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J.S.Bach – Variazioni Goldberg BWV 988 Ninna Nanna… per un

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J.S.Bach – Variazioni Goldberg BWV 988 Ninna Nanna… per un
J.S.Bach – Variazioni Goldberg BWV 988
Ninna Nanna… per un Ambasciatore!
“Quella notte a Lipsia, quando
l’ambasciatore russo, malato di
insonnia, chiede a Bach di riuscire
lì dove i medici hanno fallito. Farlo
finalmente dormire, donargli di
nuovo il balsamo del riposo.
Bach accetta la sfida, come cinque
anni prima, a Madrid, aveva fatto
Carlo Broschi Farinelli con Filippo IV di Borbone: lì la voce, qui il suono
di un cembalo.
Sempre, una ninna-nanna per le orecchie di un nobile al quale l’assenza
del sonno sta per far perdere la ragione. Sarà la musica a salvarli, ma il
genio non è soltanto un medico.
L’Aria iniziale, così calma, così ordinata, senza apparenti pretese non farà così anche Beethoven con le Variazioni Diabelli? - è la chiave
d’ingresso alle 30 porte di un labirinto sempre eguale, sempre diverso.
27 volte sol maggiore, 3 volte sol minore. Variare poco per cambiare
sempre.
JSB aveva dichiarato le sue intenzioni già nel titolo: “Aria con diverse
variazioni per clavicembalo a due registri”.
Di variazione in variazione, la ninna-nanna
diventa un’enciclopedia della musica, delle
“forme” musicali del Settecento. E lui sa
come tirarti dentro, come non farti più
uscire, come incantarti.
L’esecuzione integrale delle Goldberg Johann Gottlieb Goldberg era il sonnifero,
pardon, il clavicembalista di fiducia
dell’ambasciatore, ed è stato lui ad avere per primo il folle piacere di
suonarle, di battezzarle - è intervallata da alcuni, brevi interventi di
racconto.
Per entrare in quella corte, in quelle notti insonni, e sopratutto nella
mente di Bach, che trasforma una commissione perfino insultante “Fammi dormire!” - in un prodigio, che oggi ci fa piuttosto perdere che
ritrovare il sonno. Felicemente.”
Ramin BAHRAMI (pianoforte)
Ramin Bahrami è ormai considerato internazionalmente tra i più
interessanti interpreti bachiani viventi. Nel maggio 2009 debutta alla
Gewandhaus di Lipsia, invitato da Riccardo Chailly a suonare con la
Gewandhausorchester due dei più celebri Concerti di Bach. La critica
tedesca scriverà il giorno dopo: “un mago del suono, un poeta della
tastiera… artista straordinario che ha il coraggio di affrontare Bach
su una via veramente personale…”(Leipziger Volkszeitung). Altri
importanti appuntamenti riempiono l’agenda di Bahrami in tutta la
stagione 2009/10: suona al festival “Piano aux Jacobins” di Toulose,
quindi in Finlandia e Estonia con Andres Mustonen (con la Tallinn
Chamber Orchestra nella Serata d’apertura del Tallinn Baroque Music
Festival) e in solo recital; in febbraio debutta con successo a Parigi
con le Variazioni Goldberg e in marzo tiene un applaudito tour con i
Festival Strings Lucerne; in maggio un nuovo grande successo con
Riccardo Chailly alla Gewandhaus di Lipsia, completando l’integrale
dei Concerti bachiani. Tra i prossimi appuntamenti, l’invito a importanti
festival pianistici europei (tra cui in Francia a la Roque d’Anthéron e a
Uzés) e in oriente (in Cina al Beijing Piano Festival). Il pianista iraniano,
da parte sua, sta portando sempre più in profondità l’originale unione
tra il cesellato lavoro interpretativo e la visione europea ma nello
stesso tempo orientale della monumentale opera pianistica di Johann
Sebastian Bach, che lo caratterizza. Nel 2009 DECCA Universal
pubblicava un box di 6 cd Ramin Bahrami plays Bach, con tutte le
registrazioni bachiane del pianista iraniano incise fino a quel momento
ed una selezione di esecuzioni dal vivo degli ultimi anni, e nel 2010
un’importante incisione delle Suites francesi. Prima di esse, le Variazioni
Goldberg, le 7 Partite e l’Arte della Fuga, pubblicate rispettivamente
nel 2004, 2005 e 2007, lanciano Bahrami come caso discografico, e
l’incisione dell’Arte della Fuga sale in testa alle classifiche raggiungendo
numeri di vendita riservati ai dischi pop e rimanendovi per sette
settimane; a ruota, DECCA pubblicava nel 2008 l’album Concerto
Italiano, con le opere di Bach dedicate all’Italia (Concerto Italiano, Aria
variata nella maniera italiana, Capriccio sulla lontananza del fratello
dilettissimo, Quattro Duetti, ecc.) e nel 2009 la prima registrazione
su strumento moderno delle Sonate bachiane, ricevendo ancora una
volta una calorosa accoglienza e grandi apprezzamenti da parte di
critica e pubblico. In sala da concerto, Bahrami si è esibito nelle sedi più
prestigiose del panorama musicale italiano. Ha tenuto tour importanti
e suonato con grande successo in sale come il Teatro Comunale di
Bologna, il Teatro La Fenice di Venezia e soprattutto l’Accademia di
Santa Cecilia a Roma, dove è apparso nella prestigiosa rassegna “Solo
Piano” accanto a Maurizio Pollini, Grigory Sokolov, Daniel Barenboim,
Jean-Yves Thibaudet e Evgeny Kissin e dove, nel marzo 2008, è stato
reinvitato a partecipare alla “Maratona Bach” accanto al violoncellista
