 21 Dicembre 2015
A F FA R I L E G A L I
Ufici di Roma al centro di un’indagine di customer satisfaction
La pagella al tribunale
Avvocati insoddisfatti, pubblico neutro
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DI
I
Pagina a cura
MARZIA PAOLUCCI
nsoddisfazione tra gli avvocati, neutralità tra il pubblico. È il dato emergente
dell’indagine di customer
satisfaction a doppio binario
che si è appena conclusa presso il Tribunale di Roma su indicazione del Ministero della
giustizia. Trenta domande e
due fasce di intervistati: gli
avvocati e il pubblico utente
dei servizi. E un giudizio positivo da parte di Mauro Vaglio,
presidente dell’Ordine degli
avvocati.
Gli avvocati. Hanno risposto 1.807 avvocati, tra loro anche 92 praticanti, la maggior
parte, 1.480, civilisti. Il 47% è
insoddisfatto del servizio e il
19% addirittura molto insoddisfatto. In una scala di voti che
va dall’uno al cinque, nessuna
delle oltre trenta voci proposte
agli intervistati ha raggiunto
il livello massimo. Avvocati e
praticanti hanno dato il 3 alle
seguenti voci: imparzialità dei
giudici, processo civile telematico, chiarezza dei dispositivi
Bartolomeo: apprezzati i magistrati
«Severità verso quegli elementi che ogget- sono state deliberate azioni per il migliotivamente sono carenti quali la durata delle ramento, tra gli altri, del livello di sicurezcause e la puntualità delle udienze ma an- za negli accessi così come verrà rinnovato
che apprezzamento per altri elementi quali il sito internet e altri interventi verranno
studiati per migliorare l’organizzala competenza e l’imparzialità dei
zione del lavoro e la pianificazione
magistrati». Fabio Bartolomeo,
delle udienze. Per quanto riguarda,
direttore generale delle Statistiinvece, i dati peggiori e migliori,
che del Ministero della giustizia,
«i giudizi più severi», conclude,
tributa «senso critico», ai giudizi
«sono stati riservati ai tempi delrivolti al Tribunale di Roma da
la giustizia, quelli più positivi alla
tutti gli utenti, cittadini e avcompetenza dei magistrati e alla
vocati. E se gli si sottolinea la
professionalità del personale amdistanza di risultato tra il tribuministrativo. Non molto diverso il
nale e gli altri uffici giudiziari rogiudizio emerso dall’indagine conmani, Bartolomeo risponde: «Gli
dotta presso gli avvocati romani:
va infatti riconosciuto il merito
l’avvocatura ha riservato i giudizi
di avere accettato di sottoporsi
Fabio
più critici ai tempi di risoluzione
al giudizio degli utenti per conoBartolomeo
delle controversie e ha espresso
scere nel dettaglio quali aree del
apprezzamento per l’imparzialità
servizio offerto sono più carenti per intervenire con i mezzi disponibili e la professionalità dei giudici. Da ossere attuare un miglioramento. Il presidente vare che gli avvocati hanno riservato alti
Bresciano e il gruppo di lavoro del Tribu- voti all’introduzione del processo civile e
nale di Roma hanno già annunciato che telematico (pct)».
e modulistica. In mezzo con
la media crescente dal 2,1 al
2,9 c’è la maggior parte delle
voci dalla rapidità dei giudici
al 2,9 tributato alla loro cortesia. In fondo alla classifica,
l’adeguatezza dei costi e la
ragionevolezza dei tempi rag-
giungono solo la media di 1,6.
E veniamo al pct: qui il voto
4, molto soddisfatto, se lo aggiudica la visualizzazione di
atti, verbali e provvedimenti
tramite polisweb. Tra gli elementi di qualità e valore del
servizio Giustizia, gli avvocati
attribuiscono più importanza
con il 58% alla competenza
e professionalità dei giudici
seguita per il 28%, da funzionamento, performance e costi
della giustizia.
Il pubblico. Per intervistare i cittadini utenti del
tribunale a caccia di timbri e
certificati, ci si è avvalsi di otre
seicento stagisti universitari
che hanno raccolto 905 interviste. Il 43% di loro esprime un
giudizio neutro: né soddisfatto,
né insoddisfatto. Anche qui, in
una scala di voti da 1 a 5, sicurezza, tempi di trattazione
e di prima udienza, sono tutti
a quota 1, il giudizio più basso mentre i punteggi più alti,
oltre il 3, va alle voci di cortesia del personale, modulistica,
informazioni, fiducia nei giudici, competenza del personale,
sentenze e disponibilità dei
giudici. La maggior parte delle
interviste dirette ai cittadini, il
34%, ha riguardato il settore
lavoro, l’ordinario il 20%.
IL BAIL IN
COME TUTELARE I PROPRI RISPARMI
CONTRO I RISCHI DI CRISI BANCARIA
Cos’è il bail in e come funzionerà
Quali investimenti sono aggredibili
Come si valuta la solidità di una banca
Come proteggere i propri risparmi
La tutela dei depositi negli altri paesi
Cosa devono fare gli istituti di credito
Con il testo delle norme che entreranno
in vigore dal primo gennaio 2016
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SPENDERE MEGLIO
Lunedì 21 Dicembre 2015
35
Il rialzo dei prezzi delle materie prime porterà rincari: ecco come ridurre le bollette
Luce e gas, sforbiciata ai costi
Risparmi con i comparatori o passando al libero mercato
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DI
L
Pagina a cura
ANNA DI SANTO
e bollette di luce e
gas rappresentano un
peso non da poco per
il bilancio familiare,
anche a causa dei continui
rincari. Tanto che, secondo
un’indagine dell’Osservatorio SuperMoney, nel 2015 si
spenderanno circa 93 euro
in più rispetto al 2014 per le
utenze domestiche. Un aiuto
per risparmiare arriva dalla
liberalizzazione del mercato,
che permette al consumatore
di decidere da quale operatore acquistare luce e gas, e dai
portali online che consentono
di effettuare una comparazione tra le varie offerte. Ecco
una piccola guida per limitare i costi.
Luce e gas sempre più
cari. Secondo le previsioni
dell’Osservatorio SuperMoney Energia, nel 2015 la spesa media degli italiani per
la luce e il gas aumenterà di
93,27 euro rispetto allo scorso
anno. A determinare i rincari contribuirà anche il rialzo
dei prezzi delle materie prime
che, secondo quanto annunciato dall’Aeegsi (l’Autorità
per l’energia elettrica, il gas
e il sistema idrico), ammonterà al 3,4% per l’elettricità
e al 2,4% per il gas. Secondo
la ricerca, inoltre, l’aumento
complessivo dei costi per le
utenze domestiche sarà dovuto soprattutto ai rincari
delle bollette del gas: le famiglie italiane spenderanno
quest’anno in media 996,74
euro, circa 95 euro in più rispetto al 2014. Mentre risultano in calo i costi per l’energia elettrica, circa 1,75 euro
in meno rispetto allo scorso
anno. Le regioni del Sud Italia risultano le più penalizzate con una spesa media per il
gas di 998,80 euro (a fronte
dei 994,69 euro previsti per
il Nord). Per i prossimi mesi
si preannunciano inoltre
ulteriori aumenti per le bollette del gas. Infatti, se il costo del gas nel 2016 dovesse
rimanere invariato rispetto
al 2015, con l’aumento del
2,4% imposto dall’Autorità
per l’energia a partire dal
mese di ottobre, la spesa media annua arriverà a toccare
1.021 euro, ben 120 euro in
più rispetto al 2014. Anche
nel caso dell’energia elettrica, l’Autorità per l’energia ha
annunciato un rincaro, circa
3,4% in più. Se quindi le tariffe dovessero rimanere invariate nei prossimi mesi, le
famiglie italiane dovrebbero
affrontare nel corso del 2016
una spesa media di 601 euro,
circa 20 euro in più rispetto
agli ultimi 12 mesi. Secondo
il Centro ricerche economiche educazione e formazione di Federconsumatori, le
Bollette luce e gas: come risparmiare
•
•
Passare
al mercato libero
•
•
•
Confrontare
le tariffe sul web •
•
•
A partire da gennaio 2018 verrà abolito il servizio di
maggior tutela (dove è l’Autorità per l’energia elettrica
e il gas a stabilire modalità di fornitura e prezzi, questi ultimi a cadenza trimestrale). Nel frattempo è già
possibile passare al mercato libero che consente di
scegliere liberamente il proprio fornitore.
Nel momento in cui si sceglie di afidarsi al mercato
libero occorre fare attenzione ad alcuni rischi. Si potrebbe ad esempio incappare in contratti non richiesti, cioè sottoscritti senza il consenso consapevole
dell’utente. Per correre ai ripari, l’Aeeg ha istituito lo
Sportello per il consumatore di energia (contattabile
al numero verde 800166654 oppure tramite il sito
http://www.autorita.energia.it/it/callcenter.htm) che
offre informazioni e assistenza. Per tutelarsi, inoltre,
prima di irmare un contratto il primo consiglio è farsi
chiarire quali sono i termini per il diritto di ripensamento e leggere con attenzione le condizioni, facendo
attenzione a tutte le clausole.
MyBest mette a confronto servizi e prezzi delle principali utilities e permette di effettuare una stima di
quale sarà la spesa mensile e annuale per l’energia
elettrica e il gas
Segugio.it consente di comparare le tariffe di gas e
luce
Sos Tariffe permette di confrontare centinaia di tariffe
di servizi utilizzati quotidianamente, tra cui energia
elettrica e gas
Supermoney consente di confrontare le tariffe e visualizzare il possibile risparmio rispetto al servizio di
maggior tutela
Facile.it permette di scegliere in base alle proprie
abitudini di consumo, con la possibilità di richiedere
una consulenza dedicata gratuita
6sicuro è un comparatore che permette di confrontare
le tariffe di luce e gas. Per procedere basta selezionare
ambito territoriale di appartenenza e tipologia di tariffa
desiderata e iniziare la ricerca
spese «obbligate» per la
casa stanno registrando un’incidenza sempre più forte in termini
percentuali nei bilanci
e, di conseguenza, nei
consumi delle famiglie
italiane. Con le spese
per luce e gas che nel
periodo 2000-2015 hanno visto rispettivamente
un incremento del 63%
e del 44%.
Passare al mercato
libero. A partire da gennaio 2018 verrà abolito
il servizio di maggior
tutela (dove è l’Autorità
per l’energia elettrica e
il gas a stabilire modalità di fornitura e prezzi,
questi ultimi a cadenza
trimestrale). Nel frattempo
è già possibile passare al
mercato libero che consente
di scegliere in autonomia il
proprio fornitore. Con un risparmio che, secondo il comparatore Facile.it, si aggira
attorno ai 50 euro all’anno
per l’energia elettrica e sui
100 euro per il gas. Per chi
sceglie di cambiare fornitore,
l’Aeegsi ha comunicato che, a
partire dal prossimo 1° giugno, le procedure di passaggio
saranno molto più rapide (con
una riduzione delle tempistiche da un mese a tre settimane) e sicure per gli utenti in
quanto verranno gestite in
modo centralizzato. Di tutte
le operazioni si occuperà infatti il Sistema informativo
integrato, banca dati nazionale avviata dall’Autorità
per rendere più trasparente
ed efficiente lo scambio di informazioni tra gli operatori
del settore dell’energia elettrica, luce e gas. Nel momento
in cui si sceglie di affidarsi al
mercato libero occorre comunque fare attenzione ad
alcuni rischi. Si potrebbe per
esempio incappare in contratti sottoscritti senza il consenso consapevole dell’utente.
Per correre ai ripari, l’Aeeg
ha istituito lo Sportello per
il consumatore di energia
(contattabile al numero verde 800166654 oppure tramite il sito http://www.autorita.
energia.it/it/callcenter.htm)
che offre informazioni e assistenza. Prima di firmare un
contratto il consiglio è inoltre
di farsi chiarire quali sono i
termini per il diritto di ripensamento e di leggere con
attenzione le condizioni e le
clausole previste.
Risparmiare con i comparatori online. Per limitare
i costi, se si sceglie il mercato
libero, è possibile utilizzare i
portali di comparazione tra
le varie offerte per capire se
si sta spendendo troppo e individuare la tariffa più conveniente in base alle proprie
esigenze e al proprio profilo.
MyBest, per esempio, mette
a confronto servizi e prezzi
delle principali utilities e permette di effettuare una stima
di quale sarà la spesa mensile
e annuale per l’energia elettrica e il gas. Stessa possibilità è offerta da Segugio.it
che consente di comparare le tariffe di gas e luce.
Sos Tariffe permette di
confrontare centinaia di
tariffe di servizi utilizzati
quotidianamente, tra cui
energia elettrica e gas.
Supermoney consente di
confrontare le tariffe e
visualizzare il possibile
risparmio rispetto al servizio di maggior tutela,
mentre Facile.it permette di scegliere in base alle
proprie abitudini di consumo, con la possibilità
di richiedere una consulenza dedicata gratuita.
