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Tutta la verita sulla NANNA del bebe!

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Tutta la verita sulla NANNA del bebe!
COPIA OMAGGIO
N° 01 | NOVEMBRE 2014
la rivista
www.bambinonaturale.it
Tutta la verita
sulla NANNA del bebe!
VERSO LA NASCITA CON LA ”TUA” OSTETRICA
ALLATTAMENTO: COSÌ PARTI CON IL PIEDE GIUSTO
MENSA SCOLASTICA: COSA C’È NEL PIATTO?
i nd ic e
gr avid a n z a Nove mesi per “fare spazio”
6
8
12
Verso la nascita con la “tua” ostetrica
i n ter vis ta d ic ia moc i tut t o Parto in casa, ritorno al passato?
nasci ta Carezze d’amore per il nostro piccino
14
r u br ic a a lla tta me nt o Riuscirò ad allattare?
b am bi n o La nanna tra miti e realtà
18
22
26
Portare i piccoli passo dopo passo
fam i gli a Quando i bimbi in arrivo sono due...
Lettura animata con i piccoli
Deficit dell’attenzione, un punto di vista diverso
Genitori responsabili, anche civilmente
scuo la Il bambino naturale a scuola
Mensa scolastica: cosa c’è nel piatto?
associazi o n i Un’associazione per studiare la salute
r u br ic a c ucina
r u br ic a f a i d a t e
r u br ic a na t ura
b i mbi
appu nt am ento l i bri
appu ntam ento auto ri
Facciamo il pane!
47
Sgrassatori naturali
49
Tutti i colori dell’autunno
51
Giochi
53
54
55
Novità in libreria Arrivano le fate
57
58
59
60
Sono qui con te
Stellina e il buio
Vaccinazioni
61
novit à e ant icipaz i o n i
Redazione
Il leone verde edizioni
Direttore responsabile
Testi e collaboratori
Foto
Progetto grafico e impaginazione
Stampa
30
33
35
38
40
43
46
Giorgia Cozza, Anita Molino
Via della Consolata, 7 - 10122 TORINO
Giorgia Cozza
Segui il Bambino Naturale su
+
Maria Francesca Agnelli, Elena Balsamo, Alessandra Bortolotti, Nicoletta Bressan, Paola
Carrera, Sarah Cinquini, Margherita Chiappini,
Sonia Coluccelli, Giorgia Cozza, Eleonora Dottori, Maura Gancitano, Maria Cecilia Gioia, Annalisa Malerba, Paola Negri, Michela Orazzini,
Emanuela Rocca, Eugenio Serravalle, Alessandra Smania, Daria Voltazza, Esther Weber
SPAZIO PUBBLICITARIO
per informazioni contattare
Il leone verde Edizioni
www.leoneverde.it
[email protected]
Via della Consolata, 7 -10122 Torino
Tel: +39 011 5211790 | Fax: +39 011 09652658
P.IVA 07325880016
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www.bambinonaturale.it
M.S Litografia
Via Ferrere, 7 - 10139 Torino
n°01 Novembre 2014
2
Il Bambino Naturale
associazione
ASSOCIAZIONE IL BAMBINO NATURALE
L’associazione si è costituita il 15 gennaio 2014 ed è un’associazione di promozione sociale e di solidarietà familiare senza scopo di lucro. Nasce per sensibilizzare sul tema della genitorialità ad alto contatto e sostenere
chi fa questa scelta. Il nostro obiettivo è dare una risposta concreta ai genitori che si sentono affini all’idea di
genitorialità portata avanti dal Bambino Naturale, ma che riscontrano una mancanza di luoghi fisici in cui incontrarsi, confrontarsi fra di loro e conoscere gli esperti di cui hanno letto i libri. Inoltre, stiamo cercando di attivare
iniziative per sostenere le neomamme lavoratrici, il loro reinserimento nel lavoro, la conciliazione dei tempi di
vita e tempi di lavoro.
I princìpi che ci animano sono:
• Promuovere una corretta informazione riguardo ai bisogni della famiglia;
• Creare spazi fisici e virtuali di aggregazione e di condivisione in cui supportare i genitori;
• Diffondere e offrire strumenti pratici relativi alle modalità di contatto dalla nascita ai primi anni;
• Creare relazioni e dinamiche di scambio e collaborazione con enti privati e pubblici per la diffusione di una
genitorialità consapevole e responsabile.
DIVENTA SOCIO
Se anche tu hai a cuore il tema della genitorialità consapevole e ad alto contatto sostienici diventando nostro
socio. Con il costo della tessera di 20 euro avrai:
• in regalo ”neomamma è facile” al momento dell’iscrizione;
• sconto del 15% sulle pubblicazioni del Bambino Naturale;
• prezzo scontato sui corsi e incontri;
• sconti in negozi convenzionati (elenco negozi aderenti consultabili sul sito);
• sconto su abbonamento rivista cartacea;
• sconti sulla formazione a distanza (in preparazione).
È possibile diventare nostro socio anche tramite la comoda e veloce iscrizione on line all’indirizzo:
http://www.bambinonaturale.it/associazione-il-bambino-naturale/diventa-socio/
Per contattarci
[email protected]
n° 01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
i l S a l u t o d e l l ’ e d i tor e
Anita Molino
O
vuli congelati.
Con questo editoriale prende il via questa nostra rivista dedicata al bambino, ai genitori, alla famiglia.
Sulla scorta dell’esperienza maturata in anni di sito www.bambinonaturale.it, e naturalmente con la collana di
libri “Il bambino naturale”, i temi saranno trattati sempre dalla parte delle esigenze psicofisiche dei bambini, in
difesa della famiglia normale, a sostegno della relazione genitori-figli, nella piena consapevolezza che la famiglia
è la cellula della società, la prima e fondante struttura su cui tutte le altre poggiano. In questa prospettiva, difendere la famiglia è obiettivo prioritario di chi abbia a cuore la crescita e lo sviluppo dei bambini, la loro maturazione
ed entrata nella vita adulta.
Ironicamente parlando, Facebook e Apple si sono assunti la responsabilità di trasformare la donna americana,
che offre latte e biscotti a merenda e taglia il tacchino nel giorno del Ringraziamento, in qualcosa di più, in una
donna speciale, una donna che potremmo definire una wonder woman. Infatti alle impiegate dei due colossi
industriali viene ora offerta la possibilità di congelare i loro ovuli fino a data da destinarsi, per lasciar loro l’opportunità di spendere i migliori anni (quelli della vigoria giovanile) a inseguire traguardi di carriera lavorativa. In
un certo senso, anche la gravidanza entra così a far parte di un progetto di carriera aziendale, viene pianificata e
guidata dal datore di lavoro che si prende carico degli alti costi del progetto.
A poco vale, per le donne in carriera, il fatto che l’iniziativa non dia la certezza di un successo, dal momento che
ancora poco si sa dell’efficacia del congelamento: non è detto che fra 15 anni l’ovulo sia ancora “disponibile” ad
essere fecondato, non c’è alcuna certezza di un successo dell’“operazione”. Eppure le giovani donne in carriera
americane sono entusiaste dell’idea e pronte ad aderire in massa alla proposta.
La questione, a nostro avviso, sta in una sola parola: priorità. Se la carriera, infatti, è prioritaria rispetto alla procreazione, allora ci troviamo di fronte a una vera rivoluzione dei costumi e a una trasformazione della famiglia
in una specie di azienda, o meglio in un prolungamento (o addirittura un’appendice) della carriera. Per cui il figlio
viene programmato e inserito in un progetto di vita fondato sulla ricerca del successo; viene “procrastinato”
perché se nascesse prima sarebbe d’intralcio. Questa è l’ennesima picconata alla famiglia, la vanificazione del
matrimonio, la trasformazione della donna in una figura che accantona il suo più profondo significato – l’essere
madre – e dà la priorità alla carriera lavorativa.
Essere madre: questa è la più naturale e alta aspirazione della donna. Anche il lavoro è importante, ma sicuramente va collocato in un secondo piano.
Sappiamo bene che le femministe – quelle che hanno voluto snaturare la donna e farla uomo – si ribelleranno
all’idea della donna madre di famiglia e “angelo del focolare”. Certamente al femminismo dobbiamo molto: il diritto al voto e al lavoro, per esempio. Ma purtroppo dobbiamo anche la pretesa innaturale che la donna sia come
l’uomo, che debba fare le stesse cose che fa l’uomo. Il femminismo, lungi dall’aver liberato la donna, l’ha ingabbiata ancor di più in ruoli che poco si conciliano con la sua natura. Come, ad esempio, arrivare a progettare un figlio
in età avanzata, a considerare un figlio un possibile intralcio, a inserirlo in un progetto di carriera, come se anche
i figli facessero parte di questa realtà (la carriera, appunto).
In quest’ottica, tutta la sacralità del concepire e dare alla luce un figlio va a farsi friggere, non esiste più, la Natura
viene soppiantata da necessità e aspirazioni che dovrebbero essere in secondo piano.
Tutto questo è folle, e non solo perchè una donna di – poniamo – 45 anni non ha il fisico di una trentenne, non
solo perchè quando il figlio avrà 20 anni la madre entrerà in quella che si chiama “la prima vecchiaia”, ma anche
perché questo bambino entrerà nella sua famiglia come una macchina nuova entra nel garage di casa, oppure
come una “cosa”, un accessorio che va semplicemente a completare una carriera aziendale, questa sì davvero
importante a cui tutto sacrificare.
Ma poi, intendiamoci bene, Dio (per chi crede) o la Natura hanno messo l’ovulo nelle ovaie e l’hanno predisposto
a un “cammino” che, allorché avvenga la fecondazione in seguito a un atto d’amore, lo condurrà fin dentro l’utero.
Qui sta la famiglia. Altrimenti si parla di esperimenti, di violenza sulla Natura, di follia del genere umano.
Perchè non dobbiamo dimenticare che quell’ovulo, una volta fecondato, sarà persona, e come tale ha il diritto di
seguire il suo naturale percorso e non di essere messo in una scatola come uova in un’incubatrice.
Anita Molino
n°01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
i l d i r e t tor e
Gi or g i a Cozza
È
bravo? Dorme? Alzi la mano la neomamma che non si è sentita rivolgere almeno una volta questa domanda. Eh sì, questo è un vero “classico”, un interrogativo comune, che però nasconde in sé un equivoco
di fondo. Perché in realtà tutti i bambini dormono e tutti i bambini piccoli, ovviamente, sono bravi, anzi bravissimi.
Solo che non dormono come gli adulti. Non dormono come forse ci aspetteremmo. Non dormono come i bambini
della pubblicità che mangiano, sorridono e si addormentano beati nella loro cullina. Certo, ci sono anche dei bimbi
che dormono piuttosto a lungo sin da piccolissimi, ma sono più l’eccezione che la regola. E saperlo, risparmierebbe ai genitori tante preoccupazioni e il grande, terribile dubbio... starò sbagliando io? Dato che il sonno è un
argomento “scottante”, in questo numero c’è uno speciale dedicato proprio alla nanna dei più piccini: la psicologa
Alessandra Bortolotti, autrice di “E se poi prende il vizio?”, sgombra il campo da pregiudizi e luoghi comuni, per
offrire alle famiglie indicazioni utili e un bel pieno di rassicurazione. Dal sonno alle poppate il passo è breve e la
nostra esperta Paola Negri, consulente in allattamento, offre preziosi suggerimenti per partire con il piede giusto. E poi parliamo di gravidanza, di nascita, di vaccinazioni, di salute del bambino... Con uno sguardo anche alle
problematiche delle famiglie con bambini più grandi grazie agli articoli e agli approfondimenti dedicati al mondo
della scuola.
Dalla redazione vi auguriamo buona lettura e vi ricordiamo che ogni vostro suggerimento, le vostre opinioni, i
vostri commenti sono assolutamente preziosi. Grazie a tutti, perché ci siete e perché state condividendo con noi
i primi passi di questa rivista pensata a misura di famiglia, a misura di bimbo.
Giorgia Cozza
n° 01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
gr a v i da n z a
Maria Cecilia Gioia è psicologa e psicoterapeuta, specializzata in
psicoterapia cognitivo comportamentale e Dottore di Ricerca in
Psicologia della Programmazione ed Intelligenza Artificiale. Lavora come psicologa presso la Casa di Cura Sacro Cuore di Cosenza e si occupa di psicologia ostetrica, assistenza psicologica
in sala parto e Per-Corsi di Accompagnamento alla Nascita e
alla Maternità. È autrice di numerosi articoli scientifici su riviste
internazionali e presidente dell’Associazione Culturale MammacheMamme www. mammachemamme.org.
di Maria Cecilia Gioia
Nove mesi per “fare
spazio”...
CON L’AIUTO DEI CORSI DI ACCOMPAGNAMENTO ALLA NASCITA
I tempi dell’attesa necessitano di uno spazio
quotidiani. E scoprire spesso, in fase finale, quanto
sia necessario regalarsi un tempo senza tempo, dove
il nostro utero, ma anche la nostra mente, crea spazio al nostro bambino.
Perchè noi donne siamo incredibilmente flessibili, e
questo possiamo riconoscercelo a gran voce. In fondo, chi altri accetterebbe di diventare “casa” e “nutrimento” per nove mesi della propria vita accogliendo
fisiologico per allinearsi nella mente e nel cuore
della mamma e del papà, in un processo straordinario che racconta l’identità della coppia e i suoi
bisogni.
Compito di noi operatori è accogliere e favorire
l’ascolto attivo attraverso gli incontri del PerCorso di Accompagnamento alla Nascita e alla Maternità, occasione elettiva per stimolare maggiore
consapevolezza delle proprie competenze genitoriali, elemento necessario per “sostare in contatto” con le emozioni della gravidanza. Perché è
nutriente “fare spazio” attraverso la narrazione e il
confronto con le altre coppie in un luogo che non
presenta spigoli ma curve morbide e accoglienti
come le pance delle mamme, dove tessere una
rete di sostegno alla pari diventa una fisiologica
necessità per ascoltarsi e ascoltare.
SPAZIO NEL CORPO E... NELLA MENTE
O
ggi più che mai è evidente la difficoltà di noi
donne a so-stare in questi mesi di endogestazione senza “dover” inevitabilmente “mollare
qualcosa “ (cit. Emma, 35 anni, avvocatessa) provando con fatica, a modulare e rallentare i nostri ritmi
n°01 Novembre 2014
un inquilino sconosciuto e alcune volte inaspettato?
In alcuni casi poi la convivenza si rivela un periodo
non semplice con espressioni fisiche più o meno
esplicite che raccontano quanto sia delicato questo
periodo di “conoscenza” e “adattamento”.
6
Il Bambino Naturale
Ma torniamo al concetto di “fare spazio” per accogliersi e accogliere fisiologiche trasformazioni che
confermano un momento speciale e unico perché
costellato di segni e di attimi indelebili nella nostra
mente e nel nostro cuore.
E il fatto di vivere la gravidanza in modo consapevole,
accompagna la donna in un processo di cambiamento psicofisico trasformando ogni singolo momento
in una risorsa da cui attingere nei primi mesi dopo il
parto. Gli ormoni poi giocano un ruolo attivo in questo processo di cambiamento agendo da modulatori
delle emozioni.
Grazie agli estrogeni la donna diventa ”morbida” e
riesce a fare spazio con la mente e con il corpo per
accogliere il suo bambino, mentre il progesterone
rallenta i suoi ritmi ”costringendola” a so-stare in
questo tempo di attesa e di trasformazione.
Alcune volte però è difficile mettersi in ascolto “attivo” dei messaggi del proprio corpo, non sempre si
riesce ad assecondare i bisogni fisiologici dell’attesa.
Questo si ripercuote significativamente sulla produzione dei due ormoni, inibendo o rallentando i benefici sopraelencati.
“Fare spazio”, sempre. In ogni momento della giornata, favorire il con-tatto interiore, accarezzando
ogni attimo di comunione con una vita che cresce,
per nutrire e nutrirsi di emozioni. Cercare uno spazio, un luogo che non giudica umori altalenanti costellati da piccoli conflitti e importanti promesse, tra
rifiuto e accettazione alla ricerca di un equilibrio che
accompagni questi nove mesi ad una consapevole
accoglienza.
spressione di sensazioni, spesso rinnegate o inibite.
Uno spazio senza spazio dove la circolarità prende
forma, armonizzando pensieri e respiri, dove la forza
creatrice della donna può so-stare e riempire.
Un luogo che facilita trasformazioni attraverso il
“sentire” e il “fare” nel gruppo attivando processi evolutivi e relazioni nutrienti. Una serie di incontri che
potenziano le competenze della donna e dell’uomo
attraverso la condivisione e l’ascolto attivo dove è facile lasciarsi andare e riconoscere emozioni. Un gruppo che si crea, che assume una sua identità esprimendo aspetti di personalità spesso celati.
Il mio obiettivo primario durante questo per-corso
è offrire un’occasione di incontro per le mamme e i
papà per promuovere consapevolezza delle proprie
competenze genitoriali attraverso l’ascolto e il contenimento, strumenti che funzionano come catalizzatori delle emozioni e forniscono la creazione di uno
spazio psichico, in cui i genitori si sentono liberi di riconoscersi nel loro valore di coppia in attesa.
Per “fare spazio” all’imprevedibile imparando a coltivare una relazione di coppia soddisfacente che permetterà al bambino di entrare in uno spazio ”sufficientemente buono” e funzionante dove è semplice
differenziarsi e crescere.
Perché quando nasce un bambino nasce una mamma e nasce un papà, e questo è bene ricordarselo
durante i mesi dell’attesa per confrontarsi quotidianamente su bisogni e aspettative di ognuno.
Ed ecco che gli incontri di un Per-Corso di Accompagnamento alla Nascita e alla Maternità si trasformano ogni volta in braccia accoglienti ed emozioni in
con-tatto dove timori e paure si raccontano nell’espressione più profonda, dove le pance delle mamme
e anche dei papà possono allinearsi e riconoscersi attraverso il racconto dell’attesa, un ponte che unisce
la vita passata e futura dei neogenitori.
IL PERCORSO DI ACCOMPAGNAMENTO ALLA NASCITA
Il Per-Corso di Accompagnamento alla Nascita e alla
Maternità diventa un tempo senza tempo dove viversi sin dalla 16° settimana di gestazione senza
sentirsi valutate, dove è semplice concedersi l’en° 01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
gr a v i da n z a
Emanuela Rocca, ostetrica libera
professionista a Genova e mamma di
tre figli, è autrice del libro ”Travaglio
e parto senza paura”, (Il leone verde,
2013).
di Emanuela Rocca
Verso la nascita con
la “tua” ostetrica
QUANDO LA GRAVIDANZA È FISIOLOGICA, UN PERCORSO CON L’OSTETRICA ACCANTO!
Ormai tutte le linee guida internazionali ed inter-
Eppure le nostre antenate non la consideravano né
una novità, né qualcosa di alternativo, solamente la
normalità. E a chi controbatte dicendo che infatti ai
tempi delle antenate la morbilità e la mortalità prenatale erano molto più alte di oggi, ribatto spiegando che il motivo non si trova nell’attuale medicalizzazione della gravidanza (ovvero nel trattare come
potenzialmente patologico qualcosa di normale), ma
nazionali concordano nel consigliare l’assistenza
dell’ostetrica durante la gravidanza fisiologica,
ovvero quella gravidanza che non presenta fattori
di rischio e che procede secondo natura.
Qualche riferimento utile è consultabile direttamente on-line digitando sul motore di ricerca “ISS
Linee Guida Gravidanza Fisiologica 2011” (linee
guida italiane) oppure “NICE Antenatal Guidance”
(linee guida inglesi), o ancora, andando a sbirciare (anche solo per curiosità) il Profilo Professionale dell’Ostetrica, quel documento che descrive
il campo d’azione dell’ostetrica, ovvero ciò per cui
essa è formata.
Ma ancor prima vi chiedo di fare appello semplicemente al comune buon senso, poiché pensandoci, chiunque di noi, a partire dai bambini molto
piccoli, sa perfettamente che il dottore cura le
malattie… e che la gravidanza non lo è!
LA GRAVIDANZA NON È UNA MALATTIA
E
nostri!
semplicemente e soprattutto nelle aumentate condizioni igieniche e socio-economiche in cui viviamo
oggi: abitiamo in appartamenti dotati di acqua corrente, calda per lavarsi, fredda e potabile per cucinare,
dissetarsi, lavare casa e suppellettili, di luce elettrica,
h, sì, questa è la vera “novità” del nostro
secolo!
Questa è la voce “alternativa” dei giorni
n°01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
Emanuela Rocca
Travaglio e parto senza paura
Il leone verde. 2013
� 13.00
riscaldamento in inverno, fognature adeguate, discariche che tengano lontani potenziali epidemie. Sappiamo che è buona norma lavarsi le mani quando si
rientra in casa e prima e dopo essere andati in bagno,
nonché prima di sedersi a tavola… e via così!