Mario Brunello. In giugno 2008 la sua apparizione alla Wigmore Hall di
Londra, con una grande accoglienza del pubblico. Nella primavera 2009
ha presentato l’Arte della Fuga al Festival Pianistico Internazionale
“Arturo Benedetto Michelangeli” di Brescia e Bergamo, di cui è stato
protagonista insieme ad altri nomi celebri del pianoforte quali Andràs
Schiff, Lang Lang, Angela Hewitt, Grigory Sokolov, Alexander
Lonquich. In settembre è stato invitato ad aprire la Stagione autunnale
di Bologna Festival “Il nuovo, l’antico” e a chiudere il Festival Pergolesi
Spontini a fianco del violoncellista Umberto Clerici, in un programma
dedicato alle Sonate per viola da gamba di Bach ed altri autori che
poi ha portato ad Asolo, Napoli, L’Aquila ed altre città italiane. Nato
a Teheran, Bahrami dopo la rivoluzione politica del suo Paese trova
rifugio in Italia, dove può studiare il pianoforte e diplomarsi con Piero
Rattalino al Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Approfondisce gli
studi all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola e con
Wolfgang Bloser alla Hochschule für Musik di Stoccarda, e si
perfeziona con Alexis Weissenberg, András Schiff, Robert Levin e in
particolare con Rosalyn Tureck, l’artista che più di altri ha contribuito
a far conoscere la modernità dell’opera pianistica di Bach attraverso
i suoi studi e le sue esecuzioni. Il pimo debutto importante avviene
nel 1998 al Teatro Bellini di Catania: il successo è tale che la città
etnea gli conferisce la cittadinanza onoraria. Da questo momento in
poi, si susseguono le esibizioni presso le maggiori istituzioni musicali
d’Italia, invitato da teatri e stagioni importanti e da prestigiosi festival
internazionali, ed un contratto in esclusiva con DECCA Universal.
Nel gennaio 2009 Ramin Bahrami è stato insignito del Premio “Città
di Piacenza–Giuseppe Verdi” dedicato ai grandi protagonisti della
scena musicale, riconoscimento assegnato prima di lui a Riccardo
Muti, Josè Cura, Leo Nucci e Pier Luigi Pizzi. “Ramin Bahrami
scompone la musica di Bach e la ricompone in modi che risentono di
un modello, Glenn Gould, senza veramente assomigliare al modello. Io
gli ho insegnato a sopportare il morso, ma non l’ho domato; e spero che
continui ad essere com’è”. Piero Rattalino
Sandro CAPPELLETTO (narratore)
Scrittore e storico della musica, Sandro Cappelletto è nato a Venezia
nella seconda metà del Novecento. Laureato in Filosofia, ha studiato
armonia e composizione con il maestro Robert Mann. Tra le sue
principali pubblicazioni, la prima biografia critica di Carlo Broschi
Farinelli (La voce perduta, EDT, 1995), un’analisi della Turandot
di Puccini (Gremese Editore, 1988), una biografia di Beethoven
(Newton Compton, 1986), un saggio su Gaetano Guadagni (Nuova
Rivista Musicale Italiana, 1993), un’inchiesta politica sugli enti
lirici italiani (Farò grande questo teatro!, EDT 1996). Esce nel 2006
Mozart – La notte delle Dissonanze (EDT), libro dedicato al misterioso
Adagio introduttivo del Quartetto per archi K 465. E dal libro nasce ,
assieme al Quartetto Savinio, un fortunato concerto-racconto. Per la
Storia del teatro moderno e contemporaneo (Einaudi, 2001) ha scritto
il saggio Inventare la scena: regia e teatro d’opera. Nel 2002, con
Pietro Bria, dà alle stampe Wagner o la musica degli affetti (Franco
Angeli), raccolta di riflessioni e interviste di Giuseppe Sinopoli, di cui
nel 2006 cura Il mio Wagner – il racconto della Tetralogia, pubblicato
dall’Associazione degli Amici di Santa Cecilia e ripreso poi da
Marsilio. Nel 2008 la Fondazione Perosi di Biella pubblica L’angelo
del Tempo, volume dedicato al Quartetto per la fine del Tempo di
Olivier Messiaen. Autore di programmi radiofonici e televisivi per
le frequenze Rai (crea nel 2001 la trasmissione di Rai-Radio Tre La
scena invisibile, realizza un film televisivo su Maurizio Pollini), ha
scritto numerosi testi teatrali (Quel delizioso orrore, Solo per archi,
L’avida sete) regolarmente rappresentati. I suoi libretti per il teatro
musicale sono nati dalla collaborazione con significativi compositori
italiani: Claudio Ambrosini (Big Bang Circus, Biennale Musica di
Venezia 2002), Matteo D’Amico (Patto di sangue, Maggio Musicale
Fiorentino 2009), Luca Lombardi (Il re nudo, Opera di Roma 2009).
Su invito di Giuseppe Sinopoli ha diretto il settore drammaturgia e
didattica del Teatro dell’Opera di Roma. Dal 2001 è membro della
commissione artistica della Scuola di Musica di Fiesole, nel 2005
assume la responsabilità del Festival Giuseppe Sinopoli di Taormina.
Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana, dal 2010 ne
è direttore artistico. Nel 2004 vince il Premio d’Arcangelo per la
critica musicale indetto dal festival di Martina Franca. Giornalista
professionista, scrive per il quotidiano La Stampa. Nel 2009 esce,
per l’editore Giunti, il volume di racconti Altravelocità – avventure di
un viaggiatore in treno.
E’ direttore artistico della Filarmonica Romana.
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