Anche 6sicuro è un comparatore che permette di
confrontare le tariffe di
luce e gas. Per procedere
basta selezionare ambito
territoriale di appartenenza e
tipologia di tariffa desiderata
e iniziare la ricerca.
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Lunedì 21 Dicembre 2015
Lavoro
L IN
in edicola
a con
co
Il settimanale delle
Opportunità professionali
SCELTI & PRESCELTI
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Nel 2016 retribuzioni
in crescita del 2,6%
Prosegue la crescita del porta a porta che aprirà il 2016
con oltre 22 mila nuove opportunità di occupazione
Per i lavoratori italiani, a tutti i
livelli, il 2016 sarà positivo sul
fronte retribuzioni: la busta paga
del prossimo anno sarà, infatti,
più pesante del 2,6% rispetto al
2015. È quanto emerge dall’Osservatorio Towers Watson sulle
politiche retributive 2015/2016,
indagine svolta su oltre 500
aziende, prevalentemente
medio-grandi, appartenenti a
tutti i principali settori industriali. I maggiori incrementi
salariali dovrebbero riguardare
chi lavora nei financial services
(+2,9%), grazie al miglioramento
dei conti da parte degli istituti
bancari dopo la lunga stagione
delle ristrutturazioni, e nel
comparto media e intrattenimento (+2,8%), uno dei più penalizzati negli ultimi anni.
Ilè dilavoro
casa
Cinquecento animatori
per la stagione estiva
Nell’ambito della rete Eures,
Animatur è alla ricerca di 500
animatori turistici da inserire in
villaggi e residenze turistiche in
Italia e all’estero. Sono richiesti
età minima di 18 anni, assolvimento dell’obbligo scolastico,
disponibilità a trasferimenti,
buona conoscenza della lingua
inglese e/o ottima conoscenza
della lingua francese. Il periodo di
lavoro va da aprile a settembre
2016 con disponibilità minima di
2 mesi (preferibile 3/6 mesi). I
selezionati saranno assunti con
contratto a tempo determinato con
inquadramento Enpals. Per
candidarsi: [email protected] e,
per conoscenza, a [email protected]
L’innovazione digitale
cambia il recruitment
Supplemento a cura
di FRANCA FLORIS
[email protected]
SU
Renata Tosi. Unire il dilettevole all’utile. Quello che sarà
possibile fare ai pensionati di
Riccione, pagati dal comune
per controllare i lavori pubblici in corso
Mariarosaria Rossi. Forza
Italia è in bolletta. E il tesoriere del partito fa partire la
procedura di licenziamento
collettivo per un’ottantina di
dipendenti
Ù
GI
C’è tempo fino al 30 gennaio per
candidare le proprie idee alla call
lanciata da Openjobmetis per i
migliori progetti di innovazione
digitale dedicati al mondo del
recruitment. La call si rivolge a
start-up già avviate (italiane e
straniere) attive nei seguenti
ambiti: job scouting, skills
aggregator, temporary job, staff
recruitment and selection, skills
ranking, job placement, predictive
analytic, endorsement platform,
tech assessment platform. Per
candidarsi alla call occorre
sottoporre il proprio progetto entro
il 30 gennaio ai seguenti link:
https://www.f6s.com/jobrecruitment-callforprojects/apply
(start-up), https://www.f6s.com/
openjobmetis/apply (idee in fase
progettuale).
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Lunedì 21 Dicembre 2015
L’ I N C H I E S T A
Tutte le occasioni di lavoro proposte dalle aziende associate a Univendita e Avedisco
Il porta a porta senza inciampi
Per gli aspiranti venditori oltre 22 mila opportunità
FRANCA FLORIS
DI
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V
oglia di fare e di migliorare la propria
condizione. E tanto
impegno. Sono pochi
ma irrinunciabili i requisiti
richiesti ai venditori porta
a porta che nel 2016 potranno sfruttare una delle
oltre 22mila opportunità di
lavoro offerte dalle aziende
operanti nelle vendite dirette. Un settore che anno dopo
anno continua a crescere, a
dispetto e forse grazie alla
crisi economica e alle diffi coltà del mercato del lavoro
tradizionale, e che chiuderà
il 2015 con un fatturato di
2,4 miliardi di euro.
«È un settore che va bene
perché è sano, fatto di aziende sane e serie, con elementi
qualitativi comuni», spiega
Ciro Sinatra, presidente di
Univendita le cui aziende il
prossimo anno avranno bisogno di 13.535 nuovi collaboratori per proseguire nel
loro trend di crescita (i primi
nove mesi del 2015 si sono
chiusi con un fatturato di
1 miliardo e 148 milioni di
euro, con un incremento del
7,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
«Le nostre aziende offrono
prodotti di qualità», continua, «e lo fanno con personale selezionato in maniera
rigorosa e adeguatamente
formato». È proprio la formazione uno dei punti di
forza delle vendite dirette,
«un diritto del venditore e
un dovere delle aziende»,
spiega Sinatra. «Abbiamo
un codice etico e una carta
dei valori rigorosissimi e da
entrambi emerge una fortissima attenzione nei confronti del cliente e del venditore.
È questo uno dei segreti del
nostro successo: facciamo la
vendita sostenibile, che per
noi vuol dire avere a cuore
sia il cliente, che è quello che
ci fa vivere, sia il venditore
che trattato con rispetto vende bene e in maniera seria,
facendo crescere l’azienda».
E che le aziende crescano
lo dimostrano anche i dati
sull’occupazione: nei primi nove mesi dell’anno, il
numero degli addetti alla
vendita delle aziende Univendita è cresciuto del 2,0%
rispetto allo stesso periodo
del 2014, attestandosi a oltre 132mila venditori. Un ulteriore incentivo, per Sinatra,
a intraprendere l’esperienza
di venditore a domicilio, «che
consente di avere relazioni
sociali in un ambito professionale (un social network
ante litteram) e soprattutto
perché dà molta autonomia ai
lavoratori che però non sono
mai abbandonati a loro stessi, perché alle spalle hanno
aziende forti e organizzate e
prodotti di qualità».
Ma cosa serve per diventare venditore a domicilio?
«Voglia di lavorare, di migliorare la propria condizione, una grande motivazione
a riuscire e tanto impegno».
Non ha dubbi Giovanni Paolino, presidente Avedisco, l’altra associazione di settore che
riunisce aziende in grado di
raggiungere oltre 418 milioni
di euro di fatturato nei primi
nove mesi del 2015, con un
miglioramento di 16,17 punti
percentuali rispetto all’anno
precedente. A dimostrazione
della preponderanza delle
motivazioni personali nella
scelta dei venditori, l’eterogeneità degli oltre 151.265
incaricati alla vendita delle
aziende associate Avedisco.
Le porte sono aperte senza
limiti di età, per i giovani alle
prime esperienze lavorative e
per i senior espulsi dal mercato del lavoro e che hanno voglia (o necessità) di rimettersi in gioco. E per le donne, la
maggioranza, che nelle vendite dirette trovano il giusto
mix tra lavoro e famiglia. Insomma, massima flessibilità
che consente sia di farne una
professione a tempo pieno
(circa il 25% degli incaricati
sono agenti di commercio),
sia di arrotondare le entrate
familiari. È solo questione di
tempo lavorato e impegno,
gli stessi che consentono di
crescere e progredire professionalmente. Ed ecco spiegati
per Paolino i motivi per scegliere questa professione: «Da
libertà, è meritocratica ed è
forse l’ultima possibilità data
alle persone per raggiungere
i propri obiettivi».
© Riproduzione riservata
Le opportunità di lavoro nelle aziende associate Univendita
Azienda
N. e tipo di personale ricercato
Area geografica
• 2.000 Incaricati alle vendite part-time Tutta Italia
e a tempo pieno
Avon Cosmetics • 2.000 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
AMC Italia
• 60 Operatori di vendita, che si occu- Tutta Italia
peranno della vendita dei prodotti a
catalogo al domicilio dei clienti
• 100 Promoter, che si occuperanno di
promuovere prodotto e servizio presso
potenziali clienti
CartOrange
• 200 Consulenti per Viaggiare® part-time Tutta Italia
e a tempo pieno
Conte Ottavio
• 100 Incaricati alle vendite
Piemonte, Lombardia,
Piccolomini
Emilia-Romagna,
Liguria, Toscana
Dalmesse Italia • 1.000 Incaricati alle vendite part-time Tutta Italia
e a tempo pieno
• 80 Capogruppo
• 30 Responsabili di zona
Fi.Ma.Stars
• 500 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
• 40 Capogruppo
Jafra Cosmetics • 1.000 Consulenti di bellezza
Tutta Italia
• 30 Capogruppo e agenti
Tutta Italia
Lux Italia
• 100 Incaricati alle vendite
• 10 Agenti territoriali
Nuove Idee
• 50 Incaricati alle vendite part-time e a Tutta Italia
tempo pieno
• 5 Responsabili di zona
Tupperware Italia • 1.500 Dimostratrici
Tutta Italia
• 180 Capogruppo
Vorwerk
• 2.500 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
Contempora
• 100 Team leader
Vorwerk
• 900 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
Folletto Sas
Witt Italia
• 1.000 Incaricati alle vendite part-time Tutta Italia
e a tempo pieno
• 50 Responsabili di zona
TOTALE
13.535 posizioni
--bofrost* Italia
Contatti
N. verde 800.011.046 Tel. 02.575481
Fax 02.8253293 [email protected]
N. verde 800.824.013 www.avon.it
[email protected]
[email protected]
Tel. 02.58321772 (int. 1) www.cartorange.com
Tel. 02.58018575 [email protected]
Tel. 0823.513028 www.dalmesseitalia.it
[email protected]
Tel. 0332.890221 www.imastars.it
[email protected]
N. verde 800.661.333 Tel. 0331.859757
[email protected]
N. verde 800.277.540 www.lux-italia.com
[email protected]
Tel. 035.592843
[email protected]
N. verde 800.821.053 Tel. 02.722271
N. verde 800.841.811 www.contempora.it
N. verde 800.014.457 www.folletto.it
N. verde 800.231.439 www.witt.it
[email protected]
---
098105098108105111103114
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Lunedì 21 Dicembre 2015
L’ I N C H I E S T A
45
Le opportunità di lavoro nelle aziende associate Avedisco
Figure
Area geografica Contattare
4Life Research Italy
Società
• 40 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
AGEL Italy
• 40 Incaricati alle vendita
Tutta Italia
Agenzia Formativa
DANTE ALIGHIERI
AKAR
• 35 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
• 35 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
• Posizioni per Incaricati alle vendite in Tutta Italia
aggiornamento, con molteplici opportunità
DolceVita - multilevel • 200 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
di My Way
• 25 Managers
Manufacturing
Nord
Eismann
• 100 Incaricati alle vendite
• 35 Commerciali con mansione di se- e Centro Italia
lezione, formazione e addestramento
sul campo
Evergreen Life
• 100 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
Products
Forever Living
• 1.200 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
products italy
Gioel
• 120 Specialisti alle vendite
Tutta Italia
• 20 Coordinatori di zona
GNLD Internatonal • 1.000 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
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Amway Italia
Grenzor Technologies • 10 Incaricati alle vendite per regione
Guy Demarle Italia
Herbalife Italia
House to House
Imperiale World
Services
IRINOX
IWM International
Water Machines
Linea di Fiorano Wellness research
- Finlinea
Linea Tielle
LR Health & Beauty
• 250 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
• Posizioni per Incaricati alle vendite in
aggiornamento, con molteplici opportunità
• 350 Incaricati alle Vendite
• 25 Capi gruppo/Managers per area in
esclusiva
• 35 Incaricati alle vendite
• 4 Responsabili di zona
• 215 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
NWG
PM-International
Italia
Star Dust Italia
Tutta Italia
Customer Service Tel. 02 904631
[email protected]
Tel. 041.5632601 n. verde 800.209083
N. Verde 800 218919
(lunedì - venerdì dalle 10,30 alle 14,30)
http://www.eismann.it/posizioni-aperte
Tel. 0432.503410 www.evergreenlife.it
Valentina Abate Tel 06. 88698231
[email protected]
Tel. 0461.950250 n. verde 800.243608
[email protected] www.gioel.com
Reparto Distributor Support
Francesco Paolo Bellisà
Tel. 06 65653320 - 06.656531
e mail: [email protected]
Tel. 049.9402333 [email protected]
Antonio Di Palma Tel. 800.082292
www.cookin-guydemarle.com
Member Services Tel. 06 523044.44
e mail: [email protected]
www.herbalife.it
Tel. 0422.774995 www.housetohouse.eu
[email protected]
Tutta Italia
Tel. 045 6767021 [email protected]
Tutta Italia
Tel. 0438.5844 o 0438.584223
[email protected]
Patrizia 02.6125405 int. 2 [email protected]
• 20 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
• 60 Incaricati alle Vendite
• 20 Responsabili Gruppo
• 12 Responsabili zona
• 30 Incaricati alle vendite
• 4 Capi area
• 3.000 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
Tutto il Nord
Tutta Italia
Meni Industria
• 1000 Incaricati alle vendite
- Zepter International
Montini
• 20 Incaricati alle vendite
• 2 Area manager
NHT Global Europe • 175 Incaricati alle vendite
PartyLite
Tutta Italia
N. verde 800.137003 www.4life.com/italy
[email protected].