Ma la nostra cultura tende a banalizzare tali importanti concetti dandoli per scontati e per contro esalta
la cosiddetta “medicina difensiva”, ovvero quella medicina interventistica che tende a trattare qualcosa
di fisiologico come potenzialmente patologico medicalizzandolo, non tenendo conto che così facendo
ottiene proprio ciò per il quale teoricamente viene
giustificata… ovvero la patologia!
Già, i dati (ovvero le evidenze scientifiche) dimostrano che intervenendo durante una gravidanza in cui
tutto procede normalmente per mamma e bambino
attraverso esami diagnostici non necessari (ecografie mensili, ma anche esami ematochimici inutili in
condizioni di fisiologia, screening, misure di profilassi
non indicate, visite vaginali non giustificate), quindi
medicalizzando tale normale evento, chissà come
il numero delle gravidanze considerate border-line,
potenzialmente patologiche o patologiche aumenta
a dismisura.
dopo aver approfondito i riferimenti citati nel testo e
dopo aver riflettuto sulle domande qui sopra, vi sentirete di rispondere che vi sentite più sicure ad andare dal dottore, allora vorrà dire che tale scelta sarà
quella più consona per voi.
Se al contrario le risposte ai miei spunti di riflessione
vi porteranno a mettere in dubbio la scelta dettata
dall’odierna cultura di affidarsi a un medico anche
qualora non vi sia malattia, eccomi a parlarvi del percorso “alternativo”, ovvero quello di rivolgersi alla professionista che si occupa della fisiologia (strano chiamare “percorso alternativo” ciò che obiettivamente
suona come normale!) ovvero l’ostetrica.
NOVE MESI CON L’OSTETRICA
Il percorso con l’ostetrica prevede che la futura mamma scelga la propria ostetrica di fiducia e insieme percorrano la strada verso la nascita attraverso bilanci di
salute a cadenza all’incirca mensile, che vanno oltre
ai meri “controlli tecnici” senza peraltro escluderli.
• Il benessere della mamma
L’ostetrica infatti anzitutto parla con la futura mamma, ma anche col futuro papà. Insieme si affrontano
i dubbi e le paure legate ai cambiamenti del corpo,
ai piccoli disturbi legati al procedere della gravidanza
(affrontandoli soprattutto grazie a rimedi dolci, naturali e rispettosi della salute di madre e bambino), alle
emozioni che tale attesa porta con sé.
Non a caso solitamente l’incontro mensile si apre con
un semplice: “Come stai, come ti senti?”.
Si instaura un clima di fiducia e confidenza che porta
i futuri genitori a sentirsi liberi di porre ogni domanda che ritengono necessaria, anche se si pensa sia
sciocca (ma non lo è mai!), a esporre qualsiasi dubbio
o preoccupazione e a sentirsi legittimati nel farlo.
La donna, futura mamma, è una persona a tutto
tondo, fatta di corpo ma anche di emozioni, pensieri,
sentimenti, mai solamente un utero nel quale con-
A OGNI DONNA LA SUA SOLUZIONE
Ma, allora, perché andiamo dal dottore se stiamo
bene?
Perché facciamo un numero eccessivo di esami,
spesso inutili (ovvero non giustificati da una precisa
indicazione)? Perché tutte queste ecografie? Siamo
sicure che non nuocciano al bimbo?
Queste domande vi servano come spunti di riflessione non giudicanti: sono fermamente convinta che alla
fine non esistano scelte giuste o sbagliate in senso
assoluto. Ma tali scelte devono necessariamente essere compiute in maniera consapevole ed informata.
Perciò, se dopo la lettura di quanto spiegato sopra,
n° 01 Novembre 2014
9
Il Bambino Naturale
gr a v i da n z a
ESAMI ED ECOGRAFIE
L’ostetrica elenca alla futura mamma quali sono gli
esami ematochimici da effettuare per l’epoca di gravidanza e il medico di base prescriverà tali esami su
richiesta rossa poiché esentati da ticket.
Procedura simile per le tre ecografie ritenute necessarie, le uniche previste dal nostro Sistema Sanitario.
L’ostetrica consiglia alla futura mamma un’ecografia
per trimestre come da linee guida: una nel primo trimestre per confermare la datazione, una a circa 20
settimane, molto importante, detta “morfologica”,
per valutare la morfologia e la crescita del bambino, e
una a circa 32 settimane, detta “biometrica”, che confermi i parametri di crescita e il benessere del bambino. L’ecografia potrà essere eseguita in ospedale o
presso una struttura convenzionata prenotando con
ampio anticipo tramite Cup e presentando richiesta rossa; oppure se la futura mamma lo preferisce,
presso un medico di sua fiducia in regime privato.
Durante gli incontri con l’ostetrica si valutano i risultati di esami ed ecografie, spiegando e discutendo i
referti.
Ovviamente tale percorso può concludersi con l’assistenza al travaglio a casa e l’accompagnamento in
ospedale per il parto, oppure col parto in casa qualora
i genitori lo desiderino e la gravidanza abbia rispettato determinati parametri di fisiologia. Ma questo è
un altro capitolo!
A voi la scelta e, qualunque essa sia, buona gravidanza!
trollare che il bimbo stia crescendo adeguatamente
per l’epoca gestazionale, perciò ampio spazio al dialogo, all’emotività ma anche, perché no, a un abbraccio o una stretta di mano quando serve!
Quindi si passa a valutare sotto ogni aspetto lo stato
di benessere e salute, comprendendo la funzionalità dell’apparato digestivo (alimentazione, digestione, valutazione e gestione di eventuali disturbi quali
acidità di stomaco o nausea), dell’apparato escretore
(assunzione adeguata di liquidi, funzionalità renale e
vescicole), dell’intestino (eventualmente consigliando rimedi per gestire e regolarizzare un intestino un
po’ “pigro” o al contrario un po’ “allegro”), del sonno
(è riposante? È interrotto? Costellato da sogni? Che
genere di sogni?).
Grande attenzione, infine, all’alimentazione, importantissima in ogni periodo della vita, essenziale durante l’attesa. D’altra parte, siamo ciò che mangiamo,
no? E la corretta alimentazione, da sola, può davvero
fare la differenza in caso di nausea, acidità, intestino
pigro, difficoltà nella digestione, affaticamento, gonfiore alle gambe e quant’altro! Nonché influire positivamente sulla crescita del bimbo nel pancione.
• Il benessere del bambino
Poi si procede con i controlli più tecnici, per i quali
non serve un ecografo, ma bastano le mani sapienti
dell’ostetrica! Toccando il pancione, possiamo capire
tante cose: quanto è grosso il bimbo (misurando la
pancia dal fondo dell’utero fino all’osso pubico abbiamo un’idea piuttosto precisa della crescita fisiologica
del bimbo), quanto liquido amniotico ha a disposizione, com’è posizionato (la testina è in alto o in basso?
La schiena a destra o a sinistra? Quali sono i piedini e
quali le manine?) Anche i futuri genitori impareranno
a riconoscere il proprio bimbo e ad interagire con lui
già dal pancione!
Impariamo anche a riconoscere i movimenti e la qualità di essi e ad attribuire loro la giusta importanza
nel valutare il benessere del bambino.
Con un semplice apparecchio doppler portatile si
sente il battito del bimbo: frequenza cardiaca di base
e variabilità rispetto ad essa sono ottimi indicatori del suo stato di salute!Anche parametri quali la
pressione arteriosa materna, la frequenza cardiaca e
il peso sono ottimi indicatori per la valutazione della
progressione fisiologica della gravidanza.
n°01 Novembre 2014
Per affrontare nel modo migliore l’attesa, il parto e il
puerperio, bisogna prediligere
alimenti sani, ricchi di vitamine, minerali e proteine. Ma
la futura mamma deve nutrirsi anche di sole, aria buona, amore, felicità, pensieri
positivi e armonia.
Il parto in casa, E. Malvagna
10
Il Bambino Naturale
n° 01 Novembre 2014
11
Il Bambino Naturale
Int er vi s ta
DICIAMOCI
TUTTO
Giorgia Cozza, giornalista e scrittrice, è
autrice di numerosi testi che sono diventati un punto di riferimento per futuri e neogenitori in Italia e all’estero.
di Giorgia Cozza
P a rto in ca s a ,
ritor no al p a s s a to?
P
organizzate per riuscire a vivere il parto come desideravano veramente. Il problema è che attualmente
solo poche Regioni, e cioè Piemonte, Emilia Romagna,
artorire in casa. Fino alla metà del secolo
scorso era la norma, oggi è una scelta particolare, che suscita non poche perplessità nel
nostro Paese. Eppure sono sempre più numerosi i
futuri genitori interessati a questa possibilità. Cerchiamo di saperne di più, grazie a questo “botta e risposta” senza mezzi termini, in cui l’autrice del volume Il parto in casa, la giornalista Elisabetta Malvagna,
è chiamata a rispondere alle obiezioni che più spesso
vengono rivolte a questa scelta.
DIRETTI AL PUNTO: HA ANCORA SENSO NEL
DUEMILA PARLARE DI PARTO IN CASA?
Non c’è alcun dubbio. Anzi, ha più senso ora che in
passato. Il parto domiciliare rappresenta il futuro
dell’assistenza ostetrica. La personalizzazione e la
continuità dell’assistenza sono elementi di sicurezza
fondamentali per il successo di un parto. Per le donne a basso rischio il parto domiciliare è sicuro quanto
quello in ospedale, se non di più. Richiede una forte
motivazione, per cui la donna attiva le proprie risorse,
spesso sconosciute e inaspettate, e i benefici di questo processo virtuoso si protraggono per molti anni
dopo la nascita. Nelle gravidanze fisiologiche la medicalizzazione, al contrario, aumenta i rischi e i possibili
danni alla mamma e al bambino.
Marche, Province di Trento e Bolzano e Lazio, rimborsano – e solo in parte - la spesa, che si aggira sui
2000-3000 euro. Spesso però per il pagamento ci si
accorda con le ostetriche, che comunque fanno sempre un preventivo, anche in caso di trasferimento in
ospedale, e sono reperibili h24 per un mese. Come
tutte le mamme sanno, un aiuto anche nel post partum e nell’avvio dell’allattamento è fondamentale,
non solo per la coppia mamma-bambino, ma per tutta la famiglia! E non mi risulta che ospedali e cliniche
lo forniscano!
UN TEMPO SI NASCEVA A CASA E VERO, MA
I DATI RELATIVI ALLA MORTALITA DI MAMME E BAMBINI DIMOSTRANO CHE ERA UNA
SITUAZIONE RISCHIOSA...
Rispetto a 50 anni fa le condizioni socio-economiche
e sanitarie sono molto migliorate. E a differenza di
una volta, possiamo contare sulla tecnologia, i controlli in ospedale, i ginecologi, le ecografie e gli esami del sangue… Quindi il parto in casa, che è sempre
NON STARA DIVENTANDO UNA SORTA DI
“MODA” DEL MOMENTO?
Sono molte le celebrities che hanno scelto questa
opzione, ma il parto in casa non è una scelta riservata solo a poche elette. Conosco moltissime donne
che, come me che ho partorito due volte così, non vivono in ville con piscina a Hollywood. Eppure si sono
n°01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
Elisabetta Malvagna
Il parto in casa
Il leone verde. 2014
� 15.00
PER
SAPERNE
DI PIU
Il parto domiciliare è un’alternativa al parto ospedaliero alla quale sempre
più donne vorrebbero accedere. Ma le informazioni sono poche e
spesso inesatte. I media non ne parlano a sufficienza. Eppure ogni anno in
Italia la scelgono circa 1500 donne. A questo argomento la giornalista Elisabetta Malvagna ha dedicato un libro che offre ai futuri genitori informazioni corrette ed aggiornate. Il volume “Il parto in casa. Nascere nell’intimità familiare,
seconda natura” (Il leone verde, 2014), uscito poche settimane fa nella collana
Il bambino naturale, garantisce inoltre suggerimenti pratici e riferimenti utili
per chi desidera approfondire questa possibilità.
scrupolosamente selezionato, consente alla donna di
vivere questa scelta in totale tranquillità. Chi sceglie
questa opzione è consapevole che ogni parto ha una
percentuale di rischio, indipendentemente dal luogo
in cui avviene. E comunque, come sostiene Verena
Schmid, autrice della prefazione al mio libro, “non si
può paragonare il parto casalingo alla pari con quello
ospedaliero, sarebbe come valutare l’omeopatia o altre medicine olistiche con lo sguardo medico; non può
che uscirne un ritratto limitato”.
sia ancora possibile poter scegliere. Per partorire le
donne sono obbligate a seguire un percorso deciso
da altri, spesso mossi da interessi personali ed economici. Peccato che a pagarne il prezzo siano solo le
donne e i loro piccoli. L’ho denunciato nei miei libri, e
non smetterò mai di farlo…
Elisabetta Malvagna è una giornalista che ha lavorato per più di 15 anni all’agenzia ANSA. Romana,
sposata e mamma di due bambini entrambi nati
in casa, come tante altre donne fa acrobazie per
conciliare lavoro e famiglia senza fare troppi danni. Oltre a “Il parto in casa” ha pubblicato “Partorire senza paura” e collaborato al
volume “Parola di donna” di Ritanna Armeni (ed. Ponte alle
Grazie) e cura,
tempo permettendo, quattro
blog: partoriresenzapaura.
it, partoincasa.
it,
over40noproblem.com e
mammevip.it.
IN OGNI CASO, PROPORRE UN RITORNO AL
PARTO A DOMICILIO, NON CORRISPONDE A
RINUNCIARE ALLA SICUREZZA GARANTITA
DALL’OSPEDALE?
Il parto ospedaliero è orientato al rischio, quello a domicilio richiede un approccio salutogenico, orientato
alle risorse e alla centralità della donna. Ormai numerose ricerche, anche molto recenti, dimostrano la
sicurezza del parto in casa. Ma quello che posso dire,
alla luce di oltre 10 anni di studi, della mia esperienza
personale, e delle tantissime testimonianze di donne
che ho conosciuto e riportato nei miei libri e nei miei
blog, quello del luogo in cui partorire è una scelta assolutamente personale, che riflette i bisogni e i valori
individuali. Per questo trovo incivile che in Italia non
n° 01 Novembre 2014
13
Il Bambino Naturale
n a sc i t a
Nicoletta Bressan è psicopedagogista, educatrice perinatale e
insegnante di massaggio infantile AIMI. Da anni lavora accanto
alle donne e alle famiglie accompagnandole dolcemente durante
la maternità e la prima infanzia. Attualmente opera nelle province di Monza e Brianza, Milano, Lecco e Bergamo; è curatrice dei
siti: www.amrita.altervista.org e fasciaportabebe.altervista.org
e ideatrice della pagina di Fb Amrita nutrire la vita. Per il Bambino Naturale cura la rubrica Massaggiare il bambino e la mamma.
di Nicoletta Bressan
Carezze d’amore per
il nostro piccino
L’ARTE DEL MASSAGGIO NEONATALE
Sin da quando si trova nella pancia della mamma,
utilizzare per aiutare il neonato ad adattarsi alla vita.
Ci ha fornito un torace che termoregola a seconda
delle necessità del bambino, affinché il bebè portato
sia sempre alla temperatura giusta per lui, cuore a
cuore con il genitore. Ci ha dato due mani quali strumento prezioso per alleviare le sofferenze, dare forma alla vita, contenere, consolare, comunicare.
il bimbo è cullato e accarezzato dal liquido amniotico, oltre che continuamente massaggiato dalle
pareti uterine. La pelle del feto si sviluppa molto
precocemente e, già dall’ottava settimana di vita,
ricopre il suo corpicino. Da questo momento si
sviluppa il primo abbozzo del senso del tatto.
L
o stesso parto, con le contrazioni, produce
sul corpo del bambino un vigoroso massaggio che strizza ripetutamente i polmoni liberandoli dal liquido amniotico e attiva tutti gli organi
preparandoli al corretto funzionamento. Il lungo travaglio ha, per l’essere umano, la funzione equivalente del leccamento effettuato dagli altri mammiferi ai
loro neonati. Esso si concentra particolarmente nella
zona del basso ventre e dei genitali, per aiutare i cuccioli a mettere in moto il sistema escretorio; quando
il leccamento non può avvenire, i cuccioli rischiano
problemi che li possono portare persino alla morte.
In questa chiave, per esempio, possiamo rileggere il
problema delle coliche sotto un altro punto di vista: il
numero di tagli cesarei in aumento e la difficoltà delle
madri nel rimanere a stretto contatto con il neonato nei primi giorni di vita, non potrebbero incidere su
questo problema che sembra essere onnipresente?
Con le mani ferme è possibile comunicare semplicemente la presenza: ”Sono qui, qualsiasi cosa accada; anche se magari non ti capisco, tu non sei solo”.
Questo è il messaggio che possiamo inviare a un
neonato sofferente, quando piange senza che noi
MANI CHE CONSOLANO, CONTENGONO, COMUNICANO
La natura umana ci ha fornito mezzi semplicissimi da
n°01 Novembre 2014
14
Il Bambino Naturale
I CORSI DI
MASSAGGIO
I corsi condotti da un’insegnante AIMI (Associazione Italiana Massaggio Infantile) sono strutturati in 5 incontri di circa un’ora e mezza, a cadenza settimanale. L’insegnante mostra la sequenza usando una bambola e i genitori massaggiano il proprio bimbo. Ma il corso non serve solo
per apprendere la tecnica: l’arte che vi sta dietro, la comunicazione, la presenza e l’essenza dei
gesti emergono incontro dopo incontro, attraverso le tematiche affrontate in gruppo. Durante
gli incontri i bimbi sono i protagonisti: possono essere disponibili a farsi massaggiare per tutta
la durata o solo per una parte di essi, possono mangiare, dormire e piangere; ogni loro stato ed
emozione viene accolta e ascoltata, come anche tutto ciò che i genitori vivono e riportano all’interno del gruppo. Per saperne di più www.aimionline.it
comprendiamo il perché, quando si trova in ospedale
se magari è nato prima del tempo. Noi possiamo, in
questo modo, essere totalmente presenti e in ascolto
anche quando pensiamo di non poter far nulla: anche
se ci sentiamo impotenti, siamo lì, con i nostri piccoli,
aperti ad accogliere tutto ciò che verrà e a condividere gioie e dolori. Inoltre il contatto salva letteralmente la vita: è stato studiato che l’ossitocina, un
ormone preziosissimo che entra in circolo quando ci
abbracciamo, ci tocchiamo, ecc. , velocizza il processo
di guarigione delle ferite fisiche e psicologiche, aiuta a
rimarginare le cicatrici più rapidamente e promuove
la crescita.
me”, capendo che nel momento in cui il bimbo viene
al mondo diviene un essere libero, che già non mi
appartiene più, ma a cui posso comunque donare un
bagaglio di amore che lo proteggerà da tutte le esperienze negative della sua vita.
Il riconoscimento della libertà del neonato e il rispetto del suo corpo passano poi per la richiesta del permesso: prima di iniziare, il genitore chiede: ”Posso
massaggiarti?” e valuta i segnali di disponibilità del
bambino. Può capitare che il momento che noi scegliamo non sia quello giusto anche per il nostro bebè:
magari ha fame, sonno, o semplicemente preferisce
essere coccolato che massaggiato. Rispettando il diniego di un neonato o di un bambino ad essere toccato e massaggiato in un determinato momento, gli
insegniamo che lui è l’unico padrone del suo corpo e
che nessuno potrà violarlo, lo portiamo ad acquisire
una consapevolezza corporea che può aiutare a prevenire ogni sorta di abuso.
COSTRUIRE IL SENSO DI SÉ
Le mani che massaggiano danno un confine, aiutano
il neonato a creare piano piano un senso di sé, uno
schema corporeo che si forma tramite il riconoscimento di quello che sono io e di quel che vi è fuori di
me, oltre che attraverso il tocco di tutte le aree del
corpo, che vengono massaggiate e nominate, fino a
che anche il bambino imparerà a conoscerle e comprenderà che sono parti del proprio corpo.
Contenere e dare un confine significa anche, per il
genitore, legittimare, riconoscere l’esistenza di questo essere piccolo e indifeso “fuori da me”, “altro da
n° 01 Novembre 2014
SOLLIEVO PER I PICCOLI DISAGI DEL BEBÈ
Le mani massaggiano con una certa pressione e un
certo ritmo: non ce n’è uno uguale per tutti e anzi nel
tempo ho imparato che ogni cultura ha una manualità differente. Si massaggia sempre, però, per alleviare i piccoli disturbi di cui i neonati possono soffrire,
15
Il Bambino Naturale
n a sc i t a
• Il massaggio
favorisce il benessere del bambino, lo
aiuta a rilassarsi e dà
sollievo alle tensioni provocate dalle
situazioni nuove e
dai piccoli malesseri
(aiuta a prevenire e
lenire le coliche gassose e favorisce la regolazione dei disturbi
sonno-veglia).