Tel. 0322.243689 www.agel.com/it
[email protected]
Tel. 0425.591166
www.didatticagenzialighieri.it
Tel. 0823.460420 www.akarbenessere.it
Tutta Italia
Tutta Italia
Tutta Italia
Tel. 035.7177011 Cell.337.26.08.32
Roberto Legrenzi
www.lineadiiorano.it [email protected]
Luca Tenan
Tel. 049.9903466
Tel. 02.89629701 [email protected]
www.lrworld.com
http://it.zepter.com/it_IT/?m=610
Tel. 02.66093214/534 [email protected]
N. verde 800 511730
• 35 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
[email protected]
Uficio Relazioni con i distributori
n. verde 800.577122
Tel. 0574/815338 E mail: [email protected]
• 100 Incaricati alle Vendite
• 1 Sales Development coordinator
• 100 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
Tel. 02.36009747 www.partylite.it
Tutta Italia
• 200 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
Tel.0362.1791040 https://www.pm-international.com/registration/?TP=6060265
Mark Bohannon Tel. 06 2253275
[email protected]
continua a pag. 46
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46
Lunedì 21 Dicembre 2015
FORMAZIONE
Debutta Ergo Campus per formare i professionisti
Assicuratori 3.0
Corso università di Verona-Fiab
Mobilità ciclistica
Consulenti al passo con il digitale gestita da esperti
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U
n percorso all’avanguardia per rispondere a un mercato
sempre più digital. È
l’obiettivo di Ergo Campus, il
centro di formazione per Consulenti Assicurativi Personali, fondato a Milano da Ergo
Italia, compagnia assicurativa parte del Gruppo Ergo.
Il progetto mira a formare
e a immettere sul mercato
professionisti del risparmio
personale che sappiano operare con modelli organizzativi
snelli e adeguando in chiave
web normative e sistemi di
controllo.
Il settore assicurativo richiede, infatti, investimenti
significativi in tecnologia per
tenere il passo con il cambiamento del mercato, sempre
più votato all’online. Basti
pensare che il tempo medio
speso su Internet ogni giorno
in Italia è il più alto d’Europa
e tra i più alti del mondo: 4,7
ore tramite laptop/desktop
e di 2,2 ore tramite mobile.
Evidenze che portano anche
i mercati più tradizionali
come quelli assicurativi a
modificare i propri comportamenti. «Il nostro obiettivo», spiega Fabio Naccari,
Responsabile del progetto,
«è formare almeno 1.000
nuovi professionisti entro i
prossimi 3 anni per riscoprire un mondo, quello assicurativo, completamente mutato
nel corso degli ultimi anni e
sempre più votato al digitale.
Vogliamo creare assicuratori
3.0. Basta carta, basta orari
fissi, basta location codificate: il sistema di vendita oggi
richiesto dal mercato è smart
e al passo con i tempi».
Requisiti di base richiesti
per accedere al Campus, il
cui costo sarà interamente
sostenuto dalla Compagnia,
sono: laurea o diploma di
scuola media superiore, otti-
ma padronanza dei dispositivi informatici portatili, determinazione e propensione
ai rapporti interpersonali.
In particolare, il progetto si
rivolge a giovani al primo
incontro con la professione, mamme con il desiderio
di trovare una professione
che consenta loro di conciliare la vita lavorativa con
quella familiare, ma anche
commerciali esperti che desiderano mettere a frutto le
proprie capacità in un diverso ambito professionale,
quello del risparmio e della
protezione.
S
ono aperte le iscrizioni alla terza edizione
del corso Esperto promotore della mobilità ciclistica, organizzato dal
Dipartimento delle Scienze
neurologiche biomediche e
del movimento dell’Università degli Studi di Verona in
collaborazione con Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta. La mobilità ciclistica
si sta sempre più affermando
nelle abitudini e negli stili di
vita di molte persone, dall’uso
quotidiano casa-lavoro al tempo libero. Una sfida per migliorare la qualità dell’aria e
Talenti dell’Ict all’Academy Umana-Derga
Umana e Derga consulting alla ricerca di
giovani talenti dell’Ict. È partita infatti la
selezione di 20 giovani laureati in ingegneria gestionale, economia, economia e commercio o statistica a indirizzo aziendale da
avviare a un percorso formativo preassuntivo alla fine del quale dovranno essere in
grado di governare i principali strumenti di
base della piattaforma di sviluppo software
nelle architetture di riferimento ed essere
così inseriti professionalmente in azienda.
L’Academy Umana-Derga, che prenderà avvio a febbraio 2016, prevede un percorso
formativo di 240 ore sviluppato su aspetti
di natura tecnica con casi di studio di tipo
didattico, ma basati anche su problematiche reali. L’obiettivo è quello di introdurre
i partecipanti alla soluzione SAP ERP e di
fornire le informazioni necessarie per la conoscenza dei processi e delle funzionalità
incluse nella soluzione. I candidati all’Academy sono giovani laureati con buona conoscenza della lingua inglese. Costituisce
titolo preferenziale la conoscenza di una
seconda lingua straniera come per esempio
il tedesco. Per le selezioni e informazioni:
[email protected], specificando DERGA Academy sull’oggetto della mail.
la vivibilità dei centri urbani
e una risorsa preziosa per lo
sviluppo delle economie locali. La mobilità sostenibile è,
tuttavia, materia particolarmente complessa che richiede
professionalità e competenze
specifiche e fonte, allo stesso
tempo, di interessanti opportunità, anche in termini occupazionali. Da qui l’idea del
corso per formare professionisti ai quali affidare il compito
di coordinare e gestire i vari
attori pubblici e privati coinvolti nella mobilità ciclistica e
tutte le attività legate al suo
sviluppo: dai servizi per la bici
in città al cicloturismo, passando per la pianificazione
di sistemi e percorsi ciclabili,
l’intermodalità con il treno, la
sicurezza stradale ma anche
la promozione di stili di vita
più attivi. Gli sbocchi professionali spaziano da attività
imprenditoriali nell’ambito
della pianificazione e progettazione delle infrastrutture,
dell’offerta di servizi per la
bici, del marketing e comunicazione fino ad attività sociali
e di sviluppo territoriale non
profit.
Le iscrizioni devono essere
effettuate entro il 15/02/2016.
Per info: tel. 045 8425120
http://www.dsnm.univr.it.
Le opportunità di lavoro nelle aziende associate Avedisco
Avedis
segue da pag. 45
Società
Figure
Area geografica Contattare
• 50 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
Solo Nord Italia
The Juice PLUS+
® Company
• 30 Incaricati alle vendite
• 3 Coordinatori di zona
• 50 Incaricati alle vendite
• (Franchise Partner)
Vivigas
• 30 Incaricati alle vendite
SYNERGY
WORLDWIDE Italy
Tapparello & Group
Wool Service
Xango Italy
Xenia
Yanbal Italia
Tutta Italia
N. verde 800.931502
http://www.synergyworldwide.com
Tel. 0424 473070
www.tapparelloegroup.it
Franchise Support Tel.06.45200152
[email protected]
www.juiceplus.com
http://www.vivigas.it/Chi-siamo/Lavora-connoi/
[email protected]
Luca Fornasier Tel. 0422.911221
www.woolservice.it/
[email protected]
Piemonte, Lombardia, Veneto,
Lazio, Umbria
• 50 Incaricati alle vendite
Incaricati e capi
area solo per le
• 10 Capi area
• Concessionari in esclusiva franchising Tre Venezie. Per le
altre zone d’Italia
concessionari in
esclusiva franchising
• 50 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
www.xango.it Tel. 02.49461015
N. verde 800.873689
• 50 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
[email protected]
Alessia Mazzoleni Tel. 035.4376199
• 60 Incaricati alle vendite
Centronord Italia Yanbal Italia Tel. 02.39669308
www.yanbal.com
Candidati soci
Lifeplus italia
TOTALE
50 Incaricati alle vendite
Tutta Italia
N. verde 800.906.511
http://www.lifeplus.com
9.051
098105098108105111103114
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Lunedì 21 Dicembre 201
2015
PERCORSI
47
Opportunità di alto livello nel mondo dell’It grazie alle applicazioni per le risorse umane
Il personale gestito in digitale
Le aziende a caccia di esperti dei sistemi informatici
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DI
Pagina a cura
ROBERT HASSAN
Aziende innovative,
potenziale enorme
N
onostante i problemi inerenti al mercato del lavoro, non
mancano, tuttavia,
opportunità di alto livello nel
mondo dell’information technology: buone, per esempio, le
prospettive per quei ruoli che
gestiscono gli strumenti informatici, incaricati ad assicurare
la realizzazione e il controllo di
tutti i sistemi tecnologici nel
campo delle human research.
È un profilo che non richiede
un’esperienza precedente nelle risorse umane, ma necessita
delle qualità di capo progetto
che vengono spesso sviluppate in uno studio di consulenza
informatica nell’ambito delle
risorse umane. Inoltre, è necessario un percorso accademico
di almeno 5 anni, per esempio
la facoltà di Economia e Commercio o d’Ingegneria. Per lungo tempo limitate alla parte
delle paghe, le soluzioni informatiche attuali specifiche per
le risorse umane si sono arricchite di numerosi moduli che
permettono di gestire l’intera
funzione, ad esempio i moduli
di selezione, formazione, sviluppo ecc. È una figura che può
progredire verso una posizione
di responsabile risorse umane
oppure diventare manager in
uno studio di consulenza sui sistemi informatici. La sua retribuzione lorda annua, dopo 3-5
anni di esperienza, mediamente è di 35 mila/40 mila euro;
dopo 5-10 anni è di 40 mila/50
mila euro; oltre i dieci anni è
tra i 60 mila e 70 mila euro. Si
può aggiungere generalmente
una quota variabile fino al 20%
dello stipendio fisso. La sua
retribuzione dipende anche
dall’organico gestito, dal suo
perimetro d’intervento e dal
fatturato realizzato dalla società. È essenzialmente un ruolo
alle dipendenze del responsabile informatico o dell’amministrazione delle risorse umane.
«Il lavoro di questo professionista avviene principalmente
grazie all’utilizzo dei moderni
Hrms che integrano alle funzioni dei sistemi tradizionali
nuovi strumenti volti esplicitamente ad assistere i responsabili del personale nei processi
decisionali, dei quali la figura
deve essere in grado di gestirne l’implementazione», spiega
Cosimo Sansalone, responsabile dell’area information &
communication technology di
Openjobmetis, agenzia per il
lavoro. «Poiché la caratteristica
saliente di un sistema Hrms è
la possibilità di essere adattato
agli specifici processi e filosofia/metodologia dell’azienda,
nel contesto human research
si ha la possibilità di aggiornare ed evolvere nel tempo l’applicazione gestionale in base
a requirement ad hoc, potendo essere così uno strumento
all’avanguardia in grado di fornire al management un valido
supporto decisionale», conclude
Cosimo Sansalone.
Tra le altre figure richieste
nel panorama dell’Information
Technology rientrano: lo sviluppatore J2ee, il sharepoint
developer, il security system
administrator. Il primo è un
programmatore con competenze e conoscenze specifiche
legate a Java 2 Enterprise
Edition che è una piattaforma
talmente complessa da avere
oggi un impiego piuttosto limitato. In situazioni di implementazione, solitamente, la
piattaforma viene sviluppata
solo in parte: ciò rende l’idea
della sua estrema complessità.
Il sharepoint developer invece
è uno sviluppatore di sistemi di
content management (Cms). Il
sistema, in molti casi, funziona
da intranet aziendale, dove è
possibile archiviare, consultare, lavorare i contenuti. Il
sistema trova applicazione,
ad esempio, nel mondo media
legato ai quotidiani. La diffi-
coltà del sistema sta nella sua
architettura: più è complessa,
maggiore è la richiesta di affidarsi a un bravo developer.
Infine, il security system administrator è il guardiano del
sistema informatico, ovvero colui che lo protegge da attacchi
esterni.
Per farlo lavora su due livelli,
hardware e software, e si serve
di strumenti che funzionano da
armi di protezione, come codici
cifrati, codici di sicurezza ecc.
Il suo lavoro è strategico perché assicura la sicurezza dei
dati trasmessi in entrata e in
uscita.
L’informatica, ancora per
molti anni, dunque, rappresenterà un mercato del lavoro appetibile e in espansione,
una prospettiva per giovani
laureati desiderosi di applicare le conoscenze acquisite,
nel campo delle tecnologie
di Easy-Intelligence e EasyMining. Ingegneri, statistici,
ma anche laureati in scienze
umanistiche avranno buone
prospettive di impiego.
Secondo un’analisi di Openjobmetis, la crescita dei
posti di lavoro si concentrerà sempre di più nell’area
chiave dell’information & communication technology. E il potenziale qui risulta enorme, basti pensare
che le aziende Ict attive a fine anno 2014 erano circa
122 mila, nelle quali trovano occupazione stabilmente
circa 540 mila addetti (somma di contratti regolari e
atipici). A sottolineare l’importanza di questo dato ci
aiuta il pil, visto che il peso di queste aziende impatta
per circa il 6,5%. Un ulteriore aspetto positivo è dato
dalla stabilità degli occupati, in quanto la differenza
tra assunzioni e cessazioni è a segno più, a differenza di
altri settori dove da anni oramai è sempre in negativo
(fonte: dati Assinform). Il punto è che oggi non esiste settore di mercato che non sia sulla rete: turismo,
proposte culturali, servizi e prodotti di ogni tipo si
acquistano online. Anche le piccole-medie imprese dei
settori più tradizionali, come quello meccanico, hanno
compreso l’importanza di essere presenti nello spazio
virtuale, per farsi rintracciare da potenziali clienti e
mostrare la loro offerta.
«Le aziende innovative sono generalmente realtà
snelle: Whatsapp quando è stata venduta aveva una
cinquantina di dipendenti per gestire 450milioni di
utenti», afferma Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis. «Il valore di queste aziende
sta nella capacità straordinaria di immaginare nuove
figure professionali per poi crearle davvero. Studi accademici hanno dimostrato che per ogni nuovo posto
di lavoro ad alto contenuto tecnologico se ne producono indirettamente altri cinque, con un interessante effetto moltiplicatore. Sul tema dell’innovazione,
l’America continua a dettare le tendenze: quello che
si muove in Silicon Valley, lo vedremo tra quattro anni
anche in Italia. Per questo la nostra agenzia per il lavoro ha deciso di andare in avanscoperta a conoscere
le nuove frontiere delle aziende innovative, sostenendo il progetto della fondazione Mind the Bridge,
SEC2SV - Startup Europe Comes To Silicon Valley –
che in questi giorni porta le migliori scale up europee
nella valle dell’innovazione, dove possono incontrare
potenziali investitori e crescere», aggiunge Rosario
Rasizza.
«Il digitale non è un nuovo settore, ma un nuovo
modo di fare le cose che contamina tutti i settori
e tutte le professioni», commenta Alberto Onetti,
responsabile di Startup Europe Partnership. «Il che
significa che tutte le imprese, anche quelle che lavorano in ambiti più tradizionali e lontani dalle nuove
tecnologie, dovranno cambiare il loro modo di lavorare e di fare le cose», conclude Onetti.
STRATEGIE DI LAVORO
Manager si nasce e si diventa
Sto per laurearmi e mi chiedo quali
siano le caratteristiche necessarie per
intraprendere una carriera manageriale.
Piero, Trieste
Una persona la cui ambizione è il
ricoprire tale posizione dovrà possedere alcune caratteristiche indispensabili che non sono determinate necessariamente dal percorso di studi
intrapreso.
Prima tra tutte, vi sarà la capacità di
cogliere velocemente le opportunità
che un contesto professionale potrà
offrire, unitamente a una predisposizione a raccogliere e a organizzare
le informazioni e gli elementi di crescita e sviluppo.
Tali abilità, naturalmente, potranno
affinarsi con il tempo e con l’espe-
rienza, ma, nei manager di successo,
fanno spesso parte del bagaglio personale degli individui.
Anche la propensione al rischio appartiene alla personalità manageriale, così come l’ambizione e la volontà
ferrea, nonché la disponibilità nei
confronti delle richieste del proprio
ambiente di studio e lavorativo.
Un buon manager dovrà imparare,
da subito, a costruirsi un solido network di relazioni sia durante il percorso universitario, che nella carriera
professionale, in modo da garantire
l’intrecciarsi continuo di contributi
reciproci rispetto agli obiettivi che
si intendano raggiungere.
Le mire individuali dovranno, il
più possibile, coincidere con quelle
dell’azienda e il manager dovrà saper trarre i massimi vantaggi dagli
impegni e dagli incontri di lavoro.
L’assunzione di responsabilità rappresenta un ulteriore capitolo importante nella storia di un manager: la
fiducia riposta in una simile figura e
gli incarichi delicati che le verranno
affidati condurranno, per contraltare, ad una convivenza quasi costante
con condizioni di stress da gestire e
risolvere quotidianamente.
Sul piano della formazione, una ricetta vincente consiste nel laurearsi
in giovane età, possibilmente con il
massimo dei voti, in discipline sociali o economiche e nello svolgere
tirocini mirati presso aziende che
consentano di ricoprire una delle
posizioni per le quali si ritenga di
essere preparati.
Angelo Boccato
[email protected]
098105098108105111103114
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48
Lunedì 21 Dicembre 2015
AZIENDE
Il piano strategico del gruppo per il prossimo triennio punta sui giovani
Nuove energie per Enel
Fino al 2019 sono previsti 2 mila inserimenti
Pagina a cura
LAURA ROTA
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DI
T
ra il 2016 e il 2019
Enel prevede 9.200
prepensionamenti
(14%) a livello globale
e 4.500 assunzioni. In Italia
i prepensionamenti
saranno 6 mila e gli
inserimenti 2 mila.
È quanto risulta dal
piano strategico che
Francesco Starace,
ad e dg di Enel, ha
presentato a Londra. I nuovi posti di
lavoro del triennio
hanno lo scopo, a
fronte della razionalizzazione numerica del
personale contemplata dal
piano strategico, di introdurre energie fresche, per dare
impulso allo sviluppo futuro,
incentrato sulle nuove tecnologie e le energie alternative. Quindi, i profili ricercati
avranno soprattutto una formazione tecnico-scientifica e
ingegneristica e competenze
qualificate nei settori di provenienza, maturate in Italia o
all’estero e ci saranno opportunità di stage per i neolaureati. I candidati ideali sono
motivati a farsi carico delle
responsabilità affidate e a gestire contesti complessi, sono
flessibili e aperti ad una cultura multinazionale. In una
realtà sempre più orientata
a misurarsi con mercati internazionali, è apprezzata e
valorizzata la conoscenza delle lingue straniere, in particolare dell’inglese. Chi lavora
in Enel è inserito in un percorso di formazione continua
e di respiro internazionale.
Riconoscere e premiare impegno e merito sono attenzioni
costanti dell’azienda, il cui
obiettivo è Zero Infortuni sul
lavoro. Promuovere la meritocrazia, valorizzare il talento,
sviluppare la cultura dell’integrazione in una società in
continua evoluzione. Un nuovo tipo di multinazionale, che
fonde tante culture in un’unica, che è quella del progresso,
del vantaggio reciproco, dello scambio
attivo con il contesto
sociale, della crescita dei risultati, del
rispetto dei colleghi
e che crea un clima
lavorativo gradevole. Tra le figure
ricercate per l’unità
digital communications, che devono
avere flessibilità, dialettica,
attitudine al team working e
al problem solving, capacità
relazionali, di analisi e sintesi
di tematiche aziendali anche
complesse, impegno e determinazione nel perseguimento
degli obiettivi assegnati, data
analyst con laurea specialistica in matematica, statistica,
comunicazione o marketing;
per la divisione holding, specialista mobile strategist e
content strategist/information architect, laureati in
comunicazione o marketing.
La divisione global trading è
alla ricerca di profili junior
dinamici e intraprendenti
con laurea di II livello in
giurisprudenza. Per la divisione global generation
la società seleziona brillanti neolaureati in ingegneria industriale o economia
aziendale. L’azienda, capace
di attrarre i migliori talenti
sul mercato, offre ai giovani l’opportunità di crescere
in un ambiente stimolante,
dove affrontare le sfide cruciali della nostra epoca. «Il
settore delle utilities», spiega Starace, «sta vivendo una
trasformazione molto rapida e la flessibilità insita nel
modello di business di Enel
ci permette di rispondere
con altrettanta rapidità a
questi cambiamenti, accelerando la realizzazione della
nostra strategia». Gli interessati possono candidarsi
al sito www.enel.it, carriere,
aggiornato con le posizioni
aperte.
Cinquanta opportunità
in casa Pirelli
Prysmian group cerca
40 ingegneri e tecnici
Pirelli cerca 19 posizioni permanent in differenti
famiglie professionali: fi nance, It e hr e 31 fi gure
da inserire in stage. I giovani possono raggiungere
i propri obiettivi professionali entrando a far parte di un’azienda globale che opera in 160 paesi, 4
continenti, con 21 stabilimenti nel mondo e 38 mila
dipendenti. Altre aree in cui sono aperte le selezioni sono R&D, quality, marketing, supply chain,
administration & control, industrial, environment &
safety. Le lauree maggiormente richieste sono ingegneria meccanica, gestionale, dei materiali, chimica,
industriale, seguita da economia, giurisprudenza e
psicologia, oltre a un’ottima conoscenza dell’inglese
e, eventualmente, della lingua tedesca, del pacchetto
Office, specialmente di excel, predisposizione per il
team work, proattività, flessibilità e capacità relazionali. Pirelli considera la formazione del suo staff una
Prysmian Group, tra i primi del mondo nel settore dei
sistemi in cavo per l’energia e le telecomunicazioni, dà
il via al programma di recruiting Make it, rivolto a 40
ingegneri e tecnici con esperienza in ambito industriale.
Si ricercano ingegneri di processo, di manutenzione,
di progettazione e della qualità, nonché figure tecni-
risorsa fondamentale per il successo e la competitività. Per creare e offrire un processo di apprendimento
e crescita permanente ha ideato Training@Pirelli,
una struttura di formazione globale volta a garantire
l’uniformità del modello educativo, dei messaggi, dei
contenuti e delle esperienze proposti ai dipendenti
di tutto il mondo. Inoltre, l’azienda dedica particolare attenzione alla mobilità internazionale, di valore
strategico come strumento di sviluppo professionale
e crescita al proprio interno: circa metà del management ha vissuto nel corso della propria carriera
una o più esperienze all’estero. Pirelli collabora con
i principali atenei e organizza appuntamenti in Italia
rivolti a studenti universitari e neolaureati: un’occasione per conoscersi. Per presentare la propria candidatura è necessario collegarsi al sito www.pirelli.
com, sezione carriera, lavora con noi, costantemente
aggiornata.
che specializzate che vadano a coprire ruoli chiave per
l’area manufacturing all’interno di uno dei centri di
eccellenza dell’azienda nel mondo. I profili richiesti
sono laureati in ingegneria o equivalente, con un’esperienza di 3/5 anni, padronanza dell’inglese e doti di leadership. Il gruppo mira a individuare e valorizzare i
migliori talenti del settore manifatturiero. Attraverso
un percorso professionale di quattro anni, Make it offre
un programma di alta formazione attraverso la partecipazione alla Prysmian Group Academy, che punterà
a sviluppare ulteriormente le competenze essenziali
per la carriera dei candidati. Il programma includerà
due settimane di formazione nella sede di Milano e
due nella nuova Manufacturing Academy di Mudanya
(Turchia), polo specialistico che verrà inaugurato nel
gennaio 2016 in uno degli stabilimenti del gruppo. Il
successo di Prysmian è legato alla qualità e alle competenze delle proprie risorse; l’apprendimento costante,
il training e la possibilità di una reale crescita professionale sono gli elementi chiave che stanno alla base
della filosofia aziendale. «Make it», dichiara Fabrizio
Rutschmann, direttore hr e organizzazione di Prysmian
Group, «segue un’altra recente iniziativa, Build the Future, il programma di placement rivolto ai neolaureati.
Questo dimostra quanto Prysmian creda fortemente
nel valore del capitale umano e nell’importanza degli
investimenti sui giovani». Info e candidature a Make it
su www.prysmiangroup.com, people & careers.
NEWS
Iperceramica, catena
di negozi per vendita di
pavimenti, rivestimenti,
sanitari e arredi per la
casa e il bagno, cerca
addetti alle vendite diplomati, tra i 22 e i 29
anni, attitudini commerciali e un po’ di esperienza.
Dopo un contratto di 3
mesi, i prescelti saranno
assunti con un contratto
di apprendistato di due
anni, al termine del quale
è prevista l’assunzione
a tempo indeterminato. Candidarsi a www.
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Kocca, settore abbigliamento, seleziona uno
store manager esperto,
con capacità manageriali
e di leadership e flessibilità oraria, addetti alla vendita diplomati, con esperienza almeno biennale
per Portogruaro (Ve) e un
visual merchandising
con 5 anni di esperienza,
senso estetico, capacità di
problem solving, dinamicità per la Campania, con
conoscenza dell’inglese,
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lavora con noi.
Sicilia Outlet Village
di Agira (Enna), con
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store manager e vice
store manager, laureati
o diplomati, addetti alle
vendite e magazzinieri,
in possesso di diploma, tutti con conoscenza
di almeno una lingua
straniera tra inglese,
francese, spagnolo e tedesco, attitudine alla
crescita professionale
e un po’ d’esperienza.
Curriculum al sito www.
siciliaoutletvillage.it/
it/, lavora con noi.