• È stimolante per il
corpo, favorisce la mielinizzazione delle fibre nervose, stimola l’apparato respiratorio, cardiocircolatorio,
gastro-intestinale, influisce positivamente sui sistemi
immunitario e linfatico e su quello neuro-ormonale.
• Anche i cinque sensi beneficiano di questa stimolazione, principalmente il tatto tramite il tocco, ma
anche la vista, l’udito e l’odorato, di cui si favorisce lo
sviluppo armonioso.
• Il massaggio è indicato anche per i bimbi con disabilità, prematuri, ospedalizzati o adottati, che possono
trarne grandi benefici.
• È un’esperienza rilassante, di apertura e consapevolezza, crea un profondo contatto tra genitore
e bambino favorendo e nutrendo il loro legame. Il
massaggio infantile non è solo una tecnica ma un’arte antica, un modo per stare con i propri piccoli, per
comunicare presenza, amore e rispetto.
TANTI
BENEFICI
PSICO-FISICI
per curare il corpo e per formare la mente e lo spirito.
Oltre a ridurre le coliche infantili, i dolori da dentizione
e diminuire in generale la tensione corporea, il massaggio favorisce la mielinizzazione, cioè la formazione di quella guaina che ricopre i nervi e che permette al sistema nervoso di ricevere e inviare messaggi
dall’interno e dall’esterno.
BENESSERE ANCHE PER IL GENITORE
Il massaggio1 plasma, non solo i neonati ma soprattutto noi adulti. Noi che corriamo dalla mattina alla
1
In questo articolo parlo di massaggio al neonato avendo come primo
riferimento il massaggio diffuso dall’Associazione Italiana di Massaggio Infantile,
di cui sono membro nonché insegnante attiva. Sono però convinta che ogni massaggio amorevolmente eseguito possa portare il benessere di chi lo riceve e di chi
lo fa.
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cosmesi fresca e integratori alimentari vegetali
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n°01 Novembre 2014
16
Il Bambino Naturale
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n a sc i t a
rafforzarsi del legame con i nostri bimbi. Nel massaggio comunichiamo attraverso il tatto, senso preponderante dalla nascita e per tutta la prima infanzia,
ma anche attraverso le parole, gli sguardi, gli odori.
È una comunicazione densa e dedicata, totalmente
centrata sul neonato e concentrata in quel che stiamo facendo. Non tanto per i movimenti specifici che,
passo dopo passo, si imparano, ma perché l’essere
che abbiamo di fronte ci richiama continuamente,
con le sue manine, con i gorgoglii, con gli sguardi. E
noi non possiamo fare altro che essere lì, sprofondati
in quella sensazione di presenza assoluta, di dedizione, di amore.
sera, siamo obbligati a fermarci, a respirare, di fronte
all’immensità di un neonato che chiede tutta la nostra presenza. Noi che non siamo più abituati a stare
seduti per terra, che continuiamo a spostarci e cambiare posizione per la fatica di allungare la schiena.
Ma anche noi che, in questo modo, reimpariamo cosa
significhi dare del tempo di qualità e che sentiamo il
TORINO – 22 e 23 Novembre 2014
CORSO PREPARTO e
GENITORIALITÀ CONSAPEVOLE
tra teoria e pratica
(PER)CORSO PER MAMME E PAPÀ
dal concepimento ai suoi primi mesi di vita
VITA PRENATALE: cosa sapere
NASCITA: come accogliere il neonato
PRIMI MESI DI VITA: le tappe più importanti
AMBIENTE PER IL NEONATO
FIORI DI BACH: per gravidanza, parto e post-partum
BABY BODY LANGUAGE:
pianto di bisogno e pianto di memoria
ALLATTAMENTO, PORTAGE,
MASSAGGIO, CO-SLEEPING
dove e quando
Caffè Basaglia
via Mantova 34, Torino
Sabato 22 Novembre, h. 15.00-18.00
Domenica 23, h. 9.30-12.30 e 14.30-17.30
costo
80€ (120€ in due, se si viene con il papà)*
10€ pranzo di domenica 23 (facoltativo)
* più 20€ se non si possiede la tessera dell’Ass.
Il Bambino Naturale sarà già valida per tutto il 2015.
Conducono il corso:
Elena Balsamo, scrittrice, pediatra omeopata, formatrice esperta in maternage ed
etnopediatria; si occupa di sosternere la coppia mamma-bambino nel periodo perinatale;
Livia Natali, psicoterapeuta, da anni conduce gruppi di preparazione al parto secondo la
visione Leboyer e gruppi di formazione per genitori e operatori.
info e prenotazioni
[email protected] – 011.5211790
_______________________________________
Inoltre...
Sabato 22, ore 21.00 - Caffè Basaglia
ingresso libero - prenotazione obbligatoria
presentazione del libro SONO QUI CON TE, di Elena Balsamo
n° 01 Novembre 2014
17
Il Bambino Naturale
Paola Negri, consulente professionale
IBCLC ed educatrice perinatale, presidente di IBFAN Italia, si occupa di allattamento da oltre 15 anni. Il suo libro
”Tutte le mamme hanno il latte”, di cui è
uscita tre anni fa la seconda edizione, ha
aiutato moltissime mamme a realizzare
il desiderio di nutrire al seno i loro piccini. ”Sapore di mamma” offre risposta
ai dubbi delle madri che allattano dopo i
primi mesi.
Ru b r i c a
All at t am e n to
‘
R ius cir o
a d all at ta re?
Paola Negri
Tutte le mamme
hanno il latte
Il leone verde. 2011
� 18.00
Doma nda...
Sono in attesa del mio primo bambino e mi piacerebbe allattarlo. So però che la mia mamma non è riuscita ad
allattare né me, né mio fratello e ho visto che anche parecchie mie amiche pur avendo provato non hanno avuto
abbastanza latte. Sono un po’ scoraggiata. C’è qualcosa che posso fare già ora, in gravidanza, per garantirmi una
buona riuscita?
Elena
funziona perfettamente! Pensa a tutte le donne
che, nella storia dell’umanità, hanno allattato prima
di te... sarebbe veramente strano che la ghiandola
mammaria oggi funzioni di meno rispetto al passato,
oppure funzioni meglio in alcuni contesti sociali piuttosto che altri! È che si è persa da un lato la fiducia, e
dall’altro si sono perse le conoscenze di come avviare
l’allattamento, cioè cosa fare per favorire, fin dai primi
giorni, una produzione di latte adeguata ai bisogni del
bambino.
Risp o n d e l ’ e s pe rto ...
C
A cura di Paola Negri
ara Elena, innanzi tutto complimenti per l’attesa! Poi, complimenti anche perché iniziare
a documentarti sull’allattamento già fin da
ora è un’idea veramente ottima: la gravidanza è infatti un periodo ideale per raccogliere tutte quelle informazioni che potranno esserti utili a garantire una
soddisfacente esperienza di allattamento.
I timori che provi sono comuni a quelli di molte altre
mamme al primo figlio: viviamo in una società dove
molte di noi non sono state allattate e sono cresciute
senza mai vedere esempi tangibili di bimbi allattati al seno, mentre viceversa quasi ognuna di noi ha
amiche o conoscenti che hanno avuto problemi con
l’allattamento, quindi è più che legittimo farsi le domande che anche tu ti fai, e temere di non riuscire ad
allattare.
Tuttavia, voglio rassicurarti: il seno è prima di tutto
una ghiandola predisposta allo scopo di produrre
latte, e sono veramente rari i casi in cui questo non
n°01 Novembre 2014
INFORMARSI SULLA G E STIONE D EL L E
P OP P AT E
Il tuo seno si sta già preparando all’allattamento, anche senza che tu faccia niente: lo sentirai più
voluminoso, infatti durante la gravidanza il tessuto
ghiandolare completa il suo sviluppo proprio in vista
del lavoro che dovrà fare!
Una cosa che può esserti sicuramente utile, è quella
di informarti su come funziona l’allattamento; infatti
spesso le cose non vanno bene proprio perché siamo
abituate a conoscere meglio tempi e ritmi dell’alimentazione al biberon, piuttosto che dell’allattamento! I
bambini hanno bisogno di poppare spesso, e il seno,
per produrre latte, deve essere stimolato frequentemente durante le 24 ore: avviene proprio che più il
18
Il Bambino Naturale
Illustrazioni a cura di Maria Francesca Agnelli
“ Allattamento al seno. Come nutrire felicemente il tuo bambino” - Paola Paschetto, Giorgia Cozza” - De Agostini
ALLAT T AMEN TO:
C O SA LO FAV O RI S CE 1
Moti vazi on e: considerare l’allattamento una
priorità e darlo per scontato come normale
Avere f i duci a in sé stesse e nel bambino
Conoscenza della f i si ol og i a, cioè essere consapevoli del fatto che la ghiandola mammaria di
ogni donna è fatta proprio per allattare!
Avere i n f or m az i on i su come funziona l’allattamento e sulla sua normale gestione
S uppor to f am i l i ar e : il Compagno e altri familiari credono nell’allattamento e sono informati su
come funziona
Rete d i sosteg n o:
• Avere amiche che stanno allattando oppure
hanno allattato
• Presenza nella zona di gruppi di auto-aiuto per
l’allattamento
• Conoscere qualche consulente professionale
IBCLC a cui rivolgersi in caso di bisogno
• Presenza di ambulatorio per il sostegno all’allattamento nel punto nascita o presso il consultorio, formato da persone competenti
• Leggere libri sull’allattamento
• Consultare siti web, partecipare a blog e liste di
discussione sull’allattamento
• Avere qualcuno che aiuta in casa
Par tor i r e d ove si sosti en e l ’ al l atta me nt o ,
cioè in una struttura:
• Che favorisce la nascita fisiologica e tutela i bisogni della coppia madre-neonato
• In cui il personale è formato per il sostegno
pratico e la risoluzione dei problemi di allattamento
• In cui si permette a mamma e bambino di restare insieme subito dopo il parto, si attua il rooming-in, e si incoraggiano le mamme
• In un Baby Friendly Hospital (secondo l’iniziativa dell’Unicef)
E sser e con sapevol i d el f atto che l ’ a lla t t am en to e’ un a f or m a d i accudi m en to piuttosto
che un modo per alimentare il neonato e che il
latte materno è molto di più del cibo fisiologico
per il vostro bambino.
C om pr en d er e che i l n eon ato ha bi s o g no ,
più di ogni altra cosa, d i con tatto f i s i c o e
che questo favorisce l’allattamento (istinto a
ciucciare nel bambino, produzione di latte nella mamma): tenere il bambino vicino giorno e
notte, tenerlo addosso pelle-a-pelle, praticare il
nutrimento biologico, evitare almeno nei primi
tempi succhiotti e biberon.
bambino ciuccia, più latte viene prodotto. Quindi, sia
per favorire una buona produzione di latte, sia perché
il latte materno si digerisce velocemente e il bambino
ha uno stomaco molto piccolo, è consigliabile allattare a richiesta, o per lo meno 8-12 volte nelle 24 ore.
È importante ricordare anche che occorre evitare l’uso di ciucci e biberon, che potrebbero confondere il
neonato e rendere poi difficile per lui il succhiare dal
seno, e (nel caso del biberon) potrebbero interferire
con il ritmo delle poppate e conseguentemente con
la produzione di latte.
SCEGL IERE IL P UNTO NAS C ITA “ G IUST O ”
Per favorire un buon avvio dell’allattamento, puoi
scegliere una struttura dove si pratica il contatto
pelle-a-pelle subito dopo il parto e dove i neonati stanno in camera con le loro mamme: infatti, nei
primi giorni il seno produce il preziosissimo colostro,
un vero e proprio elisir per il sistema immunitario del
bambino, che dovrebbe stare più possibile addosso o
vicino alla sua mamma, per attivare gli istinti naturali
di suzione e per favorire nella mamma il rilascio degli
ormoni deputati alla produzione di latte. Il colostro
fisiologicamente è prodotto in quantità molto piccole,
perfette per il neonato nei primi giorni, e per poppate
n° 01 Novembre 2014
1
Tratto dal libro ALLATTAMENTO Guida pratica per iniziare
bene e continuare meglio di P.Negri, URRA 2012
19
Il Bambino Naturale
frequenti che quindi sono più comode da gestire se il
bambino è in camera.
U N “ R ETE DI AIUTO ” IN C AS O D I
DU BB I
Se hai qualche dubbio o problema, subito dopo la nascita del bambino, non preoccuparti! È normale, all’inizio avere bisogno di rassicurazione o di aiuto. Può
essere che alla montata il seno diventi infiammato
e duro, o che i capezzoli facciano male, o ancora che
tu non sia sicura se il tuo bambino poppa abbastanza… per prepararti a queste eventualità che, ripeto,
sono normali, ti suggerisco di crearti fin da ora la tua
personale “rete di aiuto”, ovvero di cercare le figure competenti in allattamento presenti nella zona
dove abiti, a cui ti potrai rivolgere quando il bambino
è nato. Questo credo che sia su tutti il consiglio più
importante. Infatti non tutti i pediatri sono preparati
per aiutare le mamme a gestire e superare le difficoltà in allattamento, e molti allattamenti diventano
misti o terminano prima del tempo proprio perché la
mamma non sa a chi rivolgersi per avere aiuto oppure riceve indicazioni sbagliate.
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AB B ASTANZ A LAT T E?
Illustrazioni a cura di Maria Francesca Agnelli
“ Allattamento al seno. Come nutrire felicemente il tuo bambino” - Paola Paschetto, Giorgia Cozza” - De Agostini
Esistono due modi per valutare quanto latte sta
prendendo un bambino: controllare i pannolini e
controllare il peso.
n° 01 Novembre 2014
PANNO L INI
• Nelle prime 24 ore di vita, puoi aspettarti 1 o
più pipì e 1 o più scariche di meconio (le prime
feci del bambino, di colore scuro tendente al
verde).
• In seguito, le pipì dovrebbero aumentare di
numero in modo graduale, fino a portarsi a circa
6 al giorno dalla V-VI giornata di vita. Anche le
scariche dovrebbero aumentare, fino a 2 o più al
giorno, e le feci diventare gradualmente di color
giallo senape e consistenza morbida.
PE S O
• I neonati hanno un calo fisiologico che di solito si mantiene al di sotto del 10% del peso alla
nascita.
• Il recupero del peso alla nascita dovrebbe avvenire in 10-15 giorni
• Poi, ogni settimana il bambino dovrebbe prendere da 125-130 gr in su (da circa 500 gr al mese),
nei primi tre mesi.
Oltre al peso e alle scariche, occorre valutare
anche l’aspetto generale del bambino e la sua
vitalità.
21
Il Bambino Naturale
b a mb i n o
Alessandra Bortolotti, psicologa perinatale e mamma di due bimbe, è l’autrice del best-seller ”E se poi prende
il vizio?” (Il leone verde, 2010) ed è coautrice de ”Il primo sguardo” (Fasi di
luna, 2014)
di Alessandra Bortolotti
La nanna tra miti
e realtà
IL SONNO DEI NEONATI E DEI BIMBI PICCOLI
Il piccolo d’uomo nasce con un sistema nervoso
comunicativa serve per segnalare il disagio dovuto
alla separazione dall’adulto o ad eventi contingenti
che necessitano sempre e comunque che qualcuno
si prenda cura del bambino. Il pianto quindi ha un valore sociale e relazione mai trascurabile, nonostante
nella nostra cultura un tale tipo di accudimento non
sia accettato come norma biologica dell’essere uma-
immaturo che raggiunge il suo sviluppo cerebrale
massimo a circa due anni di vita. Questo concetto
importante ci aiuta a capire il perché i neonati e
i bimbi piccoli abbiano così bisogno degli adulti
per crescere in maniera ottimale e il motivo per
cui la natura li ha programmati su base fisiologica. La crescita fuori dal ventre materno necessita
per lungo tempo delle stesse condizioni che
caratterizzavano l’utero ovvero del contatto fisico
e dell’avvolgimento caldo di un abbraccio attraverso il tatto. Questo concetto viene denominato
esogestazione1 proprio per indicare la necessità
fisiologica dei bambini di ogni cultura e etnia di
essere accuditi fuori dall’utero così come lo erano
dentro.
BIMBI A CONTATTO O A DISTANZA?
Q
bbiamo molte prove che l’accudimento
basato sul contatto e sulle cure prossimali, cioè quelle che prevedono la prossimità/vicinanza dell’adulto, siano necessarie per crescere. Primo fra tutti il segnale di richiamo primario
di tutti i bambini del mondo: il pianto. Questa forma
no, ma venga spesso visto come una mancanza di
indipendenza e autonomia dei bambini che dovrebbero essere educati invece attraverso le cure distali, cioè quelle che prevedono la distanza fra adulti e
bambini. Nella nostra cultura il bambino ”bravo” vie-
Braibanti L., Parto e nascita senza violenza, Red Edizioni (1993).
1
n°01 Novembre 2014
22
Il Bambino Naturale
Alessandra Bortolotti
E se poi prende il vizio?
Il leone verde. 2010
� 16.00
ne comunemente identificato come quello che sta
fermo, gioca da solo, non chiama, non fa confusione, non piange, finisce tutto quello che ha nel piatto
senza sporcare, dorme da solo tutta la notte nella
sua cameretta fin dai primi mesi di vita; va da sé che
anche il genitore che educa con questi obiettivi sarà
accettato come modello e non riceverà critiche ma
consensi da chi gli sta d’intorno. Scorrendo la letteratura scientifica medica e psicologica la mole di studi
esistente prova, al contrario, quanto un accudimento
prossimale sia utile per una crescita sana e fisiologica
mentre illustra molto bene gli effetti devastanti della
separazione precoce e costante fra madre e bambino
fin dai primi istanti di vita.
Dopo questa doverosa premessa potremmo interrogarci sul perché la nostra cultura continui a promuovere comportamenti genitoriali che mirano alla
separazione anche notturna fra genitori e bambini
facendola passare come tappa “normale” e dovuta di crescita e di autonomia di questi ultimi. Fatto
questo che non ha alcuna ragione antropologica né
scientifica in quanto non esiste prova alcuna che i figli crescano meglio con un accudimento distale. Ecco
perché molti genitori si trovano in difficoltà quando
devono scegliere i comportamenti “migliori” da attuare nel corso della crescita dei loro bambini: si trovano
spesso ad una impasse fra ciò che sentono e ciò che
le norme culturali e la società impongono.
ni che la maggior parte delle volte sono da ritenersi
normali. Il confine tra fisiologia e patologia dovrebbe
essere delineato da specialisti del sonno infantile che
abbiano esperienza e formazione specifica su tale
argomento indipendentemente dalle norme culturali del Paese di appartenenza. Nel nostro, molto più
spesso di quanto si creda, si confondono le abitudini
considerate errate di gestire i risvegli notturni coi risvegli stessi, considerando questi ultimi come causati esclusivamente dalle prime. La maggior parte
dei metodi esistenti sul mercato (perché di mercato
e marketing si tratta a tutti gli effetti) ha come scopo
quello di far ”imparare” ai bambini a non svegliarsi la
notte e a dormire nel proprio letto senza considerare
che questo è un comportamento contrario del tutto alla fisiologia dell’essere umano, dettato da mere
esigenze degli adulti, non certo dei bambini. Anche i
metodi cosiddetti “dolci” perché non prevedono che si
lasci piangere il bambino durante “l’addestramento”
notturno hanno comunque come fine ultimo quello
di estinguere i risvegli notturni dei bambini che tanto
sono difficili da accettare dagli adulti italiani (e tanto
fanno guadagnare a chi sforna metodi o figure professionali privi di alcuna formazione e prova scientifica al riguardo) in nome di una presunta educazione
notturna all’autonomia.
RISVEGLI NOTTURNI: PERCHÈ?
A questo punto, ciò che penso sia importante ricordare è il perché esistono i risvegli notturni, come si
possono gestire serenamente, a cosa sono dovuti e
a cosa servono.
I risvegli notturni derivano da molteplici cause. Prima
di tutto dall’alternanza stessa delle fasi REM e nonREM in quanto in questi momenti di transizione le
cellule nervose sono più sensibili al risveglio. Questi
risvegli mantengono inoltre il bambino in un sonno
meno profondo che, seppur difficile da accettare dagli
COME FUNZIONA IL SONNO DEI Più PICCOLI?
La fisiologia del sonno dei bambini ci insegna che il
neonato e il bambino entro i tre/cinque anni hanno
il sonno completamente diverso da quello degli adulti sia come quantità che come qualità. L’alternanza
delle fasi in cui si sogna (REM) e di quelle di sonno
profondo (non REM) segue ritmi molto più ravvicinati
rispetto a quelli degli adulti e ci vorranno almeno tre
anni perché i bambini non abbiano più risvegli notturn° 01 Novembre 2014
23
Il Bambino Naturale
b a mb i n o
e di coppia. Altro strumento a costo assolutamente
zero, che ritengo importante da insegnare ai genitori è quello di riconoscere fin dai primi istanti di vita i
segnali fisici dei neonati quando sono in fase REM.
Questo semplice modo di riconoscere il tipo di sonno
dei propri bambini darà agli adulti che se ne occupano
un chiaro indizio sull’evoluzione del sonno del piccolo
adulti, ha valore preventivo nei confronti della SIDS2.
Altri motivi che possono determinare la quantità e la
frequenza dei risvegli notturni sono da identificarsi
con variabili individuali e genetiche dei bambini, oltre
ad eventi contingenti di tipo sia organico che psicologico.
RISVEGLI NOTTURNI: COME GESTIRLI?
E allora come gestire i risvegli notturni? Ciò che la natura ha predisposto è la sincronia fra il sonno della
madre e del suo piccolo che se nasce a termine della gravidanza attraverserà circa il 50% del sonno in
fase REM tanto quanto la sua mamma. Durante la
gestazione la mamma regredirà quindi da un 20% circa di tale fase al 50% circa, il linea col suo bambino
neonato. È provato che il miglior modo per gestire i
risvegli notturni dei neonati e dei bimbi piccoli è quello di accudirli sia di giorno che di notte attraverso le
cure prossimali, tra cui l’allattamento al seno è particolarmente interessante. La prolattina3 infatti determina sia nella madre che nel suo bambino l’addormentamento in fase REM protraendo la sincronia del
sonno fra loro per tutta la durata dell’allattamento.
In questa maniera, se mamma e bambino dormono
vicino in comodità e sicurezza, il riposo per entrambi
sarà assicurato! La mamma quindi è da considerarsi
come un bioregolatore del bambino che a sua volta,
nella relazione con lei, determinerà uno scambio comunicativo e relazionale impareggiabile. Ovviamente, sarebbe necessario che queste informazioni venissero date almeno ad entrambi i genitori durante la
gravidanza in maniera tale che questi possano discuterne insieme e considerare la questione sia da un
punto di vista logistico che di disponibilità individuale
Piccoli pianti di richiamo: in
qualche modo “sa” che mamma
arriva presto a consolare. La
calma del piccolo la gratifica
e lei, a sua volta, impara. Il
neonato insegna al genitore e
lo rassicura con messaggi del
tutto personali. Si instaura
così tra loro due un bel cerchio di vita...
2
SIDS (acronimo di Sudden Infant Death Syndrome) è la sindrome della
morte improvvisa del lattante meglio conosciuta come morte in culla o morte
bianca dei neonati. Colpisce i bambini nel primo anno di vita con un’incidenza che
va dallo 0,5 all’1,5 per mille nati sani. Nei paesi industrializzati rappresenta la prima
causa di morte nell’età compresa tra un mese e un anno. E’ più frequente fra i 2
e i 4 mesi, e dei bambini che muoiono circa il 60% sono maschietti. Può accadere
sia di giorno che di notte, in culla ma anche nel passeggino o nel seggiolino della
macchina. Definita come sindrome a sé stante nel 1969, la Sids raggruppa tutti i
casi di morti improvvise e inaspettate di neonati apparentemente sani, le cui morti
rimangono inspiegabili anche dopo l’autopsia. Nonostante si studi ormai da molti
anni, le cause della Sids restano ancora sconosciute.
Facciamo la nanna,
G. Honegger Fresco
3
La prolattina (o PRL) è un ormone polipeptidico prodotto dalle cellule
dell’ipofisi anteriore. La sua principale azione è di promuovere la lattazione, poiché l’atto di succhiare la mammella della madre da parte del bambino aumenta la
secrezione di prolattina ed essa stimola la lattogenesi. Ciò garantisce, quindi una
lattazione normale e adatta alle necessità del bambino.
n°01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
b a mb i n o
LA BORSINA DELLE COCCOLE
e potrà quindi rassicurarli circa il loro normale sviluppo e la loro crescita neurofisiologica.
Le più recenti ricerche neuroscientifiche di epigenetica hanno infine evidenziato come l’accudimento di
tipo prossimale dei piccoli, fatto di interazioni basate
sul contatto nei primi mesi di vita e verosimilmente anche oltre, ha un riscontro durevole sulla salute
mentale della prole lungo l’intero arco della loro vita.
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b a mb i n o
Sarah Cinquini, istruttrice certificata e formatrice Portare i piccoli®, da novembre 2012 presidente dell’associazione Portare i
Piccoli.
Margherita Chiappini, educatrice sociale, istruttrice e formatrice
Portare i piccoli®, vicepresidente dell’associazione.
Per il sito del Bambino Naturale curano la rubrica Portare i piccoli
di Sarah Cinquini e Margherita Chiappini
Portare i piccoli passo
dopo passo
LE TAPPE DI UN PERCORSO DI ASCOLTO RECIPROCO
La cultura occidentale ha intrapreso un personale
la si affronta da quando il bambino può sostenere la
testina, circa tre mesi. Questa posizione viene chiamata “Il dialogo”: il bambino inizia ad essere curioso e
da qui può osservare il mondo e confrontarsi con chi
lo porta osservando il suo sguardo.
L’ultima posizione è il dietro pancia contro schiena:
finalmente il bambino guarda nel senso di marcia,
viene definita “Tu mi segui”, dalla schiena di chi porta
percorso sul Portare che differisce dalle altre
culture che lo esercitano e prevede il passaggio
attraverso tre posizioni: davanti, fianco e dietro.
Ogni posizione ha un suo significato.
LE TRE POSIZIONI DEL PORTARE
S
uggeriamo di iniziare a Portare dopo 20/30
giorni dalla nascita. Nelle prime settimane
di vita i genitori utilizzeranno le loro braccia per portare il bambino e la mamma avrà avuto
il tempo di dedicarsi ad avviare l’allattamento. Consigliamo di fare esperienza in questo periodo nel tenere in braccio il bambino, nel toccarlo e guardarlo.
Passaggi importanti che portano alla conoscenza e
al riconoscimento del bambino. Successivamento il
suo contenimento potrà essere in parte delegato al
supporto.
Il supporto più idoneo per i primi tre mesi del bambino è la fascia lunga, un telo largo almeno 70 centimetri e di lunghezza variabile dai 3 ai 5 metri; se
viene scelto un tessuto di qualità, la sua particolare
tessitura lo rende elastico solo se tirato in diagonale
e utilizzandolo si riuscirà ad ottenere una posizione
più ergonomica.
La prima posizione che consigliamo di affrontare è il
davanti pancia contro pancia: questa posizione, che
viene utilizzata solo da noi occidentali, comunica “Io ti
proteggo”, alla nascita il nostro bambino rappresenta
il centro delle nostre attenzioni.
La seconda posizione è il fianco, pancia contro fianco,
n°01 Novembre 2014
può osservare Il mondo, il bambino ha circa 4 mesi.
È importante affrontare e completare l’intero percorso passando per le tre posizioni, per accompagnare il
piccolo verso il movimento nello spazio in autonomia.
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Il Bambino Naturale
LE ”REGOLE”
BASE DEL
PORTARE
Ricordiamo le regole base del portare con un supporto.La posizione corretta del bambino portato sul corpo dell’adulto è quella verticale dalla nascita, ed è fisiologica quando:
• il tronco del bambino è appoggiato al corpo del genitore e sostenuto in modo tale che non ci
sia il vuoto tra i due corpi
• le gambe del bambino sono aperte a ranocchio, in modo che le sue ginocchia stiano più in alto
del sedere
• la testa del bambino può essere sostenuta
• il sedere del bambino è a livello dell’ombelico di chi porta (MAI più basso!)
• i piedini del bambino sono paralleli al terreno e le gambine simmetriche tra loro
UN PERCORSO DI ASCOLTO RECIPROCO
Il Portare il nostro piccolo ci da la possibilità di fare
un meraviglioso viaggio all’interno della relazione
con noi e in noi stessi. I vari passaggi implicano una
rimessa in discussione personale, un ascolto reciproco.
Fasciarci il nostro bambino davanti vuol dire metterlo
nel nostro centro, esperienza impegnativa che implica una grossa messa in gioco da parte del genitore.
Non è un caso che molti genitori abbandonino il portare in questo periodo, dopo averne sperimentato la
complessità. Nonostante ciò, questa posizione offre
spesso molta soddisfazione, sentiamo il bambino
un tutt’uno con noi.
La madre rivive la sensazione di avere la pancia, il
papá sente di sperimentarla per la prima volta.
Il passaggio al fianco non è immediato. È una posizione asimmetrica, il peso del bambino si sente
maggiormente e si fatica ad utilizzarla per molte ore
consecutive se non si lavora molto bene col tessuto. Il genitore non ha la libertà di movimento della
posizione precedente o del dietro. Nonostante ciò è
una posizione di grande soddisfazione per il bambino che ha la possibilità di dialogare col mondo ma
anche col genitore esercitando su di lui il controllo
visivo. Questa è una posizione da cui i genitori cern° 01 Novembre 2014
cano sovente di sfuggire, non affrontandola e passando direttamente al dietro e per la quale richiedono spesso una consulenza, questo sia per imparare a
lavorare bene col supporto in modo da sentire meno
il peso del bambino ma soprattutto per essere sostenuti in un momento della vita in cui il nostro bambino
abbisogna del dialogo con noi, di esercitare il controllo
visivo su di noi.
27
Il Bambino Naturale
b a mb i n o
Vivere l’esperienza del fianco è importante per facilitare il passaggio al dietro. Il bambino avrà appreso la
posizione del portato attivo e come una piccola scimmietta si aggrapperà al corpo del genitore anche dietro e manterrà correttamente la posizione a M senza
tenere le gambe a penzoloni.
Passare al dietro implica perdere il controllo visivo,
essere pronti a non vedere più il nostro bambino con
gli occhi, ma a sentirlo con il corpo. Durante il nostro
percorso del Portare avremo avuto il tempo di esercitare l’ascolto su di noi e sul nostro bambino. Riuscendo a riconoscere col tempo cosa lui stia facendo
anche senza guardarlo ma ascoltando la percezione
del peso che cambia, il ritmo del respiro. Imparando
a capire se è sveglio, se sta dormendo, se si sta addormentando, se è tranquillo o irrequieto. Il bambino
dalla groppa del genitore potrà vedere e fare esperienza del mondo, guarderà nella sua stessa direzione ma avrà anche la possibilità di voltare lo sguardo,
conoscere il mondo fasciato alla schiena della sua
“base sicura”.
Finché arriverà il momento (circa dopo i due anni), in
cui il bambino non avrà più bisogno del supporto, lo
spazio sarà diventato troppo stretto e a noi genitori
rimarrà il compito di ripiegare la fascia e di continuare a contenere il nostro bambino non con il supporto
ma con la nostra mente , con le nostre parole, la nostra casa e il nostro esempio, vederlo crescere pronto
a spiccare il volo.
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tema del portare, al
suo significato nella
relazione con il proprio bambino e la presentazione
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portare, come mei tai, fascia ad anelli, marsupio
ergonomico.
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f a mi gli a
Eleonora Dottori, giornalista e mamma di due gemellini Davide
e Léon. Vive a Jesi, città di Federico II. Ama leggere, scrivere e
viaggiare. Scrive per il Messaggero Marche.
di Eleonora Dottori
Quando i bimbi
in arrivo sono due...
L’IMPORTANTE RUOLO DEL PADRE
Dolcezza e sostegno. In una sola parola amore,
sconfinata e insicurezza. Non avrei mai pensato che
la vita potesse riservarci questa sorpresa. Mi sono
fatta trascinare dal suo entusiasmo, che per fortuna
non è mai mancato, e sono sicura che anche i bimbi
ne abbiano tratto giovamento. La mia gravidanza era
monocoriale biamniotica, significa che aspettavamo
due gemellini monozigoti che condividevano la stessa placenta. Quella che viene definita una “gravidan
quello di un padre. Il ruolo dei papà durante la gravidanza è spesso sottovalutato: un po’ per responsabilità degli stessi padri che spesso limitano i
loro compiti nell’accudire i bambini ma in parte
anche perché diventare genitori è un processo
molto più lento per un uomo. La donna, infatti, sente la vita dentro di sé fin da subito mentre l’uomo
realizza che sta arrivando un bambino solo una
volta nato. Quanto successo a noi è la dimostrazione che un padre può fare molto, moltissimo per
venire incontro alle esigenze di una neomamma,
per difenderla dagli “intrusi” e non in ultimo per il
bene gli stessi neonati. Cosa ci è successo? Una
gravidanza gemellare!
PAPÀ, UN BALUARDO A DIFESA DELLA FAMIGLIA
Q
uando abbiamo scoperto di aspettare
due bambini, per me è stato uno shock.
La reazione di mio marito, Andrea, è stata
determinante per affrontare con serenità e coraggio
una gravidanza doppia. Sono stati tantissimi i pensieri che mi hanno assalita quando alla prima ecografia ci hanno detto che aspettavamo due cuccioli:
ce la faremo economicamente? Come farò a badare a
due bambini, visto che con uno solo c’è già un bel da
fare? Ho pianto un pomeriggio intero, un mix di gioia
n°01 Novembre 2014
Circondatevi di persone incoraggianti che credono in voi e nelle vostre
potenzialità di nutrire al meglio il bebè. Se necessario, chiedete al partner
di far capire a eventuali “criticoni” che non avete bisogno di consigli non
richiesti. (Allattare è facile! G.Cozza, Il leone verde)
da Allattare è facile! di G.Cozza e MF. Agnelli (Il leone verde, 2012)
za a rischio”, tanto per rassicurare una gestante già
scossa. Quell’intimità che dovrebbe essere garantita a una mamma in attesa per noi è sempre stata
un miraggio: per prima cosa i gemelli sono una ra-
30
Il Bambino Naturale
PAPÀ
COINVOLTI
MAMME
PIÙ SERENE
Il rapporto tra la mamma e il suo piccolo è unico e i papà a volte possono sentirsi non adeguati.
Quando vedete che il babbo sbaglia a cambiare un pannolino o a vestire il neonato, anche se l’ha
fatto bene il giorno prima, cercate di non aggredirlo e siate pazienti. Non dimenticate che la sua
collaborazione è la vostra possibilità di riposare. Cercate di coinvolgerlo sin da subito: lasciate
a lui alcune pagine della vostra agenda della gravidanza, spesso dedicata esclusivamente alle
mamme, affinché anche il papà possa esprimersi. Fate leva sulle preferenze dei vostri compagni:
ad esempio a mio marito piace prendersi cura delle piante del terrazzo, così l’ho incoraggiato a
piantare pomodorini, sedano, cipolle e altre verdure che possono servire per il brodo vegetale nello
svezzamento.
rità e ben presto in ospedale parlavano tutti di noi.
“Sei tu la mamma dei gemelli?”, “Ce la farete?”, “Non
dormirete più” e addirittura “Dovrete cambiare casa
e macchina”. Sentenziavano a destra e a manca, facendomi sentire un fenomeno da baraccone anziché
una mamma come tutte le altre che, semplicemente,
aspetta due bambini anziché uno. In nostra difesa si
è subito schierato il papà: “‘Se la Natura ci ha regalato tutto questo è perché possiamo farcela. Abbiamo
dato un grande dono ai nostri figli quello di poter contare sempre l’uno sull’altro”. Lui, uomo pacifico, che
tutto gli scivola addosso, ha tirato fuori le unghie in
difesa della sua famiglia. Conoscendo il suo carattere non mi sarei aspettata questa reazione ma sono
bastate quelle parole per far tacere molte persone e
convincere me che insieme potevamo farcela.
per consentire a me di trovare la giusta posizione per
riposare ma anche per far sentire ai piccoli la voce
del padre), sostenendola fisicamente (allacciandomi
le scarpe, spingendomi la schiena quando volevo fare
due passi).
La partecipazione del papà il grande giorno non si riduce alla presenza in sala parto. Alcuni uomini infatti preferiscono non assistere al parto, in questo non
c’è nulla di male, loro possono rendersi utili in molti
altri modi. Quando i nostri cuccioli sono nati è stato
Andrea il primo ad accompagnarli in Pediatria per i
controlli di routine. Davide e Léon sono nati all’ottavo mese di gestazione, per fortuna le loro condizioni
non destavano preoccupazione ma erano necessarie
delle visite di routine essendo bambini prematuri. Io
ero ridotta uno straccio ed è stato Andrea a prendersi cura di loro nei primissimi momenti di vita. Solo
qualche ora dopo sono riuscita a raggiungere il reparto e rivedere i miei bambini, accompagnata dal papà
che spingeva la sedia a rotelle. Mi ha confortata, ha
contattato un’ostetrica gentilissima che mi ha spiegato come potevo tirare il latte e fornito opuscoli utili
per l’allattamento dei gemelli in risposta a quanti mi
avevano detto “Dovrai scegliere quale gemello allattare”. L’allattamento è un processo molto delicato e
se la donna non è adeguatamente supportata rischia
IL GRANDE GIORNO E L’ALLATTAMENTO
La gravidanza gemellare mi ha spossata presto, già
al quinto mese avevo un bel pancione e anche una
cosa semplice diventava impossibile. Il papà può sostenere la mamma sotto molti aspetti: aiutandola a
tenere sotto controllo le sue paure (quando si aspettano due bambini sono davvero molti i dubbi che
possono assalire), facendole passare il tempo quando non riesce a dormire (noi leggevamo delle favole
n° 01 Novembre 2014
31
Il Bambino Naturale
f a mi gli a
con gli stessi orari consentendoci di rilassarci un po’
e riprendere in mano la nostra vita di coppia. Il massaggio infantile ha fatto il resto: abbiamo seguito un
corso e a casa ci siamo dedicati alla pratica del massaggio. Oltre ad essere un momento molto gradito ai
bambini che sentono i genitori tranquilli e rilassati, lo
è anche per gli adulti.
RAFFORZARE IL LEGAME CON I BIMBI
Oltre al sostegno psicologico, il papà è fondamentale
anche dal punto di vista pratico. Dare una mano anche la notte, cambiare i pannolini e fare il bagnetto
sono compiti quasi d’obbligo per un padre se i neonati da accudire sono due, ma possono essere svolti
anche se c’è un solo bambino in modo da consentire
alla mamma di riposare un po’ di più. Cercate di riservare al papà alcuni “incarichi” in modo da far riconoscere ai piccoli il suo ruolo, vedrete che il loro legame
si rafforzerà. Noi aspettiamo che Andrea torni a casa
da lavoro per fare il bagno, sa addormentare Davide e Léon ed è diventato, ora che hanno sei mesi, un
campione indiscusso. Per un padre la gratificazione
nello svolgere bene un compito è importantissima,
non mancate di riconoscere l’aiuto che vi dà e le sue
competenze!
di essere compromesso. Andrea aveva letto molto su
internet a riguardo e ha giocato d’anticipo: prima che
potessero mandarmi in paranoia ha saputo aiutarmi e sostenermi, e i nostri piccoli sono stati allattati
in modo esclusivo per quasi tre mesi. Poi nel nostro
caso si è resa necessaria un’integrazione. Quando
li attaccavo al seno simultaneamente era Andrea a
metterli nella giusta posizione secondo le mie indicazioni, con l’integrazione c’era un biberon per ciascuno.
IL RITORNO A CASA: UNO PIÙ UNO NON FA DUE
Accudire un neonato è impegnativo, figuriamoci due.