Red Bull, marchio di
energy drink, cerca, per la
sede di Milano, un social
media manager esperto,
laureato in comunicazione e marketing, con
ottima conoscenza di inglese, tecnologie digitali,
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profili social, un executive producer e un brand
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I L P R O F E S S I O N I STA
Lunedì 21 Dicembre 201
2015
49
Lorenzo Benanti, alla guida del Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati fino al 2017
Un futuro che guarda alla terra
Un compito a cui nessuno può sottrarsi è quello di indicare ai giovani
la via più giusta da seguire per curare al meglio ciò che gli sarà lasciato
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DI
BEATRICE MIGLIORINI
R
ecuperare i valori della campagna
e trasmetterli alle generazioni
future per fare in modo che non
corrano il rischio di andare persi.
Forse è proprio questa una delle sfide più
importanti che i giovani sono chiamati a
raccogliere in un’epoca in cui la velocità è
prioritaria e la pazienza è virtù di pochi.
Non si affrontano, però, le sfide senza una
adeguata preparazione. Ed ecco, quindi,
che è necessario affidarsi a mani esperte e
lasciarsi guidare da chi alla natura ha dedicato gran parte della vita. Come nel caso
di Lorenzo Benanti classe 1958, Torinese nell’anima, sposato, padre di famiglia,
perito agrario dalla fine degli anni 70 e
presidente dal 2012 del Collegio nazionale
dei periti agrari e dei periti agrari laureati. Una passione, quella per la natura
e la terra, iniziata da ragazzo e coltivata
negli anni con la decisione di intraprendere gli studi da perito agrario prima e con
la dedizione alla professione successivamente. Una attività che fin dalle origini,
dopo un’esperienza in Confagricoltura, lo
ha visto in prima linea «per il sostegno alle
aziende agricole e zootecniche che, negli
anni, sono diventate le tematiche principali a cui è dedicato il lavoro dello studio.
L’impresa agricola, infatti», ha raccontato
a ItaliaOggi Sette Benanti, «è una realtà
che ha mille volti e va saputa gestire
in ogni suo aspetto, dalla contabilità,
agli investimenti alla cura dei beni».
Ma, con l’andare del tempo, il numero uno dei periti agrari ha coltivato
anche un’altra grande passione divenuta
oggetto di lavoro: la progettazione e cura
del verde. «Un’attività che negli anni mi
ha dato grande soddisfazione e che mi ha
portato, nel 1996, ad essere nominato coordinatore del gruppo di lavoro, formato
da periti agrari, del progetto di censimento delle alberate della città di Torino. Il
lavoro che siamo riusciti a completare»,
ha raccontato Benanti, «ha permesso la
creazione del catasto delle alberate. Un
qualcosa che, da allora, è divenuto importante e strategico per tutte le città italiane dove l’attenzione al verde è sempre
maggiore. Questo lavoro ha costituito,
tra l’altro il presupposto al quale più o
meno consciamente si rifà la legge 10 del
2013 sul censimento degli alberi monumentali». Ma nel percorso di Benanti, un
ruolo importante lo ha rivestito e riveste
tutt’ora la categoria. «Vivendo del mio lavoro come molti altri professionisti non
possono non essere legato alla categoria»,
ha sottolineato Benanti, «ecco perché fin
da quando ne ho avuto la possibilità mi
sono dedicato a lavorare al meglio per
essa. Un’attività che si è ben conciliata
con la mia convinzione che lavorando insieme e grazie al confronto con gli altri le
soluzioni possibili aumentano e, spesso,
sono anche le migliori». Ed ecco che uno
dei prossimi obiettivi per i colleghi è quello di provare a lavorare al meglio per la
riorganizzazione territoriale dei collegi.
«Dobbiamo trovare il modo giusto», ha
raccontato Benanti, «affinché ogni realtà
territoriale sia ottimizzata quanto più
possibile. È necessario, infatti, che i nostri
sforzi come categoria siano concentrati
sul futuro delle giovani generazioni e, uno
dei primi passi, è quello di essere presenti
sul territorio in modo efficiente». Ma l’avventura della presidenza del Collegio dei
periti agrari e dei periti agrari laureati
non durerà all’infinito ed ecco che, nella
mente di Benanti, di certo non mancano
i progetti futuri. E se a livello professionale l’attenzione sarà tutta concentrata
sull’implementazione di un progetto
volto a mettere in collegamento e a
creare quante più possibili sinergie
tra professionisti di diverse discipline, a livello personale la priorità è
chiara: viaggiare. E in cima alla
lista, per un amante della
natura, non potevano non
esserci che Australia e
Nuova Zelanda. Un
viaggio non di sola andata ma con un ritorno
ben preciso, perché come
scriveva Cesare Pavese,
«un paese vuol dire anche
che nelle piante e nella terra c’è
qualcosa di tuo che anche non ci sei
resta lì ad aspettarti».
Chi è Lorenzo Benanti
• Legato alla sua terra, cultore della natura in tutte le sue forme, il camminare in montagna è qualcosa di catartico
• Preso sempre da mille impegni, aspetta il 2017 per realizzare il sogno di visitare Australia e Nuova Zelanda
•Affezionato ai cantautori italiani degli anni 70 e 80, una menzione d’onore la merita Giorgio Gaber
• Col formaggio ha un rapporto quasi morboso, e quando si tratta di Castelmagno il palato si commuove
• Amante del teatro, è abbonato allo Stabile di Torino. Tra i suoi autori preferiti spicca Luigi Pirandello
NOME
Lorenzo Benanti
NATO A
Torino
IL
10 aprile 1958
PROFESSIONE
Diplomato perito agrario
alla ine degli anni 70,
inizia subito a lavorare in Confagricoltura seguendo da vicino le aziende agricole.
Decide, nel 1985, di intraprendere la
libera professione. È attualmente titolare
di uno studio professionale associato
all’interno del quale sono affrontate tutte
le tematiche relative al mondo dell’agricoltura. Si occupa, inoltre, di progettazione del verde. Entrato in contatto con le
problematiche della categoria
in dall’iscrizione al Collegio
dei periti agrari di Torino nel
1981, negli anni collabora alla
creazione del coordinamento dei Periti agrari del Piemonte. Entra a far parte
del Collegio nazionale nel 1996 e diviene
presidente nel 2012
Resterà in carica ino al 2017.
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50
Lunedì 21 Dicembre 2015
P RO F E S S I O N I S T I I N C R E S C I TA
Schiavuta direttore vendite di Valtur
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Dell’Acqua nuovo a.d. di Odissea srl
M a s s i m o
Dell’Acqua lascia
l’incarico di direttore generale
di Kiko ricoperto
per 11 anni, per
assumere il ruolo
di amministratore delegato e direttore generale
di Odissea srl,
holding di Percassi dedicata
alla gestione dei
brand e al retail
development.
Dell’Acqua, milanese, 46 anni, in
Percassi dal 2004, vanta un’esperienza ventennale nel settore re-
Marco Gay entra
in Digital Magics
Marco Gay, tramite la propria società controllata WebWorking S.r.l.,
entra in qualità di socio in Digital
Magics. Gay contribuirà a rafforzare la leadership dell’incubatore,
dando ulteriore impulso ai progetti
della più importante piattaforma
nazionale di innovazione per il Digital made Italy – che assieme a Talent Garden e Tamburi Investment
Partners ha l’obiettivo di sviluppare oltre 100 startup nei prossimi
due anni, attraverso l’apertura di
50 nuovi campus di co-working, favorendo anche l’ingresso di nuovi
investitori. In particolar modo Gay
tail, nell’ambito
del quale ha ricoperto posizioni di
senior management. Nella sua
nuova veste Massimo Dell’Acqua
avrà il compito
di occuparsi dello
sviluppo dei marchi condotti in
franchising - quali Gucci, Polo Ralph Lauren, Nike,
Ferrari, Victoria’s
Secret - nonché di
nuove iniziative attualmente allo
studio con partner internazionali
in altri settori.
ta prosegue il suo
percorso professionale nel mondo del turismo
per contribuire
ad ampliare il
business di Valtur. Schiavuta si
occuperà, infatti, dello sviluppo
commerciale per
il mercato nazionale e lavorerà
insieme a Nikola
Ljuljdjuraj, direttore commerciale
Estero, e a Giorgio Lotti, responsabile del coordinamento commerciale Valtur.
Manuel Schiavuta, 53 anni, è
il nuovo direttore vendite per
l’Italia di Valtur.
Schiavuta ha maturato una consolidata esperienza
in ambito Sales &
Marketing e business development
presso prestigiose multinazionali operanti nel
settore Leisure.
Dopo importanti
esperienze come direttore vendite
prima in Costa Crociere e in Royal
Caribben Italia, Manuel Schiavu-
seguirà lo sviluppo dei programmi
di Open Innovation. Marco Gay
vanta oltre 15 anni di esperienza
imprenditoriale nel settore digitale e dell’innovazione. Ha iniziato
la sua carriera nell’azienda di famiglia Proma – società del settore
metalmeccanico ceduta alla SaintGobain Abrasivi – ed è proseguita
con iniziative da «startupper»: ha
creato e sviluppato nuove aziende,
spaziando sulle frontiere dell’innovazione nella comunicazione e nel
multimedia (socio fondatore e amministratore unico di WebWorking,
che si occupa di progetti internet
con una particolare attenzione alle
pmi), nella pubblicità e nei progetti digitali (con Ottovolante, rivolta al settore farmaceutico; è stato
ceo dell’agenzia pubblicitaria Gsw
WorldWide Italy). È co-fondatore
di AD2014, start-up innovativa
che opera nell’Internet of Things,
e di Torino1884 nel settore del
food&beverage con una focalizzazione su prodotti che appartengono
alla tradizione e alla storia locale
e nazionale. Marco Gay è dal 2014
anche presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria e vicepresidente di Confindustria.
Federica Belotti nominata
a.d. di Seven
Seven, Società Fiduciaria nata
nel 2008 con la mission di offrire ai clienti assistenza fiscale,
normativa e amministrativa e,
e
soprattutto, attività di sostituto
d’imposta, rinnova i vertici con
l’ingresso di Federica Belotti in
qualità di amministratore delegato. Federica Belotti, classe 1979 e
laureata in Economia e commercio presso l’Università degli Studi di Bergamo con un Master in
Business Strategy & Competitive
Technologies e uno in Mediatori
professionisti, è iscritta all’Ordine
dei dottori commercialisti e degli
esperti contabili di Bergamo e
svolge il ruolo di soggetto incaricato del Centro Assistenza Fiscale nazionale dei Dottori commercialisti ed esperti contabili. Ha
esercitato la libera professione
in qualità di dottore commercia-
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concorrenza, spesso vincendola, alle grandi banche nazionali e ai guru del settore,
usando una formula semplice: ritorno al modello tradizionale
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sta catalizzando l’attenzione dei grandi gruppi mondiali, dei banchieri d’affari,
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lista e di revisore dei conti presso importanti studi associati, per
svariate società ed Enti locali.
Ha, inoltre, collaborato con una
management company indipen-
dente occupandosi di consulenza
contabile, dell’attività di supporto
nella predisposizione di bilanci di
esercizio e di assistenza in materia di operazioni societarie.
Paolo Onelli nominato
segretario generale
del Ministero del lavoro
Paolo Onelli è il nuovo segretario
generale del Ministero del lavoro e
delle politiche sociali. Nato a Roma
nel 1963, sposato, due figlie, Onelli
dal 2013 è il direttore generale della Tutela delle condizioni di lavoro e delle Relazioni industriali del
Ministero del lavoro e delle politiche sociali e svolge funzioni di coordinamento nell’attuazione della
normativa in materia lavoristica
e in materia di salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro. Conduce i tavoli di negoziato nelle controversie
collettive di lavoro di rilevanza nazionale. Presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è stato
anche responsabile dell’Organismo
indipendente di valutazione della
performance (Oiv) nel 2010 e capo
dell’Ufficio legislativo nel 2006.
Nel corso della sua esperienza lavorativa istituzionale si è occupato
sia di politiche del lavoro che di
politiche sociali. In quest’ultimo
ambito, nel 2007 ha ricoperto l’incarico di capo del Dipartimento per
le politiche della famiglia della presidenza del consiglio dei ministri e
nel 2001 è stato direttore generale
51
Gestione risorse Umane. A staff del
direttore Risorse umane e organizzazione la gestione Compliance e
quella degli Affari generali e logistica. Alessandro Rusciano, classe ’71, con una lunga esperienza
nella gestione delle risorse umane
del Gruppo Terna Spa, è arrivato in
Anas nell’ottobre 2015 come assistente del presidente. Laureato in
Giurisprudenza ha iniziato nel settore HR alla fine degli anni 90 per
grandi aziende come Fiat e Merloni. È stato, infine, il responsabile
delle Risorse umane di Terna Rete
Italia spa dal 2012 al 2015.
Giannino cresce in Sea Life Roma
Merlin Entertainments, leader
internazionale
dell’intrattenimento per la famiglia e primo
operatore di attrazioni turistiche
in Europa, annuncia la nomina di
Silvio Giannino a
General Manager
del Sea Life Roma
Aquarium. Si occuperà di sovrintendere tutte le
operazioni quotidiane all’interno
dell’Acquario, selezionare e guidare il team operativo, coordinare e
Lunedì 21 Dicembre 2015
Lu
gestire il settore
vendite. Entrato
a far parte della famiglia Merlin nel 2008, il
42enne milanese
ha ricoperto nel
corso degli ultimi
sei anni diversi
ruoli operativi e
di responsabilità:
da operation manager presso l’Ex
Gardaland Water
Park di Milano a
general manager
del Gardaland Sea Life Aquarium
fino alla poltrona di head of food
beverage per Gardaland Resort.