Non è facile interpretare il pianto di due bambini che,
seppur gemelli, hanno una loro identità e dei bisogni
differenti. Non sono state settimane semplici, nonostante la buona volontà di tutti e due lo stress regnava sovrano: Andrea era sfinito da una giornata di duro
lavoro e io altrettanto, con la differenza che lui poteva andare al bagno o a prendere il caffè senza venire interrotto. Ci abbiamo lavorato parecchio e non
è stato semplice ma i nostri figli e la natura ci sono
venuti incontro. I gemelli hanno assunto una sorta di
simultaneità: mangiavano, dormivano ed erano vigili
n°01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
f a mi gli a
Alessandra Smania è operatrice in arti sceniche, attrice e mamma. Laureata in Tecniche artistiche e dello spettacolo, si occupa
di ricerca teatrale per l’infanzia secondo natura, il femminile, l’energia del corpo e dello spazio. Conduce seminari per bambini,
genitori, operatori, insegnanti (tra cui ”Parole Animate” dedicato
alla lettura animata nella prima infanzia) e cerchi di donne. È cofondatrice del progetto formativo ”Il Ventre della Luna”, danza
del ventre in gravidanza e parto, teatro del femminile e naturalità della nascita (www.ilventredellaluna.blogspot.it). Il suo sito è:
www.ilteatrodisadora.it
di Alessandra Smania
Lettura animata
con i piccoli
QUANDO IL LIBRO DIVENTA UN GIOCO... D’AMORE
Leggere con i bambini piccoli è un gioco straor-
piccoli, per poter essere efficace e per dare anche il
giusto valore a quell’oggetto misterioso che si chiama libro: un calderone magico (nel senso che può trasformare e trasformarci) di immagini, azioni, mondi,
personaggi, sentimenti, come specchi in cui rifletterci. In quest’ottica non è un momento fantastico e
terapeutico anche per noi adulti, per rigenerarci, rilassarci e divertirci?
dinario: mi piace pensarlo proprio come un gioco
teatrale dalle infinite variazioni, che coinvolge
oltre alla voce, anche il corpo, gli oggetti, l’esplorazione del mondo circostante, in modo che il libro
diventi come un ponte fantastico tra immaginazione e realtà. Volutamente ho usato “con i bambini”
invece che “ai bambini”, perché la lettura ad alta
voce è prima di tutto condivisione, piuttosto che
attività passiva d’ascolto e attenzione unilaterale,
soprattutto con i più piccoli. In quanto gioco sono
predominanti i sensi, il movimento, la comunicazione non verbale, il respiro, le emozioni dei
partecipanti.
I
bambini vivono totalmente nel “qui e ora”,
un piccolo grande momento di eternità dove
tutto è possibile: vivono una storia amata
totalmente, di cuore e di pancia, e in quel momento
non può avere importanza se mamma ha avuto una
brutta giornata al lavoro, se fra cinque minuti la cena
è pronta, se il papà aspetta una telefonata importante, semplicemente non può. Non fa parte delle regole
del gioco, perché se di un gioco si tratta, è serio.
Ecco alcuni accorgimenti da seguire per vivere pienamente questo momento con i nostri bimbi.
• Tempo a disposizione
• È più importante il “come” del “cosa”
• Riconoscere l’eventuale senso di vergogna che ci
IL LIBRO ”UN CALDERONE MAGICO”
La lettura animata ha le sue regole, per poter essere un momento speciale di condivisione tra grandi e
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Il Bambino Naturale
f a mi gli a
impedisce di lasciarci andare, perdendoci la fantastica esperienza liberatoria che può essere la lettura
animata (per i nostri cuccioli siamo i migliori narrastorie del mondo), per poi lasciarlo andare.
• Non giudicare, né giudicarsi.
• Durante l’attività, rispettare i tempi, i gusti unici e
personali del bambino: lasciamoci guidare da lui. Noi
possiamo proporre; creare un ambiente su misura,
armonioso e ordinato; mettergli a disposizione libri
di qualità per immagini e storie, in base alla sua età;
mettergli a disposizione oggetti creativi, come piccoli
strumenti musicali e teli colorati versatili per eventuali travestimenti improvvisati.
• La fretta è nemica della creatività.
RELAX, ATMOSFERA E... CELLULARI SPENTI!
Una bella idea è cominciare e concludere la lettura con un piccolo rituale, ad esempio il suono di un
campanello, il suono di un tamburo, accendere una
candela o un bastoncino d’incenso di buona qualità
(a finestre aperte), magari con una profumazione di
pino se la storia è ambientata nel bosco; oppure con
tre respiri profondi e qualche esercizio di stretching o
yoga per rilassare il corpo. Si apra il sipario su un bel
libro da leggere insieme… e come a teatro spegnere
i cellulari!
Seduto sulle ginocchia di mamma
e papà, respirando vicinanza e
affetto, il bambino fa conoscenza con il libro. Ancora non
può cogliere le mille potenzialità di quell’oggetto, ma sa
che a quelle pagine colorate
si associano le emozioni più
belle: è questa la prima magia
del libro, quella di chiamare la voce della mamma e del
papà. Quella di farli stare
tutti vicini e di fermare il
tempo perché lui possa godersi
l’attenzione e l’affetto dei
genitori. In fondo il bambino
ha già colto l’essenza di ogni
storia, il dono più grande che
i libri riservano all’essere
umano, quello di
fermare il tempo!
Me lo leggi,
G. Cozza
Giorgia Cozza
Me lo leggi?
Il leone verde. 2011 � 18.00
f a mi gli a
Michela Orazzini, mamma di due esigenti maestri di vita, cura la
rubrica Tradotti per voi sul sito del Bambino Naturale e collabora
con Il leone verde come traduttrice e curatrice.
Traduzione a cura di Michela Orazzini
Deficit di attenzione,
un punto di vista diverso
L’ESPERTO GABOR MATÉ SOTTOLINEA L’IMPORTANZA DELLE EMOZIONI
Secondo il Dr. Gabor Maté, il Disturbo da Deficit
cuni molto piccoli, le cui inconsistenti capacità attentive, lo scarso controllo degli impulsi, l’assenza di
autoregolazione emotiva e, in molti casi, l’iperattività
fisica interferiscono con lo studio, l’apprendimento e
le relazioni con i coetanei. Troppo spesso diventano
oggetto di rimproveri umilianti e controllo punitivo da
parte del mondo adulto.
di Attenzione (ADD) è una difficoltà reversibile e
un ritardo di sviluppo che ha origine nell’infanzia.
A differenza dell’opinione corrente, che indaga perlopiù la prospettiva genetica, non è una
condizione ereditaria ma trova la sua origine in
situazioni di stress vissute nei primi anni di vita,
il periodo cruciale per lo sviluppo del cervello e
della personalità.
P
urtroppo, una volta effettuata la diagnosi, per quanto attenta e approfondita, il pericolo più grave nel trattamento corrente del deficit di attenzione è il pesante
affidamento alla terapia farmacologica. La maggior
parte delle volte gli stimolanti rappresentano non
solo il primo ma anche l’unico rimedio.
I FATTORI PSICOLOGICI ED EMOTIVI
I fattori psicologici ed emotivi legati all’ambiente e in
grado di esacerbare i sintomi del bambino vengono
perlopiù ignorati. Tuttalpiù, a genitori e insegnanti
vengono consigliate controproducenti tecniche comportamentali fondate su premi e punizioni, destinate
a peggiorare la situazione del bambino e la sua relazione con gli adulti che lo circondano.
In Canada, nel periodo dal 1990 al 1997, le prescrizioni di farmaci stimolanti per il trattamento del deficit
di attenzione sono quintuplicate.
Molte di queste prescrizioni riguardano bambini, aln° 01 Novembre 2014
La visione limitata dell’ADD come “malattia” biologica
è un esempio, fra gli altri, di come i problemi sociali
e dello sviluppo umano possano venir definiti come
semplici disturbi di natura medica. La fisiologia cerebrale di un bambino (o di un adulto) non può essere
35
Il Bambino Naturale
f a mi gli a
CHI È
GABOR MATÉ
Gabor Maté è autore di testi importanti sull’età evolutiva e la genitorialità (coautore di “I vostri
figli hanno bisogno di voi” pubblicato in Itala da Il leone verde), sulle dipendenze e sulla salute.
Ha affrontato il tema del disturbo da deficit di attenzione nel libro Scattered Minds, dove parla
anche della sua esperienza personale, soffrendo egli stesso di ADD. I suoi libri sono tradotti in 20
lingue, ha ricevuto il premio Hubert Evans per la letteratura non narrativa, una laurea onoraria
in legge e nel 2012 il Martin Luther King Humanitarian Award dall’associazione Mothers Against
Teen Violence. Tiene conferenze per educatori e professionisti della salute, ha lavorato per 12
anni nei quartieri poveri e malfamati di Vancouver con pazienti affetti da dipendenze, HIV e
malattie mentali. Ha più di 20 anni di esperienza di lavoro con le famiglie.
stabile, di una famiglia estesa multigenerazionale, o,
a causa degli alti tassi di divorzio, anche solo di due
genitori nella stessa casa. Il problema non è quello
di una cattiva genitorialità, ciò di cui spesso sono accusati i padri e le madri di bambini con ADD; è invece
quello di una genitorialità stressata, sempre sotto
pressione, dove agire in quelle circostanze di calma e
affiatamento reciproco fra genitori e figli, necessarie
perché alcuni importanti circuiti cerebrali si sviluppino, sta diventando sempre più difficile, motivo di vero
e proprio allarme.
Se considerassimo l’ADD come un problema di sviluppo cerebrale non ottimale, anziché come una malattia, avrebbe senso porre l’accento sulla promozione dello sviluppo stesso.
ridotta a una semplice questione di meccanismi biologici guidati dalla genetica. Come ha scritto il neurologo e neuroscienziato Antonio Damasio: ”La gran
parte dei circuiti cerebrali di un individuo, in ogni preciso momento della vita adulta, è personale e unica,
specchio autentico della storia e delle circostanze di
vita di quell’organismo”.
La cosa non è meno vera per bambini e adolescenti.
Il potenziale genetico della mente si dispiega sotto
l’influenza dell’ambiente. La chimica e il cablaggio
dei circuiti cerebrali vittima di malfunzionamento
in caso di ADD sono profondamente influenzati, nel
loro sviluppo, dal contesto emozionale che circonda
il neonato. L’abilità di regolare l’attenzione, le emozioni e il comportamento, resta molto vulnerabile sia
agli stimoli positivi sia a quelli negativi durante tutta
l’infanzia.
I LIMITI DELL’APPROCCIO FARMACOLOGICO
L’evidenza scientifica è che la particolare regione
coinvolta nell’ADD sembra sia anche quella più capace di cambiamenti positivi, persino in età adulta. Di
conseguenza, non si può prendere in considerazione solo il malfunzionamento fisiologico immediato
- che è tutto quello che i farmaci riescono a fare. Anche quando agiscono senza causare effetti collaterali, possono mascherare profonde ferite emotive e
far credere a tutti che la “malattia” del bambino sia
I FATTORI SOCIALI
Se vogliamo capire perché così tanti bambini ricevono oggi una diagnosi di deficit di attenzione e relative
conseguenze neuropsicologiche, non dobbiamo far
altro che osservare i danni che sono stati inflitti alla
famiglia dalle odierne tendenze culturali e sociali. Per
la prima volta nella storia i bambini crescono su vasta scala senza il sostegno nodale di una comunità
n°01 Novembre 2014
36
Il Bambino Naturale
f a mi gli a
sotto controllo. Quando si interrompe il trattamento,
viene meno anche il miglioramento. Il bambino non
ha sviluppato nuove abilità adattative, non è stato
aiutato a crescere emotivamente, e la sua relazione
con gli adulti di riferimento potrebbe essere ancora
altrettanto precaria.
Si nota spesso che molti bambini con scarse abilità
attentive riescono a “funzionare” piuttosto bene in
presenza di un adulto dedito e amorevole. La ragione
è che l’interazione emotiva che nutre affettivamente
produce dei cambiamenti nella chimica del cervello.
La dopamina, di cui è carente il cervello del bambino
che soffre di ADD, tanto importante per l’attenzione
e la motivazione, può essere fornita non solo con le
pillole di Ritalin, ma anche grazie all’interazione con
un adulto attento e premuroso. Tantissime volte
bambini e adolescenti con disturbo di attenzione mi
hanno detto quanto sia più facile per loro ottenere
buoni risultati con quegli insegnanti che gli si rivolgono con calore e rispetto, e che non li trattano con autorità fredda e condiscendente, bensì con empatia e
umorismo rassicuranti. Un insegnante può compiere meraviglie se riesce a vedere e sentire il bambino
vulnerabile e ferito che si cela dietro l’atteggiamento
annoiato, il tono indisponente e i gesti di apparente
ribellione e oppositività.
VERSO UNA GUARIGIONE POSSIBILE
Una terapia per districare i problemi familiari e quelli relativi all’autostima è sempre importante. Anche
la cura della salute fisica, il moto, un’alimentazione
sana e nutriente, una buona igiene del sonno, attività
all’aria aperta, sono tutte cose importanti. Le pratiche di consapevolezza, come la meditazione, rappresentano una dura sfida per la mente con ADD, ma
sono di estremo aiuto.
La domanda che tutti noi dovremmo porci, come genitori, come educatori, come dottori e leader politici,
nonché membri della società, non è semplicemente
come controllare i sintomi che creano problemi, ma
come offrire ai nostri bambini il tipo di ambiente più
consono, a casa, a scuola e nel contesto sociale, affinché un sano sviluppo e la guarigione possano aver
luogo.
n° 01 Novembre 2014
L’articolo è
frutto della traduzione di alcuni testi pubblicati sul sito dell’autore:
www.drgabormate.com , la
fonte principale si trova in:
www.scatteredminds.
com/press/globe4.
htm.
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Il Bambino Naturale
f a mi gli a
Paola Carrera è iscritta all’albo degli Avvocati di Torino dal 2001 ed è socio fondatore
dell’Associazione Professionale ”Avvocati Associati Olivetti & Carrera” con sede in
Torino e Ciriè. Da molti anni componente del Consiglio Direttivo dell’A.I.A.F. Piemonte
e Valle d’Aosta (Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i Minori )
è oggi anche componente della Commissione famiglia dell’Ordine degli Avvocati di
Torino e socia della Camera Minorile di Torino. Collabora con il sito Bambino Naturale
curando la rubrica ”L’avvocato in difesa della famiglia” e ha curato la postfazione
dell’opera ”La sculacciata. Perché farne a meno: domande e riflessioni” (Il leone verde,
2013). È sposata e madre felice di due splendidi bambini, Benedetta 6 anni e Edoardo
4 anni, allattati a richiesta e ad oltranza!
di Paola Carrera
Genitori responsabili,
anche civilmente
FAMIGLIA E RESPONSABILITÀ VERSO I FIGLI, COSA DICE LA LEGGE
“La famiglia è un’isola, che il mare del diritto può
gura, così, come il luogo di incontro e di vita comune
dei suoi membri, come sede di autorealizzazione e di
crescita, nell’ambito della quale i singoli componenti
ricevono riconoscimento e tutela, prima ancora che
come “membri”, come persone. Ne consegue che il
rispetto della dignità e della personalità di ogni componente del nucleo familiare, assume i connotati di
un diritto inviolabile, la cui lesione da parte di un altro
componente della famiglia, così come da parte del
terzo, costituisce il presupposto logico per l’ingresso
della responsabilità civile in campo familiare.
Il rapporto famiglia–responsabilità civile si è rafforzato parallelamente a quel percorso giurisprudenziale
che, attraverso una rilettura dell’art. 2059 c.c. in chiave costituzionalmente orientata, ha ampliato il concetto di danno alla persona.
In questo senso, dopo alcune pronunce contrapposte, la sentenza della Corte di Cassazione 9801/2005
ha aperto ufficialmente le porte all’ingresso della responsabilità civile nelle relazioni familiari, creando la
figura dei c.d. ”illeciti endofamiliari”.
solo lambire ma non sommergere”.
Così Arturo Carlo Jemolo, importante giurista
del secolo scorso, raffigurava simbolicamente
la complessità del “sistema famiglia”, nel quale
l’ingresso della responsabilità civile appariva del
tutto inconsueto, nell’ottica del modello “famiglia
– istituzione”, alla quale era ancorato il Codice
Civile del 1942, nonché della pretesa specialità
del diritto di famiglia e dei suoi rimedi rispetto
alla tutela generale offerta dall’articolo 2043 c.c.
L’ingresso della responsabilità civile tra le mura
domestiche è stato reso possibile da un lento
processo di privatizzazione della famiglia e dal
progressivo focalizzarsi dell’attenzione del nostro
legislatore verso i diritti del singolo, all’interno
QUANDO NASCE UN FIGLIO
La responsabilità genitoriale sorge al momento della
nascita del figlio (sia esso nato all’interno o fuori dal
matrimonio) e non cessa per effetto della separazione o del divorzio. “Si determina un’automatismo tra
procreazione e responsabilità genitoriale…che costituisce il fondamento della responsabilità aquiliana da
illecito endofamiliare, nell’ipotesi in cui alla procreazione non segua il riconoscimento e l’assolvimento
degli obblighi conseguenti alla condizione di genitore”
(Cass. civ., 22.11.2013, n. 26205).
Non tutte le condotte in violazione dei doveri na-
della comunità domestica.
I
l disegno della nuova famiglia, completato
e arricchito dalla Legge 219/2012 e dal D.
Lgs. 154/2013, ha amplificato il valore del
singolo membro all’interno della comunità familiare, sottolineando come i genitori non esercitano una
“potestà familiare”, ma sono titolari della “responsabilità genitoriale”: concetto che, già in sé, richiama il
dovere piuttosto che il diritto. La famiglia si confin°01 Novembre 2014
38
Il Bambino Naturale
scenti dal rapporto di filiazione rilevano ai fini del
risarcimento del danno: sotto il profilo quantitativo,
rimangono estranei al perimetro risarcitorio i comportamenti di minima efficacia lesiva, suscettibili di
trovare composizione all’interno della famiglia; in termini qualitativi, non conducono al risarcimento quelle violazioni che, pur trovando sanzione nelle misure
tipiche del diritto di famiglia, non abbiano inciso su
valori della persona costituzionalmente protetti.
Ai fini dell’illecito endofamiliare, infatti, rilevano unicamente quelle condotte che “per la loro intrinseca
gravità si pongono come fatti di aggressione ai diritti
fondamentali della persona” (Cass. civ. 10.05.2005, n.
9801).
Ci si vuol riferire a:
• comportamenti omissivi di completo disinteresse,
lesivi del diritto di identità del figlio. Sul punto, è bene
ricordare che il nuovo art. 315 bis c.c., così come introdotto dalla L. 219/2012, ha espressamente previsto che ogni figlio ha non solo il diritto di essere
“mantenuto, educato, istruito”, ma anche di essere
“assistito moralmente” dai genitori: cosicché, il riconoscimento di tale posizione privatistica è ora definitivamente garantito;
• danni arrecati alla sfera patrimoniale del figlio, per
essere stato privato, dal genitore, del mantenimento,
dell’istruzione e dell’educazione necessarie ad una
crescita armoniosa;
• comportamenti volti ad ostacolare gli incontri con
l’altro genitore, che integrano una lesione dei diritti
del genitore e del figlio .
Il pregiudizio subito dal figlio, incidendo negativamente proprio sulla sua qualità di figlio, non potrà
che essere inquadrato nella categoria del danno non
patrimoniale di natura esistenziale ex art. 2059 c.c. e,
per la dimostrazione della lesione, saranno necessarie l’allegazione e la prova delle conseguenze patite a
causa dell’illecito.
Nella liquidazione equitativa del danno, l’unica possibile in caso di lesione di diritti della personalità, infine,
il giudice dovrà ancorare l’entità del risarcimento ai
dati di fatto acquisiti nel processo e parametrare lo
stesso alla gravità ed alla durata delle violazioni genitoriali, nonché alle effettive ricadute negative sulla
vita e sulla salute del figlio.
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sc u o la
Sonia Coluccelli è maestra di scuola primaria dal 1995, impegnata nella formazione di docenti da oltre quindici anni, mamma di
due bimbe e in attesa dell’arrivo di due gemelli. Da circa due anni
si occupa dell’avvio di classi a metodo Montessori, del coordinamento di corsi di formazione per docenti e della diffusione del
metodo in collaborazione con Fondazione Montessori Italia
di Sonia Coluccelli
Il bambino naturale
a scuola
PER UN INSEGNAMENTO CHE SFRUTTA CINQUE SENSI... PIÙ UNO
Sono davanti alla pagina bianca del monitor per
do di andare all’essenziale, alla ricerca di una sorta
di nucleo universale, di centro semplice, primordiale
e verace, mi sono venuti in mente i cinque organi di
senso (più uno) e a come nella “scuola del bambino naturale” essi verrebbero esercitati, valorizzati e
messi in gioco, da adulti e bambini. Un punto di partenza perché la scuola smetta di essere “quell’esilio
in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace
di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio”.
(M.Montessori)
iniziare a scrivere questo articolo e penso a questi
ultimi mesi in cui sono stata accolta dalla famiglia
del Bambino Naturale, dopo aver letto da mamma i
libri della collana e aver sentito risuonare dentro
di me una visione dei piccoli e della relazione con
loro finalmente rispondente alla mia.
D
GLI OCCHI
Gli occhi: nella scuola che vorrei i bambini si guardano tra loro negli occhi e vedono e sono visti dai loro
maestri. Perché questo possa accadere i banchi sono
disposti in cerchio, a ferro di cavallo o a gruppi, a creare piccoli e grandi circoli dove non si perde mai il contatto di sguardi e di tutto quello che essi raccontano.
Con gli occhi si può persino copiare e scoprire che anche in questo modo si impara, a patto che quel confronto non sia vietato, diversamente prevale la trasgressione e non si lascia spazio alle domande che
sorgono scoprendo che sul quaderno del compagno
ci sono risposte e soluzioni diverse che permettono
dubbi e ripensamenti. Quelli da cui nasce ogni apprendimento.
Con gli occhi si leggono libri meravigliosi, sempre diversi, con immagini e disegni capaci di far conoscere
il mondo e volare la fantasia… libri magari costruiti
insieme al posto degli stereotipati e ripetitivi libri di
testo in uso nella quasi totalità delle scuole.
opo tanti anni di lavoro nella scuola
come maestra, la fatica nel riconoscermi dentro procedure, modelli, pratiche
quotidiane per me intimamente stridenti si è svelata
dopo la nascita delle mie figlie, anche grazie alla lettura di Kohn, di Paola Negri, di Alessandra Bortolotti,
di Giorgia Cozza e di Elena Balsamo.
Oggi questo sguardo strabico che ormai non mi abbandona mi permette di vedere con maggiore chiarezza quali siano i nodi che possono permettere di
fare un’esperienza di scuola coerente con i principi
che orientano la scelta di un parto in casa, di un allattamento a lungo termine, di un maternage ad alto
contatto, del sonno condiviso, dell’autosvezzamento,
dell’ascolto e della fiducia nei nostri cuccioli sin dal
loro esistere nel ventre materno.
Bambini che arrivano da un’esperienza di cura, ascolto e rispetto con le figure adulte che hanno avuto
intorno nei primissimi anni di vita, e a maggior ragione forse tutti gli altri, che tipo di scuola dovrebbero
trovare?
Provando a rispondere a questa domanda e cercann°01 Novembre 2014
LE MANI
Le mani: Maria Montessori le definiva gli strumenti
40
Il Bambino Naturale
PER
APPROFONDIRE
Letture e siti internet per conoscere chi fa o ha fatto scuola usando tutti sensi, soprattutto il
sesto:
Maurizio Parodi, Gli adulti sono bambini andati a male, ed. Sonda 2013, Maurizio Parodi, Basta
compiti! Non è così che si impara, ed. Sonda 2012, G. Zavalloni, La pedagogia della lumaca, EMI
2008, www.donlorenzomilani.it, L’obbedienza non è più una virtù L.E.F., Firenze 1965, Scuola di
Barbiana, Lettera a una professoressa, L E F, Firenze 1967, G. Rodari, Grammatica della fantasia,
1973, www.casadelleartiedelgioco.it, www.educazionewaldorf.it, www.educacionprohibida.com
K. Robinson: cambiare i paradigmi dell’educazione www.youtube.com/watch?v=SVeNeN4MoNU,
www.educazionelibertaria.org, www.controscuola.it/, Francesco Codello, Irene Stella, Liberi di
imparare, AAM Terranuova, 2011, www.senzazaino.it
LA BOCCA
La bocca: ammettiamolo, la più gettonata deformazione professionale attribuita agli insegnanti è la
tendenza al monologo! In effetti, mentre ai bambini
viene chiesta grande capacità di ascolto per periodi
di molto superiori alla ben nota soglia di attenzione
e concentrazione, spesso gli insegnanti nelle loro
lunghe spiegazioni perdono la cognizione del tempo.
Quando penso ad una scuola migliore, la mente va
spesso a Mario Lodi e alla sua esperienza trentennale alla scuola di Vho di Piadena, al racconto delle
lunghe conversazioni con cui lui e suoi alunni iniziavano le loro giornate scolastiche per lasciar spazio
alle conoscenze e alla vita quotidiana di quei bambini,
alle assemblee per decidere come gestire la cassa di
classe o il giornalino autoprodotto, alla ricerca continua di tutte le risposte già presenti nelle mente dei
bambini alle domande della scuola, penso al silenzio
delle maestre montessoriane che apre la loro capacità di osservare… ecco un modo diverso per usare la
bocca e le parole ed imparare insieme e meglio.
dell’intelligenza, quelle attraverso cui passa la conoscenza; per questo il materiale didattico montessoriano è tutto “hands on” ossia qualcosa su cui mettere le mani, perché proprio toccando il nostro corpo
memorizza in modo indelebile ciò che la mente potrà
poi classificare come concetto astratto. In quell’aula
allora ci sarebbero materiali da montare , smontare,
toccare e costruire, ma anche semi da piantare, pennelli per pitturare… e non è detto che quelle mani non
possano anche scoprire il mondo con il touch screen
di una Lavagna Interattiva Multimediale, magari non
a sei anni…
IL NASO
Il naso: ho davanti agli occhi l’immagine di Nadia,
20 anni o poco più, al suo primo incarico come insegnante; è la mia collega per il sostegno a Gaia, la
bimba con la sindrome di down che abbiamo nella nuova classe prima. Dopo poco più di un mese di
scuola rimane appeso in corridoio, tra gli indumenti
senza proprietario, un maglioncino; Nadia lo annusa
e riconosce l’odore di Gaia e io riconosco in lei il DNA
di un’insegnante che non sarà mai lì solo per lavoro,
se sarà sempre capace di portare dentro di sé l’odore
dei suoi bambini.
n° 01 Novembre 2014
LE ORECCHIE
Le orecchie: l’ascolto… gli insegnanti ne lamentano
continuamente l’assenza (conosciamo il tormentone: “I bambini di oggi non sanno più ascoltare…”)
41
Il Bambino Naturale
sc u o la
ma quanto è praticato? Assai poco, dobbiamo dirlo,
tranne poi attivare regolarmente sportelli di ascolto per adolescenti reticenti nella scuola secondaria.
Mancanza di tempo, assillo da programma (anche
alla scuola materna, a volte, ahimè). Mi ritorna alla
mente una pensiero di Bernanos: “Quando i saggi
hanno raggiunto il limite estremo della loro saggezza
conviene ascoltare i bambini”. Anche a scuola, come
in famiglia, credo che sia molto vero: quante cose
potremmo comprendere meglio, cambiando almeno qualche volta il punto di vista ed ascoltando con
attenzione i più piccoli! Non solo: e se cercassimo a
scuola anche del tempo per ascoltare suoni diversi
dalla sola voce umana lasciando spazio ai suoni della
natura, ai versi degli animali, a un brano di Mozart?
IL SESTO SENSO...
E il sesto senso?? Sono le intuizioni, le domande mute
e le risposte che bambini e insegnanti portano dentro di sé e che non dovrebbero mai essere sepolte da
registri, schede, scadenze e normative, ma piuttosto
sedere al nostro fianco, invisibili ma sempre presenti…
• Perché ho scelto di diventare ed essere insegnante
(sapendo che non basta “farlo” come qualsiasi altro
lavoro)? Quale sogno di futuro ho dentro di me per
accompagnare la crescita di questi bambini? Quali
talenti metto a disposizione ma quanto devo ancora
imparare per crescere ancora un po’ anche io? Cosa
mi sta dicendo questa bambina o il suo compagno
con quei silenzi o quell’irrequietezza, cosa posso
leggere nei loro occhi? Cosa vuol dire accompagnarli
davvero a comprendere il mondo su cui stanno affacciandosi e muovendo i primi passi?
• Invece voi, bambini, con quali paure, curiosità, entusiasmi arrivate in queste aule? Quante domande
avete che premono alla porta della vostra mente e
della vostra bocca? Quante cose volete raccontare di
voi perché sono il vostro preziosissimo patrimonio di
sapere, così speciale che nessun “grande” ha il diritto
di banalizzarlo o metterlo in un angolo?!
Ritornando ai temi cari alla nostra famiglia del Bambino Naturale, rimetto qui uno dei pensieri per me più
limpidi di Maria Montessori: “Il metodo non si vede:
ciò che si vede è il bambino […] si vede l’anima del
bambino che, liberata dagli ostacoli, agisce secondo
la propria natura”. È così: come quando nascono, si
nutrono, giocano, dormono, allo stesso modo anche
quando imparano i bambini sanno come fare. Devono solo trovare le condizioni per poter percorrere la
strada che corrisponde loro. A noi rimane il compito
insostituibile e mai scontato di rimanere in costante
connessione con loro. Con loro e non con quello che ci
hanno insegnato essere di routine, e quindi legittimo,
nella scuola. Con loro e con noi stessi, tutti interi, a
partire dai nostri 5 sensi (più uno).
Un buon educatore, colui che
non costringe ma libera, non
trascina ma innalza, non comprime ma forma, non impone ma
insegna, non esige ma domanda,
passerà insieme ai bambini molti momenti esaltanti.
J. Korczak
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sc u o la
Annalisa Malerba ci tiene a precisare che le sue piante preferite
sono le erbe spontanee, ma che il suo non è un cognome d’arte.
Lavora in agricoltura, spignatta piatti 100% vegetali e crueltyfree, divulga stili di vita sostenibili e da grande vorrebbe fare il
medico. Ha la fortuna di poter giocare con due figli di 18 mesi e 5
anni: le insegnano tanto, anche e soprattutto sulla Natura e sulla
relazione con essa.
di Annalisa Malerba
Mensa scolastica: cosa
c’è nel piatto?
VIAGGIO INCHIESTA ALLA SCOPERTA DEL MENÙ DI SCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIA
“La mia mensa è interna, offre tutto bio e a km
LE LINEE GUIDA DEL MINISTERO DELLA SALUTE
Andiamo subito alle fonti ufficiali. Bisogna riflettere un attimo sulle chiavi di ricerca da impostare: se
digitiamo “mensa scolastica” o locuzioni affini, non
ci appare certo la pagina del Ministero. Eppure le
linee-guida, che datano 2010, sono facilmente rintracciabili. Potete scaricarle qui: www.salute.gov.it/
zero”. “Com’è possibile? Il cibo di I. percorre più di
40 km ogni giorno, il catering non è bio e tantomeno compra locale”.
“Sono impazzita per ottenere un menù vegetariano, non ho nemmeno provato a chiedere quello
vegan”. “Signora, mi capisca. Da nutrizionista
dell’ASL, è da trent’anni che scrivo i menù per le
scuole della città. E tutte le volte la stessa storia:
se seguo le linee-guida ministeriali mi accusano
che, per adempiere a un astratto concetto di salutismo, affamo i bambini. Se do retta alla maggior
parte dei genitori, la quota di quelli più attenti
al benessere mi crocifiggono perché i loro figli
soffriranno in età adulta di malattie metaboliche
e cardiovascolari. Senta, io cerco la via di mezzo e
tra un paio di anni vado in pensione. Buon lavoro”.
N
o, non si tratta di una pièce teatrale.
Potrei inserire nomi e cognomi per
ogni frase che ho riportato. E tanti di
voi, sono sicura, si sono rispecchiati nelle situazioni
prospettate!
Quindi, vi sto dicendo che i vostri figli, per quasi la
metà dei pasti di una settimana, sono in balia del
caso? Non esattamente.
n° 01 Novembre 2014
imgs/C_17_pubblicazioni_1248_allegato.pdf
M. è cuoca nella mensa interna di una scuola dell’infanzia comunale. La incontro a un corso di cucina
vegan: “Preparo personalmente i piatti dei bambini, partendo dall’ammollo e dalla cottura dei legumi
secchi. Sto cercando qualche idea appetitosa. Nella
nostra scuola siamo molto attenti alla sostenibilità:
43
Il Bambino Naturale
sc u o la
MENSA SANA
E
NUOVI COLORI
Il gruppo ‘Mensa Sana’: www.facebook.com/groups/305933642815513/?fref=ts, riunisce chi ha
l’obiettivo di battersi per tutelare la salute dei bambini nelle mense scolastiche. Il primo passo
è far offrire un menu giornaliero biologico e a km 0. Col tempo, trasformarlo anche in vegetariano o vegano. In parallelo, è stata lanciata nei mesi scorsi ‘Nuovi colori: indagine sui menù
scolastici italiani’: www.nuovicolori.com. L’iniziativa è partita raccogliendo quanti più menù
scolastici possibile – onnivori, vegetariani, vegani. Alcuni professionisti li vaglieranno criticamente! Attualmente sono in fase di elaborazione dati; alla fine verrà redatta una lettera aperta alle
istituzioni per chiedere che nei pasti destinati a tutti i bambini sia introdotta un’ampia varietà di
cibi vegetali. Perché la salute del futuro adulto sta nel piatto del bambino di oggi.
IL COINVOLGIMENTO DEI GENITORI
Se da un lato tutto parte dal SIAN, Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione della ASL di riferimento, e se viene
invocata la formazione degli educatori e del personale preposto alla mensa, dall’altro sono previsti come
“attori fondamentali” i familiari e i bambini. Il che,
tradotto in parole povere, significa l’esistenza di una
Commissione Mensa, che dovrebbe essere composta
da genitori con l’onere di assaggiare periodicamente i
pasti, raccogliere le proprie impressioni e quelle delle
altre famiglie. Ma quanto funzionano gli organi collegiali?
“Ci ritroviamo tutti lo stesso giorno, assaggiamo e
commentiamo insieme, alla fine compiliamo una
piccola relazione” mi riporta B., scuola secondaria di
primo grado. “Ho dato la disponibilità e pensavo di
venire convocata in un giorno particolare, assieme
agli altri. Invece mi è stato detto che potevo andare
quando volevo, avvisando la mattina stessa che mi
tenessero da parte una porzione. Ho compilato una
scheda prestampata molto scarna, incentrata sulla
gradevolezza. Sul retro ho scritto un papiro, di mio
pugno: era tutto salatissimo e il menù era assolutamente sbilanciato! La pastasciutta tra l’altro era una
pappa informe” si lamenta A., scuola dell’infanzia.
Sì, ma quanta è la consapevolezza tra i genitori? “In
diamo per scontato l’uso dell’acqua di rubinetto, servita all’interno di caraffe”.
La figlia di C. ha appena iniziato la scuola primaria:
“Ho chiesto per mia figlia il menù vegano. Le hanno
aperto una scatola di fagioli, fredda, davanti agli occhi
e gliel’hanno versata nel piatto. Oltre a essere ricchissimi di sale, non erano esattamente invitanti! E
sono finiti nella spazzatura”.
A. è nella commissione mensa di una scuola dell’infanzia. La mensa è esterna. I piatti della figlia, che
consuma un menù 100% vegetale, arrivano confezionati a parte, come quelli di tutte le diete speciali. Tutti
i bambini ricevono una bottiglia d’acqua in plastica,
da 500 ml, a ogni pasto, e i piatti sono in plastica. “Capisco i problemi di gestire un piatto diverso da quello
degli altri. Ma per l’acqua? Mi risulta che quella del
Comune sia perfettamente potabile. È da tre anni
che chiedo di re-introdurre le brocche. E le stoviglie?”.
Il Ministero invita da un lato a una “corretta gestione
dei rifiuti”, specificando l’opzione “piatti in ceramica
o a basso impatto ambientale” e parlando di “valutazione di avanzi ed eccedenze”; dall’altro richiama
all’“appropriatezza rispetto ai bisogni, in termini non
solo di caratteristiche nutrizionali delle ricette e proposte alimentari, derrate utilizzate, ma anche in termini di gradimento sensoriale”.
n°01 Novembre 2014
44
Il Bambino Naturale
sc u o la
commissione mensa mi sento un’ aliena. Trovano
tutti squisiti i pasti erogati, che comprendono ogni
giorno più fonti di proteine animali e grassi di scarsa
qualità. Posso anche far presente che ciò va contro le
linee-guida di tutte le società scientifiche e dell’OMS
stessa. Le considerano chiacchiere lontane dalla
quotidianità”. Questa la situazione che C. descrive
nella scuola primaria.
COSA FARE PER MIGLIORARE?
Chi, come me, era bambino negli anni ‘80 ricorderà che
le iniziative per supportare una corretta alimentazione consistevano nell’erogare yogurt alla frutta, ricchissimo di zucchero aggiunto, o latte vaccino intero.
Oggi, fortunatamente, vediamo nell’atrio gli scatoloni
del progetto “Frutta nelle scuole”: www.fruttanellescuole.gov.it/. È proprio il documento ministeriale,
infatti, a riportare nell’introduzione che l’accesso e la
pratica di una sana e corretta alimentazione è uno
dei diritti fondamentali per il raggiungimento del migliore stato di salute ottenibile, in particolare nei primi anni di vita. Ma come tradurlo in pratica?
Da un lato, la cultura e l’etica professionale di chi
scrive i menù, che si traduce in un costante aggiornamento. Dall’altro, la serietà delle ditte di catering o
di chi fornisce le mense interne. E il feed-back sta ai
genitori. Ma, nonostante un’accresciuta attenzione
generale ai temi di salute, spesso le madri e i padri
più preparati, e il più delle volte lo sono per continua
ricerca personale, si sentono soli e isolati.
I piani su cui muoversi sono due: un movimento collettivo, che permetta di mantenere in rete le singole
esperienze. Nel box vi lancio uno spunto interessante e già attivo: partecipate! E mi rendo conto che è
solo una delle tante possibilità. Chi vuole contribuire
alla creazione di un database delle iniziative presenti
a livello nazionale e internazionale può contattarmi
scrivendo alla redazione de Il bambino naturale.
La seconda possibilità, in parallelo, è muoversi in
loco. So per esperienza diretta quanto può essere frustrante trovarsi di fronte coetanei, genitori di
coetanei dei nostri figli, totalmente disinteressati a
quanto arriva nel piatto. Ci vuole pazienza, creatività,
umiltà. Prendere a pretesto una gita di classe per offrire spiedini di frutta. Fermarsi a chiacchierare dopo
una recita. Mostrare la gioia delle proprie scelte. Non
si finisce mai di essere genitore: è una scoperta continua, un impegno quotidiano. Che passa proprio per
i piccoli gesti di ogni giorno, quelli che i nostri piccoli
vivono in nostra compagnia e quelli che permettiamo
loro di vivere accompagnati da altri adulti. Non deleghiamo: i bambini ci guardano.
a sso c i a z i o n i
Eugenio Serravalle, medico specialista in Pediatria Preventiva, Puericultura e Patologia Neonatale, è l’autore
di Bambini super-vaccinati, uno dei
best-sellers della collana Il Bambino Naturale, e ora del libro fresco di
stampa ”Vaccinazioni: alla ricerca del
rischio minore” (Il leone verde, 2014).
di Eugenio Serravalle
Un’associazione per
studiare la salute
MEDICI E CITTADINI PER UNA MIGLIOR INFORMAZIONE
L’Associazione di Studi e Informazione sulla Salute
INFORMAZIONI ”TRASPARENTI” PER I GENITORI
Dall’altro lato, molti genitori, o semplici cittadini, sentivano e sentono l’esigenza di un rapporto più approfondito con gli specialisti dei vari settori, un rapporto
di informazione, di interscambio di notizie, interrogativi, indicazioni, strumenti insomma di orientamento scientifico e culturale, ma anche terapeutico per i
quali c’è una forte richiesta, ma che rimangono spesso esclusi dal colloquio con il pediatra, il medico curante, lo specialista, perché riguardano un’esigenza
che non sempre trova riconoscimento, ossia il diritto
all’auto-aggiornamento, auto-informazione, autoorientamento del paziente, nonché il diritto anche al
solo e semplice ascolto. Insomma il diritto alla libertà
di scelta.
(AsSIS) nasce dall’esigenza di un gruppo di medici
di avere uno spazio in cui condividere informazioni, aggiornamenti, studi e dati che non fossero
necessariamente quelli propinati agli operatori
sanitari in occasione delle consuete e stereotipate attività di aggiornamento professionale finanziate dalle case farmaceutiche, spesso utilizzate
tanto per diffondere contenuti scientifici quanto
per trasmettere direttive sanitarie rispondenti a
logiche troppo diverse e troppo lontane da quelle
della sanità vera e propria.
UN NUOVO CONCETTO DI SALUTE
La mission di AsSIS è quella di affermare e diffondere un concetto di salute “integrato” al quale si debba
pensare in modo ampio, onnicomprensivo, non appiattito sulla dimensione farmaceutica e medicalizzata.
La salute dell’individuo intesa come elemento strettamente interconnesso al modo di vivere, di mangiare, di lavorare, di pensare, di rapportarsi agli altri, e
che, di conseguenza, instilli nelle persone l’idea che
condizioni materiali di vita insalubri siano da intendersi essi stessi come “malattia”, ben prima dell’affiorare di fenomeni patologici veri e propri.