Aldo Rimondo nominato
managing director di Achab
per la famiglia, i minori e le politiche sociali del Dipartimento per
gli affari sociali della presidenza
del consiglio dei ministri. Inoltre,
è stato vice capo di Gabinetto del
ministro per la solidarietà sociale
dal 1998 al 2001.
Alessandro Rusciano guida
le Risorse umane di Anas
Alessandro Rusciano è il nuovo
direttore Risorse umane e organizzazione di Anas spa. Rusciano
si occuperà di una direzione profondamente rinnovata e articolata
in tre aree, dedicate al coordinamento delle Relazioni industriali,
sviluppo organizzativo e processi,
Achab, distributore italiano specializzato nello scouting e nell’introduzione in Italia di soluzioni IT
innovative, annuncia la nomina di
Aldo Rimondo a managing director con responsabilità di coordinamento dei team commerciale,
marketing e servizi professionali.
Rimondo vanta un’esperienza pluriennale nel settore tecnologico.
In particolare ha ricoperto il ruolo di manager in multinazionali
nell’ambito sicurezza, virtualizzazione e cloud. Rimondo proviene da
Microsoft Italia dove era Direttore
Small Medium Business & Distribution. In precedenza ha ricoperto ruoli di responsabilità in Trend
Micro e Citrix, occupandosi di sviluppare le attività di business e
marketing del mercato Piccola e
media impresa e del canale della
distribuzione.
INVESTIRE NEL NUOVO ANNO
DAL 1 DICEMBRE SU
TUTTI I GIORNI GLI OUTLOOK, LE PREVISIONI E I CONSIGLI PER FARE LE SCELTE GIUSTE NEI PROSSIMI 12 MESI
La prossima settimana:
Lunedì: I tassi e le valute con Giuseppe Attanà, Assiom Forex
Martedì: Investire nella casa con Mario Breglia, Scenari Immobiliari
Mercoledì: La finanza straordinaria con Eugenio Morpurgo, Fineurop Soditic
Giovedì: Il futuro dei media con Maurizio Costa, FIEG
Venerdì: Destinazione Italia e i trend del turismo con Renzo Iorio, Federturismo
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italiani seguono ogni giorno ClassCNBC sulle dieci piattaforme su cui è distribuito il canale
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Le TV di Class Editori
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Lunedì 21 Dicembre 2015
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Carnelutti studio legale
associato sbarca a New York:
nasce Carnelutti AEM Law Firm
Carnelutti studio legale associato
di Milano e Altieri, Esposito & Minoli
PLLC di New York hanno siglato un
accordo di joint venture che porterà
all’apertura di un nuovo studio congiunto a New York. La nuova realtà si
chiamerà AEM Carnelutti Law Firm e
l’integrazione fra le due realtà avverrà attraverso l’ingresso di Carnelutti
nel capitale di AEM. Lo studio avrà
un nuovo ufficio a Manhattan. Obiettivo della nuova realtà italo-statunitense è quello di offrire alle aziende
Usa interessate a investire in Italia
(in particolare nei settori real estate,
metalmeccanico, energy, fashion, food
e media) il supporto legale, tributario
e finanziario necessario per il successo
dei loro progetti di crescita ed espansione nel nostro paese, sia direttamente
che attraverso i loro studi di riferimento non presenti in loco. «Da tempo
guardavamo alla piazza di New York
per essere ancora più vicini alle aziende e agli Studi legali con cui lavoriamo
da decenni», dichiara Luca Arnaboldi,
managing partner di Carnelutti studio
legale associato. «In Altieri, Esposito
e Minoli abbiamo trovato il partner
ideale per tornare a investire, in modo
compatibile con la nostra storia e il
nostro modello di business, in un mercato che ci ha sempre premiato e che
ci ha dato grandi soddisfazioni». «Carnelutti è un brand molto conosciuto e
rispettato nel mercato internazionale
dei servizi legali», aggiunge Gianluigi
Esposito, managing partner di AEM,
«e costituisce per noi un natural fit,
sia per l’eccellenza dei loro servizi che
per il loro interesse e la dedizione al
mercato Usa, da sempre nel loro Dna.
Siamo al contempo onorati ed entusiasti di questa straordinaria opportunità,
che sicuramente consoliderà ed espanderà la posizione di AEM quale studio
italiano di riferimento negli Usa».
Clifford Chance
nell’aggiornamento
del programma emtn
di Intesa Sanpaolo
Clifford Chance ha assistito i joint
arrangers (Banca Imi e Deutsche
PROFESSIONISTI IN CRESCITA
BonelliErede-Kering
nella cessione di Sergio Rossi
BonelliErede ha assistito Kering nella cessione del 100% di Sergio Rossi,
noto brand italiano di calzature, a Investindustrial, gruppo d’investimento
indipendente leader in Europa. L’operazione, come dichiarato nel comunicato dell’azienda, prevede la cessione
di tutti gli asset industriali di Sergio
Rossi, unitamente ai diritti sul marchio
e alla rete di negozi. Il focus team alta
gamma di BonelliErede ha affiancato
Kering con un team composto dal socio fondatore Sergio Erede, dal socio
Alessandra Piersimoni (nella foto) e
dai managing associate Augusto Praloran e Francesca Secondari.
Legance – avvocati associati ha
assistito Tages Capital nella strutturazione e istituzione del fondo «Tages
Helios», nonché nelle attività correlate alla sottoscrizione del primo closing
del fondo. Il fondo sarà dedicato principalmente all’acquisto di impianti
fotovoltaici realizzati in Italia negli
ultimi 4-5 anni e già connessi alla
namento dalla sede di Milano con
Pietro Bernasconi, ha assistito
il gruppo Benetton nell’ambito
del processo di razionalizzazione
e parziale dismissione del portafoglio immobiliare del gruppo in
alcune delle principali piazze nel
mondo. Dopo aver seguito la vendita a Kering del flagship store Benetton in pieno centro a Tokyo, lo
Baker & McKenzie
assiste Benetton nella
razionalizzazione del
portafoglio retail nel mondo
Baker & McKenzie, con il coordi-
Bruno Bartocci
rete elettrica. Al primo closing hanno
partecipato investitori istituzionali di
primario standing, quali tra gli altri,
Generali, Intesa Sanpaolo Vita e Unipol. Per Legance hanno agito il socio
Bruno Bartocci, responsabile del
progetto, coadiuvato dal socio Enzo
Schiavello per le questioni regolamentari, dal socio Claudia Gregori per gli
aspetti fiscali, dal senior counsel Antonio Palazzolo per le tematiche di diritto bancario e dal managing associate
Giacomo Gitti per gli aspetti contrattuali e di diritto societario.
Filippo Emanuele
Bank nonché i Dealers) nell’aggiornamento del programma emtn del valore
70 miliardi di euro di Intesa Sanpaolo
spa, Intesa Sanpaolo Bank Ireland plc
e Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg
SA. Il team di Clifford Chance che ha
seguito le banche è guidato dal partner
Filippo Emanuele coadiuvato dal
counsel Gioacchino Foti e dagli associate Luca Baroni e Jonathan Astbury.
Il partner Carlo Galli e il counsel Marco Palanca hanno seguito gli aspetti
fiscali.
Legance -avvocati
associati al ianco di Tages
Capital nella istituzione del
Fondo «Tages Helios»
Pietro Bernasconi
studio ha affiancato il gruppo nella
razionalizzazione del proprio portafoglio immobiliare retail anche a
Parigi dove è stato ceduto a un investitore internazionale lo storico
immobile in Boulevard Haussman
ed è stato nel contempo acquistata
una nuova superficie retail sugli
Champs Elysee.
Hogan Lovells a ianco
di Google in tema
di diritto all’oblio
La Prima sezione civile del tribunale di Roma, con la sentenza n.
23771/2015, del 3 dicembre 2015 ha
rigettato il ricorso presentato da un
avvocato perché venisse imposto a
Google, difesa da Hogan Lovells con
Il primo magazine-device
per vivere bene
nell’era digitale
CROWD
DFUNDING DIG
GITALE
E
COME FARSI FINANZIARE NUOVI PROGETTI DALLA RETE
IN PIÙ,
SPECIALE OROLOGI
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È un magazine
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Lunedì 21 Dicembre 2015
PROFESSIONISTI IN CRESCITA
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Massimiliano Masnada, counsel,
el, e
Marco Berliri, partner, di rimuovere
14 link che risultavano da una ricerca effettuata con il proprio nome.
La sentenza del tribunale capitolino,
comunica lo studio, facendo propri i
Massimiliano Masnada
passaggi chiave della pronuncia della Corte di giustizia e delle recenti
decisioni del Garante per la protezione dei dati personali in materia di
diritto all’oblio, ha respinto la richiesta di de-indicizzazione sulla base
di due elementi: l’assenza dell’elemento cronologico del trascorrere del
tempo, in quanto le notizie oggetto
del giudizio risalivano 2013, essendo i fatti ancora attuali, e il ruolo
«pubblico» esercitato dal ricorrente
dichiarando che esso deve intendersi attribuito non solo ai politici
e ai funzionari pubblici, ma anche
«agli uomini d’affari (oltre che agli
iscritti in albi professionali)». Infine,
il tribunale ha ribadito che l’azione
neii confronti
di ricerca
f
ti del
d l motore
t
i
deve essere limitata all’esistenza
del diritto all’oblio e non può anche
riguardare la richiesta di inibitoria
per l’eventuale diffamazione subita
tramite l’articolo indicizzato da Google. In tal caso, come anche precisato
dal Garante, l’interessato deve rivolgersi esclusivamente al proprietario
e/o gestore del sito fonte dove tale
notizia è stata pubblicata. Secondo
Massimiliano Masnada e Marco
Berliri dello studio Hogan Lovells
che hanno assistito Google, «si tratta di una sentenza importante che
fornisce un ulteriore chiarimento
sul ruolo del motore di ricerca e sul
bilanciamento di interessi tra il diritto all’oblio e l’interesse pubblico
all’informazione».
senior associate, dell’ufficio di Milano e d
da G
Gattai,
Minoli,
Agostinelli
tt i Mi
li A
ti lli &
Partners, con un team composto dai
partner Cataldo Piccarreta, Gaetano
Carrello, Lorenzo Cairo e Licia Garotti e dagli associates Michele Ventura
e Giorgio Ferrero.
Ashurst con MPS nel project
inancing per l’Ospedale San
Giuseppe di Empoli
Franco Vigliano
Ashurst ha assistito MPS Capital
Services Banca per le Imprese spa,
in qualità di agente e Arranger, nel
project financing dell’Ospedale San
Giuseppe di Empoli, intervento che fa
capo alla Società Italiana per Condotte d’Acqua, tramite la sua controllata
Inso spa, azionista di maggioranza
della concessionaria Empoli Salute
spa. Il progetto prevede il recupero
COMUNE DI CHIAVARI (GE)
Tel. 0185.3651 – Fax 0185.308511
Telefono 02-58219.1 - e-mail: [email protected]
Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58219209)
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Redazione: Silvana Saturno (02-58219378)
Roxy Tomasicchio (02-58219335)
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legge 7 agosto 1990, n. 250
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E’ indetta procedura aperta, ai sensi dell’art. 55
del D.lgs. 163/2006, per l’appalto del servizio di
gestione di pulizia degli uffici e degli altri locali
comunali. Criterio di aggiudicazione: prezzo più
basso con verifica offerte anormalmente basse, ai
sensi dell’art. 82 del richiamato D.lgs. 163/2006,
mediante l’utilizzo dei parametri previsti dal
disciplinare. Durata del contratto: anni tre dal verbale
di consegna servizi che avverrà presumibilmente
l’01.03.2016. L’importo totale preventivato
ammonta ad € 503.383,00 (oltre I.V.A.). Termine
per ricezione offerte e documentazione: ore 12,00
del 26.01.2016. I documenti relativi alla gara sono
disponibili presso l’Ufficio Appalti del Comune, sul
sito internet www.comune.chiavari.ge.it. Il bando di
gara è stato trasmesso per la pubblicazione sulla
G.U.C.E. Sarà pubblicato sulla G.U.R.I., serie V, è
affisso all’Albo Pretorio del Comune di Chiavari ed
è pubblicato sui siti www.comune.chiavari.ge.it e
www.appaltiliguria.it.
IL DIRIGENTE SETTORE 3
Dott. Pietro Devoto
IL DIRIGENTE SETTORE 2
Dott. Giancarlo Serrao
Sg Elettrica srl, società trentina operante nel settore della progettazione,
costruzione, installazione, manutenzione e assistenza di sistemi elettrici
di controllo e automazione industriale
e nella produzione e distribuzione di
energia elettrica, ha emesso un minibond per un ammontare totale di un
milione di euro. Nell’ambito dell’emissione del minibond di Sg Elettrica, Finint Investments sgr, per conto del Fondo Strategico del Trentino - Alto Adige
da essa gestito, ha agito in qualità di
sottoscrittore. La sottoscrizione del minibond da parte di Finint Investments
continua a pag. 54
ACQUEDOTTO PUGLIESE S.p.A.