Per conoscere le attività e i progetti dell’associazione
AsSIS, è possibile visitare il sito www.assis.it
UNO SPAZIO ”LIBERO” PER I MEDICI
N
on è semplicemente di uno spazio
comunicativo che sentivamo il bisogno, ma di uno spazio libero, in grado
di garantire l’assoluta imparzialità dei partecipanti,
l’assenza di qualsiasi conflitto di interesse tra i pareri
espressi come medici ed eventuali vantaggi economici o di qualsiasi altro genere connessi a quei pareri
e a quei giudizi. Un luogo dove fosse possibile discutere e ragionare senza dover per forza prendere in
considerazione quanto della politica sanitaria non
trae origine da ragioni e finalità strettamente mediche ma da disegni di natura o politica o economica.
n°01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
Sono Daria, mamma di due bimbe (di 3 e 6 anni), consumatrice
critica con la passione dell’autoproduzione, vegetariana, architetto, appassionata di orto. Con l’arrivo delle bimbe la mia vita si
è trasformata, mi ha portato a fare un percorso di crescita personale e di modifica del mio stile di vita. Da 3 anni racconto queste
piccole cose, le mie gocce, nel blog GocceD’aria.it, nella speranza
di lasciare alle piccole un mondo quanto meno non peggiore di
quello attuale e di invogliarle a guardarlo con rispetto e amore. E
visto che siamo ciò che mangiamo, la cucina è l’ambiente prediletto e in esso trovo il modo più facile e diretto per coinvolgerle
attivamente.
Ru b r i c a Cu ci n a
di Daria Voltazza
Fac c iamo
i l pane!
A
doro mettere le mani in pasta, sentire e vedere l’impasto che cambia consistenza man
mano che lo lavori, aspettare, sbirciando ogni
tanto, che sia lievitato al punto giusto. Da quasi sette
anni panifico con la Gilda, la mia pasta madre1 (ormai
diventata pasta nonna più volte), autoprodotta e cresciuta con le mie bimbe che fin da neonate mi hanno accompagnato negli impasti, prima guardandomi
dalla fascia, poi provando a infilare le loro manine e
assaggiando pezzi di pasta madre e di impasto e infine in piedi sullo sgabello accanto a me a impastare.
Manipolazione, scoperta di consistenze diverse, osservazione di un processo naturale, ma soprattutto
insegnamento di pazienza il pane con la pasta madre: si aspetta che la madre “cresca” dopo il rinfresco,
si aspetta che l’impasto lieviti, si aspetta il momento
giusto per infornare. I bambini assimilano tutto ciò, si
rilassano impastando e passando il calore delle loro
manine all’impasto, mangiano un prodotto sano e a
km 0, fatto proprio da loro, di cui sentono il profumo
pervadere la casa e il gusto caratteristico e non artefatto. Lo vedo a casa e lo vedo anche nei laboratori
per bambini che ho avuto modo di proporre più volte. Fare il pane è un gesto istintivo, quasi ancestrale
che non richiede dosi precise, ma che riprende gesti
antichi.
1
È un semplice impasto di acqua e farina che viene lasciato fermentare, in pratica è il lievito delle nostre nonne: ogni volta che faccio il pane ne tengo da
parte un pugno (circa 100 gr) che mi servirà per la panificazione successiva.
n° 01 Novembre 2014
47
Il Bambino Naturale
in g re die nti
Ingredienti per una pagnotta di circa 700–800 gr o per due
pani di 400 gr circa (vi lascio le dosi a misura di bimbo nel
caso volessero autogestirsi):
• 2 pugni di bambino (150 gr) di pasta madre (rinfrescata
da 4 ore circa1 )
• 1 bicchiere e mezzo (300 ml) di acqua a temperatura ambiente
• 17 cucchiai colmi (circa 500 gr) di farina (io prediligo le
integrali o semintegrali)
• 1 cucchiaino colmo di sale fino (meglio integrale)
• 1 cucchiaino di malto d’orzo o di miele (facoltativi)
1
Rinfrescare vuol dire “dare da mangiare”, “mantenere in vita” il nostro
lievito madre. In pratica si tratta semplicemente di aggiungere acqua (metà del
peso della pasta madre che ho conservato) e farina (tanta quanta la pasta madre
che ho conservato) alla pasta madre e lasciare riposare per 4 ore. A questo punto
prelevo la parte che mi serve per fare il pane e metto via quello che mi avanza.
pre parativ i
p r oc ed i m en t o
Prepariamoci a impastare! Laviamo le manine, disponiamo gli ingredienti, indossiamo i grembiuli, arrotoliamo le maniche. Ci serviranno una ciotola (meglio in vetro), cucchiai (meglio di legno) e un bicchiere.
n°01 Novembre 2014
All’opera!
La storia di questa pagnotta nasce dall’incontro fra
la mamma (la pasta madre, il nostro lievito) e il papà
(farina e acqua mescolate). Quindi per prima cosa
versiamo nella ciotola la pasta madre, aggiungiamo
l’acqua e mescoliamo fino a scioglierla. Aggiungiamo
il malto e un po’ alla volta la farina. Quando non ce
la facciamo più a mescolare, aggiungiamo il sale e
passiamo a impastare a mano fino ad ottenere una
palla morbida, non appiccicosa e omogenea (la consistenza è quella del lobo di un orecchio). Riponiamo
nella ciotola e “mettiamo a nanna” con la copertina
(va benissimo un canovaccio pulito) nel forno spento
per 4-6 ore. Riprendiamo l’impasto che sarà all’incirca raddoppiato, lo versiamo su un tagliere leggeremente infarinato e lo schiacciamo leggermente con
le mani in modo da ottenere un rettangolo.
Lo ripieghiamo su se stesso come un asciugamano e
lo rimettiamo a riposare per un’altra ora o due magari
in un cestino su cui avremo messo il nostro canovaccio. Accendiamo il forno a 250° con una ciotola d’acqua posata sul fondo, quando sarà caldo estraiamo
la teglia (operazione che deve fare un adulto) e rovesciamo la pagnotta direttamente sulla teglia calda.
Inforniamo per 10 minuti a 250° e successivi 30 minuti a 200°. Estraiamo dal forno e lasciamo raffreddare su una griglia o disposto in piedi prima di riavvolgerlo nel canovaccio. Lo so che è difficile resistere
al profumo, ma prima di tagliarlo aspettare che sia
raffreddato!
48
Il Bambino Naturale
Maura Gancitano, mamma e scrittrice, è esperta di cosmesi e salute naturale, argomenti che ha approfondito
nel suo libro ”Igiene e cosmesi naturali” (Il leone verde, 2013). Per saperne
di più e per approfondimenti è possibile scrivere un’email a mauraga85@
gmail.com o consultare il sito www.
vivabio.it.
Ru b r i c a F a i da te
di Maura Gancitano
S gr assat ori
n a tu r ali
I
n questo numero vi proponiamo le istruzioni
per realizzare due detergenti fai da te per le
pulizie domestiche: lo sgrassatore alle noci del
sapone e lo sgrassatore alla farina di grano.
Ecco le “ricette”!
Sgrassatore alle noci del sapone
Le noci del sapone sono gusci essiccati di Sapindus Mukorosso, una noce nepalese ricca di
saponina, utilizzati per il bucato da diverse popolazioni asiatiche. In sostanza, queste noci si
inseriscono in un sacchetto di cotone e poi nel
cestello della lavatrice, il loro effetto è valido per
circa 50 lavaggi. In realtà, molti esperti sono concordi nel dire che l’effetto detergente di queste
noci è davvero minimo e il reale lavoro di pulizia
è svolto semplicemente dall’acqua. Il loro potere
detergente, però, è perfetto per la pulizia quotidiana delle superfici di casa: piani di lavoro, vetri,
porte, tavoli.
ingredienti
• 200 ml di acqua distillata
• 5 noci del sapone
• 5 gocce di olio essenziale di lavanda o limone
n° 01 Novembre 2014
49
Il Bambino Naturale
Insieme a questi detergenti fai-da-te
consiglio di usare dei panni
in microfibra, che sono in grado
già da soli (meglio se inumiditi
con acqua molto calda) di catturare
lo sporco e rimuovere il grasso, e
in questo modo possono
potenziare l’azione
dello sgrassatore.
Maura Gancitano
Igiene e cosmesi naturali
Il leone verde. 2013
� 15.00
Sgrassatore alla farina di grano
Una semplice soluzione di acqua e farina può
rappresentare un’alternativa naturale ed economica agli sgrassatori in commercio. La farina,
infatti, assorbe lo sporco e ha un discreto potere
detergente, tanto da essere utilizzata da molti
popoli per la pulizia quotidiana del viso. È importante, però, usare le giuste proporzioni tra acqua
e farina in modo che non rimangano depositi
sulle superfici trattate con lo sgrassatore.
ingredienti
Per lo sgrassatore alla farina
• 200 ml di acqua distillata
• 1 cucchiaio di farina
• 5 gocce di olio essenziale di lavanda o limone
(facoltativo)
procedimento
Inserite in un flacone spray dall’imboccatura larga le noci del sapone aperte a metà, versate sopra queste l’acqua, chiudete il flacone e agitate
vigorosamente. Lasciate il contenitore a riposo
per un paio d’ore, agitandolo di tanto in tanto.
Potete aggiungere qualche goccia di olio essenziale alla soluzione.
procedimento
Inserite in un flacone spray la farina, versate
l’acqua, chiudete il contenitore e agitatelo vigorosamente. È possibile usare un qualunque tipo
di farina (meglio se contenente glutine). Potete
aggiungere qualche goccia di olio essenziale alla
soluzione.
uso
uso
Potete usare il preparato come un normale
sgrassatore, agitandolo sempre prima in modo
che non rimangano depositi sul fondo del contenitore. La soluzione si conserva per una settimana.
Potete usare il preparato come un normale
sgrassatore, agitandolo sempre prima in modo
che si formi una leggera schiuma. La soluzione si
conserva per una settimana.
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Il Bambino Naturale
Annalisa Malerba ci tiene a precisare che le sue piante preferite
sono le erbe spontanee, ma che il suo non è un cognome d’arte.
Lavora in agricoltura, spignatta piatti 100% vegetali e crueltyfree, divulga stili di vita sostenibili e da grande vorrebbe fare il
medico. Ha la fortuna di poter giocare con due figli di 18 mesi e 5
anni: le insegnano tanto, anche e soprattutto sulla Natura e sulla
relazione con essa.
Ru b r i c a N a tu ra
di Annalisa Malerba
Tutt i i col ori
d e l l’au tu n n o
L
e giornate si accorciano. Il cielo è grigio. Le temperature scendono e iniziano i primi malanni di
stagione. Coraggio: un piccolo raffreddore non
è una buona scusa per rintanarsi in casa! Nel forno
domestico sicuramente non riusciremo a preparare
una squisita torta di fango e foglie: urge munirsi di
stivali e di impermeabile e uscire all’aperto.
Il clima temperato ci regala l’alternanza delle stagioni. Ai bambini piace particolarmente celebrare i riti
di passaggio: il senso di rassicurazione si unisce al
senso della festa. Ogni periodo dell’anno può essere associato a simboli visivamente ed emotivamente
rappresentativi: neve e ghiaccio per l’inverno, fiori che
sbocciano per la primavera, sole a picco per l’estate. E
foglie multicolori per l’autunno. Ecco tre diversi luoghi
in cui festeggiare l’arrivo della stagione di mezzo!
LA MUSICA DEL PARCO PUBBLICO
Un gioco che spontaneamente i vostri figli metteranno in atto, quando il giardinetto che frequentate diventerà un bel tappetone di foglie. Muniti di stivaletti
o di scarpe impermeabili, una bella corsa sulla scrocchiante pedana entusiasmerà i più piccoli.
Se il luogo è pulito, curato e non frequentato da animali e da umani poco rispettosi, nelle giornate calde
possiamo anche servirci di tutto questo splendido
materiale naturale per organizzare un percorso in
mezzo a “montagne” di residui vegetali, farne tane e
casette. Mentre la mamma o il papà ricamano una
storia, fantastica o realistica, a proprio piacimento.
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51
Il Bambino Naturale
NELL’ORTO E NEL GIARDINO:
UNA COPERTA DI FOGLIE!
Mai sentito parlare di pacciamatura o di “mulching”?
Questa tecnica consiste di coprire la terra con materiale di diversa origine: paglia, fieno, foglie, a volte
cartone e altri tipi di residui organici.
Si ottengono due importanti risultati:
• tenere coperto il terreno e impedire il compattamento e l’evaporazione eccessiva dell’acqua
• concimare il terreno, tramite i processi di decomposizione che inevitabilmente inizieranno.
Se è vero che per l’orto bisognerebbe un minimo selezionare ed evitare specie coriacee e resinose, per
le piante ornamentali abbiamo un po’ più di margine
d’intervento.
Possiamo munirci di sacchi resistenti o di una bella
carriola e procedere alla raccolta, per poi sistemare le
foglie nel nostro orticello. Magari possiamo sistemare le più coriacee nei punti di passaggio tra le aiuole: è
meglio non lasciare “nudi” neppure questi.
TANTE RISORSE PER LE GIORNATE DI PIOGGIA
Si sa, in autunno le nuvole spesso sono incontinenti. O la nebbia non sale per tutto il giorno, rendendo
sgradevole la permanenza all’aperto in un’atmosfera
umidiccia.
Ma ovviamente ci saremo attrezzati per passare delle domeniche pomeriggio piacevoli!
In una bella giornata di sole usciamo muniti di sacchi
di carta, da riempire con le foglie dalle fogge e dai colori più disparati. Una volta a casa, facciamole seccare
in ambiente tiepido, tra due fogli di carta da forno o di
carta da giornale, pressate con un bel librone.
Saranno ottimi elementi per collage, per dipingere
usandole come stampino, per ricalcarne i contorni e
colorare a piacere. O ancora, possiamo plastificarle e
usarle come addobbi, compreso un bell’albero di Natale molto ecologista e molto km zero.
Spazio alla fantasia... sono certa non vi mancherà!
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Il Bambino Naturale
Bimbi
trova le differenze
Queste due immagini sembrano uguali
ma... ci sono 6 piccole differenze!
Pagina a cura di Maria Francesca Agnelli
Questa pagina è dedicata a tutti i bambini, per giocare, colorare e divertirsi con il Bambino Naturale.
unisci i puntini
Unisci i puntini da 1 a 18. Cosa apparirà?
le coppie
Tutte le figure sono tagliate a metà! Osservale bene e
ricomponi i disegni, collegando le metà giuste con una
matita.
Soluzioni
Trova le differenze: 1) la fascia per i capelli della mamma 2) l’orecchino della mamma 3) gli occhi di Alice 4) il colore della maglia della mamma 5) le righe della
maglia di Alice 6) il colore del fiocchetto di Alice
Unisci i puntini: È Gino, il topino che voleva imparare a leggere!
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Il Bambino Naturale
li b r i
App u nt a m ent o
c on i nost ri l i br i
L omb a r d i a
Chiari
dal 7 al 9
Novembre 2014
M ar c h e
Fermo
15 e 16
Novembre 2014
Lazio
Roma
dal 4 all’8
Dicembre 2014
Il leone verde con i suoi manuali per i
genitori e i libri illustrati per bambini
presenta il libro Creare fatine con la
lana cardata
Il leone verde con i suoi manuali per i
genitori e i libri illustrati per bambini
partecipa al Il mondo dell’infanzia
Partecipano: A.Bortolotti
A. Costantini, E.Malvagna, F. De luca,
M. Gangitano
Il leone verde con i suoi manuali per i
genitori e i libri illustrati per bambini
partecipa a Più libri più liberi
Per info:
www.bambinonaturale.it
Per info:
www.bambinonaturale.it
Per info:
www.bambinonaturale.it
PROGRAMMA DETTAGLIATO IL MONDO DELL’INFANZIA
Sabato h. 15:00
Falsi e veri miti sull’infanzia di Alessandro Costantini
Presentazione del libro ”Meravigliosa infanzia, dalle menzogne di Freud alle verità sul bambino” il leone verde edizioni
Alessandro Costantini, psicoterapeuta, è responsabile per il Lazio del Movimento per l’Infanzia.
SABATO h. 16:30
Parto in casa? Si si può! con Elisabetta Malvagna
Presentazione del libro” il parto in casa, nascere nell’intimità familiare, secondo natura” il leone verde edizioni
Elisabetta Malvagna, giornalista, scrittrice e blogger, studia da anni il tema della nascita.
Sabato h. 18:00
Medicine ai bambini? No grazie, di Franco de Luca
Presentazione del libro” Bambini e troppe medicine,
difendersi dall’ eccessiva medicalizzazione dei nostri figli”il leone verde edizioni
Franco de Luca, Pediatra di Comunità presso il Consultorio familiare di Campagnano di Roma, ASL Roma/F.
Domenica h. 11:00
Impriting affettivo della nascita e dei primi anni di vita con Alessandra Bortolotti
Presentazione del libro” E se poi prende il vizio” il leone verde edizioni
Alessandra Bortolotti, psicologa perinatale si occupa da anni di puericultura e di fisiologia di gravidanza,
parto e allattamento.
Domenica h. 14:30
Come autoprodurre cosmetici per l’igiene dei bambini e della famiglia
Macerati oleosi, estratti alcolici, pasta all’ossido di zinco e unguenti a base di calendula. Dal libro ”Igiene e cosmesi
naturali” il leone verde
Laboratorio per mamme e papà con Maura Gancitano
Durata: 1-2 ore
Maura Gancitano, mamma, scrittrice, ufficio stampa ed editor, è una grande appassionata di cosmesi e salute naturale.
n°01 Novembre 2014
54
Il Bambino Naturale
autori
Ap p u nt a m ent o
con g l i a u t o r i
Toscana
Pie mo n t e
08/10/2014
Alessandra
Bortolotti
Incontro:
Il sonno del bambino
Per info:
piccolo e dei suoi genito- [email protected]
ri. h.17
Poggibonsi (SI) 08/11/2014
Alessandra
Bortolotti
Incontro sul sonno
infantile h. 16.30
Per info:
Associazione Nonsololatte
Alessandra
Bortolotti
Presentazione del Libro
E se poi prende il vizio
h.16
Per info:
Sonia 3480645547
San Casciano,
(FI)
Alessandria
(AL)
10/10/2014
Torino
22 e
23/11/2014
Ven e t o
Bassano del
Grappa
30/10/2014
Alessandra
Bortolotti
Presentazione del Libro
E se poi prende il vizio
Emilia
Romagn a
Parma
15/11/2014
Alessandra
Bortolotti
Presentazione del Libro
E se poi prende il vizio
h.17
Cervia
24/12/2014
Alessandra
Bortolotti
Presentazione del Libro
E se poi prende il vizio
Per info:
Francesca 3281679253
Fermo (AN)
15/11/2014
Alessandro
Costantini
Presentazione del Libro
Meravigliosa infanzia
Per info:
“Il Mondo dell’infanzia”
Claudia Porta
Conferenza “Tempo e
salute nel mondo digitale”
h.10.20
Per info:
[email protected]
sala congressi dell’ospedale
Galliera
Marche
L i gu r i a
L om b a r d i a
Laz i o
Genova
31/10/2014
sul MaternaElena Balsamo Workshop
ge e Paternage
Per info:
www.bambinonaturale.it
presso Caffè Basaglia (Via
Mantova, 34 To)
Per info:
Chiara Pozzi
[email protected]
Soncino (CR)
9/11/2014
Giorgia Cozza
Presentazione del Libro
Bebè a costo zero
h.18
Per info:
[email protected]
presso la Filanda - Organizza il Gruppo Acquisto Solidale Soncino
Sondrio
29/11/2014
Giorgia Cozza
Presentazione del Libro
Me lo leggi
h. 16.00
Per info:
Biblioteca di Sondrio
Presentazione del Libro
Bebè a costo zero
h. 20.30
Per info:
0342 513930 presso la Libreria il Faro
Sondrio
29/01/2015
Giorgia Cozza
Roma
20/10/2014
Maura
Gancitano
Presentazione del
Libro Igiene e cosmesi
naturali
Per info:
Nanay (Via Vincenzo Coronelli 36, Ro)
Roma
27/10/2014
Maura
Gancitano
Presentazione del
Libro Igiene e cosmesi
naturali
Per info:
Latte e Coccole (via Luigi
Lodi 74/76, Ro)
Roma
3/11/2014
Maura
Gancitano
Laboratorio di autoproduzione cosmetica
Per info:
Nanay (Via Vincenzo Coronelli 36, Roma)
n° 01 Novembre 2014
55
Il Bambino Naturale
autori
Roma
10/11/2014
Maura
Gancitano
Laboratorio di autoproduzione cosmetica
Per info:
Nanay (Via Vincenzo Coronelli 36, Roma)
Roma
15/1172014
Maura
Gancitano
Laboratorio di autoproduzione di regali di
Natale da Capo Horn
Per info:
(Via Domenica Purificato,
199, Roma)
Rieti
20/11/2014
Alessandro
Costantini
Presentazione del Libro
Meravigliosa infanzia
Per info:
Associazione “Il Melograno”
Roma
22/11/2014
Eugenio
Serravalle
Vaccinazioni pediatriche
h.15
Per info:
[email protected]
Claudia 3400876324
n°01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
Christine Schäfer Creare fatine con la lana cardata
Il leone verde. 2014 � 22.00
Arrivano le fate
Giusto per l’inizio della stagione
fredda, che ci riporta in casa a passare lunghi pomeriggi al caldo, Vi
invito ad aprire la porta alle fatine!
Arrivano morbide, calde, soffici e delicate da chiunque ne faccia entrare
l’idea e permetta che rinascano nella
propria casa, per poi abitarvi o andare in dono a casa di un amico, di un
bambino appena nato.
So di cosa parlo, perché a casa mia
queste fatine occupano da molti anni
angoli e spazi. Molte sono andate in
giro per il mondo. A volte se ne vanno
e poi ritornano: leggere, come un bel
sogno.
Occupano poco spazio e portano magia, meraviglia, sorrisi, pensieri di fiducia nella vita. Aiutano a resistere
al freddo, alla totale razionalità, che
spoglia di magia non solo l’infanzia
dei nostri bambini, ma anche la nostra vita da adulti.
Le fatine sono un soffio di lana, pesano pochi grammi, sono eco sostenibili.
Piacciono ai bambini piccoli ma anche ai più grandi, che le portano a
spasso appese ad un filo. Un soffio,
poco più di un pensiero, può stimolare
la nascita di regni fatati, storie mai
sentite e altre antiche raccontate di
nuovo.
Un libro incantato
La nostra idea con questo nuovo libro - Creare fatine con la lana
cardata di Christine Schäfer - è di
aprire uno spazio a voi. Uno spazio,
dove tramite una materia sottile,
calda e, forse, materna, la propria
creatività si può svegliare, stiracchiare, espandere, perché non
è appesantita da esperienze di
“handmade” del passato, già vissute e forse vissute male per aver ricevuto commenti frettolosi, perché
qui si tratta di un materiale non
sospetto, mai maneggiato prima. È
un materiale antico, ma in sostanza come nuovo. Leggero. Privo del
peso di pregiudizi.
È uno spazio ampio e colorato dove
vi invitiamo a entrare. Voi genitori,
educatrici, insegnanti. Per poi farvi
seguire dai vostri bambini. Per creare per i bambini (averli nella nostra mente) e con i bambini (standoci insieme).
Bruno Munari diceva che “una persona senza creatività avrà sempre
difficoltà di adattamento nelle inevitabili mutazioni della vita, come
molti genitori non capiscono più’
i loro figli.” Noi crediamo, che gli
adulti in contatto con i bambini, al
giorno d’oggi, non si possono permettere di non sentirsi creativi, se
vogliono stare al passo con loro e
restare in ascolto di loro. Inoltre, in
un mondo sempre più virtuale, crediamo che per grandi e piccoli siano
necessari nuove esperienze tattili
e manuali per trovare un equilibrio.
n° 01 Novembre 2014
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Il Bambino Naturale
Un laboratorio
per “creare” le fatine
Per chi vuole imparare “dal vivo”,
sarò presente a Chiari (BS) sabato 8 novembre per un laboratorio: “Creare le fatine con la lana
cardata” . Per adulti e bambini da
8 anni.
Una guida semplice per imparare
Nel libro, scritto da Christine
Schäfer, pioniera delle fatine in lana
e nota per le sue creazioni curate
nel minimo dettaglio, trovate tutte
le indicazioni per iniziare a creare le
fatine. Con l’aiuto di tante foto di
qualità, passo per passo e in modo
semplice l’autrice spiega la creazione di queste meravigliose creature.
E vi invita ad andare oltre. A fare
nascere le vostre fatine individuali.
In fondo al libro si trovano anche i
fornitori italiani di lana cardata, che
dispongono di un’ampia gamma di
colori e sfumature.
Crediamo, che questo libro sia
un’opportunità, che vi invitiamo di
cogliere... Se le fatine vi chiamano
e sentite la loro risatina argentina
davanti alla vostra porta... aprire
sarà l’inizio. Saranno poi loro a guidarvi.
di Esther Weber
Elena Balsamo Sono qui con te... l’arte del maternage
2a ed. Il leone verde. 2014 � 18.00
Il tempo passa, un bambino cresce.
Così è anche per un libro: perché nel
frattempo cresce il suo autore…
Sono passati sette anni dalla pubblicazione di “Sono qui con te” ed era
ora che l’edizione venisse aggiornata.
Il sette è un numero importante, addirittura sacro per tante tradizioni
culturali e religiose.
Sono gli anni di un ciclo di Saturno: secondo Steiner la formazione
dell’uomo avviene proprio attraverso
“settenari”, cioè cicli periodici di sette
anni.
Ecco qui dunque che si aggiunge al
mio primo libro, a cui sono molto
affezionata, un capitolo tutto nuovo,
in cui ho cercato di riassumere quanto ho raccolto e imparato nel corso
di questi ultimi anni che sono stati
particolarmente importanti per il mio
personale percorso evolutivo.
La maggior parte delle riflessioni che ho presentato in questa
nuova edizione di “Sono qui con
te” sono nate dal mio approccio al
mondo della terapia craniosacrale biodinamica, altre derivano dalla
mia personale esperienza di vita e
dalla ricostruzione della mia storia
prenatale e neonatale. Quello che
desidero offrirvi, con questo mio ultimo lavoro, è fondamentalmente
un nuovo sguardo: una prospettiva
completamente nuova e rivoluzionaria al periodo perinatale. Spero
che possa esservi utile per com-
Sono qui con te
prendere meglio il senso del vostro
essere al mondo e quello dei vostri
figli.
Vi riassumo in poche parole l’essenza delle ultime sessanta pagine
del nuovo “Sono qui con te”, che è
anche la grande scoperta di questi
miei ultimi anni di cammino: tutto
ciò che viviamo dopo la nascita non
è altro che una ripetizione di ciò che
abbiamo vissuto durante il concepimento, la vita prenatale, il parto e
il periodo neonatale. Può sembrare
stupefacente ma è proprio così.
Come dice lo psicanalista Delassus
“Noi adulti non siamo altro che il
prolungamento dei feti che siamo
stati”.
La verità è che noi stiamo nel mondo nel modo in cui siamo stati in
utero e in cui siamo nati. I vissuti
di quello che ora sappiamo essere
il periodo in assoluto più importante della vita di un individuo hanno
una enorme influenza sui nostri
atteggiamenti, sul nostro modo di
comunicare con gli altri, sul nostro
modo di vivere le relazioni. Ma nella
maggior parte dei casi noi non ne
siamo consapevoli…
Quanti sanno infatti che il nostro
rapporto con i soldi, con il sesso,
con il cibo, con i viaggi, con le droghe
sono influenzati dalla nostra vita
prenatale e dal modo in cui siamo
venuti al mondo ?
Eppure nella nostra vita quotidiana,
senza accorgercene, continuamente ricreiamo e riviviamo le nostre
esperienze precoci non risolte, siamo cioè imprigionati in una sorta di
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Il Bambino Naturale
coazione a ripetere con lo scopo di
darci un’altra possibilità per uscirne
fuori definitivamente. La Vita ce la
offre sempre. Si tratta solo di avere
il coraggio di guardare e accogliere
il dolore per trasformarlo in dono.
Possiamo farlo se utilizziamo il nostro personale, innato, bagaglio di
risorse.
Solo così allevieremo i nostri figli di
fardelli non loro.
L’ultima parte della nuova edizione di “Sono qui con te” è dunque
un vero e proprio strumento terapeutico, dedicato alle mamme e ai
papà, ma anche agli operatori della
nascita, per rivedere la propria vita
alla luce dell’esperienza intrauterina e di parto che ognuno ha vissuto in modo unico e diverso così da
modificarne gli schemi ripetitivi che
la limitano.
Il nuovo “Sono qui con te” porta
dunque un messaggio ancora più
potente di speranza: a volte i nostri doni più grandi nascono proprio
dalla elaborazione di ciò che non ci
è stato dato… La Vita ci offre sempre un’altra possibilità per trasformare ciò che è andato storto e per
rendere sacro il sacrificio. Sta a noi
coglierla o meno.
di Elena Balsamo
Giorgia Cozza La stellina che aveva paura del buio
Il leone verde. 2014 � 12.00
C’era una volta una stella piccina,
che viveva nel cielo insieme alla sua
mamma.
Stellina era piccola e gentile e tutte
le stelle in cielo le volevano bene.
Stellina però era una stella un po’
speciale. Era diversa dalle altre stelle, perché a lei... A lei non piaceva la
notte!
Tutte le stelle amano la notte, perché
di notte si svegliano e brillano nel
cielo. Ma Stellina no. Stellina odiava il buio della notte, perché le faceva
paura.
Inizia così la fiaba di Stellina, piccola stella, che ha paura del buio
e quando la luna d’argento si alza
nel cielo, corre a nascondersi stretta stretta alla
sua mamma.
Finchè
un
giorno...
Finchè
un
giorno il sorriso di una
bimba
che
aveva paura
del buio cambia tutto!
Questa storia
è dedicata a
tutti i bambini
che hanno un
po’ paura del
buio, a tutti i bambini che alla sera
non hanno tanta voglia di andare
a letto e a tutti i bambini che, una
Stellina e il buio
volta a letto, sono ancora svegli
perchè il sonno tarda ad arrivare.
Cari bimbi forse vi sorprenderà scoprire che in cielo
c’è una stellina
che ha paura del
buio! O forse non
vi
sorprenderà,
perchè voi bimbi
siete saggi e sapete un sacco di
cose. In ogni caso
è proprio così,
anche le stelle
quando sono piccoline possono
avere paura della
notte. E allora le
mamme-stella cercano di consolare, incoraggiare, spiegare, proprio
come le mamme-mamme quando
sua mamma le assicura che le piacerà, che andrà tutto bene.
Che storia strana, sembra un po’
una storia al
contrario. E
se alla sera i
bambini vorrebbero restare svegli
ancora un po’,
Stellina che
dovrebbe restare sveglia
vorrebbe correre a nanna.
Ma alla fine,
anche Stellina - proprio
come i bambini veri - troverà il suo
coraggio e scoprirà che il mondo è
ancora più bello di quanto immaginava... di giorno e di notte!
In libreria
Il libro sarà disponibile
da dicembre
incoraggiano i loro bambini.
La nostra Stellina però non vuol
proprio saperne di provare a conoscere meglio la notte. Anche se la
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Una storia da leggere prima di dormire, al calduccio sotto le coperte,
pensando alle stelle che brillano
lassù, per addormentarsi sereni, cullati dalla voce di mamma e
papà...
E buonanotte a tutti: bambini,
bambine, genitori e stelline!
di Giorgia Cozza
Eugenio Serravalle Vaccinazioni: alla ricerca del rischio minore
Il leone verde. 2014 � 20.00
Bambini super-vaccinati è uno dei
best-sellers della collana Il Bambino Naturale, che ha fatto riflettere (e
discutere!) centinaia di genitori. Oggi,
il dottor Eugenio Serravalle, medico
specialista in Pediatria Preventiva,
Puericultura e Patologia Neonatale, torna ad approfondire questo tema
scottante con il suo nuovo libro, fresco di stampa: Vaccinazioni: alla ricerca del rischio minore.
Cosa significa alla ricerca del rischio
minore?
Ho pensato a questo titolo leggendo Proust, e la sua ben più celebre
ricerca. Nel mio libro, molto semplicemente, sottolineo che un genitore che si pone dei dubbi, dei ragionevoli dubbi, se vaccinare, quando
vaccinare, contro cosa vaccinare il
proprio figlio dovrà fare una scelta,
e che questa scelta non è esente
da rischi, mai. Bisognerà capire se
per il proprio bambino sia più utile vaccinare o se sarà più prudente
adottare un calendario vaccinale
alternativo, o addirittura non vaccinare affatto. La scelta va sempre
individualizzata, in base allo stato
di salute personale, alla gravidanza, al parto, all’uso di farmaci, alla
anamnesi familiare, allo stile di vita.
Il vaccinare tutti i bambini, proprio
tutti, alla stessa età con 7-8, (siamo
arrivati a 9 vaccini) a 3 mesi non è
esente da rischi. Occorre che ci sia
un pericolo reale per dover correre
questi rischi.
Vaccinazioni
Riflessioni per una scelta consapevole
Il libro è composto da una prima
parte in cui racconto le motivazioni per cui, da “supervaccinatore”
ho iniziato queste riflessioni critiche sulla pratica delle vaccinazioni di massa, cercando di capire
perché ad analoghe conclusioni
non giungano la maggior parte dei
miei colleghi (anche se molti medici
non vaccinano o vaccinano parzialmente i propri figli e se stessi (la
conferma si è avuta con il vaccino
contro l’H1N1). Ho illustrato l’ingerenza dell’industria nelle scelte
sanitarie, anche pubbliche, e l’applicazione delle strategie di marketing nelle politiche vaccinali, e come
il fenomeno dell’invenzione delle
malattie riguardi anche le malattie
infettive. I vaccini contro l’influenza stagionale, l’influenza pandemica, i rotavirus, le meningiti sono
gli esempi di come si cambi la percezione di queste patologie adottando la strategia del catastrofismo. Nella seconda parte cerco di
spiegare com’è fatto un vaccino,
cosa contiene, cosa non dovrebbe
contenere (il contributo del dottor
Stefano Montanari è stato prezioso, avendo riscontrato materiale
pericoloso per la salute in tutte le
fiale da lui esaminate). Ho poi dato
voce ai tanti racconti che ho ascoltato in questi anni: ho riportato le
testimonianze di genitori che non
hanno ricevuto informazioni corrette al momento di affrontare la
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scelta vaccinale, di come questa
prassi così importante sia vissuta
come un “vaccinatoio”. Le vaccinazioni non sono obbligatorie nella
maggior parte dei Paesi dell’Europa Occidentale, e sono solo 4 quelle
per cui in Italia c’è ancora l’obbligatorietà. Questa informazione, così
banale, non è, in genere, fornita ai
genitori. Da qui una riflessione sulla qualità dell’informazione e sugli
scarsi strumenti offerti per una
scelta consapevole. Naturalmente
ci sono anche i racconti di genitori
che hanno visto il proprio bambino
ammalarsi anche gravemente, o
addirittura morire in conseguenza
delle vaccinazioni.
La terza parte prende in considerazione un dato che è proprio della
mia pratica professionale degli ultimi anni: lo stato di salute dei bambini non vaccinati è, in genere, migliore di quello dei vaccinati, sia per
il ridotto numero di patologie croniche che di infezioni di vario genere. Certamente i vaccini non sono
l’unico fattore che può causare un
aumento di queste malattie, e così
ho preso in esame lo stile di vita,
le abitudini alimentari e quant’altro possa influenzare la salute dei
bambini. Termino sottolineando le
difficoltà della scelta, raccontando
l’esperienza di una bimba non vaccinata e di un ragazzo danneggiato
dal vaccino.
di Eugenio Serravalle
N o vità e an ti ci p azi o ni
I NOSTRI LIBRI
PER MAMMA E PAPÀ
Ecco le prossime uscite della collana
Bambino naturale
dedicate alle mamme e ai papà
NEOPAPÀ È FACILE
UN’ALTRA SCUOLA È POSSIBILE?
di Sonia Coluccelli
di Alessandro Volta
Il libro si propone di presentare esperienze di istruzione che partono da una critica alla scuola tradizionale e che propongono percorsi alternativi ad essa.
Ciascun capitolo presenta una visione pedagogica
e la sua attuazione per dare ai lettori un panorama
delle scelte possibili per chi riconosce nel sistema
scolastico tradizionale una distanza rispetto ai reali
bisogni di apprendimento, crescita e sviluppo di ciascun bambino.
Se stai per diventare papà e hai le idee poco chiare su
quello che ti aspetta; se sei appena diventato papà e
quello che tieni in braccio ti sembra venuto da un altro
pianeta; se ti hanno detto che un bambino piccolo ha
bisogno solo della mamma, ma tu credi invece che un
papà non tolga nulla e aggiunga molto; se la nascita di
un figlio ti sembra un’esperienza tra le più profonde
e sconvolgenti della vita; se per te crescere un figlio
richiede la stretta collaborazione di due persone che
si amano. Se sei uno di questi uomini, questo libro
è stato scritto
per te, per aiutarti a riflettere
e sostenere il
tuo cammino
nell’avventura
della paternità.
L’AUTRICE Sonia Coluccelli è insegnante, formatrice e
mamma che da circa vent’anni coltiva una continua riflessione pedagogica in ambito scolastico, approfondendo la
conoscenza dei diversi approcci educativi, alla ricerca di
sguardi attenti ai bambini e alle loro domande.
Vive a Verbania.
L’AUTORE
Alessandro Volta, pediatra e
neonatologo,
è responsabile
dell’assistenza
neonatale negli
ospedali di Scandiano e Montecchio Emilia. È
istruttore regionale per i corsi
di Rianimazione
Neonatale ed è
membro della Commissione Nascita della Regione Emilia
Romagna. Tiene corsi di accompagnamento alla nascita
per i genitori e corsi di formazione per il personale sanitario su genitorialità e allattamento. È autore di Apgar 12,
Nascere genitori, Mi è nato un papà, Crescere un figlio.
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Sei in dolce attesa?
Nel Calendario troverete anche un modello di “Piano del Parto” da compilare e ritagliare,
per riflettere sul parto che si vorrebbe e per individuare il punto nascita che meglio risponde alle proprie esigenze.
GENITORI E FIGLI CRESCONO
E dopo la nascita, c’è spazio per annotare i primi progressi del bebè, incollare le sue foto, descrivere la sua crescita.
di Carlos González
Il Calendario può essere usato come un’ agenda dove segnare gli appuntamenti, e come un diario
dove raccontare eventi significativi, aneddoti, sensazioni fisiche ma anche emozioni, dubbi, sogni e speranze...
Tutti quei momenti speciali che sarà bellissimo rileggere e ricordare.
Il bambino Naturale ha una sorpresa per te!
Un calendario molto speciale...
Il Calendario dei nove mesi accompagna i futuri genitori dai primissimi giorni dell’attesa,
per quarantadue settimane, fino ai primi giorni di vita del bambino, con tante informazioni
(a proposito di gravidanza, parto, accudimento del bebè), indirizzi utili, consigli di lettura.
L’attesissimo séguito del best seller mondiale Bésame
mucho.
Tutti i consigli di uno dei più famosi e amati pediatri del
mondo per crescere insieme ai nostri figli, dall’infanzia
all’adolescenza.
Di particolare interesse la trattazione del tema dell’iperattività (ADHD), sul quale il dottor Gonzalez assume posizioni decisamente contrarie all’approccio farmacologico.
Nove mesi insieme...
Il calendario dei nove mesi
L’AUTORE Carlos González, fondatore e presidente della
Lega del Latte in Spagna, e pediatra e scrittore. Ha conseguito una notorietà mondiale con il best seller Bésame
mucho, che in Italia (Coleman editore) ha riscosso un ottimo successo di vendite.
In questa collana del medesimo autore è apparso Un dono
per tutta la vita – Guida all’allattamento materno.
Giorgia Cozza
Barbara Vaccariello
Dal concepimento alla nascita
Si tratta di un calendario vero e proprio, da appendere alla parete o tenere sempre sotto mano, che accompagna i futuri genitori dai primissimi giorni dell’attesa, per quarantadue settimane,
fino ai primi mesi di vita del bambino, con tante informazioni a
proposito di gravidanza, parto e accudimento del bebè.
Agenda e diario dei ricordi
Il Calendario dei nove mesi può essere usato come un’agenda
dove segnare gli appuntamenti, e come un diario dove raccontare eventi significativi, aneddoti, sensazioni fisiche ma anche
emozioni, dubbi, sogni e speranze... Tutti quei momenti speciali
che sarà bellissimo rileggere e ricordare.
E dopo la nascita, c’è spazio per raccontare le emozioni del
parto, annotare i primi progressi del bebè, incollare le sue foto,
descrivere la sua crescita nel corso del primo anno di vita.
Tante informazioni utili!
Nella pagine dedicate alla gravidanza (con tanti suggerimenti
per coltivare il benessere e la relazione di mamma e bimbo
durante i nove mesi) e in quelle dedicate all’accudimento del
bambino (dove si parla di allattamento, svezzamento, nanna,
coccole) si trovano informazioni, ma anche i riferimenti di associazioni che operano nel settore materno-infantile e numerosi
consigli di lettura per approfondire gli argomenti trattati.
Il piano del parto da compilare
Nel Calendario dei nove mesi troverete anche un modello di
”Piano del Parto” da compilare e ritagliare, per riflettere sul parto che si vorrebbe e per individuare il punto nascita che meglio
risponde alle proprie esigenze.
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