ACQUEDOTTO PUGLIESE S.p.A.
Via Cognetti, 36 - B A R I
Tel. n. 080/5723491 - Telefax n.080/5723018
Via Cognetti, 36 - B A R I
Tel. n. 080/5723492 - Telefax n.080/5723018
Appalto integrato della progettazione
esecutiva ed esecuzione dei lavori di
miglioramento funzionale, con tecnologia
no dig, del tratto di condotte idriche
suburbane ubicato all’interno dell’impalcato
del ponte di Punta Penna Pizzone a Taranto.
L’importo complessivo dell’appalto a base
di gara è di € 2.123.837,40. Soggetto
aggiudicatario: Impresa ROTECH S.r.l.
– Zona Artigianale Forche, 36 - 39040
Naz-Sciaves (BZ). Importo del contratto:
€ 2.113.809,44. L’avviso integrale è stato
pubblicato sulla GURI, V serie speciale,
n. 149 del 18/12/2015, sul sito internet del
Ministero delle Infrastrutture e sul sito di
questa Società www.aqp.it.
Avviso relativo a informazioni su procedure
incomplete. Procedura aperta per l’appalto
del servizio di movimentazione interna,
raccolta, prelievo e trasporto rifiuti, prodotti
presso gli impianti di depurazione gestiti
dall’Acquedotto Pugliese S.p.A. e ricadenti
nell’Area Territoriale di Foggia, compresa
l’attività di riutilizzo agronomico sui
terreni dei fanghi ed esecuzione di attività
accessorie. L’appalto non è stato aggiudicato.
L’avviso integrale è stato pubblicato sulla
GUCE 2015/S 238-433203 del 09.12.2015,
sulla GURI n. 146 del 11.12.2015, sul sito
internet www.aqp.it e sul sito internet del
Ministero delle Infrastrutture.
Il Direttore Servizi Centrali Procurement e
Tecnici – Avv. Maurizio Cianci.
Avv. Maurizio Cianci
Avvisi di Pubblicità legale su
Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta,
Liguria, Veneto, Friuli, Trentino Alto
Adige, Emilia Romagna, Toscana
Via Burigozzo 8, 20122 Milano
Tel. 02/58219511-516 Fax 02/58305643
Lazio
Via Santa Maria in Via, 12- 00187 Roma
tel 06/69760854 Fax 06/6781314
Abruzzo, Molise, Campania,
Basilicata, Puglia
Via Camillo de Nardis 11, 80127 Napoli
tel 081/5603291 fax 081/5603708
Tantissime opportunità di lavoro nel settore
della Finanza con Milano Finanza.
struttu
strutturale
di due edifici esistenti,
di aree commercialla realizzazione
l
li, di un centro di produzione pasti,
di un parcheggio multipiano, di un
nuovo edificio da destinare ad attività commerciali, di un impianto
di cogenerazione e di un impianto
fotovoltaico per coprire i fabbisogni
energetici dell’ospedale. Il valore del
finanziamento è di 22 milioni di euro,
a fronte di un investimento complessivo di circa 38 milioni di euro. Il
team di Ashurst è stato guidato dal
partner Franco Vigliano e ha incluso il counsel Umberto Antonelli, gli
associate Federica Periale e Andrea
Semmola e i trainees Edoardo Bononi
e Emiljana Ymeraj.
Orrick deal counsel
nell’emissione del minibond
di Sg Elettrica
Pool di studi nella cessione
di Teamsystem a Hellman &
Friedman
Freshfields ha assistito Hellman
& Friedman nell’acquisizione dell’intero capitale sociale di TeamSystem,
società attiva in Italia nel settore
dei software per professionisti e per
imprese. Il team che ha assistito l’acquirente era guidato dai soci Luigi
Verga ed Emiliano Conio, coadiuvati
dagli associate Alessio Bottan, Pietro La Placa e Francesco Lombardo.
I venditori HG Capital e Bain Capital
sono stati assistiti da Linklaters con
un team composto da Giorgio Fantacchiotti, partner, e Anna Gagliardi,
53
Calabria e Sicilia
Gds Media & Communication Srl
Via Lincoln 19- 90133 Palermo
tel 091/6230511 fax 091/6230524
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In collaborazione con
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE DI APPALTI:
STAZIONE APPALTANTE: L’Università degli Studi di Brescia, sede legale Piazza del Mercato, n.15–25121
Brescia Tel +39 03029881 fax +39 0302988329 rende noto di aver aggiudicato i seguenti appalti:
1) Fornitura ed installazione degli impianti e delle attrezzature finalizzati alla gestione delle aree destinate a
parcheggio e gestione per un periodo di nove anni CIG 6255406C52 CUP D86J14000770005. Importo
contrattuale: € 244.236,00 + iva per la fornitura ed installazione, € 33.500,00 + IVA per il canone di
gestione per nove anni. Procedura: aperta. data aggiudicazione definitiva: 24/11/2015. RUP: ing. Francesco
Bianchi– Settore Acquisizioni, Edilizia e Sicurezza, domiciliato ai fini del presente appalto in via Gramsci, n.
17 – Brescia tel +39 0302989338. Aggiudicatario: Alfa Telematica Srl con sede legale in Vicenza – Strada
della Pelosa, 183.
2) Servizio di copertura dei rischi assicurativi dell’Università, con riserva di ripetizione: Lotto A Servizio
assicurativo della responsabilità civile verso terzi e prestatori d’opera € 84.199,50 lordi complessivi per
il periodo 31/01/2016 – 31/03/2018 LOYD’S Sindacato Leader AWH con sede legale in Milano Corso
Garibaldi, 86; Lotto B Servizio assicurativo della responsabilità civile verso terzi e prestatori d’opera del
Laboratorio di Citogenetica, genetica Molecolare per il periodo 17/06/2016 – 31/03/2018 € 217.672,92
lordi complessivi per il periodo 17/06/2016 – 31/03/2018 Aggiudicatario SWISS RE INTERNATIONAL
con sede legale in Milano Via Fatebenefratelli, 10; Procedura: aperta. data aggiudicazione definitiva:
09/12/2015. RUP: Sig. Luigi Forlini – U.O.C. Economato, Patrimonio ed Assicurazioni, domiciliato ai fini del
presente appalto in Via Gramsci, 17 – Brescia tel +39 0302989249.
3) Fornitura di abbonamenti a periodici stranieri, per il periodo 01/01/2016 – 31/12/2018. Importo contrattuale:
Euro 904.000 + IVA. Procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando riserva dell’opzione
prevista nel bando originario; Data aggiudicazione definitiva: 04/11/2015. RUP: Dott. Luca Guerra –
U.O.C. Acquisizione Risorse Bibliografiche, domiciliato ai fini del presente appalto in Vicolo dell’Anguilla,
8 – Brescia. Aggiudicatario: Celdes Srl Via Aterno, 15/A - Roma. Data di spedizione degli avvisi per la
pubblicazione sulla GUUE: 09/12/2015
Il Dirigente del Settore Acquisizioni, Edilizia e Sicurezza: Dott. Luigi Micello
098105098108105111103114
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54
Lunedì 21 Dicembre 2015
segue da pag. 53
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sgr è stata ammessa all’intervento del
Fondo di Garanzia per le pmi. Orrick
ha agito in qualità di deal counsel nella
strutturazione e sottoscrizione del minibond. Il team di Orrick che ha assistito
Sg Elettrica in qualità di emittente e
Finint Investments sgr in qualità di sot-
PROFESSIONISTI IN CRESCITA
Allen & Overy e CBA nella cartolarizzazione Carige
la supervisione del partner Massimiliano Danusso, e coadiuvato
dal consultant Stefania Aristei e
dai collaboratori Gianluca Lecce
e Bianca Chiara Sinisi, e, per gli
aspetti fiscali, dal socio Francesco Bonichi e dal senior associate
Michele Milanese, ha assistito il
sole arranger UniCredit Bank
AG, London Branch. CBA ha assistito le banche originator del
Gruppo Carige con il counsel
Daniela Sorgato, coadiuvata dai
collaboratori Luca Tramontin e
Giulia Scanferla.
Gli studi legali Allen & Overy
e CBA hanno prestato assistenza nell’ambito dell’operazione di
cartolarizzazione di crediti derivanti da mutui chirografari e
ipotecari concessi a pmi da Banca
Carige, Banca Carige Italia, Banca del Monte di Lucca, Cassa di
Risparmio di Carrara e Cassa di
Risparmio di Savona (poi incorporata in Banca Carige) per un
valore superiore a 700 milioni di
euro. Allen & Overy, con un team
guidato dal senior counsel Gianpaolo Garofalo (nella foto), sotto
ranti nel settore globale della sicurezza informatica. Lo studio ha curato gli
aspetti legali del processo di quotazione
e offerta con un team guidato dal partner Emanuele Grippo, coadiuvato
dagli associate Raffaella Genghini ed
Edoardo Brillante.
Patrizio Messina
toscrittore, è stato guidato da Patrizio
Messina Head del Finance Group, in
collaborazione con la Senior associate
Sabrina Setini, l’associate Roberto Percoco e il trainee Erik Negretto.
La Scala nei concordati
omologati del gruppo De Vecchi
Gianni Origoni nella quotazione
del nuovo Etf Cyber
Emanuele Grippo
Lo studio legale internazionale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners
ha assistito Etf Securities (Uk) Ltd nel
processo di quotazione sul mercato Etfplus di Borsa Italiana di Etfs Ise Cyber
Security Go Ucits Etf, un comparto
della società di investimento irlandese
Go Ucits Etf Solutions Plc che replica
l’andamento dell’indice su cui vengono
calcolate le performance di società ope-
Sono stati omologati al Tribunale di
Venezia tutti i concordati delle società
del Gruppo De Vecchi, titolare di un
terminal di Marghera e attivo anche
nel settore immobiliare. La procedura
curata da La Scala studio legale prevede
una manovra concordataria nella quale
si innestano numerose operazioni straordinarie: aumenti di capitale in denaro
e in natura, fusioni, vincoli di destina-
zione, conferimenti d’azienda alla nuova
newco operativa. Il Gruppo, gravato da
oltre 130 milioni di indebitamento prevede però di pagare integralmente non
solo i creditori privilegiati, ma anche
quelli chirografari delle società immobiliari e di Interporto di Venezia nonché
in gran parte quelli del Centro Intermodale Adriatico. Il team dello Studio
La Scala che ha curato l’operazione era
composto oltre che dal name partner
Giuseppe La Scala, dal socio Riccardo
Bovino responsabile del team corporate
(con gli associate Giada Salvini e Giulia
Buzzetti), da Simone Bertolotti del team
di diritto concorsuale e da Nadia Rolandi e Valeria Bano che hanno curato l’assistenza legale quotidiana alle società
nel corso della procedura. Attestatore
del piano il commercialista bresciano
Angelo Cisotto.
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Lunedì 21 Dicembre 2015
55
POLAR CAPITAL FUNDS
Comparto
Classe
di Azioni
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Global Technology
CNP Alpenbank Aggressive
CNP Alpenbank Balanced
CNP Alpenbank Balanced 2
CNP Alpenbank Dynamic
CNP Alpenbank Substance
CNP CIIS Aggressivo
CNP CIIS Dinamico
CNP CIIS Equilibrato
CNP CIIS Moderato
CNP CIIS Prudente
CNP CIIS Total Return
CNP CIIS Essential
CNP CIIS Advanced
CNP Crescita
CNP Equilibrato
CNP Fondo Interno Certius IV
CNP Fondo Interno Certius V
CNP Linea Conservativa
CNP Dinamico
CNP Moderato
CNP Protezione
CNP Prudente
CNP Reddito
CNP Sviluppo
101,75
95,49
100,60
125,10
108,78
93,67
94,67
94,31
96,42
98,46
97,81
94,82
87,08
71,31
95,30
97,33
97,93
98,43
99,21
-
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
NAV
EUR
GBP
USD
23,93 16/12/2015
17,4600 16/12/2015
26,1900 16/12/2015
Healthcare Opportunities
EUR
GBP
USD
Polar Japan Fund
USD
GBP
JPY
UK Absolute Return Class A EUR
Class A GBP
Class A USD
Class I EUR
Class I GBP
Class I USD
24,00
17,5100
26,2700
21,93
14,6800
2684,9500
12,22
10,2523
16,5042
12,5050
10,4927
16,8911
16/12/2015
16/12/2015
16/12/2015
17/12/2015
17/12/2015
17/12/2015
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
www.polarcapital.co.uk
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
18/10/2015
1,336
MetLife Protezione in Crescita 80%
1,228
MetLife Protezione in Crescita 90%
1,105
17/12/15
1,107
Alico P.P. Global 2027
17/12/15
1,161
Alico P.P. Eur 2015
17/12/15
0,970
Alico P.P. Global 2028
17/12/15
1,076
Alico P.P. Eur 2016
17/12/15
0,992
Alico P.P. Global 2029
17/12/15
1,235
Alico P.P. Eur 2017
17/12/15
1,026
Alico P.P. Global 2030
17/12/15
1,196
Alico P.P. Eur 2018
17/12/15
1,066
Alico P.P. Global 2031
17/12/15
1,293
Alico P.P. Eur 2019
17/12/15
1,103
Alico P.P. Global 2032
17/12/15
1,207
Alico P.P. Eur 2020
17/12/15
1,121
Alico Prot.Trim. Eur
17/12/15
1,083
Alico P.P. Eur 2021
17/12/15
1,161
Alico P.P. Eur 2022
17/12/15
1,165
Alico Prot.Trim. Usa
17/12/15
1,089
Alico P.P. Eur 2023
17/12/15
1,201
Alico Gest.Bilanc.Glob
17/12/15
1,404
Alico P.P. Eur 2024
17/12/15
1,140
Alico P.P. Eur 2025
17/12/15
1,156
Alico P.P. Eur 2026
17/12/15
1,394
Alico Gest.Azion. Eur
17/12/15
1,421
Alico P.P. Eur 2027
17/12/15
1,188
Alico Aper.Indiciz.Eur
17/12/15
1,047
Alico P.P. Eur 2028
17/12/15
1,073
Alico Aper.Indiciz.Usa
17/12/15
1,718
Alico P.P. Eur 2029
17/12/15
1,214
Alico Aper.Indiciz.Glo
17/12/15
1,373
Alico P.P. Eur 2030
17/12/15
1,218
Alico Aper.Indiciz.Ita
17/12/15
0,874
Alico P.P. Eur 2031
17/12/15
1,277
Alico Liquidita’
17/12/15
1,060
Alico P.P. Eur 2032
17/12/15
1,199
Alico R. Prudente
17/12/15
1,237
Alico P.P. Usa 2015
17/12/15
1,021
Alico R. Crescita
17/12/15
1,167
Alico P.P. Usa 2016
17/12/15
1,063
Alico R. Multi Comm.
17/12/15
0,382
Alico P.P. Usa 2017
17/12/15
1,081
Alico P.P. Usa 2018
17/12/15
1,141
Alico P.P. Usa 2019
17/12/15
1,190
Alico P.P. Usa 2020
17/12/15
1,203
Alico P.P. Usa 2021
17/12/15
1,277
1,247
Alico Gest.Azion.Glob
17/12/15
1,462
Alico Gest.Bilanc.Eur
17/12/15
1,396
UNIDESIO 760129
12,136
11/12/2015
UNIDESIO 760185
11,3400
11/12/2015
UNIDESIO 760072
12,196
11/12/2015
UNIDESIO 760130
10,8550
11/12/2015
UNIDESIO 760186
11,3090
11/12/2015
UNIDESIO 760073
12,214
11/12/2015
UNIDESIO 760139
11,933
11/12/2015
UNIDESIO 760187
11,8140
11/12/2015
UNIDESIO 760075
12,995
11/12/2015
UNIDESIO 760140
11,9580
11/12/2015
UNIDESIO 760189
11,8890
11/12/2015
UNIDESIO 760078
11,5930
11/12/2015
UNIDESIO 760147
12,0380
11/12/2015
UNIDESIO 760191
10,456
11/12/2015
UNIDESIO 760080
11,6810
11/12/2015
UNIDESIO 760149
11,9660
11/12/2015
UNIDESIO 760192
11,7900
11/12/2015
UNIDESIO 760082
11,7060
11/12/2015
UNIDESIO 760150
11,937
11/12/2015
UNIDESIO 760193
12,0230
11/12/2015
UNIDESIO 760085
10,801
11/12/2015
UNIDESIO 760156
10,293
11/12/2015
UNIDESIO 760198
8,0290
04/12/2015
UNIDESIO 760088
12,3550
11/12/2015
UNIDESIO 760157
12,5400
11/12/2015
UNIDESIO 760201
11,408
11/12/2015
UNIDESIO 760091
12,5080
11/12/2015
UNIDESIO 760202
12,140
11/12/2015
UNIDESIO 760095
10,568
11/12/2015
UNIDESIO 760203
13,1060
11/12/2015
UNIDESIO 760205
10,9510
11/12/2015
UNIDESIO 760206
10,8700
11/12/2015
UNIDESIO 760210
12,286
11/12/2015
UNIDESIO 760216
10,955
11/12/2015
UNIDESIO 760229
11,188
11/12/2015
UNIDESIO 760234
10,075
11/12/2015
UNIDESIO 760235
10,046
11/12/2015
UNIDESIO 760243
9,669
AZZOAGLIO CONSERVATIVO
11/12/2015
11,1270
11/12/2015
12,391
11/12/2015
11,7160
11/12/2015
UNIDESIO 760159
12,0320
11/12/2015
UNIDESIO 760160
11,702
11/12/2015
UNIDESIO 760163
10,0740
11/12/2015
UNIDESIO 760169
12,972
11/12/2015
UNIDESIO 760170
11,881
11/12/2015
12,1990
11/12/2015
UNIDESIO 760102
11,260
11/12/2015
UNIDESIO 760104
11,1230
11/12/2015
UNIDESIO 760174
UNIDESIO 760105
10,7000
11/12/2015
UNIDESIO 760179
11,759
11/12/2015
UNIDESIO 760106
12,0530
11/12/2015
UNIDESIO 760180
11,9400
11/12/2015
UNIDESIO 760182
8,3390
04/12/2015
UNIDESIO 760183
11,377
11/12/2015
UNIDESIO 760109
11,5820
11/12/2015
UNIDESIO 760125
12,209
11/12/2015
6,802
AZZOAGLIO DINAMICO
AZZOAGLIO EQUILIBRATO
UNIDESIO PRUDENTE
UNIDESIO MODERATO
UNIDESIO ATTIVO
UNIDESIO VIVACE
OBBLIGAZIONARIO MISTO
AZIONARIO EURO
AZIONARIO GLOBALE
BILANCIATO
CONSERVATIVE
11/12/2015
5,684
6,868
11,581
11,927
12,339
12,327
10,715
9,393
12,204
11,951
10,362
11/12/2015
11/12/2015
11/12/2015
11/12/2015
11/12/2015
11/12/2015
11/12/2015
11/12/2015
11/12/2015
11/12/2015
11/12/2015
DUAL INDEX - 2012
104,183
16/12/2015
DUAL INDEX - 2013
100,464
16/12/2015
INDEX EURO DIVIDEND - 2013
105,207
16/12/2015
INDEX EuroCrescita 2014
97,136
16/12/2015
INDEX TOP DIVIDEND 2013
107,198
16/12/2015
109,734
16/12/2015
EUROSTOXX 50 - 2012
HELVETIA EUROCRESCITA
93,895
16/12/2015
ATTIVO SPECIFICO
Obbiettivo 5/2021
10,1150
16/12/2015
HELVETIA QUATTRO.10
97,764
16/12/2015
Alico R. Peak Usa 2020
17/12/15
1,151
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013
104,580
16/12/2015
Alico R. Peak Usa 2025
17/12/15
1,250
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014
96,166
16/12/2015
Alico R. Peak Usa 2030
17/12/15
1,272
Alico R. Peak Usa 2035
17/12/15
1,286
1,039
Alico R. Peak Eur 2015
17/12/15
Alico P.P. Usa 2025
17/12/15
1,265
Alico R. Peak Eur 2020
17/12/15
1,179
Alico P.P. Usa 2026
17/12/15
1,524
Alico R. Peak Eur 2025
17/12/15
1,265
Alico P.P. Usa 2027
17/12/15
1,259
Alico R. Peak Eur 2030
17/12/15
1,331
Alico P.P. Usa 2028
17/12/15
1,182
Alico R. Peak Eur 2035
17/12/15
1,273
Alico P.P. Usa 2029
17/12/15
1,124
Alico R. Peak Asia 2015
17/12/15
1,087
Alico P.P. Usa 2030
17/12/15
1,319
Alico R. Peak Asia 2020
17/12/15
1,271
1,400
Alico R. Peak Asia 2025
17/12/15
1,415
Alico P.P. Usa 2032
17/12/15
1,324
Alico R. Peak Asia 2030
17/12/15
1,498
Alico P.P. Global 2015
17/12/15
0,968
Alico P.P. Global 2016
17/12/15
1,000
Alico P.P. Global 2017
17/12/15
0,962
Alico P.P. Global 2018
17/12/15
1,083
Alico P.P. Global 2019
17/12/15
1,177
Alico P.P. Global 2020
17/12/15
1,139
Alico P.P. Global 2021
17/12/15
1,184
Alico P.P. Global 2022
17/12/15
Alico P.P. Global 2023
17/12/15
Alico P.P. Global 2024
17/12/15
Alico P.P. Global 2025
Alico P.P. Global 2026
Alico R. Peak Asia 2035
17/12/15
1,492
Alico Sec. Acc. 2016
17/12/15
1,052
Alico Sec. Acc. 2017
17/12/15
1,071
Alico P.P. Asia 2015
17/12/15
1,122
Alico P.P. Asia 2020
17/12/15
1,291
Alico P.P. Asia 2025
17/12/15
1,408
1,156
Alico P.P. Asia 2030
17/12/15
1,430
1,204
Alico P.P. Asia 2035
17/12/15
1,493
1,150
Alico Long Investment
17/12/15
0,775
17/12/15
1,194
Alico Agriculture
17/12/15
0,414
17/12/15
1,437
Alico Metals
17/12/15
0,367
10,290
11/12/2015
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE
11,100
11/12/2015
UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO
11,607
UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE
15,146
11/12/2015
OBBIETTIVO 03/2021
9,710
11/12/2015
OBBIETTIVO 05/2021
10,115
11/12/2015
11/12/2015
HIGH DIVIDEND
8,506
11/12/2015
MEGATREND
8,266
11/12/2015
PREVIMISURATO
PREVIBRIOSO
PREVIDINAMICO
13,753
13,858
14,271
10/12/2015
10/12/2015
10/12/2015
12,178
12,631
12,634
13,436
13,748
13,892
13,599
13,822
14,912
30/11/2015
30/11/2015
30/11/2015
30/11/2015
30/11/2015
30/11/2015
30/11/2015
30/11/2015
30/11/2015
LINEA 1
LINEA 1 - FASCIA A
LINEA 1 - FASCIA B
LINEA 2
LINEA 2 - FASCIA A
LINEA 2 - FASCIA B
LINEA 3
LINEA 3 - FASCIA A
LINEA 3 - FASCIA B
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
0,402
1,185
11/12/2015
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE
INDEX LINKED
1,003
1,289
11/12/2015
14,338
CANALE AGENTI E BROKER
17/12/15
17/12/15
11/12/2015
11,773
GLOBAL EQUITY
FPA - LINEE
17/12/15
17/12/15
10,734
BALANCED
PIP - FONDI INTERNI
Alico R. Peak Usa 2015
Alico P.P. Usa 2024
BOND MIX
INDEX LINKED
Alico Multi Comm.
Alico P.P. Usa 2023
17/12/15
11/12/2015
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
Alico Monet. Protetto
Alico P.P. Usa 2031
12,194
UNIDESIO 760098
Valorizzazione al: 17/12/15
17/12/15
UNIT LINKED
UNIDESIO 760071
UNIDESIO 760099
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BANCASSICURAZIONE
UNIDESIO 760096
MetLife Europe Limited
Rappresentanza Generale per l’Italia
Via Andrea Vesalio n. 6
00161 Roma
Alico P.P. Usa 2022
Helvetia Vita S.p.A. - Compagnia Italo Svizzera
di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.
Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano
Valori al
PIP - FONDI INTERNI
HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE
12,410
15/12/2015
HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY
13,090
15/12/2015
HELVETIA WORLD EQUITY
156,760
HELVETIA EUROPE BALANCED
213,450
15/12/2015
15/12/2015
HELVETIA WORLD BOND
242,580
15/12/2015
HELVETIA GLOBAL BALANCED
173,670
15/12/2015
HELVETIA GLOBAL EQUITY
129,430
15/12/2015
FPA - LINEE
LINEA GARANTITA
12,441
30/11/2015
LINEA BILANCIATO
14,038
30/11/2015
LINEA OBBLIGAZIONARIO
13,405
30/11/2015
LINEA AZIONARIO
10,986
30/11/2015
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scopritelo da voi.
UNIT LINKED
Valori al 18/12/2015
UNIT in EURO
Ivy Gl.Investors Asset Strat.A
EUR 1485,57
Quality
Progress
Maximum
Global Equity
Global 100
Flex Equity 100
Opportunità Reddito
Opportunità Reddito Plus
Opportunità Crescita
Opportunità Crescita Plus
DATA
PREZZO
09/12/2015
09/12/2015
09/12/2015
09/12/2015
09/12/2015
09/12/2015
09/12/2015
09/12/2015
09/12/2015
09/12/2015
7,671
7,0520
5,6940
6,3130
5,4790
12,273
4,965
4,811
4,992
4,824
NEW
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